"il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso beatport"

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Università degli Studi di Trieste Facoltà di Scienze della Formazione Corso di comunicazione e pubblicità Tesi di laurea in Commercio elettronico “Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport” Relatore: Prof. Tullio Fragiacomo Laureando: Simone Adami Anno accademico 2010-2011

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Page 1: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Università degli Studi di Trieste

Facoltà di Scienze della FormazioneCorso di comunicazione e pubblicità

Tesi di laurea in Commercio elettronico

“Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport”

Relatore: Prof. Tullio Fragiacomo

Laureando: Simone Adami

Anno accademico 2010-2011

Page 2: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Indice

Introduzione pag.5

Capitolo 1-Nascita ed evoluzione del DJ pag.7

1.1 La storia pag.7

1.2 Il mixaggio pag. 10

1.3 La consolle pag. 11

1.4 Nuove tecnologie e “strumenti di lavoro” a portata di tutti pag. 12

Capitolo 2-Sviluppo della musica elettronica e digitale pag. 14

2.1 Primi accenni di musica elettronica pag. 14

2.2 Raymond Scott e Robert Moog pag. 16

2.3 Nascita della disco music pag. 19

2.4 Musica liquida pag. 21

2.5 Dai negozi ai digital store pag 22

2.6 Le label indipendenti pag. 22

2.7 Le net label pag. 22

2

Page 3: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Capitolo 3-Supporti musicali e strumenti di lavoro pag. 24

3.1 Il vinile pag. 24

3.2 Il cd pag. 26

3.3 MP3 pag. 28

3.4 SD USB/Hard Disk pag. 29

Capitolo 4-Gestione digitale dei diritti sulle proprietà intellettuali pag. 30

4.1 La tecnologia a vantaggio della pirateria pag. 30

4.2 Cos’è il diritto d’autore pag. 33

4.3 Il diritto d’autore in rete pag. 34

4.4 Lo sviluppo dei sistemi Digital Storage Media pag. 36

4.5 Lo sviluppo delle tecnologie di ripping pag. 37

4.6 Le reti peer to peer pag. 37

Capitolo 5-Il caso Beatport pag. 40

5.1 La storia di Beatport pag. 40

5.2 Tipologia di azienda pag. 43

5.3 Cosa offre Beatport pag. 43

5.4 Modello di e-business pag. 43

5.5 Concorrenti pag. 44

5.6 Obbiettivi di una community pag. 44

3

Page 4: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

5.7 Analisi SWOT pag. 45

5.8 Beatport oggi pag. 46

5.9 Il futuro pag. 48

Conclusioni pag. 49

Appendice

Bibliografia e sitografia

Ringraziamenti

4

Page 5: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Introduzione

Questa tesi intende analizzare il fenomeno del business musicale di

settore, in particolar modo intende osservare il processo di evoluzione che

ha manifestato la vendita di musica elettronica, esaminando la sua

trasformazione da un formato solido ad uno liquido.

L’elaborato verrà diviso in cinque parti principali.

In una prima parte storica si è sentita l’esigenza di ricostruire il

percorso della figura del disc jockey, successivamente si è pensato di

descrivere quelle che sono le tecniche di mixaggio fino ad arrivare a

strumentazioni che, col passare degli anni e grazie a un'inesorabile

evoluzione, hanno reso l’apparecchiatura dell’artista sempre più compatta,

versatile e tecnologica.

La seconda parte analizzerà lo sviluppo della musica elettronica e

digitale attraverso i primi esperimenti elettronici, sottolineando il ruolo

fondamentale dei primi assemblatori di sequencer1 e sintetizzatori, dalla

successiva imposizione su larga scala della disco music, fino a giungere ai

nostri tempi, caratterizzati da una rivoluzionaria prospettiva d'acquisto: il

mercato digitale, erede del tradizionale mercato discografico.

Nella terza parte si approfondiranno gli aspetti legati all’evoluzione

dei vari supporti musicali, dal classico vinile all’attuale epoca dell’ mp3.

5

1 Il sequencer è un dispositivo (hardware o software), utilizzato nel campo musicale, che permette di creare e riprodurre delle sequenze di segnali di controllo, per comandare uno strumento elettronico.

Page 6: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

La quarta parte porrà l'accento su come un improprio utilizzo

dell'evoluzione tecnologica sia stata abilmente sfruttata dal sempre attivo

mondo della pirateria musicale. Non mancherà una breve analisi sulla

disciplina attualmente in vigore in materia di diritti d'autore.

La quinta parte, infine, è interamente dedicata alla storia, alla crescita,

ai possibili concorrenti e alle prospettive future del portale on-line Beatport,

indiscusso leader mondiale nella vendita di musica elettronica.

Inoltre, per rafforzare le ipotesi illustrate, si è pensato di raccogliere le

opinioni di Claudio Coccoluto, considerato uno dei personaggi più

rappresentativi del settore (a livello nazionale).

6

Page 7: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Capitolo 1

Nascita ed evoluzione del DJ

1.1 La storia

La nascita della figura del disc jockey viene fatta coincidere con i

primi esperimenti radiofonici, quando i pionieri delle trasmissioni via radio

collegavano dei grammofoni a dei trasmettitori.

L’inizio dell'attività del DJ2 avvenne con l'apertura delle prime

discoteche in Francia, durante l’invasione nazista. In questo periodo

nacquero le prime “discoteques” dove veniva diffusa musica proveniente da

dischi jazz e blues giunti dal nuovo continente nonostante il divieto imposto

dagli occupanti. Naturalmente era necessaria la presenza di qualche addetto

in grado di selezionare e proporre tali dischi: quel personaggio, con la

diffusione e liberalizzazione della discoteca nonché del modello negli Stati

Uniti avvenuto negli anni sessanta, fu proprio il DJ.

All'inizio il compito del DJ era semplicemente quello di mettere in

sequenza i dischi (solitamente acquistati e messi a disposizione dal titolare

del locale) ed effettuare eventuali avvisi con il microfono. Il DJ di allora

percepiva una retribuzione pari o inferiore a quella di un barista.

7

2 Disc jockey, letteralmente significa “fantino dei dischi”

Page 8: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Negli anni settanta si manifestò il fenomeno della Saturday Night

Fever3 e soprattutto la disco music. Insieme alla discoteca, il DJ rafforzò la

propria identità, divenendo l'artefice della buona riuscita di un evento e della

buona fama di un locale.

Successivamente arrivarono i tempi del Loft e la discoteca divenne

luogo di amore per la musica dove la gente entrava per lasciarsi trasportare

dalle atmosfere create dal DJ. Nacquero le prime star di cui il primo fu di

sicuro Dave Mancuso4, ispiratore di un'intera generazione di frequentatori

del suo Loft, lanciando grandi DJ come Larry Levan, Kenny Carpenter,

Frankie Knuckles, Nicky Siano, François Kevorkian e Larry Heard.

Questi furono gli inventori del movimento house music, un immenso

filone di musica elettronica, prodotta dal DJ stesso che assunse il ruolo di

sperimentatore sonoro nonché autentico funambolo del mixaggio, attraverso

la nascita del mix “in battuta”.

In Italia, nel 1975, Miki5, del Ciak di Bologna, fu il primo ad

introdurre e a far conoscere al pubblico il genere musicale americano, con la

sua grande capacità nel mixaggio, paragonabile solo ai migliori DJ

d'oltreoceano.

Alla fine degli anni '70 nasceva nei ghetti neri del Bronx e di Harlem

un'altra interpretazione dell'arte del DJing: il turntablism. Una delle

discipline della cultura hip hop, di cui capostipite è Kool Herc, seguito da

Grandmaster Flash perfezionarono le tecniche di mixaggio con due piatti;

questa complessa arte tecnica si svilupperà (soprattutto nella cultura hip

8

3 La febbre del sabato sera era lo spirito che aleggiava negli Stati Uniti negli anni settanta.

4 È considerato uno dei pionieri della disco music tra i primi deejay della storia e precursore della "cultura underground". Fu proprio lui il creatore dei “loft”.

5 Primo DJ italiano a iniziare l'arte del mixaggio con un tecnica pari a certi americani dell'epoca

Page 9: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

hop) fino a far diventare il giradischi un vero e proprio strumento musicale,

capace di produrre dei suoni con il movimento manuale ripetuto del disco

sul platter, il cosiddetto "graffio" della puntina o scratch. Con abili

movimenti sul cross-fader6 con una mano e sul disco con l'altra mano, i DJ

in questo modo riescono a creare note, nuovi ritmi e suoni.

Bisogna dire che Kool Herc e Grandmaster Flash hanno dato

moltissimo a quello che ora è il modo di proporre i dischi da parte dei DJ

nei più svariati generi musicali, come il suonare con due giradischi, l'arte di

mixare insieme due canzoni e l'invenzione dei loop7.

Furono gli americani gli inventori del movimento house music che

"dette il La" a tutto un immenso filone di musica elettronica, prodotta dal DJ

stesso. Da quel momento il disc jockey assunse il ruolo di sperimentatore

sonoro nonché di funambolo del mixaggio con l'introduzione del "mix in

battuta,” tecnica che consiste nel far combaciare in perfetta sincronia le

battute a tempo8 di due dischi.

A metà degli anni'80, Carl Cox fu uno dei pochi a usare tre piatti, di

cui due per mixare e uno per creare effetti, o inserire nella selezione delle

versioni "acapella"9 di canzoni per creare dei veri e propri remix dal vivo.

9

6 Il cross-fader è lo strumento che determina l'ampiezza relativa del segnale di due canali, all'interno del suono complessivo emesso dal mixer o da un software di montaggio digitale. Essendo uno strumento usato molto spesso durante il mixaggio, di solito è disposto al centro del mixer, sotto i canali, in una posizione comoda all'operatore.

