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MARIO ALBERTO CATAROZZO Guida pratica al sito Internet dello Studio professionale Cosa scegliere, a chi rivolgersi, come gestirlo Con Glossario dei termini da conoscere

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M A R I O A L B E R T O C A T A R O Z Z O

Guida pratica al sito Internet dello Studio professionale

Cosa scegliere, a chi rivolgersi, come gestirlo

Con Glossario dei termini da conoscere

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Guida pratica al sito Internet dello Studio professionale

© Mario Alberto Catarozzo - Novembre 2013

Ebook gratuito

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza espressa autorizzazione dell’Autore.

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Tutto ciò che conosciamo vive nella nostra mente e da quel momento quella realtà introiettata diviene

“digitale”, si chiama esperienza.

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L’AutoreMario Alberto Catarozzo, laureato in Giurisprudenza, ha una lunga esperienza

come trainer, coach e consulente sui temi della comunicazione, negoziazione, leadership, pu-blic speaking, crescita personale e professionale.

Ha maturato le proprie basi professionali in ol-tre quindici anni di attività come product e proj-ect manager presso primarie strutture del mon-do editoriale, della comunicazione e dei new media dedicate al settore professionale.

Collabora con Enti, Associazioni e Ordini pro-fessionali per la formazione dei liberi professio-

nisti sui soft skills e sulle competenze manageriali. Come Coach affianca studi pro-fessionali, liberi professionisti e manager impegnati in processi di sviluppo e cam-biamento sia come singoli che in team. Svolge attività di trainer in corsi tenuti in aula e presso Studi professionali e aziende (per saperne di più: www.mariocatarozzo.it).

È Coach professionista, formatosi presso la NLP Italy Coaching School, dove ha conseguito due specializzazioni, “Team Coach Professionista” e “Life Coach Professionista”, ed ha conseguito la qualifica di “Licensed NLP Coach™” certifica-ta dalla Society of NLP di Richard Bandler. Presso la NLP Italy Coaching School ha conseguito due livelli di specializzazione in PNL (Programmazione Neuro Lin-guistica) - Practitioner e Master Practitioner - certificati dalla Society of NLP di Richard Bandler. È coach associato ad AICP (Associazione Italiana Coach Profes-sionisti).

Seguimi su Twitter: @MarAlbCat

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IntroduzioneOgni anno ho modo di incontrare migliaia di professionisti in aula, convegni, confe-

renze, per coaching e consulenza. Un tema in crescita esponenziale come interesse è si-curamente quello legato alla comunicazione sul web a fini professionali. In particolare, ciò che interessa il professionista è come poter sfruttare al meglio le opportunità che of-fre il Web per fare business. Alcuni professionisti mostrano una passione per l’argomen-to, mentre altri dichiarano sin da subito di essere fermi ai Flinstones, il famoso cartone animato “Gli Antenati” prodotto da Hanna-Barbera negli Anni ’60 e ’70, ma che anco-ra oggi affascina grandi e piccoli. Un modo come un altro per dire che sono “antichi”, fermi all’epoca della pietra. Insomma, che con il Web non hanno nulla da spartire. La tecnologia è dunque per molti una magnifica opportunità, mentre per altri un mondo sconosciuto, che incute se non timore, quantomeno stress perché non si conosce.

Due miei corsi sono specificamente dedicati a guidare passo passo in questo mondo chi ancora non lo conosce, per poterlo sfruttare invece di resistervi strenuamente: La comunicazione dello Studio professionale sul web e Professional branding e business de-velopment per lo Studio professionale nell’epoca del Web.

Perché oggi è necessario per lo Studio professionale dotarsi di un sito Internet ben fatto? Come scegliere il sito migliore in funzione delle proprie esigenze? A chi rivolger-si? Come renderlo visibile in modo da intercettare la domanda di servizi professionali e sviluppare il proprio business? Che cos’è il SEO? I social network possono essere utili per la promozione della propria attività professionale? Passo dopo passo vedremo insie-me in questo ebook gratuito di capire meglio come muoversi in questo mondo per fare scelte mirate e opportune.

I contenuti del presente ebook sono in parte tratti dai miei corsi di formazione sul-l’argomento e in parte sono post pubblicati sul mio Blog.

Bene, cominciamo!

Mario Alberto Catarozzo

Formatore e Coach

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C A P I T O L O 1

Il sito dello Studio professionale: quali contenuti, cosa comunicare, a chi

affidarsi

dal Blog: 15.08.2013

Partiamo oggi con un vademecum a puntate su come impostare e gestire il proprio sito Internet dello Studio professionale in modo efficace ed elegante, così che sia adatto per rappresentare al meglio l’attività dell’avvocato, del commercialista, del consulente del lavoro, del notaio.

Prima di cominciare a sviluppare i testi, scegliere tem-plate, fotografie, ecc. è necessario fare chiarezza su chi sia-mo, cosa vogliamo comunicare, a chi ci rivolgiamo ecc.

Vediamo quindi le fasi di preparazione del sito Inter-net di Studio.

CONSAPEVOLEZZA

È questa la fase più importante e anche più delicata. Per molti è una fase difficile, perché non sono abituati a porsi troppe domande, bensì a trovare subito soluzioni. In questa fase è utile lavorare in analogico: la buon carta e penna andranno benissimo. L’ideale è utilizzare dei post-it, proprio perché costringono ad essere sintetici e posso-no essere ordinati come meglio crediamo. Lo strumento principe in questo momento sono le DOMANDE. Chie-

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Partiamo: consapevolezza

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detevi e date inizialmente risposte molto sintetiche a que-ste domande:

Cosa apprezzano maggiormente di me i miei clienti?

Cosa mi distingue oggi dai miei competitors/colleghi?

Se fossi un cliente per quali ragioni mi rivolgerei al mio Studio?

Se potessi comunicare solo 3 ragioni per convincere i miei poten-ziali clienti a venire da me, quali sceglierei?

Del mio curriculum vitae, cosa potrebbe realmente interessare al mio cliente?

I miei clienti-tipo che cosa cercano maggiormente nella mia con-sulenza professionale?

Quali di questi elementi rappresentano punti di forza rispetto ad altri competitors/colleghi: storia dello Studio, organizzazione, tipo di consulenza, tipo di collaboratori, numero delle sedi, altro.

A quale tipo di clientela mi rivolgo in particolare?

Quale emozione vorrei trasmettere con il mio sito al visitatore?

Quale stile mi contraddistingue e vorrei trasmettere con il mio si-to di Studio: sobrietà, vivacità, eleganza, efficienza, professionalità, passione, energia ecc.?

Una volta risposto a queste domande per iscritto, lasciamole un po’ lì a maturare, le riprenderemo in un se-condo momento per completare le risposte con i testi che comporranno le pagine del sito. Intanto, dedichiamoci ad acquisire qualche informazione in più su come struttura-re un sito e a chi rivolgersi. Affidarsi ad esperti è indispen-sabile se si vuole ottenere un buon risultato; tuttavia affi-darsi senza sapere assolutamente nulla del mondo web e in particolare di quanto gira intorno ad un sito Internet

Qualche domanda

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non è consigliabile per almeno due ragioni: la prima, è che per poter dare indicazioni, direttive a chi vi dovrà co-struire e poi gestire il sito è indispensabile che conosciate almeno la terminologia di base e di alcuni principi fonda-mentali di questo mondo; in secondo luogo, poiché il sito è qualcosa che “vive” all’interno del mondo web, è neces-sario prendersene cura, alimentarlo, gestirlo. Se anche do-veste delegare a terzi questa attività, sarà comunque indi-spensabile dare indicazione e verificare costantemente il lavoro svolto e i risultati ottenuti per poter fare scelte stra-tegiche di manutenzione, cambiamenti, implementazioni.

Ricordatevi sempre che i tecnici, coloro a cui affidere-te lo sviluppo del vostro sito, non fanno parte del vostro mondo professionale, per cui dovrete guidarli voi nel vo-stro mondo: dovrete sapere voi su quali contenuti della vo-stra attività puntare, quali sono i punti di forza e quali i punti di debolezza che avete.

Nella prossima puntata svilupperemo la CONO-SCENZA

Vedremo quali sono i termini e le regole fondamentali che necessariamente bisogna conoscere del mondo web per poter guidare bene chi vi svilupperà il sito, altrimenti il rischio è che non verranno in mente soluzioni e oppor-tunità perché non si hanno le conoscenze minime per po-tersi muovere nel mondo di Internet.

Fissiamo noi gli obiettivi

che i tecnici realizzeranno

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C A P I T O L O 2

Sito dello Studio professionale: a chi

affidarsi per un buon risultato

dal Blog: 16.08.2013

Dopo aver fatto chiarezza sugli obiettivi che si intendo-no raggiungere con il sito Interne di Studio, è il momento di conoscere l’abc necessario per poter guidare l’azione d e i c o n s u l e n t i a c u i c i r i v o l g e r e m o p e r realizzarlo. Innanzitutto vediamo quali sono le figure che possono fare al nostro caso per ottenere risultati eccellenti ed essere soddisfatti.  Prima, però, è necessaria una pre-messa.

ATTENZIONE ALLE FALSE CONVINZIONI

Spesso noi ci formiamo delle idee fuorvianti perché i presupposti da cui partiamo non sono corretti. In questo caso, alcuni partono dall’idea che il sito Internet per uno Studio professionale serva a poco, in quanto oggi in Italia il cliente non cercherebbe mai attraverso il web il profes-sionista a cui affidarsi (abbiamo più volte affrontato il te-ma e confutato questa convinzione). La conseguenza è che si dedicano poco tempo, risorse e attenzione a questo strumento, perché considerato superfluo. Molti ragionano così: “lo faccio (il sito) perché non si può non avere, ma

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Convinzioni: come

superarle

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non ci credo”. Quindi dedicano ad esso il minimo indi-spensabile. Si affidano a template un po’ approssimativi, che vanno bene per il fiorista come per il ristorante, scri-vono testi copia-incolla di vecchi curricula tenuti nel cas-setto, non lo aggiornano, tanto non è cambiato nulla. E fin qui, vabbeh, scelte. La parte divertente è che poi un giorno si svegliano e pretendono di vedere dei risultati dal loro sito Internet: niente, nessuno li ha mai chiamati, nessuno ha mai letto nulla. Vuoto pneumatico. E allora (profezia auto-avverantesi) dicono: “vedi? Lo avevo detto io che non serve a nulla il sito Internet! Vedi? Lo sapevo che era tutto tempo e soldi sprecati”.

Certo che avevano ragione! Perché impostata così non p o t e v a a n d a r e d i v e r s a m e n t e ! Poniamoci allora una domanda nuova: il nulla (in termini di risultati) è la conseguenza del fatto che il sito non serve a nulla per un professionista, oppure che è stato fatto in casa, un po’ alla buona e senza alcuna cognizione di ciò che si stava facendo?

Forse la seconda è quella giusta…

Bene, torniamo al nostro vademecum.

CONOSCENZA

Per potersi rivolgere alle persone giuste e affidare a chi è competente il nostro sito è necessario prima sapere di cosa ha bisogno un sito. È un po’ come se aveste preso un cagnolino: se lo portate dall’estetista invece che dal veteri-nario non potete poi lamentarvi che non lo ha saputo cu-rare!!!

Quali sono le figure principali di cui si ha bisogno per sviluppare e gestire al meglio un sito Internet? Vediamo-le, con la precisazione che spesso molte competenze sono

Secondo passo: conoscere

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riunite sotto la stessa persona, nel senso che spesso il web master ha anche competenze da social specialist o da SEO specialist e così via.

Premetto inoltre che le definizioni vogliono essere solo indicative e semplificate al massimo, per cui per ciascuna si potrebbero fare distinguo e specifiche ulteriori su com-petenze e funzioni, ma ai nostri fini è sufficiente quanto segue.

