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Il Re Squalo Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XVI, n. 12 - Dicembre 2015 Federico Bocchia, il talento della De Akker Luisella Vitali: "In sintonia con l'Ente" 2022 Roma capitale del golf

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Il Re Squalo

Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVI, n. 12 - Dicembre 2015

Federico Bocchia, il talento della De Akker Luisella Vitali: "In sintonia con l'Ente" 2022 Roma capitale del golf

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SOMM

ARIO

Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

Anno XVI, n. 12Dicembre 2015

Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

editoreClaudio Barbaro

direttoreItalo Cucci

direttore responsabileGianluca Montebelli

coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

in redazionePaolo Signorelli

hanno collaboratoMarco Cochi, Marco Cortesi, Marco Costantini,Dario Bruno Cristiani, Donatella Italia, Gianma-ria Italia, Massimiliano Morelli, FedericoPasquali, Luisa Santiloni, Umberto SIilvestri.

direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

Chiuso in redazione: 30/12/2015

3 L’editorialeClaudio Barbaro

4 “In sintonia con l’Ente”Paolo Signorelli

6 L' FBI, la FIFA e l'orrore di Monaco '72Italo Cucci

8 Olympiastadion, il più... Azzurro Massimiliano Morelli

12 Budapest dai carri armati all’OlimpiadeMarco Cochi

16 Che forza il nostro Re Squalo!Luisa Santiloni

18 2022 Roma capitale del golfFederico Pasquali

22 “La noble art merita di più”Dario Bruno Cristiani

24 Pugni rosa

26 1000 impianti grazie all’Istituto per il Credito SportivoLuisa Santiloni

28 Il Mister vola altoMarco Cortesi

30 L’Ippodromo dei due derbyMarco Costantini

32 Credete nei miracoli?Donatella Italia

36 Da Fiuggi segnali positivi

38 Un 2015 di grande spessoreGianmaria Italia

40 Consegnati a Fiuggi i premi ASI per il 2015

42 Asi Organizza

44 Asi Attività

47 Controcopertina

Il Re Squalo

Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANEAnno XVI, n. 12 - Dicembre 2015

Alla scoperta di Federico Bocchia,talento della De Akker Team e fresco oronella staffetta 4x50 stile libero nei Campionati europei di nuoto in Israele

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Con grande piacere ed emozione ad iniziodell'estate di due anni fa (era il 19 giugno2013) siamo venuti a sapere che il Presiden-te del CONI Giovanni Malagò nella primave-ra di quell'anno aveva insignito della Stellad'Argento al Merito Sportivo Andrea Di Mat-tei, storico presidente del comitato regiona-le ASI Liguria.L' onorificenza sportiva – assegnata a socie-tà che si siano particolarmente distinte neldare lustro allo sport italiano per 30 annioppure ad atleti, tecnici o dirigenti che loabbiano fatto per 20 anni - rappresentavaallora come oggi un riconoscimento dellavoro svolto da un uomo appassionato disport, con una lunga esperienza di settore,ed anche un motivo di profondo orgoglioper un Ente come il nostro che, sin dalla suanascita, ha selezionato (e continua a farlooggi) i propri uomini e le proprie donne inbase alle loro capacità sportive, ma anche inbase alla loro adesione a valori per noi nonnegoziabili.Vi domanderete: ma chi fu a mettervi al cor-rente del fatto? Lo stesso Di Mattei che,comunicatoci il risultato, ribadiva il suo giàespresso desiderio di lasciare spazio ai gio-vani, restando emotivamente e sportiva-mente vicino ad ASI. I suoi ottantotto anninon gli consentivano più di svolgere il suo

In Liguria si cambia nel segno della continuità> Claudio Barbaro

EDITORIALE

in grado di sostituirlo, qualcuno capace diincarnare sia i valori sportivi, sia i nostri –quelli che ci distinguono da ogni altro Entedi Promozione Sportiva e che, attraversoquesta rivista, proviamo a comunicarvi.La nostra ricerca minuziosa e paziente hapoi portato ad un ottimo risultato; questaestate abbiamo deciso di assegnare a Lui-sella Vitali il compito di rappresentare l’ ASIin Liguria. Al di là della necessaria valutazio-ne umana – Luisella è una donna affabile,sempre disponibile e molto capace – è sta-to il suo curriculum sportivo ad averci con-vinto ad affidarle l'incarico. Presidente del-la Federazione Italiana Cinofilia Sport e Soc-corso, un'associazione che raccoglie quasiseicento associazioni sportive e conta tren-tacinquemila soci, Luisella rappresenta interra ligure anche un importante punto diriferimento della Protezione Civile. La suarappresentatività associativa, unita al suoattivismo sportivo sul terreno di molteplicidiscipline sportive e alle doti umane, sonostati i motivi fondanti della nostra scelta.A lei, attraverso questo editoriale vogliamofare i nostri auguri ufficiali per il lavoro chela attende. L' “eredità” sportiva lasciata daAndrea DI Mattei è senz'altro importante,ma siamo convinti che saprà raccoglierla nelmodo migliore possibile, sicura di potercontare anche sui saggi consigli e sull'espe-rienza dell'amico Andrea Di Mattei.

Luisella Vitali avràil compito di rappresentare

l’ASI in Liguria.La neo presidente nella sua regione

costituisce un importantepunto di riferimento

della Protezione Civile.Prende il posto di Andrea

Di Mattei, una verabandiera dell’Ente che

lascia un segno indelebilegrazie ad un lavorostraordinario svolto

per oltre 20 anni

ruolo come avrebbe voluto e come aveva sinlì fatto. Per quanto umanamente dispiaciu-to, accettai allora le sue dimissioni, grato pertutto quello che Andrea aveva fatto per con-tribuire alla diffusione dello sport sotto labandiera di ASI.Ci sono voluti, però, due anni prima che riu-scissimo a trovare localmente una persona

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L'INTERVISTA

Luisella Vitali “In sintonia con l’Ente”

“I campioni sono quelli che voglionolasciare il loro sport in condizioni miglio-ri rispetto a quando hanno iniziato a pra-ticarlo”. Inizia così la nostra intervista aLuisella Vitali, da settembre nuovoresponsabile del Comitato Regionale ASILiguria, con una celebre frase del tennistaArthur Ashe, frase alla quale il neo mem-bro di ASI è molto affezionata.Luisella Vitali, chiamata e scelta dal pre-sidente Nazionale Claudio Barbaro asostituire Andrea Di Mattei, rappresentauna garanzia per il territorio ligure e nonsolo. Ci sono voluti due anni prima diindividuare una figura valida come lei,che potesse sostituire il responsabileuscente sul territorio. Tra le altre cose,Luisella è anche presidente Ficss (Federa-zione Italiana Sport e soccorso cinofilo) eun punto di riferimento importante per laprotezione civile (fa parte dal 2009 delcoordinamento di Protezione Civile dellaprovincia di La Spezia e ne è tesoriere dal2012). Una personalità, dunque, che rap-presenta al meglio l’associazionismosportivo e non solo.Luisella, innanzi tutto, cosa rappresentaper lei ASI e questo incarico che le è sta-to conferito?

“Appena mi si è stata avanzata la propo-sta di far parte di ASI ho detto subito sì.Mi ha immediatamente colpito il mododi vedere lo sport da parte dell’Ente e,nonostante avessi altre proposte, hovoluto sposare il progetto del presidentenazionale Claudio Barbaro. Posso garan-tire che metterò a disposizione tutte lemie competenze e la creazione di proget-ti validi e costruttivi, in modo da potercrescere insieme e dare maggiore visibi-lità a questa unione. Non posso che rite-nermi orgogliosa di ricoprire questoincarico”.Quali sono, dunque, gli obiettivi per ilfuturo?“Sicuramente quelli di migliorarsi sem-pre. Allo sport bisogna sempre conferireuna valenza pedagogica particolare, rite-nendolo componente essenziale dellanostra società, capace di trasmettere tuttele regole fondamentali della vita sociale eportatore di valori educativi fondamenta-li, quali tolleranza, spirito di squadra, leal-tà. C’è molto da lavorare però, ma la miavolontà resterà sempre quella di promuo-vere, promuovere e ancora promuovere.Sono convinta di poter garantire deimiglioramenti, le persone qui mi conosco-no e si fidano di me. Per noi lo sport èvita”.

Quali sono le carenza sul territorio ligureche necessitano maggiormente di un inter-vento?“Noi qui, a La Spezia, di attività sportivene facciamo parecchie. Ce ne sono molteda rivalutare e “modernizzare". Tutto que-sto perché i momenti di aggregazione stan-no subendo delle trasformazioni importan-ti e il nostro ruolo è quello i mantenere sal-di i valori di una vita sana nel rispetto del-l'ambiente in cui viviamo. Promuoviamocalcio (sia a 5 che a 7), ma anche altri sport.Per quanto riguarda la FICSS siamo atti-vissimi, credo che stiamo lavorando benee spero che questo venga sempre ricono-sciuto. Perché praticare sport insieme alproprio cane? Perché è un momento di cre-scita comune, di gioco, di divertimento edi sviluppo della relazione, è fare cose nuo-ve insieme e magari con amici che condi-vidono la stessa passione, sia a livello ama-toriale, sia, per chi volesse andare oltre, alivello agonistico, sempre e comunque nel-l’ottica del benessere del binomio” .ASI si aspetta molto da lei ed è convintadi aver individuato la persona giusta.Come risponde?“Il volere di ASI è quello di promuovereattività su tutto il territorio italiano. Beh,questo è anche il mio intento. Quindi sonosicura che la fiducia verrà ripagata”.

Chiamata a sostituire una figura di riferimento come Andrea Di Matteialla dirigenza dell’ASI Liguria, promette tutto il suo impegno per riuscirea lasciare un segno tangibile del suo lavoro. “Sono orgogliosa di questo incarico, metterò a disposizione tutte le mie competenze”

> Paolo Signorelli

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L’OPINIONE

L' FBI, la FIFA e l'orrore di Monaco '72Gli Stati Uniti stanno distruggendo, consospetta meticolosità, i vertici del calciomondiale mentre il CIO tace sulle rivelazionisu quanto avvenne nel Villaggio in quella tragica Olimpiade

Gli Stati Uniti hanno affidato alla mitica FBIuna missione speciale: demolire la FIFA.Dopo decenni gli americani si sono accortiche Joseph Blatter è come minimo un presi-dente/padrone manovratore sospettabile diogni (non provata) nefandezza. Per star sicu-ri hanno fatto nascere anche uno "scandaloPlatini" che rappresenta l'Uefa, ovvero lafederazione europea, la più potente. Obietti-vo: sottrarre il prossimo Mondiale 2018 allaRussia e possibilmente quello del 2022 al

Qatar. A Obama, in aperta lotta contro Vladi-mir Putin che gli sta soffiando la leadershipmondiale, interessa soprattutto umiliare i rus-si, operazione che si è giovata anche della cla-morosa denuncia di doping da parte del CIOdegli atleti di Mosca che saranno costretti asaltare i prossimi Giochi del Brasile. Mentreè importante notare che i dirigenti FIFA arre-stati o indagati sono tutti appartenenti allefederazioni americane, personaggi protagoni-sti di scandali collegati alle designazioni deiPaesi incaricati di ospitare i Mondiali di cal-cio anche in passato. Oggi sono accusati di

avere favorito la fastidiosa Russia e il Qatarche gli stessi Usa hanno accettato si candidas-se, nonostante i potenti e ricchissimi emiripadroni di quell'Eldorado dove i diritti umanisono calpestati non meritassero di organizza-re una delle piu grandi feste dello sport mon-diale. E tuttavia è passato senza far particola-re rumore uno scandalo più grave, ovvero ladenuncia che la Germania ha pagato mazzet-te ai dirigenti FIFA per ottenere il Mondialedel 2006.Cosa avranno in mente i moralizzatori? Chie-deranno di cancellare la bellissima vittoria

> Italo Cucci

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dell'Italia cosí come le medaglie degli atletiolimpionici accusati di doping?Il mondo dei media partecipa generosamente,pervaso da cupio dissolvi, al tentativo di affos-sare l'organismo calcistico mondiale; madimentica in poche ore una denuncia molto piùgrave che mortifica il moralismo ipocrita del-l'organismo sportivo più importante, il CIO,Comitato Olimpico Internazionale. Agli inizidi dicembre le vedove di due atleti ebrei degliundici uccisi dai terroristi palestinesi alleOlimpiadi di Monaco '72 hanno rivelato ilcontenuto delle ricerche svolte per anni dai

loro avvocati: sono testimonianze verbali efotografiche delle torture inflitte dai fedaynagli israeliani; Illna Romano, moglie di Yos-sef, olimpionico di sollevamento pesi, ha rive-lato:"Mio marito è stato evirato davanti ai suoicompagni". Ankie Spitzer, moglie del maestrodi scherma Andre, ha esibito l'orrenda docu-mentazione fornitale dal governo tedescodopo decenni di silenzio. E tuttavia il CIO nonvuole cavalcare queste gravissime rivelazionicosì come ha respinto più volte la richiesta didedicare all'apertura dei Giochi un mementodegli ebrei uccisi. Di recente la questione è sta-

ta sollevata dal presidente del Comitato Olim-pico della Repubblica di San Marino Gian Pri-mo Giardi: "Alla luce delle recenti rivelazio-ni auspico che a Rio venga ricordata la stragedi Monaco '72". È stato invitato a tacere. IlCIO ha paura di compromettere l'ottimo e con-venientissimo rapporto con i ricchi Paesi ara-bi, compresi quelli palesemente compromes-si con i criminali dell'Isis. L'FBI non indaga,Obama non s'indigna.L'ente immorale è la FIFA degli imbroglioni,non il CIO degli ipocriti. E vanno puniti i con-cittadini di Putin, non i fratelli dei fedayn.

