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Il legno sul mare Luciano Bragonzi Architettura Navale Pag.1-17 Non siamo in grado di datare quando l’uomo iniziò a sfruttare la capacità di galleggiamento del legno, per superare quel confine invalicabile rappresentato dal mare, per ampliare le sue conoscenze. I reperti più antichi finora ritrovati sono databili all’8000 a.c.- Via via le capacità umane nella lavorazione del legno crebbero sempre più e i manufatti divennero veri capolavori di maestria , sia in dimensione che in raffinatezza , si da definirla ARTE . disegno “A” E tutti sappiamo che non si può fare Arte se non si fa con passione ed amore.- Ebbene questo amore è durato diecimila anni , fino a decadere repentinamente con l’avvento del metallo e ultimamente con la tanto amata/odiata plastica (vetroresina).- Non voglio qui tediarvi con i soliti piagnistei della scomparsa e assenza delle istituzioni del patrimonio storico del nostro naviglio antico , ma vorrei almeno ricordare il linguaggio dei termini usati nelle costruzioni navali antiche in legno.- Un linguaggio che non voglio chiamare tecnico , perché mi sembra di togliere quella poesia che questa nomenclatura aveva e che , purtroppo penso , sia in via di estinzione.- Pure noi modellisti molte volte non li usiamo ,vuoi per non apparire troppo tecnici presso i meno introdotti , o per mancata conoscenza , ma se è vero che rimaniamo tra quelli che continuano questa vecchia arte (anche se in scala ridotta) dobbiamo conoscerli ed usare.- Con questo scritto non ho la pretesa di stendere un vocabolario marinaro o un trattato sulla costruzione navale; anzi sarei grato a chiunque volesse correggermi o dare contributi per le sicure lacune che ci saranno.

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Page 1: Il legno sul mare2 - il portale italiano del modellismo navale · Il legno sul mare Luciano Bragonzi Architettura Navale Pag.2-17 Ho pensato, da modellista, come se dovessi costruire,

Il legno sul mare Luciano Bragonzi

Architettura Navale

Pag.1-17

Non siamo in grado di datare quando l’uomo iniziò a sfruttare la capacità di galleggiamento del legno, per superare quel confine invalicabile rappresentato dal mare, per ampliare le sue conoscenze. I reperti più antichi finora ritrovati sono databili all’8000 a.c.- Via via le capacità umane nella lavorazione del legno crebbero sempre più e i manufatti divennero veri capolavori di maestria , sia in dimensione che in raffinatezza , si da definirla ARTE .

disegno “A” E tutti sappiamo che non si può fare Arte se non si fa con passione ed amore.- Ebbene questo amore è durato diecimila anni , fino a decadere repentinamente con l’avvento del metallo e ultimamente con la tanto amata/odiata plastica (vetroresina).- Non voglio qui tediarvi con i soliti piagnistei della scomparsa e assenza delle istituzioni del patrimonio storico del nostro naviglio antico , ma vorrei almeno ricordare il linguaggio dei termini usati nelle costruzioni navali antiche in legno.- Un linguaggio che non voglio chiamare tecnico , perché mi sembra di togliere quella poesia che questa nomenclatura aveva e che , purtroppo penso , sia in via di estinzione.- Pure noi modellisti molte volte non li usiamo ,vuoi per non apparire troppo tecnici presso i meno introdotti , o per mancata conoscenza , ma se è vero che rimaniamo tra quelli che continuano questa vecchia arte (anche se in scala ridotta) dobbiamo conoscerli ed usare.- Con questo scritto non ho la pretesa di stendere un vocabolario marinaro o un trattato sulla costruzione navale; anzi sarei grato a chiunque volesse correggermi o dare contributi per le sicure lacune che ci saranno.

