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EFFAT Guida alla valutazione delle condizioni di lavoro in agricoltura (Valutazione dei rischi ai sensi della direttiva 89/391/CEE) Con il sostegno della Commissione europea, Direzione Generale occupazione, affari sociali e pari opportunità. Nel quadro della campagna a favore della valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA).

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E F FAT

Guida alla valutazione delle condizioni di lavoro in agricoltura

(Valutazione dei rischi ai sensi della direttiva 89/391/CEE)

Con il sostegno della Commissione europea, Direzione Generale occupazione, affari sociali e pari opportunità.

Nel quadro della campagna a favore della valutazione dei rischi dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA).

Sommario

1 Basi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

1.1 Direttive europee sulla valutazione dei rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

1.2 Realizzazione della valutazione dei rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

1.3 Fasi di lavoro metodiche per la valutazione dei rischi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7

1.4 Valutazioni-quadro dei rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8

2 Rischi e fonti di stress . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

2.1 Panoramica dei fattori di rischio e stress . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

2.2 Spiegazioni dei fattori di rischio e stress . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

2.3 Determinazione del rischio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

3 Documentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

3.1 Generalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

3.2 Spiegazioni relative alla scheda di lavoro 0.1 – Protezione sul luogo di lavoro nell’impresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

3.3 Spiegazioni relative alla scheda di lavoro 0.2 – Panoramica delle attività nell’impresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

3.4 Spiegazioni relative alle schede di lavoro da 1.1 a 10 – Valutazioni dei rischi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

4 Indicazioni per la determinazione dei rischi per fattori di rischio e stress specifici . . . 22

4.1 Fumi di saldatura (codice 3.3). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

4.2 Polveri di cereali e foraggio (codice 3.3) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

4.3 Polvere nella stalla (codice 3.3) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

4.4 Lavoro in ambiente umido (codice 3.4) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

4.5 Rumore (codice 7.1) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

4.6 Vibrazioni (codice 7.2). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24

4.7 Illuminazione (codice 7.7) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

4.8 Sollevamento e trasporto di carichi (codice 8.1) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

Allegato: Schede di lavoro per la documentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26

La presente guida è stata redatta sulla base delle “Linee guida alla valutazione delle condizioni di lavoro conformemente alla legge sulla protezione sul luogo di lavoro (valutazione dei rischi)” dell’associazione professionale agricola della Germania centrorientale, Repubblica federale tede-sca, nonché sulla base di materiale del sindacato CFTC, Repubblica francese.

L’EFFAT ringrazia i membri del gruppo di lavoro EFFAT, in particolare i dirigenti del gruppo di lavoro Georg SCAMONI (IG BAU Germania) e Claire ETINEAU (CFTC-AGRI Francia) per la redazione del manuale e delle schede di lavoro.

Per ulteriori informazioni, rivolgersi a: EFFAT, 38, Rue-Fossé-aux-Loups, BE 1000 Bruxelles (Belgio) Tel.: 0032 22 18 77 30 E-mail: [email protected] Sito web: www.effat.org

1 Basi

1.1 Direttive europee sulla valutazione dei rischi

Ai sensi della Direttiva quadro sulla sicurezza sul luogo di lavoro 89/391/CEE, il datore di lavoro è tenuto a mettere a punto le misure necessarie per la protezione sul posto di lavoro tramite una valutazione del rischio a cui sono esposti i lavoratori nell’ambito del proprio lavoro (articolo 6).

Tale valutazione deve essere aggiornata qualora se ne avvisi la necessità e, in ogni caso, almeno una volta all’anno.

Il datore di lavoro deve disporre di documentazioni aggiornate da cui si evincano il risultato della valutazione dei rischi, le misure di protezione da lui determinate e il risultato della loro verifica (articolo 9).

In presenza di condizioni di lavoro analoghe è sufficiente la valutazione di un posto di lavoro o di un’attività.

La valutazione dei rischi è diventata lo strumento di prevenzione centrale della protezione sul luogo di lavoro nelle aziende.

L’obbligo per il datore di lavoro di eseguire e documentare le valutazioni dei rischi viene sottolineato in tutte le direttive particolari emanate nell’ambito della direttiva quadro sulla sicurezza sul posto di lavoro.

Attualmente (a marzo 2009), la situazione riguarda le seguenti direttive:

1. 89/654/CEE Luoghi di lavoro

2. 89/655/CEE Attrezzature di lavoro

3. 89/656/CEE Attrezzature di protezione individuale

4. 90/269/CEE Movimentazione manuale di carichi

5. 90/270/CEE Attività lavorative svolte su attrezzature munite di videoterminali

6. 2004/37/CE Agenti cancerogeni

7. 2000/54/CE Agenti biologici

8. 92/57/CEE Cantieri

9. 92/58/CEE Segnaletica di sicurezza e/o di salute

10. 92/85/CEE Lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento

11. 92/91/CEE Industrie estrattive per trivellazione

12. 92/104/CEE Industrie estrattive a cielo aperto o sotterranee

13. 93/103/CEE Navi da pesca

14. 98/24/CE Agenti chimici

15. 1999/92/CE Rischio di atmosfere esplosive

16. 2002/44/CE Vibrazioni

17. 2003/10/CE Rumore

18. 2004/40/CE Campi elettromagnetici

19. 2006/25/CE Radiazioni ottiche artificiali

6

1.2 Realizzazione della valutazione dei rischi

Responsabile della realizzazione è il datore di lavoro o una persona da questi incaricata. I lavoratori devono essere coinvolti nella procedura.

