il paese tra pensieri e azioni

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LIBERIAMOCI DALL‟INQUINAMENTO ED APRIAMO IL CUORE ALL‟AMORE Il 2009 sta volgendo al termine. Gli Italiani hanno vissuto un anno qua- si in apnea, industriandosi alla me- glio per resistere alla crisi. Si è giunti agli estremi. Addirittura, i pre- cari sono saliti sui tetti, sulle gru per protestare. Si è aggiunto, poi, un clima politico rovente avvelenato da una valanga di reciproche ac- cuse senza più limiti, misura e de- cenza. Una carrellata di escort e trans, dimissioni di dirigenti, lettere minatorie, scontri istituzionali e cor- tei in viola hanno fatto il resto. L’aggressione al Presidente del Consiglio è stata un’azione davvero abominevole; c’è davvero da pre- occuparsi per la violenza striscian- te sempre più difficile da sopprime- re. La Tv e la politica hanno fatto sfoggio del turpiloquio che sta di- ventando una componente norma- le del nostro linguaggio. Le grandi agenzie educative del Paese, pur- troppo, non sono più in grado di svolgere quel ruolo di freno di fron- te alla frantumazione delle strutture culturali profonde, degli usi e co- stumi che esistevano solo una o due generazioni fa. La famiglia, la scuola e la chiesa sembrano, per motivi diversi, non più in grado di svolgere fino in fondo la funzione educativa, che porta ad esprimersi con garbo, moderando i toni. E alla moderazione ha invitato più volte il Presidente della Repubblica. Ciò che manca è il rispetto verso l’altro. Siamo in una fase di ‚mutazione‛ dei sentimenti. Viviamo soprattutto una crisi morale e politica, oltre che economica e finanziaria. Tra i fattori determinanti - afferma il governato- re della Banca d’Italia -: la mancan- za di fiducia fra cittadini e istituzio- ni, la scarsa attenzione prestata al rispetto delle norme, l’insufficiente controllo esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori, il debole spirito di cooperazione. E’ troppo facile cavarcela, però, dan- do la colpa ai politici di turno. Die- tro le loro carenze c’è una crisi più profonda degli assetti di potere e delle culture socio-politiche. Forse ci siamo assuefatti ad una moralità elastica che, per chi ha scelto di avere un codice morale, si adatta in tutto alle proprie esigenze. Secondo il sociologo Giuseppe De Rita, non c’è più una vera élite; nes- sun blocco politico, gruppo sociale (Continua a pagina 2) ATTIVITÀ PRODUTTIVE “Lascia che la terra dove dormono anime sincere nella notte apra le porte all’amore al futuro della sincerità” Vincenzo D’Alessio INTERVISTA AD EGIDIO LATRONICO CASTELSALUMI Sommario Redazione Informa Religione Sport Cultura e Società La Redazione partecipa commossa al dolore che ha colpito il Direttore responsabile del nostro periodico, Salvatore Lovoi, per la scomparsa della cara mamma. Agli inizi di via Ro- ma, al piano terra di un imponente ca- seggiato, sorge un salumificio. E’ una struttura moderna ed all'avanguardia per attrezzature e (Continua a pagina 3) E‟ NATALE: S.O.S. VERSO IL BLU Pronunciare la parola Natale riempie il cuore di magia, di gioia, perché porta con sé storia, nascita, rinascita, sogni, ripensamenti, perdono e, ovviamente, rinnovo della fede. Non per tutti, però, è così … C’è chi non sogna più, chi non perdona o non lo sa fare, forse perché il perdonare richiede un grande lavoro interiore che necessita di riflessione ed umil- (Continua a pagina 2)

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Page 1: Il Paese Tra pensieri e azioni

LIBERIAMOCI DALL‟INQUINAMENTO

ED APRIAMO IL CUORE ALL‟AMORE Il 2009 sta volgendo al termine. Gli Italiani hanno vissuto un anno qua-si in apnea, industriandosi alla me-glio per resistere alla crisi. Si è giunti agli estremi. Addirittura, i pre-cari sono saliti sui tetti, sulle gru per protestare. Si è aggiunto, poi, un clima politico rovente avvelenato da una valanga di reciproche ac-cuse senza più limiti, misura e de-cenza. Una carrellata di escort e trans, dimissioni di dirigenti, lettere minatorie, scontri istituzionali e cor-tei in viola hanno fatto il resto. L’aggressione al Presidente del Consiglio è stata un’azione davvero abominevole; c’è davvero da pre-occuparsi per la violenza striscian-te sempre più difficile da sopprime-re. La Tv e la politica hanno fatto sfoggio del turpiloquio che sta di-ventando una componente norma-le del nostro linguaggio. Le grandi agenzie educative del Paese, pur-troppo, non sono più in grado di svolgere quel ruolo di freno di fron-te alla frantumazione delle strutture culturali profonde, degli usi e co-stumi che esistevano solo una o due generazioni fa. La famiglia, la scuola e la chiesa sembrano, per motivi diversi, non più in grado di

svolgere fino in fondo la funzione educativa, che porta ad esprimersi con garbo, moderando i toni. E alla moderazione ha invitato più volte il Presidente della Repubblica. Ciò che manca è il rispetto verso l’altro. Siamo in una fase di ‚mutazione‛ dei sentimenti. Viviamo soprattutto una crisi morale e politica, oltre che economica e finanziaria. Tra i fattori determinanti - afferma il governato-re della Banca d’Italia -: la mancan-za di fiducia fra cittadini e istituzio-ni, la scarsa attenzione prestata al rispetto delle norme, l’insufficiente controllo esercitato dagli elettori nei confronti degli amministratori, il debole spirito di cooperazione. E’ troppo facile cavarcela, però, dan-do la colpa ai politici di turno. Die-tro le loro carenze c’è una crisi più profonda degli assetti di potere e delle culture socio-politiche. Forse ci siamo assuefatti ad una moralità elastica che, per chi ha scelto di avere un codice morale, si adatta in tutto alle proprie esigenze. Secondo il sociologo Giuseppe De Rita, non c’è più una vera élite; nes-sun blocco politico, gruppo sociale

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ATTIVITÀ PRODUTTIVE

“Lascia che la terra dove dormono

anime sincere nella notte

apra le porte all’amore

al futuro della sincerità” Vincenzo D’Alessio

INTERVISTA AD

EGIDIO LATRONICO

CASTELSALUMI

Sommario

Redazione Informa

Religione

Sport

Cultura e Società

La Redazione partecipa

commossa al dolore

che ha colpito il Direttore

responsabile del nostro periodico,

Salvatore Lovoi,

per la scomparsa

della cara mamma.

Agli inizi di via Ro-ma, al piano terra di un imponente ca-seggiato, sorge un salumificio. E’ una struttura moderna ed all'avanguardia per attrezzature e

(Continua a pagina 3)

E‟ NATALE: S.O.S. VERSO IL BLU Pronunciare la parola Natale riempie il cuore di magia, di gioia, perché porta con sé storia, nascita, rinascita, sogni, ripensamenti, perdono e, ovviamente, rinnovo della fede. Non per tutti, però, è così … C’è chi non sogna più, chi non perdona o non lo sa fare, forse perché il perdonare richiede un grande lavoro interiore che necessita di riflessione ed umil-

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Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 2

o comunità riesce a coagulare un pensiero collettivo capace di andare oltre la quotidiana prigione delle opinioni formulate a getto continuo. Questa crisi investe anche le varie associazioni di volon-tariato, che sono spinti all’autoreferenzialità, ad appiattirsi sui servi-zi organizzati e gestiti, piuttosto che a collegarsi per promuovere azioni di cambiamento sociale. Viviamo in un’epoca di cinismo, di avidità, di chiusure settarie, senza ideali. Anche le nostre radici cri-stiane vengono annullate da sentenze discutibili. Il sangue dei cri-stiani inchiodati a morte pesa gravemente sulle coscienze distratte del mondo. La voce del Papa tuona forte. Per Benedetto XVI, i mass-media abituano al male, che viene raccontato, ripetuto, am-plificato, facendoci diventare insensibili e, in qualche modo, intos-sicandoci, perché il negativo non viene smaltito, rende duri i cuori e cupi i pensieri. C’è un inquinamento spirituale, altrettanto perico-loso di quello atmosferico, di cui si stanno occupando 192 Paesi a Copenaghen. In attesa che i Grandi si mettano d’accordo, si va diffondendo la consapevolezza che anche i comportamenti dei singoli possono contribuire alla causa. Si tratta di cercare uno stile di vita che non preveda di rinunciare ai consumi, ma pesi di meno sull’ambiente. A volte basta poco. La raccolta differenziata porta a porta e piccoli accorgimenti tendenti al risparmio contribuiranno senz’altro al miglioramento della situazione. Dallo scenario gene-rale passiamo a quello locale che non è certo confortevole. Siamo una comunità ‚letargica‛, che si va assottigliando ogni giorno di più, con la scomparsa, durante il corso dell’anno, di 25 persone, soprattutto anziane e la nascita di appena 10 bimbi. La crisi si fa sentire anche da noi in quanto sospendono o terminano la loro attività ben 4 imprenditori – se così vogliamo chiamarli – e questo ci rammarica fortemente. Durante il periodo natalizio nel paese si assiste al rientro degli studenti universitari che portano una nota di allegria, ma alla partenza di molti anziani che vanno a trascorrere le vacanze al nord, dai figli. Tante porte si chiudono. Noi procedia-mo con lentezza e rassegnazione e intanto improvvisiamo giudizi senza fondamento, puntando il dito accusatorio sugli altri. All’entusiasmo iniziale che porta alla realizzazione di lodevoli inizia-tive, subentra la delusione per il mancato consenso da parte degli altri, che si divertono a denigrare. E’ la guerra dei poveri, come scrive Maria Pina Ciancio ‚è una guerra senza guerra/senza elmet-ti né bombe/ solo parole ubriache smarrite tra le assenze‛. In un tempo così difficile come quello che stiamo vivendo, sono due le tentazioni da evitare. La prima è quella di vedere solo male attorno a noi. La seconda è, invece, quella di rinchiuderci nel nostro picco-lo mondo, qualunque esso sia. Noi tutti abbiamo un compito im-portante e delicato che è quello di rianimare la vita di Castelsara-ceno. Ci auguriamo che la scena della Natività possa illuminare di speranza anche la nostra comunità. Recuperare l’autentico signifi-cato del Natale, ridare il giusto valore alla vita può aiutare a voltare pagina e a risollevarci. Il messaggio cristiano, oggi, è necessario più che mai e non sopporta indifferenza, ritardi ed accomodamen-ti. Apprezziamo l’azione educativa della Scuola che ogni anno, in occasione del Santo Natale, prepara recite e mostre, modellando l’arte per costruire la solidarietà, con l’adozione a distanza. Andia-mo, dunque, incontro al Signore per dare ai nostri giorni senso e direzione.

