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IL FILO PERIODICO DELLA PARROCCHIA SS. TRINITÀ DI MILANO - Anno XII, n°61

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  • INDICEPAGINA

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    Favola di Naale 2020 - Don Mario Un amore determinato - Daniela In diretta dalle famiglie Nasce la WebTV 2° lockdown: Notizie dal Doposcuola - Francesca - Gruppo Doposcuola Quelimane quotidiana -1 - Padre Aldo Si può fare - Massimo Perinetti Ultima pagina

    2

    PARROCCHIA SS. TRINITÀ - via G. Giusti 25, Milano, tel. 02 36 72 7100 - fax: 02 31 820 144 IBAN IT 72 R 03069 09606 100000009678 presso Banca Intesa San Paolo don Mario Longo parroco - tel. 02 33 11 831 - 02 36 72 7100.7 - 338 79 85 284 mail: [email protected] don Sergio Gianelli - tel. 02 36 72 7101 cell. 339 84 28 068 don Francesco Zhao Shu - cell. 3778228967 - [email protected] don Dennees Joseph - cell. 349 61 42 456 - [email protected] Segreteria: via Giusti, 27 aperta dal lun. al ven. ore 15.30 - 18 - tel. 02 36 72 7100 int. 4 Oratorio: via Giusti 27-29 mail: [email protected] Bar: tel. 02 36 72 7100.2; Sacrestia: tel. 02 3672 7100.5; Radio tel. 02 3672 7100.6 Centro Ascolto mercoledì e giovedì ore 16.30 - 18.30 - tel. 02 36 72 7100 int. 3 Basket, Volley, calcio: s.r.l. TRI - via Giusti 27 - tel. 02 36 72 7100 / [email protected] Sala Padovese - Teatro del Borgo - via Giusti 29 [email protected] cell.331 31 14 001 Orario SS. Messe feriali 8.30 - 18.30 vigiliare 18.30 festive 8.30 - 10.30 - 15.45 (cinese) - 18.30 Tutte le celebrazioni sono trasmesse in diretta audio e video sul sito: www.trinita.tv Email della redazione: [email protected]

    In copertina e in ultima pagina:

    La grande nevicata a Milano - Parco sempione

    È successo in Trinità

    Sono tornati alla casa del padre 2020

    53. Natale Serlenga anni 91 2021

    01. Emilia Bonetti anni 98 02. Pietro Masini anni 77 03. Nomi Mihali anni 76 04. Salvatore Martoccia anni 55 05. Gioconda Rubinacci anni 76

  • di Don Mario

    Favola di Natale 2020

    3

    P remetto che questa storia è stata scritta prima di tutti i DPCM di questo anno 2020. Anche perché l’asino e il bue pur non es-sendo della famiglia dei pipistrelli, dei visoni o dei pangolini, avrebbero dovuto rispettare il di-stanziamento e indossare la mascherina, ma que-sto avrebbe voluto dire che all’interno della capanna di Betlemme, ci sarebbe stato un clima tipo baita di montagna con la caldaia in blocco e le finestre aperte. Gesù Bambino avrebbe dovuto nascere entro le 22 e i re magi avrebbero dovuto rispettare la qua-rantena e quindi rimandare l’Epifania. Inoltre non avrebbero potuto portare regali senza la bolla di accompagnamento e lo scontrino ma soprattutto il re magio con l’oro avrebbe dovuto fare solo un bonifico. Il coro degli angeli sulla capanna poi non avrebbe potuto superare le tre unità più la tromba. Per quanto riguarda la stella cometa poi sarebbe stata intercettata come fosse un asteroide peri-coloso in collisione con la zona della Giudea e quindi abbattuto da un missile Nato prima di raggiungere la capanna, anche le pecore avreb-bero dovuto camminare tutte unite per usufruire dell’immunità di gregge e via dicendo. Insomma, veniamo al nostro racconto che quest’anno ci trasporta dietro le quinte di quella notte meravigliosa di Natale. Sì, perché dovete sapere che nove giorni prima di quel 25 dicembre, in Paradiso era tutto un darsi da fare per preparare bene quell’evento, non come noi che ci siamo dimenticati della no-

