giugno 2005 un obiettivo su pemba -...

4
Isola di Pemba, Tanzania, 14 feb- braio-1 marzo 2005. Michelangelo Carozzi e Andrea Martelli raccontano, con parole e immagini, la situazione sanitaria e sociale dell’isola. Con il piccolo bimotore partito da Zanzibar ci avviciniamo all’isola di Pemba. La giornata è limpida, senza una nuvola: noi stessi ne siamo incantati tanto che il rumore assordante dell’aereo passa in se- condo piano. Nei prossimi 15 giorni dovremo documentare, attraverso riprese video, la situazione sanitaria dell’i- sola e, soprattutto, l’importante contributo del Laboratorio di Sa- nità pubblica per la comunità loca- le. È un progetto al quale abbiamo lavorato a lungo, con un notevole sforzo sia organizzativo sia di repe- rimento dei fondi necessari. Il ma- teriale raccolto formerà un Dvd a disposizione della Fondazione. L’isola di Pemba sembra una zatte- ra sull’oceano; dall’alto è verdissi- ma e mano a mano che si scende sembra quasi di toccarne la vege- tazione rigogliosa. Il fastidioso mal di orecchie, oltre allo stridere delle ruote sull’asfalto caldo, ci avverte che stiamo atterrando. Ci appre- stiamo a vivere due intense setti- mane di lavoro: l’avventura è co- minciata. Una stanza profumata di chiodi di garofano: è questa la prima sensa- zione che ci accoglie, appena scesi dalla scaletta del piccolo aereo. Un profumo intensissimo e violento. A bordo di un pick-up ci dirigiamo subito al Laboratorio dove trovia- mo un accoglienza calorosa. Lungo la strada però le immagini che ci scorrono davanti agli occhi si fanno ben presto allarmanti, a cominciare dalle case che sono po- verissime, prive di qualunque ser- vizio igienico, fatte solo di terra battuta e con i tetti di foglie di palma. Pochissime strade sono asfaltate, e quelle sterrate durante la stagione delle piogge si trasfor- mano in torrenti in piena renden- do quasi impossibile raggiungere i villaggi. L’unica via percorribile è quella che collega nord e sud del- l’isola, costruita alcuni anni fa dalla Cooperazione italiana. Il sorriso dei bambini ci accompa- gna per tutto il viaggio; è un conti- nuo vociare, un gridare allegro alla vista delle nostre telecamere. I bambini vengono a stringerti la mano, ti guardano con curiosità, vogliono conoscerti e, anche se non parlano inglese, comunicano benissimo con i loro sguardi pieni di vita. Sembra, però, di essere stati proiettati in un’epoca lontana. Anzi lontanissima, anni luce dalla no- stra modernità, tanto che ci si chie- de come questa gente possa avere voglia di sorridere in una vita di pura sussistenza. Le condizioni igieniche sono precarie ovunque: sia nei villaggi, sia, ancor peggio, negli ospedali. Ne abbiamo visitati tre e l’unico che si possa dire degno di questo nome è quello di Chake-Chake (la città principale di Pemba). Qui, la gran parte dei macchinari e delle attrezzature (continua a pagina 2) Un obiettivo su Pemba Fondazione Ivo de Carneri Giugno 2005 Sped. in A.P. • Art. 2 Comma 20/C • Legge 662/96 • Milano • Anno VI Numero 11 Per la promozione dei piani di lotta alle malattie parassitarie nei Paesi in via di sviluppo e l’incremento degli studi di Parassitologia www.fondazionedecarneri.it • Viale Monza, 44 • 20127 Milano • Tel. 02 28900393 • Fax 02 28900401 • e-mail: [email protected] Sommario In questo numero: Un obiettivo su Pemba Parliamo di Tubercolosi Progetti Le rubriche: Iniziative Chi siamo Contribuire come Il reparto di pediatria dell’ospedale di Chake Chake. Michelangelo Carozzi e Andrea Martelli con alcuni tecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica Ivo de Carneri.

Upload: phunghuong

Post on 07-Dec-2018

214 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

FONDAZIONE IVO DE CARNERI NOTIZIE

Direttore ResponsabileVALERIA LAURA CAROZZI

RedazioneFRANCESCO NAPOLI

Segreteria di RedazioneSILVANA MAGGIONIHanno collaborato

MICHELANGELO CAROZZIANDREA MARTELLIDIEGO ZALLOCCO

Fotocomposizione e stampa:Grafica C.&P. srl

Via dell’Artigianato, 7 - 23875 Osnago (LC)Iscritto nel registro del Tribunale diMilano al n. 687 in data 08/11/1999

Periodico semestraleTiratura 2300 copie

Finito di stampare giugno 2005Si ringrazia la Catullo & Sylwan per il

progetto e la consulenza graficaLa informiamo che i suoi dati saranno sottoposti a operazioni ditrattamento automatizzato, di conservazione, di utilizzo, di cancel-lazione ed elaborazione da parte della Fondazione Ivo de CarneriOnlus, finalizzate all’invio di materiale informativo e corrisponden-za riguardante esclusivamente le attività della Fondazione stessa. Inogni momento, ai sensi dell’art. 13 legge 675/96, potrà avere acces-so ai dati e chiederne la modifica o cancellazione scrivendo a: Fon-dazione Ivo de Carneri Onlus-Viale Monza 44-20127 Milano.

Contribuire come

P.O. Box 122, Wawi, Chake Chake,Pemba Island - Zanzibar (Tanzania)

Tel./Fax +255 24 2452003e-mail: [email protected]

• Gennaio - Facoltà di Agraria,Università di Milano, Conferenzasulla Cooperazione Multisettorialenei Paesi in via di Sviluppo: vienepresentato il progetto “Acqua sicu-ra nel distretto di Chake Chake”.

• Marzo - Milano, “Serata d’incan-to”, asta benefica di quadri donatida pittori italiani per sostenere leattività della Fondazione in Africa.

