il nuovo cittadino n.3 - 2011

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Il nuovo c ttadino TRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 3-2011 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009 N on è bello dire l’avevamo detto, ma per amore di chiarezza è il caso di ri- badirlo. Le elezioni amministrative hanno confermato due cose che noi dicevamo da tempo, da quando cioè i più pensavano esattamente il contrario. Hanno manifestato palesemente che il bipolarismo è in crisi, e che il berlu- sconismo è sulla via del tramonto. Avevamo ragione noi. Questo bipolarismo non risponde più alle esigenze degli italiani. L’obbligo di stare o di qua o di là premia gli estremismi che prendono la guida del Paese portandolo su una brutta strada, e ai cittadini non piace. I risultati dicono che appena la metà dei votanti sceglie (spesso controvoglia) i due partiti maggiori, ma a questo dato va aggiunto il fatto che a votare ci vanno poco più della metà degli italiani. Inol- tre gli italiani hanno ormai voltato le spalle a Berlusconi. Una volta Berlusco- ni portava la vittoria dovunque “mettesse la faccia”. Non contava il fatto che i candidati fossero scialbi, il partito inesistente, le liste riempite con i nomi di illustri ignoti; il carisma del capo compensava tutto. Adesso avviene il con- trario. Anche candidati “buoni”, sindaci che hanno ben governato, liste com- petitive e ben costruite vengono travolti se sono associati al Capo del Gover- no. La vittoria di politici come Pisapia e De Magistris è il capolavoro finale del premier: i suoi recenti atteggiamenti hanno convinto molti che loro, e persi- no la Lega, in fondo attualmente sembrano più moderati di lui. > segue a pag. 8 Editoriale Editoriale on. Luca Marconi La legislatura è finita serve un governo di responsabilità nazionale Scriveteci a: [email protected] Direttore: Giovanni Fermani Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella Fornaro Grafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa on. Rocco Buttiglione FOTO DI IERI I PADRI FONDATORI RICOSTRUISCONO L’EUROPA DOPO GLI ORRORI DELLA GUERRA Anno 2011 N. 3 Nelle pagine Nelle pagine 1 Editoriale on. Luca Marconi La legislatura è finita serve un governo di responsabilità nazionale on. Rocco Buttiglione 2 Uno sport per la vita Tarcisio Antognozzi 3 Energia: sarà veramente possibile senza il nucleare? Antonella Fornaro Fotovoltaico, quanto mi costi Umberto Spalletti 4 Stati vegetativi: nuova sperimentazione accende la speranza A. De Lucia Lumeno Legge sul testamento biologico on. Paola Binetti 5 Omaggio al Beato Giovanni Paolo II “A questo non si può dir di no” p. Antonio Belpiede 6 Cattolici all’attacco UE svegliati! Un principe della Chiesa Giacomo Biffi 7 Cattolici all’attacco Cassazione: adozione di single? Vorrei ma non posso Marco Caldarelli Presentazione del nuovo libro del Papa Paolo Ciccarelli 9 Una cultura della Pentecoste per il rinnovamento del Paese Salvatore Martinez 10 10 Il libro La “sottomissione” della donna: schiavitù o conquista? Alessandra De Lucia Lumeno Cristiani da convegno e cristiani da delibera Luca Marconi 11 11 Jus soli. Tutti italiani se nati in Italia Paolo Morrozzo Della Rocca Tsunami creatura di Dio? Giovanni Fermani Lo strazio sulla questione dei profughi nord africani Francesco Garofolo 12 12 Cittadino o suddito? Dall’autovelox alle cartelle pazze Marco Caldarelli Internet fine dell’innocenza Maria Cristina Messi Bambini bianchi da coppie nere ALCIDE DE GASPERI KONRAD ADENAUER ROBERT SCHUMAN E lezioni amministrative, referendum, riforme fiscali, crisi economica mon- diale, ripresa si ripresa no, riforme del- lo stato, babele babele solo babele di lin- guaggi che nascondono a volte il vuoto, a volte le cattive intenzioni e la mala fe- de. L’elettore se ne accorge e rimane di- sincantato, non si fa più illusioni, spera ancora, in maggioranza ha ancora spe- ranza seppure con un filo di cuore. An- che questa mia analisi non dice niente di nuovo. Ci sarebbe bisogno soprattutto di nuove intenzioni, atti e comportamen- ti coraggiosi e semplici che nascono dal buon senso e dal cuore di qualcuno che ama più gli altri di se stesso e che fa co- se per tutti, cose buone, semplici, ne- cessarie quasi ovvie e che non control- la prima sondaggi e commenti dei gior- nali, ma che magari legge la Bibbia e i classici della letteratura italiana, i gran- di filosofi, la storia buona dell’Italia e dell’Europa. > segue a pag. 9 Ecco chi dovrà essere il futuro capo del governo di Mattia Sbrancia

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Il Nuovo Cittadino n.3 - 2011

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Page 1: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2011

Il nuovo c ttadinoTRIMESTRALE di informazione politico-sociale N. 3-2011 Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - 70% Commerciale Business Ancona n. 73/2009

Non è bello dire l’avevamo detto, ma per amore di chiarezza è il caso di ri-badirlo. Le elezioni amministrative hanno confermato due cose che noi

dicevamo da tempo, da quando cioè i più pensavano esattamente il contrario.Hanno manifestato palesemente che il bipolarismo è in crisi, e che il berlu-sconismo è sulla via del tramonto. Avevamo ragione noi. Questo bipolarismonon risponde più alle esigenze degli italiani. L’obbligo di stare o di qua o di làpremia gli estremismi che prendono la guida del Paese portandolo su unabrutta strada, e ai cittadini non piace. I risultati dicono che appena la metà deivotanti sceglie (spesso controvoglia) i due partiti maggiori, ma a questo datova aggiunto il fatto che a votare ci vanno poco più della metà degli italiani. Inol-tre gli italiani hanno ormai voltato le spalle a Berlusconi. Una volta Berlusco-ni portava la vittoria dovunque “mettesse la faccia”. Non contava il fatto chei candidati fossero scialbi, il partito inesistente, le liste riempite con i nomi diillustri ignoti; il carisma del capo compensava tutto. Adesso avviene il con-trario. Anche candidati “buoni”, sindaci che hanno ben governato, liste com-petitive e ben costruite vengono travolti se sono associati al Capo del Gover-no. La vittoria di politici come Pisapia e De Magistris è il capolavoro finale delpremier: i suoi recenti atteggiamenti hanno convinto molti che loro, e persi-no la Lega, in fondo attualmente sembrano più moderati di lui.

> segue a pag. 8

EditorialeEditoriale on. Luca Marconi

La legislatura è finitaserve un governo di responsabilità nazionale

Scriveteci a: [email protected]: Giovanni Fermani

Comitato editoriale: Umberto Spalletti, Alessandra De Lucia Lumeno, Antonella FornaroGrafica: Studio Messa Tipografia: Tecnostampa

on. Rocco Buttiglione

FOTO DI IERII PADRI FONDATORI RICOSTRUISCONO L’EUROPA

DOPO GLI ORRORI DELLA GUERRA

Anno 2011 N. 3Nelle pagineNelle pagine11 • Editoriale on. Luca Marconi

• La legislatura è finita serve ungoverno di responsabilitànazionale on. Rocco Buttiglione

22 • Uno sport per la vita Tarcisio Antognozzi

33 • Energia: sarà veramente possibilesenza il nucleare? Antonella Fornaro

• Fotovoltaico, quanto mi costi Umberto Spalletti

44 • Stati vegetativi: nuova sperimentazione accendela speranza A. De Lucia Lumeno

• Legge sul testamento biologico on. Paola Binetti

55 • Omaggio al Beato Giovanni Paolo II “A questo non si può dir di no”p. Antonio Belpiede

66 • Cattolici all’attacco UE svegliati!

• Un principe della ChiesaGiacomo Biffi

77 • Cattolici all’attacco • Cassazione: adozione di single?

Vorrei ma non possoMarco Caldarelli

• Presentazionedel nuovo libro del PapaPaolo Ciccarelli

99 • Una cultura della Pentecosteper il rinnovamento del PaeseSalvatore Martinez

1010 • Il libro La “sottomissione” della donna: schiavitù o conquista?Alessandra De Lucia Lumeno

• Cristiani da convegnoe cristiani da delibera Luca Marconi

1111 • Jus soli. Tutti italiani se nati in Italia Paolo Morrozzo Della Rocca

• Tsunami creatura di Dio?Giovanni Fermani

• Lo strazio sulla questionedei profughi nord africaniFrancesco Garofolo

1212 • Cittadino o suddito?Dall’autovelox alle cartelle pazzeMarco Caldarelli

• Internet fine dell’innocenzaMaria Cristina Messi

• Bambini bianchi da coppie nere

ALCIDEDE GASPERI

KONRADADENAUER

ROBERTSCHUMAN

Elezioni amministrative, referendum,riforme fiscali, crisi economica mon-

diale, ripresa si ripresa no, riforme del-lo stato, babele babele solo babele di lin-guaggi che nascondono a volte il vuoto,a volte le cattive intenzioni e la mala fe-de. L’elettore se ne accorge e rimane di-sincantato, non si fa più illusioni, speraancora, in maggioranza ha ancora spe-ranza seppure con un filo di cuore. An-che questa mia analisi non dice niente dinuovo. Ci sarebbe bisogno soprattutto di

nuove intenzioni, atti e comportamen-ti coraggiosi e semplici che nascono dalbuon senso e dal cuore di qualcuno cheama più gli altri di se stesso e che fa co-se per tutti, cose buone, semplici, ne-cessarie quasi ovvie e che non control-la prima sondaggi e commenti dei gior-nali, ma che magari legge la Bibbia e iclassici della letteratura italiana, i gran-di filosofi, la storia buona dell’Italia edell’Europa.

> segue a pag. 9

Ecco chi dovrà essere il futuro capo del governo

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Page 2: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2011

2Anno 2011 - N. 3

Mi guarda con gli oc-chioni azzurri, smarri-

ti. “Tocca proprio a me?” michiede. Tocca proprio a te,Daniele, battere quell’ultimorigore. La coppa ci aspetta eci guarda dall’alto del palco,proprio davanti alla parroc-chia. Ha le “grandi orecchie”come quella della televisio-ne del mercoledì sera, delgrande circo delle illusioni edei soldi.

“Non si può fare a meno?”No, non si può fare a meno. Iltorneo è stato lungo e avvin-cente; la finale combattutissi-ma, con continui rovescia-menti di fronte e di risultato.L’equilibrio non si spezza mai.Viene quasi voglia di dire: “Fi-niamo pari e così sono con-tenti tutti quanti!”.