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I GRANDI STADI / Olympiastadion

La nazionale di calcio ha trionfato due voltenello stadio berlinese: nel 1936 conquistò

l'oro Olimpico con la squadra di VittorioPozzo; settanta anni dopo vinse il Mondiale

con la squadra guidata da Marcello Lippi

Olympiastadion, il più... Azzurro

Basti dire che l'Italia vinse il Mondiale di cal-cio del 2006 e viene subito alla mente l'Olympia-stadion Berlin, allocato nella zona occidentale del-la capitale tedesca. Lì, quel magico 9 luglio, gli Azzur-ri conquistarono la quarta coppa del mondo della sto-ria battendo in finale la Francia ai rigori. Ricordate? Latestata di Zidane, loro in dieci e Materazzi protagoni-sta per il gol del momentaneo pareggio italiano oltreche per aver aver reso isterico il capitano dei tran-salpini. Può bastare? Beh, i più in avanti con glianni, quelli che sono cresciuti a pane e pallo-ne, magari rammentano anche, che sem-pre Berlino, e lo stesso stadio (ovvia-mente non ancora ristrutturato)fu palcoscenico dell'unicooro Olimpico di cui

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> Massimiliano Morelli

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I GRANDI STADI / Olympiastadion

si può fregiare dall'Italia del calcio: due auno all'Austria, con doppietta di AnnibaleFrossi, l’attaccante che giocava con gliocchiali. Roba d'altri tempi, la nazionale diVittorio Pozzo e lo sport in bianco e nero,quello romantico che si giocava fra le dueguerre. Nell’atletica invece l’ edizione del ‘36 rega-lò all’Italia, proprio in quello stadio, unrisultato di proporzioni storiche. OndinaValla conquistò la prima medaglia d’oro alfemminile della storia del nostro sport,salendo sul gradino più alto del podio del-la gara degli 80 metri ostacoli. Una nazio-nale di atletica che riuscì a conquistare altremedaglie di grande prestigio. Quella d’ar-gento di Mario Lanzi negli 800 metri, equelle di bronzo di Luigi Beccali nei 1500e di Giorgio Oberweger nel disco.

Ovvio, cambiano i tempi e quell’impiantoha cambiato aspetto. Le ristrutturazioni chehanno accompagnato nel corso degli anniquello che oggi (dal 1963) è lo stadio dell'-Herta Berlino e che agli albori, quando ven-ne tirato su, fu teatro dei successi di JesseOwens. La struttura originaria venne pro-gettata da Werner March.Dopo l'inaugurazione del 1936 – ci vollerodue anni per ottimizzarlo - e la ricostruzio-ne, avvenuta sulle ceneri di un altro vecchiostadio. Già, perché a dirla tutta, lo stadio di Berli-no ha oltre cento anni di storia, il primo mat-tone fu posato nel 1912 all'interno di un'areache ospitava un ippodromo, quello di Char-lottenburg, quartiere della capitale tedescacon forti connotati, ben visibili ancora oggi,di stile medioevale. Concepito già allora

con quarantamila posti a sedere, avrebbedovuto ospitare un'edizione dei Giochiolimpici del 1916, quinto appuntamentocon i Cinque Cerchi, poi saltati per il primoconflitto bellico. Ma tornando alle italiche memorie e ai suc-cessi colorati d’azzurro gonfiamo il pettoper l’ Olimpiade e un Mondiale vinti dallanostra nazionale. Ma anche, per dover di cronaca, tornare aricordare quando il tricolore non sventolòsui pennoni più alti. Riandiamo con la men-te al 1974, altro Mondiale di calcio questavolta per noi dai contorni infausti. L’esor-dio con Haiti e Giorgio Chinaglia che man-da a quel paese Ferruccio Valcareggi, ipareggio con l’Argentina e l’eliminazione,dopo solo tre partite, per mano della Polo-nia.

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La prima Coppa del Mondo (prima si chia-mava Coppa Jules Rimet) fu conquistata daipanzer dell'Ovest padroni di casa. In queltempo la Germania era ancora divisa dal“muro” e nell'Olympiastadion si trovaronoa giocare sia i tedeschi dell'est che quellioccidentali. Che non si affrontarono fra loroa Berlino, ma a Berlino giocarono contro ilCile all'interno di uno stadio che, per l'oc-casione, aveva migliorato il comfort deglispettatori grazie a una parziale coperturadelle gradinate.Dopo la storica riunificazione e l’abbatti-mento del “Muro, nel 1989, l'Olympiasta-dion fu restaurato a cavallo fra l'inizio delnuovo millennio e il 2004, in vista del Mon-diale in programma due anni dopo. Taglio del nastro con un antagonista da urlo

per la Germania, il Brasile Campione delMondo, e l'opportunità di poter assieparesugli spalti oltre settantaquattromila spetta-tori. Si arriva ai giorni nostri. Lo stadio è teatrodella coppa di Germania ed ha ospitato l'ul-tima finale Champions, quella persa dallaJuventus al cospetto del Barcellona il 6 giu-gno 2015. Da annotare che, nel contesto di un'areacostruita con forme geometriche perfette, sitrova anche il campanile dell'Olympiapark,che offre un'ampia visuale sulla città e unavista impressionante proprio sull'Olympia-stadion, su Maifeld e la Waldbühne, che puòaltrimenti essere visitato solo nel contestodelle manifestazioni. Calcio e premiazioni,non solo sportive.

Di recente si è tenuto a Colonia il convegnoannuale dello Iaks, per celebrarne i cin-quanta anni dalla fondazione è stato istitui-to lo “Iaks all time award”, un premio perle architetture sportive che hanno grandeinfluenza sugli impianti successivi. E, man-co a dirlo, fra i premiati c'è stato proprio lostadio berlinese, che è parte del parco Olim-pico. Però, non si vive di solo calcio.L'Olympiastadion è stato anche teatro di unappuntamento con Papa Ratzinger avvenu-to nel 2011, quando Benedetto XVI incon-trò la comunità ebraica tedesca con unamessa tenuta di fronte a circa centomilafedeli. E, incontri religiosi a parte, ha ospi-tato anche concerti musicali indimenticabi-li come quello di Bruce Springstein, nel2013.

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UN PAESE EMERGENTE / Ungheria

Budapest, dai carriarmati all’OlimpiadeLa capitale balcanica tra l’ottobre e il novembre 1956 fu il maggiore teatro della rivoltaungherese soffocata dai sovietici. Oggi, svincolata dal regime comunista, riallacciati i legamieconomici con l’Occidente, ha lanciato la propria candidatura per i Giochi del 2024

Tra le agguerrite rivali che contenderanno a Roma l’or-ganizzazione dei Giochi Olimpici del 2024 c’è Budapest,capitale europea che tra l’ottobre e il novembre 1956 fuil maggiore teatro della rivolta ungherese soffocata daicarri armati sovietici.La Budapest odierna è ovviamente molto diversa daquella che insorse contro il regime comunista. Dopo averriallacciato i suoi tradizionali legami economici e cultu-rali con l’Europa occidentale, è riuscita a porsi comecapofila nel tumultuoso passaggio al capitalismo deiPaesi dell’Europa centro-orientale, che alla fine della

seconda guerra mondiale passarono sotto il controllo del-l’URSS. Negli ultimi mesi, la città è diventata anche il cuore del-lo scontro fra la disperazione dei profughi siriani e il ten-tativo di gestire con intransigenza l’emergenza. La deci-sione dell’esecutivo guidato dal primo ministro, l’excalciatore Viktor Orban, di costruire il muro anti-immigrati al confine con la Serbia per fermarel’esodo dei migranti, potrebbe influire inmaniera molto negativa sulla candidatu-ra magiara a ospitare la rassegna acinque cerchi.

> Marco Cochi

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UN PAESE EMERGENTE / Ungheria

Ma gli ostacoli che si sovrappongono alladesignazione non sono solo di ordine politi-co e diplomatico. Di fatto, la candidatura diBudapest costituisce un’autentica incognita. Quando lo scorso 8 luglio, il sindaco dellacapitale ungherese, Istvan Tarlós, e il presi-dente del Comitato olimpico ungherese,Zsolt Borkai, inviarono la lettera di confer-ma al presidente del Cio, Thomas Bach, sidichiararono convinti che Budapest fosse larisposta migliore al programma riformatoredel Comitato olimpico, come richiesto dal-l’Agenda 2020, incentrata sul nuovo concet-to economico delle Olimpiadi ‘low cost’.Nella visione del primo cittadino e di Bor-kai, i Giochi in Ungheria potrebbero rappre-sentare una scelta innovativa, in grado diinterrompere il monopolio organizzativo deiPaesi più ricchi. Ma Budapest potrebbe esse-re anche penalizzata per aver improntato lestime sui costi troppo al ribasso.In una prima analisi, la capitale ungheresesulla carta sembra la più debole tra le altretre candidate rimaste in lizza: Roma, Parigie Los Angeles. Sulla questione potrebbeincidere anche il ritiro di Amburgo, che allafine di novembre si è sfilata dalla corsa inseguito all’esito negativo del referendum,che ha sconcertato i funzionari olimpici tede-schi.Per evitare il ripetersi del diniego popolareche ha costretto Amburgo a ritirarsi, lo scor-so dicembre, il Consiglio comunale di Buda-

pest ha respinto la mozione di indire un refe-rendum sulla candidatura. Il sindaco Tarlósha rigettato la proposta definendola purademagogia politica, aggiungendo che nonera chiaro se i cittadini di Budapest avrebbe-ro avuto o meno le informazioni sufficientisull’attuale organizzazione dei Giochi.Ad ogni modo, l’istituto di ricerca NezopontIntèzet, che ha condotto un’indagine esplo-rativa per conto del governo, ha riscontrato

che il sostegno dei cittadini ungheresi adospitare le Olimpiadi è aumentato dal 40%di agosto 2014 al 53% delle ultime settima-ne.A dire il vero, il presidente del Cio unghere-se, mesi addietro, si era opposto alla possi-bilità che la capitale ospitasse la manifesta-zione del 2024, per poi cambiare idea in basealla possibilità di contenere le spese per l’al-lestimento di una manifestazione di tali pro-

dalla candidatura, come prova l’accordo dicooperazione che hanno firmato lo scorso 7dicembre.L’intesa prevede di esercitare varie attività inuna cornice istituzionale come l’istituzionedi un comitato ad hoc di sportivi, un organodi amministrazione per gestire la candidatu-ra e un forum per le consultazioni. Inoltre, alla fine di novembre, nel corso diuna riunione generale del Comitato olimpi-co europeo, i Comitati olimpici dei 16 pae-si dell’Europa centrale e meridionale hannoespresso sostegno alla candidatura di Buda-pest a ospitare i Giochi.Ma il principale punto di forza nella candi-datura ungherese potrebbe essere costituitodagli impianti, primo fra tutti il mega stadiodel nuoto Alfred Hajos, situato sull’isolaMargherita, che nel 2017 ospiterà i prossimiMondiali.Ci sono anche altri impianti sportivi che sonostati ristrutturati di recente: il BudapestSports Arena intitolato al grande pugileungherese Laszlo Papp, ideale per ospitaregli incontri di boxe e hockey su ghiaccio; laGroupama Arena, il secondo stadio più gran-de di Budapest, dove disputa i propri incon-tri casalinghi il Ferencvarosi, la squadra dicalcio più titolata d’Ungheria. Lo stadio che ospita gli incontri della nazio-nale di calcio, intitolato al celebre attaccan-te ungherese Ferenc Puskás, inaugurato nel1952 col nome di Népstadion (Stadio del

Popolo), avrebbe invece bisogno di essereristrutturato. Perciò, al momento, Budapestnon ha né lo stadio né il villaggio Olimpi-co.Altro punto a favore è insito nell’efficienzadei trasporti pubblici, che sono dotati di trelinee della metropolitana, la più antica del-l’Europa continentale; di un servizio ferro-viario suburbano; di una rete tranviaria; oltreche di autobus, filobus e navette fluviali sulDanubio. Tra i punti a sfavore, che potrebbero influen-zare la decisone finale, che i membri del Cioprenderanno a Lima, in Perù, nel settembredel 2017, potrebbe pesare anche il fatto cheBudapest non è una grande metropoli, seb-bene sia comunque una città storica, comeStoccolma, Anversa ed Helsinki, che ospita-rono le Olimpiadi, ben prima dell’avventodei Giochi all’insegna del gigantismo,cominciati nel 1964 con Tokio. C’è anche da tenere in considerazione chetra le quattro candidate rimaste in gioco,Budapest è l’unica a non aver mai ospitatole Olimpiadi e la sua ultima candidatura risa-le all’edizione 1960, quella organizzata pro-prio da Roma.Nel complesso, però, a meno di due anni dal-l’assegnazione delle Olimpiadi del 2024,mentre Parigi e Los Angeles sono date perfavorite, Budapest appare quella con menoprobabilità di aggiudicarsi l’organizzazionedel mega evento sportivo.