La Redazione

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Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

tà. Gesù nasce proprio per questo, per permettere a noi, che mandiamo un S.O.S. verso il Blu, di trovare la serenità di andare verso l’altro senza indugio. Il pri-mo passo da fare, allora, è quello di cre-dere nelle proprie buone intenzioni. Pur-troppo, ci giustifichiamo con i pretesti più strani, ci appelliamo alle leggi della natu-ra, dell’istinto, della cultura, della moda. Oltre alla nostra situazione personale, dobbiamo affrontare anche le paure e-sterne. Navighiamo in un mare di pe-sciolini rossi dove gli squali sono in ag-guato: la fine del mondo nel 2012 ci assil-la; se consideriamo, però, il calendario dei Maya, questa data coincide con la fine dei 5000 anni, quando si ‚ricomincia la conta degli anni … quindi ci sarà la ri-nascita!!. Il crocifisso è oggetto di contrasti e divi-sioni: chi lo vuole, chi non lo vuole, chi lo vuole sulla bandiera dell’Italia e chi no. Smettiamola con queste bassezze e nel nome del Santo Natale troviamo il posto giusto: nel nostro cuore, così nessuno potrà toglierlo. Periodo difficile, questo: crisi di rapporti umani, esistenziali e crisi economica. In mezzo a tutta questa confusione, cer-chiamo di riconciliarci prima con il Verbo incarnato, rinnovando il nostro cuore, mettendo amore dove c’è odio, serenità dove c’è ira. Se pensiamo positivo in questo periodo favorevole che è il Natale e doniamo noi stessi senza fronzoli, tutto prenderà una piega giusta, se noi lo vo-gliamo (s’intende) priva di disagi sociali. Natale arriva per liberare i comuni e semplici rapporti umani da ogni calcolo e da ogni interesse. Allora, noi tutti cer-chiamo di mettere sotto esame la nostra coscienza, ripuliamola e riempiamola di speranza ed amore. Una volta rinnovati e cambiati, usciamo fuori dal nostro ‚io‛ e, se ci riusciamo, facciamo diventare ogni giorno Natale! Buon Natale, in particolare, A chi soffre Ai terremotati dell’Aquila Agli alluvionati di Messina A chi è in guerra A chi è solo. A chi ha la gioia dentro e la dà agli altri.

Carmela De Mare

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Page 3: Il Paese Tra pensieri e azioni

strumentazioni di lavoro; la sala ven-dita è accogliente ed è molto curata l’igiene. Mi viene incontro Egidio, un giovane di 39 anni, al quale rivolgo le seguen-ti domande. D. Signor Egidio, quando ha dato l’avvio a questa attività? R. Ho iniziato nel 2001 ed ho ottenuto l’agevolazione del prestito d’onore, ma già da due anni mi stavo impe-gnando sia per attrezzare i locali di mia proprietà sia per apprendere l’arte di fare i salumi. D. E’ stato facile ottenere il prestito d’onore? R. Prima di avere la concessione, fui invitato a fare un’indagine di merca-to. In quel periodo, c’erano solo le aziende semindustriali di Picerno e di Agromonte che producevano grossi quantitativi di salu-mi ed usavano gli additivi. Io mi pro-posi di avviare il salumificio a con-duzione familiare, usando la stessa tecnica lavorativa dei miei antenati, senza conservanti né coloranti, pre-parando i condimenti con il finoc-chietto selvatico, detto ‚iore‛, raccolto al Tornatore, alla Cerasia, il peperon-cino piccante e dolce di Senise, che richiede una preparazione particola-re: viene prima essiccato, poi infor-nato e successivamente macinato. D. Da chi ha appreso l’arte della pre-parazione dei salumi? R. Dalla mia famiglia: mia madre mi ha insegnato la lavorazione e mia nonna Antonietta la stagionatura te-nendo conto delle temperature. D. Quale nome ha dato al salumifi-cio? R. Ho voluto chiamarlo CastelSalumi, per il desiderio di promuovere, valo-rizzare, far conoscere il paese e la genuinità dei suoi prodotti, molto apprezzati, perché il clima è favore-vole alla stagionatura.. D. Quali sono i principali prodotti? R. Si possono acquistare: la salsiccia dolce, piccante e semipiccante, la soppressata, il capicollo, la pancetta arrotolata, la prosciuttella, il guancia-

le. Sono conservati sot-tovuoto e sotto sugna e, su prenotazione, anche nella vescica, per tra-mandare le nostre anti-che tradizioni. D. Ha anche un alleva-mento di maiali? R. Per un paio di anni ho allevato anche i maiali al Piano dei Campi. C’era un vec-chio ovile ed io l’ho tra-sformato in una porcilaia fatta a nor-ma di legge con impianto idrico, elet-trico, con i box in ferro zincato, con gli scoli che vanno nelle vasche di decantazione. D. Qual è il suo bacino di utenza? R. Certamente non mi sono fermato a Castelsaraceno, ma ho servito punti-vendita soprattutto nel Matera-

no, dove i nostri salumi sono molto richiesti. CastelSa-lumi è arrivato an-che in Liguria, Lom-bardia, Emilia Ro-magna, Campania, Puglia. D. Come sta an-dando ora l’attività? R. Fino a un paio di

anni fa è andata più che bene. I miei salumi erano richiesti per i sapori particolari. La crisi, purtroppo, si sta avvertendo anche a Castelsaraceno e il mio settore è davvero compro-messo per tanti motivi. Prima di tutto, nel giro di pochi anni, nell’area sud della Basilicata sono stati aperti altri 10 salumifici: a Pietraferrata (Lauria), Pecorone, Castelluccio Inferiore, Sarconi, Villa D’Agri, Ciri-gliano, Gorgoglione, San Chirico Raparo, Stigliano, San Giorgio Lu-cano. Così c’è la guerra dei poveri. Ci dovrebbe essere maggiore tute-la nel dare le autorizzazioni. Nel Materano, molte fabbriche sono chiuse; i clienti, che facevano ab-bondante richiesta dei miei salumi, ora sono senza lavoro, hanno il mutuo da pagare per la casa ac-quistata e, quindi, rinunciano ai prodotti di nicchia. C’è da aggiun-gere che Castelsaraceno resta an-cora un paese isolato, difficile da raggiungere, è senza infrastrutture,

senza alberghi, senza servizi nelle vicinanze del centro abitato. Devo far rilevare anche che i ristoratori sono più propensi ad acquistare i prodotti industriali piuttosto che servirsi della produzione artigiana-le. D. Nello svolgimento della sua atti-vità ha ricevuto qualche sostegno da parte degli organi competenti? R. Devo, purtroppo, ammettere che ho proceduto sempre da solo. In 10 anni non ho avuto mai il piacere di parlare con qualche assessore alle attività produttive o di ricevere incoraggiamenti, suggerimenti o proposte come quella, per esem-pio, di promuovere la sagra dei salumi, in particolare della ‘nuglia. Devo constatare che la tutela com-merciale non c’è. A Castelsaraceno c’è soltanto la tutela assistenziale e quella clientelare. Così il paese non cresce, anzi si spopola sempre di più. Ci vogliono progettazioni, spor-telli di informazione e apertura ver-so gli altri. D. Quali sono le prospettive per il futuro? R. Considerata la situazione critica attuale, insieme a mia moglie ho deciso di sospendere l’attività in attesa di tempi migliori. Signor Egidio, la ringrazio per la sua disponibilità, per il suo lodevo-le impegno nel portare avanti il sa-lumificio e le auguro di riprendere quanto prima la lavorazione dei salumi, per continuare a tramanda-re l’aroma e la qualità del salame tipico ‚castellano‛.

Teresa Armenti

(Continua da pagina 1)

Attività produttive Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 3 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

INTERVISTA AD EGIDIO LATRONICO “CASTELSALUMI”

Page 4: Il Paese Tra pensieri e azioni

Redazione informa Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 4

REDAZIONE INFORMA

Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

Lauree: Presso l’Università Commerciale ‚Luigi Bocconi‛ di Milano, si è laureato Daniele Cirigliano

nel corso di laurea Economics and Management of Innovation and Technology, con voto finale di 102/110. La sua tesi si basa su una profonda analisi di ricerca sulle determinanti di entrata e sopravvivenza di giovani aziende (start-ups) nel mercato americano delle telecomunicazioni. Il titolo della tesi è: "The entry and survival in the U.S. Telecommunication Industry" , lavoro svolto con il relatore Franco Malerba e controrelatore Roberto Fontana. Cari auguri da parte della Redazione.

Congratulazioni a Mary Lufrano, figlia della nostra compaesana Lardo Bettina, che ha conseguito la

laurea con 110 e lode in Lingue e letterature straniere all’Università del Salento in data 27/11/2009.

Raccolta differenziata Dal 16 novembre 2009 è partita la raccolta differenziata con il sistema porta a porta secondo il seguente ca-lendario: Rifiuti Pericolosi: tutti i giorni presso gli appositi contenitori Ingombranti e RAAE: su prenotazione con gli operatori Abiti usati: primo martedì del mese.

Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato

BIANCO ROSSO GIALLO ROSSO AZZURRO ROSSO

Carta Organico Plastica Organico Vetro

e alluminio Organico

CONCORSO NATALIZIO

PRESEPE IN CASA - PRESEPE IN MOSTRA PRESEPE ENTI

Allo scopo di valorizzare la tradizione cristiana del Na-tale, il Punto Ludico e la Parrocchia Santo Spirito di Castelsaraceno, indicono il terzo concorso natalizio per il miglior presepe in casa, presso gli enti ed in mo-stra.