Ma lo sport è impietoso:vuole un vincitore, vuolemetterti alla prova fino al-l’ultimo secondo, fino all’ul-timo istante vuole il meglio dite.”Più veloce, più alto, piùforte” recita il motto delleolimpiadi. Non ci si può sot-trarre quando ci viene chie-sto il meglio di noi.

“Nino, non aver paura disbagliare un calcio di rigore,non è mica da questi parti-colari che si giudica un gio-catore. Un giocatore lo vedidal coraggio, dall’altruismoe dalla fantasia…” Le paroledella canzone risuonano nel-la testa; anzi rimbombano.Sembra facile non aver pau-ra. E’ più facile non avernedavanti alla prof. di matema-tica, quella che elargisce quat-tro in pagella come se fosse-ro caramelle.

In una società in cui im-pegni, responsabilità ed esa-mi non vanno più di moda,ancora mi stupisco di fronteall’incredibile capacità dellosport di unire le persone, difarle conoscere nel profon-do, di insegnare loro a tirarfuori il meglio di sé!

Rispettare il proprio cor-po, intuire che è stato creatoper qualcosa di immensa-mente grande, cercare la vit-toria con tutto l’impegno pos-sibile, evitare scorciatoie di-

soneste, comprendere che lasconfitta è solo l’inizio dellaprossima vittoria, scoprireche gli altri ti aiutano dovenon riesci, abituarti a rispet-tare le regole: quante cose in-segna lo sport, quando vuo-le educare! Sì perché a voltenon vuole, e ti fa credere chevince solo chi bluffa.

Davanti ad un portiere im-mobile in mezzo alla porta,che ti fissa e scruta le tue in-tenzioni, non puoi bluffare.Ti rimane di chiudere gli oc-chi e tirare più forte che puoi.

Quel pallone non entra…Scheggia beffardo il palo eferma la sua corsa sul murodi cinta dell’oratorio, tra leurla festanti della squadra av-versaria.

Daniele mi guarda: i suoiocchioni azzurri stavoltasono umidi. Lo sono anchei miei, di tutti i compagni disquadra, di qualche geni-tore. Ci troviamo in silen-zio, in cerchio, al centro delcampo.

Ma proprio qui avvienel’ennesimo miracolo; è Ga-

briele a segnare il goal vin-cente, uscendosene con:“Loro avranno pure vinto,ma lo spettacolo lo abbiamofatto noi! Domani tutti inoratorio per l’allenamento.

Dalle sconfitte si impara acrescere. Vero Tarci? Lo di-ci sempre tu..!”

È proprio vero, piccologrande maestro. È propriovero.

Nel primo trimestre dell’anno l’economia del nostro Paese ha mostrato timidi segnali di ripresa e, in merito, spiraglidi luce provengono dai ritardi sui pagamenti verso i fornitori. Secondo i dati più recenti la percentuale di aziende

puntuali nel saldare le fatture è migliorata nel primo trimestre dell’anno, dopo il peggioramento registrato nel 2010, quan-do era arrivata al livello più basso dal 2007. In particolare, è emerso che le piccole e piccolissime realtà sono più virtuo-se delle grandi.

Da un’analisi delle aziende a livello dimensionale risulta, infatti, che le micro-imprese mostrano una percentuale su-periore alla media di transazioni commerciali saldate entro i termini pattuiti: il 47%, più del doppio delle medie e con unvalore quattro volte superiore alle grandi realtà.

Ora, come nel recente passato segnato dalla crisi economica, le Banche Popolari sono rimaste al fianco delle piccole emedie imprese e, in particolare, di quelle di dimensione più contenuta, come conferma il dato relativo al primo trimestredell’anno, in cui gli impieghi sono cresciuti del 7% (6,3% il dato medio nazionale).

In Italia l’attenzione verso le esigenze delle imprese di piccole dimensioni è stata sempre al centro dell’azione delle Ban-che Popolari, che, nonostante l’avversa congiuntura hanno continuato ad impiegare gran parte delle proprie risorse fi-nanziarie in favore delle PMI, permettendo loro di resistere ai venti della crisi con rinnovata fiducia. Nel 2010, infatti, gliistituti della Categoria hanno erogato loro finanziamenti per 41 miliardi di euro. Nel primo trimestre dell’anno, inoltre, inuovi finanziamenti concessi alle aziende minori hanno superato gli 11 miliardi di euro, quasi 2 miliardi in più dello stes-so periodo dell’anno precedente.

Queste evidenze mostrano come Credito Popolare, grazie alla sue peculiarità, prosegue ed intensifica il suo impegnoper valorizzare le potenzialità della piccola e media imprenditoria e far fronte alle necessità delle famiglie, lungo il solcotracciato durante la loro storia, mantenendo la propria funzione creditizia in costante sintonia con le esigenze delle cate-gorie produttive e delle comunità in cui è inserito.

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Le piccole e piccolissime imprese più virtuose delle grandi

Uno sport per la vitadi Tarcisio Antognozzi

AUMENTO PENSIONILA SPESA PREVIDENZIALE (var. sull’anno precedente)

2008 2009224 miliardi 14,5% 234 miliardi 15,4%valore del Pil +3,9% valore del Pil +4,3%

LA SPESA ASSISTENZIALE (var. sull’anno precedente)

2008 2009+4,4% +4,3%

L’AMMONTARE DEGLI ASSEGNI PENSIONISTICI (euro al mese)

Meno di 500 euro 21,4%Da 500 a 1000 euro 23,5%Da 1000 a 1500 euro 23,5%Da 1500 a 2000 euro 13,7%Più di 2000 euro 13,7%

ETÀ MEDIA PENSIONI IN EUROPA

SVEZIA 64,3 OLANDA 63,5GRAN BRETAGNA 63 IRLANDA 62,6 PORTOGALLO 62,6 SPAGNA 62,3 GERMANIA 62,2 GRECIA 61,4 ITALIA 60,1 FRANCIA 60

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3Anno 2011 - N. 3

Abbiamo una grave caren-za di energia e dipendia-

mo dall’estero poiché impor-tiamo metano e petrolio dallaRussia e dall’Algeria e energiaelettrica dalla Francia e dallaSvizzera.

Questa energia importatanoi la paghiamo.

«La Francia produce ener-gia elettrica col nucleare no-nostante abbia detto NO conun referendum negli anni ‘80.Noi importiamo energia nu-cleare dalla Francia, che ha 6centrali poste lungo l’arco al-pino di confine; in questo mo-do il produttore (la Francia) èpiù vicino al consumatore (l’I-talia). Con buona pace di chinon vuole le centrali in questoPaese…» (Antonio Fucilone).

L’incidente della centrale diFukushima è avvenuto su un’i-sola che ospita 55 centrali di 1a

generazione (vecchie 40 anni)colpita da un terremoto e dauno tsunami di proporzionibibliche. Cionostante non èancora avvenuto nessun olo-causto nucleare.

Un’informazione che sfug-ge ai più è la natura pulita del-le centrali di 4a generazione,che bruciano più del 90% delcarburante fossile. Significa ef-

ficienza elevata, ma anche tan-te scorie in meno. Quelli chehanno detto NO al nuclearesull’onda emotiva del preser-vamento dell’ambiente, nonsanno che le nuove centraliaiuterebbero paradossalmen-te a consumare le scorie pro-dotte dalle vecchie.

Inoltre il nucleare permet-terebbe di ridurre le emissio-ni di CO2 e gas serra, rispet-tando il Protocollo di Kyoto.

«Il carbone, che produce il40% dell’energia elettrica mon-diale, è responsabile di più di1 milione di morti all’anno.Impossibile sostenere che l’e-nergia nucleare ne ammazzadi più» (Chicco Testa).

E le fonti rinnovabili? Grancosa, ma…

Vediamo:

ENERGIA EOLICAAbbiamo certamente delle

zone ventose, ma il territorioitaliano non si presta in toto eil rumore delle pale è fastidio-so nelle ore notturne.

I primi oppositori in Italiasono stati i Verdi (perché di-cevano che bisogna costruirestrade di cemento in zone ma-gari incluse in parchi natura-li) e gli esponenti LAV (Lega

Anti Vivisezione, effettiva-mente le pale eoliche ogni tan-to affettano un piccione).

Il rapporto costo/capacitàproduttiva è scarsissimo: unapala di grandi dimensioni puòarrivare a rifornire di energiaun quartiere.

ENERGIA IDROELETTRICAL’Italia è piena di fiumi e

valli. Ma per produrre tutta l’e-lettricità di cui abbiamo biso-gno dovremmo riempire i no-stri fiumi e le nostre valli di di-ghe di cemento.

La diga va bene a tutti, tran-ne agli abitanti dintorno. E nonhanno tutti i torti perché in ca-

so di cedimento strutturale do-vuto per esempio ad un terre-moto, l’onda di piena generatadal crollo della diga spazzereb-be tutto e tutti. L’impatto am-bientale è devastante. Interevalli vengono trasformate, fau-na e flora circostanti eliminate.

SOLAREIl sole c’è (non sempre), so-

pratutto al centro sud. Gli in-centivi statali ci sono, ma li pa-gano i cittadini poiché vengo-no prelevati in bolletta. Unpannello solare non è in gradodi produrre nemmeno il 100%dell’acqua calda necessaria adun’abitazione di 4 persone.

BIOCARBURANTILa fattibilità è buona, l’Italia

è un territorio eminentementeagricolo; epperò… i biocarbu-ranti inquinano meno, ma in-quinano. Se dovessimo produr-re tutte queste forme di energiaalternativa, non saremmo co-munque in grado di sostenereil fabbisogno energetico, alme-no per i prossimi 40 anni. «Con-siderando che il petrolio si staesaurendo e il carbone, pur co-stando molto meno, inquinamolto di più, teniamoci benstretto il nucleare» (Cello Osi-mani, responsabile dell’Unitàper lo smantellamento e la ge-stione dei siti nucleari nell’UE).

C’è anche la via della ridu-zione dei consumi, ma la veritàè che nessuno ha voglia di fa-re mezzo passo indietro.

Eppure basterebbe un mi-nimo di attenzione per ridur-re i consumi fino al 40% sen-za dover cambiare drammati-camente il nostro stile di vita.

Che sia questa la soluzionesovrana?