La stesura della valutazione dei rischi e la verifica dell’efficacia delle misure evinte dalla valutazione stessa vengono realizzate dall’impresa.

Tuttavia, la valutazione dei rischi è anche una questione che interessa i lavoratori e i loro rappresentanti.

Per quanto riguarda tutte le domande relative alla sicurezza e alla salute sul posto di lavoro, quindi anche la valutazione dei rischi, il datore di lavoro è tenuto a consultare e coinvolgere i lavoratori o il loro rappresentante nonché a informare e formare i lavoratori (89/391/CEE, articoli 10, 11 e 12).

1.3 Fasi di lavoro metodiche per la valutazione dei rischi

1. Determinazione dell’unità di valutazione

L’unità di valutazione è costituita dai settori di lavoro e dalle attività.

2. Individuazione dei rischi e delle fonti di stress

L’individuazione dei rischi e delle fonti di stress si basa sulle attività dei lavoratori nei singoli settori di lavoro. A tal fine occorre visitare gli stabilimenti, analizzare i processi di lavoro, valu-tare gli infortuni, i semincidenti, le malattie professionali e le malattie legate al lavoro.

3. Stabilire e applicare le misure

Le misure devono essere adottate nel seguente ordine:

− misure tecnologiche p.es. rimozione del pericolo sostituendo i processi o i materiali

− misure tecniche p.es. separazione fisica tra persone e animali, dispositivi di sicurezza

− misure organizzative p.es. modifica dell’organizzazione del lavoro, ristrutturazione dell’orario di lavoro

− misure personali p.es. attrezzature di protezione personale, sorveglianza sanitaria

− segnaletica di sicurezza p.es. simboli di avvertimento, manuali d’uso

− formazione dei lavoratori p.es. formazione sulla sicurezza, formazione sul comportamento sicuro

Occorre inoltre stabilire i responsabili e le scadenze.

4. Verifica dell’efficacia

È necessario verificare se le misure fissate siano sufficienti e vengano applicate entro i termini stabiliti.

7

1.4 Valutazioni-quadro dei rischi

Poiché in molte aziende agricole le attività sono uguali o analoghe, nella presente guida vengono proposte valutazioni-quadro dei rischi. Si tratta di valutazioni dei rischi per condizioni di lavoro tipiche in tipiche attività svolte in agricoltura e silvicoltura.

Per la documentazione delle valutazioni dei rischi di attività per le quali non esistono valutazioni-quadro può essere utilizzata la scheda di documentazione in bianco (vedere l’allegato).

Le valutazioni-quadro dei rischi possono essere usate come schede di lavoro per valutare i rischi nell’impresa nel modo più efficace possibile (vedere l’allegato).

Gli utilizzatori possibili sono il datore di lavoro o le persone da lui incaricate, ma anche i lavoratori e i loro rappresentanti (p.es. rappresentanti sindacali), nonché le autorità di ispezione.

Tali valutazioni dei rischi riportano già i pericoli e le fonti di stress tipici nonché i rischi che possono derivarne.

È assolutamente indispensabile confrontare la valutazione con le condizioni che si riscontrano effettivamente nell’impresa.

Le valutazioni-quadro dei rischi non devono essere applicate in modo sistematico.

Sul retro del foglio vengono illustrate le misure necessarie. Occorre designare i responsabili e fis-sare le scadenze di tali misure.

La valutazione delle condizioni di lavoro non sostituisce i periodici controlli dell’impresa da parte delle autorità di ispezione. Per tale motivo nelle valutazioni dei rischi non sono stati ripresi i rischi dovuti a difetti di costruzione, dispositivi di protezione difettosi o mancanti o utilizzo improprio.

8

2 Rischi e fonti di stress

2.1 Panoramica dei fattori di rischio e stress

I possibili fattori di rischio e stress sono elencati di seguito, raggruppati in 11 gruppi (tabella 1).

