famija arciunesa

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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXX- N° 2 - MARZO / APRILE 2011 www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010 N°2 2011 MARZO-APRILE IL GIORNALE LO SFOGLI ANCHE SUL SITO WWW.FAMIJARCIUNESA.ORG CAMPO LAVORO 9 -10 APRILE 2011 A PAG. 28 DIAMOCI DA FARE!

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Giornale di Riccione

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Page 1: Famija Arciunesa

Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea BarnabèAut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXX- N° 2 - MARZO / APRILE 2011

www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010

N°22011

MARZO-A

PRILE

IL GIORNALE LO SFOGLI ANCHE SUL SITO WWW.FAMIJARCIUNESA.ORG

CAMPOLAVORO

9 -10 APRILE

2011A PAG. 28

DIAMOCI DA FARE!

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INtervista al sindaco

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Mò e pèn al fàm com una volta......e la spianèda la è da ùrle!

di Saponi Amedeo e Porcu Gian Franco & C.

Sindaco Pironi, vi accusano di aver ce-mentificato quel poco che resta ancora da occupare. Come si difende?La nostra città deve la sua fortuna, cioè la sua ricchezza, al rapporto sano e stretto che c’è sempre stato tra cittadini, impren-ditori e amministrazione. Questo circuito virtuoso ha portato ad uno sviluppo so-stenuto fatto prevalentemente di numeri. Uno sviluppo relativamente graduale che ha consentito ai riccionesi di non smarrire quel senso di appartenenza tipico del-le piccole comunità. E’ una città vivace, impegnativa, esigente, in continuo mo-vimento e costringe chi è chiamato ad amministrarla a spingere sui pedali senza sosta, se non vuole cadere dalla sella. Da dieci/quindici anni a questa parte la tra-sformazione della domanda turistica sta cambiando le dinamiche tra cittadini, ope-ratori e amministrazione e ci spinge , non più e non solo ad assecondare le necessità degli operatori ma ad immaginare e met-tere in atto un disegno di sviluppo orga-nico di medio-lungo periodo. Solo in que-sto modo infatti è possibile dare certezza a chi intende fare investimenti importanti per rinnovare e qualificare le strutture e solo in questa prospettiva è possibile far convergere gli interessi della collettività con quelli dei singoli attori. Credo che lo sforzo che su questo fronte si sta facen-do sia visibile alla gran parte dei cittadini. Va in questa direzione la scelta fatta dalla precedente amministrazione di realizza-re il Palacongressi, il completamento del Polo sportivo, i nuovi tratti di lungomare, per citare alcuni esempi. Quali sono le linee d’azione della sua amministrazione?La realizzazione del Palacongressi e la pedonalizzazione di gran parte del lungo-mare impone un ripensamento dell’intero sistema di viabilità per consentire da un lato una facile accessibilità di quelle zone della città ad alta densità commerciale e dall’altro ridurre drasticamente il traffico veicolare di attraversamento dalle aree pregiate dedicate allo svago e allo shop-ping. Poi c’è il tema del verde pubblico.

Lo sviluppo secondo PironiE ricordatevi che l’urbanistica è l’anima di un paese

Lo sforzo che stiamo facendo è quello di mettere in atto un progetto organico di vasta portata che arriverà a compimento nell’arco di qualche anno ma che con-sentirà alla nostra città di avere un vero e proprio sistema di verde urbano e una va-sta rete di percorsi ciclo-pedonali protetti che consentiranno di spostarsi da nord a sud e da mare a monte senza soluzione di continuità.C’è poi il capitolo delle strutture alber-ghiere.Gli alberghi rappresentano l’ossatura del nostro sistema turistico e sulla loro capa-cità di riqualificarsi e rinnovarsi si gioca la competitività dell’offerta turistica. Anche su questo versante il ruolo dell’Ammi-nistrazione non può più essere quello di assecondare le esigenze del singolo ope-ratore ma deve spingersi ad immaginare e promuovere uno sviluppo complessivo che sia strettamente legato anche alle tra-sformazioni dello spazio urbano. A questo fine stiamo dando avvio ad un progetto importante che si chiama proprio “La Cit-tà e l’albergo” e che ha l’ambizione di ren-dere Riccione il luogo in cui annualmente si confrontano le migliori idee e le migliori pratiche su questo tema, dal punto di vi-sta urbanistico, architettonico, gestionale e comunicativo.

E sul residenziale come intendete muo-vervi? Riccione è una città di 35.700 abitanti in cui risiedono 15.972 famiglie (con una dimensione media di 2,2 componenti a nucleo). Fortunatamente se, da un lato, il mercato immobiliare continua a pre-miare la qualità del nostro territorio man-tenendo il valore degli immobili ai livelli più alti in Regione, dall’altro questo ha ripercussioni dirette sulla possibilità del-le giovani famiglie e delle fasce meno abbienti di poter trovare delle soluzioni abitative adeguate sul nostro territorio. Proprio per far fronte a questo proble-ma abbiamo deciso che nel Piano Ope-rativo Comunale di prossima attuazione andremo a dare priorità a quegli inter-venti che prevedono la realizzazione di edilizia convenzionata. Questi sono solo alcuni esempi per rendere l’idea dell’ap-proccio con cui stiamo affrontando le scelte di fondo che determineranno lo sviluppo futuro della nostra città. Posso sintetizzarlo in un assunto: il cambiamen-to attraverso la partecipazione. Che non significa unanimismo ma impegno e de-terminazione nel perseguire obbiettivi di sviluppo armonici e coerenti. La società e il territorio presentano oggi una mag-giore complessità e la sfida è per noi in-ternazionale. Riccione è una città che più di altre ha la necessità e il privilegio di essere il frutto di una sintesi collettiva, di un processo incessante di stratificazioni di spazi e di ambiti culturali e sociali che arricchiscono la memoria della nostra collettività consolidandone riferimenti e valori. Questa costante azione selettiva permette di interpretare la città preser-vando e aggiornando una precisa iden-tità nella quale nessuno è in grado di attribuire definizioni e schematizzazioni chiuse. L’architetto Massimiliano Fuksas ha scritto che “l’urbanistica di una città è la geografia dell’anima di un paese”. Ecco perché i monumenti i palazzi i det-tagli di una città raccontano com’è la gente che ci vive quale passato ha avuto e quale futuro immagina.”

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Luca Cevoli da anni è il direttore dell’Associazio-ne albergatori di Riccione. La sua esperienza, e l’osservatorio privilegiato in cui si muove, ne fan-no uno dei più titolati a parlare di turismo. Gli effetti della crisi economica hanno pena-lizzato pesantemente il settore congressuale. Qual è stato, direttore, l’impatto sul compar-to alberghiero riccionese? <La crisi c’è, si sente, ma Riccione tiene! Molti alberghi hanno migliora-to la struttura e la gestione, in particolare hanno imparato a comunicare e vendersi attraverso “le risorse del territorio” presentando quello che c’è o accade intorno all’albergo. Siamo cresciuti nel segmento business, molto in quello sporti-vo, discretamente bene sul termale/benessere, mentre sul balneare si deve rinnovare il prodotto e ringiovanire la comunicazione. Serve un atol-lo, un parco marino, insomma un altro colpo di tacco per far diventare Riccione la capitale del turismo d’Italia. Per affrontare la crisi occorrono persone coraggiose (noi albergatori lo siamo ) e a mio parere servirebbe un tourist- manager di esperienza per dare continuità ai progetti e pro-grammi dei politici>.Siete in gradio di stimare le perdi-te in ternini occupazionali nelle strutture ricettive?<L’occupazione è molto cambiata, si è passati dal buon senso e volontà, a preparazioni specifiche, nuove mansioni soprattutto nel ricevi-mento e ristorazione. Ci sono nuove forme di la-voro previste dal nuovo contratto come il lavoro a chiamata, lavoro extra, i voucher, l’apprendista-to stagionale, i tirocini formativi che permettono gestioni più flessibili ed ordinate, in regola con i diritti del lavoratori. Il dato provinciale è del +2% di occupazione nel settore alberghi e nessuno ha approfittato della crisi per licenziare e ricorrere alla cassa integrazione in modo strumentale>.

Riccione tiene...ma non passa lo straniero

Il pensiero di Luca Cevoli

Come si stanno attrezzando gli hotel per af-frontare la crisi di presenze?<La creatività, l’orgoglio e la spericolatezza hanno segnato il cambiamento degli ultimi 20 anni. Per necessità si è partiti con picco-le piscine in giardino, poi i mini club, centri benessere, sale congressuali, parcheggi in-terrati, suite… miracoli dell’imprenditoria ric-cionese. Il nuovo Rue ha fatto tirare il freno a tanti. Ci rimane un grande rimpianto: lo stra-niero non arriva! Qui Apt, Aeroporto, Provin-cia, CCiAA e categorie dovrebbero organiz-zare una “bocca di fuoco” di comunicazione mai vista prima. Ci prenderemmo volentieri la fascia del capitano della squadra>.L’estate è alle porte. Che aria tira per gli al-bergatori? <Difficile prevedere! La vacanza la si pensa, la si cerca e la si prenota sempre più in prossimità della partenza. Solo a ottobre si po-trà rispondere alla fatidica domanda: com’è an-data la stagione? Nel frattempo l’impegno e la passione sono gli elementi che ci fanno sperare in tanti, tanti amici turisti tutto l’anno>.

Riccione ha dato l’addio a un altro ba-gnino. Si tratta di Marino Muraccini, concessionario della zona 125, dov’era in forze dagli anni Settanta. A quel pe-riodo risale anche la sua attiva parteci-pazione nella Cooperativa Bagnini, che lo ha annoverato tra i consiglieri nel suo direttivo. A bloccare il cuore di Murac-cini, lo scorso 13 gennaio, è stato un ictus che l’ha colpito all’improvviso. A ricordare il collega é il presidente della cooperativa Enzo Manzi che commenta: “Marino era una persona molto tranquil-la e serena. Cercava di risolvere sempre i problemi in modo accomodante, evi-tando scontri e il ricorso agli avvocati. All’interno della nostra cooperativa è sempre stato attivo, finché altri impe-gni personali non gliel’hanno impedito. Lo ricordo sempre disponibile e pron-to a dare dei suggerimenti. Nel lavoro è sempre stato affiancato dalla moglie Anna Lisa (volontaria della Caritas citta-dina ndr.) che aveva preso in mano l’at-tività del padre Nello Casadei. La sua era una vecchia famiglia di bagnini!”. Le esequie si sono tenute nella chiesa di Gesù Redentore a Riccione Alba.

ni.co.

Ultimo salutoa Muraccini

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Anche la giunta comunale di Riccione ha i suoi “Paperoni”. L’ “Olimpo” dei ricchi è predominato dall’assessore Bruno Pic-cioni che nel 2009 con l’autocertificazione ha dichiarato 239.611 euro. Un cospicuo gruzzolo di soldi, al quale si somma l’im-ponibile Irpef della moglie, che è di 54.604 euro. Il noto commercialista fa scivolare in seconda posizione l’ex “reginetta” Loret-ta Villa con 68.126 euro, seguita da Maria Iole Pelliccioni con 49.993 euro e da Simo-ne Gobbi con 42.496 euro. Dopo di loro in classifica s’incontrano gli assessori Fabia Tordi (39.978), lo scorso ottobre sostituita in giunta da Enrico Ghini (38.837), Giusep-pe Savoretti (37.527), Lanfranco Francolini (35.1268 euro più coniuge 7.282), Ilia Varo (32.599), e, fanalino di coda, Sara Visintin (14.679 euro). Redditi invidiabili anche tra i consiglieri comunali. Il più ricco é il “new entry” Mauro Villa che nel 2009 ha dichia-rato 82.877 euro. Pressoché ex aequo il socialista Stelio Bossoli (82.013). Di seguito ecco il sindaco Massimo Pironi con 68.294 euro. Imponibile ben più basso di quello di-chiarato, quando era consigliere regionale. Sua moglie, impiegata in municipio, ha in-vece un reddito di 29.032. Seguono l’avvo-cato Giovanni Bezzi (57.251) e Renata Tosi (47.262) entrambi della Lista civica, Sandro Valentini del Pd (41.379), Cosimo Iaia del Pdl (39.756), Carmen Casadei (35.547), Da-vide Rosati (35.538 più 8.756 della moglie) e Guglielmo Serafini ( 33.619) entrambi del Pd. Sotto la soglia dei 30mila euro stanno la presidente del consiglio Ilenia Morganti del Pd (25.777), Luciano Tirincanti del Pdl ( 24.000 più 2.341 della moglie), Andrea Urbinati del Pd (23.649), Livia Agnese Bordoni Pasini del Pdl (23.003), Maurizio

Lilly Pasini lascia, entra Marco Corbelli. Cambio della guardia in consiglio comu-nale sui banchi del Pdl. Dopo sette anni passati a lottare all’opposizione, la con-sigliera ha presentato a metà febbraio le sue dimissioni per motivi di lavoro. Una scelta sofferta, ha spiegato in aula da-vanti ai colleghi, ma resa necessaria dalla voglia di rimettersi in gioco. «Una scelta condivisa da chi guida il mio partito e dai colleghi del gruppo -ha detto Pasini- . Non lascio la politica, non mi sottrarrò alle sfide e agli appuntamenti futuri». Eletta per la prima volta nel 2005, si è impegnata su molti fronti, in particolare per la tutela dei valori cattolici, con bat-taglie aspre, un corpo a corpo che ha ra-dici lontane, nella storia della consigliera dimissionaria, da sempre nel movimento di Comunione e liberazione, segretaria per anni dell’ex onorevole Nicola Sane-se. Lilly Pasini si è congedata salutando colleghi e avversari, riservando all’asses-sore Giuseppe Savoretti, le parole più calorose: <La persona più buona, più generosa, più cordiale che abbia mai co-nosciuto>.

