giovani e cultura
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Lo spunto per analizzare il rapporto tra giovani e cultura nasce principalmente dalla scarsa propensione alla lettura rilevata negli studi precedenti. Questo dato allarmante è stato solo il punto di partenza, in quanto non si è voluto in questa sede soffermarsi solo sulle principali occupazioni nel tempo libero, ma su quello che è il pensiero più comune relativo alle istituzioni culturali che dovrebbero essere vicine alla realtà giovanile o con cui si presume abbiano la possibilità di entrare in contatto più di frequente.TRANSCRIPT
OSSERVATORIO SUL MONDO GIOVANILE
Il rapporto tra giovani e la cultura
Con il contributo di
1. Introduzione
2. Il sondaggio
3. Il campione intervistato
4. I giovani e la cultura
6. I giovani e il tempo libero
8. I giovani e le biblioteche
11. I giovani e i musei
12. I giovani e il teatro
14. I giovani e la musica classica
16. I giovani e l’opera lirica
18. Conclusioni
21. Bibliografi a
L’Osservatorio sul mondo giovanile
“Young FVG” è nato con la grande
ambizione di diventare un punto di
riferimento per le politiche regionali
e porre le basi per la creazione di un
osservatorio permanente sul mondo dei
giovani, sui loro problemi, sul rapporto
che le nuove generazioni hanno con il
mondo del lavoro, con le istituzioni, con
il futuro.
Uno strumento importante, che possa
permettere di avere un quadro chiaro
sulla situazione giovanile e che possa
fornire degli spunti interessanti per
approfondire diverse problematiche
partendo dal punto di vista dei diretti
interessati.
L’obiettivo primario è quello di fornire
alle istituzioni regionali un quadro
quanto più dettagliato possibile delle
diffi coltà e delle reazioni del mondo
giovanile alle problematiche per
fare in modo che si possano attuare
interventi mirati alla loro risoluzione.
La continuità del progetto ha
permesso la realizzazione di un
percorso di analisi che trova nuovi e
continui spunti dopo ogni sondaggio:
dal rapporto dei giovani con la società
alla diffi coltà di rapportarsi col mondo
del lavoro, dalle nuove tecnologie alla
cultura e al tempo libero.
Lo spunto per analizzare il rapporto tra
giovani e cultura nasce principalmente
dalla scarsa propensione alla lettura
rilevata negli studi precedenti. Questo
dato allarmante è stato solo il punto
di partenza, in quanto non si è voluto
in questa sede soffermarsi solo sulle
principali occupazioni nel tempo
libero, ma su quello che è il pensiero
più comune relativo alle istituzioni
culturali che dovrebbero essere
vicine alla realtà giovanile o con cui
si presume abbiano la possibilità di
entrare in contatto più di frequente.
Tra le istituzioni che, spinte da precise
linee-guida ministeriali, hanno
avviato progetti tesi a coinvolgere
un pubblico giovane ci sono le
biblioteche e i musei; ma anche le
“eccellenze” della cultura, ovvero il
teatro, la musica classica e l’opera
lirica si stanno aprendo al mondo dei
giovani.
E loro cosa ne pensano? Che funzione
hanno oggi le biblioteche e i musei?
La loro frequentazione è solo legata
all’obbligo scolastico? E le espressioni
“elitarie” della cultura come sono
percepite dai giovani?
Idealmente questo studio può essere
diviso in quattro aree tematiche. Nella
prima area si è cercato di analizzare
le attività prevalenti del tempo libero;
successivamente si è cercato di
capire quale sia la percezione sulle
biblioteche per poi passare all’analisi
dell’istituzione museale.
Un capitolo a parte è stato dedicato
alla considerazione che i giovani
hanno del teatro, della musica
classica e dell’opera lirica.
Uno sguardo laico e senza
preconcetti, che vede i giovani come i
veri protagonisti della costruzione del
loro futuro.
Un sondaggio d’opinione che serva a
capire se le loro percezioni e le loro
aspettative corrispondano a ciò che
offrono le istituzioni culturali.
