il medico m omeopata · il medico omeopata è nato da una forte esigenza di comunicazione del mondo...

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I tesori più preziosi sono una coscienza irreprensibile ed una buona salute; l’amore di Dio e lo studio di se stessi danno l’una; l’Omeopatia l’altra. [S. Hahnemann] VII VII o m Sped. in abb. postale 45% Art.2 comma 20/b L.662/96 Filiale di Terni / Contiene I.P. anno XI numero 33 novembre 2006 33 33 IN QUESTO NUMERO OMEOPATIA CLINICA Magnesia carbonica di G. E. Krichesky Omeopatia e Grafologia di E. BO, L. Durando, K. Norstrom OMEOPATIA E RICERCA Interventi di A. Rodriguez, R. Pomposelli, P. Bellavite STORIA E FARMACOLOGIA La ricerca sulle potenze Q di R. Jütte Pompili e Kent veterinari di M. Buttignol La questione delle dinamizzazioni di R. Calieri OMEOPATIA VETERINARIA Omeopatia per tutte le specie di A. Brancalion Piogranuloma nel cane di M. L. Molinari e M. Serenari Orchiepididimite nel cane di M. Serenari e M. L. Molinari omeopata il medico Rivista quadrimestrale organo ufficiale della FIAMO Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati

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I tesori più preziosi sono una coscienza

irreprensibile ed una buona salute;

l’amore di D

io e lo studio di se stessi

danno l’una; l’Om

eopatia l’altra. [S. Hahnem

ann]

VIIVII

om

Sped. in abb. postale 45% Art.2 comma 20/b L.662/96 Filiale di Terni / Contiene I.P.

anno XI numero 33novembre 200633

33

IN QUESTO NUMERO

OMEOPATIA CLINICAMagnesia carbonica di G. E. KricheskyOmeopatia e Grafologia di E. BO, L. Durando, K. Norstrom

OMEOPATIA E RICERCAInterventi di A. Rodriguez, R. Pomposelli, P. Bellavite

STORIA E FARMACOLOGIALa ricerca sulle potenze Q di R. JüttePompili e Kent veterinari di M. ButtignolLa questione delle dinamizzazioni di R. Calieri

OMEOPATIA VETERINARIAOmeopatia per tutte le specie di A. BrancalionPiogranuloma nel cane di M. L. Molinari e M. SerenariOrchiepididimite nel cane di M. Serenari e M. L. Molinari

omeopatail medicoRivista quadrimestrale organo ufficiale della FIAMOFederazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati

Il Medico OmeopataRivista quadrimestrale organo ufficiale della FIAMOFederazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati

Registrazione presso il Tribunale di Roma n.569 del 29.11.1996

direttore responsabileGustavo Dominici

vice direttorePietro Gulia

segretaria di redazioneGiovanna Giorgetti

redazioneCentro Omeopatico Vescoviopiazza Vescovio, 700199 Romatel/fax +39.06.86208145email [email protected]

redattoriMario ButtignolMauro DodesiniAnna FontebuoniRenzo GalassiGiandomenico LusiPaolo Roberti di Sarsina Antonella RonchiSergio Segantini

redazione veterinariacapo redattoreDavid Bettio

redattoriCarla De BenedictisRoberto Rizza

comitato scientificoPaolo BellaviteAndrea BrancalionNicola Del GiudiceMauro DodesiniPaola LandiGiusi PitariBarbara Rigamonti

amministrazione e pubblicitàFIAMO – sede amministrativavia C. Beccaria, 22 – 05100 Ternitel/fax +39.0744.429900e-mail [email protected]

progetto grafico e impaginazione Matteo Brustenghib&m | mediatrevia Leopardi, 26 – 05100 Terni

stampaTipografia Economica Modernavia I° Maggio, 1505022 Amelia (TR)

hanno collaboratoalla realizzazione di questo numeroE. Bo – M. Buttignol – A. Brancalion – R. CalieriM. Dodesini – G. Dominici – l. DurandoA. Fontebuoni – R. Galassi – R. JütteG. E. Krichesky – G. Lusi – A. MazzocchiL. M. Molinari – K. Norstrom – A. Ronchi – M. Serenari

copertina“VII Congresso Fiamo”, di Matteo Brustenghi

33anno XInumero 33novembre2006

sommarioEditoriale G.DOMINICI

Undicianni33numeri 3

La voce del Presidente A. RONCHI

Puntiamo all’essenziale 4

Racconti A. FONTEBUONI

Siamo tutte pulsatille! 6

Storie omeopatiche M. BUTTIGNOL

Pompili e Kent veterinari 10

RecensioniHahnemann geloso di Paganini? G. LUSI 13

Da leggere e rifletterci su R. GALASSI 19

Storia R. JÜTTE

I diari clinici parigini di Hahnemann, ovvero:la ricerca sulle Potenze Q 14

Convegni e seminari A. RONCHI

Tra tradizione e innovazione 20

Congressi e seminari M. DODESINI

È possibile fallire in molti modi, mentre riuscire è possibile in un solo modo 23

Farmacologia R. CALIERI

La questione delle dinamizzazioni in omeopatia 26

VeterinariaTutte le specie animali possono esserecurate con l’omeopatia A. BRANCALION 28Terapia omeopatica di una grave lesione pio-granulomatosadella palpebra inferiore in un cane M. MOLINARI, M. SERNARI 31Un caso di orchiepididimite acuta con reazione leucemoide,anemia arigenerativa e cherato-congiuntivite seccain un cane trattato con terapia omeopatica M. SERNARI, M. MOLINARI 34

DibattitoMedicina: scienza o arte? A. MAZZOCCHI 38La ricerca scientifica in medicina omeopatica 40

Omeopatia clinicaMagnesia carbonica G. E. KRICHESKY 46Omeopatia - Grafologia E. BO, K. NORSTROM, L. DURANDO 56

Norme per gli autori e comunicazioni 64

omeopatail medico om33

Il Medico Omeopataè nato da una forte esigenza di comunicazione delmondo omeopatico,per dare corpo a contenutipoco o niente espressi efavorire il definitivo reinseri-mento nell’ambito delmondo scientifico contem-poraneo, con un linguaggioattuale ed adeguato

Cosa accade se in un contesto scientificoe culturale di fine ‘700 vengono ad inse-rirsi intuizioni che danno origine ad unmetodo terapeutico troppo rivoluziona-rio per essere compreso? Accade chel’apparato scientifico convenzionalecerca di cancellare questo approccioestraneo e, non riuscendoci, di isolarlo.Gli anni passano, a centinaia, la culturascientifica fa passi da gigante, il metododi cui sopra rimane sempre vivo evalido, ancorato alle sue profonde radiciche lo nutrono, ma che lo rendonoanche poco dinamico.Si entra nel terzo millennio senza che lasituazione si modifichi sensibilmente,cambia solo la quantità di conoscenzeaccumulate, diventata enorme. E così,mentre al tempo di Hahnemann opporsialla scienza medica era facile e doverosovisti i risultati grossolani, spesso peggioridelle malattie che si cercava di curare,ora le cose sono diverse, molto diverse. Ilparadosso omeopatico attuale consisteappunto in questo: la combinazione di

una metodica ancora troppo evoluta per itempi con i residui di un passato rigida-mente ancorato a concetti e terminologiearcaiche, quasi pregiudizialmente antite-tico al linguaggio scientifico.

Ciò che affermo è conosciuto da tempoe si è tentato di uscire da tale situazioneproponendo varie vie, riassumibili indue grandi tronconi. Nel primo caso silavora per un rinnovamento che lasciaper strada molta parte dei principi car-dine dell’Omeopatia, inserendosi nelgrande albero della Medicina come unramoscello in più, una possibilità in piùper il terapeuta, potremmo chiamarlo laVia della Omeoterapia. L’altro, chedifende a spada tratta tutto l’edificioomeopatico, spesso non distinguendociò che andrebbe conservato da ciò cheandrebbe rivisto, rinnovato, quanto-meno riletto, lo chiameremo la Viadella Tradizione.Così vissuto il paradosso omeopaticorisulta rispettivamente autodistruttivo oparalizzante. Da queste pagine abbiamoscritto più e più volte e continuiamo apremere e lavorare perchè tale antitesivenga superata, perché si apra una viache permetta la salvaguardia dei principicardine della Medicina Omeopatia econtemporaneamente una radicale rivi-sitazione degli aspetti antiquati che ora-mai risultano un fardello insostenibile,non ultimo fra questi il linguaggio.E per linguaggio non si intende sempli-cemente l’uso di termini più consoni aitempi, quanto e soprattutto il recuperodella capacità di oggettivare, riprodurree diffondere i nostri risultati, rendendolimateriale consultabile dai più. Da questa

spinta propulsiva è nato Il MedicoOmeopata ed è proprio per l’evoluzionedi tale linguaggio che tuttora esiste.

In questi anni ci siamo occupati di tutto,i contenuti hanno preso varie forme gra-fiche, si è dato più importanza a questoo a quello, fino all’equilibrio attuale, orapubblichiamo tutto ciò che concernel’Omeopatia, perfino uno spassoso rac-conto a puntate. Ma cuore del giornale èe sempre sarà la clinica omeopatica. Unmetodo terapeutico è valido proporzio-nalmente alla quantità e qualità di risul-tati che riesce ad ottenere.Questo assunto è sempre stato il princi-pio centrale delle scelte editoriali, prefe-rito anche al dibattito, alle giuste prote-ste verso i vari attacchi che l’Omeopatiariceve, alle rivendicazioni, alle vicissitu-dini tormentate e poco produttive dellaLegge per le MNC, e così via.Noi esistiamo come omeopati in quantocapaci di guarire i malati. Quanto e comesono, in sintesi, ciò di cui Il MedicoOmeopata continuerà ad informarvi.

3 il medico omeopata

Editoriale

Undicianni33numeriNascita, evoluzione ed attualità di una rivista omeopatica

Gustavo DominiciMedico chirurgo – Omeopata ROMADirettore de “Il Medico Omeopata”[email protected]

om11anni

Puntiamo all’essenzialeUna proposta per uscire dalla trappola della conflittualità sterile e distruttiva

Nel binomio scienza edarte, che costituisce lapratica medica, probabil-mente per reazione alloscientismo riduttivo checi invade, noi abbiamospesso enfatizzato lacomponente artistica.È un atteggiamento legit-timo, è un richiamonecessario alla comples-sità e alla completezzadell’atto medico, manon possiamo dimenti-care che quando Hahne-mann nel 1796 pubblicòil suo “Saggio su unnuovo principio per sco-prire il potere medica-mentoso dei farmaci”trasmise alla comunitàscientifica un metodo,inserendosi a pienodiritto nel dibattitoscientifico del suo tempo

Che cosa costituisce l’essenza dellamedicina omeopatica? Rispondere a questa domanda è fon-damentale per affrontare in modopositivo un momento come questo incui il livello di conflittualità nelnostro piccolo mondo omeopatico statoccando vertici mai raggiunti. Da unaparte, io credo, questa violenza siaprevalentemente effetto del climagenerale in cui siamo immersi, cometestimoniato da quanto accade anchenella vita civile, in politica, nelle reli-gioni. Sembra che siamo tutti stritolatida un identico meccanismo, che cirende incapaci di sostenere le nostreragioni senza distruggere chi non lapensa come noi, che non permette lapacifica convivenza di punti di vistadiversi: o l’omologazione o lo scontro.Ma tanta conflittualità nasce anchedal non aver definito con precisionedi che cosa parliamo quando par-liamo di omeopatia.È ormai un luogo comune identificarela peculiarità e il valore dell’omeopa-tia con la visione della salute e dellamalattia di cui l’omeopata è portatoree con la qualità dell’interazione che ilmedico omeopata sviluppa col suopaziente. Ma è davvero questa la spe-cificità dell’omeopatia? Per riflettereinsieme su questo tema vi propongoun testo, invitandovi ad immaginarechi possa esserne l’autore:

È tempo di insegnare agli studenti aentrare nel mondo delle malattie qualisono vissute dai pazienti piuttosto chetenersene al di fuori come l’entomo-logo contempla distaccato i suoiinsetti. Il paziente vive l’esperienza deipropri sintomi come un senso di disor-dine, di perdita di controllo delle cose,sovente come un’ingiustizia, come unadecurtazione di vitalità. Mentre il der-matologo, esaminando la cute di unmalato, formula la diagnosi clinica dipsoriasi, ignora al tempo stesso ladiagnosi del paziente: umiliazione.Ecco che cosa caratterizza il distaccomedico paziente: la povertà delladescrizione clinica riflette l’imprepa-razione umana......Possiamo arrivare a dire che è piùimportante sapere quale tipo dipaziente è colpito da una determinatamalattia che non quale malattiaaffligge il paziente.Non ci stupiremmo se queste fossero leparole di un grande omeopata, perchèvi ritroviamo concetti a noi moltofamigliari. Invece l’autore è un onco-logo di fama mondiale, Gianni Bona-donna, che, colpito dieci anni fa da unictus devastante ed invalidante, hamaturato una profonda riflessionesulla salute e la malattia, che raccontanel suo libro: Coraggio, ricominciamo.Vediamo quindi che la visione olistica,che mette il paziente e non la malattia

4 il medico omeopata

La voce del Presidente

Antonella RonchiMedico Chirurgo – Omeopata MILANO Presidente [email protected]

al centro della cura, è patrimonio dellabuona medicina in senso lato: lo svi-luppo e la diffusione dell’omeopatiapossono certamente dare un grandecontributo al recupero di questavisione, ora tanto negletta, ma essanon costituisce né un’esclusività nél’essenza della medicina omeopatica.Forse quello che ci manca, quandoparliamo di medicina omeopatica, è lacoscienza di avere a che fare con untema scientifico, perché nel binomioscienza ed arte, che costituisce la pra-tica medica, probabilmente per rea-zione al scientismo riduttivo che ciinvade, noi abbiamo spesso enfatiz-zato la componente artistica. È unatteggiamento legittimo, è unrichiamo necessario alla complessità ealla completezza dell’atto medico, manon possiamo dimenticare che quandoHahnemann nel 1796 pubblicò il suoSaggio su un nuovo principio per sco-prire il potere medicamentoso dei far-maci trasmise alla comunità scienti-fica un metodo, inserendosi a pienodiritto nel dibattito scientifico del suotempo. Hahnemann sostenne di averfinalmente trovato quello che molticercavano, cioè lo Specifico, ma nonper una malattia come entità nosogra-fica, ma per ogni dato caso indivi-duale di malattia. La sicurezza di avertrovato lo specifico si fondava per laprima volta sulla sperimentazione,cioè sull’osservazione degli effettidella sostanza medicamentosa sul-l’uomo sano: dal 1796 al 1808 egli usòquasi esclusivamente il termine Speci-fico per designare il suo sistema tera-peutico e solo dopo di allora intro-dusse il termine Omeopatico.

Quando parliamo di omeopatia alloraparliamo di un argomento prima di

tutto scientifico e dobbiamo usare lecategorie della scienza. La scienzaprocede passo dopo passo, verifi-cando, confrontando, dibattendo,ampliando, smentendo. Le domande acui è chiamata a rispondere sono: checosa del metodo hahnemanniano èstato superato o smentito? Che cosacontinua ad essere valido? Su che cosapossiamo e dobbiamo discutere e checosa invece è imprescindibile?Se vogliamo superare la fase attuale diconfusione e conflittualità è fonda-mentale raggiungere un consenso suquesti punti: nella scienza non ci sonoaprioristicamente Verità Eterne: ogniaffermazione è vera fintanto che unadiversa evidenza non la supera. Ilmetodo omeopatico è la cornice all’in-terno della quale si sviluppa il nostrodiscorso, costituisce il nostro para-digma: quali sono i suoi contenutiimprescindibili?Pierre Schmidt, grande clinico edomeopata svizzero, definì i Sette Pila-stri dell’Omeopatia, cioè quelle normesenza le quali l’omeopatia non puòesistere e che qui cito brevemente, mache potete leggere nei suoi Quadernidi omeopatia:Il primo è naturalmente la legge deisimili.Il secondo è il rimedio unico, sulquale Hahnemann aveva insistitomolto. Esistono delle scuole, come l’E-cole Française, che sostengono diapplicare questo metodo sommini-strando un rimedio al mattino presto,un altro alle dieci, un terzo a mezzo-giorno ecc… Bisogna invece dare unrimedio ed aspettare che questo abbiaesaurito la sua azione prima di som-ministrarne un secondo.Il terzo è rappresentato dalla speri-mentazione sull’uomo sano, senza la

quale l’omeopatia non esisterebbe: èuna delle cose migliori fatte da Hah-nemann, quella di sperimentare su sestesso seguendo delle regole ben pre-cise.Il quarto pilastro è rappresentato dallacosiddetta dose infinitesimale: maquesta terminologia non è esatta, per-ché il concetto di dose implica quan-tità, mentre in omeopatia è una que-stione di qualità. Quindi non si parlapiù di dose, ma di dinamizzazione checomprende diluizione(o triturazione) esuccussione.Il quinto pilastro è rappresentato dal-l’individualizzazione.Il sesto è l’applicazione dei rimediomeopatici, che comprende: la prepa-razione del rimedio secondo le diret-tive di Hahnemann, la sua ripetizionee somministrazione per vie differenti(farmaconomia e farmacopollassia).Il settimo pilastro, il più discusso: lateoria dei tre miasmi.

Chiedo a tutti voi di riflettere profon-damente e di rispondere alla domandase questo possa essere il nostro para-digma, cioè il contenuto tacitamentecondiviso dalla nostra comunità. Se larisposta è affermativa, una sua evolu-zione o addirittura il suo indeboli-mento e superamento possono veniresolo dall’accumularsi di dati che con-traddicano quanto in esso affermato. Ci sono questi dati? Chi li ha liesponga nelle sedi a tal fine deputate,cioè i congressi e le riviste scientifi-che. Questo è il piano su cui si può edeve discutere, anche animatamente.Il resto non ha niente a che fare conl’essenza della medicina omeopatica, enon ci deve più sottrarre tutte le ener-gie che ci sta purtroppo sottraendo.

5 il medico omeopata

L’essenziale in Omeopatia

Siamo tutte pulsatille!Racconto in cinque puntate - Terza puntata

ATTENZIONE! PER GLI ARGOMENTI TRATTATI,SI CONSIGLIA LA LETTURA DI QUESTA PUNTATA

AI SOLI LETTORI ADULTI.

Il sole del tramonto si infilava a fatica neicapelli del giovane medico rasta. Unhennè casalingo ne moltiplicava i baglioridi fuoco e ipnotizzava il professor Franca-villa, permettendogli a fatica di continuarela lezione. Riccardo, lui, non lo seguivapiù da una buona mezz’ora. Si era inca-gliato nei soliti pensieri di medico senza

frontiere, tucul nella cui polvere partori-vano donne nere, Range Rover che guada-vano fiumi densi come cappuccini perraggiungere un piccolo appendicitico chesi torceva dal dolore. Riccardo, sin daquando era un bambino verminoso epestifero, aveva avuto un unico mito:Indiana Jones. E cosa c’era di meglio del-l’accoppiare una vita professionale avven-turosa alla magia dei granuli bianchi? Giàsi vedeva su una passerella tenuta da lianee sospesa nel vuoto con in mano la vali-getta di pelle screpolata di Boennighau-sen, e dentro tutti i rimedi in fila, la veracura ecologica, la cura che rispettaval’Ambiente e l’Uomo.A che serviva l’epistemologia? Masturba-zioni scientifiche.A Daniela la filosofia non era mai entrata,sin da quando faceva il liceo. FigurarsiPopper. Riprese il filo dei suoi pensieri. Acasa aveva lasciato Luca con la febbrealta, ma il pediatra no, stavolta non l’a-veva chiamato dopo le prime linee. Sta-volta, per la prima volta, sarebbe interve-nuta l’Omeopatia. Era uscita lasciando sulcomò una decina di tubetti di rimedidiversi. Sotto ogni tubetto un foglietto consu scritti i sintomi principali. E ora si ren-deva conto di quanto inutile fosse stare asedere ad ascoltare il professor Franca-villa, mentre sua suocera avrebbe confusoi tubetti, sbagliato gli orari, misurato lafebbre ogni mezz’ora e probabilmente,incerta se Luca aveva sete o no, se sudavao no, se la gola era rossa o rosacea o vio-lacea o rosso scuro e altre stranezze delgenere, avrebbe telefonato al pediatradopo avergli somministrato, per farla con-tenta, granuli di tutti dieci i tubetti.

Magari, finita l’ora, si sarebbe consultatacon la Hellbom, o col Direttore, se fosseriuscita a intrufolarsi nel capannello distudenti che li circondavano alla fine diogni lezione. Magari, poi, avrebbe chia-mato il pediatra, per farsi dare dell’inco-sciente e dire: «Fai come vuoi, se fossefiglio mio non aspetterei un minuto a dar-gli gli antibiotici». Le era venuta un’ansia pazzesca. Leparole, i concetti astratti, si rivoltavanotutti contro di lei e non rimaneva che unaconcreta volontà di impallinare ilpaziente, Luca o chiunque, con una car-tuccia omeopatica e l’epistemologo congranuli di piombo.

6 il medico omeopata

Racconti

Anna FontebuoniBiologa – Traduttrice NOVILARA (PU)[email protected]

Gustav Klimt – Il Bacio

…la natura si vede esserefornita di tanta potenzae gli effetti di quella esserecosì vari e molteplici,che non solamente non sipuò far giudizio certodi quel che ella abbia ope-rato ed operi… mapossiamo anche dubitareche uno si inganni di granlunga argomentandoda questo a quelle…(G. Leopardi, Operette Morali,Dialogo di Cristoforo Colomboe di Pietro Gutierrez)

RIASSUNTO DELLEPUNTATE PRECEDENTIIl professor Assisi, insegnante di una neonata Scuola diOmeopatia presso un’università italiana, muore in circo-stanze misteriose cadendo dal terrazzino della Scuola. Lostrano metodo di indagini dell’investigatore, dottor Izzo,provoca il suo inspiegabile trasferimento in Calabria primadi fare luce sulla morte del professore.

Al primo banco, come al solito daquando, dopo la pausa dell’incidente,erano ricominciate le lezioni, sedevaMarina. Alta, sottile, con il fascino e l’e-leganza della milanese-bene, e l’aria daperenne prima della classe, aveva affer-mato davanti a tutti che questo era il piùbel corso che avesse mai fatto. Più diquello di erboristeria giapponese, più diquello di fiori californiani. E soprattuttoFrancavilla aveva per lei qualcosa dispeciale, gli occhi scuri che brillavanoquando parlava di ricerca critica, persi-stente e inquieta della verità, il lupettonero attillato da musicista, ma soprat-tutto era la sua voce un po’ sopra tono,quasi isterica nei momenti di maggiorcoinvolgimento intellettuale, che ledava emozioni inconsuete. Ma quellamattina era distratta: era ancora scossadall’improvvisa morte del professorAssisi, di cui, dopo tre mesi, non sisapeva nulla di preciso. La tesi dell’inci-dente non la convinceva. E, quasi pergioco, aveva chiesto di lui ai compagnidi corso, ai professori, poi aveva speditouna e-mail all’ispettore Izzo. La rispostale aveva tolto ogni illusione, per lui ilcaso era chiuso. Un banale incidente.Eppure Marina continuava a pensareche ci fosse qualcosa che tutti tenevanoper sé, ognuno a modo suo, che tutti,ognuno a modo suo, fossero in qualchemodo colpevoli. D’altra parte chi potevadire di non avere niente da nascondere?

Ci sono scienziati che pensano di esseredepositari della verità assoluta, baroni atutti i livelli. Il Dr. Ernesto Francavilla nonera mai stato così. Le sue passioni eranotempestose e di breve durata, ognuna ne

accendeva un’altra, in ognuna si posavaun attimo come su un gradino, per poiricominciare a salire. Stupenda metaforadi Claude Bernard, non sua. L’iniziale fer-vore per la medicina, la chirurgia in parti-colare, si era trasformato in studio odon-toiatrico tecnologicamente avanzato poiin atelier di scultura minimalista poi in 45piedi che faceva charter alle Grenadines,per approdare all’avventura delle idee, lafilosofia, e a quella della medicina, l’o-meopatia. Scienze sine materia entrambe,ma, combinate insieme, gli erano valsa lafama di epistemologo. Le sue esperienzegli avevano insegnato che il fallibilismopoteva essere uno stile di vita e che ilsapere assoluto, sciolto cioè dal vincolodella critica, precludeva qualsiasi rinnova-mento scientifico. E il dubbio era semprequalcosa di sano, di valido. Ora lo inse-gnava ad altri. Altro che mito dell’espe-rienza pura, l’omeopatia, come qualsiasialtra scienza, era solo congettura, intui-zione non razionale, niente di certo,niente di autorevole, un’avventura chedurava da generazioni mutando conti-nuamente, alla ricerca di una verità chemuta continuamente, che propone con-tinuamente dilemmi. Il metodo scienti-fico, ma fatemi il piacere!….

Finita la lezione e polverizzate altre decinedi preconcetti, convinzioni, principi, frasifatte e dati di fatto, gli studenti si infila-rono nell’atmosfera calda e profumata diuna pizzeria. Alla stanchezza si mescolavauna certa contestazione.«Le leggi universali, quelle della fisica, edella chimica, Gay Lussac, la mela diNewton, non si toccano…», aveva comin-ciato qualcuno.«Sta calmo, hai mai sentito parlare di Einstein,Darwin, Heisenberg? Non c’è mica solo quelrimastone di Gay Lussac a dettar leggi…»«Rimastoni sarete voi con questa storiadelle leggi, la scienza sbaglia continua-mente e si evolve continuamente a par-tire dagli sbagli fatti», intervenne gelidaMarina: «Non esistono certezze, ma soloprobabilità più o meno grandi di averetrovato una verità». Risate generali.«Ne sai qualcosa, eh?», le strizzòl’occhio Riccardo.Tre mesi di corso erano stati come tre mesi

di terapia di gruppo e tutti sapevano lavita privata degli altri. Che Marina fossereduce dal secondo divorzio era ormainoto a tutti. E anche che, dopo averne risoa crepapelle, si era convertita alle teoriedel Dott. Izzo, con cui confabulava nelsegreto dell’etere. Scoprirono quella serache non gli sarebbe dispiaciuto conosceremeglio il prof. Ernesto Francavilla eapprofondire la materia.«Dai, continuò Riccardo, raccontaci deituoi ultimi successi omeopatici. Qual è il‘sintomo peculiare del mese’?».Marina era una diagnosta eccezionale, masi perdeva nella terapia. Con l’omeopatiaera tutto più facile, diagnosi e terapia coin-cidevano e nei racconti delle prime espe-rienze che si scambiavano, era sempre lapiù temeraria. Dopo aver confessato di averdato Sulphur XMK all’ultimo ex-marito, tralo stupore generale dei compagni di corsoche non erano mai andati oltre la 30 CH,perché l’aveva visto con una macchia disugo sulla cravatta, memore dell’esperienzadi Gallavardin aveva versato una dose diNatrum muriaticum nel succo di frutta diuna nipotina decenne che le aveva fatto lalinguaccia («Pensate, pareva la cartina delMediterraneo, che segno patognomonico!»).Alle terapie non erano seguiti follow-up equindi, nonostante l’ammirazione che leportavano, gli altri continuavano a sospet-tare casi fortuiti e tentati avvelenamenti daparte sua.Nessuno era mai andato oltre la prescri-zione delle solite Arnica, Belladonna, almassimo Eupatorium perfoliatum, e già iloro repertori e materie mediche eranoconsumati a forza di sfogliarli.Incurantedegli sgabelli di Hering, Marina diceva disentire il rimedio con la pancia, pancia didonna, tan tien, secondo chakra, che ognitanto non ci prendeva, è vero, ma qualemedico ci azzeccava tutte le volte? Uscirono tutti insieme dalla pizzeria, qual-cuno andò direttamente a casa, qualcuno inalbergo. Marina e un gruppetto di studenticontinuarono a parlare dei loro casi clinicinell’unico bar aperto dopo le undici.Ernesto Francavilla, seduto da solo a untavolino, si alzò: «Ragazzi, mi possounire a voi? Questa città, dopo il crepu-scolo, mi deprime». Erano le due quando Marina e il professor

8 il medico omeopata

Racconti

Lectio – Scuola di Chartres (XII sec.)

Francavilla uscirono dal bar e comincia-rono a vagare per la città deserta, sco-prendo di avere in comune passioni, cono-scenze, miasmi, segni zodiacali. Parlaronodi Assisi, e della Morte, unica verità scien-tifica inconfutabile. Parlarono di quanto sisentivano miseri e piccoli davanti allacomplessità del pensiero umano. «Ti devo assolutamente prestare ‘Lalogica della scoperta scientifica’.È fondamentale. Facciamo un salto acasa mia, sono solo due passi».Non c’era bisogno di scomodare l’intuitofemminile, Marina sentiva salirgli dentroquella eccitazione nota, appetitiva, unmisto di ineluttabilità della sorte e euforia.

Dice Kent che il corpo è lo strumentoattraverso cui esprimiamo creativamentenoi stessi. Non credo che si riferisse al

sesso. Pur cercando di evitare l’argomento,dato il suo passato di Pulsatilla, l’Autriceritiene che la descrizione di tale manife-stazione psicosomatica e quindi olisticaper eccellenza, non sconfini dall’ambitogenerale del racconto.Comunque, quando, chiuso il portone d’in-gresso, la moviola cominciò ad accelerare,frenetica, sui corpi creativamente scompo-sti, successe quello che ognuno può imma-ginare, gli adulti perché sanno come vannoqueste cose, i bambini perché l’hanno vistoalla tele. Con l’unica variante che un gestoun po’ scoordinato di uno dei due partneraveva fatto cadere nel letto un intero tubodose che stava sul comodino e le lenzuolasi erano riempite di globulini bianchi ren-dendo l’atto, benché disagevole nella suaruvidezza, decisamente dolce.L’urlo di Ernesto fu spropositato. Anche il

gesto, di stringersi con le mani il petto,fece saltar su Marina, ormai rilassata.Corse in bagno, trovò l’armadietto deimedicinali: niente vasodilatatori, trombo-litici, aspirine, solo decine di tubetti colo-rati di rimedi omeopatici. Ci pensò unattimo, tirò fuori un tubetto di Phospho-rus, e senza nemmeno guardare la dilui-zione, gli versò tutto quel che c’era inbocca. Il dolore era forte, ma non impedìa lui di dire: «Grazie, ma, come fai a esseresicura che sia il rimedio giusto?...» Marinarispose: «Naturalmente non lo sono, pensiche dovremmo chiamare il 118?» Un sano, valido dubbio.

(continua nel prossimo numero)

9 il medico omeopata

Siamo tutte pulsatille!

Pompili e Kent veterinariTestimonianze di creatività verso il simile

Il Barone Ferdinando de Lotzbek, ufficialedi corte del Granduca De Bade, attento esensibile ai mutamenti terapeutici del suotempo, pubblica in tedesco una fra leprime guide di medicina veterinaria peranimali domestici, che nel 1837 fu tra-dotta anche in francese dal Dott. Sarrazin,per i tipi della storica casa editrice dimedicina, J. B. Baillière; evidentementealcuni Veterinari francesi attratti dalle evi-denze dei fatti iniziarono lo studio di que-sta metodologia.In seguito il tedesco Friedrich AugustGunther, forse uno dei massimi esponentiveterinari del periodo, manifesta un forteinteresse per la metodologia Hahneman-niana ed infatti pubblica, nel 1848, unmanuale d’istruzione per Veterinari. Pro-babilmente è il più conosciuto e il piùusato trattato nella storia veterinariaomeopatica tanto che, nel tempo, fu tra-dotto in diverse lingue.In Italia furono stampate due traduzioni:la prima nel 1858 dall’edizione francese diP.J. Martin (Editore J.B. Baillière), dalGenerale Giosué Ritucci, membro onorariodell’Accademia Omeopatica di Palermo peri tipi della tipografia Real Militare diNapoli; la seconda, forse la più nota fra gliomeopati veterinari italiani, nell’aprile del1865 da Gioacchino Pompili di Spoleto epubblicata dall’editore Pietro Capobianchidi Roma, entrambi col titolo: Nuovomanuale di medicina veterinaria omeopa-tica o cura omeopatica delle malattie delcavallo, del bove, della pecora, del porco,della capra e del cane per uso dei veteri-nari, dei possidenti, degli affittuari, degliofficiali di cavalleria e di tutti gli addettialla cura degli animali domestici.

Un vademecum insomma pubblicato evenduto un po’ per tutte le categorie diresponsabili di animali.

Dopo questa descrizione sommaria dellaproduzione letteraria specializzata inomeopatia veterinaria, rendiamo omag-gio – come simbolo rappresentativo – adun certo coraggio intellettuale di due notipersonaggi che hanno caratterizzato efatto la storia dell’Omeopatia: l’italianoG. Pompili, custode di principi Hahne-manniani, e l’americano J.T. Kent, Mae-stro di maestri, che in qualche occasioneoltre alla cura di persone si avventura-rono nello specifico con un guizzo digenialità individuale anche nella curasistematica di animali per trovare, in uncerto senso, non solo certezze dell’effet-tivo valore della dottrina di Hahnemann,ma anche ulteriori dubbi e difficoltà: cre-dere che qualcosa sia vero significa, avolte, constatare di aver fatto male il pro-prio lavoro; certezze e risposte definitivenon sono alla nostra portata.