Redditi: in Giuntail “Paperone” è Piccioni

Pruccoli del Pd (22.209), Emanuele (Lele) Montanari della Civica (21.383 più 19.285 del coniuge) e Rosita Bertuccioli del Pd (20.665 più 19.297 del marito). Meno soldi in tasca per il capogruppo tipografo del Pd Stefano Piccioni (19.682), seguito da Fran-cesco Michelotti (16.158), Omar Venerandi (15.775 più 15.315 del coniuge), Daniele Benedetti ( (13.079), Laura Ripa (12.768), Fabio Ubaldi (11.971), tutti del Pd. Il porta-foglio si sgonfia per Elena Raffaelli della Ci-vica (11.620), Sonia Mariotti del Pd (9.139), Alessandro Barnabé del Pdl (6.667) e Valter Ciabochi, finiano, (5.499). Infine Marco Pal-laoro (4.851) e Gloria Fabbri (2.561) del Pd, e Andrea Usai del Pdl che non ha redditi, se non quelli derivati dai gettoni di presen-za, percepiti come consigliere comunale. L’unico a non aver depositato in Comune l’autocertificazione , nel momento in cui andiamo in stampa, è l’avvocato pidiellino Filippo Airaudo.

Nives Concolino

Cambio della guardia nel PdlIl saluto di Lilly

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Il Comitato Riccione Xmas ha costruito la propria attività su principi sani e indiscutibili: ha come fine la Solidarietà la visibilità della città di Riccione come si evince dall’artico-lo 3 dello statuto regolarmente depositato nell’anno 2009. L’autonomia del Comitato nello scegliere le caratteristiche degli even-ti è ampiamente considerata nello statuto. Nessuna persona del comitato percepisce un euro. Il nostro bilancio è pubblico, trasparen-te e visibile a tutti. Ci siamo messi in discus-sione per “FARE” e non “PARLARE SENZA FAR NIENTE” come invece è ormai di uso comune. L’abnegazione, il tempo, la pro-pria professionalità, la fatica fisica, il lavoro di contatto, di preparazione e di coinvolgi-mento dedicato senza alcuna remunerazio-ne, dai membri del Comitato, sono protesi a questa unica ed insindacabile causa. Siamo 15 volontari, non ci sentiamo infallibili e ac-cettiamo suggerimenti o critiche costruttive e propositive. Ci assumiamo le responsabili-tà delle scelte senza pesare sui contribuenti. Il riscontro positivo esternato da tantissime persone che incontriamo per la strada e che “valutano” obiettivamente senza secondi fini

18.217, 06 euro per il Centro 21

la consistenza e la serietà del nostro operato, ci onora e ci soddisfa pienamente. I ringra-ziamenti degli Enti ai quali devolviamo il frut-to dell’impegno e gli attestati di stima delle gente comune come noi, ci gratificano e ci bastano, ci riempiono il cuore e sono la gran-de soddisfazione e gratificazione che ci tiene uniti e grintosi nel proseguire. I riccionesi han-no teste pensanti e hanno sposato l’iniziativa partecipando ad una giornata di festa, senza essere stati sollecitati od obbligati. Noi ripar-tiamo da qui, dalla strada, da quello che pen-sa e dice la gente di RICCIONE, perchè parla l’unico linguaggio che riusciamo a capire. La solidarietà e la città di Riccione non hanno pa-droni ne colori politici. In due anni (con 3 ma-nifestazioni) abbiamo raccolto quasi 50.000 euro devoluti all’acquisto per la nuova TAC di Riccione, per i bimbi di Haiti con la fondazio-ne Rava (Martina Colombari testimonial) e ora per il Centro 21 (progetto Casa Via Limentani). Non ci fermiamo e nessuno fermerà il nostro intento di FARE DEL BENE! Attendiamo idee, collaborazioni, volontari per l’organizzazio-ne della Terza edizione della camminata che avrà luogo lunedì 26 dicembre 2011.

Un appello a quanti fossero interessa-ti a contribuire in maniera CONCRETA: Associazioni, Comitati, gruppi folklo-ristici e chi voglia far parte di questa festa di Riccione e dei riccionesi. Per chi vuole mettersi all’opera già da ades-so può scriverci: [email protected]

Da sin. in piedi Gabriele Maestri, Eleonora Barni, Bruno Berni (Lions), Massimo Pironi (Sindaco), Maria Cri-stina Codicè (Centro 21), Fernanda Renzi, Roberto Corbelli, Chiara Falconi, Moreno Villa, Barbara Buldrini, Giancarlo Valenti. Seduti: Francesco Savino, Claudio Berardi, Paolo Massarente, Francesca Gussoni

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riccione verde

Riccione disegna la “collana verde” che, da Fontanelle al Marano, prenderà cor-po con cinque progetti, inclusi nel Piano triennale dei Lavori pubblici. La “nerva-tura” dell’intervento, firmato dall’archi-tetto paesaggista Andreas Kipar, con-siste in un serpentone ciclo-pedonale, lungo 12 chilometri. In ballo 1.434.000 metri quadrati di terreno, corrispondenti a 240 campi di calcio. Si tratta di aree da acquisire soprattutto dai privati attraver-so il Poc (Piano operativo comunale). Per intenderci chi otterrà il permesso di co-struire, attraverso questo piano urbani-stico cederà parte dell’area in possesso al Comune. Il progetto comprende anche aree demaniali e dell’Esercito, come l’ex polveriera, per la quale il Comune ha già avviato le trattative a Roma con il Mini-stero della Difesa. Si tratta di 54mila me-tri quadrati di terreno, a ridosso dell’ae-roporto che il sindaco Massimo Pironi promette di “non cementificare, anche perché l’intera superficie si trova a ridos-so del rio Marano, per cui è tutelata dalla Legge “Galasso”. L’investimento com-plessivo per il Boulervard dei paesaggi è considerevole, supera i 4milioni di euro. Cifra che il Comune, in tempi di magra, intende racimolare in buona parte attra-verso gli sponsor, com’è successo con le rotatorie. La “collana” comprenderà percorsi ciclopedonali e sentieri, ma an-che angoli per l’orticoltura, micro serre, pergolati con gazebo e giochi per bam-bini e per adulti. Previsti luoghi di sosta in punti panoramici, attrezzati per picnic e percorsi vita. Si parte con tre proget-ti. Il primo, compreso tra i viali Torino e Puglia, misurerà 2, 6 chilometri e costerà 900mila euro. Il secondo, da realizzare tra i viali Venezia e Piemonte sarà lun-go due chilometri e mezzo e richiederà

Boulevard dei paesaggi: come una collana

una spesa di un milione di euro, mentre il terzo, da 700mila euro, scorrerà per un chilometro e 200 metri tra i viali Tortona e D’Annunzio. Per il 2012 la giunta, su proposta dell’assessore ai Lavori pub-blici Loretta Villa, ha già approvato altri due progetti preliminari da un milione e 900 mila euro. Il percorso ciclopedona-le fiancheggerà un tratto del rio Melo, passando accanto alla vecchia fornace in viale Massaua. Partito da viale Castroca-ro, arriverà sulla Flaminia, percorrendo circa 600 metri. La pista si allaccerà al percorso parallelo, già in uso sull’altra sponda, attraverso un piccolo ponte da costruire vicino alla vecchia fornace Piva. Il costo di questo singolo intervento è di

1.200.000, incluso Iva e oneri per espro-pri. Il secondo progetto prevede una pi-sta ciclabile, lunga circa un chilometro, tra viale Veneto e l’ex fornace “Vanno-ni” in viale Murano, accanto al rio Melo. L’opera da 700mila euro, tutto incluso, sarà caratterizzata da nuove alberature e orti urbani. Per lo studio del “Boulevard dei paesaggi” l’architetto Kipar, già au-tore della Forestazione urbana di Milano e del Parco delle Sabine a Roma, sarà compensato dal Comune con 20mila euro più Iva. Nel lavoro è affiancato dal suo staff e da quello dei dirigenti comu-nali Ivo Castellani e Baldino Gaddi.

Nives Concolino

Per soli due mesi non ha potuto soffiare sulle cento candeline che l’aspettavano il 12 aprile. Un compleanno a cui teneva e nelle confidenze a chi le era vicino sussurrava che voleva una bella festa. Purtroppo se ne è andata in febbraio la cara Fulvia Giovanna Basigli, per tutti a Riccione la “fiola de spezièl”. Era infatti figlia di Michele, chimico in uno zuccherificio ravennate che, con idea lungimirante, fondò la storica farmacia nel lontano 1908, in una Riccione ancora “succursale” di Rimini. curandone le sorti sino alla sua morte, avvenuta nel 1943. Fulvia con-tinuò sulle orme del padre, sempre gentile e capace dietro il bancone di Corso F.lli Cervi, coadiuvata per un certo periodo anche dalla sorella Marta che poi, spo-sandosi andò a vivere lontano da Riccione, anche se col cuore continuava a vive-re nella sua Perla verde, tanto da collaborare per svariati anni al nostro giornale inviando gustosi aneddoti sulla vita di allora. Fulvia Giovanna rimase titolare per oltre quarant’anni, sorvegliando anche sull’andamento dell’attività nella succursale estiva, aperta a Marina in via Gramsci. Una figura, quella di Fulvia Giovanna, che rimarrà nella memoria cittadina per la sua cordiale affabilità accompagnata da lim-pida professionalità e pluriennale esperienza, lasciando nel contempo un vuoto affettivo, difficilmente colmabile, nei figli Paolo, Bianca e Miche, nel genero Pao-lo, nelle nuore e nei nipoti. Ora la “fiola de spezièl” riposa nel Cimitero vecchio.

Addio a Fulvia Giovanna Basigli

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gossip telematico

CONDOGLIANZE A NIVES

E’ scomparsa il 9 feb-braio scorso, a 88 anni, Maria Teresa Grossi, ma-dre di Nives Concolino, una delle storiche firme di Famija Arciunesa. A Nives e alla sua famiglia vanno l’abbraccio e le più sentite condoglianze da parte dell’intera redazio-ne, del ‘babbo’ Giuseppe Lo Magro e di tutti i con-siglieri dell’Associazione.

All’inizio fu Obama. Poi è stato un crescendo, di contatti e scivoloni. La politica, anche quella locale, è stata praticamente travolta dal fenomeno Facebook. A Riccione più che altrove, stando alla fitta ragnatela di relazioni, post, agguati telema-tici, sputtanamenti tutt’altro che virtuali. Il caso più celebre è quello di tal Alberto Nardelli, nome d’arte del nemico numero uno del sindaco Pironi. Non era mai accaduto fino ad oggi che un avversario di fantasia scatenasse tanti mal-di-pancia tra gli inquilini del municipio. Da mesi Nardelli bersaglia Pironi e compagni, colpisce e fugge, fa spesso male ma si guarda

bene dal superare il limite. Del leci-to o per meglio dire del penalmen-te rilevante. Nardelli ha tanti amici e qualche imitatore, alcuni noti come Lucia Baleani, altri clandestini come lui. In Rete sono spuntati gli anti-nardelli, imperversa un certo Ran-dazzo, serpeggia pure un tipo che sostiene di essere spagnolo e fa il verso a Filippo Airaudo. Insomma, una corrida. Ma non è finita qui. Tra le vittime di Facebook va annovera-

to anche Riziero Santi (nella foto), l’ex segretario del Pd ora nello staff del sindaco, che dopo esser stato bersagliato dal ‘Carlino’ per via del gommone della Protezione civile ha de-ciso di tagliare i ponti con le tastiere e cancellarsi dal social network. Ma qualcuno sospetta che abbia solo deciso di cam-biare identità per navigare in libertà. Anche il partito contro il mattone, che a febbraio ha convocato i suoi stati generali al Teatro del mare, deve molto alla Rete. E’ su internet che prospera, arringa e si rigenera, che lancia il grido di guerra e arruola adepti. Neppure il sindaco e i suoi pretoriani sono im-muni alla febbre del mouse. Rintuzzano le critiche, tentando di arginare il popolo degli arrabbiati, che ha trovato su Face-book la prateria dove correre a briglia sciolta. Meno impegna-tivo che una dichiarazione sui giornali, col rischio poi di finire in graticola. Su Fb spari poi ti nascondi, al fuoco avversario si ribatte colpo su colpo, e nessuno vigila sulla correttezza e il

Quando i politici cadono nella rete

bon ton. Ne sa qualcosa l’assessore Simone Gobbi, preso di mira per via di un messaggio equivocato perché un tantino ambiguo. Voleva dare una mano alla fidanzata a cercare ho-stess, è passato invece come un seguace dell’arzillo signore di Arcore. E Gobbi, offeso, se l’è presa con la stampa. Un po’ di ragione l’aveva pure, ma è la politica virtuale, bellezza!

