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Il cambiamento tecnologico in Schumpeter: impresa, moneta, sviluppo ciclico. Testi di riferimento: «Schumpeter Viennese, Imprenditori, Istituzioni e Riproduzione del Capitale», Nicolò De Vecchi, Bollati Boringhieri. Cap.1-4 Dispensa Caiani: «Moneta, Sviluppo e Crisi in Schumpeter» Link mediafire: http://www.mediafire.com/?qrsnu8n8kuga4

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Il cambiamento tecnologico in Schumpeter: impresa, moneta,

sviluppo ciclico.

Testi di riferimento: «Schumpeter Viennese, Imprenditori, Istituzioni e Riproduzione del Capitale», Nicolò De Vecchi, Bollati Boringhieri. Cap.1-4 Dispensa Caiani: «Moneta, Sviluppo e Crisi in Schumpeter» Link mediafire: http://www.mediafire.com/?qrsnu8n8kuga4

Opere principali Schumpeter Mark 1:

• Teoria dello Sviluppo Economico (1912)

• Business Cycles (1939)

Schumpeter Mark 2:

• Capitalismo, Socialismo e Democrazia (1942)

Cambiamento produttivo e rapporti sociali

• Ogni aspetto della vita sociale capitalistica è sottoposto ad una trasformazione continua.

• Individui ed istituzioni partecipano a questo processo di trasformazione continua, ognuno svolgendo funzioni distinte e complementari.

• Si concentra sui cambiamenti nei processi produttivi poiché sono gli unici che esercitano influenza generalizzata su società: cambiamento della ripartizione delle funzioni modifica rapporti sociali.

Individui ed istituzioni

• Cambiamento è iniziativa individuale ma ha bisogno di sostegno istituzionale.

1. Al processo di cambiamento produttivo partecipano individui ed istituzioni, ciascuno con specifiche funzioni. Tra le istituzioni: moneta, stato, credito.

2. Né gli uni né gli altri decidono in modo indipendente

3. Il processo è aperto a possibilità di svolgimenti ed esiti diversi.

Individui ed istituzioni

1) Istituzione Creditizia fondamento del capitalismo. Ogni società stabilisce particolari metodi di selezione degli individui a cui concesso potere di intervento nella regolazione di qualche aspetto della vita sociale e i simboli per consentire alla collettività di riconoscere chi ha ottenuto tale potere. Nel capitalismo questo è rappresentato dal credito: essenziale per attivare, condurre e portare a termine processo produttivo (sia in riproduzione semplice che in processo di cambiamento).

Individui ed Istituzioni 2)Complementarità istituzioni e individui.

Complementarità imprenditore ed istituzione creditizia: Domanda di credito da parte dell’imprenditore dipende anche da politica monetaria/creditizia.

Offerta di credito di banche dipende dalla natura dei progetti d’investimento presentati. Da questa dipende infatti la possibilità di ripagare in futuro somme prestate ed interessi. Banche svolgono selezione e controllo per conto della società.

3) La realizzazione di nuove combinazioni produttive richiede tempo e determina mutamento dell’intera struttura produttiva che può avere luogo in tempi, modi e con esiti diversi.

Il processo innovativo

«La funzione dell’imprenditore consiste appunto, essenzialmente, nell’individuare e realizzare nuove possibilità. Questa funzione di guida economica si realizza concretamente in una serie di compiti che possiamo raggruppare nei seguenti tipi:» 1. Produzione di un nuovo bene 2. Introduzione di un nuovo metodo di produzione 3. Apertura di un nuovo mercato 4. Conquista di una nuova fonte di approvvigionamento

di materie prime o di semilavorati 5. Riorganizzazione di una qualsiasi industria , come la

creazione di un monopolio o la sua distruzione.

Imprenditore • N.B. ≠ manager, ≠ proprietario

• Imprenditore è colui che realizza nuove combinazioni produttive (definizione funzionale). Non è necessario appartenere alla borghesia per diventare un imprenditore.