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Ho pensato, da modellista, come se dovessi costruire, ad esempio un Leudo da cantiere, e invece di descriverne la costruzione di menzionare la terminologia di tutti i vari elementi da creare.- Ho parlato di Leudo e non di galeoni o vascelli perché sarebbe una scrittura troppo corposa che supera le mie capacità e anche perché penso sia sufficiente come base per la nomenclatura della costruzione navale “diciamo minore”.- Il tutto si limiterà al solo scafo, escludendo: alberature o altri allestimenti. E quindi benvenuti nel mondo antico e poetico del legno sul mare.

disegno “B”

CHIGLIA [1] E’ il primo pezzo che si imposta nella costruzione di una barca.- Di legno durevole e adatto, è una lunga trave di sezione rettangolare che va da prua a poppa, alla base della barca lungo la linea mediana.- Nelle barche più lunghe ove non è reperibile il legno di tale misura viene giuntato, anche in più parti, con incastri dette PALELLE [2] che vengono spinati per la tenuta.- Spesso è guarnita, sotto, dalla FALSACHIGLIA o SOTTOCHIGLIA [3] che ha lo scopo di preservare la chiglia da incagli o insabbiamenti e favorire l’aumento della superficie di contrasto allo scarroccio.- RUOTA di PRORA (o PRUA) Solido pezzo di uguale sezione della chiglia che la prosegue,nella parte anteriore, verticalmente o inclinata in avanti nelle barche slanciate o raramente all’indietro ( es. gozzo cornigiotto) .- Tramite PALELLA la chiglia si collega con un pezzo ricurvo chiamato PIE di RUOTA [4] che inizia la curvatura della prua e a seconda dello slancio favorisce le qualità giratorie della barca.- Questo elemento si accorpa nel MASSICCIO DI PRORA che può essere composto da uno o più BRACCIOLI [5] , e sopra la RUOTA di PRORA [7] e CONTRORUOTA [8] , mentre nelle barche di maggiore dimensione,troviamo PEZZI di RIEMPIMENTO [6] ,e per ultimo il TAGLIAMARE [10] ,che chiaramente è quello che per primo fende le onde.-

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DRITTO di POPPA [11] E’ un robusto pezzo di legno,sempre di uguale sezione della chiglia, che si eleva spesso verticalmente o in maniera più o meno inclinata, al termine di poppa della trave di chiglia, alla quale viene spinata e viene chiamata CALCACNOLO [9].- Tutto l’assieme che viene chiamato MASSICCIO DI POPPA, comprende uno o più BRACCIOLI [5], i CONTRODRITTI [12],e come già detto, per barche più grandi PEZZI di RIEMPIMENTO.- A maggiore consolidamento dei tre gruppi: CHIGLIA, RUOTA di PRORA, e DRITTO di POPPA; vi è sopra alla chiglia la CONTROCHIGLIA [13] ove vengono fissate le ORDINATE, di cui parleremo più avanti.- Molte volte la controchiglia è assente e la sua funzione viene fatta dalla chiglia. Su tutto questo assieme, che possiamo definire la colonna vertebrale della barca, viene eseguita, sulle due facce laterali, una incisione a V chiamata BATTURA [27], ove vengono incuneati i corsi del fasciame di cui parleremo più avanti.-

disegno “C”

Per il fissaggio delle ORDINATE [16] alla chiglia, viene posta allineata e sopra la medesima, il PARAMEZZALE [14]. E’ una trave rettangolare di larghezza uguale alla chiglia con tutti i relativi incastri.- Particolarmente nelle barche maggiori, per migliore robustezza, si trova il SOPRAPARAMEZZALE [15] appoggiato sopra, e a volte affiancati di lato, sempre alla chiglia, due PARAMEZZALETTI [42]. .-Secondo i vari tipi di imbarcazioni, la CONTROCHIGLIA e il PARAMEZZALE hanno delle intaccature per l’alloggiamento delle COSTE, e particolarmente nelle barche minori, è possibile che siano assenti, sia l’uno che l’altra. E’ altrettanto vero e possibile che le COSTE siano solidamente inchiavardate ma senza alcun incastro.

