hakomagazine 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli irochesi poiché per loro, come per...

32
2 HAKOMAGAZINE il mais

Upload: phungcong

Post on 16-Feb-2019

221 views

Category:

Documents


1 download

TRANSCRIPT

Page 1: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

2HAKOMAGAZINE

il mais

Page 2: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

2

HAKOMAGAZINESommarioSommarioSommarioSommarioSommario

3 - Editoriale 5 - Zea mais L. 6 - I nomi del mais. 7 - Il mais. 9 - Zea mais: un capolavoro

genetico.11 - Schede12 - Chi coltiva il mais.15 - Mais e coloni nell’Alto

Missouri17 - Il mais dell’Alto Missouri18 - La pannocchia e lo scalpo20 - Le fatiche del contadino23 - Mito e motivo: la farfalla

attraverso lo spazio e il tempo.

26 - Intervista al subcomandante Marcos.

28 - Chiapas: identità maya e rivolta.

Mito delle Origini del Mais

I primi dei e gli antenati cominciarono a creare l’umanità: fece-ro la carne dell’uomo di fango, ma era molle e si squagliava; lacreatura parlava ma non aveva intelligenza e non poteva pre-gare gli dei. Distrutti gli uomini di fango, gli dei crearono gliuomini di legno, ma questi non si curavano di loro e vennerodistrutti da un diluvio.Gli dei crearono l’uomo con il tzitè, l’albero del corallo e ladonna con il giunco, ma essi non pensavano e non parlavanoai loro creatori. Esseri divini vennero a distruggerli, animali eoggetti si ribellarono e una resina abbondante giunse dal cie-lo ad annegarli. Infine i Creatori scoprirono di che sostanzadoveva essere fatta la carne dell’uomo: soltanto pasta di maisbianco e giallo compose la carne dei Maya, i quattro uominiche vennero creati. Ma furono dotati di troppa intelligenza:allora l’Uragano ne annebbiò gli occhi e a causa dell’invidiadivina vennero distrutte la sapienza e le conoscenze degliuomini. Allora ebbero vita anche le loro mogli, che giunserodurante il sonno dei Primi Quattro Maya, gli Uomini di Mais.(dal Popol Vuh).

In copertina una celebre rappresentazione di de Bry, più volte riprodotta, del villaggio algonchino di Secotan, in Virginia,intorno al 1590, in cui sono rappresentati i campi di mais; le zucche, i fagioli e i girasoli sono mostrati su campi separati.Questa è una “licenza” europea non solo rispetto alla realtà delle contadine indiane, che le piantavano insieme, ma ancherispetto al disegno originale di White. È da notare contrassegnato dalla lettera F un sorvegliante “spaventapasseri” umano, disolito una donna o un bambino.

Xipe Totec, Nostro Signore lo Scortica-to, divinità mesoamericana dellagerminazione onorata con sacrifici uma-ni e raffigurata come un sacerdote conindosso la pelle della vittoma sacrifica-ta.

Page 3: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

3

N°2Editoriale

Nessuno riesce a immaginare un viaggioattraverso la pianura Padana, d’estate,senza vedere lunghi filari di granturco sten-dersi all’orizzonte, sventolando i pennacchiimpollinati e serbando gelosamente nelleascelle le preziose pannocchie dorate.Eppure, se gli indiani non ci avessero do-nato il mais, ora i settentrionali non po-trebbero essere chiamati “polentoni”.Il mais ha nutrito una quantità di popola-zione mondiale che altrimenti non avreb-be potuto sopravvivere; è stato il nutrimen-to dei poveri perchè si coltiva con grandefacilità e praticamente cresce da solo.Questo lo rese inviso a molti latifondistiperchè, come osservava, verso la fine del1700, il Morelli, segretario di papa Pio VI,i possidenti si trovano a “soffrir danno sen-za accorgersene”. Infatti “i contadini tra-sportati per il frumentone si occupano vo-lentieri della sua coltura e posponendoogni altro lavoro, trascurano specialmen-te le vigne, tutte ormai trasandate, e tar-dano pure a rompere le terre per la pre-ziosa raccolta”. Per questo in molti con-tratti d’affitto di terre si ponevano clausoleche limitavano o proibivano addirittura lacoltura del mais. Il mais ha così benattecchito in Africa che è entrato a far par-te della mitologia Yoruba e si è diffuso inIndia, in Tibet e in Cina.Colombo descrive l’abbondanza di campicoltivati ai suoi protettori, per invogliarli ainvestire. “Quell’isola grande sembravaterra altissima, non aspra di monti, ma pia-na tutta come di bellissima campagna, esembra ben coltivata, tutta o in parte, e iseminati sembravano come quelli di gra-no nel mese di maggio, nella campagnadi Cordoba”. Ora questa meraviglia è sta-ta sostituita dalla canna da zucchero e inativi americani dagli africani, mentre, iro-nicamente, La Tortuga, l’isola descritta, di-venuto sinonimo di isola dei pirati.Dedichiamo questo numero al mais india-no e ai suoi splendidi popoli, ben consa-pevoli di aver appena accennato all’argo-mento.

Page 4: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

4

HAKOMAGAZINE

Page 5: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

5

N°2

Botanica

Famiglia: Poaceae (Graminaceae)

È una pianta erbacea annuale confusto eretto, semplice alta dai due aitre metri con nodi ingrossati daiquali, se vicini alla base, vengonoemesse radici avventizie.Le foglie sono divise in due parti: laguaina che avvolge il tronco e lalamina che si distacca dal tronco, diforma lanceolata che si restringegradatamente con apice acuto.I fiori sono separati: quelli maschilisono riuniti un un pennacchio a“pannocchia” terminale al fusto eriuniti a due a due in spighette;quelli femminili sono disposti inuna spiga cilindrica con asseingrossato inserita in un’ascelladelle foglie medie protetta da ampiebrattee fra le quali spuntano gli stiliche permettono la fecondazione.I frutti sono delle cariossidi riunitein lunghe file a pannocchia sullasuperficie delle spighe femminili.Contiene materie azotate, grassi,carboidrati, sali minerali, vitamineB ed E; è molto nutritivo,energetico e ricostituente e unmoderatore della tiroide.Principi attivi della droga ottenutadagli stili raccolti in luglio agostodopo la fioritura e la fecondazione:acidi grassi, sitosterolo estigmasterolo, zuccheri, betaina,allantoina. La droga ha proprietàsoprattutto diuretiche (ritenzioneidrica, cistiti, cistopieliti e renella),ma anche sudorifere, depurative,antinfiammatorie e ipotensive. Siutilizza come infuso o tintura.L’olio del germe di mais ottenutoper semplice torchiatura, contieneacidi grassi insaturi (oleico elinoleico), acidi grassi saturi(palmitico e stearico, con tracce diarachidico e miriotico), vitamina E.È utilizzato contro l’eccesso dicolesterolo nel sangue.

Zea Mais L.

Nomi regionali italiani:

Meliga, Granon (Lig.),Quarantino, Ostenga (Piem.),Melega, Formenton, Carlon(Lomb.), Sorgo Turco, Zallon(Ven.), Formintun, Lalghein(Em.),Granone, Frumentone(Tosc.), Granone (Abr.),Migghiu, Rodindia (Cal.),Granudinnia (Sic.), Trigu deIndias, Cigilianu (Sard.).

La pellagra

La pellagra è una tipica malattiadovuta ad un uso alimentare esclu-sivo di farina di mais ed è legataalla carenza di vitamina PP per ec-cesso di vitamina B1. Si manifestain primavera lentamente, aumen-ta nella stagione calda e si ritraein inverno per riapparire in prima-vera aggravandosi ad ogni ciclo. Ilprimo sintomo è debolezza segui-ta da bruciori alla bocca,disappetanza, inquietudini nottur-ne, tristezza. Provoca disturbi di-gestivi (bruciori gastrici), afte,diarree, ulcerazioni, screpolature,geloni, macchie cutanee al viso,allemani e ai piedi, aridità dellapelle, disturbi nervosi vari, fino allafollia pellagrosa e alla morte.

Sotto: il “trabajo” degli indios andavadal mattino alla sera, e seguiva le sta-gioni, come mostrano le tavole del cro-nista ispano-inca Poma de Ayala.A p. 4: Il mais nelle prime raffigurazionieuropee; la pianta era già coltivata nelVeneto pochi anni dopo la scoperta del-l’America.

Page 6: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

6

HAKOMAGAZINE

Dal greco zao, che significa vivere è diventato inlatino zea, il nome della famiglia dello Zea maysLinn., il grano indiano o mais. Il termine zea appli-cato al nome del mais è altamente significativo eappropriato per gli Irochesi poiché per loro, comeper molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per gli Irochesi cheessi lo chiamavano con un nome che significa “no-stra vita” o “esso ci sostiene”. ... I nomi dati al maisdurante il 16° secolo in Europa hanno confuso al-cuni scrittori. Era chiamato variamente grano ro-mano, frumento turco , grano siciliano, grano spa-gnolo, grano di Guinea, grano egiziano e durrasiriana. I popoli e i luoghi da cui prendeva il nome,però, negavano unanimemente ogni conoscenzadella sua origine e facevano riferimento a qualchealtro paese e da quello lo nominavano; così i tur-chi lo chiamavano grano egiziano e gli egiziani visi riferivano sempre come durra siriana, ciascunorifiutandone la paternità. E’ possibile che il nomepiù diffuso con cui fu noto il mais in Europa fossefrumento turco che era il nome usato in generedagli inglesi. Sembra che esso sia stato usato perla prima volta dal botanico Reullins, nel 1536 epoi nel 1552, Tragus rappresentò una pianta dimais nel suo Stirpium chiamandola Frumentumturcicum, ma in seguito, avendo letto qualche vagoriferimento a una pianta che si pensava simile, egliconcepì l’idea che dovesse essere una specie diTyphia cresciuta in Bactriana. Altri scrittori, comun-que, lo negarono, Matthiole nel 1570, Dodens nel1583 e Camerarius nel 1588, tutti affermando lasua origine americana. ... In India nel 18° secolo ilmais era così poco noto come pianta alimentareche era coltivato solo nei giardini come pianta or-namentale. In Cina è coltivato dalla metà del 17°secolo, anche se ci sono stati tentativi di mostrareuna introduzione più precoce, che, però, sonosmentiti dalle migliori autorità cinesi. (Arthur C.Parker, Iroquois Uses of Maize and Other FoodPlants, 1910).

I nomi del mais

NotaIn Italia è chiamato anche granturco; il nome grano saraceno indi-ca il fagopiro, una granaglia di colore scuro proveniente dall’Asiaminore, che probabilmente ha influenzato l’idea che anche il mais,granaglia esotica, venisse dai territori musulmani.

Sopra: Codice di Dresda, cultura maya, raffigurazionedel “diluvio” o, più prosaicamente dell’inizio della sta-gione delle piogge secondo l’astronomia maya. Di traver-so nel cielo si stende un essere con testa di alligatore ezampe di cervo; sui fianchi porta i glifi del pianeta Venere,delcielo, del sole e dell’oscurità. dalle fauci scende sullaterra una pioggia torrenziale, altri fiumi d’acqua sgorga-no dai glifi del sole e della luna.Anche Vecchia Donna,dea della morte, dall’alto versa acqua da una giara rove-sciata, mentre in basso compare Ek Chua, duo della guer-ra, armato di due lance simbolo di guerra e dipinto dinero, con sul capo l’uccello Moan.A p. 7: Contadini nel Perù coloniale.A p. 8: Raffigurazione degli indiani illinois (particolare)dive si vede la semina del mais col bastone da scavo.