REGOLAMENTO

1. Al concorso possono partecipare singoli individui, famiglie scuole e negozi. 2. Ciascuno dei predetti allestirà presso la propria abi-tazione o sede un presepe, non sono previsti limiti circa le dimensioni e le tecniche da usare. 3. Le famiglie, enti o scuole faranno pervenire entro la data del 29 DICEMBRE 2009 la propria adesione. 4. Per quanto attiene al presepe in casa e presso gli enti, a seguito di un preavviso telefonico, un’ apposita commissione composta da Parroco o Rappresentan-te laico della Parrocchia, Rappresentante delle asso-ciazioni, visiterà i presepi. 5. Sarà premiato il primo classificato, a tutti gli altri partecipanti sarà donato un attestato in ricordo della manifestazione.

6. La premiazione dei partecipanti avverrà il giorno 6 GENNAIO 2010 dopo la Santa Messa. PER ULTERIORI INFORMAZIONI e per l’ISCRIZIONE al concorso RIVOLGERSI a Viola De Santis 0973/ 832513 e Rosangela Giovinazzo 0973/832084. Tutti i bimbi della terra possano da questo Natale guardare oggi al loro futuro, e viverlo domani, con la gioia e il sorriso tipico della loro tenera età. Auguria-mo che la luce e l’amore del Signore risplenda nei volti e nei cuori di ogni creatura.

La Ludoteca

Page 5: Il Paese Tra pensieri e azioni

Redazione informa Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 5

Il bando per la concessione di age-volazioni per lo sviluppo e l’innovazione delle piccole e medie imprese può contare su una dotazio-ne finanziaria di 50 milioni di euro. L’avviso pubblico è rivolto, in partico-lare, alle PMI che da almeno 6 mesi hanno un’unità locale nel territorio della regione Basilicata e sono re-golarmente costituite con iscrizione al registro delle imprese nel territo-rio di competenza. Inoltre, per poter accedere alle agevolazioni, le PMI devono essere in possesso, alla data di presentazione della domanda tele-matica, dei seguenti requisiti: avere la piena disponibilità dell’immobile dell’unità locale o del suolo ove de-ve essere realizzato il programma d’investimento; operare nel rispetto delle vigenti norme in materia di edilizia ed urbanistica, lavoro, pre-venzione degli infortuni e salva-guardia dell’ambiente; essere in regola con la normativa vigente in materia fiscale, assicurativa, previ-denziale, di applicazione del C.C.N.L., del contratto di categoria, di diritto al lavoro dei disabili, nonché con il pa-gamento dei tributi locali; possedere

una situazione di regolarità contributi-va per quanto riguar-da la correttezza nei pagamenti e negli adempimenti previ-denziali, assistenziali ed assicurativi; tro-varsi in regime di contabilità ordinaria; non rientrare tra coloro che hanno ricevuto e, suc-cessivamente, non rimborsato o de-positato in un conto bloccato, gli aiu-ti che sono individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione Europea; non rientrare tra coloro che non hanno rimborsato alla Regione Basilicata l’agevolazione a seguito di rinuncia o revoca del contributo. So-no ammissibili i programmi che pre-vedono un investimento complessi-vo non inferiore all’importo di € 30.000,00. Il finanziamento massimo concedibile non supererà il milione di euro e sarà destinato a quelle atti-vità economiche appartenenti ad uno dei settori della classificazione Ateco 2007. Sono agevolabili i se-guenti investimenti in attivi materiali o immateriali, la cui elencazione ha

mero carattere esem-plificativo e non e-saustivo: Innovazio-ne tecnologica; In-novazione organiz-zativa; Innovazione commerciale; Soste-nibilità ambientale; Certificazioni; Sicu-

rezza sui luoghi di lavoro; Utilizzo d e l l e T I C ( T e c n o l o g i e dell’Informazione e della Comunica-zione). Sono ammissibili: spese per proget-tazione e studi; spese connesse all’investimento materiale; spese connesse all’investimento immateria-le; spese connesse all’acquisizione di s e r v i z i ; s p e s e c o n n e s s e all’acquisizione di certificazioni, inte-se come importo pagato dalla PMI all’organismo certificatore o attesta-tore per l’acquisizione della certifica-zione. Il bando è stato pubblicato sul BUR n.51 del 16/11/2009. Le domande telematiche possono essere inviate a decorrere dalle ore 9.00 del 25 gennaio 2010 fino alle ore 17.00 del 20 maggio 2010.

Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

Bando PMI, a chi è rivolto e quali le attività ammissibili

COME COMBATTERE IL VIRUS DELL‟INFLUENZA “A” I consigli del dr. Pasquale Gallo

Il virus A è arrivato: in molte regioni la pandemia si sta diffondendo a mac-chia d’olio. A Castel-saraceno ora siamo in una fase di remis-sione del contagio, grazie alle bassissi-

me temperature, ma..sicuramente avremo una notevole ripresa nel pe-riodo primaverile! La buona notizia? Non è pericolosa. Passa in tre giorni e al quarto i sintomi scompaiono di colpo. Vediamo le regole da seguire per guarire alla svelta (se la si pren-de) e/o per non prenderla (se si sta molto in giro). Regola numero 1: ti senti male, hai febbre e mal di gola? Stai a casa e non prendere freddo (rischio compli-canze anche gravi di broncopolmo-nite). Ai primi sintomi è meglio fer-marsi a casa, invece di fare gli eroi. Si è infettivi già quattro giorni prima

della comparsa dei sintomi e lo si rimane fino alla scomparsa della febbre. Regola numero 2: non drammatizza-re. Ci si preoccupa solo dopo il quar-to giorno di febbre. Prima, anche se siete a letto con quaranta, è tutto normale. Inutile intasare il pronto soccorso facendo file inutili. Regola numero 3: si può anche non prendere, ecco come le precauzioni da prendere rimangono quelle già dette e ripetute: - Lavarsi spesso le mani - Stare a un metro di distanza da chi tossisce o starnutisce, - Non frequentare luoghi troppo affol-lati. Se vi è già venuto un attacco di pani-co, potete chiamare il numero verde 1500 del Ministero della Salute, attivo da lunedì a venerdì dalle 8.00 alle 18.00. Questo, per adesso, è un virus legge-ro, che nel 99 per cento dei casi non

dà complicazioni. I sintomi sono: feb-bre elevata (39/40) per tre giorni, tos-se, mal di gola (faringodinia), difficol-tà respiratorie (nei casi gravi). Si chiama il medico solo nel caso in cui (al quarto giorno) non cala la febbre e non passa la tosse. In generale, direi che potete lavarvi le mani per il tempo in cui riuscite a cantare: ‚Tanti auguri a teee‛. Per limitare la pande-mia, togliendo terreno al virus, sa-rebbe auspicabile VACCINARSI con-tro il nuovo virus H1N1, almeno per i soggetti più a rischio! Per chi non è a rischio basta controllare la T corpo-rea con il paracetamolo (tachipirina, efferalgan); non usare l'aspirina (ac. acetilsalicilico) come antipiretico per il rischio di una sindr. di Reye. Nelle complicanze o nelle persone a rischio che contraggono l'influenza è consigliabile l'uso di antivirali consul-tando il proprio medico.

Dott. Pasquale Gallo

Page 6: Il Paese Tra pensieri e azioni

Redazione informa Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 6 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

Agricoltura: cosa prevede la legge sulla raccolta delle olive.

“Abbandonano” letteralmente i pro-pri campi, rinunciano a provvedere alla raccolta dei loro prodotti, per paura di avere delle multe. E’ un fe-nomeno che si sta diffondendo, negli ultimi mesi, nelle campagne lucane e che riguarda soprattutto chi ha pic-colissimi appezzamenti di terreno. Perché, si sa, che tradizione vuole che il compenso sia generalmente sotto forma di prodotto, il 50% di olio proveniente dalle olive raccolte. E che, a dare una mano nella raccolta, in riferimento a chi non vive e non ha grossi ricavati in termini economici dal raccolto, siano amici o cono-scenti. Sono diversi gli esempi se-gnalati di agricoltori che hanno do-vuto farsi carico di multe salatissime, che in alcuni casi arrivano anche a diverse migliaia di euro, perché in seguito a controlli sono stati trovati non in regola in materia di occupa-zione degli addetti chiamati a lavora-re temporaneamente per la raccolta delle olive. Non si tratta, sia chiaro, di episodi di latente e voluta illegalità. Piuttosto delle abitudini, consolidate

come tradizioni comuni un po' in tutti i territori, di chi per mestiere non fa l'agricoltore, ma, che una volta all'anno fa la raccolta delle olive per uso personale e maga-ri chiede l'aiuto dell'a-mico o al vicino di casa. Per il decre-to legislativo numero 276 del 2003, farsi aiutare da un amico durante la raccolta delle olive non si può fare. La norma, in vigore dal 24 ottobre 2003, consente l’apporto di lavoro gratuito da parte dei parenti e degli affini dell’imprenditore agricolo, entro il 3° grado come sancisce l’art. 74 - (Prestazioni che esulano dal mercato del lavoro) ‛Con specifico riguardo alle attività agricole non integrano in ogni caso un rapporto di lavoro auto-nomo o subordinato le prestazioni svolte da parenti e affini sino al terzo grado in modo meramente occasio-nale o ricorrente di breve periodo, a titolo di aiuto, mutuo aiuto, obbliga-zione morale senza corresponsione di compensi, salvo le spese di man-

tenimento e di esecu-zione dei lavori‛. Oppure si può ricorrere al lavoro di tipo accessorio, at-tualmente in una fase di sperimentazione, che con circolare INPS n. 94 del 27 ottobre 2008 è

stato esteso a tutte le attività agricole di carattere stagionale, effettuate da studenti e pensionati, nonché alle attività agricole, anche non stagiona-li, svolte a favore dei produttori agri-coli aventi un volume di affari non superiore a 7000 euro, che consiste nel pagamento della prestazione lavorativa occasionale ed accessoria con voucher del valore nominale di 10,00 € o multipli di 10, ritirati presso le sedi INPS dai datori di lavoro e pagabili alle Poste Italiane al valore netto, cioè dal valore nominale biso-gna togliere il 13% di contributi ver-sati alla Gestione Separata INPS e il 7% per l’assicurazione obbligatoria INAIL.

Giuseppe Lardo

ACQUA PUBBLICA?