Dopo il referendum

ENERGIA: sarà veramente possibile senzail NUCLEARE? Con quali costi e conseguenzedi Antonella Fornaro

Sappiamo che la Germania (forse) rinun-cerà (fra 10 anni) all’energia nucleare, però

qui ci piace ragionare sui dati; questi vengo-no da un istituto tedesco e ci sono sembrati in-teressanti.

Uno studio del Rhineland-Westphalia In-stitute for Economic Research di Essen, cosìscrive: «Le installazioni di nuovi moduli fo-tovoltaici nel solo anno 2009 sono costati aiconsumatori oltre 10 miliardi di euro. E que-sto per immettere sulla rete elettrica all’incir-ca lo 0.3% della domanda nazionale, pratica-mente nulla».

Quello studio ha sottolineato come: – l’indotto industriale legato al fotovoltai-

co svanisce non appena si esaurisce il mecca-nismo degli incentivi;

– il back up (cioè fornitura di energia elet-trica) di questi impianti intermittenti vieneassicurato da centrali a gas, cosa che ha com-portato un aumento delle importazioni di gasdalla Russia;

– coi 77 miliardi che si vorrebbero impe-gnare in questo settore, si potrebbero costrui-re impianti nucleari che assicurerebbero unaproduzione 35 volte maggiore.

ProblemaFranco ha stanziato 5 miliardi di euro per co-

struire una centrale nucleare che nel corso del-la sua vita produrrà 1000 miliardi di kWh elet-trici; Italo ha usato la stessa cifra per costruireuna centrale fotovoltaica, che produrrà nell’ar-co della sua vita 30 miliardi di kWh elettrici.

Posto che un kWh elettrico costi 0.1 eu-ro, quanto ricaveranno Franco e Italo dalle lo-ro centrali ?

Italo riuscirà a recuperare almeno i soldispesi per la centrale fotovoltaica?

Perché ai titolari di impianti fotovoltai-ci il kWh elettrico viene pagato 0.48 euroe non 0.1, cioè il suo reale valore? (ma que-sta domanda è falsa e tendenziosa e non me-rita risposta).

Fotovoltaico, quanto mi costidi Umberto SpallettiGREGGIO E GAS, LA PRODUZIONE IN ITALIA

Gas Naturale (migliaia di metri cubi)

2005 12.0712006 10.9792007 9.706 2008 9.255 2009 8.013 2010 8.302

Greggio (migliaia di tonnellate)

2005 6.084 2006 5.758 2007 5.838 2008 5.220 2009 4.551 2010 5.047

È evidente come la produzione nostrana di gas e petrolio è quasi in-significante rispetto alle necessità legate alla produzione di ener-gia elettrica. Forse sarebbero sufficienti per l’autotrazione il gas eper l’industria chimica il petrolio. Ma ciò significa che dovremo pro-durre energia elettrica solo con carbone e le alternative, visto cheal nucleare abbiamo rinunciato, se non vogliamo dipendere total-mente da gas e petrolio e da chi lo produce (Libia, Algeria, Russia,Paesi Arabi, Venezuela, ecc..).

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4Anno 2011 - N. 3

Un nuovo software, chia-mato “Elu1?, ideato pro-

prio nei giorni del caso En-glaro, per provare a ricostrui-re un “dialogo” tra i pazientiin stato vegetativo e i loro ca-ri. Ideato dall’ingegnere Da-niele Salpietro che conduce danovembre una sperimenta-zione che durerà un anno nelcentro Don Orione di Berga-mo, è un casco applicato adun amplificatore cerebrale chemoltiplica di un milione divolte gli impulsi neuronali inmodo da poter captare anchei minimi “spifferi” di volontà.Coglie cioè il pensiero di chilo indossa prima che questo sitraduca in azione. Il cervelloquando pensa, quando ha co-scienza, emette un segnale

elettrico con delle frequenzee i moderni sensori sanno leg-gere tali impulsi. Salpietrospiega che è accertato che peril 40% dei cosiddetti “stati ve-getativi” la diagnosi è sbaglia-ta perché si usa come para-metro il movimento. Invece«è la loro volontà che va ac-certata. Ciò che conta è se, alnostro comando, il loro cer-vello invia l’ordine di fare unacosa, indipendentemente dalfatto che poi la riescano a fa-re davvero».

«Pensavamo non capisse-ro nulla poi abbiamo scoper-to un mondo», afferma Gio-vanbattista Guizzetti, prima-rio del centro Don Orione rac-contando di quanto scopertoin cinque mesi dopo anni che

si occupa di ventiquattro ma-lati ricoverati in stato vegeta-tivo. «Abbiamo rilevato chetanti di loro vorrebbero muo-versi o dare risposta ai nostricomandi, anche se poi fisica-mente non ci riescono. Poi,grazie al monitoraggio conti-nuo attraverso le telecamere,abbiamo visto che in momen-ti in cui noi eravamo assenti ipazienti rispondevano al co-mando loro impartito a scop-pio ritardato». Tanti i casi com-muoventi e sorprendenti perla medicina. Da Cristina che,solo dopo aver capito che i me-dici e i familiari avevano com-preso che era cosciente, ha ini-ziato a reagire per comunica-re con il marito a Domenicoche si muove solo quando gli

ordini partono dalla voce del-la sorella in dialetto bergama-sco. «Se queste persone – com-menta Guizzetti – avessero fir-mato un testamento biologi-co da sani si sarebbero con-dannate a morte. Chi ti diceche in quello stato, anche senon lo sai, non saresti co-munque felice? E quanto costadar loro tutto questo? Più fa-cile ed economico darli perpersi e magari avviarli alla dol-ce morte, no?». In genere quel-lo che sfiora oggi la mente di

molti è che non si possa vive-re degnamente in questo sta-to, ma i pazienti mostrano unaprospettiva ben diversa. E cisono ancora medici pronti aprendersi cura dei malati in-dipendentemente dal concet-to di “qualità della vita” con ilquale si pretende di stabilirese valga la pena di vivere e farvivere. Uno sguardo diverso,controcorrente, che crea af-fetto e speranza anche nelle si-tuazioni apparentemente irre-cuperabili.

Stati vegetativi: nuova sperimentazioneaccende la speranzadi Alessandra De Lucia Lumeno

Non accadeva da tempo che unalegge coinvolgesse tanto la co-

scienza di persone unite da uno stes-so amore alla vita, ma separate da unaconcezione della libertà, che apparedrammaticamente inconciliabile. Unalegge che tutti conoscono come leggesul testamento biologico, nonostantenon abbia affatto le caratteristiche, lecondizioni e le modalità di un testa-mento. Raccoglie le dichiarazioni cheuna persona fa al suo medico di fidu-cia, dopo aver discusso della sua vita e del-la sua morte, di un possibile stato di ma-lattia e di una potenziale disabilità. Suuno scenario virtuale si fanno ipotesi e siimmagina come potrebbero essere gesti-te le varie alternative in cui una personapotrebbe trovarsi. La legge stessa parladi alleanza medico-paziente: un’allean-za con un obiettivo essenziale ben preciso,la relazione di cura. Si tratta di un’al-leanza capace di curare non solo even-tuali malattie, ma anche la paura del do-lore, il timore dell’abbandono, l’angosciache scaturisce dalla perdita di autono-mia, ecc. Per questo scrivere le proprie di-chiarazioni anticipate di trattamento puòrichiedere anche un tempo lungo, si può

cambiare idea e voler disegnare un iti-nerario diverso. Il medico nella sua espe-rienza sa e comprende che questa perso-na pur facendo scelte in apparente auto-nomia, deve in realtà elaborare una seriedi condizionamenti emotivi, di paure, dimostri interiori che irretiscono la sua li-bertà, spingendola verso soluzioni appa-rentemente più facili ed accattivanti. E’un colloquio tutt’altro che formale, unacondizione che mette a nudo la sua ani-ma, i suoi valori e le sue convinzioni, isuoi affetti. Si chiede preoccupato se i suoifamiliari si prenderanno cura di lui no-nostante sia diventato un peso o se inve-ce lo consegneranno a mani estranee, ma-gari altamente professionali, ma prive delcalore di cui nessuno può fare a meno.

La legge sul fine vita è una leggeche parla di alleanza a tutto campo,a cominciare dalla famiglia. Parla disolidarietà umana e di cura in con-testi che non sono solo quelli pro-fessionali. Mette in evidenza una di-mensione particolare dell’esistenza,quella della fragilità.

È una proposta di legge che sioppone alle false soluzioni propo-ste da una cultura individualisticae auto-referenziale, che davanti al-

le difficoltà, a volte gravi e gravissime,mostra come unica soluzione plausibi-le la morte cercata e sollecitata coin-volgendo anche altre persone. E’ unalegge che dice un no chiaro e determi-nato all’eutanasia in tutte le sue forme,perché dice contestualmente un si for-te ed appassionato all’alleanza terapeu-tica con un medico generoso e compe-tente; alla solidarietà umana che accet-ta di prendere su di sé la debolezza del-l’altro per accompagnarlo per il temponecessario fino al termine della sua vi-ta. Senza anticipare la morte, ma senzaneppure accanirsi ostinatamente perprolungare una vita che sembra giuntaal suo capolinea.

Legge sul testamento biologicoon. Paola Binetti

•Stupidario•

SESSUALE ANGLOSASSONE

Innovazioni da oltreOceano: gli USA e l’In-ghilterra con la parteci-pazione della NationalResearc Ethics Service diLondra, risolve definiti-vamente il problema del-le classi miste facendoiniezioni mensili ai bam-bini di 12 anni per bloc-carne la pubertà.Si parla di confusione ses-suale e di scelta ragiona-ta, ma un bambino di 12anni, condizionato dallasocietà e soprattutto daimedia non può prendereuna decisione ragionatain questo senso. C’è solo una puntura cheblocca la crescita.Un “esercito” di bambiniasessuati che con il rag-giungimento della mag-giore età, conquisteran-no il diritto oltre che alvoto anche a scegliere ilproprio sesso.Dopo il test della patenteci sarà anche il test per de-cidere di che sesso sarai.

Page 5: Il Nuovo Cittadino n.3 - 2011

5Anno 2011 - N. 3

Nel novembre 1962 il vica-rio capitolare di Cracovia,

mons. Karol Wojtyla, parteci-pava a Roma alla prima sessio-ne del Concilio Vaticano II. Unasua cara amica, la dott. WandaPoltawska, madre di quattro fi-glie, era in pericolo di vita perun cancro. Il presule scrive aPadre Pio, inviando la lettera aSan Giovanni Rotondo trami-te il comm. Angelo Battisti. Ave-va conosciuto il frate delle stim-mate nel 1948, confessandosida lui, e con umile fiducia glichiede di pregare per questamamma. I testimoni riferisco-no che Padre Pio rispose: “Aquesto non si può dire di no!”.