7 Il termine loop si riferisce in genere a qualcosa che, dopo aver compiuto un'azione, torna allo stato iniziale, un campione che si ripete.

8 Battute espresse in bpm, ovvero battiti per minuto

9 Si definisce acappella ogni esibizione canora che non preveda, durante il suo svolgimento, alcun intervento da parte di strumenti musicali.

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Infine, negli anni novanta i DJ ormai popolari, divennero gli idoli dei

clubbers10 i quali presero a muoversi da una città all'altra o da un paese

all'altro per seguire i loro artisti preferiti.

Oggi molti disc jockey sono considerati delle celebrità nel mondo

della musica in quanto sono impegnati in tournèe, serate, e altre attività

imprenditoriali connesse al mondo della discografia (apertura di etichette

discografiche, studi di registrazione, discoteche ed emittenti radiofoniche)

tale da creare una vera industria legata intorno alla figura del DJ.

Da segnalare il fenomeno, soprattutto negli ultimi anni, di un notevole

incremento del numero di DJ favorito soprattutto dalle agevolazioni, dai

prezzi della musica sul mercato, dall'avvento del digitale, dalla pirateria

discografica, da Internet, dai più sofisticati lettori CDJ e dai laptop , che

facilitano molto il lavoro del disc jockey rispetto agli anni passati.

1.2 Il mixaggio

Il mixaggio consiste nell’unire due brani in sequenza, senza brusche

variazioni di tempo, al fine di creare un flusso sonoro continuo, a favore del

pubblico sulla pista da ballo.

Per poter effettuare il mixaggio un DJ ha bisogno di una

strumentazione professionale adatta che assume il nome di consolle o regia

audio.

10

10 Detti anche "smile" o "clubgoers" (nel Regno Unito) o in Italia semplicemente "discotecari", il termine clubber identifica i frequentatori assidui di club

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1.3 La consolle

La consolle classica per DJ era principalmente composta da due

giradischi, con controllo di velocità del brano (detto pitch control), un mixer

audio a due o più canali, una cuffia in funzione di preascolto del disco

successivo.

Ovviamente la consolle va poi connessa ad un impianto di due o più

diffusori stereo i quali necessitano di un amplificatore audio (oggi sono

disponibili sul mercato anche casse acustiche preamplificate11), per poter

ascoltare la musica in uscita, e quindi controllare il mixaggio, i DJ usano la

"Cassa spia", una cassa posta nell'immediata destra o sinistra, al fine di

seguire al meglio le fasi del mixaggio.

Nonostante i DJ più tradizionali prediligano l'uso dei giradischi, con

l'evoluzione digitale, si è avuta negli ultimi anni la diffusione dei CDJ12,

lettori che supportano i compact disc, che oggi permettono la riproduzione

ed il mix di files mp3 con il cd o il supporto USB, SD card.

Alcuni modelli di CDJ integrano funzioni utili e liberatorie per la

creatività come l'emulazione dello scratch, ed effetti come l’echo, il flanger,

il delay, il filter, il loop13 e i CUE points14.

Il digitale offre inoltre la capacità di mantenere inalterata la tonalità

del brano, indipendentemente dalla velocità di esecuzione, grazie alla

tecnologia master tempo supportata da alcuni lettori CDJ.

11

11 Preamplificate: con amplificatore interno

12 Acronimo di cd dj

13 Permette di riprodurre all’infinito un determinato spezzone di traccia

14 Permettono al DJ di saltare istantaneamente a punti determinati del brano in esecuzione

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1.4 Nuove tecnologie e “strumenti di lavoro” a portata di tutti

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una vera e propria evoluzione

delle attrezzature per produrre e miscelare musica. Esistono programmi

come Traktor o Serato che appunto emulano l'attrezzatura del DJ su un

computer, permettendo all’artista di attaccarsi con il proprio laptop tramite

una scheda audio al mixer del club, seguendo le proprie playlist15, evitando

così l’accumulo di CD e dichi in vinile.

L’utilizzo del PC ha sicuramente i suoi vantaggi a livello di comodità

ma è limitato nella qualità del suono rispetto al vinile, le grandi case

2000

2002

2004

2006

2008

2011

0 25 50 75 100

USO DI GIRADISCHI E CDJ NEGLI ULTIMI 10 ANNI

giradischi/vinili cdj/cd

12

15 La playlist è una lista di canzoni, utilizzata su pc e media player portatili per la gestione più rapida dei brani in esecuzione e la loro sequenza.

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produttrici, come la Native Instruments, stanno lavorando per rendere

l’ascolto qualitativamente perfetto. Per chi suona con i CD invece non ci

sono differenze, anzi per certi punti di vista il PC potrebbe essere migliore;

basta pensare alla facilità con cui un CD si può graffiare o sporcare

rischiando di non riprodurre correttamente il brano.

Non avendo più bisogno di attrezzature ed esperienze nella messa a

tempo di due dischi, abbiamo assistito ad un impennata di aspiranti DJ, che,

con l’aiuto del proprio computer riescono a emulare la professione del disc

jockey.

Anche se queste tecnologie hanno ingolosito moltissimi addetti ai

lavori, molti dei grandi DJ stanno ritornando alle origini rispolverando e

riacquistando il caro e vecchio vinile.

13

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Capitolo 2

Sviluppo della musica elettronica e digitale

2.1 Primi accenni di musica elettronica

Il termine "Musica elettronica" viene introdotto negli anni'50. I primi

esperimenti risalgono al 1700 quando si tentava di utilizzare forze

elettrostatiche per produrre suoni.

L'evento determinante fu l'invenzione del fonografo, prima a rullo poi

a disco, che introdusse la possibilità di registrare suoni, riprodurli e

modificarli. Conseguentemente a quest’invenzione si apriranno varie

correnti di sperimentazione che più tardi avranno sede presso le radio

nazionali dei rispettivi paesi. Due tra queste, e forse le più importanti,

furono il GRM di Parigi (presso la radio-televisione francese) e il WDR di

Colonia. Quest’ultima venne propriamente definita scuola di musica

elettronica, mentre a Parigi, venne definita scuola di musica concreta.

Determinante per la storia della musica elettronica in generale fu la

comparsa degli elettrofoni: classe di strumenti musicali riconosciuta e

inserita nella classificazione degli strumenti nel 1937.

Il primo strumento elettrofono che si ricorda, verso la fine del 1800, è

il Singing Arc: dotato di controllo a tastiera sfruttava il ronzio dei sistemi di

illuminazione allora in uso. Durante i primi anni del '900 nascono i più

14

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importanti strumenti elettrofoni che apriranno la strada ad un processo

evolutivo sperimentale che coinvolgerà tutto il mondo nel corso del secolo.

Uno tra questi è il Theremin (anni venti), elettrofono senza interfaccia fisica

di controllo che sfrutta un difetto dell'oscillatore a battimenti secondo cui

all'avvicinarsi o allontanarsi di un corpo questo cambia la sua frequenza di

oscillazione tramite lo spostamento delle mani dell'esecutore. Vicino alle

due antenne è possibile controllare altezza e intensità di un suono molto

particolare e caratteristico dello strumento.

Dopo la seconda guerra mondiale, con l'introduzione dei transistor16 e

dei primi elaboratori elettronici molti sperimentatori sonori s’interessarono

alla produzione di suoni derivanti dalle nuove tecnologie. Fino agli anni

sessanta rimaneva una pratica per pochi, a causa degli alti costi per

procurarsi certi strumenti e per la relativa difficoltà nel loro uso sonoro.

A partire dagli anni settanta la diffusione di macchine per la

produzione di musica elettronica si allargò molto: sintetizzatori e

sequencer17 cominciarono a essere di uso comune e non più limitato

all'avanguardia sperimentale.

Negli anni ottanta la diffusione di queste tecnologie si allargò sempre

più fino a coinvolgere anche i primi computer a uso personale.

Negli anni successivi fino ad oggi, questo processo si è sempre più

allargato rendendo la produzione di musica elettronica sempre più alla

portata di tutti. Con l'uso del computer e con costi molto bassi si hanno a

disposizione tutti i mezzi e i suoni possibili per comporre. Inoltre sono

sempre disponibili le tecnologie passate, che si possono sovrapporre ai

15

16 In elettronica, il transistor detto anche transistore, è un dispositivo a semiconduttore largamente usato sia nell'elettronica analogica che nell'elettronica digitale.

17 Il sequencer è un dispositivo (hardware o software), utilizzato nel campo musicale, che permette di creare e riprodurre delle sequenze di segnali di controllo, per comandare uno strumento elettronico.

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computer, senza contare le possibilità di contaminazione con suoni acustici

o elettrici.

2.2 Raymond Scott e Robert Moog

Raymond Scott, all’anagrafe Harry Warnow, è ricordato dal grande

pubblico statunitense come un brillante pianista, direttore “d’ensemble jazz”

e soprattutto come l’autore delle più riuscite colonne sonore per i cartoni

animati della Warner Bros. La sua persona e le sue opere sono state

riscoperte a partire dagli anni ’90 del ventesimo secolo, dopo la morte,

grazie a preziose testimonianze donate alla stampa da importanti musicisti

come Elvis Costello e da personalità del calibro di Rober Moog.

Il lato oscuro di Raymond Scott venne quindi lentamente scoperto e

reso pubblico. È ad oggi considerato uno dei più importanti ingegneri

elettrotecnici ed elettronici nel campo delle tecnologie applicate alla

composizione ed esecuzione musicale. Molti dei suoi vecchi brevetti sono

stati acquistati da importanti aziende per la creazione di macchine destinate

ai musicisti di tutto il mondo, questo già a partire dagli anni ’60 e ’70 del

secolo scorso.