FIGURE PROFESSIONALI DEL WEB UTILI PER IL SITO DI STUDIO

WEB MASTER: è il tecnico che si occupa di svilup-pare il sito (un po’ come se fosse l’ingegnere per una co-struzione), che lo progetta nelle sue funzionalità utilizzan-do il linguaggio HTML e simili). Conosce, in sostanza, il linguaggio di programmazione per dare vita al sito web.

WEB DESIGNER: si occupa di “disegnare” il sito, di progettarlo nella sua forma estetica; è come se fosse l’arre-datore di interni o l’architetto per alcune costruzioni.

SEO SPECIALIST: è colui che si occupa di posizio-nare il sito, cioè di dare visibilità al sito tra i milioni, mi-liardi, di siti esistenti. Per capirci, è colui che cerca di far comparire il proprio sito tra le prime posizioni nei risulta-ti di ricerca di Google. Fondamentale, perché anche se si ha un sito fatto bene e bello, se non è ben posizionato gli utenti non lo troveranno mai, quindi è come non averlo.

SOCIAL STRATEGIST: è lo specialista che si occu-pa di posizionare e dare visibilità al sito sui social più im-portanti, in modo da sfruttare la viralità che il web 2.0 permette proprio grazie alla “socialità” dei contenuti. Per capirci, creerà per voi le pagine su Facebook, su Linke-dIn, su Google+, gli account Twitter, Youtube e così via,

Web designer

SEO specialist

Social strategist

Web master

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collegherà il sito ai social, in modo che i contenuti che metterete sul sito, per esempio nella sezione articoli, com-pariranno anche sui social.

Queste sono le figure professionali che possono interes-sare per il sito web di uno Studio professionale. Accanto a queste, però, ne esistono molte altre, per esempio il WEB EDITOR che si occupa di sviluppare i contenuti, il WEB ANALYST che si occupa di monitorare i comportamenti degli utenti sul sito, il WEB MARKETING MANAGER che si occupa delle strategie marketing e molte altre.

COME PROCEDERE DUNQUE

Se vogliamo dunque ottenere un risultato professiona-le e avere una buona visibilità su questo immenso mondo che è il web, sarà utile rivolgersi ad un Web Master per-ché possa costruire fisicamente il nostro sito attraverso il linguaggio di scrittura HTML, affidarsi ad un Web Desi-gner perché possa su nostre indicazioni disegnare il no-stro sito, quindi dagli una forma, a cominciare dal logo alla struttura della home page, delle pagine interne, alla cosiddetta usability, cioè la “usabilità” del sito da parte de-gli utenti. Molti siti, infatti, sono troppo complessi da uti-lizzare, oppure hanno errori strutturali che causano diver-si problemi: per esempio, non permettono di tornare alle pagine da cui si è partiti facilmente, oppure “buttano” fuori dal sito velocemente l’utente, oppure ancora, affolla-no di contenuti le pagine al punto che l’utente preferisce abbandonare la ricerca. Come abbiamo detto, a volte le due competenze web master e web designer, sono accor-pate nella stessa persona.

Una volta nato il sito arriva il momento del debutto in società: bisogna promuoverlo, farlo conoscere, far sapere

A chi rivolgersi

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a tutti che ci siamo. Entra qui in gioco il SEO Specialist, colui che si occuperà nel tempo (l’attività SEO è un’attivi-tà continuativa nei mesi e negli anni) di posizionare il sito in modo che quando l’utente digiterà su Google, per esempio, “studio legale Milano” il proprio studio uscirà tra i primi risultati di ricerca. L’esperienza di ciascuno ci insegna che di solito oltre la prima o la seconda pagina dei risultati di ricerca su Google non si va, per cui la con-clusione è che non solo bisogna esserci bene sul web, ma bisogna anche essere facilmente trovabili. 

Infine, poiché il web 2.0 si caratterizza proprio per la socialità dei contenuti e delle interazioni, perché non sfrutta al meglio la presenza nei social? Per un professioni-sta del mondo legale (avvocato, notaio, commercialista, consulente del lavoro) i social più interessanti sono sicura-mente LinkedIn, Google+, Youtube, Twitter, Viadeo, Xing. Con un uso professionale ben distinto da un even-tuale uso personale e ludico, possiamo annoverare anche Facebook. Serve a questo punto un Social Strategist che si occupi di valorizzare i contenuti e la presenza del vo-stro sito nel mondo dei social network.

 

Abbiamo parlato di posizionamento, ma che differen-za c’è con l’indicizzazione? Bene, l’uso della terminologia corretta è importante per intendersi con i nostri consulen-ti web e per sapere cosa stiamo/stanno facendo.

Nella prossima puntata faremo un po’ di chiarezza sui principali termini che ad un neofita serve conoscere per sapere che sta a di’.

Come rendere il sito

visibile sui social

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C A P I T O L O 3

Sito dello Studio professionale: scegliere un template o svilupparlo da

zero?

Dal Blog: 17.08.2013

Siamo giunti alla terza puntata del nostro vademecum su come procedere nella scelta e gestione del sito Internet di Studio.

Dopo aver visto nella precedente puntata quali sono le figure professionali a cui rivolgersi per lo sviluppo della nostra presenza on line,  vediamo oggi di rispondere ad una domanda che affolla le menti di molti quando si ap-prestano a decidere che sito fare per lo Studio.

Il primo passo spesso non è così semplice, in quanto per chi è poco avvezzo a questo mondo, si para davanti un dilemma amletico: che faccio, prendo un template già impostato e semplicemente lo personalizzo con testi e fo-to, oppure mi rivolgo a qualcuno per farmelo fare da ze-ro?.

PRENDERE UN TEMPLATE GIA’ FATTO O FAR COSTRUIRE IL SITO DA ZERO?

La scelta è simile a quando andiamo a comprare un abito per un’occasione importante: ne scelgo uno già fat-to e me lo faccio aggiustare un pochino, oppure mi faccio fare un abito su misura?

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Da dove partire

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Come sappiamo per l’abito, l’esito è un po’ diverso nei due casi: nel primo, infatti, potremo far apportare qual-che aggiustamento e personalizzazione, ma non più di tanto e il nostro abito sarà simile a quello di molti altri che hanno fatto lo stesso acquisto; nel secondo caso, inve-ce, avremo un vestito unico nel suo genere, perché fatto su misura per noi e perché abbiamo avuto la possibilità di personalizzare praticamente tutto: colore, tessuto, lavora-zione, taglio, cuciture.

Ovvio che a fronte dei vantaggi sul risultato finale, c’è anche qualche “contro”: l’abito su misura costa un po’ di più, ci vuole un po’ più di tempo per farlo, è richiesto un nostro maggior coinvolgimento in fase decisionale. A noi la scelta.

Ebbene, per il sito web funziona allo stesso modo: pos-siamo scegliere un template già impostato (e a questo proposito si apre un mondo con infinite possibilità, da template gratuiti poco personalizzabili e poco eleganti, a template più elaborati a pagamento con più o meno am-pie possibilità di personalizzazione), oppure possiamo affi-dare ad un web master e un web designer il suo svilup-po da zero con tutte le personalizzazioni che riteniamo opportune. Anche qui cambiano i tempi, i costi e il vostro “sbattimento” per star dietro al consulente che ve lo svi-lupperà e che avrà bisogno dei vostri input costanti e dei vostri ok per procedere.

COSA E’ MEGLIO?

Bella domanda. E la cosa più bella è che non c’è una risposta, quantomeno non una che vada bene per tutti. La scelta è legata a molteplici fattori che ciascuno dovrà considerare.

Pro e contro del template

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Il mio consiglio è di essere lungimiranti e guardare avanti. Cosa voglio dire con questo? Che vale qui il detto spende meno chi spende di più. Nel senso che per poter prendere una decisione strategica è necessario porsi alcu-ne domande e capire cosa Vogliamo farme del nostro sito di Studio. Se riteniamo che sia sufficiente un “vetrina” sta-tica, che non aggiorneremo più (e su questo faremo nelle prossime puntate alcune riflessioni) allora potrebbe essere sufficiente un template già impostato. Mi raccomando che sia però elegante, sobrio, opportuno per uno studio professionale. Scegliere un template nato per ospitare i piatti di un ristorante, oppure i vestiti di uno show room e cercare di adattarlo alle esigenze di uno studio notarile non mi sembra una buona idea. Soprattutto chiedetevi se con il vostro sito di Studio volete offrire solo informazioni ai vostri clienti potenziali, oppure anche servizi. Nel pri-mo caso, sarà sicuramente sufficiente un bel template, nel secondo, invece, spesso questi pongono dei limiti di perso-nalizzazione (newsletter, aree riservate, consulenze on li-ne, software per calcoli e ricerche ecc.) per cui meglio par-tire subito con un sito su misura tutto per noi.

DUE SPECIFICHE IMPORTANTI

Tra le due alternative che abbiamo posto – template oppure sito su misura – esistono tuttavia una serie di sfu-mature, di possibilità intermedie.

Innanzitutto, esistono template molto belli a pagamen-to che permettono ampi spazi di personalizzazione e di scelta di servizi, il cui esito finale potrà essere molto soddi-sfacente. In questo caso, però, ricordiamoci che al costo del template (spesso si aggirano intorno ai 50 dollari, c’è da aggiungere il costo per la personalizzazione che vi do-vrà apportare un web master e inoltre è richiesto un vo-

Fate scelte lungimiranti

Diverse scelte possibili...

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stra attiva partecipazione al progetto, in quanto dovrete guidare le fasi di personalizzazione. Come dire: è come se aveste comprato un appartamento, ma prima di abitarlo volete farvi fare all’interno lavori per personalizzarlo; chi ha ristrutturato case sa di cosa sto parlando, in termini di tempo e di “sbattimento”. A volte è meglio farle da zero che sistemarle. Ecco, anche con i siti Internet capita più o meno la stessa cosa.

Seconda specifica è che se doveste optare per un sito costruito da zero, non è detto che dobbiate fare tutto e su-bito. Mi spiego meglio. Così come se decideste di costrui-re una palazzina potreste far costruire il primo piano e poi, in un secondo momento costruire il secondo o siste-mare la mansarda, qui capita la stessa cosa. Potete proce-dere col far strutturare prima le funzioni principali del si-to (home page, logo, pagine principali) e poi in un secon-do momento implementarlo con nuove pagine, servizi, se-zioni. Per esempio, potremo inserire una sezione articoli o blog in una seconda fase, quando avremo tempo di scri-vere articoli, oppure potremo aspettare a fare l’area riser-vata con servizi dedicati ai nostri clienti. Ciò che conta, in questo caso, è avere le idee chiare sin dall’inizio, per evitare di fare i lavori due volte, oppure di dover buttare via e rifare daccapo quanto fatto in un primo momento. 

QUANTO COSTA?

Siamo alla domanda clou per molti: quanto mi costa fare un sito? La risposta secondo voi quale sarà?… Dipen-de! Certo, dipende da mille fattori: dai prezzi che applica chi ve lo fa, dal tipo di sito che volete sviluppare, dai servi-zi che volete inserire, dalla complessità della sua struttu-ra.

Potete procedere step by

step

Quanto costa un sito

Internet?

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Diamo giusto per avere qualche punto di riferimento un po’ di numeri, con l’avvertenza che sono puramente indicativi e che sono veramente i prezzi minimi che potre-te trovare se vi rivolgete a piccole società o a singoli consu-lenti:

• Sito sviluppato da zero: il suo costo può variare dai 1500 euro in su, a seconda dei mille fattori che ab-biamo indicato (complessità, servizi, funzioni).