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L’unione fa la “donazione”. Così i 23 Cen-tri di Buon Vicinato, Famija Arciunesa e Comune di Riccione hanno organizzato “Festa in maschera”, una manifestazione per grandi e piccini, nel salone del Palater-me di Riccione, domenica pomeriggio 20 febbraio. Un momento per stare assieme, giocare, ballare, chiacchierare, ascol-tare, guardare e rendersi conto di altre realtà oltre noi stessi che, magari, han-no bisogno di aiuto. “Festa in maschera” ha fatto tutto questo: con bambini orgo-

La consegna del maxi-assegno da 7.105 euro alla Pres. del Centro 21 presso la residenza municipale alla presenza del Sindaco Massimo Pironi e degli organizzatori.

CARNEVALE per il CENTRO 21Oltre settemila euro raccolti per la casa di Via Limentani

I ragazzi del Centro 21 impegnatissimi nel loro show.

Comune di Ricione, Centri di Buon Vicinato e Famija Arciunesa rappresentati da Giuseppe Savoretti, Enzo Romagna e Giuseppe Lo Magro.

gliosi e felici dei loro travestimenti e delle allegre decorazioni sul viso, impegnati in corse collettive e balletti improvvisati; coi genitori rilassati e conseguentemente felici di tanta esplosiva vivacità dei loro pargoli; con gli adulti sorridenti nell’in-contrare tanti amici e poi “scatenati” in pista a ballare senza sosta avanzandoe-sperte richieste su danze esotiche. Nelle varie pause sono intervenuti il sindaco di Riccione Massimo Pironi e l’assessore Giu-seppe Savoretti per spiegare l’iniziativa e

le finalità. Poi, il presidente del Centro 21 Maria Cristina Codicè ha illustrato agli oltre quattrocento presenti gli interventi da fare per la ristrutturazione dell’abita-zione che dovrà ospitare un funzionale luogo per le attività necessarie ai ragazzi. E la folla dei riccionesi non ha disdegnato donare un personale contributo da som-mare a quanto raccolto dai Buon Vicinato e da F.A.nei giorni precedenti facendo-lo lievitare sino al totaledi euro 7105. La “Perla verde” ha sempre un grande cuore.

IL BUON VICINATO DI VIA SICILIA HA CONTRIBUITO AD UNA ULTERIORE RACCOLTA DI 1.000 EURO CONSEGNATI AL CENTRO 21 IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA DONNA DELL’ 8 MARZO

Codice IBAN per le donazioni presso la Banca Popolare dell’Emilia RomagnaIT 38 V 05387 24101 000001963995 - Conto intestato a: Centro21

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LIBRI

Verso la fine del 2010 è stata pubblicata la seconda edizio-ne dell’ “Atlante delle guer-re e dei conflitti del mondo”, ideato e progettato dall’As-sociazione “46° Parallelo” di Trento, dal Premio giorna-listico Ilaria Alpi di Riccione per l’editrice Terre Nuove di Firenze. Non mi è semplice identificare gli aggettivi uti-li a definire questo volume. Tuttavia ci provo brevemen-te. E’ bellissimo perché con-tiene splendide immagini ed è ideato e impaginato in modo da essere consultato facilmente. E’ sconvolgente perché un unico volume riunisce una quarantina di conflitti e guerre molto spesso dimenticate e poco appariscenti sui media na-zionali e internazionali; mi vengono i brividi solo a pensare alla situazione che vivono milioni di persone. E’ completo nelle in-formazioni per la sua sinteticità utilizzando solo due pagine per ciascun conflitto individuando per ognuno le cause scatenanti. E’ un ottimo strumento di conoscenza, di informazione e di formazione culturale che, se ben utilizzato ad esempio dalle scuole, può aiutare a discernere e a meglio comprendere le va-rie situazioni conflittuali. Infine, almeno in me stesso, è capace di suscitare tristezza oltre che indignazione perché l’uomo pur avendo la capacità, le possibilità e il desiderio di vivere in pace, si lascia invece trascinare nelle violenze più odiose e distruttive. Aver presente tutto ciò può forse contribuire a che ciascuno di noi persegua finalmente una vera via di pace. Il volume è reperi-bile a Riccione presso il Block 60 oppure presso la villa Lodi Fè, Premio Ilaria Alpi.

Pietro Cavallaro

Lithium come il litio: sapeva di fluidità e mobilità instabile, odorava d’irre-quietezza ed insoddisfazione, assu-meva distintamente le forme vacue dei fuochi fatui: gas. Un giorno Lithium, professore al King’s College di Fort William, deve seguire il suo fato, partendo per un viaggio che lo conduce lontano attraverso la Scozia magica e misteriosa dei primo Novecento. Nel suo vagabondare conosce personaggi strani, ai quali racconta storie fantastiche e tenebro-se il male (CUZO e minaccioso che si nasconde nelle High6nts gli elfi dolci e birìdàni di Gradara... Dalle sue parole sembra che le presenze misteriose e fantastiche narrate prendano vita ed entrino a far parte del mondo reale. Che egli sia il Re Cigno, co-lui che governa le parole, l’unico in grado di far rivivere le rune sacre di Odino? Per questo Vyce, un oscuro emissario della Whistle’s House, antichissima congrega di maghi, si mette sulle sue tracce, temendo che, tramite le sue storie, Lithium apra gli occhi alla popolazione, rendendo manifesto ciò che deve restare sepolto. Così l’abile e fantasiosa penna di Annella Dello Stritto ci guida presso Lande desolate, scogliere infestate da fantasmi, librerie labirintiche, villaggi abitati da mostri, giostre magiche fino al luogo più lontano e insieme più vicino: la “luna di Orlando”, sede della mente stessa di Lithium.

Antonella Dello Stritto è nata a Riccione (RN) il 22 maggio del 1973. E’ docente di lettere presso la Scuola Media della pro-pria città. Ha pubblicato nel 1997 il roman-zo di formazione Il viaggiatore e nel 2006 la raccolta di racconti gotici Il cerchio delle fate, Entrambe le opere hanno conseguito il premio letterario “Atheste città d’Este” e sono state inserite nella Letteratura ita-liana cntemporanea (ed. Bastogi) con un saggio critico a cura di l. Bronzi.

LithiumBarnabyNel nome un destino

Un volume per“NON” dimenticare

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PASSEGGIANDO

CONTE FELICE PULLE’, (1866-1962), da Carlo e Virginia Ricci, sposato con Fanny Ricci, dalla quale ebbe cinque figli. Felice Pullè fu un uomo straor-dinario. Nella sua lunga vita attiva è stato: Amministratore pubblico, Di-rigente, Imprenditore, Ufficiale me-dico, Studioso e Scrittore, Medico condotto, Diplomatico, Docente universitario, Patriota. Un personag-gio tanto importante ed impegnato che non può essere minimamente delineato nella ristrettezza di una “scheda”; volerlo fare sarebbe vellei-tario e di poco rispetto verso questo Uomo che meritarispetto e ricono-scenza per tutto quanto ha dato alla Comunità riccionese. Diversi momen-ti di quest’epoca lo trovano protago-nista e parte attiva, ma la parte più

Come si evince dalla “scheda” qui sotto, tratta da “I Pio-nieri” di Dante Tosi, il Conte Felice Pullè è stato un uomo straordinario ed è da annoverare tra i nostri concittadini più amati. Dedicargli una strada, a memoria di quanto ha dato, è un doveroso atto di stima. E così è avvenuto lo scorso anno, con l’intitolazione a Suo nome, del proseguimento di Via Aosta, oltre le due rotonde ( dei tre Pini e delle Car-

Diamo a “Felice quel che è di Felice”toline), di quel tratto di strada che ha permesso lo “sfon-damento “ verso Rimini. Il tutto dopo anni di rinvii e ritardi legati alla burocrazia e ai conflitti di competenze e, ad onor del vero, l’Amministrazione riccionese è stata più sollecita di quella riminese nel completarla. Oggi però...percorrendo il manto stradale da sud a nord...nessun cartello col nome di tale via. Che però c’è nella direzione opposta... ahi ahi ahi...

popolare, cioè quella che lo lega alle vi-cende della gente comune, non appare documentata, resta solo nella memoria delle persone che hanno vissuto quegli avvenimenti. Sono i tempi, temporal-mente lunghi 20 anni, dal 1891 al 1911, in cui esercitò la professione di Medico

Condotto a favore della popolazione di Riccione. Di questo periodo vi sono ancora ricordi diretti e testimonianze custodite nella memoria familiare e tramandate come valori da tenere vivi nel cuore, come un bene prezioso. Di questa memoria collettiva restano vivi i comportamenti del “Dottore” ami-co, che con ogni tempo, alle chia-mate urgenti, - in sella di cavallo per non trovarsi limitato da contrattempi e per essere più sollecito nell’attraver-sare un territorio segnato solo da car-raie e sentieri -, arriva per prodigare la sua sapienza di Medico ed essere prodigo di attenzioni e, più volte, di aiuti materiali. Questo suo trat-to, permeato di umanità e di altrui-smo, si può considerare il valore più alto della Sua lunga presenza tra noi.

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Puracia, poveraccia, vongola, venus galina, alzi la mano chi non le ha mai mangiate... e gustate! E chi non ricor-da che, in tempi neppure tanto lontani, nella piazzetta delle Poveracce a Rimini il prelibato mollusco bivalve (quello pe-scato tra le sabbie riccionesi) era vendu-to con tanto di cartello che ne indicava la provenienza e quindi l’indiscussa bontà e il conseguente maggior prez-zo? Ebbene, la Perla verde , città che può ancora vantare l’essere la “capitale delle poveracce“, ha avuto la sua “se-rata di gala “ venerdì 18 febbraio al ri-storante Ranch Saloon di Riccione con la 10ª edizione di – Purace, guazèt e giugh in dialèt – serata organizzata da Famija Arciunesa che ha portato a tavola i fa-natici del gustoso mollusco bivalve, ne ha precettati 8 (4 signore e 4 signori) fa-cendoli giocare col dialetto tra un piatto e l’altro, ha raccolto fondi per aiutare le famiglie bisognose di Riccione. Negli intervalli mangerecci si è effettuato il torneo per eleggere l’Arzdora e l’Arzdor 2011. Hanno lanciato la sfida ai campioni uscenti: per il gentil sesso Frisoni Maria, Morri Marisa, Renzi Fernanda, Mon-tebelli Angela. Per il sesso forte: Ros-si Galiano, Montanari Lele, Romagna Enzo e Righetti Ernesto. Col sistema del

10ª CENA DAL PURACE

Tradizione e dialetto: matrimonio indovinato!

Eletti l’Arzdora e l’Arzdor 2011

tabellone tennistico si è giunti alle finali. Erano ammessi tifo da stadio e sugge-rimenti ai propri beniamini, cosicché dall’accalorarsi delle eliminatorie alla bolgia dantesca per le ultime domande il passo è stato breve. In finale l’hanno spuntata Maria Frisoni su Angela Monte-belli e Galiano Rossi su Lele Montanari,

non senza fatica mnemonica in quanto la giuria proponeva anche termini de-sueti o specifici di attività lavorative del vernacolo locale. A tutti libri di dialetto; all’Arzdora e all’Arzdor corona e “zina-loun” decorato (e offerto) da Ricami Ve-ronica di Silvano Bernabè più coppa da affettare e salame da mordere!

I vincitori del 2011. Da sin.: Lele Montanari (2°), Maria Frisoni “Arzdora”, il babbo di F.A. Giuseppe Lo Magro, Galiano Rossi “Arzdor” e Angela Montebelli (2ª).

I finalisti del “sesso forte”. Da sin: Galiano Rossi, Lele Montanari, Enzo Romagna, Ernesto Righetti.

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Le finaliste del “sesso debole”. Da sin: Marisa Morri, Fernanda Renzi, Maria Frisoni, Angela Montebelli.

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PAGINE ROSA

Nel settembre del 2004 Silvana Cerru-ti (moglie di Lorenzo Canducci), donna intraprendente ed eclettica, curiosa del-la vita e della gente e da alcuni anni re-sponsabile del Coordinamento donne Spi Cgil “Il posto delle fragole”, partecipa a Gemmano al 60esimo del passaggio del fronte, e si imbatte in un anziano col ve-stito della festa coperto di medaglie. Il fiu-me in piena dei racconti che fuoriescono dalla mente e dal cuore dell’impettito ed orgoglioso reduce di guerra la catturano; racconti che parlano di bombe, posta-zioni d’artiglieria, carri armati e strategie militari. Ma in tutto questo, secondo lei, mancava qualcosa d’importante: l’ele-mento femminile. Dov’era… e cosa face-va in questi drammatici frangenti? Ecco, è da qui che parte il progetto di Silva-na, sostenuto dal Sindaco di Gemmano e dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura della Provincia, e costantemente in sinergia con lo SPI e AUSER; progetto che coinvolge sia le donne di Gemmano che quelle (anche riccionesi) ‘sfollate’ a Gemmano, teatro del fronte tra l’agosto e il settembre del ’44. Una ricerca che la scrupolosa e paziente ‘intercettatrice di memorie’ condivide e rielabora poi attra-verso Laboratori a cui partecipano i gem-manesi, e così sempre più avanti sino alla stesura del libro “La guerra all’improvvi-so”, che in gennaio riceve il “Premio Li-berEtà Generazioni 2010”. Da che altro parte l’idea di una impre-sa così inusuale? “L’idea di raccogliere le memorie della gente dell’entroterra era da tempo nella mia mente ma non riu-scivo a darle forma. Considero gli anziani una grande risorsa, e credo che la loro

“La guerra all’improvviso”Silvana Cerruti e le memorie delle donne

esperienza e i loro saperi non debbano andare perduti né sottovalutati. Dovevo forse recarmi quel settembre a Gemmano per trovare il giusto stimolo per iniziare un’entusiasmante avventura che sarebbe durata diversi anni, portando dietro sé molto lavoro e altrettante soddisfazioni.”Come hai fatto ad aprire la porta dei ri-cordi alle persone intervistate? “Con cir-cospezione, delicatezza e attenzione ne cercavo la chiave, restando in silenzio a osservare nei giochi di luci e ombre la va-stità di sofferenze, gioie, delusioni, diffi-denza, sospetti, paura, rabbia, dolcez-za, ricchezza e miseria che intravedevo. E aspettavo. Le incoraggiavo dolcemente, e in punta di piedi entravo in contatto con lo spirito della vita di chi mi stava di fronte, captando un affascinante mondo segreto e immenso che attendeva solo di essere scoperto.”