Nel 1946, a New York, Raymond Scott, realizza nella pratica e da il

via al progetto denominato “Manhattan Research Inc.”, che nulla aveva a

che centrare con il più famoso e tristemente noto “Progetto Mahnattan”18 ad

opera dei servizi militari statunitensi. Scott costruisce un laboratorio,

16

18 Era il criptonimo del programma di ricerca condotto dagli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, che portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche.

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denominato appunto “Manhattan Research” all’interno del quale la musica

poteva venire composta, realizzata e registrata attraverso il solo ausilio delle

macchine. Lo studio si presentava come un grande stanzone pieno zeppo di

apparati elettro-meccanici ed elettronici, ideati, progettati e costruiti dallo

stesso Scott. Il progetto prevedeva anche una divisione commerciale,

denominata “Raymond Scott Enterprises Inc”, dedicata alla costruzione di

apparati sonori per radio, laboratori e studi di registrazione. Dal 1946 inizia

infatti il periodo della lavorazione su commissione per commenti sonori

elettronici dedicati a spot pubblicitari (IBM, Sprite, Pepsi, Nescafè, County

Fair, General Motors, Ford, e molti altri commissionati da aziende

farmaceutiche, società multinazionali, società governative e agenzie di

moda). Il “Manhattan Research Studio” era equipaggiato con meccanismi

automatici percussivi19, sintetizzatori di onde quadre programmabili per la

realizzazione di linee di basso20, oscillatori controllati in frequenza e in

tensione (di fatto per stessa ammissione di Rober Moog, la sua geniale idea

di realizzare nel 1967 il primo sintetizzatore sonoro controllato in tensione,

proveniva proprio dalle precedenti invenzioni di Scott, di cui rimase sempre

amico e profondo estimatore), tastiere elettroniche valvolari che emulavano

il suono di pianoforte, celeste, organo a canne, ecc…, controlli a fiato

formati da flauti meccanici collegati a sensori elettronici (quelli che

sarebbero divenuti negli anni ’80 i “breath control”, conosciuti più di

recente come strumenti a fiato elettronici), senza contare gli innumerevoli

sistemi di manipolazione sonora, dall’eco al “phase shifter”, e ai pannelli di

sincronizzazione per la registrazione attraverso nastri magnetici e console di

missaggio. Inoltre il laboratorio era equipaggiato con una sorta di macchina

da scrivere, un dattilomusicografo, con il quale il musicista scriveva la

17

19 Quelle che oggi vengono denominate “drums machine”

20 Quelli che oggi si conoscono come “consolle bass line”

Page 18: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

musica e in seguito una serie di apparati automatici la riproduceva, magari

con sonorità limitate, metalliche e monofoniche, ma tuttavia l’era della

computer music iniziava proprio all’interno di quel laboratorio che durante

gli anni’50 sarebbe stato modificato e aggiornato tecnologicamente più

volte. Nel 1949 Raymond Scott venne ingaggiato sempre dalla CBS per la

costruzione di quello che molti sostengono sia stato il primo sintetizzatore

musicale della storia, il “CBS synthesizer”

Robert Moog raccontò alla stampa (nel 1998) di essere stato nel 1953

tra i primi a veder funzionare un sequencer musicale proprio all’interno del

“Manhattan Research Studio”. La realizzazione pratica di questo apparato

era durata tre anni; dal 1950 al 1953 Scott aveva realizzato un macchinario

che copriva l’intera parete dello studio. Questo era completamente

automatizzato in quanto dotato di molte interfacce per l’utente. Il musicista

poteva programmare la macchina a proprio piacimento, scegliendo note,

tempo, suoni e relative altezza; di seguito la macchina tramite una

sofisticata tecnologia basata su relè e schede elettroniche faceva tutto da

sola ed eseguiva il brano per tutto il tempo necessario, anche all’infinito se

ce ne fosse stato bisogno.

Robert Moog è stato un pioniere della musica elettronica, laureato in

ingegneria elettronica alla Columbia University. Fu l'inventore di uno dei

primi sitetizzatori musicali a tastiera, utilizzando le sonorità del theremin,

difficilissimo da suonare, nel 1963. A partire dalla fine degli anni sessanta i

sintetizzatori di Moog divennero i più apprezzati e il nome stesso "Moog" si

tramutò in sinonimo di sintetizzatore. Proprio nel momento in cui il modello

Minimoog stava per ottenere uno strepitoso successo, Moog dovette vendere

la proprietà dell'azienda da lui fondata che produceva strumenti musicali e

che portava il suo nome, di cui comunque rimase direttore.

18

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2.3 Nascita della disco music

La disco music, prende il nome da due fenomeni, il genere musicale e

il tipo di locali, emersero insieme, e il fine esplicito della disco music era

quello di essere ballata, più che di essere ascoltata. Detestata da chi in quegli

anni aveva una visione della musica più "politica,” impegnata e poco

commerciale, ha saputo con il tempo imporsi e diventare una vera e propria

corrente musicale. Sottogenere del funk, a sua volta derivato dall'R&B, la

disco music è legata a locali americani come lo Studio 5421.

Durante la prima metà degli anni settanta i precursori del genere sono

gli artisti afroamericani che spingono il Rhythm & Blues a diventare un

genere da ballo, come ad esempio Aretha Franklin con il successo

“Respect”. Il passaggio avviene durante tutti gli anni Sessanta e si inizia a

parlare di Disco quando l'avvento di locali come lo Studio 54 rendono

popolari al pubblico l'esistenza di una musica da ballo scritta e prodotta per

far ballare la gente nelle discoteche, a differenza di quanto accadeva per il

Rhythm & Blues che pur essendo musica ballabile non veniva prodotta e

scritta per quello scopo.

Da quando i locali assumono la funzione di luogo in cui divertirsi

legati indissolubilmente alla fruizione di musica, ci troviamo di fronte a un

vistoso mutamento della musica cosiddetta “nera”. Crescono gli

arrangiamenti orchestrali, le sonorità si fanno più dolci e leggeri, il kitsch

assurge a ruolo di status.

19

21 Lo Studio 54 è stata una discoteca di New York situata al numero 254-ovest della 54a Strada a Manhattan. Il club era allestito all'interno di un che fino al decennio prima fungeva da studio televisivo (da cui il nome).Caratteristica principale del locale erano le provocazioni al costume e la stravaganza delle serate proposte. L'intento dei direttori artistici del locale era infatti quello di garantire ogni sera: «la festa più grande del mondo», nonché quello di scioccare con gli eccessi la città di New York: la musica riprodotta ad alto volume, le scenografie allusive, le serate che ogni sabato prevedevano una sorpresa o un nuovo eccesso.

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Ancora nel 1976, la disco music era di quasi esclusivo appannaggio

della gente di colore: aveva un grande riscontro ma non ancora quel

successo planetario che avrebbe avuto un anno dopo. Nel 1978, invece, la

disco dominava qualsiasi classifica, invadeva la programmazione di

qualsiasi stazione radiofonica, faceva da sfondo agli spot pubblicitari,

influenzava pesantemente la produzione musicale di artisti decisamente rock

(dai Rolling Stones a David Bowie, da, Rod Stewart ai Chicago). Cos'era

successo?

Esattamente quello che era successo con il rock'n'roll negli anni

cinquanta: perché un fenomeno musicale di derivazione nera assurgesse a

popolarità mondiale, fu necessario che di quel fenomeno si appropriassero

dei musicisti bianchi. Nei fifties era stato Elvis, vent'anni dopo, nella disco,

furono i Bee Gees.

Un dato, sopra tutti, può dare l'idea della portata del "fenomeno Bee

Gees": nel 1978 i fratelli ebbero ben 5 canzoni da loro scritte prodotte e/o

arrangiate, contemporaneamente nella top ten e per 4 settimane consecutive:

un'impresa che, prima di loro, era riuscita solo ai Beatles e che nessuno ha

più ripetuto (almeno finora).

Ora i giovani si imbrillantinavano i capelli, si vestivano magari in

maniera bizzarra ma ricercatissima, e passavano le nottate in discoteca a

ballare una nuova musica nata per le minoranze nere.

La Italo Disco è la scena che domina gli anni Ottanta e che traghetta

l'Italia a diventare il più grande esportatore di dance tra la fine degli anni

Ottanta e i primi Novanta. Gli anni Ottanta italiani sono tanto prolifici da

circoscrivere correnti musicali diversissime, dal Pop Italiano (il caso delle

origini della Italo Disco, che alcuni fanno risalire a Tony Renis, “Cuore

Matto” e tantissime altre produzioni italiane che dal Twist americano ne

20

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avevano preso lo spirito più ludico e legato all'intrattenimento, fino all

Electro Pop/Synth Pop dei Matia Bazar (che tra il 1983 ed il 1986

conquisteranno l'Europa con la formula, cantato italiano - suoni sintetizzati -

melodia vincente, è il caso di “Ti sento”, successo internazionale

considerato uno dei più grandi capolavori dell' Electro Pop di tutto il

mondo, pubblicato nel 1985) di Franco Battiato nella sua espressione

artistica più alta, e infine dei Righeira.

2.4 Musica liquida

La diffusione di internet, delle reti domestiche e di dispositivi di ogni

tipo che permettono la riproduzione di qualsiasi media in qualsiasi ambito e

con estrema semplicità, ha cambiato il modo in cui si ascolta la musica. Le

nostre canzoni preferite diventano immediatamente disponibili, tutte

insieme, senza più bisogno di cambiare disco. Da questo contesto nasce la

definizione di musica liquida, ovvero tutto ciò che non è più registrato su

dischi materiali.

