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GEMME SPIRITUALI | DEL 5-11 AGOSTO SCAVIAMO PER TROVARE 2 TIMOTEO1-4” 2Tm 2:3, 4 Come possiamo ridurre al minimo il nostro coinvolgimento negli “affari commerciali della vita”? (w17.07 10 par. 13 ) 13. (a) Quale consiglio diede Paolo a Timoteo? (b) Come possiamo seguire il consiglio di Paolo? 13 Timoteo era un uomo di fede. Dopo averlo definito “eccellente soldato di Cristo Gesù”, Paolo gli disse: “Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari commerciali della vita, affinché guadagni l‟approvazione di chi lo ha arruolato come soldato” (2 Tim. 2:3, 4 ). Oggi i seguaci di Gesù, tra cui oltre un milione di ministri a tempo pieno, mettono in pratica questo consiglio di Paolo a seconda delle loro circostanze. Resistono all‟influenza del mondo e della pubblicità, ricordando che “chi prende a prestito è servitore dell‟uomo che fa il prestito” (Prov. 22:7 ). Satana sarebbe felice di vederci impiegare tutto il nostro tempo e le nostre energie per il sistema commerciale di questo mondo. Non dimentichiamo che alcune nostre decisioni potrebbero tenerci in una sorta di schiavitù economica per anni. Grossi debiti per comprare una casa, proseguire gli studi, pagare un‟auto costosa o addirittura un matrimonio da favola possono diventare pesi molto gravosi. Semplificando la nostra vita e riducendo debiti e spese, invece, dimostriamo di agire con “saggezza”. Così facendo saremo schiavi di Dio, non del sistema commerciale (1 Tim. 6:10 ). 2Tm 2:23 Qual è un modo in cui possiamo evitare “i dibattiti sciocchi e da ignoranti”? (w14 15/7 14 par. 10 ) 10. Cosa dovremmo fare se venissimo in contatto con l‟apostasia? 10 Oggi non capita spesso che i servitori di Geova debbano confrontarsi con l‟apostasia all‟interno della congregazione. In ogni caso, se dovessimo sentire qualche insegnamento contrario alle Scritture dovremmo respingerlo con decisione, indipendentemente dalla fonte. Non è prudente mettersi a discutere con gli apostati, che sia di persona, rispondendo a ciò che scrivono sui loro blog, o con qualunque altro mezzo di comunicazione. Anche se lo si facesse nell‟intento di aiutare l‟individuo, queste discussioni sarebbero contrarie alla direttiva scritturale che abbiamo appena esaminato. In quanto servitori di Geova dobbiamo piuttosto evitare completamente l‟apostasia, respingerla del tutto. Evitiamo di metterci a discutere con gli apostati (Vedi il paragrafo 10) COSA AVETE IMPARATO SU GEOVA DAI CAPITOLI IN PROGRAMMA QUESTA SETTIMANA? w08 15/9 p. 29-p. 31 par. 11 Punti notevoli delle lettere a Timoteo (2 Tim. 1:14:22 ) Per preparare Timoteo in vista dei tempi difficili avvenire, Paolo scrive: “Dio non ci diede uno spirito di codardia, ma di potenza e di amore e di sanità di mente”. A Timoteo viene raccomandato:

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Page 1: G DEL 5-11 SCAVIAMO PER TROVARE TIMOTEO1-4” · “SCAVIAMO PER TROVARE 2 TIMOTEO1-4 ... Impariamo tutti dal suo esempio! Non sorprende che con il tempo Timoteo sia diventato un

GEMME SPIRITUALI |

DEL 5-11 AGOSTO

“SCAVIAMO PER TROVARE 2 TIMOTEO1-4”

2Tm 2:3, 4 — Come possiamo ridurre al minimo il nostro coinvolgimento negli “affari commerciali della vita”? (w17.07 10 par. 13)

13. (a) Quale consiglio diede Paolo a Timoteo? (b) Come possiamo seguire il consiglio di Paolo?

13 Timoteo era un uomo di fede. Dopo averlo definito “eccellente soldato di Cristo Gesù”, Paolo gli

disse: “Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari commerciali della vita,

affinché guadagni l‟approvazione di chi lo ha arruolato come soldato” (2 Tim. 2:3, 4). Oggi i

seguaci di Gesù, tra cui oltre un milione di ministri a tempo pieno, mettono in pratica questo

consiglio di Paolo a seconda delle loro circostanze. Resistono all‟influenza del mondo e della

pubblicità, ricordando che “chi prende a prestito è servitore dell‟uomo che fa il prestito” (Prov.

22:7). Satana sarebbe felice di vederci impiegare tutto il nostro tempo e le nostre energie per il

sistema commerciale di questo mondo. Non dimentichiamo che alcune nostre decisioni potrebbero

tenerci in una sorta di schiavitù economica per anni. Grossi debiti per comprare una casa,

proseguire gli studi, pagare un‟auto costosa o addirittura un matrimonio da favola possono diventare

pesi molto gravosi. Semplificando la nostra vita e riducendo debiti e spese, invece, dimostriamo di

agire con “saggezza”. Così facendo saremo schiavi di Dio, non del sistema commerciale (1 Tim.

6:10).

2Tm 2:23 — Qual è un modo in cui possiamo evitare “i dibattiti sciocchi e da ignoranti”? (w14 15/7 14 par. 10)

10. Cosa dovremmo fare se venissimo in contatto con l‟apostasia?

10 Oggi non capita spesso che i servitori di Geova debbano confrontarsi con l‟apostasia all‟interno

della congregazione. In ogni caso, se dovessimo sentire qualche insegnamento contrario alle

Scritture dovremmo respingerlo con decisione, indipendentemente dalla fonte. Non è prudente

mettersi a discutere con gli apostati, che sia di persona, rispondendo a ciò che scrivono sui loro

blog, o con qualunque altro mezzo di comunicazione. Anche se lo si facesse nell‟intento di aiutare

l‟individuo, queste discussioni sarebbero contrarie alla direttiva scritturale che abbiamo appena

esaminato. In quanto servitori di Geova dobbiamo piuttosto evitare completamente l‟apostasia,

respingerla del tutto.

Evitiamo di metterci a discutere con gli apostati (Vedi il paragrafo 10)

COSA AVETE IMPARATO SU GEOVA DAI CAPITOLI IN PROGRAMMA QUESTA SETTIMANA?

w08 15/9 p. 29-p. 31 par. 11

Punti notevoli delle lettere a Timoteo

(2 Tim. 1:1–4:22)

Per preparare Timoteo in vista dei tempi difficili avvenire, Paolo scrive: “Dio non ci diede uno

spirito di codardia, ma di potenza e di amore e di sanità di mente”. A Timoteo viene raccomandato:

Page 2: G DEL 5-11 SCAVIAMO PER TROVARE TIMOTEO1-4” · “SCAVIAMO PER TROVARE 2 TIMOTEO1-4 ... Impariamo tutti dal suo esempio! Non sorprende che con il tempo Timoteo sia diventato un

“Lo schiavo del Signore non ha bisogno di contendere, ma di essere gentile verso tutti, qualificato

per insegnare”. — 2 Tim. 1:7; 2:24.