    vena di Natale…. Il Padre Eterno aveva chiamato i suoi angeli per organizzare al meglio la nascita di Suo Figlio, erano millenni che ci stava pensando e final-mente erano maturate le condizioni propizie per farlo nascere. Diede ordine a un gruppetto di angeli, specializ-zato in eventi, di organizzare al meglio questo birth planning. Innanzitutto informò il gruppetto che avrebbero dovuto operare sul pianeta terra, e di fronte allo stupore dei presenti, dovette specificare che la terra era un pianeta di una delle 200 miliardi di stelle che si trovava più o meno alla periferia di una delle 100 miliardi di Galassie dell’Universo: la via Lattea. All’udire queste parole subito due angioletti dis-sero che loro non avrebbero potuto andare in quella galassia perché… allergici al lattosio, gli altri invece, obbedienti ma stupiti chiesero mag-giori istruzioni al Padre Eterno. “Dovete fare in modo che mio figlio possa na-scere senza finire subito in mano ai cattivi perché avrà prima una missione importante da svolgere, dovrà raccontare agli uomini il mio amore e un segno di questo amore sarà appunto la sua na-scita, umile e povera. Andate, mi fido di voi!” Subito partirono e anche se con un po’ di fatica riuscirono ad arrivare alla terra, non vi dico poi l’impegno per individuare la piccolissima Pale-stina e soprattutto la microscopica Betlemme dove secondo le informazioni avute si trovava la coppia scelta dal Padre chiamati ad essere i ge-nitori di suo figlio. Non fu un’impresa difficile

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    però individuarli perché lei, Maria, era la più bella e la più dolce di tutte le donne e al suo fianco aveva l’uomo più buono, più giusto e forte di tutti. Li seguirono senza farsi notare, nel loro pel-legrinare di casa in casa per chiedere ospitalità e dovettero trattenere qualche angioletto un po’ troppo reattivo che avrebbe voluto intervenire pesantemente nei confronti di tutti quelli che ne-gavano un alloggio a questi due meravigliosi e prossimi genitori. Ma forse non era il caso di scatenare una rissa, avrebbero dato troppo nell’occhio di qualche cattivo di turno e poi questi egoisti non erano degni di ospitare il Figlio di Dio e così seguirono Maria e Giuseppe fino a quando non furono co-stretti dalla impellente maternità di Maria a rifu-giarsi in una grotta, in mezzo alla campagna (o meglio alla steppa) usata come rifugio per gli animali. Il bimbo ormai stava per nascere e i nostri angio-letti avevano la missione di fare in modo che tutto andasse bene. Si divisero così i compiti: un gruppetto pensò al riscaldamento perché la notte era gelida, fare un fuoco avrebbe subito dato nell’occhio, biso-gnava trovare un altro modo per riscaldare quella povera famigliola, il più ecologico e green pos-sibile e così decisero di chiedere aiuto ad un asi-nello e ad un bue trovati nelle vicinanze. Non vi dico quanto dovettero insistere perché i due col-laborassero perché il bue non voleva stare con

    un asino e l’asino con uno con le corna come il bue ma dopo aver fatto loro capire che sareb-bero diventati famosi più dei talent ed avrebbero avuto tanti like per un po’ di millenni, riuscirono a portarli alla grotta con grande soddisfazione del bambinello e dei suoi genitori. Dovettero invece dire di no a una foca e a un pin-guino che avendo sentito che si cercava qual-cuno per la climatizzazione della grotta, si erano offerti per il periodo estivo. Un altro gruppetto, invece, si diede da fare per procurare qualche cosa da mangiare, non solo latte per il piccolo ma qualcosa anche per i santi genitori e così, visto che non avevano ancora in-ventato il cibo da asporto e la consegna a domi-cilio, pensarono di chiedere aiuto a qualche umano presente in zona, certamente non agli al-bergatori, ricchi, egoisti e disumani. Si guarda-rono in giro e videro soltanto dei pastori, ma come si poteva pensare che questi senza fissa di-mora e con una fama di ladri, avrebbero potuto dare un aiuto? Svolazzando qua e là, li videro rac-colti attorno al fuoco con i loro piccoli e in mezzo alle loro pecore, erano una cosa sola, c’era tra loro un clima di caldo affetto e accoglienza, ave-vano anche l’odore delle pecore come suggeri-sce papa Francesco, forse questi erano davvero Umani. Due angeli si presentarono a loro annun-ciando che era nato per loro un Salvatore, uno che voleva essere per loro come un Pastore, che era venuto in mezzo a loro perché gli voleva

  • bene e questi, all’udire queste parole, cono-scendo la potenza e la bellezza dell’amore subito si incamminarono verso la grotta. Ma c’era però un piccolo problema, se per caso i romani avessero visto questi movimenti nella campagna, avrebbero potuto pensare a una ri-voluzione e così entrò in campo la sezione social e news del gruppo angioletti. Apparvero in sogno al presidente della Palestina che a quei tempi era Re Erode e suggerirono di rifare il conteggio delle schede del censimento voluto da Cesare Augusto perché qualcuno aveva imbrogliato. Prima Fake della storia, ma a fin di bene, perché il Cattivissimo Erode, per paura di perdere il posto, mandò nel cuore della notte, tutti i soldati disponibili a sequestrare le schede del censi-mento e così i pastori poterono raggiungere anche dopo le 24 la grotta di Betlemme e offrire i loro doni alla sacra famiglia. Così i problemi urgenti erano risolti, il Padre Eterno sarebbe stato contento del lavoro fatto ma per il futuro? Come avrebbero potuto affron-tare le spese per sfuggire da Erode, il viaggio in Egitto, la ricerca di un lavoro per Giuseppe? La sezione economico finanziaria della pattuglia di Angeli, ci aveva già pensato, era volata al-l’estero e aveva avvisato alcuni Re Magi, umani, di quanto era successo e così si erano già messi in viaggio per offrire il loro contributo al neonato Re del mondo.