Un discorso banale? Chiunque ha una catena di ascolto che

comprende anche un dispositivo con una vasta libreria digitale lo avrà

sperimentato di persona: i brani "liquidi" sono quelli più ascoltati. Il gesto di

dover andare a cercare un CD specifico, di estrarlo dalla confezione e di

inserirlo nel lettore, si frappone all'immediatezza dell'ascolto garantita dalla

libreria archiviata su PC, iPod, hard disk multimediale o quant'altro.

21

Page 22: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

2.5 Dai negozi ai digital store

Il negozio per il DJ era la “tana del lupo” dove si costruiva dei buoni

rapporti col negoziante per poter ricevere prima degli altri i dischi più belli e

ricercati, edizioni limitate o promo .Proprio per questo motivo i DJ-point

erano una meta settimanale fissa per tutti i DJ; il business era molto

importante a tal punto che gli stessi DJ professionisti si mettevano in società

o addirittura aprivano un proprio negozio di dischi. Purtroppo dal 2004, con

la diffusione di internet, i negozi hanno cominciato a perdere moltissimi

clienti e il mercato musicale, di settore e non, si è ritrovato in un vortice che

ha spazzato man mano l’utilizzo dei “supporti solidi” .In pochi anni fino ad

oggi, il 90% per cento di queste attività (negozi specializzati nella vendita di

musica per DJ) si sono trovati a dover chiudere perché il mercato della

distribuzione musicale è diventato quasi del tutto digitale.

Il supporto digitale ha permesso la distribuzione di file in mp3, quindi

molti produttori si sono indirizzati ad un mercato diverso, tralasciando il

supporto fisico e decidendo quindi, di distribuire le loro produzioni su

internet, con il vantaggio di ridurre di molto i costi fissi e i tempi della

distribuzione tradizionale.

2.6 Le label indipendenti

Un'etichetta indipendente è una casa di produzione musicale che

lavora al di fuori delle grandi corporazioni multinazionali e, come dice la

parola stessa, in modo indipendente, senza legarsi ad altre industrie.

22

Page 23: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Solitamente, a differenza delle major, permette all'artista un controllo

più globale sulla propria produzione (musica, testi, grafica del disco, ecc.)

ed una maggiore libertà espressiva, e per questi motivi viene spesso

preferita dai musicisti, specialmente agli esordi.

Le etichette indipendenti crescono se aiutate dal buon lavoro dei suoi

manager oppure falliscono, assorbite dalle major che ne sfruttano i propri

cataloghi oppure le lasciano attive ma con limitazioni sulla propria politica.

Negli anni 90 grazie a nuove tecnologie, ma soprattutto alla

globalizzazione del mercato sempre più forte, le etichette indipendenti

crebbero sempre più, aiutate da minori costi e maggiori capacità di

diffusione dei propri prodotti.

2.7 Le net label

Le net label sono delle etichette discografiche che usano internet per

distribuire le loro produzioni. Ultimamente si stanno sovrapponendo alle

etichette indipendenti. Il genere di musica elettronica è stato il primo ad

usare questo tipo di distribuzione, ma si sta progressivamente estendendo

anche ad altri generi.

23

Page 24: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Capitolo 3

Supporti musicali e strumenti di lavoro

3.1 Vinile

Il disco in vinile è stato ufficialmente introdotto nel 1948 negli Stati

Uniti come evoluzione dei precedenti dischi a 78 giri22, dalle simili

caratteristiche, inizialmente in gommalacca.

Come il suo antenato, è una piastra circolare incisa23 a partire dal

bordo esterno, con un solco a spirale per la riproduzione di suoni. Le

migliori qualità del vinile permisero di rimpicciolire i solchi e abbassare il

numero di giri per minuto dei dischi dai 78 ai 33⅓ ottenendo così una

maggiore durata di ascolto, che raggiunse circa 25-30 minuti per facciata nei

Long-Playing(LP), con punte massime di anche 38-40 minuti per lato,

specie per le opere liriche.

24

22 La denominazione di 78 giri indica il primo tipo di disco fonografico, utilizzato per tutta la prima metà del XX secolo, e si riferisce al numero di giri al minuto necessari per l'ascolto. Il disco fonografico a piastra circolare fu inventato da Emile Berliner nel 1888, soppiantando già nei primi anni del ‘900 il cilindro fonografico (primo supporto audiofonico in assoluto, introdotto da Edison inventore del fonografo). Rimase lo standard di riproduzione audio fino alla fine degli anni quaranta, quando l'introduzione dei dischi in vinile a microsolco, basati sul medesimo principio tecnico ma di qualità e durata assai maggiori, lo resero obsoleto.

23 La registrazione del segnale audio era incisa per mezzo di un solco a spirale di Archimede che partendo dal bordo esterno del disco raggiungeva la zona interna, occupata dall'etichetta. La forma di tale solco veniva modulata con il segnale da registrare e ne riproduceva più o meno fedelmente l'andamento.

Page 25: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Sono stati prodotti dischi anche con diametri diversi (per esempio 16

pollici usato in ambito radiofonico) e con velocità di rotazione diverse (16,6

giri al minuto per ottenere una maggiore durata a scapito della fedeltà). I

dischi in vinile a 16 giri al minuto furono prodotti per lo più negli anni

cinquanta e sessanta, soprattutto negli USA. Le dimensioni di un 16 giri,

contrassegnato dalla sigla LLP, sono le stesse di un LP 33 giri, la durata

della riproduzione è di circa 60 minuti per facciata. In Italia la produzione di

16 giri fu scarsissima, la Durium24 adottò questa velocità in alcune edizioni

musicali.

I dischi a 78 giri e i primi dischi microsolco erano registrati con il

segnale di un solo canale, erano perciò detti monofonici. Negli anni trenta

venne ideata una tecnica che permetteva di registrare contemporaneamente

due segnali su un'unica traccia sfruttando il movimento verticale e quello

orizzontale dello stilo. Registrando il segnale di somma (destro + sinistro)

con movimenti orizzontali e il segnale di differenza con movimenti verticali

fu possibile riprodurre i due canali necessari ad una riproduzione

stereofonica mantenendo comunque la compatibilità col vecchio formato

monofonico. Tale tecnologia non fu commercializzata fino agli anni sessanta

e si affermò solo nel corso degli anni settanta.

Negli anni sessanta furono prodotti anche dischi quadrifonici che

grazie ad una tecnologia detta a matrice adottata nei circuiti erano in grado

di separare i segnali su quattro canali, dando all'ascoltatore l'impressione di

essere letteralmente circondato dal suono. Questa tecnica ebbe uno scarso

successo commerciale dovuto probabilmente alla diffusione minima ed agli

alti costi dell'apparecchio riproduttore (in particolare delle testine a taglio

Shibata, uniche a permettere la riproduzione quadrifonica) in un'epoca in

25

24 La Durium è stata una casa discografica italiana, attiva tra gli anni quaranta e il 1989. I primi dischi pubblicati sono favole per bambini.

Page 26: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

cui anche gli impianti in grado di riprodurre i dischi stereofonici erano

ancora un lusso.

Il vinile è stato il mezzo con il quale sono nati tutti i DJ più famosi;

agli inizi del ventunesimo secolo ha cominciato a perdere potere d’acquisto

con la commercializzazione del CD.

All'inizio degli anni '80, venne lanciato il nuovo supporto a lettura

laser ma non furono molti a dargli fiducia. Bastarono pochi anni per far sì

che il CD superasse nelle vendite il vecchio vinile, tanto che quest'ultimo

finì con lo sparire quasi completamente dal mercato. In realtà il vinile non è

mai completamente scomparso, i vecchi nostalgici si sono presto aggiunti

alle nuove schiere di giovani appassionati che, dapprima, si sono riversate

nelle mostre mercato alla ricerca delle vecchie produzioni, ed infine hanno

funzionato quale zoccolo duro per una consistente ripresa della produzione.

Ci sono molti segnali che danno la produzione in vinile in netta

ripresa, dalla nascita di piccole case discografiche specializzate nella

produzione di quel supporto fonografico.

3.2 CD

Il compact disc è composto da un disco di policarbonato trasparente,

generalmente la misura è di 12 centimetri di diametro, accoppiato nella

parte superiore ad un sottile foglio di materiale metallico sul quale, nella

parte inferiore vengono memorizzate le informazioni come successioni di

"buchi" e "terre" (in inglese "pits" e "lands") successivamente letti per

mezzo di un laser (per questo motivo sono detti anche dischi ottici). Gli

26

Page 27: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

studi preliminari misero in luce che lo sviluppo del CD avrebbe consentito

la creazione un disco con una capacità oltre 600 MB di dati e probabilmente

oltre un'ora di musica in formato digitale. La cosa non entusiasmò i

manager DuPont per via degli enormi investimenti richiesti: tenendo conto

che i personal computer di allora avevano memorie da 64 KB a 4 MB e hard

disk da 20 MB, la capacità del nuovo supporto sarebbe stata esagerata in

confronto alle reali necessità dell'epoca. Anche per la musica era

impensabile che il mondo intero sostituisse i giradischi e i registratori con i

nuovi costosissimi lettori di dischi ottici, ed in effetti la cosa non avvenne a

livello di massa per i successivi venti anni. Il management DuPont rifiutò il

progetto e chiese quindi a Philips di continuare da sola, costringendo così la

stessa a cercare altre alleanze per lo sviluppo del supporto. Per qualche

anno, comunque, rimase in vita la PDO (Philips-DuPont Opticals) che

stampava CD con produzione in Gran Bretagna (principalmente musica) e

U.S.A.(dati). La PDO chiuse nel 1990 per "divergenze di interessi".

Si può dire quindi che la vera paternità del CD sia da attribuire a

Philips e DuPont, anche se DuPont non partecipò a nessuno sviluppo

successivo e uscì completamente dal progetto alla fase iniziale.