Nel libro il dialetto viene utilizzato co-stantemente…“Ho creduto che tale uti-lizzo fosse doveroso per riportare integra e verosimile la personalità delle donne in-tervistate. Quando incominciavo a porre loro le domande, in un primo momento si dimostravano più compassate e schive, e mi rispondevano in italiano; ma appena si sentivano a loro agio e le emozioni le sopraffacevano, si esprimevano nel lin-guaggio del cuore, tenuto conto poi che il nostro dialetto risulta incisivo ed espli-cito.”In che modo è stato divulgato un pro-getto così ‘maturo’ d’intenti?“La realizzazione di un dvd è stata fon-damentale per portarlo nelle scuole, un mezzo più diretto per rendere le storie raccontate nel libro fruibili agli studenti. Impresa che ho condiviso con Marco Ca-ligari e Manuel Zani. Il progetto è sta-to al centro della manifestazione del 25 aprile 2009 che si è svolta a Gemmano, in sinergia col Comune di Riccione che ha coinvolto alcune sue scuole in laboratori teatrali conclusisi con uno spettacolo in-terpretato da mia figlia Alessia.”Credi che un lavoro così possa servire alla società? “Le memorie che ho raccolto non parlano solo di guerra, ma anche di come si viveva prima, della nostra cultura contadina e quindi penso che possa ser-vire soprattutto alle nuove generazioni. Viviamo in una società multietnica e per poterci confrontare con altre culture, e accogliere altri modi di vivere dobbiamo sapere chi siamo e da dove veniamo, co-noscere le nostre radici e la nostra sto-ria.”

Maria Grazia Tosi

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PAGINE ROSA

Prosegue, impreziosendosi mano a mano, il percorso de “Il mio Principe”, il libro edito da “Itaca” che la riccionese Gina Co-dovilli ha presentato lo scorso dicembre al Palazzo del Turismo; pomeriggio onorato dalla presenza del Vescovo di Rimini Mon-signor Lambiasi, dal Neuropsichiatra infantile Filippo Muratori, dal sindaco Pironi e da uno spropositato numero di pubblico con gli occhi lucidi e il sorriso sulle labbra. Un diario di vita vera che narra la storia dei primi 23 anni di Andrea, il terzo figlio di Gina, un figlio diversamente… amabile come lei spesso lo definisce, e di tutte le affettuose peripezie che la sua famiglia ha messo in atto per ‘risvegliarlo’ dall’autismo. L’autrice è stata invitata a presentare il suo lavoro presso il Liceo G.Cesare -M.Valgimigli di Rimini, presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Uni-versità di Rimini, in programmi televisivi e radiofonici, nonché in occasione di incontri associativi o solidali; occasioni impor-tanti per far sì che la trattazione di un ‘ disturbo pervasivo dello sviluppo’ di grave entità divenga un’opportunità per prendere coscienza del problema e allo stesso tempo migliorarsi.Da cosa è partita la tua intenzione di scrivere questo libro?“Un po’ per dar voce ad Andrea che voce non ha. Andrea non parla ma sente e comprende tutto, e si fa capire usando un lin-guaggio corporeo e gestuale; però, proprio perché temo che lui non potrà mai raccontare la sua storia, l’ho fatto io per lui. E poi perché sentivo che era giunto il momento di testimoniare questa mia esperienza, pensando possa essere d’aiuto a chi si trova davanti allo stesso problema vivendolo magari nella solitudine e nel silenzio: in tanti non hanno il coraggio di esporsi e abbattere l’ultimo tabù della nostra società, che credo sia proprio quello di parlare del dolore. Non in ultimo, nella scrittura ci si ritrova anche un aspetto liberatorio, quasi terapeutico: infatti mentre scrivevo rivivevo i momenti vissuti, belli o brutti, provando i medesimi sentimenti , con tanto di lacrime e batticuore… ”Quanto è stata importante la famiglia per affrontare un per-corso così arduo? “La presenza di mio marito Walter è stata fon-damentale per fronteggiare la disperazione che in certi momenti mi coglieva. Ci siamo sostenuti a vicenda: quando lui capiva che andavo in crisi mi aiutava a superare il momento, ed altrettanto facevo io con lui. Oltretutto quando Andrea ha cominciato a crescere non sarei stata in grado di gestire situazioni che richie-

“Il mio Principe”:l’amore per un figlio diversamente amabile

dono una fisicità prettamente maschile. Anche i miei due figli più grandi, Simone e Giacomo, hanno ricoperto un ruolo molto importante, nonostante fossero anche loro colpiti dal dolore e dall’impotenza nel rapportarsi con un fratellino col quale era impossibile interagire.” Ma chi sono gli ‘angeli’ che spuntano fuori in tante pagine dello scritto? “Gli angeli sono quelle persone speciali che ho trovato lungo il nostro tortuoso cammino: dagli amici, agli in-segnanti, ai dirigenti scolastici, agli educatori, agli esperti dei servizi sociali e alle figure religiose che ho avuto la fortuna d’in-contrare. Questi angeli hanno apportato un incredibile sostegno a noi familiari nel farlo crescere senza che a lui mancasse nulla. E sicuramente hanno vegliato su Andrea in tante situazioni, che ha vissute appieno e, spero, con una propria personalissima consapevolezza.”E’ stata determinante l’acquisizione di un più forte sentimen-to religioso? “Senza di esso oggi non sarei qui a parlare del mio principe. Quando il dolore era più violento e mi faceva stare molto male è nata spontaneamente in me la preghiera, il chie-dere aiuto al Signore. Credo che il sentimento religioso sia inna-to in noi, magari rimane assopito o non vogliamo farlo emergere per mille motivi… ma lui è lì, pronto a venirti in soccorso, devi solo aprirgli il cuore.“

Maria Grazia Tosi

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L’idea era balenata come un’esplosione simultanea, tra i membri della giuria, al momento di effettuare le scelte finali e decisive del 3° Concorso “Mi scappa la foto”. In redazione, tante, tantissime belle foto della nostra Riccione... accantonarne alcune creava una sorta di angoscia e la selezione di soli tre scatti da estremamente problematica è divenuta più “morbida” quando all’unisono... la frase “Facciamo un libro” ci ha illuminato e rasserenato. Così abbiamo deciso di sospendere momentaneamente i concorsi “Mi scappa la foto” per lanciare l’invito a tutti i nostri lettori-fotografi di inviarci i loro scatti per partecipare a “Mi scappa il libro”. Una raccolta di immagini, col sole o con la neve, sui seguenti temi: Spiaggia, Lungomare, Castello degli Agolanti e collina, Viali e Ville, Parchi e rii, Porto canale, Rotonde e fontane, Impianti sportivi e alberghi, Persone al lavoro... Naturalmente non costerà nulla. I premi? La foto più bella in copertina, le altre all’interno: E poi chissà...

“Mi scappa la foto!”“Mi scappa la foto!”3° CONCORSO

Nel precedente numero di F.A. avevamo pre-sentato gli scatti vincenti del 3° concorso foto-grafico riservato ai nostri lettori. Ora, doverosa-mente, diamo anche l’immagine degli autori al momento del riconoscimento delle loro qualità artistiche. La semplice cerimonia, come è nelle abitudini della nostra associazione, è avvenuta nel corso del “Carnevale per il Centro 21 “, do-menica 20 febbraio u.s. presso il Palaterme di Via Torino alla presenza di oltre 300 riccionesi. Da sin. Giuseppe Zavoli (1° cl.), Matteo Coraz-za (2°cl.), Fiorello del Bianco (3° cl.) col “bab-bo” di F.A. Giuseppe Lo Magro. Al primo una meritatissima Coppa con targhetta ricordo, a tutti e tre il libro “Arcioun. La Perla verde”.

Sono arrivate numerose adesioni da parte dei nostri lettori sull’idea di pubblicare un libro fotografico. Questo rafforza la nostra convinzione di dare alle stampe MI SCAPPA IL LIBRO

Inviate i vostri scatti a [email protected]. Nella mail indicate il vostro nome, cognome, in-dirizzo e telefono scrivendo: Autorizzo l’Associazione Famija Arciunesa all’utilizzo delle immagini da me inviate. Il numero massimo è di 10 scatti attinenti ai temi sopra indicati. Altre informazioni le trovate sul nostro sito WWW.FAMIJARCIUNESA.ORG. Termine massimo di consegna il 31 agosTo p.v.

per parTecipare all’iniZiaTiva: “mi scappa il liBro”

“MI SCAPPA IL LIBRO”

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PARI... O DISPARI?A cura di Maria Grazia Tosi, con Cosima Avantaggiato, Cinzia Bernardini, Ulrike Bonfini, Sara Bordoni, Catia Loprete, Oriana Nicosia, Maurizia Petrucci, Valeria Pizzolante, Annalisa Sanchi, Assunta Sorvino, Emanuela Tonini, Anna Maria Viviano.

Info: nuova sede Sportello Donnapresso CPO al piano seminterratodel Comune di Riccione.Il Legale riceve il martedì dalle 15.30 alle 18.00. Tel. 0541 608317.Per appuntamento:Tel. 0541 608321 o 0541 [email protected]

Questo è il testo dei Questionario cittadi-no le cui copie dall’8 marzo, sistemate in appositi espositori, abbiamo distribuito in punti focali di Riccione (Comune, Ospe-dale, Biblioteca, Teatro, Consultorio, Poliambulatori, Farmacie, Associazioni, Sindacati…), e che là lasceremo per un po’ di tempo, al fine di permettere alla cittadinanza tutta di leggerlo, compilarlo e imbucarlo nell’apposita urna. Una brevis-sima e facile operazione che richiede solo pochi minuti di concentrazione e verità, ma che invece diventa una testimonianza importantissima per valutare la percezio-ne del fenomeno violenza da parte di più svariate fasce della comunità. Quello della violenza è un grave problema che sempre

di più affolla le pagine dei quotidiani, an-che locali: e anche a Riccione, nelle sue più svariate forme, miete le proprie vitti-me. Quello di rispondere a specifici dodici quesiti rappresenta un ottimo esempio di senso civico: esempio da portare princi-palmente ai più giovani, che comunque coinvolgeremo direttamente, proponen-do loro il questionario attraverso le Dire-zioni Scolastiche (per le classi 3°- 4°- 5° delle Superiori), al fine di approfondire e condividere una riflessione che non può che diventare educativo momento di sen-

sibilizzazione e crescita. Tutte le risposte che verranno raccolte saranno rielaborate da una psicologa e da un’esperta di sta-tistica da noi incaricate, che valuteranno e catalogheranno nel modo più verosimile possibile le opinioni ed i vissuti (anonimi, s’intende) di tanti cittadini. Il questionario è scaricabile anche dal sito del Comune di Riccione, ed i risultati di questo nostro progetto, che non ha valore scientifico ma solo indicativo degli orientamenti di pen-siero collettivi, saranno successivamente divulgati in un incontro aperto a tutti.

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Riccione e i suoi anni ruggenti di Gian Carlo D’Orazio. 336 pagine di ricordi, aneddoti, personaggi che hanno fatto la storia della “Perla verde”.Il volume edito da Riccardo Angelini è disponibile presso la sede di Famija Arciunesa e il ricavato andrà a favore dei progetti dono dell’associazione stessa.Mart. Giov. Sab.dalle 16, 30 alle 19, 00

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Un compleanno speciale... anzi specialissimo

Dieci anni tra applausi e risate, scenette assurde e balletti improbabili, soddisfazio-ni impreviste e figuracce annunciate... La celebre compagnia teatrale si esibisce in uno spettacolo di cabaret per celebrare il proprio compleanno proponendo tantissimi sketch inediti e coreografie esaltanti, uno show esilarante da non perdere! Prima e dopo lo spettacolo piada e nutella per tutti

gentilmente offerta da “RiccionePiadina”! Riportiamo di seguito parte dell’intervista a Mauro Forbicini, leader della compagnia Tribùdel Villaggio, rilasciata ad Alfonso Si-gnorini durante la trasmissione “Verissimo” trasmessa in febbraio su Canale 5. Quando è nata la Tribù? “Siamo partiti nel Settembre del 2000, esibendoci al pub “CuChulainn” di Misano Adriatico. I primi spettacoli li ricordiamo sempre con piace-re, anche se il pubblico non penso ci abbia mai notato...”Ora siete famosi in tutto il mondo, qual è

il segreto del gruppo? “Penso che le no-stre caratteristiche principali siano l’umil-tà e la sincerità: siamo conosciutissimi in tutto il pianeta, abbiamo vinto 3 Tony Awards (l’Oscar del Teatro Americano ndr), siamo stati protagonisti della ceri-monia di insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama e durante il concerto di Madonna a Buenos Aires, abbiamo aper-

to le Olimpiadi di Pechino e chiuso la sa-gra dei ciccioli e porchetta di Pedrolara. Nonostante tutto continuiamo a lavorare come se fossimo quasi degli sconosciuti, soprattutto a Riccione, insomma anche se siamo i migliori al mondo rimaniamo umili, modesti e soprattutto sinceri, non ci piace esagerare...”Qualè il messaggio che volete dare ai giovani artisti che cercano la strada del successo? “Bèh, se la trovano... ci dicano dov’è!