Paolo esorta Timoteo: “Rimani nelle cose che hai imparato e sei stato persuaso a credere”. Gli

insegnamenti apostati stanno prendendo piede, perciò l‟apostolo consiglia al giovane sorvegliante:

“Predica la parola, datti ad essa con urgenza . . . , riprendi, rimprovera, esorta”. — 2 Tim. 3:14; 4:2.

Risposta a domande bibliche:

1:13: Cos‟è “il modello di sane parole”? Le “sane parole” sono “quelle del nostro Signore Gesù

Cristo”, i veri insegnamenti cristiani. (1 Tim. 6:3) Ciò che Gesù insegnò e fece era in armonia con

la Parola di Dio, perciò l‟espressione “sane parole” può per estensione riferirsi a tutti gli

insegnamenti biblici. Tali insegnamenti ci aiutano a capire quello che Geova richiede da noi.

„Continuiamo a tenere questo modello‟ mettendo in pratica ciò che abbiamo imparato dalla Bibbia.

4:13: Cos‟erano “le pergamene”? Il termine “pergamene” si riferisce a pelli appositamente trattate

per essere usate come materiale scrittorio. È possibile che Paolo chiedesse alcune parti delle

Scritture Ebraiche così da studiarle mentre era detenuto a Roma. Forse alcuni rotoli erano di papiro

e altri di pergamena.

Lezioni per noi:

1:5; 3:15. Il motivo fondamentale per cui Timoteo aveva fede in Cristo Gesù, una fede che influiva

su tutto ciò che Timoteo faceva, era l‟istruzione scritturale che aveva ricevuto in famiglia sin

dall‟infanzia. È davvero importante che i genitori riflettano seriamente su ciò che stanno facendo

per adempiere questa responsabilità nei confronti di Dio e dei loro bambini.

1:16-18. Quando i nostri compagni di fede affrontano prove, persecuzione o prigionia, preghiamo

per loro e facciamo tutto il possibile per aiutarli. — Prov. 3:27; 1 Tess. 5:25.

2:22. I cristiani, specialmente i giovani, non devono lasciarsi assorbire da body building, sport,

musica, svago, hobby, viaggi, conversazioni frivole e cose simili, al punto da avere poco tempo per

le attività spirituali.

w14 15/7 pp. 12-16 I servitori di Geova „rinunciano all‟ingiustizia‟

1. Cos‟ha un posto di assoluto rilievo nella nostra adorazione?

VI È mai capitato di vedere il nome Geova su un edificio pubblico o su un oggetto esposto in un

museo? Sarà sicuramente stato emozionante, visto il posto di assoluto rilievo che il nome proprio di

Dio occupa nella nostra adorazione; non per nulla ci chiamiamo Testimoni di Geova! In tutto il

mondo non c‟è un altro gruppo che sia così strettamente legato al nome divino. D‟altra parte, siamo

consapevoli che il privilegio di portare tale nome è anche una responsabilità.

2. Quale responsabilità deriva dal privilegio di portare il nome di Dio?

2 Il fatto che usiamo il nome di Dio non ci fa avere automaticamente il suo favore. Dobbiamo vivere

in armonia con le sue norme. È per questo che la Bibbia ci ricorda che i suoi servitori devono

“[allontanarsi] dal male” (Sal. 34:14). L‟apostolo Paolo espose chiaramente lo stesso principio

quando scrisse: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci all‟ingiustizia”. (Leggi 2 Timoteo

2:19.) In qualità di suoi Testimoni siamo ampiamente conosciuti come persone che “[nominano] il

nome di Geova”. Ma in che senso dobbiamo “[rinunciare] all‟ingiustizia”?

“ALLONTANATEVI” DAL MALE

3, 4. Quale dichiarazione incuriosisce da tempo i biblisti, e perché?

3 Soffermiamoci sul contesto scritturale a cui si riferisce Paolo in 2 Timoteo 2:19. Il versetto

menziona “il solido fondamento di Dio” e poi parla di due dichiarazioni impresse su di esso.

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La prima, “Geova conosce quelli che gli appartengono”, è evidentemente una citazione di Numeri

16:5. (Vedi l‟articolo precedente.) La seconda — “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci

all‟ingiustizia” — incuriosisce da molto tempo i biblisti. Come mai?

4 Il modo in cui Paolo formula la sua affermazione fa pensare che stia citando un‟altra fonte.

Tuttavia nelle Scritture Ebraiche non sembra esserci nessun passo che corrisponda a tale citazione.

A cosa si riferisce allora l‟apostolo quando dice: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci

all‟ingiustizia”? Dato che subito prima cita Numeri capitolo 16, che descrive la ribellione di Cora, è

possibile che anche la seconda dichiarazione abbia a che fare con quell‟episodio?

5-7. Quali avvenimenti dei giorni di Mosè fanno da sfondo alle parole di Paolo che si trovano in

2 Timoteo 2:19? (Vedi l‟illustrazione iniziale.)

5 La Bibbia dice che Datan e Abiram, figli di Eliab, si unirono a Cora nel capeggiare la ribellione

contro Mosè e Aaronne (Num. 16:1-5). Mancarono pubblicamente di rispetto a Mosè e respinsero la

sua autorità, che pure era di origine divina. Quei ribelli rimasero in mezzo al popolo di Geova,

mettendo così a rischio la salute spirituale degli israeliti fedeli. Quando venne il momento di fare

una distinzione tra i suoi leali adoratori e i ribelli, Geova diede un comando chiaro.

6 La narrazione riferisce: “A sua volta Geova parlò a Mosè, dicendo: „Parla all‟assemblea, dicendo:

“Ritiratevi d‟intorno ai tabernacoli di Cora, Datan e Abiram!”‟ Dopo ciò Mosè si levò e andò da

Datan e Abiram, e gli anziani d‟Israele andarono con lui. Quindi parlò all‟assemblea, dicendo:

„Allontanatevi, vi prego, d‟innanzi alle tende di questi uomini malvagi e non toccate nulla che

appartiene a loro, perché non siate spazzati via in tutto il loro peccato‟. Immediatamente si

ritirarono d‟innanzi al tabernacolo di Cora, Datan e Abiram, da ogni parte” (Num. 16:23-27). A

quel punto Geova mise a morte tutti i ribelli. Viceversa, i suoi adoratori leali, che allontanandosi

avevano “[rinunciato] all‟ingiustizia”, ebbero salva la vita.

7 Geova vede cosa c‟è nel cuore, e riconosce la lealtà di quelli che gli appartengono, ma i suoi leali

dovettero comunque agire senza esitazioni separandosi dagli ingiusti. È possibile dunque che,

quando scrisse: “Chiunque nomina il nome di Geova rinunci all‟ingiustizia”, Paolo si riferisse agli

avvenimenti narrati in Numeri 16:5, 23-27. Questa conclusione sarebbe in armonia con la sua prima

dichiarazione: “Geova conosce quelli che gli appartengono” (2 Tim. 2:19).