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A maggiore chiarezza di quanto finora scritto si veda qui sotto il DISEGNO “D”

disegno “D”

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Le ORDINATE [16] –Per similitudine anatomica sono come le costole della cassa toracica. Difatti vengono anche dette COSTE o OSSATURA. Sono poste perpendicolarmente alla chiglia , a breve e costante distanza fra di loro, che prende il nome di MAGLIA.- Ogni ORDINATA è composta di una parte centrale che si posa negli alloggiamenti della chiglia, la sua ampiezza è varia e mediamente è un terzo della corrispondente larghezza della barca, ed è detto MADIERE [17] .-Alle sue estremità (a volte, partendo dai due fianchi della chiglia) è accoppiato a due parti ricurve dette STAMINALI [18] o GINOCCHIO.- Il tutto prosegue, a volte appaiato, con un ultimo pezzo detto SCALMO [19] o SCALMOTTO.- L’ordinata con la maggiore ampiezza è detta ORDINATA MAESTRA e le altre che vanno verso prua e poppa diminuiscono sempre più la loro ampiezza ,e avvicinandosi alle estremità della barca, tendono a perdere la curvatura,e in alcune barche tendono a prendere la forma di una V, e si dice che diventano sempre più STELLATE,.- Quando queste COSTE non presentano il MADIERE ma 2 pezzi incastrati sui fianchi della CHIGLIA,prendono il nome di FORCACCI a poppa e ZANGONI a prua. A volte viene usato il termine QUINTI per indicare le ordinate; ciò deriva dal fatto che nella costruzione di barche di piccola dimensione, usavano questo termine per le cinque ordinate che venivano impostate per prime sulla chiglia e sulle quali si montavano dei listelli provvisori che determinavano la forma della barca, e quindi di tutte le altre costole, dello scafo ed anche il QUARTOBUONO.- Con questo termine si intende l’inclinazione che deve avere il lato dell’ordinata che aderisce alla fasciame esterno dello scafo .- L’ultima ordinata, a prua , è chiamata APOSTOLO e a volte fa corpo unico con la prua . Nelle barche più grandi si serrava con altre seguenti .- Si forma cosi un corpo unico ,che solitamente è in numero di sei per ogni fianco (6 per i 2 bordi del naviglio fa 12 e 12 erano gli apostoli) , è da qui che probabilmente ne prende il nome .- Spesso uno o due di questi pezzi sporgono sugli altri e allora prendono la funzione di BITTA .- In alcune barche, sia a prora e/o a poppa, si possono presentare delle semiordinate che non sono perpendicolari alla chiglia ma perpendicolari al profilo esterno della barca, e prendono il nome di ORDINATE DEVIATE.

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disegno “ E “

Il PONTE della barca è sostenuto dai BAGLI [20], sono travi squadrate con una curvatura più o meno accentuata, per favorire lo scolo dell’acqua verso apposite aperture praticate alla base della impavesata, detti OMBRINALI [ 55 ].- La freccia di tale curvatura è chiamata BOLZONE [50], ed è costante su tutta la lunghezza della barca. – Cosi come è costante la distanza tra i BAGLI, ma a volte per maggiore robustezza (per esempio in prossimità degli alberi) , viene diminuita.- Se, causa una apertura nel ponte, il baglio non corre completamente da un fianco all’altro della barca prende il nome di MEZZO BAGLIO O BAGLIETTO [56], e a volte, si trovano, per maggiore irrobustimento,delle LATE o TRVERSE dei BAGLI [57] che li collegano tra di loro. Oltre alla curvatura del BOLZONE il PONTE ha un’altra curvatura (ma contraria rispetto al bolzone) che si sviluppa da PRUA POPPA che è chiamata CAVALLINO o INSELLATURA. Tutti questi elementi costituiscono il cosiddetto LETTO del FASCIAME del PONTE ove si poggia il TAVOLATO del PONTE. Il PONTE della barca è costituito da tavole ben CALAFATATE, specialmente quelle più esposte alle intemperie e alle ondate. Corrono longitudinalmente seguendo la mezzaria della barca o la linea esterna dei fianchi della nave. Le tavole del ponte non sono ovviamente lunghe quanto una nave, quindi i loro terminali devono sempre appoggiarsi alla mezzaria di un BAGLIO. Viene anche evitato di affiancare su uno stesso baglio due terminali ma di posizionali in maniere più o meno alternate.