Mauro Forbicini

Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Pietro Cavallaro, Mauro Forbicini, Dino Polverelli, Stefano Marconi, Vilma Tosi, Daniele Casalboni, Alberta Del Bianco, Valeria Angelini, Fosco Rocchetta, Dante Tosi (archivio), Antonio Semprini, Antonio Cianciosi, Giovanni Mattoni, Roberto Betti, Moreno Villa, Salvatore Tonti, Edmo Vandi • Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel./Fax 0541 643 884 • Impaginazione e Grafica: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano

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Sereno e sorridente ricorderemo Mario Spadoni uno dei più conosciuti antenni-sti dei dintorni. Un male che lo ha tenuto impegnato per alcuni mesi se l’è portato via. Mario era conosciuto soprattutto per essere stato l’installatore e il manutentore degli di impianti di trasmissione di Teleri-mini e delle TV della Svizzera Italiana e del-la Slovena Capodistria che, circa 35 anni fa, erano una gradita alternativa ai soli due programmi TV della RAI. Ora chi l’ha cono-sciuto ricorderà la disponibilità di Mario di dare un consiglio, di prestare materiali e attrezzature o la sua opera gratuita quan-do il fine fosse il bene di qualcuno o della comunità. Collaborava con la parrocchia, con il centro di Buon vicinato, con la locale compagnia dialettale ecc. I tantissimi ami-ci ricorderanno le serate passate allegra-mente nella sua tavernetta in compagnia di qualche pizza. Oltre a ciò si ricorderà il suo innato buonumore e la pulita ironia di una persona oltremodo simpatica e benvo-luta. Mario era nato a Misano Monte nel 1935. Giovanissimo si recò a Roma nel col-legio dei Gesuiti dove apprese la tecnica di riparatore radio TV. Sotto le armi venne impiegato nelle telecomunicazioni. Dopo il servizio militare lavorò alle dipendenze di un elettricista installatore dove apprese an-che quel mestiere, lavorando , nel tempo libero, alla riparazione di qualche radio o televisore per “arrotondare”. Aprì in socie-tà un laboratorio di riparazioni radio-TV e installazione di impianti elettrici; lavoro che continuò in proprio dopo lo scioglimento della società, fino a quando iniziò a dedi-carsi ai ripetitori di radio e televisione sul-le montagne dei dintorni. Il lavoro di ma-nutenzione degli impianti di trasmissione radio e TV è colmo di soddisfazioni, ma anche faticoso e richiede la disponibilità 24 ore su 24. Un esempio: dalle poltrone dei salotti arrivano telefonate che lamentano il disservizio di qualche canale. In più d’uno andiamo a vedere. Sul Carpegna due metri di neve: saliamo con il “gatto delle nevi”. In alto a più di 1500 metri una manciata di gradi sotto zero e un vento che taglia le orecchie ci accolgono. Una valanga caduta dal traliccio delle parabole ha sfondato il tetto della postazione dove sono le appa-

Ci ha lasciato Mario Spadoni

recchiature. All’interno, per via del calore delle apparecchiature, la valanga si è tra-sformata in 10 cm. di acqua. Lavoriamo im-mersi, muovendoci con circospezione per la presenza di 380 volts che, solo se inav-vertitamente “scocciati”potrebbero farci scherzi sicuramente letali. E con i nostri rumori e le vibrazioni un’altra valanga po-trebbe realizzare il suo desiderio di venirci addosso. Con qualche puntello e un po’ di punti di saldatura tamponiamo la ferita del tetto; ripristiniamo le trasmissioni e dopo alcune ore ne usciamo indenni. Nel ritorno Mario è soddisfatto e ci ringrazia per averlo assistito in un improvviso e pericoloso im-previsto del suo lavoro. Ci teneva assoluta-mente che il servizio funzionasse - “perché in inverno le famiglie sono riunite in casa, ed è doveroso da parte mia garantire loro qualche momento di relax e allegria”. Cre-do che, visto in questo modo, anche il la-voro di un antennista si possa aggiungere ai tanti modi di amare il prossimo.Ora il suo Spirito, dalle antenne della meravigliosa Postazione dove si è trasferito continua a trasmetterci la gioia, la pace, l’ amore, che da lassù provengono e parlarci ancora con il suo buonumore e magari ...con un pizzico di ironia! Grazie Mario.

Dino Polverelli

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Troppa immondizia abbandonata all’ester-no dei cassonetti, regolati dall’amato-odiato sistema “E-gate”. Così Riccione dichiara guerra ai trasgressori, già puniti con una decina di multe da 206 euro. Sono arrivate ad altrettanti residenti, identifica-ti attraverso una serie di controlli, suppor-tati dall’ “occhio” del “grande fratello”. All’opera un nucleo formato da agenti del-la Polizia municipale e da un ispettore di Hera ambiente con il coordinamento dello Staff del sindaco (gruppo di lavoro per il decoro cittadino). Le divise, che hanno se-tacciato le isole ecologiche e i cassonetti, segnalati dagli stessi residenti e operatori ecologici, sono risaliti ai furbetti attraver-so schiaccianti indizi, rinvenuti all’interno dei sacchetti del pattume. Tra bucce di banane, rotolini di polvere, scatolette e contenitori, sono spuntati fuori bollet-tini postali, buste intestate e altri docu-

Rifiuti fuori dai cassonettiScattate le prime multe

menti. Maggiori controlli per una ventina di cassonetti “sotto stress”, soprattutto per quelli posizionati nei viali Limentani, Righi e Sicilia, nella zona Sud, e in via-le Riva del Garda, viale Liguria e Borgo delle noci a San Lorenzo. Ma l’operazione interessa tutti i 263 cassonetti, regolati con le calotte dell’ “E-Gate”. Per risalire ai trasgressori si continuerà ad agire con Wally, il piccolo robot capace di vedere, sentire, registrare e addirittura parlare, se al momento è collegato con la centrale. Occhio a gettare anche rifiuti ingombranti e nocivi. Secondo la gravità dell’infrazio-ne, infatti, sono previste multe che oscil-lano dai 50 ai 3.000 euro (6.000 in caso di presenza di eternit e altri rifiuti speciali). Nel caso dei sacchetti dell’indifferenziata, come spiegano gli uomini del nucleo ope-rativo “la cifra è stata contenuta in quanto non si tratta di azione punitiva, ma educa-tiva. Non si mira a far cassetta”. Durante i controlli, comunque, si è potuto verifi-care che spesso le chiavette elettroniche non riescono ad aprire il bocchettone del cassonetto. E allora che fare del sacchet-to maleodorante? La gente a casa non lo riporta. Succede anche quando è troppo pieno e non si riesce a infilarlo nel conteni-tore. Problema che tormenta soprattutto chi per bimbi e anziani usa il pannoloni.

Nives Concolino

leGGende e TRadizioniLA COLOMBA DI ALBOINOPavia. Vigilia di Pasqua dell’anno 572.Alboino, re del Longobardi, dopo un assedio durato tre lunghissimi anni entrò nella città. Gli abitanti, terrorizzati, per placare l’ira del vincitore che minacciava di dare fuoco alla città e giustiziare tutti coloro che gli avevano opposto resistenza, fecero dono di dolci a forma di colomba, segno di pace. Tale gesto fu talmente gradito che Alboino cancellò i suoi truci propositi di vendetta. E così, sulle ali di questa leggenda, nacque la tradizione della Colomba pasquale.

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CURIO ITàsenzaetàdi Maria Grazia Tosi

Dal 17 marzo 2011 si festeggia il 150esimo dell’Unità d’Ita-lia, con l’obiettivo di far scaturire una riflessione sul senso di appartenenza del popolo italiano, attraverso momenti collettivi di valutazione e di retrospezione storica. E qui a Riccione… che storia si scriveva centocinquant’anni fa?

AlCUNE PICCOlE E CURIOsE PERlE:

UN MEZZO DI COMUNICAZIONE ‘FU-TURISTA’Nell’autunno del 1861 si congiunse il tratto ferroviario Bolo-gna-Ancona, inglobando nel percorso anche la nostra città, che non aveva però una stazione. Ma già dal 1° gennaio del 1862 i freni del treno stridettero anche qui, grazie soprattutto all’interessamento di Don Carlo Tonini, intraprendente e mo-tivato parroco riccionese. Questo fu esattamente (maiuscole comprese) il testo dell’avviso pubblico: “I Riccionesi hanno ottenuta una Fermata del Treno della Ferrovia presso il loro abitato col giorno primo Gennaio 1862. Essi si fanno un pre-gio di portarlo a cognizione delle popolazioni dei vicini Paesi, perché possano giovarsi della graziosa concessione. Dal canto loro offrono le migliori premure, e si ripromettono che non mancheranno quelle opportune comodità che sono richieste dalla esigenza dei Viaggiatori” . Non tutti divennero da subito consapevoli che era proprio da quel fischio di locomotiva che prendeva il via quello che sarebbe stato poi l’insospettabile fiorire della nostra economia balneare… o meglio, ‘vocazio-ne’ balneare.

GARIBALDI FU… COLPITOEra il 1859, e il generale Giuseppe Garibaldi restò per alcuni giorni presso il quartier generale di Rimini, ad approntare la strategia di un movimento insurrezionale che aveva preso il via in Umbria e Marche. Nell’andare ad ispezionale le truppe stanziate sulla linea di Cattolica, si racconta che si fermò a Riccione dove pure erano dislocati molti volontari infervo-rati dalle sue gesta (”Non sono stati i pochi i riccionesi che presero parte ai fatti che hanno permesso l’Unità d’Italia, tra questi Giovanni Bezzi che, nel settembre 1870, a Roma, fu tra i militari che parteciparono all’impresa di Porta Pia” - dal libro “Storia di Riccione” di F.Lombardi). E Garibaldi, proba-bilmente colpito dalla gente e dalla località, dispensò queste benevole parole: “Se la fortuna corrisponde alla mia volontà di servire la causa nazionale, io onorerò la cara mia città di Ri-mini (Riccione compresa…) che sì generosamente mi accolse cittadino suo.” - dal libro “Riccione” di G.Borghi

OSPIZI PROPIZINel 1867 i primi turisti: cinquanta bambini da curare dalla Scrofolosi, malattia derivante da malsane condizioni di vita ed alimentazione: nella zona Paese le famiglie fornirono loro vitto e alloggio, in cambio di 2, 30 lire al giorno pro capite. Ogni mattina i piccoli venivano accompagnati in riva al mare su carri coperti da tendoni e trainati da buoi. Ma tra le abi-tazioni e la riva si snodava un impervio percorso ad ostacoli: tutt’attorno le case c’era la campagna coltivata sino alla linea della ferrovia e ancor più giù si ritrovano fitti orti. Il corteo traballante e chiassoso si dirigeva ancora oltre, attraversan-do un varco nell’enorme duna alta oltre quindici metri innal-zata parallelamente alla ferrovia, per proteggerla dalle ma-reggiate. Il successo dell’iniziativa sanitario-turistica porterà

nel 1877 alla costruzione della prima vera struttura ricettiva: quella dell’Ospizio Martinelli-Amati (area Grand Hotel), che accoglieva gruppi anche numerosi di bambini provenienti da Modena, Bologna, Ferrara, bisognosi di tanto sole, mare, e aria buona.

“PRESENTE!”… E PRESENZENel 1861 in Romagna 84 persone su 100 erano analfabete e la lingua principale era il dialetto. E così anche per Riccione, al tempo località dall’economia prevalentemente agricola. Le braccia dei figli servivano in campagna, e l’obbligo di fre-quentazione le scuole elementari si scontrava con una priorità imprescindibile. Mancò per molto tempo una sede costruita appositamente come scuola, e così il Comune affittò spazi dai privati che non erano però del tutto idonei, e i corsi e gli orari venivano continuamente ridotti anche per la carenza di maestri. Per molti anni la diserzione scolastica restò alta: quasi due bambini su tre non andavano a scuola e le assenze duravano anche mesi. La situazione migliorò col passare degli anni, e più si avvicinava l’era dello sviluppo turistico più risul-tava essenziale il saper leggere e scrivere. Se tra i riccionesi nel 1910 gli analfabeti erano il 38%, nel 1920 diventarono il 20% e dopo la fine della seconda guerra il 7%.