• Introducendo nuove combinazioni produttive diverse da quelle in uso, differenzia qualitativamente e quantitativamente la propria produzione da quella dei produttori tradizionali profitto imprenditoriale. (vs Marx)

• Se non avesse realizzato una nuova combinazione avrebbe ottenuto soltanto reddito del produttore tradizionale per attività di controllo e coordinamento della produzione.

Imprenditore • Imprenditore ha inclinazione a svolgere funzione creatrice

ed è motivato dal raggiungimento di posizione di prestigio.

• Imprenditore non deve possedere particolari doti individuali (non è inventore) ma bensì «iniziativa pratica»=capacità di prefigurare i cambiamenti nella struttura produttiva a seguito del suo intervento sull’esistente attraverso «l’immaginazione».

• Allo stesso tempo cerca di capire le regole che governano la concessione dei mezzi di pagamento da parte della istituzione creditizia .

• A differenza della vulgata Schumpeter non attribuisce mai ad imprenditore doti eccezionali: è interessato alla sua funzione capitalistica

Imprenditore

• La mentalità di imprenditore non è appannaggio di individui isolati: è mentalità di classe di coloro che raggiungono comando su produzione.

• Questa esercita su intera collettività un’influenza (cultura, arte, politica…)

• Vs razionalità massimizzante: Complessità obiettivi (esigenze di creatività, prestigio, potere…)

Moneta, Sviluppo e Credito

• Schumpeter, ponendosi in questo senso nel solco tracciato da Marx, non separa mai moneta e sviluppo.

• La moneta gioca un ruolo essenziale nello sviluppo economico e l’analisi del progresso tecnologico, come fattore endogeno al sistema, può essere compresa appieno solo considerando la natura endogena dell’offerta di moneta e la rappresentazione del processo capitalistico come circuito monetario.

• Teoria dello sviluppo ciclico e teoria monetaria rappresentano pertanto due aspetti inscindibili dell’analisi proposta da Schumpeter del processo capitalistico.

Il modello puro: il flusso circolare (assenza di sviluppo) • Il flusso circolare: un sistema economico assimilabile a

quello descritto dalla teoria dell’equilibrio economico generale walrasiano.

• Un sistema economico fondato sullo scambio che riproduce se stesso nel tempo senza variazioni né quantitative né qualitative.

• A differenza di Walras non è basato su scambi simultanei ma sulla circolazione di beni e servizi (così come della moneta, che qui però ha la semplice funzione di facilitare gli scambi) che ha luogo in sequenza, anche se il sistema si riproduce sempre uguale di ciclo in ciclo.

Il flusso circolare • Nel flusso circolare non si dà utile netto: i risultati

affluiscono completamente ai fattori originari della produzione

• Pertanto è assente il risparmio, l’interesse e i profitti.

• Non c’è alcun motivo per detenere moneta al di là della di ciò che serve per pagare acquisti correnti.

• Monetà è solo intermediario degli scambi (velo). “La moneta compie qui solo una funzione tecnica strumentale, ma non aggiunge nulla di nuovo ai fenomeni” (cfr. Schumpeter 1977, p. 49-50).

Il flusso circolare è strumentale a chiarire la concezione di sviluppo economico e le condizioni, in particolare

monetarie, necessari e al suo avviamento.

“Ogni concreto processo di sviluppo riposa in definitiva su sviluppi precedenti. Tuttavia, per comprendere l’essenza del problema con la massima chiarezza, astrarremo da questa circostanza e assumeremo che lo sviluppo sorga da uno stato privo di sviluppo. […] Ma se appunto vogliamo pervenire all’essenza della questione, non possiamo accogliere nella nostra spiegazione elementi di ciò che è ancora da spiegare.” (cfr. Schumpeter 1977, pp.73-74).

La rottura del flusso circolare.

• «Sviluppo»= mutamenti della vita economica che scaturiscono dall’interno. Si tratta di mutamenti sia quantitativi che qualitativi i quali sorgono in ragione di una logica interna al funzionamento stesso del sistema capitalista.