Page 7: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

7

N°2

Flavia Busatta

La coltivazione indigena è moltodiversa da quello che nel VecchioMondo intendiamo per campo coltivato.I campi segnano come macchie diinchiostro il territorio, il terreno è unsusseguirsi di raggruppamenti ditronchi parzialmente combusti e distoppie, frammezzati da terra bruciata,mais, zucche e differenti varietà difagioli che sembrano crescere acasaccio. In realtà le larghe e dure fogliedelle piante di mais forniscono ombraalle delicate piante di fagiolo sottol’arsura e il suo robusto gambo dona unsostegno vivo su cui fagioli e zucche siarrampicano. Le zucche coprono quasicompletamente il terreno tra le piante dimais e di fagioli assicurando così ilmassimo trattenimento dell’acquapiovana e il minimo dilavamento ederosione del terreno a causa del vento odell’acqua. Nel contempo le larghefoglie e i i lunghi viticci delle piante dizucca coprono così efficacemente ilterreno da impedire a piante parassite dicrescere. Questo riduce la necessità ditogliere le infestanti e assicura unmigliore raccolto. I fagioli a loro voltafissano nei loro noduli radicali l’azotonecessario al mais e alle zucche. Ingenere l’aggruppamento delle tre pianteavveniva non in solchi preparati mamediante la posa di singoli semi incerchi concentrici dentro fori praticaticol bastone da scavo su montagnole di

Tecnologia

Il mais

Modo di produrre: strumenti, attrezzi, tecnicheagricole e valori di socializzazione.

Page 8: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

8

HAKOMAGAZINEterra.L’agricoltrice(agricoltore)amerindiana,infatti, nonsparge i semisopra il terrenopreparatoprendendoli daun sacchetto edisperdendoli amanciate conmovimentocircolare delbraccio, di modoche i semicadano a pioggiae a caso, ma lipianta profonda-mente uno aduno nei buchipraticati nelterreno colbastone dascavo. Se questometodo dàraccolti pocoabbondanti, essopermette discegliere isingoli semi e di selezionare peribridazione di diverse specie le qualitàdi raccolto. Questo spiega anchel’incredibile varietà delle piante cultivaramerindie.La policoltura permette anche didiminuire il numero di parassiti edinsetti aggressivi per la singola colturain quanto la coltivazione mista richiamaspecie di insetti predatori per i parassiti.Analoga funzione avevano le piante “darecinto” come i girasoli che, nel NordAmerica delimitavano i campi.Per ricreare le sementi per i futuriraccolti di mais era necessarioimpollinare ogni singola piantainseminandone col polline la seta.Questo metodo era obbligato in quantola pianta di mais selezionata aveva laparte femminile, le future pannocchie,solidamente ricoperta da foglie dure perimpedire che venisse attaccata daparassiti o che i chicchi venisserostrappati dal vento. La paglia protegge-va la pannocchia, ma impediva ancheche venisse fecondata naturalmente,ovvero senza l’aiuto dell’essere umanoche doveva rimuovere l’involucro.La tipologia del mais, la sua coltivazio-

ne in un’agricoltura integrata di pianteed esseri umani influenzò la strutturacooperativa ed egualitaria delle societàindigene a differenza della tendenzaverso tipologie individualiste che èinsita in piante a monocoltura come ilfrumento.L’aratro era assolutamente sconosciutonell’America Precolombiana. Esso fuintrodotto dagli Europei, e anche inquesto modo fu adottato solo molto tardicome attrezzo di lavoro e spesso inmaniera forzosa. L’ipotesi che va per lamaggiore tra quelle che cercano dispiegare questo conservatorismotecnologico, indica nella mancanza dibestie da soma efficaci la causa prima.In effetti a parte il lama delle Ande (checomunque porta solo 40 Kg. di peso edè molto bisbetico) ed il cane, che perònon è adatto, l’essere umano era la solaforza lavoro disponibile. Tutte le tribùorticoltrici e/o agricole usavano per illavoro un bastone appuntito e dirittomolto simile al bastone da scavoutilizzato per estrarre radici e tuberiselvatici; difatti spesso veniva usato lostesso attrezzo. Nelle aree dove leprecipitazioni erano adeguate bastava

un buco di pochi centimetri, mentrenelle zone aride come il Sudovest degliodierni Stati Uniti o nel GranChichimeca (Sonora, Chihuahua,Sinaloa, ecc.) era necessario penetrarenel terreno per una quarantina dicentimetri per porre i chicchi a contattocon gli strati che conservavano un po’di umidità. I Pueblo e i Navajo, cheabitavano il Nuovo Messico e l’Arizo-na, mantenevano lo spuntone di unabiforcazione nel bastone da scavo inmodo da potervi puntare il piede perfare forza quando foravano il terreno.Le zappe erano usate universalmentenelle Praterie e nell’Est, molto meno nelSudovest e nella Mesoamerica. La“lama” era di legno oppure di scapola digrandi animali come il bisonte o ilwapiti. Vi sono testimonianze di zappein rame nella Mesoamerica. Altrove,nelle zone costiere, vi sono resti di lamefatte di conchiglia, pietra o lische dipesce. L’attrezzo era sfruttato soprattuttoper creare la montagnola attorno albuco di scavo.L’uso del fuoco per schiarire il terrenoda erbe, cespugli e alberi era una praticaben nota: pressi i popoli delle case diterra del Missouri, le donne distribuiva-no cespugli e arbusti strappati su tutta lasuperficie dell’appezzamento prima didare fuoco in modo che l’effettofertilizzante della cenere fosse distribui-to uniformemente. In alcune zonetropicali della Mesoamerica, il terrenoera così povero e le piogge così dilavantiche un terreno poteva essere usato soloper un raccolto o al massimo due invecedei soliti sette. Pressi i popoli dellePraterie orientali mentre la duratamassima di sfruttamento di unappezzamento era di dieci anni, ma gliIrochesi, che vivevano su suoli partico-larmente fertili ruotavano le coltivazionicirca due volte in una generazione.A causa dell’arretratezza degli attrezzile aree più ambite erano le macchie disuolo morbido tra i boschi e i banchi diterra alluvionale lungo le rive dei fiumi.Le praterie dello Iowa, oggi cuore della“corn belt” americana erano vergini inepoca precolombiana in quanto le lorodure zolle non potevano essere spezzatedal bastone da scavo; solo l’introduzio-ne dell’aratro pesante e delle macchineagricole Mc Cormick trasformò leGrandi Pianure nel granaio d’America.

Page 9: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

9

N°2

Etnobotanica

Flavia Busatta

Malgrado a tutt’oggi archeologi epolitici si accapiglino, è opinionediffusa e abbastanza provata che ilmais sia stato addomesticato nelMessico meridionale. L’archeologoMangelsdorf scoprì tutoli di unaprimitiva varietà di mais neidepositi secchi di caverne dellaValle di Tehuacàn (Puebla) cherisalivano al 5000 a. C. circa.Sicuramente attorno al 3500 a. C. ilmais primitivo veniva coltivatonella valle assieme ad amaranto,fagioli, zucche, chili, lagernarie eavocado. Circa 2000 Km. più a nordnella Bat Cave (New Mexico)furono scoperti dei resti di maisprimitivo datati attorno al 3600 a.C., dello stesso tipo di Tehuacàn.Questa pianta è un pop-corn conogni cariosside racchiusa in unpiccolo baccello individuale, per cuipuò essere anche chiamato “grano abaccello”. La qualità di questo pod-popcorn è più primitiva dei duesuccessivi tipi messicani ilChapalote e il Nal-Tel e può incro-ciarsi spontaneamente con ilteosinte, una pianta selvatica moltoaffine.Il mais infatti non è una piantaselvatica neppure nei suoi tipi più

primitivi, ma mostra di essere statacostruita dagli umani, piùspecificatamente dalle donnemesoamericane. Benchéstudiatissimo dalle biotecnologie,esso non ha ancora completamenterivelato i suoi segreti genetici e isuoi antenati selvatici. Si presume

che derivi dal teosinte, unagraminacea che cresce selvatica nelMessico meridionale e in AmericaCentrale e che è intermedia tra ilmais e il tripsacum che fiorisce inmolte regioni tropicali e è diffusodall’Indiana (USA) alla Colombia.La maggior parte delle specie di

Zea Mais: un capolavoro genetico

Origini e tipologia di una pianta sacra delleAmeriche.

Page 10: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

10

HAKOMAGAZINEmais oggi coltivate mostra affinitàsia col teosinte che con iltripsacum, tra l’altro va sottolineatoche il teosinte è in parte commesti-bile.La necessità di fecondare coninterventi esterni i “fiori” del maispermise alle antiche agricoltrici disperimentare ogni sorta di incrocitanto che oggi in Messico se nepossono classificare 25 varietà.Le “razze” messicane possonovenire suddivise in quattro gruppi:Ancient Indigenous, Pre-Columbian Exotic, PrehistoricMestizos e Modern Incipient.L’Ancient Indigenous raggruppaquelle specie primitive che deriva-no direttamente dal pod-popcornscoperto a Puebla e che in seguitodiffusero a nord, nel NuovoMessico. Anche i tipi primitividell’area sudamericana apparten-gono a questo gruppo.Si pensa che il Pre-ColumbianExotic sia stato creato in SudAmerica e da lì si sia diffuso inMessico in tempi preistorici; tutti itipi di questo gruppo hanno speciemessicane con le loro contropartisudamericane e tutti, eccetto ilmais dulce, furono utilizzati percreare ibridi più produttivi.Le varietà Prehistoric Mestizossembrano risultare dall’incrocio ditipi Ancient Indigenous con quelliPre-Columbian Exotic e conteosinte. Sono stati identificatitredici diverse specie, alcune dellequali sono in relazione con il dentcorn degli Stati Uniti orientali.Il gruppo Modern Incipient si èsicuramente sviluppato in epocapost Colombiana e molte specie nonsono ancora degli ibridi stabili.Come si è detto il tipo pod-popcornè quello più antico, in seguito, tra il200 e il 100 a. C. si sviluppònell’area tra il Messico occidentalee l’Arizona la varietà chiamataHohokam-Basket Maker, chederivava probabilmente dai tipimessicani di Pre-Columbian Exotic.Questa specie è ancora in usopresso Pima, Papago e Yuma. Tra il200 e il 1200 d. C. le popolazioniBasket Maker (Cestai) dell’Arizonasettentrionale modificarono questavarietà su influenza delle culture

I campi delle donne UroneLe donne poi nettano benbene la terra compresa tra glialberi e scavano a ogni pas-so un buco rotondo. In ognu-no di questi seminano danove a dieci chicchi di mais,dopo averlo scelto, passatocol crivello e fatto inumidirealcuni giorni in acqua. E con-tinuano così, fino a che nonne abbiano una provvista perdue o tre anni, sia per timo-re che non capiti qualchecattiva annata, sia anche perandarlo a vendere pressoaltre tribù in cambio di pel-licce o altre cose che occor-rono loro. Tutti gli anni semi-nano in questa maniera ilmais negli stessi buchi e ne-gli stessi punti, che smuovo-no con la loro piccola pala dilegno, fatta in forma di orec-chio, con un manico alla pun-ta. Il resto della terra non èlavorato affatto, anzi soltan-to ripulito dalle erbacce, tan-to che sembrano tutte stra-de, così grande è la cura neltenere pulito. Per questo fat-to, andando talvolta da un vil-laggio all’altro, mi smarrivo inmezzo a questi campi di gra-no, più che nelle praterie eforeste. (Gabriel Sagard, fra-te recolletto francese, LeGrand Voyage du Pays desHuron, 1623-24)

dell’altopiano messicano, mentreverso il XIII secolo negli Stati Unitiorientali apparve il flint corn, cosìsoprannominato per la durezza deisuoi chicchi e che probabilmenteera originario dell’area circumcaraibica, una regione che aveva

intensi scambi commerciali con letribù del Sudest.Nelle Praterie, quasi in epocastorica, probabilmente attraversoorigini sud occidentali si sviluppò ildent corn, così chiamato per il“dente” che presentano lecariossidi. Questa specie è inrelazione con le varietà dentmessicane che appartengono algruppo Prehistoric Mestizo. Anchequi si può notare l’influenza delleciviltà dell’Altopiano del Messicosulle popolazioni Basket Maker(Cestai) e Anasazi che generò tra lealtre modifiche un aumento della“dentellatura” del chicco. I modernitipi commerciali di mais coltivatinella corn belt degli USA derivanotutti da incroci tra le varietà indianeflint e dent.