“RESPINGI LE QUESTIONI STOLTE E DA IGNORANTI”

8. Perché usare il nome di Geova o appartenere alla congregazione cristiana non è sufficiente?

8 Facendo riferimento ai suddetti eventi, Paolo volle ricordare a Timoteo che doveva agire in modo

risoluto per proteggere la sua preziosa relazione con Geova. In sé, appartenere alla congregazione

cristiana non era sufficiente, proprio come ai giorni di Mosè non bastava semplicemente

“[nominare] il nome di Geova”. Gli adoratori fedeli devono “[rinunciare] all‟ingiustizia” senza

esitare. Cosa significava questo per Timoteo? E cosa possono imparare gli odierni servitori di

Geova dalle parole ispirate di Paolo?

9. Che effetto avevano sulla congregazione cristiana primitiva “le questioni stolte e da ignoranti”?

9 La Parola di Dio offre consigli mirati riguardo alle forme di ingiustizia a cui i cristiani devono

„rinunciare‟, ossia che devono respingere. Ad esempio, nel contesto immediato di 2 Timoteo 2:19

Paolo dice a Timoteo che è sbagliato “contendere per delle parole” e lo esorta a “[evitare] i discorsi

vuoti”. (Leggi 2 Timoteo 2:14, 16, 23.) Alcuni componenti della congregazione promuovevano

insegnamenti apostati. Sembra poi che altri stessero introducendo idee controverse. Anche se forse

non erano in diretto contrasto con le Scritture, tali idee creavano divisioni e generavano battibecchi

e dibattiti intorno a parole, dando luogo a un‟atmosfera spiritualmente poco sana. Per questo Paolo

sottolineò la necessità di “[respingere] le questioni stolte e da ignoranti”.

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w15 1/11 pp. 12-15 “Mio figlio diletto e fedele nel Signore”

Per un periodo di circa 14 anni, Timoteo dedicò una grande quantità di tempo a

collaborare con l‟apostolo Paolo, suo amico. Nell‟opera svolta insieme a Paolo

affrontò molti pericoli, ma con l‟apostolo condivise anche le diverse gioie

(2 Corinti 11:24-27). A un certo punto, Timoteo venne perfino imprigionato per

la sua fede (Ebrei 13:23). Imitò l‟apostolo Paolo anche nei profondi e sinceri

sentimenti che provava per i fratelli e le sorelle, dimostrando amore e

interessamento. Per questo Paolo gli scrisse: “Ricordo le tue lacrime”

(2 Timoteo 1:4). Sembra che Timoteo, come Paolo, avesse imparato a „piangere

con quelli che piangono‟, mostrando loro empatia ed essendo così più efficace

nell‟incoraggiarli e confortarli (Romani 12:15). Impariamo tutti dal suo esempio!

Non sorprende che con il tempo Timoteo sia diventato un eccezionale sorvegliante cristiano. Paolo

gli affidò non solo la responsabilità di visitare le congregazioni per rafforzarle e incoraggiarle, ma

anche quella di nominare uomini qualificati che servissero in qualità di anziani e servitori di

ministero (1 Timoteo 5:22).

Paolo era molto legato a Timoteo e dava a quell‟uomo più giovane di lui molti suggerimenti utili e

consigli paterni. Esortò Timoteo a coltivare i suoi doni spirituali e a continuare a crescere e a

migliorare (1 Timoteo 4:15, 16). Lo incoraggiò a non permettere mai che la sua giovinezza, e forse

una certa insicurezza, lo trattenessero dal prendere posizione nei confronti di ciò che è giusto

(1 Timoteo 1:3; 4:6, 7, 11, 12). Paolo diede al giovane anche consigli su come affrontare i

“frequenti casi di malattia” che lo tormentavano, probabilmente dei ricorrenti disturbi di stomaco

(1 Timoteo 5:23).

A un certo punto Paolo si rese conto che si avvicinava la fine della sua vita; evidentemente era stato

condannato a morte. Inviò un‟altra lettera ispirata a Timoteo, nella quale scrisse queste toccanti

parole: “Fa tutto il possibile per venire presto da me” (2 Timoteo 4:9). Paolo amava profondamente

Timoteo; lo chiamò “mio figlio diletto e fedele nel Signore” (1 Corinti 4:17). Non stupisce che

volesse avere a fianco quel caro amico mentre si avvicinava la sua ora. Ognuno di noi farebbe bene

a chiedersi: “Gli altri mi vedono come una fonte di conforto a cui rivolgersi quando affrontano

problemi?”

Timoteo riuscì a raggiungere Paolo in tempo? Non lo sappiamo. Sappiamo però che fece sempre il

possibile per dare a Paolo e a molti altri conforto e incoraggiamento. Nella sua vita fu sempre

coerente col significato del suo nome, “uno che onora Dio”. E lasciò un eccellente esempio di fede

da imitare per tutti noi, giovani e meno giovani.

w19 ottobre pp. 1-32 Rimaniamo fedeli durante la “grande tribolazione”

17. Perché non dobbiamo aver paura di Armaghedon? (Vedi l‟immagine in copertina.)

17 Come abbiamo detto nell‟articolo precedente, quasi tutti noi stiamo vivendo sin dalla nascita negli

ultimi giorni. Ma abbiamo anche la prospettiva di sopravvivere alla grande tribolazione. La guerra

di Armaghedon sarà il grandioso culmine della conclusione di questo sistema di cose. Comunque

non abbiamo nulla da temere. Perché? Perché sarà la guerra di Dio (Prov. 1:33; Ezec. 38:18-20;

Zacc. 14:3). Quando Geova darà l‟ordine, Gesù Cristo condurrà gli eserciti celesti in battaglia. Avrà

al suo fianco gli unti risuscitati e miriadi di angeli. Insieme combatteranno contro Satana, i demòni

e i loro eserciti terreni (Dan. 12:1; Riv. 6:2; 17:14).

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18. (a) Cosa ha promesso Geova? (b) In che modo Rivelazione 7:9, 13-17 vi dà ragione di aver

fiducia nel futuro?

18 Geova ha promesso: “Nessun‟arma fabbricata contro di te avrà successo” (Isa. 54:17). “Una

grande folla” di fedeli servitori di Geova sopravvivrà alla “grande tribolazione” e continuerà a

rendergli sacro servizio. (Leggi Rivelazione 7:9, 13-17.) La Bibbia ci dà ogni ragione per aver

fiducia nel futuro. Sappiamo che “Geova protegge chi gli è fedele” (Sal. 31:23). Tutti coloro che

amano e lodano Geova saranno felici di assistere al momento in cui rivendicherà il suo santo nome

(Ezec. 38:23).

19. Quale meravigliosa prospettiva ci attende nel prossimo futuro?

19 Pensiamo a come potrebbe essere formulato il passo di 2 Timoteo 3:2-5 se dovesse descrivere le

persone nel nuovo mondo, quando non ci sarà più l‟influenza di Satana. (Vedi il riquadro “Gli

uomini saranno...”) Il fratello George Gangas,* che servì nel Corpo Direttivo, disse: “Come sarà

bello il mondo quando tutti saranno fratelli e sorelle! Presto avrete il privilegio di vivere nel nuovo

sistema di cose. Vivrete tanto quanto vive Geova. Vivremo per sempre”. Che meravigliosa

prospettiva!