GIOACCHINO POMPILILa prima applicazione clinica omeopaticasu animali di Pompili (1810-1902), fonda-tore e direttore della mitica Rivista Omio-patica, la scopriamo sfogliando le paginedi un suo articolo stilato con precisioneoggettiva e pubblicato a p. 80 del 7° vol.(1861), della stessa rivista. Questa messa in atto dell’Omeopatia suanimali, espressione indiscussa basata sul-l’esperienza del “toccare con mano”, civiene restituita per capire l’attitudine allaricerca e la sua fede nella legge di Simili-tudine, e un impulso di difesa dell’Omeo-patia. Lasciamo pertanto la parola allostesso Pompili che ricorda così l’episodio:

Nell’Aprile del 1848, trovandomi a Gianonella provincia di Spoleto fui interessatodal signor Martino Massi a visitare unsuo bove infermo. Lo rinvenni affetto daglossite. La lingua era grossissima da noncapire in bocca, infiammata e rossa infe-riormente, secca e ruvida come legno sca-broso nella sua parte superiore: vi era

10 il medico omeopata

Storie omeopatiche

Mario [email protected]

La Medicina VeterinariaOmeopatica è un evento

quasi contemporaneo eperfettamente intercon-nesso con la diffusione

della pratica omeopaticahahnemanniana. I primi

manuali di veterinariaomeopatica, infatti,

risalgono agli anni Trentadell’Ottocento

impossibilità a deglutire e a sorbireliquidi; non ruminazione, febbre, dima-grimento.Era questa la prima applicazione dell’O-meopatia alla veterinaria, alla qualevenivo invitato.Amministrai subito Aconit. 30, a piùriprese; successivamente Bell. Merc. eSulph. Acid. L’animale venne gradata-mente migliorando, in specie sotto ilprimo e sotto l’ultimo dei rimedi. Nelquinto giorno cominciò a mangiare da se;e nel settimo, persistendo sempre un’e-missione di spuma salivale dalla boccaripetei Merc. 30. Dopo sei altri giorni,vista non intera la facoltà a mangiarepoiché la lingua, sebbene tornata umidarimaneva ancora alquanto grossa, ripeteiAconit. 18: vi fu peggioramento; ondenell’indomani propinai di nuovo Merc.Passati due giorni si era in stato quasistazionario; ed avuto anche riguardo allagonfiezza sotto-mascellare, di naturaghiandolare, detti Dulc. Trascorsi altriotto giorni fra alternative di meglio e dipeggio, e tardando ancora una completarisoluzione, ricorsi a Sulph.; dal qualepoco o nessuno vantaggio essendosi visto,tentai nuovamente Merc. 4. Il bove peg-giorò, la lingua con mia sorpresa si fecepiù arida e dura, ed il mangiare impossi-bile. Mi confidai a Carb. an. che produsseil bellissimo effetto di rammollire la lin-gua per modo che l’animale tornò a man-giare da se. Ma dopo tre giorni di questomiglioramento, non so per quale acci-dente, vi fu ancora nuova esacerbazionealla quale opposi Bell. 30. Neppur daquesto si ebbero i vantaggi desiderati;cosicché dopo qualche altro giorno mirivolsi a Nux vom. , unica dose.Questo rimedio, con stupore di parecchiincreduli, mutò interamente scena; poichéla lingua si sgonfiò e si rifece naturale, ilbove tornò a mangiare, a ruminare e ariprender carne, e nel dì 24 maggio fu ven-duto come sano alla fiera di Castel Ritaldi.

Nella Storia dell’Omeopatia Italianadiversi Veterinari non persero occasione disomministrare efficacemente i granuli aglianimali. Pertanto ricordiamo come esem-pio una figura storica, Sesto Mattoli,uomo di cuore e orgoglio di una famigliadi illustri omeopati italiani, che si laureain Medicina Veterinaria nel 1902. Testimo-nianza di ciò il pregevole articolo da luisteso per la Rivista Omiopatica, che è sin-tesi in sei paragrafi dei vantaggi del trat-tamento omeopatico nella cura di animali:Facilità d’amministrazione, Risparmionel costo delle medicine, Risparmio dellaforza vitale, Risparmio di vita, Semplicitàdi cura, e infine, La pratica omiopatica èla più perfetta.Questi punti essenziali tratteggiano e met-tono autorevolmente in evidenza la suaabilità nella decisione sicura e fondamen-tale di impegnarsi nella diffusione dell’O-meopatia Veterinaria che lo accompagneràper tutta la vita. Si noti anche come iltesto di tale articolo sia impregnato diun’attualità incredibile dal momento chesi fa riferimento agli stessi parametri chevengono presi in considerazione oggi.

JAMES TYLER KENTPersonaggio singolare ed al tempostesso emblematico di un’epoca partico-larmente tumultuosa e travagliata difine Ottocento per l’Omeopatia mondiale(la nascita del concetto microbiologico),Kent (1849-1916) può essere consideratoun chiaro esempio di onestà intellettualee scrupolosità nella scelta di metodo enei suoi scopi, cioè non solo la cura dipersone, ma anche degli animali.Cura di animali domestici del Prof. J.T.Kent è un articolo incisivo apparso sullarivista, Journal of Homoeopathics, da luistesso fondata nel 1897, che ci offre qual-che consiglio pratico tratto dalla vivaesperienza dell’autore su come affrontarecasi clinici di animali da compagnia:

Jennie L., cagna inglese setter era affetta daplacche di scabbia qua e là sui fianchi enella pancia. Essa aveva bisogno di giacereaccanto al fuoco temendo il freddo e l’ariaaperta e piagnucolava quando venivalavata. Dato Hepar-sulp. Guarì subito.

Max, cane inglese setter prese la scabbia.Incominciò sotto le mascelle e si stesefino al collo con qualche placca sullapancia. Era sensibile al calore, volevagiacere accanto ad una finestra aperta edaveva bisogno di star fuori della porta.Sarebbe voluto andare sotto l’acqua cor-rente. Prese Pulsatilla e guarì rapida-mente continuando bene per qualchetempo. La scabbia venne fuori nuova-mente e Pulsatilla di nuovo lo guarì per-manentemente.

Belva, bracco irlandese da acqua fu presoimprovvisamente da dissenteria. Feccievischiose sanguigne, frequenti, scarse. Sipremeva come se non avesse potuto finireil bisogno e passava solamente un piccolopezzo di muco misto a sangue. Gli fu datoMercurio e guarì completamente.

Ned k., cane setter inglese era moltooffensivo e non cresceva. Il suo pelo siarruffava e non si sarebbe allisciato mal-grado qualunque spazzolamento. Gli fudato Psorinum e divenne affamato esubito ebbe un lustro mantello.

Large gatto maltese. Sembrava moltocontento nel farsi lisciare il collo e laparte inferiore della spina, ma allorché lamano tornava indietro andava contro laradice della coda, l’espressioni del gattoerano quelle di un grande dolore. Il gattourlava, graffiava e mordeva tutte le volteche si esercitava una pressione sullaradice della coda. Questo stato che esi-steva da lungo tempo mise capo ad ungrande soffrire e minacciava delle convul-sioni. Hypericum cm lo guarì pronta-mente rimuovendo ogni sensibilità dallaradice della coda. Non c’era né si sapevache vi fosse stata lesione localmente, e laprescrizione fu fatta sul sintomo beneaccertato: sensibilità del coccige.

Se andate a far qualche visita in cam-pagna vi sarà detto da un fattore chenella decorsa notte, una delle sue vac-che andò in un campo di trifoglio emangiò del trifoglio in eccesso ed oraegli teme di perdere la vacca in causadelle enorme distensione dell’addome

11 il medico omeopata

Pompili e Kent veterinari

per il gas. Voi andate a vedere la vaccae costatate che il suo addome è enormee teso come un tamburo. I fattori sal-vano le loro vacche col cacciare loronella pancia un grosso coltello damacellaio permettendo così l’uscita delgas. O si fa così o la morte. Colchicum1è il rimedio per questa condizione edesso agisce egualmente bene nei cavalli.

Due geniali Maestri che portano delle evi-denze cliniche e argomenti senza esita-zione a sostegno dell’Omeopatia.Queste Storie cliniche, nate dall’osserva-zione diretta e dalla ricerca sul campo epubblicate più di un secolo fa, oggipotrebbero apparire patetiche e farci sorri-dere, ma sono invece la testimonianza diun passato storico e glorioso, riproposteper rivisitare il tempo della memoria.La situazione Biochimica e Biofisicaattuale muta e subisce cambiamentiveloci, ma la legge di Similitudine rimaneimmutata e radicata nella terapeutica sia

animale che umana e mai ha incontratoimperativi etici oppure ostacoli realmentedecisivi nel tempo, il che rappresenta unfatto alquanto singolare per un metodo dicura che risale a fine Settecento.In fondo, le scienze cognitive sono par-tite dal problema della comprensione edella riproducibilità dei fenomeni. Oggi,però, siamo arrivati alle domande diffi-cili che riguardano il problema dell’i-dentità dell’uomo e non può nonlasciarci stupiti e ammirati il fatto cheHahnemann aveva realizzato con sag-gezza ben due secoli fa l’identità sogget-tiva dell’uomo, la nostra irriducibilediversità, ciò che siamo in realtà.Ma il Maestro, a proposito della cura deglianimali, ha scritto anche:

Mi si conceda di trattare in generale lacura degli animali in modo molto similea quella degli uomini e che alla base diquella debba essere posto lo stesso idealeche in quest’ultima…

2

È chiara l’intenzione di dare piena legitti-mazione anche ALL’IDENTITA’ SOGGET-TIVA DELL’ANIMALE!

Animale ed Animale Parlante affondanole proprie radici nella comune originedella vita ed Hahnemann, chiamatol’Uomo dalla quarta dimensione, ha sco-perto l’infinitesimale per l’approccioterapeutico ad entrambi!

1 Il grande Boenninghausen fu il primo a preconizzare e racco-mandare questo rimedio nelle aziende agrarie, dov’è conosciutal’Omeopatia, è stato già fecondo di tanti vantaggi nel meteori-smo bovino prodotto dall’erba medica (medicago sative). Ed aproposito di esso un’altra prova di fatto lo stesso illustre medicoverificò e presentò intorno alla superiorità delle più alte potenzesulle inferiori. Poiché vide che Colchicum 12 e 30 guarivano, mache Colchicum 200 guariva più sollecitamente e più facilmente.

2 Luetzen (1967), The History of the Use of HomeopathicTreat-ment in Veterinary Medicine, Vetertinaemed Fakultaet der FUB.

12 il medico omeopata

Storie omeopatiche

Sgorga in Alto Adigea 1830 mt

di altitudine

In Omeopatia

é particolarmente

indicata per la

diluizione dei farmaci

e come acqua di regime

residuo fisso: 21 mg/lph 6,6cond. elettr. 27 us/cmdurezza compl. 1,2 °Fsodio 1,1 mg/l

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Alto Adige1830

Omeopatia

acqua di regime

HAHNEMANN GELOSODI PAGANINI?Recensione al testo di Francesco Eugenio Negro

GRANDIA PICCOLE DOSILa parentesi omeopa-tica di vite famose

Francesco EugenioNegro viaggia neltempo portando facil-mente con sé il lettore.Dopo una breve maaccurata introduzionealla storia del pensiero

omeopatico, si viene proiettati in mezzo a re,regine, generali, poeti, filosofi, musicisti chehanno fatto la storia dell’ottocento e con essaanche un po’ la storia dell’omeopatia.L’Autore ha raccolto un’ampia galleria di per-sonaggi importanti dell’epoca, oggi diremmodei Vip, che si sono curati con l’omeopatia.Vengono riportati dati ed aneddoti che lo pro-vano, raccontando anche come già allora l’o-meopatia vivesse periodi di grande successo,ma anche di grandi contrasti. Insieme allemalattie dei personaggi famosi e alle loro cure,troviamo storie, curiosità e qualche dubbio:Hahnemann fu geloso di Paganini?È l’interrogativo che l’autore si pone nel capitolodedicato al grande violinista italiano.Hahnemann è oramai anziano ma la bella egiovane moglie Melanie ha rinvigorito in luiogni tipo di energia, anche quella sessuale. Nelsuo studio di Parigi viene in visita il fascinosoPaganini e dagli appunti di Hahnemann sem-bra trasparire una certa gelosia, essi sono menoprecisi del solito. La moglie, che lo aiuta nellacompilazione delle cartelle, sbaglia l’età dell’il-lustre paziente, dieci anni di meno. Confusadall’appeal italiano del maestro? Resta il fattoche dopo questa visita Hahnemann affiderà ilpaziente alle cure del Dott. Croserio medicodell’ambasciata Sabauda a Parigi.Al di là di questo piccolo e simpatico gossipante litteram, dalle pagine di questo libro sipossono scoprire gli ambienti dove Hahne-mann esercitava e viveva. Nel capitolo dedi-cato a Chopin si trovano descritti alcuni par-

ticolari della festa per l’ottantatreesimo com-pleanno del Maestro. Nel capitolo Una visita adomicilio possiamo quasi seguire Hahnemannnel difficile caso della figlia di Legouvè. Inte-ressante è anche il capitolo dedicato alla can-tante lirica Maria Felicita Malibran. Dopo unacaduta da cavallo le iniziano dei terribili mal ditesta, la cantante è anche incinta, la situazioneprecipiterà rapidamente e il Dott. Belluomini,omeopata ed amico della Malibran, sarà addi-tato come unico responsabile nonostante isalassi e quant’altro le sia stato fatto dai suoicolleghi allopatici. Oggi una TAC avrebbesciolto ogni dubbio? Forse, ma già a queltempo gli omeopati non erano certo beneaccetti dalla scienza ufficiale.Volete saper come fu curato il Feld MarescialloRadetzky? Cosa pensava Gioacchino Belli del-l’omeopatia? Volete sapere di Beethoven e diChopin o della medicina nella Roma dei Papi?Conoscete la storia di Paul Ferdinand Gachet, ilmedico degli impressionisti?Un bel libro. Alla accuratezza dei dati si accom-pagna uno stile semplice che lo rende adattoanche ad una sana divulgazione, cosa chefarebbe bene alla omeopatia. In appendice unricco repertorio fotografico con le immagini deipersonaggi citati.(F . E. Negro - GRANDI A PICCOLE DOSI, La parentesi omeopaticadi vite famose – Franco Angeli Editore – Pagine 173 – € 18,00)

OMEOPATIAPER IMMAGINISintomi e segnialla ricerca delsimillimum

Un libro di semeioticaomeopatica, originale.Non credo ce ne sianodi simili. Gli Autorihanno creato una guida

pratica, un manuale. Aprendo il libro si trovanelle pagine di sinistra la descrizione delle carat-teristiche principali di un rimedio, siano essementali, generali o di organo; nelle pagine di

destra ci sono le tavole con disegni raffigurantiquelle caratteristiche fisiche, come colorito,sudorazione, espressione del viso, che ilpaziente, che necessita di quel rimedio, potrebbepresentare.Potrebbe appunto, poiché gli autori non pre-tendono di creare un valore assoluto. Nellaprefazione Francesco Eugenio Negro chiarisce:Si cercherà di descrivere questi dettagli comuni,propri di tante diversità. E ancora: Questetavole, con l’esperienza di oltre trentacinqueanni di pratica come medico e di altri venti disentito e visto, vicino a mio padre Antonio,prima di laurearmi sono una sinossi… In questiappunti c’è un confronto tra immagine eparola. Tra visione e discorso. Visione e lin-guaggio si dispiegano e si esemplificano.Non è di fatto un libro di costituzionalismo, madi semeiotica, si è attenti ai segni più che alletipologie. Nelle immagini si evidenziano quellepeculiarità fisiche dei rimedi, che troviamospesso nella pratica e che possono rappresen-tare un dettaglio in più, talvolta determinante,nella prescrizione del rimedio. L’esempio piùbanale è sempre quello di Belladonna con visorosso e pupille dilatate, ma gli autori qui pre-sentano ben 55 rimedi con rispettive tavole.Un libro utile se usato con le attenzioni indi-cate dagli Autori stessi.(F . E. Negro / Anna Tiberi – OMEOPATIA PER IMMAGINI,Sintomi e segni alla ricerca del simillimumLombardo Editore – Pagine 117 – Prezzo n. c.)

13 il medico omeopata

Recensioni

Giandomenico LusiMedico Chirurgo – Omeopata [email protected]

“Grandi a piccole dosi”, la paren-tesi omeopatica di vite famose.Volete sapere come fu curato il

Feld Maresciallo Radetzky? Cosapensava Gioacchino Belli dell’o-meopatia? Volete sapere di Bee-

thoven e di Chopin o dellamedicina nella Roma dei Papi?

Conoscete la storia di Paul Ferdi-nand Gachet, il medico degli

impressionisti? Un libro che sipuò leggere per molti motivi:

puro divertimento, ricchezza didati storici, ricchezza bibliogra-fica, passione per l’omeopatia

14 il medico omeopata

Storia

Robert JütteDirettore dell’Istituto per la Storia della Medicinadell’Associazione Robert BoschStoccarda – GERMANIAwww.igm-bosch.de – [email protected]

Traduzione a cura di: Pietro Gulia – Vice Direttore de Il Medico Omeopata – [email protected]

Diamo un’occhiata al testo originale:La notizia che presto verremo in possessodegli scritti che il nostro maestro halasciato, farà gioire dal profondo del cuorechiunque sia stato permeato dalla veritàdei nostri insegnamenti e chiunque – comecolui che redige queste righe - nutra il piùgrande rispetto per colui che quegli inse-gnamenti ha stabilito.Molti interessanti casi di guarigionesono, senza ombra di dubbio, nascosti neiDiari Clinici Parigini di Hahnemann che,una volta venuti alla luce del giorno,saranno della massima utilità per la con-temporanea e per le future generazioni diomeopati. Ci si può aspettare una profu-sione di esperienza teorica dalla pubbli-cazione degli scritti di un tale sagace edispirato pensatore ed osservatore, la cuilucida mente non potette essere offuscataneppure dalla età avanzata. Soltanto inun punto Hahnemann sembra essersispinto un po’ troppo lontano negli ultimianni della sua vita: alludo alla sua teoriadella potentizzazione. (1)

Dopo aver apposto la clausola di tutela(devoto e rispettoso studente ecc.) e dopoaver avanzato alcune critiche prudente-mente espresse alle tecniche di potentizza-zione di Hahnemann, l’autore rivela unodei più accuratamente custoditi segretidell’omeopatia di quei giorni:Per caso mi sono imbattuto in alcune dellesue ultime prescrizione scritte e ho sco-perto, con mia grande sorpresa, che a

quell’epoca egli non era più soddisfattodelle potenze 30 né dell’abituale metodo didiluizione, ma egli aveva incrementato ladiluizione in modo considerevole. Peresempio, in una lettera, egli prescrisse di“diluire un globulo del rimedio in 15 cuc-chiaini di acqua, quindi aggiungere uncucchiaino di questa soluzione ad unagrossa bottiglia piena di acqua, scuoterla esomministrare al paziente un cucchiainodi questa soluzione finale.”

Questa affermazione dimostra che l’autoreaveva per caso avuto accesso ai diari clinicidi Hahnemann. I quali erano, però, gelosa-

mente custoditi da Mélanie d’Hervilly aParigi e a nessuno era permesso di vederliad eccezione dell’allievo prediletto di Hah-nemann: Clemens Maria von Bönninghau-sen. Deve essere stato per forza grazie a luiche il nostro redattore riuscì a vedere glistralci dei diari clinici. Mélanie, alla cuiattenzione l’articolo apparso sulla AHZdovette pervenire, sospettò la stessa cosa. Inuna lettera – non ancora pubblicata - scrittain francese ed indirizzata a Bönninghausen,datata 8 Settembre, cioè solo poche setti-mane dopo la pubblicazione del sopra men-zionato articolo, sfogò la sua rabbia e loaccusò di avere divulgato a terzi informa-zioni confidenziali. In questa lettera, lepotenze Q – come le si chiama al giornod’oggi - erano menzionate per la primavolta con il nome di divisions infinitése-males (diluizioni infinitesimali).

Il breve articolo della AHZ termina conl’auspicio che la tanto a lungo attesa 6^edizione dell’Organon avrebbe potutofinalmente fare chiarezza sul nuovometodo di potentizzazione ed il redattore èdell’opinione che la programmata pubbli-cazione starebbe molto meglio nelle affi-dabili mani di Bönninghausen, la cuisapienza e “lucidità di pensiero” egli nonsarebbe stato capace di elogiare abba-stanza.Purtroppo si sbagliava. Ciò che altri omeo-pati avevano inutilmente cercato di otte-nere, fu impossibile da realizzare ancheper Bönninghausen, vale a dire convincere

Il 28 Luglio 1856 sulla rivistatedesca Allgemeine Homöopa-thische Zeitung fu pubblicato

un breve articolo di cui la storiadell’omeopatia è finora rimastaall’oscuro. L’identità dell’autore

è celata dietro le iniziali NE.La sensazionale informazioneche egli rivelò ai lettori, però,

mandò su tutte le furie lavedova di Hahnemann,

Mélanie d’Hervilly, dall’altraparte del Reno. Perfino peril lettore contemporaneo

la natura polemica dell’articoloè ancora percepibile

1

I diari clinici pariginidi Hahnemann, ovvero:la ricerca sulle Potenze Q

Mélanie a rendere disponibile ai seguacidell’insegnamento di Hahnemann il suolascito letterario. Nel 1859, tre anni dopoquesto incidente, Bönninghausen pubblicòun articolo riguardante la posologiaomeopatica: in esso descrive le sue espe-rienze positive con le alte potenze (> C30)ed esprime la speranza che la vedova diHahnemann possa al più presto pubblicarela 6^ edizione dell’Organon poiché essaincludeva la descrizione di: un nuovometodo di dinamizzazione relativo alle altepotenze … molto più potenti di qualsiasialtra precedente preparazione. (3)

Due anni più tardi sullo stesso giornaleapparve un altro articolo di Bönninghau-sen in cui ancora una volta difende le altepotenze. Afferma che sia egli stesso chealtri omeopati le hanno utilizzate conenorme successo e si rifà con enfasi adHahnemann. Bönninghausen non men-ziona quali altissimi dosaggi Hahnemannabbia prescritto ai suoi pazienti durantel’ultima decade della sua vita, ma si limitaalla criptica osservazione che: il progressoche egli compì in questo campo negli anniche portano alla sua morte è noto sola-mente ai suoi intimi amici, a cui ho avutola fortuna di appartenere. (4)Il velo di segretezza che avvolgeva talicosiddette médicaments au globule opotenze 1/50.000, fu in parte sollevato perprimo da Richard Haehl nel 1921, quandopubblicò l’ultimo manoscritto dell’Orga-non. La famosa nota al § 270 contiene unadettagliata descrizione della modalità dipreparazione. Secondo tali modalità, lasostanza del rimedio è ridotta 50.000 voltead ogni stadio di dinamizzazione e, tutta-via, guadagna in potenza infinitamente (5).Altrove Haehl commenta l’importanza chequeste potenze Q (Quinquagintamilia),come sono solitamente chiamate al giorno

d’oggi, ebbero per la pratica terapeutica diHahnemann durante gli ultimi anni dellasua vita. Nella sua biografia di Hahne-mann, Haehl scrive: Hahnemann chiamòle potenze dei rimedi prodotte secondoquesto nuovo metodo “Médicaments auglobules” per distinguerli dai “Mèdica-ments à la goutte” che venivano prodottiusando un precedente sistema che indi-cava le potenze con numeri romani. Perindicare le nuove preparazioni fatte conmicroglobuli egli si avvalse della numera-zione araba con l’aggiunta di un cerchietto(cioè 1,2,3,5 ecc.) (6). Inoltre, Haehl men-ziona che, secondo la cassetta di prontosoccorso di Hahnemann a quell’epocaancora esistente, questi rimedi erano pro-dotti in dieci differenti potenze (7). Qualepotenza Hahnemann abbia preferito, però,quando ed in quali casi egli abbia fattoricorso alle controversie potenze Q (8) equanto spesso egli ne abbia fatto effettiva-mente uso, Haehl non fu un grado di sco-prirlo. La sua prematura scomparsa gli haimpedito di dare alle stampe i diari clinicidi Hahnemann, che non erano stati pub-blicati in precedenza e che originaria-mente non erano stati certo concepiti peressere pubblicati.La parziale pubblicazione da parte diHeinz Henne (9) dei più vecchi diari cliniciall’inizio degli anni sessanta del XX secolonon riuscì a soddisfare l’ardente curiositàdella maggior parte degli omeopati poichéHahnemann, come si sa, cominciò a speri-mentare queste estreme diluizioni dirimedi omeopatici solamente durante gliultimi dieci anni della sua vita.

Due medici, l’uno indipendentemente dal-l’altro, hanno cercato di scoprire negli anni’90, sulle base di scarsi casi clinici conte-nuti nei diari, come Hahnemann, nel corsodi più di 40 anni di pratica omeopatica,fosse arrivato gradualmente a diluizionisempre più alte (per primo fino alla 200C)prima che egli sviluppasse infine i médica-ments au globules: Peter Barthel (10),medico omeopata, e Karl-Otto Sauerbeck(11), storico della medicina con formazionefilologica. Il diagramma di Barthel sulledistinte fasi dello sviluppo del metodo for-nisce un quadro particolarmente chiaroma, comunque, non del tutto privo di pro-

blemi. Lo si può occasionalmente riscon-trare nella letteratura attinente (12) ed èstato accolto con un qualche interesse.Eppure, appena un’occhiata ai 17 diari cli-nici ancora esistenti degli anni parigini diHahnemann può rivelare quando egli, inmodo dimostrabile, iniziò ad utilizzare lemisteriose potenze-Q. La prima pubblica-zione storica critica di un diario clinicofrancese, curata da Arno Michalowski,risale al 1992 (13) e incontrò immediatointeresse tra i medici omeopati, che spera-rono di trovarvi indicazioni sull’uso dellepotenze-Q durante il periodo parigino diHahnemann. Si può immaginare il lorodisappunto (e quello di qualche recensore)quando si resero conto che quel diario cli-nico non conteneva alcuna informazionesulle potenze 1/50.000 (14). Si è perfinospeculato che il curatore del testo potrebbeaver “omesso” le registrazioni significativeo che potrebbe essere stato incapace didecifrare le relative abbreviazioni o nota-zioni. Michalowski dissipò questi dubbifacendo notare che i casi contenuti neldiario non erano affatto in ordine crono-logico, come lo erano stati precedente-mente, bensì in ordine per paziente e che,quindi, il fatto che i casi documentati neldiario siglato come DF5 (quello cui si rife-risce la pubblicazione di cui si tratta, vedibibl. 13 – NdT) non contengano alcunaallusione alle potenze-Q deve essere con-siderato del tutto casuale.

Hanspeter Seiler per primo provò a dimo-strare che tali diluizioni estreme dovevanoessere state menzionate in qualche altrodei diari clinici francesi. Nel 1988, tra l’al-tro, pubblicò la descrizione di 5 casi clinicirisalenti all’inizio degli anni ’40 del 1800in cui, secondo la sua opinione, Hahne-mann avrebbe somministrato differentipotenze-Q. Uno di questi casi riguardavaun architetto di 33 anni, tale CharlesTamin. L’inizio della cartella clinica sem-bra essere stata redatta da Mélanie. Vi silegge che il paziente aveva sofferto preco-cemente di psoriasi, con prurito allegambe. Non sembra ci fosse interessa-mento di altre parti del corpo. Inoltre, direcente l’architetto aveva lavorato propriotanto. Quello che seguiva fu scritto daHahnemann stesso: L’eruzione consiste di

15 il medico omeopata

I diari parigini

piccole pustole sui polpacci, che prudonomolto di notte. Per 30 anni. Ha sofferto diulcera sifilitica che fu cauterizzata connitrato d’argento. Facilmente eccitato ses-sualmente, ma disposto a trovare la giustamisura. Deve trattenersi dal bere caffé e tènero. Tamin fu trattato con Sulphur,secondo Seiler con la 5^ potenza-Q (5 LM– NdT), un globulo disciolto in 7 cucchiaidi acqua e mezzo cucchiaio di alcol. Alpaziente fu prescritto di aggiungere uncucchiaio della soluzione ad un bicchieredi acqua e prenderne un cucchiaino da tèal mattino a stomaco vuoto. La soluzioneandava presa per una settimana, dopodi-chè il paziente sarebbe dovuto essere visi-tato di nuovo da Hahnemann.Come tappa successiva a Tamin fu dinuovo prescritto Sulphur il 9 Novembre.Stavolta un “6” è scritto sopra un piccolozero, fatto che Seiler interpreta come unaabbreviazione per globulo e, tenendoconto della raccomandazione di Hahne-mann contenuta nella sesta edizionedell’Organon di non iniziare con il gradopiù alto per le nuove potenze, ma con lapiù bassa dinamizzazione Seiler supponeche ciò debba riferirsi alle potenze-Q (15).Sfortunatamente non spiega in dettaglioquale altro criterio lo abbia portato a taleconclusione. Va aggiunto che né nei suoisuccessivi diari clinici, né nella sesta edi-zione dell’Organon, Hahnemann halasciato alcuna indicazione riguardo leabbreviazioni che egli utilizzò nei suoiappunti per questo tipo di prescrizione.

Rima Handley, la cui doppia biografia diSamuel e Mélanie Hahnemann fu pubbli-cata nel 1990, fa esperienza dello stessoproblema. Come prova del nuovo metododi potentizzazione di Hahnemann, riferi-sce di una paziente, Madame Carré, cuievidentemente fu somministrato Sulphuralla 7^ potenza-Q (= 7LM, NdT) all’iniziodel trattamento. (16) La Handley scrive piùdettagliatamente a proposito dellepotenze-Q nel suo libro In Search of theLater Hahnemann. Ella ritiene che ilmusicista Rouselot sia stato uno dei primipaziente ad essere curato secondo il nuovometodo. Egli consultò Hahnemann unaprima volta nel 1837 a causa di un pro-blema d’udito. Per cominciare egli fu

curato con una intera serie di rimediomeopatici alla potenza centesimale. Il 16Settembre, secondo la Handley, gli fu pre-scritto un globulo di Sulphur alla 10^potenza-Q (= 10LM, NdT), sciolto in unbicchiere d’acqua. Perciò la Handley si èconvinta che la annotazione “o” si riferi-sce in modo preciso alla nuova abitudinedi Hahnemann di usare i globuli anzichéle gocce. E l’uso dei globuli – ella scrive –depone per quelle che oggi indichiamocome potenze LM. (17). Sembra che l’au-trice inglese non faccia alcuna attenzioneagli studi di Seiler.Eppure anche la Handley difetta nel for-nire prove convincenti che le annotazionidi Hahnemann si riferiscano effettiva-mente ad abbreviazioni per le potenze-Q.Secondo lei i seguenti rimedi furono pre-scritti da Hahnemann durante gli ultimianni della sua vita in forma estremamentediluita: Sulphur – Calcium carbonicum –Graphites – Silicea – Lycopodium –Natrum muriaticum – Nux vomica – Pho-sphorus – Hepar sulphuris – Belladonna –Bryonia – Opium, ma il maggior numerodi prescrizioni riguardava Sulphur. Ellaritiene, inoltre, che Hahnemann prescri-vesse le potenze-Q non solo, come racco-mandato nella sesta edizione dell’Organon,in ordine ascendente, ma anche in ordinediscendente. Come esempio riporta il casodello scultore Richome. Evidentemente fuil primo cui venne prescritta prima la 11potenza-Q (= 11LM, NdT) e poi la 10^ (=10LM, NdT). Hahnemann, poi, tralasciòvari livelli e prescrisse la Q15 (= 15LM)seguita dalla Q16 (=16LM) e continuòsecondo l’ordine ascendente (Q7, Q8, Q9).La Handley, in base alle sue ricerche, con-clude che Hahnemann utilizzò le potenze-Q specialmente per guarire le malattie cro-niche e che mostrò una spiccata prefe-renza per Sulphur. Nei casi acuti sembrache egli preferisse le potenze centesimali.

L’omeopata brasiliano Urbitaran C. Adlerha seguito un simile corso di pensiero inun saggio pubblicato nel 1995 sul gior-nale Medizin, Gesellschaft undGeschichte (Medicine, Society andHistory) (18). Ha utilizzato i seguenti cri-teri per identificare le potenze-Q nei diariclinici francesi. In primo luogo, egli usò

solamente le annotazioni dal 1837 perchéHahnemann fa notare nella sesta edi-zione dell’Organon che egli aveva speri-mentato le potenze-Q per quattro o cin-que anni. Se si accetta la datazione for-nita da Haehl (19) il manoscritto di quellaedizione fu completato nel febbraio del1842. Ciò significa che i primi appuntiriguardanti queste nuove potenze pos-sono essere stati scritti soltanto tra il1837 ed il 1838. In secondo luogo, ilgrado della potenza deve essere 3 o piùbasso, o potenza al di sopra di 3,facendo in modo che il trattamentocominciasse con una delle prime trepotenze dello stesso rimedio e conti-nuasse con un graduale aumento fino aduna potenza più alta che la 3.Adler presenta come esempio un caso daldiario DF12, che egli ritiene comprovi cheHahnemann non fece uso di nessun parti-colare nome per indicare le potenze-Q, siaquando registrava il rimedio sia quandodescriveva il processo di dinamizzazione:

Pagina Data Rimedio Potenza1 25.05.42 / 11 08.06.42 1/22 25.07.42 1/32 20.08.42 1/4Patient:Mme de Chagnon2 05.09.42 5 o2 13.01.43 Sulphur / 6

Sulla base dei due criteri sopra esposti,Adler ritiene di poter identificare 681 pre-scrizioni di potenze-Q nel corso degli annidal 1837 al 1843, così come segue:

Tavola 1 – Numero di prescrizione dipotenze-Q per anno

Anno N. casi %? 4 0,61838 2 0,31840 3 0,41841 6 0,91842 437 64,21843 229 33,6Totale 681 100

Così come la Handley, Adler osserva che lagamma delle elevatissime potenze cheHahnemann utilizzò manifesta una nettapreferenza per Sulphur (Tav. 2). Adler nonfa affidamento su una qualsiasi annota-

16 il medico omeopata

Storia

zione che potrebbe essere interpretatacome una indicazione di potenza-Q, ma,piuttosto, prova a risolvere il problemaricorrendo alla logica. In un recente, nonancora pubblicato riesame della sua prece-dente investigazione sui diari clinici diHahnemann, Adler giunge ai seguentirisultati: sono state trovate 1836 prescri-zioni di potenze cinquanta millesimali,somministrate tra il 1837 ed il 1843 in trefasi; sporadicamente all’inizio, successiva-mente regolarmente comparate alle dina-mizzazioni centesimali di un grado simileed, infine, usate metodologicamente,secondo le istruzioni della sesta edizionedell’Organon. Secondo Adler, Hahnemannprobabilmente decise (nel 1840) di scriverela sesta edizione allo scopo di incorporarenell’Organon le sue più recenti esperienzecon la ripetizione di dosi potentizzate epotenze periodicamente modificate.Quindi, egli deve aver perfezionato lasesta edizione perfino dopo il febbraio1842 per includervi i suoi più recentirisultati ottenuti con le potenze cin-quanta-millesimali in grado ascendente,che divennero una tendenza costante neisuoi registri clinici a partire dal secondoquadrimestre del 1842 in poi.

Più recentemente, un ulteriore tentativodi andare alla radice dell’enigma è statocompiuto da Luise Kunkle (20).Il quesito che si è posta è se Hahnemann,nella sua pratica medica parigina, speri-mentò le potenze-Q in altri casi oltre ai681 identificati da Adler. L’analisi diAdler indica, secondo la Kunkle, theHahnemann prescrisse le potenze-Q sol-tanto 27 volte prima di aver completatola sesta edizione dell’Organon e che tuttiquesti trattamenti si verificano nei 15mesi precedenti al completamento dell’o-pera. L’assunto della Kunkle è che Hah-nemann deve aver provato le potenze-Qmolto più spesso nei quattro dei cinqueanni precedenti il completamento delsuo manoscritto, vale a dire approssima-tivamente a partire dal 1837/38.Il suo sospetto è che le annotazioniriguardanti le potenze-Q vanno cercateprevalentemente, se non esclusivamente,nei casi in cui fu prescritto Sulphur.

