il bello e il sublimealfredonazarenodecclesia.altervista.org/alterpages/files/ilbelloe... · joseph...
TRANSCRIPT
Prof. Alfredo Nazareno d’Ecclesia
ESTETICA 1
2^ parte
INTRODUZIONE Il Bello è qualcosa di piacevole da guardare...ben fatto..
armonico...che evidenzia sentimenti positivi... quando i
tuoi occhi vedono la bellezza in qualcuno, l'anima si
esalta..
Il Sublime è un qualcosa di più...di illimitato, è la vista di
un infinito cielo stellato...dell' immensità del mare...è un
qualcosa che non puoi abbracciare neanche con
l' immaginazione.
INTRODUZIONE - GUSTO Gusto- dal sostantivo latino gustus = gusto- può designare uno dei
cinque sensi esterni, quello deputato alla percezione dei sapori,
oppure una facoltà, quella del senso estetico, per la quale si è in
grado di formulare un giudizio sul bello.
Nella seconda accezione il gusto è stato oggetto di studio da parte
di Baumgarten e di Kant.
(Renoir: Colazione sul fiume).
BELLO-BELLEZZA Bello- dall’aggettivo latino «bellus, a, um», diminutivo di
«bonus, a, um,= buono nell’aspetto- designa tutto ciò che
suscita nell’essere umano il sentimento dell’ammirazione
ed è oggetto di gioia nella contemplazione.
Tommaso d’Aquino definisce il bello come ciò che
produce gioia nella visione –Pulchrum est quod visum
placet- considera il bello come uno dei trascendentali,
distinguendolo dal verum e dal bonum.
La produzione di opere che possiedono la qualità del bello
è chiamata arte, mentre la facoltà di percepire il bello è
chiamata gusto e la scienza del bello è l’estetica.
BELLO-BELLEZZA 2 Possiamo distinguere due accezioni del concetto:
In senso lato, si definisce bello ciò che vediamo, sentiamo,
immaginiamo con piacere ed approvazione.
In senso stretto è accanto alla grazia, alla sottigliezza-
quanto all’eleganza dell’arte-, al sublime e simili.
Prima dell’età moderna, il concetto di bellezza appartiene
ad ogni dottrina universale dell’essere e assolve ad una
funzione diversa da quella conferitagli a posteriori
dall’estetica.
Nell’antichità la bellezza consiste nella proporzione delle
parti. Questa determinazione metafisica si deve ai
pitagorici, per i quali la legge dell’universo è la
matematica, che dunque comprende in sé la legge del
bello.
BELLO-BELLEZZA 3 Il numero conferisce ordine ai suoni(musica), ai
colori(pittura), alle proporzioni (scultura), ai movimenti
del corpo (danza).
Platone riconduce la bellezza del corpo nell’armonico
sviluppo delle sue funzioni, fino al conseguimento della
perfezione, lo stesso vale per le virtù dell’anima: «Tutto
ciò che è buono è bello».
Nella Metafisica antica troviamo una stretta connessione
tra l’idea del bello e del bene.
Aristotele ribadisce lo stretto legame fra l’ordine
matematico del bello e l’ordinamento dei cieli. Il Kosmos,
modello di ogni ordine visibile, è anche il più alto esempio
di bellezza. In tal senso abbiamo la superiorità della natura
sull’arte.
BELLO-BELLEZZA 4 La Venere di Milo risale al 130 a.C. circa: è
un'opera ellenistica, alta 202 centimetri priva
delle braccia e del basamento originale ed è
conservata al Museo del Louvre di Parigi.
Il Discobolo è una scultura realizzata intorno
al 455 a.C, da Mirone. La statua originale era in
bronzo. Tutta la figura, piegata in un grande
elastico arco, poggia sulla gamba destra
BELLO-BELLEZZA: LA BIBBIA Libro della Sapienza, versetto del capitolo 11,20: “Tu, o Dio, hai
disposto ogni cosa con misura, calcolo e peso”.
Questo testo richiama alla memoria un altro passo della Bibbia, e
precisamente nel capitolo 3,11 del Qoelet dove si legge: «Egli ha
fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma ha messo la nozione
dell’eternità nel loro cuore (al pensiero), senza però che gli
uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio
alla fine».
Dio ha permesso di riflettere sul susseguirsi degli avvenimenti e
di dominare il momento presente.