Il giorno dell’intervento lasignora si sveglia senza dolori.Le vien fatta una radiografia, eun oncologo le dice con sor-presa che non c’è più bisognodell’intervento.

Il futuro Papa inviò un’al-tra lettera al frate, ringrazian-dolo per le preghiere e comu-nicando la guarigione dell’a-mica.

La signora non aveva maisentito parlare di Padre Pio. Lacortina di ferro funzionava egre-giamente in Polonia e per le no-tizie e per i movimenti dei cit-tadini. Solo nel 1967, dovendosubire negli Stati Uniti un in-tervento alla spina dorsale, dan-neggiata durante la permanen-za in campo di concentramen-to nazista, la Poltawska rice-vette il passaporto. Wojtyla leraccomandò di recarsi a SanGiovanni Rotondo. La donnapartecipò alla Messa di PadrePio. Ne restò estasiata. Al ter-mine il frate le si avvicinò, l’ac-carezzò sul capo e le chiese:“Adesso va bene?”. Ella com-prese che era stato il suo inter-vento a guarirla e poté capirela stima di cui il suo amico ve-scovo circondava Padre Pio. Daquel momento lo chiamò “ilmio santo privato”.

Nel 1978 Angelo Battisti, la-tore delle due missive, le ri-trovò, giusto nell’anno dell’e-lezione del Cardinal Wojtyla alsoglio di Pietro. Si ricordò chePadre Pio gli aveva raccoman-dato di custodirle. I documen-ti e la sua deposizione sono en-

trati nel processo di beatifica-zione di Padre Pio.

Sin dal primo incontro, il1948, don Karol aveva nutri-

to affetto e stima grandi versoil frate. Credeva nel suo pote-re d’intercessione, come mo-stra la sua fiducia in occasio-

ne del cancro dell’amica. Sti-ma ricambiata, col suo stile di“contadino sannita”, da PadrePio. “A questo non si può di-re di no!” non è solo una sor-

ta di profezia sul pontificato,ma una battuta da amico: leraccomandazioni per la vita eper il cielo sono ben graditeai santi.

di Giuseppe De Lucia Lumeno*

Da qualche mese si è ripetutamente imposto nella discussione politica, mediatica e accademica il tema della “Big So-ciety”; l’agenda politica del primo ministro inglese ha interessato tutti i policy-makers europei e, in Italia, lo speech

tenuto da David Cameron nel luglio 2010 è stato compreso e ripreso.La Big Society non può essere frutto di un laboratorio o di un think tank. Non c’è alchimia istituzionale né culturale

che possa “creare” una realtà come quella auspicata. Essa se nascerà (nel senso che diventerà “big” perché in quanto “so-ciety” già esiste), sarà esito di una spinta vitale che sale dal basso, e il compito della politica sarà quello di incoraggiaredelle realtà in atto, di sostenerle nella crescita, nel lasciare loro il giusto spazio di esperienze consapevoli, di passione con-divisa rispetto alla realtà e ai problemi che presenta.

In Italia non mancano segnali in questo senso, perché è fertile il terreno su cui i semi della sussidiarietà possono cre-scere, ma è necessario che i casi isolati riportino alla memoria le tradizioni di un passato recente che ha reso prospero eunito il Paese.

Esempi particolarmente evidenti dei benefici della sussidiarietà possono trovarsi nella fioritura di strutture “orizzon-tali” alle quali si deve la nascita di iniziative nei più svariati campi del sapere (le Università), della produzione (le asso-ciazioni di artigiani e mercanti), della solidarietà (i primi grandi ospedali) e in ambito creditizio.

Nella storia del credito del nostro Paese, infatti, le Banche Popolari sono certamente il modello che più si è ispirato aiprincipi della sussidiarietà, e che di essa ha fatto un punto di forza della propria crescita. Il Credito Popolare nasce a metàdell’800, per rispondere alla domanda di sostegno di un’ampia parte della popolazione desiderosa di avviare in proprioattività produttive, ma trascurata dallo Stato.

La recente crisi economica ha confermato la fedeltà degli istituti della Categoria al valore fondante del localismo, so-stenendo continuamente i territori e le comunità.

Ancora oggi le Banche Popolari fanno affidamento sulla relazione tra i soci, sulla loro responsabilizzazione e sulla par-tecipazione alla gestione aziendale, permettendo così di superare uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico del-le classi meno agiate: la disponibilità di capitale.

* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

“Big Society” il modello inglesedella sussidiarietà

PROVERBIO ISLANDESEPrendi il tempo per lavorare:

è il prezzo del successo

Prendi il tempo per riflettere:è la sorgente della forza

Prendi il tempo per giocare: è il segreto della giovinezza

Prendi il tempo per essere gentile: è la chiave della felicità

Prendi il tempo per sognare:è la via che porta alle stelle

Prendi il tempo per amare: è la gioia della vita

Prendi il tempo per essere felice:è la musica dell’anima

Omaggio al Beato Giovanni Paolo II

“A questo non si può dir di no”di p. Antonio Belpiede

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Era il 2005, la Turchiachiedeva di entrare nel-

l’Unione Europea che op-poneva esami e controesamiper valutare se quel Paese,partner fondamentale dellaNato da decenni, fosse pron-to a far parte del progetto; èdi poche settimane fa l’au-spicio di Barroso e VanRumpuy, rispettivamentePresidente della Commis-sione Europea e Presidentedel Consiglio Europeo, per-chè il processo di integra-zione fra UE e Turchia siapiù veloce e profondo.

La situazione è comple-tamente capolvolta.

In questi anni la Turchiaha compiuto scelte impor-tanti che svelano un’inten-zione strategica precisa: siè avvicinata sempre più al-la Russia, commercialmen-te e non solo, ed ha allen-tato i legami con la Nato;ha proposto iniziative di-plomatiche (ricordiamo laproposta di risolvere la que-stione del nucleare irania-no insieme al Brasile, falli-ta per “merito” degli StatiUniti) evidentemente con-vinta di poter avere un ruo-lo di potenza regionale inun’area, quella mediorien-tale, che in questi mesi sta

vivendo cambiamentiprofondissimi.

Inoltre la sua economiasta crescendo a tassi im-pensabili per la maggior par-te dei Paesi UE (8% annuo).

Perchè dovrebbe essereancora interessata ad entra-re in Europa?

La crisi economica hamostrato impietosamentequanto poco sia unita l’U-nione, con Grecia, Porto-gallo, Spagna e Irlanda ab-bandonate al proprio desti-no; gli sconvolgimenti nor-dafricani e in particolare lacrisi libica hanno rivelatouna volta di più come ognu-no, Francia e Germania intesta, pensi a se stesso e agliaffari suoi invece di decide-re nell’interesse comune.

L’Unione Europea pote-va essere protagonista inquesti anni di una svoltaepocale e invece arriva al-l’appuntamento con la Sto-ria in ordine sparso. Avevaragione Giovanni Paolo IIquando chiedeva all’Europadi trovare radici più profon-de di quelle puramente eco-nomiche al suo progettounitario; quelle radici cri-stiane che permettessero aquesto continente di tor-nare a “respirare con due

polmoni”, quello occiden-tale e quello orientale. Lescelte sono state diverse equesti sono i risultati.

Di certo poco o affattoattraenti per una Turchia

che si sente l’erede di quel-l’Impero Ottomano cheper secoli fu punto di ri-ferimento per i popoli mu-sulmani e sente di esserepronta a esserlo di nuovo.

La Chiesa è, anche per ilcredente, una realtà mi-

steriosa, della quale pare sem-pre sfuggirci la vera natura.Per il non credente poi è ad-dirittura un enigma irritante;sicchè non ci meraviglia trop-po il fatto che tanto spessoviene così mal valutata nellesue intenzioni, travisata e in-compresa nei suoi comporta-menti.

La Chiesa sembra semprein ritardo sulle idee del mo-mento e sugli accadimenti re-centi; ma quando essi sfiori-scono, lei c’è ancora, sempreviva, sempre pronta a esserecriticata e giudicata ritarda-taria dalle nuove aberrazionie dalle nuove mode.

Qual è il segreto di tantavitalità? Qual è, sotto la par-venza di senilità e fiacchez-za, la ragione della sua forzae giovinezza perenne? Checosa spiega, oltre l’aspetto diinconcludenza e di sterilità,la sua fecondità inesauribilee sorprendente?

Il segreto è lo Spirito San-to; la ragione è il prodigio del-la Pentecoste che, comincia-to a Gerusalemme, nella suasostanza è sempre operante esempre in atto.

Non si capisce affatto laChiesa , se non alla luce del-la effusione pentecostale. Chinon crede nella potenza del-lo Spirito, mai potrà coglierela realtà ecclesiale nella suaverità.

Un principe della Chiesa

GiacomoBIFFI

Pentecoste 1990

CATTOLICI ALL’ATTACCO

UE svegliati!Nel giro di pochi anni il rapporto tra UE e Turchia è mutato in modo radicale

Breviario Sturziano

Oggi tutti lamentano l’immoralitàprivata… Ma non si corregge ta-

le immoralità solo con le prediche ocon gli articoli dei giornali. Bisognache la prima a essere corretta sia la vi-ta pubblica: ministri, deputati, sin-daci, consiglieri, cooperatori, orga-nizzatori sindacali, siano esempio di

amministrazione rigida e di osservanza fedele ai prin-cipi della moralità. Moralizzare la vita pubblica, “L’Ita-lia”, 3 novembre 1946.

a cura di Umberto Spalletti

OMOSESSUALITÀ DA ACCOGLIERE CON RISPETTO,COMPASSIONE, DELICATEZZA

Secondo il catechismo della Chiesa Cattolica (2357)l’omosessualità “designa la relazione tra uomini e don-ne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o pre-dominante, verso persone del medesimo sesso. Si ma-nifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle dif-ferenti culture. La sua genesi psichica rimane in granparte inspiegabile”.

Gli atti di omosessualità sono “contrari alla legge na-turale perché precludono all’atto sessuale il dono della vi-ta. Non sono frutto di una vera complementarietà affet-tiva e sessuale. In nessun modo possono essere approva-ti” gli uomini e le donne che presentano tendenza omo-sessuali (2358) “devono essere accolti con rispetto, com-passione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni mar-chio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chia-mate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se so-no cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore ledifficoltà che possono incontrare in conseguenza dellaloro condizione”.