Tavola 2 – Prescrizione delle potenze-Q perrimedio nei diari clinici francesi

Rimedio N. assoluto %1 Aconitum 2 0,32 Alumina 4 0,63 Antimonium crudum 1 0,14 Arsenicum 6 0,95 Aurum 1 0,16 Belladonna 5 0,77 Bryonia 3 0,48 Calcarea carbonica 40 5,99 Carbo animalis 1 0,110 Carbo vegetabilis 4 0,611 Causticum 1 0,112 China 1 0,113 Graphites 13 1,914 Hapar 6 0,915 Ipeca 5 0,716 Kali carbonicum 4 0,617 Lycopodium 6 0,918 Mercurius vivus 9 1,319 Natrum muriaticum 12 1,820 Nux vomica 9 1,321 Plumbum 1 0,122 Phosphorus 11 1,623 Sepia 6 0,924 Silicea 9 1,325 Sulphur 508 74,626 Thuja 4 0,627 Veratrum 1 0,1

? 8 1,2Totale 681 100

Conseguentemente la Kunkle decide difocalizzare l’attenzione sulle potenze chein precedenza erano state consideratecome alte potenze-C (1/190 fino a 1/198)e dove una ascesa graduale dell’ultimacifra è notevole. La Kunkle vede nelleannotazioni 190, 191, 192, 193 un evi-dente parallelo con le moderne espressioniQ1, Q2, Q3, Q4, Q5. Se fosse così, ilnumero 19 dovrebbe essere visto come unelemento fisso corrispondente alla letteraper le cosiddette potenze-Q, lettera Q che èoggi usata e che denota la modalità didiluizione. L’ultimo numero dovrebbe,quindi, indicare il grado di potentizza-zione (1,2,3,4,5). Ciò lascia il problema delperché Hahnemann avrebbe dovuto sce-gliere il numero 19 come codice per le sueultra-alte potenze. La Kunkle fornisce unaintrigante risposta alla domanda: la dilui-zione 1:50.000 se viene scritta come fra-zione decimale è 0,00002. In questo casoHahnemann avrebbe probabilmente sceltola numerazione 20, 21, 22, 23 ecc.Secondo il § 270 dell’Organon la dilui-zione è, comunque, leggermente più altadi 1:50.000, o 1:x >50.000. Per ogni x tra

50.001 e 53.000 la frazione decimale è 0,000019…. Per risparmiare tempo Hahne-mannn avrebbe eliminato i numerosi zeroprima del 19. Nel caso ciò suoni come unasorta di birbonata, evidenzia quale inso-lito percorso bisogna seguire per arrivarealla comprensione dei diari clinici di Hah-nemann, affinché la teoria che egli ha svi-luppato possa essere messa in pratica.

L’ipotesi della Kunkle certamente saràcontraddetta. Ci saranno altri tentativi dispiegazione. Semmai uno di questi saràsoddisfacente rimane da vedersi.La domanda è se il focalizzarsi esclusiva-mente nella ricerca sulle potenze-Q nei diariclinici non sia un po’ esulare dalla que-stione. È un approccio unilaterale che siconclude nel trascurare altri interessantiaspetti della pratica dell’ultimo Hahnemann.

Vorrei menzionare alcuni punti che RimaHandley non ha per niente trattato, o sol-tanto di sfuggita; per esempio, gli esperi-menti di Hahnemann con il carboneinvece che con acqua o alcol nel processodi diluizione oppure l’uso del placebo (cioèlatte in polvere) nella sua pratica parigina;le sue istruzioni ai pazienti riguardo ladieta o l’olfattazione dei rimedi che, a queltempo, fu messa in pratica veramente difrequente. Tutti questi potrebbero esseregratificanti argomenti di ricerca. Altriaspetti potrebbero essere gli esperimenti diHahnemann con i colpi di succussioneoppure le diverse istruzioni fornite aipazienti su come avrebbero dovuto prepa-rare i loro rimedi a casa.

Molto resta da scoprire nei diari clinici diHahnemann. Perché non seguire l’esempiodi Rima Handley e di altri ricercatori e nondare un’occhiata alle già esistenti trascri-zioni e traduzioni di diari clinici (DF2)DF5, se proprio uno non se la sente di stu-diarli nella lingua originale in cui sonoscritti, il francese?

Bibliografia

(1) Allgemeine Homöopatische Zeitung 52 (1856), P. 144

(2) Mélanie d’Hervilly’s letter to Bönninghausen from 8.9.1856,Archiv des Instituts für Geschichte der Medizin der Robert BoschStiftung, Stuttgart, file M-554

17 il medico omeopata

I diari parigini

(3) Clemens von Bönninghausen, Einige Worte über Dosologie(Alcune parole a proposito di posologia). In: Allgemeine Homöo-pathische Zeitung (AHZ) 58 (1859), P.155-56, 165-167, 173-74,citazione: P.156 n 1.

(4) Clemens von Bönninghausen: Zur Würdigung der Hochpo-tenzen (Valutazione delle alte potenze). In: AHZ 61 (1860), P.134-35, 140-42, 159-60, 164-65, citazione: P. 159.

(5) See: Samuel Hahnemann: Organon der Heilkunst. Sixth Ger-man edition with an introduction by Richard Haehl. Leipizig1921, P.250; Samuel Hahnemann, Organon der Heilkunst. Text-critical 6th edition, ed. Josef M. Schmidt. Heidelberg 1992, P.218

(6) Richard Haehl: Samuel Hahnemann. Sein Leben und Schaf-fen (Life and Work). Leipzig, 1922, Vol.1, P.360.

(7) Cf. Haehl (la nota a piè pagina 4), Vol.2, P.439. Questa farma-cia poteva ancora essere vista negli anni venti nell’ HahnemannMuseum, di proprietà privata, in Stuttgart. Sfortunatamente èandata distrutta durante l’ultima guerra.

(8) A proposito del termine non corretto, spesso utilizzato, dipotenze LM con riferimento alle diluizioni 50.000, cf. la disser-tazione di Ursula Isabell Jacobi: Der Hochpotenzenstreit. VonHahnemann bis heute. Eine pharmaziehistorische Untersuchung(L’argomento delle alte potenze. Da Hahnemann al giorno d’oggi.Una analisi storico-farmaceutica, Heidelberg 1993. Sull’uso deltermine scorretto vedere Friedrich Dellmour: Die Entwicklungder Potenzierung bei Samuel Hahnemann und nachträglicheÄnderungen der Arzneiherstellung (Sviluppo della potentizza-zione hahnemanniana e successiva modificazione della metodo-

logia di preparazione dei rimedi). In: Documenta Homoeopathica13 (1993), P. 139-188, P. 156.

(9) Hahnemann’s Case Journals 2 and 3. edited by Heinz Henne.Stuttgart 1963; Hahnemann’s Case Journal 4. Edited by HeinzHenne, Stuttgart 1968.

(10) Petere Barthel: Das Vermächtnis Hahnemanns – die Fünfzig-tausender Potenzen (L’eredità di Hahnemann – le potenze1/50.000). In: AHZ 235 (1990), P.47-61. Vedere anche: Peter Bar-thel: Blick auf die Quellen – Qualität und Dosologie (Uno sguardoalle fonti – qualità e posologia). In: Zs. für Klassische Homöopa-thie (Rivista di Omeopatia Classica) 39 (1995), P.152-156.

(11) Karl-Otto Sauerbeck: Wie gelangte Hahnemann zu denhohen Potenzen. (Come Hahnemann giunse alle alte potenze).In: AHZ 235 (1990), P. 223-232.

(12) Cf, per esempio, Gotthard Behnisch: Die geschichtlichenGrundlagen der Homöopathie (Le basi storiche dell’omeopatia).In: Dokumentation der besonderen Therapierichtungen undnatürlichen Heilweisen in Europa (Documentazione sulle terapiespeciali e sui metodi naturali di guarigione in Europa). Essen1991, Vol.1.1, P.351-398, qui: P.390.

(13) Samuel Hahnemann’s Case Journal DF 5. Edited by ArnoldMichalowski. Heidelberg 1992.

(14) Cf, per esempio, Stefan Reis, Rezension, “Samuel Hahnemann,Krankenjournal DF 5” (Revisione del diario clinico DF 5 di SamuelHahnemann). In: Archiv für Homöopathik 2 (1993), P.47-49, sp. P.48.

(15) Cf. Hanspeter Seiler: Die Entwicklung von Samuel Hahne-

mann ärztlicher Praxis anhand ausgewählter Krankengeschich-ten (Lo sviluppo della pratica medica di Hahnemann, basatasullo studio di casi selezionati). Heidelberg 1988, P.189. Esempiper le potenze-Q si possono trovare nei casi 28-32.

(16) Rima Handley: A Homeopathic Love Story: Story of Samueland Mélanie Hahnemann, Berkeley/Ca, 1997.

(17) Rima Handley, In Search of the Later Hahnemann. Beacon-sfield Homeopathic Library, 1997.

(18) Urbiratan C. Adler, Nachweis von 681-Q-Potenzen in denfranzösichen Krankenjornalen Samuel Hahnemann (La testimo-nianza di 681 casi clinici di potenze-Q nei diari clinici francesi diSamuel Hahnemann). In: MedGG (Journal: Medizin, Gesellschaftund Geschichte – Medicina, società e storia) 13 (1995), P.135-166. Cfr. recentemente: U.C. Adler and MS Adler, Hahnemann’sexperiments with 50 millesimal potencies: A further review ofhis casebooks. (Esperimenti di Hahnemann con le potenze 50millesimali. Una ulteriore rassegna dei suoi diari clinici) In:Homeopathy 95 (2006), PP. 171-181.

(19) Richard Haehl: Samuel Hahnemann, His Life and Work –ristampa, Delhi 1989, Vol.1, P.241-242.

(20) Luise Kunkle, Samuel Hahnemanns “mysteriöse” Q-Poten-zen. In: MedGG 20 (2002), PP- 213-220.

Note

1. Si ricorda che in Germania le potenze cinquantamillesimali oLM sono indicate con la lettera Q = quinquaginta milia (NdT)

18 il medico omeopata

Storia

Da leggere e rifletterci suRecensione al testo “Scala LM e prognosinella pratica dell’omeopatia” di A. Brancalion

Il libro si presenta subito come un testoimportante, visto che a scrivere la presen-tazione è il decano dei veterinari omeopa-tici, Franco Del Francia e la prefazione èuno dei massimi Maestri mondiali degliultimi decenni, Eugenio Federico Cande-gabe, Presidente Onorario della EscuelaMedico Homeopatica Argentina (EMHA).Iniziando a sfogliare lo scritto balza subitoagli occhi la chiarezza, assolutamentedidattica, nell’esporre l’argomento. IlBrancalion, docente navigato, fa unarapida ed esauriente analisi della farmaco-prassia, parla della storia evolutiva finoalla nascita, nella mente geniale del Mae-stro di Meissen, di questa straordinariadinamo-diluizione chiamata LM. Essa rap-presenta l’ultimo regalo lasciatoci dal

Maestro, dato alla luce nel 1836 e saggiatada lui stesso sul piano clinico, negli ultimifortunati anni parigini. Ne fu talmentefelice che, scrivendo le sue correzioni, amano, sulla quinta edizione dell’Organonper dare alla luce la sesta edizione, nonparla di altre potenze ed assume le cin-quantamillesimali ad emblema di potenzaadeguata per curare ogni tipo di affezione,sia che si tratti di miasma acuto, di acutiz-zazione di Psora latente o di trattamentoprofondo di miasma cronico. Leggendoesegeticamente la sesta edizione, vediamoche i criteri prescrittivi e “posologici” deinostri medicamenti, vengono stravolti dalMaestro Hahnemann, tanto che tutto ilmaestoso insegnamento dei Maestri statu-nitensi, Hering, Allen, Von Lippe, Farring-ton, Kent etc., non sono più tanto “orto-dossi” rispetto a questo ambito. Questo sideve al fatto che le loro menti geniali nonhanno avuto la fortuna di conoscere, acausa della meschinità e gelosia dellavedova Melanie, l’ultimo grande tesorodel Maestro che solo grazie al grandesforzo di ricerca ed economico di RichardHaehl e William Boericke vide la lucecome sesta ed ultima edizione dell’Orga-non nel 1921. Nella pratica clinica odierna, con ledovute osservazioni personali frutto del-l’esperienza ponderata di ogni giorno, nonpossiamo ignorare o limitare al minimol’utilizzo di queste potenze, perchè cosìfacendo dimostreremmo la nostra igno-ranza rispetto a ciò che di prezioso halasciato Hahnemann. Spesso presuntimaestri cercano di stravolgere i concettiomeopatici, forse con il solo intento dicrearsi una nicchia di mercato, ma questonon può e non deve occultare quello che

onestamente e per il bene dell’umanità halasciato il Fondatore. Andrea ha, con l’umiltà e la competenzache da sempre gli riconosciamo, cercatodi dare una visione clinica delle potenzeLM, citando paragoni con le altrepotenze, citando l’Organon per spie-garne l’utilizzo secondo i criteri hahne-manniani e cercando un raffronto sulpiano clinico e dottrinario con le altrepotenze in relazione alle osservazionidopo la prima prescrizione elaborate dalKent e rapportate alle cinquantamillesi-mali. Con l’onestà scientifica he locaratterizza, oltre alle osservazioni per-sonali, cita anche quelle dei vari autoriche, in giro per il mondo, hanno avutoqualcosa da dire rispetto al nuovo crite-rio prescrittivo, forse abbondandotroppo, visto che cita anche il modestoapporto del sottoscritto. Alla fine, come sempre si dovrebbe fare par-lando di argomenti medici, cita alcuni casidella propria pratica, che danno una imma-gine di come l’autore si comporti nella cli-nica di tutti i giorni. Credo che valga la penaadottare il testo nelle varie scuole di omeo-patia, ma ritengo che la sua lettura possarisultare utile a chiunque lavori in ambitoomeopatico. La bellezza ed il fascino del-l’Arte del Curare sta nella sua impossibilitàdi essere compresa e dominata per intero,sta a noi fare il massimo sforzo in ognifrangente di tempo libero, per cercare diimpossessarci di una briciola in più di que-sto straordinario “sapere”.

(A. Brancalion – SCALA LM E PROGNOSI NELLA PRATICADELL’OMEOPATIA, Con riferimenti alla Clinica VeterinariaEditrice HMS – Pagine 128 – € 30,00)

19 il medico omeopata

Recensioni

Renzo GalassiMedico Chirurgo – Omeopata MACERATAPresidente L.M.H.I. [email protected]

Qualche mese faho ricevutoun pacchettino daparte della H.M.S.di Como, conte-nente un libro.Aprendolo, mi resiconto che conte-

neva un breve saggio sulle potenzeLM, argomento di cui mi occupoda più di 15 anni. L’autore, l’amico estimato omeopata Andrea Branca-lion, ha deciso di intraprendereuno sforzo non facile per racco-gliere, catalogare, armonizzaree presentare in forma chiarae comprensibile anche ai neofiti,tutto quanto si trova in circolazionesull’argomento affascinante dellepotenze cinquantamillesimali

Brancalion e Candegabe

Tra tradizione e innovazioneIl 61° Congresso LMHI a Lucerna

Chi ha seguito con continuitàil Congresso annuale dellaLMHI ha avuto modo diapprezzare il medioevale cen-tro storico di Lucerna, con lecase dalle facciate dipinte ecol famoso ponte di legno, inparte ricostruito dopo l’incen-dio del 1993; pochi passi piùin là, ecco il lungolago con gliimponenti edifici belle épo-que, tra cui il Casinò, sededella affollatissima serata digala. Chi ha disertato qualchesessione è riuscito anche aprendere il battello e poi asalire in cremagliera sul Pila-tus o sul Rigi, montagne chesovrastano la città e permet-tono di apprezzare panoramiincredibili. La sede stessa del Congresso, ilKKL, modernissimo Kultur und KongressZentrum Luzern, è una delle principaliattrattive artistiche della città. Contrariamente a quanto ha caratterizzatoil Congresso di Berlino, un po’ freddo edispersivo, quest’anno il clima è stato intutti i sensi caldo e raccolto, pervaso dauna grande ricerca di comunicazione econfronto, all’insegna del motto livingexperience. Le parole con cui Clemens Die-trich, instancabile ed impeccabile Presi-dente del Congresso, ha introdotto i lavorisintetizzano molto bene lo spirito dell’e-vento: Hahnemann ha chiamato lanostra professione l’arte di guarire. Mapuò l’arte essere semplicemente sponta-nea o è arte solo se si è sottoposta a unlungo, arduo processo di maturazione?Non diventa forse arte solo attraverso le

nostre osservazioni e sco-perte? O porta con sé unsegreto, una sorta di “sof-fio”, di tonalità, di ritmoche entra in sintonia, inrisonanza con la parte piùprofonda del nostro essere?Questo spirito di confrontoha avuto la sua massimaespressione nell’Open LigaForum, la vera novità di que-st’anno.Tutto è nato dalla considera-zione che nei congressi ingenere le cose più importantisuccedono ... nelle pause:beviamo un caffè con un col-lega indiano e scambiamoesperienze ed idee cherestano nel nostro bagaglio

più delle relazioni ascoltate magari passi-vamente. Nel mondo degli affari questamodalità congressuale è ormai consolidatada molti anni; gli organizzatori del Con-gresso della LMHI hanno voluto proporreanche agli omeopati questa nuova for-mula di confronto. Si tratta di farsi pro-motori di un gruppo scegliendo un tema dicui si voglia parlare oppure di aggregarsia un gruppo già costituito su un tema diproprio interesse e scambiare informazionisu quel tema: vige la “regola dei duepiedi”, secondo la quale se sei interessatoresti, impari, scambi, ma se l’argomentoperde di interesse, usi i due piedi e te nevai in un altro gruppo. Così resta solo chiè interessato, con un’assunzione diresponsabilità individuale. Un gruppo difacilitatori, una sorta di animatori adde-strati a questo compito, aiuta a gestire al

20 il medico omeopata

Convegni e seminari

Antonella RonchiMedico Chirurgo – Omeopata MILANO Presidente [email protected]

Il 61esimo Congressodella Liga Medicorum

HomeopaticaInternationalis ha avuto

luogo quest’annoin Ottobre a Lucerna,

affascinante cittàal centro della Svizzera,

ed è stato favoritoda un tempo dolce e mite

che ha permessodi apprezzare al massimo

le bellezze di questaantica città

meglio il gruppo e a trarre le conclusioniche vengono presentate in seduta plenariaalla sera. In questo ruolo di annunciatoridegli highlights della giornata si sono pro-digati ogni sera Frederick Schrojens aKlaus von Ammon. Per fare solo un esem-pio del lavoro svolto, mercoledì si è tenutoun gruppo sul tema delle potenze e dellafrequenza di ripetizione: sono stati evi-denziati orientamenti generali e punti diaccordo, ma si è concluso che non si puòdare una regola perchè l’individualizza-zione resta il cardine della prescrizione.Sembra una banalità, ma ribadirlo in ungruppo di questo genere non è male, difronte al persistere di tante rigidità pre-scrittive. Rigidità di cui io per prima hofatto le spese quando al termine della miapresentazione, intitolata - guarda caso -Flessibilità nella posologia, mi sono sentitabacchettare da Dario Spinedi per l’usodelle Korsakoviane ripetute e per lunghi

periodi, a suo avviso pericolose per ipazienti. I risultati di questi Forum e i testidelle relazioni sono stati molto opportu-namente messi sul sito del Congresso1,ovviando così alla mancanza di atti oabstracts scritti; tutti, anche coloro chenon erano presenti, possono andare avederne i contenuti. I dati dell’Open LigaForum parlano di 13 gruppi al giorno, con120-160 partecipanti ogni giorno e unapresenza ogni sera di 220-240 persone allapresentazione dei contenuti salienti dellagiornata. Mi sembra che l’Open Forumsia una formula molto interessante, mache richiede, come tutte le cose nuove,un rodaggio: secondo me troppi gruppisono diventati solo l’occasione per unalezione, senza un vero scambio, anche sepossono essere un’occasione importantee gradita da molti partecipanti perapprofondire metodologie prescrittivecome quella, ad esempio, di Sehgal,basata sui soli sintomi mentali. Peccatoche come al solito tanti non facciano losforzo di esprimersi in quello che èormai il nostro esperanto, cioè l’inglese,per cui molto materiale, scritto in tede-sco, resta inaccessibile per i più.Questa lamentela mi è anche stata fattarispetto alla sessione veterinaria, che havisto la partecipazione di Andrea Bran-calion e di Roberto Orsi, penalizzatidalla mancanza di una traduzionesimultanea nel loro workshop, dovemolti colleghi si esprimevano in tede-sco. La rappresentanza italiana, oltre aigià citati relatori, è stata completata daRoberto Petrucci che ha suscitatogrande interesse proponendo con una

vivace presentazione il suo repertorioper temi in pediatria.

Ho seguito quasi tutte le relazioni in audi-torium, tenute in contemporanea all’OpenLiga Forum, e le lezioni chiave, che almattino dalle 8,30, con svizzera preci-sione, aprivano i lavori dando gli impulsiper i temi da dibattere. Devo dire sincera-mente che le cose più interessanti sonovenute da colleghi spesso sconosciuti,mentre la maggior parte degli oratori invi-tati ha fatto in genere relazioni scontate epoco stimolanti. A loro merito devo direche, contrariamente a quanto visto in pre-cedenti congressi, questa volta hanno peròpresenziato ai lavori o ai gruppi, senza ilsolito mordi e fuggi che siamo abituati avedere da parte dei “maestri”, spesso dis-posti solo a dispensare la loro scienzasenza offrire alcuna disponibilità ad ascol-tare quello che altri hanno da dire. Tra i key speaker è intervenuto FrankNager, grande clinico, primario dell’ospe-dale di Lucerna, molto conosciuto tra icolleghi svizzeri, che ha riscosso grandesuccesso sviluppando il tema dell’intui-zione in medicina, sottolineando come lamedicina omeopatica possa dare ungrande contributo a questo riguardo:esempio di quella convergenza di ogniforma di buona medicina di cui parlo nelmio articolo pubblicato proprio in questonumero della Rivista!

21 il medico omeopata

Roberto Orsi

Congresso L.M.H.I.

Andrea Brancalion

Nella stessa giornata Michel van Wassen-hoven ha fatto un eauriente punto sullaricerca, partendo dai livelli di evidenza eanalizzando quali standard hanno fino adora raggiunto le ricerche nei diversicampi, clinico, di base, veterinario ecc..Una relazione molto interessante, con-dotta col suo consueto rigore e arricchitada spezzoni di video molto significativi èstata quella di Vangelis Zafiriou, psichia-tra greco: egli ha posto la nostra atten-zione su cinque indicatori che, nella suaesperienza, segnalano che il rimedio som-ministrato sta agendo nella direzione giu-sta. Questi sono la sonnolenza, la debo-lezza, l’aumento dell’appetito, la diminu-zione del desiderio sessuale e la diminu-zione del flusso mestruale che compaiononel primo mese dopo la somministrazionedel corretto rimedio omeopatico, del simil-limum. Non è di comprensione immediatala valenza positiva di questi sintomi e misembra molto importante sottolinearecome il grande sforzo curativo indotto dalrimedio (lui usa dosi uniche ad altepotenze) si esprima in questo modo. Infatti, di fronte a una simile reazionepotremmo arrivare a conclusioni diverse epensare che la cura non stia andando nelladirezione corretta. Molto interessantianche i contributi dei partecipanti allatavola rotonda sulla ricerca, Claudia Witt,

Marco Righetti, Klaus von Ammon,Michel van Wassenhoven, Miek Jong,Peter Mattmann, moderati da Andrè Thur-neysen. In questa sessione sono statianche portati risultati e problematichelegati al PEK, il famigerato studio svizzeroche ha dato l’avvio alla polemica di Lan-cet e che ha portato al bando dell’omeopa-tia dai rimborsi statali, nonostante i risul-tati positivi dello studio stesso. Alriguardo è stato distribuito un testo cheriassume i risultati più importanti dellavalidazione scientifica dell’omeopatia nelquadro del PEK. Così ho appreso che ilPatient care evaluation study ha provato

che l’efficacia clinica della medicina dibase praticata da un medico che pratichil’omeopatia è superiore a quella offerta daimedici di medicina generale convenzio-nali. E ancora i costi dell’assistenza sonoinferiori del 50%, permettendo un rispar-mio stimato a 60 milioni di Franchiall’anno. Non stupisce che sia in atto un’i-niziativa popolare “Sì alla Medicina Com-plementare” per raccogliere firme a soste-gno della riammissione dell’omeopatia nelsistema sanitario pubblico!Altre relazioni che personalmente homolto apprezzato sono state quella diLiliana Szabo, pediatra argentina che haanalizzato limiti e potenzialità del trat-tamento omeopatico nei bambini, par-tendo anche dai suoi errori prescrittivi equella della tedesca Hedwig Potters che,alla ricerca della sorgente del Petroleumutilizzato da Hahnemann per il suo pro-ving, l’ha scoperta in provincia diModena, luogo da cui si esportava inSassonia alla fine del 700 un petroliochiaro, ben diverso dal petrolio rettifi-cato proveniente dall’Arabia utilizzatoadesso per produrre il medicamentoomeopatico che tutti utilizziamo.Molte relazioni, a partire da quella di JanScholten, hanno trattato dell’essenza, deitemi, come chiave per un metodo prescrit-tivo più ampio. I colleghi messicani, pre-senti con la relazione di Renè Torres cheha aperto i lavori, hanno invitato i pre-senti al prossimo congresso a Puebla conuna presentazione in sala e soprattuttocon apprezzatissime degustazioni ditequila nel corso dei diversi, affollati,eventi sociali.Salvo qualche piccolo inconvenienteorganizzativo, tutto è andato propriobene. Peccato che come al solito gli ita-liani presenti siano stati pochi; sembraquasi che una meta troppo vicina nonvenga percepita come sufficientementestimolante. O forse a trattenere tanti colle-ghi a casa è la mancanza di una tradu-zione simultanea in italiano o quantomeno in spagnolo?

1 http://www.dzvhae.com/portal/loader.php?naviga-tion=45680&org=36662&seite=45710

22 il medico omeopata

Convegni e seminari

Roberto Petrucci e Carlo Cenerelli

Antonella Ronchi

È possibile fallire in molti modi, mentreriuscire è possibile in un modo soltanto*Cronaca di un seminario omeopatico a Stromboli

Iddu, come viene chiamato dagli abitantidell’isola, ci ricordava con un inquietantefrequenza grazie a botti e borbottii, cheeravamo suoi semplici ospiti; borbottii chehanno risvegliato anche in noi uomini delventunesimo secolo sensazioni ancestrali:quale situazione migliore per parlare dipatologie psichiatriche e di rimedi comeFalco pellegrino e Haliaeetus leucocepha-lus, per sentirsi tuttuno con questi splen-didi rapaci ed immaginarsi in volo sul vul-cano ed il mare a perdita d’occhio e cos’al-tro più consono a speculazioni sulla Medi-cina Energetica che stare seduti su un vul-cano vecchio di 40000 anni e che affondale sue radici nel mare per ben 3000 metri.Queste condizioni geografiche, l’obbligo dispostarsi a piedi, l’assenza quasi assolutadi auto, sostituite da saettanti Ape lanciatia velocità all’altezza del nome commer-ciale del mezzo dagli abitanti nelle viuzzestrette e contornate da rigogliose bougan-ville dai colori diversi e sgargianti, l’as-senza di illuminazione pubblica notturna,ci hanno riportati ad una dimensioneumana inizialmente un po’ impegnativa,ma dopo pochi giorni tanto difficile daabbandonare.Le lezioni iniziate il mattino per protrarsialla metà del pomeriggio, venivano inter-rotte per il pranzo che, causa l’ottimocibo, non era sempre frugale comeavrebbe dovuto durante le ore di lavoro.

L’esposizione della Materia Medica omeo-patica è sempre stata preceduta da uninquadramento tradizionale della patolo-gia mentale di cui ha trattato in manieraparticolarmente brillante e coinvolgente la

Dott.ssa Luisa Ferla, Neurologa: chiare edesaustive sono state le definizioni didepressione, manie ossessivo compulsive,malattia di Alzheimer e degli effetti delledroghe sulla psiche; un approccio assolu-tamente recepibile anche per i non neu-ropsichiatri.Molto interessante è stato anche l’inter-vento dello Psichiatra Dott. GiovanniBenini che ha puntualizzato come siadoveroso inquadrare il “gesto magico“nella definizione di disagio mentale.Un solo neo: lo scenario su cui si affacciala sede del Seminario è talmente affasci-nante che può distrarre il partecipantedalla lezione.La vista di Strombolicchio che non è altroche ciò che resta della lava consolidatasi

nel condotto eruttivo dell’antico vulcano,la bellezza selvaggia della spiaggia nera el’intersecarsi delle correnti marine nelgolfo sono talmente suggestivi che sonouna verifica dell’abilità del relatore atenere desta l’attenzione. Fortunatamenteattendevano i partecipanti, esauriti dall’at-tenzione che il Maestro richiede, le parti-colari spiagge nere dell’isola che richia-mano ormai tanti personaggi famosi.Alla base del successo del Seminario restala indubbia capacità di insegnamento diRobertoPetrucci. Logico, razionale, voli-tivo, unisce alla chiarezza dell’esposizionela evidente volontà di trasmettere unmetodo, senza reticenze, in assoluta since-rità, ci comunica tutto quello che sa nonnascondendo pure difficoltà ed errori nella

23 il medico omeopata

Congressi e seminari

Mauro DodesiniMedico Veterinario – Omeopata [email protected]@omeopatiapossibile.it

considerazione del caso.Non si tratta solo del validissimo MedicoOmeopata di successo con una notevolis-sima casistica clinica nelle più disparatepatologie, con pazienti sparsi su tutta Ita-lia, relatore seguito con interesse neidiversi Congressi a cui viene invitato, madi un uomo che vive l’insegnamento comeuna missione che probabilmente non lo haancora ripagato per tutte le energie pro-fuse. Certo un temperamento forte spessosi accompagna ad una forma aspra, maquesta indubbiamente è stata addolcitadalla paternità. Dove sono bambini c’èun’età dell’oro, afferma Novalis nei Fram-menti Antropologici. Alla sua terza edi-zione Stromboli così diventa un simbolo:la verifica annuale di un percorso evolu-tivo nella maturazione di un metodo cli-nico omeopatico. La profonda cono-scenza del Repertorio, l’analisi dellaMateria Medica, lo studio della lettera-tura omeopatica, della tossicologia, deirisultati dei provings e dell’interpreta-zione della tavola periodica degli ele-menti non sono giunti a RobertoPetrucci per illuminazione divina, maattraverso uno studio approfondito chein questi anni è stato sottoposto ad unarevisione critica in funzione della pro-pria esperienza clinica. Verso i grandi

del passato c’è gratitudine,ma non deferenza cieca. Ilmondo è cambiato in questosecolo, l’uomo si obietterà èlo stesso, ma è talmentemutato l’ambiente circo-stante e lo stile di vita chel’approccio omeopatico almalato e di conseguenza laterapia possono essere rivi-ste se i risultati clinici con-fortano questa modernaanalisi. Il partecipante alSeminario viene accompa-gnato ad un inquadramentologico di malato e malattiagli viene trasmesso unmetodo che potrà applicarenella sua pratica quotidiana.

Le case antiche di Stromboli,in stile eoliano, venivanofatte poggiare su una fonda-

zione di pietre pesanti e dure con cui veni-vano costruiti anche i muri, la parte supe-riore ed i solai erano invece di materialeleggero che in caso di scosse potesse “gal-leggiare“ sulle fondazioni, così come unMedico Omeopata che ha acquisito unmetodo ha basi solide su cui fondare lapropria prescrizione e quindi ridurre dra-sticamente la possibilità di sbagliare, purpersistendo le obiettive difficoltà cheincontra nella prescrizione del RimedioUnico. Del resto come scrive Samuel But-ler nell’Erewhon: Si può apprendereun’arte solo nelle botteghe di coloro checon quella si guadagnano la vita. Nell’an-tichità l’incessante attività del cratere larese uno dei fari più conosciuti del marTirreno; ci possiamo augurare, visto l’in-cremento costante del numero dei parteci-panti al Seminario, che Stromboli diventiin breve tempo la Alonnisos italiana.

Il seminario sull’isola è diventato ancheun’occasione di incontro tra nord e sud:molti medici e veterinari iscritti al Masterdi Catania e al Master ed alla Scuola diMilano si incontrano e si frequentano inquesta occasione, condividendo con sin-cera soddisfazione, soprattutto a tavola, leproprie esperienze cliniche.Il vulcano stesso sicuramente facilita la

24 il medico omeopata

Nelle pittoresche Eoliealle pendici dello Strom-boli, da millenni uno deivulcani più attivi delmediterraneo, si ètenuta dal 13 al 17 Giu-gno 2006 la terza edi-zione del Seminario diRoberto Petrucci I Pazzidel Vulcano. In un anfi-teatro unico cinquantatra Medici e VeterinariOmeopati hanno parte-cipato a lezioni in riva almare con vista sull’affa-scinante Strombolic-chio, quasi ospiti dellareggia di Eolo che,secondo Omero, siergeva su quest’isola

Roberto Petrucci, a sinistra, con un allievo

Congressi e seminari

nascita di nuove e inaspettate amicizie,molto spesso la riservatezza della gentedel nord si scioglie a contatto con la caldaumanità di quella del sud. Indimenticabileal proposito è stata l’escursione a Gino-stra, raggiungibile solo via mare con unaspesa irrisoria: si affitta un gommone cheattracca nel porto più piccolo del mondo,Porto Pertuso, si sale poi per una scalinatafino al paese di Ginostra dove vivono 50persone compresi i servizi essenziali qualimedico, alimentari, tabacchi e telefonopubblico. Qui si cena magnificamente inuna locanda con una terrazza a volod’uccello sul mare con una splendidavista sulle Eolie.Ma non è finita: discesi al buio per la sca-linata si sale sul gommone e durante ilrientro si assiste alle eruzioni dello Strom-boli dal mare! Ci siamo anche avventuratisulle pendici del vulcano, un gruppetto dichiassosi ed indisciplinati omeopati, capo-cordata Cesare colonna portante del Cen-tro Di Omeopatia di Milano, che con leloro intemperanze hanno messo a duraprova la pazienza della guida, peraltroestremamente tollerante ed efficiente.Contemplare le bocche di fuoco al tra-monto dopo la salita abbastanza impegna-tiva è stato il meritato premio. Tre di noi,con ben nota componente sulfurica,

hanno perfino fatto un proving: tutti conformicolii e insensibilità ai polpastrellidelle mani “come se si stessero conge-lando“. La discesa ripida e nella sabbialungo la sciara, alla luce delle torce, hacoronato la serata che si è ovviamenteconclusa con una bella bevuta.