Di fatto la progettazione del CD nella sua configurazione definitiva

risale al 1979, e si deve a una nuova joint venture della Philips con l'azienda

giapponese Sony, la quale già dal 1975 stava sperimentando in modo

indipendente la tecnologia per un disco ottico digitale.

Il 17 agosto 1972 il primo CD per utilizzo commerciale venne

prodotto in una fabbrica della Philips ad Hannover in Germania. Il primo

album musicale ad essere stampato sul nuovo supporto fu The Visitors del

gruppo svedese degli ABBA, ma il primo ad essere immesso sul mercato fu

27

Page 28: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

52nd Street di Billy Joel, commercializzato dal 1 ottobre 1982 in Giappone

insieme al lettore.

3.3 MP3

E’ un algoritmo di compressione di tipo lossy, sviluppato dal gruppo

MPEG25, in grado di ridurre drasticamente la quantità di dati richiesti per

memorizzare un suono, rimanendo comunque una riproduzione

accettabilmente fedele del file originale non compresso.

Comunemente i tassi di compressione che utilizzano i CD sono a

44.1kHz e 16. bit. Mentre l'algoritmo che utilizza il formato MP3, si basa su

una trasformazione ibrida che trasforma il segnale dal dominio temporale a

quello delle frequenze e viceversa.

La diffusione del formato MP3 e di software gratuiti (come Winamp)

apportarono una piccola rivoluzione nel mondo della musica, la diffusione

delle playlist. In precedenza le canzoni di successo erano attentamente

intercalate ai motivi meno riusciti nei CD e nelle audiocassette che si

potevano ascoltare solamente nell'ordine studiato dal produttore. Con

l'avvento dei supporti digitali questo non accade più ed è possibile una

maggiore personalizzazione.

Test di ascolto mostrano che, attraverso un po' di pratica, molti sono in

grado di distinguere un formato MP3 a 128 kbit/sec da un CD originale. Per

28

25 Il Moving Picture Experts Group, acronimo MPEG, è un comitato tecnico congiunto delle organizzazioni internazionali ISO e IEC incaricato di definire standard per la rappresentazione in forma digitale di audio, video e altre tipologie di contenuti multimediali in modo da soddisfare un'ampia varietà di applicazioni.

Page 29: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

molti altri, 128 kbit/s è una qualità di ascolto bassa, da un'analisi condotta

dalla rivista “SUONO”, l'opinione dei conduttori al termine della prova,

risulta che solo ad almeno 256 kbit/s si può parlare di alta fedeltà.

3.4 SD/ USB/ Hard Disk

Le periferiche SD, USB e hard disk sono dei supporti di memoria che

inizialmente venivano utilizzati per l’archiviazione di immagini, file

musicali, video e documenti vari.

Con il passare del tempo stanno diventando la periferica più utilizzata

dai DJ per la gestione delle proprie cartelle musicali e live set, in quanto

hanno la qualità nelle dimensioni ridotte e l’efficacia nel contenere un

innumerevole quantità di canzoni, così sostituendo i pesanti trolley

contenenti centinaia di vinili e CD che il disc jockey si portava in giro per le

sue esibizioni.

vinili cd mp3

0

22,5

45,0

67,5

90,0

2001 2003 2005 2007 2009 2011

29

Page 30: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Capitolo 4

Gestione digitale dei diritti sulle proprietà

intellettuali

4.1 La tecnologia a vantaggio della pirateria

Internet viene sempre più usata per la distribuzione di “beni digitali”,

quali versioni digitali di libri, articoli, musica e immagini. La facilità di

copia e distribuzione di questi beni digitali rende internet adatta alla

modifica e alla diffusione illegale di materiale protetto da copyright. La

rapida adozione di nuove tecnologie quali le connessioni a banda larga e le

reti peer-to-peer stanno accelerando questo processo.

I problemi legati alla prevenzione e al rilevamento delle copie illegali

sono aumentati grazie anche ai forti miglioramenti nello streaming di

contenuti multimediali e nella tecnologia di compressione: è possibile

trasferire audio e video di alta qualità tramite un normale collegamento

internet. Questa realtà ha creato uno dei trend più recenti sul web, lo

scaricamento di contenuti musicali, che frequentemente avviene in maniera

anche illegale (come nel caso del trasferimento attraverso le reti P2P).

Questi media digitali possono essere facilmente copiati e distribuiti, senza

perdita di qualità; sebbene vi siano molte aziende che vendono o

distribuiscono in modo del tutto legittimo i file MP3. Esiste un numero

30

Page 31: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

altrettanto elevato di siti che invece rendono disponibili illegalmente i file

protetti da copyright, violando in questo modo i diritti d’autore e delle case

discografiche.

E’ da tener presente anche il fatto che molta gente considera internet

un “magazzino” dal quale ottenere gratuitamente del materiale, e non si

sente motivata a pagare per scaricare un file.

La rete di distribuzione digitale non è limitata ai soli computer in rete.

I lettori di DVD, i lettori di MP3, i telefoni cellulari e un gran numero di

altri dispositivi, in combinazione con metodologie di comunicazione

differenti, possono altresì diffondere contenuti multimediali.

E’ stata la popolarità del formato MP3 la reale motivazione sottesa

dietro al comportamento delle associazioni delle major discografiche che

hanno avviato diverse cause, anche penali, per la soppressione di quei siti

che fornissero il trasferimento di file musicali protetti da copyright; tuttavia,

i procedimenti non hanno di certo interrotto la distribuzione (legale o

illegale) di file MP3 su internet.

Finora, qualunque sforzo per fermare la pirateria è stato praticamente

inutile.

Le iniziative attuali si concentrano nell’impiego di metodi di

steganografia26 per controllare l’utilizzo illecito dei contenuti, ma è un

meccanismo che ne peggiora la qualità.

E’ necessario quindi assicurare la protezione dei diritti sulle proprietà

intellettuali, fatto critico per il successo futuro dell’industria

dell’intrattenimento.

Per tutelare i diritti dell’utente, conciliandoli con le giuste spettanze di

31

26 La steganografia è una tecnica che si prefigge di nascondere la comunicazione tra due interlocutori

Page 32: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

autori ed editori, si dimostra necessaria l’adozione di un’insieme di

metodologie e servizi in grado di gestire le transazioni e le relazioni tra le

parti in maniera corretta ed affidabile; tale paradigma viene chiamato

Digital Rights Management (DRM), o “gestione digitale dei diritti”.

Fino ai primi anni ’90 l’associazione formato-supporto risultava

immediata e scontata: testo significava giornale o libro, audio significava

radio o CD musicali, cassette e video significavano televisione, cinema e

video riproduttori. Grazie a questa associazione, i contenuti musicali e video

non soffrivano in maniera rilevante del fenomeno delle copie non

autorizzate: l’unica forma di duplicazione possibile era infatti su nastro

magnetico, mediante quindi un procedimento di tipo analogico, ma così

come con una fotocopiatrice, ad ogni copia si perdeva in qualità: il

fenomeno esisteva ma si auto emarginava.

Tale assetto si è alterato quando le tecnologie digitali si sono evolute a

sufficienza per gestire efficientemente i contenuti multimediali e quando nel

mondo della comunicazione si sono affacciate prepotentemente le aziende

telefoniche, che hanno contribuito in massima parte alla crescita di internet.

Oggi infatti su internet si possono leggere, ascoltare, visualizzare,

manipolare, copiare, scaricare indistintamente contenuti nei formati testo,

audio e video. Inoltre la copia digitale non è altro che una sequenza

numerica, sempre identica, assolutamente indistinguibile dall’originale, e la

duplicazione (e distribuzione) illegale su vasta scala è per questo facile,

possibile ed economicamente alla portata di chiunque.

L’introduzione del digitale e di internet ha quindi causato notevoli

cambiamenti nel mondo di autori, editori e broadcaster27 e più in generale

nel mondo multimediale, creando un nuovo paradigma commerciale e di

32

27 Broadcaster, persona o ente che effettua una telediffusione

Page 33: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

utilizzo: da distribuzione e vendita di beni tangibili a distribuzione e licenza

d’uso di beni intangibili, ossia ciò che deve essere commercializzato non è

più la copia dell’opera, bensì il diritto d’accesso all’opera stessa.

Tali sconvolgimenti hanno evidenziato da un lato nuove ed

interessanti modalità distributive ed opportunità di profitto, ma dall’altro

lato la necessità di tutelare i diritti dei vari attori presenti nella nuova catena

di distribuzione dell’opera, diritti messi in pericolo da una potenziale e

massiccia diffusione abusiva.

Da queste considerazioni e dall’analisi della realtà di tutti i giorni, si

può facilmente dedurre come i reati di illecita riproduzione di opere protette

siano divenuti comportamenti comuni e socialmente tollerati. Queste

condotte illecite, oltre a contribuire a mettere in crisi interi settori industriali

(musicale, informatico, cinematografico, ecc.), producono un danno diretto

principalmente agli autori.

Affrontare la pirateria e salvaguardare la tutela del copyright è quanto

promettono le leggi sul diritto d’autore con l’aiuto dei relativi supporti

tecnologici per la distribuzione controllata dei contenuti, i sistemi di Digital

Rights Management.

4.2 Cos’è il diritto d’autore

Il diritto d’autore è quel diritto legalmente riconosciuto a colui che

abbia realizzato un’opera dell’ingegno o dell’arte, e in Italia è sottoposto ai

33

Page 34: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

termini della legge n. 633/194128.

Esso è un diritto di proprietà immateriale, ben distinto dal possesso

del supporto (cartaceo, fisico, meccanico, magnetico, digitale) sul quale

l’opera è fruibile. Il supporto in quanto tale è infatti di proprietà di chi lo

acquista (avendone pagato il prezzo per supporto e diritti), ma il diritto

d’autore continua a sussistere. Il diritto nasce al momento della creazione

dell’opera e l’opera è legata all’autore da un vincolo che permane

indipendentemente da ciò che accade agli esemplari dell’opera realizzata.

