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SARDEGNA ARCHEOLOGICAReprints e nuovi studi sulla Sardegna Antica

Collana diretta da Alberto Moravetti

L’ipogeismo funerario della Sardegna nuragica

Tombe di giganti riprodotte nella roccia

Questo lavoro è stato pubblicato nell’ambito del Progetto di ricerca “La Sardegna fra Calcolitico ed età del Bronzo”

finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna (Legge Regionale 7 agosto 2007, n. 7)

e diretto dal Professor Alberto Moravetti (Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione

Università degli Studi di Sassari).

Foto e disegni sono dell’autore, ad eccezione dei seguenti:Caterina Bittichesu: tavola scheda 94Gianni Canu: foto scheda 57 (esterno) Giovanni Carboni: figure 68 (nn. 1-2), 69 (da Castaldi, rielab.), 70 (nn. 1-3, 5-10, 13-14); lucidi da Castaldi, tavole schede 1, 2 (pianta e una sezione), 8, 15-16 (pianta), 18-25, 28-29, 78; lucidi da rilievi Melis, tavole schede 2 (una sezione), 10, 12-14, 15-16 (sezione), 17, 27, 30-32, 34-37, 39, 45-46, 53, 64, 73-76, 79Francesco Carta: tavole schede 5, 71Sergio Cau: foto scheda 67 (esterno)Comune di Mamoiada: foto scheda 94Antonio Coradduzza: tavola scheda 93Antonio Farina: tavola scheda 3Antonio Foddai: tavole schede 89-90Lavinia Foddai: lucidi tavole schede 48, 50-52, 54-56, 58, 62-63, 66-68, 72, 81-85; rilievi e lucidi schede 57, 59 (ril. sezione), 60, 61 (ril. sezione), 91Francesca Galli: tavola scheda 92 (pianta)Franco Germanà: figura 74Gianfranco Ghiani: figure 36, 58, 63-64; foto schede 28-29, 32-33, 36-37 (interni)Gruppo facebook “Sardegna. I beni archeologici dimenticati”: foto scheda 1Bruno Ladu: figure 49, 59; foto scheda 3Marcello Madau: foto scheda 11Manuela Marras: figure 68 (nn. 3-5), 70 (nn. 4, 11-12, 15)Mario Masia: figura 39; foto schede 55, 56Maurizio Melis: foto schede 81 (una esterno); 82 (una esterno), 83Salvatore Merella: rilievi tavole schede 48, 51, 66, 68Piero Messeri: figura 73Alberto Moravetti: foto scheda 72 (prospetto)Bruno Pollastrini: tavole schede 33, 49, 77Enzo Secchi: figura 5Pierpaolo Soro: tavola scheda 87Salvatore Stoccoro: figura 72 (rielab. da P. Messeri)

Impaginazione Giovanna Bucalossi

ISBN 978-88-7138-

© Copyright 2014 by Carlo Delfino editore Via Caniga 29/b, Sassari Tel. 079 262661-51-21 Fax 079 261926 [email protected] www.carlodelfinoeditore.it - www.madebysardinia.it

SARDEGNA ARCHEOLOGICAScavi e Ricerche

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Paolo Melis

L’ipogeismo funerario della Sardegna nuragica

Tombe di giganti riprodotte nella roccia

Carlo Delfino editore

Paolo Melis L’ipogeismo funerario della Sardegna nuragica

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86 - Tomba VIII di Sa Figu (Ittiri)