BELLEZZA:PALEOCRISTIANA I Padri della Chiesa, richiamandosi al Vangelo, hanno proposto come
modello l’imago Dei, cioè Gesù, il grande pedagogo. Cristo
Pantocratore, (Χριστός Παντοκράτωρ) Governatore del mondo, è
una raffigurazione di Gesù, tipica dell'arte bizantina e in
genere paleocristiana. (Duomo di Monreale a Palermo).
BELLO-BELLEZZA: MEDIOEVO
I filosofi cristiani riprendono la concezione mimetica
dell’arte, modificandola in un punto fondamentale:
oggetto della imitazione non è più la natura oppure le
idee, ma Dio stesso. L’arte umana dovrà risultare
imitazione dell’atto con cui Dio crea la natura.
L’originalità dei filosofi cristiani è rivolta ad una
modificazione profonda che non riguarda soltanto la
maggior elevatezza della realtà imitata, ma soprattutto la
natura stessa dell’imitazione, perché questa diviene
imitazione dell’attività creatrice di Dio, un’attività che i
greci non avevano mai conosciuto.
Per i cristiani Dio è il nuovo genio dell’estetica e
definiscono la bellezza come una relazione: “pulchrum
est quid visum placet”.
BELLO-BELLEZZA : MEDIOEVO 2
San Tommaso definisce la bellezza in integrità o
perfezione e luminosità, per cui quelle cose che hanno un
colore brillante sono chiamate belle. Quanto alla
proporzione il bello è misura, forma ed ordine.
La claritas medievale è un argomento che san Tommaso
riprende dal neoplatonismo dello Pseudo-Dionigi(Dionigi
Areopagita), Secondo il quale: Dio è la causa di questa
luminosità, poiché invia a ciascuna creatura un effusione
del suo raggio luminoso, effusioni splendenti che sono
partecipazioni alla somiglianza (a Sé) e causa della
bellezza delle cose che sono belle.
“Nessuna cosa sarebbe bella se non venisse da Dio”: è il
motto ricorrente nelle Confessioni di sant’Agostino.
SUBLIME Sublime -dall’aggettivo latino sublimis-e- derivante da
sub+limes= sotto i limiti del mondo, dunque ciò che è
altissimo, in quanto subito sotto il cielo.
Per gli antichi filosofi ellenistici, autori di vari trattati è il
nome del bello nella sua forma più maestosa.
In età moderna, a partire dal settecento, il sublime è
contrapposto al bello, in quanto genera sgomento e
tremore;
Edmund Burke nella sua ricerca filosofica sull’origine
delle nostre idee del bello e del sublime nel 1745.
Joseph Wright of Derby, Il Vesuvio in eruzione,
1774, Derby, Museum and Art Gallery
TEORIA DEL SUBLIME La riflessione sul Sublime nasce in Inghilterra e in
Germania,
Nel 1757 Edmund BURKE pubblica il trattato: “A
Philosophical Enquiry upon the origin of our ideas of the
sublime and beautiful" (Un’indagine filosofica sull'origine
delle nostre idee di sublime e di bello), sostenendo per la
prima volta il primato del Sublime sul Bello.
JOSEPH TURNER,
La Tempesta
(Londra, 1775 – 1851)
TEORIA DEL SUBLIME 2
il concetto di Sublime è correlato e contrapposto a
quello di Bello.
È Sublime “tutto ciò che può destare idee di dolore e
di pericolo, ossia tutto ciò che è in un certo senso
terribile o che riguarda oggetti terribili, o che agisce
in modo analogo al terrore”.
il Sublime è “l'orrendo che affascina”.
Al concetto di sublime è legato quello di genio.
Il genio è colui che grazie alla sua sensibilità
artistica e ai mezzi tecnici con i quali sa tradurre
l’intuizione in opera compiuta, ci consente di
accedere alla vertigine del sublime.
TEORIA DEL SUBLIME 3
Senso della precarietà della vita umana.
Nitidezza visiva. Tensione verso l’infinito.
Sentimento del sublime: vastità degli spazi privi di limiti.
Margine di mistero, figura umana in solitudine di fronte
all’immensità.
Unione uomo-natura rappresentazione di un’anima universale.
George Inness,
Le cascate del Niagara in blu,
(1884).
KANT Kant nelle Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime
(1764), riprende e approfondisce il pensiero di Burke: il sublime non
deriva, come il bello, dal libero gioco tra sensibilità e intelletto, ma
dal libero conflitto tra sensibilità e ragione. Si ha pertanto quel
sentimento misto di sgomento e di piacere che è determinato sia
dall’assolutamente grande e incommensurabile: sublime matematico
sia dallo spettacolo dei grandi sconvolgimenti che suscitano
nell’essere umano il senso della sua fragilità e finitezza(sublime
dinamico).