• 5 fattispecie viste in precedenza.

L’istituzione creditizia come «complemento monetario dell’innovazione»

• Per spiegare come venga realizzata l’attività innovativa dell’imprenditore che rompe il flusso circolare, non si può ricorrere al caso, peraltro molto comune nelle economie reali, che l’imprenditore possieda già i mezzi necessari, oppure trovi credito presso altri individui.

• Queste due circostanze infatti ci restituiscono una situazione che è già in movimento e pertanto se si decidesse di fondare su questi due presupposti il modo in cui si manifesta l’attività imprenditoriale si compirebbe l’errore di includere nelle premesse il fenomeno che si vuole spiegare .

L’istituzione creditizia come «complemento monetario dell’innovazione»

• Nel flusso circolare: pieno utilizzo dei fattori della produzione, assenza di risparmio, ogni produzione trova la sua domanda e gli individui hanno già deciso la destinazione del proprio reddito. Ciò fa sì che l’imprenditore sia impossibilitato a distogliere merci, forza-lavoro o moneta dagli impieghi già stabiliti.

• Necessario un trasferimento di risorse dai produttori già presenti a favore dell’imprenditore.

• In un’economia in cui vige la proprietà privata, esso si realizza tramite una stretta del potere d’acquisto dei vecchi produttori in favore di quelli nuovi.

L’istituzione creditizia come «complemento monetario dell’innovazione»

• Mentre chi ha già contribuito alla produzione dispone di un reddito, ossia ha percepito moneta come attestato della sua partecipazione alla produzione sociale. l’imprenditore può ottenere mezzi di pagamento necessari per l’avvio di un’attività produttiva (acquisto di mezzi di produzione e acquisto di forza lavoro) solo da una banca.

• La creazione ex novo di mezzi di pagamento eseguita da un organo istituzionalmente autorizzato è il “metodo proprio della forma economica «capitalistica»” (cfr. Schumpeter 1912, p.79) per realizzare il cambiamento produttivo.

L’istituzione creditizia come «complemento monetario dell’innovazione»

• Credito=diritto di prelievo sul prodotto sociale e di comando sulla forza lavoro

• Tramite l’inflazione, la banca realizza così trasferimento di potere d’acquisto dai vecchi produttori a favore degli imprenditori senza dover ricorrere alla revoca dei mezzi di pagamento precedentemente emessi.

Capitale e interesse

• L’imprenditore diventa debitore nei confronti della collettività

• Il settore bancario, selezionando imprenditori, svolge ruolo simile a quello del pianificatore in un’economia centralizzata.

• Il capitale in Schumpeter è concepito come saldo di bilancia (vs Keynes and vs Marx):

• L’interesse è presentato come un fenomeno puramente monetario (vs neoclassici) paragonabile ad una tassa sul profitto imprenditoriale. Ha origine dal ruolo che la moneta assolve nella creazione del surplus di valore.

Il Capitale come saldo di bilancia

«Il capitale non è altro che la leva che consente all’imprenditore di sottomettere al proprio dominio i beni concreti di cui ha bisogno.» (cfr. Schumpeter 1912, p. 127). “Solo i mezzi di pagamento sono capitale, e non, semplicemente la «moneta» [legale], ma i mezzi di circolazione in generale, di qualunque tipo siano. […] Non però tutti i mezzi di pagamento, ma solo quelli che adempiono effettivamente la funzione caratteristica che a noi interessa [sono capitale ]» (cfr. Schumpeter 1912 p. 132-133)

Moneta Endogena e BC • Il credito offerto dalle banche dipende essenzialmente

dalla domanda imprenditoriale.

• Non c’è infatti creazione di credito senza imprenditore e l’effettivo ammontare di credito offerto cambia congiuntamente agli spostamenti nella domanda imprenditoriale. Moneta è endogena.

