fidaart n. 4 2012

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FIDAart PERIODICO della FIDA-Trento N° 4 - Novembre ANNO 2012

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Paolo Tait

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In copertina: Paolo Tait, Vento dell’Est, 1991, olio su tela 210x210 cm

FIDAartsommario4.Novembre 2012, Anno 1 - N. 4

Editoriale Programmi FIDA-Trento 2012

Natura Libera

Intervista a Paolo Tait

Rassegna mostre in regione

Memorandum

pag. 4

pag. 5

pag. 6-19

pag. 20

pag. 22-23

pag. 21

pag. 26

pag. 24-25

pag. 27

pag. 29-34

pag. 35

Commissioni per l’opera d’arte

Mercato dell’arte?

Libri & libri

Mart e Muse

Voci poetiche

Copyright FIDAart Tutti i diritti sono riservatiL’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o eventuali scambi tra foto-grafi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare

4

EDITORIALE

Prosegue il ciclo di incontri con gli artisti trentini i quali, raccontando liberamente le loro

esperienze e parlando del “fare arte” nelle sue implicazioni concrete e tecniche, possono fare

molto per avvicinare anche i “non addetti ai lavori” a un mondo che, troppo spesso, si è allon-

tanato dalla gente. Tale distanza è, spesso, il risultato di un comportamento narcisistico-auto-

lesionistico che ha prodotto una frattura profonda fra artisti e fruitori, favorendo la creazione

di un’enclave elitaria e, sostanzialmente, autoreferenziale. I motivi risalgono ancora al ruolo

delle avanguardie storiche le quali, rompendo con la cultura e i valori della classe dominante,

avevano saputo cogliere in anticipo i segni di imminenti rivoluzioni epocali e conflitti mondiali

ma, allo stesso tempo, avevano rifiutato e rigettato gran parte della tradizione.

Anche oggi, l’arte si trova ad operare in una crisi globale che vede interi sistemi economici e

sociali sottoposti a cambiamenti radicali di cui non si intuisce ancora lo sbocco. Le vie d’uscita

sono e saranno dolorose e potranno essere praticabili solo con un surplus d’idee innovative e

creative che renventino un “nuovo Rinascimento”.

La notizia recente che i fondi provinciali per le mostre del MART e del Castello del Buonconsi-

glio sono stati dimezzati rientra, per l’appunto, in questo tipo di gravi mutamenti, fino a poco

tempo fa, impensabili. Inoltre, la pesantezza con cui il Governo centrale sta intervenendo sui

“privilegi” dell’Autonomia, fa supporre che si andrà ad un ulteriore ridimensionamento delle

risorse a disposizione, in particolare per tutte quelle attività, tra cui la cultura e l’arte, che in

questi anni hanno goduto in Trentino di una rilevante attenzione.

A questo riguardo, sarà interessante seguire le vicende del più grande investimento pubblico

in corso di realizzazione a Trento, il MUSE, nuovo museo della scienza. Basterà il pregevole

progetto di Renzo Piano per garantire un idoneo successo di pubblico e di visitatori o, dopo

pochi anni, la dura realtà dei conti costringerà l’Ente pubblico, principale se non unico fi-

nanziatore, a tagliare anche qui il budget? Effettivamente, come è stato fatto notare, due

mega strutture di due archistar, Il Mart di Mario Botta e il Muse di Renzo Piano, convivono

in un territorio di poco più di cinquecentomila abitanti. Riusciranno ad attirare annualmente

un’utenza a livello nazionale senza investire costantemente sulle mostre e sugli eventi capaci

di attirare il grande pubblico? Bernabè, il Presidente del Mart, parla di “sfida colossale”.

Non si può che auspicare che le due scommesse vengano vinte in quanto l’investimento sulla

cultura, sia artistica che scientifica, è una strada obbligata per le società avanzate. E’ oramai

chiaro, infatti, che per il nostro Paese non c’è più futuro in molti settori produttivi storici, oggi

fagocitati da Stati che operano in regime di manodopera a bassissimo costo, produttività infi-

nita e carenza-assenza di regole.

Ognuno, d’ora in poi, dovrà fare la sua parte e ripensare creativamente il futuro.