(2359) “Le persone omosessuali sono chiamate alla ca-stità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatricidella libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, diun’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazie sa-cramentale, possono e devono, gradatamente e risolu-tamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana”.

Il documento della Congregazione per la Dottrina del-la Fede dedicato a La cura pastorale delle persone omo-sessuali (1986) precisa che “la particolare inclinazione del-la persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, co-stituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, versoun comportamento intrinsecamente cattivo dal punto divista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’es-sere considerata come oggettivamente disordinata”.

Che cosa deve fare dunque una persona omosessuale,che cerca di seguire il Signore? È lo stesso documento arispondere: “Sostanzialmente, queste persone sono chia-mate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, unen-do ogni sofferenza e difficoltà che possano sperimenta-re a motivo della loro condizione, al sacrificio della cro-ce del Signore. Per il credente, la croce è un sacrificio frut-tuoso, poiché da quella morte provengono la vita e la re-denzione. Anche se ogni invito a portare la croce o a in-tendere in tal modo la sofferenza del cristiano sarà pre-vedibilmente deriso da qualcuno, si dovrebbe ricordareche questa è la vita della salvezza per tutti coloro che so-no seguaci di Cristo”.

Dottrina della Chiesa Cattolica

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7Anno 2011 - N. 3

CATTOLICI ALL’ATTACCO a cura di Umberto Spalletti

di Marco Caldarelli

C’è un motivo per il qua-le l’arbitro di calcio si

mette un completino nero ogiallo canarino? Beh, sì. Perdistinguersi dai giocatori. Perevitare che, colto da raptus,mascherato tra due difenso-ri, possa allungare il piedinoe beffare Buffon.

Il completino quindi co-me divisa di distinzione. Chel’arbitro sia arbitro, perbac-co. E non giocatore.

Anche la toga rossa conpelliccia di ermellino e cap-pello nero con pompon è unadivisa, che distingue il giu-dice di cassazione dal legi-slatore e dal politico.

Ed è un bel differenziare,mica come la lettera scarlat-ta di Hawthorne: il ruolo delgiudice, specie quello di giu-dice di cassazione, è presti-gioso. È bello poter dire lapropria in ultima istanza, sen-za tema di smentita, orienta-re il diritto vivente.

Quindi, se sei giudice, di-rebbe Aristotele, fai il giudi-ce. Che è cosa buona e giusta.

Ma non cercare di fare ilconsigliere del re, il legisla-tore implicito, il politico sen-za popolo.

Tentazione che sembratrasparire da una apparente-

mente innocua sentenza del-la I° sezione della cassazio-ne, la n°3572 del 14 Febbraio2011, nella quale, pur riget-tando un ricorso di una sin-gle per il riconoscimento deldiritto di adottare, la corte siaugura un intervento legi-slativo che, a suo parere fi-nalmente, autorizzi l’adozio-ne da parte di single.

Ma se nel corpo della sen-tenza dichiari che tale dirit-to il singolo non ce l’ha, cheanche la Convenzione diStrasburgo sull’adozione diminori non lo impone, per-ché poi ‘consigli’ al legislato-re di prevederlo, quasi rim-proverandolo per non averlofatto fino adesso?

L’adozione non è conces-sa ai single per la scelta, di-scutibile quanto si voglia, di

dare ad un bambino entram-bi i genitori.

Se i cinque giudici dellaCorte desiderano battersi peril diritto del single all’ado-

zione, una strada c’è. Smet-tere di fare i giudici e candi-darsi alle elezioni.

Strano paese, il nostro. Nelquale convivono un primo

ministro che vuole fare il giu-dice di se stesso e giudici chevogliono fare i legislatori.Culla del diritto o capezzaledello stesso?

CASSAZIONE:adozione di single?Vorrei ma non posso

di Paolo Ciccarelli

“Ho voluto fare il tentativo di presentareil Gesù dei Vangeli come il Gesù rea-

le, come il “Gesù storico” in senso vero eproprio. Io sono convinto che questa figu-ra è molto più logica e dal punto di vista sto-rico anche più comprensibile delle rico-struzioni con le quali ci siamo dovuti con-frontare negli ultimi decenni. Io ritengo cheproprio questo Gesù - quello dei Vangeli - siauna figura storicamente sensata e convin-cente. Solo se era successo qualcosa di straor-dinario, se la figura e le parole di Gesù ave-vano superato tutte le speranze e le aspet-tative dell’epoca, si spiega la sua crocifis-sione e si spiega la sua efficacia... “

Così il colto esegeta Ratzinger presen-ta i volumi sulla vita di Cristo. Dopo il suc-cesso con oltre mezzo milione di copie ven-dute del primo libro, pubblicato nel 2007:“Dal battesimo nel Giordano alla trasfigu-razione”, questa opera con sottotitolo “Dal-l’ingresso in Gerusalemme fino alla Re-surrezione” ne rappresenta la continua-zione al fine di comprendere più a fondola figura di Gesù.

Il libro esamina approfonditamente dalpunto di vista teologico e storico in nove ca-pitoli, gli ultimi giorni dell’esperienza terrenadel Salvatore: la passione, la morte e la Re-surrezione di Cristo.

L’analisi tanto appassionata quanto scien-tificamente precisa degli eventi rimanda ad

una domanda di importanza decisiva per lostudioso e per ogni credente: I Vangeli cimostrano una figura di Gesù seriamente at-tendibile e credibile dal punto di vista sto-rico? Il Gesù nel quale crediamo è il Gesù ve-ramente esistito?

Gesù di Nazareth è l’ultimo grande libroche Ratzinger si era proposto di scrivere co-me atto conclusivo del suo percorso intel-lettuale e scientifico, prima ancora di esse-re eletto Papa. Così l’autore non intende par-lare in primo luogo quale Romano Pontefi-ce, ed il libro non vuole essere un atto uffi-ciale del suo magistero. Tutt’altro, con unlinguaggio semplice, avvincente ed imme-diatamente accessibile, senza tralasciare la ve-rità della fede, l’autore guida il lettore al-l’incontro con Gesù. Un Gesù certamenteumano, raccontato con tono profondo e col-loquiale, destinato ad essere conosciuto daun pubblico universale, di credenti e non,di dotti e non, ma comunque sempre attrattidalla conoscenza e dalla speranza che ri-pongono nell’Uomo-Dio.

Presentazione del nuovo libro del Papa

CRISTIANI PERSEGUITATIEsodo dei cristiani in Medio Oriente dal 1880 al 2011

In madrepatria Nella diaspora

LIBANO 1.600.000 2.600.000

TURCHIA 100.000 1.100.000

SIRIA 1.080.000 500.000

IRAQ 400.000 500.000

IRAN 150.000 150.000

EGITTO 8.500.000 2.000.000

GIORDANIA 320.000 230.000

TERRA SANTA 320.000 230.000

VocabolarioDistinguiamo bene fra ecumeniso e sincretismo:

Ecumenismo Movimento che tende a riavvicinare e a riunire tutti i fede-li cristiani e quelli delle diverse Chiese. Il punto di partenzaè la comune fede nella Trinità: in Dio Padre, in Gesù CristoFiglio e in Dio Spirito Santo.

SincretismoPuò essere considerato come qualsiasi tendenza a concilia-re elementi culturali, filosofici o religiosi eterogenei appar-tenenti a due o più culture o dottrine diverse.Il termine è applicato soprattutto nella scienza e storia del-le religioni, in cui indica quel complesso di fenomeni e con-cezioni costituite dall’incontro e dalla fusione di forme reli-giose differenti.

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8Anno 2011 - N. 3

La crisi finanziaria ed economica ini-ziata nell’autunno del 2008, ha col-

pito duramente il reddito lordo dispo-nibile delle famiglie e la loro propen-sione al risparmio, accentuando, perquest’ultimo indicatore, una tendenzaal ribasso che già risultava consolidatanegli anni precedenti.

I dati più recenti aggiornati al quar-to trimestre del 2010 diffusi dall’ISTATindicano, infatti, come il reddito lordodisponibile, cresciuto tra l’inizio del 1999e la metà del 2008 di circa il 40%, siasuccessivamente sceso nel corso del 2009di circa il 5%. Andamenti analoghi han-no riguardato poi gli indicatori relativial potere di acquisto (diminuito del 6%nello stesso periodo) e alla propensioneal risparmio (quasi 4 punti percentualiin meno, dal 16,2% al 12,4%).

Miglioramenti si sono, comunque,registrarti nel corso del 2010 con au-menti in media sia del reddito che delpotere di acquisto che della propen-sione al risparmio; anche se gli incre-menti sono stati piuttosto contenuti,permettendo di recuperare solo unapiccola parte delle perdite manifestatedalla seconda metà del 2008 e per tut-to il 2009. Tuttavia, questa può rap-presentare l’inizio di un’inversione ditendenza positiva che resta, però, an-cora fragile ed incerta, come confer-mano le più recenti indagini ISTAT re-lative alla fiducia dei consumatori, che

evidenziano un peggioramento. In ta-le contesto, le Banche Popolari sonostate sempre al fianco delle famiglie,nel rispetto del loro valore fondante: illocalismo. Infatti, la provvista è salitadell’11% (8% il dato medio nazionale),ed in particolare è cresciuta la raccol-ta obbligazionaria che, nell’ultimo an-no, è aumentata del 6,1% (-1,6 il datomedio nazionale). Inoltre, gli impieghia famiglie sono cresciuti in misura si-gnificativa (8,3% nel 2009 e 6% nel2010), con un tasso sui mutui per ac-quisto abitazione inferiore di circa 15basis point rispetto alla media. Tuttociò si è tradotto in una crescente fidu-cia da parte dei risparmiatori negli isti-tuti della Categoria. È stato, infatti, que-sto diverso modo di fare banca, incen-trato sul “cliente” inteso come “perso-na”, che ha permesso un aumento di1,5 milioni di nuovi clienti per il Cre-dito Popolare, per un totale complessivodi quasi 13 milioni di unità.

Questi dati confermano come il mo-dello del relationship banking rappre-senti ancora la filosofia operativa delCredito Popolare e lo strumento prin-cipale che permette ad una realtà eco-nomica locale di potersi esprimere e svi-luppare, mediante la costruzione di unrapporto di lungo periodo improntatosulla reciproca fiducia, con ricadute po-sitive su tutto il tessuto produttivo e so-ciale locale.

I due problemi sono legati: se non si capisce che l’attuale siste-ma bipolare è moribondo, esso sarà mantenuto in vita con acca-nimento terapeutico passando da un estremismo all’altro, col ri-schio che l’aggressività di Berlusconi spalanchi la strada ai prota-gonisti dell’antiberlusconismo (faccia della stessa medaglia) o cheil timore degli estremisti antiberlusconiani spinga gli elettori a pro-lungare l’agonia del berlusconismo.