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porzioni. Chi invece ha sostenuto fin dallaprima ora il progetto olimpico è l’esecutivodi Orban, sfidando tutte le critiche degliavversatori, i quali hanno sempre sostenutoche la candidatura avrebbe creato non pochiproblemi in termini di costi di realizzazionedi infrastrutture.Comunque, il governo ungherese, il Comu-ne di Budapest e il Comitato olimpico loca-le non hanno alcuna intenzione di recedere

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IL PERSONAGGIO / Federico Bocchia

Lo senti parlare e non puoi non indovinareda dove viene. Il suo accento emiliano tra-disce subito lo spirito di un giovane pieno dienergia ed entusiasmo. Lui è Federico Boc-chia, nato a Parma ventinove anni fa, duemetri di altezza per quasi cento chili e unsoprannome – King Shark – da cui non sap-piamo cosa aspettarci. Tesserato dell'asso-ciazione sportiva dilettantistica affiliata adASI, la De Akker Team di Alberto Vecchi,Bocchia ha recentemente conquistato lamedaglia d'oro nella staffetta mista 4x50 sti-le libero dei recenti Campionati europei dinuoto di Netanya in Israele (assieme a Mar-co Orsi, Silvia di Pietro ed Erika Ferraioli).Oltre a questo prestigioso risultato, il cam-pione ne vanta altri ottenuti nel corso deiquindici anni durante i quali ha scelto di faredel nuoto una professione. Si capisce subito dalla sua voce che ciascu-no di questi obiettivi è stato ottenuto con latenacia di chi si conosce e sa quali sono i pro-

pri punti di forza e quali di debolezza. Nontanto o non solo fisici o tecnici, quanto men-tali. Come il suo essere molto deciso e mol-to diretto, la sua insofferenza nei confrontidi regole imposte che non si sposano con laconsapevolezza di un grande potenziale daliberare e coltivare. E' proprio lui a dirceloin apertura: la diplomazia non avrebbe potu-to essere il suo campo professionale! Mentre si racconta, la sua voce evoca lo spi-rito emiliano rappresentato cinematografica-mente dal parroco e dal sindaco. Due poteriche configgono, ma si bilanciano; una sortadi lotta con l'altra metà di sé stessi, oppostae simmetrica, che è impossibile rinnegare,ma alla quale si guarda con un sorriso, con-vinti di poterla spuntare, prima o poi. Perché il soprannome King Shark, re squa-lo? “E' un soprannome che mi è rimasto addos-so (ride, ndr). E' nato dall'unione dello squa-lo, animale che ho scelto per far realizzareuna cuffia con cui scendo in vasca, e King,re, un modo in cui i miei amici mi chiama-

no per prendere in giro alcuni aspetti del miocarattere”. Quale aspetto del tuo carattere pensi abbiacontribuito più di altri nel raggiungimento dicerti risultati?“Credo la determinazione. Non ho mai mol-lato; sono stato messo alla prova in alcunimomenti; ho incontrato ostacoli che ho divolta in volta superato e ciascuno mi ha fat-to sentire più forte e mi ha spinto ad andaresempre avanti. Poi, però, devo dire che cisono cose che hanno remato in direzioneopposta... Diciamo hanno reso meno sem-plice tagliare certi traguardi”. Ecco appunto. Sappiamo che hai nuotato peril gruppo sportivo dell'Esercito, ma poi ti seicongedato restando fermo per qualche tem-po. Cosa era successo?“Le condizioni imposte per stare nel grupposportivo dell'Esercito facevano a cazzotticon il mio carattere. Dovevo per forza risie-dere in caserma e questo non mi faceva sta-re bene. Nessun rancore, anzi, solo la presadi consapevolezza della necessità di gestire

Che forza il nostro Re Squalo!

> Luisa Santiloni

Federico Bocchia,da sempre tesserato ASI, è uno dei più talentuosi e conosciutinuotatori italiani. In questa intervista raccontase stesso e la sua brillante carriera

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questo malessere e cambiare con scelte chemi restituissero la perduta serenità mentale.Perciò mi sono congedato e per un po' sonostato fermo”. Chi o cosa ti ha spinto a ricominciare? “Cosa: la passione. Per me il nuoto è comeuna dipendenza, una necessità. Nuoto daquindici anni. Chi: più persone mi sono sta-te vicine, ma qui voglio ringraziare AlbertoVecchi per l'importante aiuto. E' anche gra-zie a lui che ho ricominciato. Adesso dedicoa questo sport sette giorni su sette, due oredi allenamento la mattina e due il pomerig-gio. Il resto del tempo lavoro su me stessoalla ricerca di quell'equilibrio necessario aconcentrarsi di più sugli obiettivi sportivi”. Dicono che tuffi e virate siano i tuoi puntideboli. Perciò, prima della gara pensi: spe-riamo che il tuffo venga o bene o altro?(Ride, ndr) “Diciamo che prima della garapenso anche al tuffo, oltre all'obiettivo glo-bale. Il mio punto di forza infatti è la nuota-ta forte, ma sui tuffi faccio ancora fatica. Lapartenza a due piedi anziché con una gambaindietro - che ho provato senza però trovar-la adatta a me - toglie ancora qualcosa. Per-ciò sì: penso sempre ad eliminare le sbava-ture”. Quali sono i tuoi obiettivi sportivi e qualisono i tuoi obiettivi personali a breve? “Come obiettivi sportivi al primo posto met-to le qualificazioni in vasca lunga per glieuropei di Londra che si terranno a maggio2016 e poi le Olimpiadi di Rio ad agosto2016. Fino ad oggi mi sono allenato preva-lentemente sulla vasca lunga, quindi spero dipoter raccogliere i frutti di questo lavoro. Personalmente, invece, mi auguro di prose-guire questa condizione di serenità mentale.Adesso abito da solo in campagna a pocadistanza da Bologna, la città in cui vivo dadue anni, mi sento bene e vorrei proseguirecosì”. Che cosa è per te ASI? “E' un insieme di associazioni e personecome Alberto Vecchi. Tanta passione e tan-to impegno per la diffusione dello sportcome mezzo di salute e socializzazione. Aiu-tare le persone a fare sport, significa aiutar-le ad essere in forma, a viaggiare, spingerlea socializzare e formare il loro carattere. Bel-lissimo!”.

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L’EVENTO/ Ryder Cup

2022Roma capitale

del golfL'assegnazione della Ryder Cup, che si giocherà al Marco Simone Golf & Country Club di proprietà di Laura Biagiotti, è un successo per lo sport italiano con pochi precedenti. La sfida fra America ed Europaè uno degli eventi sportivi con maggior appeal al mondo

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Il 2022 sarà l'Anno Santo del golf italiano.Circa centoventi anni dopo la nascita del pri-mo circolo golfistico italiano, il “Rome GolfClub”, oggi conosciuto come Circolo delGolf Roma Acquasanta, l'Italia, e proprioRoma (la provincia di Roma per l'esattezza),ospiterà per la prima volta nella storia il tor-neo di golf a squadre più importante e pre-stigioso del mondo. Si tratta della Ryder Cup,la sfida che si svolge dal 1927 tra una sele-zione di giocatori statunitensi e una compo-sta da europei (fino al 1977 solo britannici e

irlandesi) che negli ultimi anni è diventatouno degli eventi sportivi di maggior appeal.L'assegnazione di questo evento che si gio-cherà per l'esattezza al Marco Simone Golf& Country Club, di proprietà della nota sti-lista Laura Biagiotti, è un successo per losport italiano con pochi precedenti. Soprat-tutto perché il golf non ha una grande tradi-zione da noi e non è uno sport molto popo-lare. Sfido chiunque a sciorinare di getto dueregole di questo sport, due formule di gioco,il nome dell'attuale leader maschile dell'or-dine di merito, il numero di ferri e bastoniche compongono un kit completo. Inoltre il

successo è notevole in quanto le avversarieda battere, Spagna, Germania e Austria, era-no molto più quotate dell'Italia. Una vittoria,questa, che ha aggiunto molti crediti alla can-didatura olimpica di Roma 2024, e non per-ché il golf tornerà dal prossimo anno nel pro-gramma olimpico, ma perché si è dimostra-to quanto sia capace il nostro paese di vince-re sfide impossibili: almeno quelle sportive.L'artefice di questo successo è il presidentedella Federgolf e della Coni Servizi, il pro-fessor Franco Chimenti. “Si apre una nuovaera per il movimento golfistico italiano – hadetto Chimenti dopo il successo nella corsaall'organizzazione dell'evento -. L’assegna-zione della Ryder Cup certifica l’ingressodell’Italia nell’élite del golf mondiale.Abbiamo presentato un progetto estrema-mente solido grazie al sostegno del Presiden-te del Consiglio, Matteo Renzi e di otto mini-steri. Possiamo contare, inoltre, su un pooldi sponsor di grande prestigio: un’offertapubblica e privata che assicura al golf italia-no un futuro di grandi prospettive. Il nostropercorso è stato condiviso e supportato sindal principio dal Coni e per questo voglio rin-graziare il Presidente Giovanni Malagò.Abbiamo battuto la concorrenza di nazionigolfisticamente evolute e ciò deve riempircid’orgoglio. Il fascino di Roma, la straordina-ria capacità ricettiva e l’innegabile appealturistico hanno sicuramente giocato a nostrofavore. A tutto ciò va aggiunta la vicinanzacon il centro della città del Marco SimoneGolf & Country Club, circolo con un percor-so di grandi contenuti tecnici, il cui progettodi restyling ne valorizzerà le caratteristiche.

> Federico Pasquali

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L’EVENTO/ Ryder Cup

La presenza della famiglia Biagiotti ha datoancor più prestigio alla nostra candidatura,rappresentando al meglio il modello delmade in Italy vincente”. Un gioco di squa-dra risultato vincente: un modello che si staportando avanti anche per la candidatura diRoma 2024. Dunque un lavoro di concer-to tra Governo, Coni e imprenditoria italia-na che ha portato a un grande risultato. Siperché per l’Italia e per Roma ospitare laRyder Cup nel 2022 costituirà un'opportu-nità unica. L'evento, così recitano i dati dif-fusi dagli organizzatori, ha una forza attrat-tiva capace di richiamare circa 300.000spettatori provenienti da 96 nazionicon 192 Paesi collegati attraverso un net-work di 53 emittenti televisive per un tota-le di più di 500 milioni di case raggiunte(quindi non di audience effettiva) per cia-scun giorno di gara. E' stato stimato, inol-tre, che gli impatti economico-sociali deri-vanti dall’organizzazione della Ryder Cupe degli eventi connessi nel periodo 2016-2027 ammontano complessivamente a 500milioni di euro, dei quali 150 solo perl'evento del 2022.

Un evento di risonanza mondialeLa Ryder Cup, in quanto a esposizionemediatica e indotto, è il terzo evento spor-tivo al mondo dopo le Olimpiadi e la Cop-pa del Mondo di calcio. Questo è il datodiffuso dalla Federgolf e ripreso pratica-mente da tutta la stampa italiana. In effet-ti, facendo qualche piccola ricerca, alme-no sull'esposizione mediatica televisiva,la Ryder Cup e tanto meno altri eventi digolf non appaiono nemmeno nella listadei primi dieci. Mondiali di calcio (3,8miliardi di telespettatori effettivi), Olim-piadi estive (2 miliardi sono i soli spetta-tori dei poco meno di 10 secondi della vit-toria sui 100 metri di Bolt ai Giochi diLondra 2012), Olimpiadi invernali, Tourde France e Giro d'Italia, Champions Lea-gue, Coppa del Mondo di rugby, i GiochiAsiatici e finanche i Mondiali di cricket(1 miliardo di telespettatori effettivi) han-no fatto registrare dati di ascolto finora

mai superati. Rappresenta comunque unevento di grande risonanza internaziona-le, dunque Roma e l'Italia saranno sotto iriflettori sicuramente dei seguaci del golfdi tutto il mondo, che sono davvero mol-ti soprattutto negli Stati Uniti, in Asia e inGran Bretagna. Ora parte la vera sfida,quella che non sempre l'Italia è stata capa-ce di vincere quando ha organizzato igrandi eventi sportivi, Olimpiadi di Roma1960 a parte. Parliamo della sfida infra-strutturale, culturale e sociale. Queste sono le occasioni per lasciareun'eredità ai cittadini e non per lasciarglicattedrali nel deserto e debiti decennali.Il “dream team” che ha vinto l'organiz-zazione della Ryder Cup è all'altezza diquesta sfida, non ci sono dubbi. Ma vistoil lavoro che c'è da fare non si da' nullaper scontato. Ci riferiamo soprattutto allaparte infrastrutturale, dove bisognerà tro-

vare risorse pubbliche. Questo perché ilbellissimo circolo golfistico, che godeanche di un percorso molto apprezzatodai golfisti di tutto il mondo (e lo saràancora di più ora che sarà ritoccato perospitare dal 2019 al 2021 l'Open d'Italiae nel 2022 la Ryder Cup) sorge in un luo-go non servito da trasporto pubblico, enelle vicinanze non ci sono parcheggi,hotel, ristoranti e punti taxi. In sostanzaè raggiungibile solo attraverso una stra-da stretta che collega le vie Nomentanae Tiburtina, tra le più trafficate d'Italia.Accogliere 300.000 persone in una setti-mana (in realtà i giorni di gara sono sol-tanto 3, ma ci sono eventi collaterali neigiorni precedenti) non sarà facile se nonsi interverrà efficacemente sugli aspettiinfrastrutturali. Da buoni italiani, ovvia-mente, facciamo il tifo affinché sia unsuccesso.

Il Gioco del Lotto e l'Arteda 500 anni insieme

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Il restauro dei Giardini di Boboli è stato realizzato anche grazie ai proventi de Il Gioco del Lotto

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L’INTERVISTA / Alessandro Duran

“La noble art merita di più”

Una vita dedicata alla boxe, come suo padre Carlos e suo fratello Massimiliano. Il cinquantenne ex campione del mondo dei welter si racconta e ci confessa quello che a suo avviso bisognerebbe fare in Italia per rilanciare lo sport che ama tanto

> Dario Bruno CristianiChiamarsi Alessandro Duran è una respon-sabilità nel pugilato italiano, perché ci si por-ta sulle spalle non solo vent’anni di ring e laconquista di titoli italiani, europei e mondia-li dei pesi welter, ma anche il ricordo di papàCarlos, straordinario campione tra i medi,mitico campione nazionale ed europeo, epure quello del fratello Massimiliano, a suavolta campione italiano, europeo e mondia-le dei massimi-leggeri. Se poi ai 50 annicomplessivi di una vita familiare trascorsatra le sedici corde e ad una bacheca di tro-fei quasi unica al mondo, si somma la car-riera di allenatore presso la Pugilistica Pada-na di Ferrara insieme al fratello e di com-mentatore televisivo, appare chiaro come ilnome dei Duran e la boxe tricolore, daglianni “60 in poi siano vissuti in rapporto sim-biotico. Per questo, interessante può risulta-re il suo punto di vista sulla situazione del-la Noble Art verde-bianco-rossa, avendolavissuta praticamente da quand’era in fasce.“Questo è un momento importante per laboxe italiana, perché siamo al bivio: o sirisorge o si rischia il declino irreversibile-Esclama Alessandro Duran iniziando lanostra chiacchierata -La crisi economica haaggravato l’ormai congenita mancanza didenaro degli sport che non siano il Calcio ela nostra disciplina purtroppo è in primalinea. Però le difficoltà sono dovute anche agravi errori commessi tanti anni”.