• Aprile – Chiesa del convento deifrati francescani di Cles, il Coro deicoristi delle Chiese d’Anaunia,maestro Aldo Lorenzi, ha organiz-zato un concerto di “Canti liturgicidelle Chiese d’Anaunia dell’epocapreconciliare” a sostegno dellaFondazione.

• Maggio – Milano, il PremioMediastars primo classificato perle Campagne Sociali è stato asse-gnato a Stefano Colombo e allaPublicis per lo Spot contro la mala-ria “Zanzare” realizzato per TV,Radio e Stampa a sostegno dellaFondazione.

IniziativeProgettiFormazioneLa Fondazione Ivo de Carneri orga-nizza, insieme alle Università diAncona e Brescia, il terzo corso resi-denziale internazionale di formazio-ne avanzata in medicina tropicale“Challenges of Tropical Medicine inthe Third Millennium” (TMTM). Ilcorso, della durata complessiva di10 settimane nel periodo maggio-luglio 2005, è strutturato in tremoduli, due in Italia e uno a Pemba- Zanzibar presso il Laboratorio diSanità Pubblica Ivo de Carneri. I duemoduli in Italia affrontano, il primo,le malattie parassitarie e la rispostaalle epidemie, il secondo, l’AIDS e lemalattie sessualmente trasmesse. Ilmodulo a Pemba è finalizzato all’ap-plicazione delle nozioni teorico-pra-tiche acquisite nella realtà di unPaese dell’Africa subsahariana.Il corso, in lingua inglese, è rivolto apersonale sanitario proveniente daPaesi dell’UE e da Paesi in via di svi-luppo (PVS). Per facilitare la parteci-pazione di corsisti dai PVS sono pre-viste borse di studio a totale coper-tura delle spese di viaggio, soggior-no e iscrizione al corso.Si prevede di replicare l’evento for-mativo nel 2006.Si ringraziano gli sponsor per ilgeneroso sostegno: AICU Associa-zione Italiana Carlo Urbani, Com-pagnia di San Paolo di Torino, TheGabriele Charitable Trust.

Progetto AcquaÈ stato avviato nel gennaio 2005 ilprogetto “Acqua sicura nel distrettodi Chake Chake (Pemba-Zanzibar)”.Il progetto, che vede coinvolti laOnlus Ingegneria Senza Frontiere -Trento e l’Istituto di Igiene dell’Uni-versità di Milano, viene realizzato instretta collaborazione con la contro-parte locale zanzibarese, in partico-lare il ministero della Sanità con ilLaboratorio di Sanità Pubblica Ivode Carneri e il Dipartimento delleAcque del ministero dell’Ambiente.Obiettivo principale del progetto è iltrasferimento di conoscenze specifi-che e di attrezzature tecnologichevolte alla mappatura e alla valuta-zione delle risorse idriche neldistretto di Chake Chake, congiun-tamente all’attività di formazionesull’uso domestico sicuro dell’acquaper lo sviluppo della comunità loca-le. Maggiori dettagli nel prossimonumero di “Notizie” con la vocediretta dal campo di un volontarioitaliano. Il progetto è stato finanziato al70% dalla Provincia autonoma diTrento e per la restante parte daidonatori privati della Fondazione.

ATTO COSTITUTIVO:27 ottobre 1994RICONOSCIMENTI:Ministero della Sanità: 96A1550Onlus: 99A3085 - Ong: L. 49/1987ORGANI DELLA FONDAZIONE:Presidente,Consiglio di Amministrazione,Segretario Generale,Comitato Scientifico,Colle-gio dei revisori dei conti, Comitato d’onore.Molte sono le persone che collaborano conla Fondazione e tutte come volontari.MEMBRI DEL COMITATO SCIENTIFICO:Marco Albonico,ASL 2,Torino; Luigi De Carli,Università di Pavia;Luigi Di Matteo,ASL Voghe-ra; Claudio Genchi, Università di Milano;Edoardo Pozio, Istituto Superiore di Sanità,Roma; Giovanni Rezza, Istituto Superiore diSanità, Roma; Lorenzo Savioli, OMS, Ginevra.SEDI: Milano - Viale Monza,44

Cles (TN) - La Filanda,Via delle ScuoleZanzibar,Tanzania - P.O. Box 3773

La Fondazione Ivo de Carneri Onlusper realizzare i suoi progetti confidasull’aiuto dei benefattori:• c.c.p. n. 792200

intestato alla Fondazione

• c.c. n. 12205G Banca Antonvenetadi Milano - Agenzia 400 - Cab 1614Abi 5040

• c.c. n. 23984505 - Unicredit Bancadi Cles - Cab 34671 Abi 2008

• carta di credito con lettera sotto-scritta indicando importo, numero,tipo di carta e scadenza.

Le erogazioni liberali sono deduci-bili (Art. 13 DL 460/97 e 65 DPR917/86 e successive modifiche).

Chi siamo

Isola di Pemba, Tanzania, 14 feb-braio-1 marzo 2005.Michelangelo Carozzi e AndreaMartelli raccontano, con parole eimmagini, la situazione sanitaria esociale dell’isola.

Con il piccolo bimotore partito daZanzibar ci avviciniamo all’isola diPemba. La giornata è limpida,senza una nuvola: noi stessi nesiamo incantati tanto che il rumoreassordante dell’aereo passa in se-condo piano.Nei prossimi 15 giorni dovremodocumentare, attraverso ripresevideo, la situazione sanitaria dell’i-sola e, soprattutto, l’importantecontributo del Laboratorio di Sa-nità pubblica per la comunità loca-le. È un progetto al quale abbiamolavorato a lungo, con un notevolesforzo sia organizzativo sia di repe-rimento dei fondi necessari. Il ma-teriale raccolto formerà un Dvd adisposizione della Fondazione.L’isola di Pemba sembra una zatte-ra sull’oceano; dall’alto è verdissi-ma e mano a mano che si scendesembra quasi di toccarne la vege-tazione rigogliosa. Il fastidioso maldi orecchie, oltre allo stridere delleruote sull’asfalto caldo, ci avverteche stiamo atterrando. Ci appre-

