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  • INTRODUZIONE E CENNI STORICIL'inserimento di individui diversamente abili in un contesto sportivo è un fattorelativamente recente.Individui affetti da paralisi spinale traumatica sono stati i primi disabili a praticaresistematicamente un'attività sportiva. Tale attività pionieristica ebbe origine in GranBretagna, nell'ospedale di Stoke Mandeville (Aylesbury), non lontano da Londra, grazie

    all'entusiastica opera di Sir Ludwig Guttmann, neuro-chirurgo, direttore diquel centro di riabilitazione motoria.Il centro fu aperto il 1 febbraio 1944, durante la seconda guerra mondiale, ed i primiparaplegici a cimentarsi nelle varie discipline sportive furono giovani di ambo i sessiappartenenti alle forze armate britanniche, portatori di lesioni midollari per causebelliche.belliche.È noto il calvario di affezioni «satellite», che perseguitano un mieloleso: piaghe dadecubito, patologie urinarie, affezioni respiratorie, depressione psichica etc. Sir Ludwigebbe il merito di riconoscere l'importanza della collaborazione attiva del malato,unitamente alle cure mediche, nella prevenzione di tali patologie secondarieall'handicap; egli studiò e realizzò con grande determinazione dei programmi diallenamento per disabili, facendovi partecipare tutti i pazienti che si presentavano alsuo centro. Una delle maggiori difficoltà che si incontra nell'ottenere la collaborazioneattiva del paraplegico traumatico risiede nel basso livello delle motivazioni psichiche,pressoché azzerate dall'handicap acquisito.Una grave disabilità fisica, tale da ostacolare pesantemente il reinserimento nelcontesto lavorativo, produce una depressione psichica che rende il soggetto totalmenteastenico, demotivato e abulico, puro oggetto delle cure mediche che subiscepassivamente.

  • Occorre un contesto adattato, un ambiente favorevole, nelquale gli stimoli siano adeguati alla condizione fisica del

    Solo così si possono proporre dei nuovi interessi, ricreando i presupposti perun'adeguata motivazione alla collaborazione del soggetto, per ricostruireattivamente la propria esistenza. Inventando delle discipline e delle tecnichesportive adattate all'handicap, si ottiene un contesto sociale e ambientalerispondente a queste esigenze.Grazie dunque allo sport i pazienti paraplegici del Dr. Guttmann (definito daPapa Giovanni XXIII "il De Coubertin dei disabili“) cominciarono aPapa Giovanni XXIII "il De Coubertin dei disabili“) cominciarono asviluppare la muscolatura delle braccia e delle spalle, raggiungendorapidamente risultati macroscopicamente superiori a quelli della normalechinesiterapia. Inoltre lo sport, aiutando ad acquisire equilibrio ed abilitàmotorie nell'uso della sedia a rotelle, consentiva a questi paraplegici diservirsi più efficacemente di tale mezzo di locomozione nella normale vita direlazione.L'iniziativa del Dr. Guttmann ebbe molto successo, ed il 28 luglio 1948 sitennero i primi Giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili, cuiparteciparono sportivi handicappati ex membri delle Forze Armatebritanniche.

  • Tali attività destarono molto scalpore, medici e tecnici ditutto il mondo visitarono il centro di Stoke Mandeville per

    apprendere tali metodologie riabilitative.Nel 1952 per la prima volta i Giochi di Stoke Mandeville divennerointernazionali, e nel 1960 si svolsero nel contesto delle Olimpiadi di Roma.Era nata dunque la Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville(ISMGF), che da allora indìce annualmente una manifestazione sportivacomprendente vari sport, come il nuoto, le corse, i lanci, il tiro con l'arco, lacomprendente vari sport, come il nuoto, le corse, i lanci, il tiro con l'arco, lapallacanestro, la scherma, il tennis-tavolo, il tiro a segno, le bocce.Tali Giochi hanno fatto registrare un continuo aumento del numero dipartecipanti, ed oggi quasi tutti i Paesi del mondo vi inviano atleti. Poichél'attività dell'ISMGF era limitata alla organizzazione di Giochi solo per atletiaffetti da patologie del midollo spinale, ben presto handicappati di altrogenere (ciechi e soprattutto amputati) avvertirono l'esigenza di associarsi perpoter partecipare anche essi a manifestazioni sportive. Nel 1964 fu cosìfondata l'ISOD, e più recentemente (nel 1980) si formarono l'IBSA ed il CP-ISRA, associazioni che si occupano rispettivamente di amputati, ciechi ecerebrolesi in un tempo successivo, l'ISOD ha allargato le propriecompetenze anche ad altre patologie invalidanti.

  • Nel 1982, ISMGF, ISOD, IBSA e CP-ISRA fondarono un comitatointernazionale di coordinamento (ICC) delle organizzazioni sportive mondialiper i disabili, preposto alla codifica ed alla stesura delle regole tecniche edorganizzative dei Giochi paraolimpici. In occasione delle Olimpiadi di Romasi posero le basi per effettuare regolarmente in futuro dei Giochi perhandicappati, da tenersi, per quanto possibile, nella stessa città dei GiochiOlimpici e nello stesso anno.Così, nel 1964 vi fu un'Olimpiade per disabili a Tokio, con 390 partecipanti;