“Negli ultimi anni e in particolare negli ultimi mesi, attorno all'acqua si è sviluppato un dibattito internazio-nale che anche nel nostro paese sta producendo azioni e legislazione. Noi viviamo l'acqua come una pre-senza scontata in tutte le attività del-la vita quotidiana (alimentari, igieni-che, produttive, ricreative). Attorno all'acqua si muovono e si intrecciano interessi. Interessi che cresceranno sempre più col crescere della crisi idrica. Per l'acqua si provocano e si provocheranno guerre e guerriglie. L'acqua è diventato uno dei beni del-la terra che possono produrre profitti, ricchezze e, quindi, disuguaglianze e ingiustizie. L'acqua è considerata da taluni soggetti economici, le multina-zionali in primis, come una merce preziosa, al pari del petrolio o dei diamanti. Questo processo di merci-ficazione, complice l’economia glo-balizzata, sta cambiando la definizio-ne di acqua da bene pubblico a pro-prietà privata, una merce che si può estrarre e commerciare liberamente. Un processo pericoloso, che deve

trovare un processo di segno opposto, che punti a mantene-re inalterata la natura dell'acqua e a riaffer-mare il diritto all'ac-qua come un diritto naturale, che vada oltre il riconoscimento del legislatore, in quanto legato alla natura stessa dell'uomo. L’acqua è vita, è un bene essenziale ed insostituibile per la vita di ogni essere vivente. Ed è diritto inviolabile dell’uomo l’accesso all’acqua potabile e a quella neces-saria per il soddisfacimento dei biso-gni collettivi. L'acqua è un diritto uni-versale, inalienabile ed indivisibile, che può essere annoverato fra quelli cui fa riferimento l’art. 2 della Costitu-zione della Repubblica Italiana. Ma, in maniera quasi clandestina, in tota-le assenza di un doveroso dibattito politico e pubblico, e manipolando la realtà, spacciando la decisione co-me imposta dall'Europa, il 9 settem-bre 2009, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che mo-

dificando l’articolo 23 bis della Legge 133/2008, non solo apre la strada alla p r i v a t i z z a z i o n e dell'acqua (di fatto già realizzata con pessimi risultati in molte parti

d'Italia) ma la rende obbligatoria. Infatti, la modifica apportata prescri-ve l'affidamento ai privati del servizio idrico tramite gara. La novella legisla-tiva annulla così i margini concessi alle amministrazioni locali dall'art. 23 bis della legge n. 133/2008, che con-sentiva di mantenere la gestione ‚in house‛ nei servizi fondamentali co-me l'acqua. Un decreto palesemente incostituzionale, perché getta le basi per la mercificazione (e quindi la possibile/probabile violazione) di un diritto individuale irrinunciabile. Di fatto, gli Enti Locali vengono espulsi per legge, non solo dalla gestione del servizio idrico, bensì di tutti i ser-vizi pubblici locali, tra cui il tratta-mento dei rifiuti e il trasporto pubbli-co locale.

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Redazione informa Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 7 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

NEL DIRETTIVO DELL‟ANPCI I SINDACI DI NEMOLI E

CASTELLUCCIO INF. E UN ASSESSORE DI CASTELSARACENO

NEMOLI – Aumenta la rappresentanza lucana nel Direttivo dell’Associazione Nazionale dei Piccoli Comuni Italiani. Con il riconfermato sindaco di Nemoli, Antonio Filardi, sono entrati a far parte del consiglio il primo cittadino di Castelluccio Inferiore, Roberto Giordano, e l’assessore comunale di Castelsaraceno, Alessandra De Santis. L’elezione è avvenuta in occa-sione del X Congresso dell’Anpci, svoltosi a Roma presso il Campidoglio, alla presenza dei sot-tosegretari Gianni Letta e Michelino Davico. L’associazione - che tutela i paesi sotto i 5 mila abitanti - ha discusso della salvaguardia dei piccoli centri, della gestione associata dei servizi, del mantenimento dell’autonomia e l’entità comunale dalle scuole, alle poste, sanità, viabilità,

trasporti ecc. La presidente, Franca Biglio, ha sostenuto che, per incentivare la presenza dell’uomo sul territorio, ne-cessita un federalismo solidale. Il 18 dicembre si terrà a Roma la prima riunione dell’ANPCI. In attesa di consegnare, nel 2010, la chiave dei comuni - presa in consegna lo scorso anno alla Festa Nazionale di Nemoli - Filardi e la dele-gazione lucana hanno sollecitato il Governo a rinnovare il rimborso dell’Iva, sui lavori del post terremoto ‘90, e la pos-sibilità di contrarre mutui per le energie rinnovabili.

Salvatore Lovoi Alessandra De Santis è stata eletta all’assemblea nazionale del PD alle primarie del 25 ottobre, ha partecipato alla prima riunione che ha eletto gli organismi dirigenti del Pd, tra cui la Presidente Rosy Bindi e fa parte anche dell’assemblea regionale del Pd, che terrà la prima riunione il 22 dicembre a Potenza. Dalla Redazione congratu-lazioni. Ad maiora semper !

Nel borgo antico della Rabatana di Tursi, presso il Palazzo dei Poeti si è svolta la quinta edizione del concor-so nazionale in lingua dialettale ‚Albino Pierro‛ organizzato dall’associazione culturale ONLUS ‚Magna Gre-cia Lucana‛ che ha sede a Torino, di cui è presidente Maria Domenica Celano. Valerio Cascini ha parteci-pato alle 3 sezioni del concorso ed ha conseguito 2 primi premi con ‚La luna pacciaredda “ per la sezione B a tema libero, con la raccolta ‚Un’appress a l’ata‛ per il libro inedito, sezione C e il quinto premio per la sezio-ne A ‚Befana primitiva‛. Anche alla quarta edizione del concorso di poesia ‚Città dei Sassi‛ di Matera ha ot-tenuto il secondo premio con la poesia ‚Eriva curaggio‛.

Teresa Armenti è stata premiata alla terza edizione del Premio Prata “I premi della Parola 2009” nell’arcibasilica dell’Annunziata di Prata U.P. in provincia di Avellino, per la poesia religiosa ‚Aliti d’Amore – Venti anni di appuntamento con Gesù‛. Al concorso ‚Albino Pierro‛ ha ricevuto il secondo premio per la se-zione B a tema libero con la raccolta ‚’Nu pitticeddo, ‘nu pinnineddo, tirituppiti ‘nda Casteddo‛.

All’VIII edizione del concorso Opere d’Arte 2009 organizzata dalla Camera del Commercio di Potenza, il foto-grafo Enzo Lardo ha conseguito il primo premio (sezione professionisti) con la sequenza fotografica ‚Suonatori dell’Appennino Lucano‛. Le fotografie riguardano la musica e gli strumenti tradizionali della cultu-ra contadina in Basilicata e, più in particolare, della provincia di Potenza. Si va dagli zampognari del Pollino alle ciaramelle del Monte Sirino, dal cupa- cupa agli organetti di Avigliano e Lauria fino all’arpa di Viggiano. Ritratti, feste popolari e religiose, percorsi di alta quota dove immagini e suoni sono più intensi e suggestivi e riportano ad un passato che ancora ci appartiene. Tre amici non più giovani ripercorrono sentieri, melodie ed emozioni in uno splendido pomeriggio di primavera. Enzo Lardo vive a Lagonegro e con la sua ditta IN OUT nel centro storico in via San Leonardo, 4 (sotto la farmacia), svolge l’ attività di fotografo nei settori del ritratto, del reportage di matrimoni e cerimonie, della pubblicità e del documentario.

Ai premiati, vive congratulazioni dalla Redazione.

RICONOSCIMENTI CULTURALI DEL 2009

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DIRETTORE RESPONSABILE: SALVATORE LOVOI LA REDAZIONE: V. CICCHELLI, T. ARMENTI, C. DE MARE, M. TEMPONE, C. LARDO, R. GIOVINAZZO, G. LARDO

DISTRIBUZIONE A CURA DI G. CANDIA

GLI ARTICOLI RISPECCHIANO LE IDEE DEGLI AUTORI CHE NE ASSUMONO LA RESPONSABILITÀ

GLI ANZIANI A CASTELSARACENO Condizioni, bisogni, aspettative

Da circa 6 anni, sto vivendo una entusiasmante ed emozionante esperienza con alcuni anzia-ni di Castelsaraceno, a me affidati dalla cooperativa Arca di Viggianello in collaborazione con l’amministrazione comunale e con il servizio socio-assistenziale, che ringrazio per la disponi-

bilità nei miei confronti. Al momento, sto assistendo presso le loro abitazioni 11 anziani, la cui età varia da 70 a 95 anni. Devo innanzi tutto dire che con loro ho stabilito un rapporto sincero, sono i miei amici che non tradiscono, i miei maestri di vita. A loro posso confidare le mie pene ed io per loro sono la spalla su cui poggiare, fiduciosi, il ca-po. Carichi di esperienza, lanciano a noi giovani segnali che spesso non teniamo in considerazione. Solo con lo sguardo ci fanno capire che hanno bisogno di affetto, di attenzione e di essere ascoltati quando si mettono a rac-contare il loro passato. La gioventù di oggi, purtroppo, è presa dalla corsa verso l’effimero e trascura le persone avanti negli anni. Io, in qualità di operatrice socio-assistenziale, sto a contatto con loro tutti i giorni, mi diverto molto, scherzo con loro, li faccio ridere, li accarezzo e li abbraccio, tengo sempre le loro mani rugose a contatto con le mie, e cerco di trasmettere amore e sicurezza. Mi sento di compiere una missione badando, a seconda delle ne-cessità, alle faccende domestiche, alla cucina ed all’igiene della persona stessa. Le 23 ore settimanali distribuite agli anziani, comunque, sono davvero poche. I nostri cari hanno bisogno di assistenza continua e di tanta compagnia.

Maria De Mare

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ALLE AMICHE LUCANE di Vincenzo D’Alessio

Basilicata, cuore greco

fiumare di sassi e di torrenti

nell’oceano silente del Raparo

atomi oscuri le donne affaccendate

nel lavorio dei ritorni antichi

pecore sotto la verga pastorale

nelle nebbie furtive del Favino

piccoli laghi verdi cuori persi

morti silenziose e vane speranze

dov’è il giullare del maggese

fantoccio arboreo sul malpiede bianco?