• Sito template con ampia personalizzazione: il suo costo andrà dai 1000 euro in su, anche qui a se-conda del template di partenza e del livello di persona-lizzazione.

• Sito template con funzione “vetrina”:  qui la personalizzazione sarà minima, per cui il suo costo po-trà partire da 700 euro in su e poi anche qui mille opzio-ni ne varieranno il prezzo.

• Sito template non personalizzato: ce ne sono di tutti i tipi; diciamo che per un template carino si par-te dai 40-50 dollari/euro in su.

• Sito template “da battaglia”: si parte dai 10 eu-ro in su, ma per uno studio professionale francamente ho qualche perplessità.

PRECISAZIONI

A tutto ciò dobbiamo aggiungere due considerazioni: la prima è che anche i template richiedono per quanto po-co una certa personalizzazione, per esempio per il logo e qualche funzione ad hoc; la seconda è che fin qui abbia-mo il vestito, questo vestito dovremo poi farlo vedere per-ché sia attraente per i nostri clienti; si apre a questo pun-to tutto il mondo del posizionamento (attività SEO) e del

Sito fatto da zero

Template personalizzato

Sito vetrina

Template non

personalizzato

Soluzioni basic

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web marketing per chi ritiene di avvalersene nell’attività professionale.

TEMPI

Ce n’è per tutti i gusti! Nel senso che se scegliamo un template, in teoria in poche ore potremmo farci tutto da soli e metterlo on line (ma solo in teoria). In realtà, anche per metterlo on line (a meno che non scegliete un templa-te offerto da aziende che offrono hosting) è necessario l’aiuto di uno specialista web.

Per personalizzare un template può essere necessaria una quindicina di giorni minimo, tutto dipende dal grado di personalizzazione richiesto e dal carico di lavoro di chi ve lo sviluppa.

Per un sito fatto da zero si parte dal mese e mezzo in su, a seconda della complessità, servizi, grafica ecc.

 

Vi avevo promesso nella puntata n. 2 che vi avrei pre-sentato una panoramica dei principali termini del mondo web da conoscere per potersi interfacciare con i consulen-ti che ci assisteranno (hosting, dominio, account, server, url, ecc.). Ho ritenuto all’ultimo momento più utile prose-guire con la fase di scelta dei passi da compiere, per cui rimandiamo alla puntata n. 4 il glossario dei termini web da conoscere. 

Quanto tempo occorre

per fare un sito?

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C A P I T O L O 4

Sito dello Studio professionale: i primi passi. Cosa sapere per scegliere

consapevolmente

dal Blog: 18.08.2013

Dopo aver fatto la nostra scelta se utilizzare un templa-te, oppure se sviluppare un sito ad hoc per il nostro Studio, arriva il momento di interagire con i consulenti a cui ab-biamo affidato l’opera. Ci imbattiamo a questo punto in un personaggio (il web master) che parla una lingua a noi sconosciuta: ha già un dominio per lo Studio? A quale ho-sting si appoggia? Ha registrato anche altri domini oltre a .it? Come vuole posizionare il suo sito?

Panico…

Per potersi interfacciare con i consulenti a cui affidere-mo lo sviluppo e magari anche la gestione del sito è neces-sario conoscere l’abc della terminologia del mondo web, anche se poi saranno loro a fare tutto. Vedremo domani il Glossario dei termini web da sapere, ora procediamo con i primi passi da compiere per mettere in pista il no-stro nuovo sito di Studio. 

I PRIMI PASSI

REGISTRARE IL NOME A DOMINIO

Per poter mettere in piedi un sito Internet, abbiamo necessità di registrare il nostro dominio web di Studio, per esempio www.nomestudio.it. La registrazione viene

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Registrare il dominio

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effettuata presso un’autorità a ciò deputata, che in Italia per i domini con estensione .it è Registro.it. Questa è l’”a-nagrafe dei domini .it”. Solo qui possono essere registrati e modificati i domini con estensione .it. Nel mondo inve-ce l’autorità competente è l’ICAAN.

Normalmente la registrazione di un dominio avviene attraverso i siti di società autorizzate, chiamate Registar, che registrano direttamente presso l’anagrafe dei domini .it il nuovo nome a dominio nel giro di qualche ora/gior-no e tutto on line, senza più necessità di inviare documen-tazione cartacea. Queste società offrono anche pacchetti hosting, cioè lo spazio sui loro server per ospitare fisica-mente il nostro sito (ci affittano uno spazio, in sostanza). Per capirci, il sito necessita per vivere di un luogo su cui si troverà il data base con tutti i contenuti del sito (testi, foto-grafie, documenti) e che conterrà anche il “vestito” del si-to, quindi il template che gli darà la forma che poi noi ve-diamo navigando on line.

Alcuni Registar per la registrazione dei domini come www.aruba.it, www.register.it, www.netsons.com, solo per citarne alcuni, ma ce ne sono moltissimi, offrono la possi-bilità di verificare prima di tutto se è disponibile quel no-me a dominio che vogliamo registrare (non possono ovvia-mente essere registrati contemporaneamente due nomi a dominio identici da due proprietari diversi) e quindi di re-gistrare il nome a dominio nuovo e contemporaneamente offrono pacchetti hosting e di servizi (caselle email, servizi di statistica ecc.).

Per controllare l’esistenza o meno di un nome a domi-nio il modo migliore è andare sul sito dell’anagrafe italia-na di Registro.it nel servizio che si chiama WHOIS e qui digitare il nome a dominio che vogliamo verificare.

Dove sono registrati i

domini .it?

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Ricordiamoci che il Registrante è il soggetto che chie-de la registrazione del dominio e che ne diventa proprieta-rio per un dato tempo (in realtà si ha in affitto il domi-nio), mentre il Registar è un fornitore di servizi che ha un contratto con l’anagrafe italiana (Registro.it) e può effet-tuare presso quest’ultimo la registrazione di domini per conto terzi (i propri clienti a cui farà pagare il più delle volte una commissione o a cui abbinerà ad altri servizi).

Anche per gli altri nomi a dominio con estensione di-versa da .it (.com, .net, .eu, .info ecc.) è possibile rivolger-si ad un Registar che effettuerà per voi tutte le operazioni presso la competente autorità-anagrafe (per i c.d. domini americani, .com, .net. .org, per esempio l’autorità compe-tente è l’ufficio registro degli Stati Uniti).

Nota: considerate che possiamo registrare un nome a dominio anche se non abbiamo ancora alcun sito. Ciò è importante, perché se vogliamo registrare un nome a do-minio strategico possiamo farlo (ed è il caso di farlo) subi-to anche se aspetteremo ancora del tempo per mettere su il nostro sito di Studio.

SCEGLIERE IL NOME A DOMINIO MIGLIO-RE PER NOI

A molti sembrerà scontato registrare come nome a do-minio il nome dello Studio o del titolare. Certo, normal-mente è così. Considerate tuttavia che il nome a dominio è strategico, in quanto sarà uno degli elementi principali con cui verrete trovati nelle ricerche degli utenti sui moto-ri di ricerca, Google in primis. Pertanto sarebbe utile sce-gliere un nome a dominio considerando da un lato l’iden-tità che volete trasmettere ai clienti (ricordate che il domi-nio dello Studio verrà poi riportato sui biglietti da visita e

La scelta del nome a

dominio

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sulla carta intestata), e dall’altro cercando di inserire nel nome a domino alcune parole chiave che presumibilmen-te gli utenti digiteranno nella ricerca sul web. Per esem-pio, non sarebbe male invece di registrare solo nomecongome.it,  inserire anche studionomegnome.it, op-p u r e s t u d i o l e g a l e n o m e c o g n o m e. i t , o p p u r e avvocatonomecognome.it. Questo perché l’utente che cer-ca un avvocato probabilmente digiterà nella maschera di ricerca di Google “avvocato”, oppure “studio legale”, quindi aumenteranno le probabilità che il vostro studio esca tra i primi risultati di ricerca.

Due consigli:

• non utilizzate trattini o caratteri strani nel nome a dominio

• verificate di non violare marchi registrati.

ESTENSIONE .IT O ALTRA ESTENSIONE?

Esistono estensioni generiche (.com, .org, .net, .info ecc.) ed estensioni geolocalizzate, cioè che indicano il Pae-se o l’area geografica di appartenenza (.it, .eu, .uk, .fr ecc.).

Quale è meglio scegliere? Anche qui, come sempre la risposta è: dipende! Se la vostra attività ha un bacino na-zionale, sarà certamente meglio registrare un domino .it; invece, se il raggio d’azione è internazionale il .com, .net e .org sono da preferire per la visibilità sul web.

Va ricordato che le legislazioni a cui sono sottoposti so-no diversi nei due casi: la legislazione italiana nel primo, qualla americana, nel secondo. Inoltre i domini .it vanno rinnovati ogni anno, quelli americani possono essere regi-

Quale estensione è

meglio?

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strati per più annualità. Altre differenze particolari non ve ne sono nella gestione.

HOSTING O SERVER DEDICATO?

Altro dubbio amletico: per dare una casetta al nostro sito Internet concepito (con la registrazione del domino) ma non ancora nato, sarà meglio affidarsi ad un fornitore di hosting e farci ospitare (a pagamento) sui suoi server, oppure comprare un server da dedicare a ciò? Diciamo che per uno Studio professionale, che non ha un traffico particolarmente alto e non fa e-commerce, un hosting può andare benissimo. 

Il proprio server lo Studio lo avrà probabilmente già per altre ragioni di privacy e lavorative, ma per far funzio-nare bene un sito ci vuole ben altro, per cui salvo esigen-ze particolari (per esempio studi internazionali con un network mondiale di sedi), è più semplice ed economico servirsi di un hosting. Anche qui poi si aprono una infini-tà di possibilità: presso i server del fornitore è possibile af-fittare server dedicati solo a noi, server professionali se-mi-condivisi, server condivisi entry level; insomma ce n’è per tutti i gusti. L’importante sempre è capire ciò che ci dovete fare, in modo da non andare ad acquistare una Ferrari per poi girare in città!!!

Mediamente buoni servizi professionali su server ho-sting performanti vanno dai 100 ai 200 euro all’anno, per cui una spesa sostenibile. Inoltre così non dovrete preoc-cuparvi della manutenzione del server, in quanto ci pense-rà la società di hosting con i propri tecnici.

Dove far ospitare il, nostro

sito?

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C A P I T O L O 5

Sito dello Studio professionale: glossario web e 10 raccomandazioni

dal Blog: 18.08.2013

Siamo alla nostra quinta puntata del nostro viaggio nel mondo del web per capire meglio come organizzare il sito di Studio ed è arrivato il momento di arricchire il no-stro vocabolario con termini nuovi. Fate dunque spazio: potete buttar via, per esempio termini come floppy disk, oppure ms-dos, o ancora modem. Tutti termini vecchi che non servono più. Siamo oltre. Quindi facciamo spa-zio al nuovo.