Gli uomini saranno...

altruisti, amanti delle ricchezze spirituali, modesti, umili, che lodano Dio, ubbidienti ai genitori,

grati, leali, molto legati alla famiglia, disposti all‟accordo, sempre pronti a parlare bene degli altri,

capaci di controllarsi, miti, pieni di amore per la bontà, fidati, arrendevoli, non orgogliosi, amanti di

Dio piuttosto che dei piaceri, sinceramente devoti a Dio

w19 luglio pp. 2-7 Prepariamoci ora per la persecuzione

ARTICOLO DI STUDIO 27

Prepariamoci ora per la persecuzione

“Tutti quelli che desiderano vivere con devozione a Dio uniti a Cristo Gesù saranno perseguitati”

(2 TIM. 3:12)

CANTICO 129 Continueremo a perseverare

IN QUESTO ARTICOLO*

1. Perché dobbiamo prepararci per la persecuzione?

LA SERA prima di essere messo a morte, il nostro Signore Gesù disse che tutti quelli che vogliono

essere suoi discepoli saranno odiati (Giov. 17:14). Da allora fino ai nostri giorni i cristiani fedeli

sono stati perseguitati da nemici della vera adorazione (2 Tim. 3:12). Man mano che la fine di

questo sistema di cose si avvicina, ci aspettiamo un‟opposizione ancora più forte (Matt. 24:9).

2-3. (a) Perché la paura è pericolosa? (b) Di cosa parleremo in questo articolo?

2 Come possiamo prepararci ora per affrontare la persecuzione? Non è necessario cercare di

immaginare tutto quello che potrebbe succederci. Se lo facessimo, potremmo farci prendere

dall‟ansia e dalla paura. Le cose spaventose che immaginiamo potrebbero portarci a smettere di

servire Geova ancor prima che arrivino le prove vere (Prov. 12:25; 17:22).

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La paura è un‟arma potente che il nostro “avversario, il Diavolo”, cerca di usare contro di noi

(1 Piet. 5:8, 9). Quindi, cosa possiamo fare ora per rafforzarci in vista della persecuzione?

3 In questo articolo vedremo come possiamo rafforzare l‟amicizia che abbiamo con Geova e perché

è di vitale importanza farlo ora. Vedremo anche come sviluppare il coraggio. Infine, capiremo come

reagire all‟odio degli oppositori.

COME RAFFORZARE LA NOSTRA AMICIZIA CON

GEOVA

4. In base a Ebrei 13:5, 6, di cosa dobbiamo essere convinti, e perché?

4 Dobbiamo essere convinti che Geova ci ama e che non ci abbandonerà mai. (Leggi Ebrei

13:5, 6.) Molti anni fa La Torre di Guardia osservò: “Colui che conosce Dio meglio confiderà

maggiormente in lui in tempo di prova”. È proprio vero: per rimanere fedeli di fronte alla

persecuzione dobbiamo amare Geova e confidare completamente in lui, non dubitando mai del suo

affetto per noi (Matt. 22:36-38; Giac. 5:11).

5. Cosa vi può aiutare a percepire l‟amore di Geova?

5 Leggiamo la Bibbia ogni giorno con l’obiettivo di avvicinarci di più a Geova (Giac. 4:8). Mentre

leggiamo concentriamoci sulle toccanti qualità di Geova. Cerchiamo di vedere il suo amore e il suo

affetto in quello che dice e fa (Eso. 34:6). Alcuni potrebbero far fatica a credere che Dio li ami

perché non hanno mai ricevuto amore. Se questo è il nostro caso, proviamo a fare ogni giorno un

elenco dei modi in cui Geova ci ha mostrato misericordia e generosità (Sal. 78:38, 39; Rom. 8:32).

Se pensiamo alla nostra vita e meditiamo su quello che leggiamo nella Parola di Dio, di sicuro ci

verranno in mente tante cose che Geova ha fatto per noi. Maggiore è la nostra gratitudine nei suoi

confronti, più forte sarà la nostra amicizia con lui (Sal. 116:1, 2).

6. In base a Salmo 94:17-19, in che modo le preghiere sentite possono aiutarvi?

6 Preghiamo regolarmente. Pensiamo a un bambino nell‟abbraccio affettuoso del papà. Si sente al

sicuro, libero di raccontargli le cose belle e brutte successe durante la giornata. Noi possiamo avere

lo stesso tipo di legame con Geova se ci avviciniamo a lui pregando in modo sentito ogni giorno.

(Leggi Salmo 94:17-19.) Quando preghiamo, dovremmo „versare come acqua il nostro cuore‟

davanti a Geova, il nostro amorevole Padre, parlandogli delle nostre paure e preoccupazioni (Lam.

2:19). Quale sarà il risultato? Proveremo quella che la Bibbia definisce “la pace di Dio che è al di là

di ogni comprensione” (Filip. 4:6, 7). Più preghiamo in questo modo, più ci sentiremo vicini a

Geova (Rom. 8:38, 39).

Sviluppiamo coraggio avendo fiducia in Geova e nel suo Regno

Stanley Jones era convinto che il Regno di Dio è reale e questo rafforzò la sua fede (Vedi il

paragrafo 7)

7. Perché dovreste essere convinti che le promesse di Dio relative al Regno si adempiranno?

7 Dobbiamo essere convinti che le benedizioni del Regno di Dio diventeranno realtà (Num.

23:19). Se la nostra fede in queste promesse non è abbastanza forte, sarà più facile per Satana e per

chi è sotto il suo controllo riuscire a spaventarci (Prov. 24:10; Ebr. 2:15). Come possiamo rafforzare

ora la nostra fede nel Regno di Dio? Durante lo studio personale dedichiamo del tempo ad

approfondire le promesse di Dio relative al Regno e i motivi per cui possiamo essere sicuri che si

adempiranno. In che modo questo ci sarà d‟aiuto? Pensiamo all‟esempio di Stanley Jones, che passò

sette anni in prigione per la sua fede.* Lui stesso spiegò cosa lo aveva aiutato a perseverare:

“Essendo fortificato con la conoscenza del Regno di Dio, essendo sicuro d‟essa, non dubitandone

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mai per un momento, non potei essere smosso”. Se abbiamo una forte fede nelle promesse di Dio, ci

avvicineremo di più a lui e non ci faremo vincere dalla paura (Prov. 3:25, 26).