Ride il bambino quasi fosse un gioco

l’andare il venire senza mai riposo.

Questi versi sono nati dall’incontro, il primo giugno 2009, alla sorgente ‚Acqua Russo‛ del pastore con il bambino sul motocarro, che veniva dal suo percorso dal Metaponti-no. Il bambino è lui. Il gioco del tempo che scorre come la transumanza per noi; peco-re sotto la verga del tempo che comanda e ci conduce dal nascere alla fine: che è, poi, un ritorno alle origini. Gli atomi (perché ge-

nerano la vita) sono le donne lucane vestite di nero. Le vane speranze sono i giovani che emigrano e i loro ritorni, sicuri del cambiamento nel paese di origine che, però, non avviene (mai, purtroppo!). Il giullare del maggese è l’anziano che si avvia nel bosco alla ricerca della ‘ndenna e della cunocchia: giullare perché dà inizio alla festa e ai giochi della comu-nità castellana,. Il traslato vale per tutti i luoghi e per l’alternarsi delle vi-cende umane: gioia e sofferenze, fatiche e speranze. Il resto è paesaggio mobile e sofferto della Lucania, (D’Alessio)

Natale 2009

Natale in un tocco,

in un fiocco.

Sarà come quello di prima.

Lo scarto, un riciclo. Il bambino

…...ci viene a trovare.

Un ricomincio alla fine.

Una stella , il camino,

un ginocchio all'altare.

un tappo, uno strappo,

un dolce pregare.

Natale e Bbefana

Natale chiama a neve

e hedda scenne e vene;

sopa paglia e feno

‘u uagnuneddo trema.

S'affaccia mo dda stella

e u ciuccio sbuffa appena.

A vertula è già cchiena

pur'a Bbefana vene,

ma fatte le spartenze

c'è chi tene e nu tene.

Vendo i zampogna

Nu li hì appresso appresso .

A nu bello mumendo

ti ci parà nnanz'

e ci parlà cu vendo.

Li fa capace e ti li custirisci rainda a

casa.

Ca po' ngurto a Natale

ci unghià a zambogna

e afilirato raind' u iataturo

li fa na bella vamba a ddu crìaturo.

Valerio Cascini

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Costume e Società Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 9 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

FESTA DELL‟IMMACOLATA ….‟A MARONNA „I PIRTUSA VOTT‟

La Chiesa cattolica cele-bra l'8 dicembre la solen-nità dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, .la festa p i ù i m p o r t a n t e dell’Avvento. Nella devo-zione cattolica l'Immaco-lata è collegata con le apparizioni di Lourdes (1858). La storia della devozione per Maria Im-macolata, però, è molto più antica, infatti, dal 1476 la festa venne intro-dotta nel Calendario ro-mano. Sulle piazze d’Italia predicatori celebri tessevano le lodi della Vergine Immacolata: tra essi ricordiamo San Leo-nardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena. Nel 1830 la Vergine apparve a Santa Ca-terina Labouré, la quale diffuse poi una ‘’medaglia miracolosa’’ con

l ’ i m m a g i n e dell’Immacolata. Questa m e d a g l i a s u s c i t ò un’intensa devozione e molti vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani. Così l’8 dicembre 1854 Pio IX pro-clamava la ‘’donna vestita di sole’’esente dal pecca-to originale, tutta pura, cioè Immacolata. Quat-tro mesi dopo le appari-zioni di Lourdes ci fu una prodigiosa conferma del dogma. Una conferma che sembrò un ringrazia-mento per l’abbondanza di grazie che dal cuore dell’Immacolata piovvero

sull’umanità. A Castelsaraceno il giorno dell’Immacolata è legato all’abitudine di iniziare il vino novello. Nelle cantine c’è un viavai di maschi

che si invitano a vicenda fino a tarda sera. Non si conosce, comunque, il motivo di questa tradizione, forse perché la giornata viene associata al miracolo delle nozze di Cana, o forse è in riferimento alla verginità di Ma-ria ,o anche perché tante volte si ha la necessità di abbinare il sacro con il profano; alla festa di S. Antonio, per esempio, viene unito il rito dell’Ndenna e della Cunocchia che di sacro non ha proprio niente. Un’altra tradizione, legata a questo giorno, è quella di aspettare l’8 di-cembre per preparare il presepe ed allestire l’albero di Natale, tradizione, questa, che già da qualche anno si sta perdendo per scopi commerciali. Ormai, a partire dal mese di novem-bre, sono già in vista addobbi natalizi non solo nei negozi ma anche nelle nostre case. D’altronde, anche que-sta tradizione, come tante altre, con il passare del tempo verrà dimenticata … Peccato!!!

Carla Lardo

Il giorno 17 Dicembre 2009, alle ore 10:00, si è svolto un sopralluogo tec-nico sul cantiere della Fondovalle del R a c a n e l l o a l l a p r e s e n z a dell’Assessore ai Lavori Pubblici e Viabilità della Provincia di Potenza, Dott. Nicola Valluzzi, il Responsabile Unico del Procedimento della Provin-cia di Potenza - Settore LL.PP. e Via-bilità, Dott. Ing. Angelo Barbano, il Dirigente della Struttura di Progetto ‚Val D’Agri‛, Dott . Francesco Pesce, il Sindaco di San Chirico Raparo, Dott. Claudio Borneo, il Sindaco di Castel-saraceno, Dott. Ing. Domenico Mu-scolino ed il consigliere comunale Dott. Ing. Rocco Rosano. Dall’incontro è emersa chiara e netta

la volontà da parte della Provincia di Potenza di procedere speditamente con l’esecuzione dei lavori già appal-tati, senza alcuna interruzione dell’iter realizzativo, ma contempora-neamente di impostare una nuova progettazione preliminare che rece-pisce le proposte avanzate nella nota a firma del Dott. Ing. Rocco Rosano di realizzare in prossimità del Ponte San Vito un’intersezione a raso a 4 braccia tra la Fondovalle del Raca-nello e la SP 7, mediante la realizza-zione di un viadotto per l’attraversamento del torrente, e di completare l’adeguamento funziona-le di tutta l’arteria stradale nel tratto compreso tra Fosso Reale ed il cen-

tro abitato del Comu-ne di Castelsaraceno e tra il Ponte San Vito e la SS 598. In tale progettazione sarà previsto anche il completamento della SP 36 dell’Armizzone fino alla Fondovalle del Cogliandrino, in modo da completare organicamente il col-legamento viario Agri

-Sinni previsto nel Piano Regionale della Viabilità. Ovviamente ciò con-sentirà di determinare l’importo fi-nanziario complessivo necessario per il completamento dell’intera infra-struttura, finanziandolo, totalmente o anche per stralci, con le risorse re-gionali rivenienti dalle royalties petro-lifere del Programma Operativo Val d’Agri.

VIABILITÀ: FONDOVALLE RACANELLO

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Società Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 10 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE Tra sentenze, ricorsi e controricorsi

La sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo emes-sa il 3 novembre contro l'esposizione dei crocifissi nelle scuole, ha lasciato il mondo cattolico nello sconcerto. Tutti ci sentiamo offesi. La cittadina italiana di origine finlandese che fece ricorso nel 2002 chiese all'istituto comprensivo statale Vittorino da Fel-tre di Abano Terme (Padova), fre-quentato dai suoi due figli, di togliere i crocifissi dalle aule in nome del prin-cipio di laicità dello Stato. Dalla dire-zione della scuola arrivò risposta ne-gativa e a nulla valsero i ricorsi della Lautsi. A dicembre 2004 il verdetto della Corte Costituzionale bocciò il ricorso presentato dal Tar del Veneto. Il fascicolo tornò al Tribunale ammini-strativo regionale, che nel 2005 a sua volta respinse il ricorso, sostenendo che il crocifisso è simbolo della storia e della cultura italiana e, di conse-guenza, dell'identità del Paese. Nel 2006, il Consiglio di Stato confermò questa posizione. Ma ora la storia si ribalta: i giudici di Strasburgo, inter-pellati dalla Lautsi nel 2007, le hanno dato ragione, stabilendo, inoltre, che il governo italiano dovrà versarle un risarcimento di cinquemila euro per danni morali. Si tratta della prima sentenza della Corte di Strasburgo in materia di simboli religiosi nelle aule scolastiche. Il governo italiano subito ha presentato ricorso contro tale sen-tenza. Se la Corte lo accoglierà, il ca-so verrà ridiscusso nella Grande Ca-mera (organo della Corte chiamato a pronunciarsi su un caso che solleva una grave questione relativa all’interpretazione o all’applicazione

della Convenzione o dei Protocolli, oppure un’importante questione di carattere generale). Qualora invece il ricorso non doves-se essere accolto, la senten-za diverrà definitiva dopo tre mesi, e allora spetterà al Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa decide-re, entro sei mesi, quali azio-ni il governo italiano deve prendere per non incorrere in ulteriori violazioni. Tra i 7 giudici autori della sentenza, c’è anche l’italiano Vladimiro Zagre-belsky, di origine russa. Sono indi-gnata per le decisioni prese. Sono stupita che una Corte europea inter-venga pesantemente in una materia profondamente legata all' identità storica, culturale, spirituale del popo-lo italiano. Il Crocifisso è stato sempre un segno di offerta di amore di Dio e di unione e accoglienza per tutta l'u-manità. Dispiace che venga conside-rato come un segno di divisione, di esclusione o di limitazione della liber-tà. In particolare, è grave voler emar-ginare dal mondo educativo un se-gno fondamentale dell'importanza dei valori religiosi nella storia e nella cultura italiana. Le nostre radici sono cristiane, senza cristianesimo non ci sarebbe l'Europa. Il Crocifisso é un simbolo fondamentale per la nostra cultura, rappresenta la nostra comu-nità. Fa riflettere il fatto che, mentre la Corte Europea emana questa senten-za, negli Stati Uniti il Presidente, nell'assumere l'incarico, giura sulla Bibbia e invoca la benedizione di Dio sulla nazione; e questo appare nor-

male a tutti. Non è da sottovalutare che la religione cristiana cattolica è

tuttora quella seguita dalla maggior parte degli Italiani, anche se non tutti sono as-sidui praticanti. Coloro che sostengono che bisogna togliere il crocifisso dalle scuole per facilitare l'inte-grazione dei musulmani immigrati in Italia, dovrebbe-ro provare a chiedere se i musulmani desiderano que-

sto e se sono disposti a fare altrettan-to nei loro paesi. Chi chiede di elimi-nare il Crocifisso fa trasparire un pro-vocante atteggiamento iconoclasta con cui si mira a eliminare i riferimen-ti visibili alla religione cristiana, com-prese le domeniche e le altre feste cristiane. Bisogna sottolineare che la laicità non è l'assenza di simboli reli-giosi, ma la capacità di accoglierli e di sostenerli di fronte al vuoto etico e morale che spesso noi vediamo an-che nei nostri ragazzi. Pensare di ve-nire in loro aiuto, facendo tabula rasa di tutto, mi pare davvero sconcertan-te. La Corte europea dei diritti dell'uo-mo, con questa sentenza, ha calpe-stato i nostri diritti, la nostra cultura, la nostra storia, le nostre tradizioni e i nostri valori. In ogni caso, i crocifissi da noi resteranno sulle pareti delle nostre scuole, dove sono sempre stati, così come continueremo ad avere i presepi o a festeggiare il Na-tale, perché siamo orgogliosi di que-sti nostri simboli e del loro significato e perché fanno parte di ognuno di noi.