Prima di partire con il nostro Glossario 10 brevi rac-comandazioni:

1. il sito che andrete a costruire (far costruire) dev’esse-re fatto per gli utenti, non per voi

2. il sito vi rappresenta sul web; quindi così come è im-portante il vostro nome e la vostra immagine nel mon-do “reale” lo è anche in quello digitale (anzi di più vi-sta la viralità che ha);

3. chi vi cerca ha un’esigenza e non ha tempo da per-dere…fate i vostri conti su cosa inserire nel sito per non farlo fuggire a gambe levate in 5 secondi;

4. “l’asso piglia tutto” non va bene: dunque fate scelte precise: cosa vuoi trasmettere, come, a chi;

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Ricordate:

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5. si ricorderanno di voi se avete qualcosa di particola-re; se resti anonimo…lo sarai sempre;

6. facilita, semplifica, alleggerisci, accompagna; chi ar-riva sul vostro sito non ha scelto di fare il Camel Tro-phy per trovare le informazioni;

7. siate rassicuranti; chi non vi conosce ha come pri-mo bisogno essere rassicurato da una buona accoglien-za: una foto sorridente sarà utile;

8. le immagini sono fondamentali: basta martelletti, bi-lance, poltrone, tavoli, scrivanie… siete professionisti o un mobilificio? E mettiamo un po’ di foto del team, no-stre, in attività, insomma un po’ di umanità e di verve;

9. sobrio, elegante, misurato, opportuno: siete profes-sionisti, comportatevi come tale. Pertanto, niente foto al risparmio fatte con il cellulare o ritagliate dalle ulti-me vacanze al mare; solo immagini di qualità;

10.niente animazioni in flash che fanno venire il mal di mare e che sui device mobili (della Apple in partico-lare) non si vedono. Semplice è bello!

Ok, ora partiamo con il nostro glossario: lo sapevate che?

GLOSSARIO WEB

Albero di navigazione: indica la struttura di navigazio-ne del sito, la sua mappa con la gerarchia di pagine e sot-topagine. Ricordiamoci che ogni pagina dovrebbe essere raggiunta con uno-due click. Se rendete troppo articolata e complessa la navigazione l’utente si stuferà presto e se ne andrà senza approfondire.

Glossario web

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• App:  è l’abbreviazione di “Applicazioni” e si tratta di piccoli software (programmi) che si possono scaricare dagli appositi store on line (ve ne sono tre, uno per cia-scuna piattaforma, Android, Apple e Rim) gratuitamen-te o a pagamento per essere installati sui device mobili (smartphone e tablet) e ampliarne le funzionalità.

• Blog: è un sito (o può essere contenuto in un sito) do-ve vengono pubblicati contenuti ordinati cronologica-mente. È una sorta di diario sul web, di luogo di comuni-cazione pubblico e accessibile a chiunque dove si condi-vidono contenuti e informazioni. Quello da cui scrivia-mo è un blog, per esempio. Ad uno studio professionale può servire per inserire commenti, informazioni, conte-nuti utili ai propri clienti-lettori.

• Blogger: chi gestisce un blog.

• Brand: è il marchio, il segno distintivo di un prodot-to o un servizio. In sostanza, il logo dello Studio profes-sionale sul web diventa un brand.

• Brief: è il documento che il cliente fornisce al consu-lente informatico/grafico e che contiene le informazio-ni per procedere alla realizzazione di prototipi/bozze del prodotto.

• Briefing: sono le riunioni utili a dare informazioni ai consulenti e feedback sul lavoro fin lì svolto.

• Budget: quantità di risorse a disposizione per quel progetto.

• Browser:  è il programma che permette di visualiz-zare i contenuti dei siti web in forma per noi comprensi-bile. Ve ne sono diversi:  Google Crome, Explorer, Safa-ri, ecc.

A

B

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• Claim: se fossimo negli anni ‘70 lo chiameremmo slogan. È la parte principale di un annuncio promozio-nale. È la parte in cui concentriamo perché con noi, chi siamo. Vi ricordate a Zelig l’assessore Cangini interpre-tato da Paolo Cevoli cosa diceva: “Fatti non pugnette”. Ecco quello è un claim.

• Codice sorgente: è l’insieme di algoritmi (testo) con cui il programmatore scrive (programma) il sito in-ternet o qualunque altro programma eseguibile da una macchina (computer).

• Copy: sono i testi del sito.

• Copyright: ciò che è tutelato dal diritto d’autore.

• Cookie: sono piccole stringhe di testo che vengono istallate durante la navigazione sull’apparecchio utilizza-to (tablet, smartphone o computer) da parte del sito ospi-tante. Servono per poter fruire dei servizi del sito, con funzione statistica ecc. Ce ne sono di molti tipi. Per leg-ge, sul sito va indicato che il sito fa uso di cookie in modo che l’utente ne sia a conoscenza e possa prendere decisioni in merito.

• Directory: sono siti che indicizzano altri siti. Esisto-no anche directory tematiche. Una delle più grandi le-gal directory è, per esempio, Avv.com

• Dominio: o DNS, Domain Name System, è l’indi-rizzo (nomedominio.it) con cui è possibile raggiungere il vostro sito; è come se fosse l’indirizzo di casa. È il nome assegnato al nostro spazio web. Siete mai andati in cam-peggio? Ecco, immaginate che il server su cui risiede il vostro sito sia il campeggio che ospita più persone e il

C

D

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dominio è il nome dato alla vostra piazzola dove avete piantato la tenda.

• Feed Rss: sono file generati automaticamente dai blog che permettono di essere informati ogni qual volta c’è un aggiornamento nel blog. Questa tecnologia è mol-to comoda, perché invece di dover andare noi a verifica-re un aggiornamento (es. un nuovo articolo) ci arriverà direttamente in un programma ad hoc (Feed reader) la novità. Il Feed reader è in sostanza un aggregatore di feed rss, che raccoglie tutte le novità dei siti e dai blog a cui ci siamo iscritti. Per potersi iscrivere è necessario che il blog o il sito da cui vogliamo ricevere le news abbia un apposito bottone (di solito arancione con scritto Rss): sarà sufficiente cliccare su questo bottone e il gioco è fat-to. Dall’altra parte dovremo scaricare un lettore rss; ulti-mamente quasi tutti i browser hanno questa funzione integrata nella toolbar.

• Footer: è il pie’ di pagina. È l’estremità inferiore del sito dove solitamente sono riportate informazioni obbli-gatorie, quali la partita iva, copyright ecc.

• Fornitore di servizi hosting: sono le società che offrono servizi hosting, quindi che ospitano presso i pro-pri server il nostro sito dedicando un spazio (hosting) e permettendo al nostro sito di essere raggiungibile trami-te il dominio registrato (nomedomino.it).

• Forum: è una “piazza” virtuale, in cui vengono ef-fettuate discussioni e avvengono confronti su singole te-matiche/argomenti.

• Google+: è il social network di Google. Meglio es-serci perché è di Google, quindi vantaggi di visibilità sui risultati di ricerca di Google.

F

G

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• Google Adwords: è la piattaforma /servizio di Google che ai nostri fini permette di sapere quali sono le parole-chiave (key words) più cercate su Google negli ultimi 30 giorni. A che può servire? Per esempio, per usare in un nostro articolo una terminologia piuttosto che un’altra, oppure per scegliere quale argomento trat-tare che va per la maggiore.

• Google Analytics: è il servizio gratuito di statisti-che offerto da Google. In sostanza si inserisce un codice fornito da Google dopo la registrazione che va inserito nel nostro sito in modo da poter monitorare da qual mo-mento le statistiche degli accessi e il comportamento de-gli utenti (anonimo) sul nostro sito.

• Google places: è un servizio di geolocalizzazione di Google. Gratuito, serve ad avere una propria scheda e posizione sulla mappa di Google. Va seguita una pro-cedura che richiede in totale un mesetto per vedere la conclusione, ma ne vale certamente la pena.

• Header: è la testata del sito, la parte alta che solita-mente accoglie il logo e il nome del sito con magari un claim.

• Hosting: da “to host” (ospitare) è il servizio con cui un provider affitta (alloca) spazi del proprio server per ospitare siti web dei clienti.

• HTML: lett. Hyper Text Markup Language, è il lin-guaggio con cui sono scritte le pagine web e che permet-te di disporre gli elementi nella pagina e di attribuire agli stessi le caratteristiche che vediamo (grassetto, corsi-vo, puntato, colori, dimensioni ecc.). Non vanno confusi con esso i linguaggi di programmazione tipo Java, C, C++ ecc.). Questi ultimi sono veri e propri linguaggio

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dotati di regole semantiche e servono per scrivere i codi-ci sorgente, con cui vengono creati i siti Internet.

• Indicizzazione: è l’atto di nascita si un sito web o di una pagina web per un motore di ricerca, il momen-to del suo inserimento nel data base del motore di ricer-ca stesso. Fino al momento precedete all’indicizzazione, per il motore di ricerca quel sito o quella pagina non esi-ste.

• Indirizzo IP: Internet protocol address, è un indi-rizzo costituito da soli numeri (xxx.xxxx.xxxx) assegnato al dominio e permette ai terzi in questo modo di rag-giungerlo. A sua volta ad ogni apparecchio (computer, device mobile) connesso alla rete viene assegnato un IP univoco identificativo. In questo modo i due (per esem-pio il tablet con cui si naviga su Internet e il nostro sito) possono trovarsi e comunicare. È un po’ come se fossero le coordinate su una cartina per trovarsi in rete.

• Internet: da “interconnected  networks” è l’infra-struttura, la piattaforma tecnologica che ospita altri ser-vizi, come il web, per esempio, oltre ai servizi FTP e al servizio email.

• Landing page: è la c.d. pagina di atterraggio, cioè dove vogliamo far giungere il visitatore del nosrto sito. In ambito marketing, indicano delle pagine ad hoc co-struite per le campagne promozionali, ma qui basti sape-re che per landing page intendiamo dove vogliamo man-dare il visitatore quando clicca su un link.

• Layout: forma grafica di una pagina web.

• Mantenimento: tutte le operazioni amministrative necessarie per mantenere attivo un nome a dominio.

I

L

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• Menù: indica la barra laterale o in alto (scelte) sem-pre visibile da qualunque pagina del sito e che permette di muoversi facilmente da una sezione all’altra.

• Motore di ricerca: è il servizio fornito da un parti-colare sito web che permette di effettuare ricerche di contenuti in Rete. Il più famoso è Google, ma ne esisto-no molti altri, come Yahoo!, Bing ecc.

• Newsletter: è tipicamente uno strumento che ha origine in ambiente marketing e che serve a portare a conoscenza periodicamente i destinatari inseriti nella mailing list su determinati contenuti/informazioni. Gli studi professionali lo hanno adottato come strumento principe per comunicare aggiornamenti normativi ecc. ai propri clienti.

• Page rank: indica il valore (espresso da un numero tra 0 e 10), che Google assegna ad ogni sito Internet e che ne indica la “autorevolezza”. Più è alto il page rank e più il sito è considerato da Google autorevole. I fattori che determinano il page rank sono molteplici: i back-link (cioè quanti altri siti rimandano tramite link al no-stro), il numero dei visitatori, le pagine viste, l’aggiorna-mento ecc.

• Pay off: parte conclusiva di un annuncio, è ciò che chiude,  rinforza e sintetizza il messaggio.

• Piattaforma di un sito: è la struttura del sito su cui poggia. La più famosa è WordPress che è un apiatta-forma CMS open source.

• Plugin: sono dei programmi che, interagendo con il programma principale in cui vengono installati, permet-

N

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tono di inserire nuove funzionalità (per esempio plugin di grafica).

• Posizionamento: indica la visibilità che un sita ha nei risultati di ricerca dei motori di ricerca. In altre paro-le, indica quanto “in alto”, cioè tra le prime posizioni nei risultati di ricerca si trova il sito.

• Provider: ISP, Internet Service Provider, sono le so-cietà che offrono l’accesso a Internet a pagamento. Per capirci meglio, sono le grandi compagnie telefoniche con cui tutti noi abbiamo stipulato contratti per accede-re ad Internet: Tim, Vodafone, Wind, ecc.

• Registar: sono tutti i soggetti autorizzati a registra-re domini per conto di terzi (clienti).

• Registrante: è il soggetto che richiede la registrazio-ne del nome a dominio e ne diventa proprietario per un certo tempo (finché viene mantenuto il nome a domi-nio).

• Ranking: è la graduatoria in cui è inserito il nostro sito in funzione del suo page rank (autorevolezza).