stiamo a vivere due intense setti-mane di lavoro: l’avventura è co-minciata. Una stanza profumata di chiodi digarofano: è questa la prima sensa-zione che ci accoglie, appena scesidalla scaletta del piccolo aereo. Unprofumo intensissimo e violento. Abordo di un pick-up ci dirigiamosubito al Laboratorio dove trovia-mo un accoglienza calorosa.Lungo la strada però le immaginiche ci scorrono davanti agli occhisi fanno ben presto allarmanti, acominciare dalle case che sono po-verissime, prive di qualunque ser-vizio igienico, fatte solo di terrabattuta e con i tetti di foglie dipalma. Pochissime strade sonoasfaltate, e quelle sterrate durantela stagione delle piogge si trasfor-mano in torrenti in piena renden-do quasi impossibile raggiungere ivillaggi. L’unica via percorribile èquella che collega nord e sud del-l’isola, costruita alcuni anni fadalla Cooperazione italiana. Il sorriso dei bambini ci accompa-gna per tutto il viaggio; è un conti-nuo vociare, un gridare allegro allavista delle nostre telecamere. Ibambini vengono a stringerti lamano, ti guardano con curiosità,vogliono conoscerti e, anche se

non parlano inglese, comunicanobenissimo con i loro sguardi pienidi vita. Sembra, però, di essere statiproiettati in un’epoca lontana. Anzilontanissima, anni luce dalla no-stra modernità, tanto che ci si chie-de come questa gente possa averevoglia di sorridere in una vita dipura sussistenza. Le condizioniigieniche sono precarie ovunque:sia nei villaggi, sia, ancor peggio,negli ospedali. Ne abbiamo visitatitre e l’unico che si possa diredegno di questo nome è quello diChake-Chake (la città principale diPemba). Qui, la gran parte deimacchinari e delle attrezzature

(continua a pagina 2)

Un obiettivo su Pemba

Fondazione Ivo de Carneri

Giugno 2005 Sped. in A.P. • Art. 2 Comma 20/C • Legge 662/96 • Milano • Anno VI Numero 11

Per la promozionedei piani di lotta allemalattie parassitarienei Paesi in via disviluppoe l’incrementodegli studi diParassitologia

www.fondazionedecarneri.it • Viale Monza, 44 • 20127 Milano • Tel. 02 28900393 • Fax 02 28900401 • e-mail: [email protected]

SommarioIn questo numero:• Un obiettivo su Pemba• Parliamo di Tubercolosi• Progetti

Le rubriche:• Iniziative• Chi siamo• Contribuire come

Il reparto di pediatriadell’ospedale di Chake Chake.

Michelangelo Carozzi e Andrea Martelli con alcunitecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica Ivo de Carneri.

Come ricevere NOTIZIE

Per continuare a riceverequesto giornale,

basta un piccolo contributo.

scientifiche è stata do-nata dalla Cooperazio-ne italiana.La sala operatoria diMkoani, seconda città eporto principale nelSud dell’isola, fa rabbri-vidire per l’impressio-nante stato di abbando-no che vi regna. Le per-sone che intervistiamonel corso delle riprese(perlopiù paramedici)ci guidano nella visitaalle varie stanze di de-genza: veri e propridormitori, dove nonesistono dei letti degnidi questo nome e dovele zanzariere, prima barriera con-tro la malaria, attendono da anni diessere sostituite.Le malattie che maggiormente in-teressano questa zona dell’Africamalaria, tubercolosi, schistosomia-si - colpiscono perlopiù i bambinifino ai 5 anni. I piccoli malati sonosdraiati sui letti, vegliati dallemadri che cercano di alleviare lorole sofferenze: ciò nonostante, suiloro volti non si vede disperazione,ma solo dignità mista a rassegnatatristezza.Queste scene sono un pugno allostomaco: soprattutto quando si sache basterebbe veramente pocoper salvare la maggior parte diqueste vite.Le note (tristi) non cambianoquando si passa alle scuole. Nullache assomigli, neanche lontana-mente, a quelle dei nostri paesi.Sono grandi capannoni aperti cheaccolgono classi di 60/70 ragazzi diambo i sessi. I servizi igienici pergli scolari non esistono. I ragazzipreferiscono fare tutto a cielo aper-to: è più sicuro.Una classe ci accoglie con unacantilena armoniosa: ci viene spie-gato che si tratta della recita delletabelline. Tutti gli scolari hannosguardi attenti mentre la maestracorregge i loro compiti. Visto l’altonumero di allievi, la scuola preve-de due turni di lezioni: il primo allamattina presto, il secondo nel po-meriggio. Effettuiamo le nostre ri-prese durante l’intervallo e il solitodrappello di bambini ci corre attor-no, festante.Pemba è un’isola fertile e permetteun soddisfacente sfruttamentodelle risorse agricole intorno allequali gira un microsistema econo-

mico di coltivazione e vendita difrutta e verdura.Sulle bancarelle lungo la strada sitrovano mango, papaia, banane,vari altri tipi di frutta, pomodori eortaggi locali. Le poche coltivazionia pieno campo sono di riso e cassa-va, un tubero simile alla patata discarsissimo valore nutritivo. Lapesca viene effettuata in modo arti-gianale con lenze e piccole imbar-cazioni in legno e pertanto solo unaminima parte del pescato vieneesportato nel continente, produ-cendo un reddito piuttosto scarso.La pesca resta comunque un’atti-vità importantissima per la soprav-vivenza della gente del luogo. I pe-scatori scaricano il pesce sullaspiaggia, dove un banditore ne fissa

il prezzo. Poi, i com-mercianti o i singoli ac-quirenti caricano lamerce in grossi cesti ein bicicletta vanno aimercati per rivenderlao scambiarla con altriprodotti. Parte delpesce viene compratoanche dai pochissimiristoranti, gestiti dastranieri. L’economiadell’isola è molto pove-ra. L’unico prodottoesportato sono i chiodidi garofano che il go-verno locale compra aprezzo fisso dai coltiva-tori per poi “piazzarlo”