• Tuttavia, la dipendenza dell’offerta dalla domanda non è passiva: la funzione capitalistica del settore bancario è selezione di imprenditori non solo fissando il livello del tasso d’interesse, ma anche tramite un attivo processo di valutazione ex ante delle innovazioni proposte e degli imprenditori stessi, ed ex post dell’effettiva efficacia con cui il credito è stato utilizzato.

Moneta Endogena e BC

• Ciò assicurato in mercato bancario competitivo (piccole banche)

• Non è assicurato se invece mercato bancario fortemente concentrato in cui le banche possono influenzare il livello dei prezzi.

• Nel caso limite di unica banca ogni impiego può essere reso profittevole attraverso continua creazione di credito continua inflazione. Viene meno la funzione di selezione!

• Per questo serve banca centrale.

Lo sviluppo ciclico

• Prima approssimazione: innovatore isolato

Ingresso dell’imprenditore avviene in due fasi:

1. L’imprenditore ottiene credito e compra mezzi di produzione e lavoro. Organizza il nuovo processo produttivo. Serve tempo.

2. Il primo lotto di output imprenditoriale è prodotto e venduto sul mercato.

Dopo l’ingresso degli imprenditori inizia la «battaglia per una nuova posizione di equilibrio» o «processo di distruzione creatrice».

Sviluppo ciclico: prima fase (1) • L’imprenditore ottiene credito.

• L’imprenditore sottrae ai produttori già presenti mezzi di produzione e lavoro una tendenza all’aumento dell’occupazione, dei salari e dei prezzi dei beni d’investimento a parità dei prezzi dei beni di consumo.

• In questa prima fase risulteranno avvantaggiati i manager del flusso circolare che producono i beni di investimento per cui è aumentata la domanda mentre gli altri vedranno i propri costi aumentare e, partendo da una condizione di profitti nulli, cominceranno a produrre in perdita.

Sviluppo Ciclico: prima fase (2)

• Aumenta invece la partecipazione dei salariati al prodotto sociale (che per il momento rimane invariato) sia per l’aumento dell’occupazione sia per l’aumento del salario realeaumento domanda beni C inflazione beni consumo.

• Inflazione per Schumpeter non può mai danneggiare gli interessi lavoratori perché il nuovo potere d’acquisto deve passare per i salari prima di incidere sul livello dei prezzi.

Sviluppo ciclico: seconda fase (1) • Alla fase inflazionistica segue una fase

deflazionistica: man mano che le nuove combinazioni sono realizzate si darà infatti una variazione nell’ammontare e nella composizione del prodotto sociale e i prezzi delle merci incominceranno a scendere.

• L’innovazione infatti ha generato una riduzione del costo reale unitario (cioè ciascuna unità di consumo viene prodotto con un minor utilizzo di lavoro e terra). Pertanto, mentre la domanda ha già trovato il proprio culmine, l’offerta aumenta.

• Pertanto nella prima fase c’era solo «apparenza di inflazione»

Sviluppo ciclico: seconda fase (2)

• Invece modificata definitivamente la struttura produttiva contraddicendo così ogni tesi a sostegno di una dicotomia tra sfera monetaria e sfera reale.

• La successione di fasi inflazionistiche e deflazionistiche essenziale per consentire una redistribuzione dei mezzi di produzione e della forza lavoro tra le imprese. Pertanto ogni politica economica che si ponesse come obiettivo quello di mantenere la stabilità del livello generale dei prezzi impedirebbe di fatto l’attività innovativa (vs Keynes).

La distruzione creatrice • Gli imprenditori realizzano così un profitto netto. • I nuovi prodotti entrano in concorrenza con quelli vecchi. Se

già nella fase inflazionistica i costi di produzione delle vecchie imprese erano aumentati, ora anche i loro ricavi cominciano a ridursi, dapprima per quelle aziende che con cui l’innovazione entra in concorrenza, quindi anche per le altre nella misura in cui la domanda dei consumatori si muove a favore del nuovo.

• L’imprenditore ora è in grado di saldare il proprio debito e poiché al suo posto non compaiono altri aspiranti al credito si assiste anche ad una deflazione creditizia.