    nel 1968 ben 750 atleti su sedia a rotelle presero parte ai Giochi di Ramat Gan (Tel Aviv), localitàofferta da Israele per indisponibilità di Città del Messico.In tale occasione un pubblico di 25.000 persone acclamò gli sportivi handicappati alla cerimonia diapertura nello stadio di Gerusalemme. Nel 1972 i Giochi si svolsero ad Heidelberg (Germania), ed ipartecipanti furono più di 1.000. In occasione dei Giochi Olimpici di Montreal del 1976 i Giochi perdisabili ebbero luogo a Toronto (anch'essa in Canada), e per la prima volta vi parteciparono atletimembri dell'ISOD; si videro quindi, tra i 1500 partecipanti, gareggiare anche atleti non vedenti odmembri dell'ISOD; si videro quindi, tra i 1500 partecipanti, gareggiare anche atleti non vedenti odamputati. Nel 1980, 2500 sportivi disabili presero parte ai Giochi di Arnhem (Olanda); nel 1984 leParaolimpiadi si svolsero in parte a New York (1750 atleti) ed in parte ad Aylesbury (GranBretagna, 1100 partecipanti).L'apoteosi del movimento sportivo per disabili si ebbe nel 1988 a Seul (Corea del Sud), con unaimportante manifestazione successiva alle Olimpiadi, durante la quale gareggiarono ben 3200 atletiprovenienti da 65 Nazioni, al cospetto di un pubblico di 100.000 persone. Altri sport si aggiungonocostantemente alle prime discipline introdotte a Stoke Mandeville. Dal 1976 si svolgono i GiochiOlimpici Invernali per disabili:nel 1976 si tennero a Ornskoldsvik (Norvegia); nel 1980 a Glilo (Svezia). Poi nel 1984 e nel 1988,sono state ospitate entrambe da Innsbruck (Austria). Inizialmente riservati ad amputati ovideolesi, i Giochi Olimpici Invernali si sono aperti alla partecipazione anche di paraplegici e dicerebrolesi: gli atleti che rientrano in queste due ultime categorie gareggiano su slitta. Dal 1991l'ISMGF ha modificato la propria denominazione che è diventata ISMWSF (InternationalStoke Mandeville Wheelchair Sports Federation).

  • In Italia queste attività sono gestite e coordinate dallaFederazione Italiana Sport Handicappati (disabilità psichiche emotorie), fondata nel 1980, dalla Federazione ItalianaCiechi Sportivi (atleti non vedenti) e dalla Federazione ItalianaSport silenziosi (atleti non udenti), fondata nel 1929. Dal1990 tali Federazioni sono rappresentate presso il CONI da un

    organismo unitario, denominato Federazione Italiana Sport Disabili. Lo sportmoderno, inteso secondo i canoni olimpici di De Coubertin, nasce nel secolo scorsocome espressione di forza e di vigore, riferiti essenzialmente all'uomo giovane, sano edi sesso maschile. Nel nostro secolo la mentalità sportiva ha progressivamente presole distanze da questo stereotipo iniziale, per includere dapprima le donne sportive, inle distanze da questo stereotipo iniziale, per includere dapprima le donne sportive, inseguito gli atleti anziani e, infine, quelli disabili.È degno di nota il fatto che le varie Federazioni sportive nazionali hanno neltempo allargato la propria attività, per comprendere le discipline femminili,nonché quelle praticate da amatori non più giovanissimi. Viceversa, allorché si ètrattato di atleti disabili, sono state create delle Federazioni Sportive a se stanti.Queste ultime devono sopportare l'onere di organizzare manifestazioni per le più varieattività sportive (dal nuoto allo sci), pur fruendo talvolta della collaborazione delleFederazioni dei vari sport.Questo stato di cose è dovuto per buona parte alle difficoltà tecniche ed organizzativelegate alle attività sportive per disabili; si ha quasi la sensazione, però, che molte delleFederazioni sportive nazionali che a suo tempo hanno realizzato l'integrazione trasportivi differenti per sesso e per età, stentino ad integrare gli atleti sani conquelli affetti da un handicap.

  • VISITA MEDICO – SPORTIVA

    La visita medico – sportiva e valutazioneLa visita medico – sportiva e valutazionechinesiologica per gli atleti disabili si svolgein modo totalmente diverso rispetto aquella di atleti con capacità psichico–fisiche normali.

  • ESAME CLINICO DEL DISABILE -Il medico dello sport e/o chinesiologo deve superare la diffidenzadel disabile e conquistarne la fiducia.- L'ambiente deve essere: - L'ambiente deve essere: a) tranquillo e confortevole;b) caldo, evitare lo STRESS FREDDO (nel cerebroleso)

    > SPASTICITA‘ e ATETOSI; c) il medico dello sport e/o chinesiologo deve trasmettere la certezza che opera sempre nell'interesse dell'atleta;

  • ANAMNESI1- FAMILIARITA' (Ricerca cause/concause

    au dell'Handicap) ;2- Notizie vita neonatale:

    •1. sviluppo psico-fisico (deambulazione ecc.); •2. alvo e diuresi; •3. uso abituale di sussidi (carrozzelle, stampelle•3. uso abituale di sussidi (carrozzelle, stampelle

    ecc.); •4. uso abituale di apparecchi ortesici e protesici; •5. abitudine o necessità di avere assistenza da parte di

    familiari o altri; 3- Patologie recenti per la ricerca di controindicazioni o

    condizionamenti per l'idoneità all'attività sportiva ago-nistica;

  • ESAME OBIETTIVO

    ESAME NEUROLOGICO•1. ESAME DELLA FUNZIONE MOTORIA - forza; - tono; - tono; - riflessi;

    •2. ESAME DELLA SENSIBILITA' - tattile; - di posizione e movimento; - termica; - dolorifica;

  • •3. ESAME DEI NERVI CRANICI E DEL CAMPO VISIVO - vista; - udito;

    •4. ESAME DELLE FUNZIONI CEREBELLARI E VESTIBOLARI - deambulazione ed equilibrio; - coordinazione;