W. Turner,
Chichester canal, 1828
Tate gallery,
Londra
KANT 2 Distingue il sublime dinamico: lo spettacolo dei
grandi sconvolgimenti e fenomeni naturali che
suscitano nell’essere umano il senso della sua
fragilità e finitezza.
Il sublime matematico che nasce dalla incommensurabile
serie infinita dei numeri o dall’illimitatezza del tempo e
dello spazio.
Caspar Friedrich
Il naufragio della Speranza 1822
Al sublime dinamico appartengono i fenomeni
spaventosi quali gli uragani o le grandi cascate,
Al sublime matematico gli spazi a perdita
d'occhio del deserto, dell'oceano e del cielo.
La contemplazione del sublime induce
la mente a prendere coscienza del proprio
limite razionale e a riconoscere la possibilità di
una dimensione sovrasensibile, da esperire sul
piano puramente emotivo.
KANT 3 L’originalità di Kant consiste nell’aver impostato in modo
trascendentale il problema: l’origine del sentimento del sublime non è nell’oggetto contemplato, bensì nel soggetto, nella disposizione d’animo che risulta da una certa rappresentazione che occupa il giudizio riflettente (Critica del Giudizio, par.25).
In tal modo la ragione, costitutivamente volta all’incondizionato noumenico (inteso come oggetto trascendente
ed inconoscibile), può superare il limite fenomenico della sensibilità e pervenire alla conoscenza della propria superiore dignità ed essenza, in forza di un emozione costitutiva della natura umana. Il sublime si pone così ai confini tra l’estetica e l’etica.
Noumeno = nella filosofia kantiana, la realtà che non è conoscibile attraverso l'esperienza, ma è intellegibile solo attraverso la ragione; contrapposta al fenomeno, che è oggetto dell'esperienza.
Caspar David Friedrich, Paesaggio montano con
arcobaleno,1810, Essen, Museum Folkwang,
SUBLIME E ROMANTICISMO Romanticismo = da genere letterario che si ricollegava al
Medioevo, il termine è divenuto denominazione di una corrente filosofico - culturale del Settecento e Ottocento, quella che reagisce al razionalismo e all’illuminismo rivalutando il sentimento.
Caratteristiche principali:
Il soggetto umano è un creatore libero, simile a Dio, è insofferente delle regole, delle convenzioni.
Riscopre la fantasia, l’irrazionalità, il sentimento, l’ingenuità e una fusione più intima tra uomo e natura.
Aspira all’assoluto, a cogliere il nesso profondo delle cose perché tutto è collegato e tutto è simbolo.
SUBLIME E ROMANTICISMO2 Gli artisti sono accumunati da:
attivismo culturale.
riscoperta delle proprie radici storiche, etniche e nazione.
recupero dell’espressione artistica del passato (Medioevo) e attenti alla riflessione storiografica.
dissidio interiore tra aspirazione all’infinito e l’amara consapevolezza dell’impossibilità di realizzare questo desiderio.
da struggimento, malinconia e tristezza interiore.
dall’ironia graffiante verso la realtà circostante e dall’ansia di
intervenire sulla società.
dalla volontà di utilizzare l’arte non per ricercare il bello ideale,
ma per cogliere ciò che è oltre le apparenze, il caratteristico,
l’individuale e l’eccezionale
SUBLIME E ROMANTICISMO: LA RELIGIONE Componente religiosa: la natura parla in maniera misteriosa e cifrata il
linguaggio di Dio: “il divino è ovunque anche in un granello di sabbia”.
Scopo dell’arte non è riprodurre l’ambiente naturale, ma il sentimento.
“Compito dell’artista non è la rappresentazione fedele di aria, acqua, rocce,
ma riconoscere lo spirito della natura, comprenderlo e renderlo con tutto il
cuore”.
Dante Gabriel Rossetti
Ecce ancilla domini, 1850
CONCLUSIONE Qualunque riflessione sul significato della bellezza deve
fare i conti in primo luogo con il slittamento della valenza
originaria, cioè dal passaggio da una dimensione
metafisico - ontologica ad una dimensione limitatamente
estetica, individuando i luoghi e i tramiti di questo
mutamento. Il Sublime, invece, è un coinvolgimento
intenso suscitato non soltanto da una sensazione o dalla
vista di qualcosa di gradevole, ma può essere anche
provocato da qualcosa di incredibilmente strano,
impressionante o addirittura orrido che ci toglie il fiato
sospendendo i nostri sensi in una sorta di sublime
ammirazione.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE