g. verdi a genova

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MUSICA 38

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Verdi

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  • MUSICA 38

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    Giuseppe Verdia Genova

    Leonello Sartoris

    Genova nella sua lunga storia annovera cittadini illustri e personaggi di notevole prestigio, in visita alla nostra citt,

    che seppero apprezzarne le caratteristiche panoramiche sul nostro mare e la riservatezza dei genovesi.

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    G iuseppe Verdi si leg al-la nostra citt per il cli-ma, per la cultura e perla natura propria della terra ligure. Voi mi chiedete - cos risponde-va Verdi ad una mia indiscretadomanda - perch io abbia prefe-rito Genova anzich Milano, a miadimora abituale? Non stato cer-to lamore del mare e il desideriodi vederlo dalle mie finestre; losapete - ve lo dissi altra volta - ionon amo il mare, e per questamia istintiva avversione non sonomai stato in America e ricusai an-che di andare al Cairo ad assiste-re alla messa in scena dellAida.Se ho scelto Genova a mio domi-cilio lho fatto per tenermi un polontano dal mondo musicale e datutta quella gente che, apparte-nendo a quel mondo, si crede indovere di farvi un po troppo da

    padrone e non lasciare in pacecoloro che, a dritto o a torto, sonodi quel mondo gli individui pi invista. A Genova mi sento un popi padrone in casa mia di quan-to non potrei esserlo a Milano. - E quando Maestro chElla venuto a starvi la prima volta? - Oh! Il ricordo di quella primavolta non molto allegro. Pochisanno che nei primi dell anno1841 io vi fui a porvi in scenalOberto. - Ci vuol dire poco pi di unanno dopo dalla prima rappresen-tazione alla Scala - il 17 novem-bre 1839. - Benissimo. La data esatta.Ebbene quelle poche recitedellOberto al Carlo Felice, cinqueo sei, non ricordo bene, ebberounaccoglienza ancora pi freddache a Milano. Si vede proprio che

    quel libretto era nato sotto unacattiva stella 1. Un giorno - narra il Resasco -eravamo oltre il 1870 - un came-riere mi disse: - Il Maestro si og-gi un po indispettito col MaestroMariani. - Ma che!, interruppi, impossibile! - Ho sentito, riprese ilcameriere, che il Verdi gli diceva:- Chi manca alla data parola non un uomo, ma un ragazzo!2 Ilfatto era accaduto al ristoranteConcordia di via Garibaldi.Il 9 gennaio 1841 al teatro CarloFelice di Genova veniva rappre-sentato il dramma in musica diGiuseppe Verdi, in due atti, Ober-to, Conte di San Bonifacio, librettodi Antonio Piazza rivisto da Temi-stocle Solera.Gli interpreti, tra i pi noti dellepo-ca, furono: Antonietta Raineri Ma-rini, Carolina Ferlotti, Catone Lo-

    Il Palazzo del Principe in un dipinto del XIX secolo.

    Nella pagina a fronte

    Palazzo e giardino del Principe Doria a Fassoloin una foto d'epoca.

    Busto di Giuseppe Verdi,opera dello scultore SantoSaccomanno (1833-1914).

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    nati, Raffaele Ferlotti.LOberto, la prima delle ventiseiopere liriche di Verdi, era statamessa in scena in prima assolu-ta il 17 novembre 1839 al teatroalla Scala di Milano, diretta dalprimo violino e maestro direttoreCavallini.A Genova lopera fu accolta confreddezza e, quando lorchestraaggiunse alla partitura una partebandistica con fragorosi ottoni, ilpubblico divenne pi ostile, percui la rappresentazione dellope-ra venne sospesa e la seratacontinu con lintervento del fa-moso violinista genovese CamilloSivori (allievo di Paganini) che fuportato in trionfo.Una parte dei cantanti che parte-ciparono allesecuzione dellOber-to al Carlo Felice erano gli stessiche avevano partecipato alla pre-

    sentazione di tale opera alla Sca-la, dove fu replicata per 14 sere.Comunque le cinque replichedellOberto al Carlo Felice furo-no un boccone amaro per lauto-re, il quale per tradizione dovevaassistere allesecuzione sedutoaccanto al contrabbasso in or-chestra.In una lettera indirizzata da Ge-nova al notaio Luigi Balestra diBusseto in data 12 gennaio1841, Verdi cos scrive: Non sose i Genovesi abbiano sul capola maledizione dEuterpe, ma soche lOberto non ha destato quelfanatismo che dest a Milano, adonta che lesecuzione fosse incomplesso buona, ed eccellentis-sima per parte della Marini checant in quella sera divinamente.[] Il pezzo che piacque pi ditutti fu laria dintroduzione; vi ho