Soluzioni entrambe dannose per il Paese. Berlusconi se conti-nuerà a governare rinunci alle polemiche con il Capo dello Stato;non gli hanno portato bene. La smetta di dire che i magistrati so-no dei pericolosi brigatisti e rinunci a fare una riforma della ma-gistratura tagliata su misura per risolvere i suoi problemi proces-suali. Si occupi della produttività delle imprese italiane e delle lo-ro capacità di difendere i posti di lavoro esistenti e di creare nuo-vi posti di lavoro. Certo, i leader sconfitti che danno le dimissionie si assumono la responsabilità della sconfitta salvano in genere iloro partiti. Quelli che non lo fanno mettono invece a rischio il fu-turo ed il destino dei loro partiti. Nel PDL oggi nessuno sente il pro-prio futuro politico garantito da Silvio Berlusconi. Ciascuno siguarda attorno e cerca di garantirsi da solo. Si moltiplicano le cor-date, le correnti ed anche i partiti dentro il partito. Al di là dei mo-vimenti interni al PDL è l’intera area moderata che non si ricono-sce più in Berlusconi e non si sente più garantita da lui. Più di unavoce si è levata a chiedere la ricomposizione dell’area moderata. Lapreoccupazione è giusta e certo l’UDC non solo è interessata a que-sta ricomposizione ma sta anche al centro di ogni possibile processodi ricomposizione. È però chiaro che l’unità non si può fare attor-no a Berlusconi per mille motivi, non ultimo il fatto che questaunità l’ha rotta lui. L’area moderata non può più essere occupatada una personalità carismatica, ha bisogno invece di essere orga-nizzata da un grande partito democratico. Abbiamo bisogno di co-struire in Italia un referente omogeneo del Partito Popolare Euro-peo. Se questo si possa fare prima delle prossime elezioni politi-che o se sia necessario che la sconfitta di Berlusconi si ripeta unaseconda volta nelle elezioni politiche è cosa che in questo mo-mento non possiamo sapere. Il problema della formazione del par-tito dei moderati si incontra necessariamente con le strategie delTerzo Polo e dell’UDC. Ho già avuto modo di esprimere più voltela mia convinzione che per costruire la nuova politica di cui il pae-se ha bisogno non basti una diversa articolazione delle forze poli-tiche esistenti. È necessario l’innesto di energie nuove che venga-no dal mondo cattolico, dal mondo sindacale riformista, dalle or-ganizzazioni dei produttori che trovano un punto di convergenzain Rete Italia ed anche del mondo delle imprese che si riconoscein Confindustria. In tutte queste realtà si vede con chiarezza un de-siderio di assumere responsabilità in prima persona. Sarebbe peròsbagliato pensare semplicemente all’inserimento di una o più per-sonalità di prestigio nella politica. Bisogna pensare ad un partitocapace di esprimere organicamente i valori dei cristiani e gli inte-ressi dei ceti medi e dei lavoratori dipendenti, gli interessi del-l’impresa e dello sviluppo. È, questo, il progetto politico che l’UDCpersegue da tempo e che ci ha portati alla formazione del Terzo Po-lo. E perché il sistema funzioni, perché ci si torni ad occupare deiproblemi delle famiglie, del lavoro, dell’occupazione, dello svi-luppo, della ricerca, abbiamo bisogno di una nuova legge eletto-rale ed anche di un nuovo sistema politico. Anche qui i fatti ci di-cono che la battaglia del nostro partito per una legge elettoraleproporzionale e per una legge elettorale che lasci ai cittadini lascelta dei loro rappresentanti in Parlamento era giusta e merita diessere continuata fino ad una conclusione vittoriosa.

> segue da pag. 1

La legislatura è finita serve un governo...on. Rocco Buttiglione

Associazione Nazionale fra le Banche Popolari

Dalle famiglie i primi segnali di ripresadi G. D.L.L.

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9Anno 2011 - N. 3

di Salvatore Martinez, Presidente del RnS

L’Italia può ancora conta-re su una società civile

ricca di fermenti ideali, cul-turali, economici, come nes-sun altro Paese al mondo:movimenti, associazioni, re-ti sociali sono una straordi-naria forza “prepolitica” ca-pace di riaffermare ideali evalori in modo vitale e tra-durli in buone prassi.

Serve un supplementod’amore, perché le grandipassioni sociali e civili cheanimavano la nostra tradi-zione occidentale stanno tra-montando. È errato dire checi sono negate; siamo noi chele stiamo lasciando tramon-tare! Ed ecco che la speran-za si spegne, si scompone ildinamismo relazionale, i po-veri divengono sempre piùpoveri, i lontani sempre piùlontani. E agli uomini è tol-ta la possibilità stessa diesperimentare l’amore, nel-le case, come nelle istitu-zioni; per le strade come nel-le nostre chiese.

Siamo sempre più per-suasi che bisogna dare slan-cio a nuove e concrete espe-rienze di sussidiarietà oriz-zontale, in cui i soggetti so-ciali radicati e diffusi sul ter-ritorio si aggreghino tra loronon per sostituirsi allo Sta-to, ma per ricucire le magliedi fiducia sociale sfibrate,provando ad occupare que-gli spazi di dialogo e di svi-luppo in cui lo Stato si mostrainadeguato.

Non basta cercare di ri-muovere le “diseguaglianzesociali” per creare una so-cietà più giusta. Nell’era del-la globalizzazione la sfida ènon mortificare le differen-ze ma esaltarle nella frater-nità, riconciliando gli oppo-sti e dando nuova “sogget-tività sociale” a coloro chefino a ieri erano solo “og-getto” di politiche assisten-ziali o clientelari.

Occorre prodigarsi, conumiltà e tenacia, per far sìche i principi cristiani pos-sano determinare una cul-tura che ponga nel giustoequilibrio la giustizia, la mi-

sericordia, le leggi e i dirit-ti umani, la solidarietà, indefinitiva tutto ciò che ispi-ra, fonda e rivela la nozionedi “bene comune”.

Dio non vuole il pianto,bensì la consolazione deisuoi figli. Dio non vuole laresa dinanzi al male, ma unafede operosa che non si ar-renda dinanzi ai luoghi co-muni del giudizio, della pro-testa, dell’astensione dal-l’impegno dichiarando lo“sciopero della speranza”.

Proviamo, allora, ad im-mergerci nella trama di que-sto nostro tempo; andiamoalla ricerca di immagini disperanza che non ci faccia-no dimenticare il presente,ma piuttosto intravedere ilfuturo che vogliamo, che Diovuole.

Una cultura della Pentecoste per il rinnovamento del Paese

Un epilogo già scritto

LA MIA BANDIERA

Mutava ad ogni sussurro di Dioil verde dei campi spigati

ondulato dal vento d’ infinite primavere.

Scivola una perla d’acqua lungo l’antico greto muschioso

della fonte silenziosa di sciabordii e di rane.

Danzava il pettirosso la sua paurasul muro sberciato e coperto di neve

piena di invito al silenzio.

Era pace indugiare sull’usciodi quel bianco portone

frontiera fra il tempo e l’eternità.

Calava la sera a stemperarei vermigli incendi delle mie

colline mute d’attesa d’angelici voli.

È ancora calda di preghierala vecchia filotea di mia madre

dal taglio rosso fragola indelebile.

Dentro questo vasto e colorito ordito dei ricordi io tesso

ogni giorno la mia bandiera tricolore

sapida del pianto di mio padresul suo compagno morto

alla frontiera.

Gabriella Paoletti

Poesia

Insomma avremmo bisogno di Alcide De Gasperi. Non vedoaltri. Il prossimo Presidente del Consiglio non può che esse-re lui, se vogliamo far risorgere il nostro amato e complicatopaese. Non è una barzelletta, è vero, è necessario dobbiamoandarlo a trovare. Tutti in pellegrinaggio a borgo Val Sugnail 19 agosto, pregando con lui per noi e il 10 agosto, magari,iniziare il percorso a Roma in quella splendida basilica di SanLorenzo Fuori le Mura, dove sono conservate le spoglie delpiccolo grande trentino. Lui che ha fatto l’Italia democraticae popolare contro tanti, ma non troppi per la sua tempra e so-lidità di fede cristiana, capace di sconfiggere le resistenze con-servatrici o le illusioni rivoluzionarie, di chi non voleva nien-te di nuovo o di chi voleva tutto nuovo, comunque per noncostruire niente di buono per gli italiani, ma solo per se stes-si. La Chiesa Cattolica dovrebbe accelerare il processo di bea-tificazione, abbiamo bisogno di Sant’Alcide e ne abbiamo bi-sogno presto. Durante il periodo intermedio fra il 10 e 19agosto consiglio la lettura della sua vita, dei suoi comporta-menti politici e personali, pubblici e privati, nelle istituzio-ni e nel partito della Democrazia Cristiana, più che delle sueidee, i suoi interventi in parlamento, le sue iniziative pro-grammatiche. Non era uomo di agenzia giornalistica, nonstava a commentare ogni sospiro di amici ed avversari, badavaal sodo e faceva e diceva le cose utili per il paese. Dovrà ispi-rarsi a lui chiunque voglia essere il futuro capo del governo,dovrà alzare lo sguardo verso i padri nobili della patria, Al-cide primo fra tutti. Per questo sognando De Gasperi inter-cediamo tramite lui per il bene dell’Italia la realizzazione diuna piena responsabilità e nella verità.

> segue da pag. 1

Ecco chi dovrà essere il futuro capo del governoon. Luca Marconi

LampodiGenio

Classifica economie del pianetaPaesi con più prodotto interno lordo in base alle stime sulPil 2010 (in miliardi di dollari).

1° USA 15.000 ml

2° CINA 5.200 ml

3° GIAPPONE 5.100 ml

4° GERMANIA 3.200 ml

5° FRANCIA 2.500 ml

6° REGNO UNITO 2.300 ml

7° ITALIA 2.100 ml

8° BRASILE 2.050 ml

Escalation della Cina7° nel 20016° nel 2004 supera l’Italia3° nel 2007 scalza la Germania dal terzo posto2° nel 2010 supera il Giappone

Al prossimo G7 non ci saremo più, scalzati dalBrasile, ma saremo nel G8, poi nel G9…, forse nelG10…, speriamo nel G11…….