sul mercato internazionale.L’isola è ricca di acqua. Dapper-tutto rigagnoli, fiumiciattoli elaghi creati dalle piogge. I bambi-ni vi si tuffano e nuotano festanti,mentre le loro madri fanno il bu-cato. Per la popolazione locale,l’acqua è uno dei maggiori veico-li di malattie, soprattutto la schi-stosomiasi. Durante la stagionedelle piogge diventa altissimo ilpericolo di epidemie come il co-lera, a causa di una totale assen-za di mezzi per monitorare lefonti idriche e verificarne la sicu-rezza.Lo scenario fin qui documentato èfatto prevalentemente di povertà.La speranza, però, è l’ultima amorire e di questo si ha la nettapercezione guardando e ascoltan-do la gente e soprattutto le nuovegenerazioni. Sono loro il futuro diPemba e chiedono a gran voce econ dignità di essere aiutate noncon sussidi a pioggia o una tan-tum, ma mediante opportunità dicrescita. I giovani avanzano pro-poste concrete e chiedono chevenga supportato, prima di tutto,il loro lavoro. Desiderano, in so-stanza, che venga attuato unnuovo modo di cooperare: basatosulla fiducia reciproca , ma anchesu azioni mirate di microcreditolocale. Azioni che permettano allacomunità di avanzare autonoma-mente. Pemba, così come tantealtre realtà africane, ha comincia-to un nuovo corso, dando provadella volontà di uscire dai proble-mi che l’assillano, partendo dallasua gente. Saremo capaci, noi oc-cidentali, di cogliere questa sfidae questa opportunità? Forse è l’u-nica strada percorribile.

La tubercolosi (TB) è una delle malat-tie più antiche nella storia dell’umanitàe ancora oggi rappresenta una dellemalattie infettive più frequenti almondo. Si stima che circa un terzodella popolazione mondiale sia infetta-to dal M. tuberculosis, 9 milioni di per-sone si ammalano ogni anno e 3 milio-ni muoiono a causa di questa. Nel 1993l’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS/WHO) dichiarò la TB “emergen-za globale”.Più del 90% di tutti i casi di TB si con-centra nei paesi in via di sviluppo. No-nostante la disponibilità di una terapiaefficace la sua incidenza è in aumentoanche nei paesi industrializzati. Tra leprincipali ragioni della riemergenzadella TB vi sono condizioni di povertà escarsa igiene, gravi crisi economiche,conflitti, inadeguati sistemi sanitari, lamultiresistenza ai farmaci antituberco-lari e l’HIV. La fascia di età più colpita è dai 15 ai 54anni, quella economicamente più pro-duttiva. La TB rappresenta dunque unagrave minaccia per le popolazioni e perl’economia di molti paesi ponendo seriproblemi al loro sviluppo.Che cos’è. La tubercolosi è una malat-tia infettiva di origine batterica cheviene trasmessa principalmente dalMycobacterium tuberculosis, scopertoda Robert Koch nel 1882.Nel Genere Mycobacterium distinguia-mo i Micobatteri tubercolari, apparte-nenti al Mycobacterium tuberculosiscomplex (MTB), comprendente le sub-specie M. tuberculosis, M. bovis, M.africanum, M. canettii, e i Micobatterinon-tubercolari (MOTT) tra i quali M.avium, M. kansasii e M. chelonae. IMOTT possono infettare l’uomo solo incondizioni favorenti, come l’immuno-depressione, la denutrizione e la pre-senza di traumi.

Nell’85% dei casi circa la malattia tu-bercolare è localizzata nei polmoni.Nel restante 15% la TB ha sede extra-polmonare e può coinvolgere qualsiasiorgano del corpo o manifestarsi informa generalizzata (tubercolosi milia-re). Solo le forme polmonare e laringeasono contagiose.Come si trasmette. La TB si trasmetteda persona a persona quasi esclusiva-mente per via aerea. Solo in una picco-la percentuale di casi il micobatterioviene trasmesso all’uomo da bovini in-fetti tramite assunzione di latte non pa-storizzato.M.tuberculosis viene espulso dal pa-ziente bacillifero con TB polmonare olaringea con l’emissione di bacilli con-tenuti nelle goccioline di saliva rila-sciate attraverso l’atto di tossire, star-nutire, sputare o parlare e viene quindiinalato, trasmettendosi casualmente.Come per tutte le malattie infettive, es-sere infetti non significa essere amma-lati, né essere contagiosi. Significa

ospitare il micobatterio il quale può at-tivarsi in qualsiasi momento condizio-nando la progressione verso la malattiaconclamata.Che sintomi provoca. I principali sin-tomi della malattia sono tosse persi-stente, emottisi, febbre e dolore alpetto, spesso associati ad altri sintomiquali stanchezza, perdita di peso, sudo-razioni notturne. Il periodo di incuba-zione varia da poche settimane a tuttala vita, a seconda delle generali condi-zioni di salute del soggetto e del suostato immunologico.In assenza di una terapia adeguata i di-sturbi clinici permangono per settima-ne, mesi e a volte anni. La mortalità neicasi non trattati con farmaci è di circail 50% nell’arco di alcuni anni; nel 30%dei casi il soggetto guarisce spontanea-mente e il restante 20% sopravviveanche se ancora ammalato.Come si diagnostica. Il sospetto dia-gnostico si basa su sintomi clinici, in-dagini strumentali (Rx torace, etc.) esulla presenza di contatti con una per-sona con TB contagiosa o con personea rischio (HIV-positive, o immunocom-promessi). Il test cutaneo di Mantouxnon permette di distinguere lo stato diinfezione dalla presenza di malattia.Per la conferma diagnostica sono quin-di necessari test di laboratorio quali l’e-same microscopico, isolamento coltu-rale, identificazione e test di sensibilitàdel MTB ai farmaci.Come si cura. La terapia consiste nellasomministrazione di più farmaci com-plementari. L’OMS ha da tempo defini-to una politica per il controllo della ma-lattia, la DOTS (Direcly ObservedTreatment Short-course), e si è postacome obiettivo la sua diffusione nelmondo. La resistenza ai farmaci antitu-bercolari costituisce la principalecausa di fallimento della terapia e dun-que rappresenta, soprattutto nei paesidell’est europeo e in Russia, una mi-naccia alla possibilità di controllare ladiffusione della malattia.Come si previene. Il miglior modo perprevenire questa “malattia sociale” èmigliorare le condizioni di vita dellepopolazioni e garantire loro accesso adun efficiente sistema sanitario. Una ra-pida diagnosi e un’efficace terapia sonocomunque fondamentali per il control-lo della malattia.La vaccinazione (vaccino BCG) nell’in-fanzia permette di limitare le forme piùgravi ma ciò non è vero negli adulti.Tale vaccino, che garantisce un livellodi protezione medio di circa il 60-70%,risale agli anni ‘30 e rimane ancoraoggi l’unico disponibile. Come per ifarmaci, ulteriori investimenti sono ne-cessari nella ricerca di un nuovo vacci-no così da aumentare le possibilità dicombattere questa malattia.Per approfondimenti visitate i siti:www.who.int; www.iuatld.org