In particolare, le norme sul diritto d’autore regolano il diritto di

pubblicazione, riproduzione, trascrizione, esecuzione, rappresentazione o

recitazione in pubblico, divulgazione tramite mezzi di diffusione a distanza

(telegrafo, telefono, radio, televisione, etc.), distribuzione, traduzione ed

elaborazione, noleggio e prestito.

4.3 Il diritto d’autore in rete

Abbiamo visto che qualunque testo, immagine, suono o più in

generale opera di carattere creativo, trasmessa in internet, è oggetto di tutela

e ne è vietata la riproduzione senza il consenso dell’autore. Però, come

sappiamo, in rete si può trovare una grande quantità di software e dati di

ogni tipo che si possono prelevare gratuitamente, ossia al solo costo del

collegamento.

Ma il fatto che si possa prelevare qualcosa gratuitamente non significa

34

28Legge n. 633/1941: nota sul copyright. L'elaborazione ipertestuale è protetta dal diritto d'autore. Sarà perseguita ogni riproduzione non autorizzata.

Page 35: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

affatto che lo si possa usare gratuitamente. Infatti la grande maggioranza del

software che si trova nei siti web è commercializzato secondo alcuni

termini, descritti in una “licenza,” che stabiliscono chi e com’è autorizzato

ad usarlo e se egli deve corrispondere un prezzo d’acquisto oppure no.

Talvolta queste condizioni sono contenute in un file a parte, chiamato

solitamente LICENSE.TXT o REGISTER.TXT, ma si dovrebbero

comunque trovare nel file README.

Alcuni programmi presentano le condizioni di licenza durante

l’installazione o al primo caricamento o prima del download, e richiedono

all’utente di accettarle “esplicitamente”.

Nel corso del tempo sono entrati nell’uso comune alcuni nomi

particolari per indicare alcune condizioni di licenza più o meno

standardizzate:

• Freeware: tipicamente i prodotti freeware vengono distribuiti senza

codice sorgente e contengono una licenza che ne permette la ridistribuzione

ma non la modifica; a volte la licenza garantisce la libera copia del

programma, ma non la vendita in quanto l’autore mantiene su di essi i propri

diritti

• Shareware: questa è la categoria più grande, ed indica che il

programma può essere copiato liberamente ma può essere utilizzato

esclusivamente allo scopo di valutarne la validità in vista di un eventuale

acquisto

• Software libero: l’espressione software libero si riferisce alla libertà

dell’utente di usare e migliorare il software. Più precisamente, può essere

riassunto in quattro libertà fondamentali:

– Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo

35

Page 36: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

– Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo alle

proprie necessità

(l’accesso al codice sorgente non è un prerequisito)

– Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il prossimo

– Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i

miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio

(l’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito)

4.4 Lo sviluppo dei sistemi Digital Storage Media

Un sistema Digital Storage Media è un supporto capace di

immagazzinare la proprietà intellettuale (Intellectual Property) digitalmente.

Il DSM è una tecnologia che è stata essenziale per la crescita dell’e-

Commerce di beni digitali. I supporti DSM, che con il passare del tempo

stanno sostituendo la memorizzazione meccanica, includono unità disco,

supporti ottici come CD o DVD, e varie memory card.

I PC permettono oramai di creare delle raccolte personali sulle proprie

unità disco e CD-ROM scrivibili. Mentre questo non è un problema perché

tali raccolte contengono solo informazioni o creazioni personali, esso

diventa una minaccia per i proprietari dei diritti nel momento in cui la

tecnologia viene utilizzata per immagazzinare illegalmente grandi quantità

di proprietà intellettuale. La situazione diventa ulteriormente problematica

quando il PC è collegato a internet, poiché le raccolte dell’utente possono

essere rese disponibili a qualsiasi altra persona.

36

Page 37: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

4.5 Lo sviluppo delle tecnologie di ripping

“Ripping” è un termine comunemente utilizzato per descrivere il

processo di estrazione di contenuto digitale (ad esempio, musica e video) da

CD o DVD su dispositivi appartenenti all’utente, come le unità disco.

Originariamente, gli utenti “rippavano” le tracce audio dei CD per

creare le compilation musicali sui propri computer.

Però con lo sviluppo di applicazioni web-based-com, Napster, Kazaa e

simili, che permettono agli utenti di condividere i propri file online, il

fenomeno del “ripping” è esploso, causando un incremento significante dei

pericoli per i proprietari del copyright.

Inoltre Il ripping non è più limitato ai contenuti audio; ora, ad

esempio, è relativamente facile copiare un film dai DVD alle un’unità disco.

4.6 Le reti peer to peer

Le reti Peer-to-Peer permettono agli utenti di rendere disponibili

online i contenuti memorizzati sui propri dispositivi, nonostante il fatto che

essi siano legalmente protetti dal copyright.

La prima rete di tipo file-sharing che fu adottata da un elevato numero

di utenti internet fu Napster, che cominciò a operare nel 1999. La

compagnia forniva un servizio in base al quale gli utenti potevano scaricare

un software che permetteva loro di scambiare musica con altro utenti gratis.

Poco tempo dopo, Napster fu citata dalle compagnie di registrazione e

37

Page 38: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

dalle case discografiche per concorso nella violazione del copyright, fino ad

andare in bancarotta. Ma questo non fermò altre compagnie dal fornire

servizi di tipo file-sharing e software.

In particolare oggi si adoperano tecnologie che non richiedono un

server centrale, rendendo la soluzione legale molto più difficoltosa. Kazaa,

Morpheus e e-Mule sono fornitori di software o servizi che permettono la

condivisione di file Peer-to-Peer, attraendo milioni di utenti che sono

disponibili a rendere disponibili contenuti quotidianamente e in enormi

quantità.

Quindi la combinazione di potenti computer, di grandi supporti DSM,

di applicazioni di rete (come il Web) e di servizi di file sharing ha prodotto

una situazione molto difficile per i proprietari dei diritti.

Tutti i contenuti sono ora vulnerabili alla copia illegale e alla

distribuzione su internet, indipendentemente dal tipo. Ciò che è successo

con i CD audio ora si è diffuso a film, libri e ogni altro tipo di contenuto che

può essere digitalizzato. La situazione è diventata critica per molte

compagnie, che oramai vedono i loro guadagni abbassarsi di fronte al

diffuso fenomeno della pirateria.

E’ per questo motivo che le industrie di contenuti si stanno sempre più

rivolgendo ai sistemi DRM.

Quando, alla metà degli anni ’90, il problema della tutela dei diritti

d’autore nel digitale iniziava ad assumere dimensioni di notevole

importanza, la tecnologia non ha fatto altro che introdurre accorgimenti

anticopia quali sistemi che rendevano difficoltosa o di scarsa qualità la

copia. Il punto debole di questo approccio era il fatto che una volta

individuata la modalità per superare l’impedimento alla duplicazione, questa

era applicabile a qualsiasi contenuto utilizzasse la medesima tecnologia

38

Page 39: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

anticopia.

Si è avuta quindi la necessità di cambiare il paradigma: dall’impedire

la duplicazione del contenuto, all’impedire l’accesso al contenuto,

indipendentemente da come questo sia stato duplicato. È un cambiamento

importante: il contenuto può essere duplicato e posseduto a piacere, ma è

l’accesso allo stesso a dover essere regolamentato (e conseguentemente

protetto). Non si pone quindi più il problema della comparsa sul mercato di

sistemi di duplicazione in grado di sfornare copie identiche all’originale,

come masterizzatori o applicazioni P2P. Il fulcro di questa strategia è il

possesso della chiave adatta a consentire l’accesso al contenuto, e la chiave

è specifica per una data opera, per cui anche se duplicata è inutilizzabile per

“aprire” altre opere similari.

Questo approccio, molto più facile, economico e sicuro è quello

utilizzato dalle tecnologie Digital Rights Management (DRM).

8%

15%18%

29%30%

Dove si ascolta più musica?

casa(tv,hi-fi,radio,internet) macchina pc Ipodmobile

39

Page 40: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Capitolo 5

Il caso Beatport

5.1 La storia di Beatport

Beatport è un negozio web specializzato nella vendita di musica

elettronica. Ha sede a Denver, Colorado (ma con uffici anche a Berlino e

New York) è di fatto la versione moderna del vecchio negozietto di vinili

dove il DJ andava a rintanarsi il sabato pomeriggio, spulciando tra le novità

più insolite, tra i promo e le “white label” semianonime, in cerca del

potenziale successo da dancefloor da “sparare” in pista alla sera o da

mandare in radio.

Ha rilasciato la prima iterazione del suo negozio web, Beatport 1.0, il

7 gennaio 2004 con 79 etichette di musica elettronica nel suo catalogo.

Nel gennaio 2005,è stata rilasciata una nuova versione di Beatport la

2.0, con un catalogo di oltre 100.000 brani forniti da 2.700 etichette.

Il 7 agosto 2006,è stato pubblicato Beatport 3.0, la terza versione del

suo negozio, caratterizzato dai miglioramenti per la navigazione, contenuti

personalizzati ed abbonamenti tramite My Beatport (che ha permesso agli

utenti registrati di segnarsi gli artisti e le etichette preferite, in modo

40

Page 41: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

che ,quando esce una novità, l’utente ne venga subito a conoscenza), e

nuove opzioni di pagamento.

Nel febbraio 2007, ha lanciato il Beatport Player, un’applicazione web

widget29 per riprodurre i brani degli artisti più importanti presenti nel sito.