8. Cosa può rivelare l‟atteggiamento che abbiamo verso le adunanze? Spiegate.

8 Frequentiamo regolarmente le adunanze. Le adunanze ci aiutano ad avvicinarci di più a Geova.

Il nostro atteggiamento verso le adunanze può rivelare molto sul modo in cui affronteremo la

persecuzione in futuro (Ebr. 10:24, 25). In che senso? Se oggi manchiamo alle adunanze a causa di

piccoli ostacoli, cosa faremo in futuro, quando radunarci con i compagni di fede potrebbe

significare mettere in pericolo la nostra incolumità? Se invece siamo decisi a frequentare le

adunanze, non smetteremo di radunarci con i fratelli nemmeno quando gli oppositori cercheranno di

impedircelo. Ora è il momento di imparare ad apprezzare profondamente le adunanze. Se le

consideriamo preziose, nessun tipo di opposizione, nemmeno un divieto da parte del governo, potrà

impedirci di ubbidire a Dio anziché agli uomini (Atti 5:29).

Imparare a memoria versetti e cantici può rivelarsi molto utile in vista della persecuzione (Vedi il

paragrafo 9)*

9. Perché imparare dei versetti a memoria è un buon modo per prepararsi per la persecuzione?

9 Impariamo a memoria i nostri versetti preferiti (Matt. 13:52). È vero, la nostra memoria non è

perfetta, ma Geova può usare il suo potente spirito santo per aiutarci a ricordare quei passi biblici

(Giov. 14:26). Un fratello che nella Germania dell‟Est fu imprigionato e messo in isolamento disse:

“Avere imparato a memoria centinaia di versetti si rivelò una grande benedizione! Potevo riempire

quelle giornate vuote meditando su vari argomenti biblici”. Quei versetti aiutarono il nostro fratello

a rimanere vicino a Geova e a perseverare fedelmente.

(Vedi il paragrafo 10)*

10. Perché dovremmo imparare a memoria i nostri cantici e le nostre canzoni?

10 Impariamo a memoria e cantiamo i nostri cantici e le nostre canzoni. Quando erano in prigione

a Filippi, Paolo e Sila “[lodarono] Dio con canti” che conoscevano a memoria (Atti 16:25). In modo

simile, da cosa vennero rafforzati i fratelli dell‟ex Unione Sovietica che furono mandati in esilio in

Siberia? La sorella Marija Fedun‟ raccontò: “Cantammo tutti i cantici che conoscevamo”. Disse che

quei cantici incoraggiarono tutti loro e li aiutarono a sentirsi più vicini a Geova. Sicuramente

cantare i cantici e le canzoni del nostro sito rafforza anche noi. Perché non cerchiamo di imparare a

memoria i nostri brani preferiti già da ora? (Vedi il riquadro “Dammi più coraggio”.)

“Dammi più coraggio”

Il congresso di zona del 2018 si è concluso con un nuovo brano musicale di grande impatto

intitolato “Dammi più coraggio”. Dopo il congresso Lumia, una bambina di otto anni, ha scritto:

“Grazie per la nuova canzone. Mi ha colpito tanto! Mentre cantavo ho deciso che, quando andrò in

seconda, dirò ai miei compagni di classe che sono testimone di Geova. Sono sicura che Geova è con

me”.

COME SVILUPPARE IL CORAGGIO

11-12. (a) In base a 1 Samuele 17:37, 45-47, come faceva Davide a essere coraggioso? (b) Quale

importante lezione impariamo dall‟esempio di Davide?

11 Per affrontare la persecuzione abbiamo bisogno di coraggio. Cosa possiamo fare se ci sembra di

non averlo? Ricordiamo che il vero coraggio non dipende dalla nostra corporatura, dalla nostra

forza o dalle nostre capacità. Pensiamo all‟esempio del giovane Davide, che affrontò Golia. In

confronto a quel gigante Davide era piccolo, debole e male armato. Non aveva nemmeno una spada.

Però aveva tanto coraggio, e non ebbe paura di combattere contro quel nemico arrogante

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.

12 Come faceva Davide a essere così coraggioso? Era convinto che Geova era con lui. (Leggi

1 Samuele 17:37, 45-47.) Davide non pensò a quanto Golia fosse grande in confronto a lui. Si

concentrò piuttosto su quanto Golia fosse piccolo in confronto a Geova. Cosa impariamo da questo

episodio? Saremo coraggiosi se siamo convinti che Geova è con noi e che i nostri oppositori sono

piccoli in confronto al nostro Dio Onnipotente (2 Cron. 20:15; Sal. 16:8). Ma come possiamo

sviluppare il coraggio ora, prima che arrivi la persecuzione?

13. Come possiamo sviluppare il coraggio? Spiegate.

13 Possiamo sviluppare ora il coraggio predicando la buona notizia del Regno di Dio. La

predicazione, infatti, ci insegna a confidare in Geova e a non aver paura degli uomini (Prov. 29:25).

Proprio come i muscoli si irrobustiscono con l‟esercizio, il nostro coraggio si rafforza quando

predichiamo di casa in casa, nei luoghi pubblici, nel territorio commerciale e in modo informale. Se

sviluppiamo ora il coraggio di predicare, saremo decisi a non smettere nemmeno nel caso in cui la

nostra opera venisse vietata (1 Tess. 2:1, 2).

Nancy Yuen non volle smettere di predicare la buona notizia (Vedi il paragrafo 14)

14-15. Cosa impariamo dall‟esempio di Nancy Yuen e Valentina Garnovskaja?

14 Possiamo imparare molto dall‟esempio di due sorelle fedeli che mostrarono grande coraggio.

Nancy Yuen, che viveva in Cina, era alta solo un metro e mezzo, ma non si lasciava intimidire

facilmente.* Non volle mai smettere di predicare la buona notizia del Regno di Dio, e per questo

rimase imprigionata per più di 20 anni. I funzionari che la interrogarono la definirono “la persona

più cocciuta” del paese.

Valentina Garnovskaja era convinta che Geova era con lei (Vedi il paragrafo 15)

15 Valentina Garnovskaja, che viveva nell‟ex Unione Sovietica, venne imprigionata tre volte per un

totale di 21 anni.* Per quale motivo? Era così decisa a continuare a predicare che fu condannata

come “delinquente particolarmente pericolosa”. Come riuscirono queste due donne fedeli a essere

così coraggiose? Erano convinte che Geova era con loro.

16. Qual è il segreto per avere vero coraggio?

16 Come abbiamo visto, per sviluppare il coraggio non dobbiamo fare affidamento sulle nostre forze

e capacità. Dobbiamo essere convinti che Geova è con noi e che è lui a combattere per noi (Deut.

1:29, 30; Zacc. 4:6). È questo il segreto per avere vero coraggio.

COME REAGIRE ALL‟ODIO DEGLI UOMINI

17-18. Come riportato in Giovanni 15:18-21, quale avvertimento diede Gesù? Spiegate.

17 Ovviamente ci fa piacere essere rispettati dagli altri, ma non dobbiamo commettere l‟errore di

misurare il nostro valore in base all‟opinione che gli altri hanno di noi. Gesù disse: “Felici voi

quando gli uomini vi odieranno, quando vi espelleranno, vi insulteranno e screditeranno il vostro

nome a causa del Figlio dell‟uomo” (Luca 6:22). Cosa intendeva dire Gesù?