Del Seminario non serbiamo solo ricordipaesaggistici, ma anche un CD che racco-glie tutte le slides riassuntive proiettatedurante le lezioni. Per chi non avesseavuto la possibilità di partecipare sonodisponibili anche i CD dei Seminari prece-denti: I bambini del vulcano del 2005 e Irimedi del Vulcano del 2004. Il prossimo appuntamento con il Dott.Roberto Petrucci sarà a Milano dal 24 al26 Novembre con un Seminario in Videosu Valutazione del caso acuto e cronico,già tenuto a Catania dal 29 Settembre al 1°Ottobre. In questa occasione verrà presen-tato con tutta probabilità l’ultima faticadel Maestro il nuovo Repertorio PediatricoChildren Concepts edito finalmente sia initaliano che in inglese.I ricchi contenuti del seminario sono statinaturalmente completati dal grandissimofascino della vita conviviale che ci ha datola possibilità di colloquiare ininterrotta-mente e condividere senza interruzionenuove stimolanti conoscenze omeopatichee passate esperienze: è stato un tuffo nonsolo nel mare, nella natura e nella spensie-ratezza, ma soprattutto un tuffo nella bril-lante omeopatia di Roberto Petrucci.

* Aristotele, Etica nicomachea.

25 il medico omeopata

Omeopatia a Stromboli

La questione delle dinamizzazioniin omeopatiaAncora tanta confusione sul numero di succussioni impresse ai rimedi omeopatici

È nota a tutti l’importanza della dinamiz-zazione nella preparazione e per l’efficaciadei rimedi omeopatici. È altresì indiscuti-bile che l’energia meccanica, come purequella termica, in laboratorio è capace didare origine o comunque di favorire rea-zioni chimiche specifiche, promuovendoanche passaggi di elettroni da un orbitaleall’altro, con la conseguente modificastrutturale di ioni e molecole.Tra le leggende più colorite, c’è quellache racconta di come il Maestro avrebbescoperto casualmente il potere dell’agita-zione meccanica, rilevando una maggioreattività dei rimedi che egli trasportavanelle visite domiciliari con la sua car-rozza per strade pietrose fino al capezzaledei malati, rispetto agli stessi rimedi uti-lizzati nel suo studio medico, senza cheavessero subito alcuna agitazione. Certoè che in seguito a questa sua osserva-zione (volendo considerarla veritiera), lostesso Hahnemann per anni analizzò ecercò il sistema ottimale per potentizzarei suoi nuovi preparati che così subisconospecifici effetti sullo sviluppo del propriopotere terapeutico.In seguito le conferme alle scoperte delMaestro arrivarono dai lavori scientificiche mettevano a confronto un rimediosolo diluito ma non dinamizzato, con lostesso rimedio (sintomatico), alla stessadiluizione, ma anche dinamizzato, su 2gruppi di pazienti con la stessa sindrome oquadro patologico.1Il suo studio fu accurato e ostinato, maanche in continuo divenire, tanto che nelsusseguirsi delle varie edizioni dei suoi

scritti, Hahnemann cambiò idea altret-tante volte, alla ricerca di un sistemamisurato che desse sufficiente energia almedicinale, ma che non fosse causa diun’eccessiva reazione sul paziente. Così,mentre in un primo tempo propose 10succussioni per ciascun passaggio dellepotenze centesimali2, nella V edizionedell’Organon corresse il tiro a 2 sole, per-ché succussioni eccessive aumentavano adismisura il potere dei medicinali conconseguenti inconvenienti. Ma nelleMALATTIE CRONICHE edizione del 1837di nuovo riconfermò migliori risultaticon 10 succussioni.Questa sua disperata ricerca nasceva dal-l’esigenza di una nuova scala di potenzeche raggiungesse alti livelli di attività elimitasse dall’altra parte violenti aggrava-menti: esigenza già espressa nelleMALATTIE CRONICHE del 1828 con ilmetodo di somministrazione in plus e conla sola inalazione del medicamento, per

diluire il medicinale da assumere,cioè per ridurre al minimo laquantità materiale di sostanza edare maggiore valenza all’aspettoqualitativo della dose. Fu cosìinfatti, che solo verso la fine dellasua vita questa ricerca indefessaportò Hahnemann alla scopertarivoluzionaria e definitiva dellepotenze cinquantamillesimali,che oltre allo straordinario rap-porto di diluizione di 1:50.000,subiscono addirittura 100 succus-sioni (§ 270 ORGANON).

A questo punto, a chi sia un tantino piùattento, potrebbe sorgere la domanda: maallora, quante succussioni hanno subito irimedi in CH che ci vendono le aziendeomeopatiche attualmente? Quali sono ledisposizioni hahnemanniane decisive aquesto proposito?Non si creda automaticamente che le suc-cussioni siano 100, perché questo è ilnumero destinato dal Maestro alle solepotenze LM o Q, mentre in verità sulle CHegli non si espresse più dopo il 1837…Chi decide dunque il numero delle succus-sioni da imprimere a ciascun rimedio pre-parato in scala centesimale? In realtà oggisono le singole Farmacopee omeopatichea fissarne arbitrariamente i parametri, senon le singole aziende.La Farmacopea francese3 fissa indifferen-temente in numero di 100 le succussioniper potenze DH, CH ed LM.La Farmacopea tedesca4 propone invecealmeno 10 succussioni per le DH e le CH,

26 il medico omeopata

Farmacologia

Renata CalieriFarmacista – [email protected]

e 100 per le LM (queste ultime chiara-mente imposte da Hahnemann).Alcune aziende quindi, attenendosi alledisposizioni tedesche che concedono unatteggiamento decisamente elastico epermissivo intuibile dal termine almeno,per le CH imprimono arbitrariamente, manon ingiustamente, 50 o 75 o 100 (e per-ché non di più?...) succussioni, secondologiche proprie.Si potrebbe spendere qualche ulterioreparola a proposito dei sistemi di dinamiz-zazione, a mezzo di macchinari geniali odel tradizionale sbattimento manuale.Le disposizioni hahnemanniane sono, perovvie ragioni, manuali e semplici: uncorpo “duro ma elastico” su cui sbattere ilflacone (la Bibbia!...), e colpi vigorosiimpressi con un movimento della mano,lungo un arco approssimativo di 90 gradidelineato dal raggio gomito-mano.Attualmente molte ingegnose macchinevanno a sostituire (per esigenze industrialie di mercato) la succussione manuale: sitrovano dinamizzatori verticali, simili apiccoli e rapidissimi ascensori su cui si fis-sano i flaconi da agitare, che subiscono ilnumero stabilito di salite e discese inpochi secondi; e ci sono dinamizzatori cheimitano meccanicamente un braccioumano e percorrono quindi il famoso arcodi 90° sopra un corpo semi-elastico, in uncerto tempo sempre molto limitato.Ma ci sono anche macchine più “evo-

lute” che combinanodiluizione e dinamizza-zione in un unico pro-cesso: sono i dinamizza-tori per le potenze a“flusso continuo” (diLock, di Swan, di Finke),da cui calcolandoquanto eccipiente vieneintrodotto a pressionesulla sostanza di baseentro un certo tempo, eagitando contempora-neamente con un frul-

lino o anche grazie alla sola pressione dipropulsione dell’eccipiente, si ottiene (ocosì si ipotizza) il prodotto finale diluitoe dinamizzato alla potenza desiderata.La stessa triturazione, come è noto, vieneconsiderata dal Maestro, un mezzo poten-tizzante o comunque trasformatore dellasostanza d’origine. Egli ne fissa (§ 270ORGANON, prima nota) una durata com-plessiva di 3 ore per i primi passaggi dellapreparazione delle potenze Cinquantamil-lesimali, e da ricerche svolte successiva-mente dal farmacista Spaich, tutto queltempo risultò senz’ombra di dubbio,necessario alla completa frantumazionedella miscela in polvere, secondo ripetuticontrolli effettuati al microscopio, e a con-ferma della geniale intuizione di Hahne-mann privo del supporto strumentale. Un Omeopata dovrebbe quindi conoscerequesti aspetti essenziali dei medicinali chegestisce e preferisce, come pure dovrebbeconoscere le sostanziali differenze di pre-parazione delle Tinture Madri di partenzaalla base dei rimedi omeopatici, secondo ledue Farmacopee europee maggiormenteseguite al mondo. Il problema di tali diffe-renze è particolarmente sentito dai Colle-ghi argentini, che in occasione del 59°Congresso della LMHI a Buenos Aires nel2004, presentarono una proposta di stan-dardizzazione delle procedure di prepara-zione dei rimedi omeopatici al fine di for-nire ai pazienti, medicinali le cui basse

potenze di base partano sempre con lastessa concentrazione di principi, a pre-scindere dalla Farmacopea seguita.5Un eventuale approfondimento delle dis-crepanze riportate nelle Farmacopeeomeopatiche europee (adottate anche oltreoceano) potrà essere affrontata in tratta-zione a parte in questa stessa rivista.

Bibliografia

Lodispoto A., La dinamizzazione hahnemanniana cinquantamil-lesimale secondo la VI edizione dell’Organon, Edizione NobileCollegio, Roma (1981)

Federico P., Marasca G., Hahnemann – I Miasmi e le LM, IPSAeditore, Palermo (1999)

Hahnemann C. F. S., Organon dell’arte guarire, VI edizione, tra-duzione di G. Riccamboni, Red edizioni (2002)

Brancalion A., Scala LM e Prognosi nella pratica dell’Omeopatia,h.m.s editore (2004)

Meyer-Koenig. P., Leitfaden fur den Umgang mit Q-Potenzen,Ulrich Burgdorf (1995)

Bettiol F., Manuale delle Preparazioni galeniche, Tecniche NuoveEditore (1996)

1 Bellavite, P., Signorini, A. - Fondamenti teorici e sperimentalidella medicina omeopatica - Nuova Ipsa Editore, Palermo 1992

2 Organon 4^ ediz. del 1829

3 Ph.O.F - Pharmacopée Homéopatique Française

4 H.A.B. - Homöopathisches Arzneibuch

5 “Propuesta para igualar la concentraciòn de la primera dilui-ciòn decimal” – Abstrast degli Atti del 59° Congresso dellaL.M.H.I. - Buenos Aires 18-23 ottobre 2004 – Pag. 95

27 il medico omeopata

Dinamizzazioni

Manoscritto del 1828 – Le malattie croniche

Tutte le specie animali possonoessere curate con l’Omeopatia

Introduzione

Hahnemann afferma che la cura deglianimali deve essere attuata con gli stessimetodi adottati nella medicina perl’uomo (1). La pratica veterinaria dell’O-meopatia è iniziata da subito ed è statauna grande risorsa per la salute di dueanimali che nel XVIII e XIX secolo ave-vano un’importanza fondamentale nellavita di tutti i giorni: il cavallo ed il bue.Nel XXI secolo le cose sono un po’ cam-biate e le specie animali che oggi sonooggetto di attenzioni sanitarie sononumerosissime e comprendono anchemolti pets esotici.Più la specie animale sarà evoluta ed astretto contatto con l’Uomo (Cavallo,Cane, Gatto) e più la nostra visita asso-miglierà a quella di un medico pediatra,che osserva il paziente e riceve le infor-mazioni da una terza persona (per esem-

pio la madre per il bambino ed il pro-prietario per l’animale). Per le altre spe-cie sono sempre importanti le parole delproprietario, ma dovremo perfezionarela nostra capacità di osservazione attra-verso i sensi e la conoscenza etologicadella specie in esame.Di seguito due casi riguardanti due spe-cie esotiche, fra le più comuni allevatenelle nostre case.

Caso n. 1

Ramsete, granula religiosa (merloindiano) di 6 anni, con astenia pro-fonda. L’uccello viene portato dalla pro-prietaria in uno stato di profondo abbat-timento. Non mangia, non beve ed èdimagrito al punto che lo sterno siavverte carenato. È talmente debole che

non si regge sulle zampe e non riesce atener alta la testa (Figura 1).

L’esame radiografico mostra un aumentodell’area epatica (Figura 2).

Le informazioni raccolte sulle abitudinialimentari di Ramsete, assolutamentescorrette e consistenti nell’assunzione diun mangime inadatto, assieme ai sin-tomi obiettivi, mi confermano la dia-gnosi clinica di emocromatosi, unapatologia abbastanza diffusa in questivolatili, la cui causa è un abnormeassorbimento del ferro (3). Dal punto divista terapeutico allopatico si può pen-sare all’uso del ferro destrano, ma irisultati sono quasi sempre deludenti ela prognosi infausta.

Contrariamente alla maggior parte dellegracule domestiche, Ramsete vienedescritto come dolce ed affettuoso,molto attaccato alla famiglia e sensibilealla presenza o assenza di qualcuno deisuoi componenti.Quando sono tutti presenti manifestadecisamente la sua gioia con grandiconversazioni e proclami (sa esporremolte frasi con senso compiuto) e volalibero a cercare il contato con tutti ipresenti. Se non riceve le dovute atten-zioni, si ritira nella sua gabbia e sembraoffeso e risentito, ma basta rinnovareun richiamo ed esplode di entusiasmo.La padrona è una praticante di reiki eriferisce che ogni tanto Ramsete siaccovaccia vicino a lei per subire iltrattamento, volontariamente!

28 il medico omeopata

Veterinaria

Andrea BrancalionMedico Veterinario - OmeopataScuola Superiore Internazionale di Medicina Veterinaria Omeopatica“Dott. Rita Zanchi” Cortona (Ar)Professore Associato dell’Universidad Candegabe de [email protected]

RIASSUNTOVengono descritti due casi di animali esotici di specieormai molto diffuse nell’ambito degli Animali da Compa-gnia: la Maina o Gracula Religiosa e la Tartaruga(Testudo hermanni).

PAROLE CHIAVEOmeopatia – Maina - Tartaruga

SUMMARYTwo clinical cases of very diffused exotic animal species inthe field of Pets are described: the Myna or Gracula Reli-giosa and the Hermann’s Turtoise.

KEYWORDSHomeopathy – Myna – Turtoise

Figura 1

Figura 2

Con questo quadro sintomatologico,tenendo conto anche dell’apparentedesiderio di essere magnetizzato, dell’in-teressamento epatico e del forte dima-grimento, prescrivo: PHOSPHORUS200K gocce in plus 1 goccia in soluzioneacquosa ogni 4 ore.

Dopo 12 ore, mi telefona la signora:Ramsete si è alzato ha mangiato qual-cosa e bevuto. Dottore, ha fatto anche ilbagno nella sua vaschetta!!!Faccio sospendere la terapia e prescrivouna dieta appropriata a base di vermi,insetti e frutta. Chiedo poi alla signoradi portarmi a controllo la gracula ilgiorno successivo ed ecco come si pre-senta Ramsete due giorni dopo l’inizio

della terapia per una malattia che lovedeva condannato (figure 3,4,5).Le immagini mostrano chiaramente gliatteggiamenti tipici di questi uccelli. Lafoto n. 4 mostra come, anche libero inambulatorio, trovi il momento di fare toi-

lette. Dopo una settimana, la gracula harecuperato completamente la sua formafisica e la sua vivacità. Non c’è più statobisogno di intervenire con la terapiaomeopatica.

Caso n. 2

Ninja, tartaruga di terra con blocco

dell’ovodeposizioneLa proprietaria arriva disperata con lagrossa tartaruga: La prego, faccia qual-cosa, sono giorni che Ninja spinge perfare le uova ed ormai ho paura che nonci sia più nulla da fare!L’animale si presenta in uno stato digrave disidratazione e chiaramente esau-rito: non reagisce a nessuno stimolo.

L’esame radiografico mostra 7 grosseuova in addome (Figura 6), il cui diame-tro supera di misura il lume della cloaca;ma possiamo contare sul fatto che leuova dei rettili sono elastiche.

Il primo intervento che ho ritenutourgente fare è stato reidratare l’animale(2). Per questo mi sono servito di unraccordo per siringa il cui ago è statoinserito nello scuto giugulare, come sivede nella foto, ed ho cominciato una

fluidoterapia con parti uguali di solu-zione sodio cloruro 0,9%, ringer lattatoe glucosio 5% (4). Ho anche inserito traun intervento e l’altro una soluzione dicalcio gluconato.

In attesa di vedere qualche reazione,chiedo alla proprietaria notizie sull’ani-male e se fosse la prima volta che Ninjasi apprestava ad un’ovodeposizione: No Dottore, ne ha fatte tante negli anniprecedenti e siamo sempre riusciti adavere una buona schiusa, solo che que-sta volta è stata molto disturbata dalmaschio che stupidamente abbiamolasciato con lei proprio mentre si prepa-rava a deporre le uova. Solo quando l’hovista così, immobile e quasi morta, misono accorta dell’errore..., ma ormaiforse era già tardi.

Non è facile avere dei sintomi gerar-chici in una tartaruga, ma in questocaso avevo qualcosa su cui basarmi: laprobabile eziologia dei disturbi di Ninja,la vessazione, la collera forse e l’irrita-bilità scatenata dal maschio nelmomento più delicato. In natura, le tar-tarughe si estraniano dal maschio perdeporre le uova e vanno a nascondersi

in un posto isolato per stare tranquilledurante questa delicata, lunga e fati-cosa funzione. Questa volta, Ninja nonha potuto isolarsi. Caulophyllum ha irritabilità durante iltravaglio e disturbi del parto assiemePulsatilla; quest’ultima però ha ancheavversione al maschio ed anche paura dilui, a volte, oltre ad essere soggetta adisturbi da vessazione.Pulsatilla è anche “la mamma” ed è unodei grandi rimedi del parto.Dopo 7 ore di fluidoterapia la tartarugaappare molto migliorata e reattiva.

29 il medico omeopata

Omeopatia per tutti gli animali

Figura 3

Figura 6

Figura 7

Figura 8

Figura 4

Figura 5

Somministro:PULSATILLA 30CH gocce - 1 gocciadiluita in acqua e lubrifico con olio diparaffina la cloaca per facilitare al mas-simo l’eventuale uscita delle uova.Nella foto seguente (figura 8) il primouovo sta uscendo dopo d’ora.Dopo un giorno tutte le uova sono stateespulse con la proprietaria che lesegnava immediatamente (occorre cherestino nella stessa posizione di comesono state deposte) e le portava nellasua incubatrice a casa. Ninja ha ricevutoaltre due dosi di Pulsatilla per comple-tare il suo “parto”.

Conclusioni

In futuro avremo sempre più a che farecon queste ed altre specie esotiche e pernoi c’è sempre quell’arma in più rappre-sentata dalla Divina Omeopatia.Tutti proveniamo da quel lontano puntoche in poche frazioni di secondo ha datoorigine all’Universo; in ogni Uomo ed inogni animale ci sono elementi comuni,ricordi dei gradi di complessità crescenteattraverso i quali in milioni di anni si èconcretizzata l’Evoluzione.Oggi, la Fisica Quantistica dà ragione aqueste affermazioni, ma Hahnemannaveva già chiaramente inteso tutto que-sto, come è emerso da un manoscrittonon datato scoperto solo nel 1956 (1): Mi si conceda di trattare in generale lacura degli animali in modo molto similea quella degli uomini e che alla base diquella debba essere posto lo stesso idealeche in quest’ultima…Anche in passato, Uomini che hannoosato pensare fuori dagli schemi deter-ministici, che hanno avuto il coraggio diaffidarsi all’intuizione, avevano questa

certezza. L’aveva anche Cecil FrancesAlexander (1818-1895), quando scrisse iseguenti versi:

TUTTE LE COSE SPLENDIDE E BELLE

TUTTE LE CREATURE GRANDI E PICCOLE

TUTTE LE COSE SAGGE E MERAVIGLIOSE

TUTTE LE HA CREATE IL SIGNORE IDDIO

Citato da James Herriot in CreatureGrandi e Piccole.

Bibliografia

Luetzen - The History of the Use of Homeopathic Treatment inVeterinary Medicine - Vetertinaemed Fakultaet der FUB, 1967.

Avanzi, Millefanti – Il Grande Libro delle Tartarughe – De Vec-chi Editore, Milano, 2003.

Gabrisch, Zwart – Medicina e Chirurgia dei Nuovi Animali daCompagnia, Vol.I°, Uccelli – Utet, Torino, 2001.

Gabrisch, Zwart – Medicina e Chirurgia dei Nuovi Animali daCompagnia, Vol.III°, Anfibi, Rettili e Pesci – Utet, Torino, 2001.

Scuola Sup. Inter. di Med. Vet. Omeopatica – Collezione di Qua-dri Caratteristici dei rimedi Omeopatici – h.m.s., Como, 2005.

EH, Encyclopaedia Homeopathica – Versione 2.2 – ArchibelSA, Ref. Italia h.m.s., Como, 2006.

30 il medico omeopata

Veterinaria

Terapia omeopatica di una gravelesione pio-granulomatosadella palpebra inferiore in un cane

Il caso clinico

ANAMNESIWiston è un cane meticcio, di circa 12 anni.

MOTIVO DELLA VISITAÈ una lesione che il cane presenta da circa1 anno alla palpebra inferire sinistra. Si

tratta di una neoformazione nodulareulcerata, dura, alopecica, da cui fuoriesceun secreto sanguinolento (Foto n. 1 e 2).

ESAME CLINICO E INDAGINIDI LABORATORIOIl cane è stato trattato dai colleghi

curanti sia per via generaleche localmente con diversiantibiotici e antinfiamma-tori, senza alcun risultatoper molti mesi.All’esame clinico si riscontrauna linfoadenomegalia regio-nale sottomandibolare.L’esame oculistico è nellanorma, così come l’emo-gramma, il profilo biochimicoe l’ecografia addominale.

DIAGNOSITra le possibili diagnosi diffe-renziali vanno considerati:carcinoma, adenocarcinoma,basalioma, mastocitoma,

melanoma, linfomi (a cellule T cutanei oa cellule “malt”), piogranuloma ecc… Si decide di effettuare un ago aspirato eduna biopsia.Il referto dell’ago aspirato è il seguente:vetrino infiammatorio con popolazioneprevalente costituita da neutrofili emacrofagi.Non si evidenziano cellule neoplastiche. La biopsia dà il seguente risultato:Flogosi cronica attiva piogranulomatosa.Non sono presenti cellule neoplastiche.

COLLOQUIO OMEOPATICOSi decide quindi d’accordo col proprieta-rio di effettuare una terapia omeopatica.Il colloquio omeopatico fornisce iseguenti elementi:Il cane è molto aggressivo con gli altrimaschi, e per questo è stato sottoposto adorchiectomia. È affettuoso, ma pone pre-

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Veterinaria

Maria Luce MolinariMedico VeterinarioOmeopata SALERNODirettore didattico [email protected]

Foto 2

RIASSUNTOUn cane di 12 anni, maschio, con una estesa lesione pio-granulomatosa a livello della palpebra inferiore difficil-mente trattabile chirurgicamente, viene guarito con l’O-meopatia Classica Unicista.

PAROLE CHIAVEPalpebra. Piogranuloma. Omeopatia. Diagnosi.

SUMMARYA 12 years old male dog with a wide nodular pio-granulo-matous lesion in the lower eyelid. Since it was very difficultto solve the case surgicaly, it was treated and recoveredwith the Classical Unicist Homeopathy.

KEYWORDSEyelid. Pio-granulomatous lesion. Homeopathy. Diagnosis.

Foto 1

Monica Serenari Medico Veterinario – [email protected]

Questo lavoro è stato pre-sentato al 53° CongressoNazionale MultisalaS.C.I.V.A.C. (Società Cultu-rale Italiana Veterinari perAnimali da Compagnia) del19-21 Maggio 2006 Rimini.È stato riveduto ed ampliatoper la pubblicazione suIl Medico Omeopata

cisi limiti alle coccole. Ha paura dei tuonie dei rumori forti.È molto geloso, in particolare detesta ibambini, perché gli tolgono l’attenzionegenerale, cosa per lui estremamenteimportante. Si isola quando è malato, maassiste i proprietari quando sono malatiloro. Desidera dolci, soprattutto gelato, eanche prosciutto. È molto caloroso e d’e-state diventa apatico. Beve molto. Nonama essere lavato, e desidera l’aria aperta.

METODO DI PRESA DEL CASO Il caso è stato preso per Essenza. L’essenza è psicoemozionale, è una chiavedi lettura del rimedio che dipende dall’e-sperienza e dalla sensibilità del singoloomeopata. Nel caso di Calcarea sulphurical’essenza, secondo Vithoulkas, è la soffe-renza psicoemozionale legata al fatto dinon essere abbastanza stimati e presi inconsiderazione dal gruppo familiare a cuisi appartiene. Riporto testualmente le frasidel professor Vithoulkas riguardanti l’es-senza di calcarea sulphurica: L’immagine è quella di un paziente che hauna ferita interna che non guarisce, chenon si chiude, e che geme e suppura pergiorni, mesi, anni. La stessa idea puòessere applicata all’anima, che, ferita,invece di gemere sangue geme pus. C’èqualcosa di marcio all’interno delpaziente; un processo di decomposizioneche inizia l’ego inizia ad avvelenare ilpaziente e l’anima piange, ma non prendela strada della guarigione.

REPERTORIZZAZIONE (SYNTHESIS 8.0)Tuttavia è possibile risolvere il casoanche usando il metodo dei keynotes,cioè con la repertorizzazione dei sintomicaratteristici rilevati, tenendo conto del-l’intensità soggettiva del paziente, comedimostrano le tabelle di repertorizzazione1, 2, 3 e 4 (Synthesis 8.0).

PROGNOSISecondo la teoria del Prof. G. Vithoulkas,il cane appartiene ad un primo gruppo disalute strati bassi, e quindi ci aspettiamoda lui un preciso aggravamento sintoma-tologico prima della guarigione, cosa della

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Veterinaria

Tabella 3

Tabella 4

Tabella 2

Tabella 1

quale è stato avvertito il proprietario.TERAPIASulla base dei sintomi e del livello disalute è stato scelto per Wiston il rimedioCALCAREA SULPHURICA, ed è stata som-ministrata una dose alla 200 K.

FOLLOW UPDopo 20 giorni dall’assunzione delrimedio, il proprietario telefona e diceche la lesione è peggiorata, ed il cane hapresentato uno scolo giallastro puru-lento dall’occhio sinistro. Dopo 40 giorni il proprietario richiama edice che la lesione si presenta moltoridotta e lo scolo è scomparso. A 60 giorni Wiston è perfettamente gua-rito, ne ha più, fino ad oggi a distanza diun anno, manifestato alcun problema.(Foto n. 3 e 4)

DISCUSSIONEIl caso di Wiston, di per sé molto sem-plice, ci permette di fare alcune interes-santi riflessioni di natura omeopatica.Infatti in questo caso il valore della dia-gnosi clinica è di importanza rilevanteper arrivare ad una terapia omeopaticavalida.Il rimedio somministrato è un rimedioche suppura in modo notevole, ma lasemplice visita clinica non ci permettedi rilevare nessun segno di suppura-zione, anzi poiché la lesione si presentaad occhio come un’ulcera, fa pensare adun rimedio con tendenza distruttiva,cioè ad un rimedio sifilitico, non ad unrimedio sicotico come è appunto Calca-rea Sulphurica, di cui invece il cane habisogno.È quindi sempre necessario prima disomministrare un rimedio procedere atutti gli accertamenti diagnostici utiliper la diagnosi, in modo da non farsidepistare dalle semplici apparenze, cosache a volte viene trascurata, privile-giando l’aspetto puramente omeopaticoe affidandosi semplicemente ai sintomiespressi dal proprietario del paziente.Inoltre ci sembra interessante notareche, tentata inutilmente la terapia allo-patica, al cane non restava altro che la

strada chirurgica per risolvere la lesione;strada difficile da percorrere, data lasede della lesione stessa, senza procu-rare danni all’apertura e chiusura del-l’occhio, o sofferenze prolungate inseguito a chirurgia plastica all’animale.

Conclusioni

In conclusione, la strada omeopatica, dopola scelta oculata del rimedio adatto alcaso, si è rivelata essere la via di minordanno e sofferenza per Wiston, procu-rando una guarigione dolce e duratura.

Bibliografia

G. Vithoulkas - La scienza dell’omeopatia - Libreria Cortina,Verona 1999.

G. Vithoulkas - Materia medica viva – Belladonna, Milano 2004.

G Vithoulkas - Classical Homeopathy for Anxiety & Jealousy -Groma Verlag, first edition 2004.

F. Schroyens - Syntesis 8.1 - Homeopathic Book Publishers, Lon-dra 2001.

R. W. Nelson G. Couto - Small animal internal medicine - MosbyInc Second edition, 1998.

S. Withrow, G. MacEwen - Small animal clinical oncology -Saunders, Third edition 2001.

33 il medico omeopata

Pio-granuloma nel cane

Foto 3

Foto 4

Un caso di orchiepididimite acutacon reazione leucemoide, anemiaarigenerativa e cherato-congiuntivite seccain un cane trattato con terapia omeopatica

Il caso clinico

IL SEGNALAMENTOLucky è un barbone nano maschio interodi 8 anni.

PRIMA VISITA 7 NOVEMBRE 2005L’ANAMNESIIl proprietario ci riferisce che Lucky nonmangia da tre giorni, è rapidamente dima-grito, rimane nella sua cesta tutto ilgiorno, perde gocce di urina, non vuolemuoversi e grida appena lo si tocca.

L’ESAME CLINICOIl cane presenta depressione, sonnolenza,

riluttanza al movimento, cifosi, gonfioredella zona scrotale, dolorabilità alla palpa-zione di entrambi i testicoli, il testicolodestro non è perfettamente disceso in sedescrotale), il pelo è intriso di urina e la cutedell’addome è arrossata (Foto n. 1 e 2).Lucky presenta inoltre blefarite bilateralecon scolo oculare e fotofobia (Foto n. 3 e 4).L’esame neurologico ha dato esitonegativo.La visita oculistica ha evidenziato unascarsa produzione del film lacrimale (testdi Shirmer 0.3 mm nell’occhio destro e 0.8mm nell’occhio sinistro), senza evidenzadi lesioni ulcerative corneali (test dellafluorescina negativo), lieve catarattasenile, lieve opacità corneale e blefarite. L’esame ecografico dell’addome e dei testi-coli è stato posticipato di qualche giornoper non stressare troppo l’animale.

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Monica Serenari Medico VeterinarioOmeopata [email protected]

Questo lavoro è stato pre-sentato al 53° Congresso

Nazionale MultisalaS.C.I.V.A.C. (Società Cultu-rale Italiana Veterinari per

Animali da Compagnia) del19-21 Maggio 2006 Rimini.

È stato riveduto ed ampliatoper la pubblicazione su

Il Medico Omeopata

RIASSUNTOUn cane di 8 anni affetto da orchiepididimite acuta conreazione leucemoide, cheratocongiuntivite secca, anemiaarigenerativa normocitica normocromica, curato con l’O-meopatia Classica Unicista.

PAROLE CHIAVETesticolo. Epididimo. Criptorchidismo. Apparato lacrimale.Cornea. Congiuntiva. Midollo osseo. Reazione leucemoide.Omeopatia.

SUMMARYAn 8 years old male dog affected by acute orchitis and epi-didymitis with leukemoid reaction, keratoconjunctivitissicca, normocytic normochromic non-regenerative anaemia,has been treated with Classical Unicist Homeopathy.

KEYWORDSTesticle. Epididymis. Cryptorchidism. Lacrimal glands.Cornea. Conjunctiva. Bone marrow. Leukemoid reaction.Homeopathy.

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Foto 2

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Maria Luce MolinariMedico VeterinarioOmeopata SALERNODirettore didattico [email protected]

LE INDAGINI DI LABORATORIOLucky è stato sottoposto ad indagini clini-che: emogramma, profilo biochimico,esame urine e test di microagglutinazioneper la ricerca della Brucella canis.

Emogramma 07/11/2005RBC 5.01 (5.70- 8.10) HCT 30.1 (37.0- 52.0) HB 9.6 (12.0- 18.0) MCHC 32.5 (32.0-38.0) RETIC% 0 (0-1.5) WBC 46.400 (6.000-16.000)NEUT. 44.400 (3.500-8.700)BAND% 25 (0)EOSIN. 0 (290-1300)BASOF. 0 (0-200)LINFO 1000 (1500-3800) MONO. 1000 (290-890)PLT 182 (175-400)Rouleaux +++ Fibr. 785 (250-450)

Profilo biochimico 07/11/2005T-Pro 6.5 (5.7-7.7) Alb 2.6 (2.3-3.9) Glo 3.9 (2.5-4.5) A/G 0.66 (0.5-1.3) Crea 0.8 (0.5-1.5) BUN 21 (5-30)GPT 10 (3-50)TBil 0.2 (0.1-0.7)ALP 246 (20-155)Ca 10.6 (9.1-11.7)P 3.5 (2.5-6.4)Na 141 (139-149) K 3.8 (3.5-5.2)Cl 110 (104-118) Na/K 37 (> 27)

L’eritrogramma mostra una lieve anemiaarigenerativa (5.010.000 di rossi con Hb

9.6) mentre, il leucogramma, una reazioneleucemoide (46.400 globuli bianchi) condeviazione a sinistra, linfopenia e mono-citosi. La reazione leucemoide è la pre-senza in circolo di numerosissimi leuco-citi (> di 45.000) come conseguenza di unforte stimolo flogogeno. Le cause piùcomuni di reazione leucemoide nel canesono: l’anemia emolitica immuno-mediata, la pancreatite, la piometra, laperitonite e la parvovirosi. La deviazionea sinistra del leucogramma indica la pre-senza nel sangue periferico di granulocitiband, cioè cellule giovani, immature enon funzionanti. Se il numero dei bandfosse uguale o superiore a quello dei gra-nulociti maturi (indipendentemente dalnumero totale dei granulociti), ci trove-remo di fronte ad un leucogramma dege-nerativo fatale per il soggetto.L’anemia normocitica normocromica ari-generativa, accompagna spesso l’infiam-mazione cronica ed è causata dalla produ-zione di interleuchine da parte dei macro-fagi che bloccano l’utilizzo del ferro e ren-dono meno sensibile il midollo osseoall’attività dell’eritropoietina. L’iperfibri-nogememia è un reperto normale in corsodi fenomeni infiammatori, come pure i

rouleaux. La linfopenia è causata dallaproduzione di steroidi endogeni che bloc-cano i linfociti a livello delle stazioni lin-fonodali. La monocitosi accompagnaspesso le lesioni infiammatorie in cui sisviluppa necrosi. Il profilo biochimico el’esame urine sono nella norma. Al labora-torio analisi esterno è stato richiesto ancheil test di microagglutinazione per la bru-cellosi che ha dato esito negativo.