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disegno “ F “

Ma torniamo al BAGLIO [20] che è uno degli elementi tra i più importanti della struttura dello scafo. Esso si incastra a coda di rondine su un robusto pezzo, squadrato, e saldamente fissato a tutte le ordinate, che corre longitudinalmente sui due fianchi della barca, da PRUA a POPPA e viene chiamato DORMIENTE [21] o PUNTUALE.- A maggiore solidità di questo incastro è possibile avere anche dei legni a forma di squadra detti BRACCIOLI dei BAGLI [45]. In barche maggiori ,è possibile avere sotto al baglio uno o più SOTTODORMIETE [22] di minori dimensioni.- Sopra il DORMIENTE e ben incastrato e fissato tra gli SCALMI si adagia il TRINCARINO [23] e sopra di esso e possibile avere il SOPRATRINCARINO [24] mentre di fianco, appoggiato sul BAGLIO il CONTROTRINCARINO [49].-

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disegno “G”

Nel naviglio di grossa dimensione, e particolarmente quando si hanno ponti molto larghi, alcuni BAGLI sono sostenuti da PUNTELLI [25] verticali (specie di colonnette che appoggiano sul PARAMEZZALE nel ponte inferiore), è anche possibile avere due o più ordini paralleli di queste colonnette:- A volte vi sono delle traverse longitudinali alla nave, poste sotto ai BAGLI e sono dette ANGUILLE [44] .- Il FASCIAME è il rivestimento sia esterno che interno dell’ossatura della barca. Tutto ciò non ha solo tale funzione, e di tenuta stagna come per quella esterna, ma anche di collegamento strutturale di tutta la barca e delle varie attrezzature interne e del PONTE. Il FASCIAME ESTERNO è costituito file di tavole accostate che si appoggiano e si inchiodano ad ogni ORDINATA e ogni serie di queste file prendono il nome di CORSI [51]. Sono disposti longitudinalmente da prua a poppa, combaciando perfettamente sul lato dello spessore che viene chiamato COMENTO [52].

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Tra queste due facce del CORSO si inserisce il CALAFATAGGIO [54] per rendere impermeabile tale giunzione. Le tavole del fasciame, solitamente hanno una lunghezza che va dai 6 agli 8 metri “al vero” e questo deve essere tenuto presente nella scala in cui viene eseguito il nostro modello. Quindi il terminale e l’inizio del seguente, di ogni tavola, deve assolutamente essere allineato con la mezzaria di una ordinata corrispondente. Le tavole del Fasciame, quando vengono preparati per il montaggio, hanno una larghezza costante, ma devono essere adattati per seguire le varie curvature delle forme dello scafo. I CORSI nelle vicinanze dell’ORDINATA MAESTRA mantengono la larghezza originaria, ma tenderanno a diminuire verso PRUA e ad allargarsi o diminuire verso POPPA. Vanno quindi adattati e ,a volte, si rende necessario l’inserimento di CORSI AGGIUNTIVI; e il disegno allegato chiarisce, meglio di ogni mio dire, la loro esecuzione.

disegno “H”

Questi inserimenti devono essere fatti quando il CORSO rischia di avere una larghezza che è inferiore alla metà della larghezza originale. Tutto questo allo scopo che con la foratura dei cavicchi, e lo sforzo dell’inserimento del medesimo, non provochi la spaccatura della tavola. Iniziando dal bordo più in alto troviamo: fissato allo SCALMO una serie di CORSI che prendono il nome di IMPAVESATA[30] ( nelle navi da guerra) o PARAPETTO (nelle navi mercantili).