    •5. ESAME DELLE FUNZIONI SUPERIORI - intelligenza; - linguaggio;- prassia ;- memoria;

  • VALUTAZIONE• 1.eventuali problemi cardiocircolatori e disturbi

    vasomotori connessi con le lesioni delle strutture prepo-ste alla regolazione neurovegetativa;

    •2. apparato respiratorio: presenza di atelettasia, enfisema opatologie infettive dovute a riduzione della capacità ven-tilatoria; tilatoria;

    •3. esame della cute: piaghe da decubito (particolari attenzio-ni sui punti di contatto di sussidi ortesici, protesici, puntid'appoggio più comuni) ;

    •4. apparato genito-urinario: per le frequenti patologie infetti-ve e/o litiasiche dovute a ristagno vescicale o altri distur-bi funzionali dovuti a lesioni neurologiche;

    •5. controllo visus, campo visivo e (per patologie specifiche)fundus oculi;

  • ACCERTAMENTI DIAGNOSTICI

    • 1.ELETTRO-MIOGRAFIA: valuta lesioni neurologiche e neu-romuscolari (livello, entità, causa deficit);

    •2. ELETTROENCEFALOGRAFIA: valuta lesioni cerebrali;•2. ELETTROENCEFALOGRAFIA: valuta lesioni cerebrali;•3. ELETTRO-CARDIOGRAFIA a riposo e dopo test ergome-

    trici: valuta aritmie e patologie cardiache; •4. RADIOGRAFIA: per lo studio dei monconi di amputazioni ed

    arti vicarianti, per eventuali osteoporosi nei neurologici; •5. VISUS + CAMPO VISIVO + FUNDUS OCULI:

    per la classificazione dei non vedenti e degli ipovedenti;•6. Eventuali ulteriori accertamenti su motivato sospetto

    clinico;

  • ESAME ORTOPEDICO comprende:

    - valutazione forza muscolare; - valutazione ampiezza movimenti articolari; - valutazione capacità coordinativa del movimento; -studio dell'atteggiamento (OBBLIGATO per dolore e/o rigidità);- ispezione (STAZIONE ERETTA, DEAMBULAZIONE); - palpazione; - misurazione lunghezza arti-tronco; - valutazione tono muscolare; - valutazione temperatura cutanea; -valutazione dimensione, consistenza, spostabilità di eventualitumefazioni;

    - valutazione della presenza di versamenti endoarticolari; - valutazione del dolore alla pressione superficiale e profonda;

  • E ESAME DELLA MOTILITA'

    •• MOTILITA' PASSIVA Si invita il soggetto a mantenere completamente decontratto il segmento articolare interessato e si saggia l'escursione articolare in funzione degli ostacoli meccanici (retrazione della capsula, iper-trofia della sinoviale, corpi mobili endoarticolari ecc.). Si misura con un goniometro l'ampiezza dell'escursione articolare. L'escursione articolare può essere: - normale: articolarità indenne- ridotta nell'uno e nell'altro settore del movimento: RIGIDITÀ- abolita: ANCHILOSISi valutano con opportune manovre segni di mobilità articolare supiani diversi da quelli fisiologici. Il riscontro di lassità legamentosa ha sempre significato patologico.

  • • MOTILITA' ATTIVA

    Si valuta:

    L’ampiezza dei movimenti volontari nei vari piani la forza con la quale vengono eseguiti per eviden-ziare l'esistenza di limitazioni funzionali;Si fa uso di alcune manovre (ad esempio: afferra-re un oggetto, piegare le ginocchia). Per valutare l'efficienza muscolare si invita il sog-getto a contrarre il gruppo muscolare che si vuoleesaminare.

  • 5 NORMALE

    4 MOVIMENTO POSSIBILE, ANCHE CONTRORESISTENZA OPPOSTA DALL'ESAMINATORE

    MOVIMENTO IMPOSSIBILE CONTRO RESISTENZA,MA

    VALUTAZIONE FORZA MUSCOLARE

    3 MOVIMENTO IMPOSSIBILE CONTRO RESISTENZA,MA POSSIBILE CONTRO GRAVITA’

    2 MOVIMENTO POSSIBILE SOLO FUORI GRAVITA' (ACQUA)

    1 POSSIBILITA' DI MODESTE CONTRAZIONI, MA INCAPACITA' DI PRODURRE MOVIMENTI

    0 IMPOSSIBILITA' DI QUALSIASI AZIONE MUSCOLARE

    SI ASSEGNA UN PUNTEGGIO DA 0 A 5 PER OGNI GRUPPO MUSCOLARE VALUTATO

  • 5 NORMALE: MOBILITA' ARTICOLARE NORMALE 4 BUONA:

    3 DISCRETA: MOBILITA' ARTICOLARE PARI AL 50% DEL NORMALE DEL NORMALE

    2 SCARSA: MOBILITA' ARTICOLARE PARI AL 25% DEL NORMALE

    1 MINIMA: MOBILITA' ARTICOLARE MINIMA 0 NULLA:

    SI ASSEGNA UN PUNTEGGIO DA 0 A 5 PER OGNI

    DISTRETTO VALUTATO

  • VALUTAZIONE COORDINAZIONE

    MOTORIA

    5 NORMALE: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICI PER 100% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

    4 BUONA: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICI PER 75% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

    SI ASSEGNA UN PUNTEGGIO DA1 A 5 PER OGNI

    DISTRETTO VALUTATO

    75% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

    3 DISCRETA: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICI PER 50% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

    2 SCARSA: POSSIBILITA' DI MOVIMENTI RITMICI PER 25% DEL NORMALE RANGE ARTICOLARE

    1 MINIMA: MOVIMENTI RITMICI

  • ESAME DELLA SENSIBILITÀ

    - TATTILE; - TATTILE; - TERMICA;- DOLORIFICA;