PROGRAMMI FIDA-Trento 2012

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Natura Libera - 10 novembre - 9 dicembre 2012

L’inaugurazione della mostra “Natura Libera”, è stata fissata il giorno sabato 10 no-vembre alle ore 18.00 presso Palazzo Libera a Villa Lagarina. I quattro artisti della FIDA che partecipano sono: Mauro Berlanda, Alessia Carli, Carla Decarli e Anna Lorenzetti.

Intervista a PAOLO TAITOgni artista possiede caratteristiche sue proprie che lo rendono unico. Chi privilegia il pensiero astratto, chi la forma, chi la poesia, chi la sperimentazione, chi la materia, chi la tecnica, e così via. Alcuni, come Paolo Tait, privilegiano l’arte come modo di vita e il fare arte come unica possibilità di rapportarsi con il mondo. Paolo possiede il dono innato del disegno e questa sua abilità si trasferisce “natural-mente” sulla carta o sulla tela sotto forma di un alfabeto primitivo, un intrico di figure che rimandano a immagini archetipiche e che esprimono in modo privo di mediazioni , i suoi stati d’animo profondi e il suo bisogno di raccontarsi. Non è facile definire e inquadrare quasi quarantacinque anni di attività artistica perché i suoi periodi artistici sono stati molti ma, per quanto possa sembrare strano, tutti già dotati della stessa co-erenza interna. La maggior parte delle sue opere sono immediatamente riconoscibili per la quasi costante presenza di mondi organico-meccanici rappresentati mediante forti e nette tracce nere che percorrono, come un scrittura “automatica”, lo spazio del quadro secondo logiche geometriche e, allo stesso tempo libere. A volte, grandi cam-piture di colori fungono da sfondo o da tessuto connettivo ma, la “struttura portante”, è quasi sempre assolta dal segno. A volte, il segno diventa “gesto” grazie alle ampie, veloci pennellate, più istintive e liberatorie che si trasformano in ombre, animali fe-roci, mostri neri spaventosi che rimandano alle tensioni e alle inquietudini della sua anima. Altre volte, invece, segni impercettibili, fluttuano leggeri in uno spazio infinito suggerito con sfumature dai toni delicatissimi.La pittura di Tait è una ricerca interessata non tanto al bello, quanto al vero. Paolo Tomio

Sul palo, 2001, trittico, collage, acrilico,

china e grafite su legno, 252x552 cm

A sinistra: Porta che accede al sogno, 2011,

smalto a fuoco su rame, 300x226 cm

A destra: Rosso, smalto a fuoco su rame,

2009, 2.00x50cm

Quando e perché hai cominciato a in-teressarti alla pittura?

A 13 anni in occasione di un forte esaurimento nervoso...perché mi attraeva

Quali sono stati le correnti artistiche e gli artisti che ti hanno condizionato?

Nei primi anni della scuola sicuramente i primitivi toscani e il Masaccio, la forte sintesi formale

e, nel presente, Carrà, Sironi, Permeke, Moore, Picasso e poi, più avanti, Licini.

Oggi, cosa ti interessa e cosa non ti piace dell’arte contemporanea?

Sono curioso, mi interessa quello che mi è sempre interessato, non mi piace il mercato che ha condizionato e condiziona le scelte.

Volo, 2005, acrilico su carta, 61x82 cm

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Tu hai fatto una scelta difficile: fare l’artista a tempo pieno e vivere di arte. Lo rifaresti?

Lo rifarei, ne sono convinto...oggi come allora.

Pur essendo molto “preso” dal tuo lavoro, hai conosciuto qualche artisti trentino che apprezzi?

Sì, frequento pochi artisti che stimo tra i quali Piermario Dori-

Tecnica mista su legno, 1979, 174x134 cmA destra: Cane, grafite e acrilico

su carta, 2002, 80x56 cm

Della natura, 2007, acrilico e grafite su tela, 200x250 cm

gatti, Paolo Dolzan, Giordano Chini, Roberto Perini, Simone Turra, Mauro Cappelletti, Dario Coletti e pochi altri.

Che giudizio dai sul panorama dei pit-tori trentini d’oggi?

C’è di tutto e va bene così.

Cosa manca al Trentino per poter es-sere più presente sul mercato esterno?

In generale ha una sindrome molto provinciale, ovvero che il proprio vicino di casa non può essere qualcuno.

So che non ami essere etichettato ma esistono, comunque, delle grandi correnti artistiche storiche. Tu in quale ti riconosci?

Nell’espressionismo.