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10Anno 2011 - N. 3

Ad una prima occhiata il ti-tolo “Sposati e sii sotto-

messa – Pratica estrema perdonne senza paura” (Vallec-chi editore) può colpire, in-quietare o persino far indi-gnare le femministe e le don-ne che rivendicano parità edemancipazione. Quella su-bordinazione comandata fa-rebbe paura a qualsiasi dellespose che hanno intrapreso dapoco il cammino matrimonia-le ed anche a quelle che lo vi-vono da decenni.

Ma leggendo il libro e com-prendendo il pensiero dell’au-trice, si capisce bene quanto lasottomissione tutto è tranneche una rassegnata remissività.Il volume è una raccolta di let-tere che la giornalista indiriz-za alle figlie, agli amici, ai col-leghi e racconta le donne esat-tamente per quello che sono,con i loro mille pensieri con-nessi contemporaneamente:marito, figli, lavoro, gestionedella casa, genitori anziani, spe-sa, pranzi, telefonate. Quellaquotidianità che ti fa cucinarementre parli al telefono, ti fatruccare mentre sei ferma al se-maforo con la macchina, ti facorreggere i compiti ad un fi-glio mentre fai l’elenco dellaspesa. Costanza Miriano, 40en-ne, lavoratrice, moglie e ma-dre di quattro figli, sottolineacome in molti cadono nell’e-quivoco di intendere la sotto-missione come sudditanza enon nel significato di “mette-re sotto”, essere fondamenta.«C’entra con il non imporsi,

non dare ordini, non volere im-primere il nostro stile alla ge-stione della famiglia». Soste-nere, sorreggere, aiutare, esse-re le fondamenta della coppia.Cosa ci può essere di offensi-vo? «Non c’è niente di più bel-lo da dire a una donna. Esserealla base vuol dire accogliere imalumori con un sorriso, me-diare tra i caratteri, consolida-re, mettere la pace. Quandouna fa così conquista l’uomocon la sua bellezza, e poi i ma-riti – come dice san Paolo nel-la lettera agli Efesini – sarannopronti a morire per la moglie.L’uomo non resiste alla donnache ascolta la sua voce».

Se si dovesse attualmenteesprimere il disagio maggio-re per una donna sposata configli che vuole realizzarsi nellavoro e che deve portare a ca-sa i soldi fondamentali per leesigenze della famiglia, sicu-ramente sarebbe quello diconciliare i due aspetti chesembrano perennemente inconflitto. Dice la Miriano: «Ilfemminismo si è preoccupa-to molto della libertà sessua-le, della contraccezione, del-l’aborto, ma mi sembra si siaoccupato poco di cambiare leregole del mondo del lavoro.Ha combattuto perché ci en-trassimo, ma a prezzi altissi-mi sul piano della vita perso-nale. Non si è preoccupato direnderlo a misura di mamma.Noi possiamo dare un contri-buto prezioso alla società, manon è possibile che per farlodobbiamo abbandonare gli af-

fetti». Ed è qui che entra ingioco l’odiata “sottomissio-ne” che per l’autrice invecediventa “felice e creativa”: bi-sogna porre nel giusto ordi-ne le cose da fare e le perso-ne di cui occuparsi, recupe-rare i valori della famiglia cri-stiana, dei legami tradiziona-li e la distinzione tra i ruolimaschili e femminili, far ri-scoprire all’uomo il ruolo dimarito, padre e restituirglil’autorevolezza troppo spes-so messa in discussione e al-la donna il suo compito dimoglie, madre senza abban-donare la cura della propria

femminilità che si può per-fettamente integrare con unapassione sfrenata per lo shop-ping e le riviste di gossip.

La “sottomissione” della donna:schiavitù o conquista?Il primo libro di Costanza Miriano, giornalista del TG3, mostra la bellezza della famiglia con ironia e realismo di Alessandra De Lucia Lumeno

di Luca Marconi, Assessore Regionale Marche perla Famiglia e i Servizi Sociali

Il prossimo settembre vedrà il grande ap-puntamento del Congresso Eucaristico

Nazionale che saremo onorati di ospitarenel nostro capoluogo regionale di Ancona.Durante la settimana molti appuntamenti siconcentreranno, fra questi l’incontro an-nuale di Rete in Opera. Voglio formulare unauspicio. Che il grande raduno dei cattolicinon si concluda con una lunga lista di ana-lisi indiscutibili, quanto inutili, se non ac-compagnata da proposte operative realizza-bili e condivise. Provo a muovere un ragio-namento sul curioso fatto che ha visto, inquesti ultimi anni, i cattolici italiani divisi sulpiano dell’impegno civile, fra cristiani daconvegno e cristiani da delibera. Una miadefinizione che nasce dall’esperienza es-sendo stato in contemporanea, in tempi di-versi l’uno e l’altro. Il cristiano da delibera,è quello che ha continuato un impegno attivodopo la fine della Dc in uno dei tanti partiti pos-sibili, quasi completamente isolato dal contestoecclesiale, visto con un certo sospetto e a volteaccusato di carrierismo politico opportunista.

Il cristiano da convegno, è quello che denun-ciando la fine dell’unita politica dei cattolici,si è rituffato nell’epopea dell’Opera dei Con-gressi quando si analizzava, si denunciava esi proponeva ad altri la realizzazione di unprogramma politico, che i cattolici bloccati da“non expedit” non potevano attuare diretta-mente. Si può superare questa situazione, ri-componendo il corpo e trovando le ragionidell’anima e della mente, perché si avveriquello che oramai Papa e vescovi invocanosul piano pastorale da diversi anni? Cioè ilritorno in forza dei cattolici in politica? Pro-poste concrete, quindi, che la stessa Rete inOpera potrebbe maturare. Facciamo un mo-vimento culturale e civico che ricostruiscail tessuto morale del paese e fornisca unaclasse dirigente in tutti i settori della vitapubblica, metta al centro il bene comune su-bordinandolo a tutto, rifondi l’unita costi-tuzionale dell’Italia sui presupposti dellavera laicità, offra un pensiero e programmial governare e all’amministrare. Un pro-gramma operativo che ci aiuti ad uscire dal-le sagrestie delle parrocchie e dei conventi,ma anche da quelle laiche dei movimenti edelle associazioni cattoliche.

Cristiani da convegno e cristiani da delibera

LampodiGenio

FEMMINILE

“l’uomo non resiste alla donna che ascolta la sua voce”.

Questa frase ci pare straordinaria, soprattutto se letta pen-sando alla Vergine Maria, Colei che più di tutti è stata capa-ce di ascoltare la voce di Dio. Ci sembra davvero la spiega-zione più semplice ed efficace per comprendere perchè laChiesa attribuisce a Maria Santissima il titolo di Onnipoten-tia Supplex, onnipotente nelle suppliche.

Dio non resiste alla Donna che ascolta la Sua voce.

COLF E BADANTI NELLE CASE DEGLI ITALIANIFonte CENSIS, 2010

1.538.000 colf e badanti in Italia (+42%dal 2001) Lavorano in 2.412.000 famiglie (1 su 10) 82,6% sono donne71,6% sono stranieri51,4% del totale ha meno di 40 anni 23,2% del totale ha un diploma 26,5% alloggia presso la famiglia per cui lavora 61,8% lavora con un contratto irregolare 900 euro stipendio medio mensile

IL LIBRO

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11Anno 2011 - N. 3

Circa un milione di minoristranieri sono residenti nel

nostro Paese e di questi pocopiù della metà vi sono nati e virimarranno probabilmente pertutta la vita.

Tutti loro condividono coni bambini e i ragazzi italianidella loro stessa età gli impe-gni, i desideri, i problemi, i so-gni e le angosce di una citta-dinanza in formazione, affi-data per la sua piena riuscitaagli adulti di oggi. Parlano l’i-taliano da italiani. La loro in-flessione dialettale è veneta inVeneto e siciliana in Sicilia.

Essi rappresentano unagrande possibilità di sviluppoper il nostro Paese, ma po-trebbero anche costituire unproblema se il sentimento di

appartenenza alla società ita-liana non verrà assecondato,sostenuto e radicato in lorocon opportune strategie.

Ecco perché l’attuale leggesulla cittadinanza andrebbecambiata. Così com’è, infatti,essa costituisce una vera bom-ba ad orologeria che potrebbescoppiare, con grave dannoper tutti, col crescere delle se-conde e terze generazioni distranieri/italiani.

Oggi l’unica significativadisposizione che riguarda le“seconde generazioni” è quel-la che consente loro, se nati inItalia, di chiedere la cittadi-nanza al compimento del di-ciottesimo anno, purché di-mostrino il possesso conti-nuativo del permesso di sog-

giorno e della residenza ana-grafica dalla nascita sino al mo-mento dell’acquisto della cit-tadinanza italiana.

È questa una norma chefunziona poco e male. Ed in-fatti su 100 ragazzi stranierinati in Italia e qui ancora resi-denti al compimento dei di-ciotto anni sono ben 42 quel-li che rimarranno stranieri an-che dopo la maggiore età e no-nostante l’intera vita trascorsain Italia. Spesso ad impedire lacittadinanza ci sono pochi me-si di vuoto anagrafico, magariin occasione di un cambio diresidenza della famiglia da uncomune all’altro dell’Italia.

Per questa ragione un ap-pello per una nuova legge nel-l’interesse del Paese è stato lan-ciato da Caritas Italiana, Fon-dazione Migrantes, A.C.L.I.,Comunità di Sant’Egidio, Fon-dazione Centro Astalli e Co-munità Papa Giovanni XXIII.In esso si chiede di facilitarel’acquisto della cittadinanzaper coloro che nascono in Ita-lia da genitori regolarmentesoggiornanti, ma anche di pre-vedere percorsi più brevi di at-tribuzione della cittadinanzaper quelli che, pur nati all’e-stero, crescono in Italia fre-quentandovi la scuola del-l’obbligo.

Jus soli. Tutti italianise nati in Italiadi Paolo Morrozzo Della Rocca, Comunità di Sant’Egidio

Perché lo strazio? Perché non si èmai assistito ad un simile cu-

mulo di idiozie e di menzogne. Co-minciamo con i falsi numeri. Si so-no date cifre di stima che non si so-no neanche lontanamente verifica-te, a distanza di mesi. Alla fine ab-biamo avuto circa 25.000 tunisiniche se ne sono andati a spasso perl’Europa e ad oggi, poche migliaia diprofughi presenti in Italia e richie-denti asilo. La falsa emergenza con

immagini devastanti da Lampedusa,perché quando si è voluto svuotarel’isola, lo si è fatto in pochi giorniutilizzando poche navi. I falsi cen-tri di raccolta perché si sono createle Manduria come accampamenti dimigliaia di persone senza alcun con-trollo, lasciando di fatto che se nescappassero tutti; una situazioneche ha costretto un galantuomo co-me l’Onorevole Alfredo Mantovanoa dimettersi, seppur temporanea-

mente, da Sottosegre-tario degli Interni.Quindi false paure,false diatribe, falsaquestione Europea, perché non cisi venga a dire che per l’Italia sa-rebbe stato un problema accoglierequalche migliaio di disperati, a fron-te dei cinque milioni di immigratipresenti nel nostro paese, pari qua-si al 10% della popolazione, clan-destini inclusi.