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Poi solitamente al bordo esterno del PONTE troviamo un CORSO chiamato CINTA[26] che ha uno spessore molto più grosso con l’evidente scopo di rafforzamento e di usura. In barche più grandi ne esistono altre appaiate o alternate. Proseguono a completamento le TAVOLE da MURATA [35] (fino all’inizio della curvatura dello STAMINALE) e nelle navi armate avevano uno spessore ben rilevante. Il rivestimento continua con le TAVOLE del GINOCCHIO [36] ) , che nelle navi armate queste 2 gruppi di tavole avevano uno spessore altrettanto rilevante. Proseguono,con spessore normale, le TAVOLE di CARENA [37]. A conclusione del fasciame,inserito nella BATTURA, un CORSO che a volte è di spessore superiore, detto TORELLO [28],e preceduto dal CONTROTORELLO [29]. I lati del TORELLO che si incuneano nella BATTURA sulla CHIGLIA si dicono UNGHIA [53] . Intestato sopra agli SCALMI o SCALMOTTI, corre per tutto il perimetro della nave un robusto pezzo detto CAPODIBANDA[31] e nelle barche a remi è detto FALCHETTA o FRISATA. Il sistema di FASCIAME ESTERNO fin qui descritto, viene detto FASCAME APPAIATO, ma esistono altri sistemi : FASCIAME SOVRAPPOSTO (detto anche KLINKER), oppure FASCIAME APPAIATO DIAGONALE, e altri ancora, ma poco usati..

disegno “ I “

Il FASCIAME INTERNO è costituito da tavole che contrariamente a quelle esterne vengono dette SERRETTE o SERRETTONI [32] quando hanno spessori superiori (es. nelle navi armate) e questo insieme viene chiamato SERRETTE dei FIORI [33]. Quelle del fondo della barca SERRETTE del POGLIUOLATO [34], e alcune di queste, movibili onde permettere l’asciugatura e l’areazione del fondo della barca detta SENTINA. Vengono considerati come FSCIAME INTERNO anche :PARAMEZZALE, DORMIENTI, SOTTODORMIENTI . Salvo le SERRETTE movibili, tutto quanto il fasciame ( interno ed esterno) viene solitamente fissato con chiodi di misura adeguata a tutte le costole della barca. Tutte le chiodature che hanno contatto con l’acqua vengono tappate con cavicchi in legno duro. Nelle barche minori, spesso, il fasciame interno è limitato, fermandosi solitamente all’incirca all’inizio del ginocchio, o completamente assente e sostituito da una struttura asportabile detta semplicemente PAGLIUOLO.

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disegno “ L “

I BOCCAPORTI [59] sono delle aperture sui ponti, rettangolari o quadrate, atte al passaggio di merci o persone. Nelle navi da trasporto sono solitamente 3 (per le merci) e la centrale, solitamente più grande, viene chiamata FONTE. I boccaporti delle merci si coprono con delle assi, solamente appoggiate, nella intelaiatura e si coprono con tele cerate. Per i boccaporti più piccoli la copertura è data da uno sportello unico detto QUARTIERE [48]. L’ intelaiatura è formata da due BAGLI e due TRAVERSE [58] ove si appoggiano, rialzandosi sopra il piano del ponte,delle assi dette BATTENTE o MASCELLARE[39] che hanno la funzione di impedire lo scolo delle acque. Quando queste aperture servono come accesso agli alloggi, spesso sono protette da più alte coperture,tipo piccoli vani dette TAMBUCCIO[60]. Altre aperture hanno la funzione di dare aria e luce ai locali sottostanti, sono coperte da telai apribili con vetri protetti di griglie detti OSTERIGGIO[43]. Nelle navi più antiche, e il vetro era poco affidabile queste aperture erano fatte da portelli grigliati in legno detti CARABOTTINO [40]. Viene detta TUGA [41] la sovrastruttura parziale dello scafo, di larghezza e lunghezza inferiore a quelle del PONTE ma il cui cielo può estendersi fino a murata ed essere qui sostenuto da puntelli o da estensioni della MURATA.

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Fonte: ”Il Grande Libro dei Modelli Navali” di O. Curti editore U. Hoepli

disegno“ M “ La MASTRA [46] dell’albero è una apertura circolare o ellittica fatta sul ponte dove passano gli alberi della nave. Ogni MASTRA si compone di un robusto massiccio formato da due TRAVERSE interposte tra due BAGLI e da alcuni pezzi di legno detti CUSCINI incastrati intorno all’albero. Il diametro della MASTRA si fa più grande di quello dell’albero,e ciò allo scopo di poter dare la giusta posizione e bloccare saldamente l’albero inserendovi dei cunei. Poi si contorna l’albero con un collare di tela cerata, cuoio o lamina di piombo che impermeabilizza il tutto. La base dell’albero viene poi alloggiato in una massiccia armatura di legno detta SCASSA [47] a sezione quadra o esagonale che è (solitamente) ancorata al PARAMEZZALE. La parte terminale dell’albero, che vi si alloggia è dette MICCIA o MASCHIO.