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l’attività organizzativa, attraverso finanzia-menti propri e non pubblici. Molti giovanihanno scelto di passare tra i Neo Pro abban-donando la canottiera e sta ritornando unbuon pubblico, ma purtroppo non basta.Imparando, ad esempio, dalla Germania edalla Gran Bretagna si devono garantirematch equilibrati e di alto livello soprattut-to in televisione, sedi adeguate, un calenda-rio preciso e senza rimaneggiamenti dell’ul-tima ora. Insomma, il pugilato deve diven-tare uno spettacolo persino nei tempi mortitra un match e l’altro”.

E i pugili e manager hanno responsabilità?“Tutti hanno responsabilità. I primi troppospesso accettano tutto pur di appagare laloro commovente passione, persino a com-battere quasi gratis, mentre i secondialtrettanto spesso badano all’interesse per-sonale senza pensare che dalla crisi o siesce tutti insieme o s’affonda tutti insieme.Devono tornare a circolare interessi e sol-di e allora il pugilato rialzerà la testa anchein Italia, ma bisogna superare le rivalità,gli egoismi e i piccoli vantaggi individua-li. Non è indispensabile essere amici senon lo si è; basterebbe non farsi la guerrama solo sana concorrenza!”.E il tuo rapporto con la boxe, con il passa-re del tempo, si è mai indebolito?“Questo mai! Il pugilato è stato, è e sem-pre sarà un faro della mia vita. Ognimomento e ogni ruolo che ho vissuto evivo nella boxe mi ha arricchito di qualco-sa e spero di continuare così per sempreperché, come ha detto George Foreman, ‘laboxe è lo sport a cui tutti gli altri sport aspi-rano’. Non basta?”.

Cioè?“Da molto tempo la Federazione Pugilisti-ca Italiana, finanziata come tutte le altredal CONI, cioè con soldi pubblici, hasnobbato il professionismo senza rendersiconto che sono gli eventi e i campioni pro-fessionistici in ogni sport a fungere da trai-no per tutti sui giornali e nelle televisioni.Si è puntato per anni sui pochi grandi deldilettantismo, appartenenti ai Corpi Arma-ti dello Stato; Cammarelle, Russo, Valen-tino e Picardi hanno ottenuto stupendi allo-ri. Ma si è pagato ciò con un cambio gene-razionale “congelato” e con il mancato

passaggio al professionismo (non quello diStato!) di potenziali protagonisti. Adessoci prepariamo a Rio 2016, la quarta Olim-piade, contando praticamente sempre su diloro o quasi. E dopo? Sono urgenti volti enomi nuovi in tutti i settori e ruoli del pugi-lato o si rischia di finire male”.Qual è allora il futuro del professionismo ita-liano?“Da pochi anni è nata la Lega ProBoxe, laquale ha intrapreso la via dell’autonomiadalla Fpi, che si completerà alla fine delprossimo anno. Ha fatto tanto per il pugila-to, ripresentandolo nelle TV e sostenendo

IN LIBRERIA / Donne da ring

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Pugni rosa“Donne da Ring” è il terzo libro di Gualtiero Becchetti sulmondo della boxe. Stavolta l’autore racconta dell’universofemminile. Campionesse, arbitri, allenatrici, dirigenti, modeste comprimarie che hanno dato tutto se stesse per affermarsi in un mondo prettamente maschile

Donne da Ring”. Terzo libro consecutivo diGualtiero Becchetti, sul pugilato. Dopo “Iracconti delle sedici corde” e “Duran!Duran! Duran!”, l’autore ha finalmente por-tato a compimento un suo vecchio progetto:quello di celebrare in qualche modo la boxefemminile, dedicandole una serie di raccon-ti le cui protagoniste sono tutte donne chesimboleggiano i vari ruoli ricoperti nell’am-bito di una disciplina sportiva sino a tre alustri fa, almeno in Italia, dominio assolutodegli uomini. Con stile semplice, preciso escorrevole, Becchetti parla di aspiranti pugi-li, campionesse, arbitri, allenatrici, dirigen-ti, modeste comprimarie; insomma, è tuttol’universo pugilistico femminile che scorresotto gli occhi del lettore attraverso figure evicende con le radici piantate nella realtà mainterpretate, come sottolinea l’autore, indos-

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sando gli “occhiali con le lenti della fanta-sia”. Come già aveva fatto precedentemen-te, non riporta mai i nomi delle protagoni-ste, ma lascia al lettore il compito di ricono-scerle. A volte è relativamente facile, altremeno, ma tale scelta è palesemente incen-trata sul desiderio di non personalizzare levicende narrate ma di universalizzarle, inmodo tale che in ogni donna si possano rico-noscere le tante altre donne che nel pugila-to hanno cercato una loro strada.A Gualtiero Becchetti è sempre piaciutoscrivere di boxe privilegiando l’obiettivodi fare emergere ciò che di nobile e fasci-noso si cela dietro una disciplina sportivaspesso aprioristicamente ritenuta da mol-ti caratterizzata dalla violenza e anche in“Donne da Ring” non viene meno al ten-tativo di farsi leggere dagli appassionati,ma soprattutto da coloro che appassiona-ti non sono, nella speranza che qualcunovenga prima incuriosito e poi magariattratto da uno sport che oggigiorno mol-

to spesso sembra aver perso la capacità diparlare alla gente, come invece accadevaun tempo. “Donne da Ring” è stato concepito e scrit-to per essere letto “tutto d’un fiato” e di cer-to non si può sospettare che Becchetti abbiadedicato all’universo “guantato” femmini-le un libro per opportunità editoriale, in unmomento in cui la boxe in rosa è ormaiaccettata e consolidata, considerando chefu proprio lui, nel lontano 2004, a dedica-re per la prima volta nella storia dell’allo-ra mensile “Boxe Ring” la copertina a Mar-zia Davide e Simona Galassi, campiones-se d’Europa a Riccione. E proprio SimonaGalassi è oggi l’autrice della prefazione di“Donne da Ring” (Ed. BradipoLibri-Tori-no). Niente di meglio e di più appropriatoper avviarsi ad una lettura che, negli auspi-ci di Gualtiero Becchetti, dovrebbe risulta-re piacevole e nello stesso tempo offrirespiragli di riflessione sullo sport del qualeè inguaribilmente innamorato. (FdA)

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OBIETTIVO IMPIANTI

1000 impianti grazieall’Istituto per il Credito SportivoIl mondo dell’Associazionismo Sportivo ha avuto un’opportunità importanteper realizzare strutture con finanziamenti a tasso zero.Accesso a 150 mila euro restituibili in quindici anni

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In totale sono state 1182 le domande presen-tate ad ICS Istituto per il Credito Sportivoper il progetto “500 impianti sportivi dibase”. Il 15 luglio si è, infatti, chiuso il ban-do indetto dalla banca sportiva partner diASI, grazie al quale le associazioni e lesocietà sportive dilettantistiche, gli entireligiosi e tutti gli enti locali, nonché lefederazioni sportive potevano chiedere ericevere mutui a tasso zero per la ristruttu-razione o la realizzazione di impianti spor-tivi di base, ovvero di tutte quelle strutturesportive non omologate o omologabilidotate di un numero di posti pari o supe-riore a 500 al coperto - o 2000 allo scoper-to - non adibite ad attività professionisti-che. Centocinquanta mila euro la cifra mas-sima finanziabile dalla banca e quindici gli

> Luisa Santiloni anni previsti per estinguere il mutuo per glienti locali, dieci per tutti gli altri beneficia-ri. “500 impianti sportivi di base” ha rappre-sentato dunque un’opportunità” importan-te per il mondo dell’associazionismo spor-tivo, nonché’ il segno della lucida consape-volezza delle Istituzioni e dei soggetti disettore dell’esistenza di un problema – lacarenza di infrastrutture sportive adeguatealle esigenze della domanda di sport – chepenalizza fortemente l’Italia, coinvolgendotutto il territorio nazionale, a prescinderedalle specificità territoriali.Lo dimostra il fatto che la partecipazioneal bando sia stata alta ed abbia coinvoltotutte le regioni d’Italia. Diciotto su ventihanno, infatti, raggiunto il plafond a lorodestinato e, in alcuni casi, l’importo richie-sto è stato addirittura superiore del 300%del finanziabile. Il totale complessivo delle domande pre-sentate ha superato i 260 milioni di euro,per un valore progettuale complessivo dioltre 320 milioni: è il nord ad aver il pri-mato numerico delle richieste, ma è il sudad averlo in termini di importo.Da questo ultimo elemento potremmoquindi dedurre che al meridione l’inade-guatezza infrastrutturale è ancora oggimaggiore rispetto al settentrione (gli inter-venti richiesti sono più onerosi economica-mente, perché forse più impegnativi e diportata maggiore), ma potremmo ancheintravedere il segno della volontà diaumentare l’investimento nello sport,sfruttandone la sua naturale valenza diammortizzatore sociale, per un nuovomodello di welfare. Così ad esempio da tempo ha fatto laToscana, la cui partecipazione al progettoin questione mentre ha confermato lafame di impianti sportivi comune a tuttala penisola, ha anche delineato una situa-zione più rosea, prodotta da una culturache ha sempre considerato lo sport comefondamentale fattore di integrazione ebenessere, e da Istituzioni che lo hannodiffusamente ricompreso nelle sue poli-cies. “Lo sport è ieri come oggi un obiet-tivo comune a tutte le forze politiche.

Anche la recente legge regionale in mate-ria ha voluto dare un segnale importantein questo senso e, assieme alla Carta eti-ca dello sport adottata nel 2011, si inseri-sce in una volontà progettuale di lungotermine, da cui possono venire grandirisultati sul piano dell'inclusione sociale edella salute in generale” ha affermato Ste-fania Saccardi, assessore al welfare eall’integrazione socio sanitaria con dele-ga allo sport della Regione Toscana.Mentre si aspetta di passare alla fase suc-cessiva dell’iniziativa – quella in cui dopoaver visto accettata la propria domanda, irichiedenti dovranno stipulare un contrattocon ICS per accedere al mutuo – la valuta-zione degli esiti del progetto è senza dub-bio positiva. Specialmente se unita all'ana-lisi di ciò che è stato realizzato - o lo saràa breve – grazie a “500 impianti sportiviscolastici”, l'altra faccia di questa operazio-ne di sostegno allo sport condotta da ICS.Un bando grazie al quale, a partire dal2014, gli enti locali hanno potuto chiedereed ottenere mutui a tasso zero per la ristrut-turazione o la realizzazione di spazi spor-tivi scolastici.Con queste due iniziative pertanto, a parti-re dal 2014, è stato possibile porre le pre-messe per costruire ex novo o per dare unanuova veste a più di mille infrastrutturesportive, imprescindibili volani di diffusio-ne della pratica sportiva. Senza ICS tuttoquesto non sarebbe stato possibile; la ban-ca si conferma quindi impegnata nella dif-fusione dello sport come importante gene-ratore di valore e progresso, come ben sicomprende anche dalle parole del Com-missario Straordinario Paolo D’Alessio:“L’iniziativa è stata un contributo fonda-mentale per sostenere il necessario rinno-vamento dell’impiantistica di base delnostro Paese e verrà accompagnata da ana-loghe operazioni che verranno inserite nel-la programmazione 2016 per favorire e farcrescere sempre più lo sport per tutti”.ASI continuerà a seguire gli sviluppi diquesti cantieri, incoraggiando e sostenen-do sempre la volontà e l’impegno di chisceglie lo sport per migliorare la nostra vitae la nostra società.