Poca serietà da parte del Governo,direi quasi cinismo che non portanolontano, ma solo verso un ulterioreimbarbarimento della vita civile. Ac-cogliere i profughi è un dovere delcristiano che Papa Benedetto XVI hafatto bene a ricordare anche in questaoccasione.

Lo strazio sulla questione dei profughi nord africanidi Francesco Garofolo

Le immagini hanno fatto il giro del mondo e mostrando tut-ta la potenza devastante della natura, quando ad essa e ai

suoi fenomeni si frappongono le opere dell’uomo. Lo Tsunamiha due volti potenza e riflessione. La potenza è quella che faapparire l’uomo piccolo, indifeso, e facilmente soccomben-te davanti a questi apocalittici fenomeni. La riflessione inve-ce ci dice che, tutto ciò che accumuliamo su questa terranon è che “un granaio di briciole” che in un attimo si polve-rizza si dissolve spogliandoci inesorabilmente di tutto. A soc-combere sotto l’onda mastodontica sono i “feticci” delle fe-licità estreme ma momentanee : la casa, l’auto, le griffe firmate,oro, gioielli, denaro, carte di credito, tutto in un attimo ci ab-bandona così come il bene più prezioso che abbiamo, la no-stra vita. “Ecce Homo” spogliato ferito, ucciso senza avere por-tato a compimento la sua missione primaria “vivere”. C’è unaffronto al sacro nelle vicende umane, come negare l’equili-brio della natura e dell’essere ospiti in questa terra che met-te a disposizione tutto ciò di cui abbiamo bisogno e ci chie-de solo di rispettarla. Eppure le conquiste dell’uomo vengo-no sparse senza una logica nei continenti, negli oceani, nel-le giungle e nelle savane, luoghi dove nasce il sostentamen-to per l’essere umano. L’uomo disprezza il creato ed inevita-bilmente il creato si fa beffe dell’uomo e dei suoi “feticci”. LoTsunami porta via tutto e quelle immagini che mostrano lavoracità del mostro d’acqua che tutto ingoia, sono la sintesidell’impotenza che ci porta a perdere tutto ciò su cui abbia-mo scommesso.

Ed allora, se la terra trema noi tremiamo con lei, e lo fa sen-za avvisarci, senza dirci di mettere in salvo le nostre cose, inostri affetti, trema e basta. Fragili e privi di scialuppe di sal-vataggio ci ricordiamo che noi paghiamo un affitto alla terrache ci sfratta ogni qualvolta deve rendere conto del suo sta-to di salute. Nessuna legge, nessun parlamento, nessun ca-po di stato può abolire un “nono grado della scala Richter”o fermare uno Tzunami che veste i panni del “giustiziere”perchè è anch’esso di diritto creatura di Dio.

Tsunami creatura di Dio?di Giovanni Fermani

SBARCHI E VITTIMEAnno Immigrati sbarcati vittime

in Italia

2006 22.016 302 2007 20.455 556 2008 36.951 1.274 2009 9.573 425 2010 4.406 —- Gennaio/19 maggio 32.443 1.054

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12Anno 2011 - N. 3

La furbizia di stato nonavrà vita facile, finché

‘Il Nuovo Cittadino’ giun-gerà nelle vostre cassettepostali. Altro che Grillo…Oggi una notazione su unargomento, che ha occupa-to qualche rigo in 13° pagi-na dei giornali generalisti el’80% dello spazio delle ri-viste giuridiche degli ulti-mi tre mesi: la mediaconci-liazione. Cos’è sta roba? Fi-no a poco fa se qualcuno siriteneva danneggiato anda-va da un avvocato e gli la-sciava un fondo spese, que-sti scriveva al ‘nemico’, seil nemico risarciva (quasimai), tutto finiva lì, se non

risarciva (quasi sempre),dopo adeguata integrazio-ne del fondo spese, ci si tra-sferiva in tribunale. E co-minciava la ‘causa’ di dura-ta oscillante tra l’1 anno diTorino e i 10 anni di Mace-rata, all’esito della quale, inipoti delle parti originariedecedute concordavano,con il nipote dell’avvocato,di avviare un’altra proce-dura, che si chiama, nonsenza ironia, ‘esecutiva’, perottenere quanto la senten-za aveva loro riconosciuto.Altri sette otto anni di giu-dizio. Che cosa hanno pen-sato i nostri governanti? Perridurre il carico dei tribu-

nali, causa principale delmostruoso ritardo della giu-stizia, ha aggiunto una ul-teriore fase di giudizio, trala lettera e l’atto di citazio-ne. La citata mediaconcila-zione, che ha la triplice ca-ratteristica di essere obbli-gatoria nella maggior partedelle materie, a pagamentoe inutile.

Prima di ‘andare in tri-bunale’ il cittadino dovràdunque presentare una do-manda ad un ente, gestitoda privati come da enti pub-blici e composto da profes-sionisti della più varia estra-zione, che dovrà tentare dimettere d’accordo le parti

entro quattro mesi. Se ci rie-sce, bene. Se non ci riesce,e non si capisce perché do-vrebbe riuscirci se non cel’hanno fatta gli avvocati traloro, si può partire per lacausa con un ritardo di seimesi. Il tutto, ovvio, a pa-gamento. Capite la straor-dinaria intuizione ministe-riale… Un po’ come dire,perdonate la metafora, che ilricovero in ospedale rima-ne garantito, ma chi vuoleaccedervi deve sottoporsi adun preliminare calcio nei te-

sticoli. Speriamo di non averlanciato un’idea al ministe-ro della salute. Fortuna chela mia categoria, quella de-gli avvocati, ha compreso ilproblema e si è eretta a di-fensore del cittadino. Sape-te cosa ha chiesto e mezzoconcordato con il ministro?Non che si cancelli l’obbli-gatorietà della mediazione,ma che sia obbligatoria, an-che davanti al mediatore,l’assistenza a pagamento del-l’avvocato. Tranquilli, sietein buone mani.

Cittadino o suddito?Dall’autovelox alle cartelle pazze(parte terza)

di Marco Caldarelli

Se K. Popper scriveva negli anni ’80 “Cattiva maestra TV”per gli effetti negativi della scatola magica sul cervello

umano, poiché davanti al tubo catodico, esso diventa comeuna spugna che assorbe tutto ciò che viene propinato senzanessun coinvolgimento attivo, per cui se l’offerta è intelli-gente lo spettatore ne trarrà giovamento, viceversa se l’offertaè sciocca, ciò non vale per internet. Diverso è il discorso nelcaso del computer perché colui che naviga sulla rete è il ca-pitano, libero di decidere con un solo “clic”, degli ormeggipossibili sulle acque del web. L’utente ha un rapporto attivocon i contenuti e con gli altri utenti. La rete celebra la “na-tura umana” nel suo essere relazionalità e comunicabilità,poiché è il luogo dove le persone si incontrano, parlano,scambiano informazioni, commerciano…l’ idea di uno sco-nosciuto può fare il giro del mondo, in poco tempo, propriocome quella di Obama. Per dirla con uno slogan: “internettutto per tutti e gratis”. Recenti news ravvisano però sulla crea-zione di un prossimo “internet premium” che si affianche-rebbe al tradizionale internet gratuito differenziandosi siaper contenuti, sia per il livello tecnologico. E’ di questo cheparla un comunicato emesso da Google e Verizon, azienda sto-rica nel monopolio telefonico americano. Lo slogan “inter-net libero perciò democratico” non sarà più vero: si darà ini-zio alla fine della democrazia spontanea ciberspaziale. De-mocrazia o anarchia? E’ vero che esso può essere potentestrumento di educazione, arricchimento culturale, intercul-turalità, dialogo, partecipazione, ma può anche essere usatoper sfruttare, manipolare, dominare, corrompere, diseduca-re, se lasciato senza nessuna regola etica, cioè senza finaliz-zarlo al bene della persona umana, ma sarebbe sufficienteuna deontologia chiara e precisa piuttosto che un internet dilivello superiore solo per pochi. È indiscutibile che esso co-me ha il potere di rompere il silenzio dell’individuo, può an-che intensificarlo, può dividere più che unire, creare grup-pi ristretti più che aggregare! Basti pensare che in alcuni pae-si ci sono 5 telefoni ogni 10.000 persone come in Ciad, nelCongo, in Cambogia, oppure nella vicina Albania, 12 telefo-ni ogni 1000. Gli Stati e le grandi aziende leaders pensasse-ro a modalità per non aggravare ulteriormente la barriera di-gitale con il terzo mondo, e attivarsi per individuare acces-si facili e a basso costo anche per i meno avvantaggiati, piut-tosto che creare un internet per ricchi!

Internet fine dell’innocenzadi Maria Cristina Messi

Una mamma e un papà di colorehanno avuto una splendida bimbabionda dagli occhi azzurri… adul-terio? No, mistero della genetica!

Ben e Angela Ihegboro di 44 e 35 an-ni sono una coppia di origini nigeriane,residente in Gran Bretagna e con un dnanero da diverse generazioni che ha datoalla luce Nmachi Ihegboro, una bimbadolcissima dai capelli biondi e gli occhiazzurri.

La scienza ancora non sa dare unaspiegazione a questo inconsueto avveni-mento. La coppia, fortemente religiosa,la considera un dono divino, la bambinadei miracoli e gli stessi medici afferma-no che la piccola non è albina e il caso èinspiegabile, perché sembra che in fa-miglia non ci siano mai stati dei bianchie che i due sono effettivamente i veri ge-nitori della neonata.

Nmachi, che significa “Bellezza di Dio”,è la terza figlia di Ben e Angela.

Il professor Bryan Sykes, esperto di ge-netica dell’università di Oxford, ha definitoquesta nascita «assolutamente straordi-naria».

In ogni caso oggi sarà possibile con-durre analisi più approfondite, dal costodi qualche migliaia di euro, per spiegarequesta nascita particolare!

Bambini bianchida coppie nere