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disegno “ N “

Il TIMONE [61] è l’organo importantissimo che governa la direzione della barca. E’ incardinato con delle fasce metalliche dette BANDELLA [64] che incorporano un perno detto AGUGLIOTTO [62] , mentre un’altra, fissata al DRITTO di POPPA,incorpora un foro, detta FEMMINELLA [63] nel quale si inserisce l’agugliotto permettendo la rotazione del timone. Nelle navi più antiche il sistema timone era più primordiale e a volte erano due , ma non fissati al dritto di poppa. La direzione ed il movimento del timone, può essere fatto tramite una semplice BARRA [65] o a congegni più o meno complessi chiamati APPARATO di AGGHIACCIO . In questo caso, viene usata la classica RUOTA del TIMONE [66]. PARASARTIE [67] . Sono dei panconi orizzontali, posizionati fuoribordo, all’altezza più appropriata, in corrispondenza degli alberi, e sulla estremità passano le LANDE o LANDRE[68] del sartiame, che erano fatte da piatte o catene metalliche. Erano di norma sui velieri antichi ma ormai in disuso e sostituite da piatte fissate in maniera aderente alla MURATA fino a sporgere sopra al CAPODIBANDA e servono ad ancorare il sartiame per la stabilità dell’albero.

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La GRU di CAPONE [69] ( o delle ancore ). Grossa trave posta a sporgenza orizzontale che fuoriesce oltre la murata in vicinanza della prua. Nella sua estremità esterna incorpora delle pulegge che accoppiata ad altro bozzello con grosso uncino servono per il ricupero e l’imbracaggio dell’ancora. Anche questa attrezzatura era tipica dei velieri ed è ormai caduta in disuso. Verso prua, solitamente, è presente una apertura circolare , detto OCCHIO di CUBIA , sempre ben contornato per sopperire all’usura del passaggio del cavo e/o catena delle ancore.

disegno O

La CAVIGLIA [70] è un perno di legno tornito che viene alloggiato negli appositi fori della CAVIGLIERA [38] . Nei grandi velieri, con complesse velature e quindi moltissime manovre, sono robuste tavole con una serie di fori per inserire le caviglie. Fissate all’interno delle murate o verso la base dell’albero., e nelle navi più grandi in vicinanza degli alberi con attrezzature più complesse chiamata PAZIENZA [72]. La funzione della CAVIGLIA è quella di bloccare la manovra ricevendola con un avvolgimento a forma di un 8, fatto in modo autobloccante. Nelle barche minori è stato sostituito dalle GALLOCCE [71] .

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disegno “ P “

A questo punto penso di aver definito tutto quanto considero importante nella costruzione dello scafo di una barca. Per una più approfondita conoscenza sull’argomento esiste un libro fondamentale sulla materia navale: ATTREZZATURA e MANOVRA NAVALE del professor F. IMPERATO, edito dalla U. HOEPLI nei primi anni del novecento. Qui la materia viene spiegata in maniera veramente approfondita. Purtroppo è di difficile reperimento e se vi capitasse di trovarlo in una bancarella di libri usati, vi consiglio di comprarlo. Vista la sua rarità fareste un sicuro investimento. Per una migliore consultazione e ricerca veloce concludo, allegandovi in ordine numerico e alfabetico tutti i vari nomi menzionati e illustrati nei miei disegni…….Buon lavoro _________________________________________________________________________________ Luciano Bragonzi (detto Lubra)

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Pag.16-17

Elenco Numerico degli elementi che compongono la costruzione di uno scafo in legno