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1 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6

Rischi meccanici Pezzi in movimento non protetti

Pezzi con superfici pericolose

Mezzi di trasporto in movimento, attrez-zature di lavoro in movimento

Pezzi in movimento non controllati

Caduta al piano, sci-volamento, inciampo, torsione della caviglia, passo falso

Caduta dall’alto

2 2.1 2.2

Rischi elettrici Correnti di scossa Archi elettrici

3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6

Sostanze pericolose Gas Vapori Sostanze volatili (nebbie, fumi, polveri)

Liquidi, lavoro in ambiente umido

Solidi, paste Reazioni continue

4 4.1 4.2 4.3 4.4

Rischi biologici Rischio di infezione dovuto a microorgani-smi e virus

Organismi genetica-mente modificati

Sostanze tossiche e allergeniche di organismi

Carenza di igiene

5 5.1 5.2 5.3 5.4

Rischi di incendio ed esplosione

Rischio di incendio dovuto a solidi, liquidi, gas

Atmosfera esplosiva Esplosivi Carica elettrostatica

6 6.1 6.2

Rischi termici Contatto con oggetti caldi

Contatto con oggetti freddi

7 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 7.7

Rischi/fonti di stress fisico

Suono (rumore) Vibrazioni Radiazioni Campi elettromagnetici Lavori in depressione o sovrapressione

Clima Illuminazione

8 8.1 8.2 8.3

Fonti di stress fisico/penosità del lavoro

Lavoro dinamico penoso

Lavoro dinamico asimmetrico

Postura/lavoro statico

9 9.1 9.2 9.3

Fonti di stress psichico Sovraccarico di lavoro Lavoro frustrante Urgenza

10 10.1 10.2 10.3

Architettura del posto di lavoro/ergonomia

Dimensioni Elementi di comando Elementi di avviso

11 11.1 11.2

Altri rischi/fonti di stress

Attrezzature di prote-zione individuale

dovuti alle persone

Tabella 1: Panoramica dei fattori di rischio e stress

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1 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6

Rischi meccanici Pezzi in movimento non protetti

Pezzi con superfici pericolose

Mezzi di trasporto in movimento, attrez-zature di lavoro in movimento

Pezzi in movimento non controllati

Caduta al piano, sci-volamento, inciampo, torsione della caviglia, passo falso

Caduta dall’alto

2 2.1 2.2

Rischi elettrici Correnti di scossa Archi elettrici

3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6

Sostanze pericolose Gas Vapori Sostanze volatili (nebbie, fumi, polveri)

Liquidi, lavoro in ambiente umido

Solidi, paste Reazioni continue

4 4.1 4.2 4.3 4.4

Rischi biologici Rischio di infezione dovuto a microorgani-smi e virus

Organismi genetica-mente modificati

Sostanze tossiche e allergeniche di organismi

Carenza di igiene

5 5.1 5.2 5.3 5.4

Rischi di incendio ed esplosione

Rischio di incendio dovuto a solidi, liquidi, gas

Atmosfera esplosiva Esplosivi Carica elettrostatica

6 6.1 6.2

Rischi termici Contatto con oggetti caldi

Contatto con oggetti freddi

7 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 7.7

Rischi/fonti di stress fisico

Suono (rumore) Vibrazioni Radiazioni Campi elettromagnetici Lavori in depressione o sovrapressione

Clima Illuminazione

8 8.1 8.2 8.3

Fonti di stress fisico/penosità del lavoro

Lavoro dinamico penoso

Lavoro dinamico asimmetrico

Postura/lavoro statico

9 9.1 9.2 9.3

Fonti di stress psichico Sovraccarico di lavoro Lavoro frustrante Urgenza

10 10.1 10.2 10.3

Architettura del posto di lavoro/ergonomia

Dimensioni Elementi di comando Elementi di avviso

11 11.1 11.2

Altri rischi/fonti di stress

Attrezzature di prote-zione individuale

dovuti alle persone

11

2.2 Spiegazioni dei fattori di rischio e stress

1 Rischi meccanici

1.1 Pezzi in movimento non protetti • Zone con pericolo di schiacciamento• Zone con pericolo di lesione da taglio• Spinte• Zone taglienti• Punture• Rientranze

1.2 Pezzi con superfici pericolose • Angoli• Spigoli• Punte• Tagli• Rugosità

1.3 Mezzi di trasporto in movimento, attrezza-ture di lavoro in movimento

• Collisione• Impatto• Investimento• Ribaltamento• Caduta dall’alto• Infrastrutture di trasporto

1.4 Pezzi in movimento non controllati • Pezzi oscillanti• Pezzi che rotolano e scivolano• Pezzi che cadono e si staccano• Pezzi vaganti e che scoppiano• Sostanze che fuoriescono sotto pressione

1.5 Caduta al piano, scivolamento, inciampo, torsione della caviglia, passo falso

• Impurità (oli, grassi, resti di foraggio, ecc.)• Suolo scivoloso a causa delle intemperie• Irregolarità, dislivelli• Pezzi sparsi per terra• Superfici calpestabili di dimensioni

insufficienti

1.6 Caduta dall’alto • Crollo, ribaltamento• Scivolata, slittamento• Superamento dei limiti

2 Rischi elettrici

2.1 Correnti di scossa • Contatto normale sotto tensione, difettoso sotto tensione

2.2 Archi elettrici • Cortocircuiti• Funzionamento in carica• Mancata osservanza delle distanze di

sicurezza con i pezzi sotto tensione

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3 Sostanze pericolose

3.1 Gas 3.2 Vapori

3.3. Sostanze volatili (nebbie, fumi, polveri)

3.4 Liquidi, lavoro in ambiente umido 3.5 Solidi, paste

Inalazione, ingestione, contatto con la pelle• Sostanze pericolose• Polveri animali• Polveri vegetali