Teresa Armenti

IL TRITTICO DI IPPOLITO BORGHESE DEL 1600

La Basilicata, considerata ‚una terra senza tempo e senza storia, abitata da streghe e maghi‛, conserva un importante patrimonio artistico, sco-nosciuto ai più, anche agli stessi Lu-cani. Essa ha dato i natali a ben quat-tro validi pittori, vissuti tra il ‘500 e il ‘600: Francesco De Gregorio, detto il Pietrafesa (Satriano 1569-Pignola 1609), Pietro Antonio Ferro di Tricari-co, Donato Oppido di Matera, Carlo Sellitto di Montemurro. E’ quanto as-serì il professore Michele D’Elia, So-

printendente emerito dei beni cultu-rali nel corso di aggiornamento ‚La cultura del Seicento in Basilicata‛ tenuto nel 1997. La sede delle nostre memorie è la Chiesa. Ogni cappella, ogni convento ha le sue tele, che possono giacere in qualche angolo di sacrestia, coper-te da polvere e da ragnatele oppure, appese alle pareti, non sono degnate neppure di uno sguardo dai fedeli che, purtroppo, non ne conoscono il valore. Anche nella nostra zona sono

disseminati preziosi capolavori d’arte, alcuni dei quali forse, aspettano con pazienza di venire alla luce, sfidando i secoli e l’incuria degli uomini. Raitre Basilicata è andata alla scoperta di capolavori d’arte ed è arrivata anche a Castelsaraceno, dove si conserva nella Chiesa Madre un trittico, una volta polittico, rappresentante l’Eterno Padre, che doveva sovrastare la ci-masa, S. Antonio e S. Leonardo, pan-

(Continua a pagina 11)

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Arte e cultura Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 11 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

nelli laterali di una tela centrale pur-troppo dispersa. Questa doveva raffi-gurare la Madonna nell’atto di pre-sentare i due ordini religiosi, france-scano e domenicano, al Padre. Nel trittico, proveniente dall’ex-convento dei Cappuccini, si nota il naturalismo con cui vengono resi i particolari dei volti e delle mani, su cui la luce si ferma per poi scivolare via, le ombre si formano fra gli ampi panneggi e tagliano nette le superfici illuminate. L’opera si avvicina al polittico conser-vato nella Chiesa del convento dei Cappuccini di Lauria Superiore e a due tele conservate nel Duomo di Atri, raffiguranti S. Leonardo e S.

Francesco d’Assisi. Il polittico di Lau-ria si compone di una tela centrale con la Madonna, alla cui destra so-no due ordini, un S. Antonio a figura intera e S. Matteo a mezzo busto, ai quali corrispondono, dall’altra parte, rispettivamente, S. Carlo Borromeo e S. Luca; nella cimasa è rappre-sentato l’Eterno. La figura dell’Eterno è strettamente vicina a quella del polittico che si trova nella chiesa dei Cappuccini di S. Severo: la stessa

aria rarefatta, il medesimo scorcio delle mani, l’identico manto rosso che, avvolgendo la figura, si attorci-glia, descrivendo un’ampia ansa sfaccettata nell’angolo sinistro. Le opere citate sono attribuite a Ippolito Borghese, pittore tardo-manierista umbro, nativo di Sigillo, attivo nel Me-ridione d’Italia a partire dagli ultimi anni del secolo XVI. Egli si stabilì a Napoli, dove operò per almeno un ventennio, inviando dalla città parte-nopea le sue tele in Puglia, in Cala-bria e in Basilicata; inoltre mantenne rapporti ed ottenne commissioni dal-la natia Umbra, lavorò al Monte di Pietà insieme all’Imparato, al Santafe-

de ed al Corenzio. Si ricordano alcu-ne delle sue opere di grande qualità disegnativa e formale, tra cui: la De-posizione del Museo di Capodimon-te, la Crocifissione di Lucera, la Ma-donna del Rosario di Regoledo, le Immacolate del Seminario vescovile di Napoli e di S. Maria La Nova, l’Adorazione dei pastori di S. Gregorio Armeno, l’Annunciazione nella chiesa di S. Agostino a Sigillo, la pala della Vergine Assunta con gli apostoli e San Francesco, nella cattedrale di San Lorenzo a Perugia. Caratteristica del Borghese è il saper fondere mol-teplici esperienze in uno stile ecletti-co, spesso di notevole livello qualitati-vo. Il De Dominici lo definisce: ‚singolare nella freschezza dei suoi colori, ricercato nel disegno, gentilis-simo nelle parti, nobilissimo nelle idee ed intelligente nel tutto‛. Anche nelle nostre chiese, dunque, ci sono opere di grandi pittori. Sono a due passi da noi: aspettano il risveglio. Sfatiamo, allora, lo stereotipo leviano ed impegniamoci a conoscere e rico-noscere, nelle opere d’arte, ciò che si conosce. Teresa Armenti

(Continua da pagina 10)

“FIGLI” DI VINCENZO D‟ALESSIO, POETA IRPINO, CANTORE DEL SUD.

E’ uno sguardo sul futuro e sulle nuo-ve generazioni ciò che ci regala Vin-cenzo D’Alessio con questa nuova raccolta poetica dal titolo ‚Figli‛. Il poeta irpino, interprete appassionato delle problematiche politiche e socia-li del Sud, inizia la sua attività lettera-ria nel 1975 con la raccolta La valigia del meridionale. Farà seguito a que-sto felice esordio, una fitta e appas-sionata produzione letteraria, di cui cito brevemente solo qualche titolo Un caso del sud (1976), Costa d’Amalfi (1995), La mia terra (1996), Versi di lotta e di passione (2006), I padri della terra (2008). E bastano questi brevi accenni, per leggervi dentro le tracce e il filo conduttore (comune) delle origini e delle radici. Accanto alla lotta e alla denuncia per i soprusi, le mancanze, gli oltraggi subiti, convivono in questi versi la solidità della memoria e dell’identità, l’impotenza e lo sconforto, la passio-ne e la bellezza. Una poesia civile, quella di D’Alessio, che pulsa al cen-tro, contro un’arretratezza storica mai sanata, il malgoverno, le carenze in-frastrutturali, i ritardi, l’emigrazione, lo sfruttamento selvaggio del territorio, il

dilagare della malavita or-ganizzata. Sud che mi urli dentro e mi disperi non voglio più saperne delle belve assetate di pote-re animali senza regole contro uomini inermi (p.13) e ancora: Che gridi tra queste monta-gne falco pellegrino qui non c’è più vita: grani di tormento (p.24). Eppure quella stessa terra amara che invecchia, è la terra conosciuta e be-nedetta di cui D’Alessio, prima come uomo, poi come poeta, conosce e sa i ripidi corsi che giungono fino al ma-re, i vicoli, i fossi, le strade dell’amore, i cuori che hanno formato menti, il cammino dei padri e dei migranti mai tornati: Benedetta terra verde di ogni bene forte ad ogni sofferenza terra che la politica uccide negli occhi della mente (p.30) Si tratta di emergenze vecchie e nuo-ve che pongono il poeta di fronte a

un ancoraggio, quasi una resa dei conti: da I padri del-la terra lo sguardo si sposta sul futuro delle nuove gene-razioni, i figli, quelli che van-no e quelli che restano. Perché a volte i figli vanno senza più ritorno … Ecco che questa silloge di-venta allora una preghiera e un’invocazione di accogli-

mento alla terra-madre oltraggiata e svenduta, ma pur sempre benedetta, così come benedetta è ogni sofferen-za, ogni lacrima di dolore e di sudore che un padre lascia germogliare nel-la zolla, perché è lì che ‚verranno i figli nel tempo del perdono/ a cerca-re gli avi (p.20). Il poeta con voce co-rale, che si dispiega tra passione e amarezza, speranza e delusione, sembra ricordarci che la memoria e gli affetti per una comunità non han-no prezzo; un popolo che ignora il proprio passato, diceva infatti Indro Montanelli, non saprà mai nulla del proprio presente, né del proprio futu-ro.