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IL FATTO / I droni nello sport

Il Mister vola alto

Solo dieci anni fa, poche persone avevanosentito parlare dei droni. Si trattava perlopiùdi tecnologie ad uso militare, sofisticatissi-me e con un ampio margine di errore, cheandavano ad aiutare le truppe americanenelle operazioni più pericolose tra le vallidell’Afghanistan. Dal deserto attorno a Kan-dahar alle case di milioni di appassionati,fino ai campi di allenamento delle squadredi serie A, il passo è stato tutto sommato bre-ve. Come sempre accade, la tecnologia è

diventata sempre meno costosa da metterein pratica, e la produzione in massa, nel-l’estremo oriente, ha fatto il miracolo,offrendo alle persone semplici e leggere“zanzare volanti” in grado di offrire unanuova prospettiva sul mondo. E la novità èstata recepita anche dallo sport, sia per moti-vi mediatici e televisivi che… puramentetattici. In tutti gli sport che richiedono sche-mi di gioco su distanze relativamente gran-di, l’uso dei droni in allenamento è diventa-to fondamentale per permettere agli allena-tori di verificare dall’alto la corretta messa

in pratica delle azioni, la valutazione sui sin-goli giocatori quando la palla è lontana, e lequalità di regia. In Italia, il primo ad utiliz-zare un drone fu Delio Rossi alla Sampdo-ria, ma la sua intuizione non venne ripresadal successore, Sinisa Mihajlovic, mentre almomento, i due allenatori associati piùspesso a questa tecnologia sono MaurizoSarri al Napoli e Roberto Mancini all’Interche, soli o accompagnati da uno staff spe-cifico analizzano ore e ore di riprese dall’al-to per affinare le proprie istruzioni. Ma lastrada, nel belpaese, è appena stata traccia-

L’uso di droni volanti inallenamento continua adiffondersi, e mentre negliUSA l’utilizzo si è ormaiesteso anche nello sportstudentesco, in Italia i clubpionieri sono Sampdoria,Inter e Napoli. Tra rischi,polemiche e spionaggio

> Marco Cortesi

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ta in una direzione che ormai sembra inevi-tabile prendere. Negli sport americani, l’usodei droni è ormai vastissimo, e si estende atutti gli sport più popolari, a livello profes-sionistico ma soprattutto universitario, eaddirittura nelle scuole superiori. Si sa,negli USA lo sport accademico generaintroiti comparabili con quelli del super-professionismo europeo. Addirittura, alcu-ne squadre utilizzano droni diversi le cuiimmagini vengono messe insieme con unaregia apposita mischiando immagini ripre-se da diverse altezze, fino ai 40-50 metri.Poco importa il fatto che a breve, l’uso ditali strumenti verrà pesantemente regolatoper motivi di sicurezza. Quasi tutte le auto-rità del mondo sono preoccupate per ilpotenziale affollamento dei cieli, e pronte amettere la parola fine al “far west” attual-mente esistente, ma ben difficilmente i dro-

ni ad uso sportivo verranno messi da parte,specie da chi ha le risorse economichenecessarie per trarne beneficio, ottenendotutte le licenze. Oltre alla sicurezza nei con-fronti altrui, basti pensare ai danni chepotrebbe fare un drone che “scappasse”finendo nel percorso di discesa di un aereo,si parla anche di giocatori ed eventuale pub-blico. Gli attuali droni, nonostante i tantidispositivi di sicurezza attivi e passivi, sonoancora lontani dall’essere al cento per cen-to affidabili. Basta infatti il malfunziona-mento di una sola elica per metterli KO efarli precipitare (tanto che i modelli profes-sionali hanno per ogni elica due motori, dicui uno di scorta) e le interferenze radio pos-sono causare tuttora perdite di controllosenza preavviso. L’altro rischio, anzi l’altrarealtà viste le tante polemiche che già cisono state, si chiama spionaggio. Dopo le

celebri accuse di Didier Deschamps ai tec-nici dell’Honduras che avrebbero mandatoi loro droni a spiare la Francia, tanti altrigiocatori e allenatori si sono visti svolazza-re sulla testa droni altrui. In Sud Americasembra sia la normalità. Addirittura, nellaMajor League Baseball americana si è pen-sato a delle “No Fly Zone” dopo che il pit-cher Trevor Bauer si era addirittura presen-tato agli allenamenti con il proprio quadri-cottero personale, in realtà più ad uso ludi-co che sportivo. Altri invece odiano restaretutto il tempo sotto una lente d’ingrandi-mento e non li possono vedere: si diverto-no a tentare di abbatterli. Quel che è certo,è che in Italia la rincorsa è appena comin-ciata, e tra non molto anche squadre al difuori del professionismo inizieranno a guar-dare ai droni come una possibilità in più dasfruttare. Tanto più che, per valutare unmovimento o un’azione, la qualità videorichiesta è di molto inferiore a quella neces-saria per la trasmissione televisiva: un risul-tato accettabile, magari non al top, può esse-re ottenuto anche con meno di cento euro.E quando lo stop arriverà, e con tutte le rin-novate paure di attacchi terroristici è anco-ra più probabile che arrivi, saranno forse glisperduti campi di provincia quelli più indi-cati per sfuggire ai controlli. In altre paro-le, oltre che nel professionismo, il futuro diquesta tecnologia potrebbe essere proprionei dilettanti…

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EQUITAZIONE / Le Capannelle

Pochi sanno che il prestigioso ippodromoromano delle Capannelle è l’unico ippodro-mo al mondo a ospitare due Derby, mavediamo come si è arrivati a questo prima-to ripercorrendone l’affascinante storia.Le prime notizie certe in merito a corse dicavalli “organizzate” nella zona di Roma,risalgono agli anni vicini al 1870, sottol’egida dell’allora Stato Pontificio. C’erauna zona, ad esse destinata, allora in aper-ta campagna, che era quella fuori porta San

Giovanni, vicino alla via Appia.Una quindicina di anni dopo, Lord GeorgeStanhope, conte di Chesterfield e grandeappassionato di cavalli nonchè vincitore,nel suo paese, di due edizioni dell’ OAKS,gara di galoppo riservata a femmine di treanni sulla distanza dei 2400 metri, organiz-zò su terreni allora adibiti alla caccia allavolpe, in zona Capannelle, due giornate dimanifestazioni di galoppo.La data di battesimo ufficiale, comunque,resta quella del 1881 quando le gare di sologaloppo in piano, ebbero una prima rego-

larizzazione che le uniformava alle compe-tizioni di tutta Europa.In quell’anno si aprì il primo Ippodromo diCapannelle, che prese tale nome da unaserie di baracche, con i tetti di paglia, dipiccole dimensioni frequenti nella zonacome postazioni di caccia o luoghi di risto-ro.Per quasi mezzo secolo, questa restò la suastruttura e la sua funzione. Solo a cavallodelle due guerre mondiali, nel 1926, sorse,grazie alla “Società Corse In Roma”, ilnuovo ippodromo.

> Marco Costantini

L’ Ippodromodei due derbyL’impianto delle Capannelle inizia la sua storia nel 1870 all’epoca dello Stato Pontificio. Oggi, nonostante la crisi che ha colpito tutta l’ippica italiana, è stato completamente rinnovato tanto da essere una struttura modernissima, fra le più belle al mondo

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Ne scaturì, per quei tempi, un assoluto gio-iello di tecnica ed architettura, tribunecoperte, boxes, zona scommesse ristoran-te. Tutto questo con i fasti degli anni ’30 econ scenari che hanno per sfondo i ruderidell’ acquedotto di Claudio, la villa diLucrezia Romana, il profilo dei Colli Alba-ni e, più lontano, i contrafforti dell’Appen-nino Abruzzese.Dopo la fine del secondo conflitto mondia-le, il tracciato romano ha visto sfilare tuttii nomi della aristocrazia ippica, facendo dapalcoscenico alle prestazioni dei più famo-si cavalli e cavalieri del mondo, fino adiventare il primo ippodromo italiano.Vi risparmiamo commenti e note sulla“recente” crisi dell’ippica in Italia, che nonha certo risparmiato l’impianto di Roma.Ci preme, invece, dare rilievo come, dopoil 2000, molte iniziative abbiano portato alrilancio delle Capan-nelle.Nel 2005, è statainaugurata, prima inItalia, la pista “AllWeather”, il cui fon-do sintetico consentegare in sicurezzaanche in condizionimeteo avverse.Nel 2006 è stato ulti-mato ed attivatol’impianto di illumi-nazione artificialeappositamente progettato per non infastidi-re i binomi in competizione, con 25 pilonianche di 40 metri che ospitano 550 riflet-tori per oltre 2000 watt di potenza.Nel 2014 si è resa disponibile la nuova pistadi trotto, il cui ovale è stato ricavato all’in-terno del tracciato di galoppo, e riportandocosì, questa antica disciplina a Roma dopola chiusura, il 30 gennaio 2013, dell’im-pianto di Tor di Valle, che dagli anni ses-santa aveva a sua volta sostituito l’ippodro-mo di Villa Glori che venne abbattuto perfar posto al villaggio olimpico per Roma’60. Ad oggi, Le (rinnovate) Capannelle, pos-sono ospitare ben 1.000 cavalli, ed oltre20.000 persone distribuite fra tribune, par-terre ed aree verdi attrezzate. All’avanguar-dia anche il sistema elettronico di crono-metraggio digitale.

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

Credete neimiracoli?

Se vi chiedessero “voi credete nei miraco-li?”, indipendentemente dalla vostra fedecosa rispondereste? Se aveste posto questadomanda ai giocatori della squadra di hoc-key statunitense delle Olimpiadi invernalidel 1980, vi avrebbero risposto senza esita-zione: “Sì!”. Divennero i protagonisti di “Miracle” diGavin O’Connor del 2004.La storia racconta che dai Giochi del 1964fino a quelli del 1976 la nazionale sovieticadi hockey non avesse perso una partita, col-lezionando infatti ben quattro medaglied’oro consecutive. L’armata rossa sui patti-ni era temuta da tutte le squadre, in partico-lare da quella statunitense che soffriva que-sta supremazia, oltretutto erano noti i diffi-cili rapporti diplomatici USA-URSS in quelperiodo. Ricordiamo che, al tempo, gli spor-tivi che partecipavano ai Giochi olimpicierano dilettanti, in quanto, secondo il princi-pio di De Coubertin, “gli atleti non doveva-no gareggiare per denaro”. E’ noto che il“dilettantismo” nei Paesi dell’Est maschera-va atleti arruolati nei vari corpi militari.La storia, però, ci racconta anche che a scri-verla sono gli uomini e nel nostro caso par-liamo di un allenatore, Herbert Paul Brooks,selezionato per guidare il team statunitensedi hockey per i Giochi di Lake Placid 1980.Herb Brooks (che qui ha i tratti decisi e gli

occhi di ghiaccio di Kurt Russell) sa di nonavere un compito facile, ma ha dalla sua unagrande determinazione e la voglia di cam-biare la Storia, quella con la S maiuscola. Simette quindi subito al lavoro conscio didover instillare un principio cardine nei pat-tinatori che andrà a selezionare: si gioca peril gruppo, mai singolarmente. Il suo acume,infatti, gli permette di capire che la forza deiSovietici sta nell’essere un collettivo senzagli individualismi che emergevano nellealtre rappresentative. Il compito di Brooks,però, non può limitarsi a questo; selezionatii migliori ventisei dopo un provino di soledue ore, l’allenatore porta i suoi ragazzi alavorare sempre più duramente, forgiandolisia sul piano fisico che mentale. Questa ope-razione ha una doppia valenza: sia atletica,per irrobustire il fisico dei giocatori e miglio-rarne la velocità, che psicologica, per prepa-rare i giovani ragazzi alla pressione dellaribalta dei Giochi.Un primo assaggio dei loro avversari i nostriragazzi lo hanno in un’amichevole USA-Norvegia: la partita finirà 3 a 3, ma Brooksnota che i suoi giocatori in panchina nonsono concentrati sulla gara, preferendoscambiarsi apprezzamenti sulle ragazze intribuna. Con l’esperienza di anni di gioco eallenamento, il nostro sa che ciò che rendeun giocatore un vero atleta è mantenere altala concentrazione durante gli incontri, siache si stia giocando o che si stia in panchi-

> Donatella Italia

Miracle racconta della sfida Olimpica fra statunitensi e russiche si consumò a Lake Placid nel 1980 quando l’imbattibilesquadrone sovietico, imbattuto ai giochi dal 1964 al 1976, vennesconfitta, contro ogni pronostico, dagli americani guidatiin panchina da Herb Brooks, un tecnico diventato leggenda

na. Al termine dell’incontro, mentre il pub-blico sta lasciando le tribune, Brookscostringe quindi i suoi ragazzi a correre inlinea da un punto all’altro della pista fino anotte fonda. Quello che in apparenza potreb-be essere una mera esibizione di cattiveria,ha in realtà lo scopo di forgiare i giovani alladisciplina e alla compressione del proprioindividualismo in favore della squadra.Emblematica la frase: “Quando indossatequella maglia, rappresentate voi e i vostricompagni di squadra ... e il nome sulla par-te anteriore è di gran lunga più importante diquella sul retro”.

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Il successivo incontro, ancora amichevole, sidisputa al Madison Square Garden è propriocontro i Sovietici. La rappresentativa del-l’URSS ha vita facile con questo gruppo gio-vane e ancora poco rodato: difatti vince 10a 3. La tensione è molto alta e all’ultimoscoppia una rissa tra O’Callahan e uno degliavversari sovietici; lo scontro causerà alragazzo americano un grave infortunio chepotrebbe pregiudicargli la partecipazione aLake Placid. Il morale della squadra di Bro-oks esce fortemente debilitato da questoincontro, ma la stoicità che l’allenatore hainculcato nei ragazzi porta la squadra a pro-