• SEO: Search Engine Optimization, è l’insieme delle attività e strategie messe in atto da Seo Specialist per mi-gliorare il posizionamento e quindi la visibiltà del sito internet.

• SEO specialist: colui che si occupa del posiziona-mento sui motori di ricerca del sito.

• Server: è un computer che fornisce servizi.

• Social media: sono tutti quegli strumenti che per-mettono lo scambio di informazioni e contenuti. A diffe-renza dei social network, che rappresentano reti di con-

R

S

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tatti, i social media sono i veicoli che permettono tali in-terazioni. Esistono diversi tipi di social media, a noi qui interessano:

Siti dei social network (es. LinkedIn)

Blog

Microblog (es. Twitter)

Content communities (es. Youtube)

Progetti collaborativi (es. Wikipedia)

• Social media strategist: colui che si occupa della gestione strategica dei social media.

• Social network: sono quei luoghi virtuali in cui persone possono confrontarsi e scambiarsi contenuti se sono connesse (collegate) tra di loro; si parla in proposi-to di “reti sociali”, quindi un “reticolo” di persone. Face-book, Twitter, LinkedIn, Youtube, per esempio sono i più famosi social network.

• Toolbar: indica la barra degli strumenti dei brow-ser. Spesso è utilizzato questo termine impropriamente per riferirsi al menù dei siti web.

• Usability: letteralmente “usabilità”, indica la facili-tà di utilizzo e di navigazione del sito.

• Web: World Wide Web è il servizio che tramite Inter-net permette di condividere contenuti, tramite protocol-li TC/IP e http. Ciò che permette di codificare e decodi-ficare questi protocolli è il browser (es. Firefox, Google Chrome, Explorer, Safari ecc.).

• Web app: abbreviazione di web application, sono dei programmi (simili alle app) che non rischiedono per essere utilizzate di essere scaricate e installate sul device

T

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mobile, ma che si possono fruire direttamente dal web grazie ai browser (Explorer, ecc.). I vantaggi della web app sono molteplici: più economica, più veloce da rea-lizzare, accessibile da qualunque device. Come contro principale vi è la necessità di avere attiva una connessio-ne Internet per poterla utilizzare.

• Web advertising: pubblicità a pagamento sul web.

• Web content: colui che sviluppa i contenuti/ testi del sito.

• Web reputation: è la reputazione che abbiamo on line. Corrisponde, per capirci, all’immagine di una vol-ta, a ciò che dicono di noi.

• Widget: sono applicazioni che permettono di perso-nalizzare una pagina web: per esempio, orologi, calen-dari, buche di ricerca ecc.

• WordPress: è la più grande piattaforma open sour-ce, quindi aperta a tutti, che permette di costruire siti Internet a basso costo e facilmente posizionabili sui mo-tori di ricerca. Questo sito su cui siete ora è fatto in WordPress.

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Sito dello Studio professionale: le

regole per scrivere dei buoni testi

dal Blog: 20.08.2013

Sesta puntata della nostra guida: è arrivato il momen-to di scrivere i testi del vostro sito di Studio. Se avete letto con attenzione le precedenti puntate, avete tutte le racco-mandazioni utili per poter ottenere un esito professionale ed efficace dal progetto di dare un sito al vostro Studio.

In precedenti post di questo blog abbiamo analizzato a più riprese alcune regole stilistiche da seguire per rendere i testi di una pagina web leggibili e quindi efficaci. Offrire-mo dunque di seguito una panoramica complessiva, co-me si faceva un tempo in redazione con gli autori a cui si davano regole redazionali da seguire nella stesura dei te-sti.

COME SCRIVERE I TESTI DEL SITO Stiamo scrivendo sul web, non lo dimentichiamo mai. Questo vuol dire seguire regole e principi diversi rispetto alla classica scrittura su carta. La ragione è che il compor-tamento del nostro lettore è diverso nei due casi. Per un professionista abituato a leggere e scrivere su carta, vedi l’avvocato o il notaio, per esempio, suonerà particolar-mente difficile adattarsi a nuovi criteri di scrittura e l’istin-to lo porterà a riprodurre le abitudini consolidate anche

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E’ arrivato il momento di

scrivere i testi

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sul web. Non fatelo! Resistete a questa tentazione e ripete-te come un mantra: s to scr ivendo sul web.Testi lunghi, complicati da leggere, mossi dall’ansia di vo-ler dire tutto, o di voler chiarire ogni particolare, o di vo-ler specificare ogni minuzia….saranno terribili per il letto-re. Sul web l’occhio corre molto più veloce che sulla car-ta. La pazienza del navigatore è decisamente inferiore a quella del lettore tradizionale. Se non trova subito qualco-sa che lo incuriosisce, che lo colpisce, che lo “aggan-cia”…se ne va con un click verso altri lidi.Sul web nessuno vuole (né riesce) a concentrarsi più di tanto, per cui vuole cose semplici, facili da capire, piace-voli da leggere (magari!), interessanti, utili, veloci.Chi arriva sul vostro sito è perché ha un’esigenza che lo spinge e vuole trovare una soluzione, una risposta, una in-formazione. Non gli interessa sapere dove avete fatto le scuole medie; né è ansioso di conoscere il vostro voto di laurea; né rimane affascinato da quanti master avete. Vuo-le informazioni utili a capire se fate il suo caso, se potre-ste essere il consulente giusto per le sue esigenze.Teniamo a bada l’ego, dunque. Avremo altre occasioni e persone con cui dargli sfogo. Non il sito dello Studio.

Vediamo a questo punto le principali regole da rispet-tare:

• Testi brevi, lineari, semplici da leggere e compren-dere.

• Punteggiatura che dia un ritmo alla lettura senza far entrare in apnea (frasi brevi e poche incidentali).

• Contenuti mirati in funzione di cosa può interes-sare sapere al vostro target di riferimento (non tutto per-ché non si sa mai!)

Web e carta: due stili

diversi

Cosa cerca il cliente

Alcune regole

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• Meglio organizzare i testi con puntati, numerati ecc., perché più leggibili e preferiti dai motori di ricer-ca.

• Usare i grassetti e i corsivi, perché guidano l’occhio nella lettura e sono utili per il posizionamento delle pagi-ne sui motori di ricerca.

• Suddividere i testi della pagina in paragrafi con ti-toli, per le ragioni di cui sopra.

• Arricchire i testi (soprattutto di un eventuale blog o sezione articoli) con immagini: questo aumenta le pro-babilità di lettura da parte degli utenti.

• In Home page inserire poco testo e meglio se con un impatto “emotivo”.

• Meglio usare un font “bastoni”, cioè lineare come l’helvetica o l’arial: sono più leggibili in particolare sui device mobili.

• Usare un corpo del testo (dimensione) leggibile a tut-ti e anche sui tutti i device mobili.

• Sono più leggibili i testi scritti in colore nero su fon-do bianco che il contrario (testi bianchi su sfondi colora-ti).

• Verificate che vi sia una interlinea che dia “aria” al testo, quindi lo renda leggibile e non troppo serrato.

• Meglio un allineamento dei testi “a bandiera” che “giustificato”, laddove quest’ultimo comporti l’inseri-mento di fastidiosi spazi tra le parole per giustificare i testi.

• Usare la prima persona (“io”) se volete dare un ca-rattere più confidenziale alla comunicazione e se lo Stu-

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dio siete sostanzialmente voi, invece è da preferire la ter-za persona se volete dare un tono più professionale, ele-gante e se lo Studio è di ampie dimensioni, per cui vole-te far emergere lo Studio più che la vostra persona.

• Fate rileggere i testi a chi non vi conosce o vi cono-sce poco per verificare se sono chiari oppure no.

Bene, a questo punto è arrivato il momento di parlare dei colori del sito e del loro impatto sulla comunicazione. Non scegliereste mai un doppiopetto bianco per andare in udienza, né un tailleur rosa confetto per un incontro con la commissione tributaria…Ecco il colore dei nostri abiti comunica informazioni, così accade anche per il co-lore dell’abito dato al nostro Studio: il sito.

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Sito dello Studio professionale: quali

colori scegliere per il sito e per il logo?

Dal Blog: 22.08.2013

Settimo appuntamento di questo viaggio nel sito Inter-net dello Studio professionale.

Abbiamo trattato nell’ultima tappa le regole per redi-gere testi delle pagine web efficaci. Se, tuttavia, la c.d. mente razionale o logica si dedicherà ad interpretare quanto da noi scritto, sarà invece la mente emotiva a gui-darci nel mondo dei colori.

Esiste un bellissimo libro, dal titolo Neuro web design – L’inconscio ci guida nel web che descrive molto bene l’impor-tanza degli elementi iconografici (immagini), colori, for-me, posizione degli elementi, scritte, e molto altro che sen-za che ce ne accorgiamo (inconscio) attira e cattura la no-stra attenzione, simpatia, e trasmette sicurezza, piuttosto che repulsione.

Ricordiamocelo, noi esseri umani non siamo raziona-li, siamo razionalizzatori.

Vediamo oggi l’importanza che i colori rivestono nel web (e non solo), in modo da poter fare scelte non solo le-gate al gusto personale (importante), ma anche con una punta strategica in funzione del tipo di emozione e senti-mento che vogliamo suscitare nel visitatore.

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Cosa attrae l’attenzione

L’importanza dei colori

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Ricordiamoci che le scelte del proprio consulente lega-le e fiscale, sono prevalentemente dettate da ragioni…”e-motive”. Ecco un’altra ragione per cui quando abbiamo parlato di come scrivere i testi del sito abbiamo calcato la mano sull’importanza di non mettere tutto, ma quanto può interessare, colpire e far sentire “a casa” l’utente. Pro-prio sul web, che di per sé è uno strumento freddo e im-personale, c’è bisogno di trasmettere emozioni quali sicu-rezza, affidabilità, accoglienza.

Testi, immagini e quant’altro dovrà avvicinare il no-stro lettore e non tenerlo distante o addirittura spaventar-lo. Spesso il “troppo” spaventa e allontana.

QUALI COLORI PER IL NOSTRO SITO E LO-GO

Innanzitutto facciamo una prima distinzione tra i colo-ri scelti per il logo di Studio e i colori del sito. Le due cose non devono necessariamente viaggiare insieme. Anche perché il logo dello Studio sarà coordinato tra sito, bigliet-to da visita, carta intestata.

Cominciamo con l’operare una bipartizione nel mon-do dei colori: colori freddi e colori caldi. Ci potrem-mo chiedere, cosa determina l’essere freddo o caldo di un colore? La sensazione che trasmette, sarà la risposta. Il blu, viola e verde sono considerati colori freddi, mentre il rosso, giallo e arancione colori caldi. Si parla in proposito anche di “temperatura” del colore. Ciascun colore richia-ma alla mente (conscia e inconscia) ricordi e immagini che a loro volta evocano emozioni e sentimenti. Facciamo un esempio: il BLU, VERDE e VIOLA ricorderanno il cielo, il ghiaccio, il mare, le piante, la notte e quindi il freddo; il GIALLO, ROSSO e ARANCIONE richiama-

Colori per sito e colori per

logo

Colori freddi / caldi

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no il fuoco, il sole, il sangue e quindi il calore. Ai colori primari si sommano quelli secondari (ottenuti dalla me-scola di quelli primari) che producono “per adiacenza” effetti di freddo/caldo e le relative emozioni associate.

Esistono poi i colori neutri: bianco, nero, grigio. Co-lori adiacenti sono quelli vicini nella scala cromatica ai primi menzionati: per esempio il lilla è un colore adiacen-te al rosso e al viola e trasmette armonia, in quanto un mix di forza ed energia con la passione.