1
Per meglio analizzare la
condizioni dei giovani residenti
in Friuli Venezia Giulia e porre un
punto di partenza di quello che
ci auguriamo possa diventare un
osservatorio permanente annuale,
abbiamo scelto di effettuare un
sondaggio democscopico che
coinvolgesse un numero consistente
di soggetti intervistati.
Per ampliare il più possibile la
tipologia di persone raggiunte, e
quindi giungere ad un campione
il più rappresentativo possibile
dell’intera popolazione regionale,
sono stati utilizzati diversi metodi
per la raccolta dei questionari.
Innanzitutto l’intervista personale,
il cosiddetto Metodo PAPI (Paper
And Pencil Interview). Le interviste
vengono condotte direttamente
presso le abitazioni dei cittadini,
ovvero presso luoghi pubblici ed
esercizi commerciali,ovvero ancora
attraverso l’intervento mirato su
gruppi di utenti (genitori di fi gli in
età scolare, studenti universitari,
ecc.). Ad integrazione, le interviste
via Internet, effettuate con metodo
CAWI (Computer Assisted Web
Interview): gli utenti vengono
contattati attraverso l’invio di una
mail che presenta la ricerca ed
indica il sito a cui collegarsi per
partecipare al sondaggio.
Trattandosi di un sondaggio che
mira a rappresentare le opinioni e
la percezione di tutti i giovani del
Friuli Venezia Giulia il campione
da utilizzare è stato identifi cato in
4802 interviste, divise per classe
di età e zona di residenza.
Per effettuare la suddivisione in
classi è stato preso a modello il
database ISTAT (http://demo.
istat.it/).
Il sondaggio si è svolto tra il 20
settembre 2011 e il 20 gennaio
2012.
2 4
4
I giovani residenti in Friuli Venezia Giulia divisi per fascia d’età
Provincia di Residenza 14-18 19-25 26-29 TOTALE
TOTALE FVG
UDINE
PORDENONE
GORIZIA
TRIESTE
21.565
13.324
5.538
9.060
49.487
32.960
20.405
7.934
13.240
75.539
22.582
14.506
5.129
6.805
49.076
77.107
48.235
18.601
29.150
173.039
Il campione intervistato
Provincia di Residenza 14-18 19-25 26-29 TOTALE
TOTALE FVG
UDINE
PORDENONE
GORIZIA
TRIESTE
615
379
162
263
1.419
683
450
160
195
1.488
2.253
1.420
540
803
5.016
955
591
218
345
2.109
3
Un Paese che ha scarsa memoria
del passato, non può apprezzare il
valore dei suoi monumenti e non
sarà in grado di crearne di nuovi, in
qualunque campo.
Partendo dall’accezione antro-
pologica, si può identifi care la
cultura come il sistema organico
delle forme attraverso cui gli uomini
dichiarano la coscienza di sè e, di
conseguenza, classifi care l’arte,
la musica, il teatro, la letteratura,
l’opera lirica come eventi
formativi; ovvero un modo diverso,
più complesso ed effi cace della
semplice comunicazione verbale.
L’uso popolare della parola
può rifl ettere semplicemente il
carattere stratifi cato di queste
manifestazioni nella società:
nell’uso corrente viene usata per
designare i beni di consumo e
attività come l’arte o la musica e
si è portati a defi nire “alta cultura”
tutto quel genere di prodotti destinati
ad una élite predefi nita.
Il concetto elitario della cultura e
il culto “dell’arte per pochi” hanno
fornito nel tempo alle istituzioni
culturali un alone elitario che le
rende asettiche nel panorama
collettivo.
Nasce proprio da questo concetto
il problema più grosso di queste
istituzioni: se da un lato la
tradizione occidentale è improntata
a raccogliere, proteggere, esporre
ciò che è antico, nell’ottica
di affi darne la tramandabilità
del nostro retaggio e senso
della storia, dall’altro la scarsa
fruizione annulla i risultati dello
sforzo conservativo, rischiando
di compromettere il processo di
mantenimento della memoria.
I giovani e la CULTURA
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5
Il legame profondo che si è instaurato
tra cultura ed élite se da un lato ha
garantito un notevole e costante
fi nanziamento, dall’altro ha slegato
il patrimonio da quella che deve
essere la sua funzione principale:
il mantenimento, la diffusione della
memoria e della conoscenza.
Investire in cultura signifi ca
puntare su ciò che crea cultura: la
conoscenza. Negli ultimi decenni
l’Italia ha scelto di rinunciare, se
non in chiave elitaria, alla difesa
delle scienze umane in quanto tali,
concentrandosi sulle potenzialità
del fattore economico legato ai
“beni culturali”. Se da un lato è
corretto valorizzare e sfruttare il
possibile tornaconto economico
legato alla cultura, dall’altro è
fondamentale non abbandonare
l’idea delle scienze umane come
laboratorio di comprensione critica
del passato e del presente, della
creatività umana in tutti i suoi
aspetti, per evitare di ritrovarsi
con degli splendidi e costosi
“contenitori” vuoti di signifi cato.
I molti progetti di valorizzazione
attuati, non sembrano aver
avuto particolare effetto verso il
superamento della visione della
cultura come qualcosa di elitario e
in via di estinzione, idea che pare
resistere e radicarsi sempre più
nella società italiana.
Da questi punti fondamentali e da
queste problematiche parte la nostra
indagine che si propone di capire
quale sia la posizione del mondo
giovanile su un tema così importante
e spesso messo in secondo piano.
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Nella vita quotidiana il “momento” dedicato alla cultura è principalmente il cosiddetto “tempo
libero”, ovvero quella fase della giornata libera da impegni lavorativi o scolastici in cui i
giovani possono gestire a proprio piacimento il tempo.
L’attività predominante dello svago giovanile, in continuità con la tendenza degli ultimi
anni, è la televisione (37,9%) mentre internet (27,3%) pare essere l’unico vero antagonista.
Nettamente staccate le altre forme di svago, tra cui spicca la partecipazione ad attività
in associazioni culturali (8,6%); mentre la lettura (7,2%), l’ascolto della musica (7,3%)
e il cinema (5,4%) non sembrano avere il giusto appeal. Quasi inesistenti i giovani che si
dedicano prevalentemente al teatro (0,7%), agli spettacoli dal vivo (2,2%) e all’esecuzione
musicale (2,1%).
1.I giovani e... IL TEMPO LIBERO
QUAL È LA TUA ATTIVITÀ PREVALENTE NEL TEMPO LIBERO?
Leggo Guardola TV
Ascoltomusica
Cinema Teatro Suonoo canto
Vadoai concerti
ViaggiAssociazioni Internet
8
8
Le biblioteche e i musei negli ultimi anni hanno iniziato dei progetti e dei programmi di apertura mirati
a coinvolgere un range sempre più vasto ed eterogeneo di pubblico, cercando di realizzare un sistema
che, lasciando alla scuola il ruolo di iniziazione dei giovani, potesse superare il condizionamento
socio-culturale che li fa apparire avulsi dalla realtà.
Le biblioteche, soprattutto nei comuni più piccoli, sono state tra i primi luoghi pubblici a fornire
postazioni internet con collegamento gratuito o a prezzi molto bassi ai propri utenti, già negli
anni in cui i collegamenti erano ancora molto lenti e con tariffe non proprio alla portata di tutte
le famiglie. Quest’elemento ha permesso di avvicinare una fascia di utenza giovanile altrimenti
diffi cilmente avvicinabile con il semplice prestito librario.
Resta però il fatto che una larga maggioranza di giovani (74,7%), non frequenta le biblioteche
nemmeno occasionalmente e questo probabilmente è riconducibile anche alla bassissima
percentuale di lettori abituali.
2.I giovani e... LE BIBLIOTECHE
UTILIZZI O HAI MAI UTILIZZATO UNA BIBLIOTECA CIVICA?
SI NO
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Ma chi frequenta la biblioteca e che livello di istruzione ha raggiunto?
È interessante notare che i maggiori fruitori siano quasi la metà degli studenti (47,5%) e circa un
quarto degli studenti lavoratori (23,1%); mentre chi esce dal mondo scolastico abbandona quasi
completamente l’utilizzo della biblioteca. Questa tendenza viene confermata anche incrociando i
dati relativi all’istruzione: fatta eccezione per le qualifi che professionali, più elevato è il titolo di
studio, meno c’è la propensione ad accedere ai servizi.
Studente Studentee Lavoratore
Lavoratore Disoccupato Mediainferiore
Mediasuperiore
Qualifi caprofessionale
Laureaprimo livello
Laureasecondo livello
Post-laurea
PERCHÈ RITIENI UTILI LE BIBLIOTECHE CIVICHE?
Studiare Leggere Incontrareamici
Navigarein Internet
Non sonoutili
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Soffermandosi sul dato relativo ai giovani che non hanno utilizzato nemmeno una volta in un
anno una biblioteca, si potrebbe dedurre che l’istituzione bibliotecaria abbia completamente perso
la propria utilità ma analizzando la domanda relativa all’utilità delle biblioteche civiche emerge
invece che solo il 10,7% degli intervistati le ritiene assolutamente inutili; per il 39,3% sono luoghi
per studiare, per il 27,4% sono utili per navigare in internet, il 22,3% le vede come sale di lettura
e solo il 3,6% come luogo di incontro. È importante notare come la percentuale di giovani che ritiene
utile la biblioteca come luogo di studio sia inversamente proporzionale al livello di istruzione: si passa
dal 23,4% della licenza media, per arrivare al 51,4% del post-laurea. Se per la lettura e l’utilizzo
di internet c’è una distribuzione praticamente omogenea tra i vari titoli di studio, appare netto il
divario tra i laureati e gli altri circa l’inutilità della biblioteca.Accanto allo studio e alla lettura, che
sono le attività che hanno da sempre caratterizzato le biblioteche, si può notare quanto sia stata
importante l’apertura all’informatizzazione. Le biblioteche sono percepite non più solo come luoghi di
studio e lettura, ma come luoghi per studiare, navigare in internet e leggere.
PERCHÈ RITIENI UTILI LE BIBLIOTECHE CIVICHE?Giovani con Licenza Media
Studiare Leggere Incontrareamici
Navigarein Internet
Non sonoutili
PERCHÈ RITIENI UTILI LE BIBLIOTECHE CIVICHE?Giovani Post-Laurea
Studiare Leggere Incontrareamici
Navigarein Internet
Non sonoutili
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Il museo è da sempre il luogo simbolo della memoria e della cultura, l’istituzione alla quale il mondo occidentale ha affi dato il compito di tramandare le testimonianze della sua tradizione. Nel momento in cui si toglie qualcosa dall’uso comune per esporlo come esempio per rifl essione, studio o ammirazione, si crea un bene destinato al museo. Per secoli la grandezza di un paese si è misurata tramite la grandezza delle collezioni museali, sia artistiche che tecnologiche, il museo come mezzo per rafforzare l’identità culturale di una nazione. Questo ruolo è ancora ben chiaro e presente nella società di oggi, ma si assiste anche alla percezione di questa istituzione come avulsa dalla realtà sociale e frequentata da visitatori con una preparazione culturale medio-alta. L’opinione dei giovani della nostra regione sull’argomento mette in luce la necessità di valorizzazione (62,9%) di un luogo noioso (18,6%), da visitare gratis (8,2%) o in circostanze particolari (10,3%). Anche in questo caso la formazione personale incide notevolmente nel rapporto con l’istituzione: appare netta la differenza di concezione tra i laureati e i non laureati, soprattutto sul poco appeal delle collezioni e sulla necessità di valorizzazione.L’analisi dei dati fa emergere una contraddizione di fondo che contraddistingue tutto l’ambito culturale: il museo è utile, va valorizzato ma viene percepito come noioso e i giovani non sono propensi a frequentarlo nemmeno gratis o in occasioni particolari.
3.I giovani e... I MUSEI
SECONDO TE IL MUSEO È UN LUOGO:
Noioso Utileda incentivare
Da visitaregratis
Da visitarein circostanze
particolari
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Nei capitoli precedenti ci siamo soffermati sulle istituzioni “passive” della cultura, ovvero
di enti preposti alla conservazione di beni materiali concreti, di seguito ci occuperemo
di una delle istituzioni “creative” ovvero del mantenimento della memoria attraverso
spettacoli ed eventi: il teatro.
Grazie a delle politiche mirate è stato possibile portare delle vere e proprie stagioni di prosa
anche nei comuni più piccoli della nostra regione. Questo ha portato una maggiore conoscenza
di questo genere ed ha contribuito comunemente a identifi care il teatro come prosa; ma
l’istituzione comprende anche altri generi altrettanto importanti come la musica classica e
l’opera lirica.
Al pari di musei e biblioteche, anche il teatro è considerato dallo Stato come attività di
rilevante interesse generale in quanto tende a favorire la formazione musicale, culturale e
sociale della collettività nazionale.
Cosa ne pensano del teatro (inteso come prosa) i nostri giovani? Una larga maggioranza
(64,5%) pensa che sia una forma artistica da valorizzare, alcuni pensano che sia noioso
(20,2%) e una percentuale abbastanza rilevante lo ritiene addirittura superato (15,3%).
Analizzando i dati concernenti il livello di istruzione appare evidente la cesura tra le
opinioni laureati e non laureati, soprattutto per quanto riguarda la percentuale di chi lo
considera noioso.
4. I giovani e... IL TEATRO
COSA NE PENSI DEL TEATRO?
Va valorizzato È noioso È una formaartistica superata
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La musica classica è quella forma musicale assunta come simbolo dell’espressione artistica
esclusiva e dedicata ad un pubblico ristretto di elevata cultura personale.
Nonostante questo genere si stia diffondendo tra i giovani grazie ai conservatori e alle
numerose scuole di musica diffusi capillarmente sul territorio, rimane molto alta la
percentuale di chi considera questo genere noioso e superato. Rispetto alla prosa, ma
sempre in percentuale molto alta, è nettamente inferiore il desiderio di valorizzazione.
Una percentuale abbastanza rilevante, soprattutto tra i non laureati, la ritiene noiosa
ma permane anche in questo caso una netta distinzione delle opinioni tra laureati e non
laureati.
4.1 I giovani e... LA MUSICA CLASSICA
COSA NE PENSI DELLA MUSICA CLASSICA?
Va valorizzato È noioso È una formaartistica superata
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Nata dalla fusione di più discipline, l’opera lirica è una delle principali forme artistiche che
negli ultimi tre secoli ha reso famoso il nostro Paese nel mondo. Molti grandi registi e famosi
cantanti, anche contemporanei, sono nati in Friuli Venezia Giulia ma ciò non è stato suffi ciente
ad avvicinare un pubblico vasto.
La complessità nell’organizzazione e il notevole sforzo economico necessario a mettere
in scena una rappresentazione sono solo un aspetto dei problemi che non permettono
di diffondere in maniera capillare l’opera lirica. La mancanza di fondi e gli insuffi cienti
introiti che si possono ricavare dai biglietti, costringono la realtà della lirica a stringersi
attorno a quell’infl uente élite in grado di muovere fi nanziamenti pubblici e privati.
Si viene a creare così una situazione complessa in cui si assiste da un lato alla sopravvivenza
di una delle eccellenze nazionali, dall’altro un isolamento sociale di questo genere e un
impoverimento della varietà dei palinsesti a scapito della storica produzione italiana di
altissimo livello.
4.2 I giovani e... L’OPERA LIRICA
COSA NE PENSI DELL’OPERA LIRICA?
Va valorizzato È noioso È una formaartistica superata
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Il quadro che si delinea in base alle risposte date dai giovani della nostra regione è
abbastanza in linea con quella che è la tendenza generale. Come per gli altri generi
esaminati in precedenza, emerge la necessità di valorizzazione (47,4%) ma al contempo
è considerata noiosa (31,5%) e superata (21,1%). Ci si trova quindi di fronte ad una
situazione in cui l’opera lirica viene percepita come noiosa e superata in percentuali
maggiori rispetto agli altri generi e nello stesso tempo si abbassa, sempre rispetto agli
altri, la percentuale di quanti la vorrebbero valorizzata.
Osservando le proiezioni in base al livello di istruzione, si mantiene netta la differenza
di opinione tra laureati e non laureati, soprattutto per quanto riguarda l’inadeguatezza
contemporanea del genere artistico. Molto signifi cativo, invece, il fatto che la percentuale di
chi la ritenga poco interessante si attesti quasi uniformemente sul 30%.
In un periodo in cui il fattore economico prevale in tutti i settori e dove spesso si assiste all’eliminazione di tutto ciò che può essere considerato improduttivo, parlare di cultura diventa molto diffi cile. È diffi cile dare un valore economico a ciò che spesso è intangibile e non replicabile; è diffi cile dare un prezzo alla conoscenza e alla memoria senza rischiare di ricordare solo ciò che rende di più o è più conveniente.Investire in cultura signifi ca puntare sulla conoscenza. Negli ultimi decenni l’Italia ha scelto di rinunciare allo studio e alla conoscenza delle scienze umane, a favore dello sfruttamento economico dei “beni culturali”. Se da un lato questa scelta ha rappresentato una risorsa per valorizzare esteticamente l’immagine di un Paese in declino, dall’altra sta svuotando di signifi cato l’oggetto della valorizzazione che rischia di diventare solo uno splendido e costoso
“contenitore”. Forse è anche per questo che i molti progetti di tutela attuati, non sembrano aver avuto particolare effetto verso il superamento della visione della cultura come qualcosa di esclusivo e in via di estinzione, idea che pare resistere e radicarsi sempre più nella società italiana. Una situazione paradossale in quel Paese che per secoli ha misurato la sua grandezza tramite la grandezza della sua cultura e che l’ha sfruttata come mezzo per rafforzare l’identità culturale della Nazione.Il libro, la lettura, sono da sempre uno l’emblema della cultura e l’altra il mezzo per diffusione della conoscenza; è proprio dai dati relativi alla lettura tra i giovani che è nato questo sondaggio. In una società dove la televisione e internet monopolizzano il tempo libero, dove la conoscenza è affi data solo alla scuola, è comprensibile che le istituzioni culturali vadano in diffi coltà.
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Nello studio abbiamo ristretto il campo di ricerca analizzando le opinioni dei giovani su quelle che sono le principali istituzioni culturali: le biblioteche, i musei e il teatro (inteso sia come prosa, che come istituzione). Il quadro che emerge, se da un lato è sconfortante, dall’altro lascia molte speranze per un miglioramento: nel complesso la maggior parte dei giovani non frequenta biblioteche, musei o teatri ma quasi tre quarti degli intervistati spera che siano valorizzati. Questo dato può essere interpretato come il primo campanello d’allarme sullo svotamento di signifi cato dei “beni culturali”: non li uso, sono noiosi, obsoleti ma devono continuare ad esistere ed essere valorizzati.Il secondo dato importante è la conferma che la cultura sta diventando sempre di più una “cosa per pochi”: più aumenta il livello di istruzione più aumenta la sensibilità verso le istituzioni culturali.
Il patrimonio culturale (che non sono solo i monumenti, ma tutto quello che è stato creato dall’uomo) che ci ha fatto primeggiare nel mondo, sembra ormai essere apprezzato solo da una minima parte dei giovani e della società.Questo studio di opinione è servito per far emergere i macro problemi di un settore che sta subendo le conseguenze congiunte di crisi economiche e scelte politiche sbagliate, ma che ha a disposizione le risorse e i mezzi per poter guardare al futuro con fi ducia. I giovani della nostra regione credono che la cultura vada valorizzata e questo può essere un bel punto di partenza per studiare anche insieme a loro delle forme per migliorare l’interesse verso la cultura.UN PUNTO DI PARTENZA PER DARE UNA POSSIBILITÀ IN PIÙ AI GIOVANI DI ESSERE ARTEFICI CONSAPEVOLI DEL PROPRIO FUTURO.
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Grafica: GIOVaNIDee
Stampa: lItHOStaMPa Pasian di Prato (uD)
Finito di stampare: MarZO 2012
www.giovanidee.netwww.youngfvg.com
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