LA DIAGNOSI ALLOPATICALucky ha orchiepididimite acuta con rea-zione leucemoide, lieve anemia arigenera-tiva, blefarite bilaterale e cheratocongiun-tivite secca. Di comune accordo con il pro-prietario Lucky viene curato con l’Omeo-patia Classica Unicista.

LA REPERTORIZZAZIONE(SYNTHESIS 8.0)Con la visita omeopatica abbiamo raccoltoi seguenti sintomi.

LA PRESCRIZIONEIl rimedio più adatto al caso è Clematiserecta e la potenza scelta per Lucky è la 30CH che abbiamo somministrato in plus per7 giorni. Clematis è un rimedio vegetale

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Orchiepididimite nel cane

Foto 4

Tabella 1

Tabella 2

della famiglia delle Ranuncolaceae, appar-tenente al miasma luetico che ha un fortetropismo per il parenchima testicolare, lapelle, le vie urinarie e gli occhi.

L’EVOLUZIONE DEL CASOIl cane già dopo 2 ore dalla somministrazionedel rimedio è stato meglio ha mangiato, ha

iniziato a muoversi e non ha più guaito.

LA PROGNOSI OMEOPATICASecondo la teoria del Prof. G. Vithoulkas,Lucky è un primo livello di salute, quindiprescriveremo il rimedio sulla totalità deisintomi e ci aspetteremo un netto miglio-ramento dei sintomi senza aggravamento.

SECONDA VISITA – 12 NOVEMBRE 2005 Dopo cinque giorni dall’assunzione diClematis il cane è stato sottoposto aduna visita di controllo e a nuove inda-gini cliniche.Lucky sta decisamente meglio, si muove nor-malmente e il gonfiore scrotale si è ridotto.Il test di Shirmer si è normalizzato, la ble-farite quasi scomparsa (Foto n. 5).L’esame ecografico dei testicoli mette inevidenza una ipoegogenicità di entrambi itesticoli con versamento liquido tra le

tuniche testicolari. (Foto n. 6). L’esameecografico dell’addome è nella norma.

Emogramma 12/11/2005RBC 5.83 (5.70- 8.10) HCT 35.0 (37.0-52.0) HB 11.2 (12.0- 18.0) MCHC 32.0 (32.0-38.0)RETIC % 0.5 (0-1.5)RETIC 29150 (0-60000)CRP % 0.39 (0-1.5)IR 0.26 (0-1)WBC 20.800 (6.000-16.000)NEUT 14.600 (3.500-8.700)BAND % 0 (0)EOSIN 2.400 (290-1.300)BASOF 0 (0-200)LINFO 3.000 (1.500-3.800)MONO 800 (290-890)PLT 269 (175-400)policromasia +anisocitosi +fibrinogeno 560 (250-450)

L’emogramma mostra una notevole dimi-nuzione dei globuli bianchi (20.800) e unincremento dei globuli rossi (5.830.000),dell’emoglobina (11.2), l’anemia è orarigenerativa. La policromasia e l’anisoci-tosi sono indice di rigenerazione.

TERZA VISITA – 23 NOVEMBRE 2005 Dopo sedici giorni dall’inizio dell’assun-zione di Clematis l’anemia è rientrata e iglobuli bianchi si sono ridotti a 13.000.L’ecogenicità di entrambi i testicoli èaumentata anche se il parenchima èancora alterato e c’è ancora liquido alivello delle tuniche (Foto n. 8). Alla visita

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Veterinaria

Tabella 3

Tabella 4

Foto 5 Foto 6

oculistica il cane mostra un notevolemiglioramento della blefarite e la produ-zione lacrimale è normale. (Foto n. 7).

Emogramma 23/11/2005RBC 6.20 (5.70- 8.10) HCT 37.2 (37.0- 52.0) HB 11.8 (12.0- 18.0) MCHC 32 (32.0-38.0) RETIC % 1.2 (0-1.5) RETIC 74400 (0-60000) CRP % 0.99 (0-1.5)IR 0.71 (0-1) WBC 13.000 ( 6.000-16.000) NEUT. 9.500 (3500-8700)BAND % 0 (0)EOSIN. 1.700 (290-1300)BASOF. 0 (0-200)LINFO 1500 (1500-3800) MONO. 300 (290-890)PLT 395 (175-400)policromasia ++anisocitosi +fibrinogeno 392 (250-450)

QUARTA VISITA – 23 FEBBRAIO 2006 Lucky sta veramente bene (Foto n. 9).L’ecografia di controllo mette in evidenzai postumi di una grave infiammazione condisomogeneità del parenchima, il liquidosi è riassorbito (Foto n. 10).

Conclusioni

Il rimedio simillimum agisce non solosulla sintomatologia clinica evidente, matocca in profondità l’organismo andandoad agire anche sulle patologie e sui sin-tomi che fanno da corollario al caso,curando il disturbo centrale e lo squilibrioenergetico del soggetto. Clematis è conosciuto dagli omeopati peressere un rimedio della sfera genitalemaschile, ma in Lucky ha normalizzatodati di laboratorio veramente preoccu-panti come una reazione leucemoide e unaanemia arigenerativa.Possiamo dire con ogni certezza che l’o-meopatia classica ha guarito e non solocurato il piccolo Lucky.

Bibliografia

G. Vithoulkas - La scienza dell’omeopatia - Libreria Cortina,Verona 1999.

G. Vithoulkas - Materia medica viva – Belladonna, Milano 2000.

G Vithoulkas - Classical Homeopathy for Anxiety & Jealousy -Groma Verlag, first edition 2004.

F. Schroyens - Syntesis 8.1 - Homeopathic Book Publishers, Lon-dra 2001.

R. W. Nelson G. Couto - Small animal internal medicine - Mosby,Inc., Second edition 1998.

S. Withrow, G. MacEwen - Small animal clinical oncology -Saunders, Third edition 2001.

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Orchiepididimite nel cane

Foto 7

Foto 10

Foto 8 Foto 9

Medicina: scienza o arte?“Bisogna ricevere la malattia come una lettera.È sempre destinata a rivelarci qualcosa” (Silvaneschi) (9)

Un grande medico, omeopata, AdrianoDovigo, che ho avuto la fortuna di incon-trare sulla mia strada e di avere comemaestro, mi soleva ripetere: Ricorda: lamedicina è arte non scienza.E ancora: Il termine scienza è l’alibiche viene usato per giustificare la vio-lenza con cui il farmaco costringeorganismi assolutamente dissimili arisposte identiche. Data la mia formazione tradizionale uni-versitaria non riuscivo a capire. Ma come?E progressi della scienza? E le evidenzescientifiche? Le analisi strumentali semprepiù fini che ci permettono di scovare ogniangolo remoto del nostro organismo? Poipian piano, leggendo, studiando e appro-fondendo la materia medica, visitandocolleghi di altri paesi e ascoltando le lorostorie, ma soprattutto sperimentando sullamia pelle e sulla mia salute una medicinastrana come l’omeopatia, ho riflettuto sul-l’invito di quel medico e ho pensato che lesue parole non fossero solo frutto di con-cetti superati dal tempo, ma che costituis-sero una strada affascinante che portavadavvero ad aiutare i malati a stare meglio.

Ho l’impressione che negli ultimi tempi, iltentativo di creare un linguaggio com-prensibile ai colleghi non omeopati, facciascivolare l’omeopata verso la sperimenta-zione scientifica moderna ovvero verso lestatistiche dei trials, dei test in doppiocieco e simili, per soddisfare esigenze diEBM, giustificando il tutto con la scusa dievitare l’alone di magia che certi colleghiincoraggiano. Il collega Shah nel primopunto delle sue osservazioni dice infatti:

La ricerca di base documentale è lachiave di volta per dimostrare l’efficaciadell’omeopatia. Studi statistici, ricerchecliniche, trials, […] dovrebbero essereparte integrante della pratica di ogniscuola come del singolo. Dobbiamoaccettare il fatto che nelle ultime cinquedecadi, la ricerca in Omeopatia è avan-zata a stento(7).

Dimostrare l’efficacia dell’omeopatia?La ricerca dell’omeopatia è avanzata astento?F.A. Popp del Dipartimento di BiologiaCellulare dell’Università di Kaiserslau-tern, nel suo affascinante testo Nuoviorizzonti in medicina scrive: La scientifi-cità non serve a niente quando essa siesaurisce nell’osservanza di regole cheognuno interpreta diversamente. Per

scienza non intendo nemmeno: impiegoincondizionato di tecniche sofisticate,atteggiamento professorale o solerte com-puto di dati di fatto. Giudico essenzialiprima di tutto l’onestà e la lotta per laverità, le quali prescindendo dalle lorocomponenti soggettive, possono essereprese sul serio solo quando esse sosten-gano indeterminato punto di vista (6).

Senza nessuna vis polemica né presun-zione, ritengo che andrebbero rilettialcuni passaggi dei maestri omeopatiche già in passato avevano affrontatol’argomento dei rapporti tra omeopatia emedicina moderna.

Scopo principale ed unico del medico è direndere sani i malati, ossia, come si dice, diguarirli. (S.Hahnemann - Organon § 1) (1).

Il test in doppio cieco, molto utile proba-bilmente per definire gli effetti causalidelle reazioni chimiche, in un contesto diaziende chimiche e quindi in un contestoindustriale, appare essere una sciocchezzain campo medico o quanto meno unasorta di resa del medico di fronte almalato. Come si può pensare di guarire unmalato, fornendogli qualcosa che in par-tenza sappiamo essere inutile o inefficace?

Essere omeopati scientifici significa rico-noscere nei muscoli, nei nervi, nei lega-menti e nelle altre parti della struttura del-l’uomo un disegno che rivela al medicointelligente l’uomo interiore. Scambiare leconseguenze della malattia per la malattiastessa e ritenere di poter eliminare la

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Dibattito

Alberto MazzocchiMedico Chirurgo - Omeopata [email protected]

Leggendo le considerazionidel collega R. Shahsul numero 32 de

Il Medico Omeopata,mi è venuto spontaneo fare

una serie di riflessioni,con molto rispetto delle

opinioni altrui e soprattuttosenza nessuna pretesadi insegnare la verità

malattia eliminando le conseguenze, è fol-lia. È una follia medica, nata da forme piùblande di follia, da capricci scientifici, dif-fusi nella scienza in generale. (JT Kent) (3).

E ancora sul problema della scienza Kentdice: Si può dire che prima di Hahnemannnon sia mai stato accettato nessun princi-pio fondamentale per la medicina: la vec-chia scuola riconduce la pratica medicainteramente all’esperienza, ai dati raccoltidietro somministrazione di farmaci aimalati. La continua successione dei metodie delle teorie, la rapidità delle scoperte e illoro altrettanto rapido abbandono confer-mano pienamente la sua totale adesionead una fede pragmatica. Proprio da quil’omeopatia si separa dall’allopatia; quiha origine la grande divisione tra le duescuole. Vi sono principi che sostengono laprassi medica: ecco ciò che l’omeopatiaafferma (3).

I principi, dice Kent, costituiscono lagrande differenza. Fermiamoci un attimoa riflettere. La Medicina moderna è figliadi una prassi empirica, dove l’empirismo ètalora orientato dalla ricerca farmaceuticaa fini di lucro. Si vedano ad esempio lenuove malattie moderne:sindrome dacolon irritabile, sindrome da ipercolestero-lemia, sindrome premestruale ecc. ecc.

La questione è se vogliamo incominciaredagli effetti oppure dalle cause dellamalattia. Se concepiamo la malattiasecondo parametri empirici, concepiremoanche la cura empiricamente. Se siamoconvinti che un organo malato costituiscain sé e per sé la malattia, sarà ovvio sup-porre di curare il paziente asportandoquell’organo. Ma tutto ciò è una reductioad absurdum, perché nulla esiste senzacausa. Gli organi non sono l’uomo. L’uomoviene prima degli organi. Dal principioalla fine egli determina l’ordine dellamalattia così come quello della cura. Dal-l’uomo agli organi, non dagli organiall’uomo, sostiene ancora Kent (3). Paroleforti, sentenze senza appello.

Che l’omeopatia debba diffondersi senzacapricci e fantasie proposte da presunti

maestri moderni è, anche a mio giudizio,un’affermazione corretta da parte del Dr.Shah. Trovo invece discutibile la sua fraseche segue: L’omeopatia deve svilupparsicome una facoltà scientifica piuttosto chespirituale(7). Frase che contrasta propriocon quello che dice Hahnemann: In ognistato di malattia, lo stato dell’anima costi-tuisce uno dei sintomi più importanti chedeve essere sempre rilevato per poter avereil quadro fedele del male e conseguente-mente poterlo guarire con la cura omeopa-tica. Questo è talmente importante nellascelta del medicamento che spesso lo statod’animo del paziente è decisivo, perchécostituisce un sintomo preciso e caratteri-stico che meno di qualsiasi altro può sfug-gire all’osservazione del Medico attento.(S.Hahnemann, Organon § 210) (1).

Cosa s’intende dunque con “il malato”? Èl’uomo che è malato e che deve esserericondotto alla salute, non il suo corpo, isuoi tessuti. (JT Kent) (3).

Forse l’invito di Shah andrebbe corretto eprecisato meglio seguendo ancora alcunipassaggi dei grandi omeopati. ComeKunzli: Nell’omeopatia non c’è spazio perroutine, pigrizia o idee fisse. Sono invecerichieste una mente aperta, perspicacia,grande senso di osservazione, nonchéun’eccellente memoria. Fintanto che l’o-meopatia sarà esercitata secondo questocriteri, il suo futuro aureo le è assicurato.Come Demarque: La semeiotica omeopa-tica non si oppone alla semeiotica clas-sica, ma la completa. Un clinico scadentenon sarà mai un buon omeopata solevaripetere Fortier-Bernoville (4), e come Pha-tak: La Materia Medica e il repertorio sonoi pilastri gemelli sui quali si regge il buonesito della pratica dell’Omeopatia. Lo stu-dio della Materia Medica richiede unosforzo lungo ed estenuante: non esiste unavia breve o facile per aver successo (5). Ocome Whitmont: La difficoltà, che fin dal-l’inizio blocca la comprensione dell’omeo-patia, è che il suo approccio alla scienza èfondamentalmente diverso dall’approccioalla scienza oggi prevalente e si noti beneche ho parlato di approccio ala scienza, nongià di approccio scientifico, cioè del metodo

adottato negli ultimi cento anni. L’approc-cio dell’omeopatia è finalistico e fenomeni-stico piuttosto che causalistico (8).

Perdonate la mia irruenza, ma non èvenuto il momento che il medico omeo-pata si scrolli di dosso i sensi di inferioritàin cui la medicina occidentale lo hannoconfinato? Non è venuto il momento diricordare la definizione di medico omeo-pata dell’American Institute of Homeo-pathy, riportata da Kent : Il medico omeo-patico è colui che aggiunge alla cono-scenza della medicina una conoscenzaparticolare della terapeutica omeopatica eche rispetta la Legge dei Simili(2)? Voluta-mente in grassetto ho sottolineato laparola aggiunge.

La medicina omeopatica possiede unamarcia in più, non in meno rispetto allasorella occidentale moderna. Dovrebbeforse essere compito del medico moderno,informarsi, leggere, studiare, approfondireun campo complesso come la MateriaMedica per far sì che parole come Scienzanon servano solo a coprire gravi lacunenella conoscenza della salute umana.Affinché non succeda ciò che diceMolière: È la nostra inquietudine, è lanostra impazienza che rovina tutto e lamaggior parte degli uomini muoiono per irimedi scelti e non per la loro malattia.

BIBLIOGRAFIA

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J.T. Kent “Appunti di medicina omeopatica” Red Edizioni, Como 1999

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Woestelandt B. “De l’homme cancer à l’homme dieu” EditinoDervy. Paris , 2002

39 il medico omeopata

Scienza o arte?

La ricerca scientificain medicina omeopaticaIl dibattito continua (Prima parte)

Napoli, 10 Giugno 2006

Ai colleghi incontrati al Seminarioorganizzato dalla Scuola di MedicinaOmeopatica di Verona e a tutti i mediciomeopati interessati.

Mi riferisco a quanto l’infaticabile estimato Paolo Bellavite ha sviluppatoper dimostrare che la Medicina Omeo-patica si collega alla scienza medica epotrebbe essere accettata come “scien-tifica” e riconosciuta.Dopo cinquant’anni di studio sperimen-tale, clinico e di ricerca didattica in Medi-cina Omeopatica, grazie a Paolo, personal-mente e insieme a tutti i presenti, abbiamo

visto il panorama reale della situazione“involutiva” della Medicina Omeopaticadagli anni ottanta ad oggi.“In un certo senso”, mi sento colpevoleperché quando, negli anni settanta,abbiamo portato l’esperienza clinica aconfronto, con Negro, Paschero, Ortega,unitamente all’esperienza sperimentaleinternazionale, abbiamo creduto chefosse sufficiente l’obiettivo per trarneconclusioni unitarie sul piano clinico esperimentale, al fine di definire, attra-verso una autentica esperienza clinica esperimentale, nata dal confronto, tutta laconcreta scientificità della MedicinaOmeopatica e in un percorso di insegna-mento da seguire nelle more di una auto-

40 il medico omeopata

Dibattito

Il seminario di Verona diPaolo Bellavite del 10 Giugno

scorso ha dato vita ad unvivace dibattito sul tema

della ricerca scientifica inMedicina Omeopatica. Lo

scorso numero abbiamopubblicato la recensione del

seminario stesso a cura diGiusi Pitari ed un intervento

di Alma Rodriguez, pur-troppo quest’ultimo dimez-

zato da un imperdonabileerrore di impaginazione dicui ci scusiamo. Il dibattito

poi è continuato con altriinterventi molto interessanti.

In questo numero pubbli-chiamo integralmente

l’articolo spiacevolmentedimezzato, una risposta di

Raffaella Pomposelli, un ulte-riore intervento di AlmaRodriguez ed infine una

risposta di Paolo Bellavite.Continueremo questo nostro

lavoro di diffusione, almomento limitato da esi-

genze di spazio, pubbli-cando gli ulteriori interventinei prossimi numeri. (G. D.)

Figura 1

nomia formativa integrale.Tanto si è fatto e ottenuto, ma … lapurezza dell’intento, l’obiettivo, unito adun infaticabile lavoro, non hanno impe-dito il sorgere di quanto è avvenuto e …che concretamente è oggi evidente nellosviluppo non evolutivo della MedicinaOmeopatica, ma di una omeoterapia,omotossicologia, mescolanze varie che,attraverso la malattia, collaborano eimpediscono a ricercatori seri, come ilProf. Bellavite, di comprendere la Medi-cina Omeopatica con la sua metodologiasperimentale e clinica.

Paolo, nel suo schema (vedi figura 1) hadipinto perfettamente la situazione, loschema è oggettivo. Ora, è questa laMedicina Omeopatica che vogliamo o dob-biamo accettare? Nonostante le evidenzedel nostro lavoro clinico, derivato dallasperimentazione pura sull’uomo sano?Vogliamo esistere perché accettati e inse-riti scientificamente con parametri estra-nei alla Medicina Omeopatica?Vogliamo arrenderci ai più forti? Ai misti-ficatori della vita e della sua energia che simanifesta unica ed irripetibile in ogniindividualità della persona umana?Vogliamo dipendere dalla paura e dalleabitudini consolidate?Chi l’ha capito e rispetta se stesso e il suolavoro clinico in ogni persona, non credopossa accettarlo!La scienza medica omeopatica per la per-sona umana irripetibile va rispettata e resaevidente nella sua semplicità sperimentalee clinica evidente. Tutte le derivazioninon possono né devono essere considerateMedicina Omeopatica, d’altronde si defini-scono omeoterapie: omotossicologia, etc.;la prescrizione di più “farmaci”, non dirimedi sperimentati all’ultramolecolare,conferma l’aberrazione verso un metodoche, in duecento anni dalla sua nascita eapplicazione, ha guarito infiniti stati dimalattia senza provocarne altri.La Medicina Omeopatica è l’altra facciadella medicina.Il rimedio omeopatico non è un farmaco.Il rimedio omeopatico è diagnosi e tera-pia perché evidenzia il cambio dinamicoin serie di sintomi nello sperimentatoresano guarendo il malato e la malattia(processo di reversibilità).Il farmaco è sperimentato sul malato,

bloccando o sostituendosi ad un meccani-smo chimico, biochimico, cellulare, inorgani, dimenticando e sottovalutandoche il ripristino della salute è un processodi tutto l’organismo vivo e non la sola eli-minazione della malattia con farmaciche… ne costruiscono altre.Come possiamo integrare la MedicinaOmeopatica nel sistema che sperimentasul malato ma che ha un suo percorsodi ricerca clinica sulla malattia? Ecome possiamo barattare la scientificitàdella Medicina Omeopatica con sistemiterapeutici (omeoterapie) che preten-dono di curare scientificamente lamalattia o prevenirla?Queste brevi riflessioni sono rivolte achi è consapevole di quanto succede contanti malati e quanto la vita dei “sani”sia compromessa; sapendo che il sup-porto della malattia è il malato chedimostra di vivere “la malattia ugualeper tutti” nella sua inedita forma disoffrire, riconosciuta nelle patogenesidella sperimentazione pura sull’uomosano della Medicina Omeopatica.È un tentativo “innocente” per stimolareun autentico lavoro in comune … per lamedicina omeopatica e i medici del pre-sente e del futuro.Un breve contributo alla Scuola di Verona,e un ringraziamento per avermi gentil-mente invitata.

Cordiali saluti.

Dott.ssa A. Alma RodriguezPresidente della [email protected]

Verona 30 giugno 2006

Cara Dottoressa Rodriguez, grazie per il suo prezioso contributo. Laquestione che lei solleva è cruciale e meri-terebbe un seminario intero, potrebbeessere materia di riflessione per il semina-rio di Omeopatia e Ricerca per il 2007.L’omeopata contemporaneo è chiamato aconfrontarsi con la complessità se vuoleaffermare la peculiarità dell’infinitesimale,del caratteristico, dell’individuale e a paridignità misurarsi con il mondo dominantedel ponderale, dei grandi numeri e deitrias clinici, deve conoscere, rispettare e

applicare le regole proprie del proprioparadigma con rigore.Noi omeopati possediamo i “fatti”, la con-creta verifica quotidiana che ci deriva dalnostro lavoro clinico e di insegnamento,ma non abbiamo i DATI, abbiamo cioèlavorato sulla sostanza tralasciando consuperficialità la forma. Esistiamo e lavo-riamo da 200 anni, da molto prima che lachimica e la tecnica diventassero i padronidella salute. I nostri Maestri non sono statiadeguatamente lungimiranti ad insegnarcia rendere evidenti i parametri scientificipropri dell’omeopatia. Ogni giorno, i pazienti ci obbligano ariflettere, a prendere decisioni, ad inva-lidare diagnosi nosologiche e a fare pro-gnosi; siamo obbligati ad operare incostante alchimia tra conoscenza teo-rica, tecnica ed arte terapeutica.Abbiamo accumulato un universo diknow-how che non è racchiudibile inuna manciata di dati e cifre. Non è pro-prio qui che da sempre ci siamo sottrattial confronto a pari dignità? … apparen-temente per non barattare una visionetotale e immacolata del nostro modo dicurare, ma per onor di verità, anche per-ché fare e dare ordine alla nostra artemedica avrebbe richiesto un rigore chenoi omeopati, a parte Hahnemann, non“amiamo”? A mio parere questa è unadelle ragioni che ci ha resi deboli agliocchi del mondo scientifico ed oggi chele evidenze dettano legge, è ancora piùdrammaticamente vero.Questa è stata la nostra paura e conti-nua ad esserla… questa è la “peculiare ecaratteristica” nostra dipendenza dalleabitudini consolidate.Sono perfettamente d’accordo con lei,cara Alma, nell’affermare che la Medi-cina Omeopatica è l’altra faccia dellamedicina. Che cosa abbiamo da direproprio da quest’altra faccia/ottica/ pro-spettiva in tema di ricerca clinica, dietica, di prognosi , di diagnosi, di dire-zione del disordine, di sperimentazionefarmacologica, di unicità del paziente edella sua unica modalità di soffrire?In questi ultimi 10 anni ho imparato,anche dal Professor Paolo Bellavite, checiò che noi normalmente facciamo lavo-rando possiamo tradurlo in numeri, che selavoriamo insieme, pur nel rispetto dellapropria sensibilità e professionalità uniti

41 il medico omeopata

La ricerca in omeopatia

per raggiungere un obiettivo (che puòessere banalmente rilevare tramite EMG sela sensibilità sensitiva è toccata o menodopo 1 anno dall’introduzione del rimedioomeopatico scelto secondo parametri clas-sici dell’individualizzazione), non rinun-ciamo a curare la totalità del paziente, chel’SF36 qualifica e quantifica anche se inmaniera grezza, quanto l’esistenza diquella persona sia cambiata, che se sonoobbligata a rispettare dei parametri asso-lutamente tradizionali, non rinnego névanifico il mio modo di leggere, dicogliere la sofferenza del paziente e dicurarla secondo i dettami dell’omeopatia,né il paziente diventa il “numerino X”.Ritengo che questo modo di fare ricercaclinica sia altamente qualificato oltre cheetico e debba essere conosciuto, diffuso,“esportato” all’altra faccia della medicina.

Il Professor Bellavite con molta acutezzama con garbo, ci ha “sbattuto sul muso”una fotografia dello stato dell’arte nell’u-niverso variegato dell’omeopatia… cosa nevogliamo fare? Personalmente ho deside-rio di continuare, approfondire, imparareda lui e far conoscere a lui e ai colleghiche si sono appassionati a questo grandeconfronto sui temi scottanti della malattia,della guarigione, della ricerca clinica, iparametri propri dell’omeopatia . Barattarenon ci appartiene, è insito nel concettostesso di baratto il perdere qualcosa diprezioso di noi, ma ci compete dare conautorevolezza e dignità il nostro punto divista, con dati chiari e forti, senza piùlamenti pietosi: è DOVEROSO!Cosa possiamo perdere se solo impariamoa esprimere meglio metodologicamenteciò che facciamo? Cosa sottraiamo a tuttii medici e pazienti che desideranocapire,vogliono approfondire e conoscerela forza, la profondità, l’energia sottile cheil rimedio omeopatico è in grado di smuo-vere e far vibrare nell’individuo? Verificoquotidianamente che solo dal confrontoonesto ed appassionato, emergono le pos-sibilità più autentiche per fare la nostraprofessione di medici e di insegnanti conmaggiore competenza e amore, che i vari“Garattini” hanno da riflettere ed osser-vare un doveroso silenzio davanti allaforza dei fatti.

Cara Dottoressa grazie per il suo scritto,

come può vedere lei non è sola , abbiamoben presente quanto sia preziosa la nostra“Divina Omeopatia”, ma non vogliamolimitarci a difenderci, desideriamo con-frontarci a pari dignità. La abbraccio econto di averla ancora ospite graditissimanella nostra Scuola di Medicina Omeopa-tica di Verona; la sua esperienza è preziosaper tutti noi.

Dott.ssa Raffaella PomposelliDirettrice della Scuola di MedicinaOmeopatica di [email protected]

Napoli, 27 Luglio 2006

Alla Dott.ssa Pomposelli, al Prof. PaoloBellavite, al Dr. Roberto Gava, ai colle-ghi e amici interessati a seguito dellemie considerazioni sul Seminario diVerona del 10/06/06.

Cara Dottoressa, sono contenta di continuare questo scambiodi riflessioni e condividerlo, se mi consente,anche con tutti quei medici interessati.Prima di tutto vorrei riaffermare quantoPaolo Bellavite sa molto bene: la miastima per il suo infaticabile lavoro per laMedicina Omeopatica e di professoreuniversitario insoddisfatto. Consideriche è proprio dalla sua “insoddisfa-zione” che è incominciato tra noi undialogo ed un confronto.In tutti questi anni di intenso lavoro percostruire un metodo di insegnamento e di“ricerca” adeguato “all’altra faccia dellamedicina”, non ho mai trovato un solo“omeopata” capace di confrontarsi leal-mente sul piano metodologico ed altro,proprio come dice Lei! Mentre ho costi-tuito un confronto interdisciplinare con lamedicina scientifica.Uno degli ultimi atti più significativi èstato il Forum 2000 “L’insegnamentodella medicina. Il programma univer-sitario per il medico del futuro: l’o-meopata”.Come vede, gentile amica, sono d’accordocon Lei, ma una cosa è evidente, attra-verso questo lungo percorso sperimentale,clinico e di insegnamento. L’obiettivodella LUIMO si è consolidato: è la baseformativa del medico che deve essere

cambiata e questo non lo dico solo io del-l’altra faccia della medicina! È già inopera a Salerno per il 2007, il primo annodel corso di Medicina, completamentetrasformato. Quali i paradigmi? Quali leevidenze?Non si può insegnare ad un medico indot-trinato alle sicurezze scientifiche della bio-logia e farmacologia come curare e guarirela persona umana irripetibile. Questa è lavera debolezza della Medicina Omeopa-tica e senza per questo essere apodittici!Mentre un sistema dominante si dibattenegli enormi problemi che ha creato, noipossiamo credere di inserirci nelle lorofalse sicurezze – sperimentazioni su malatie malattie? – per rendere scientifica e signi-ficativa la Medicina Omeopatica? Le allegol’ottimo articolo del Dr. Mastrangelo.Le sono molto grata per aver espresso ilSuo pensiero, questo significa che ci sonoi medici omeopati capaci di confrontarsisenza la dipendenza da un sistema uffi-ciale che ha preso e cerca di compensare ipropri danni o vuoti verso il malato,usando le nostre parole (empatia, rapportomedico-malato), ciò che non conosce,perché sperimenta di fatto solo sullamalattia dei malati!Il punto nevralgico degli omeopati è nellaformazione medica che determina la dire-zione del loro apprendimento, sempre poiche l’insegnamento della Medicina Omeo-patica riesca ad essere all’altezza della tra-sformazione richiesta.Evidenza significa ripetibilità di cono-scenze evolutive sull’essere umano, sulsuo stato di salute e sul cambiamentoche lo trasforma in stato di malattia. Ela Medicina Omeopatica ha l’autenticostrumento per conoscere la personaumana nella sua identità di personaviva, individualità energetica che si tra-sforma lungo la vita! Il dinamismoenergetico che ci è stato consegnato.Stimata amica, la Medicina Omeopaticanon potrà uscire dalle diatribe steriliattuali, se la formazione dipende dalle cir-costanze e paure del medico.Non c’è rassomiglianza per la personaumana, né identità sperimentale tra la spe-rimentazione sulla malattia dei malati ela sperimentazione pura sulla personasana! Sono riferimenti concettuali, para-digmi sperimentali assolutamente diffe-renti e con percorsi di ricerca che portano

42 il medico omeopata

Dibattito

a concettualizzazioni scientifiche diver-genti. Se usiamo la Medicina Omeopatica,come facciamo a valutare l’efficacia di unfarmaco su una malattia, non solo perragioni di dimostrazione pubblica, ma perservicene come omeopati? Come quantifi-chiamo il rapporto danno/beneficio? Chesignificato ha per noi la biodisponibilità diun farmaco? Che significato ha per noi dire“curare” una malattia? In sostanza, come può essere possibile cheavendo tutta questa conoscenza il medicoomeopata cerchi la sicurezza nel metodosperimentale creato per sperimentare far-maci soppressivi? Ecco, ecco quello chenon capisco. Ma davvero non capisconeanche come e se sarà un giorno possi-bile riunire tre teste di omeopati per riflet-tere su questo e proporre schemi speri-mentali (ma di fatto si tratta solo di misurastatistica), anche clinici se necessario, pervalidare i vecchi e i nuovi rimedi omeopa-tici, se la tendenza è che si corre versoqualcosa che è profondamente in conflittocon le ragioni stesse per cui il rimedioomeopatico è nato. Lei non prende in considerazione il fattoche siamo immersi in un unico campo dienergia ed è proprio dall’energia che biso-gna partire per capire e conoscere chi èquesto uomo, sano o malato, “scono-sciuto” nel suo dinamismo vitale chedirige e impronta sia la morfologia che labiologia del corpo umano vivo! E che ilrimedio non è un farmaco!Il rimedio, con la sua patogenesi emersada ogni droga ridotta all’ultramolecolare,in tanti e differenti sperimentatori, è laprova sperimentale galileiana più scienti-fica, dove il rimedio, se preparato inscienza e coscienza, è validato, non solodalle risperimentazioni, ma dalle innume-revoli guarigioni cliniche. Noi nonabbiamo dati?!Paolo, prima di partire per la suavacanza, mi ha risposto (prima che aicolleghi omeopati ho scritto a lui), per-tanto sono certa, come già ebbi occa-sione di dirgli a Napoli, che certamentepotremo collaborare per una universitàlibera, dove l’insegnamento nondipenda da paradigmi atrofizzati, dadogmi che limitano l’evoluzione medicae scientifica di ogni uomo libero.Credo che la necessità di validare i datireali, assolutamente autentici (non sca-

turiti da teorie che cambiano) ed evolu-tivi, dei sintomi sperimentali compro-vati clinicamente in infiniti stati dimalattia e nelle risperimentazioni, cheda Hahnemann sono stati resi imperi-turi e dagli omeopati (senza paure) uti-lizzati e confermati, debba provenire dauna riflessione profonda su quello che sivuole dimostrare.Io penso che solo se la ricerca ha un valoreeuristico, cioè è in grado di dare un con-tributo a quelli che ci lavorano nel sensodi portare a riconsiderare i modelli di rife-rimento e ad aprire nuove riflessioni,mantenga il suo valore etico e di signifi-cato. Solo allora il suo risultato avràpotenzialità di funzione predittiva (che poiè l’unico aspetto realmente etico di un trialclinico).Abbiamo bisogno del SF 36? Siamo noiad avere i dati, quelli veri, del cambia-mento.L’auto osservazione dello sperimentatoresano rappresenta lo stato di salute dacodificare attraverso l’individualità dellapersona.Non capisco perché noi omeopati, checuriamo la persona con il suo stato dimalattia, dobbiamo definire statistica-mente la salute. Noi abbiamo bisognodi lavorare, molto, sul linguaggio noninterpretativo.In ogni modo, non voglio demonizzare SF36 che è certamente un piccolo passoavanti dalla definizione precedente: “lasalute è assenza di malattia”. Anche se lastessa definizione l’ho sentita ieri l’altro intelevisione dal Prof. Santoli dell’UniversitàLa Sapienza di Roma.Per quanto so, agli scienziati, presi nelloro complesso, non interessa la MedicinaOmeopatica. Dal mio punto di vistainvece, ci sono solo alcuni scienziati che,per esperienza personale o per casualità sisono interessati alla Medicina Omeopatica.Allora proviamo a stimolarli a riflettere esperimentare, aiutarci a capire, ad impa-rare di Medicina Omeopatica, non dimediare un sistema di adattamento aschemi epistemologici diversi. Perché, iocredo che sia una pia illusione quella dipensare che “LA SCIENZA” riconoscerà ungiorno la Medicina Omeopatica. Succederàche attraverso linee di ricerca e disciplinescientifiche, le più diverse e disparate(caso non raro in medicina e biologia),

attraverso la modificazione dello schemaepistemico dominante che si arriverà adaccettare la meravigliosa bellezza emistero della Medicina Omeopatica, e diquello che determina la sua efficacia. Purtroppo, l’interesse ai riconoscimenti(che sono solo parvenze) è nel potere dichi vorrebbe utilizzare ed utilizza laMedicina Omeopatica come terapeuticafarmacologica.