18 Gesù non stava dicendo che ai cristiani avrebbe fatto piacere essere odiati; stava spiegando cosa

sarebbe successo. Noi non facciamo parte del mondo. Seguiamo gli insegnamenti di Gesù nella

nostra vita e predichiamo il messaggio che anche lui predicava. Di conseguenza il mondo ci odia.

(Leggi Giovanni 15:18-21.) Noi desideriamo piacere a Geova. Se le persone ci odiano perché

amiamo il nostro Padre celeste, questo è un loro problema.

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19. Come possiamo imitare l‟esempio degli apostoli?

19 Non vorremmo mai permettere a dei semplici esseri umani di farci vergognare di essere testimoni

di Geova, qualsiasi cosa dicano o facciano (Mic. 4:5). Possiamo imparare a non aver paura degli

uomini esaminando l‟esempio che diedero gli apostoli a Gerusalemme poco dopo la morte di Gesù.

Sapevano quanto i capi religiosi ebrei li odiassero (Atti 5:17, 18, 27, 28). Eppure continuavano ogni

giorno ad andare al tempio e a dimostrare con la predicazione di essere discepoli di Gesù (Atti

5:42). Non si fecero fermare dalla paura. Anche noi impareremo a non aver paura degli uomini se

facciamo sapere agli altri — a scuola, al lavoro e nella zona in cui viviamo — che siamo testimoni

di Geova (Atti 4:29; Rom. 1:16).

20. Perché gli apostoli erano felici anche se erano odiati?

20 Nonostante fossero maltrattati, gli apostoli erano felici. Perché? Sapevano che erano odiati perché

facevano la volontà di Dio, e lo consideravano un onore (Luca 6:23; Atti 5:41). L‟apostolo Pietro in

seguito scrisse: “Anche se doveste soffrire per amore della giustizia, felici voi!” (1 Piet. 2:19-21;

3:14). Se ci è chiaro che gli uomini ci odiano perché facciamo ciò che è giusto, non permetteremo

mai che la paura ci paralizzi.

PREPARARSI ORA RECHERÀ BUONI RISULTATI

21-22. (a) Cosa avete deciso di fare per prepararvi ad affrontare la persecuzione? (b) Cosa vedremo

nel prossimo articolo?

21 Non sappiamo quando un‟ondata di persecuzione, o addirittura un divieto governativo, ostacolerà

l‟adorazione che rendiamo a Geova. Ma sappiamo che possiamo prepararci ora rafforzando la

nostra amicizia con Geova, sviluppando il coraggio e imparando come reagire all‟odio degli

uomini. Quello che facciamo adesso per prepararci ci aiuterà a rimanere saldi in futuro.

22 Ma cosa faremmo se dovesse essere davvero imposto un divieto governativo alla nostra opera?

Nel prossimo articolo vedremo alcuni princìpi che ci aiuteranno a continuare a servire Geova anche

in queste circostanze.

COSA CI INSEGNANO QUESTI VERSETTI SU COME PREPARARCI PER LA PERSECUZIONE?

Salmo 116:1, 2

2 Cronache 20:15

1 Pietro 3:14

QUALI ALTRE GEMME SPIRITUALI AVETE SCOPERTO NEI CAPITOLI IN PROGRAMMA QUESTA SETTIMANA?

w91 15/1 p. 31

Confidiamo nella forza che Dio dà

GEOVA dà ai suoi servitori la forza di sopportare prove e persecuzione. E quanto bisogno avevano

Timoteo e gli altri cristiani di quella forza! Nel 64 E.V. un incendio devastò Roma, e si sparse la

voce che il responsabile fosse l‟imperatore Nerone. Per scagionarsi, egli incolpò i cristiani, e

sembra che ciò desse origine a un‟ondata di persecuzione. Fu probabilmente in quel tempo (verso il

65 E.V.) che l‟apostolo Paolo fu nuovamente imprigionato a Roma. Pur essendo vicino alla morte,

egli scrisse allora la sua seconda lettera a Timoteo.

La lettera di Paolo preparava Timoteo a resistere agli apostati e a rimanere saldo di fronte alla

persecuzione. Lo incoraggiava a continuare a fare progresso spirituale e gli spiegava la situazione di

Paolo in prigione. Inoltre, questa lettera aiuta i lettori a confidare nella forza che Dio dà.

Soffri il male e insegna con mitezza

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Dio impartisce potenza onde possiamo sopportare la persecuzione quali proclamatori della buona

notizia. (1:1-18) Paolo non dimenticò mai Timoteo nelle sue preghiere, e ricordava la sua fede

senza ipocrisia. Dio diede a Timoteo „non uno spirito di codardia, ma uno spirito di potenza e di

amore e di sanità di mente‟. Egli perciò non doveva vergognarsi di dare testimonianza e di soffrire il

male per amore della buona notizia. Timoteo, inoltre, doveva „continuare a tenere il modello di sane

parole‟ udite da Paolo, proprio come noi dobbiamo attenerci strettamente alla pura verità cristiana

anche se altri se ne allontanano.

Le cose che Paolo aveva insegnato dovevano essere affidate a uomini fedeli che avrebbero

insegnato ad altri. (2:1-26) Timoteo fu esortato ad essere un eccellente soldato di Cristo, fedele nel

soffrire il male. Paolo stesso soffriva in prigione per aver predicato la buona notizia. Egli incoraggiò

Timoteo a fare tutto il possibile per presentarsi a Dio come un operaio approvato, evitando i discorsi

vuoti che violano ciò che è santo, e gli ricordò che lo schiavo del Signore deve istruire altri con

mitezza.

Predica la parola!

Per affrontare gli ultimi giorni e difendere la verità scritturale ci sarebbe stato bisogno della forza di

Dio. (3:1-17) Tra gli empi sarebbero sorti uomini „che imparano sempre ma non sono mai in grado

di venire all‟accurata conoscenza della verità‟. Tali „uomini malvagi e impostori avrebbero

progredito di male in peggio, sviando ed essendo sviati‟. Tuttavia, Timoteo doveva „rimanere nelle

cose che aveva imparato‟. E così dovremmo fare anche noi, sapendo che „tutta la Scrittura è ispirata

da Dio e utile per insegnare, riprendere, correggere e disciplinare nella giustizia, affinché l‟uomo di

Dio sia pienamente competente, del tutto preparato per ogni opera buona‟.

Timoteo doveva opporsi agli apostati e compiere il suo ministero. (4:1-22) Per far questo doveva

„predicare la parola‟ e attenersi ad essa. Questo era essenziale, poiché la congregazione attraversava

un “tempo difficoltoso” a motivo del fatto che alcuni insegnavano false dottrine. Anche gli odierni

testimoni di Geova si attengono alla Parola di Dio, predicandola con urgenza nella congregazione e

alle persone di fuori, anche in condizioni sfavorevoli. Paolo „aveva osservato la fede‟, anche se

alcuni l‟avevano abbandonato. Ma „il Signore gli aveva infuso potenza, affinché per mezzo suo la

predicazione fosse compiuta pienamente‟. Confidiamo anche noi nella forza che Dio dà e

continuiamo a predicare la buona notizia.

