forghieri laboratorio ancitel 3-2-10
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Presentazione di commento al Rapporto Ancitel "Le ICT nei comuni italiani" - Roma 3 febbraio 2010TRANSCRIPT
“DALL’IDENTIFICAZIONE IN RETE AL COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI”
LE ICT NEI COMUNI ITALIANI
Rapporto 2009
Commento di
Claudio Forghieri
PARLEREMO DI:
Luci e ombre che emergono dal rapporto
Innovazione possibile
Nuove modalità di ges9one ed erogazione dei servizi della pubblica amministrazione
Integrazione delle re9 di intermediari nella strategia mul9canale degli en9
Ci;adini e Government 2.0
UNA SFIDA PER LA PA LOCALE?
Da un’immagine spesso centrata sugli sportelli per l’erogazione dei servizi …
… verso una nuova iden9tà legata alla ricerca della performance, del miglioramento della qualità percepita dagli uten9 e della capacità di ascolto dei ciOadini
UN’ITALIA A MACCHIA DI LEOPARDO
Con for9 differenze tra:
Regioni
Comuni grandi e piccoli
Nord e Sud
Capacità di spesa, dotazioni ICT
Dove l’innovazione negli en9 locali è legata all’aleatoria presenza di manager, funzionari e assessori illuminaS
L’INNOVAZIONE DI SUPERFICIE
Troppo squilibrio fra i “ritocchi” del front office e la mancata revisione dei processi interni
Manca ancora “l’eSca” del procedimento digitale (e forse anche la formazione)
So;o la maschera resta la burocrazia old style
Ci sono delle eccezioni, ancora troppo poche
La valorizzazione delle buone praSche operata dal ForumPA, dalla rivista E-‐Gov, dai vari premi non è sufficiente
NON ACCONTENTIAMOCI DELL’INNOVAZIONE “MODELLO ESPOSITIVO”
Dove si me;ono in mostra le opere migliori:
Diverse, scoordinate, costruite per fini diversi
Opere d’arte spesso eccellen9 ma ada;e ad ambien9 diversi
SERVE L’INNOVAZIONE CON UN DISEGNO ALLE SPALLE
Dove la trama è definita in an9cipo, c’è un filo condu;ore per:
Gli obieXvi di semplificazione
La terminologia
Il soYware che occorre
La modulis9ca da cambiare
Il linguaggio da usare
Le norme
…
Opere di Goa
LA DIFFICOLTA’ NEL PROPORRE PROGETTI PAESE
Viviamo in una Mul$level & Entropic governance (© Paolo Colli Franzone) dove proliferano tavoli di coordinamento, livelli, piani, strategie, progeX, bandi, fondi…
Che serva sul serio una “Cabina di Regia” per la PA digitale?
Come lavorare meglio insieme ai fornitori?
Come qualificare la domanda degli en9 locali?
SERVONO INDIRIZZI CERTI NON SOLO DI BREVE PERIODO
SERVONO STANDARD
Il modello “piano E-‐Gov” non è più sufficiente (non lo è mai stato)
Le aziende investono quando il quadro norma9vo e delle aspe;a9ve garanSsce certezze
Oggi invece la dialeXca si gioca fra una PA che chiede soluzioni ai propri problemi locali e le imprese che offrono risposte “sartoriali”
Risultato:
Una proliferazione di dialeX locali
Cos9 eccessivi di integrazione
LA SOLUZIONE STA NEL COSTRUIRE SCENARI DI CERTEZZA
Come fare?
Coinvolgere nella definizione degli indirizzi e degli standard gli esper9 degli en9 locali
Creare un sistema di community in grado di produrre indicazioni con9nue
Rendere cogen9 gli standard
Come non fare?
Calare dall’alto soluzioni a scatola chiusa
Dire: “andate e sperimentate”… (Piano E-‐gov 1 avviso, ma anche, in parte, Elisa…)
I FALSI MITI
L’open source soluzione di tuX i mali
Il riuso delle buone pra9che per risparmiare
La dematerializzazione parziale dei processi
La mul9canalità come obieXvo
Nella PA nulla cambia (non è vero: avete parlato con qualche giovane aspirante segretario comunale?)
MISURARE, VALUTARE, DECIDERE
Ciò che manca fortemente oggi in Italia è la capacità di valutare la reale ricaduta economica dell’innovazione
Quanto può far risparmiare digitalizzare l’intera filiera di un servizio?
Quanto costa un cavillo burocra9co cartaceo al sistema paese?
Qual è la differenza di costo fra un servizio erogato on line ed uno erogato off line?
Cosa ne pensano i ci;adini?
(Ci ha provato IQuEL…Programma Elisa)
I CITTADINI: CHI SONO I CITTADINI 2.0?
Dove hanno imparato a usare Internet? A scuola? Al lavoro? Si apprende per contaminazione virale
Se decideranno di usare Internet, lo faranno per i servizi offer9 dalla PA?
Se le compagnie aeree possono perme;ersi di vendere solo on line, e guadagnare, perché non lo possono fare anche le PA?
Cosa guida il ci;adino nella scelta del canale più adeguato per fruire dei servizi?
Fonte: la comunicazione del Comune di Modena – maggio 2009 – campione: 1000 cittadini
LE FORZATURE POSSIBILI (e i doveri della PA locale)
1. Alfabe9zzare
2. Aiutare (PIAP, aree wi fi)
3. Garan9re (rete, supporto, alterna9ve)
4. Promuovere (i servizi on line)
E poi andare a capo, che significa forzare
Dalla carta alle E-‐Mail/PEC/Sms
Dagli sportelli fisici al telefono
Dagli sportelli fisici al web
*2.0
Tu;o ciò che tra;a di 2.0 porta il profumo aspro e pungente della capacità di ascoltare e di abilitare la partecipazione
Idea:
Valutare la qualità dei si9 pubblici misurando anche:
1. L’intelligenza resa disponibile dagli uten9 (interni ed esterni)
2. La capacità di valorizzare questa intelligenza
LA TRASPARENZA DEI DATI PUBBLICI E I FORMATI APERTI
Che valore si può generare facendo incontrare il patrimonio informa9vo pubblico e la crea9vità della società civile, delle aziende, delle stesse PA?
Verso il Data Web della PA:
Da9 territoriali
Da9 sta9s9ci
Forma9 standard
CONSIDERAZIONE
Mol9 casi di successo nel mondo del web 2.0 sono cara;erizza9 dall’aver saputo rinunciare per primi a qualcosa: cedere una parte del controllo per beneficiare di risorse della colle^vità
Wikipedia ha delegato parzialmente il controllo editoriale
I si9 di scambio musicale hanno ceduto il controllo del catalogo
Google affida ai navigatori con il loro comportamento la costruzione del ranking delle pagine web
I COMUNI COSA SONO IN GRADO DI CEDERE?