Uroni e mais

“Spiga” di teosinte.

A p. 11: Altare hopi colle pannocchie deiquattro sacri colori del mais, blu, rosso,giallo e bianco.

Page 11: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

11

N°2

Sara-Mama,la Madre del Mais

V’era senza alcun dubbio unrapporto tra le spighe di maisin pietra, che figurano in cosìgran numero nelle collezio-ni archeologiche, ed il cultoreso alla Sara-mama o “Ma-dre del mais” che, come loSpirito del Grano in Europa,dopo il raccolto s’incarnavain un covone. In Perù, lo Spi-rito del mais era simboleg-giato da una spiga di maisdi grandissime dimensioni odoppia, che era preziosa-mente conservata in un gra-naio in miniatura fino al suc-cessivo raccolto. (A.Metraux, Les Incas, 1961)

La grande risorsa alimentaredel paese, e in realtà del con-tinente americano, era il maiso grano indiano, che cresce-va liberamente lungo le vallie su per i ripidi fianchi dellecordigliere fino all’alto livellodegli altipiani. Gli Aztechi era-no tanto curiosi nella sua pre-parazione e tanto istruiti neisuoi molteplici usi, quanto lapiù esperta massaia dellaNuova Inghilterra. I suoi steligiganteschi, in queste regio-ni equatoriali, danno materiazuccherina che non si trovanella stessa misura in latitu-dini nordiche, e forniva i nati-vi di uno zucchero di poco in-feriore a quello della stessacanna ... (William H. Prescott,Conquest of Mexico, 1866).

La grande risorsaIl Mais

da El Maìz Museo Nacional deCulturas Populares.

Le prime colture in Messicosi datano attorno agli 8000anni fa, tuttavia furono espe-rimenti che tardarono parec-chio a svilupparsi.Questo si-gnifica che i primi gruppi ve-ramente sedentari, cioèquelli che confidavano nel-l’agricoltura come mezzoprincipale di sostentamento,riscalgono ad almeno 6000anni fa. Il processo diaddomesticazione del maisfavorì la costituzione di areedi sedentarietà, lo sviluppo divarietà più produttive, la cre-scente urbanizzazione e laspecializzazione del lavoro.La possibilità di disporre disurplus alimentari condusseal fiorire delle città.

Page 12: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

12

HAKOMAGAZINE

di Sandra Busatta

All’epoca della Conquista i cronistispagnoli descrivevano i paesiconquistati con un occhio attentoalle possibilità economiche. Ciinformano così che in Messico e inGuatemala il campo era coltivato dacontadini aiutati dalla famiglia(moglie e figli) e che questi campierano distanti dai 3 ai 20 Km. dalleabitazioni. La tecnica di apertura dinuovi campi variava: il sempliceincendio della boscaglia nelle areeaperte e l’abbattimento degli alberise c’era la foresta. Quest’ultimaoperazione era eseguita incidendocircolarmente gli alberi con un’asciadi pietra per farli morire. In seguitogli alberi erano poi abbattuti e illegno utilizzato, mentre arbusti ecespugli erano bruciati e le cenerisparse. come fertilizzanti. I ceppipiù grossi erano lasciati sul terrenoa marcire. Il terreno era dissodato opreparato usando bastoni appuntiti.Gli uomini inca, aztechi e mayausavano un vomere costituito da unlungo palo appuntito a fuoco,talvolta la punta era di bronzo.Vicino alla punta vi era un vangilesu cui si spingeva col piede; più inalto una stampella col peso delcorpo aiutava a rovesciare la zolla.

Gli uomini lavoravano procedendoa ritroso e le donne li seguivanofronteggiandoli, spezzando le zollecon una zappa e seminando unnumero rituale di chicchi. Termina-ta la semina gli uomini non sioccupavano più dei campi. Ledonne e i bambini curavano lasarchiatura, scacciavano uccelli ealtri predatori, innaffiavano lepiantine oppure tenevano sgombrele canalette di irrigazione. Eranoaccampate in capanne provvisorievicino agli appezzamenti aspettan-do la mietitura. Quindi si occupava-no della conservazione e immagaz-zinamento del mais in appositisilos. Tutto questo lavoro e pratica-mente ignorato dai testimonispagnoli e dai cronisti di sangueindio. Fino ad oggi, l’agricolturamessicana e andina è consideratadagli studiosi agricoltura maschile!Gli aztechi avevano una resaproduttiva leggermente inferiore aquella dei maya della giungla e deimaya dello Yucatan. Tuttavial'agricoltore maya della giungla, acausa del terreno della forestapluviale tropicale, era costretto acambiare il suo campo ogni uno odue anni e a lasciarlo riposare percirca 10 anni, mentre una donnairochese o creek poteva far rotare la

coltura ogni 12-20 anni e diconseguenza spostare il villaggiomolto più tardi.Nell’impero inca uomini e donnelavoravano per prima cosa le terredell’Inca, cioè quelle demaniali, poiquelle del Sole, per le feste religiosedi Stato, infine le terre proprie equelle dei soldati e degli invalidi.Gli Inca avevano ereditato eperfezionato la tecnica deiterrazzamenti e dell’irrigazione cherendeva la loro agricoltura piùavanzata di quella azteca e maya.Solo le civiltà agricole preistorichee i pueblo storici del Sudovest degliUsa potevano competere in qualchemodo con gli andini, anche se nonavevano una struttura sociale stataleche obbligava al lavoro né concepi-vano la deportazione di interipopoli sottomessi per compiereopere per l’Inca.Il punto di congiunzione tra gliagricoltori centroamericani emessicani e quelli nordamericanisono i pueblo. Anche tra lorol’uomo è considerato il coltivatoreprincipale, anche se sostenutodall’aiuto della donna. Solo i popolisul Rio Grande, il Gila e il Saltpotevano permettersi di irrigare,anche se questa pratica col tempoprovocava gravi inconvenienti a

Chi coltiva il mais

Abituati alla tradizione biblica che vedeva ilmestiere del contadino come maschile, conqui-stadores, storici e antropologi per secoli hannomostrato una singolare cecità di fronte allapresenza femminile.

Storia del lavoro

Page 13: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

13

N°2

causa della salificazione delterreno. Le cronache più antiche cidicono solo che il lavoro eramaschile e mostra un’influenzamessicana, non così profonda peròda influenzare il diritto di proprietàdella terra, che resta saldamente inmano alle donne.Le tecniche agricole delle TerreBoscose Orientali e Praterie degliStati Uniti sono praticamenteidentiche a quelle descritte, ma lagrande differenza consiste nel fattoche in questi due ecosistemi chicoltiva per tutto il ciclo, anche conil bastone da scavo, strumentoconsiderato femminile per eccellen-za anche a livello religioso, e ladonna, che possiede, oltre alla casa,i campi e decide della destinazione

dei prodotti agricoli e della lorocommercializzazione. Il suo lavoronon era troppo gravoso: le donne siorganizzavano in squadre presiedu-te da una matrona scelta da tutte,che dirigeva i lavori fatti in modocollettivo e con una buona dose diallegria. Mary Jameson, presaprigioniera dagli irochesi nellaseconda meta del XVIII secolo,affermava che il lavoro non eramolto diverso da quello di unacontadina bianca, ma aveva ilvantaggio che non c’erano sorve-glianti a controllare i tempi. Inquest’area geografia la posizionesociale della donna come produttri-ce dell’alimento fondamentale èanche migliore che nel Sudovest,perché qui ella ha anche un poterepolitico esplicito, soprattutto tra le

Contadini inca al lavoro. Dal libro diPoma de Ayala.

tribù dell’Est. Questa situazionepuò aver avuto origine dallaposizione di preminenza femminilenella raccolta, che forniva anchel’80% del fabbisogno alimentare edalla gestione degli incendi dellaforesta. Gli incendi non solofavorivano l’aumento di cervidi ealtri animali per la caccia maschile,ma erano controllati dalle donneche favorivano la crescita di alberida ghiande e frutti, cespugli dabacche ed erbe e selezionavano lepiante da bruciare. Era una formadi raccolta preagricola che resenaturale inserire nelle attivitàfemminili il mais, probabilmentecreato dalle donne più a sud consistemi analoghi. Il Sudovest, conqualche pianura alluvionale e unterreno desertico e duro, richiedevala forza di un uomo per far sprofon-dare il bastone da scavo fino a 35-40 cm, cioè fino quasi a raggiunge-re lo strato calcareo impermeabile,il famigerato caliche. L’influenzamessicana aiutò la parzialemascolinizzazione dell’agricolturapueblo (che divenne totale con laconquista) anche se le città - statopueblo avevano poco in comune conle teocrazie militari maya e ancormeno con le strutture statali vere eproprie azteche e andine. NelleTerre Boscose Orientali, puresistendo teocrazie preistoriche estoriche nel Sudest simili a quellemaya, l’agricoltura resto semprefemminile e ciò valse ancor di piùper i “democratici” irochesi. Lamascolinizzazione arrivò solo con iriformatori religiosi indiani dellafine del 18° secolo, che favorironol’adozione sia dell’aratro pesantenordico europeo perfezionato e siadella struttura politica ed economi-ca franco-anglosassone. Questosignifico la distruzione del poterepolitico delle donne indiane.

Page 14: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

14

HAKOMAGAZINE

Sopra: donne che allontanano gli uccelli dai campi di mais, dipinto della prima metà dell’Ottocento.Sotto: Catlin, veduta a volo d’uccello di un villaggio mandan. I mandan erano tra i più importanti popoli orticoltoridell’Alto Missouri e il mais aveva presso di loro importanza fondamentale.A p. 15: Catlin, Danzatore “bisonte” durante la ceromonia O-kee-pa dei mandan.