Nel marketing conoscono bene questi principi, per cui la scelta dei colori e dei loro abbinamenti non è mai ca-suale. Il Conto Arancio non è stato scelto a caso come co-lore, nome e immagine (zucca): il risparmio. Così come lo sarebbe il melograno: chicchi rossi, buccia arancione, op-pure l’arancia o l’albicocca (e qui c’è anche il nocciolo du-ro) ad indicare solidità al centro della sostanza (polpa). Po-tremmo continuare – è affascinante capire queste cose per capire come la pubblicità e il marketing provoca in noi sensazioni ed emozioni – ma poiché stiamo parlando del sito dello studio professionale, torniamo sul nostro cammino.

Diciamo che il primo passo è decidere cosa vogliamo trasmettere: sicurezza o energia? Innovazione o tradizio-ne? Per esempio, il colore blu non a caso è tipico del mon-do giuridico, perché trasmette autorevolezza, solidità, si-curezza. Al contrario, il rosso è sinonimo di energia, di passione, di energia. Il viola è un colore molto elegante che trasmette equilibrio ed è molto indicato abbinarlo al femminile. Il verde è il colore della novità, della freschez-za, della calma, soprattutto il verde chiaro, mentre il ver-de scuro della ricchezza, dell’abbondanza. Il marrone è simbolo della terra, pertanto delle radici, della tradizione,

Colori neutri

Cosa vogliamo

trasmettere?

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ma appesantisce. Il giallo è il colore dell’allegria, della lu-ce, quindi della velocità e dell’innovazione. Il nero è uno dei colori più eleganti insieme al bianco; sono abbinati en-trambi al valore di oggetti e servizi.

Questo per quanto riguarda il logo di Studio e per il colore dominante nel sito internet. Il mix saggio di più co-lori potrà inoltre arricchire l’esperienza sensoriale del-l’utente che navigherà sulla pagina del vostro studio. Nel mondo legale, per esempio i colori più diffusi sul web so-no decisamente il blu, il rosso, il bianco.

Un discorso a parte va invece condotto sul colore delle pagine che faranno da sfondo o contenitore ai testi del si-to. Il mio suggerimento qui è di andare su colori chiari delle pagine, meglio bianco o simili, con testi scritti in ne-ro/grigio. Questo perché l’esigenza principale da soddi-sfare in questo caso è la leggibilità del testo. I testi chiari scritti su sfondi scuri sono meno leggibili e poi gli stessi motori di ricerca prediligono le pagine bianche rispetto alle altre per il posizionamento.

Si potrà giocare con i colori nella pagina per quel che riguarda l’header e il footer, oppure per inserti di colore, mentre meglio mantenere uniformità di colore negli sfon-di delle pagine.

Riepiloghiamo la temperatura dei colori:

• BLU = (freddo) autorevolezza, rassicurazione, fer-mezza

• VERDE= (freddo) calma, abbondanza, freschezza

• VIOLA = (freddo) equilibrio, eleganza, sofisticazio-ne

• ROSSO = (caldo) energia, passione, calore

Il colore delle pagine del

sito

Header e footer

La temperatura dei colori

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• GIALLO= (caldo) luce, gioia, energia

• ARANCIONE = (caldo) esuberanza, risparmio, con-sistenza

• MARRONE = (freddo) attaccamento, tradizione, continuità

• BIANCO = (neutro) eleganza, purezza, trasparenza

• NERO = (neutro) eleganza, forza, consistenza

 

Bene, dopo i colori una puntata la meritano il valore delle immagini nel sito: quali, dove, perché. Però le vedre-mo nella prossima puntata domani.

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Sito dello Studio professionale: quali immagini e video scegliere?

Dal Blog: 23.08.2013

Se nell’ultima puntata di questa guida abbiamo affron-tato il valore dei colori e le ragioni della loro scelta per il nostro sito web e per il logo di Studio, oggi l’attenzione cade sulla parte iconografica del sito: immagini e video.

Siamo nell’alveo dei siti dello studio professionale, per-tanto il nostro ambito di indagine dev’essere focalizzato su tutto quanto possa risultare utile al professionista – av-vocato, notaio, commercialista, consulente del lavoro – per rinforzare il proprio messaggio verso i clienti attuali e i prospect, mantenendo alto il livello di professionalità ed eleganza del profilo.

Abbiamo già affrontato in passato a più riprese questo argomento, vediamo di non ripeterci ma di fornire nuovi spunti utili.

Ebbene si parte. In questo viaggio la prima mossa è fa-re un giro sul web per vedere cosa c’è già, cosa fanno gli altri professionisti. Così faccio. Mi avvio per una strada che ad ogni click è sempre più in discesa (haimé): siti sen-za alcuna immagine si alternano a siti di studi legali con scrivanie vuote, poltrone vuote, libri, bilance, martelletti; ok, perplesso decido di cambiare target e così mi sposto

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Guardate cosa fanno gli

altri

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nel mondo dei commercialisti: qui mi si aprono scene al-trettanto poco allettanti, calcolatrici, occhiali su scrivanie, euro impilati uno sull’altro; ok, anche di questo ne ho ba-sta e speranzoso passo ai consulenti del lavoro: le scene si ripetono, con stanze riunioni vuote, qualche immagine umana seriosa e a tratti accigliata, penne stilografiche, frammenti di dichiarazioni.

Come un aereo da ricognizione che ha finito il carbu-rante, anch’io torno alla base preoccupato e in fretta.

Ripartiamo da zero e facciamo un po’ di chiarezza.

QUALI IMMAGINI E VIDEO PER IL SITO

• Prima domanda: serve mettere immagini nel sito di Studio? Sì, certamente, in quanto rende più accattivan-te il sito, più piacevole da navigare, semplificano il mes-saggio che si vuole trasmettere, rinforzano concetti, evo-cano emozioni. In particolare quest’ultimo punto meri-ta un approfondimento. Secondo voi cosa cerca innanzi-tutto l’utente che arriva sul sito di uno studio professio-nale? Molti potrebbero rispondere: cerca un professioni-sta che risolva i loro problemi. Vero. Cerca un professio-nista affidabile e competente. Vero. Cerca un professio-nista preparato e con esperienza. Vero. Ma prima di tut-to, inconsciamente cosa cercano tutti? Una sensazione che li rassicuri. Ciascuno investe pochi secondi per capi-re se vale la pena approfondire oppure no. E questi po-chi secondi servono NON a farsi un’idea accurata e ra-zionale della situazione, bensì a provare un’emozione: mi ispira, non mi ispira; mi piace/non mi piace; interes-sante/non interessante; mi sembra serio/non mi sem-bra serio. Solo dopo c’è il passo due: ok, allora leggo i testi, sfoglio le pagine, approfondisco, insomma. Ma se

Immagini e video: come

scegliere?

Obiettivo: rassicurare

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la prima impressione è di fastidio, poca chiarezza, poca affidabilità, poca cura, la fase due non ci sarà per nulla.

Le immagini servono proprio a questo: a generare un’emozione. Vado su un sito, vedo la faccia del professio-nista e il non verbale (lo sguardo, com’è vestito, la postu-ra, l’espressione del viso, la location ecc.) producono in me una sensazione. Ecco perché sguardi accigliati, seri, oppure che guardano in direzioni strane rispetto all’inter-locutore, oppure ancora location inopportune (come lo sfondo del mare per un legale…), o come una scrivania stracolma di carte, sono ben poco funzionali al nostro sco-po.

Una bella fotografia del titolare e dei collaboratori di studio a mezzo busto, con sguardo accogliente, con uno sfondo coerente o tinta unita, sono da preferirsi. Poi, co-me tutte le cose, entra in gioco il gusto personale, un pizzi-co di sfida estetica e i distinguo del caso.

Certo è che, poiché lo studio non è una salumeria né un mobilificio né una libreria, intere pagine dedicate alle foto della sala riunioni (vuota), oppure con bilance, mar-telletti, librerie, penne stilografiche ecc. non servirà a nul-la, anzi.

Rimandiamo a quanto abbiamo già approfondito per ciò che riguarda la scelta di foto singole, di team e la di-sposizione delle persone, ricordando che tutto ciò (psico-geografia) comunica eccome.

• Seconda domanda: i video sono opportuni/necessari sul sito di uno studio professionale? Se le immagini sono importanti nel sito, ancor di più lo sono i video. Infatti, con i video, chi non ci conosce non solo ha l’opportuni-tà di avere un primo contatto “visivo” con noi, ma an-

Immagini ed emozioni

Cosa evitare

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che di sentirci parlare e di vedere come ci muoviamo. In questo modo, i tre canali della comunicazione, verbale, paraverbale e non verbale, sono coinvolti nel processo comunicativo con grande impatto sull’efficacia della co-municazione.

Ricordiamo che tutto ciò vale a condizione che imma-gini e video siano di alta qualità, quindi fatte possibilmen-te da professionisti e non con il cellulare o simili.

La qualità dell’immagine e del video (audio e video) sono fondamentali, perché trasmettono al vostro interlo-cutore un’idea di cura e professionalità, piuttosto che di cose fatte alla buona e al risparmio, generando conse-guentemente un pensiero del tipo curerà alla buona e al risparmio anche i miei interessi?

Bene anche questa puntata è volta al termine, nella prossima domani tratteremo le tecniche e i principi per dare visibilità (posizionamento) al vostro sito di studio.

Le immagini sono

fondamentali nella

comunicazione

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Sito dello Studio professionale: come

renderlo visibile sul web

dal Blog: 25.08.2013

Siamo arrivati alla nona puntata della nostra guida. Abbiamo a questo punto dato una casa su Internet al no-stro Studio. Il sito web rappresenterà l’ufficio on line aper-to 365 giorni all’anno per 24 ore al giorno e sarà visibile da ogni parte del mondo.

Essere presenti su questo enorme continente che è il web ed essere visibili e trovabili sono due cose diverse, co-me abbiamo visto. Come avete fatto quando avete aperto il vostro studio professionale in città? Prima avete scelto la location, l’avete arredata e poi avete messo la targa su strada, le indicazioni sul campanello, avete fatto il contrat-to telefonico e siete comparsi sulle classiche Pagine Gial-le. Infine, un po’ alla volta, è cominciata l’attività di busi-ness development con attività di pr (public relation): iscri-zione a circoli, partite a tennis o a golf con i clienti, sera-ta ai Lions, caffè con il direttore di banca, network con il commercialista, il consulente del lavoro, l’avvocato e il no-taio, cene di rappresentanza, seminari e convegni come relatore. Magari senza neppure saperlo stavate facendo attività di sviluppo del business, attività di direct marke-ting, attività di public relations.

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Come essere visibili sul

web

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Ecco, qualcosa di simile dovete ora fare anche per la vostra presenza on line. Essere presenti con un sito di qua-lità e strategico è solo l’inizio, un buon inizio. Ora arriva l’attività con cui daremo vita e visibilità al sito. Se ci sia-mo ma nessuno lo sa, è come non esserci. Ecco perché fa-re siti vetrina ha un valore limitato. Non che non ne ab-bia, in quanto avremo almeno una presenza on line che per i clienti che ci conoscono già è un segno di essere al passo con i tempi. Potremo inoltre mettere il link sulla car-ta intestata e sul bigliettino da visita, meglio che niente. Questa strategia, tuttavia risponde al criterio “non posso non esserci, ma ci credo poco”.

Se invece vogliamo dare vitalità al nostro sito, quindi dare spinta alla nostra web reputation (reputazione on li-ne) e portare visitatori (e quindi potenziali nuovi clienti sul sito) è necessario produrre contenuti da una parte (mi raccomando di qualità e utili al pubblico) e farli conosce-re dall’altra. Per intenderci, quello che sto facendo io in questo momento: sono un formatore, svolgo corsi di for-mazione mirati per professionisti dell’area legale sui soft skills (strumenti di managerialità), sono un coach e un consulente che lavora con gli studi professionali proprio per affiancarli nello sviluppo di nuove competenze e far conquistare nuove opportunità di mercato, e attraverso i contenuti dei miei articoli (post) del blog cerco di dare in-formazioni e strumenti di qualità e utili ai miei lettori che così mi possono conoscere e valutare se usufruire dei miei servizi per sviluppare la propria attività.

Per fare questo scrivo articoli con una certa frequenza, cerco di trattare le tematiche di mia competenza e che, mettendomi nei panni dei professionisti, penso possano essere utili. Cerco poi di far conoscere questi contenuti at-

Web reputation

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traverso i social network: Google+, LinkedIn, Twitter, Fa-cebook, Xing, Viadeo, Youtube (per i contenuti video). Partecipo alle discussioni nei gruppo di LinkedIn, cerco di rispettare la tranquillità dei lettori con pochi contenuti utili. Insomma, cerco di far sapere di cosa mi occupo, in cosa sono specializzato, attraverso il modo se vogliamo più tradizionale e più bello e utile: i contenuti. Un tempo si scrivevano libri e si pubblicavano articoli su magazine e quotidiani, ora accanto a questi si scrivono ebook, articoli per siti specializzati, articoli per il proprio blog del sito, si tengono convegni e poi si mettono su Youtube stralci del-l’intervento, si forniscono sevizi on line (es. scadenziario) attraverso i social come Twitter, oppure si forniscono indi-cazioni attravers i gruppi di LinkedIn, o ancora si pubbli-ca aggiornamenti sulla pagina (diversa dal profilo perso-nale) di Facebook.

I tempi sono cambiati e gli strumenti pure, ma alcuni principi se ci pensate bene sono rimasti gli stessi:

• qualità

• visibilità

• cura dell’immagine

• autorevolezza

• rispetto degli altri.

Queste dunque le regole per farvi conoscere e ammira-re sul web.

Perché, per esempio, avete scelto un ufficio in centro città, magari in un contesto prestigioso, oppure vicino al tribunale? Perché la location già parla di voi; perché siete più visibili; perché siete meglio raggiungibili. Ecco, sul web questo si trasforma nel comparire tra i primi posti

Uso dei social

Buone regole

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nei risultati di ricerca di Google, oppure nel far parte di un certo network, come un tempo si faceva parte del Ro-tary Club.

È dunque importate essere presenti sui social e mette-re le relative icone sul vostro sito, in modo che gli utenti sappiano dove trovarvi e facilmente possano mettersi in contatto con voi e i vostri contenuti. Potranno in questo modo, per esempio, diventare vostri follower su Twitter, o seguire la vostra pagina Facebook.

Per essere visibili, sia come posizionamento sui motori di ricerca che sui social network, c’è bisogno di contenuti, la prossima e ultima puntata domani vedremo come pro-durli e quali.

L’importanza di utilizzare i

social per la visibilità

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Sito dello Studio professionale:

dal Blog: 26.08.2013

Siamo così giunti alla nostra ultima puntata di questo viaggio nel sito Internet dello Studio professionale. Ieri abbiamo parlato di come un tempo si sviluppava busi-ness e come oggi i nuovi strumenti ci consentano di svol-gere in modo nuovo questa attività. Abbiamo anche visto come essere presenti è solo l’inizio, poi arriva il bello: far-si conoscere.

Per il mondo dei liberi professionisti il principale stru-mento utilizzato nel settore commerciale, la pubblicità, serve a poco. Questo perché un banner pubblicitario, piuttosto che uno spot video, non sono (almeno per ora in Italia) graditi ai clienti dei liberi professionisti e quindi tali iniziative potrebbero addirittura tornare indietro co-me un boomerang.

Molto meglio allora procede su attività meno di mar-keting puro e più di “old marketing”, se vogliamo. Cosa intendo? Mi riferisco a tutte quelle attività da sempre svol-te dai professionisti per farsi conoscere: libri, articoli, con-vegni, passaparola, public relation, network con altri pro-fessionisti.

Sul web ciò si traduce in:

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Niente pubblicità, meglio i

contenuti per promuoversi

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• essere presenti sui social network

• partecipare a forum e avere un blog

• partecipare a gruppi su LinkedIn

• interagire con i propri utenti

• mettere stralci di video di convegni su Youtube.

Per la visibilità, distinguiamo tutte quelle attività tecni-che e specialistiche che dovrà compiere un SEO specia-list, un esperto di SEO e quindi di posizionamento del si-to, che lavorerà costantemente sui contenuti del vostro si-to, sulla sua struttura e saprà sfruttare piccoli e grandi ac-corgimenti necessari.

Diverse da queste sono le scelte che dovrete compiere voi (e far realizzare da un tecnico) relative alla presenza sui social del vostro sito. Ecco perché sarà utile aprire sui diversi social network un account dello studio e inserire sulla home page del sito le relative icone che fungeranno da informazione su dove vi troveranno e da scorciatoia per collegarsi a voi sui social e quindi seguire i contenuti che metterete.

Altra scelta opportuna è produrre contenuti sempre nuovi, periodici e di qualità. Così, avere un blog o una se-zione articoli sul sito di Studio sarà molto importante: lì “posterete” i commenti, le note a sentenza, gli atti norma-tivi e tutti quei contenuti coerenti con la vostra attività che verranno in questo modo “sparati” su tutti i social moltiplicando viralmente la diffusione degli stessi sul web.

Cosa accadrà da questo modo? Che vi leggeranno una volta, due, dieci e poi decideranno che seguire i vo-stri contenuti è un investimento e non una perdita di tem-po. Non solo: se saprete ritagliarvi con coerenza uno spa-

Visibilità sul web ecco

cosa fare

lavorate sui contenuti

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zio tematico dopo un po’ i lettori assoceranno a quell’ar-gomento voi e alla prima occasione si rivolgeranno a voi. In qualche modo è come se vi conoscessero già, anche se non di persona. Hanno così testato la vostra competenza, il vostro stile e il vostro modo di porvi e hanno già valuta-to se li ispirate o meno. Nei miei corsi sulla comunicazio-ne efficace, oppure sulla gestione del tempo e dello stress, o sulla leadership, in media la metà dei partecipanti mi ha conosciuto sul web e ha letto diversi miei articoli. An-che chi viene da me per fare coaching ha già molte infor-mazioni su di me, non solo quelle che trova sul mio sito relative al mio profilo, ma anche tramite gli articoli o i li-bri che scrivo.

Qualcuno a questo punto potrebbe dire: ma quanto tempo mi impegna tutto ciò? Smetto di fare la professio-ne e passo il mio tempo a gestire il sito e a scrivere? Vero, giusta osservazione. Considerate che questa deve oggi es-sere considerata come una vera e propria attività di comu-nicazione e marketing dello studio professionale. Pertanto dovrete programmarla e mettere a budget le risorse (eco-nomiche e di tempo) necessarie. Alcune delle attività che vi ho descritto dovrete farle voi, altre potrete delegarle a collaboratori o affidarvi a professionisti esterni che ve le curino.

L’attività SEO va data sicuramente fuori, come po-trebbe essere un’ottima idea appoggiarsi a professionisti esterni per attività di marketing mirate; allo stesso modo dovreste formare all’interno dello Studio uno o più colla-boratori che dedichino quota parte del loro tempo quoti-diano a mettere questi articoli, a rispondere alle richieste, a mantenere alta la sensibilità sui temi da trattare.

Siate interessanti e

affidabili

E il SEO?

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Così facendo, con una strategia e un’organizzazione i risultati ripagheranno senza dubbio gli investimenti.

Spero di esservi stato utile con questa guida in 10 pun-tate. Se avete domande o avete bisogno di sviluppare il si-to Internet di Studio potete contattarmi via email ([email protected]) e se lo ritenete seguitemi su Twitter per avere aggiornamenti quotidiani.

Per chi fosse interessato ad approfondire e fare proprie le competenze manageriali oggi indispensabili per la pro-fessione ricordo il calendario dei corsi che potete visualiz-zare sul mio sito. 

I risultati arriveranno...

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Studi professionali e visibilità sul Web. Come il cliente cerca il professionista

in Rete

dal Blog 14.07.2013

Gli Studi professionali si sono affacciati da poco sul mon-do web, spinti (è proprio il caso di dirlo) più da necessità o curiosità, che da una vera idea (e progetto) di business. Molti avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro guar-dano ancora con scetticismo questo strumento, considera-to poco in linea con la professione e con il futuro dell’atti-vità. Spesso l’idea che spinge la decisione di dotare lo stu-dio di un sito Internet è che “non si può non avere, “non si sa mai”, “oramai ce l’hanno tutti”. La conseguenza il più delle volte è la realizzazione di siti mal fatti, replica di template tutti uguali, poco curati nei testi e nella parte ico-n o g r a fi c a , p o c o a g g i o r n a t i .Avere un sito di studio ben fatto è decisamente un impor-tante e utile investimento sotto diversi punti di vista. Il trend in atto, come abbiamo avuto più volte modo di sot-tolineare nei nostri articoli di questo blog, è di un merca-to molto più “liquido” del passato, dove clienti e profesio-nisti si incontrano non solo per il classico passaparola (an-cora vivo e funzionante), ma anche grazie ai contenuti e alle informazioni reperibili sul web. Le abitudini di tutti noi sono profondamente cambiate negli ultimi anni gra-zie all’evoluzione del web, ai device mobili come smart

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Il costo di un sito fatto

male

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phone e tablet che permettono a ciascuno di avere prati-camente tutto il mondo a portata di mano. Oggi chiun-que naviga per trovare informazioni, contenuti, contatti. I social poi hanno cambiato le modalità di interazione tra le persone e permettono a ciascuno di entrare in contatto con sconosciuti, che poco tempo dopo diventano cono-scenti nello nostre cerchie, quantomeno per l’abitudine di leggere i loro commenti, articoli e di vederne la firma e la f o t o i n c a l c e a d e s s i .Di tutto questo anche il mondo dei professionisti deve te-ner conto per capire come sarà (e in buona parte già è) la profes s ione e le in teraz ioni ad es sa legate.Se oggi il nuovo cliente arriva ancora spesso col vecchio passaparola, che funziona sempre, non dimentichiamo che prima o dopo un “passaggio” sul nostro profilo Linke-din verrà fatto dal nostro nuovo cliente per sapere chi sia-mo e di cosa ci occupiamo; allo stesso modo un passaggio sul sito di studio è oggi quasi d’obbligo. È il nostro bigliet-to da visita, il modo sempre meno virtuale e sempre più reale di comunicare chi siamo e cosa facciamo e, soprat-tutto, rispondere alla domanda “perchè da noi”.Se dunque avere un sito ben fatto e frutto di una precisa strategia comunicativa è importante, altrettanto lo è la vi-sibilità di tale sito. Essere presenti sul web, infatti, non vuol dire essere visibili. Detto in altro modo, essere visibili vuol dire facilità di essere trovati da chi ha bisogno di noi. Ma come il cliente cerca un professionista sul web?

A parte le ricerche fatte per nome, dove siamo d’accor-do che usciremo noi nei risultati di ricerca di Google, le altre ricerche vengono effettuate con due criteri di massi-ma:

Ancora il passaparola...?

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A) ricerche per professionalità e area geograficaB) ricerche per contenuto/problema

Vediamo la prima. Ipotizziamo che una persona abbia bisogno di un avvocato per la separazione personale dal coniuge. Cosa cercherà? Digiterà nella famosa maschera di ricerca di Google il tipo di professionista di cui ha biso-gno, per esempio “avvocato separazione”, oppure “studio legale separazione”. Il più delle volte a ciò abbinerà, per restringere la ricerca, anche la località, quindi avremo “avvocato separazione Milano”.

