il fidanzamento e il matrimonio in epoca romana e nel nostro ordinamento

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di: GIULIA CORVISERI ARDESIA CARLA FORTUNATO SILVIA FORZESE MARTINA COCO ENRICA LA MANNA 2^ N Il fidanzamento e il matrimonio in epoca romana e nel nostro ordinamento

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Page 1: Il fidanzamento e il matrimonio in epoca romana e nel nostro ordinamento

di: GIULIA CORVISERI ARDESIA

CARLA FORTUNATO

SILVIA FORZESE

MARTINA COCO

ENRICA LA MANNA

2^ N

Il fidanzamento e il matrimonio in epoca romana e nel nostro ordinamento

Page 2: Il fidanzamento e il matrimonio in epoca romana e nel nostro ordinamento

Lawrence Alma-Tadema

Page 3: Il fidanzamento e il matrimonio in epoca romana e nel nostro ordinamento

In epoca Romana le nozze erano precedute dal fidanzamento chiamato “Sponsalia”, cerimonia solenne durante la quale si compiva la promessa di matrimonio. Durante la cerimonia, il fidanzato chiedeva al padre della promessa sposa: “Spondesne?” (Prometti? ) ed egli rispondeva: “Spondeo” (Prometto).

Il fidanzamento in epoca romana

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Questa cerimonia era fondata sulla tradizione patriarcale e si svolgeva in presenza degli aruspici e di tutti gli amici delle due famiglie che avevano la funzione di testimoni dell’impegno matrimoniale.

Presi gli accordi, i due fidanzati si scambiavano un bacio casto, chiamato ‘’bacio di religione’’, che non offendeva le antiche tradizioni. In seguito, avveniva lo scambio dei doni, che costituivano il pegno del contratto matrimoniale. Dopo, il futuro sposo donava alla ragazza un anello chiamato anulus pronubus.

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Questo anello non era un semplice regalo ma svolgeva una funzione simbolica: era una sorta di catena attraverso cui il futuro sposo legava a sé la fidanzata ricavandone il pieno possesso. Una volta che l’ anello era al dito, la ragazza giurava fedeltà allo sposo. Infatti, l’anulus veniva infilato al penultimo dito della mano sinistra (anularis da cui partiva una vena che giungeva dritta al cuore).

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<< Causam esse huius rei Apion in libris Aegyptiacis hanc dicit, quod insectis apertisque humanis corporibus, repertum est nervum tenuissimum ab eo uno digito ad cor hominis pervenire>>. Aulo Gellio – Noctes Atticae X

<< Apione, nei libri Egiziani, dice essere questa la ragione di ciò, che, tagliati e aperti i corpi umani, fu scoperto un nervo sottilissimo che giunge da quell’unico dito al cuore dell’uomo>>.

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Dopo aver firmato il contratto nuziale, seguiva un banchetto al quale partecipavano tutti i presenti.

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Il fidanzamento era regolato da norme giuridiche ben precise. Infatti, se una delle due parti non manteneva l’impegno preso, l’altra parte poteva fare causa; quindi il giudice istituiva un processo durante il quale domandava le cause della rottura del fidanzamento. Se non trovava una giusta causa, stabiliva una pena pecuniaria a carico di chi non aveva mantenuto la promessa, come si legge da Aulo Gellio – Noctes Atticae IV, che qui di seguito si riporta:

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<< Si iustam causam non inveniebat, litem aestimabat et eum, qui spoponderat se aut accepturum aut daturum esse uxorem, pecunia multabat>>.

<< Se non trovava una giusta causa, stimava la lite e multava con denaro colui che aveva promesso che avrebbe accettato o dato moglie>>.

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Il matrimonio

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Nella società romana esistevano i matrimoni d’amore, ma la maggior parte delle volte le unioni erano combinate dalle famiglie. Gli uomini si sposavano intorno ai trent’anni, le ragazze non appena erano in grado di avere figli.

Tuttavia, abbiamo qualche esempio di matrimonio felice, così come si legge nella lettera di Plinio il Giovane, dove elogia la moglie Calpurnia, ricca di tutte le virtù proprie di una buona matrona romana:

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<< Calpurniae uxori meae summum est acumen, summa frugalitas; amat me, quod castitatis indicium est. Meos libellos habet, lectitat, ediscit etiam>>.

<< Mia moglie Calpurnia ha una grandissima intelligenza, moderazione; mi ama, il che è indice di castità. Ha i miei scritti, li legge ed anche li impara>>.

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Il giorno delle nozze era scelto con cautela in mezzo a una serie di giorni e di mesi di cattivo auspicio che erano evitati dalla superstizione. Il periodo migliore era la seconda metà del mese di giugno.

A Roma c’erano tre differenti forme di matrimonio:

Per confarreatio;Per coemptio;Usus.

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Il matrimonio per confarreatio era il più antico e solenne, creato secondo la leggenda da Romolo e per questo ritenuto sacro e inscindibile. Alla vigilia delle nozze la sposa consacrava i giocattoli della propria infanzia agli dei e la mattina del matrimonio si copriva il capo con il flammeum, un velo arancione sul quale veniva posta una corona di mirto e fiori d’arancio e sotto il velo aveva i capelli divisi in sei trecce o ciocche.

I diversi tipi di matrimonio: la confarreatio

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La sposa indossava una tunica senza orli (tunica recta). La casa della sposa era addobbata a festa; nell’ingresso si stendevano dei tappeti e nelle case patrizie si aprivano gli armadi che custodivano le immagini di cera degli antenati.