Maria Pina Ciancio

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LA POESIA DELLA STORIA E LA STORIA NELLA POESIA DI MARIA PINA CIANCIO

La poetessa di S. Severino con le “Storie minime” e la “poesia per Rocco Scotellaro”. Vincitrice del secondo premio “Città di Tremestieri Etneo” (Catania)

‚Storie minime ed una poesia per Rocco Scotellaro‛, Fara editore, Rimi-ni 2009, è l’ultima raccolta di versi di Maria Pina Ciancio. La poetessa luca-na, di S. Severino, è riuscita negli an-ni che ha trascorso tra la Svizzera ed il Sud, ‚i luoghi dell’anima‛, come ella stessa li definisce, a far vibrare le cor-de della sua voce a livello nazionale: è voce del sud, ma è soprattutto voce di questo sud del sud della Lucania. Le ‚Storie minime‛ sono ‚versi imper-fetti, accomunati da una dimensione storica e collettiva, fatta di identità e di spaesamento. Tradizione e moder-nità‛. Sono ‚orme, tracce, echi. Quelli di chi parte e quelli di chi (ancora) resta‛. Bene ha colto questi aspetti Massimo Sannelli, nella sua ‚Lettera sull’intensità‛, riportata in appendice al testo, in quella che potrebbe es-sere ermeticamente sintetizzata nel-la ‚rinuncia a rinunciare ai campi‛, nell’ esposizione al ‚dolore dell’oltre la Svizzera‛. La poesia di Maria Pina è introspettiva, impressionista, è un continuo scandaglio nell’anima dei frammenti inconsci di coscienza e di coscienze smarrite. Da questa auto-psicoanalisi sgorgano quegli archetipi junghiani che diventano storia, o meglio psicostoria. Riportia-mo alcuni di questi ‚fatti atomici‛, tanto per usare termini del linguag-gio di Wittgenstein, per rendere l’idea di questa poesia ontologica: ‚Lungo strade mezzevuote/ il vento arruffa il pelo della capre…‛; ‚Mi abi-tano questi paesi spopolati/ e il ven-to…‛; ‚Hanno memorie le strade/ tracce di perdite e di incontri/ di Santi e mendicanti…‛; ‚Si sono spac-cate le tegole rosse…‛; ‚Per noi che restiamo/ la vita è una guerra senza guerra…‛; ‚Non ti era bastato il mio amore/ e neppure il mio pianto…‛. Ed emergono i tratti esistenziali e dolorosi che accomunano tutti i po-eti di questa terra di poeti, fatti di nostalgie e di nervosismi ed il luogo privilegiato di quest’anima diventa allora il ricordo del nostro grande

Rocco Scotellaro, nel-la poesia finale: ‚È fat-to giorno dopo un’altra notte al bar/ dove c’è sempre un figlio senza mestiere/ che beve e fuma e non sa niente di Rocco/ di margheri-te e rosolacci, dei con-tadini del sud…‛. E co-me non ricordare il cantore di Tricarico: ‚Svegliati bella mia che giorno è fatto,/ sono volati gli uccelli dai nidi‛? Vi si nota lo stesso ‚contrasto tra tenebra e luce‛, la stessa ‚impronta popolare‛, lo stes-so ‚intreccio tra cantabilità e asprez-ze, tra solarità e tenebra, tra sensua-lità e presagio di morte, tra dolore e gioia‛ - dall’Introduzione di Maurizio Cucchi alle Poesie di Rocco Scotel-laro, Oscar Mondadori 2004 -: ‚È fat-to giorno, siamo entrati in giuoco anche noi/ con i panni e le scarpe e le facce che avevamo‛. E questa figlia di Rocco ha saputo re-interpretare e ridestare quel vivo sentimento di liberazione, sempre dal commento al Poeta: ‚riuscendo positivamente a sostanziare la sua poesia, senza retorica e senza im-pacci volontaristici, di una materia tratta dal suo pieno coinvolgimento nel reale‛. La poesia, creazione origi-naria, è storia. Il ‚poiein‛ è allo stes-so tempo l’atto e la finzione artistica. Non a caso gli antichi esprimevano l’accadimento nel linguaggio poeti-co: i poemi omerici, l’Eneide, ad e-sempio. Oggi si è perso quello slan-cio espressivo e unitario della vita in tutte le sue molteplici manifestazio-ni. Ma questa poesia storica di Ma-ria Pina, lungi dal voler prendere la via idilliaca delle tradizioni celebrati-ve e mitiche, è invece l’apoteosi del realismo, più schietto di quello di Scotellaro, che pure assume ele-menti populistici e profetici. La storia minima è l’elemento ultimo e primo,

è l’atomo della tempo-ralità, non quella ma-tematica, ma quella dinamica, direbbe Bergson, quella legata all’anima, alla durata, ai luoghi di questo mondo sconosciuto che è dentro di noi. La storia minima è il fatto, non nel senso positivi-sta, ma in quello del dato immediato di coscienza, cognitivo ed emozionale assie-

me. La ricerca cianciana somiglia molto, invece, a quella fenomenolo-gica di Husserl, all’epoché, la quale, scrive Enzo Paci ‚è il disoccultamen-to. Il mondo è sempre là. La sua esi-stenza non costituisce problema. Il problema che l’epoché vuol risolve-re è un altro: qual è il significato, il fine del mondo, per me, prima di tutto e originariamente e poi per tutti i soggetti?‛. Ecco allora il senso di questa ricerca singola, singolare e nello stesso tempo comunitaria: ‚…perché i poeti nel tempo della po-vertà?‛ chiede l’elegia di Hördelin ‚Pane e vino‛. Oggi comprendiamo a stento la domanda. Come potrem-mo intendere la risposta che Hörde-lin dà? Questa domanda si pose Martin Heidegger. A questa doman-da cerca di rispondere Massimo Sannelli: ‚L’autore medio vuole vive-re, molto laicamente, senza proble-mi di metafisica e di sangue… Non vi sono né storie da raccontare né una storia a cui appartenere‛. A que-sta domanda cerca di rispondere Emile Verhaeren ne ‚Il molteplice splendore‛: ‚Il mio spirito triste,/ e ormai stanco dei testi e delle chio-se,/ spesso va verso gli uomini/ che nel loro primo ardore/ con gridi d’amore e ferventi parole,/ un gior-no, per i primi/ diedero nome alle cose‛.

Vincenzo Capodiferro

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Arte e cultura Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 13 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

ALLA SCUOLA DELLO STORICO GABRIELE DE ROSA 24/06/1917 - 08/12/2009

Cattolico - Politico - Cofondatore dell’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno

Non poteva scegliere giorno migliore - l’8 di-cembre - per presentarsi alla misericordia di Dio accompagnato dalla Ma-dre Celeste e accolto fe-stosamente da don Giu-seppe De Luca e don Luigi Sturzo, suoi maestri ed amici. Una lunga vita, fiera e battagliera, quella del professore Gabriele De Rosa, spesa per la ricerca storica, per l’affermazione del cattolicesimo nel campo politico, per la rivalutazione dell’ateneo salernita-no, per i numerosi saggi e manuali di storia, adatti a tante generazioni di studenti. Sui suoi testi, scritti con chiarezza e con profondità di analisi, studiai per sostenere a Salerno gli esami universitari, che allora – nono-stante la contestazione studentesca- si svolgevano regolarmente. Questo avveniva grazie alla capacità organiz-zativa, alla serietà e disponibilità ver-so tutti del Professore De Rosa, che in quel periodo era Rettore del Magi-stero. Noi studenti ci sentivamo pro-tetti dalla sua grande umanità, dall’attenzione al tempo presente e dal suo spirito forte e indipendente. La notizia della sua scomparsa mi ha spinto a conoscere le tappe della sua vita. Nato a Castellammare di Stabia il 24 giugno 1917, De Rosa partecipò alla seconda guerra mondiale come sottotenente dei granatieri ed alla battaglia di El-Alamein, descritta nella sua immediatezza, nel suo concitato manifestarsi, nel taccuino ‚La passio-ne di El- Alamein‛, pubblicato nel 2002 in occasione del sessantesimo anniversario. Di ritorno dal fronte, ri-trovò la fiducia che aveva persa, leg-gendo il saggio di Benedetto Croce ‚Perché non possiamo non dirci cri-stiani‛. L’incontro con due figure emi-nenti del cattolicesimo italiano segnò una svolta nella sua vita. Da don Giu-seppe De Luca, come afferma lo sto-rico Giuseppe Galasso, gli derivò l’idea del cattolicesimo come storia della pietà. Da don Luigi Sturzo deri-vò l’essenziale di un cattolicesimo

politico, popolare. Fu na-turale, per lui, seguire con interesse e passione le alterne vicende politiche italiane e della Dc. Eletto senatore nella X e nella XI legislatura, svolse in se-guito il ruolo di capogrup-po della Democrazia Cri-stiana e del Partito Popo-lare; .scelse sempre la via del dialogo e condannò il decadimento morale, il

malcostume, la corruzione. Restituì alle vicende del movimento cattolico italiano, per molti anni trascurate dal-la storiografia, ruolo e dignità, pubbli-cando la Storia del movimento catto-lico e la Storia del Partito Popolare Italiano. Primo docente di storia con-temporanea, insegnò a Salerno, a Padova e a Roma. A Vicenza diresse l’Istituto per le ricerche di storia socia-le e religiosa e a Roma fondò l’Istituto Luigi Sturzo. Il Professore De Rosa si interessò anche alle problematiche culturali della Basilicata. Fondò l’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediter-ranea con il senatore Vincenzo Verra-stro e con il professore Antonio Ce-staro, insieme al quale curò i quattro volumi della Storia della Basilicata riguardanti l’età moderna. La città di Potenza lo nominò Cittadino Onora-rio. Definito da Giovanni Grasso ‚Il patriarca popolare‛, da Giuseppe Ga-lasso ‚Lo storico della fede‛ e da Roc-co Brancati ‚Un grande maestro‛, Gabriele De Rosa nella sua vita sep-pe unire la cultura all’impegno civile e lottò sempre per la difesa dei diritti dell’uomo. Il suo merito sul piano sto-riografico non fu solo quello di pub-blicare saggi storici, come quello su Alcide De Gasperi o di difendere la figura unica e irripetibile di don Luigi Sturzo, a cui dedicò la biografia e diversi epistolari, ma di essere l’innovatore del metodo di ricerca sulla storia religiosa. Formò un grup-po di studiosi, soprattutto in Veneto, in Campania e in Basilicata che utiliz-zavano le fonti ecclesiastiche, cioè gli archivi parrocchiali e diocesani, dove