1 … Chiglia 37 …Tavolato/Corsi del piano di carena

2 … Palella 38 … Cavigliera 3 … Falsachiglia /Sottochiglia 39 … Battente/Mascellare 4 … Pie di ruota/Piede di ruota 40 … Carabottino 5 … Braccioli/Presentino 41 … Tuga 6 … Pezzi di riempimento 42 … Paramezzaletto 7 … Ruota di prua 43 … Ostericcio 8 … Controruota 44 … Anguilla 9 … Calcagnolo 45 … Bracciolo dei bagli

10 … Tagliamare 46 … Mastra 11 … Dritto di poppa 47 … Scassa 12 … Controdritto 48 … Quartiere 13 … Controchiglia 49 … Controtrincarino 14 … Paramezzale 50 … Bolzone 15 … Sopraparamezzale 51 … Corso 16 … Ordinata/Costa 52 … Comento 17 … Madiere 53 … Unghia 18 … Staminale/Ginocchio 54 … Calatafaggio 19 … Scalmo/Scalmotto 55 … Ombrinale 20 … Baglio 56 … Mezzobaglio/Baglietto 21 … Dormiente/Puntuale 57 … Traverse dei bagli 22 … Sottodormiente 58 … Traverse 23 … Trincarino 59 … Boccaporto 24 … Sopratrincarino 60 … Tambuccio 25 … Puntello 61 … Timone 26 … Cinta 62 … Agugliotto 27 … Battura 63 … Femminella 28 … Torello 64 … Bandella 29 … Controtorello 65 … Barra del timone 30 … Impavesata/Parapetto 66 … Ruota del timone 31 … Capodibanda 67 … Parasartie 32 … Serrette/Serrettoni 68 … Lande/Landre 33 … Serrette dei fiori 69 … Gru di capone/Gru di ancorea 34 … Serrette del pagliolo 70 … Caviglia 35 … Tavolato/Corsi di fasciame 71 … Galloccia 36 … Tavolato/Corsi di ginocchio 72 … Pazienza

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Pag.17-17

Elenco Alfabetico degli elementi che compongono la costruzione di uno scafo in legno

Agugliotto … 62 Mezzobaglio/Baglietto … 56 Anguilla … 44 Ombrinale … 55 Baglio 20 Ordinata/Costa … 16 Bandella … 64 Ostericcio … 43 Barra del timone … 65 Palella … 2 Battente/Mascellare … 39 Paramezzale … 14 Battura … 27 Paramezzaletto … 42 Boccaporto … 59 Parasartie … 67 Bolzone … 50 Pazienza … 72 Braccioli/Presentino … 5 Pezzi di riempimento … 6 Bracciolo dei bagli … 45 Pie di ruota/Piede di ruota … 4 Calatafaggio … 54 Puntello … 25 Calcagnolo … 9 Quartiere … 48 Capodibanda … 31 Ruota del timone … 66 Carabottino … 40 Ruota di prua … 7 Caviglia … 70 Scalmo/Scalmotto … 19 Cavigliera … 38 Scassa … 47 Chiglia … 1 Serrette dei fiori … 33 Cinta … 26 Serrette del pagliolo … 34 Comento … 52 Serrette/Serrettoni … 32 Controchiglia … 13 Sopraparamezzale … 15 Controdritto … 12 Sopratrincarino … 24 Controruota … 8 Sottodormiente … 22 Controtorello … 29 Staminale/Ginocchio … 18 Controtrincarino … 49 Tagliamare … 10 Corso … 51 Tambuccio … 60

Dormiente/Puntuale … 21 Tavolato/Corsi del piano di carena … 37

Dritto di poppa … 11 Tavolato/Corsi di fasciame … 35 Falsachiglia /Sottochiglia … 3 Tavolato/Corsi di ginocchio … 36 Femminella … 63 Timone … 61 Galloccia … 71 Torello … 28 Gru di capone/Gru di ancorea … 69 Traverse … 58 Impavesata/Parapetto … 30 Traverse dei bagli … 57 Lande/Landre … 68 Trincarino … 23 Madiere … 17 Tuga … 41 Mastra … 46 Unghia … 53