Parliamo di Tubercolosisegue: Un obiettivo su Pemba

Povertà, inadeguate condizioni di vita edemarginazione sono le principali cause della

riemergenza della TB. Questa malattia èstata definita come “la perfetta espressione

della nostra imperfetta civiltà”.

Campagna di controllo della Schistosomiasi: alunnein fila per la consegna di campioni di urina.

AFR: WHO African RegionAMR: WHO Region of the Americas EMR: WHO Eastern Mediterranean RegionEUR: WHO European RegionSEAR: WHO South-East Asia RegionWPR: WHO Western Pacific Region

Percentuali di tutti i casi notificati nelle cinque regioni dell’OMS, nel 2001. Le più alte percentualidi casi della malattia sono concentrate nell’Africa sub-Sahariana. Fonte OMS, 2003.Il mercato di pesce a Chake Chake.

scientifiche è stata do-nata dalla Cooperazio-ne italiana.La sala operatoria diMkoani, seconda città eporto principale nelSud dell’isola, fa rabbri-vidire per l’impressio-nante stato di abbando-no che vi regna. Le per-sone che intervistiamonel corso delle riprese(perlopiù paramedici)ci guidano nella visitaalle varie stanze di de-genza: veri e propridormitori, dove nonesistono dei letti degnidi questo nome e dovele zanzariere, prima barriera con-tro la malaria, attendono da anni diessere sostituite.Le malattie che maggiormente in-teressano questa zona dell’Africamalaria, tubercolosi, schistosomia-si - colpiscono perlopiù i bambinifino ai 5 anni. I piccoli malati sonosdraiati sui letti, vegliati dallemadri che cercano di alleviare lorole sofferenze: ciò nonostante, suiloro volti non si vede disperazione,ma solo dignità mista a rassegnatatristezza.Queste scene sono un pugno allostomaco: soprattutto quando si sache basterebbe veramente pocoper salvare la maggior parte diqueste vite.Le note (tristi) non cambianoquando si passa alle scuole. Nullache assomigli, neanche lontana-mente, a quelle dei nostri paesi.Sono grandi capannoni aperti cheaccolgono classi di 60/70 ragazzi diambo i sessi. I servizi igienici pergli scolari non esistono. I ragazzipreferiscono fare tutto a cielo aper-to: è più sicuro.Una classe ci accoglie con unacantilena armoniosa: ci viene spie-gato che si tratta della recita delletabelline. Tutti gli scolari hannosguardi attenti mentre la maestracorregge i loro compiti. Visto l’altonumero di allievi, la scuola preve-de due turni di lezioni: il primo allamattina presto, il secondo nel po-meriggio. Effettuiamo le nostre ri-prese durante l’intervallo e il solitodrappello di bambini ci corre attor-no, festante.Pemba è un’isola fertile e permetteun soddisfacente sfruttamentodelle risorse agricole intorno allequali gira un microsistema econo-

mico di coltivazione e vendita difrutta e verdura.Sulle bancarelle lungo la strada sitrovano mango, papaia, banane,vari altri tipi di frutta, pomodori eortaggi locali. Le poche coltivazionia pieno campo sono di riso e cassa-va, un tubero simile alla patata discarsissimo valore nutritivo. Lapesca viene effettuata in modo arti-gianale con lenze e piccole imbar-cazioni in legno e pertanto solo unaminima parte del pescato vieneesportato nel continente, produ-cendo un reddito piuttosto scarso.La pesca resta comunque un’atti-vità importantissima per la soprav-vivenza della gente del luogo. I pe-scatori scaricano il pesce sullaspiaggia, dove un banditore ne fissa

il prezzo. Poi, i com-mercianti o i singoli ac-quirenti caricano lamerce in grossi cesti ein bicicletta vanno aimercati per rivenderlao scambiarla con altriprodotti. Parte delpesce viene compratoanche dai pochissimiristoranti, gestiti dastranieri. L’economiadell’isola è molto pove-ra. L’unico prodottoesportato sono i chiodidi garofano che il go-verno locale compra aprezzo fisso dai coltiva-tori per poi “piazzarlo”

sul mercato internazionale.L’isola è ricca di acqua. Dapper-tutto rigagnoli, fiumiciattoli elaghi creati dalle piogge. I bambi-ni vi si tuffano e nuotano festanti,mentre le loro madri fanno il bu-cato. Per la popolazione locale,l’acqua è uno dei maggiori veico-li di malattie, soprattutto la schi-stosomiasi. Durante la stagionedelle piogge diventa altissimo ilpericolo di epidemie come il co-lera, a causa di una totale assen-za di mezzi per monitorare lefonti idriche e verificarne la sicu-rezza.Lo scenario fin qui documentato èfatto prevalentemente di povertà.La speranza, però, è l’ultima amorire e di questo si ha la nettapercezione guardando e ascoltan-do la gente e soprattutto le nuovegenerazioni. Sono loro il futuro diPemba e chiedono a gran voce econ dignità di essere aiutate noncon sussidi a pioggia o una tan-tum, ma mediante opportunità dicrescita. I giovani avanzano pro-poste concrete e chiedono chevenga supportato, prima di tutto,il loro lavoro. Desiderano, in so-stanza, che venga attuato unnuovo modo di cooperare: basatosulla fiducia reciproca , ma anchesu azioni mirate di microcreditolocale. Azioni che permettano allacomunità di avanzare autonoma-mente. Pemba, così come tantealtre realtà africane, ha comincia-to un nuovo corso, dando provadella volontà di uscire dai proble-mi che l’assillano, partendo dallasua gente. Saremo capaci, noi oc-cidentali, di cogliere questa sfidae questa opportunità? Forse è l’u-nica strada percorribile.