    aggiunto la banda e fa un chias-so diabolico3. Per Verdi fu davvero un grave af-fronto, tanto pi che pochi giornidopo al Carlo Felice fu rappresen-tata La vestale di Mercadante conun successo strepitoso, applaudi-tissima per 14 sere.Sempre al Carlo Felice, il 15 apri-le1843, veniva messo in scena ilmelodramma verdiano Nabucodo-nosor (Nabucco), applauditissimoe replicato 34 volte.Protagonista fu la famosa SofiaLoewe, eccellente e capricciosasoprano, acclamatissima assiemeal Ferlotti e persino ai coristi , in-terpreti dei vari cori ed in partico-lare di Va pensiero.Nel corso di quella prima recita ge-novese Verdi e Solera si rappacifi-carono; avrebbero poi continuato alavorare insieme con serenit.

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    Lopera era gi stata acclamatada una folla delirante nel corsodella prima rappresentazione as-soluta al teatro della Scala il 9marzo 1842, con GiuseppinaStrepponi prima Abigaille.Il 13 gennaio 1844, sempre nelnostro maggior teatro, vennerorappresentati I Lombardi alla pri-ma crociata. Autore del libretto,tratto dal romanzo omonimo diTommaso Grossi, fu proprio Te-mistocle Solera. Fu un successoincessante per 24 sere.Anche questopera era gi statatrionfalmente rappresentata aMilano; protagonista la famosasoprano Erminia Frezzolini. Senza continuare in una disami-na delle rappresentazioni dellesingole opere verdiane a Geno-va, si ritiene pertanto pi interes-sante mettere in ril ievo alcunifatti che illuminano in qualchemodo i rapporti fra il sommo mu-sicista e la nostra citt. Occorre tener presente cheVerdi passava da Genova perandare a Roma, Napoli e Parigiper assistere alla rappresenta-zione delle sue opere; durante lasosta genovese prendeva allog-gio allhotel Croce di Malta, nellazona di Caricamento. Nel 1859,passeggiando con GiuseppinaStrepponi, si spinse fino al Man-draccio, zona del porto antico,dove incontr ling. Giuseppe DeAmicis, cugino di Edmondo DeAmicis, il quale stava costruendoun edificio in muratura per 50bagni con vasche di acqua dolcee 50 bagni con vasche di acquasalata, con salotti e servizi, chefu inaugurato nel 1860.Questa nuova amiciz ia s irafforz col tempo. Tra laltro,Verdi depositava i suoi guadagnipresso la Cassa di Sconto attra-verso lopera del De Amicis cheera in po un suo consigliere incampo finanziario.Ma il desiderio del Maestro divivere in una villa a Genova fuesaudito dal grande direttore

    dorchestra ravennate AngeloMariani. Infatti, dopo aver abita-to a pa lazzo Scudi , graz ieall amicizia con la marchesaSauli Pallavicini, and ad abita-re nellammezzato di Villa Saulie fece prendere in affitto il pia-no nobi le da i coniug i Verd i .Lonere dellaffitto era cos divi-so: 400 lire per Mariani e 3000per Verdi.A Villa Sauli ricevette fra gli altriSeraf ino Amedeo De Ferrari ,l autore del l opera Pipel , loscultore G. B. Cevasco, il musi-c ista Leonardo Monleone, loscrittore Daniele Morchio, non-ch Giuseppe Bossola, commer-ciante di pianoforti e anche diret-tore dorchestra al Carlo Felice.Nella stessa villa andarono a farle prove i cantanti che interpreta-rono per la prima volta lAida inItalia, a Milano. Si pu ancora ri-cordare che Bossola nel 1869apre la Sala Sivori e ne fa un sa-lotto per llite genovese; inoltrefa riparare senza volere com-pensi due pianoforti di Verdi, dimarca Erard, quello che tenevaa Genova e quello che teneva aSantAgata.Tra gli amici genovesi di Verdi anche da ricordare Carlo Del Si-gnore, che lascia lo scagno dipiazza Banchi dove trattava di no-li marittimi per diventare un ap-passionato dilettante di musica.Nel 1866 Verdi va ad abitare invia San Giacomo di Carignano.In una lettera indirizzata al conteOpprandino Arrivabene, datata16 marzo 1867, cos scrive: Ri-cevo ora la tua lettera e ti ringra-zio. Parto per S. Agata, ma ritor-ner qui per allestire un apparta-mento che ho non comprato maaffittato in Carignano, PalazzoSauli Pallavicino. Lappartamen-to magnifico e la vista stupen-da e conto passarvi una cin-quantina dinverni.Il giorno 11 marzo 1867 a Parigiviene rappresentato il Don Car-los e l eco del suo successo

    Teresa Stolz, Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi, seconda moglie del musicista, interpretedella Saffo di Pacini nel 1842 al TeatroCarlo Felice.