  • OSTEOTENDINEI

    - TRICIPITALE; - ROTULEO;-ACHILLEO;-BICIPITALE;-BICIPITALE;-MASSETERINO;-CUBITOPRONATORE;

    Fornisce elementi indispensabili allo studio di alcuneaffezioniortopediche secondarie a deficit neurologici danteressamentodei vari tronchi nervosi periferici delle radici spinali (lesioni

  • HOCKEY IN CAROZZINA

    Poter consentire la pratica sportiva a ragazzi colpiti da distrofia mu-scolare poteva sembrare un'utopia.L'Hockey in carrozzina elettrica ha invece risolto questo problema.Il Wheelchair Hockey è una disciplina sportiva rivolta principalmentead atleti con Distrofia Muscolare.Una patologia gravemente invalidante e presente in un numero sva-Una patologia gravemente invalidante e presente in un numero sva-riatissimo di forme. Il denominatore comune in tuttequeste forme èl'indebolimento muscolare progressivo.Con queste premesse, l'idea di poter consentire la pratica sportiva aragazzi con lo stesso problema genetico (la limitata forza fisica), macon aspetti e potenzialità diversissime tra loro, potevas embrareun'utopia.

  • L’Hockey in carrozzina elettrica ha invece risolto nelmigliore dei modi questo problema, consentendo digiocare nella medesima squadra, partecipando in manieracorale all'azione, sia a ragazzi che riescono a colpire lacorale all'azione, sia a ragazzi che riescono a colpire lapallina utilizzando la forza del braccio [scopo raggiuntotramite una mazza (H-STICK) in materiale plastico], sia aragazzi che riescono ad impiegare la forza unicamenteper azionare il comando della carrozzina.

  • Quest'ultimo risultato viene essenzialmente raggiunto grazieall'utilizzo di un semplice attrezzo: lo "stick" (T-STICK), cheapplicato alla pedana della carrozzina, permette di colpire edi indirizzare la pallina.Uno degli strumenti fondamentali, alla base del Wheelchair

    Hockey è senz'altro il cosiddetto: "T-STICK", semplicemente detto, in Italia,stick. In inglese con la parola stick normalmente si indica la mazza, da cui latraduzione è molto semplice: ""mazza a forma di T". Secondo il regolamentolo stick deve essere di materiale non trasparente con una lunghezzamassima di cm. 30 e un'altezza massima di cm. 10. A questo possono essereattaccate una coppia di "alette" fissate, rispetto alla parte centrale, conun'angolazione compresa tra 75 e 90 gradi e il punto di attacco tra la parteun'angolazione compresa tra 75 e 90 gradi e il punto di attacco tra la partecentrale e le alette può essere ovunque.Questo strumento ha consentito anche a quegli atleti che non hanno la forzae la capacità di stringere una mazza di poter giocare a Wheelchair Hockey.Ma è molto di più di uno "stratagemma" per poter giocare, è un vero eproprio strumento tecnico che consente gesti tecnici che con la mazza non sipossono realizzare. Grazie alla sua forma consente un controllo e protezionedella palla che con la semplice mazza non si può effettuare, consente quindidi portar palla con una certa sicurezza. Il suo uso non è solo limitato alcontrollo, ma sfruttando l'inerzia del movimento della carrozzina consentesia di passare che di realizzare addirittura delle segnature.

  • Nel nostro campionato spesso viene adottato indifesa, visto che consente una discreta opposizionealle mazze, sia nell'intercettare passaggi che tiri inporta. La regola che non consente alla pallina di

    essere giocata ad un'altezza superiore ai 20 cm consente agli"sticks" di essere protagonisti del gioco alla stregua delle"mazze".Inoltre è lo strumento in dotazione ai portieri e quindi fondamentaleper il nostro gioco. Da alcuni anni, la Federazione Internazionale, haper il nostro gioco. Da alcuni anni, la Federazione Internazionale, haadottato la regola tutta italiana, di adottare in campo, oltre anaturalmente il portiere, uno stick "di movimento“ riconoscendonecosì definitivamente la grande importanza tecnica. In questi ultimianni, si sta anche perfezionando un modello elettrico in grado direalizzare l'unico gesto tecnico che lo rendeva inferiore ad unamazza: "il passaggio“. In questo modo non si esclude nessuno,tutti possono partecipare. Anzi da qualche anno si è dato spazioanche ad atleti con malattie neuromuscolari (tipo tetraplegia,atrofia, ecc.) per consentire un maggior coinvolgimento a questadisciplina.

  • Il Wheelchair Hockey ha le sue origini in Olanda dove,dopo alcuni tornei organizzati per promuovere ladisciplina, nel 1982 viene disputato il primo campionatoufficiale.In Italia questa disciplina si affaccia nel 1991 perIn Italia questa disciplina si affaccia nel 1991 periniziativa del gruppo giovani della UILDM (Unione ItalianaLotta alla Distrofia Muscolare) e, un po' come in Olanda,dopo vari tentativi attraverso tornei e manifestazionivarie, nel 1996 si disputa il 1° Campionato Nazionale.Da poco è terminato il 10° Campionato Italiano, al qualehanno partecipato 13 squadre con 130 atleti tesserati.

  • PALLAVOLO

    Le differenze principali rispetto alla pallavolotradizionale è il fatto che i giocatori siano seduti nelcampo, di dimensioni inferiori rispetto a quellostandard, con una rete posta a altezze inferiori.standard, con una rete posta a altezze inferiori.Il gioco si svolge in una palestra, fra 2 squadrecomposte ciascuna da 6 giocatori (e 6 riserve), conun campo di 6 m per 10 m.

  • TENNIS TAVOLO

    Il tennis tavolo è uno sport altamente formativo , che sviluppa iriflessi, la concentrazione e la respirazione e, dal punto di vista psicologico, insegna adinseguire la vittoria e accettare la sconfitta. Storicamente è stato uno dei primi ad essereutilizzati dal neurologo inglese Guttman come terapia riabilitativa per i reduci delsecondo dopoguerra e ancora oggi è la prima disciplina sportiva impegnata per lariabilitazione. La pratica da parte degli atleti paraplegici, ad esempio, ha effetti positiviriabilitazione. La pratica da parte degli atleti paraplegici, ad esempio, ha effetti positivisui muscoli dorsali e addominali ed è utile nei tempo per prendere confidenza con la car-rozzina.Il tennis tavolo rappresenta anche un grande strumento di integrazione, essendo unadelle poche discipline che permettono una completa integrazione tra atleti disabili e nor-modotatati senza differenza di regolamento.

    ClassificazioneL'attività dei pongisti disabili è suddvisa in classi, a seconda del grado di handicap fisico:dalla 1 alle 5 si gioca in carrozzina (atleti tetraplegici, paraplegici, poliomelitici e amputatiche scelgono di giocare seduti), dalla 6 alla 10 in piedi (giocatori con disabilità più lievi),mentre la classe 11 è riservata ai disabili mentali

  • BASKET IN CARROZZINA

  • Il basket in carrozzina è probabilmente uno degli sport per disabili piùconosciuti anche da grande pubblico, che in occasione di eventi

    come il Paralympic Day o Ability rimane veramente impressionato dalla carica agonisticadei giocatori e dalla complessità delle scelte tecnico-tattiche individuali e di squadra, cheriproducono in tutto e per tutto quelle di una partita di pallacanestro per normodotati.Storicamente questa disciplina è stata una delle prime ad essere state utilizzate dalneurologo inglese Guttman come terapia riabilitativa per i reduci del secondodopoguerra e rappresenta ancora oggi l'espressione più elevata delle potenzialità

    BASKET IN CARROZZINA

    dopoguerra e rappresenta ancora oggi l'espressione più elevata delle potenzialitàresidue del disabile motorio.Prima di iniziare ufficialmente l'attività, tutti gli atleti sono sottoposti ad una valutazionesul campo da parte di una Commissione costituita da un medico e da un tecnico. Inbase alle capacità funzionali residue, ad ogni giocatore viene così assegnato unpunteggio che va da 0,5 a 4,5. Al fine di garantire il massimo equilibrio tra le squadre incampo, durante le partite la somma dei valori di ogni quintetto non deve superare i 14,5punti.Per il resto non esistono sostanziali differenze di regolamento rispetto al basket pernormodotati; sono previste però delle infrazioni particolari: non è consentito sollevarsidal sedile della carrozzina (è considerato un fallo tecnico), avanzare con la palla senzapalleggiare dopo due spinte, sollevare da terra contemporaneamente le due ruoteposteriori con la palla in mano.

  • La pallacanestro è praticata, però, anche da persone condisabilità intellettive; in questo caso, lo sport si carica di unavalenza educativa e consente di ottenere benefici a livello fisico,psicologico e cognitivo. in assenza, generalmente, di problemipsicologico e cognitivo. in assenza, generalmente, di problemimotori, il basket praticato dai disabili mentali non presenta alcunadifferenza da quello per normodotati ed è presente alleParalimpiadi solo come disciplina dimostrativa, dato che a livelloolimpico i Giochi sono riservati agli atleti con handicap fisico.

  • GOLF DISABILI

    Il golf è l’unico sport che permette ad atleti disabili e normodotati di gareggiare nella stessa squadra, sugli stessi campi e con lo regolamento. È un ottimo strumento di integrazione e ha anche ricadute positive sulla salute psico-fisica di chi lo pratica.

    Per i golfisti non vedenti è previsto un coach, un assistente che aiuta il giocatore a mettersi sulla palla e ad allinearsi prima del colpo. Altre eccezioni sono previste per

    sportivi con amputazioni, stampelle o in sedia a rotelle.

    L'attività sportiva è promossa dalla Federazione Italiana Golf Disabili. Dal 2004 è riconosciuta dal CIP ed è disciplina paralimpica.

  • EQUITAZIONE DISABILILa F.I.S.E. nell'ottobre 2003 ha istituito il Dipartimento di Riabilitazione Equestre (R.E).

    Questo atto sancisce il riconoscimento della R.E. come una delle discipline dellaFederazione e permette una riorganizzazione e un coordinamento di tutte le iniziativegià presenti nella realtà dei Centri suoi affiliati ed una progettazione costruttiva periniziative future. Questo è un passo importante per il futuro della R.E. in Italia, in quantoiniziative future. Questo è un passo importante per il futuro della R.E. in Italia, in quantoquesta complessa disciplina ha una radice tanto nella tradizione sportiva, cioè negli"Sport Equestri" che ne costituiscono l'alveo ed il presupposto tecnico portante, chenella componente riabilitativa, che ne rappresenta la finalità specifica, quindi non puòche esplicarsi in entrambi gli ambiti variamente integrati fra di loro.

    L'utilizzo del cavallo e dell'equitazione quali mezzi per attività assistite dagli animali(AAA) e per terapie assistite dagli animali (TAA) siano le più conosciute e le piùsperimentate. Richiamandoci alle linee guida stabilite dal F.R.D.I. (FederazioneInternazionale di Equitazione Terapeutica ) possiamo stabilire le modalità d'intervento:

  • 1) IPPOTERAPIA (Hippotherapy):

    questo intervento si basa sull'uso del cavallo come strumento terapeutico senzaprevedere l'intervento attivo del soggetto. Richiede tecnici dell'area sanitariaspecializzati in R.E. che operano con l'assistenza dell'istruttore di equitazione e l'impiegodi cavalli appositamente addestrati. Si applica a soggetti con patologia neurologica edi cavalli appositamente addestrati. Si applica a soggetti con patologia neurologica epsichica medio-grave. L'intervento è più riabilitativo che rivolto all'insegnamento delletecniche di equitazione, può essere impiegato anche con soggetti con forme di disabilitàpiù lievi prima di passare alla Rieducazione Equestre.

  • 2) RIEDUCAZIONE EQUESTRE E VOLTEGGIO (Remedial/Educational Riding and Vaulting):

    prevede l'intervento attivo del disabile nella guida del cavallo. E' prevista l'acquisizioneprevede l'intervento attivo del disabile nella guida del cavallo. E' prevista l'acquisizionedelle tecniche di equitazione oltre al conseguimento degli obiettivi propri dell'areasociosanitaria (riabilitativi,neuromotori, psicologici, comportamentali, educativi, sociali,ecc. ecc.) l'istruttore di equitazione lavora in stretta collaborazione con i tecnici dell'areasociosanitaria. Trova una peculiare indicazione in soggetti con problematiche cognitivo-

    comportamentali.

  • 3) EQUITAZIONE SPORTIVA PER DISABILI (Sport Riding for Disabled):

    questa fase segna il passaggio ad una situazione integrata sul piano relazionale equesta fase segna il passaggio ad una situazione integrata sul piano relazionale esociale. Può essere svolta attività agonistica vera e propria o comunque attivitàcompetitiva, o dimostrativa (show a cavallo, caroselli) o di giochi a cavallo, ecc. ecc.. E'la fase della R.E. più strettamente connessa all'attività di aggregazione esocializzazione.

  • NUOTO DISABILI

    Il nuoto, già presente alle prime Paralimpiadi di Roma 1960, è una delle principali discipline praticate da atleti disabili.discipline praticate da atleti disabili.

    Le discipline in cui ci si può cimentare sono: stile libero, dorso, rana e farfalla

    Le distanze previste sono:- nello stile libero 50m, 100m, 200m, 400m, e la 5km in acque libere- nel dorso, la rana e la farfalla 50m e 100m- nei misti individuali 150m e 200m- staffette 4 x 100 e 4 x 50 stile libero e mista

  • Classificazioni in base all'handicap

    L’attività natatoria agonistica oltre ad essere distinta per sesso e categorie d’età, presenta - come nelle altre discipline paralimpiche - un’ulteriore suddivisione, quella per classi, resasi necessaria al fine di garantire agli atleti con diversi gradi e tipologie di disabilità, la partecipazione a competizioni equilibrate.Le classi vengono assegnate ai nuotatori agonisti a seguito di visite di classificazione, che si differenziano a seconda che la patologia dell’atleta sia di tipo Fisica, Visiva, Intellettiva e/o Relazionale.Intellettiva e/o Relazionale.

    Le classificazioni per l’handicap fisico (sia esso di origine midollare, ortopedico o cerebrale) sono di tipo "funzionale" e prevedono tre fasi (visita medica, valutazione della nuotata, valutazione del gesto tecnico in gara). All’atleta viene attribuito - da un Medico Classificatore e da un Tecnico Classificatore - un punteggio corrispondente alle funzioni che può ancora esprimere e successivamente viene inserito in una delle classi previste (minore è la classe, minori sono le capacità residue del nuotatore).Le classi per l’handicap fisico sono le seguenti:- da S1 a S10 (S dal termine inglese stroke che vuol dire nuotata) per le nuotate a dorso, stile libero e farfalla;- da SB1 a SB9 (breaststroke) per la rana- da SM1 a SM10 (medley) per i misti.

  • La rana è stata scorporata dagli altri stili a causa dell’influenza maggiore che gli arti inferiori hanno a livello propulsivo rispetto a quelli superiori.

    Per i ciechi o ipovedenti è prevista una visita specialistica svolta da un Medico Classificatore Oftalmologo, che una volta valutato il campo visivo e/o l’acuità visiva dell’atleta, lo inserirà in una delle tre classi previste S11 (cieco totale) S12 ed S13 dell’atleta, lo inserirà in una delle tre classi previste S11 (cieco totale) S12 ed S13 (ipovedenti).

    Gli atleti con disabilità intellettiva e/o relazionale (attività svolta sotto l’egida della FISDIR) vengono sottoposti a dei test finalizzati alla verifica di alcuni elementi quali il quoziente intellettivo (70-75 o inferiore), significativa mancanza o riduzione delle funzioni adattive in almeno due delle seguenti condizioni o situazioni: comunicazione, cura della propria persona, comportamento nella vita domestica, capacità sociali e interpersonali, autonomia, adattamento al lavoro ed al tempo libero. La classe a livello internazionale IPC è unica ed è la S14. In Italia è prevista anche la classe C21 dedicata agli atleti con Sindrome di Down.

  • Regolamento

    Il regolamento tecnico è disciplinato dall’IPC Swimming ed integra le norme della Federazione internazionale di nuoto (FINA).

    Non è consentito l’utilizzo di protesi o supporti vari.Non è consentito l’utilizzo di protesi o supporti vari.

    Le principali eccezioni alle regole FINA sono le seguenti:

    Partenza- direttamente dall’acqua, dal bordo vasca, seduti dal blocco di partenza- possibilità di essere accompagnati ed aiutati a raggiungere il punto di partenza (qualunque esso sia)- la feet start (l’atleta di classe non superiore alla S3, si posiziona disteso ed un assistente gli tiene fermi i piedi/e sulla parete della vasca, lasciandoli/o solo dopo il segnale di partenza, senza imprimergli moto)- nel dorso partenza con una sola mano sulla barra del blocco di partenza

  • Farfalla- si deve avere sempre la sensazione che muova simultaneamente gli arti, anche quando ciò non avviene per limitazioni funzionali legate alla disabilità.

    - in caso di mancanza di entrambi gli arti superiori, il nuotatore deve toccare con qualsiasi parte superiore del corpo.

    - bracciata asimmetrica dopo la partenza e la virata per chi non può spingere con gli arti inferiori.- difficoltà nelle classi S11 e S12 a portare avanti le braccia simultaneamente perché nuotano vicino alla corda frangionda - la squalifica viene inflitta solo se vi si spingono sopra.- ci possono essere delle difficoltà a toccare il muro simultaneamente, anche per gli S11 - ci possono essere delle difficoltà a toccare il muro simultaneamente, anche per gli S11 e S12.

    Rana- si deve avere sempre la sensazione che muova simultaneamente gli arti, anche quando ciò non avviene per limitazioni funzionali legate alla disabilità.- in caso di mancanza di entrambi gli arti superiori, il nuotatore deve toccare con qualsiasi parte superiore del corpo- bracciata asimmetrica dopo la partenza e la virata per chi non può spingere con gli arti inferiori- possibile mancata torsione dei piedi- prestare attenzione che il capo rompa la superficie dell’acqua, in ogni ciclo di bracciate, anche se la respirazione viene inserita ad ogni due o più cicli.

  • Ciechi

    - obbligo di utilizzo di occhialetti totalmente oscurati per la classe S11- le virate e l’arrivo vengono segnalate da un assistente chiamato Tapper, che tocca il capo o la spalla dell’atleta tramite un bastone con un terminale che tocca il capo o la spalla dell’atleta tramite un bastone con un terminale di gomma (di solito una pallina). L’utilizzo del Tapper è obbligatorio per la classe S11

  • StoriaIl movimento canoistico dei disabili in Italia nasce alla fine degli anni

    o ottanta grazie ad alcuni atleti facenti parte di alcune Associazioni Sportive. Il tutto assume pero’ una piega diversa nei primi anni novanta quando le gare di Velocità, Slalom e discesa indette dalla

    FICK aprono la partecipazione agli atleti con disabilità attraverso stessi percorsi e distanze nonché imbarcazioni identiche ai normodotati.ClassificazioniLe imbarcazioni ammesse alle gare sono le seguenti:- K1-K2 LTA femminile e maschile- K1-K2 TA femminile e maschile- K1-K2 TA femminile e maschile- K1–K2 A femminile e maschile- K2 mix TA–A composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classe diversa tra loro, compresa tra TA/A) secondo il Regolamento ICF 2009- K2 mix LTA–TA composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classe diversa tra loro, compresa tra LTA/TA) nuova proposta in attesa di conferma da parte dell’ICF http://www.canoeicf.com/- V2 mix LTA–TA composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classe diversa tra loro, compresa tra LTA/TA) secondo il Regolamento ICF 2009V2 mix TA–A composto da un uomo e una donna (gli atleti devono avere una classe diversa tra loro, compresa tra TA/A) nuova proposta in attesa di conferma da parte dell’ICF http://www.canoeicf.com/V2 in attesa di indicazioni da parte dell’ICF

  • Le Classi di Appartenenza

    Tutti gli Atleti per poter gareggiare dovranno esser sottoposti alle Visite di Classificazione, attraverso le quali gli verrà attribuita la “classe di Appartenenza”.Settore HF:Classe “A” ( Arms – Braccia)Classe “TA” (Trunk e Arms – Tronco e Braccia)Classe “LTA” (Legs, Trunk e Arms – Gambe, Tronco e Braccia).

    Gli atleti della classe A possono partecipare alle gare riservate alle classi TA e LTA, gli atleti della classe TA possono partecipare alle gare della classe LTA ed infine gli altetiappartenenti alla classe LTA gareggiano esclusivamente nella propria classe

  • VELA DISABILI

    CaratteristicheÈ una disciplina Paralimpica, relativamente giovane: compare tra gli sport dimostrativi, per la prima volta, ad Atlanta 1996, per diventare a tutti gli effetti disciplina da medaglia a Sydney 2000.

    Questo sport è aperto ad atleti con amputazioni, cerebrolesioni, cecità o disabilità Questo sport è aperto ad atleti con amputazioni, cerebrolesioni, cecità o disabilità visiva, lesioni spinali e non solo. Il sistema di classificazione nella Vela è fondato su quattro parametri: stabilità, funzionalità della mano, mobilità e visibilità. Le classi veliche riconosciute sono tre:2.4: equipaggio composto da un solo elementoSKUD: equipaggio composto da 2 elementiSONAR: equipaggio composto da 3 elementiLe imbarcazioni 2.4 e Sonar sono riservate alla maggior parte dei gruppi di disabilità; l’imbarcazione per il Doppio, invece, è concepita espressamente per gli atleti affetti da disabilità particolarmente grave.