Applicazione costruita utilizzando Adobe Flash e HTML. Il lettore offre agli

utenti la possibilità di creare playlist personalizzate e dinamiche all’interno

di Beatport, e di ascoltare le anteprime di ogni brano.

Nell’agosto 2007, Beatport ha lanciato un sito di musica orientata alla

comunità, Beatportal, la cui missione è di fornire agli amanti della musica

informazioni aggiornate sul mondo della musica prevalentemente

elettronica.

Nella primavera del 2008, ha introdotto il Beatport Downloader, un

applicazione che permette di scaricare simultaneamente la musica acquistata

ordinandola in una cartella chiamata Beatport music. Il 18 marzo introduce

una classifica a premi: il Beatport Music Awards all’ interno del quale ogni

anno gli utenti di Beatport possono votare i loro migliori artisti di musica. I

premi sono suddivisi in 19 categorie, tra cui Miglior Artista di ogni genere,

best remix, e best single.I candidati al BMAS si basano esclusivamente sulle

vendite unitarie su Beatport.

Nel gennaio del 2009 esce The New Beatport, una migliore interfaccia

grafica, più snella e intuitiva.

A giugno del 2011 arriva il nuovo sito realizzato con tecnologia

HTML5.

In seguito saranno riportati due grafici che indicano rispettivamente

41

29 I Web Widgets sono micro-applicazioni che propongono contenuti digitali da inserire direttamente nel tuo blog, semplicemente copiando ed incollando un codice.

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l’evoluzione dei brani ed etichette in Beatport.

0

500000

1000000

1500000

2000000

2004 2006 2008 2011

1762229

826450

1035703030

brani

0

5000

10000

15000

20000

2007 2008 2009 2011

16497

7357

2700

79

etichette

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5.2 Tipologia di azienda

Azienda che realizza il business interamente su internet, Net Pure-play

(dot-com), senza un precedente modello di business tradizionale.

Beatport nasce nel periodo in cui il settore della discografia

tradizionale riconosce di essere nel maggior momento di crisi, vedendo nella

situazione d’incertezza una fonte di opportunità.

5.3 Cosa offre Beatport

Il download a pagamento di 23 generi musicali, per un totale di

16.498 etichette discografiche,199.347 artisti e 1.762.229 tracce. Il

download gratuito di programmi per la gestione della musica e la possibilità

di costruirsi un “My Beaport”.

. Inoltre offre la possibilità di far parte di una community

(www.beatportal.com) e partecipare in prima persona al sito attraverso i

Beatport Music Awards.

5.4 Modello di e-business

Lo scopo è di ottenere un vantaggio competitivo all’interno del

proprio settore industriale, offrendo un ampia scelta di prodotti, con una

43

Page 44: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

qualità garantita, ed un aggiornamento continuo della musica elettronica ad

un prezzo del brano da 1,56€ a 2,17€. Questa è la loro fonte di reddito.

Alle label che gestiscono e promuovono i prodotti degli artisti e che

quindi spediscono i propri prodotti spetta il 50% del ricavato.

5.5 Concorrenti

Negli ultimi 5 anni, Beatport ha vinto il “Best Dance Music Retailer”

awards at IDMAs30, battendo aziende quali:

• Audiojelly

• Juno

• Traxsource

• Levelrecords

5.6 Obbiettivi di una community

Una community offre ai DJ la possibilità di ricevere per e-mail le

ultime novità proposte dal sito, ed informazioni molto utili per gli

appassionati di musica elettronica. Inoltre offre la possibilità di leggere sul

sito articoli su tutte le novità riguardanti la musica.

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30International Dance Music Awards IDMA, cerimonia che premia i migliori artisti, DJ’s, brani, etichette,negozi e prodotti della musica dance elettronica.

Page 45: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

L’affidabilità della validità delle canzoni viene data anche dagli utenti

commentando gli articoli proposti su Beatportal.

5.7 Analisi SWOT

Di seguito sarà riportata un’attenta analisi per far chiarezza sulla

pianificazione strategica aziendale di Beatport:

Punti di forza:

•Ampiezza e qualità dell’offerta

•Alto coinvolgimento dell’utente

•Notorietà del sito

•Partnership con aziende di prodotti collegati alla musica

•Piena soddisfazione degli obiettivi a livello di community

Punti di debolezza:

•Offerta di etichette discografiche indipendenti

•Facile per i competitors replicare il modello di business

•Non è possibile utilizzare brani digitali per scopi commerciali

Opportunità:

•Espansione della domanda di musica on-line

•Diffusione e accrescimento della cultura “Beat”

•Possibilità di utilizzo tracce anche a scopi commerciali(ritardo nella

regolamentazione giuridica)

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Page 46: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Minacce:

•Download illegali

•Difficoltà di controllo e accertamento nel file sharing

5.8 Beatport oggi

Il nuovo sito, realizzato con tecnologia HTML5, si presenta con una

struttura più flessibile e veloce rispetto alla precedente versione in Flash.; e,

assicurano gli sviluppatori web, si tratta solo di una base per una serie di

cambiamenti che riguarderanno i prossimi mesi, se non addirittura anni, del

portale. Difficile immaginare quali ulteriori sviluppi potrà avere un progetto

simile, vista la completezza di informazioni che già caratterizza Beatport

nella sua nuova versione: ogni brano, infatti, riporta i battiti per minuto

(BPM), la forma d’onda, la chiave musicale…

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Page 47: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Tutte informazioni essenziali per i DJ, ma che possono risultare utili e

interessanti anche al semplice appassionato o a chi si vuole cimentare nei

DJ-set casalinghi o per le feste degli amici.

Non mancano gli elementi che già caratterizzavano la precedente

versione ed hanno contribuito a rendere Beatport un punto di riferimento per

gli appassionati e gli addetti ai lavori dei generi comunemente definiti “da

discoteca”: anteprime di ogni brano di circa un minuto, catalogazione

dettagliata di generi e sotto-generi musicali, classifiche aggiornate sugli

artisti più seguiti del momento e possibilità di conoscere altri artisti sulla

base delle proprie preferenze. Insomma, un sistema più completo di questo è

impossibile da trovare nel mondo musicale dell’elettronica dance.

Non è un caso che Matthew Adell, ceo di Beatport ed egli stesso DJ,

abbia definito il nuovo portale come un “sito disegnato per i DJ dai DJ”.

Altre due novità interessanti sono costituite da Beatbot, un software

intelligente simile al Genius31 di iTunes, che identifica brani simili a quello

che si ha acquistato nell’ultimo ordine, e BeatWiki, che ambisce a diventare

una vera e propria enciclopedia open source dell’elettronica che conterrà

oltre 70.000 schede di artisti e 8.000 schede di case discografiche.

Non è il primo restyling: aggiornamenti importanti si erano già avuti

in altre occasioni, nel 2005 e 2007.

Con una crescita del 31 per cento nell’ultimo anno, Beatport ha tutte

le carte in regola per restare al suo posto e migliorare ancora: lontano dai

piani alti della musica online, dove risiede Apple iTunes, ma ben saldo nella

propria - e tutt’altro che irrilevante - nicchia di mercato.

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31 Genius setaccia la libreria iTunes per trovare pezzi che stanno bene insieme.E’ un algoritmo che tramite alla memorizzazione degli ascolti di una determinata traccia, identifica quali possano essere i gusti dell’ascoltatore

Page 48: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

"La dance music sta ridefinendo la nostra cultura pop, e nessun altro sito la

alimenta come fa Beatport".

Parola di David Guetta, testimonial di lusso della piattaforma digitale nata

nel 2004 con l'obiettivo di fornire un catalogo specializzato di musica

elettronica e da club agli appassionati del genere ma soprattutto a un

pubblico di DJ professionisti.

Con un repertorio composto al 95 per cento da materiale di provenienza da

etichette indipendenti e in gran parte disponibile in esclusiva, il negozio

virtuale vanta oltre 5 milioni di clienti mensili che spendono mediamente

ben 17 dollari pro capite.

5.9 Il futuro

Lo sviluppo dei sempre più diffusi dispositivi multimediali(come

Iphone & smartphone) si pone sicuramente al centro della “rivoluzione

digitale” in cui siamo già da anni coinvolti. La possibilità di avere intere

aree geografiche coperte da reti Wi-Fi ad alta velocità (wi-fi territoriale),

agevolerà ulteriormente questo straordinario cambiamento, permettendo lo

scambio di dati, il download e l’upload di musica, video, immagini sempre

più veloce e immediato: tutto a portata di mano!

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Page 49: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Conclusioni

Compito fondamentale del DJ è quello di “selezionare” i dischi da

mixare, cioè saper scegliere una determinata canzone in una determinata

situazione, quindi il brano più adatto al pubblico di riferimento, ma che

rientri anche nello stile e nei gusti musicali del disc jockey stesso.

Il DJing32 è considerato da molti una vera e propria arte che richiede

esperienza e talento.

Oggi il “fantino dei dischi” è considerato spesso come una star del

mondo della musica, con elevatissimi guadagni, tournée, serate in tutto il

mondo e una serie di produzioni discografiche, lavora in molti studi di

registrazione, discoteche ed emittenti radiofoniche, ecc..

Insomma il DJ si è evoluto passando dall’unire i dischi al diventare

una vera e propria forza contrattuale.

Attorno al disc jockey ruota l’economia dell’intrattenimento, dei

locali, dei negozi di dischi e del loro marketing. I più bravi imprenditori

sono riusciti a creare una sinergia tra i vari settori, come nel caso Beatport il

quale è diventato non solo un sito per ascoltare e comprare musica, ma

anche un mezzo potentissimo per auto pubblicizzarsi. Questo ed altri portali

offrono all’artista la possibilità di farsi notare e apprezzare in tutto il mondo.