Posizione: 40°36’17.7”N - 8°35’26.6”EQuota: m 436Tipo planimetrico: A2b1Tipo stele: n.d.Autore della scheda: Paolo Melis Scoperta durante le ricognizioni connesse con la campagna di scavi e ricerche del 2002, la tomba VIII si apre a breve di-stanza dal circolo megalitico, nel settore occidentale dell’area di Sa Figu, a circa 200 metri dal gruppo principale della ne-cropoli; è un ipogeo a prospetto di tipo semplice, realizzato ex-novo senza riuti-lizzare precedenti domus de janas, che si apre su un basso affioramento di roccia calcarea in prossimità del bordo del pia-noro. La fronte è ampiamente rovinata e non si individua più alcun elemento della stele, mentre si osserva soltanto il profilo dell’esedra intagliata nella roccia, poco ampia (m 5,30 circa) e dalla curvatura ap-pena accennata. Sulla sommità dell’affio-ramento di roccia, sono scomparsi com-pletamente l’area dell’esedra superiore ed il tumulo, con i relativi fori di coro-namento. La parete d’ingresso è stata notevolmente demolita, per cui si accede da un’apertu-ra irregolare (orientata a Nord), piuttosto ingrandita, di m 1,10 di larghezza per m 1,70 di altezza: alla base si conservano, per pochi centimetri di altezza, le tracce del portello originario, largo m 0,53. Il por-tello introduce nel consueto breve andito (lunghezza, m 0,75) che precede il vano funerario. La cella ha pianta ad ellisse tronca, con il lato anteriore leggermente rettilineo: misu-ra m 3,10 di lunghezza, m 2,40 di larghez-za massima e m 1,80 di altezza. Il soffitto è sostanzialmente piano, tranne che nella parte di fondo dove ha una marcata convessità; le pareti sono piuttosto aggettanti. Il vano non presenta alcuna nicchia, e questa pare essere una costante delle tombe a prospetto di Sa Figu.La tomba è stata scavata nel 2003 dallo scrivente, in collaborazione con Manuela Marras.Bibliografia: Melis 2003, p. 113, fig. 8; Melis 2004; MArrAs 2005; MArrAs, Melis 2006.

87 - Tomba di Su Chercu (Torralba)

Posizione: 40°30’41.8”N - 8°45’32.3”EQuota: m 500Tipo planimetrico: A2a2.1Tipo stele: n.d.Autore della scheda: Pier Paolo Soro La tomba di Su Chercu è scavata in un affio-ramento di roccia calcarea lungo le pendici settentrionali del pianoro di Mura in località Pala ‘e Sa Corte, che domina da Sud l’abi-tato di Torralba. L’ipogeo si presenta mol-to rovinato nella parete di prospetto, dove oramai nulla è più leggibile della facciata architettonica originaria: pertanto, l’unico elemento che consente di assimilare l’ipo-geo alla tipologia delle tombe a prospetto architettonico è la planimetria.La tomba si apre attualmente in una bassa parete concava, dove probabilmente si sono avuti in passato degli stacchi di roccia con-sistenti, forse anche a seguito dei riutilizzi che hanno interessato l’ipogeo sino ai tem-pi attuali: non resta quindi nessuna traccia dell’esedra, della stele centinata, del tumu-lo superiore. L’originario portello, oramai scomparso, è sostituito da un ampio varco largo m 1,30 e alto altrettanto, parzialmente chiuso da un muro di recente costruzione; orientato a NNO, presenta uno spessore limitato - m 0,38 - che ci testimonia come l’originario corridoio di ingresso della tom-ba sia andato perduto assieme a tutta la fac-ciata a causa dell’arretramento della parete dovuto presumibilmente all’erosione o ad azioni antropiche.Il vano funerario mostra una planimetria ri-scontrata con frequenza in questa classe di monumenti: la camera è di pianta tondeg-giante, con diametri longitudinale di m 2,95 e trasversale di m 2,75; il soffitto è del tipo a calotta ribassata, con pareti incurvate e con altezza massima di m 1,50 su un livello di riempimento di terra e pietrame. Le pareti sono poco rifinite, probabilmente a causa del supporto roccioso particolarmente ricco di depositi organogeni.Nel lato destro si apre una nicchia ampia e

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poco profonda, di pianta irregolare (m 1,57 largh. x 0,43 prof. x 0,91 h.), alta m 0,37 dall’attuale piano di calpestio e con ingresso irregolarmente ampliato che segue l’andamento della parete. Bibliografia: inedita.