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Bestiario, 1993-2003, china e grafite su carta, 150x200 cmSegui la “politica culturale” trentina?

Pensi che si possa fare di più e meglio per il settore artistico?

Non seguo la politica culturale trentina e in generale.

Anche il Mart è il prodotto di scelte di politica culturale. Cosa ti senti di con-sigliare agli amministratori e ai politici per favorire l’arte?

Premesso che non si possono to-gliere gli strumenti dalle mani di chi li usa male, consiglierei, al po-

litico di turno, di pesare un po’ di più prima di distribuire a destra e a manca aiuti con soldi pubblici.

Nel corso della tua attività hai speri-mentato molte tecniche artistiche af-frontando anche la scultura in legno e la ceramica.

Ho sperimentato di volta in volta molte tecniche che mi hanno permesso di tirar fuori quello che mi urgeva.

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Martino, 2 grafite e acrilico su carta cm 1x1

I tuoi quadri sono molto riconosci-bili per uno stile “gestuale”, veloce e istintivo, in cui convivono figurazione e astrazione.

Mi fa piacere che siano ricono-scibili ma quello che per me conta è la qualità interna dell’opera stessa.

Cosa rappresentano queste tue figure zoomorfiche e artificiali?

Sono il mio mondo organico, spesso ingabbiato in strutture ri-gide

Molti tuoi dipinti sono caratterizzati dal-la presenza di grandi masse nere. Per-ché questo interesse per il nero?

Il bianco e il nero, il sì ed il no, senza mediazioni.

Ciò che vedo, ciò che sento, 2006, smalto a fuoco su rame, 9.40x3.50 mt

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Da cosa nasce la scelta dell’uso di molte tecniche: olio, acrilici, acquerel-li, incisioni ecc.?

Come ti ho detto, ho necessità, attraverso la tecnica (come supporto), di dire quello che mi sta a cuore.

Eppure, ogni tecnica comporta delle specificità che “condizionano” l’artista. Ad esempio gli smalti su rame, che tu usi spesso, sono estremamente laboriosi.

Sono sì impegnativi, ed è questa una bella sfida da raccogliere; far si che la difficoltà tecnica sia sti-molante all’interno del processo creativo.

Ritieni che sia cambiato o stia cambiando la figura dell’artista e il suo ruolo sociale, in particolare, in Trentino?

Il mondo sta cambiando...cambia e cambierà anche la figura dell’artista e del suo ruolo sociale.

Tavolo-scultura, 2009, scultura in legno

verniciato, acciaio e vetro

Anello, 2001, oro bianco (orafo Oro Design)

A destra: Acqua e Energia 1, 2006, grafite e acrilico su carta, 150x100 cm

Cos’è la bellezza? E’ un valore che ricerchi o è subordinato ad altri fattori?

La bellezza salverà il mondo ...ma non sta rinchiusa in un canone.

Foto opere di Nadia Baldo

In che senso salverà il mondo? Perché dovrebbe salvarlo e come?

Perché la bellezza, come io la in-tendo, al di là di ogni canone, è liberatoria di ogni male.

E, per finire, cos’è per te l’arte? E chi è l’artista?

Non so cosa sia l’arte...di certo un qualcosa che non lascia indifferenti... e chi sia artista è difficile dirlo, il tempo lo dirà. Il mio lavoro è tra istinto e ragione. Uso il disegno come un bisturi e lo affondo lentamente per cercare di trovare e dare vita alle ragioni stesse del mio fare. L’opera nasce in quel momento di scarto tra ciò che conosco e l’ignoto.

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Paolo Tait

Nasce a Mezzolombardo (Trento),

nell’aprile del 1952. Compie gli studi

superiori presso l’Istituto Statale d’Arte

di Trento. Nel 1970 il 1° premio per la

grafica alla X Triveneta Giovanile d’Arte

di Cittadella (PD); in quegli stessi anni

apre nel paese natale un piccolo stu-

dio. Nel 1990 soggiorna per un breve

periodo in Danimarca e nel 1991 a Sa-

lisburgo,

Dalla seconda metà degli anni Ottanta

l’attività espositiva si intensifica marca-

tamente con la presentazione di mo-

stre personali e la partecipazione a

collettive: nel 1992, l’importante ras-

segna internazionale della Repubblica

di San Marino, che lo vede tra i vin-

citori selezionati dalla giuria presiedu-

ta da Carlo Giulio Argan. Si occupano

del suo lavoro Danilo Eccher, Riccarda

Turrina, Fiorenzo Degasperi, e, più tar-

di, Giovanna Nicoletti, Umberto Bene-

detto e Riccardo Schweizer,

In quegli anni avvia anche un ciclo di

realizzazioni di importanti opere per

istituzioni pubbliche e private: per il

Comune di Mezzolombardo nel 1986,

l’opera monumentale in rame smal-

tato (circa 30 mq) eseguita nel 2006;