[Riquadro/Illustrazione a pagina 31]

Un soldato eccellente: Paolo esortò Timoteo: “Quale eccellente soldato di Cristo Gesù accetta la

tua parte nel soffrire il male. Nessuno che presta servizio come soldato si immischia negli affari

commerciali della vita, affinché guadagni l‟approvazione di chi lo ha arruolato come soldato”.

(2 Timoteo 2:3, 4) Un fante romano „soffriva il male‟ quando doveva portare armi pesanti, una

scure, un cesto, razioni di cibo per tre giorni e altre cose. (Giuseppe Flavio, La guerra giudaica,

libro III, capitolo 5) Egli non si dedicava al commercio, poiché questo non avrebbe fatto piacere ai

suoi superiori, e le sue spese erano coperte. In maniera analoga, il cristiano sopporta le prove che

l‟essere un “eccellente soldato di Cristo” comporta. Anche se forse ha un lavoro secolare per

assolvere le sue responsabilità scritturali, egli non deve immischiarsi in cose materiali al punto di

smettere di combattere la guerra spirituale. (1 Tessalonicesi 2:9) Dando testimonianza di casa in

casa, brandisce “la spada dello spirito, cioè la parola di Dio”, e contribuisce a liberare le persone

dall‟errore religioso. (Efesini 6:11-17; Giovanni 8:31, 32) Visto che sono in gioco delle vite,

possano tutti i soldati cristiani continuare ad avere l‟approvazione di Gesù Cristo e di Geova Dio in

questo modo.

w19 marzo pp. 20-25 Mostriamo empatia nel ministero

. Qual è una caratteristica straordinaria della personalità di Gesù? Spiegate.

UNA caratteristica straordinaria della personalità di Gesù è la sua capacità di capire le difficoltà che

affrontiamo noi esseri umani imperfetti. Quando era sulla terra, Gesù sapeva „rallegrarsi con quelli

che si rallegravano‟ e „piangere con quelli che piangevano‟ (Rom. 12:15). Ad esempio, quando i

suoi 70 discepoli rientrarono da una campagna di predicazione contenti dei buoni risultati ottenuti,

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Gesù “si rallegrò” (Luca 10:17-21). In un‟altra occasione, quando notò l‟effetto della morte di

Lazzaro sui suoi cari, Gesù “si commosse profondamente e si turbò” (Giov. 11:33).

2. Come riuscì Gesù a mostrare empatia agli altri?

2 Come riuscì un uomo perfetto come Gesù a essere così misericordioso e compassionevole verso

esseri umani peccatori? Soprattutto, Gesù amava le persone. Come abbiamo visto nell‟articolo

precedente, lui aveva “particolare affetto per gli esseri umani” (Prov. 8:31). Spinto dall‟amore per

gli uomini, Gesù acquisì una conoscenza profonda del loro modo di pensare. L‟apostolo Giovanni

spiega: “Sapeva cosa c‟era nell‟uomo” (Giov. 2:25). Le persone si rendevano conto della grande

compassione e dell‟amore che Gesù provava per loro e perciò ascoltavano il messaggio del Regno.

Più svilupperemo sentimenti simili a quelli di Gesù, più saremo efficaci nel nostro ministero

(2 Tim. 4:5).

3-4. (a) Se abbiamo empatia come considereremo il ministero? (b) Cosa scopriremo in questo

articolo?

3 Per l‟apostolo Paolo predicare era un dovere, e lo stesso vale per noi (1 Cor. 9:16). Se però

abbiamo empatia non considereremo il ministero un semplice obbligo. Piuttosto, predicheremo

perché ci interessiamo delle persone e vogliamo aiutarle. Sappiamo inoltre che “c‟è più felicità nel

dare che nel ricevere” (Atti 20:35). Se predichiamo motivati da questo principio, il ministero ci darà

più soddisfazione.

4 In questo articolo scopriremo come mostrare empatia nel ministero. Innanzitutto vedremo cosa

impariamo dai sentimenti che Gesù provava per le persone. Poi prenderemo in esame quattro modi

in cui possiamo imitare il suo esempio (1 Piet. 2:21).

GESÙ MOSTRÒ EMPATIA NEL MINISTERO

w19 marzo pp. 8-13 Ascoltiamo la voce di Geova!

“ASCOLTATELO”

7. Secondo Matteo 17:1-5, in quale occasione Geova parlò dal cielo, e cosa disse?

7 Leggi Matteo 17:1-5. La seconda volta che Geova parlò dal cielo fu quando Gesù “fu

trasfigurato”. Gesù aveva invitato Pietro, Giacomo e Giovanni ad accompagnarlo su un alto monte.

Lì ricevettero una visione straordinaria. Il volto di Gesù diventò sfolgorante come il sole e le sue

vesti brillarono. Apparvero due figure che rappresentavano Mosè ed Elia; i due personaggi

iniziarono a parlare con Gesù della sua futura morte e risurrezione. I tre apostoli erano “storditi dal

sonno”, ma quando furono completamente svegli videro quella straordinaria visione (Luca 9:29-32).

Subito dopo li coprì una nube luminosa, e dalla nube udirono una voce, la voce di Dio. Come aveva

fatto al battesimo di Gesù, Geova gli espresse di nuovo il suo amore e la sua approvazione dicendo:

“Questo è mio Figlio, il mio amato Figlio, che io ho approvato”. Ma questa volta aggiunse:

“Ascoltatelo”.

8. Che effetto ebbe la visione su Gesù e sui discepoli?

8 Quella visione diede un‟anticipazione della gloria e del potere che Gesù avrebbe avuto come Re

del Regno di Dio. E sicuramente servì a incoraggiare e fortificare Cristo in vista delle sofferenze e

della morte atroce a cui sarebbe andato incontro. Edificò anche la fede dei discepoli e li rafforzò per

le prove e gli anni di intensa attività che li attendevano. Circa 30 anni dopo, l‟apostolo Pietro

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menzionò la trasfigurazione, a indicare che il ricordo di quella visione era ancora nitido nella sua

memoria (2 Piet. 1:16-18).

9. Quali pratici consigli diede Gesù ai suoi discepoli?

9 “Ascoltatelo”. Con queste parole Geova rese chiaro quanto desidera che noi ascoltiamo suo Figlio

e gli ubbidiamo. Quando era sulla terra, Gesù disse molte cose che meritano la nostra attenzione.

Per esempio, insegnò con amore ai suoi seguaci a predicare la buona notizia, e ricordò loro più volte

di vigilare (Matt. 24:42; 28:19, 20). Li esortò anche a continuare a fare ogni sforzo e a non

arrendersi mai (Luca 13:24). Gesù sottolineò quanto era importante che i suoi discepoli si amassero

gli uni gli altri, rimanessero uniti e osservassero i suoi comandamenti (Giov. 15:10, 12, 13). Che

pratici consigli diede Gesù ai discepoli! Questi consigli sono validi ancora oggi.

10-11. Come possiamo dimostrare che stiamo ascoltando Gesù?