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Il rito del matrimonio iniziava con un sacrificio agli dei per verificare il consenso degli dei al matrimonio.

A questo punto della cerimonia, gli sposi mangiavano insieme una focaccia di farro, il panis farreus, simbolo della vita coniugale: il pane mangiato insieme favoriva la concordia e l’unità degli affetti.

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Dopo, in presenza di dieci testimoni, venivano sottoscritte le tabulae nuptiales. Infine, la pronuba, una donna che aveva avuto un unico marito, congiungeva le destre degli sposi, il dextrarum iunctio, in segno di reciproca fedeltà.

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La cerimonia proseguiva con un banchetto, accompagnato da musiche e canti e da inni nuziali cantati dai partecipanti. Al termine della cena, allo spuntare di Venere, in serata, avveniva la deductio, ossia il trasferimento della sposa dalla casa paterna a quella maritale.

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Lo sposo, in ricordo dell’antico matrimonio per ratto delle Sabine, fingeva di rapire la moglie.

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Giunta alla soglia della casa nuziale, la sposa rispondeva al marito che le domandava: “Quis es?”, con l’espressione formulare: “Ubi tu Gaius, ego Gaia”. Dopo una serie di riti dedicati agli dei, la sposa veniva condotta nella camera nuziale, dove lo sposo scioglieva la cintura virginale. Il giorno seguente la sposa, che vestiva per la prima volta gli abiti matronali, faceva dei sacrifici ai Lari ed ai Penati e riceveva doni dal marito.

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Infine, seguiva un banchetto riservato ai parenti degli sposi.

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Dopo il matrimonio, il vincolo poteva essere sciolto attraverso il repudium o il divortium: nel primo caso la richiesta era avanzata soltanto dal marito per alcuni motivi previsti dalla legge, ad esempio l’adulterio da parte della donna; nel secondo caso lo scioglimento avveniva con l’accordo di entrambe le parti.

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Il matrimonio per coemptio era un vero e proprio atto di compravendita dove la futura sposa veniva venduta dal pater familias al futuro marito alla presenza di cinque testimoni e del libripens, che reggeva una bilancia. Su questa bilancia, il marito poneva il prezzo della moglie. Il marito metteva una mano sulla spalla della sposa e diceva: “Hanc ego mulierem ex iure Quiritium meum esse aio eaque mihi empta est hoc aere aenaeque libra”.

<< Dichiaro che questa donna è mia, secondo il diritto dei Quiriti e l’ho comprata con questo bronzo e questa bilancia>>.

La coemptio

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Con questo rito, la moglie non veniva chiamata matrona come nel matrimonio per confaerratio, ma semplicemente uxor. Conclusa la cerimonia, si svolgeva il banchetto di nozze e poi la deductio.

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Esisteva anche un altro tipo di legame, che oggi definiremmo ‘’convivenza’’, che a quell’epoca si chiamava usus. Infatti, la donna, dopo un anno di convivenza, cadeva sotto la manus del marito.

Quindi, entrava a far parte della sua famiglia fili loco. Se la donna non voleva che si producesse tale effetto, poteva ricorrere alla trinoctis usurpatio, cioè si allontanava per tre notti dalla casa coniugale interrompendo l’anno di convivenza necessario per costituire la manus.

L’usus

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Secondo alcuni autori, dato che l’usus della donna si basava su una convivenza di un anno come l’usucapione delle cose (Possideo quia possideo), ciò significa che la donna era considerata come una res mobilis. Però si tratta di una deduzione non fondata sulle fonti disponibili, perché da esse piuttosto risulta che i Romani conoscevano la differenza tra personae e res. La donna, quindi, non era una res per i Romani.

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Il matrimonio ai giorni nostri

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Nel nostro ordinamento, il matrimonio è regolato dalle norme del codice civile ed è riconosciuto dalla costituzione, che, all’articolo 29, recita:

‘’La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi’’.

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Mentre in alcuni paesi del mondo è stata introdotta la possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso, nel nostro diritto è inammissibile, in quanto urta contro il principio di matrimonio definito nella Costituzione come società naturale ed esplicitamente in tutte le disposizioni legislative, dove si parla espressamente di marito e moglie.

È conseguentemente vietata anche la trascrizione di un matrimonio celebrato all’estero tra persone dello stesso sesso, perché in contrasto con l’ordine pubblico interno.

Tuttavia, il dibattito politico è molto acceso tra coloro che sono a favore e coloro che sono contrari.

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Può contrarre matrimonio:- chi ha raggiunto la maggiore età. Peraltro, chi

ha compiuto sedici anni può essere ammesso a contrarre matrimonio qualora il tribunale conceda l’autorizzazione;

- chi ha capacità di intendere e volere, cioè non può contrarre matrimonio l’interdetto per grave infermità mentale;

- libertà di stato: non può contrarre matrimonio colui che è legato già ad altra persona da matrimonio civile.

Condizioni per il matrimonio

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Il matrimonio deve essere preceduto dalla pubblicazione, che consiste nell’affissione alla porta della casa comunale del luogo di residenza dei coniugi di un atto, dove sono contenuti tutti gli elementi necessari ad identificare gli sposi e il luogo di celebrazione.

Scopo della pubblicazione è di consentire a chiunque abbia interesse ad opporsi al matrimonio.

La pubblicazione

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In Italia, i principali tipi di matrimonio sono due:

- Matrimonio civile, celebrato innanzi all’ufficiale di Stato civile;

Tipi di matrimonio in Italia

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Matrimonio concordatario, celebrato innanzi a un ministro del culto cattolico.

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