Se la ricerca viene fatta con il secondo criterio, invece, digiterà il problema da risolvere o il contenuto di cui vuo-le avere prima di tutto maggiore conoscenza: “separazio-ne dei coniugi”, “come separarsi”, “procedura di separa-zione” ecc.

In entrambi i casi il risultato sarà una lista di link (risul-tati di ricerca) che compariranno nella pagina di Google. Qui troveremo dei link con sotto una breve descrizione (anteprima) del contenuto che troveremo una volta aper-ta la pagina web. Da qui il nostro potenziale cliente pren-derà in una frazione di secondo la decisione di cliccare e approfondire, oppure andare oltre. Prima considerazione, quindi, è l’importanza dell’url del sito e della descrizione in anteprima (come dire, questa è la vetrina di un negozio che ci invoglierà o meno ad entrare. Entrereste in un ne-gozio dove i prodotti in vetrina sono messi alla rinfusa, du-plicati o dove mancano del tutto?

Poi l’ordine con cui i risultati compaiono. Per diverse ragioni legate a molteplici fattori, che tratteremo in prossi-mi post di questo blog, il posizionamento varia nel tempo e può migliorare o peggiorare: aggiornamento dei conte-

Le ricerche dei clienti

I risultati dei motori di

ricerca

L’ordine dei risultati

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Una partita a scacchi col futuro

dal Blog 15.08.2013

Cosa succederà nei prossimi dieci anni nel mondo del-le professioni è ciò che tutti provano ad immaginare. Mol-ti, per come vanno veloci i tempi, si accontenterebbero di sapere cosa accadrà da qui al prossimo anno. E non par-liamo qui della riforma delle professioni, né tantomeno di quella forense che interesserà il mondo dell’avvocatura. La domanda è più ampia, investe i costumi, la mentalità, l’organizzazione, la gestione e le competenze con cui l’es-sere un libero professionista dovrà fare i conti. Avvocati, commercialisti, notai, consulenti del lavoro, architetti, in-gegneri, medici, nessuno può chiamarsi fuori da questo salto epocale.

Come un giocatore di scacchi che cerca di immagina-re la prossima mossa, così ciascuno cerca di “vedere” qua-le sarà lo scenario futuro in cui si troverà ad operare, così da predisporre la strategia opportuna, la contromossa per continuare a veleggiare sicuro in questo mare dalle tinte se non fosche, sicuramente poco chiare.

L’impulsività non paga, questo lo sa bene chi gioca a scacchi. E neppure l’approssimazione è un valido alleato. Riflettere è saggio, ma stare troppo a lungo fermi ci fa ri-

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Cosa accadrà nel

prossimo decennio?

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schiare di essere travolti da chi nei cambiamenti è più ve-loce.

Quando ciò che si para dinanzi è decisamente impre-vedibile alla nostra esperienza ecco che l’ansia  fa capoli-no nelle nostre menti. L’ansia, quella sensazione di inquie-tudine verso l’ignoto con cui non si sa come rapportarsi e se saremo in grado oppure no.

È come se il giocatore di scacchi entrasse in ansia per l’ipotetica mossa futura dell’avversario a cui non sa se sa-rà all’altezza di dare una degna risposta. E invece no. Il vero giocatore valuta, calibra, pondera le possibili mosse future e la sua mente è come un mirino che cerca di met-tere a segno ogni soluzione in risposta al “se” che si agita nelle mosse altrui.

Il giocatore del libero professionista, che siede dall’al-tro lato della scacchiera, è il  futuro. Le sue mosse sono tanto imprevedibili quanto più staremo aggrappati ad uno schema di gioco obsoleto, ad una scacchiera trasluci-da, su cui le partite non si giocano più da tempo.

Il cambiamento è il nuovo scenario, la scacchiera su cui ci tocca giocare le nuove partite. Possiamo lamentarci con torre e alfiere tra le dita, continuare a dire che quella vecchia era migliore, che si è sempre giocato così; oppure possiamo restare concentrati sul nuovo, che come ogni presente prende forma man mano che il passato indietreg-gia.

Cominciamo dunque a porci qualche domanda, par-tendo dal fatto che insieme alla scacchiera anche le regole del gioco potrebbero essere cambiate e potremmo non co-noscerle fino in fondo. Grave gap per essere efficaci nel gioco. Il rischio è di diventare dispersivi, inopportuni,

Un nuovo scenario

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inefficaci appunto. Continuare a giocare con le vecchie regole non è una buona idea. Giochereste mai ad un gio-co di società senza sapere come si gioca? E giochereste non per vincere, ma solo per sopravvivere fino alla fine? No di certo. Questo è quello che oggi molti professionisti fanno, l’atteggiamento con cui operano: sopravvivere.

Possiamo affrontare le onde resistendo e saremo travol-ti; oppure passarci dentro, lasciarci attraversare e saremo di là in un attimo.

E dunque sarà utile chiedersi, per esempio, che ruolo hanno i social nella nostra attività? Che ruolo ha Internet nello sviluppo del nostro business professionale? Come può oggi il sito di studio esserci utile? Come possiamo fi-delizzare i clienti? Possiamo gestire in modo più efficace il nostro tempo? Sappiamo comunicare con i nostri collabo-ratori? È utile oggi saperlo fare più di un tempo? Sfruttia-mo al meglio le occasioni di public speaking? Sappiamo comunicare in modo opportuno le nostre competenze professionali? Potremmo continuare a lungo.

Coraggio, curiosità, ottimismo, passione, tenacia saran-no le vele di chi prenderà il largo in questi nuovi mari, per nulla peggiori o migliori dei precedenti, semplicemen-te diversi.

L’importante è l’atteggiamento, l’approccio mentale a questo nuovo viaggio professionale e, per usare le parole di Thomas Dewar “Le menti sono come i paracadute, funzionano solo quando sono aperte”. Apriamole dun-que perché funzionino al meglio e a nostro vantaggio.

Quanto conterà il web

nell’attività professionale?

Un nuovo approccio alla

professione

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Corso di formazione - La comunicazione dello Studio professionale sul Web

Il Web offre oggi immense opportunità di comunicazione e di contatto. Come sfruttarle al me-glio? Accanto al tradizionale “passaparola” e alle reti di relazioni sociali e professionali, esistono oggi nuovi canali e nuovi strumenti per comunicare la propria professionalità, farsi conoscere e svi-luppare nuovi business. Internet rappresenta una enorme risorsa per la comunicazione, anche per professionisti e Studi professionali di commercialisti, avvocati, consulenti del lavoro, architetti. Non essere presenti è oggi un gap ed esserci “male” è ancora peggio. Quindi che fare? Bisogna co-noscere questo strumento quanto basta per sapere cosa comunicare, come comunicare, con che tempi e a chi. È importante avere un sito di Studio ben fatto, funzionale allo scopo, con contenuti appropriati, che fornisca quelle informazione realmente di interesse per i potenziali clienti e servi-zi utili a chi è già cliente dello Studio. È inoltre utile essere presenti in modo adeguato nei social network, per sfruttare appieno le enormi potenzialità del passaparola on line e della brand reputa-tion nell’epoca del Web 2.0.

Corso intensivo di una giornata -  Durata: 8 hr

Trainer: Mario Alberto Catarozzo

Programma

Visibilità sul Web

• Il sito internet di Studio

• Alcuni esempi di buona comunicazione attraverso il sito di Studio

• Gli elementi della comunicazione nel sito di Studio: immagini, video, servizi

• Le directory professionali

• I network tra professionisti

• Social network e professional network

• Blog, forum, newsletter

• Consolidare ed espandere l’immagine di Studio verso i clienti

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Social e network professionali

• Lavorare in network

• I vantaggi del network tra professionisti

• Social network e professional network

• Quali social network per il professionista?

• Facebook, Linkedin, Twitter, Xing, Viadeo

• Cosa accade oltreoceano?

Comunicazione dello Studio professionale

• Cosa comunicare del proprio Studio

• La brand reputation

• Come comunicare: marketing, media, eventi, formazione

• L’importante ruolo del front office di Studio

• Curare l’immagine dello Studio: sito, carta intestata, biglietti da visita, brochure

• Scrivere per quotidiani, magazine, siti web

• Servizi per fidelizzare i clienti

• Come attivare il passaparola on line

Per saperne di più clicca qui

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Corso di formazione - Professional branding e business development per lo

Studio professionaleIl nome, l’immagine e la reputazione di un libero professionista sono stati sempre il cuore del

successo dell’attività professionale. Essere professionisti rispettati, conosciuti nella propria città era l’elemento cardine del passaparola, il veicolo di nuova clientela per eccellenza. Il passaparola ha fatto la parte del leone per decenni nello sviluppo del business dello Studio. Oggi le cose stanno cambiando e molto velocemente. Essere bravi è ancora centrale, certo, ma non basta più. Alla bra-vura va aggiunta una buona capacità di saperlo comunicare in modo mirato e opportuno. I cam-biamenti culturali, tecnologici, la crisi economica stanno scavando profonde novità anche nel mon-do professionale. Adagiarsi sul vecchio passaparola, per quanto ancora attivo, può essere un po’ azzardato. Lo sviluppo del business di Studio oggi va curato, progettato, pianificato, non può esse-re lasciato al caso. Il corso affronterà le strategie per sviluppare business  e per  creare una brand identity del nostro Studio professionale.

Corso intensivo di una giornata -  Durata: 8 hr

Trainer: Mario Alberto Catarozzo

Programma

Professional branding

• Come costruire un brand nel mondo professionale di oggi

• Reputazione, immagine, brand: differenze tra ieri e oggi

• Cosa cercano oggi i clienti

• Come servirsi del web a fini professionali

• Sito Internet di Studio e social: come renderli un punto di forza

• Come avviene l’engagement di nuova clientela nel nuovo mercato professionale

• La reputation tra piazze virtuali e reali

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Business development per professionisti: istruzioni per l’uso

• Dal “vecchio” passaparola alle “nuove” strategie di sviluppo

• Prima bisogna conoscere: la Business Intelligence

• Consapevolezza: il primo passo. Come mappare le risorse a propria disposizione e i punti di debolezza su cui lavorare

• Come mappare il mercato, i competitors e i target clienti

• Come chiarirsi gli obiettivi e definirli al meglio: il metodo

• Problem solving: come affrontare e risolvere efficacemente i problemi

• La scelta dei business partner: un momento delicato!

• Le verifiche lungo il percorso: momenti importanti

Se volete andar lontano dovete avere una squadra, anzi, essere una squadra

• La scelta dei collaboratori: per voi solo i migliori!

• Team working: come si lavora in squadra

• Avvocato o manager? Tutti e due, ma a momenti alterni

• Come motivare i collaboratori

• La corporate identity: da avere una squadra ad essere una squadra

Per saperne di più clicca qui

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I temi della delega, feedback, riunioni, pianificazione e programmazione delle at-tività sono trattate nel volume Gestire il tempo nell’attività professionale.

Scopri le tecniche migliori per la gestione del tempo

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Il tema relativo alla gestione dello stress nella professione Gestire lo stress nel-l’attività professionale.

Scopri le tecniche migliori per la gestione dello stress

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Per vedere l’offerta formativa completa e il calendario dei corsi di forma-zione intensivi (1 giornata) specificamente pensati per liberi professionisti e studi professionali in tema di soft skills e strumenti di managerialità

visita il sito:

www.mariocatarozzo.it

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Scarica la brochure dei corsi:

Brochure in pdf

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Per informazioni e contatti scrivi a:

[email protected]

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Corsi di formazione intensivi di una giornata per liberi

professionisti e studi professionalitenuti da Mario Alberto Catarozzo