10 Gesù disse: “Chiunque è dalla parte della verità ascolta la mia voce” (Giov. 18:37). Dimostriamo

di ascoltare la voce di Gesù quando „continuiamo a sopportarci gli uni gli altri e a perdonarci senza

riserve‟ (Col. 3:13; Luca 17:3, 4). Inoltre ascoltiamo la sua voce predicando con zelo la buona

notizia “sia in tempi favorevoli che difficili” (2 Tim. 4:2).

11 Gesù disse anche: “Le mie pecore ascoltano la mia voce” (Giov. 10:27). I seguaci di Cristo

dimostrano di ascoltare Gesù non solo prestando attenzione alle sue parole ma anche mettendole in

pratica. Non si lasciano distrarre dalle “preoccupazioni della vita” (Luca 21:34). Al contrario, per

loro la cosa più importante è ubbidire ai comandi di Gesù, anche quando si trovano in situazioni

difficili. Molti fratelli perseverano di fronte a dure prove, come attacchi degli oppositori, estrema

povertà o disastri naturali. E rimangono fedeli a Geova a qualunque costo. Questi fratelli possono

trovare conforto nelle seguenti parole di Gesù: “Chi ha i miei comandamenti e li osserva, ecco chi

mi ama. E chi mi ama sarà amato dal Padre mio” (Giov. 14:21).

Il nostro ministero ci aiuta a continuare ad ascoltare Gesù (Vedi il paragrafo 12)*

12. In quale altro modo dimostriamo di ascoltare Gesù?

12 Un altro modo in cui possiamo dimostrare che stiamo ascoltando Gesù è collaborare con coloro a

cui lui ha affidato l‟incarico di guidarci (Ebr. 13:7, 17). Nell‟organizzazione di Dio ci sono stati

molti cambiamenti negli ultimi anni, riguardanti ad esempio strumenti e metodi nuovi da usare nel

ministero, il modo in cui ora si svolge l‟adunanza infrasettimanale e il sistema con cui costruiamo,

ristrutturiamo e manteniamo in buono stato le nostre Sale del Regno. Siamo veramente grati del

modo attento e amorevole in cui veniamo guidati. Siamo certi che Geova benedirà gli sforzi che

facciamo per seguire le istruzioni della sua organizzazione.

13. In quali modi ascoltare Gesù è per il nostro bene?

13 Ascoltare tutte le cose che Gesù ha insegnato è per il nostro bene. Gesù promise ai suoi discepoli

che sarebbero stati ristorati dai suoi insegnamenti. “Troverete ristoro per voi stessi”, disse. “Infatti il

mio giogo è piacevole e il mio carico è leggero” (Matt. 11:28-30). La Parola di Dio, che include i

quattro Vangeli, ci ristora, ci rafforza a livello spirituale e ci rende saggi (Sal. 19:7; 23:3). Gesù

affermò: “Felici [...] quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Luca 11:28).

„GLORIFICHERÒ IL MIO NOME‟

14-15. (a) In base a Giovanni 12:27, 28, quale fu la terza occasione in cui Geova parlò dal cielo?

(b) In che modo le parole di Geova confortarono e rafforzarono Gesù?

14 Leggi Giovanni 12:27, 28. Il Vangelo di Giovanni riporta una terza occasione in cui Geova parlò

dal cielo. Qualche giorno prima di morire, Gesù si trovava a Gerusalemme per celebrare la sua

ultima Pasqua. “Sono profondamente turbato”, disse. Poi pregò: “Padre, glorifica il tuo nome”. In

risposta suo Padre disse dal cielo: “L‟ho glorificato e lo glorificherò di nuovo”.

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15 Gesù era turbato perché sentiva la grande responsabilità di rimanere fedele a Geova. Era

consapevole del fatto che sarebbe stato brutalmente flagellato e avrebbe subìto una morte atroce

(Matt. 26:38). Ma più di ogni altra cosa Gesù voleva glorificare il nome di suo Padre. Fu accusato

di bestemmia, ed era preoccupato che la sua morte recasse disonore a Dio. Quanto saranno state

rassicuranti per Gesù le parole del Padre! Gli garantirono che il nome di Geova sarebbe stato

glorificato. Lo avranno anche confortato e rafforzato in vista di quello che stava per succedere.

Anche se Gesù fu forse l‟unico dei presenti a capire le parole che il Padre aveva pronunciato, Geova

fece in modo che venissero riportate nella Bibbia per tutti noi (Giov. 12:29, 30).

Geova glorificherà il suo nome e libererà il suo popolo (Vedi il paragrafo 16)*

16. Perché a volte potremmo essere preoccupati che il nome di Geova venga infangato?

16 Come Gesù, anche noi potremmo essere preoccupati quando il nome di Geova viene infangato.

Forse, come Gesù, stiamo subendo delle ingiustizie. O forse siamo turbati da bugie che gli

oppositori diffondono su di noi. Magari pensiamo all‟impatto negativo che queste notizie hanno sul

nome di Geova e sulla sua organizzazione. In situazioni come queste le parole di Geova possono

darci molto conforto. Non dobbiamo preoccuparci troppo. Possiamo star certi che “la pace di Dio

che è al di là di ogni comprensione custodirà il [nostro] cuore e le [nostre] facoltà mentali mediante

Cristo Gesù” (Filip. 4:6, 7). Geova glorificherà sempre il suo nome. Per mezzo del Regno porrà

rimedio a tutti i danni che Satana e questo mondo hanno causato ai suoi fedeli servitori (Sal.

94:22, 23; Isa. 65:17).

ASCOLTARE LA VOCE DI GEOVA È PER IL NOSTRO

BENE

17. Secondo Isaia 30:21, come ci parla Geova oggi?

17 Anche oggi Geova ci parla. (Leggi Isaia 30:21.) È vero che non lo sentiamo parlare dal cielo.

Comunque ci ha dato la sua Parola scritta, la Bibbia, mediante cui ci provvede istruzioni. Inoltre,

Geova tramite il suo spirito spinge “l‟economo fedele” a nutrire spiritualmente i Suoi servitori

(Luca 12:42). Riceviamo davvero tanto cibo spirituale sotto forma di pubblicazioni stampate o

digitali, video e registrazioni audio.

18. In che modo le parole di Geova possono rafforzare la nostra fede e darci coraggio?

18 È importante che teniamo a mente quello che Geova disse quando suo Figlio era sulla terra. Le

parole di Dio, preservate nella Bibbia, ci assicurano che Geova ha ogni cosa sotto controllo e che

porrà rimedio a qualsiasi danno Satana e il suo mondo malvagio possano averci causato. Vogliamo

continuare ad ascoltare attentamente la voce di Geova. In questo modo riusciremo a perseverare di

fronte a qualsiasi problema possa presentarsi oggi o nel futuro. La Bibbia ci ricorda: “Avete bisogno

di perseveranza, affinché, dopo aver fatto la volontà di Dio, riceviate ciò che vi è stato promesso”

(Ebr. 10:36).

SPIEGATE COSA AVETE IMPARATO DALLE PAROLE DI GEOVA RIPORTATE IN...

Marco 1:11

Matteo 17:5

Giovanni 12:28