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CINEMATOGRAFIA SPORTIVA / Oltre lo sport

seguire gli allenamenti e la preparazionepreolimpica.Arriviamo così all’accensione della fiaccolae alla prima partita degli Stati Uniti, un dif-ficile inizio contro la squadra della Svezia.Durante l’intervallo tra primo e secondotempo McClanahan si fa male; Brooks –dopo aver chiesto rassicurazioni al medicosull’entità dell’infortunio – accusa il ragaz-zo di esagerare il dolore per potersi riposa-re. Colpito nell’orgoglio il giovane torna incampo e si erge a guida di tutti i compagnidi squadra. La partita terminerà con un suda-to 2 a 2. Trovata però la grinta e la determinazionenecessarie, i ragazzi di Brooks affrontanoCecoslovacchia, Norvegia, Romania e Ger-mania dell’Ovest uscendone sempre vinci-tori: per gli Stati Uniti si intravede un cam-bio di direzione rispetto al passato.Si arriva alla finale del girone contro i Sovie-tici: nella squadra a stelle e strisce rientraO’Callahan e, forte dei recenti successi, hameno paura del gigante rosso. Inizia il matche il ritrovato “Hoch”, come era soprannomi-nato dagli amici, fa subito capire agli avver-sari che la musica è cambiata scontrandosicon determinazione contro la loro ala più for-te. Grazie alla prova maiuscola di O’Calla-han il connazionale Schneider riesce asegnare un punto. Il primo tempo termina inpareggio e con la tensione alle stelle.Il secondo tempo ci presenta un cambio trale fila sovietiche: il portiere Tretiak è sosti-tuito dalla riserva Vladimir Myshkin: uncambio che tradisce il nervosismo dell’alle-natore Tikhonov di fronte alla squadra rive-lazione dei Giochi. La mossa sembra funzio-nare e i russi si portano in vantaggio; la fidu-cia dei ragazzi di Brooks è a rischio ma MarkJohnson riesce a segnare all’ultimo secondochiudendo in parità. L’entusiasmo torna asalire e così l’adrenalina per questa partitache rappresenta molto più di una finale dihockey. Nel terzo tempo Johnson raddoppia portan-do la squadra a 3 a 3, e poco dopo viene imi-tato dal suo capitano Mike Eruzione: siamoa 3 a 4, l’adrenalina e l’entusiasmo sono aimassimi livelli ma non è ancora finita. Gliultimi dieci minuti del match sono caratte-rizzati da un gioco aggressivo da parte deiSovietici, decisi su ogni azione per non usci-re sconfitti. Ogni secondo è così un misto tra

agonia ed eccitazione, soprattutto per Bro-oks che dalla panchina non può che assiste-re all’orgoglioso operare dei suoi ragazzinella difesa del vantaggio. La voce del tele-cronista Al Michaels, commentatore dell'in-contro per la rete televisiva ABC (trasmes-so in differita) assieme all'ex portiere deiMontréal Canadiens, Ken Dryden, porta ilconteggio in telecronaca: "Undici secondi,vi restano dieci secondi, stanno contandoalla rovescia in questo momento... Morrowpassa a Silk, restano cinque secondi di gio-co! Credete nei miracoli? Sì!" Parole chesanciscono una vittoria che passerà alla Sto-ria. Il film a questo punto sorvola sull’ultimapartita, giocata tra Stati Uniti e Finlandia,gara che doveva sancire la squadra vincitri-ce dei Giochi (per la cronaca, il team USAvinse per 4 a 2) per arrivare direttamente allaconsegna della medaglia d’oro agli Statuni-

tensi. La voce fuori campo di Brooks ciaccompagna: “E alla fine capii, capii chePatty [sua moglie] aveva ragione: era moltopiù di una partita. Non solo per quanto sta-vano a guardare, ma anche per chi giocava[...] Qualche anno dopo gli Stati Uniti han-no iniziato a mandare ai Giochi atleti profes-sionisti, Dream Teams, un nome che a me èsempre sembrato ironico, perché ora nonabbiamo più tanti sogni. Ma quella volta,mentre l’America e il mondo li guardavano,un gruppo di ragazzi diedero al nostro Pae-se una cosa straordinaria: la possibilità, peruna notte, non solo di sognare, ma piuttosto,per una volta, di credere.” . Prima di concludere, un breve escursus suivolti e gli artefici di questa pellicola: KurtRussell, attore dagli occhi di ghiaccio e dalfisico muscoloso, noto da sempre per filmd’azione come “1997 Fuga da New York”,“La Cosa”, “Fuga da Los Angeles” , pur

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avendo iniziato undicenne nella commedia“Bionde, rosse, brune” a fianco al suo idoloElvis Presley. Ha recitato anche nel celeber-rimo “Vanilla Sky” , dimostrandosi un atto-re credibile in ogni ruolo. Oltre a Russel troviamo Noah Emmerich,che qui interpreta il vice allenatore. Popola-re caratterista e uno degli attori di secondopiano più amati dal pubblico, le sue collabo-razioni spaziano molto: da “Last actionhero” del 1993 con Schwarzenegger, a “CopLand” (1997) con Stallone, fino a “Pazzi inAlbama” diretto da Banderas e “Pride andGlory” diretto da Gavin O’Connor con JonVoight (il quale, ricordiamo, è papà di Ange-lina Jolie). Patty, la moglie di Herbert Brooks, ha qui lefattezze materne ed eleganti di Patricia Clar-kson: dalla commedia “Jumanji” con RobinWilliams al drammatico “Il Miglio verde”con Tom Hanks. Dal surreale “Dogville” delgrande Lars von Trier a fianco di Nicole Kid-man e Lauren Bacall, al dramma politico“Good night and good Luck” di GeorgeClooney, giungendo alle pellicole di WoodyAllen “Vicky Cristina Barcelona” e “Bastache funzioni”, Patricia ha collezionato unpalmares di tutto rispetto, mantenendo la suaaria sofisticata e, all’occorrenza, anche unpo’ svampita senza eccedere nel caricatura-le.Prodotto dalla Disney, “The Miracle” puòvantare anche le musiche di Mark Isham, cheha musicato – tra gli altri – “The BlackDahlia” di De Palma, “Leoni per Agnelli” diRedford e ha avuto una nominationall’Oscar per “In mezzo scorre il fiume”diretto da Redford nel 1992.Il regista Gavin O’Connor, talento poliedri-co, nella sua carriera ha poi diretto “Prideand Glory”, dove ha ritrovato Emmerich e“Warrior” con Nick Nolte.Tornando alla pellicola, il regista GavinO’Connor chiude il suo lungometraggio conuna carrellata su ogni giocatore, ricordando-cene il nome e informandoci sulla loro vitadopo la medaglia d’oro, per sottolineare chein una squadra tutti sono importanti ed è giu-sto dare a ognuno il proprio spazio. Quell’ Herbert Brooks, a cui il film è dedi-cato e che non riuscì a vederlo perché vitti-ma di un incidente stradale nel 2003, reste-rà nella Storia come “l’uomo che ha vissutoil miracolo”.

La quinta edizione del “Premio Auxi-mus”, istituito per meritorie attività cultu-rali, sociali e sportive, lo scorso 7 dicem-bre ha premiato la nostra collaboratrice,esperta di cinema, Donatella Italia quale“sensibile penna della cinematografiasportiva”.Un lusinghiero riconoscimento per unacollega di grande talento animata da unagrande passione, nata dieci anni fa colla-borando alla realizzazione del 25° Festi-val del cinema sportivo organizzato dallaFICTS - Federation Internationale Cine-ma Television Sportifs. Era il 2005 e in quel periodo Donatella fre-quentava la Facoltà di Lettere e Filosofiadell’Università Cattolica di Milano. Unanno dopo si laureava in “Linguaggi deimedia” discutendo, davanti alla commis-sione presieduta dal Prof. Giorgio Simo-nelli, “La Scenografia nel Cinema italia-no degli Anni Trenta e Quaranta”.Frequentò poi un corso di Sceneggiatura,seguì il Torino Film Festival, tenne confe-renze sul cinema, allestì la scenografia didue convegni e fu chiamata nella giuria diqualità per un festival di cortometraggi. Siinteressò anche di fantascienza e un suoracconto fu pubblicato nell’antologia “Diviole e d’ombre e altri racconti”.Iniziò a scrivere recensioni in una propriarubrica, “Visti e letti per voi”, e via via sirivelava la predilezione per i film sporti-vi; la sua prima recensione scritta per Pri-mato fu dedicata al film documentario LaGrande Olimpiade che pubblicammo nel

Alla nostra Donatella Italia il prestigioso Premio AximusSignificativo riconoscimento per la talentuosa esperta di cinematografia che ogni mese recensisce per noi i film che hanno fatto la storia del cinema sportivo

maggio 2012. La consegna del PremioAuximus non poteva che avvenire in unostorico ristorante milanese che ha avutoper clienti decine di celebrità del Cinemae del Teatro (Totò, Eduardo e Peppino DeFilippo, Renato Rascel, Tino Buazzelli,Marcello Mastroianni, Remigio Paone,Alberto Sordi, Gabriele Salvatores, AlainDelon, Rossella Falk, Ives Montand, ealtri); padrino dell’evento è stato sceltoPietro Mazzo, una figura carismatica chedal 1993 presiede l’USSMB, la massimaassociazione sportiva di Monza e Brian-za organizzatrice, tra l’altro, del MonzaSport Festival di cui Donatella è stataideatrice del nome e per due volte spea-ker.

> Sandro Giorgi

Donatella Italia premiata da Pietro Mazzo presidente della USSMB

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MONDO ASI

Da Fiuggi segnali positiviNel corso della giuntaesecutiva Claudio Barbaro ha sottolineato come il 2015sia stato un anno importanteper il bilancio dell’Ente, perl’inserimento nella fascia elitenei registri del CONI e per l’organizzazione internache con Bruno Campanile ha raggiunto eccellenti livellidi funzionalità

A Fiuggi, nella settimana che ha precedutoil Natale, si sono svolte le ultime riunioni del2015 degli organi collegiali di ASI, tenutesia Fiuggi.La Giunta Esecutiva come di prassi si è aper-ta con le comunicazioni del Presidente Clau-dio Barbaro, il quale ha evidenziato comel’anno che si sta concludendo è stato sottomolti aspetti più che positivo, anche grazie ascelte adottate in passato che, pur se doloro-se sotto il profilo umano, hanno permessosensibili riduzioni dei costi di gestione.Barbaro ha poi riferito che anche gli aspet-ti inerenti il Registro CONI rivestono uncarattere di grande positività: ASI è ormaistabilmente inserita nella fascia di elite del-la classifica degli Enti di Promozione Spor-tiva, accanto ad organizzazioni molto piùdatate, sia per quanto attiene al numero diASD affiliate, apparentemente in lieve fles-sione ma in effetti positivamente depurato-si dalle c. d. iscrizioni plurime, sia per quel-lo dei tesserati, che ha raggiunto un livello

impressionante. Grandi miglioramenti han-no poi fatto registrare i conti dell’Ente, gra-zie al certosino lavoro dell’ex SegretarioGenerale Bruno Campanile nell’ambito delcontrollo della gestione, lavoro che assicu-ra un forte miglioramento finanziario chepermette di operare una concreta program-mazione in un clima di serenità per il futu-ro.Il Presidente si è poi soffermato sulla deci-sione presa da ASI di rientrare nel Coordina-mento degli EPS, scelta che deriva non solodall’interesse mostrato da alcuni Enti neiconfronti delle posizioni di politica sportivaespresse dalla nostra organizzazione, maanche da una ritrovata volontà di dareall’opera degli EPS la sua giusta collocazio-ne e valutazione.Certamente, ha sottolineato Barbaro, nonpuò dirsi che tutto sia stato miracolosamen-te risolto giacchè ancora molti passi devonofare gli altri Enti per contrastare quegli atteg-giamenti di dispregio della presenza degli

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EPS nelle strutture del CONI, ma il proces-so è stato avviato ed ASI controllerà con fer-mezza che non si torni indietro.Un esempio per tutti: per l’iscrizione al Regi-stro delle ASD agli EPS è richiesta una cor-posa serie di adempimenti ai quali FSN eDSA non sono tenute adempimenti ai qualiperaltro ASI è già preparata avendo adegua-tamente strutturato la sua piattaforma infor-matica.Le comunicazioni presidenziali hannoquindi affrontato le impostazioni date alCONI da Malagò, che sta evidenziandopericolose scelte in favore unicamentedello sport di vertice, trascurando la pro-mozione di base, ed ha abbandonato mol-to dell’interesse da lui inizialmentemostrato verso il ruolo degli EPS. Sullecomunicazioni hanno preso la parola mol-ti dei partecipanti, tra cui Scianò, Clarke,Levanti e Candela, alle osservazioni deiquali Barbaro ha puntualmente replicato.Terminata la discussione sul punto la Giun-ta ha incontrato il Presidente Regionale ASIdel Lazio Fabio Bragaglia, il quale ha illu-strato i traguardi raggiunti e le difficoltàincontrate dal Comitato, venendo quindi sol-lecitato dall’organo a prestare più attenzioneal territorio del nord-est della regione per far-

lo avvicinare alla solidità raggiunta dalla par-te meridionale del Lazio.Dopo una serie di adempimenti burocraticila Giunta ha affrontato l’esame della bozzadi bilancio preventivo approntata dal Diret-tore Generale e da sottoporre all’approvazio-ne del Consiglio Nazionale.Maulu nell’illustrare la relazione da lui pre-disposta ha confermato che i conti di ASIsono sensibilmente migliorati, mentre il Pre-sidente del Collegio dei Revisori dei ContiSalvato ha lodato la circostanza che il bilan-cio previsionale sia improntato a caratteri diassoluta prudenzialità.Nel riprendere la parola Barbaro ha eviden-ziato come sia in programma la reintrodu-zione di copie cartacee della rivista Primato,in numero ridotto ed a costi di molto inferio-ri rispetto al passato, giustificando la sceltacon la necessità di raggiungere comparti chela versione informatica non è in grado dicoinvolgere.Infine Presidente e DG hanno informato laGiunta sulla nuova polizza assicurativa sti-pulata da ASI di qualità ancora maggiorerispetto all’attuale, molto funzionale e dalcosto sensibilmente ridotto, un prodotto cheassicurerà ai tesserati un servizio davveroallettante.

ISTITUITO IL PREMIOITALIANI NEL MONDOFra i punti trattati a Fiuggi i Consiglierihanno unanimemente approvato un’ini-ziativa che ben risponde agli scopi dati-si da Associazioni Sportive e Sociali Ita-liane e che si specchia nelle radici su cuipoggia l’albero del nostro ente, vale adire il riconoscimento, attraverso unpremio, del valore dell’Italianità di cui inostri Emigrati sanno esserne portatori.Il loro numero, secondo l’AIRE, è vicinoai 5 milioni e ci rappresentano degna-mente in ogni parte del mondo. Su pro-posta di Gianmaria Italia è stata piena-mente condivisa l’istituzione del “Pre-mio ASI Italiani nel mondo” che si pre-figge di gratificare l’opera che essi svol-gono nei paesi in cui ora vivono. Attra-verso i comitati periferici dell’ASI si rac-coglieranno segnalazioni dalle famiglierimaste nelle regioni d’origine e ognianno un’apposita commissione, compo-sta da Natalina Ceraso Levati, Sebastia-no Campo, Vittorio Fanello, Sandro Gior-gi, Pino Scianò e coordinata da Gianma-ria Italia, selezionerà coloro che, neirispettivi campi d’attività, si sono distin-ti portando onore all’Italia.