si conservano non solo i registri dei battezzati, dei morti e dei matrimoni, ma anche documenti particolari della società civile e religiosa, fino allora sconosciuti. Così, in Basilicata, insie-me ad esimi storici come Cestaro e Lerra, creò il filone storico – sociale- religioso, che portò alla scoperta del-la chiesa ricettizia nel Sud, smantella-ta dopo l’unificazione dell’Italia. Nel 1996 fu il promotore del corso di Sto-ria ‚L’età rivoluzionaria e napoleonica in Lombardia, nel Veneto e nel Mez-zogiorno (1796-1815): un’analisi com-parativa‛. Il corso, aperto a 30 docenti di Storia delle scuole secondarie del-la Basilicata selezionati dall’IRRSAE, venne organizzato dall’Associazione per la Storia Sociale del Mezzogiorno e dell’Area Mediterranea di cui De Rosa era Presidente, in collaborazio-ne con la Facoltà di Lettere e Filosofi-a dell’Università degli Studi della Ba-silicata e dell’I.R.R.S.A.E di Basilicata. Grazie alle sue notevoli capacità di organizzatore culturale, egli riuscì a coinvolgere le Università di Salerno, Vicenza, Padova, Milano, Bari, Napoli e Lecce. Tennero gli incontri semina-riali illustri Professori, come A. Cesta-ro, A. Lerra, B. Pellegrino, F. Frasca, F. Agostini, G: Da Molin, F. Volpe, R.M. Abbondanza, A. Bianchi, , A.M. Rao, A. De Francesco. Fu un seminario di studi interessante, perché si parlò in particolar modo delle trasformazioni demografiche tra Settecento e Otto-cento avvenute in Italia, in contesti storici e civili diversi, passando dalle anagrafi parrocchiali a quelle comu-nali. A Maratea, all’hotel Villa del Ma-re, dove il corso si concluse con un convegno, ebbi l’occasione di parlare con il Professore De Rosa, mentre affrontavamo, appoggiandoci al ba-stone, le numerose gradinate per raggiungere la sala pranzo. Mi colpì la sua particolare sensibilità ed atten-zione verso la mia persona. Di lui mi è rimasto il ricordo del portamento altero, nonostante gli acciacchi, dello sguardo severo che si trasformò in guizzi di tenerezza e dei nostri basto-ni che ogni tanto si incrociavano.

Teresa Armenti

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Religione Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 14 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

“Dio è Amore. Noi no, o almeno non sempre!...”

Caro lettore, non ti sorprendere se ancora una volta vengo a parlarti dell’amore, quello vero (forse perché oggi più che mai, se ne sente l’irrinunciabile bisogno), e non mera-vigliarti se nel farlo parto da lontano per questo mio discorso sull’amore che si farà, credimi, via via, sempre più vicino: partiamo da Dio! Ed è ov-vio, perché non si può. capire l’amore senza conoscere la natura di Colui che ha creato l’uomo, modellandolo sul suo modo - di essere, - di vivere, - di agire. Parliamo di Lui, prendendo atto di ciò che ha detto e fatto, e, so-prattutto, di ciò che Egli è. È la Bibbia a rivelarci tutto questo! Noi vogliamo percorrerla, non tanto per citare epi-sodi e versetti, quanto per cogliere la sostanza di quel messaggio che cer-cheremo di tradurre in termini sem-plici e vicini alla nostra vita. Questo messaggio è contenuto in alcune significative espressioni, cariche di esaltanti conseguenze: ‚Dio è l’Amore‛ - ha creato l’amore, - ci ha creati per amore, - ci ama di un amo-re - infinito - eterno - disinteressato - personale. Cerchiamo di entrare nel mistero, senza stupirci delle difficoltà che rendono ardua la comprensione di una così grande realtà. L’amore di Dio dunque: - E’ infinito: senza difetti e senza limi-ti. é un amore la cui misura - dice S. Agostino - è quella di amarci senza misura. È un amore la cui estensione e intensità non hanno confronti, e sono irraggiungibili, anche se, per ipotesi, potessimo assommare tutti gli affetti più puri della terra. Per in-tenderci: non si ottiene il calore del sole sommando tutte le fiamme che bruciano sulla terra ... Perché il sole

supera qualitativamente il loro calore, e la loro somma non può raggiungere il calore del sole... che è tutta un’altra cosa! E così è dell’amore di Dio, che è - qualitati-vamente diverso, - quantitativa-mente superiore a ogni umano affetto, per quanto grande e subli-me! - E’ eterno: dall’eternità il Signore ha previsto e voluto tutta la crea-zione e, in essa, ogni singola per-

sona vivente. Ha previsto quindi an-che te! Sei a Lui presente da quando Egli esiste, cioè da sempre. Ti ama da sempre e ti amerà per sempre. Sei quindi, in certo modo, eterno co-me Lui. - E’ disinteressato: è un amore la cui essenza è quella di dare e non di ri-cevere; contrariamente a quanto av-viene in noi, che, nulla, ordinariamen-te, facciamo senza averne o sperarne un contraccambio. Dio ‚ha‛ ed ‚è‛ tutto! Creandoti, non ha aumentato la sua felicità, ma ha voluto comunicare a te quella felicità che Egli possiede pienamente dall’eternità. E’ personale: Dio ama con tutto se stesso ogni singola creatura; l’ama come se al mondo non ci fosse che lei sola, perché il suo amore è infinito e quindi indivisibile. E tale è il suo amore, anche se nel mondo sono vissuti, vivono e vivranno miliardi e miliardi di persone. Dio non ama in serie, - non si dirige agli uomini in blocco, - non ha rapporti rivolti alla massa, e quindi impersonali e super-ficiali, al punto da ignorare le vicende personali di ognuno... Di ciascuno invece conosce - il nome, - i senti-menti, - le inclinazioni, - il carattere, - le aspirazioni, - le gioie, - le ansie, - ciò che appare, - ciò che gelosamen-te nascondiamo, - il passato, - il futu-ro. Ti conosce non per quello che gli altri vedono, ma per quello che sei nella realtà più intima e segreta. Ti conosce come nessuno ti conosce. Ti ama come nessuno ti ama, e pro-prio come sei e per quello che sei: - con le tue particolari qualità e defi-cienze; - con i tuoi limiti e con le tue riserve; - con le tue innumerevoli infe-

deltà; - con i tuoi slanci di generosità e di bene. Creando, Dio non si ripete. I modelli che gli escono dalle mani sono sempre nuovi e originali, per quell’infinita fantasia che contraddi-stingue i suoi atti creativi. Tu sei quin-di un esemplare unico e irripetibile, che Lui, e Lui solo, conosce comple-tamente, fino nei minimi particolari. Ti conosce e ti ama personalmente, senza mai confonderti con nessun altro. Nessuno pronuncia il tuo nome con l’interesse e il calore coi quali lo pronuncia Lui, come nessuno sa pro-nunciare il nome del figlio con l’intensità d’amore di una mamma! Si può dunque affermare che c’è un solo vero innamorato di te, ed è il tuo Dio! Per Lui, nonostante tu sia un pic-colo uomo o una piccola donna con-fusa nel mondo, sei << termine fisso d’eterno consiglio >>. Sei la cosa che incredibilmente lo affascina più di ogni altra. Sei la sua vera, grande passione! E per dimostrartela tutta, ti ha donato ciò che aveva di più caro e di più prezioso: il suo Figlio Gesù. È difficile capire l’amore di Dio che ci trascende e sembra tanto lontano da noi! Ma questo amore, in Gesù, si è fatto - più comprensibile, - più acces-sibile, - più concreto, - più vicino, per-ché Gesù, pur restando vero Dio, si è fatto in tutto uomo come noi ed è diventato nostro fratello. Cerca allora, attraverso Gesù, di risalire a Dio e di scoprire questo unico grande Amore, che mai ti tradirà. Se riuscirai a sentir-lo vicino, - troverai l’orientamento si-curo, - incontrerai la Persona più a-mabile, - troverai il modo per non essere - mai solo, - mai scoraggiato, - mai perduto. Capirai, capirò, capire-mo il vero senso della vita e final-mente la potremo godere in tutta la sua inimmaginabile ricchezza e nel-la sua affascinante bellezza. Alla prossima carissimo, ah dimenticavo, per quanto ti è possibile bada di: ‚ cura ut valeas ‛.

Don Paolo Pataro

“Omnia vincit amor!” Virgilio - S. Paolo

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Sport Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 15 Mensile d‟informazione Castelsaraceno - Nov./Dic. 2009 N. 47

Seconda categoria: il Castelsaraceno vince il derby del Raparo. Il derby del Raparo tra Castelsaraceno e San Martino D’Agri di seconda categoria si conclude con un secco 2 a 1 per i Ca-stellani allenati da mister Giulio. Entrambe le squa-dre si presentano all’ennesimo derby con fame di punti, vista la ma-gra classifica per entram-be le squadre, appaiate a 9 punti dopo 9 giornate di campionato. Dopo una fase iniziale di gioco il San Martino passa in vantaggio al primo tiro in porta; furiosa la reazione del Castelsaraceno, che dopo due nette occasioni da goal, sventate dall’ottimo portiere ospite, riesce a pareggiare con

Bruno. Il derby nella seconda fase di gioco è caratterizzato da un evidente nervosismo, scaturito per alcune indecisioni arbitrali, alla fine, passa la squadra di casa, ancora con Bru-no, in tuffo di testa su un calcio d’angolo battu-to dalla sinistra. Da segnalare l’ottimo esordio dell’ultimo arrivato: il portiere Maurizio. Il Castel-saraceno, dopo un avvio di campionato un po’ in sordina, nelle ultime 5 partite ha collezionato 3 vittorie e due pareggi, da segnalare il pareg-gio in casa della prima della classe, il Franca-villa, alla 9° giornata.

Giovanissimi: marcia trionfale del Castelsaraceno

Dopo il primo anno di militanza nella categoria giovanissimi, la squa-dra allenata da Mister Tonino, non ha impiegato molto ad ambientarsi e nella nuova stagione in corso sono iniziate ad arrivare le vittorie; le vittorie che fanno gruppo, fanno morale e fanno venir fuori ottime in-dividualità, che fanno ben sperare anche per futuri inserimenti nella squadra maggiore. La classifica finalmente sorride al Castelsaraceno dopo l’ultima vittoria in casa dei pari età del Latronico per 2-0, in goal Egidio e Francesco, nonostante le numerose assenze e un clima po-lare. Da segnalare le travolgenti vittorie contro la squadra dell’Agromonte per 7-0, contro il Rotonda per 3-0 e la Santarcangiole-se per 10-1. Numerosi i goal del duo d’attacco Federico e Antonio C., buoni gli inserimenti dei due ragazzi di San Chirico Raparo, buone prestazioni anche dal resto del gruppo, dove emergono il portiere, figlio d’arte, Rosario, il libero Antonio G., i terzini Antonio L. e Simone e i centrocampisti Francesco, Rosario G. e Daniel e la regia di Marco.

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