LITORALE MORALEDopo svariate traversie, una legge del Codice Civile Alberti-no del 1861 affermò l’accesso libero alla spiaggia, delineando una fascia di sessantacinque metri dalla riva del mare in direzione monte che diverrà proprietà demaniale. E dopo tre anni, essendo iniziato timidamente un turismo facilitato dalla realizzazione della ferrovia, il sindaco di Rimini stabilì una figura che rappresentasse l’Amministrazione nella gestione e controllo del litorale: l’addetto al Servizio di Marina, che ave-va il compito di applicarne le ordinanze sulle modalità di utiliz-zo. A Riccione sarà il maestro comunale Leardini che dirigerà il servizio, che poi si trasformerà in “Direzione di spiaggia”. Incredibili i manifesti che rappresentano uno delle modalità operative necessarie ad un buon andamento del tutto. Que-ste le parole: “… Le persone che si bagnano sulla spiaggia marittima lungo la borgata di Riccione, zona di questo Mu-nicipio, dovranno conservare la separazione dei due sessi, contenendosi entro le linee che per ogni sesso si sono demar-cate con appositi segnali… I contravventori incorreranno nelle conseguenze previste dal vigente Codice Penale… gli Agenti della Pubblica Forza veglieranno con ogni accuratezza a che tutto sia scrupolosamente osservato.”

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VOLONTARIATO

Il Campo Lavoro nasce a Riccione nel 1981 grazie all’intuizione di alcuni ragaz-zi della Parrocchia di San Martino che pensarono ad un modo concreto per aiutare il loro amico Don Marzio Carlini partito come missionario per lo Zambia. In quella prima occasione l’utile fu di 2 milioni di lire, con il riciclo di cartoni e stracci raccolti per la sola Riccione, oggi si arriva ad un utile che sfiora i 170.000 euro. Col tempo l’esperienza di Riccione è stata esportata in altri comuni, fino a coinvolgere tutto il territorio della pro-vincia di Rimini e distribuisce oggi 120 mila sacchi presso le abitazioni, di cui 35 mila sul territorio di competenza del Centro di Raccolta di Riccione (territorio all’interno del quadrilatero Cattolica-Miramare-Cerasolo-Montegridolfo). Da qualche anno l’iniziativa gode anche del patrocinio della Provincia di Rimini, dei Comuni di Riccione, Rimini e Bellaria ma anche del sostegno della Protezione Ci-vile, di Hera e della Croce Rossa. Innu-merevoli poi sono gli aiuti che vengono dalle attività e da tanti cittadini riccione-si, che da anni seguono il Campo Lavoro con molta disponibilità e generosità. Sul territorio di Riccione il Campo è organiz-zato con il supporto logistico del Centro Missionario Comboni dove ogni giorno si raccoglie, ricicla e vende il materia-le scartato dai riccionesi e quindi si vive un Campo Lavoro lungo 365 giorni. Per i volontari del Centro Comboni questo appuntamento come è un momento di festa dove ritrovarsi ogni anno. Già una settimana prima della manifestazione i “campolavoratori” cominciano il mon-taggio dei tendoni e dei vari stand peri vari mercatini e la cucina dove le nostre arzdore riescono a sfornare 450 pasti in due giorni. Complessivamente tra chi è impegnato direttamente al Centro Rac-colta e chi opera nelle parrocchie, si stima che l’appuntamento del Campo Lavoro coinvolga ogni anno a Riccione non meno di 300 volontari, che dedica-no tempo e competenze: chi poche ore, chi intere settimane; chi si propone come elettricista o come fabbro, chi come au-tista. Sul piano operativo, il Campo è ar-ticolato in 4 centri di raccolta: Riccione, Rimini, Bellaria e - ultimo arrivato -Villa Verucchio. In questi centri confluiscono tutti i materiali che saranno poi suddivisi (vetro, carta, metalli, ecc.) e rivenduti a ditte specializzate che operano sul mer-cato del recupero. Punto di attrazione sono i mercatini dell’usato, presenti in tutti i campi raccolta che stanno riscuo-tendo anno dopo anno sempre maggior successo. Non tutti gli oggetti infatti vengono avviati al riciclo e nei merca-

Campo Lavoro 9-10 aprile 2011

Cambiare noi per cambiare il mondo

tini si possono trovare: giocattoli, libri, biciclette, elettrodomestici, computer, casalinghi, attrezzi agricoli, antiquariato e tanti oggetti che se a casa di qualcuno ingombravano qui riprendono vita. Que-sto oltre a rappresentare un discreto ri-sparmio di energia (il riciclo fa consumare energia, il riuso no), per molte persone che faticano a far quadrare il bilancio fa-migliare è l’opportunità per comprare il necessario ad un costo abbordabile, per altri invece l’opportunità di fare un affare per coltivare il proprio hobby, per i rigat-tieri infine un magazzino dove rifornirsi. All’aspetto più pratico si affianca poi l’im-portantissimo lavoro svolto con le scuo-le materne ed elementari, che da alcuni anni partecipano all’iniziativa, grazie alla collaborazione delle insegnanti di religio-ne. Ogni anno viene scelto un tema e in questa edizione 2011 si parlerà dell’im-portanza dell’acqua. Con l’aiuto di audio-visivi appositamente realizzati si aiuteran-no i bambini a riflette su un dono molto prezioso, un dono che deve essere di tutti. Altro appuntamento importante è lo spettacolo presentato dalla “Compagnia dei Ciarlatani” dal titolo “Cosa c’entrano i Capodogli”. Domenica 3 Aprile, ore 17, al Teatro del Mare di Riccione, “i Ciar-latani” Alex Gabellini e Francesco Tonti ci aiuteranno a scoprire le conseguenze delle nostre scelte quotidiane a parti-re “da quale acqua bere” fino a “come mettere su casa”. L’appuntamento, da non perdere, è rivolto a tutti: ragazzi, bambini e famiglie. Il Campo Lavoro è molto più di un’iniziativa di solidarietà: è concepito come occasione di socializ-zazione, come opportunità di incontro e relazione fra persone con convinzioni,

esperienze, provenienze anche molto di-verse ma con una comune sensibilità nei confronti dell’attività missionaria e della salvaguardia del Creato, nella convinzio-ne che “un altro modo e un altro mondo sono possibili”. Il Campo, accanto alla raccolta di aiuti, propone dunque una sfida molto più impegnativa: ripensare il proprio stile di vita, mettersi in discus-sione fino in fondo. Un obiettivo ben sin-tetizzato dallo slogan: “Cambiare noi per cambiare il mondo”. Quest’anno gli utili del Campo Lavoro serviranno a finanziare le missioni di Marilena Pesaresi, medico riminese da tanti anni in Zimbabwe (co-struzione di una casa per gli infermieri); Don Giovanni Vaccarini, nella Missione Diocesana in Albania (formazione di al-cuni maestri di sostegno per situazioni di grave emarginazione); Suore Maestre Pie in Bangladesh (costruzione di un ostello per ragazze emarginate); Comunità Papa Giovanni XXIII, laici riminesi in Cile (so-stentamento scolastico dei ragazzi più poveri o con handicap). Per il 9-10 Apri-le, non resta che invitare tutti i riccione-si a venirci a trovare presso la Chiesa di San Francesco dietro il “Mulino Grossi”, in attesa di trovare una sistemazione più comoda. Per prenotare il ritiro dei materiali si possono chiamare i nume-ri 0541/606008 oppure 338/1210898, siamo provvisti anche di camion con gru. Chi volesse maggiori informazioni può consultare il sito www.campolavoro.it o venirci a trovare presso il Centro Mis-sionario Comboni in via Berlinguer dove ci si può anche arruolare come volontari per i 2 giorni del Campo Lavoro.... o per i restanti 363!

Stefano Marconi

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Molto probabilmente lo spettacolo “C’è chi dice no!, Fatti e Misfatti di Riccione”, che si è svolto il 9 febbraio scorso al Te-atro del mare, ha rappre-sentato per Riccione un vero punto di svolta. Per la prima volta la voce di cittadini che protestano sulle scelte dell’ammini-strazione comunale si è fatta “coro”. Infatti, ad organizzare la riuscitissi-ma e affollatissima ma-nifestazione, usando lo spettacolo satirico come mezzo per comunicare il

proprio disagio e la propria protesta, ben 6 comitati spontanei di cittadini – Comitato NO TRC, Comitato Abissinia NO ai divieti di sosta, Comitato Promo Alba, Comitato Colle dei Pini, Comitato Parco del Tirso, Comitato Riccione Paese - per la maggior parte nati per dire No ai tanti e troppi progetti di cementificazione che stanno letteralmente divorando ogni spazio verde della città o per contrastare scelte amministrative contestate, con l’appoggio di associazioni più propriamente di promozione, si sono uniti sotto la sigla di un unico Comitato che, prendendo a spunto la canzone di Vasco Rossi, hanno chiamato “C’e’ chi dice no!”. L’iniziativa, spontanea e autogestita, che ha trovato in Facebook un prezioso alleato per la sua promozione, ha acceso i riflettori del palcosceni-co teatrale sulle tante e forti perplessità e le animate contestazio-

ni che stanno accompagnando alcuni progetti che l’Amministra-zione comunale di Riccione vuole realizzare ed alcune decisioni da essa già predisposte. Progetti e decisioni che hanno un filo rosso che li lega tutti tra loro. Tanto cemento al posto del verde o per realizzare parcheggi interrati. E ancora parcheggi, sottratti ai resi-denti per costringerli all’acquisto di quelli privati. Una filosofia che il Comitato “C’è chi dice no!” ritiene scellerata, da contrastare con forza e con l’impegno di tutti i cittadini di Riccione che amano questa città e che non intendono cedere alla logica dei costrut-tori e della speculazione edilizia, per fare cassa o per risponde-re ad una progettualità senza senso. A dar loro voce, sul palco, Davide Fabbri, ecologista convinto, e Roberto Mercadini, attore satirico. Insieme a raccontare lo scempio che si sta abbattendo su Riccione. Ciascuno a suo modo. Fabbri, l’ecologista, attraverso un’analisi spietata, di numeri, cifre e peccati della cementificazio-ne di Riccione, di ieri e di oggi. Mercadini, con i suoi taglienti monologhi, tra satira e realtà, tra denuncia e comicità, rubando un sorriso a volte davvero amaro, a infierire sui vizi e sulle assurdità

di chi ha perso il buonsenso e rincorre il mero profitto. Un mix di effetto che, con il contrappunto di filmati che hanno raccontato lo scempio e le pervasive ferite al territorio, ha svegliato qualche coscienza ancora sopita. E che ha fatto dire a chi c’era che forse a Riccione qualcosa nel rapporto tra amministrazione e cittadini sta cambiando davvero. A rincorrere i commenti, la sorpresa di molti che hanno guardato all’iniziativa come uno spartiacque che segnerà la vita della città. E’ la prima volta che a Riccione cittadini, riunitosi in comitati, si organizzano, dando vita ad una manifesta-zione unitaria per dare più forza alla loro protesta. Un segnale evidente che l’Amministrazione comunale e la politica della città non possono non cogliere. Perché se da un lato sembra sempre di

più venire meno la capacità dell’Amministrazione di coinvolgere i cittadini nelle scelte, dall’altro sembra non ci sia più spazio per le decisioni prese dall’alto, senza confronto né verifiche con la città. Sembra ormai chiaro che Riccione non è più disponibile a rilasciare deleghe in bianco a chi governa la città e a chi dall’alto scranno dovrebbe proporre alternative e altre soluzioni possibili. Il comitato “C’è chi dice No!” non è una sfida né una rivendicazio-ne, incapace di leggere il futuro. E i comitati che lo animano non sono insensibili e riottosi, portatori di piccoli interessi personali, ancorati a quel No, che tutto nega e su tutto protesta. Sembra piuttosto che il Comitato sia una scelta e un’opportunità per non stare a guardare, immobili e indifferenti, al declino annunciato di una città che ha bisogno invece di ritrovare, per il suo rilancio e il suo futuro vero e possibile, la sua originalità e la sua tradizio-nale attrattiva. Rinnovandola, senza tradirla né avvilirla o peggio senza soffocarla con una dissennata quanto inarrestabile colata di cemento, vittima anche del protagonismo di una vanità politica senza limiti. Una città che ha, piuttosto, bisogno di investire su se stessa e sulla sua straordinaria normalità di città accogliente, sere-na, efficiente. Per il turista che viene e per chi ci vive per sempre.

Alberta Del Bianco

Il cemento soffoca Riccione

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comitati in ebollizione

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a cura di Vilma Tosi

Per 4 persone:

500 gr. di sardoncini bianchi

200 gr. di farina

2 uova

50 gr. di olio d’oliva

1 cipolla

Prezzemolo e aglio tritati

1 bicchierino di cognac

150-200 gr. di passata di pomodoro

oppure 300 gr. di pomodorini pachino

Fare una sfoglia con le 2 uova e la farina, farla asciugare e tagliare i tagliolini sottili (si possono usare tagliolini pronti purchè di pasta fresca). Pulire e deliscare i sar-

doncini, lavarli bene e tritarli in modo grossolano. Nella pentola dove si cuo-ceranno i tagliolini, rosolare nell’olio la cipolla tritata fine, aggiungere il prez-zemolo tritato con uno spicchio di aglio e poi i sardoncini. Salare e pepare. Far asciugare bene il liquido di cottura, poi bagnare con il cognac che servirà a in-gentilire il sapore sempre un po’ amaro-gnolo dei sardoni. Evaporato il cognac aggiungere la passata di pomodoro o i pomodorini tagliati a piccoli pezzi. Cuocere per circa 10 minuti, dopodi-ché allungare questo sugo con del bro-do di dado e cuocere i tagliolini. Buon Appetito!

Buon Appetito!