Claudio Barbaro e Gianmaria Italia

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MONDO ASI

Un 2015 di grande spessoreconcreti indicatori, potrà raggiungerepresto il quarto. Tuttavia, al di là di clas-sifiche numeriche, è l’alta considerazio-ne di cui gode l’ASI in termini di qua-lità delle iniziative, ampliamento del-l’orizzonte degli interventi con nuovisettori e una sempre più capillare pre-senza nel territorio. Barbaro ha altresìespresso la fierezza con cui l’ASI sidimostra coerente con l’intento prima-rio che è la diffusione dello sport tra ipiù giovani, “messaggero dei suoi prin-cipi educativi nella società”. Ne sonotestimonianza, egli ha aggiunto, anche ipremi che ogni anno si conferiscono,siano essi rivolti a chi opera all’internodell’ente che fuori. Il Presidente nazionale ha illustrato irapporti con il Coni e il nostro ruolo nel

coordinamento fra gli e.p.s. che, non vadimenticato, esprimono il 63% delleASD, le associazioni sportive dilettan-tistiche, all’interno del Comitato.Il dibattito che ne è seguito ha registra-to una generale visione positiva sull’an-damento dei vari comitati territoriali,richieste di inserimento di nuovi model-li di individuazione e gestione del patri-monio di affiliazioni e tesseramenti,peraltro in costante crescita; significati-vo è stato anche registrare l’apprezza-mento delle coperture assicurative for-nite. Un altro aspetto qualificante è l’in-cremento dei settori tecnici e l’adesioneai corsi di formazione che l’ASI haavviato. Come da prassi, essendo l’ulti-mo Consiglio nazionale dell’anno, larelazione del bilancio di previsione del

L’avvocato Pino Scianò, quale presiden-te del Consiglio nazionale, ha aperto ilavori di questa settima assise tenutasidomenica 20 dicembre a Fiuggi, sotto-lineando quanto la storica cittadina siastata sovente testimone di salienti tappedella vita del nostro ente; ha altresìespresso il significato che l’alta adesio-ne di consiglieri possa rappresentare:vitalità e voglia di contribuire all’unitàdi intenti che il Consiglio richiede.Gli ha fatto eco il nostro presidentenazionale Claudio Barbaro comunican-do che, secondo il Coni, l’alto numerodi società affiliate pone il nostro ente alquinto posto nella graduatoria degli entidi promozione sportiva ma che, grazie a

> Gianmaria Italia

Nel Consiglio Nazionale si è fatto un bilancio della stagione che ha visto l’ASI crescere sotto ogni profilo.Al termine dei lavori consegnati i Premi Levati, Donna Asi dell’Anno, Cassiano e Cartellino verde

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2016 dove le varie voci e le motivazio-ni che le accompagnano sono stateapprovate all’unanimità.Era all’ordine del giorno anche l’isti-tuzione del Premio ASI Italiani nelmondo. L’avvocato Scianò, nell’intro-

durre questo punto, ha sottolineatocome l’iniziativa si affianchi egregia-mente all’azione svolta dai nostri diri-genti periferici nel dialogo col territo-rio. “Vedo in questo premio un punto d’or-

goglio, ha dichiarato poi il presidenteBarbaro, un mettere in atti la nostrastorica considerazione ai connazionaliresidenti all’estero, premiando i risul-tati che hanno saputo raggiungere inogni settore”.

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MONDO ASI

Consegnati a Fiuggi i premi ASI per il 2015Uno dei momenti più significativi che troviamo in questo appunta-mento, è il conferimento dei premi. Nel panorama dei riconoscimen-ti che l’ente ha istituito, il “Fabrizio Levati”, ideato sedici anni fa daSante Zaza, onora una figura cardine fra i propri dirigenti ed alla suatrentennale azione di sviluppo dello sport fra le giovanissime, rap-presenta un modello di riferimento per i dirigenti ASI ai quali è riser-vato. La commissione del Premio è presieduta dalla prof. NatalinaCeraso Levati e dal 1999, quando fu assegnato a Claudio Barbaro,ha identificato figure la cui azione poteva riconoscersi nei canoni ispi-ratori e additati a lode nell’ente. L’edizione 2015 ha visto premiareRoberto Cipolletti presidente provinciale ASI Roma, Mario Cucchia-ra, presidente provinciale ASI Agrigento e il consigliere nazionaleLaurino Rubino. A questo riconoscimento si sono, negli anni, affian-cati il “Premio Donna ASI dell’anno”, voluto dal presidente Barba-ro, è intitolato a Nadia Torretta; è stato ora conferito alla giovanemezzofondista Erica Sorrentino. Il settore calcio, invece, richiaman-dosi ad un’iniziativa del Panathlon di Ancona, ha introdotto il “Car-tellino verde” in ASI e quest’anno va ad un frate, Gabriele De Vivo.Dal 2014 è la schiera dei settori tecnici a poter essere gratificato gra-zie al “Giulio Cassiano” che ora vede premiato Ermanno Rossitti,responsabile del settore dbn – discipline olistiche.

Mario Cucchiara riceve il premio da Natalina Ceraso Levati

Veronica Santese, segretaria del Comitato Provinciale di Roma, ritira il premio assegnato a Roberto Cipolletti Laurino Rubino

riceve il premio

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PREMI LEVATIPremio Speciale Mario CUCCHIARA presidente provinciale ASI AgrigentoPremio ad maiora per questo promettente giovane dirigente che, con alle spalle unapregevole esperienza di arbitro, ha già espresso lodevoli capacità organizzative.

Premio Fabrizio Levati Roberto CIPOLLETTIpresidente provinciale ASI RomaManager sportivo di provata capacità, lodevole nell’ organizzazione di significativemanifestazioni ha il merito della crescita del Comitato provinciale di Roma e la suaaffermazione nel territorio.

Premio alla carriera Laurino RUBINO componente Consiglio nazionaleDirigente sportivo di apprezzata esperienza che ha saputo trasferire proficuamentenell’ASI dove interpreta al meglio il significato di questo Premio.

PREMIO DONNA ASI DELL'ANNODedicato alla memoria di Nadia Torretta, alla mezzofondista Erica Sorrentino conquesta toccante motivazione:“Unendo impegno, passione, tecnica e grande spirito di sacrificio Erica Sorrentinoha conquistato prestigiosi traguardi scolastici e sportivi che la pongono tra le spe-ranze azzurre dell’atletica leggera. Un premio che l’ASI le assegna con orgoglio qua-le pregevole esempio di donna e di atleta”.

PREMIO GIULIO CASSANOad Ermanno Rossitti “Ad Ermanno Rossitti per aver allargato l’orizzonte dell’Ente alle nobili discipline oli-stiche ed orientali”.

PREMIO CARTELLINO VERDECartellino verde, a cura del Settore nazionale Calcio, al Frate Gabriele De Vivodel San Francesco Dreaming Soccer di Arienzo perché, come Presidente, ha rinuncia-to a disputare una gara.

Frate Gabriele De Vivoriceve il premio da NicolaScaringi responsabilenazionale settore calcio

Ermanno Rossitti riceve il premiocon la famiglia di Giulio Cassano

Giancarlo Carosella, presidente Asi Salerno, riceve il premio della Sorrentino dai figli di Nadia Torretti

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tuttonotizie

DALLA COMMISSIONE TRIBUTARIA DEL VENETOUN NUOVO RICONOSCIMENTO ALLA PRATICA DEL FITNESSUna importante vittoria per il mondo delfitness nei confronti dell’Agenzia delleEntrate che ha sempre contestato la natu-ra sportiva delle attivita' delle associazio-ni sportive dilettantistiche soprattutto ope-ranti nel mondo del fitness, partendo dapresupporti che ASI ha sempre ritenutoerrati.La Commissione tributaria regionale delVeneto ci ha dato ragione con sentenza n.1708/15 dell’11/11/2015 dove si affermache il fitness è un’attività sportiva a tuttigli effetti e che l’Agenzia delle Entrate haerrato nel ritenerla commerciale.“L’Ufficio – si legge nella decisione – nonha considerato che l’ASD era stata ricono-sciuta dal Coni, unico ente certificatore inmateria, come associazione sportiva dilet-tantistica, attestando quindi che l’attivitàprevista dallo statuto, il fitness, sia attivitàsportiva”.L’importante decisione è stata resa a favo-re di un'associazione sportiva dilettantisti-ca affiliata al Comitato regionale ASI Vene-to, difesa dall’avv. Biancamaria Stivanello.Tale associazione sportiva dilettantisticaera ed è operante nel settore Fitness conattività individuali nonché attraverso corsicollettivi nelle tipiche discipline del centrofitness che sono state ricondotte alle atti-vità didattiche e di avviamento allo sport.Sull’esito favorevole della lunga battagliacon il fisco ha senz’altro avuto un ruolodeterminante l’affiliazione ad ASI, Ente diPromozione Sportiva che per primo, fin dal2010, su iniziativa del Presidente della

Consulta Nazionale Andrea Albertin, avevaespressamente riconosciuto con delibera digiunta la pratica del fitness quale “attivitàsportiva di base, Lpromozionale e dilettan-tistica idonea a tutelare la salute e il benes-sere dell’individuo e a svolgere un impor-tante ruolo di attività sociale e sportiva”.Inoltre la sentenza d’appello, nell’accoglie-re integralmente le ragioni dell’associazio-ne, ha affermato anche che “le contesta-zioni che erano state rivolte dall’Agenziadelle Entrate sulla democraticità dellastruttura e sulla pratica di tariffe differen-ziate non determinano la perdita dei bene-fici”.I giudici tributari d’appello hanno precisa-to che la scarsa partecipazione alle assem-blee non è indice di attività di impresa per-ché si tratta di un fenomeno normale inquesto tipo di associazioni; importante èche gli associati abbiano la consapevolez-za di partecipare al sodalizio e nel caso inesame tale circostanza era stata provatadall'associazione affiliata ASI raccogliendoe depositando specifiche dichiarazionidegli associati.Hanno rilevato poi che le quote differen-ziate per i servizi offerti non sono indice dicommercialità posto che i prezzi erano, nelcaso in esame, quantificati nell’ottica direalizzare la copertura delle spese e non unutile: “è impensabile – come dice la CTR –fare prezzi uguali anziché differenziati pertutte le prestazioni, diverse per natura edintervento oneroso di istruttori e diverseper durata”.

NADIA DANDOLOPREMIATA DALLA FIDAL Medaglie, record, titoli in una stagio-ne di successi per l’Italia dell’atletica“over 35”, celebrati al “Master Gala2015” nella cornice del Circolo delTennis al Foro Italico di Roma. Unevento speciale dedicato a chi ha por-tato in alto il tricolore nelle manife-stazioni internazionali. A consegnarei premi, tra gli altri, il vicepresidenteFIDAL Vincenzo Parrinello che ha pre-miato proprio Nadia Dandolo dell’AsiAtletica Roma, vincitrice del titolo nel-la gara dei metri 5.000 ai Campiona-ti Mondiali svoltisi a Lione. All’uniso-no gli atleti presenti hanno ribaditol’orgoglio di rappresentare un movi-mento pieno di eccellenze, e la volon-tà di dare un tributo appropriato airisultati e all’entusiasmo

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ORGANIZZA

IL TRIATHLON DIVENTA INDOOR Stop con le stagioni corte. Dal 2016 quel-la del Triathlon inizierà a gennaio e fini-rà a dicembre. Qualitry e Life Lab porta-no in Italia ciò che negli USA è già daqualche anno in voga in molti centrisportivi al coperto. Non è una novitàassoluta, ma lo sarà la diffusione che infuturo questa forma di triathlon promo-zionale assumerà anche in Italia.  Il timo-re di nuotare in acque libere o piscineaffollate, di pedalare nel “pack” sullastrada, di affrontare le intemperie, que-sti sono gli spauracchi che hanno tenu-to lontano molti sportivi. L’Indoor Tria-thlon è concepito per avvicinare il fruito-re delle palestre, l’amatore, per agevola-re il suo approccio con la triplice discipli-na. Lo svolgimento è semplice. Nondistanze ma tempo. 10 minuti di nuoto,una pausa per la transizione, 30’ di spinbike, altri 5’ per passare all’ultima frazio-ne, 20’ di corsa sul tapis roulant (tread-mill). La classifica verrà stilata in basealla distanza percorsa, con un criterio checonsente di recuperare posizioni nellafrazione più congeniale. Per i neofiti nes-suno stress agonistico, si gareggia con-tro l’orologio, non contro gli avversari;per i triatleti evoluti un modo per noninterrompere mai la pratica del triathlonche fino ad oggi ha avuto nel duathlone nel winter triathlon i suoi succedaneinel fuori stagione. In più, la possibilità ditestarsi periodicamente nei numerosieventi che si svolgeranno in futuro lun-go la penisola anche grazie all’accordofra ASI e Fitri per rendere popolare e piùfruibile il triathlon per tutti. Il “TestEvent”, limitato a 100 partecipanti è inprogramma domenica 10 gennaio a SanSecondo di Pinerolo presso GliciniSport,splendido centro inaugurato a set-tembre. Brooks e Herbalife i partners diQualitry e Life Lab, organizzatori dellagara. L’evento è anche il primo frutto del-l’accordo recentemente siglato fra Fitri eASI per la diffusione del triathlon inambito amatoriale.Oltre ai tesserati Fitrie ASI in regola con il tesseramento 2016,sarà possibile partecipare anche a chipresenterà il semplice certificato medicosportivo redatto dal medico di base.