4 Rischi biologici

4.1 Rischio di infezione dovuto a microorgani-smi e virus

• Manipolazione di materiali o animali infetti (zooantroponosi)

• Carenza di igiene

4.2 Organismi geneticamente modificati • Lavori in laboratori e impianti biotecnici

4.3 Sostanze tossiche e allergeniche di organismi

Inalazione, ingestione, contatto con la pelle• Muffe• Acari / endotossine• Piante o parti vegetali

5 Rischi di incendio ed esplosione

5.1 Rischio di incendio dovuto a solidi, liquidi, gas

• Formazione di un incendio• Propagazione di un incendio

5.2 Atmosfera esplosiva attravero l’aria e• Gas,• Vapori, nebbie• Polveri

5.3 Esplosivi • Sostanze esplosive• Esplosivi• Accessori per l’esplosione

5.4 Carica elettrostatica • Formazione di scintille in caso di dif-fusione della carica dovuta a frizione o deflusso

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6 Rischi termici

6.1 Contatto con oggetti caldi • Fiamme aperte• Oggetti caldi• Liquidi caldi

6.2 Contatto con oggetti freddi • Oggetti freddi• Liquidi freddi

(p.es. azoto liquido)

7 Rischi / fonti di stress fisico

7.1 Suono (rumore) • Suono udibile (rumore)• Infrasuoni• Ultrasuoni

7.2 Vibrazioni • Vibrazioni in tutto il corpo• Vibrazioni al sistema mano-braccio

7.3 Radiazioni • Radiazioni UV (p.es. durante la saldatura elettrica)

• Radiazioni infrarossi• Laser• Raggi X• Radiazioni radioattive

7.4 Campi elettromagnetici • Lavori in prossimità di impianti ad alta tensione

7.5 Lavori in depressione o sovrapressione Normalmente non applicabile alle imprese agricole

7.6 Clima • Temperatura dell’aria• Umidità relativa dell’aria• Velocità dell’aria• Calore radiante

7.7 Illuminazione • Intensità luminosa• Contrasto• Abbagliamento, riflessione• Luce omogenea in luoghi e tempi diversi

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8 Fonti di stress fisico / penosità del lavoro

8.1 Lavoro dinamico penoso • Sollevamento e trasporto di carichi• Trazione e spinta di carichi• Angolo di inclinazione del torso > 60º

8.2 Lavoro dinamico asimmetrico • Operazioni che si ripetono continuamente• Movimenti ricorrenti di piccoli gruppi di

muscoli (dita, mani o braccia)

8.3 Postura/lavoro statico • Posizioni forzate• Lavoro effettuato sopra la testa

9 Fonti di stress psichico

9.1. Sovraccarico di lavoro • Densità di informazioni troppo elevata• Compito troppo complesso

9.2. Lavoro frustrante • Attività monotona• Frustrazione intellettuale

9.3. Urgenza • Tempi di ciclo• Pressione dovuta alle scadenze

10 Architettura del posto di lavoro / ergonomia

10.1 Dimensioni • Dimensioni del posto di lavoro• Postazione di lavoro davanti allo schermo• Condizioni di visibilità

10.2 Elementi di comando • Progettazione• Disposizione (a portata di mano)• Operatori / frequenza di utilizzo

10.3 Elementi di avviso • Riconoscibilità• Segnali ottici e acustici• Densità di informazioni

11 Altri rischi / fonti di stress

11.1 Attrezzature di protezione individuale • Stress da protezione delle vie respiratorie• Accettazione delle attrezzature di

protezione

11.2 dovuti alle persone • Disattenzione• Sovrastima• Idoneità

15

2.3 Determinazione del rischio

Con il termine rischio si intende la probabilità che un pericolo o una fonte di stress occasionino un danno fisico nonché la gravità di tale danno.

Nella presente guida il rischio è stato suddiviso in 3 gruppi:

Tabella 2: Gruppi di rischio R

R Rischio dovuto a pericolo o fonte di stress

1 ridotto

2 medio

3 elevato

In molte direttive europee sulla protezione sul luogo di lavoro sono stati fissati i valori che fanno scattare l’azione e i valori limiti per ogni fattore di stress.

Per determinare il rischio si può ricorrere alla seguente tabella:

R = 1 Valore che fa scattare l’azione rispettato Rischio ridotto

R = 2 Valore che fa scattare l’azione superatoma valore limite rispettato

Rischio medio

R = 3 Valore limite superato Rischio elevato

Il capitolo 4 della presente guida (pagina 22) riporta tabelle con l’attribuzione dei gruppi di rischio per alcuni importanti fattori di stress.

Per i fattori di rischio per i quali non possono essere determinati i valori limite né i valori che fanno scattare l’azione (p.es. rischi meccanici), il rischio può essere determinato in base al metodo seguente tenendo conto della frequenza e della gravità delle conseguenze:

Frequenza

A = Frequente Rischio segnalato spesso, p.es. una volta al mese o più

B = Abbastanza frequente Più volte all’anno, p.es. sei volte all’anno.

C = Occasionale Alcune volte, p.es. due volte all’anno

D = Raro Potrebbe succedere, p.es. una volta all’anno

E = Improbabile P.es. ogni cinque anni

F = Molto improbabile Meno di una volta ogni dieci anni

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Gravità delle conseguenze

1 = Lieve Infortunio senza incapacità di lavoro, pronto soccorso

2 = Medio Infortunio con prolungata incapacità di lavoro, p.es. tre settimane

3 = Grave Infortunio che causa gravi danni fisici e/o invalidità non permanente

4 = Molto grave Infortunio mortale o che causa invalidità permanente

Il rischio viene determinato in base alla tabella 3:

Verde R = 1 ridotto

Giallo R = 2 medio

Rosso R = 3 elevato

Tabella 3: Determinazione dei rischi

Frequente A R = 3

Abbastanza frequente

B

Occasionale C

Raro D R = 2

Improbabile E

Molto improbabile F R = 1

Frequenza

Conseguenze

1Lieve

2Medio

3Grave

4Molto grave

Esempio: Episodio abbastanza frequente (B) con gravi conseguenze (3) produce un rischio R = 3 (elevato).

17

3 Documentazione

3.1 Generalità

La direttiva-quadro 89/391/CEE sulla sicurezza sul posto di lavoro esige dall’impresa una documen-tazione sui seguenti aspetti:

• il risultato della valutazione dei rischi,

• le misure stabilite per la protezione sul luogo del lavoro e

• il risultato del controllo dell’efficacia delle misure di protezione.

L’allegato 1 comprende schede di lavoro che possono essere utilizzate per soddisfare i requisiti di cui sopra.

Per completare la documentazione possono essere utilizzati altri documenti sui rischi e le fonti di stress nell’impresa (p.es. rapporti sui controlli dell’impresa e manuali d’uso).

3.2 Spiegazioni relative alla scheda di lavoro 0.1 - Protezione sul luogo di lavoro nell’impresa -

La direttiva-quadro sulla sicurezza sul posto di lavoro parte dalla valutazione dei rischi per stabilire una serie di misure che il datore di lavoro deve adottare per la sicurezza e la protezione della salute nella sua impresa. La misure più importanti sono riportate nella scheda di lavoro 0.1 e possono essere esaminate facilmente.

Fronte, Campo “Impresa”:

Inserire il nome o apporre il timbro dell’impresa.

Colonna 3 – sì – , Colonna 4 – no – :

In linea generale, si dovrebbe mettere una crocetta o nella colonna 3 o nella colonna 4.

Colonna 5 – non applicabile – :

Nella colonna 5 va messa una crocetta solo quando è previsto a tal fine un campo corrispondente.

Per quanto riguarda le misure 2.1, 3. e 4., si noti che: Per le misure di protezione sul luogo di lavoro, il datore di lavoro deve nominare o un lavoratore della sua impresa (misura 2.1) oppure un esperto esterno (misura 3.) oppure ancora assumersi egli stesso il compito della protezione (misura 4.), sempre che ciò sia consentito dalla normativa nazionale.

Non è quindi consentito mettere una crocetta sulla colonna 5 (non applicabile) per tutte le misure.

Campo “Data, compilatore”:

Chi ha eseguito il compito, quando è stato eseguito? Non si dimentichi di compilare questo campo!

Retro, Colonna 1 – Nr. –

Numero corrente della misura (vedere fronte).

Colonna 2 – Responsabile –

In questo campo, inserire il lavoratore che nell’impresa è responsabile dell’organizzazione o dell’esecuzione della misura.

18

Colonna 3 – Scadenza –

Per ogni misura va stabilita una scadenza.

Colonna 4 – Realizzazione –

Inserire la data di realizzazione.

Colonna 5 – Controllo –

L’efficacia delle misure eseguite deve essere controllata dall’imprenditore a determinati inter-valli. Il controllo viene documentato nella colonna 5.

3.3 Spiegazioni relative alla scheda di lavoro 0.2 - Panoramica delle attività nell’impresa -

Nella valutazione dei rischi e delle fonti di stress devono essere contemplate tutte le attività dei lavoratori. A tal fine viene utilizzata la scheda di lavoro 0.2 (vedere allegato).

Campo “Impresa”:

Inserire il nome o apporre il timbro dell’impresa.

Campo “Numero di dipendenti”:

Numero complessivo dei lavoratori nell’impresa.

Campo “Settore di lavoro”:

Settore, reparto, brigata, ecc. (p.es. coltura in pieno campo, impianto di bestiame da latte, officina, amministrazione).

Fronte e retro della scheda di lavoro sono destinati ognuno a un settore di lavoro, vale a dire ogni scheda serve per due settori. Qualora nell’impresa siano presenti più settori di lavoro, si possono utilizzare altre schede di lavoro 0.2.

Colonna 1 – Nome –

Nome dei lavoratori nel settore di lavoro.

Colonna 2 – Attività –

Per ogni lavoratore, indicare solamente l’attività principale o le attività che comportano parti-colari rischi o fonti di stress (p.es. trattorista, manipolazione di liquami).

Colonna 3 – Nr. della valutazione dei rischi –

Indicare il numero della valutazione o delle valutazioni dei rischi corrispondente al lavoratore (vedere allegato). Una valutazione dei rischi può riguardare più lavoratori:

Settore di lavoro: Coltura in pieno campo

Nome Attività Nr. della valuta-zione dei rischi

Scheda Gruppo di rischio

Sorveglianza sanitaria

Müller Schulze Meier

} trattorista 1.1 2

19

Oppure a un lavoratore possono essere applicate più valutazioni dei rischi:

Settore di lavoro: Coltura in pieno campo

Nome Attività Nr. della valuta-zione dei rischi

Scheda Gruppo di rischio

Sorveglianza sanitaria

Lehmann Trattorista

Manipolazione di prodotti fitosanitari

Lavoro in officina

1.1

1.4

1.2

2

3

4

Krause Trattorista

Manipolazione di concime liquido

1.1

2.7

2

5

Per le attività per le quali non esiste nessuna valutazione-quadro dei rischi, la valutazione viene eseguita in conformità con il punto 2.3 e documentata sulla scheda di lavoro “in bianco” (vedere allegato).

Colonna 4 – Scheda –

Nr. di scheda delle singole valutazioni dei rischi nel settore di lavoro. A conclusione di tutte le valutazioni dei rischi è consigliabile numerare le schede di lavoro e indicare il numero di scheda.

Colonna 5 – Gruppo di rischio –

Nella colonna 5 indicare solamente la valutazione negativa, cioè il rischio più elevato per i lavoratori in esame.

Colonna 6 – Sorveglianza sanitaria –

Sorveglianza sanitaria necessaria per ogni lavoratore.

Attenzione! Compilare solo a conclusione della valutazione dei rischi!

Campo “Data, compilatore”:

Chi ha eseguito la valutazione dei rischi, quando è stato eseguita?

Non si dimentichi di compilare questo campo!

3.4 Spiegazioni relative alle schede di lavoro da 1.1 a 10 - Valutazioni dei rischi -

Nelle valutazioni dei rischi comprese tra 1.1 e 10. sono riportati i rischi e le fonti di stress che potrebbero normalmente insorgere per le attività in esame. Occorre in ogni caso provare se il rischio o la fonte di stress indicata per il/i lavoratore/i è presente nell’impresa o se esistono eventualmente altri rischi o fonti di stress. In questo secondo caso, si può utilizzare lo spazio libero in fondo alle schede di lavoro per documentare tali rischi o fonti di stress.

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Fronte, Campo “valida per”:

Inserire in questo campo a chi si applica la valutazione dei rischi. Compilare o con i nomi dei lavoratori o con il settore, reparto, ecc.

Colonna 1 – Codice –

Codice dei fattori di rischio e di fonti di stress secondo i paragrafi 2.1 e 2.2.

Colonna 2 – Tipo di rischio e stress –

Fattori di rischio e stress che insorgono nell’attività in esame.

Colonna 3 – Rischio max. –

Il rischio massimo che ci si può attendere.

Colonna 4 – Rischio reale –

Compilare la colonna con il rischio effettivo corrispondente alle condizioni aziendali.

Nel caso in cui il rischio possa essere determinato solo in seguito a una successiva consu-lenza, lasciare provvisoriamente vuoto il campo o inserire un rischio provvisoriamente (p.es. a matita).

Se un fattore di rischio o stress non è presente per una determinata attività dell’impresa, inserire 0.

Colonna 5 – Misure –

In questo campo vengono indicate in forma generale le misure necessarie. La spiegazione particolareggiata viene riportata sul retro nella colonna 8.

Colonna 6 – Cons. necess. –

Appare già una X se è necessario chiedere una consulenza supplementare per determinare i rischi o le misure preventive (p.es. da parte di autorità di ispezione, medico del lavoro).

Se tale necessità non sussiste, barrare la crocetta!

Se sono necessarie altre consulenze per determinati fattori di rischio e stress, apporre una crocetta.

La necessità di consulenza va illustrata sul retro della valutazione dei rischi:

Su quali aspetti deve vertere la consulenza?

Retro, Colonna 7 – Codice –

Codice dei fattori di rischio e stress della colonna 1.

Colonna 8 – Spiegazione delle misure –

Spiegazioni più dettagliate delle misure indicate nella colonna 5.

Qualora fossero necessarie ulteriori misure, utilizzare lo spazio vuoto sul retro del foglio.

Attenzione! Nell’eseguire le misure, rispettare sempre l’ordine riportato al capitolo 1.3!

Colonna 9 – Responsabile –

In questo campo, inserire il lavoratore che nell’impresa è responsabile dell’organizzazione o dell’esecuzione della misura.

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p. es.: Chi si occupa delle attrezzature di sicurezza individuali? Chi determina gli esami preventivi a livello di medicina del lavoro? Chi organizza le consulenze supplementari?

Colonna 10 – Scadenza/realizzazione –

Per ogni misura va stabilita una scadenza.

Inserire la data di realizzazione.

Colonna 11 – Controllo –

L’efficacia delle misure eseguite deve essere controllata dall’impresa a determinati intervalli. Il controllo viene documentato nella colonna 11.

4 Indicazioni per la determinazione dei rischi per fattori di rischio e stress specifici

4.1 Fumi di saldatura (codice 3.3)

La determinazione del rischio avviene in conformità con la direttiva 98/24/CE:

R = 1 Concentrazione dei fumi di saldatura ≤ 1,5 mg/m³

R = 2 1,5 mg/m³ < Concentrazione dei fumi di saldatura ≤ 3 mg/m³

R = 3 Concentrazione dei fumi di saldatura > 3 mg/m³

Per i seguenti processi lavorativi si parte generalmente dal presupposto che la concentrazione nell’aria dei fumi di saldatura sia inferiore a 3 mg/m³:

• Saldatura a gas con metallo di apporto

• Riscaldamento a fiamma

• Saldatura TIG

• Saldatura microplasma

• Taglio al plasma sotto l’acqua

• Saldatura ad arco sommerso

• Saldatura a resistenza, esclusa saldatura per scintillio

• Saldatura per attrito

• Spruzzatura termica in impianti incapsulati

• Saldatura per percussione

• Saldatura per fusione (saldatura alluminotermica)

• Saldatura a elettroscoria

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Per i seguenti processi lavorativi si parte generalmente dal presupposto che la concentrazione nell’aria dei fumi di saldatura sia superiore a 3 mg/m³:

• Saldatura ad arco a elettrodi rivestiti, nella misura in cui non è garantita una sufficiente ventilazione

• Saldatura MIG/MAG, nella misura in cui non è garantita una sufficiente ventilazione

• Taglio al plasma (senza aspirazione o senz’acqua)

• Spruzzatura alla fiamma, ad arco e al plasma in impianti non interamente incapsulati

• Scanalatura alla fiamma

• Scanalatura ad aria compressa ad arco

• Saldatura per scintillio

4.2 Polveri di cereali e foraggio (codice 3.3)

La determinazione del rischio avviene in conformità con la direttiva 98/24/CE:

R = 1 Concentrazione nell’aria di polveri inalabili ≤ 1 mg/m³

R = 2 1 mg/m³ < Concentrazione nell’aria di polveri inalabili ≤ 4 mg/m³

R = 3 Concentrazione nell’aria di polveri inalabili > 4 mg/m³

4.3 Polvere nella stalla (codice 3.3)

La determinazione del rischio avviene in conformità con la direttiva 98/24/CE:

R = 1 Concentrazione nell’aria di polveri inalabili ≤ 5,0 mg/m³ Concentrazione nell’aria di polveri alveolari ≤ 1,5 mg/m³

R = 2 5,0 mg/m³ < Concentrazione nell’aria di polveri inalabili ≤ 10 mg/m³ 1,5 mg/m³ < Concentrazione nell’aria di polveri alveolari ≤ 3 mg/m³

R = 3 Concentrazione nell’aria di polveri inalabili > 10 mg/m³ Concentrazione nell’aria di polveri alveolari > 3 mg/m³

4.4 Lavoro in ambiente umido (codice 3.4)

La determinazione del rischio avviene in conformità con la direttiva 98/24/CE:

R = 1Lavoro in ambiente umido regolarmente ≤ 2 h oppure dalla valutazione dei rischi si evince solo un rischio ridotto (p.es. adeguata protezione cutanea)

R = 2 2 h < Lavoro in ambiente umido ≤ 4 h

R = 3 Lavoro in ambiente umido regolarmente > 4 h

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4.5 Rumore (codice 7.1)

La determinazione del rischio avviene in conformità con la direttiva 2003/10/CE:

LEX,8h = Livello di esposizione giornaliera al rumore

R = 1 LEX,8h ≤ 80 dB(A)

R = 2 80 dB(A) < LEX,8h < 85 dB(A)

R = 3 LEX,8h ≥ 85 dB(A)

Nei gruppi di rischio 2 e 3, nel caso in cui la durata di esposizione annua sia inferiore a 30 giorni, scegliere il gruppo di rischio più basso.