per il Palazzetto Polifunzionale di San

Michele all’Adige, Nel 1991 il MART,

Museo d’Arte Moderna e Contempo-

ranea di Trento e Rovereto, accoglie

la donazione di un intero ciclo di sue

opere grafiche (20 soggetti), oggi do-

cumentata nella pubblicazione della

Electa relativa all’attività del MART nel

periodo 1990/1995

Grazie all’invito rivoltogli dal Kunstb-

ygning, museo pubblico di Aarhus,

una mostra personale viene allestita

nell’agosto del 1997.

Nello stesso anno si laurea all’Accade-

mia di Brera.

Nel 1999 la Galleria Civica di Arte Con-

temporanea di Trento gli dedica una

mostra personale. Nel 2000 Flaminio

Gualdoni gli riserva un posto nel volu-

me “Arte in Italia 1943-1999”.

Lo psicologo e giornalista Vittorio Cur-

zel realizza un cortometraggio, Art

Note book N. 1: Paolo Tait, nel qua-

le, senza dialoghi e senza commento,

racconta la vita quotidiana dell’artista.

L’opera, più volte proposta con suc-

cesso nei circuiti internazionali di ci-

nema d’autore (tra gli altri allo “Studio

Art Centre International” di Firenze e al

“Bozner Film Tage” del 2001), nel mar-

zo 2001 viene ufficialmente presentata

anche alla Galleria Civica di Arte Con-

temporanea di Trento, per poi essere

diffusa dalle reti RAI l’anno successivo.

Tra il 2001 e il 2002, curato da Valerio

Dehò, si concretizza un progetto espo-

sitivo itinerante, “Traparentesi”, che por-

ta l’artista a Bologna, Torino e Milano,

aprendogli la strada per proporre il

proprio lavoro anche a Londra.

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FIDAart copertina del Numero 4

Periodico di arte e cultura della FIDAart

FIDAart

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Nel 2002 vince il concorso per la rea-

lizzazione del Manifesto che celebra la

50a edizione del “Filmfestival Città di

Trento”.

Tra il 2001 ed il 2003 è tra i protago-

nisti delle rassegne dedicate all’arte

trentina da Palazzo Trentini Mostre per

il periodo 1950/1975 e per il periodo

1975/2000 e dal nuovo MART di Rove-

reto, con catalogo edito da Skira.

Nel 2004, su commissione della Pro-

vincia Autonoma di Trento, realizza in

una tiratura limitata, presentato da Fla-

minio Gualdoni, la cartella commemo-

rativa del cinquantesimo anniversario

della scomparsa di Alcide Degasperi.

Il 2005 lo vede protagonista di una

mostra personale a Venezia, in con-

comitanza con la Biennale Interna-

zionale d’Arte. Sempre in quell’anno

l’artista di Mezzolombardo partecipa

a MiART, ospitato negli spazi della mi-

lanese Galleria 10.2!, diretta da Maria

Rosa Pividori. Nell’autunno dello stes-

so anno è ancora protagonista di tre

significative esposizioni personali ad

Hannover – presso la Kunsthalle Faust

e a Trento; la prima nello spazio espo-

sitivo CITRAC. Nel 2007, con una sua

personale si inaugura il prestigioso

Museo “ŢŢrii Crişurilor” di Oradea, in

Romania.

Pietro Bellasi, sociologo ed antropolo-

go culturale incontra il suo lavoro del

tutto occasionalmente, nel 2005. spro-

na l’artista a documentare compiuta-

mente i suoi quasi quarant’anni di la-

voro.

Nasce così, all’inizio del 2009, il volume

monografico che, per i tipi dell’editore

Gabriele Mazzotta, suggella in qua-

si 300 pagine la tormentata creatività

di Paolo Tait, letta mirabilmente dallo

stesso Bellasi e da Giovanna Nicoletti,

Nel 2009 inizia un rapporto con Vittorio

Sgarbi, che continua tuttora e che nel

2011 lo porterà negli spazi – quelli del

Padiglione Italia, sezione Trentino/Alto

Adige – della controversa 54a edizione

della Biennale di Venezia.