LA CUCINA DELLA NONNA

“TAGLIOLINI IN BRODO CON SARDONCINI”

Nonostante l’enorme diffusione del-la fotografia digitale , il vecchio rullino fotografico continua ad esercitare il suo fascino. Tralasciando volutamente il puro aspetto tecnico (megapixel ed altro) il metodo analogico è indubbiamente un ottimo banco di prova per chi vuole ap-profondire la tecnica fotografica. L’im-possibilità di vedere il risultato in tem-po reale fa dedicare più attenzione all’ inquadratura ed alla composizione della foto, e l’attesa dello sviluppo da una sensazione di imprevedibiltà del risulta-to che si è persa nel metodo digitale. E’ possibile utilizzare le vecchie macchine fotografiche , anche le più semplici , per sperimentare e poi trasferire il metodo utilizzato alla macchina digitale. Capire come si comporta la pellicola nelle varie situazioni di luce fa comprendere meglio come si sfrutta il digitale per ottenere dei risultati particolari , come ad esempio usare la temperatura colore per ottenere un tono caldo o freddo, utilizzare alte sensibilità per aumentare volutamente la grana e il contrasto, ecc. Di recente si è diffusa la notizia della fine della produ-zione della pellicola Kodachrome , dai servizi andati in onda in tv sembrava che

FOTOGRAFIA

Digitale contro analogico. La sfida continua

fosse cessata tutta la produzione delle pellicole , in realtà vengono ancora pro-dotte in grandi quantità per l’ utilizzo pro-fessionale, per le macchine usa e getta ed i paesi del terzo mondo. Sono tornate in vendita macchine fotografiche analogi-che che si utilizzano per creare fotografie creative, si chiamano Holga, Diana F e Lomo, sono macchine semplici, quasi dei giocattoli che negli anni passati venivano

regalate anche nelle uova di pasqua. Ne-gli ultimi tempi poi sono tornate di moda le macchine fotografiche Polaroid, a tal proposito vi invito a visitare il sito www.the-impossible-project.com/it/. E’ una ditta che ha recuperato vecchie macchi-ne per la produzione delle pellicole pola-roid e sta commercializzando on line tutto quello che serve per riutilizzare i vecchi modelli degli anni ‘60 e ‘70, anche il mo-dello BIG SHOT utilizzato da Andy Wha-rol per i suoi ritratti. La tecnica digitale ci da la possibilità di provare più volte per cercare lo scatto migliore senza spende-re soldi per la pellicola, ma, dedicando una maggiore attenzione al momento dello scatto e tenendo conto delle poche regole descritte nell’ articolo precedente di F.A. scatterete delle belle foto senza riempire le schede con centinaia di scatti tutti uguali. Se almeno una volta non ave-te scattato una foto con un vecchio appa-recchio analogico non potrete apprezzare il lavoro e la tecnica che sono nascoste dietro a una bella foto. Il continuo speri-mentare è in ogni caso il miglior metodo per imparare a fotografare ed ottenere i migliori risultati.

Daniele Casalboni

Page 33: Famija Arciunesa

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BENESSERE

Viale Ippolito Nievo 11 (p.le Curiel)

Tel. 0541 692 71 Fax 0541 693 298www

o g n i g i o r n o i l P e s c a t o r e p o r t a i n t a v o l a l a r i c c h e z z a d e l m a r e n e l r i s p e t t o d e l l a t r a d i z i o n e r o m a g n o l a

A due passi da Viale Ceccarini.Perché accontentarsi quando si può avere di più?

Grande parcheggio sotterraneo

La vostra azienda è da anni ri-conosciuta come un riferimen-to nel settore dell’abbronzatu-ra e dell’estetica a Riccione.Cosa è cambiato da quando è iniziata questa avventura? La passione che mettiamo ora nel nostro lavoro è la stessa di quando siamo partiti, 11 anni fa. Il contesto economico è sicu-ramente cambiato, ma va det-to che, per quel che riguarda l’abbronzatura esiste oggi più informazione rispetto agli anni passati. La moda dell’abbronza-tura “hard” è passata, lasciando il testimone ad un modello più “light” e salutare. Noi siamo i primi utenti del nostro servizio e ci piace pensare di poter servire le persone come a noi pia-cerebbe essere serviti. Questo significa che con la nostra clientela instauriamo un rapporto che si fonda sulla fiducia che ci viene giornalmente attribuita e che ci im-pegnamo a ricambiare, augurandoci di in-crementarla. Negli anni abbiamo costan-temente tenuto monitorate le dinamiche dei mercati optando sempre per scelte di alta qualità in termini di tecnologie e macchinari abbronzanti. Non ultima e di grandissimo gradimento la nuova abbron-zatura spray che ormai da più di due anni sta raccogliendo tra i simpatizzanti anche coloro che non si espongo a raggi abbron-zanti. Veloce e senza controindicazioni, of-fre a chiunque la possibilità di aver un bel colore naturale. La crisi ha sicuramente cambiato l’approccio al consumo da parte di tutti e in questi periodi di contrazione crediamo si emerga solo grazie alla cre-dibilità attribuita. Per questo siamo gra-

Il di Giorgio e Stefano

ti a tutte le persone che ci scelgono da sempre e che nel tempo sono diventanti oltre che nostri clienti anche grandi amici. Oltre al reparto abbronzatura avete an-che il centro estetico. Quali sono le ten-denze per il futuro prossimo? L’estetica negli ultimi dieci anni ha subito notevoli sviluppi. Agli inizi della nostra carriera era ancora abbastanza inusuale poter lavo-rare con uomini. C’era una sorta di tabù a riguardo dell’uomo che si cura. Oggi invece sono sempre più i maschietti che ci tengono al proprio benessere fisico ed estetico e che si prestano ai vari tratta-menti.Impossibile non parlare della Luce Pulsata come metodologia di depilazio-ne progressivamente definitiva. Poter far fronte all’inestetismo del pelo superfluo è oggi una possibilità reale e concreta e a prezzi contenuti. Tanto per l’uomo come per la donna. Abbiamo la fortuna di po-terci avvalere della collaborazione di tec-niche di massima competenza e dotate di formazione a riguardo di trattamenti mol-

to innovativi. Stiamo parlando di acido glicolico, melograno, vitamina C.Tutte tecnologie già conosciute ma in continuo svi-luppo. Da circa un anno abbia-mo scelto Murad come linea di riferimento. Pioniere e invento-re del glicolico come trattamen-to estetico, si distingue per es-sere la linea principale delle più importanti Spa a livello interna-zionale. La tendenza generale è ormai quella di una cura del proprio corpo percepita come mai prima. Questo fa si che tutti oggi concedano più tempo a se stessi. Siamo felici di poter re-

galare momenti di relax, anche brevi, a coloro che scelgono il nostro centro. Avete delle promozioni particolari da proporre per i lettori della Famija Ar-ciunesa? Certo la nostra proposta del momento riguarda la prossima Pasqua o semplicemente un dono per un an-niversario o compleanno. Regalan-do un abbonamento di 10 lampade o spray oppure un trattamento estetico MURAD di preparazione alla prossima estate, Il Coka Club riserverà una bella sorpresa! Inoltre invitiamo tutti coloro che leggono questa intervista a venirci a trovare e, presentando questo arti-colo avranno uno sconto del 50% sullo spray o sulle lampade, 10% di sconto su un trattamento estetico o massaggio ed una prova gratuita per la luce pulsata (la promozione non è cumulabile). Salutia-mo tutti i Riccionesi, augurando Buona Pasqua, vi aspettiamo!Per informazioni: 0541 606 486www.cokaclubriccione.it

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C’E’ CHI FA... C’E’ chi disfA!

VIA CARPEGNA 12 / Tel. e Fax 0541 605 827RICCIONE

OTTAVIANIINFISSILAVORAZIONE FERRO E ALLUMINIO

Esposte alle intemperie delle instabili stagioni attuali, le martoriate reti del “Bosco della pioggia” che caratterizzano e abbelliscono la fontana di Piazzale Roma, avevano necessità di un celere restauro. Occorreva un intervento speciale, non solo “sapiente” ma anche “amorevole”. E così è stato: le mani sapienti e amorevoli di Capelli Bertino (ex Gambero Rosso), pescatore d’indubbia fama e consolidata esperienza, hanno restituito alla primitiva bellezza gli originali elementi decorativi di uno dei più fotografati angoli di Riccione.

VANDALISMI AL PARCO DELLA RESISTENZADanni per 2500 euroIn una notte del gennaio scorso lo steccato che delimita l’area giochi per i bambini al Parco della Resistenza, è stato divelto in molti punti. Geat, cui compete la cura di quell’area specifica e del verde del Parco, è subito inter-venuta mettendo prima in sicurezza l’area giochi e poi iniziando a portare via le staccionate danneggiate. “Il danno è quantificabile in circa 2500 euro - spiega Giuseppe Brezza, direttore di Geat - Ora dovremo ricostruire buona parte del recinto. Si cercherà di riutilizzare le staccionate recuperabili e poi affideremo la messa in posa alla ditta che presenterà il miglior preventivo. Spiace però constatare come ci sia così poco rispetto di beni che sono pro-prietà di tutti i cittadini”. Nella notte, sono stati anche danneggiati alcuni recipienti per la raccolta dell’immondizia e due lampioni, all’entrata del Par-co da via Romagna, sono stati frantumati (su questi è intervenuta Hera che li ha sostituiti immediatamente).

Mentre Bertinoaggiusta le reti...

...i deficientispaccano gli steccati

MORALE DELLA FAVOLA:LA MAMMA DEGLI IMBECILLI E’ SEMPRE INCINTA!

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FONDAZIONE CETACEA

Il “generale” inverno si è fatto sentire non solo sulla terraferma ma anche in mare. I famosi “giorni della merla” quest’anno po-trebbero essere sostituiti dai “giorni della tartaruga”; infatti le basse temperature di fine 2010 e primo mese del 2011 hanno portato allo spiaggiamento per assideramento, sulle coste ro-magnole e marchigiane, di molte grosse tartarughe marine della specie Caretta caretta, la tartaruga marina comune che frequen-ta il nostro mare Adriatico. Come tutti i Rettili anche la tartaruga marina è condizionata dalle variazioni climatiche di temperatura e le raffreddature sono poco congeniali al suo metabolismo da animale a “sangue freddo” (ectotermo). Generalmente le tar-tarughe durante l’inverno tendono a migrare verso acque più calde in direzione del sud Italia e del Mediterraneo oppure verso l’altra sponda dell’Adriatico, la Croazia, per la profondità mag-giore del fondale e il conseguente mantenimento di una tempe-ratura superficiale più mite. Negli ultimi anni però, si è notato una permanenza più lunga nelle nostre zone di tartarughe sub adulte e adulte, che hanno una taglia dai 40 agli 80 cm di lun-ghezza del carapace (lo scudo dorsale che riveste il corpo della tartaruga); probabilmente questo è dovuto ad un leggero au-mento della temperatura dell’acqua superficiale, anche durante il periodo invernale, dovuto ai cambiamenti climatici. Comun-que, nonostante le acque possono risultare più calde rispetto al passato, gli sbalzi repentini e soprattutto i cali drastici di tempe-ratura, a cui le nostre acque sono soggette in inverno, provoca-no fenomeni di ipotermia in quelle tartarughe marine che si sono attardate in queste aree. Ben sette degli ultimi dieci esemplari soccorsi dalla Fondazione Cetacea onlus e curati nell’Ospeda-le delle tartarughe marine del Centro ADRIA di Riccione (pres-so l’ex colonia Bertazzoni) sono stati ritrovati sulle spiagge di Rimini, Riccione, Pesaro e Fano per il freddo. Amalia, Andrea, Camillo, Epifanio, Giovanna, Elisa, Nicoletta assieme alle pesca-te nelle reti a strascico Niva, Arcadia, Pinkie e alle degenti più lunghe Leila, Quasimodo e Monocolo, attendono ora il “calduc-cio” della primavera e dell’estate per ritornare a casa. La loro degenza in ospedale, richiede, però, cure e assistenza che non sono a carico della sanità pubblica, non essendo pazienti umani e nemmeno sono a carico del Ministero dell’Ambiente, anche se sono tutelate da leggi nazionali e internazionali come specie

Giorni freddi per le tartarughe

protetta ma vengono aiutate attraverso la volontà dei soci, dei volontari e dei sostenitori della Fondazione Cetacea onlus su cui gravano ora, difficoltà economiche oltre all’incognita di una sede da definire. Per questo motivo è importante incrementare l’iniziativa della Fondazione “Adotta una tartaruga marina” a cui diversi cittadini riccionesi e soprattutto di altre provincie e re-gioni hanno aderito. Con il versamento di una quota di 30 o 50 euro si può adottare una tartaruga marina e in cambio, oltre alla soddisfazione di aver aiutato un animale a tornare a casa pro-pria, di aver contribuito con un piccolo gesto alla conservazione di un importante protagonista dell’ecosistema del nostro mare Adriatico, verrà consegnato un diploma di adozione e una foto della tartaruga scelta; si possono trovare ulteriori informazioni sui siti www.adottatartaruga.com e www.fondazionecetacea.org. L’ospedale delle tartarughe marine è aperto nei mesi estivi tutti i giorni, mentre durante l’inverno e la primavera, è accessi-bile su prenotazione, soprattutto da parte delle scuole e di chi ha adottato i nostri pazienti. Per informazioni telefonare allo 0541/691557.

Valeria AngeliniFondazione Cetacea onlus

Page 36: Famija Arciunesa

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musica

L’uomo del coloreIl pittore Giuseppe Rubertoesegue: decorazioni interne ed esterne.murales, quadri per camere anche con soggetti indicati dal cliente.