  • L’organismo internazionale che regola questa disciplina sportiva è l’IFDS , che coopera in stretta relazione con la Federazione Internazionale Vela. Questo sport ha visto, in questi ultimi anni, uno sviluppo ed una diffusione rapidissimi, fino a registrare, nell’anno 2008, ben 70 nazioni in cui si pratica attività velica a livello agonistico. In Italia attualmente si praticano competizioni solo nella Classe 2.4, una categoria integrata: aperta cioè a soggetti normodotati e disabili indistintamente e dedicata a competizioni miste. In particolare, però, la 2.4 è classe aperta solamente a disabili con handicap fisico. Esiste un protocollo d’intesa tra CIP e FIV che definisce i rispettivi ambiti d’intervento e di collaborazione. I campionati italiani CIP si svolgono congiuntamente a quelli FIV con classifiche avulse. Anche i disabili mentali e non vedenti praticano vela ma in altre classi veliche.

  • ATLETICA LEGGERA DISABILI

    L’Atletica Leggera, a livello internazionale, è governata dall’International ParalympicCommittee con il coordinamento della propria specifica Commissione Tecnica.

    È uno degli sport più popolari del panorama paralimpico internazionale ed è praticato in più di cento paesi in tutto il mondo. Può essere considerata la prima nata dello sport paralimpico: le prime corse in carrozzina, infatti, risalgono già al 1952, anno in cui i veterani della Seconda Guerra Mondiale parteciparono ai Giochi Internazionali di StokeMandeville (Inghilterra).Con la capacità di attirare il grande pubblico, l’Atletica Leggera offre una vasta gamma di competizioni ed il più grande numero di eventi sportivi.

    Le gare, come nella disciplina olimpica, si suddividono in corse su pista e su strada e concorsi, con l’aggiunta del pentathlon quale gara combinata.

  • Questo sport può essere praticato da atleti con disabilità fisica, sensoriale ed intellettiva. A seconda della tipologia di disabilità e della classificazione funzionale attribuita, gli atleti possono gareggiare in carrozzina, in piedi (con o senza protesi sportive), insieme ad un atleta guida nel caso di atleti ipovedenti e non vedenti.

    Le carrozzine da corsa e le protesi sportive sono da considerarsi a tutti gli effetti vere e proprie attrezzature sportive che, grazie all’innovazione tecnologica ed alla ricerca di materiali sempre più leggeri e performanti, hanno permesso agli atleti paralimpici di effettuare prestazioni eccezionali ponendo i loro risultati sullo stesso piano di quelli raggiunti dagli atleti olimpici

  • Le classificazioni

    Nell’Atletica Leggera gli atleti gareggiano in diverse classi a seconda della tipologia di disabilità e del grado di funzionalità:- nelle classi 11, 12 e 13 competono gli atleti con diversi gradi di menomazione visiva; - nella classe 20 gareggiano quelli con disabilità intellettiva; - nelle classi da 32 a 38 competono gli atleti cerebrolesi (sia in carrozzina che in piedi); - nelle classi da 40 a 46 quelli con differenti livelli di amputazione e con altre tipologie di disabilità; - alle classi 51-58 appartengono gli atleti con i vari gradi di lesioni midollari e di amputazione, ovvero tutti coloro che gareggiano in carrozzina.

  • BASEBALL DISABILI

    Il baseball è uno sport che può essere praticato anche dai disabili s Senza alcuna difficoltà. Ci possono giocare sia non vedenti che

    sordi, ognuno con degli accorgimenti speciali.Per i non vedenti le squadre sono composte da 5 giocatori ciechi e da un giocatore vedente. A questo si unisce, nella fase di difesa, un altro vedente con funzioni di assistenza. I due, nella fase d'attacco, svolgono il compito di suggeritori, uno in seconda e l'altro in terza base. Le riprese di una partita sono sette.

    La prima base è sonora. Primo obiettivo del battitore è a 50,29 m dalla casabase. Le La prima base è sonora. Primo obiettivo del battitore è a 50,29 m dalla casabase. Le distanze tra seconda e terza e tra terza e casabase sono di 27,43 m. La seconda base difensiva è la base originale. La casabase, per il corridore, è un traguardo di 3,96 m. La linea di fuoricampo è a 54,86 m.

    Quando il battitore batte la palla, per essere buona deve superare la linea tra terza/seconda base, dopo aver rimbalzato almeno una volta. Il battitore - corridore tenta di raggiungere la seconda base oltrepassando la prima. È salvo se vi giunge anticipando l'arrivo del tiro del difensore cieco sul cuscino di seconda, occupato da un difensore vedente. Al battitore sono concessi tre tentativi, più un altro se l'ultimo è battuta foul. Se non riesce viene chiamato strike out. La conquista di terza base e punto avvengono sulle battute successive.

  • I corridori lasciano la base solo dopo che l'arbitro ha chiamato "Buona". Cioè quando la palla, battuta regolarmente, supera la

    linea terza/seconda. La conquista di seconda e terza base da parte avvengono per toccata del cuscino. La conquista del punto avviene per superamento della casabase. Se la palla battuta buona dal battitore supera 54,86 m è fuoricampo. Il difensore vedente può raccogliere la palla battuta verso di lui senza perdere il contatto con la seconda base. Verrà quindi eliminato soltanto il battitore – corridore.

    Gli altri corridori possono rientrare alla base di partenza. Le eliminazioni in seconda, terza, e casabase avvengono tutte per palla giunta al difensore vedente di seconda prima della conquista della base. Una battuta arrivata al volo direttamente in territorio buono provoca l' "Out”, cioè l'eliminazione automatica del corridore.

    Il baseball può essere praticato anche da chi ha una disabilità uditiva. Durante le partite strategie, azioni e schemi di gioco vengono comunicati dall’allenatore e tra gli atleti attraverso il linguaggio dei segni.

    La Federazione Italiana Baseball e Softball è entrata a far parte del C.I.P.. Così il baseball per disabili è diventato disciplina paralimpica.