Nel 2011, il lavoro sui manifesti “Al

muro, al muro” svolto dell’artista torna

in uno spazio pubblico, a Palazzo Li-

bera (Villa Lagarina / Trento), su inizia-

tiva dell’Associazione PROMART con

saggio critico di Maurizio Scudiero

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Foto dell’artista di Franco Battistotti

NATURA LIBERA

Natura Libera

Il giorno 10 novembre si aprirà a Palazzo Li-bera di Villa Lagarina la mostra “Natura Libe-ra” organizzata da quattro artisti della Fede-razioni Italiana Degli Artisti-Trento.La collaborazione di FIDA con l’Amministra-zione continua a rivelarsi un momento im-portante per i propri artisti che hanno così l’occasione di esporre negli spazi di uno dei più importanti palazzi storici di Villa Lagari-na, oltre che sede del prezioso Museo Dio-cesano Tridentino. Per questa ragione, nel titolo “Natura Libera” si intuisce sia un riferi-mento alla Natura, tema portante dell’espo-sizione dei quattro pittori, sia allo stesso Pa-lazzo Libera che ospita l’evento.Le tre artiste affrontano nelle loro opere una Natura da punti di vista distinti caratterizzati da una concezione e da una creatività “fem-minile”, più dolce e morbida. Espressionista, dal segno gestuale e dai colori estroversi la ricerca di Anna Lorenzetti; romantica, qua-si fantasy e uno stile “grafico” pulito basato sull’uso di contorni neri e stesure omogenee interne, Carla Decarli e, infine, surrealista, onirica di un delicato simbolismo psicologi-co intriso di riferimenti alla condizione della donna, Alessia Carli. Il quarto pittore, Mau-ro Berlanda, infine, esprime la visione ma-schile della Natura, con uno stile essenziale rappresenta il fascino esercitato dalla forza e dalle masse geometriche delle montagne.Insomma, quattro approcci molto diversi che propongono personalità, psicologie e percorsi ben connotati e riconoscibili che interpretano tutta la ricchezza espressiva of-ferta dall’arte contemporanea.

Na

tura

Lib

era

inaugurazione sabato 10 novembre 2012 ore 17.00

dal 11 novembre al 9 dicembre 2012Palazzo Libera - Villa Lagarina (TN)

orari: mercoledì, giovedì e venerdì 14.00/18.00 sabato e domenica 10.00/12.30 - 14.00/18.00 lunedì e martedì chiuso

Espongono:

Alessia Carli, Carla Decarli, Anna Lorenzetti, Mauro Berlanda

in collaborazione con il comune di Villa Lagarina GRUPPO

con il sostegno di

ingresso libero

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Record di vendita per un quadro contempo-raneo: all'asta di Sotheby’s a Londra un col-lezionista anonimo ha acquistato il quadro di Gerhard Richter Abstraktes Bild del 1994. Il dipinto, stimato dai 9 ai 12 milioni di ster-line ha raggiunto il prezzo record fra tutti gli artisti viventi. Il lotto del celebre pittore, un grande dipinto a olio su tela delle dimensioni di cm 225x200, a toni prevalentemente rossi e gialli, è stato venduto per 21 milioni e 321mila sterline. Al cambio, sono stati, quindi, spesi poco più di 26 milioni di euro (vale a dire, 50 miliardi delle vecchie lire). Una cifra abnorme, scan-dalosa, non per un dipinto di Leonardo da Vinci, ma per una tela astratta di otto anni fa. realizzata da un artista vivente.Generalmente, queste notizie sono com-mentate con un misto di ammirato stupo-re, un po’ come i record delle Olimpiadi: la somma stratosferica pagata attesta la quali-tà incommensurabile del pittore che diventa così anche il Numero Uno. Oppure, vengono addotte considerazioni di ordine (pseudo) oggettivo: è il Mercato che decide il valore degli artisti e, se il Mercato decide di pagare 26 milioni di euro per un quadro, significa che li vale tutti.Il problema della qualità dell’opera è del tut-to ininfluente, basta la firma (e l’expertise) Anche perché la maggior parte dei compra-tori (e dei critici) non sarebbe in grado di ri-conoscere un Richter da una sua copia. Ora, con tutto il rispetto per Richter o altri artisti battuti a cifre inimmaginabili, è dif-ficile accettare che un dipinto possa costa-re quanto il museo che lo ospita. Il primo, prodotto del “gesto” creativo dell’artista di