La tubercolosi (TB) è una delle malat-tie più antiche nella storia dell’umanitàe ancora oggi rappresenta una dellemalattie infettive più frequenti almondo. Si stima che circa un terzodella popolazione mondiale sia infetta-to dal M. tuberculosis, 9 milioni di per-sone si ammalano ogni anno e 3 milio-ni muoiono a causa di questa. Nel 1993l’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS/WHO) dichiarò la TB “emergen-za globale”.Più del 90% di tutti i casi di TB si con-centra nei paesi in via di sviluppo. No-nostante la disponibilità di una terapiaefficace la sua incidenza è in aumentoanche nei paesi industrializzati. Tra leprincipali ragioni della riemergenzadella TB vi sono condizioni di povertà escarsa igiene, gravi crisi economiche,conflitti, inadeguati sistemi sanitari, lamultiresistenza ai farmaci antituberco-lari e l’HIV. La fascia di età più colpita è dai 15 ai 54anni, quella economicamente più pro-duttiva. La TB rappresenta dunque unagrave minaccia per le popolazioni e perl’economia di molti paesi ponendo seriproblemi al loro sviluppo.Che cos’è. La tubercolosi è una malat-tia infettiva di origine batterica cheviene trasmessa principalmente dalMycobacterium tuberculosis, scopertoda Robert Koch nel 1882.Nel Genere Mycobacterium distinguia-mo i Micobatteri tubercolari, apparte-nenti al Mycobacterium tuberculosiscomplex (MTB), comprendente le sub-specie M. tuberculosis, M. bovis, M.africanum, M. canettii, e i Micobatterinon-tubercolari (MOTT) tra i quali M.avium, M. kansasii e M. chelonae. IMOTT possono infettare l’uomo solo incondizioni favorenti, come l’immuno-depressione, la denutrizione e la pre-senza di traumi.

Nell’85% dei casi circa la malattia tu-bercolare è localizzata nei polmoni.Nel restante 15% la TB ha sede extra-polmonare e può coinvolgere qualsiasiorgano del corpo o manifestarsi informa generalizzata (tubercolosi milia-re). Solo le forme polmonare e laringeasono contagiose.Come si trasmette. La TB si trasmetteda persona a persona quasi esclusiva-mente per via aerea. Solo in una picco-la percentuale di casi il micobatterioviene trasmesso all’uomo da bovini in-fetti tramite assunzione di latte non pa-storizzato.M.tuberculosis viene espulso dal pa-ziente bacillifero con TB polmonare olaringea con l’emissione di bacilli con-tenuti nelle goccioline di saliva rila-sciate attraverso l’atto di tossire, star-nutire, sputare o parlare e viene quindiinalato, trasmettendosi casualmente.Come per tutte le malattie infettive, es-sere infetti non significa essere amma-lati, né essere contagiosi. Significa

ospitare il micobatterio il quale può at-tivarsi in qualsiasi momento condizio-nando la progressione verso la malattiaconclamata.Che sintomi provoca. I principali sin-tomi della malattia sono tosse persi-stente, emottisi, febbre e dolore alpetto, spesso associati ad altri sintomiquali stanchezza, perdita di peso, sudo-razioni notturne. Il periodo di incuba-zione varia da poche settimane a tuttala vita, a seconda delle generali condi-zioni di salute del soggetto e del suostato immunologico.In assenza di una terapia adeguata i di-sturbi clinici permangono per settima-ne, mesi e a volte anni. La mortalità neicasi non trattati con farmaci è di circail 50% nell’arco di alcuni anni; nel 30%dei casi il soggetto guarisce spontanea-mente e il restante 20% sopravviveanche se ancora ammalato.Come si diagnostica. Il sospetto dia-gnostico si basa su sintomi clinici, in-dagini strumentali (Rx torace, etc.) esulla presenza di contatti con una per-sona con TB contagiosa o con personea rischio (HIV-positive, o immunocom-promessi). Il test cutaneo di Mantouxnon permette di distinguere lo stato diinfezione dalla presenza di malattia.Per la conferma diagnostica sono quin-di necessari test di laboratorio quali l’e-same microscopico, isolamento coltu-rale, identificazione e test di sensibilitàdel MTB ai farmaci.Come si cura. La terapia consiste nellasomministrazione di più farmaci com-plementari. L’OMS ha da tempo defini-to una politica per il controllo della ma-lattia, la DOTS (Direcly ObservedTreatment Short-course), e si è postacome obiettivo la sua diffusione nelmondo. La resistenza ai farmaci antitu-bercolari costituisce la principalecausa di fallimento della terapia e dun-que rappresenta, soprattutto nei paesidell’est europeo e in Russia, una mi-naccia alla possibilità di controllare ladiffusione della malattia.Come si previene. Il miglior modo perprevenire questa “malattia sociale” èmigliorare le condizioni di vita dellepopolazioni e garantire loro accesso adun efficiente sistema sanitario. Una ra-pida diagnosi e un’efficace terapia sonocomunque fondamentali per il control-lo della malattia.La vaccinazione (vaccino BCG) nell’in-fanzia permette di limitare le forme piùgravi ma ciò non è vero negli adulti.Tale vaccino, che garantisce un livellodi protezione medio di circa il 60-70%,risale agli anni ‘30 e rimane ancoraoggi l’unico disponibile. Come per ifarmaci, ulteriori investimenti sono ne-cessari nella ricerca di un nuovo vacci-no così da aumentare le possibilità dicombattere questa malattia.Per approfondimenti visitate i siti:www.who.int; www.iuatld.org

Parliamo di Tubercolosisegue: Un obiettivo su Pemba

Povertà, inadeguate condizioni di vita edemarginazione sono le principali cause della

riemergenza della TB. Questa malattia èstata definita come “la perfetta espressione

della nostra imperfetta civiltà”.