88 - Tomba n. 9 di Furrighesos (Cheremule)

Posizione: 40°29’25.4”N - 8°44’13.8”EQuota: m 430Tipo planimetrico: A1a1Tipo stele: n.d.Autore della scheda: Paolo Melis Le tre tombe di Furrighe-sos (IX-X-XI) sono ubi-cate all’estremità Nord di un’area occupata da un’e-stesa necropoli a domus de janas, su una bassa pa-rete calcarea; in due casi si tratta di tombe scavate ex-novo nell’età del Bronzo, mentre la terza, di cui ci oc-cupiamo in questa scheda, è ricavata nel contesto di una precedente tomba ne-olitica, sebbene non ne sia del tutto chiara la relazione. A 800 metri di distanza, a Sud-Ovest, è presente il ben noto complesso ipo-geico di Moseddu, mentre a poco più di un chilome-tro, nella stessa direzione, sono situate le necropoli a domus de janas di Tennero e Mattarigozza. La tomba IX è sicuramente la più controversa, non solo nel contesto della necropoli ma, più in generale, nel complesso delle domus a prospetto architettonico. In realtà l’ipogeo, nella sua trasformazione in tomba a prospetto architettonico, sembra aver interessato due distinte do-mus de janas (tombe VIII e IX), o perlomeno una tomba (la prima) ed un secondo minuscolo ipogeo di difficile lettura: forse un ampliamento nell’età del Bronzo o forse un precedente principio di escavazione non portato del tutto a compimento.Le due tombe si aprono sullo stesso affioramento di roccia calcarea, su due lati diversi; la tomba VIII, pluricellulare, è notevolmente rovinata e consta attualmente di almeno quattro ambienti. Un breve padiglione sopraelevato di m 0,85 dal piano di campagna, di cui restano pochissi-me tracce, immetteva nell’anticella attraverso un portello oramai ingrandito: il primo vano, quadrangolare (m 1,60 x 1,25 per 1,10 h.), funge da disimpegno per altri due ambienti, che si aprono rispettivamente sul lato sinistro e su quello di fondo. L’ambiente di sinistra, cui si ac-

cede da un portello notevolmente manomesso, residua parzialmen-te, poiché buona parte è crollata e risulta quindi in comunicazione diretta con l’esterno: è di pian-ta ellissoidale e misura m 2,00 x 1,20 x 1,25 di altezza. Nella parete di fondo dell’anticella, un portello notevolmente ingrandito introdu-ce in una cella rettangolare, di m 1,60 x 1,35 x 1,10 h.; a sinistra, uno scasso la mette in comunica-zione con la cella precedente men-tre sul lato destro si apre il portello che comunica con l’ultimo vano. Si tratta di un ambiente di pianta trapezoidale (m 1,75/1,25 x 1,80 x 1,05 h.) che presenta, all’ango-lo fra la parete di fondo ed il lato destro, un piccolo portello di for-ma trapezoidale in comunicazione con la “tomba” IX.Quest’ultima, che è quella che più ci interessa per il nostro discorso, in realtà non potrebbe essere let-ta se non in relazione alla domus de janas contigua: infatti, come vedremo fra poco, non presenta un vero e proprio vano funerario, bensì si configura come una sorta di piccolo ambiente introduttivo (poco più che un atrio) al cui fon-do si apre il portello trapezoidale (di m 0,55 x 0,60) che introduce nella tomba VIII, la quale doveva assumere la funzione di effettivo vano funerario.Del tutto singolare appare, in questa tomba, la lavorazione della facciata, che ci autorizza, pur con prudenza, ad annoverarla fra gli ipogei a prospetto architettonico. A m 0,85 dal piano di campagna è scavata un’apertura quadrangolare strombata (larga da m 1,60 all’esterno a m 1,26 all’interno), alta m 1,15, con angoli arrotondati soprattutto nel profilo superiore. Questa apertura è bordata da una fascia in rilievo, larga circa m 0,18 nella parte superiore, in posizione frontale, mentre ai lati la fascia si allarga progressivamente verso il basso e scende obliqua lungo gli stipiti interni, lievemente sbiecati verso l’interno; a causa del degrado della roccia, non è invece chiaro se anche il profilo inferiore dell’apertura fosse bordato dalla medesima fascia in rilievo. Nella parte superiore, le due fasce laterali si prolungano al di sopra di quella orizzontale, rientrando leggermente, quasi a racchiudere una sorta di lunetta semicircolare o subtrapezoidale, di cui residua solo la base, per un’altezza di m 0,32; lateralmente, l’intero mo-tivo è profondamente inciso e rilevato rispetto alla parete, in modo anche da ricavare una sorta di canale di gronda. Purtroppo, la scomparsa del registro superiore della parete di roccia (su cui è stata anche scavata una rozza canalizzazione, probabilmente in relazione a riusi recenti)


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