Nel calcolo si è partiti dal presupposto di un tempo di guida effettivo di 6 ore al giorno che corri-sponde normalmente a un orario lavorativo giornaliero di 8-9 ore. In caso di raddoppiamento del tempo di guida, aggiungere 3 dB(A). In caso di dimezzamento del tempo di guida, togliere 3 dB(A). Interpolare i valori intermedi.

Le macchine agricole e i trattori di nuova generazione sono generalmente più silenziosi. I livelli di pressione acustica devono essere indicati nei manuali d’uso. Occorre considerare tuttavia che se si guida con la portiera o i finestrini aperti, i livelli di pressione acustica aumentano notevolmente.

In caso di dubbio, ricorrere a misurazioni.

4.6 Vibrazioni (codice 7.2)

La determinazione del rischio avviene in conformità con la direttiva 2002/44/CE:

4.6.1 Vibrazioni in tutto il corpo

A(8) = Esposizione giornaliera

Asse Z

R = 1 A(8) ≤ 0,5 m/s2

R = 2 0,5 m/s2 < A(8) < 0,8 m/s²

R = 3 A(8) ≥ 0,8 m/s²

Asse X o Y

R = 1 A(8) ≤ 0,5 m/s2

R = 2 0,5 m/s2 < A(8) < 1,15 m/s²

R = 3 A(8) ≥ 1,15 m/s²

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4.6.2 Vibrazioni al sistema mano-braccio

A(8) = Valore di esposizione giornaliera

R = 1 A(8) ≤ 2,5 m/s²

R = 2 2,5 m/s² < A(8) < 5,0 m/s²

R = 3 A(8) ≥ 5,0 m/s²

Nei gruppi di rischio 2 e 3, nel caso in cui la durata di esposizione annua sia inferiore a 30 giorni, scegliere il gruppo di rischio più basso.

Nel calcolo si è partiti dal presupposto di un tempo di guida effettivo di 6 ore al giorno che corri-sponde normalmente a un orario lavorativo giornaliero di 8-9 ore.

In caso di tempi di guida molto oscillanti, i valori vanno moltiplicati per il fattore dove T è l’effettivo tempo di guida giornaliero in ore.

4.7 Illuminazione (codice 7.7)

I valori nominali necessari di intensità luminosa (En) sono riportati sul retro delle singole valutazioni dei rischi.

La determinazione dei rischi sulla base dei valori misurati EG può essere effettuata come segue:

R = 1 EG ≥ ½ En

R = 2 EG < ½ En

4.8 Sollevamento e trasporto di carichi (codice 8.1)

Per una prima determinazione del rischio basata unicamente sul carico (LD per le donne, LU per gli uomini) può bastare la seguente classificazione:

Donne Uomini

R = 1 LD < 10 kg LU < 15 kg

R = 2 10 kg ≤ LD < 15 kg 15 kg ≤ LU < 25 kg

R = 3 LD ≥ 15 kg LU ≥ 25 kg

Per procedere a una valutazione differenziata delle condizioni di lavoro, raccomandiamo il metodo degli indicatori chiave utilizzato a livello internazionale.

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Allegato: Schede di lavoro per la documentazione

0.1 Protezione sul luogo di lavoro nell’impresa

0.2 Panoramica delle attività nell’impresa

1.1 Utilizzo di macchine agricole e trattori

1.2 Lavoro in officina

1.3 Lavori di saldatura

1.4 Manipolazione di prodotti fitosanitari

1.5 Pulizia / disinfezione delle sementi

1.6 Lavori in selezionatrici

1.7 Piantagione e raccolta di verdure in campo aperto

1.8 Frutticoltura

1.9 Immagazzinamento di cereali

1.10 Funzionamento di impianti di produzione di biogas

2.1 Allevamento bovino

2.2 Mungitura

2.3 Cura degli unghioni

2.4 Allevamento porcino

2.5 Allevamento di cavalli

2.6 Produzione di pollame e uova

2.7 Manipolazione di concime liquido

2.8 Allevamento ovino e caprino

2.9 Apicoltura

2.10 Allevamento di struzzi

2.11 Allevamento di daini e cervi

2.12 Allevamento di alpaca

3 Macellazione, lavorazione e commercializzazione

4.1 Produzione di legname con motosega

4.2 Trasporto del legname fuori foresta

5.1 Lavoro nelle vigne

5.2 Enologia

5.3 Distilleria

6 Pesca interna

7 Lavori edili

8 Lavori con motosega/decespugliatore

9 Lavorazione del legno

10 Lavori di ufficio

- Scheda di documentazione in bianco

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In qualità di organizzazione ombrello europea, l’EFFAT rappresenta oltre 127 sindacati nazionali di 38 Paesi europei, difendendo gli interessi di oltre 2,5 milioni di iscritti nei settori dell’agricoltura, dell’agroa-limentare e del turismo.

L’EFFAT fa parte della Confederazione europea dei sindacati (CES) ed è un’organizzazione regionale all’interno dell’Unione Internazionale dei sindacati del settore alimentare.

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