Campagna di controllo della Schistosomiasi: alunnein fila per la consegna di campioni di urina.

AFR: WHO African RegionAMR: WHO Region of the Americas EMR: WHO Eastern Mediterranean RegionEUR: WHO European RegionSEAR: WHO South-East Asia RegionWPR: WHO Western Pacific Region

Percentuali di tutti i casi notificati nelle cinque regioni dell’OMS, nel 2001. Le più alte percentualidi casi della malattia sono concentrate nell’Africa sub-Sahariana. Fonte OMS, 2003.Il mercato di pesce a Chake Chake.

FONDAZIONE IVO DE CARNERI NOTIZIE

Direttore ResponsabileVALERIA LAURA CAROZZI

RedazioneFRANCESCO NAPOLI

Segreteria di RedazioneSILVANA MAGGIONIHanno collaborato

MICHELANGELO CAROZZIANDREA MARTELLIDIEGO ZALLOCCO

Fotocomposizione e stampa:Grafica C.&P. srl

Via dell’Artigianato, 7 - 23875 Osnago (LC)Iscritto nel registro del Tribunale diMilano al n. 687 in data 08/11/1999

Periodico semestraleTiratura 2300 copie

Finito di stampare giugno 2005Si ringrazia la Catullo & Sylwan per il

progetto e la consulenza graficaLa informiamo che i suoi dati saranno sottoposti a operazioni ditrattamento automatizzato, di conservazione, di utilizzo, di cancel-lazione ed elaborazione da parte della Fondazione Ivo de CarneriOnlus, finalizzate all’invio di materiale informativo e corrisponden-za riguardante esclusivamente le attività della Fondazione stessa. Inogni momento, ai sensi dell’art. 13 legge 675/96, potrà avere acces-so ai dati e chiederne la modifica o cancellazione scrivendo a: Fon-dazione Ivo de Carneri Onlus-Viale Monza 44-20127 Milano.

Contribuire come

P.O. Box 122, Wawi, Chake Chake,Pemba Island - Zanzibar (Tanzania)

Tel./Fax +255 24 2452003e-mail: [email protected]

• Gennaio - Facoltà di Agraria,Università di Milano, Conferenzasulla Cooperazione Multisettorialenei Paesi in via di Sviluppo: vienepresentato il progetto “Acqua sicu-ra nel distretto di Chake Chake”.

• Marzo - Milano, “Serata d’incan-to”, asta benefica di quadri donatida pittori italiani per sostenere leattività della Fondazione in Africa.

• Aprile – Chiesa del convento deifrati francescani di Cles, il Coro deicoristi delle Chiese d’Anaunia,maestro Aldo Lorenzi, ha organiz-zato un concerto di “Canti liturgicidelle Chiese d’Anaunia dell’epocapreconciliare” a sostegno dellaFondazione.

• Maggio – Milano, il PremioMediastars primo classificato perle Campagne Sociali è stato asse-gnato a Stefano Colombo e allaPublicis per lo Spot contro la mala-ria “Zanzare” realizzato per TV,Radio e Stampa a sostegno dellaFondazione.

IniziativeProgettiFormazioneLa Fondazione Ivo de Carneri orga-nizza, insieme alle Università diAncona e Brescia, il terzo corso resi-denziale internazionale di formazio-ne avanzata in medicina tropicale“Challenges of Tropical Medicine inthe Third Millennium” (TMTM). Ilcorso, della durata complessiva di10 settimane nel periodo maggio-luglio 2005, è strutturato in tremoduli, due in Italia e uno a Pemba- Zanzibar presso il Laboratorio diSanità Pubblica Ivo de Carneri. I duemoduli in Italia affrontano, il primo,le malattie parassitarie e la rispostaalle epidemie, il secondo, l’AIDS e lemalattie sessualmente trasmesse. Ilmodulo a Pemba è finalizzato all’ap-plicazione delle nozioni teorico-pra-tiche acquisite nella realtà di unPaese dell’Africa subsahariana.Il corso, in lingua inglese, è rivolto apersonale sanitario proveniente daPaesi dell’UE e da Paesi in via di svi-luppo (PVS). Per facilitare la parteci-pazione di corsisti dai PVS sono pre-viste borse di studio a totale coper-tura delle spese di viaggio, soggior-no e iscrizione al corso.Si prevede di replicare l’evento for-mativo nel 2006.Si ringraziano gli sponsor per ilgeneroso sostegno: AICU Associa-zione Italiana Carlo Urbani, Com-pagnia di San Paolo di Torino, TheGabriele Charitable Trust.

Progetto AcquaÈ stato avviato nel gennaio 2005 ilprogetto “Acqua sicura nel distrettodi Chake Chake (Pemba-Zanzibar)”.Il progetto, che vede coinvolti laOnlus Ingegneria Senza Frontiere -Trento e l’Istituto di Igiene dell’Uni-versità di Milano, viene realizzato instretta collaborazione con la contro-parte locale zanzibarese, in partico-lare il ministero della Sanità con ilLaboratorio di Sanità Pubblica Ivode Carneri e il Dipartimento delleAcque del ministero dell’Ambiente.Obiettivo principale del progetto è iltrasferimento di conoscenze specifi-che e di attrezzature tecnologichevolte alla mappatura e alla valuta-zione delle risorse idriche neldistretto di Chake Chake, congiun-tamente all’attività di formazionesull’uso domestico sicuro dell’acquaper lo sviluppo della comunità loca-le. Maggiori dettagli nel prossimonumero di “Notizie” con la vocediretta dal campo di un volontarioitaliano. Il progetto è stato finanziato al70% dalla Provincia autonoma diTrento e per la restante parte daidonatori privati della Fondazione.