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    giunge anche a Genova, cosche a Verdi viene conferita la cit-tadinanza genovese con delibe-ra della giunta comunale in data24 aprile 1867. Dal l a lbum del la sedicesimaesposizione della Promotrice diBelle Arti del 1867 risulta che ilMaestro acquist i seguent iquattro quadri: Malamocco eChioggia di Ercole Calvi da Ve-rona, Motivo di campagna roma-na e Capraio napoletano di An-drea Maschi. Sappiamo pureche in altre occasioni acquistaltri tre dipinti ad olio. Era solitofrequentare le mostre tenutenel r idotto del Carlo Fel ice enella sala dellAccademia delleBelle Arti, della quale il De Ami-cis era consigliere. Daltra partegi nel 1859 si era soffermato alungo davanti ai dipinti Consola-trix adflictorum e Colombo a Sa-lamanca di Nicol Barabino, edin tale occasione fu proposto aVerdi di musicare unopera suColombo ma egli r ispose chenon riteneva il soggetto adattoper unopera lirica.Alcune lettere da Genova indiriz-zate al librettista Antonio Ghi-slanzoni documentano la vivapreoccupazione di Verdi di ren-dere sempre pi armonico il rap-porto fra parole e musica in rife-rimento allAida, che sar rap-presentata in prima assoluta alCairo in data 24 dicembre 1871.In una di esse (datata 31 dicem-bre 1870) si trova scritto: Non sispaventi! Si tratta di cosa dappo-co. Ho rifatto sei volte i due versinel recitativo nel finale secondo,quando Aida riconosce il padre.Sempre da Genova Verdi scriveal maestro Bottesini, che stavadirigendo lAida al Cairo, in data24 dicembre 1871, proprio po-chi giorni prima della rappre-sentazione dellopera: Aspettosempre risposta allultima mia.Mi interessava e mi interessaancora avere not iz ie esat te,particolari delleffetto dellultimo

    pezzo. Bada bene che io non tiparlo del valore, ma unicamentedelleffetto. Da una lettera del 26 novembre1874 diretta al conte OpprandinoArrivabene si apprende che ilMaestro in tale data aveva gilasciato lappartamento in Cari-

    Il Teatro Carlo Felice in una cartolina di un secolo fa.

    Villa Sauli in Carignano,che fu una delle dimore di Verdi a Genova.

    gnano: non so se tu sappia, cheio non sto pi in Carignano, manel Palazzo del Principe Doria,per cui manda in avvenire a que-sto indirizzo la tue lettere. Inrealt occup lammezzato in al-to, ma nel 1877 i coniugi Verdiscesero ad occupare il piano no-

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    bile, con i suoi saloni ed il terraz-zo rivolto al piano, lasciato liberodallimpresario teatrale Chiarella.Anton Hiulio Barrili, male infor-mato, dett per la targa marmo-rea una data errata.Si pu ricordare a questo puntouna lettera del giornalista Giu-seppe Perosio del 18 ottobre1882, nella quale tra l altro scritto: Se lAida piace e riempiela cassetta, lOpera buona e gliesecutori bravissimi, Verdi vuolessere ricordato.Mentre abita a Palazzo Doria,Verdi esce di casa ogni giornoper acquistare cose necessarieal fabbisogno quotidiano. Nonmancano gli aneddoti in proposi-to. Un giorno va a comprare deipesci in Chiappa, il noto mer-cato del pesce che era situatonei pressi di piazza Cavour, e sisente dire dal pescivendolo:Maestro, questa sera nellAidafar il comprimario nella partedel re. Verdi gli risponde: Perguadagna molto di pi qui chesul trono del Carlo Felice.Nel 1889 le autorit ed il popolodi Genova volevano costituireun comitato per festeggiare i lgiubileo artistico di Verdi, datoche la sua prima opera, lObertoconte di San Bonifacio, come

    gi ricordato, era stata rappre-sentata nel 1839. Il maggior ani-matore della proposta era il gir icordato Giuseppe Bossola.Verdi, quando venne a saperlobocci decisamente lidea e ilDe Amicis, che aveva aderito alprogetto, dovette faticare parec-chio per convincere le autorit arinunciare ad esso.Il 19 settembre 1889 con delibe-ra comunale fu decretato di farconiare una medaglia con leffi-g ie del Maestro; d i in t i to larelistituto civico musicale a Giu-seppe Verdi; di organizzare ungrande concerto musicale inpiazza De Ferrar i seguito dauna f iaccolata f ino a PalazzoDoria; di presentare a Verdi unalbum contenente autografi dicircostanza dei pi illustri lette-rati italiani dellepoca. Poi tuttovenne annullato e Verdi accettla sola medaglia doro con lasua effigie.Nel Lunario genovese del Si-gnor Regina, stampato dai fra-telli Pagano di Genova, nellelen-co dei compositor i genovesi,con residenza in piazza Principe4, ricordato il senatore Giu-seppe Verdi.Tra gli amici genovesi di Verdi da ricordare anche lo scultore G.

    Scenografie di MicheleCanzio (1787-1868) per l'Aida e costumidi scena di vari autori per opere verdiane.

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    B. Cevasco, autore tra laltro delbassorilievo del monumento aColombo in piazza Acquaverdeche rappresenta Colombo dinan-zi ai reali di Spagna.Possiamo ancora ricordare cheVerdi fu invitato alla prima rap-presentazione del Falstaff aGenova, ed egli accett con let-tera del 6 aprile 1893, specifi-cando per che non voleva an-dare nel palco reale, perchnon voleva essere consideratocome ospite donore ma comeartista fra gli artisti.Il grande affetto che un lillustreMaestro alla nostra citt traspareanche nelle sue disposizioni te-stamentarie. Il testamento olo-grafo, datato 20 maggio 1900contiene un legato in cui sonolasciate 50000 lire ad enti geno-vesi, cos suddivisi: 20000 agliAsili Infantili di Genova; 10000 afavore dell Ist i tuto dei ciechi;10000 a favore dellIstituto Liber-ti per rachitici; 10000 a favoredellIstituto di via Fassicomo.

    Note1Gino Monaldi, Verdi nella vita e nellarte.Conversazioni verdiane, Milano, Ricordi,s. a., pp. 9 - 102 Op. cit., pp. 12 - 13.3 In Leonello Sartoris, Nuovi inediti verdiani(1861 - 1891), Genova, Lo Sprint, 1991, p.269.

    Bibliografia essenziale

    Celle Mario, Ricordi di Verdi a Genova, inGenova (rivista edita dal Comune di Ge-nova), 1941.Costantino Teodoro, Sei lettere inedite diVerdi a Giovanni Bottesini, Trieste, Sch-midl, 1908.De Amicis Giuseppe, Pensando a Verdi.Note e ricordi personali, Genova, FratelliPagano, 1901.Monaldi Gino, Verdi nella vita e nellarte.Conversazioni verdiane, Milano, Ricordi,s. a.Monleone Giovanni, I centanni del C. Feli-ce 1828 - 1898, Genova, s. e., 1928.Monleone Giovanni, Le dimore genovesidi Giuseppe Verdi e la creazione dellAida,in Genova (rivista edita dal Comune diGenova), 1941.Perosio Giuseppe, Ricordi verdiani. Giu-seppe Verdi nella vita intima, Pinerolo, Ca-sa editrice sociale, 1928.Perosio Giuseppe, Cenni biografici su G.Verdi, con analisi dellAida e della Messada requiem, Milano, Ricordi, s. a. .Perosio Giuseppe, Verdi a Genova, inGenova (rivista edita dal Comune di Ge-nova), 1941.Resasco Ferdinando, Giuseppe Verdi cit-tadino genovese, in Nuova Antologia,1918.Rinaldi Mario, Verdi critico. I suoi giudizi.La sua estetica, Roma, Ergo, 1951.Sartoris Leonello, Verdi a Genova (1841 -1901), Genova, Tolozzi, 1983.Sartoris Leonello, Nuovi inediti verdiani(1861 - 1901), Genova Lo Sprint, 1991.

    Ringrazio lamico Prof. Luigi Peironeper i consigli e la preziosa collaborazione.