Cara dottoressa, tutti i casi clinici dellaLUIMO sono codificati, sono anni chelavoriamo per poter raggruppare i casi eservircene per verificare le patogenesi, e lanostra efficacia di medici. Io desiderolavorare per potermi servire come medicodei miei casi, capire il modo per dimo-strare a tutti il metodo medico e poi impa-rare di più. Gli obiettivi di Boiron e compagni, alpunto dove sono arrivati, devono essereconsolidati e il mezzo è far diventare irimedi omeopatici farmaci a tutti glieffetti – Oscillococcinum – e questo non èil mezzo per far “capire a livello scienti-fico” la Medicina Omeopatica e la sua spe-rimentazione.Le divisioni nascono dal limite di cono-scenza delle sperimentazioni pure e dellepatogenesi.

Gli insegnamenti “repertoriali” hanno reso“sicuri e ciechi” gli omeopati unicistisenza dati! Mentre i pluralisti fanno delrimedio un farmaco!Non si porta alla luce la verità utiliz-zando l’errore formativo e la paura dinon rispondere a certi parametri scienti-fici! I parametri bisogna usarli per ipropri fini, non per quelli degli altri,altrimenti il nostro atto medico perde dimoralità ed utilità.

Auguro a Lei e ai colleghi una vacanzaserena nella speranza che, con il riposomeritato, e mi includo, si costituisca una“tavola rotonda” di cuori omeopatici.Mi conforta ricordare la frase che Leo-nardo da Vinci, morente, disse: «L’intui-zione, la conoscenza, nasce dal cuore».Con affetto.

Dott.ssa A. Alma RodriguezPresidente della [email protected]

43 il medico omeopata

La ricerca in omeopatia

Verona, 16 agosto 2006

Risposta alle considerazioni della Dr.ssaAlma Rodriguez sul seminario di Veronadel 10 giugno 2006.

Ringrazio la collega Alma che mi dà l’oc-casione di chiarire alcuni aspetti del rap-porto tra omeopatia e scienza. In generale,le preoccupazioni da lei espresse hannodelle motivazioni fondamentalmente con-divisibili, particolarmente là dove si diceche “la base formativa del medico deveessere cambiata” e che “non si può inse-gnare ad un medico indottrinato alle sicu-rezze scientifiche della biologia e farmaco-logia come curare e guarire la personaumana irripetibile”. Al di là del linguaggioforse un po’ eccessivo (qualche piccolomerito l’“indottrinamento” universitariopure ce l’avrà!), resta il fatto che la medi-cina “accademica” ha da secoli abbrac-ciato un paradigma biomolecolare e bio-tecnologico di stampo meccanicista eriduzionista che si presenta, sin dai primianni del corso, come detentore di “sicu-rezze scientifiche” e che tale approccio –presentato come esclusivo nonostante ilfrequente appello, teorico e metodologica-mente inconsistente, alla visione umani-stica - rende oltremodo difficile se nonimpossibile addirittura da concepire unapproccio come quello sistemico, tipicodell’omeopatia. Il primo ostacolo all’accet-tazione dell’omeopatia, come già acuta-mente rilevato da Boyd (Boyd L. J., AStudy of the Simile in Medicine. Philadel-phia: Boericke and Tafel, 1936), non è diordine tecnico o scientifico, ma di ordineepistemologico. Ma a ciò va aggiunto cheanche all’interno della medicina “accade-mica” molti cominciano a percepire illimite dell’approccio finora seguito, senzainvero che si riesca a trovare il modo persuperarlo. E la proposta hahnemannianaqui può colmare uno spazio enorme, perquesto l’ho definita “l’altra faccia dellemedicina”.A questo punto, però, è necessario uncommento rispetto all’affermazione:“Mentre un sistema dominante si dibattenegli enormi problemi che ha creato, pos-siamo noi credere di inserirci nelle lorofalse sicurezze – sperimentazioni su malatie malattie - per rendere scientifica e signi-

ficativa la medicina omeopatica?” Atten-zione: la “falsità” delle sicurezze dellamedicina ufficiale non sta nel fatto cheesse siano ottenute sperimentalmente,anzi, la sperimentazione scientifica bio-medica ha dato delle sicurezze, o meglioha ridotto le incertezze, ha consentitoenormi progressi conoscitivi e pratici. Lafalsità si rivela là dove si vuole far appa-rire come esclusivo un paradigma antro-pologico e clinico che invece è limitato,rappresenta una visione parziale dellarealtà biologica. Pertanto, l’errore non stanella sperimentazione in sé e per sé, manell’affermazione pratica dell’esclusivitàdi un certo paradigma. In altre parole,dalla sperimentazione clinica o di baseNON discende necessariamente una falsitàepistemologica, discende solo una parzia-lità dell’approccio. La distinzione è impor-tante, perché significa che è possibile,almeno teoricamente, sperimentare (sulsano o sul malato, non ha importanza inquesto caso), utilizzando dei metodi scien-tifici aggiornati e collaudati dalla medi-cina ufficiale, senza cadere negli stessierrori concettuali. L’importante è non farediscendere dall’esperimento una teoriagenerale che l’esperimento non può dimo-strare. L’esperimento NON può dimostrareuna teoria generale, può solo confermare,o più facilmente smentire, un’ipotesi spe-rimentale. Quindi, se io faccio l’ipotesi cheun medicinale in alte diluizioni ha deglieffetti farmacologici su un soggetto sano,l’esperimento me lo può confermare osmentire. L’esperimento può essere fattocon metodi scientifici utilizzati ancheper i medicinali allopatici, nellasostanza nulla cambia, anche se sidevono adattare alcune cose (ad esem-pio, andremo a valutare dei parametripsicologici come la “forza vitale” – èstato fatto - che magari altrimenti nonsi valutano). Se poi io faccio l’ipotesiche quel medicinale, che ho sperimen-tato nel soggetto sano, quando lo som-ministro ad un gruppo di malati chehanno sintomi simili cura gli stessi sin-tomi, o in ogni modo migliora la qua-lità della vita, altrettanto posso usare imetodi usati dall’allopatia. Con ciò,non faccio alcun danno all’omeopatiastessa, anzi, allargo e consolido la suabase conoscitiva.

Anche qui, attenzione a non fare lo stessoerrore, uguale e contrario, dell’allopatia:dagli esperimenti non posso confermare osmentire la generalità dell’omeopatia, soloalcuni aspetti che sono via via posti insperimentazione. Così, non posso e nonpotrò mai dedurre da un esperimento che“l’omeopatia” “è” ciò che questo esperi-mento dimostra. Mi spiego meglio: se iodimostro che una alta diluizione di velenod’ape cura l’edema della zampa di unconiglio, NON posso dedurre che Apis sia“la” medicina omeopatica dell’edema peri-malleolare nell’uomo. Ma non posso nep-pure dire che il mio esperimento sia inu-tile. Così procede la scienza, omeopatia oallopatia qui non c’entrano.

Fin qui, forse siamo tutti più o meno d’ac-cordo, ma andiamo oltre, veniamo al“punto dolens”: possiamo sperimentarel’efficacia dell’omeopatia su una “malat-tia”? Teoricamente sì, ed infatti è statofatto in moltissimi casi già pubblicati inletteratura (riferiti in buona misura nelfamoso seminario del 10 giugno). Lostesso Mastrangelo, nel lavoro citato daAlma (Med Sci. Monit. 2005; 11: SR27-31), inizia dicendo che “Nel corso dei suoiduecento anni di storia, l’omeopatia èstata provata efficace nella terapia dimalattie per cui la medicina convenzionaleha poco da offrire…”. Allora, concentran-dosi così sulla terapia della malattia, “tra-diamo” l’omeopatia? La “costringiamo” inun paradigma non suo? Questa è unadomanda legittima, perché tutti sanno chedi principio l’omeopatia non cura lamalattia, cura il malato “unico e irripeti-bile”, quindi una sperimentazione impo-stata a priori nella ricerca di curare unamalattia, massifica i malati, annullando omeglio riducendo la loro individualità allamalattia stessa. Da questo punto di vista sipuò dare ragione alle preoccupazioniespresse da Alma e sostenere che unadimostrazione di “efficacia” dell’omeopa-tia in una certa malattia vuol dire moltopoco dal pdv omeopatico, cioè è un risul-tato che NON FA PROGREDIRE L’OMEO-PATIA STESSA IN QUANTO TALE. D’altraparte, una tale conclusione non vuol direche la ricerca stessa sia inutile né che siaaddirittura dannosa o pericolosa. Inutilenon è di sicuro, semplicemente perché

44 il medico omeopata

Dibattito

oggi nella stragrande maggioranza deicasi i malati sono comunque classificati ediagnosticati per una malattia, il “sistemasanitario” funziona così e quindi è utilesapere quale efficacia può vantare unaqualsiasi metodica terapeutica nella mediadelle persone che hanno quella malattia.Non è un dato inutile. Diventa dannososolo se tutta la potenzialità dell’omeopatiaviene ridotta a quel dato sperimentale oosservazionale. Ma questa riduzione nondiscende automaticamente dall’accumulodi conoscenze sulle malattie. Nulla impe-disce che si disegnino studi con protocollipiù individualizzati.

Ancora più problematico, ma nellasostanza identico, è quell’approccio che vaa valutare non “l’omeopatia” ma addirit-tura un singolo “medicinale omeopatico”in una malattia o in un sintomo. Qui èchiaro che si va molto lontano dal para-digma omeopatico classico e si bypassaquasi totalmente l’individualizzazione.Anche questa va considerata “omeopa-tia”? Secondo me sì, proprio per le ragioniche ho enunciato nel seminario: l’omeo-patia (meglio in questo caso molto gene-rale parlare di omeoterapia, ma è più chealtro una sottigliezza semantica) ha treprincipi, il simile, la diluizione e il metodo,ciascuno dei quali si esplica in modo mag-giore o minore in ogni atto terapeuticoomeopatico. Anche in questo caso, l’even-tuale dimostrazione di efficacia di “un far-maco per una malattia” non sarebbe di persé un fatto negativo né andrebbe a scapitodel movimento omeopatico, purché NONSE NE FACESSE UN PARADIGMA ASSO-LUTO, vale a dire non si concludesse che“ogni persona con quella malattia vacurata solo con quel medicinale che haprovato la sua efficacia”. Tale conclusioneandrebbe bene alla casa farmaceutica, masarebbe uno svilimento grave dell’omeo-patia. Notare che la questione è stata svi-scerata dalla commissione medicinaliomeopatici (1999-2001), che ha persinoindicato ciò che andrebbe scritto nelfoglietto illustrativo della medicina in uncaso come questo.Ma tornando al punto di Alma: assu-mendo che un certo medicinale fossedimostrato efficace per una certa malattia(ella cita ad esempio l’oscillococcinum,

efficace nell’influenza), secondo la logicadella medicina basata sulle evidenze, essopotrebbe venir prescritto su base nosolo-gica, quasi senza conoscere l’omeopatia.Bene, sarebbe questo un danno per l’o-meopatia? Lo sarebbe tanto quanto lo è laprescrizione del metotrexate per l’artritereumatoide o della tachipirina per la feb-bre. Sono due cose diverse, non sonoscientificamente incompatibili, anche seovviamente possono essere in competi-zione (“alternative”) nella pratica e nell’e-conomia. Ma l’omeopatia classica NONviene intaccata dal fatto che, sperimental-mente provati, esistono altri approcci, néallopatici, né omeopatici. L’omeopatiaclassica “sta in piedi” da sola, non neces-sita della confutazione di altri paradigmiper stare in piedi. Certo, c’è una battagliada fare, o meglio un impegno da portareavanti a tutti i livelli, per far sì che siachiaro il compito dell’omeopatia unicista,ma la battaglia va fatta “al positivo”,potenziando la visibilità del metodo hah-nemanniano con adeguate ricerche e pub-blicazioni, non “al negativo” continuandoa combattere contro le forme meno com-plete e (forse) meno efficaci di applica-zione dei grandi principi omeopatici.In ogni modo, e questo è un altro puntoche va ribadito, il movimento della medi-cina basata sulle evidenze, nel bene e nelmale (in quest’ultimo caso per gli estremi-smi iniziali dell’affidamento ai trials e aldoppio cieco, che ora sono sempre piùsuperati) è un dato di fatto acquisito dallamedicina moderna, non del solo para-digma meccanicistico e riduzionistico, mada tutta la medicina, comprese le medicinecomplementari a livello nazionale edinternazionale. Sarebbe un errore storico,inutile e controproducente, trascurare taleacquisizione sulla base di una presunta“indimostrabilità” dell’omeopatia. Si puòdiscutere sull’opportunità o meno del dop-pio cieco, cosa che viene già fatta conargomentazioni razionali e sperimentali(vedi ad es. miei articoli disponibili sul sitodi eCAM Journal http://ecam.oxfordjour-nals.org/), non si può discutere sullanecessità di dare delle dimostrazioni diefficacia sempre più aggiornate e credibili.

Un altro punto problematico nelle cosescritte da Alma: Se usiamo la medicina

omeopatica, come facciamo a valutarel’efficacia di un farmaco su una malattia,non solo per ragioni di dimostrazione pub-blica, ma per servircene come omeopati?Come quantifichiamo il rapportodanno/beneficio? Ecc…Sono tutte domande legittime, che merite-rebbero un convegno apposito; io pensoche la sperimentazione sul malato siaimportante sia per la dimostrazione pub-blica (in fondo la medicina è un esercizioche si rivolge al pubblico, non nel sensodel “sistema” ma “il pubblico degli utenti”,e di esso deve tenere eticamente il mas-simo conto), sia per fare avanzare l’omeo-patia. Per quest’ultimo ruolo della ricercacito ad esempio: dimostrazione statistica-mente valida della applicazione della“legge di guarigione di Hering” (non l’hamai fatto nessuno), raccolta sistematicadei casi clinici, definizione evidence-baseddella materia medica clinica, confrontostatisticamente valido di diverse potenze(es. LM, CH, ecc…). Avremo certo occa-sione di riparlarne.

Non si porta alla luce la verità utiliz-zando l’errore formativo e la paura dinon rispondere a certi parametri scienti-fici! I parametri bisogna usarli per ipropri fini, non per quelli degli altri,altrimenti il nostro atto medico perde dimoralità e di utilità.Sono sostanzialmente d’accordo, è unrichiamo utile che va sempre tenuto pre-sente. Credo veramente che il dibattitoaperto dal seminario veronese di Giugnosia da considerare molto importante per-ché si confrontano scuole di pensiero edi insegnamento (LUIMO, Università,altre Scuole omeopatiche, Aziende)intorno ad un tema fondamentale dellosviluppo medico. Credo che questodibattito sia utile a tutti e per questo rin-grazio di nuovo Alma per la sua cortesesollecitazione culturale sia a me che allaDr.ssa Pomposelli.

Dr. Paolo BellaviteMedico ChirurgoProfessore di Patologia GeneraleUniversità di [email protected]

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La ricerca in omeopatia

Magnesia carbonicaStudio, diagnosi differenziali e casistica clinica

Magnesia carbonica:caratteristiche generali

È l’unica delle tre Magnesie che presenticome sintomo la sensazione di avere unaragnatela sulla faccia. Talvolta, ilpaziente non esprime questo sintomooppure non lo dice direttamente. Unavolta che andai a visitare un paziente inospedale, mi capitò di osservare che nonsmetteva mai di toccarsi la faccia. Soloquando gli chiesi perché lo facesse, midisse che da molto tempo aveva questaparticolare sensazione sul viso.La faccia di Magnesia carbonica presentaun aspetto sudicio e rubicondo; il rossorepoi si alterna al pallore. Il pallore comparedi mattina, di pomeriggio/sera, dopo avermangiato, quando soffre di vertigini,quando ha mal di testa e durante lemestruazioni. Quando sente la faccia calda,ha i piedi freddi. Nel Repertorio, ci sono trerubriche che parlano dell’aspetto grassodella faccia: Faccia grassa, Faccia comecoperta di cera, Faccia brillante e Magnesiacarbonica è presente nelle prime due. Nellaclinica molto spesso troviamo sintomi dif-ficili da differenziare tra di loro, per cui,come ho fatto altre volte, ho deciso di unirequesti tre nel mio Repertorio. Per quanto riguarda la faccia, Magnesia car-bonica è presente nelle seguenti rubriche:- Faccia: sensazione di ragnatela; - Facciaardente con piedi freddi; - Faccia diaspetto sudicio; - Faccia di aspetto grasso;- Faccia come coperta di cera; - Facciabrillante; - Faccia arrossata durante lacefalea; - Faccia arrossata alternata a fac-cia pallida; - Faccia pallida di mattina; -Faccia pallida di pomeriggio/sera; - Faccia

pallida dopo aver mangiato; - Faccia pal-lida durante la cefalea; - Faccia pallidadurante le mestruazioni; - Faccia pallidaquando soffre di vertigini.

Magnesia carbonica è uno dei rimedi chesoffrono facilmente di nevralgiafacciale/trigemino, che aggrava per lecause seguenti: freddo, tocco, correnti d’a-ria, parlando e restando tranquillo e,invece, che migliora con la pressione forte,quando cammina all’aria aperta e con ilmovimento. Questa nevralgia suscita unatale inquietudine nel paziente che locostringe ad alzarsi dal letto; la nevralgiapuò presentarsi anche prima delle mestrua-zioni e durante la gravidanza. Contraria-mente a quanto succede per quella facciale,la nevralgia ai denti migliora, per brevetempo, con il freddo e tenendo in boccaacqua fredda; poi peggiora. Aggiungiamoanche che il paziente Magnesia carbonica èun freddoloso che migliora all’aria aperta.

SENSAZIONI COME SEDI MAGNESIA CARBONICA:– Come se tutto girasse; – Come se gli tirassero i capelli; – Come se la gola fosse raschiata

da una spina di frumento; – Come se il retto fosse punto da aghi; – Come se avesse la schiena rotta.

Ora, se dovessi privilegiare una solamodalità generale di Magnesia carbo-nica, questa sarebbe:– Inquietudine durante il doloreperché qualsiasi dolore (e non solo lanevralgia facciale) rende inquieto ilpaziente e lo fa sudare. La sensazione più

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Omeopatia clinica

Gustavo Ezequiel KricheskyMedico Chirurgo – Omeopata BUENOS AIRESDocente presso la Scuola Omeopatica Argentina di B. [email protected]

Se i sintomi gerarchici diun caso sono i seguenti:inquietudine quando èseduto; grida durante ildolore; nevralgia faccialeaggravata dalle correntid’aria; nevralgia faccialeche migliora con la pres-sione; il rimedio che guari-sce questo caso potrebbeessere Magnesia carbonica,Magnesia muriatica oMagnesia phosphorica

RIASSUNTOL’Autore riporta la sintomatologia caratteristica e le temati-che principali del rimedio omeopatico Magnesia carbonica;ne esamina poi la diagnosi differenziale con Rheum palma-tum, Colocynthis e Chamomilla. Riporta tre casi clinici dellasua pratica ed infine esamina dettagliatamente i punti incomune e le differenze fra Magnesia carbonica e Calcareacarbonica, Arsenicum album, e Tubercolinum.

PAROLE CHIAVEMagnesia carbonica – Diagnosi differenzialiCasi clinici.

SUMMARYIn the present work the Author describes homeopathicMagnesia carbonica: he details the peculiar symptomath-ology, comparing and differentiating the remedy toRheum palmatum, Colocynthis and Chamomilla. By clin-ical reports, the Author underlines common features anddetailed differences between Magnesia carbonica andCalcarea carbonica, Arsenicum album and Tubercolinum.

KEYWORDSMagnesia carbonica – Differential diagnosisclinical cases.

caratteristica è rappresentata dalle punturelungo il decorso dei nervi: dolori folgoranti,che costringono il paziente ad alzarsi e acamminare (soprattutto in modo veloce)per ottenere un po’ di sollievo. Questi doloripossono essere erranti e hanno una perio-dicità: si ripresentano ogni 21 giorni.

RUBRICHE REPERTORIALIIN CUI MAGNESIA CARBONICA> CON IL MOVIMENTO:– Mal di testa che migliora camminando;– Inquietudine provocata dal dolore;– Sudorazione causata dal dolore;– Deve camminare;– Camminando migliora;– Camminando velocemente migliora;– Desiderio di camminare.

MATERIA MEDICA PURA (Hahnemann):Dolori in tutte le parti del corpo: oraqui, ora là.La dolorabilità o il malessere sembranoripresentarsi costantemente dopo tresettimane.I malesseri, che erano iniziati quando siera seduto, diminuivano camminando eall’aria aperta.Arrossamento e ardore della faccia. Sentecome se gli forassero l’osso mascellare conun ferro rovente; questa sensazione dimi-nuisce un po’ quando si mette seduto, magli provoca un’ansia terribile, che locostringe ad uscire dal letto. Il dolore fac-ciale lo obbliga a spostarsi da un lettoall’altro; quando resta a riposo, il doloreritorna a farsi violento.Fra i > dovuti al movimento, fanno ecce-zione le mestruazioni: – Ipo/amenorrea, che cessa quando

cammina (Magnesia carbonica èpresente anche nel sintomo opposto, benché non sia la norma);

– Ha le mestruazioni soltanto se è sdraiata(Magnesia carbonica è l’unico rimedio che figuri nella rubrica: Ha le mestrua-zioni solo quando è addormentata)

– Mestrua soltanto quando non ha i dolorimestruali (cioè, durante il dolore, il flusso mestruale cessa);

– Quando cammina, le mestruazionicessano e il sintomo opposto

– Le mestruazioni aumentano,quando cammina.

Ancora, con le mestruazioni presenta:Sindrome influenzale prima dellemestruazioni;Mal di denti prima delle mestruazioni;...durante le mestruazioni;...dopo le mestruazioni (e lo stesso le suc-cede durante la gravidanza), che miglioratenendo acqua fredda in bocca o cammi-nando [Rubriche: Il mal di denti miglioraun po’, in generale, con il freddo;Il mal di denti è migliorato dall’acquafredda; Il mal di denti è migliorato dalmovimento].Inoltre, per quanto riguarda il mal didenti: Il mal di denti lo fa uscire dal letto;Il mal di denti migliora alzandosi dal letto.

ALTRI SINTOMIDI MAGNESIA CARBONICAQuasi tutti gli Autori descrivono la ‘diar-rea’ di Magnesia carbonica dicendo che lefeci sono verdi e che assomigliano alleuova di rana, con schiuma; durante ladiarrea, il paziente ha un tale dolore che ècostretto a piegarsi in due, anche se inquesta posizione non migliora. Quando è stitico, Magnesia carbonica pre-senta feci caprine di colore argilla.Il bambino Magnesia carbonica ha secre-zioni di odore acido e soffre di diarreaquando beve latte, perché non lo digerisce.Inoltre, la sua fontanella posteriore tarda achiudersi e rimane infossata. Presenta dis-turbi durante la dentizione, che è lenta edifficoltosa. [Inciso: Magnesia carbonicaha disturbi (sordità) anche durante l’eru-zione del dente del giudizio]. È ipersensi-bile al dolore e soffre di coliche addomi-nali con feci verdi. A causa dei suoi dis-turbi durante la dentizione e per il fattoche ha una mascella rossa e l’altra pallida,può sembrare un bambino Chamomilla,anche se quest’ultimo tende le bracciaverso i genitori perché lo prendano inbraccio e presenta, di solito, una diarrea dicolore giallo, che ha odore di uova marce,mentre la diarrea di Magnesia carbonica èverde e acida e il bambino, durante la den-tizione, muove continuamente la testa daun lato all’altro, come dicesse di no.Di notte a Magnesia carbonica sembra chei denti siano più lunghi e che siano molli(Tuberculinum, da parte sua, sente come sei denti fossero molto numerosi).

SINTOMI DI MAGNESIACARBONICA INERENTI L’ACIDITA’1. Sudore di odore acido. 2. Acidità di sto-maco. 3. Eruttazioni acide. 4. Eruttazioniacide dopo aver bevuto latte. 5. Erutta-zioni acide durante le mestruazioni. 6.Eruttazioni acide dopo aver mangiatocavoli. 7. Dolore ardente di stomaco. 8.Vomito acido. 9. Feci di odore acido. 10.Feci di colore verde. 11. Feci di coloreverde con schiuma.

SINTOMI DI MAGNESIA CARBONICACHE BISOGNA TENER PRESENTI1. Acido; 2. Lato destro della faccia, rosso;3. Acidità generale; 4. Alterna facciaarrossata con faccia pallida; 5. Ipersensi-bilità al dolore; 6. Fontanella posterioredepressa/aperta; 7. Dentizione difficoltosa;8. Dentizione lenta; 9. Sensazione di allun-gamento dei denti di notte, a letto; 10.Sensazione di denti molli; 11. Disturbidovuti all’eruzione del dente del giudizio.

Magnesia carbonica:diagnosi differenziali

RHEUM PALMATUM (1)Rheum è un altro rimedio acido, che pre-senta diarrea durante la dentizione e checondivide una ricca sintomatologia conMagnesia carbonica. Entrambi questirimedi da bambini soffrono di crampiaddominali prima e durante la defeca-zione; questi crampi migliorano piegan-dosi e appoggiando l’addome contro lecosce oppure facendo l’inverso, cioètirando le cosce sull’addome. Però, inRheum il dolore si aggrava dopo l’evacua-zione (come succede a Colocynthis e aPodophyllum). Rheum evacua una diarreaacre ed acida e, come Nux vomica, soffredi crampi addominali se si scopre l’ad-dome o se scopre un braccio o una gamba;invece, Chamomilla soffre di diarreadurante il clima caldo e ha dolori imme-diati, se prende freddo all’addome. Se ilpaziente riferisce freddo all’ombelico,quasi sicuramente sarà Colocynthis,soprattutto se ha questa sensazione men-tre cammina o dopo aver defecato.

COLOCYNTHISPensiamo a Colocynthis quando un’arrab-

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Magnesia carbonica

biatura agisce come fattore che scatenauna patologia dolorosa, che colpisce soli-tamente la faccia, l’intestino e la colonnavertebrale e che impedisce al paziente dimettersi tranquillo perché, così facendo,aggrava (Rest, agg. = Il riposo aggrava)[faccio presente che questa è una modalitàsegnalata da Kent, ma non figura nel suoRepertorio, come tanti altri sintomi chesono presenti solo nella sua MateriaMedica]. È ansioso ma, muovendosi ecamminando, migliora soprattutto il suodolore addominale; migliora anche pie-gandosi in due e premendosi il ventre conle mani o contro un oggetto duro [Hardedge amel. pain = (Premendo contro) unbordo duro migliora il dolore], perchéanche la pressione allevia il dolore, pro-prio come succede se prende del caffènero. Talvolta, anche il calore lo calma:questa è una modalità tipica di Magnesiaphosphorica, soprattutto se ci sono spasmi(proprio come fa il freddo, nel caso di Kaliphosphoricum, che migliora i disturbi dicarattere paretico); a tale proposito, Boe-rike ricorda che Colocynthis è compostoper il 3% di Magnesia phosphorica.Durante il dolore (che gli dà la sensazione... come se l’addome fosse premuto tra duepietre) Colocynthis è tanto debole cheriesce appena a parlare. Con il doloreaddominale può arrivare a svenire oppureha vertigini e questa sintomatologia èaccompagnata o si alterna a disperazione,irritabilità, furia e grida. È nota anche l’al-ternanza tra dolore addominale e cefalea,come si riscontra in Arsenicum album,Rhus toxicodendron e Calcarea phosphorica.Il dolore addominale è radiante e si pro-paga verso le gambe, il pene, la mammelladestra, il torace, la schiena e l’ano; siaggrava quando mangia patate, farinacei,frutta e formaggio.Colocynthis è l’unico rimedio che presentila sensazione (registrata nel Repertoriocome “Falsa percezione”) di trovarsi inun’altra stanza che non è la sua.Nell’intento di comprendere alcuniaspetti della sua mentalità, può risultareutile l’ipotesi per cui avvertirà nel suoambiente la stessa cosa che si sviluppanel suo addome, cioè si sentirà costretto:gli altri cercheranno di stringerlo, com-primerlo in un luogo che non gli è pro-

prio ed egli avrà il desiderio di scappare,con la paura che gli succederà qualcosa.Va in collera se lo interrogano e non tol-lera che lo ‘obblighino’ a rispondere(cioè che lo co-stringano).Allen dice: Stato peculiare della suamente: non può seguire un treno di pen-sieri, quando lo obbligano a rispondere,anche se poco dopo ritorna alla sua solitaallegria. Non gli va bene nulla, è collericoe diventa estremamente impaziente conchiunque lo obblighi a rispondere.È noto come il semplice fatto di formular-gli una domanda in Colocynthis agiscacome motivo scatenante il suo malesseremodalizzato. Quando presenta indigna-zione e reprime la sua ira vivendola insilenzio, lo possiamo confondere conStaphysagria, perché anch’egli si ammalaper indignazione, disprezzo, cattive noti-zie, frustrazione, afflizione, rimproveri e,soprattutto, per offese. Entrambi questirimedi hanno paura dei temporali, sof-frono di ansia per la salvezza, sono avarie gelosi. Colocynthis, come Chamomilla,ha irrequietezza dovuta alla collera.Da parte sua Staphysagria, quando siarrabbia, trema e nella sua nota ipersensi-bilità difficilmente mancano i seguentitemi: rispetto, offese, onore, amore delusoe scortesie (che gli sono insopportabili). Ènostalgico, impressionabile e rimugina(Dwells). Presenta vertigini nei luoghi alti egli oggetti gli sembrano piccoli. Ha pauradi perdere la sua posizione sociale; è invi-dioso e ha paura della povertà; ha le falsepercezioni che perderà tutta la sua fortunae che la sua famiglia morirà di fame.Sembra che Colocynthis oscilli tra il repri-mere tutta la sua collera, la sua impulsivitàe lo stare costretto a causa delle sue ansiee le sue paure (è in questo che assomigliadi più a Staphysagria) e, all’estremo oppo-sto, il dare libero sfogo alla sua violenza,senza freni (e in questi momenti può essereconfuso con Lycopodium clavatum).

RHEUM PALMATUM (2)Ritorniamo a Rheum. Mentre cammina,gli sembra di avere un’ernia e, quandodorme, suda abbondantemente al cuoiocapelluto e il sudore può essere o nonessere acre/acido (Clarke). Prova brivididurante la defecazione e sente un gusto

amaro con tutti i cibi.Come gli vengono i crampi addominali sesi scopre, così gli si contraggono i muscolidella faccia, con tendenza a corrugare lesopracciglia, e prova una costrizione allagola e allo stomaco.Rheum e Magnesia carbonica condivi-dono, essenzialmente, la sensazione diinquietudine interna come segno del-l’inquietudine e della non tranquillità.A questo riguardo, la patogenesi riportaquanto segue:– Rheum presenta contrazione dellepupille accompagnata da inquietudineinterna. (Hahnemann)– Rheum soffre di febbre con inquietudine.(Allen)– Magnesia carbonica non può dormire permolto tempo di sera e questo fatto è dovutoa una grande agitazione del suo sangue;dorme inquieta, con inquietudine e, senzapoter trovare sollievo, si rigira da unaparte all’altra. (Hahnemann).– Magnesia carbonica soffre di ansia e diinquietudine. Di notte, a letto, non puòtenere le gambe coperte, perché deve sco-prirle subito per rinfrescarle. (Allen)Entrambi questi due rimedi sono freddo-losi e peggiorano con i cambiamenti deltempo e con il vento. Migliorano piegan-dosi in due. Hanno una sensazione dicostrizione, interna ed esterna. Sudanodurante la dentizione. Migliorano man-giando e dopo aver mangiato. Peggioranocon la frutta e hanno avversione al latte eal latte materno. Il loro sonno è caratteriz-zato da sussulti e piangono, parlano e gri-dano dormendo. Da bambini sonoinquieti, irritabili, strillano e hanno diar-rea durante la dentizione. Magnesia carbo-nica tarda nell’imparare a parlare.

SINTOMI ADDOMINALI DI RHEUM1. Dolore in generale all’addome di mat-tina, a letto, quando si scopre. 2. Doloreaddominale: deve piegarsi in due. 3.Dolore addominale: flettendo le gambe(sull’addome) migliora. 4. Dolore addo-minale, in generale, dopo il risveglio,che si aggrava defecando. 5. Doloreaddominale dopo defecazione. 6. Doloreaddominale perché si è scoperto. 7.Dolore addominale perché si è scopertole gambe. 8. Dolore addominale a

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Omeopatia clinica

crampo, di mattina, perché si è scoperto.9. Dolore crampiforme perché si è sco-perto. 10. Dolore crampiforme quando siscopre gli arti (gambe e braccia), quandosi alza. 11. Dolore addominale taglientedopo defecazione.

Organotropicamente Rheum è utilizzatocome lassativo, in quanto non irrita lamucosa intestinale ma stimola la peristalsidel tubo digerente. Sente i denti freddi espuntati. Ha dolori ardenti nella zona incui, precedentemente, si era manifestata lapsoriasi. Ansia durante la cefalea.

SEGNI SINTOMI E SENSAZIONI COME SECARATTERISTICI DI RHEUM– Tendenza ad aggrottare le sopracciglia.– Forte tiramento dalla base alla punta del naso.– Vescica debole, deve fare un grandesforzo per mingere.– Come se si trovasse in un sogno.– Come se avesse un bozzo vicinoall’ombelico.– Come un peso nella parte superiore del petto.– Dolore tagliente nelle vertebre lombari.– Pesantezza come al risveglio da unsonno pesante.– Crepitio scricchiolante o gorgoglio deimuscoli di qualsiasi parte del corpo.– Lingua gonfia.– Gonfiore di qualsiasi parte del corpo chesia appoggiata.– Diarrea soltanto da movimento.– Peggiora di notte, al risveglio, lamattina dopo un sogno, quando si sco-pre, per il freddo.– Migliora con il calore o coprendosi.– Lateralità sinistra oppure destra supe-riore e sinistra inferiore (crociata).– Dolori pulsanti.– Sudorazione: sulla parte superiore delcorpo (invece Hyosciamus suda nella parteinferiore), che tinge i vestiti di giallo.– Stanchezza e pesantezza: come al risve-glio da un sonno profondo.– Quando è in piedi, sente che il cer-vello si muove, come se fosse allentato;soffre di vertigini e di una sensazione dipeso nell’utero. Qualunque sforzo ancheleggero lo fa sudare sulla fronte e sullatesta. Grande pesantezza in tutto ilcorpo dopo aver dormito.