• Il fallimento di alcuni produttori tradizionali e la deflazione creditizia alimentano deflazione prezzi. Occupazione si riduce, investimento si riduce, instabilità prezzi aumenta incertezza su futuro e possibilità prevedere costi-ricavi ridotto stimolo all’innovazione e all’investimento.

• «Battaglia» per un nuovo equilibrio.

Imprenditori a sciame • Lo sviluppo non procede in modo continuo e organico ma per

salti, secondo “movimenti contrari” e “contraccolpi”.

• Uno sviluppo graduale e continuo sarebbe l’esito prevedibile se si immagina che le nuove combinazioni si distribuiscano uniformemente nel tempo, come sarebbe lecito attendersi se ci attenessimo ai soli principi del calcolo delle probabilità.

• Se le nuove imprese comparissero indipendentemente le une dalle altre infatti, non sarebbe possibile distinguere fasi di espansione e di recessione come fenomeni particolari e periodici.

• “Le nuove combinazioni invece, se mai compaiono, compaiono in modo discontinuo e a «frotte».” (cfr. Schumpeter 1912, p. 266). I nuovi imprenditori compaiono cioè “a sciame”.

Imprenditori a sciame

• Perché a sciame? Effetto a cascata in cui il successo del primo imprenditore elimina alcuni degli “impedimenti” di natura culturale, psicologica giuridica e tecnica che si oppongono al nuovo, stimolando altre persone a seguirne l’esempio. (+ secondary wave of imitators)

• Con la progressiva facilitazione dei compiti un numero sempre maggiore di persone diventerà imprenditore, non solo nelle industrie dove sono comparsi i “pionieri” ma anche “in gran parte degli altri rami della produzione” (cfr Schumpeter 1912, p.272) dando luogo ad una generale riorganizzazione tecnologica e commerciale dell’intera economia.

La recessione come fase necessaria del processo di sviluppo

“[…]si comprenderà come l’espansione, quale è stata appena spiegata, crei da sé una situazione oggettiva che […]pone fine all’espansione stessa, conduce facilmente ad una crisi e necessariamente ad una depressione e, attraverso di essa, ad una condizione temporanea di relativo equilibrio, in cui è assente ogni forma di sviluppo” (cfr. Schumpeter 1912, p. 279)

Recessione non è stato patologico, ha specifica funzione: eliminare ciò che è obsoleto riportando il sistema verso una nuova situazione di equilibrio.

La recessione come fase necessaria del processo di sviluppo

Inoltre ci sono effetti nascosti e durevoli:

• il flusso di beni si è arricchito, la produzione è riorganizzata, i costi di produzione sono diminuiti.

• Quello che nella fase espansiva era il profitto imprenditoriale si esaurisce aumentando in definitiva i redditi reali di delle altri classi.

• Esaurimento del ciclo, verso nuovo flusso circolare che pone le basi per l’introduzione di nuove combinazioni e la ripartenza di un nuovo ciclo di sviluppo.

La seconda approssimazione del processo di sviluppo

• Da 2 tempi (espansione-recessione) a 4 tempi: prosperità-recessione-depressione-ripresa.

• La diffusione dell’innovazione nel sistema economico dà infatti luogo a due fenomeni:

1. le vecchie imprese reagiranno a questa nuova situazione (imitazione);

2. molte di loro “speculeranno”: realizzano transazioni assumendo che i tassi di cambiamento osservati (ad es. la crescita della domanda per i propri prodotti nella prima fase inflattiva) continueranno indefinitamenteperdite

La seconda approssimazione del processo di sviluppo

• La speculazione trova terreno fertile nella prima fase di prosperità.

• Il credito non più rivolto a soli imprenditori ma a finanziare espansione generica della capacità produttiva: nuovo creditoinflazioneespansione capacità produttivanuovo credito

• Gli effetti della secondary wave sono inessenziali dal punto di vista logico per la definizione del processo di sviluppo, ma generalmente più rilevanti dal punto di vista quantitativo.