genio, il secondo, opera complessa che coin-volge il lavoro di centinaia di progettisti, im-prenditori e manovalanze qualificate. In effetti, non esiste nessun’altra attività artistica, intellettuale o scientifica, che sia pagata in modo così demenziale e privo di relazione con l’oggetto acquistato. Caricare di un valore smisurato un unico quadro significa che oramai l’arte non conta nulla e che le regole sono date dalla logica del Mercato e dell’investimento finanziario. E quello che sembra il deferente omaggio alla creatività di un grande artista, si rivela essere solo una speculazione economica ba-sata sulla “proprietà” come status symbol.Il dipinto finirà chiuso nel caveau di una ban-ca, riparato dall’aria, dalla luce e, soprattut-to, dalla vista, per essere goduto da pochi eletti come una nuova reliquia laica.

MERCATO DELL’ARTE

COMMISSIONI PER LE 0PERE D’ARTE

Vale la pena di ritornare su un argomento che sta creando un disagio crescente negli ambienti artistici trentini i quali, per ora, si limitano a dei mugugni o, al massimo, a del-le lettere allarmate. Tutto inzia con la Legge Provinciale 3 genna-io 1983, n. 2 e succ. “Norme per l’esecuzione di lavori pubblici di interesse provinciale” la quale prevede all’art. 20 comma 5: “l’opera d’arte da realizzare o da acquistare ai sensi dei commi 2 e 3 è scelta da una commissione composta da: un rappresentante dell’ente che realizza l’opera; il progettista dell’opera edile; un esperto designato dal dirigente del dipartimento beni e attività culturali e da un esperto designato sentite le associazioni artistiche maggiormente rappresentative a livello provinciale”.In sintesi, la legge prescrive che per ogni nuova opera pubblica (scuole, musei, ca-serme, palestre ecc.) debba essere accanto-nato il 2% (oggi l’1%) del costo complessivo per la realizzazione o per l’acquisto, di una o più opere d’arte. La scelta dell’opera d’arte è demandata ad una commissione composta

da quattro persone: il progettista dell’opera, un rappresentante dell’Amministrazione, un rappresentante dei Beni Culturali e un rap-presentante delle “associazioni artistiche maggiormente rappresentative a livello provinciale”, individuato dall’Amministra-zione che ha realizzato l’opera pubblica, tra 14 nomi all’interno delle terne indicate dalle associazioni stesse.Il problema posto nel precedente numero di FIDAart si può così riassumere: è possibile che un’associazione fondata da tre galleristi possa essere ammessa tra le associazioni di artisti? Non si tratta di un caso ipotetico, ma di una realtà che opera in Trentino dal 2008 quan-do la UAC, Unione Artisti Contemporanei, ha depositato il suo Statuto presso l’Asses-sorato ai Beni Culturali e ha contestualmen-te chiesto di poter essere ammessa tra le “associazione artistiche più rappresentative in provincia” e, di conseguenza, di poter far parte delle terne per le commissioni per la scelta delle opere d’arte di cui all’art.20.Il fatto che i soci fondatori fossero i tre mag-giori galleristi trentini (tra l’altro soci fonda-tori anche dell’ASPART-Galleristi del Trenti-no) non è l’unica anomalia.Ad esempio, è anomalo che la UAC, costitui-ta in data 29 ottobre 2008, già nel novembre 2008 sia stata inserita nelle terne degli arti-sti che partecipano alle commissioni.La UAC, pochi giorni dopo la sua nascita, era già stata ammessa tra le associazioni artisti-che trentine più rappresentative! Onestamente, non si capisce quali fossero i suoi meriti visto che, fino ad allora, ovvia-

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mente, non aveva mai fatto alcuna attività sociale. E anche dopo di allora, a quel che risulta. L’Avvocatura della Provincia, quando le è stato ufficialmente chiesto se, quanti e quali artisti fossero iscritti all’UAC, ha risposto di ritenere: “non necessari, inopportuni ed ec-cessivamente intrusivi (per via della privacy) i controlli finalizzati a conoscere numero e nominativi degli iscritti”.Come a dire: dichiariamo che la UAC è una delle associazione di artisti maggiormente rappresentative, però non conosciamo nè il numero, nè il nome degli iscritti e degli (eventuali) artisti associati. All’articolo 2 dello Statuto della UAC depo-sitato nell’ottobre 2008, si legge tra le Fina-lità e Attività (evidentemente future): “pro-grammazione di eventi culturali, incontri con artisti, allestimento esposizione d’arte, sostegno a giovani artisti ...”. Aspirazioni lodevoli e ambiziose ma, fino ad oggi, rima-ste solo sulla carta. A meno che non si voglia comprendere nell’attività della UAC il nor-male lavoro espositivo-commerciale svolto dalle tre singole gallerie.Un’altra anomalia - non secondaria - lascia sbigottiti anche gli inesperti ma non l’Avvo-catura della PAT. All’articolo 3 dello Statuto si legge: “I soci fondatori fanno parte peren-nemente del Consiglio Direttivo”. I tre gal-leristi-fondatori-soci sono, e rimarranno per sempre, nel Consiglio Direttivo. Inamovibili! Più che un’associazione, il triumvirato.L’epilogo della vicenda, ancorché anomalo, è tutt’altro che inaspettato. Chi avrà indicato il Consiglio Direttivo della neonata associazione di artisti per le terne delle Commissioni? Ovviamente, i tre galle-risti-fondatori nonché “membri perenni.”

Di artisti nemmeno l’ombra!Ultima anomalia. La Provincia non intravede un possibile conflitto d’interessi nelle figure di questi operatori comerciali presenti nelle commissioni incaricate sia per le realizzazio-ni ex novo che per l’acquisto di opere d’arte.Anzi, nella sua risposta, la Soprintenden-za scrive: “...non è stata ritenuta pertanto inopportuna una designazione effettuata nei riguardi di un soggetto “gallerista” piut-tosto che “artista” la cui competenza e for-mazione si ritiene assicuri piena capacità di giudizio artistico atteso che anche l’attività di critico appare comunque attanagliarsi perfettamente con le finalità della legge...”.Sicuramente un gallerista è un “esperto” ma la legge provinciale parla esplicitamente di associazioni di “artisti”, e non di galleristi o di critici, Dovrebbe essere ben chiara a tut-ti la differenza tra la figura del gallerista e quella del critico: il primo vende arte, l’altro studia l’Arte. Come dovrebbe essere altrettanto chiara la differenza tra il ruolo di un gallerista e quello di un artista.

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MART / MUSE

E’ nei momenti di crisi che molti nodi irrisolti o ignorati della società, vengono al pettine. Oggi tutti hanno compreso che alla durissi-ma crisi economica in corso si accompagna un’altrettanto pesante crisi sociale, politica, etica e culturale. Naturalmente, anche l’arte non può non ri-sentire fortemente dei profondi rivolgimenti in atto e, infatti, gli artisti più attenti, hanno colto per primi i sintomi dei cambiamenti in atto riflettendoli nella loro opera. Pensiamo al discusso “dito medio eretto” di Cattelan, di fronte alla Borsa di Milano. Storicamente, i germi delle grandi crisi han-no sempre contribuito a rifondare un’altra visione dell’uomo e del mondo portando, assieme alle incognite connesse al crollo di certezze consolidate, anche la nascita di

pensieri diversi e di una nuova arte.Anche il “Trentino felix”, si sta risvegliando dal sereno torpore fondato su convinzioni che si rivelano, purtroppo, precarie o già mutate. Per ora, grazie all’Autonomia e ad un sistema sociale sostanzialmente sano, la crisi è stata assorbita ma i tempi stanno cambiando. E certo, non in meglio.Sono recenti le notizie della chiusura del Museo Civico di Trento e del drastico ridi-mensionamento dei fondi messi a disposzio-ne del Mart da parte della Provincia.Si sapeva da tempo che il Mart, fiore all’oc-chiello dell’immagine trentina nel mondo dell’arte, assorbiva risorse ingenti ma, ora, analogo impegno finanziario è e sarà richie-sto anche dal Muse, futuro museo della Scienza di Trento. Anche in questo caso si parla di costi milionari a fronte di “entrate presumibili” che non potranno che coprire solo parzialmente i “costi di gestione certi”. A causa della crisi, purtroppo, queste mac-chine meravigliose stanno improvvisamente rivelandosi sovradimensionate e rischiano di diventare delle cattedrali nel deserto. Un po’ come usare una Ferrari Testa Rossa in una Zona Traffico Limitato. Dobbiamo recitare il De profundis per que-ste idee ambiziose e lungimiranti? Forse no, ma il previsto calo del 14.5% degli investimenti provinciali per il 2013 (poi, non si sa) sta già imponendo un ripensamento

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MART / MUSE

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generale della politica dei mega-progetti e delle mega-mostre.Per queste ragioni sono in corso profondi ri-volgimenti strategici che vedono una nuova destinazione del Palazzo delle Albere anche in funzione di una sinergia con il Muse. La nuova Direttrice del Mart, Collu, appe-na subentrata alla gestione decennale di Gabriella Belli, ha già dovuto prendere atto della novità e, da quanto è apparso sulla stampa, ha iniziato a pensare a progetti più contenuti e più misurati.Naturalmente, si sta parlando sempre di ci-fre a disposizione del Museo di tutto rispet-to che, se ben gestite, non impediranno di mantenere un livello qualificato alle mostre future. Come hanno fatto notare molti, tra

cui Gabriella Belli, Scudiero e la stessa Collu, si tratta di investire sulle risorse già presenti nel ricchissimo archivio e cominciare a stu-diarle e usarle con metodo e serietà. In fondo, all’articolo 1 della Legge isitutiva del Mart è scritto “Il museo ha lo scopo di documentare e valorizzare l’arte moderna e contemporanea, nonchè di promuoverne lo studio e la conoscenza”.Anche gli artisti potranno dare il loro contri-buto, in particolare con l’apporto di idee e di creatività, che al giorno d’oggi sono il mate-riale che più sembra scarseggiare.Ma la Provincia dovrà imparare a investire molto di più sui giovani e, soprattutto, a va-lorizzare le forze e le capacità presenti sul territorio.

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LIBRI & LIBRI

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VOCI POETICHE

Paul Sark

AD UN BAMBINO MAI CONOSCIUTO

Quando la pioggia andrà viaci saranno ingiurie e candelabri

da stracciareci saranno spettatori ed agrumi

da nascondere nei cimiteri

quando la pioggia andrà viaci saranno nazioni senza bandiere

da inchiodare alle paretici saranno vescovi di latta multicolore

da gettare nella spazzaturacon tutte le loro maleodoranti litanie

quando la pioggia andrà viacresceranno fiori nuovi

trasparentiagli angoli di questa stupidità bugiarda

forse

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Mostre in regione

Novembre 2012, Anno I - N.4

Pittura sublime

Natura Libera

RenArt 2012

Cluadio Cavalieri

pag. 32

pag. 30-31

pag. 33

pag. 34

Arrivano mensilmente INVITI a mostre personali e collettive.

Per poter informare sollecitamente i lettori, si invita chi fosse interessato a pubbli-

cizzare le proprie iniziative a spedire con largo anticipo il materiale a:

PAOLO TOMIO [email protected]

Natura Libera

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2012

artisti per la donazione

Sala Thun – Trento - Via Belenzani, 3 Venerdì 26 ottobre 2012 ore 18.00

fino al 4 novembre con orario 10/12 - 17/19

mostra proposta da patrocinata da: PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

QUOTA DI ISCRIZIONE PER L’ANNO 2012

E’ stata mantenuta la quota d’iscrizione di euro 50.00 Il versamento dovrà essere effettuato con la causale: ISCRIZIONE ANNO 2012

MEMORANDUM

IMPORTANTE

Per ragioni fiscali e contabili, TUTTI i versamenti (ad es. per l’iscrizione, la quota an-nuale, partecipazioni a mostre o eventi FIDA ecc.) dovranno essere effettuati sul con-to corrente della FIDA-Trento: Volksbank-Banca Popolare dell’Alto Adige - Piazza Lodron 31 38100 Trento IBAN: IT47 B058 5601 8010 8357 1214 752 INSERIRE SEMPRE LA CAUSALE: (es.iscrizione)Dato che questo Conto Corrente dovrà essere utilizzato sempre si consiglia di stam-parlo e di tenerlo sul computer in una cartella FIDASegretario-tesoriere: Alessando Goio [email protected]

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Si ricorda che l’indirizzo Mail ufficiale di FIDA-Trento è: [email protected]

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