Durante la defecazione, si irrita e comin-cia a strillare. Il suo carattere è aspro/acidocome le sue “secrezioni”: il sudore, le erut-tazioni, il vomito, la diarrea, tutto è acidoe, sotto questo aspetto, Rheum assomigliamolto a Natrum phosphoricum.Il bambino Rheum è impaziente, impul-sivo, impetuoso e frettoloso. Cerca la litesenza motivo e grida mentre dorme edurante la dentizione. Vuole cose che poirifiuta quando gli vengono offerte. Allostesso tempo, sente di gusto amaro il lattee i dolci e ha avversione al gioco, sintomograve in un bambino.Questo rimedio figura nelle rubriche“Ansia di coscienza” e “Rimorsi”. È riser-vato e non chiede nulla (“Asks nothing”),anche se, come Chamomilla, desideraessere trasportato/portato in braccio.

SINTOMI DIGESTIVI CONDIVISIDA MAGNESIA CARBONICA E CHAMOMILLA1. Diarrea nei bambini. 2. Diarrea durantela dentizione, nei bambini. 3. Diarreadurante la dentizione. 4. Diarrea duranteil/la tempo/stagione caldo/a. 5. Diarreadurante le mestruazioni. 6. Diarreadurante la gravidanza. 7. Dolore addomi-nale prima delle mestruazioni. 8. Doloreaddominale violento. 9. Dolore dastretta/pressione. 10. Crampi addominalinei bambini. 11. Dolori addominali cram-piformi con diarrea. 12. Dolori addominalicrampiformi prima delle mestruazioni. 13.Dolori addominali crampiformi durante ladefecazione. 14. Dolore addominaletagliente prima delle mestruazioni. 15.Dolore tipo bearing down (pressione versoil basso) durante le mestruazioni. 16.Dolore tirante in regione ombelicale.

L’ANSIA DI MAGNESIA CARBONICAMagnesia carbonica vive in uno stato per-manente di inquietudine e di ansia: Comese dovesse succedere qualcosa di brutto.Sembra che nel suo letto, sotto le coperte,Magnesia carbonica trovi rifugio per atte-nuare o calmare la sua ansia; ma questo laconforta solo per breve tempo. Quando sirende conto che la sua ansia continua, l’in-quietudine la butta giù dal letto ma, dopoessersi alzata, rimpiange di averlo fatto.Quando è a letto, sente la necessità di sco-

prirsi non appena le si riscaldino i piedi.Durante la notte, sente un grande caloreinterno, motivo per cui non può rima-nere coperto e, contemporaneamente,prova disgusto per essersi scoperto.(Hahnemann)

Non riesce a liberarsi dall’inquietudine chesente davanti alla minaccia permanenteche succeda qualcosa di brutto:Angoscia con tremore e paura, come sequalcosa di brutto lo stesse minacciando;questo passa di sera, a letto. (Hahnemann)Ansia con tremore e paura, come se perce-pisse una qualche disgrazia; il tutto scom-pare di sera, a letto. (Allen)Per varie notti non poté dormire a lungo acausa dell’ansia; spesso si svegliava, manon poteva restare così perché avevafreddo. Sentiva ansia e inquietudinedurante la notte a letto, non poteva sop-portare di avere un arto coperto e, tutta-via, fuori dalle coperte si infreddolivaimmediatamente. (Allen)

ANSIE E PAURE DI MAGNESIACARBONICA1. Ansia, di sera, a letto, migliora. 2.Ansia, di sera, a letto, inquietudine eansia, deve scoprirsi. 3. Ansia, quando vaa letto, migliora. 4. Ansia, a letto. 5. Ansiacon inquietudine, di notte, deve scoprirsi.6. Ansia, dovuta al calore del letto, ma hale gambe fredde se le scopre. 7. Paura, che

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Il dottor G. E. Krichesky

Magnesia carbonica

succeda qualcosa. 8. Paura, che succedaqualcosa, di sera, a letto, migliora. 9.Paura, che succeda qualcosa, per tutto ilgiorno, dopo essere andato a letto,migliora. 10. Paura, di sera, a letto,migliora. 11. Paura, di una disgrazia, disera, a letto, migliora. 12. Ansia, con son-nolenza. 13. Ansia, sonno interrotto.

L’ANSIA DI MAGNESIA CARBONICA: QUADRO 1

ANSIA PAURA CHE MIGLIORAINQUIETUDINE SUCCEDA QUALCOSA TEMPORANEAMENTE

DI BRUTTO DI SERA A LETTO

Il meccanismo della paura ha modalitàsimili a quello dell’ansia, perché anche lapaura migliora di sera, a letto. In realtà, lecose brutte che minacciano Magnesia car-bonica e che le fanno paura sono i ladri, lapazzia (paura ereditata da Calcarea carbo-nica) e le disgrazie.Sogna disgrazie proprie e di altre persone:funerali, spettri, mutilazioni e attacchi diepilessia. Sogna anche che entrano ladri incasa sua e che cercano di ammazzarlo;inoltre ha pure la falsa percezione che saràassassinato.Questo rimedio è presente nella rubricaPaura delle malattie. Ha paura di unamalattia imminente e ha la falsa perce-zione di soffrire di una malattia incurabile.Contrariamente a Calcarea carbonica,migliora quando pensa ai suoi disturbi.Sul piano affettivo, Magnesia carbonicasoffre di abbandono (ha la falsa perce-zione che lo hanno abbandonato e quellache non si sente amato dai familiari edagli amici) e di nostalgia (sogna lanonna morta, sogna di viaggiare, sognache si è perso in una foresta, che fa sforziper ritrovare la strada di casa e che nontrova la sua stanza).Tutta la sfortuna sembra poca cosa percompensare l’ansia di coscienza di cui sof-fre Magnesia carbonica.

MAGNESIA CARBONICA RIASSUNTAIN 12 SINTOMI

1. Ansia di coscienza. 2. Paura che suc-ceda qualcosa. 3. Paura dei ladri. 4.Abbandono. 5. Abbandonato dai familiarie dagli amici. 6. Nostalgie. 7. Desiderio diandare a casa. 8. Sogna denaro. 9. Nonpuò lavorare: gli è impossibile. 10. Deve

camminare. 11. Inclinazione a scoprirsi ipiedi. 12. Migliora pensando ai suoi sin-tomi/disturbi.

L’ANSIA DI COSCIENZA

DI MAGNESIA CARBONICA: QUADRO 2

DISGRAZIE SENZA SALUTE, NON PUO’E INCIDENTI LADRI, PERSO, RIPOSARE

SENZA AMORE

ALCUNI TEMIDI MAGNESIA CARBONICAA. Paura di perdere la salute:

– Anticipazione, prima di andaredal medico o dal dentista.

– Paura di impazzire.– Paura di morire quando vomita.– Dispera di guarire– Disperazione causata dai dolori.– Dubita della sua guarigione.– Crede di avere una malattia incurabile.– Sogna di malattie.– Piange a causa del mal di denti.– È ansioso se ha la febbre

o il mal di testa.– È inquieto per il dolore.

B. Paura dei ladri:– Crede che sarà assassinato.– Sogna che entrano i ladri

e tentano di ucciderlo.– Sogna di fare contrabbando.– Sogna che sta per essere arrestato.

C. Sensazione di abbandono:– Non si sente amato dai familiari

e dagli amici.– Sogna di sposarsi con una persona

che non gli/le piace.– Geloso e loquace.

D. Nostalgia:– Sogna che viaggia; che si è perso

in una foresta.– Sogna di essersi perso in casa

sua e che non trova la sua stanza.– Desidera viaggiare e camminare.

E. Sogni:– L’ansia lo sveglia, per cui

non riposa e non dorme.– Sogna il fuoco e che si sta bruciando.– Sogna l’acqua e i pericoli

che sono in relazione con essa,come inondazioni e tempeste.

Se ci si presenta una persona inquieta,che ha paura di perdere la salute o diessere derubata (ricordo che Magnesiacarbonica ha la falsa percezione di con-tare denaro: come se contasse quantodenaro le sia rimasto dopo essere stataderubata), che ha anche paura di essereabbandonata, che si sente persa perfinoin casa propria e vuole rifugiarsi a lettoma, mentre dorme, i suoi sogni la tra-discono e le mostrano ancora ciò che piùteme, probabilmente ci troviamo davanti auna persona Magnesia carbonica.

Il camminare e il viaggiare, cercando lasolitudine e migliorando con essa,potrebbero essere il modo in cui Magne-sia carbonica crede di scappare, almenotemporaneamente, dal suo dolore.Molti sintomi della patogenesi mostranola distrazione, l’inquietudine e l’irritabilitàdi Magnesia carbonica:Inquietudine con tremore delle mani e dis-trazione. (Hering)Apprensione ed indisposizione; di pome-riggio, mal di testa come se la testa fosseschiacciata in una morsa; la sera, torna ilbuonumore. (Hahnemann)Inquietudine interna, con tremore dellemani, e tanta distrazione che, mentrescrive una lettera, deve alzarsi spesso etornarla a scrivere tre volte.Irritabile, non sa che cosa fare, consudorazione.Molto smemorato e di cattivo umore.La testa gli sembra intontita ed ottusa acausa del lavoro mentale.

CALCAREA CARBONICACome eredità di Calcarea carbonica,Magnesia carbonica non ha paura dellapovertà né ansia per il futuro, benchésia un individuo pieno di preoccupa-zioni. Si tratta di una persona avida,come Calcarea carbonica, ma che dimo-stra una grande incapacità per le sueoccupazioni. L’esercizio mentale le pro-voca ottundimento mentale e confu-sione. Ha memoria debole per i suoiaffari, che le provocano rigetto e apa-tia, e pensa di giocare d’azzardo perguadagnare denaro; inoltre, sogna divincere alla lotteria.

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Omeopatia clinica

RESPONSABILITÀ E LAVOROIN MAGNESIA CARBONICA1. Pieno di preoccupazioni. 2. Incapacitànelle proprie occupazioni. 3. Peggiora conl’esercizio mentale. 4. Indolente, conavversione al lavoro. 5. Debole di memo-ria per le proprie occupazioni. 6. Avver-sione al lavoro mentale. 7. Gli è impossi-bile lavorare. 8. L’esercizio mentale lorende ottuso. 9. Lo scrivere lo rendeottuso. 10. Avidità. 11. Ha la passione perle scommesse e per il gioco d’azzardo. 12.Passione per il gioco d’azzardo con l’in-tento di guadagnare denaro.

Magnesia carbonica sente il desiderio dirimanere solo e migliora quando è solo.È una persona freddolosa che miglioraall’aria aperta (fa eccezione la gola). È ipersensibile al freddo e al tocco: sus-sulta e grida quando lo toccano; sussultaanche per il rumore (Duprat). Non tollera di essere guardato.Suda quando ha dolore, dopo il dolore(Boenninghausen) e quando beve liquidicaldi. Presenta sudore caldo alla testaquando mangia cibi caldi (Duprat). È irritato per l’afflizione prima e durante lemestruazioni, durante il mal di denti e acausa della sudorazione. Anche l’irritabi-lità migliora all’aria aperta.Soffre di gelosia, che gli provoca loquacitàed è logorroico anche quando si ubriaca.Ha la sensazione di essere toccato e sus-sulta se lo toccano quando non se l’a-spetta. Il bambino grida quando lo toc-cano, sbatte la testa contro il muro e simorde le unghie.Scontento e insoddisfatto, può insultare emordere. Provoca gli altri ed è violento.

IRRITABILITÀ E COLLERAIN MAGNESIA CARBONICA1. Insulta. 2. Collera violenta. 3. Morde.4. Si morde le unghie. 5. Criticone. 6.Insoddisfatto. 7. Scontento. 8. Disgu-stato di tutto. 9. Eccitazione con la feb-bre. 10. Eccitazione prima delle mestrua-zioni. 11. Eccitabile. 12. Eccitabile conrumori nell’orecchio. 13. Irritabilità. 14.Irritabilità nei bambini. 15. Irritabilitàcausata dall’afflizione. 16. Irritabileprima delle mestruazioni. 17. Irritabiledurante le mestruazioni. 18. Irritabile

quando suda. 19. Irritabile durante ilmal di denti. 20. Irritabilità quandocammina all’aria aperta. 21. Non tolleraessere guardato. 22. Litigioso. 23.Umore/carattere repulsivo. 24. I bambinigridano quando li toccano. 25. Sbatte latesta contro il muro. 26. Scontroso.

Magnesia carbonica è ipersensibile airumori; sussulta quando li sente, condiminuzione dell’udito:– Sente il suono di campane nell’orecchiosinistro a letto, quando si sveglia la mat-tina, poi accusa un forte dolore se si toccal’orecchio. (Hahnemann)– Sente rumori quando deglutisce equando ha vertigini; peggiora in unastanza calda e se è sdraiato.

Magnesia carbonica: casi clinici

CASO CLINICO N. 1Si trattava di un paziente di 39 anni, diprofessione architetto, che venne a visi-tarsi accompagnato dalla moglie. Duranteil racconto spontaneo mi disse:

Da 15 giorni, accuso un dolore addomi-nale. A 17 anni, ebbi la mia prima colicarenale e circa due anni fa ho espulso uncalcolo di ossalato di calcio. A 10 anni, hosofferto di asma bronchiale e ho fattomolte cure. Ora, ogni tanto, faccio un po’di fatica a respirare, mi succede una o duevolte l’anno, mi spiego? (...)Ogni 2-3 mesi, soffro di nevralgia del tri-gemino destro: mi fa impazzire, sbattereila testa contro il muro. (...)Due anni fa, sono iniziati i miei problemidi stomaco: vomito di notte, quando man-gio qualche salsa. È un vomito molto forte,che mi sveglia, e dopo sudo molto: mibagno nel mio sudore (la moglie aggiungeche il marito è molto teatrale). (...)Sono nervoso, abbastanza nervoso, e ho uncarattere e un modo di esprimermi forti.Sono molto dedito alla mia professione eal mio lavoro di docente. Sono molto sen-sibile: mi colpiscono le cose, leassorbo.Esplodo, mi irrito; sono una per-sona razionale, ma molto passionale. Cisono argomenti che per me sono fonda-mentali, come la lealtà: quando mi toc-cano su questi punti, mi si scatena l’adre-

nalina e mi arrabbio, mi capite? (...)Non faccio sport, non sono adatto, forseperché la mia asma non mi permettevadi giocare con i miei compagni, micapite, dottore?Mi sono sposato a 23 anni. Litigo con miamoglie: mi irrita molto la sua poca consi-derazione di sé e così ci insultiamo avicenda. (La moglie dice, in tono ironico,che una volta vi fu una lite per la scelta diun libro). In genere siamo passionali, cisono molti contrasti tra di noi e moltorisentimento. Abbiamo fatto per sei anni laterapia di coppia. Non ci perdoniamofacilmente le cose e ci sono rancori chepersistono da molto tempo, mi capite? C’èstata una grande opposizione al nostromatrimonio da parte dei familiari, ma orai nostri rapporti sono eccellenti.Sono molto geloso delle mie relazioni,mi capite? Amo incondizionatamente emi costa molto odiare, benché ci sianoalcune persone che mi indispongono.Non tollero l’ipocrisia, percepisco la dif-fidenza, visualizzo l’ipocrisia, micapite? La falsità, l’ipocrisia, la man-canza di etica, l’opportunismo, ecc. mifanno impazzire.Sono una persona collerica, grido, per-cuoto, insulto... però non arrivo adazzuffarmi. Quando mi irrito, reagiscoin modo autoritario.Mi angoscio profondamente. Ho pauradelle malattie e le malattie mi impressio-nano moltissimo. Ho paura degli incidenti,che succeda qualcosa di brutto. Nel sonno,ho dei soprassalti e dormo male, perché misveglio vomitando. Ho l’abitudine di sco-prire i piedi, anche d’inverno. Ho semprevoglia di mangiare pane e burro: lo prefe-risco a qualsiasi altro alimento.In generale, mi considero un ottimista. Il mio sudore tinge di giallo gli indu-menti bianchi.

Durante la visita, attirarono la mia atten-zione la loquacità di questo uomo, cheispirava simpatia, e la grande ansia, cheegli esprimeva muovendosi continuamentementre era seduto: non riusciva a rimanerefermo nella stessa posizione nemmeno unminuto. Nel suo modo di esporre notaianche tutti quei suoi mi capite?, che micapita di sentire con frequenza nei pazienti

51 il medico omeopata

Magnesia carbonica

che soffrono di abbandono.Per molto tempo gli somministrai Nuxvomica, perché avevo dato un certo pesoai suoi accessi di collera, alla sua indigna-zione, alla sua ipersensibilità nei con-fronti delle ingiustizie e delle questionid’onore, ai suoi disturbi digestivi (antipe-ristalsi), alla sua gelosia e alla sua grandeindustriosità. Nux vomica migliorò la suapatologia digestiva solo in modo parzialeo locale. Il suo carattere rimase uguale:era soltanto un po’ più calmo, come eglistesso dichiarava: Sono un po’ più tran-quillo, ma solo un poco.Un’altra questione, che aveva attirato lamia attenzione, era stata la sua laborio-sità: lavorava anche durante le ferie ederano anni che non andava in vacanza,nemmeno per un giorno. Quando lointerrogai su questo argomento, le sueparole misero in evidenza un sintomo,cui io non avevo dato importanza e chenon avevo gerarchizzato: la paura chepotesse succedere qualcosa di bruttonella sua impresa edilizia, alla sua fami-glia, oppure quando i figli o la moglieerano in ritardo o tornavano a casa tardi.Aveva anche molta paura degli incidenti.I sintomi che repertorizzai per arrivare aMagnesia carbonica furono i seguenti:

– Paura degli incidenti. – Paura che succeda qualcosa. – Industrioso/laborioso. – Loquacità. – Sudorazione dopo un attacco. – Inquietudine quando è seduto. – Desiderio di pane e burro. – Sudore che tinge di giallo gli indumenti. – Scopre i piedi durante il sonno.

Magnesia carbonica guarì perfettamentetutti i suoi sintomi e provocò un cambia-mento nel suo comportamento. Ricordoche, dopo la prima dose, per la prima voltalo vidi stare seduto tranquillo, senza muo-versi. Non solo sparì la sua dispepsia, maanche il suo carattere ebbe una svoltapositiva. Ora è in grado di rilassarsi, dor-mire e passeggiare, senza la paura chesucceda qualcosa di brutto.

CASO CLINICO N. 2G.B. era una signora di 62 anni che,

durante la prima visita, mi disse:Quando ho un dispiacere o un qualcosache mi fa stare male, mi viene mal ditesta; allora, cammino e cammino, e nonso perché. Prendo della ‘cáscara sagrada’. Soffro di varici ad entrambe le gambe. A 55 anni, sono stata operata di un fibroma. Soffro di tachicardia da più di 30 anni edi emorroidi da quando ho partorito. Ho una figlia di 43 anni, sposata. In cintura, nella parte bassa, sento undolore che, quando aumenta, mi facamminare.Sono sensibile al freddo e al caldo: il solemi provoca mal di testa e qualche vertiginee, di solito, mi copro molto. Non mi piacestare al chiuso: mi da mal di testa. Mi piacciono molto i dolci... Sono una persona molto impulsiva... Molte volte, sogno di passeggiare...Litigo molto con mio marito, perché vive dibugie: devo sopportare che abbia un’a-mante. La mia unica via d’uscita è quelladi sopportare: fingo che non mi importi,ma devo vivere agli ordini di quell’altradonna. Non sono in buoni rapporti conmia figlia, perché ha un carattere forte:tutto dev’essere come dice lei.Si trattava di una donna, che viveva con-tinuamente nel dispiacere causatole dalmarito e dalla figlia; inoltre soffriva di unaterribile gelosia. Una volta, assalì il marito(che non aveva nessuna amante), perchéera gelosa in modo patologico, al limitequasi del delirio.Da quello che mi aveva detto, risalta-vano i rimproveri verso gli altri e le cri-tiche di disprezzo verso quelli che, unavolta, aveva amato. Il racconto sponta-neo continuava così:Mia nipote è tanto ipocrita che ormai nonla sopporto più. Cerca uomini sposati. Pen-savo che mi volesse bene in modo sincero e,invece, era pura convenienza. [A questopunto del racconto, sul bordo del foglio sucui scrivevo la storia annotai: Abbandono,gelosia, rimproveri: Lachesis.].Anche il mio primo marito era autoritario,ladro e donnaiolo; con lui avevo molte dis-cussioni e, a volte, non gli parlavo. Erasuperbo e vanitoso. Una cognata ci sepa-rava. Divorziammo e poi morì. A 45 annimi ritrovai da sola e dovetti andare a lavo-rare. Mi risposai a 48 anni: il mio secondo

marito si era reso conto che gli convenivasposarmi. Io mi risposai per avere unafamiglia, lui, per convenienza...Ho una vita tranquilla. Mi piace uscire evisitare gli amici. Sono molto aperta con imiei amici, ma se vedo che si tratta di unrapporto di convenienza, cerco di aprirmi…!Vivo con la paura che mio marito mi portia casa delle donne perché, allora, io rimar-rei abbandonata. Ho molta paura che suc-ceda qualcosa di brutto, che mi faccianouna ‘fattura’ di magia nera. Sono sugge-stionabile e mi vengono le palpitazioniquando vedo un film del terrore. Untempo, mi sembrava di vedere il coperchiodi una bara dietro la porta.

Questa signora dirigeva una scuola di spiri-tismo. Si era dedicata allo spiritismo acausa della sua paura del male, che avevada sempre e che proiettava in tutte le per-sone che conosceva: dalla cognata alla suavicina di casa fino ad arrivare alla nipote.G.B. era una donna molto gelosa e nontollerava gli abiti stretti sul collo.Cominciai a curarla con Lachesis, cheassunse a diverse diluizioni, ma che nonl’aiutò per niente.Nelle visite successive, mi disse di essereegoista, diffidente e avara, che il sole leprovocava mal di testa e che i vestiti dilana le pungevano la pelle. Aggiunse,inoltre: Penso al cancro e penso di avereuna malattia incurabile.A questo punto, gerarchizzai il sintomogenerale, che si manifestava quando ildolore era più intenso: – Avere voglia di camminare e nonsapere perché (cioè: deve camminare).Assieme ai seguenti sintomi: – Mal di testa in un luogo chiuso; – Paura del male; – Paura che succeda qualcosa di brutto;– Desiderio costante di sottaceti. La repertorizzazione di queste cinquerubriche mi indicò come rimedio Magne-sia carbonica, che migliorò tutta la sinto-matologia, compresa la necessità di recarsialla scuola di spiritismo. Si attenuò anchela sua diffidenza e la signora smise di sen-tire che gli altri, invece di volerle bene, siapprofittavano di lei per convenienza.Migliorarono, inoltre, i suoi rapporti con ilmarito, con la figlia e con la nipote.

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Omeopatia clinica

CASO CLINICO N. 3Si trattava di una signora di 41 anni.Venne a visitarsi per nevralgie facciale edoccipitale, che si mescolavano con mal ditesta e vomito. Durante il racconto spon-taneo mi disse:Da 3 anni, mi va tutto male. Ho la pres-sione diastolica alta (110 mm/Hg), soffrodi gastrite, l’azotemia è alta e le mestrua-zioni sono irregolari.Non sono stata cresciuta dai miei genitori,ma da mia nonna. Ora, vedo i miei geni-tori, ma la nostra relazione non è buonacome vorrei.A 27 anni, mi sono sposata. 7 anni fariscontrarono a mio marito un tumore altesticolo: fu operato due volte. Mia suoceravive vicino a casa mia; soffre di depres-sione, ma è una brava donna.Vado in chiesa e condivido molto con i fra-telli. I giorni in cui non ci vado, mi dedicoalla casa e ai bambini. Io e mio marito nonusciamo molto assieme, siamo tranquilli ela nostra relazione è buona. Sono troppotranquilla, sebbene abbia un carattere unpo’ brutto, forse perché mi trascino dietrouna montagna di cose fin da bambina. Tal-volta grido e me la prendo con mio marito:dato che non sta molto a casa una comin-cia a brontolare. Ricordo di aver avutomolti problemi di gola. Durante la gravi-danza fui ricoverata per infezioni urinarie.Ho sempre sofferto di mal di testa...Incolpo i miei genitori di non essersi occu-pati di me. Poco tempo fa, ho visto miamadre e le ho chiesto perché non lo abbiafatto. Voglio più bene a mia zia Rosa chea mia madre: è lei, praticamente, miamadre, anche se non la chiamo mamma.Mi sento giù di morale. Mi chiedo perchéquesto succeda a me e protesto. Ho moltadifficoltà a perdonare: talvolta, non è moltofacile dimenticare. Però, è brutto vivere conil rancore: non mi fa bene vivere così.A casa collaboriamo tutti. Ci sono giorniin cui sto bene e altri no, ma lo stesso fac-cio abbastanza. Prima delle mestruazioni,sono una ‘macchina da lavoro’.Ho paura di morire e di lasciare i mieifigli. Ho paura che succeda qualcosa dibrutto e anche di diventare pazza. Sto benequando qualcuno mi dice: “Sono moltocontento di vederti”.Non comprendo certe cose della vita quoti-

diana, non capisco i bambini. Io grido e miofiglio mi dice: “Perché non puoi parlarmi inmodo normale?”. Dopo aver gridato, mirendo conto di aver sbagliato, ma non chiedoscusa: questo è il mio grande dramma. Miviene voglia di rompere qualcosa.Mi fa rabbia che i bambini mi chiedano per-ché non mi abbia partorito la nonna. Sentotristezza, angoscia e un po’ di vergogna.Faccio degli incubi: sogno che entrano incasa i ladri e che non posso gridare; chechiamo al telefono, ma nessuno mirisponde; che salgo le scale. Mio marito midice che sussulto nel sonno e che milamento, come se qualcuno mi facesse delmale. Mi sveglio alle 2.00 di notte con lapaura che succeda qualcosa di brutto ecammino. Sono molto nervosa, anche setutti mi vedono tranquilla.

Questa paziente aveva sofferto di unabbandono reale, per cui il sintomoAbbandono bisognava prenderlo con lepinze però, ancora oggi, questo abban-dono la faceva soffrire. Anche tutti i suoilegami affettivi le provocavano dolore.Considerando come sintomi da repertoriz-zare l’abbandono, l’attività aumentata primadelle mestruazioni, la paura che succedaqualcosa di brutto e la paura di impazzire,risultarono questi tre rimedi: Calcarea carbo-nica, Sepia e Magnesia carbonica.Osservando le modalità del mal di testa edelle nevralgie, quello che era chiaro fu che,quando i dolori erano all’occipite, sentivauna frecciata in quel punto se cercava di berequalcosa. Aggiungendo nella repertorizza-zione questo sintomo, mi rimase come rime-dio soltanto Magnesia carbonica.Nella repertorizzazione, non tenni conto deisogni (anche questi portavano alla scelta diMagnesia carbonica) e dell’inquietudine chela obbligava ad alzarsi e a camminare (altrosintomo di Magnesia carbonica).

Sintomi utilizzati per la repertorizzazione:1. Abbandono, sensazione di.2. Laboriosa/industriosa

prima delle mestruazioni.3. Paura di impazzire.4. Paura che succederà qualcosa.5. Mal di testa, all’occipite,

aggravato quando beve.

Sintomi che non furono usatinella repertorizzazione:1. Sogna di fare sforzi infruttuosi

per gettare cose. 2. Sogna di fare sforzi infruttuosi

per parlare. 3. Sogna i ladri.

Magnesia carbonica e Calcarea carbonica

SINTOMI CHE MAGNESIA CARBONICA ECALCAREA CARBONICA CONDIVIDONO– Disperati quando hanno i dolori e dubi-tano della loro guarigione.- Inquieti quando hanno la febbre e primadelle mestruazioni.– Sognano malattie e hanno la falsa per-cezione di avere una malattia incurabile.– Si ammalano per afflizione, per spa-vento/paura e per le preoccupazioni.– Ansia e inquietudine con debolezza.– Ansia di coscienza, che provoca tremore,insonnia, mal di testa, febbre e sudorazione.– Paura di impazzire e paura che succedaqualcosa di brutto.– L’esercizio mentale provoca confusione,inibizione e debolezza.– I sintomi mentali sono aggravati dalparlare e durante le mestruazioni.– I sintomi mentali migliorano all’ariaaperta, soprattutto l’irritabilità (che siaccentua prima e durante le mestruazioni)e il malumore; questi aggravano rima-nendo in casa.– Sensazione di abbandono. – Nostalgia, con desiderio di viaggiare e diritornare a casa.– Non tollerano di essere guardati.– Avidità, cupidigia.– Dentizione lenta. Lenti nell’imparare aparlare e nel guarire dalle ferite.– Sussultano nel sonno.– Piangono e gridano nel sonno.– Sognano gente morta e sognano di faresforzi infruttuosi. Sono ansiosi e impauritial risveglio.– Freddolosi; migliorano con il temposecco; si ammalano e aggravano con leapplicazioni umide.– Tremano a causa dell’ansia e della paura.– Presentano avversione al latte materno.– Hanno la sensazione di ragnatela sulla faccia.

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Magnesia carbonica

SINTOMI DI CALCAREA CARBONICA NONCONDIVISI DA MAGNESIA CARBONICA – Paura continua della morte. Ha presen-timenti ed è molto impressionabile.– Paura delle malattie contagiose e diquelle cardiache, di morire di fame edella povertà. – Non sopporta che lo guardino per paurache gli altri avvertano la sua confusione(questo è il primo passo verso la sua pazzia).– Soffre di ansia per la salvezza della suaanima. Manifesta precocità religiosa, che èin contrasto con la lentezza della denti-zione e dell’imparare a parlare.– Ansia di coscienza, come avesse com-messo un errore e stesse per ricevere unrimprovero.– Ipersensibilità: non sopporta né di sen-tire né di vedere storie crudeli, violente otristi; però gli piace leggerle nelle riviste dimedicina.– Hahnemann dice: Presentimentoansioso, con paura e sensazione che nonpotrà evitare la morte. Cerca di compen-sare questo con il desiderio di esseremagnetizzato, che lo migliora. Miglioraanche se qualcuno gli dice: È molto facileche tu guarisca.– Insicuro, manca di fiducia in se stessoed è sensibile ai rimproveri: piangequando lo riprendono.– Si ammala a causa delle cattive notizie,dei rimproveri, degli insulti e delle offese.– Ha paura dei fantasmi, dei temporali edella folla.– Sta meglio quando è stitico (condividecon Psorinum la rubrica: Allegroquando è stitico.).– È scrupoloso per sciocchezze.– È avaro e si ammala quando perde denaro.– È testardo, ostinato.– Migliora quando è occupato e migliorain compagnia.– Aggrava quando pensa ai suoi disturbi.

SINTOMI DI MAGNESIA CARBONICA NONCONDIVISI DA CALCAREA CARBONICA– In cambio, Magnesia carbonica diventainquieto con qualsiasi tipo di dolore e hala sensazione di dover camminare in cercadi solitudine: questo lo migliora; inoltre,migliora quando pensa ai suoi disturbi. – Come è noto, di sera a letto, miglioranola sua angoscia, i sussulti nervosi, lapaura che succeda qualcosa, la pauradelle disgrazie e la sua ansia (almeno finoa quando non gli si siano riscaldati ipiedi perché, a questo punto, l’ansia el’inquietudine causate dai piedi caldi loportano a scoprirli in modo che si raf-freddino; però, successivamente, la suainquietudine nervosa lo costringe aduscire dal letto e a camminare). – Debole di memoria; se cerca di scriverenon si concentra e diventa ottuso, finoad arrivare ad essere totalmente inca-pace di leggere.– È indolente nel suo lavoro, di mattina, dipomeriggio e di notte. – I rumori nelle orecchie lo confondono.– Gelosia associata a loquacità e, se siubriaca, diventa logorroico.– Forse (questa è solo una supposizione) èperché si sente in colpa che sente chequalcuno lo tocca, ha sussulti quando lotoccano e si trova sprovveduto. Il bam-bino, se viene toccato, sbatte la testa con-tro la parete e grida.

Magnesia carbonica e Arsenicum album

Arsenicum album è il rimedio che condi-vide con Magnesia carbonica più sintomimentali e generali e, secondo la mia espe-rienza è quello con cui Magnesia carbo-nica può essere più facilmente confusa.

SINTOMI CONDIVISI DA MAGNESIACARBONICA E ARSENICUM ALBUM– Sono freddolosi, ma desiderano l’ariaaperta. Si aggravano con le correnti d’aria. – Peggiorano con il tempo ventoso eburrascoso.– Peggiorano per il parlare, quando siscoprono, quando sbadigliano, quandodigiunano, con la luce e in una stanzapiena di gente.– Migliorano con applicazioni umide,

con l’oscurità, quando scendono, con ilcalore di una stufa e quando camminanovelocemente.– Desiderano muoversi e camminare.– Tremano, con sudorazione, a causa dellafebbre e dell’ansia.– Hanno difficoltà nella dentizione e sof-frono di dolori, che compaiono improvvi-samente in piccole zone e che, quandosono ardenti/urenti, possono essere para-gonati alle punture di aghi o di spilliincandescenti.– Sentono di essere toccati.– Le loro secrezioni hanno un gusto salato.– I loro sintomi mentali si aggravanodurante le mestruazioni.– Il dolore li sveglia; con i dolori hanno desi-derio di gridare, sono inquieti e disperati. – Dubitano e disperano di guarire. – Sono irritabili se hanno mal di denti(forse, sono proprio i sintomi relativi aldolore quelli che colpiscono di più aprima vista).– Inquietudine ed ansia con la febbre.– L’inquietudine li butta giù dal letto eprovoca loro il desiderio di camminare.– L’ansia nervosa si associa al tremoree alla debolezza.– Sogni con sussulti, sogni di fatica eansiogeni; insonnia dovuta all’ansia.– Sognano disgrazie e situazioni di peri-colo; di acqua e di fuoco.– Paura, di sera, a letto. Paura di morirequando vomitano; paura che succedaqualcosa; paura dei ladri e di impazzire.– Ansia di coscienza.– Sensazione di abbandono.– Avidità e passione per il gioco d’azzardo.– Quando sono tristi, non vogliono parlare.– Sobbalzano a causa dei rumori.– Sbattono la testa contro il muro.