Schumpeter e la Debt-Deflation School • Schumpeter fa riferimento alla teoria della deflazione da

debiti di Irving Fisher.

• L’assunzione di fondo da cui parte l’analisi del processo deflattivo che conduce alla depressione è la presenza di uno stato di indebitamento eccessivo.

• Tale indebitamento trova origine proprio nelle opportunità generate dall’innovazione e dal periodo di espansione: tra le cause all’origine del debito infatti “the most common appears to be new opportunities to invest at a big prospective profit as compared with ordinary profits and interest such as through new inventions, new industries, development of new resources, opening of new lands or new markets” (cfr. Fisher 1933, p.348)

Recessione vs Depressione

• Secondo Schumpeter il criterio per definire il livello di debito ritenuto eccessivo deve essere determinato relativamente alla dinamica della produttività la quale, a sua volta, dipende dal tipo di investimento che il credito va a finanziare.

• Di nuovo centrale il compito di selezione svolto dal settore bancario che viene meno nelle fasi di prosperità in cui finanziati anche impieghi non produttivi.

• Perciò alla recessione del modello semplice si aggiungono gli effetti relativi a questo sovra-indebitamento (circolo vizioso).

Recessione vs Depressione

• Mentre la recessione rappresenta una fase necessaria del processo di sviluppo, in questo caso si dà invece una liquidazione anormale che può condurre a depressione.

• La depressione è generalmente seguita da una ripresa che riporta il sistema verso una situazione di equilibrio che può rappresentare il punto di partenza per un nuovo processo di sviluppo.

Schumpeter Mark I

L’analisi proposta fa riferimento alla Teoria Dello Sviluppo e a Business Cycles.

Schumpeter Mark I: Ispirata dalla struttura industriale europea della fine del XIX secolo, con la presenza di molte piccole imprese, che era caratterizzata da: • Facilità di entrata • Presenza di nuove imprese • Gli innovatori sono le nuove imprese • Gli innovatori rimpiazzano le imprese esistenti • Creative destruction

Schumpeter Mark II Nella seconda parte della propria opera (ad es. in Capitalismo, Socialismo e Democrazia) Schumpeter adotta una prospettiva diversa.

Schumpeter Mark II

L’analisi è ispirata alla grande industria americana del XX secolo (fordismo-taylorismo), caratterizzata da:

• Rilevanza dell’attività di R&S

• Rilevanza delle grandi imprese (formalizzazione e strutturazione

• dell’innovazione mediante grandi laboratori)

• Importanza delle economie di scala e scopo

• Struttura industriale concentrata

• Barriere all’entrata

• Creative accumulation

Mark I vs Mark II

• La distinzione tra Mark I e Mark II non solo in prospettiva storica: tutt’oggi esistono settori ascrivibili per caratteristiche a Mark I e settori ascrivibili a Mark II.

• Durante il ciclo di vita di un’industria è possibile che si realizzi transizione da Mark I a Mark II ma anche viceversa.

• Nel primo caso il processo di selezione conduce alla prevalenza di pochi grandi produttori, nel secondo un settore stabile caratterizzato da incumbent con potere monopolistico viene sconvolto dall’apparizione di nuove imprese che utilizzano nuove tecnologie o si focalizzano su nuova domanda(major knowledge, technological or market discontinuities).

Regime Tecnologico • La presenza in un settore di una struttura dell’attività

innovativa di tipo Schumpeter mark I o II può essere collegata alla natura del regime tecnologico rilevante.

• Il regime tecnologico fornisce una descrizione dell’ambiente tecnologico in cui operano le imprese, e può essere definito come una particolare combinazione di alcune fondamentali proprietà delle tecnologie:

o Opportunità o Appropriabilità o Cumulatività dell’avanzamento tecnologico o Caratteristiche delle conoscenze di base Questi concetti al centro dell’analisi della scuola evolutiva e dei sistemi settoriali di innovazione.