hyperborea: modelli di integrazione basati sulle entità
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Evento "Quale integrazione fra musei, archivi e biblioteche" - Firenze, 9 dicembre 2013. La presentazione di Cecilia Poggetti di Hyperborea: "Prima degli strumenti, i modelli. Un’idea di integrazione basata sulle entità"TRANSCRIPT
Prima degli strumenti, i modelli Un’idea di integrazione basata sulle entità
Cecilia Poggetti
Responsabile commerciale "area Beni culturali" Hyperborea
Sgombrare il campo dall’idea che gli strumenti tecnologici possano evitarci di elaborare e scegliere un modello di integrazione
Fare qualche riflessione sul perché vogliamo procedere nella direzione dell’integrazione
Provare a individuare e confrontare modelli di integrazione diversi
Sottoporre all’attenzione ed al dibattito uno specifico modello di integrazione
Lo scopo di questa comunicazione
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A chi e a che cosa serve l’integrazione:
Ai detentori di patrimoni misti, che intendono restituire ai propri utenti una rappresentazione unitaria di tale patrimonio
Agli utenti
Agli operatori?
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Perché l’integrazione MAB?
L’esigenza di integrare, di integrarci, nasce dalla maggiore sensibilità sviluppatasi in questi anni rispetto alle esigenze degli utenti Passando dalla tutela alla divulgazione, si percepisce la settorializzazione disciplinare come un ostacolo
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L’integrazione funzione del comunicare
Discipline rigorosamente separate
Percorsi formativi rigorosamente separati
Standard descrittivi diversi
Modalità di comunicazione diverse
Strumenti tecnologici diversi
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Qual è il panorama attuale rispetto all’integrazione
Una prima macro distinzione fra:
Integrazione al livello della descrizione dei rispettivi oggetti culturali
Integrazione al livello della fruizione
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Il percorso dell’integrazione inizia dal modello concettuale
Può consistere in:
Correlare fra loro i diversi standard descrittivi
Creare riferimenti incrociati fra oggetti di ambito diverso in fase di inserimento dei dati
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L’integrazione “a monte”
Esempio del Dublin Core, uno standard per l’interoperabilità fra sistemi:
Il numero delle tipologie informative comuni ai diversi ambiti è estremamente esiguo rispetto alla ricchezza dei modelli confrontati
Alcune delle tipologie informative individuate come comuni sono in realtà solo “paragonabili”
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L’integrazione “a monte” | 1
Presuppone competenze più estese rispetto al singolo ambito disciplinare?
Può essere forte la soggettività nell’instaurare legami, e può dipendere dalle competenze di cui sopra
Non riguarda né può riguardare le descrizioni già prodotte
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L’integrazione “a monte” | 2
I vantaggi:
partire dalle esigenze dell’utente finale, che è il vero destinatario dell’integrazione
Sfruttare l’enorme potenziale rappresentato dalle descrizioni già prodotte
Evitare di mettere sul cammino dell’integrazione la necessità di una riformulazione dei percorsi formativi
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L’integrazione “a valle”: come far parlare fra loro le descrizioni prodotte
Parte dalla constatazione che ciò che più condividiamo è il contesto, ossia quel reticolato di luoghi, personaggi, famiglie, istituzioni, eventi che tutti insieme rappresentano il retroterra storico-geografico sia della documentazione d’archivio che delle opere artistiche o letterarie
Si sviluppa notando che proprio il contesto rappresenta insieme il punto di partenza della ricerca dell’utente
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Un’idea di integrazione “a valle”: le entità
Entità
* Enti, Persone, Famiglie
* Luoghi
* Aree amministrative
Tipologie di relazioni
* Produzione
* Conservazione
* Altre
Archivi storici
(descrizione propria)
Biblioteche
(descrizione propria)
Beni Architettonici
(descrizione propria)
Opere d'arte
(descrizione propria)
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Le entità nei nostri standard descrittivi
Le descrizioni relative alle diverse tipologie di beni culturali vengono messe in rapporto fra loro non direttamente, bensì attraverso la descrizione di un comune contesto di riferimento, ricostruito attraverso la individuazione delle medesime “entità”
Rispetto a tale contesto, le descrizioni dei beni hanno tutte la medesima rilevanza e mantengono ciascuna la propria specificità
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Le entità come terreno comune
Rispetto degli standard descrittivi propri dei diversi ambiti
Possibilità di utilizzare standard descrittivi condivisi per le entità
Possibilità di aggiungere facilmente altri ambiti disciplinari (beni architettonici, archeologici etc…)
Apertura verso l’esterno attraverso elementi informativi (le entità) neutri rispetto ai bbcc
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Le entità come terreno comune: i vantaggi
Ne risulta un sistema di fruizione in grado di:
presentare unitariamente il contesto in cui i beni nascono e si collocano
guidare, attraverso tale contesto, anche gli utenti meno esperti
consentire gradi differenziati di interazione sulla base del tipo di utente
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I vantaggi sul piano della comunicazione
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Grazie per l’attenzione!
Cecilia Poggetti [email protected]
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