    È finita qui la nostra storia? No perché dopo tutto questo lavoro ecco che gli angeli, tutti insieme, prima di ritornare in Paradiso, si fermarono sulla grotta e di fronte ad un numeroso pubblico di pastori, pecore, asino, bue, ochette e galline, e soprattutto in onore della Sacra Famiglia, comin-ciarono a fare festa e cantare insieme “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uo-mini di buona volontà…” ops, scusate, si corres-sero subito e rifecero il canto “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore!” Cosa dobbiamo dire? Bravi questi angioletti, che hanno preparato tutto con cura per adempiere la missione ricevuta dal Padre Eterno di far na-scere il suo Figlio senza troppi problemi, ma se ci pensiamo bene tutto questo non sarebbe stato possibile se un giorno una giovane donna, Maria e il giovane fidanzato, Giuseppe non aves-sero creduto alla parola del Signore e non aves-sero detto di sì al suo progetto mettendo la loro vita nelle sue mani. Possiamo così darci da fare per preparare la festa di Natale, pranzi, pacchi, pacchetti, canzoncine, alberi e presepi ma il Na-tale sarà possibile solo se, come Maria e Giu-seppe, anche noi, nel nostro cuore e nella nostra vita di tutti i giorni faremo spazio all’amore del Signore che nasce ogni volta che apriamo il no-stro cuore al suo amore.

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  • L 'argento nei capelli, l'azzurro del cielo negli occhi, il sole nel sorriso, così eri tu, cara Ivana… Una carica dirompente di energia, di azione e pensieri, e le chiacchiere... quante parole,

    risate, discorsi….

    La storia che abbiamo vissuto in-

    sieme è stata un inno all’amore

    reciproco e vicendevole.

    Correva il 1970. Avevo necessità

    di essere curata con punture

    molto dolorose e ci voleva una

    mano delicata. Mia mamma non

    ha esitato ad interpellare l’infer-

    miera più brava del quartiere: la

    nostra Ivana!!! Il suo correre sulla

    bici un po’ disastrata non era af-

    fanno, ma desiderio di accudire

    tutti. Entrava in casa umilmente,

    ma subito metteva i pazienti a proprio agio e l’ac-

    cento veneto faceva cadere ogni timore.

    Mi sdraiava sul letto e mi metteva l’immagine di un

    Santo tra le mani, facendomi contare fino a cin-

    que… Nessun dolore, nessun trauma!!!! È stata la

    mia salvezza!!

    Il tempo ci ha separate fino a quando una decina

    di anni fa l’ho incontrata in un contesto bellissimo:

    avrei portato Gesù Eucarestia a lei e al marito,

    ormai bloccati in casa.

    Sono stati momenti bellissimi… ogni domenica

    preparava la tavola secondo il tempo liturgico: le

    spighe di grano, l’uva e il cero non mancavano mai.

    Quante preghiere e quanti pensieri… io credevo

    di essere di aiuto a lei ed invece uscivo da quella

    casa sempre arricchita.

    Anni, tanti anni, ricordi, tanti ricordi.

    Come quando mia mamma aveva una emorragia

    nasale e dove siamo corse? Da lei che in un attimo

    ha fatto “Zac” e tutto si è sistemato.

    Come dimenticare quella sera in cui ha chiamato

    Don Mario dicendo di correre al capezzale del ma-

    rito: “Prima di chiamare il medico, io telefono al

    prete” diceva sempre. Era la festa della Famiglia…

    quale modo migliore per terminare quella giornata

    intensa. La loro era una di quelle

    eccezionali: lui in silenzio, lei che

    parlava. Sempre coerenti e sem-

    pre innamorati e proprio nel

    giorno di San Valentino, si è ce-

    lebrato il funerale di Attilio.

    L’umorismo non le mancava

    mai... Quando sono andata a tro-

    varla alla Casa di riposo, mi ha

    accolto con la frase: “Mi sembra

    che tu sia ingrassata!!”

    La battaglia, il coraggio, la deter-

    minazione. La forza, la sua parola

    magica.

    Sei qui Ivana, in tanti attimi condivisi, in tanti di-

    scorsi a volte tristi, frasi spezzate dal dolore per la

    perdita di tua figlia, momenti troppo lunghi o

    troppo corti. Sei qui, in tutto ciò che abbiamo con-

    diviso, in quello che mi hai insegnato e in ciò che

    mi hai donato. Sei qui, ti porto con me. Guardo il

    tuo sorriso e il tuo sguardo e ti ritrovo e so che mi

    sarai accanto per sempre. Non è un addio, è solo

    un arrivederci. Buon viaggio.

    di Daniela

    Un amore determinato

    6

    Non posso non ricordare con tanto affetto la nostra Ivana. Quando andavo a trovarla, oltre alla sua bella testimonianza di fede e di sopportazione di tutti gli acciacchi, ricordo che mi faceva sempre ve-dere un piccolo altarino che aveva in sala su cui metteva di volta in volta, seguendo il calendario li-turgico, delle immagini sacre, una candela e dei fiori. Pur essendo inferma, aveva fatto diventare la sua casa veramente una Piccola Chiesa Domestica. Grazie Ivana! Don Mario

  • In diretta dalle famiglie

    7

    Famiglia, piccola chiesa domestica. Abbiamo chiesto ad alcune famiglie che stanno partecipando con entusiasmo al nuovo cammino

    famigliare condotto da don Mario di lasciarci le loro prime impressioni.

    Cosa vi ha spinto a scegliere questo cammino?

    Quali erano le aspettative prima di iniziare? Sono state soddisfatte?

    Cosa vi aspettate dai prossimi incontri?

    Vi sentireste di consigliare questo percorso ad altre famiglie?

    - Da un lato il bisogno di proseguire il percorso di catechesi dedicato alle famiglie iniziato con Don Sergio e dall'altro la curiosità di sperimentare l'innovativa formula di accompagnamento di nostro figlio ai sacramenti. - L’entusiasmo di Don Mario - Ci ha spinto la novità di poter fare un cammino di fede tutti insieme in famiglia

    - Avevamo l'aspettativa di iniziare un percorso di catechesi che raggiungesse sia ogni membro della famiglia come individuo che tutta la famiglia nella sua unitarietà (obiettivo non facile anche perché spesso ogni membro ha le sue inclinazioni e preferenze di approdimento). Siamo ancora agli inizi ma crediamo che le aspettative siano più che soddisfatte anche sulla base dei ritorni di nostro figlio. - Ci aspettavamo un incontro coinvolgente per tutti e così è stato. - Ci aspettavamo argomenti di attualità. Al momento stiamo affrontando temi classici della famiglia.

    - Sarebbe auspicabile prevedere anche dei momenti di incontro in presenza (ad esempio visita ad un Santuario). - Di continuare sulla stessa linea dei due precedenti. - Ci aspettiamo di affrontare temi di attualità.

    - Assolutamente ci sentiamo di consigliare questo percorso. Crediamo che ogni famiglia credente senta la necessità di una "coccola speciale" e ulteriore rispetto alla partecipazione alle funzioni re-ligiose e l'iniziativa riesce a soddisfare questa esigenza. Oltre a ciò, ed è la vera componente inno-vativa, questo percorso, grazie al tempo dedicato dal Don, riesce ad essere personalizzato e quindi su misura valorizzando al massimo la famiglia (vera protagonista degli incontri). Quindi, in sintesi, lo definiremmo un percorso familiare (in tutti i sensi) tagliato sulle singole esigenze. Oltre a questo rie-sce a consolidare l'amicizia e il legame tra le famiglie che condividono gli incontri. - Sì, perché è un’esperienza che arricchisce tutta la famiglia. - Sì, ci piace molto questo percorso. Le parole sarebbero: "una sfida insieme per crescere tra famiglie".

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    Dopo il successo

    della Tombola

    in diretta…

    E visto che ogni

    giorno ci sono tante

    cose da condividere

    che accadono in Par-

    rocchia e nel quartiere

    (oltre che nel

    mondo)…

    Abbiamo deciso di far nascere una WebTV

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    Fin dagli albori desideriamo che questo progetto sia condiviso con tutta la comunità. Per questo motivo invitiamo tutti, ma proprio tutti!!, a partecipare alla scelta della WebTV. Dobbiamo darle un nome!   Siamo tutti invitati a presentare la nostra proposta. Queste è la nostra nuova TV che darà voce a tutte le iniziative, ai progetti e alle storie della par-rocchia e di tutto il quartiere, degli abitanti (grandi e piccoli) e anche ai racconti di chi vive in questo “Borgo degli Ortolani” da più tempo. Presenteremo le attività che si svolgono nel quartiere da quelle commerciali più storiche a quelle più recenti e ovviamente anche tutte le associazioni e i progetti di solidarietà. Una TV veramente “inclusiva” come va molto di moda dire oggi. A cui tutti siamo invitati a partecipare.  

    Manda la tua proposta per il nome della TV a

    [email protected] Alcune persone coinvolte hanno già cominciato a lavorare seriamente per il progetto della nostra TV: i ragazzi in particolare hanno molta voglia di cominciare. Abbiamo bisogno di preparare tanto materiale video per preparare poi un palinsesto organico. Se avete idee o volete qualche idea sui contenuti dei video contattate don Mario tenendo conto che in oratorio e a casa è disponibile un programma per elaborare i video e c’è anche chi po-trebbe insegnare in pochissimo tempo.   Questo invito è rivolto anche a ragazzi e gli adolescenti e giovani. Con voi sarà possibile passare un po' di tempo al pomeriggio in oratorio per costruire insieme questo bel progetto.   Un giorno saremo tutti contenti di quello che stiamo facendo perché è qualcosa di grande e che resterà nella storia della nostra parrocchia.

  • di Francesca - Gruppo del Doposcuola

    2° lockdown Notizie dal

    Doposcuola

    10

    Quando è cominciata la scuola anche noi del doposcuola e qualche altro gruppo abbiamo ripreso le nostre attività. Seguivamo tutte le regole e ogni gruppo era autogestito: la mi-surazione della febbre, segnare il nome e cognome nel registro presenze, sanificare i luoghi e gli oggetti usati, aprire e chiudere gli spazi. Quotidianamente mi sono occupata di queste cose per il nostro doposcuola, per chi poteva e voleva farlo in presenza. Pochi giorni dopo, con le nuove regole, non abbiamo più potuto svolgere queste attività. Oggi seguo il doposcuola a distanza, do una mano alla coordinazione, sento i ragazzi, i genitori, i nostri volontari e chi ha bisogno. In particolare seguo tre mamme dei ragazzi del nostro doposcuola, che sono senza mariti e vivono con i loro figli. Insieme a loro cerco e creo lavoro, le accompagno quando escono a fare delle camminate al parco Sempione. In questi giorni ricevo le loro telefonate a qualsiasi ora, do suggerimenti per le cose della vita quotidiana, faccio la traduzione per le visite dal medico, accompagno i loro figli quando la mamma lavora e torna in ritardo e al sabato, le inco-raggio a cucinare… Le conosco una da 5 anni, una da 4 anni, una da 2 anni, e dal primo lockdown le seguo abbastanza intensamente. Ora le vedo più serene e gioiose di prima. Se le seguo da sola però mi sento abbastanza limitata: ho chiesto chi volesse farlo con me e 7 persone hanno dato la loro disponibilità. Piano piano proviamo ad essere loro vicine, come ho spiegato alle mamme. Sono molto contente e desiderose di inserirsi nella società italiana. Tramite internet continuo a seguire qualche bambino e le mamme che sono in diverse città in Cina, ho iniziato dal primo lockdown. Una volta alla settimana preparo il contenuto del catechismo per un gruppo di 6-7 anni, un altro di 8-9 anni e li accompagno con due mamme come catechiste. Poi con le mamme facciamo una lettura biblica ogni 15 giorni. Mi dedico con piacere a fare tutte queste attività che mi consentono di stare vicino agli altri anche se preferirei farle in presenza.

    Buon anno a tutti!Io seguo Paolo(seconda media) diverse ore la

    settimana,a seconda del bisogno e della sua buona volontà,che

    talora latita,anche se ora mi sembra migliorato.Mi faccio inviare da

    lui la foto di quello che deve studiare e degli esercizi. Non posso

    dire che chiacchieriamo, perché si esprime a monosillabi; ora ho

    inviato sul suo cellulare un messaggio agli insegnanti-col consenso

    della mamma-per cercare di sapere qualcosa in più sui suoi pro-

    blemi scolastici e per collaborare con loro: spero di avere qualche

    risposta e intanto vi saluto tutti cordialmente.

    Ersilia

    Sto seguendo 6/7 ragazzi, video

    lezioni in prevalenza.

    Quattro sono miei vecchi

    "clienti", tre nuovi.

    Così ho diversi appuntamenti

    settimanali e non mi sento mai

    veramente solo.

    Paolo

  • 11

    Carissimi, giorni fa avevamo proposto di scambiarci

    le nostre esperienze di doposcuola degli ultimi mesi

    del 2020. Posso raccontarvi che è stata per me una

    novità fare lezione via Whatsapp.

    Ho tre ragazzi: una cinesina di 12 anni, una cinese e

    un indianino quindicenni e tre italiani (2 al liceo e

    uno in 3° media).

    Con Gingin (5 elem) è solo un parlarsi perché lei sa

    più o meno 100 parole d'italiano: i verbi principali,

    parole, aggettivi...

    Con Lixiao (1 liceo): io non la vedo. Una o due volte

    a settimana mi manda un brano d'antologia con

    tanti esercizi. Mi manda gli esercizi fatti, io glieli ri-

    mando corretti e le dico come svolgere quelli che

    non sa fare.

    Con Alessandro (1 scientifico) sono riuscita ad avere

    il suo libro di latino on line: per cui parlo e lo vedo

    e per gli esercizi ho vicino il computer e procediamo

    insieme.

    Di positivo in questa nuova esperienza mi è piaciuto

    molto adeguarmi a questi mezzi. Abbiamo instau-

    rato un bel rapporto anche con le famiglie. Visto

    che esco poco serve molto a me perché mi vivacizza

    e mi fa molto piacere.

    Di negativo, soprattutto con i più piccoli, manca

    molto il rapporto personale, lo stare insieme in ora-

    torio, il vedersi, l'usare lo stesso libro.

    Mi manca molto il rapporto con tutti i ragazzi anche

    se con Francesca siamo sempre in collegamento.

    Non vengo a Messa per riguardo a mio marito, ve-

    diamo don Mario e la comunità online ma mi man-

    cate.

    Spero nel vaccino e di poter riprendere come prima

    e di poter confrontarci e imparare da voi.

    A presto. Anna

    Buon anno, sono Franca, ho iniziato quest'anno con

    il doposcuola, avevo dato disponibilità per un

    giorno alla settimana, ho iniziato a far fare i compiti

    a rancesco, un bambino che fa' la seconda elemen-

    tare, poi si è aggiunto un ragazzo che fa' il terzo o

    forse quarto anno di liceo e con lui faccio chimica,

    (Joseph) adesso si è aggiunta una bambina che fa'

    la quarta elementare ( Ilary ), ho deciso di non se-

    guire questi ragazzi-bambini online ma mi sono

    presa la responsabilità di invitarli a studiare a casa

    mia con le opportune precauzioni, così riesco a ca-

    pire meglio come aiutarli. Devo dire che si è instau-

    rato un buon rapporto sia con loro che con le

    famiglie e di questo sono contenta . Vi saluto tutti

    cordialmente. Franca

    Sono Nina, sono all’ultimo anno di liceo classico e

    quindi questo secondo lockdown è abbastanza pro-

    vante. La mattina ho le lezioni, il pomeriggio studio

    e cerco di andare al parco per una passeggiata.

    Ogni martedì vedo Jessica per un’oretta, è molto

    brava e lavoriamo bene insieme. Purtroppo a volte

    la connessione è difettosa, ma troviamo sempre un

    modo per arrangiarci. Certo non è la stessa cosa

    che stare insieme in presenza, ma per ora dob-

    biamo accontentarci di questo! Un abbraccio a tutti.

    Ciao a tutti! Sono Alessandro.

    In generale sono stato bene durante il lockdown...

    anche se ho dovuto cambiare le mie abitudini e,

    come tutti quanti, sono stato costretto a rimanere

    a casa e non poter vedere i miei amici lontani.

    Da fine ottobre ho iniziato a lavorare con Luca, un

    ragazzo che sta per finire le medie. Ogni tanto su

    Google Meet, e quando la connessione non è dalla

    nostra usiamo Whatsapp. Ci sentiamo ogni giovedì

    e sono sempre molto felice di dagli una mano.

    Durante le pause dalla lezione parliamo di cosa ab-

    biamo fatto durante il giorno, cosa abbiamo man-

    giato, come stiamo, cosa pensiamo...

    Mi piace che mi racconta sempre qualcosa sulla

    Cina, sopratutto dei piatti che mangia.

    Ho instaurato un buon rapporto con lui e lo aiuto

    quando posso.

  • di Padre Aldo

    Quelimane quotidiana - 1

    12

    Torno a casa dall’ospedale abbastanza presto, verso le tre del pomeriggio. È un po’ tardi se si vuole, ma in compenso ho pranzato nella mensa del blocco operatorio. Oggi c’era una “minestra di legumi”, che è un nome generico, usato anche quando non ci sono legumi. Lo si dà a tutte le minestre in cui non ci sono fagioli, ma un fondo di varie verdure più o meno amalgamate e triturate. È una minestra pa-stosa, non brodosa, che, di fatto, non è un gran che, specie quando non è ben calda. Tuttavia gode di un gran prestigio tra i lavoratori del blocco operatorio. Io, più di un terzo non riesco a mangiarne, e offro i due terzi sempre come un dono molto gradito a chi è al punto giusto per poterla mangiare. La pietanza, invece, era pro-prio buona, riso bianco più una tigella di fagioli caldi e saporiti, impreziositi da foglie di cavolo ed altre verdure con un “molho” a base di fagioli borlotti, cotti al punto giusto con un po’ di ci-polla e aglio. In casa mi sta aspettando il tecnico Antonio, per accompagnarmi a visitare una paziente in condi-zioni preoccupanti, “con la pancia molto grossa e le gambe gonfie”. Mi chiedo cosa potrà essere e, immaginando una causa di insufficienza car-diaca, prendo con me lo stetoscopio e l’apparec-chio automatico della pressione. “La paziente vive dentro la città, abbastanza vicino alla Sa-grada, nel quartiere Brandão. Arriviamo in dieci minuti, dottore.” Dice il tecnico Antonio Il quartiere Brandão inizia con una strada di mer-cato, con andirivieni in tutte le direzioni e mac-