Page 15: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

15

N°2

Storia dell’agricoltura

Il mais, come ciascuno sa ma quasitutti noi spesso dimentichiamo, èun dono della razza indiana.All’inizio del periodo coloniale inostri antenati lungo la costaAtlantica furono felici e persinograti di prendere il mais dell’india-no e di imparare da lui (in realtà daLEI, N.d.T.) i metodi di crescita ecoltivazione. Avendo imparato acoltivare il mais dagli indiani dellaCosta Atlantica, dalla NuovaInghilterra, alla Virginia e alleCaroline, il contadino americanopensava che non ci fosse più nienteda imparare. Il pioniere troppospesso non riuscì a capire che ogninuova regione colonizzata presenta-va nuove condizioni di suolo e diclima e che il miglior modo diimparare come superare questecondizioni era quello di studiare imetodi delle tribù locali, checoltivavano il mais in quellaparticolare regione da due otrecento anni e che durante questolungo periodo di tempo avevanoimparato per dura esperienza qualierano le varietà di mais e i metodiagricoli più adatti alle condizionilocali.I primi coloni bianchi nell’AltoMissouri non riuscirono a capirequesto fatto. Per lungo tempo i soli

Mais e coloni nell’Alto Missouri

Il conservatorismo contadino ritarda l’adozio-ne di varietà più vantaggiose.

Page 16: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

16

HAKOMAGAZINE

bianchi di questa regione furono imercanti di pellicce e i loro dipen-denti, i liberi cacciatori e gli agentiindiani degli Stati Uniti. Nessunodi loro si occupava di agricoltura. Icommercianti per la maggior partepensavano al mais solo come aqualcosa da comprare dagli indiani,mentre i loro impiegati, che spessoavevano mogli indiane, di solito siaccontentavano di lasciar coltivarealle mogli quel che bastava senzapensarci più che tanto.Qualche agente indiano cominciò afare esperimenti con il mais piutto-sto presto, ma per lo più la varietàcon cui tentarono era mais dell’est,mentre le varietà locali venivanoignorate senza investigare sulla loroutilità ... Comunque nelle porzionipiù aride e settentrionali delterritorio ben presto diventòevidente il fatto che le varietàorientali di mais non davanoraccolti sicuri, perciò qualcheagente cominciò a interessarsiseriamente ai più robusti tipi nativi.(Poco dopo il 1873) troviamo chel’Ufficio Indiano inviò sementi dimais ree (arikara) in prova inparecchie agenzie settentrionali...(che) si dimostrò molto soddisfa-cente. ... Nella Nuova Inghilterra,

anche se sono stati fatti esperimentiogni tanto con il mais dent, levarietà flint ottenute dagli indianidai primi coloni sono ancora lesementi principali. Il ben noto eampiamente diffuso King Philipcorn è una delle varietà sopravvis-sute dei flint della Nuova Inghilter-ra coloniale. Questa permanenzadelle varietà originali è vera ancheper una parte considerevole delloStato di New York. Più a sud levarietà dent furono ricevute dagliindiani ed essendo prolifiche nelsud e nelle regioni più temperate,divennero presto il tipo fondamen-tale degli stati meridionali ecentrali o stati della Cintura delMais (Corn Belt). [...]Ma come la frontiera muoveva super la valle del Missouri dentro ilSud Dakota, però, la marciatrionfale del dent cominciò arallentare. ... In questa regioneanche i mais flint e flour dei ree edei mandan hanno acquistato unacerta reputazione di estremarobustezza lungo il fiume(Missouri) e negli scritti del tempo.[...] Qualcuno dei nuovi colonicomprese il reale valore e laprobabile importanza del fortegrano indigeno e cominciò a

lavorare per migliorarlo; [...] c’èstato un continuo cambiamentonell’attuale pensiero agricolo deglistati nordoccidentali e la richiestadi flint nativi sta costantemente erapidamente aumentando. [...]All’inizio si supponeva che moltedi queste varietà fossero andateperdute e che a molte altre fossestato permesso di degenerare finoalla semplice condizione di squawcorn, ma con il progresso dellaricerca si seppe che un sorprenden-te numero di vecchie varietàesisteva ancora in tipi puri o quasi.Così sono stati ritrovate 9 delle 13varietà dell’antico mais mandan,quasi tutte pure. Tra i pawneefurono trovate nove varietà, pratica-mente tutte pure e circa lo stessonumero tra gli omaha, metà pure eil resto malamente ibrido. Nelcomplesso sono state trovate circacinquanta varietà di mais tra letribù che un tempo praticavanol’agricoltura nella valle delMissouri, ma nessuna èsioux.(George F. Will e George E.Hyde, Corn Among the Indians ofthe Upper Missouri. 1917).

Catlin, Danza del mais verde degli hidatsa.

Page 17: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

17

N°2Il mais dell’Alto Missouri

Dal mais Pawnee, scenden-do il fiume verso sud, otte-niamo una gradazione rego-lare, dove le dimensioni del-la pianta e delle pannocchiedecrescono e la lunghezzadella stagione richiesta perfar maturare il raccolto dimi-nuisce. ... Essi coltivavanosolo tre specie: i mais flour(farina), i flint (duro) e i sweet(dolce). ... E’ questa sua adat-tabilità alle condizioni del cli-ma e del suolo che racco-manda l’estrema robustezzadelle varietà indiane e il fattoche un fallimento del raccol-to era assolutamente raro...Un altro attributo di questomais indiano settentrionale èil fogliame pesante, che for-ma una collinetta che sem-bra quasi un cespuglio. Que-sta caratteristica è moltomarcata negli ibridi e distin-gue gli incroci migliorati checontengono un antenato in-diano settentrionale. (G. F.Will, G. E. Hyde)

La conservazione del mais

Gabriel Sagard, frate recolletto francese

Quando, dunque, il mais è stato così seminato, alla manie-ra come noi facciamo con le fave, da un chicco spunta so-lamente un gambo. E il gambo porta due o tre spighe, eciascuna spiga dà cento, duecento, talvolta quattrocentochicchi, e ce ne sono alcune che ne danno di più. Il gambocresce ad altezza d’uomo e più ed è assai grosso. Nè inCanada nè in Francia esso viene così bene o così alto, nèla spiga è così grossa o il grano così buono. Il mais maturain quattro mesi, e in certi posti tre. Dopo lo raccolgono e lolegano con le foglie rovesciate in alto, e lo dispongono agrossi grappoli, che appendono tutti aggiustati lungo lecapanne, dall’alto in basso. Li infilano in pertiche che siste-mano in forma di rastrelliera, che scende sino al bordodavanti all’impalcatura. Tutto questo è così conveniente-mente disposto, che sembra trattarsi di tappezzerie diste-se lungo le capanne. Quando il grano è ben secco e buonoa conservarsi, le donne e le ragazze lo sgranano, pulisco-no e mettono nelle grandi botti o tini (di corteccia di betulla,N.d.T.) destinati a questo, posti nei cortili o in qualche an-golo delle capanne. (Le Grand Voyage du Pays des Huron,1623-24).

Tablita hopi col motivo del mais. Letablitas erano portate come acconciatu-ra della donne nelle danze.

Page 18: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

18

HAKOMAGAZINE

di Sandra Busatta

Custer è morto per i vostri peccatiproclama il “manifesto” di Vine Deloriajr, già un cult alla sua apparizione nel1969. E tra l’altro vi si sostiene chel’uso di scotennare i nemici era statointrodotto dagli inglesi e a riprovaricorda un tardo proclama del 1755. MaDeloria aveva torto, perchè l’uso delloscalpo fu solo laicizzato dagli olandesinel 17° secolo, che introdussero lataglia. Molto più realisticamente ilcuratore Irochese della raccolta“Scotennamenti e torture. Pratiche diguerra tra gli indiani del Nordamerica”,pubblicato nel 1985 dalle Sei NazioniIrochesi di Oshwen, Ontario, affermache quei saggi sono validi esami storici,anche se riconosce che è improbabileche possano influenzare il punto di vistadi alcuni polemisti contemporanei.Mentre gli Irochesi non trovano nientedi male nello storicizzare una tradizionedel loro complesso religioso-militare, iPueblo continuano a conservare i ritidelle varie Società dello Scalpo e i viciniNavajo celebrano la Danza della Donnao Danza dello Scalpo ogni volta cheuno dei loro militari ritorna in riserva.La pratica dello scalpo venne diffusa a

Nordest attraverso la via del mais eprobabilmente i primi a utilizzarlo

come trofeo furono i Mohicani e ipopoli di lingua Delaware della valle

Religioni agrarie

La pannocchia e lo scalpo

Alcuni militanti indiani negano la paternitàdello scalpo, ma la sua origine si perde nellapreistoria precolombiana.

Karl Bodmer, La danza dello scalp tragli hidatsa (particolare).A p. 19: uno scalp.

Page 19: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

19

N°2del fiume Hudson nello Stato di NewYork. I popoli di lingua Irochese inrealtà preferivano le teste tagliate anchese talvolta scotennavano i capi mozzati,se era gravoso trasportarli. Loscotennamento era solo un dettagliodella tortura rituale e neppure importan-te. Secondo lo studioso Georg Friedericila patria di origine dello scalpo è quasicertamente il Sudest degli Usa; quicoabita con la caccia alle teste e il“ciuffo dello scalpo” è un’acconciaturaquasi universale. Altre aree di diffusionenelle Americhe sono il Sudovest degliUsa, le Guyane, il Chaco, il Paraguay el’Argentina settentrionale . Esso è partedi un complesso culturale legatoall’agricoltura ed è intuitiva l’associa-zione tra la pannocchia di mais e irituali dello scalpo. Alla festa delloscartocciamento delle pannocchie, peresempio, l’operazione dellascartocciamento della “seta” del mais,simile a capelli, e dalle brattee, chevenivano a formare una treccia,adoperata per legare le pannocchie inghirlande da seccare (un uso importatoancora in voga nelle campagneeuropee) ricorda lo scotennamento conlo speciale coltello appeso al petto delguerriero dell’Est Nel 17° sec. CyprienTanguay, descrivendo i popoli di linguaIrochese, affermava che “essi tagliano lapelle fino all’osso tutto intorno alla testacon un coltello”, cominciando dalmezzo della fronte, “poi dopo aver tiratoun po’ i capelli per sollevare l’orlo dellapelle, tirano la testa all’indietro controle ginocchia e pelano via lo scalpofacilmente come se fosse un guanto”.Joseph Lafiteau nel 1724 affermava cheerano gli uomini a scartocciare eintrecciare la brattee e che questa era lasola volta in cui svolgevano un lavoroagricolo, in una speciale festa che avevaluogo di notte, al chiaro di luna intornoal fuoco. Lo scartocciamento del mais sifaceva usando uno speciale strumentod’osso simile alla lesina o al punteruolo,lungo circa 10 cm, con una scanalaturacui era legato un cappio in cui infilare ildito medio; la punta dello scartocciatoresi teneva contro il pollice, con la manoleggermente aperta. “La pannocchia ètenuta ferma con la sinistra, il gambodella pannocchia in basso, la puntadello scartocciatore infilata dentro il“naso” e sotto le brattee, per mezzo diun movimento circolare laterale il

pollice sichiudevelocementesullo strumentoe strettamentecontro ilcartoccio e unostrattone delbraccio verso ilbasso e verso ilproprio corpostrappa via ilcartoccio”.Ovunque ledonne e gliscalpi sono instretta connes-sione e fin dal1540 sappiamoche nel Sudestle donneandavano inprocessione congli scalpi difronte ai granditempli apiramide efacevano loroofferte di cibo etabacco. Sottogli occhi degliscandalizzati francescani spagnoli (chefecero il possibile per estirpare lapratica, anche con la forza, ma falliro-no) le donne Pueblo accoglievano congrande gioia i guerrieri e, mostrando lenatiche e il sesso, si strofinavano gliscalpi sulla vagina e poi mimavanol’atto sessuale, per portar via il potereallo scalpo nemico e poter eseguire ladanza della vittoria. Una volta incorpo-rati gli scalpi nel villaggio attraversol’atto sessuale, le donne nutrivano quelliche erano diventati potenti feticci per lapioggia. “Stiamo per avere un po’ dipioggia, dicono ancora oggi i PuebloKeres, gli scalpi piangono”. Durante laDanza dello Scalpo gli Zuni si abbando-navano, come altri popoli, a unasfrenata licenza sessuale, che favoriva lafertilità dei campi, mentre i loro cantilegavano indissolubilmente il sesso e lapioggia. Anche i vicini agricoltoriPapago condividevano simili concetti,tanto che uno dei canti di vittoria, senzaaver mai nominato la battaglia,conclude: “Là ho tirato e afferrato elegato insieme / ogni genere dei suoi(nemico) bei semi, belle nubi, bei venti;

/ e poi emersero, fitti gambi, fitti ciuffidi mais / e l’immortale seme maturò”.In Nordamerica lo scalpo era legatoindissolubilmente alla mestruazione ealla donna, sia come proprietaria dellaterra che come coltivatrice. Comeosserva Lévi-Strauss questa è la lezionedei miti quando riuniscono dentro lostesso racconto l’origine degli scalpi equella delle mestruazioni o quandoattribuiscono alle prime mestruazioni laresponsabilità della prima testa trofeo eaggiunge che questo rapporto implicache gli indiani vedono un’equivalenzatra la guerra e il matrimonio.

Nota: Vine Deloria jr. è avvocato,militante politico e scrittore YanktonSioux, figlio di un importante ministrodella Chiesa Episcopale, la cui sorella,Ella Deloria, è un’importante antropo-loga.

Page 20: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

20

HAKOMAGAZINE

Testimonianze

Fare il contadino era per me la cosapiù dura. In marzo e aprile, neigiorni nei quali non andavo alpascolo, pulivo un campo dallestoppie e dai cespugli, infilavoalcuni pali e lavorai parecchi giornialla costruzione di strade perl’Agenzia, in cambio di filospinato. Avevo bisogno di unapalizzata, in modo di non sentirmiurlare dal tetto di una casa che ilburro (asino) di un tizio o di unaltro era nel mio campo di grantur-co. Nè avevo voglia di tagliarel’orecchio o la coda di unanimale per punirlo diessere sconfinato. ... Presiparte anche a quasi tutte ledanze Kachina e aiutai araccogliere spinaci selvati-ci per mostrare che avevo ilcuore puro. Sapevo che nonstavo danzando per il miopiacere personale ma perdare aiuto al raccolto.“Pensa alla pioggia, mentredanzi”, ammonivano ivecchi.Avevo piantato un pezzo dicampo a granturco dolce,di quello che cresce prima,in aprile. Fu necessarioscavare buchi profondidieci centimetri e coprire i

chicchi per cinque centimetri,lasciando uno spazio piccolo, vuoto,sopra i semi, che serviva come tascaper raccogliere i raggi del Sole.C’erano dei topi piccoli e bruni cheerano nuovi venuti nel deserto e ivecchi dicevano che li aveva portatiil diavolo cristiano. Io, attorno aogni pianta misi un po’ d’erba e deiramoscelli a riparo del vento eraccolsi vecchie scatole di latta, leaprii da entrambi i lati e le posisopra la seminagione. Le scatoleerano la cosa migliore, perchè

proteggevano le piante anche daitopi e dai vermi. Volevo che questomais fosse maturo per la danzaNiman, in luglio.Alla fine di aprile ci dissero che ilsole era salito al punto giustodell’orizzonte per piantare meloni,zucche e fagioli di quelli precoci.Durante maggio piantai melonimuschiati, altri cocomeri e fagiolilima. Il venti giugno piantammo ilmaggior numero di piante di mais,sperando che fosse già abbastanzatardi per non avere venti forti e,

Le fatiche del contadino indiano

Don C. Talayesva, Capo Sole degli Hopi, narra lalotta tremenda contro una natura ostile, ma piega-ta per millenni dall’ostinazione a sopravvivere.

Page 21: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

21

N°2peggio, le derive di sabbia. Moltiuomini mi aiutarono in cambio dellavoro che avevo fatto per loro.Piantavamo da dodici a quindicichicchi di granturco in buchiprofondi quindici-venti centimetri estaccati l’uno dall’altro circatrentacinque centimetri, usandobastoncini fatti di greasewoodperchè i vecchi contadini ci aveva-no avvertiti che i pezzi di ferrofacevano male alla terra. Piantam-mo il granturco bianco, blu e misto,in diversi settori del campo e colvento che soffiava in modo tale chedovevamo infilare pali per tenere latraccia delle file. Mi venne tantocaldo, tanta stanchezza e tanto maldi schiena, che piantai stando sulleginocchia. Quando le piante furonosu, ammucchiammo terra attornoad esse coi piedi, per renderla cosìdura da impedire ai vermi dientrarci. Era una buona praticaquella di fare delle corse accanto aicampi di granturco per incoraggiarele piante giovani a crescere rapida-mente. E, naturalmente, nessuncontadino doveva fare all’amorecon una donna in un campo digranturco, perchè questo avrebbeoffeso gli spiriti delle Vergini-del-Granturco che proteggono ilraccolto. Noi non ci tiravamo mainessuna cosa da una personaall’altra, perchè questo avrebbeattirato la grandine. Nè alcunapersona che avesse toccato uncadavere lavorava in un campo digranturco per quattro giorni. Molticontadini tenevano santuari neicampi ma io non lo feci. I vecchi simettevano al confine dei lorocampi, rimproveravano le nuvole eordinavano loro di portare lapioggia, ma io in queste operazioninon avevo molto successo. (SunChief. The Autobiography of aHopi Indian, 1942)

Nota: Don C Talayesva era il CapoSole degli Hopi, cioè quello chestabiliva la posizione del sole perdecidere le date delle feste religiosee delle tappe del ciclo economico.L’autobiografia fu scritta con lacollaborazione di L. W. Simmonsnel 1938-42. Questo brano ricordail periodo del primo novecento.

Sopra: Kachina Mana, ovvero kachina femminile hopi con un fascio di pannocchiedi mais; l’impersonatore era comunque un uomo.A p. 20: metate e mano, i due attrezzi per la macinazione del mais comuni in tutte leameriche.

Page 22: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

22

HAKOMAGAZINE

Cesti per raccogliere la farina, decorati con accuratezza di intreccio, con fibre di yucca e altre piante selvatiche, dimostranol’alto grado di creatività delle culture indiane. Tali forme creative ed utili erano diffuse presso tutti i popoli, nel caso qui inoggetto i vassoi sono hopi (sopra) e navajo (sotto).A p. 23: un esempio di arte plumaria (maschile) che riproduce la preziosa farfalla in un grande flabello azteco, che faceva partedei doni che Montezuma donò a Cortez, ora conservato al museo Voelkerkunde di Vienna.

Page 23: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

23

N°2

Contributo

Howard L. Meredith1

Le culture native americane incorpo-rano le farfalle nella loro mitologia efantasia tribali in riconoscimento delloro significato e bellezza. Il simboli-smo della farfalla resta un elementoaffascinante che lega tutta la creazio-ne al centro in vari modi. Certi miti esimboli sono circolati attraverso leAmeriche e si sono sparsi oralmente,in pittografie e dipinti, dentro i tessu-ti e i canestri. Ciascuno è l’immaginedi un complesso culturale ben defini-to.La farfalla rivela immagini del cen-tro in vari popoli indiani, espressodentro la società, anche dentro gli in-dividui, dentro ogni cultura. Come gliesseri umani scoprono l’immaginedella farfalla nelle complessità dellavita, diventano sempre più consape-voli del proprio posto nell’universo.In questo modo la farfalla è un mes-saggero divino per noi tutti. Mentreogni società del Nord e del Sudame-rica e del ponte del Bacino Golfo-caraibico esprime le immagini dellafarfalla, esse dirigono l’attenzioneverso la sopravvivenza di simboli edi temi mitici nel loro stesso essere inaggiunta a quella della farfalla.Alcune delle sue immagini più dram-matiche si trovano nell’arido Sudo-

vest. Le farfalle dei Pueblo Jemez sonosimili a quelle di Acoma, Zia, SantaAna, Santo Domingo e Cochiti. Ilsimbolismo dei colori è importante.Una farfalla gialla simboleggia il norde rappresenta le piante e il tempo at-mosferico proveniente da quella di-rezione. Per gli Jemez, come è stato

registrato da Josè Rey Toledo nel1993, quando una canzone menzionail nord in termini di farfalle alloraquella farfalla viene dal nord per aiu-tare i raccolti. Ciò che si canta di so-lito riguarda i fiori che crescono surampicanti come le zucche e i melo-ni. La farfalla blu simboleggia l’ovest

Mito e motivo: la farfalla attraversoil tempo e lo spazio.

Un insetto dallo straordinario potere mitopoieticoincarna la fragile bellezza del potere della vita.

Page 24: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

24

HAKOMAGAZINE

e le canzoni Jemez che riguardanofarfalle raccontano del corteggiamen-to degli Spiriti della Pioggia perchèvengano a giocare con le FanciulleSpirito. In questo modo le farfalle blugiocano un ruolo di collegamento neltempo atmosferico nutrendo le pian-te con pioggia e bruma. Le farfallerosse simboleggiano il sud e gli Spi-riti della Pioggia sotto forma di ful-mine, tuono e nuvole. Le canzonimenzionano le farfalle e le loro com-pagne, le Fanciulle degli Spiriti delleNubi, le Fanciulle del Grano e le Fan-ciulle dei Rampicanti. Gli Spiriti dellaPioggia che vengono da sud portanoumidità abbondante. Le farfalle bian-che sono collegate con l’est, che equi-libra le quattro direzioni cardinali.Anche queste giocano tra i fiori assi-stendo la crescita dei rampicanti evengono a nutrire le piante nei cam-pi.Tra i vicini Hopi la farfalla serve damessaggero di tempi felici. Quandole farfalle sono numerose, il paeseabbonda di fiori e altre piante postelà per il benessere del popolo. In molte

leggende la farfalla è presente per at-tirare qualche giovane lontano da unpericolo e consegnarlo ai suoi parentiper aiuto. La farfalla sapeva comemuoversi giusto fuori della portata delbraccio per condurre i bambini in unrifugio sicuro. Figure di farfalle alta-mente convenzionali, con corpi trian-golari, appaiono nell’antica cerami-ca Hopi. Di regola le loro ali sono este-se orizzontalmente, in un atteggia-mento di riposo e, con scarse ecce-zioni, tutte queste figure convenzio-nali hanno due linee curve di puntisulla testa per rappresentare le anten-ne. Tra gli Hopi e anche gli Zuni lafarfalla simboleggia la munificenzadell’estate.La cosiddetta Danza della Farfalla oBulitikibi si dice sia stata introdottadal clan Hopi della Farfalla e la suaparte più importante è quella pubbli-ca, eseguita all’aperto in piazza peressere vista da tutti. La Danza dellaFarfalla è strettamente associata aquella del Raccolto ed è anche stret-tamente connessa con certe tavolettedei Pueblo di lingua Tewa del Rio

Grande, tanto da essereindistinguibile.Tra i popoli di lingua Nahuatl (gliAztechi, i Mexica e gli Zapotechi) lefarfalle servono come sacri simboli dirinascita e trasportatrici delle animedei guerrieri morti, gli eternidanzatori del sole, quando ritornava-no sulla terra. Inga Clendinnen, unastudiosa della società classica Azteca,mise in dubbio che la farfalla fosseappropriata trasportatrice di animeguerriere finché non ne vide nubienormi in Messico, “mostrarsi splen-didamente, languidamente; gironzo-lando in compagnie ...”. Allora ellariconobbe la profondità di pensieronel comportamento e nella fede deiguerrieri messicani.I Papago del Sudovest americano rac-contano una storia meravigliosa sul-le prime farfalle. Ittoi, il fratello mag-giore, stava vagando per la terra altempo in cui viene la pioggia e videgiocare le piante e i bambini. Sentì lanecessità di qualcosa di speciale chelegasse le piante e i bambini per ren-dere armonica ogni cosa. Ittoi portòai bambini le farfalle e questi le la-sciarono libere: “Le loro ali erano lu-centi come la luce del sole e portava-no tutti i colori dei fiori e delle foglie,della farina di grano, del polline e deiverdi aghi di pino. Erano rosse e oroe nere e gialle, blu e verdi e bianche.Sembravano fiori, danzando nel ven-to”.Farfalle e Coyote figurano in quellache è chiamata mitologia dell’Ecces-so dei Navajo. Il primo dipinto su sab-bia del Canto del Coyote mostra lecase di diversi coyote - bianco alba,blu cielo, nero notte e giallo sera.Quattro farfalle stanno sul sentiero dipolline che conduce alla fonte d’ac-qua centrale e la funzione del canto èquella di chiamare la pioggia. Le far-falle appaiono anche in altri dipintisu sabbia, come nel primo dipintodella Via della Perla (Bead Way) conSpazzino (Scavenger), l’eroe, nelNido dell’Aquila. In questo canto lafarfalla bianca serve da messaggerosimbolico della tentazione e della stu-pidità.I racconti nordici degli Ojibwa deiGrandi Laghi comprendono la farfal-la. Secondo la loro idea della creazio-ne i primi gemelli umani nacquero da

La famosa ciotola in ceramica della cultura prieastorica hopi Sikyatki.A p. 25; Grembiule da danza hopi, nel ricamo il motivo a farfalla.

Page 25: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

25

N°2

, Ph.D., Cookson Institute, OklahomaCity.

Donna Spirito e tutti gli animali ama-rono questi primi neonati umani. Igemelli fecero tutto quello che pote-vano per aiutarli, crescevano e si go-devano la vita, ma non si muoveva-no. Alla fine Nanabush, il sacro co-niglio, cercò una risposta a questoproblema nelle montagne occidenta-li. Là trovò le farfalle:“Le belle creature svolazzavano quae là prima di venire a posarsi sullespalle di Nanabush. Presto egli fu cir-condato da nuvole di cangianti colorie queste furono le prime farfalle. Lefarfalle seguirono Nanabush dai ge-melli, che chiocciarono di piacere eondeggiarono le gambe e stesero lebraccia verso le belle creature. Ma lefarfalle svolazzarono giusto al di làdella presa delle manine distese e benpresto i gemelli cominciarono a stri-sciare a quattro zampe, poi a cammi-nare e persino a correre nel loro sfor-zo di prendere le farfalle.”Tra gli Inca o popoli di linguaQuechua delle Ande Centrali del Perùla farfalla serve come motivo fonda-mentale dei tessuti. Il disegno princi-

pale è quello che comprende una far-falla e un fiore giallo. L’elemento gra-fico che rappresenta il fiore gialloconsiste di due triangoli giustappostiin forma di losanga tagliata a metà.La farfalla è composta da due trian-goli uniti per le punte. L’ordito e latrama formano un tratteggio che sipuò vedere nei disegni della cerami-ca Tuza. Simbolicamente questo di-segno è strettamente collegato allanascita, alla crescita e alla fertilità.Il simbolismo della farfalla è uno stu-dio affascinante e le realizzazionimultiple ampiamente essenziali aidiversi “stili culturali” di vita. Lamorfologia della cultura e la filosofiadegli stili si occuperanno principal-mente delle forme particolari. Stiliz-zate con centri e confini, le immaginidelle farfalle sono tuttora comparabilisul piano della fantasia e del simboli-smo, anche se le culture non sonointercambiabili.E’ la presenza di queste immagini esimboli, come di altri, che tiene aper-te le culture. Cominciando con qual-siasi cultura, la Inca non meno della

Ojibway, le situazioni limitate degliesseri umani sono rivelate completa-mente. Ciò è dovuto in parte ai sim-boli che sostengono quelle culture. Lafarfalla è uno di quei cardini cultura-li in tutte le Americhe.Le immagini forniscono aperture inun mondo trans-storico. Il simbolismoaggiunge nuovo valore alla farfallasenza alcun pregiudizio verso il suovalore immediato. Il pensiero simbo-lico apre alla realtà immediata senzasottovalutarla. In tale prospettiva que-sto non è un universo chiuso. Nessunoggetto esiste di per sé in isolamento.Gli esseri umani diventano consci dise stessi in un mondo aperto che è ric-co di significato. La farfalla e i suoisignificati simbolici nelle Americhecostituiscono un’altra apertura sullarealtà vera del mondo.

Articolo gentilmente concesso da RedEarth, Inc., Kirkpatrick Center, Oklaho-ma City, OK, scritto per l’opuscolo illu-strativo della mostra BUTTERFLIES, 25maggio - 31 agosto 1994.

Page 26: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

26

HAKOMAGAZINE

Claudio Albertani

Circondato dalla sua guardiapersonale, incontro il sub coman-dante Marcos durante i lavori dellaConvenzione Democratica Nazio-nale. Si tratta di un uomo di staturamedia, sui 35-40 anni, bianco, digrandi capacità comunicative edabituato a trattare sia con la stampache con la gente indigena. Dietrol’ormai leggendario passamontagnae la pipa da intellettuale francese,si nasconde una mente agile ed unpensiero di notevole profondità.Marcos, in Messico l’eroe piùpopolare dall’epoca di Zapata, hafatto studi universitari, si trova asuo agio nel raffinato mondo dellacultura messicana e conosce afondo gli usi e costumi dei maya.Nel suo viso mascherato siriconoscono oggi le speranze dimilioni di messicani.

Perché il nome di Aguascalientes,perché una Convenzione ?Abbiamo voluto ricordare duepersonaggi rimossi dai libri ditesto: Pancho Villa ed EmilianoZapata. Commemoriamo lo sforzoche, in un momento difficile, lorofecero per giungere ad un accordocon la società civile. Per ciò

Intervista al sub comandanteMarcos

Aguascalientes, Chiapas, Messico, 9 agosto 1994.

Page 27: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

27

N°2abbiamo costruito un villaggio nelmezzo della giungla ed una torreche chiamiamo la torre dellasperanza. Esistono in Messico dueprogetti nazionali opposti, unocerca ad ogni costo il cambiamento,l’altro fa di tutto per rimandarlo.La Convenzione è un contributoalla ricerca di una via pacifica perdare una nuova fisionomia al nostropaese.

Siete contenti dei suoi risultati ?In primo luogo siamo contenti disopravvivere. Qui siamo circondatida 30 mila soldati dell’esercitomessicano che sarebbero felici diintervistarsi con noi. Poi conside-riamo una vittoria avere riunitotanta gente, averla fatta arrivare finqui e, soprattutto, avere raggiuntoun minimo di consenso. La Con-venzione non finisce oggi. Bisognaandare nelle fabbriche, nei quartie-ri, nelle comunità rurali, parlarecon la gente.

Cosa farà l’Esercito Zapatista diLiberazione Nazionale, EZLN se ilPRI vince le elezioni o se ci saràuna frode elettorale ?L’EZLN ha deciso di sottomettersialla volontà della Convenzione. Nelcaso malaugurato che il PRI vincale elezioni, noi tasteremo il polsodella nazione e faremo ciò che essadeciderà.

Accetterà il regime la vostraofferta di abbandonare la viaarmata ?Non abbiamo mai detto che conse-gneremo le armi. Abbiamo invecedetto che siamo disposti ad aprire lospazio per una transizione pacifica.Adesso il governo non può dire cherifiuta di ascoltare unpassamontagna o la voce di unfucile. Qui vi sono persone senzapassamontagna e senza fucile chehanno parlato con voce anche piùforte della nostra. Le deve ascoltare.

Avete prodotto un grande movimen-to popolare. La vostra funzione èimportante. Vi trasformerete inpartito politico ?Noi non crediamo di avere prodottoun movimento popolare, il movi-

mento popolarec’era già. Direiinvece cheabbiamo datovoce a coloro chenon l’avevano.Comunque noncerchiamo ilpotere, nè ciconvertiremo inpartito politico.Invece vogliamounire le nostreforze a quelle dialtri che voglionole stesse coseanche se noncon le armi inmano. La CND èun primo passoin questa direzio-ne. Lo ripeto:non abbiamo néla volontà, né lacapacità didirigere il paese.Questa capacitàcel’ha invece lagente qui riunita.

Cosa faràl’EZLN se glialtri gruppiarmati cheesistono nelpaese nonaccettano ledirettive dellaConvenzione ?L’EZLN farà uso del suo ascenden-te per spiegare loro ciò che èaccaduto qui in questi giorni. Glieserciti che si definiscono rivolu-zionari non possono insorgerecontro la volontà popolare. Ed ilpopolo messicano vuole la pace.Credo che esista in questi gruppiuna maturità sufficiente per capirlo.

L’esempio dell’EZLN si contagerà adaltri paesi dell’America Latina ?Non ci interessa risuscitare leguerriglie estinte. Ci interessarinnovare la lotta per la dignità. Legrandi frottole del nuovo ordineinternazionale, del neo liberalismoo del liberalismo sociale non sivendono più. Qui nelle montagnedel sud-est messicano si è aperta

una fessura. Altre fessure si stannoaprendo nel resto del continente. Lastoria non è finita: sta solo comin-ciando. E non marcia a favore deipotenti, bensì di tutti coloro chefinora non hanno avuto la possibili-tà di dire: abbiamo vinto.

Indio Lacandone vende archi e frecce ai turisti al parcheggiodegli autobus delle rovine archeologiche di Palenque,Chiapas.A p. 26: il subcomandante Marcos.

Page 28: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

28

HAKOMAGAZINE

Araceli Burguete Cal y Mayor1

La grande maggioranza dei combattentidell’Esercito Nazionale di LiberazioneZapatista (EZLN), oltre a un numerominore di meticci e di altri gruppi etniciè costituita da indiani maya tojolabal,tzeltal, tzotzil e chole. Lo loro richiestesono diverse, oscillanti tra quellesollevate dai movimenti di classerivoluzionari dell’America Centrale, lerichieste classiche dei contadinimessicani e quelle fatte dal movimentoindigeno. L’EZLN presenta, inoltre,nelle sue posizioni un’ampia gamma diobiettivi che sono in rapporto con imovimenti di lotta urbani, i partitipolitici e le aspirazioni democratichedella società messicana in generale.Si tratta di una ribellione indigena o diuna rivolta indigena con richiestecontadine? È l’inizio di una guerracivile messicana per la democrazianazionale o una lotta locale percambiare le strutture medievali delChiapas? È l’ultimo capitolo dellerivoluzioni marxiste dell’AmericaCentrale o è il primo capitolo dallemoderne rivoluzioni indigene“indianiste”.La storia recente del Chiapas puòaiutare a spiegare la natura apparente-mente contraddittoria di queste doman-de.

La ribellione zapatista è interna allaspecificità storica e geografica delChiapas. Lo stato si può dividere in

quattro distinte regioni: la primacomprende gli altipiani densamentepopolati e la zona di frontiera di nuovacolonizzazione; la regione centralepopolata solo da meticci fin dal XIXsecolo; la regione costiera colonizzata inquesto secolo da immigrati meticci, e laregione del Soconusco con i suoi vecchiinsediamenti coloniali. Queste areehanno scarsi rapporti traloro e sono sostenute dadifferenti attivitàeconomiche, a causadell’assenza, fino aglianni ’70, di strade e altrevie di comunicazione. IIconflitto si è sviluppatonell’area dell’altopiano edella frontiera; glialtipiani sono il territorioancestrale dei principaliattori della ribellione, imaya tzotzil, tzeltal,tojolabal e chole mentre,durante gli ultimitrent’anni, la regione diconfine, che comprendela foresta pluvialeLacandona, ha ricevutoondate migratorieindiane dall’altopiano eora costituisce la basesociale e regionaledell’esercito zapatista.

Chiapas e Guatemala:identità condivisa.

Il territorio originale maya era fram-mentato durante la formazione dellenazioni coloniali nei cinque statimessicani di Chiapas, Tabasco,Yucatan, Quintana Roo e Campeche,oltre al Guatemala e il Belize. Duranteil periodo coloniale il Chiapas apparte-neva al Capitanato Generale Guatemal-teco di Spagna; la sua struttura sociale,

Chiapas: identità maya e rivoltazapatista

Attualità

Un contributo dal punto di vista indiano.

Page 29: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

29

N°2economica, culturale e politica è statadefinita in quel periodo e ha persistitosenza cambiamenti rivoluzionari. IlChiapas fu annesso dalla Repubblicamessicana nel 1824 dopo un plebiscitoin cui solo i ladinos (cioè i meticcieuroindiani), essendo gli unici cittadiniche sapevano leggere e scrivere,votarono. Nonostante la sua annessioneal Messico il Chiapas continuava adessere integrato con il Guatemala;anche oggi la sua geografia, la lingua,persino il commercio ricadono entro ilimiti del Guatemala e comune è stataanche l’immigrazione di lavoratoriguatemaltechi in cerca di occupazione.Fino a tutti gli anni Settanta non c’eraalcuna strada che collegasse il Chiapasal Messico settentrionale, così lacapitale dello Stato, Tuxtla Gutierrez,venne costruita a 1000 Km. da Città delMessico.Un aspetto importante della societàchiapaneca degli altipiani è l’identità,simile a quella guatemalteca. Agliindiani fu assegnato un ruolo chiavenella costruzione dello Stato messicano,ma solo agli indiani morti mentre, alcontrario, agli indiani vivi ciò fu negato.In questo modo fu costruito un modellonazionale basato sulla nozione di unglorioso passato indiano e di unpresente omogeneo, cioè meticcio(sanguemisto). Completamente diversaè l’ideologia del Guatemala, dove chi èmeticcio si finge discendente dei creoli eparla di sé come di ladino e dellapropria comunità come “ gente diragione”. Ovviamente in opposizione aquelli che mancano di capacitàraziocinanti, gli indiani. Il Chiapas, incontrasto con il resto del Messico,riecheggia la nozione guatemalteca diidentità. I ladinos negano assolutamentela mescolanza razziale e hanno diviso lasocietà con steccati razziali, garantendoperciò la discriminazione e trasforman-do il disprezzo per gli indiani in azionequotidiana.

Non è la prima rivolta indigenaGli indiani hanno pagato un prezzoestremamente alto per mantenere la loroidentità. Le ribellioni indiane, benchéquasi sempre sconfitte, hanno rappre-sentato una costante della storia delChiapas, insieme allo sfruttamento el’oppressione che seguirono la conqui-sta. Nel 1532 i Maya insorsero contro

gli spagnoli e in seguito alla lorodisfatta molti si gettarono eroicamentegiù da un canyon noto come Cañon delSumidero. Nel 1712, in seguito a unaserie di rivolte locali tutti gli indianidella zona si ribellarono di nuovo, maquesta volta si radunarono con lamotivazione di un’apparizione dellaVergine Maria. Posero a Cancuc il loroquartiere generale e la capitale, rifiutan-do Ciudad Real (ora San Cristobal delas Casas) con le sue autorità civili ereligiose. Ma nel 1714 un potenteesercito dal Guatemala annientò i ribelliche si erano rifugiati a Ocosingo. Latremenda miseria che risultò da questadisfatta, seguita dalla perdita di terre eda varie carestie, portò a ulterioriribellioni nel 1864 e 1867 da parte deitzotzil che tentavano di riavere la lorosovranità: una rivendicazione che funuovamente repressa. Da allora i creolie i ladinos dello Stato hanno perfezio-nato il loro controllo sulla popolazioneindigena allo scopo di assicurarsimanodopera pressoché gratuita nelleloro piantagioni.

Uno Stato oltrepassato dallarivoluzioneI rapporti di lavoro sono determinatidall’oppressione etnica mantenuta daipolitici e dagli agrari ladinos. Durante ilprimo periodo di riforme liberali delMessico nel XIX secolo le famigliepossidenti capeggiarono lacontroriforma. Le nuove leggi diprivatizzazione e la colonizzazionedelle terre maya avevano causatoparecchio rivolte indigene. Il governofederale nel 1849 rispose con una leggeche metteva fuorilegge il lavoro forzatoe gratuito; questa legge poneva fine alcostume semifeudale del peonaggio perdebiti, in ragione del quale una famigliaindigena o contadina occupa unaporzione di terra in una finca (aziendaagricola) in cambio di lavoro nonpagato; una situazione che trasformavai peones in proprietà del padrone erendeva loro impossibile l’acquisizionedi terra propria. Questa legislazioneprovocò una sollevazione armataguidata dai proprietari terrieri, cheriuscirono a farla decadere due annidopo. Il peonaggio per debiti venneprogressivamente eliminato nel restodel Messico in seguito alla rivoluzionedel 1910, ma in Chiapas parecchie

centinaia di indigeni continuano, ancheoggi, a lavorare come peones indebitatinelle grandi piantagioni.La controriforma strangolò il Chiapasdel XIX secolo e i proprietari dello Statoinstaurarono in modo simile lacontroriforma del XX secolo. Nel 1910il Messico venne scosso violentementedalla prima rivoluzione sociale del XXsecolo, ma i suoi cambiamenti nonfurono avvertiti in Chiapas. Una delleprime azioni del governo rivoluzionariofu di dare inizio alle riforme agrarie cherispondevano alle aspettative deimilioni di contadini che avevanopartecipato alla rivoluzione. Il Presiden-te Venustiano Carranza inviò i suoifunzionari nei diversi Stati dellaRepubblica per dare attuazione a questariforma. Nel 1914 il Generale JesusAugustin Castro arrivò come governa-tore nel Chiapas e cominciò a distribui-re la terra e a cercare di proteggere idiritti dei lavoratori. Gli agrari imme-diatamente presero le armi dichiarando-si contrari a Venustiano Carranza; laloro ribellione coincise con le rivoltenelle regioni settentrionali e centrali delpaese guidate da Pancho Villa eEmiliano Zapata. Il paradosso dellastoria è che gli agrari del Chiapas sidichiararono Villisti e Zapatisti, alloscopo di allearsi con quegli eserciti.Cosi, i primi zapatisti del Chiapas eranocontrorivoluzionari.I controrivoluzionari minacciarono lasecessione dalla Federazione Messicanae il governo centrale fu costretto anegoziare. Fu in questo periodo che ilgoverno concesse che il Chiapas fossegovernato dai membri della FamigliaChiapaneca - come erano chiamati icreoli (spagnoli nati in colonia e i lorodiscendenti di razza bianca) locali – eanche che la terra di proprietà privatanon potesse essere espropriata. Daallora l’élite chapaneca ha sempreinvocato lo spettro della secessione e ladifesa dello sovranità statale per evitarel’intervento da parte del governofederale. Il costo è stato troppo alto. Leistituzioni della rivoluzione che esistonodovunque nel resto del Messico nonsono mai arrivate in Chiapas e cosìcontinua ad esistere l’ininterrottasomiglianza del Chiapas con ilGuatemala. In modo simile il PartitoRivoluzionario Istituzionale (P.R.I.), cheha governato il Messico fin dalla

Page 30: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

30

HAKOMAGAZINErivoluzione, si è installato in Chiapassolo di recente. Le sue organizzazionicontadine e operaie, che hanno cooptatoi movimenti sociali nel resto delMessico, sono giunte in Chiapas neldecennio 1970 e hanno ancora scarsapresenza.

La foresta Lacandona: culla dellaribellioneA causa della politica agraria reaziona-ria nel 1940 la maggior parte della terraarabile era concentrata in poche mani.Secondo i censimenti più di meta eraposseduta dal 2,6% della popolazione;630.532 ettari erano posseduti da solo 9agrari, mentre la dimensione mediadelle fattorie indiane e contadine nonarrivava ai due ettari. Contemporanea-mente una porzione significativa delloStato era occupata da “Terre Nazionali”,cioè aree forestali suscettibili dicolonizzazione. La crescita dellapopolazione e l’esaurimento dei territoriindigeni ancestrali, il sostegno governa-tivo alla colonizzazione della foresta, ladislocazione risultante dalla costruzionedi dighe idroelettriche, lo sfruttamentopetrolifero, la persecu-zione politica e religiosae il violento ventennio1960-80 portarono allacolonizzazione accele-rata della SelvaLacandona. Lapopolazione crebbe da5000 a 300.000 abitantiin quegli anni emigliaia di famiglieindiane degli altipiani,che avevano bisogno diun pezzo di terra dalavorare, si rifugiarononella foresta, inparticolare nella regionedi Las Canadas. Questaregione, però, ècaratterizzata da pendiiripidi e suoli estrema-mente poveri checoprono un letto diroccia calcarea. Questisuoli trattengono pocol’acqua rendendol’agricoltura moltodifficile, così l’asprezzafisica della regione haulteriormente acutizzatoil malcontento sociale. I

coloni indigeni si sono adattati alla vitanella foresta solo dopo profondicambiamenti culturali, politici eideologici: hanno lasciato indietro igenitori e i nonni e rimodellato la loroidentità intorno al desiderio centrale diottenere la terra. Per sopravvivere allenuove e difficili condizioni e allacontinua violenza degli agrari, i colonihanno formato organizzazioni politicheed economiche che hanno rafforzato laloro nascente identità contadina, che siè sostituita alla loro identità comunitaria(indiana). I nuovi coloni della forestapluviale e i loro giovani discendentisono i protagonisti del conflitto inChiapas. I quattro municipi presi daglizapatisti, San Cristobal, Las Margaritas,Ocosingo e Altamirano, erano tuttipunti di partenza dalla giungla, inparticolare da Las Canadas.

I detonatori della rivoltaLe strutture economiche del Chiapassono arcaiche: piantagioni per l’esporta-zione del caffè, cardamomo, allevamen-to estensivo e legname – senza valoreaggiunto da processi industriali.