49

32 esercitare l’attività del DJ

Page 50: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Nell’ultimo anno però si è notata una leggera inversione di tendenza a

sfavore della tecnologia, alcuni dei più rinomati DJ al mondo infatti hanno

ricominciato a utilizzare il caro e vecchio vinile.

Malinconia? Voglia di Vintage? No: il magico disco nero non vuole

uscire dalla scena così facilmente, il suo “suono caldo” non si è mai stato

riproposto con altri mezzi. E’ proprio per questo motivo che diverse

etichette indipendenti stanno continuando a stampare nuove produzioni in

vinile, ovviamente con tiratura decisamente inferiore rispetto a una decina di

anni fa.

La certezza sta nella consapevolezza che il DJ, essendo un “artista”

tendente alla perfezione, sarà sempre alla ricerca della qualità del suono,

cercando sì l’innovazione, ma anche rispettando la classicità e la chiarezza

che l’arte richiede.

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Page 51: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Appendice

Per migliorare le osservazioni contenute in questa tesi ho intervistato

Claudio Coccoluto, DJ, ma anche remixer e produttore, ha realizzato tracce

come Belo Horizonti, arrivata ai vertici delle classifiche inglesi. Si è esibito

ovunque, da Ibiza a New York, da Londra a Parigi.

D: Chi è Claudio Coccoluto?

R: Sono un DJ, non ho mai voluto essere altro nella mia vita nel senso che

tutto il mio mondo creativo, musicale e passionale è orientato sulla musica.

Per me il DJ ha una funzione importantissima che è quella di captare il

gusto musicale e riprodurlo nel dancefloor.

Sono entusiasta nel riuscire a far ballare la gente, credo che sia la missione

definitiva del DJ, una missione benefica, qualcosa che dovrebbe accarezzare

le anime e portarle a un livello di consapevolezza musicale migliore.

L’house music è stata una musica rivoluzionaria probabilmente quanto il

rock e lo leggeremo presto sui libri, perché ha abbattuto le barriere tra le

persone. Non facendo distinzione tra religione, razza e sesso.

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Page 52: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

D: Si va ancora nei DJ-point ad ascoltare la musica?

R: Sicuramente ci vanno quelli che si abbandonano a percorsi culturali e

musicali legati al passato. Però è innegabile che quel momento di ascolto,

che molto spesso era condiviso con altre persone, è qualcosa che lascia un

segno a chi l’ha provato, ma un vuoto a chi non l’ha mai potuto

sperimentare.

Per quanto mi riguarda se non ci fosse stato il “Disco Inn” di Modena e la

sua aggregazione d’incontro con altri DJ, sicuramente non sarei arrivato fino

a qui. Quindi il ruolo sociale è il volano di quest’arte. Credo che il

passaggio cruciale sia stato che la musica ha cambiato il metodo di

trasmissione con l’mp3, ma probabilmente anche dall’avvento dell’Ipod che

ha portato tutto su una dimensione personale, un puro momento di

solitudine. La musica non si ascolta più davanti alle casse ma nelle cuffie;

questo fattore probabilmente ha portato alla nascita di una generazione di DJ

che non sente il bisogno di condividere i propri sentimenti. Cosa che ritengo

sia paradossale nell’ottica della funzione sociale che questi artisti svolgono.

D: Cosa ne pensi delle nuove attrezzature per DJ?

R: Non sono assolutamente contro la tecnologia, anzi sono sempre stato un

grandissimo amante delle novità, a casa sperimento costantemente i nuovi

software ed hardware. La tecnologia è un mezzo che libera la creatività, non

dev’essere utilizzato come strumento per limitarla o peggio ancora per

omologarla.

Non mi sembra stia avvenendo una grande rivoluzione, la tecnologia si è

evoluta per dare delle facilitazioni all’artista.

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Page 53: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Secondo me le scelte del DJ non dipendono dalla tecnologia. La musica non

viene scelta dai PC ed invece sono proprio i DJ che si giocano la serata nel

momento in cui a casa, spulciando tra i propri dischi selezionano le tracce

vagliando tra una scelta ampia di musica.

La grande comodità di traktor è quella di avere un immenso archivio (cosa

prima impensabile), permettendo di portarsi dietro tutta la discografia.

Personalmente farei confusione a ricercare una traccia tra 1000 altre. Il

potenziale di un DJ sta in una borsa da 100 dischi, la serata nasce nel

momento in cui quella borsa viene riempita. La stessa borsa la apri nei club,

secondo l’ispirazione, l’energia e la gente che hai davanti. La selezione dei

brani per me è la magia e la valutazione della qualità del lavoro del disc

jockey.

D: La tecnologia è a vantaggio per la pirateria?

R: Momentaneamente si, ma è sempre stato così. Tutto incominciò negli

anni’90 quando già i CD venivano copiati costantemente e noi ci

chiedevamo come fosse possibile che tutto questo accadesse.

Quando poi si notò che Sony era la proprietaria sia del marchio Sony

music,sia della tecnologia Sony, offrendo sul mercato i cd da masterizzare e

i registratori per cd,capimmo che il conflitto di interessi era enorme (Sony

per citare un brand ma possiamo citarne moltissimi altri, come Hitachi,

Philips, ecc).

Ora ci ritroviamo con lo stesso problema della condivisione gratuita ma

illegale dei file MP3.

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Page 54: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

Purtroppo dietro un prodotto musicale c’è sempre un grandissimo sforzo

creativo, bisogna rispettarlo e far si che venga ripagato.

D: Cosa ne pensi di Beatport?

R: Non posso parlarne né bene né male. Penso che Beatport sia lo

sfruttamento di un’intuizione commerciale. Beatport presenta un conflitto

d’interesse in quanto è il produttore del software di riferimento, il produttore

dei plugin che servono per produrre la musica e degli stessi software per

riprodurla. Beatport possiede anche Native Instrument, traktor, loop master,

praticamente c’è un unico padrone. Questo condiziona irrimediabilmente la

creatività;

E’ un po’ come se dovessimo parlare di agricoltura e il proprietario ti offre

oltre al terreno anche la zappa, il concime e i semi e poi ti compra il tuo

prodotto.

Beatport ha avuto l’intuizione di unire il tutto attraverso un software, il

quale oggi è il più usato al mondo, purtroppo ha quasi mandato in soffitta i

giradischi sl 1200 che per 30 anni sono stati lo stato dell’arte del djismo

Il problema di oggi è che un ragazzo ascolta la chart del suo DJ di

riferimento, se la scarica, senza andar alla ricerca di nuovi bravi e quindi

rischiando di non crearsi una propria identità stilistica.

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Page 55: "Il processo evolutivo del business musicale di settore: il caso Beatport"

D: Ci sarà un ritorno al vinile?

R: Lo vedo improbabile ma ci sarà una rivalutazione e una rivalorizzazione

del vinile in quanto supporto “principe”.

La mia considerazione è questa:

se come produttore faccio una traccia, la riduco a MP3 e la spedisco a 3

amici so già che diventeranno una moltitudine di copie perché il solo

passaggio attraverso la rete ad altri soggetti mette in condizione di duplicarsi

all’infinito.

Credo e spero che in un futuro chi vorrà dare un po’ di “sostanza” al proprio

prodotto sceglierà il vinile perché è meno riproducibile ed è un supporto che

da concretezza!

Il rapporto con l’oggetto stesso diventa indelebile, un disco non lo buttiamo

via, l’MP3 basta spostarlo nel cestino e sparisce facilmente.

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Bibliografia e sitografia

D. Miller Paul: Sound Unbound. Musica digitale e cultura del Sampling-Arcana Edizioni, 2011

Verbeni Luca: DJ un lupo solitario nel cuore dei giovani-Pegognana(MN)- Zapparoli Edizioni, 2006

Coccoluto Claudio & Pacoda Pierfrancesco: Io, DJ-Cles (Trento)-Enaudi Edizioni, 2007

Turban Efrain:Introduction to e-commerce-United States-Prentice Hall,2003

Kotler P.,Armstrong G.: Principi di Marketing-Milano-Prentice Hall,2006

Van Buskirk Eliot: Music mania-Milano-Mc Graw Hill,2003

Siti:33

http://www.beatport.com

http://www.beatportal.com

http://www.native-instruments.com

http://www.interlex.it/testi/141-633.htm

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33 Tutti i siti sono stati rivisitati fra il 2 e l’11 novembre 2011

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Ringraziamenti

Dopo una serie di soddisfazioni e sacrifici, sono arrivato all’ultima

pagina di questa tesi, che coincide con la fine di questo mio percorso di

studi, durante il quale ho avuto modo di ampliare le mie conoscenze

didattiche ma anche quelle personali e soprattutto lavorative.

Voglio ricordare e ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini e

che mi hanno sostenuto fino a ora, nei miei momenti di stress, felicità, alla

mia grandissima testardaggine e arroganza.

Il primo pensiero va alla mia famiglia, ai miei genitori che mi hanno

permesso di arrivare dove sono condividendo sempre le mie decisioni, e a

mia sorella Elena che sicuramente non farà la DJ da grande e sarà una

studentessa modello, avendo l’esperienza del fratello che è stato l’opposto.

Tanta stima e riconoscenza vanno al Professor Fragiacomo, che mi ha

pazientemente seguito durante questi mesi di lavoro, e ai suoi consigli che

sono risultati utilissimi.

Un ringraziamento particolare va a Claudio Coccoluto che grazie alla

sua disponibilità e cortesia mi ha permesso di fare un’analisi ancora più

completa su questo elaborato.

E non posso certo dimenticarmi di tutti i miei amici che mi hanno

supportato o per meglio dire sopportato tutti questi anni.

Grazie di cuore a tutti!!

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