    chine che tentano di procedere con estrema pru-denza in mezzo a quella confusione. Dopo tre o quattrocento metri cominciano tre vie sterrate che si infilano tra palme da cocco e capanne. Il fondo è di terra con avvallamenti continui, a volte nella direzione del cammino, a volte in senso tra-sversale. L’abitazione a cui siamo diretti ha un’en-trata accogliente, con una piccola spianata e poi si devia verso la parte più privata dell’abitazione, con verande più lunghe e chiuse fino all’altezza de fianchi. Girato l’angolo ci attende una specie di sorpresa architettonica: una stanza di circa tre metri di lato e tre di altezza: un elegante cubo dalle pareti completamente costituite da stuoie nuove, di un giallo brillante, che danno l‘impressione di un sa-lotto destinato alle visite, eretta, o meglio, ap-poggiata su uno spiazzo tra le capanne. La nostra malata vi passa la maggior parte del giorno, per-ché è un luogo fresco e luminoso. La signora sta seduta con le gambe distese su stuoie, appoggiata con la schiena contro la pa-rete del salotto. Il marito ci mostra alcuni fogli, ri-cevuti nei quattro giorni passati nell’ospedale centrale di Quelimane, dopo i quali l’hanno ri-mandata a casa, perché stazionaria. Tra i fogli trovo la relazione dell’ecografia che descrive la presenza di una grande ascite e di alcune masse nel contesto del fegato, dal significato di tumore maligno. L’addome è molto voluminoso e le gambe sono gonfie. Riferisce che le hanno fatto una paracentesi ed hanno tolto tre litri di liquido, ed ora respira meglio.

  • 13

    Ormai la diagnosi è fatta, come pure una prima terapia palliativa. Mi pare che non sia il caso di farla distendere per esaminare l’addome. Re-stiamo a parlare ed io spiego con parole semplici la dolorosa verità, ma senza drammatizzare. Le chiedo come va con i dolori. Ci sono, ma ancora sopportabili e non continui. Può andare ancora avanti con l’aiuto del paracetamolo. Non posso fare gran che, per la malata ed i fami-liari. Tuttavia sono ora informati della reale con-dizione della malattia e ne sono grati. Quante volte ho constatato che lo spiegare la verità della malattia è forse l’aiuto più desiderato, perché li-bera dall’angoscia che l’incomprensibile porta sempre con sé per lo spirito umano. Salutiamo la malata, il marito ed i familiari e ritor-niamo a casa, riattraversando la confusione del mercato del Brandão. Arrivati a casa, alla Sa-grada Família, saluto il tecnico Antonio e gli dico che l’indomani suo suocero sarà dimesso dal-l’ospedale, dove l’ho operato per due fistole pe-

    rianali. Come sarà possibile fare per portarlo 1a casa? Combiniamo che verrà in bicicletta, ad aspettarmi in casa per quando tornerò dall’ospe-dale. Poi andremo a prenderlo con la mia mac-china per portarlo fino alla casa del tecnico Antonio. Il suocero vive a Marrongane , di là da un piccolo fiume che bisogna attraversare in barca. È necessario perciò che si fermi alcuni giorni in casa sua. È un po’ imbarazzato. “Ormai ho finito il mio salario, perché ogni mese devo restituire mille meticais per pagare il pre-stito avuto per ricomprare la bicicletta che mi hanno rubata, del valore di seimila meticais. In casa c’è rimasta solo la farina. Devo comprare pesce e fagioli, ed ora avrò ospite anche il mio suocero. Chiedo al dottore un aiuto, per favore. Per lo meno 500 meticais. Sono molto alle strette. Se potesse prepararli per domani le sarei molto grato!” ( n.b. attualmente 1 euro= 79,9 meticais quindi 500 euro =circa 6 euro )

    Quelimane 10/11/2020

    🙏 Grazie a nome di tutte le care amiche del Gruppo Missionario.

    😇 nonostante tutto 😂 mai come questo anno la Provvidenza è stata prodiga di donazioni per Noi 🙏

    Breve relazione 2020

    MSA Onlus ha provveduto grazie al contributo costante di Tutta la rete di amicizie 🙏 Mozambico

    Costruzione decine di Casette per famiglie senzatetto e

    distribuzione mensile aiuti economici a decine di famiglie in povertà assoluta.