SINTOMI GENERALI CONDIVISI DA MAGNE-SIA CARBONICA E ARSENICUM ALBUM1. Desiderio di aria aperta, ma le correntid’aria aggravano. 2. Migliora al buio. 3.Difficoltà di dentizione. 4. Scendendomigliora. 5. Aggravamento da digiuno. 6.Dolore simile ad aghi roventi. 7. Peggioracon la luce. 8. Desiderio di movimento. 9.Secrezioni mucose salate. 10. Dolori checompaiono improvvisamente. 11. Dolori inpiccole zone. 12. Dolori a puntura. 13. Siaggrava in una stanza piena di gente. 14.

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Omeopatia clinica

Si stira e sbadiglia. 15. Il parlare loaggrava. 16. (RRR sintomo mentale) Falsapercezione: qualcuno lo tocca. 17. Tremaa causa dell’ansia. 18. Trema se ha la feb-bre. 19. Trema quando suda. 20. Aggravase si scopre. 21. Aggrava dopo essersi RRRvestito. 22. Migliora camminando veloce-mente. 23. Desiderio di camminare. 24.Migliora con il calore della stufa. 25.Migliora con il calore. 26. Aggravaquando sbadiglia. 27. Migliora con appli-cazioni umide. 28. Peggiora con il tempoventoso e burrascoso.

DIFFERENZE FRA MAGNESIACARBONICA E ARSENICUM ALBUMSappiamo che Arsenicum album è pauroso,inquieto e ansioso. Non soffre solo di ansiadi coscienza, come Magnesia carbonica, maè in apprensione anche per il suo futuro eper la sua salute. Arsenicum album è affet-tuoso e geloso, però non si sente non amatodai familiari e dagli amici.È perseguitato dai propri rimproveri e dairimorsi. Sente di aver offeso la gente; glisembra di non aver compiuto il propriodovere e di non aver fatto abbastanza;crede di aver agito male; si pensa perso,senza speranze di salvezza. Probabilmente,proprio per questa sua ansia di coscienza, sisente inseguito/braccato e perseguitato.A differenza di Magnesia carbonica, Arse-nicum album non vuole rimanere solo;desidera restare da solo soltanto quandopensa di aver offeso i suoi amici: allora,evita tutti e non vuole essere guardato.Arsenicum album teme la morte, soprat-tutto di notte (il suo momento peggiore ètra l’una e le tre di notte), quando è solo.Allora, si agita, è inquieto e passa da unletto all’altro, perché sente la morte vicinae ha paura di morire improvvisamente (ciòsignifica che ha paura di restare da soloper paura di morire.Inoltre, Arsenicum album è molto pignolo,guarda i dettagli ed è molto meticoloso.La sua ansia per il futuro comprende la pauradella povertà e quella di morire di fame:

Ha l’idea fissa che egli e la sua famigliamoriranno di fame. (Hering)I suoi desideri eccedono i suoi bisogni:mangia e beve più di quanto sarebbe beneper lei. (Allen).

Compensa la sua paura che in futuro glimanchi il cibo mangiando più di quantoabbia bisogno. Si sente meglio quando ilsuo stomaco è strapieno di cibo e, comeMagnesia carbonica, ha paura di morireper il vomito (oltre a quest’ultimo sin-tomo, i due rimedi condividono l’avidità,l’avarizia, l’invidia e la passione per ilgioco d’azzardo).Arsenicum album può diventare una per-sona corrotta, disonesta e imbrogliona: tuttociò per accumulare, non importa come.

Magnesia carbonica e Tuberculinum

Supponiamo che venga a visitarsi unbambino molto magro, che vuole sololatte e che ogni tre settimane soffra di ton-sillite, con mal di gola che si estende all’o-recchio; un bambino lento nell’apprenderea parlare e lento nella dentizione. Ha uncarattere terribile: ha violenti accessi dicollera, insulta e morde. Inoltre, è moltoirrequieto; non sopporta che lo tocchino oche lo guardino; sbatte la testa contro laparete e ha sobbalzi durante il sonno; sudasoltanto sulla parte superiore del corpo e ilsuo sudore tinge gli indumenti di giallo. Prima di prescrivergli Tuberculinum,stiamo attenti perché questo bambinopotrebbe anche essere Magnesia carbonica.I due rimedi condividono molti sintomi,però in Tuberculinum emerge un ampioventaglio di sintomi, che riguardano lasua estrema ‘distruttività’.Tuberculinum è violento, egoista ed egoti-sta/egocentrico. Desidera cambiare: per-fino quando parla, salta da un tema all’al-tro. Desidera viaggiare, vagare, cambiare.Ha la sensazione costante di essersidimenticato qualcosa. Ha la falsa perce-zione che tutto sia strano, anche le cose ei luoghi familiari. È ipersensibile agli stimoli esterni, alle dis-grazie degli animali (che lo commuovono)e alla musica (che lo migliora).Presenta fenomeni di alternanza (anchequesta è una modalità del “cambia-mento”): eccitazione ed ottundimento,allegria e tristezza, pazzia e sintomi fisici.Ha molte paure: di morire quando è dasolo; degli animali (soprattutto dei cani,dei gatti e delle vipere); del dentista; delmale; che succeda qualcosa di brutto alla

sua famiglia; teme il suicidio, i temporalie ha che gli venga un attacco.SINTOMI CONDIVISI DA MAGNESIACARBONICA E TUBERCOLINUM1. Inedia. 2. Desiderio di latte. 3. Periodi-cità: ogni 21 giorni. 4. Mal di gola che siestende alle orecchie. 5. Lento nell’appren-dere a parlare. 6. Dentizione lenta. 7. Col-lera violenta. 8. Insulta. 9. Morde. 10. Spi-rito di contraddizione. 11. Inquietudine neibambini. 12. Avversione ad essere toccato.13. Non sopporta di essere guardato. 14.Sbatte la testa contro la parete. 15. Sob-balza nel sonno. 16. Sudore che tinge gliindumenti di giallo. 17. Sudorazione inzone isolate della parte superiore del corpo.

Bibliografia

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55 il medico omeopata

Magnesia carbonica

Omeopatia - GrafologiaAnalisi del disegno

Introduzione

Scopo di questa ricerca è studiare la gra-fia e la produzione grafico pittorica deipiccoli pazienti per evidenziare eventuali

correlazioni tra i dati emersi dall’analisidi questi e i sintomi psico-comportamen-tali gerarchicamente più importanti, con-siderati e trattati nel corso della curaomeopatica. La grafia e il disegno,essendo rivelatori della personalità delsoggetto, possono poi fornire ulteriorielementi utili ad approfondire la cono-scenza del paziente, integrando eventual-mente i dati forniti dall’anamnesi. Nel-l’ambito del follow up della cura grafolo-gia e analisi del disegno possono poiconfigurarsi come ulteriori strumenti permonitorare l’evoluzione della cura stessa.

La grafologia è la scienza sperimentaleche, dall’espressione grafica spontaneadello scrivente risale alla personalità psi-cofisica, con le sue componenti intellet-tive, tendenze temperamentali, attitudiniprofessionali e relazionali. Nella nostraricerca viene utilizzato il metodo di PadreGirolamo Moretti, fondatore della ScuolaGrafologica presso l’Università di Urbino.Moretti concepisce il segno grafologicocome una diretta registrazione dellastruttura costituzionale e psicologica delsoggetto scrivente. I campi di applica-zione della grafologia sono vari: analisidella personalità, anche a integrazione diinterventi medico-terapeutici, orienta-mento scolastico e professionale, sele-zione del personale, perizie legali.

Ogni disegno è espressione della personache lo esegue. Pensiamo al bambino pic-colo: già a due-tre anni egli scaraboc-

chia, tira righe, lascia segni sul muro odovunque gli capita, traccia ghirigorisulla sabbia o sul pavimento. Cosìfacendo, egli scrive, comunica con i suoiinterlocutori. Nel disegno spontaneo, ilbambino, libero da forme di inibizione,inconsapevolmente o sotto la coperturadi una rappresentazione di comodo, ciparla dei suoi problemi, delle sue sco-perte, delle sue emozioni, dei suoi senti-menti. Nel disegno, inoltre, il bambinocodifica e rappresenta gli avvenimentiche lo circondano, compie processi diastrazione progressivamente più com-plessi, passando da scarabocchi informi alinee più significative, che rispondono,infine, a leggi prospettiche e strutturelogiche. Il disegno, inteso come linguag-gio non verbale, è così, a un tempo, unsegno, una spia dell’evoluzione del bam-bino, e un mezzo, uno strumento per lasua evoluzione. Nel nostro lavoro diricerca, utilizziamo soprattutto l’aspettoproiettivo e il simbolismo dell’espressionegrafico-pittorica, validi per conosceremeglio il bambino e comprendere le sueesigenze e necessità, nella definizionedell’intervento terapeutico.

Metodologia

Il materiale grafico e pittorico da analiz-zare viene prodotto dal paziente in modospontaneo in sede di prima visita omeo-patica e di successivi controlli. Non c’èun setting (inteso come spazio, materiali,

56 il medico omeopata

Omeopatia clinica

Elisabetta BoMedico Chirurgo – Omeopata,Grafologo [email protected]

Kary Norstrom Medico Pediatra – OmeopataGrugliasco (TO)

Liliana DurandoArte terapeuta – [email protected]

RIASSUNTOIn questo articolo vengono presentati due casi pediatricitrattati omeopaticamente, dei quali, durante la primavisita e i successivi controlli, sono anche esaminati la scrit-tura e il disegno in quanto modalità espressive della perso-nalità del soggetto. Tali casi sono stati selezionati nell’am-bito dell’ampia casistica di una ricerca in corso. Scopo ditale ricerca è studiare la grafia e la produzione grafico-pit-torica dei piccoli pazienti per evidenziare eventuali correla-zioni tra i dati emersi dall’analisi di queste e i sintomipsico-comportamentali gerarchicamente più importanti,considerati e trattati nel corso della cura omeopatica. Irisultati ottenuti confermano la validità dell’apporto dellagrafia e del disegno al fine della diagnosi e della terapiaomeopatica, nonché del monitoraggio della terapia stessa.

PAROLE CHIAVEPaziente bambino, scrittura, disegno, omeopatia, rimedioomeopatico.

SUMMARYThe article shows two homoeopathically treated cases ofpaediatric patients of which, during the first examina-tion and the later controls, have been checked also thewriting and drawing faculties as both subject’s expres-sive patterns. Those cases have been selected within awide ongoing research’s case history range. The purposeof this research is the hand writing and graphic-picto-rial production’s study in this kind of patients, to high-light the possible correlation between the data emergedfrom above and the hierarchically more importantpsycho behavioural symptoms, reckoned and treatedduring the homeopathic cure. The achieved result con-firm the soundness of handwriting and drawing’s contri-bution to the diagnosis and the homeopathic therapy aswell as the itself therapy monitoring.

KEYWORDSBaby patient, handwriting, drawing, homeopathy, homeo-pathic remedies.

presenza del conduttore …) apposita-mente predisposto. Il medico mette a dis-posizione del paziente fogli bianchi,matita, matite colorate, pennarelli, einvita il bambino a disegnare ciò chedesidera, e a scrivere, se il soggetto è inetà scolare. I lavori vengono successiva-mente analizzati dal grafologo e dall’ar-teterapeuta: i dati emersi vengono consi-derati e utilizzati come espressione dellarealtà del soggetto in quel determinatotempo e momento, hic et nunc.Presentiamo due casi: il primo è unpaziente in età scolare in visita di con-trollo, che fornisce un campione di gra-fica e un campione di disegno. Il secondopaziente, in età prescolare, fornisce piùcampioni di disegno, realizzati nel corsodella prima visita omeopatica e dei trecontrolli successivi.

Primo caso clinico(CASO DELLA DOTT.SSA KARY NORSTROM)

VISITA DI CONTROLLO12 Gennaio 2004Si tratta di un bambino di 8 anni, miopaziente mutualistico dalla nascita.Nacque da gravidanza a termine, conminaccia di aborto al secondo mese, percui la madre osservò riposo assoluto perun mese. Il parto fu eutocico e l’allatta-mento materno. Delle malattie esante-matiche contrasse la varicella. Effettuò levaccinazioni obbligatorie e facoltative. Ilprimo sviluppo psico-fisico fu nellanorma.A un anno e mezzo il bimbo fu sottopo-sto a intervento per criptorchidismo.Durante i primi anni di vita si verifica-rono soltanto alcuni episodi di faringitecon febbre. Proprio in queste occasioni,all’età di tre anni, rilevai nel bambino uncomportamento anomalo: si rifiutava diessere visitato, urlava, scappava e avevaun’espressione molto triste e distaccatadalle altre persone. Evitava lo sguardochinando il capo o guardando altrove,come se rifiutasse ogni contatto. I geni-

tori dissero di essere molto preoccupatiper il comportamento del bambino:quando c’erano ospiti in casa erano a dis-agio per causa sua in quanto il bimborifiutava ogni relazione sociale, non solocon il pediatra, ma anche con bambini eadulti.A tre anni il piccolo paziente cominciò afrequentare la scuola materna, dove rifiu-tava ogni relazione. Anche al mare, inspiaggia, rifiutava di giocare con gli altribambini. Fu allora che mi offrii di cer-care un rimedio omeopatico e, sulla basedi questa sintomatologia, (allora nonutilizzavo il computer perla repertorizza-zione), prescrissi ANACARDIUM ORIEN-TALE 200 K, un tubo dose unica al meseper tre mesi.Dopo circa un mese, la madre mi riferìche il bambino aveva cominciato a socia-lizzare: era un po’ più allegro, giocavacon gli altri bimbi e stringeva qualcheamicizia.In seguito prescrissi lo stesso rimedio ingranuli per malattie acute intercorrenti:ANACARDIUM si rivelò efficace ancheper disturbi fisici, come tosse, raffreddori,faringite con febbre. Soltanto in dueoccasioni somministrai SPONGIA TOSTA

30 CH granuli per la tosse e BELLA-DONNA 30 CH granuli per la febbre.In occasione della nascita della sorel-lina, quando il bambino aveva 5 anni emezzo, suggerii di dare il rimedio perqualche mese, alla posologia: MK, 3granuli al giorno.

In occasione di questa visita di controllo, èstato richiesto al bambino di eseguire undisegno e di scrivere spontaneamentequalche riga. Alla visita attuale (il bimbonon assume il rimedio da più di un annopoiché non si è più ammalato di episodiacuti) vengono segnalati nuovamente pro-blemi relativi alla difficoltà di relazione coni familiari e i compagni. Il bambino è dinuovo scontroso e insicuro.

DISEGNO 1: C’è un tentativo di disegnarela parte superiore (testa, tronco e arti) diuna figura umana. Il lavoro, eseguito amatita, viene poi in parte cancellato. Itratti del volto visibili ricordano quello diuno stereotipo fumettistico. Gli occhisono aperti.

DISEGNO 2: Il disegno, eseguito a matita enon colorato, sembra rappresentare unpaio di pantaloni.

DISEGNO 3 (PAGINA 58): Si tratta di un pae-saggio comprensivo di vari elementi:figura umana, albero, sole, nubi, farfalla,prato, bruchi. La figura umana è centralee completa. Il volto (ancora stereotipo

57 il medico omeopata

Omeopatia, Grafologia, analisi del disegno

Disegno 2

Disegno 1

fumettistico) ha gli occhi chiusi, la boccachiusa tipo smorfia, con fossette; man-cano le orecchie. Vengono usati i colori:marrone chiaro per i capelli, rosa per ilvolto e le mani, blu e verde per il troncoe le braccia, arancio per i pantaloni. Sonostati disegnati anche bottoni, taschini ecerniera. L’albero (tronco marrone,chioma verde) è alto; accanto alla chiomacompatta c’è una farfalla arancione, conali aperte e corpo robusto. Il sole giallo facapolino da un angolo del foglio. Nubileggere e bianche sono sparse nel cielo.Nel prato, più o meno verde, si intravedeuna coppia di bruchini in atteggiamentoaffettuoso. Nella nuvoletta fumettistica ilpaziente si presenta, scrivendo il suonome ed il suo indirizzo.

GRAFIALa grafia del paziente presenta leseguenti caratteristiche:– correzioni ripetute e ripassi;– disomogeneità di pressione e calibro;– calibro piccolo;– pressione invertita;– difficoltà a mantenere il rigo;– prevalente sviluppo degli allunghisuperiori.

IPOTESI INTERPRETATIVAEmergono problemi di identità e perce-zione del sé: sembra che il paziente abbiadifficoltà a integrare le parti del proprio

corpo (superiore/infe-riore/destra/sinistra),come se si sentissediviso in due parti.Il tono dell’umore èvariabile, tendenzial-mente orientato insenso depressivo. Siipotizzano senso di soli-tudine e problemi dicomunicazione, contendenze compensative:evasione nella fantasia,rifugio nell’immaginestereotipata e uso del“sense of humor”.Il soggetto gestisce inmodo discontinuo leproprie energie, conpossibili problemi nel-l’attenzione e nellaconcentrazione. Lepotenzialità affettiverisentono della dipen-denza dalla figuramaterna e delle diffi-coltà a gestire edesprimere, in modoarmonico, i proprisentimenti.

REPERTORIZZAZIONE(SYNTHESIS 8.1)Poiché si sono ripresentati i problemirelazionali, in particolare nei confrontidegli amici e della madre, e il bambinoè costantemente triste, scontento, bron-tolone; poiché tali sintomi, già miglio-rati in precedenza dal rimedio, sonoconfermati dall’analisi dei disegni edella grafia, viene somministrato ANA-CARDIUM ORIENTALE XMK, 3 granulial giorno per 6 mesi.Fra gli altri rimedi emersi dalla reperto-rizzazione, Nux vomica, Sulphur e Lyco-podium sono stati esclusi anche perchénon presentavano il sintomo repertoriale:Mente – avversione – amici, agli.

Nel corso della cura il bambino è diven-

tato progressivamente più dolce e socie-vole, aprendosi anche a manifestazionidi affetto per la madre, tipo: Mamma, tivoglio bene!Dopo 6 mesi ho consigliato di sommini-strare il rimedio (3 granuli al giorno), fin-ché la madre non ritenesse che il bimbofosse in sufficiente equilibrio. La sommi-nistrazione del rimedio è stata interrottasolo nel gennaio 2006. (Tabella 1 – pag. 60)

Secondo caso clinico(CASO DELLA DOTT.SSA KARY NORSTROM)

PRIMA VISITA - 15 DICEMBRE 2003Si tratta di un bambino di 4 anni e mezzo

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Omeopatia clinica

Disegno 3

CIN K – ABI 06055 – CAB 14400

C/C/B 000 000 000 443

I.B.A.N. IT89 K 06055 14400 000 000 000 443

BIC:BAMAIT3A

con causale: Iscrizione F.I.A.M.O. 2007

che sin dalla nascita ha presentato varisintomi: insonnia, ipertrofia tiroidea, otitie bronchiti asmatiche. È stato ripetutamente curato con anti-biotici, cortisonici, omeopatia pluralista,senza successo. È stato visto da meall’età di circa sei mesi: allora avevosomministrato in un primo tempo Calca-rea carbonica, in seguito Belladonna,ma senza grandi risultati.

Attualmente i genitori lamentano tre pro-blemi importanti a livello comportamentale: – il bambino tutte le notti si sveglia e vanel letto dei genitori;– è ipercinetico e incontenibile, sia a casache alla Scuola materna;– ha tendenza a picchiare sia i genitoriche gli altri bambini;– la madre è colpita dal fatto che a 4 anniil figlio non voglia mai stare da solo incamera neanche un minuto: corre subito

da lei non appena lo lascia;– a scuola è incontrollabile, non èattento, rifiuta di disegnare e di svolgereattività insieme ad altri bambini.Durante la visita il bimbo esegue in stu-dio dei disegni.

DISEGNO 4 (PAGINA 61): Con la matita, ilpaziente traccia, nella parte sinistra delfoglio, delle forme, quasi delle figure nonben identificabili.

DISEGNO 5 (PAG. 62): Il pazientedisegna, sempre a matita, unacasa alta, pendente, con variecavità. Con il colore verde, trac-cia alcune figure non ben identi-ficabili e, con il colore giallo, unsole vuoto.

REPERTORIZZAZIONE(SYNTHESIS 8.1)In base ai risultati della reperto-rizzazione, escludendo Calcareacarbonica, rimedio già usatosenza successo, prescrivo:STRAMONIUM MK granuli - 3granuli mattina e sera per un mese.

SECONDA VISITA12 GENNAIO 2004I genitori segnalano che il bam-bino continua a dormire nel let-tone, ma che è più consapevole,per la prima volta ha cominciatoa raccontare le sue paure. Primacorreva su e giù sia a casa che ascuola senza spiegare il perché;anche alla scuola materna, se glialtri disegnavano seduti, lui perlo più correva senza meta omotivo; disturbava, con questoatteggiamento, sia a scuola chein casa, invece ora ha detto aisuoi genitori: Ho paura di staresolo, ho paura del buio. Questaconsapevolezza, notata dalpadre, mi ha incoraggiata a pro-seguire con lo stesso rimedio.

60 il medico omeopata

Omeopatia clinica

Repertorizzazione (Synthesis 8.1) – Tabella 2

Repertorizzazione (Synthesis 8.1) – Tabella 1

STRAMONIUM XMK - 3 granuli mattinae sera per due mesi. (Tabella 2)

Durante la visita il paziente produce unaserie di lavori su sei fogli, usando quasisempre le due facciate. Il bimbo tracciadelle linee ampie e dei tratti che, talvolta,sembrano definire delle forme, non dellefigure, di difficile interpretazione.Uno dei lavori prodotti a pagina 61 (DISEGNO 6)

TERZA VISITADOPO DUE MESI

La madre riferisce che ilbambino trascorre piùtempo da solo durante ilgiorno. Continua a dor-mire nel letto dei geni-tori. A scuola, il compor-tamento è invariato, manon ha più avuto dis-turbi fisici. Durante la visita fa ildisegno DISEGNO 7 (PAG.62): Sul foglio sonodisegnati degli elementiabbastanza definiti ericonoscibili. Nel pae-saggio c’è la casa: essaè tracciata col coloreazzurro, è alta, abba-stanza stabile, con unagrande porta, finestre di

forme e dimensioni variabili, con iltetto e il camino. Con il colore verde èstata disegnata una forma non bendefinita. C’è un prato, ci sono due fiori.La prescrizione è invariata.

QUARTA VISITADOPO DUE MESI

I genitori riferiscono che il bimbo dormeda solo tutta la notte senza paure. A

scuola il comportamento con i compagni èimprontato a maggior socievolezza.Le bronchiti asmatiche sono scom-parse; ogni episodio febbrile conotalgia o tosse guarisce con STRA-MONIUM XMK, alcuni granuli scioltiin acqua, dinamizzati e ripetuti ogniora o ogni mezz’ora.In un disegno (DISEGNO 8 – PAG. 62)notiamo che la casa, disegnata dal bam-bino con i pennarelli, si presenta in piùforme e dimensioni diverse, arricchendosidi una varia e vasta gamma di colori.La casa si colloca in un ambiente, forsedi campagna, dove tre persone si tro-vano vicine ad un albero grande ericco di frutti rossi. Il sole splende; ilcamino fuma. Il tetto della casa è bendefinito, invece la facciata della stessapresenta delle forme confuse e delletracce di colore “buttate giù” e incom-plete. Sulla destra del foglio, c’è unaforma verde, che presenta qualche affi-nità con una forma analoga a quelladel disegno redatto nella terza visita.Le tre figure umane sono solo disegnatecol colore marrone.

IPOTESI INTERPRETATIVANel corso dei lavori prodotti nelle quat-tro visite, notiamo un’evoluzione delsoggetto attraverso tappe successive.Ansia e irrequietezza, difficoltà diattenzione e concentrazione duratura,insicurezza e problemi nell’affrontare ledifficoltà, caratterizzano il paziente insede di prima visita.Nella seconda visita, le forme rappre-sentate a matita, con una ricerca ripeti-tiva, attraverso vari tentativi, sembre-rebbero quelle proprie di un bambino dietà cronologica inferiore all’ età delnostro paziente.Si ipotizza un momento di regressionedel soggetto, che potrebbe essere fina-lizzato a un passo successivo di evolu-zione ulteriore.Il lavoro della terza visita presenta uncambiamento in senso positivo di crescita.Ci sono meno ansie. Il soggetto gestisce

61 il medico omeopata

Omeopatia, Grafologia, analisi del disegno

Disegno 4

Disegno 6

meglio la propria emotività. È confermata l’ipotesi, precedentemente for-mulata, di “regressione al servizio dell’ io”. L’ ultimo disegno (quarta visita), pre-senta un cambiamento notevole, cheriguarda soprattutto la presenza delcolore in quasi tutte la sua gamma.Emerge, in modo forte, talvolta esube-rante, non ben controllata e non bendefinita, la dimensione affettiva.Sembrano superate molte ansie nell’af-frontare i sentimenti e gli argomenti(compaiono anche tre figure umane).La maggiore sicurezza che emerge vacomunque rafforzata e stabilizzata, dando

spazio alla creatività che il soggetto sem-bra possedere (DISEGNO 8 – PAGINA 62).

Conclusioni

Limitatamente ai dati preliminari relativiai due casi esaminati, confermati peraltrodalla casistica della nostra più vastaricerca in corso, traiamo le seguenti con-clusioni, in riferimento alle ipotesi:si conferma la validità dell’apporto dellagrafia e del disegno, opportunamente stu-diati e interpretati nell’ambito della primavisita, al fine della diagnosi e della terapia,che in omeopatia coincidono. Infatti, l’o-

meopatia, la grafologia e l’analisi del dise-gno hanno in comune l’obiettivo dell’indi-viduazione dei tratti salienti della perso-nalità del paziente.Nel secondo caso presentato, si eviden-zia l’utilità di questi strumenti (grafolo-gia e analisi del disegno), nel dare all’o-meopata indicazioni sull’evolversi,positivo o negativo, della cura, in rela-zione al rimedio somministrato.

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62 il medico omeopata

Disegno 8

Omeopatia clinica

Disegno 5 Disegno 7

63 il medico omeopata

Il giorno cinque del mese di Apriledell’anno duemilasei alle ore 11,00, inMilano, presso l’Hotel Mennini inVia Napo Torriani 14 si riunisce ilConsiglio Direttivo Nazionale dellaFederazione con il seguente:

ORDINE DEL GIORNO

· Approvazione Bilancio 2005;· Esame situazione DipartimentoScuola Formazione e Insegnamento;

· Progetto Scuola Regionale Lombardia;· Dimissioni Petrucci;· Esame della situazione attuale: conferma cariche CD, Comitati, Dipartimenti;

· Programmazione rivista pazienti· Situazione Sezioni Regionali;· Approvazione nuovi Iscrizioni;· Varie ed eventuali.

Sono presenti: il Presidente: Anto-nella Ronchi; il Tesoriere Carmine LoSchiavo; i Consiglieri: AntonioAbbate, Salvatore Coco, David Bettio,Francesco Marino, Gennaro MuscariTomaioli. Pindaro Mattoli ComitatoLegale; Roberto Petrucci DirettoreDSFI, Giuseppe Fagone CoordinatoreSezioni Regionali.

SVOLGIMENTO E DELIBERE

Sono stati affrontati diversi temi per ilrilancio della Federazione. La Presi-dentessa ha illustrato il momentoattuale della Federazione, le relazionicon le altre associazioni e l’impegnoper rilanciare la FIAMO grazie al Con-gresso e ad una nuova campagna disensibilizzazione degli iscritti ed exiscritti affinché partecipino alle atti-vità associative e si facciano promo-tori a loro volta di nuove iniziative.La d.ssa Ronchi ha posto l’accento sulleattività dei Comitati, Scientifico eDipartimento Scuole, che caratterizzanola FIAMO come società scientifica. È stato approvato il bilancio FIAMO.Si ringrazia il dott. Carmine Lo

Schiavo, per il lavoro, svolto in modopreciso e puntuale.Nel corso della riunione del CD ildott. Roberto Petrucci ha presentatole dimissioni da coordinatore delDipartimento Scuole FIAMO. A luivanno i ringraziamenti e la ricono-scenza per quanto egli ha fatto perla Federazione. Alla d.ssa Armida Rebuffi, che giàrisultava essere rappresentanteFIAMO presso l’ECH Formazione, èstato conferito l’incarico di Coordina-tore del Dipartimento Scuole. A leivanno i nostri migliori auguri affin-ché possa svolgere il suo incarico nelmodo più proficuo.Il dott. Gennaro Muscari ha descrittole attività della FIAMO, on line. Haillustrato le modalità di riorganizza-zione del sito e le attività di comuni-cazione e di segreteria, le quali èopportuno rafforzare, vista la cre-scita della Federazione e l’impossibi-lità da parte della d.ssa GiovannaGiorgetti, che si ringrazia per la suagenerosa abnegazione, a tenere ilcoordinamento delle attività disegreteria e di quelle connesse alleattività ECM delle scuole FIAMO.Il dott. Giuseppe Fagone, Coordina-tore delle Sezioni Regionali, ha espo-sto, in un’articolata analisi, lo statod’organizzazione delle Sezioni regio-nale della FIAMO ed ha avanzatoalcune proposte di intervento (centra-lizzazione dell’attività tramite mailingdelle sezioni regionali, ecc.) permigliorare le attività regionali ed ilrapporto con gli iscritti.Il dott. Salvatore Coco, vice presi-dente, ha proposto l’istituzione di unaConsulta nazionale che raggruppitutti i colleghi che svolgono attività diinsegnamento, direttori di scuole, perprogettare, per il futuro una scuolanazionale unificata. Egli si farà pro-motore dell’iniziativa.La d.ssa Ronchi ha dissipato i timoricirca l’istituzione di scuole regionali

autonome in competizione con lescuole che aderiscono al DipartimentoScuole. Si auspica, per il futuro, l’isti-tuzione di una scuola unificata, maciò potrà avvenire grazie agli accorditra le scuole che aderiscono al Dipar-timento. Per mezzo di esse, e graziead esse, si potrà organizzare la strut-tura nazionale unificata.Il Dott. Antonio Abbate ha chiestol’attivazione, nei tempi tecnici possi-bili, di un’area, nel sito internetFIAMO, dedicata alla politica e alleiniziative dei colleghi che svolgonoattività politica.Il dott. Pindaro Mattoli ha presentatoun documento personale; un contri-buto a favore del rilancio della FIAMO,che è stato letto ed apprezzato.Si è parlato anche dei rapporti con lealtre associazioni e della partecipa-zione alle attività del Comitato diConsenso. Si sente l’esigenza di tro-vare punti di accordo con le altreassociazioni, per sostenere nel modopiù incisivo possibile, le iniziativepolitiche e culturali che possano sod-disfare non solamente le istanze degliomeopati, ma soprattutto dei cittadiniche si curano con l’omeopatia. I qualivogliono chiarezza, competenza eprofessionalità dai medici che ope-rano nelle medicine non convenzio-nali, nella clinica e nella formazione.Attualmente vige una dannosa dere-gulation, che non giova a tutti coloroche lavorano con serietà e professio-nalità. Essa espone l’omeopatia agliattacchi degli oppositori e di chi nonvuole vedere riconosciuti i diritti dimigliaia di medici e milioni di citta-dini.Vengono approvate le iscrizionifinora pervenute.

Null’altro essendovi da trattare,la seduta viene sciolta.

Il Segretario Antonio AbbateIl Presidente Antonella Ronchi

VERBALE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DEL 5 APRILE 2006

La rivista Il Medico Omeopatapubblica lavori originalidi Autori italiani e stranieri.

INDICAZIONI PER L’INVIODEI LAVORI

I lavori debbono essere inviati tra-mite posta elettronica alla Reda-zione: [email protected] o diretta-mente al Direttore responsabileall’indirizzo: [email protected] caso di articoli di MedicinaVeterinaria vanno inviati anche alCaporedattore per la Veterinariaall’indirizzo: [email protected] L’arti-colo in questione può essere inviatoanche tramite CD all’indirizzo dellaRedazione: Piazza Vescovio n. 7 –00199 ROMA. I lavori dovrannoessere inviati come file MicrosoftWord o equivalenti e dovrannoessere così strutturati:

Nome e Cognome – Degli Autori,per esteso, eventuali titoli accade-mici e/o professionali, indirizzocompleto, numeri di telefono e fax,

indirizzo di posta elettronica diogni Autore; specificare un refe-rente per il lavoro cui inviareeventuali comunicazioni.

Titolo del lavoro

Riassunto/Summary – Breve maesauriente, comprendente scopo dellavoro, metodi, risultati e conclu-sioni; in italiano ed in inglese.

Parole chiave/Keywords – Minimo3 parole, Massimo 7, in italiano edin inglese.

Corpo dell’articolo – Pagine connumerazione araba. Suddivisionein paragrafi, ad esempio: Introdu-zione – Materiali e Metodi/Descri-zione del caso clinico – Risultati –Discussione – Conclusioni.

Tabelle e figure – Fuori dal testo,numerate, con riferimento al testo.Specificare a parte la didascalia perognuna di esse e spiegare le even-tuali abbreviazioni.

Bibliografia – Deve comprendere isoli Autori ed Opere citate neltesto, richiamati mediante nume-razione araba. Per le citazionibibliografiche attenersi alleseguenti indicazioni: una virgoladivide i nomi degli Autori; diseguito riportare il titolo per interodell’articolo, il nome della rivista,l’anno di pubblicazione, il numerodel volume, prima ed ultimapagina. Per i testi riportare: nomedell’Autore, titolo del libro, l’Edi-tore, il luogo di pubblicazione,l’anno di pubblicazione.

– La Redazione de Il Medico Omeo-pata esamina il testo entro 30 giornidal suo ricevimento e ne da’ comu-nicazione all’Autore riservandosi dichiedere delle modifiche.

– Gli Autori sono responsabili delleaffermazioni contenute nell’articolo.

– La pubblicazione è gratuita.

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Norme per gli autori

La Rivista “Il Medico Omeopata”, organo ufficiale della F.I.A.M.O.Federazione Italiana delle Associazioni dei Medici Omeopatici.

Comunicazioni

RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE

Invitiamo coloro che non l'hannoancora fatto a voler cortesementeinviare, alla Sede Amm.va per fax

(0744.429900) o per e-mail([email protected]), il consensoalla pubblicazione dei dati personalied eventuali variazioni rispetto aidati in nostro possesso.

Questo, per rendere possibile la pub-blicazione negi elenchi di settore.Vi ringraziamo sentiamente per lacollaborazione.