Secondo le statistiche ufficiali ilChiapas godo della poco invidiabileposizione dello Stato più povero delMessico.Novantaquattro dei suoi centoundicimunicipi sono considerati estremamen-te marginali. Il paradosso è che ilChiapas è anche uno Stato ricco.Durante gli ultimi dieci anni hamantenuto rispettivamente il terzo e ilquarto posto nella produzione di gas edi petrolio, tuttavia la maggioranzadelle comunità è priva di correnteelettrica e di qualunque altro beneficioscaturisca dalle loro risorse naturali.Il Chiapas è al secondo posto perpopolazione indigena, il 28%, di tuttigli Stati messicani, di cui i tre quartivivono dispersi in insediamenti rurali.Possiede anche i più alti tassi dimortalità infantile e di analfabetismo, lapiù alta percentuale di cittadini con unreddito inferiore a due salari minimi(circa $250) e un’enorme quantità dipetizioni per avere terra. Poco menodella metà delle famiglie dello Statovive in case con pavimento di terra, unastatistica collegata ai tassi di malattie

Page 31: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

31

N°2infantili. Uno studio preparato dall’Isti-tuto per gli Studi Europei -Latino-americani riferiva: “Il Chiapas ha il piùbasso livello di elettricità del paese(66,7%). Solo il 58% delle casepossiedono acqua corrente quando lamedia nazionale è del 79% La popola-zione rappresenta solo il 14% dellanazione, ma ha il 25% di tutte ledispute tra contadini e proprietari delpaese, dispute che sono spesso violen-te”. Su una popolazione di quasi 2milioni circa 1.130.000 sono “economi-camente attivi” cioè il 55,4% dellapopolazione non percepisce alcunreddito.Mentre il Chiapas occupa il primo postonel paese per socialità marginale, questaè accentuata ulteriormente nelle regionidel conflitto. L’analfabetismo per quellisopra i 15 anni in Chiapas si avvicina al30% e nei comuni indigeni è quasi ildoppio. Ad Altamirano il 51% dellapopolazione sopra i 15 anni è analfabe-ta, a Las Margaritas il 48%, a Ocosingoil 47%’, mentre a San Cristobal è il24% e a Comitan il 23%. Gli indianiche vivono in questa regione sono i piùmarginali dei marginali.

Proprietà della terra e Articolo 27La virtuale mancanza di una riformaagraria nel Chiapas, come abbiamodetto, è direttamente in relazione con iproblemi politici e socioeconomici chesono alla radice della prima esplosionedi gennaio. La vecchia distribuzionedelle terre fu realizzata principalmentesu Terra Nazionali ed era il risultatodelle lotte degli indiani e dei contadinisenza terra. Piuttosto che accettare lepetizioni per la concessione di “ejidos”(cooperative agricole di statuto partico-lare) o per la restituzione delle terrecomunitarie il governo ha risposto allerichieste di terra promuovendo lacolonizzazione di terre quasi vergini.Non c’è consenso sulla quantità attualedi terra statale. Alcune indagini hannoconcluso che le terre sono state total-mente distribuite e non ci sono piùgrandi proprietà terriere, mentre altrisostengono il contrario. Secondo ileader dell’opposizione, il Partito dellaRivoluzione Democratica (P.R.D.),l’ultimo censimento ha dimostrato cheil 2,8% delle proprietà terriere dellostato possiedono più di 1000 ettariciascuna, mentre il 40, 75% possiede

meno di 10 ettari ciascuna. Secondoquesta fonte cinque grandi proprietàconcentrano 36.000 ettari. Il 30% dellepetizioni per la terra del Messico sonoconcentrate in Chiapas, per un totaleapprossimativo di 134 . 000 postulanti .Questi ultimi hanno visto sparire le lorosperanze di ricevere terra con la riformadell’articolo 27 della Costituzione delgennaio 1992. Oltre alla terra sonoconcentrate anche le risorse produttive.L’ineguaglianza fa capo non solo allaconcentrazione della proprietà, maanche al sistema discriminatorio cheacuisce l’esclusione e l’oppressionedegli indiani e riproduce lo sfrutta-mento.

Gli Anni Settanta: l’esplosionedelle organizzazioni contadineLa lotta per la terra in Chiapas è semprestata un processo radicale soggetto allaviolenza degli agrari. La politica diriforma agraria del governo enfatizzòl’ejido come forma di proprietà dellaterra (individuale e suddivisa) a scapitodella tradizionale proprietà comunitaria.Ai postulanti indigeni non era lasciataaltra scelta che optare per la forma diproprietà ejidale. In questo modo ipopoli indigeni che partecipavano allalotta per la terra assumevano unacoscienza contadina attraverso la qualeessi richiedevano terra da lavorareinvece che territori autonomi, rubatidurante l’invasione europea. Questacoscienza di classe contadina ha resoomogenea la lotta dei popoli indigenidel Chiapas. La figura di EmilianoZapata è stata invocata continuamentein appoggio delle lotte agrarie, mentrele lotte indigene per il recupero delgoverno indiano erano dimenticateinsieme alla storia orale delle comunitàindiane tradizionali.Un punto di riferimento organizzativoNell’ottobre del 1974 il primo Congres-so Indigeno venne ospitato dal vescovoSamuel Ruiz. Questo evento segnòl’inizio della mobilitazione indiana econtadina della regione. Durante ilcongresso gli indiani rifletterono suiloro problemi comuni e cominciarono aorganizzarsi. Questo processo fuaccelerato dall’arrivo in quegli anni diparecchie organizzazioni politiche didiversa estrazione ideologica. Una delleprime ad arrivare fu la Centrale degliOperai Agricoli e Contadini Indipen-

denti (CIOAC), un’organizzazionenazionale contadina affiliata al partitocomunista e ispirata al programma diEmiliano Zapata. I suoi membri sistabilirono nelle comunità indigene elavorarono per la riforma agraria e perl’organizzazione dei braccianti aggrega-ti attraverso il sistema del peonaggioalle aziende agricole. Un secondomovimento importante nelle lotteagrarie del paese fin dal 1979 è stato ilCoordinamento Nazionale Plan deAyala (CNPA). Il suo programmaprofondamente contadino e antisettarioderivava anch’esso dal programma diEmiliano Zapata. La sua espressionepiù importante in Chiapas è statal’Organizzazione Contadina EmilianoZapata (OCEZ). Entrambe le suddetteorganizzazioni soffrirono la brutalerepressione delle squadre della delleforze di sicurezza locali negli anni 1970e 1980. Durante questi stessi annigiovani attivisti, per lo più studenti dieconomia aderenti alla filosofia maoistagiunsero dalle regioni settentrionali delpaese e diventarono noti come iNortenos. Avevano sia risorse cheentusiasmo, impararono le lingueindigene e si organizzarono. Contraria-mente al CIOAC e all’OCEZ, questogruppo non poneva l’accento sulle lotteagrarie, ma piuttosto sulla formazionedi unioni di ejidos (cooperative) perdare impulso alle attività produttive.Attualmente molti di questi ex attivistihanno importanti mansioni nel governodi Salinas de Gortari (e presumibilmen-te del nuovo Presidente Zelillo, N.d.T.).Un numero notevole di membri diqueste organizzazioni si sono probabil-mente arruolati nelle file dell’EZLN.

Organizzazioni “contadiniste” e“indianiste”

La formazione di organizzazioniindigene che assumono una bandieraumanitaria è un’attività recente che nonsi è ancora stabilita in modo significati-vo nella coscienza dei popoli indigeni.La tradizione contadina e zapatistafinora ha reso minoritari gli sforziindianisti. Tra le organizzazioniindigene formatesi nei tempi recenti cisono l’Organizzazione dei MediciIndigeni e il Coordinamento delleOrganizzazioni Maya che Lottano perla Liberazione (COLPUMALI),

Page 32: HAKOMAGAZINE 2 - femminismoruggente.it · appropriato per gli Irochesi poiché per loro, come per molte altre tribù, il mais era il principale ali-mento. Era così importante per

32

HAKOMAGAZINEmembri del Fronte deiPopoli Indiani Indipen-denti (FIPI). La maggio-ranza di queste organiz-zazioni sono stateformate da attivistiindiani che avevano fattoesperienza di lottecontadine, ma che in unrecente processo direindianizzazione(vecchio di non più di 7anni) hanno cominciato abasare le loro richieste ela loro organizzazionesulla loro identitàindiana. Queste richiestehanno ancora scarso pesoin Chiapas, per primacosa perché il movimentoè giovane, ma ancheperché non ha avutol’appoggio economicointernazionale che hannoavuto gli altri movimenti.Anche alcuni membri diqueste organizzazioni sisono uniti all’esercitozapatista. È importantenotare anche che, anchese l’EZLN è stato nutritodai movimenti citati, la grande maggio-ranza degli attivisti e delle organizza-zioni dello Stato decisero di nonpartecipare attivamente alla rivoltaarmata. Nonostante ciò, essi hannoosservato in parecchie occasioni checondividono la stessa lotta. Dopo larivolta queste organizzazioni si sonounite nel Consiglio Statale Indigeno eContadino del Chiapas (CEOIC) neltentativo di formare un fronte comuneper difendere gli interessi delle organiz-zazioni indigene e contadine contestodei negoziati che si erano aperti tra ilgoverno e l’EZLN. Ci sono parecchiedifferenze importanti tra i programmidelle organizzazioni orientamentocontadino e quelli delle organizzazioniindianiste. Le organizzazioni diorientamento “contadinista” richiedono:1) distribuzione della terra e modificadell’articolo 27 per continuare con lariforma agraria; 2) credito appropriato epoco costoso per la produzione agricola;3) strade, sanità, istruzione, abitazioni ealtri servizi; 4) sostegno nel processoproduttivo, installazione diagroindustria e 5) garanzie di diritti

umani individuali.Il programma delle organizzazioniindianiste, le cui proposte sonocapeggiate dal FIPI comprende in parte:1) modificazione del rapporto tra Stato epopoli indigeni il che implica ilriconoscimento costituzionale del lorodiritto all’autodeterminazione; 2)riconoscimento dei diritti territoriali deipopoli indigeni del paese e del Chiapase istituzione di regioni indigeneplurietniche, dove le diverse identitàindiane e meticce possano vivere ineguali condizioni; 3) modifica delleleggi nazionali per garantire la parteci-pazione della rappresentanza indigenanei rami legislativo, esecutivo egiudiziario del governo a livello siastatale che federale. Le differenze tra ilmovimento indigeno “contadinista” e ilmovimento indigeno “indianista” sonochiare. Le richieste zapatiste scaturisco-no da entrambe queste tradizioni cheseguono la linea “contadinista” ma, allostesso tempo, identificano nelle richieste“indianiste” delle possibilità di porrefine all’oppressione coloniale. Questarecentissima sollevazione in Chiapas ha

fornito una boccata d’aria nuova almovimento indigeno del Messico. Unnuovo sentimento ha sommerso imilioni di indiani messicani che hannorafforzato la loro lotta attraverso unprocesso di unità. Tuttavia la cosa piùimportante è la speranza che ha portatoal movimento indigeno mondiale. Lasimpatia che l’EZLN ha provocato nelmondo dimostra che le lotte indigenehanno la ragione e la giustizia dalla loroparte.Un resoconto presentato al parlamentoeuropeo sulla questoione del Chiapasdall’Istituto per i Rapporti Europei-Latinoamericani ha posto in rilievo che“Il conflitto mostra che la crescenteaggressività delle comunità indigene inAmerica Latina porterà a conflittiarmati, se la crescente coscienza degliindiani come soggetto di diritti non èseguita dall’aumento della capacità deigoverni di soddisfare le loro necessità”.

Sopra e a p. 30: Miliziani dell EZLN.