    😇 Scolarità, Cure e Mantenimento Orfanotrofi

    Aldeia da Paz Quelimane

    Gurue Maschile e femminile

    Lioma con Asili associati.

    😊 Aiuti finanziari alle tante altre Opere Assistenziali di Padre Aldo

    😅 Ucraina

    Invio di materiale sanitario,carrozzine etc a RSA di Mamauzi.

    👍 Milano

    Raccolta e distribuzione di materiale sanitario,

    anche la copiosa dotazione della carissima Luisa Gini,

    di carrozzine, deambulatori etc ad anziani bisognosi.

    Quindi, nonostante il triste periodo che stiamo attraversando tutti noi,

    l'aiuto della Parrocchia della SS Trinità alle nostre missioni non è mai mancato.

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    ...con queste parole Wolfgang von Goethe rac-contava la meraviglia dei nostri territori e ci intro-duce alla conoscenza di una pianta meravigliosa …il LIMONE Originario dell'Asia minore, il Limone, arrivò nelle zone mediterranee intorno al 1200 con il ritorno dalle crociate. Il fusto è legnoso e raramente supera i cinque metri di altezza, le foglie coriacee e i fiori ven-gono usati anche per preparare un ottimo thè calmante. Il frutto che tutti ben conosciamo ha una buccia più o meno spessa (a seconda delle varietà e

    anche in base ai tipi di concimazione che ven-gono effettuate) è ricca di ghiandole oleifere che ci regalano il caratteristico profumo. La pianta del limone è molto generosa e ci regala splendidi frutti soprattutto se le rendiamo alcune “cortesie agronomiche” . Innanzitutto soffre il gelo, quindi se vogliamo col-tivarla nei climi dell'Italia settentrionale, dob-biamo ricordarci di coprirla d'inverno con il tessuto non tessuto che permetterà alla pianta di respirare ma non di gelare (mai coprirla con pla-stica o sacchetti di ogni genere). Resiste bene alla siccità, quindi la terra troppo bagnata o i ristagni d'acqua non sono graditi.

    La terra non deve essere particolar-mente soffice o organica (la cosiddetta terra di bosco non è consigliata), ma-gari un misto con terra argillosa o me-scolata a lapillo vulcanico può essere un buon substrato per il nostro amico limone. Se vogliamo fare un bel regalo alla no-stra pianta, mettiamola a dimora o in piena terra oppure in un vaso di terra-cotta, evitiamo quei tristi vasi in plastica che spesso sono la condanna delle no-stre piante. La concimazione è indispensabile (è il

    SI PUÒ FARESI PUÒ FARE

    “Conosci la terra dei limoni in fiore, dove le arance d'oro splendono tra le foglie scure,

    dal cielo azzurro spira un mite vento, quieto sta il mirto e l'alloro è eccelso,

    la conosci forse?”

  • 15

    pane quotidiano dei vegetali), quindi regolar-mente si dovrà procedere con prodotti apposi-tamente studiati per agrumi … a parere personale consiglio i granulari piuttosto che i li-quidi. Una volta o due all'anno regalate al vostro li-mone una “bibita“ a base di chelato di ferro avrete limoni più saporiti. Il limone infine non è immune all'attacco di in-setti che poi magari aprono la strada a qualche patologia, per cui preveniamo pulendo periodi-camente le foglie sia sopra che sotto passando un panno imbevuto di latte, così facendo toglie-remo “manualmente” quei piccoli parassiti che trovano accogliente il soggiornare sul nostro li-mone; tra i parassiti più comuni che creano non pochi danni alla pianta posso citare il ragnetto rosso minuscolo acaro che con le sue punture sulle foglie rallenta o ferma la vegetazione, altro parassita è la cocciniglia che invade velocemente tronco, i rami e le foglie. Riassumendo: al nostro limone possiamo solo dire grazie perchè non dimentichiamo che il frutto è depurativo e disintossicante, assumerlo al mattino a digiuno aiuta a regolarizzare le fun-zioni intestinali e il Ph , inoltre combatte anche la cellulite. Il succo di limone si usa contro i geloni , le der-matosi, i dolori articolari e muscolari frizionando nelle zone richieste. Il limonene un idrocarburo presente nella buccia ha una funzione antitumorale a livello di preven-

    zione su pancreas e fegato. Inoltre il limonene aiuta ad erodere i calcoli nella cistifellea. Anche il limone come tante altre piante nostre amiche ha proprietà importantissime per la no-stra salute ma soprattutto non dimentichiamo che ogni pianta assorbe anidride carbonica ed emette ossigeno…

    Può bastare questo per amarle???

    MASSIMO PERINETTI Perito Agrario

    tel. 347 2121530 e-mail: [email protected]

    www.massimoperinetti.it