TRIESTE, IN 700 PER LA CHRISTMAS RUNSono state settecento le persone che hanno partecipato la mattina di domenica 20 dicembrealla Trieste Christmas Run, la corsa natalizia di cinque chilometri organizzata dall'associazionesportiva dilettantistica Bavisela . Cinquecento al via della prova Open, 200 alla Challenge conclassifica finale. Un evento sportivo con cui Trieste dimostra ancora una volta la sua capacità diattrarre appassionati di running dall'Italia e non solo (presente tra i runner anche Giuseppe Cru-ciani, di Radio 24), mentre Bavisela ed ASI confermano la loro professionalità nell'organizzazio-ne di eventi sportivi di grande richiamo nel campo dell'atletica leggera. Sul fronte della gara irisultati sono stati i seguenti: nella categoria maschile, primi sulla linea del traguardo RiccardoSterni, Daniele Torrico  ed  Emanuele Deste  della  Trieste Atletica, prima donna  CarolinaMichelin (Cus Trieste), seconda Giulia Schillani(Sportiamo), terza Daniela Da Forno (Bavisela). Maoltre al piano sportivo, la competizione si è giocata anche su quello tematico. Come corsa nata-lizia, molte sono state le persone a correre sfoggiando divertenti costumi che richiamavano lospirito del Natale.  I tre re costumi più divertenti hanno ricevuto panettone e spuntante offertidal supermercato In Centro e il più originale anche un Fit Clock by Wind. Il podio è stato asse-gnato alla famiglia Stefani-Merigo (con un passeggino-slitta e tutti i componenti con abbiglia-mento e gadget a tema); al secondo posto il cane Ares, un dobermann di cinque anni con acces-sori natalizi e la medaglia di bronzo è andata ad  Alberto De Bonis, che ha indossato un saio eche in ogni evento Bavisela corre proponendo simpatici travestimenti.

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BORGARO TORINESE, GRANDE PARTECIPAZIONEALLA FIT & FUN CONVENTION 2015L'associazione sportiva dilettantistica CreActyve, affilia-ta ad Asi, in collaborazione con la società Rari NantesGerbido, ha organizzato un appuntamento sportivo a cuihanno partecipato tantissime persone. Fit & Fun Conven-tion 2015, questo il nome dell'evento, ha saputo coniu-gare una ricca ed innovativa proposta sportiva acquati-ca e terrestre con un clima di divertimento e benessere.Tra le novità proposte hanno spiccato la Thai Fit Water®di Silvia Senati e l'Aquajoy® di Micaela Cillerai, a testi-monianza della continua volontà di CreActyve di rispon-dere alla domanda di rinnovamento, secondo un indiriz-zo che l'Asi ha indicato come prioritario per le sue asso-ciazioni. Con la Thai Fit Water, per esempio, viene appli-cato il format del ThaiFit all'acqua, sfruttandone le pro-prietà allenanti. Il metodo terrestre viene quindi ripresoe portato nell’ambiente acquatico, adattandolo allecaratteristiche del fluido per renderlo una proposta adat-ta a tutti ed efficace, valida alternativa ai programmiacquatici già esistenti. Obiettivo: arricchire le capacitàacquatiche dei partecipanti attraverso movimenti menoconvenzionali, oltre che entusiasmare e divertire. L’Asinon può quindi che complimentarsi con la sua affiliataCreActyve che già sta lavorando su altri appuntamentidedicati allo sport, al benessere e al divertimento.

La vittoria assoluta è andata al giovanissimoPasquale Selvarolo, ma a vincere di fatto sonostati tutti i circa duecento partecipanti allaseconda edizione di Run to Gift, una corsa di10 chilometri tra le strade della città di Andriaorganizzata dal Forum Città di Giovani. Il risul-tato sportivo resta di rilievo visto che Selvaro-lo è stato l'unico minorenne partecipanteall'iniziativa. Ma l'obiettivo principale degliorganizzatori è stato quello di raggiungere lapossibilità di acquisto di un defibrillatore cheè stato successivamente donato all'Avis diAndria che a sua volta lo sistemerà all'internodel Circolo Tennis di Andria, struttura sportivaattualmente sprovvista di questo attrezzo

essenziale per salvare vite umane. «Non pos-siamo che ringraziare tutti i partecipanti all'ini-ziativa - ha detto Giovanni Lullo, Presidente delForum Città di Giovani - siamo più che soddi-sfatti. Abbiamo raddoppiato i numeri rispettoa quelli dello scorso anno dove, tra incoscien-za, gioco e spirito di solidarietà, abbiamo deci-so di iniziare questa avventura. Ora ci prepa-riamo alla prossima edizione che speriamopossa essere ancor più interessante». I circa200 partecipanti sono stati accolti da unadomenica climaticamente perfetta per la cor-sa attraverso la periferia ed il centro città, allariscoperta di scorci inesplorati o spesso pocopraticati nella routine quotidiana. «Una bella

cornice - ha detto Paolo Porziotta, Presidentedella BdA di Andria - ed il nostro ente è sem-pre vicino a questo tipo di iniziative perchésposano lo sport, la solidarietà e la riscopertadel territorio. Esattamente come la mission del-la Banca di Credito Cooperativo di Andria».Alla cerimonia di premiazione presente ancheil Primo Cittadino di Andria, Nicola Giorginooltre che la Presidente dell'Avis di Andria: «Ungrazie per questa donazione che sarà a sua vol-ta data in uso al Circolo Tennis - ha dettoMariagrazia Jannuzzi - prendersi cura dellepersone è di fatto la nostra missione e questoè un piccolo tassello mancante che colmiamo.Grazie a tutti».

SANTA VENERINA, DA TUTTA LA SICILIA AL 3° “MEMORIAL GIUSEPPE GRASSO” Domenica 13 dicembre, presso il palazzetto dello sport di Santa Venerina, in provin-cia di Catania, si è svolto il 3° “Memorial Giuseppe Grasso” in occasione del trofeonazionale di karate denominata Coppa Natale… Ad Organizzare l’evento, ormai piùche ventennale, è l’Asi Sicilia settore karate diretta dal Maestro Gianni Pane, collabo-rato dal figlio Guglielmo, allenatore federale . Ad aprire la manifestazione il presiden-te provinciale dell’Asi,la cui sede è proprio a Santa Venerina, Angelo Silvio Musmeci,che si è complimentato con il Maestro Pane per la grande presenza di pubblico nono-stante il periodo natalizio e, sicuro della buona riuscita dell’evento, ha ringraziatoancora una volta il Maestro dicendosi soddisfatto. La tribuna del palazzetto conte-nente circa 1000 posti a sedere era piena, circa 300 atleti infatti si sono sfidati nelleprove individuali del kata ( forma, o combattimento immaginario) dai 4 ai 40 anni eda cintura bianca a nera, dagli amatoriali ai professionisti provenienti da 21 societàsportive siciliane di Catania, Enna, Caltanissetta, Ragusa, Agrigento, Messina. Comesempre la preparazione dei giudici ha fatto si che non succedessero malintesi nellevarie categorie e che la gara si svolgesse in maniera lineare ed educata sia tra il pub-blico e sia tra i vari istruttori. Interessante la categoria dei 18-35 e 15-17 anni pro-fessionisti che hanno ammutolito il palazzetto durante la loro esibizione spettacola-re. Sponsor della manifestazione sono stati Ulisse calzature di Acireale che ha dona-to i panettoncini agli atleti fino a 11 anni, e il parco commerciale Etnapolis di Belpas-so il cui direttore, Alfio Giuseppe Mosca, ha donato le targhe alle società partecipan-ti A gara conclusa, senza intoppi e fraintendimenti, il Maestro Pane, compiaciuto eorgoglioso ha augurato serene buone feste a tutti.

ANDRIA, RUN TO GIFT: CIRCA 200 GLI ATLETI PER LA 10 KM DI SOLIDARIETÀ

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Raffaele  Vitale, istruttore di Muay Thaipresso la "Fit&fight" di Casapulla,responsabile per ASI Campania del setto-re muay thai, e' stato convocato nellanazionale italiana della FIGHT1 (Federa-zione) di K1 (la disciplina), nella catego-ria di peso 85 kg classe A, per i Mondialiche si sono tenuti a Montecatini dal 13 al15 novembre scorso. Tra gli oltre settecento atleti intervenuti,e' lui a vincere i mondiali K1 classeA  (quella che riuniva  atleti con moltaesperienza e molti incontri alle spalle,diversa dalla classe B, comprensivadi esordienti con un ottimo livello tecni-

co, ma poca esperienza da ring), contattopieno 86 kg (dove è previsto il KO), por-tando sul gradino piu' alto la bandiera ita-liana e sconfiggendo gli avversari prove-nienti dalla Francia, da Cipro, dall' Azer-bajan e dalla Svezia.Nella semifinale Raffaele ha infatti com-battuto e vinto contro Costantinos Zeno-nos (Cipro), atleta molto conosciuto nelmondo degli sport da combattimento, contre riprese caratterizzate da scambi mol-to intensi da entrambe le parti.Nella finale il tesserato ASI ha poi battu-to Erik Berglund (Svezia), atleta moltoesperto che, nella semifinale del giorno

prima, aveva sconfitto a sua volta il con-corrente francese per ko alla prima ripre-sa, arrivando fresco e senza aver subitodanni al match decisivo.Sono state invece tre le riprese necessa-rie all'italiano a battere lo svedese: colpipotenti di braccia e ginocchiate all'addo-me a chiusura delle azioni, le mosse vin-centi utilizzata da Vitale. Festeggiata la vittoria e' gia' il momentodi ripartire per la sfida successiva: le sele-zioni di Oktagon, il più grande evento ita-liano di sport da combattimento, a cuiparteciperanno i miegliori atleti profes-sionisti di livello internazionale.

DANZA ORIENTALE, SAMAR SIMONA PAISIO VINCE “EGYPT IN TURIN 2015”Samar Simona Paisio, ballerina e insegnante Asi e presi-dente dell'asd Samar Academy, si è aggiudicata il primopremio categoria professionale alla competition indettain occasione del prestigioso Festival di danza orientaleEgypt in Turin, organizzato da Bellydea e Maddalena Bel-lissimo. Giudici della competition il direttore artisticoWael Mansour (Egypt/Italy), Virginia Mendez (Miami,USA), Esam Tork (Egypt) e Faren Ben Azira (Italy). Un nuo-vo successo per la danza orientale e per l’Asi che la pro-muove da anni con serietà e professionalità.

ATTIVITÀ

MUAY THAI, RAFFAELE VITALE È CAMPIONE MONDIALE

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Quest’anno, a Febbraio, a Taviano, un paesino pugliese in provincia diLecce a due passi da Gallipoli, un signore ha venduto un appezza-mento di terreno agricolo di due ettari, comprendente anche alcunedecine di alberi secolari di olivo. Qualche mese dopo è stata presen-tata dal nuovo proprietario la richiesta per l’abbattimento di tali pian-te perché “affette da xilella”. La xilella è un insetto che attacca gliolivi che ”sembra” si sia insediato proprio nel Salento che è la zonainternazionalmente riconosciuta (e amata) come la patria dell’olio.Esiste un progetto dell’Unione Europea per far fronte e debellarel’avanzata di questa sorta di mosca, che prevede l’abbattimento mas-sivo di una gran parte delle piante di quel territorio. Ovviamente c’èl’opposizione degli agricoltori locali, dei produttori di olio e di buonaparte della popolazione nazionale oltre che delle forze ambientaliste.Detto ciò, lo sradicamento lo decide la Regione Puglia, dopo che un“esperto” ha certificato la presenza degli insetti. In mezza giornata,con un paio di motoseghe si può modificare un ambiente vastissimo,plasmato da quelle piante in migliaia di anni, ma anche il clima, laflora e la fauna non solo locali. Il Ministro dell’Agricoltura Martinaaveva ipotizzato un timido: “potremmo anche ripiantarle” ma, nelfrattempo, a fare da apripista ad un diverso utilizzo del suolo di quelpezzo d’Italia, ci ha pensato il Sindaco di Taviano che, su quel terre-no dove una volta c’erano gli olivi, ha dato l’autorizzazione ediliziaper la costruzione di una discoteca. Sarà pure una caso, ma mi per-metto di dubitare e come diceva uno molto più famoso di me: “ ….apensar male si fa peccato ma qualche volta si indovina”.

Quando gli olivi lasciano il posto al cemento

Non ho mai detto che i tedeschi sono miglio-ri di noi, ci mancherebbe. Diciamo che sonopiù riflessivi e, se dovessi parlare sincera-mente, concedetemelo: meno sboroni, menoespansivi e spendaccioni in fatto di denari.Lo dimostra l’andamento dell’economia, ilPil, il debito pubblico, sui quali eviterei di sta-re a fare confronti. Certo, poi noi siamo for-se più intraprendenti, oserei dire anchecoraggiosi se questo valore non si andasseconfondendo o non ci fosse il pericolo dimischiarsi con un paio di disvalori come lafurbizia e l’opportunismo politico, ai qualiaggiungerei la leggerezza e il non saper fare

di conto ma si sa: siamo latini, mediterranei,culturalmente umanisti, di tradizione classi-ca, greca forse, di passione olimpica. Ecco,qui volevo arrivare, la passione, smisurata:per lo sport, per tutti gli sport, per il circoromano….ricordate: “pane e circens” e,come direbbe il poeta Guccini: “…e in c…lotutto il resto…” . Essì, perché ci risiamo e sirinsiste: vogliamo le Olimpiadi in Italia, aRoma, nonostante la crisi e gli inevitabiliinvestimenti miliardari, gli scandali di Italia’90, quelli dei mondiali di nuoto e le fallitecandidature passate ci stiano facendo anco-ra pagare il conto degli sprechi, delle mal-

versazioni, della corruzione e delle operebuttate al vento. Poi c’è pure la sicurezza, ilterrorismo, quelli dell’Isis e non ultimo ildoping, che riemerge e ritorna sotto altrevesti, altre spoglie, insieme alle inevitabilipolemiche. Dopo il Qatar, la Russia, la Spagna, la Sve-zia, Boston, il Canada, ora anche la Germa-nia, attraverso un referendum tra i cittadini,ritirando la candidatura di Amburgo, ha det-to “nein” ai Giochi olimpici del 2024. Lorohanno fatto due conti e noi ci stiamo sfre-gando le mani. Ma appunto: loro sono tede-schi e noi… soltanto sboroni.

Ma le Olimpiadi le vogliamo davvero?

> Umberto Silvestri