ATTO COSTITUTIVO:27 ottobre 1994RICONOSCIMENTI:Ministero della Sanità: 96A1550Onlus: 99A3085 - Ong: L. 49/1987ORGANI DELLA FONDAZIONE:Presidente,Consiglio di Amministrazione,Segretario Generale,Comitato Scientifico,Colle-gio dei revisori dei conti, Comitato d’onore.Molte sono le persone che collaborano conla Fondazione e tutte come volontari.MEMBRI DEL COMITATO SCIENTIFICO:Marco Albonico,ASL 2,Torino; Luigi De Carli,Università di Pavia;Luigi Di Matteo,ASL Voghe-ra; Claudio Genchi, Università di Milano;Edoardo Pozio, Istituto Superiore di Sanità,Roma; Giovanni Rezza, Istituto Superiore diSanità, Roma; Lorenzo Savioli, OMS, Ginevra.SEDI: Milano - Viale Monza,44

Cles (TN) - La Filanda,Via delle ScuoleZanzibar,Tanzania - P.O. Box 3773

La Fondazione Ivo de Carneri Onlusper realizzare i suoi progetti confidasull’aiuto dei benefattori:• c.c.p. n. 792200

intestato alla Fondazione

• c.c. n. 12205G Banca Antonvenetadi Milano - Agenzia 400 - Cab 1614Abi 5040

• c.c. n. 23984505 - Unicredit Bancadi Cles - Cab 34671 Abi 2008

• carta di credito con lettera sotto-scritta indicando importo, numero,tipo di carta e scadenza.

Le erogazioni liberali sono deduci-bili (Art. 13 DL 460/97 e 65 DPR917/86 e successive modifiche).

Chi siamo

Isola di Pemba, Tanzania, 14 feb-braio-1 marzo 2005.Michelangelo Carozzi e AndreaMartelli raccontano, con parole eimmagini, la situazione sanitaria esociale dell’isola.

Con il piccolo bimotore partito daZanzibar ci avviciniamo all’isola diPemba. La giornata è limpida,senza una nuvola: noi stessi nesiamo incantati tanto che il rumoreassordante dell’aereo passa in se-condo piano.Nei prossimi 15 giorni dovremodocumentare, attraverso ripresevideo, la situazione sanitaria dell’i-sola e, soprattutto, l’importantecontributo del Laboratorio di Sa-nità pubblica per la comunità loca-le. È un progetto al quale abbiamolavorato a lungo, con un notevolesforzo sia organizzativo sia di repe-rimento dei fondi necessari. Il ma-teriale raccolto formerà un Dvd adisposizione della Fondazione.L’isola di Pemba sembra una zatte-ra sull’oceano; dall’alto è verdissi-ma e mano a mano che si scendesembra quasi di toccarne la vege-tazione rigogliosa. Il fastidioso maldi orecchie, oltre allo stridere delleruote sull’asfalto caldo, ci avverteche stiamo atterrando. Ci appre-

stiamo a vivere due intense setti-mane di lavoro: l’avventura è co-minciata. Una stanza profumata di chiodi digarofano: è questa la prima sensa-zione che ci accoglie, appena scesidalla scaletta del piccolo aereo. Unprofumo intensissimo e violento. Abordo di un pick-up ci dirigiamosubito al Laboratorio dove trovia-mo un accoglienza calorosa.Lungo la strada però le immaginiche ci scorrono davanti agli occhisi fanno ben presto allarmanti, acominciare dalle case che sono po-verissime, prive di qualunque ser-vizio igienico, fatte solo di terrabattuta e con i tetti di foglie dipalma. Pochissime strade sonoasfaltate, e quelle sterrate durantela stagione delle piogge si trasfor-mano in torrenti in piena renden-do quasi impossibile raggiungere ivillaggi. L’unica via percorribile èquella che collega nord e sud del-l’isola, costruita alcuni anni fadalla Cooperazione italiana. Il sorriso dei bambini ci accompa-gna per tutto il viaggio; è un conti-nuo vociare, un gridare allegro allavista delle nostre telecamere. Ibambini vengono a stringerti lamano, ti guardano con curiosità,vogliono conoscerti e, anche se

non parlano inglese, comunicanobenissimo con i loro sguardi pienidi vita. Sembra, però, di essere statiproiettati in un’epoca lontana. Anzilontanissima, anni luce dalla no-stra modernità, tanto che ci si chie-de come questa gente possa averevoglia di sorridere in una vita dipura sussistenza. Le condizioniigieniche sono precarie ovunque:sia nei villaggi, sia, ancor peggio,negli ospedali. Ne abbiamo visitatitre e l’unico che si possa diredegno di questo nome è quello diChake-Chake (la città principale diPemba). Qui, la gran parte deimacchinari e delle attrezzature

(continua a pagina 2)

Un obiettivo su Pemba

Fondazione Ivo de Carneri

Giugno 2005 Sped. in A.P. • Art. 2 Comma 20/C • Legge 662/96 • Milano • Anno VI Numero 11

Per la promozionedei piani di lotta allemalattie parassitarienei Paesi in via disviluppoe l’incrementodegli studi diParassitologia

www.fondazionedecarneri.it • Viale Monza, 44 • 20127 Milano • Tel. 02 28900393 • Fax 02 28900401 • e-mail: [email protected]

SommarioIn questo numero:• Un obiettivo su Pemba• Parliamo di Tubercolosi• Progetti

Le rubriche:• Iniziative• Chi siamo• Contribuire come

Il reparto di pediatriadell’ospedale di Chake Chake.

Michelangelo Carozzi e Andrea Martelli con alcunitecnici del Laboratorio di Sanità Pubblica Ivo de Carneri.

Come ricevere NOTIZIE

Per continuare a riceverequesto giornale,

basta un piccolo contributo.