Sembra ieri che si dava la notizia del primo decennale del coro LE ALLEGRE NOTE ed è già passato un anno; così nel febbraio 2011 le ”Allegre” hanno festeggiato 11 anni. Tanti tasselli hanno composto questo ultimo periodo “post decen-nale”. In Agosto i Carmina Burana con i Solisti di Santa Ceci-lia, in Dicembre e Gennaio il lavoro duro per Carmen di Bizet, con debutto per il capodanno di Rimini e repliche attese per tutto il 2011 sul territorio nazionale. Particolari apprezzamenti sono stati rivolti al nostro coro da tutti gli artisti impegnati in questa grande produzione , con un cartellone prestigioso di direttori, artisti ed interpreti provenienti da diverse parti del mondo e da ogni parte d’Italia, costumi da Venezia, scene da Milano e Rovigo; e il coro di voci bianche… DA RICCIO-NE! Non dimentichiamoci “i vecchi” delle Note in Crescendo che hanno chiuso l’anno raccogliendo in un cd le loro ultime interpretazioni. Il cd s’intitola “Un mondo di musiche” ed è disponibile su prenotazione. Tra l’altro questo cd non è sfug-gito alle orecchie di diversi “addetti ai lavori” e sono arrivate importanti inviti in vari paesi europei che sono al momento al vaglio organizzativo, date le distanze. Alcun brani in lin-gua spagnola sono stati trasmessi anche da Radio Valencia

Le Allegre Note spengono 11 candeline

in Spagna. Per il futuro immediato le “Allegre” sono già in preparazione per vari appuntamenti (Parma, Lago di Garda, Savona) nei quali continueranno a far conoscere Riccione, non solo per le sue apprezzate qualità relative al turismo, ma anche per una realtà culturale della città stessa, particolar-mente attiva ( 30 spettacoli in un anno più l’incisione di un cd costituiscono un ottimo “palma res”). Il numero dei coristi è arrivato a 78, a loro si aggiungono 36 delle Note in Crescen-do; non si era mai raggiunto un numero così alto! Tra le altre novità di questo 11ª anno vanno menzionate anche l’apertura del coro ad alunni iscritti ad altre scuole extra-Circolo della città e la comparsa del logo della “Famija Arciunesa“ sulle divise. Un grazie particolare va al COMITATO GENITORI che si è rinforzato includendo nuove figure che con le loro com-petenze ed abilità rendono più semplice e meglio organiz-zata l’intensa attività dei piccoli coristi, seguita sempre dal maestro Fabio Pecci con la collaborazione nell’organizzazio-ne dell’ins. Marina Tordi. Lo scorso Natale i genitori hanno anche organizzato scherzi e scenette per allietare lo spetta-colo di fine anno in cui hanno debuttato i nuovi coristi! … E la nostra allegra famija corale… continua la sua bella avventura!

ESPONE TuTTI I SABATI E dOMENIChEin V.le dante ang. V.le CeccariniCell. 349 52 43 987 - Riccione

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CULTURA

RISCALDAMENTOARREDO BAGNOCONDIZIONAMENTO

RICCIONEVia del Progresso 8Tel. 0541 602 701Fax 0541 604253www.fratellirighetti.it

Con Regio Decreto n. 1439 del 19 ottobre 1922, pochi giorni prima della marcia su Roma (28 ottobre), e dell’av-vento al potere del fascismo, la nostra città vedeva finalmente riconosciuta la propria aspirazione all’ autonomia comu-nale. Dopo anni di reiterate proteste e battaglie civili della popolazione, avviate sin dagli ultimi decenni dell’Ottocento, e sostenute altresì dai proprietari dei primi villini, Riccione poteva infine abbando-nare il ruolo di semplice frazione o “bor-gata”, com’era il più delle volte citata nelle pubblicazioni e perfino negli opu-scoli illustrativi del capoluogo riminese, per divenire, nel volgere di pochi lustri, una delle più rinomate stazioni balneari d’Italia. A prescindere da ogni giudizio di merito sulle mutate condizioni politiche nazionali e locali, l’autonomia ammini-strativa stimolò la crescita economica e civile di una comunità che da tempo ambiva ad autogovernarsi, per essere pienamente artefice del proprio futuro.Cessate le agitazioni che avevano carat-terizzato buona parte della precedente estate, le cronache locali sottolineano un notevole incremento del movimento turistico, di provenienza anche estera, favorito anche da un ricco programma di iniziative sportive, ricreative e culturali volte all’intrattenimento degli ospiti della “ Perla verde dell’Adriatico”. In ambito culturale, suscita un grande interesse la mostra d’arte futurista, inaugurata il 30 agosto 1923, nientemeno che da Filippo Tommaso Marinetti (Alessandria d’Egitto 1876- Bellagio 1944), padre fondatore del Futurismo, prima avanguardia stori-ca italiana, che “pronunciò un lungo di-scorso”. Purtroppo, la rivista da cui si è attinto la notizia di questo straordinario evento, si limita ad un breve cenno, ed ulteriori ricerche effettuate su giornali e periodici dell’epoca, sinora infruttuose, non permettono di illustrare con mag-gior dovizia di particolari, quello che fu il carattere della rassegna, di conoscere la sede espositiva ed i nomi degli artisti che

Arte Futurista - Riccione 1923Inaugura la mostra Filippo Tommaso Marinetti

presentarono le loro opere. L’adesione di una simile personalità dell’arte euro-pea, induce a ritenere che si trattasse di una manifestazione d’ un certo rilievo nel panorama artistico dell’epoca, con la partecipazione di pittori probabilmente solo “influenzati” da quel movimento culturale che investì con forza dirompen-te le arti figurative. Si può supporre che sia stata organizzata in uno dei pochi alberghi allora provvisti di spazi “poliva-lenti”, che potevano ospitare concerti, recite, ed altre forme d’intrattenimento, data la totale assenza, in un comune che muoveva i primi passi, di strutture ricet-tive pubbliche, quali saloni di proprietà comunale od il Palazzo del Turismo che verrà realizzato diversi anni dopo nel 1938. Dalla medesima fonte documen-taria, si desume che gli organizzatori fu-rono i “signori Pedrini e Mingozzi, e che annessa alla mostra, c’è una esposizione di cartelli reclame della Casa Argo di Bo-logna”. Viene citata una agenzia pubbli-citaria, che fu attiva a Bologna negli anni Venti e Trenta, di cui sono conosciuti manifesti, cartelloni, opuscoli e cartoline, prodotte per diversi luoghi di villeggia-tura marina e termale. A questa ditta, la nuova Amministrazione civica, constata-ta la notevole professionalità nel settore della comunicazione, due anni dopo, nel 1925, ordinerà il primo manifesto pubbli-citario di Riccione, con la dicitura: “ La perla verde dell’Adriatico”. Questo mot-to, che per tanti anni ha contraddistinto l’offerta turistica della nostra città a livel-lo internazionale, accompagna l’imma-gine di una seducente sirena che danza sui flutti del mare tenendo nelle mani una corona di rose rosse: sullo sfondo, la spiaggia dorata con i bagnanti, le cabine e gli ombrelloni variopinti del “Delizio-so Soggiorno della Riviera Romagnola”: località già capace di rispondere ad una domanda crescente di vacanza, e desti-nata, in pochi anni, a primeggiare tra i centri balneari d’Italia.

Fosco Rocchetta

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UN PO’ DI STORIA

Come si può constatare, transitando sul-la litoranea Riccione-Rimini, la Dalmine, una delle più importanti colonie che han-no contrassegnato la storia turistica del-la nostra città, è stata eccellentemente recuperata e trasformata in un albergo congressuale, dopo gli interventi ese-guiti negli anni Ottanta, che ne hanno in gran parte conservato l’originario aspet-to esteriore. In tal caso, si è trattato di una lodevole variazione di rotta, rispetto agli anni Sessanta, allorché, il più delle volte, quelle gloriose testimonianze di un recente passato, erano abbattute nell’indifferenza, o con il colpevole aval-lo delle istituzioni. Questa colonia, che prendeva il nome da una cittadina in provincia di Bergamo, è riconducibile, al pari di tante altre sorte a Riccione e sul litorale romagnolo, a quel fenomeno, diffuso in tutta Europa, della costruzio-ne da parte di enti pubblici ed aziende private, di edifici atti ad ospitare istitu-zioni di carattere sociale ed assistenzia-le, rivolte soprattutto alle famiglie ed ai figli dei lavoratori. La Società Dalmine, sorta nei primi anni del Novecento a Milano, è un’industria siderurgica spe-cializzata nella produzione di tubi in ac-ciaio senza saldatura, all’avanguardia a partire dagli anni Trenta, non solo nel settore industriale, ma anche nella pro-mozione di attività socio- assistenziali. In questo ambito, l’azienda ha sempre profuso molte energie, e la realizzazione nel 1936 della colonia marina di Riccio-ne, in posizione amena a pochi passi dal mare, ha sempre rappresentato un vanto, com’è ampiamente descritto ne-gli annali della fabbrica lombarda. L’edi-ficio, progettato dall’architetto milanese Giovanni Greppi (1884-1960), uno tra i principali professionisti dell’epoca, ven-ne costruito su terreni di proprietà dei riccionesi Picagli Garibaldi e Goldoni Milziade, venduti nel 1935 alla Società Stabilimenti Dalmine. L’inaugurazione avvenne in pompa magna, secondo i classici stilemi del regime fascista e con ampio risalto della stampa dell’epoca, che sottolineò il fatto che alla “nuova imponente colonia toccò l’onore eleva-tissimo d’ essere visitata dal Duce”. Do-tata di una superficie di circa 1500 metri quadrati, era circondata da un’area pro-pria, che comprendeva un tratto di oltre 30.000 mq. di spiaggia; poteva ospitare ogni anno, in due turni estivi, sino a 400 bambini dai 6 ai 12 anni, a carico della

Brevi note sulla colonia Dalmine

Pro Dalmine, che si accollava anche le spese del vestiario. Nel 1940, così come altre colonie, venne provvisoriamente requisita dalle autorità, per essere adi-bita ad ospedale militare. Al termine del secondo conflitto mondiale, la colonia riprese intensamente la propria attività, tanto che dovette essere ulteriormente

ampliata, al fine di poter accogliere un numero crescente di ragazzi. Nel 1953, verrà intestata al conte Franco Ratti di Desio che fu, tra l’altro, commissario straordinario della Società Dalmine nel 1945 e suo presidente fino al 1953. Suc-cessivamente, a partire dagli anni Ses-santa, l’avvento del turismo di massa, il boom economico, e la conseguen-te possibilità di potersi permettere, a proprie spese, un periodo di vacanze in una località prescelta, da parte di un sempre maggior numero di famiglie ita-liane, unito ad un considerevole calo demografico, porteranno alla chiusura di numerose colonie su tutto il territorio nazionale. Tra queste, la Dalmine che, dopo una ventina d’anni d’abbandono, grazie al suo sapiente recupero per sco-pi turistici, si erge a testimoniare ancor oggi una “gloriosa” istituzione che, in un passato non tanto lontano, ha per-messo benefiche cure marine e, molto spesso, la “scoperta del mare”, ad un gran numero di bambini italiani.

Fosco Rocchetta

Il Consigliere di Stato direttore ge-nerale delle Dogane del regno, visti i documenti e le prove rassegnate agli atti dell’Intendenza di Rimini sotto il n. 2094 del giorno 31 marzo 1811 da cui risulta essersi adempite le condi-zioni prescritte dai veglianti regola-menti per la nazionalità de’ bastimen-ti italiani e che MATTEO RASTELLI da Riccione è proprietario del battello denominato Sant’Antonio costruito nell’arsenale di Rimini appartenen-te al porto di Riccione con alberi 2, ponti 1, galleria in poppa della lun-ghezza di metri 9, palmi 2, diti -, della larghezza di metri 2, palmi 6, diti 5, dell’altezza di metri -, palmi 8, diti 1, della portata di tonnellate 6, che pesca carico metri – palmi 7, diti -, e non carico metri - , palmi 2, diti 7, di provenienza da ordinazione, rilascia il presente Certificato, onde serva a far conoscere che il nominato legno ha diritto di essere portato nella matri-

DUECENTO ANNI FARegno d’Italia - Atto di navigazioneNapoleone per grazia di Dio imperatore de’ Francesi Re d’Italia, protettore della Confederazione del Reno e mediatore della Confederazione Svizzera

cola dei Bastimenti italiani e di naviga-re coi vantaggi accordati ai medesimi sotto l’osservanza delle vigenti leggi e regolameni. Dall’Intendenza di Finan-za li, 29 aprile 1811

Nota. La suddetta barca è stata venduta il 12 gennaio 1813 da Matteo Rastelli a paron Mariano Zocchi e da questi al paron Mi-chele Maddalena per il prezzo di un centinaio di Scudi (lire italiane 502,55). - (atti notaio Brilli) DT/84

Page 39: Famija Arciunesa

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MACELLERIAROBERTO & SEVERIA

GENTE DI casa nostra

Un’eroina di altri tempiMarianna Anita Semprini è uno di quei personaggi che, per essere vissuta in tempi in cui non esistevano i moderni “mass media”, pur avèndo dato prova di grande coraggio e spirito di volon-tariato fino al sacrificio di sè, è rimasta sconosciuta alla quasi totalità della po-polazione riccionese. Soltanto i nipoti, figli dell’unico figlio che ella lasciò orfano all’età di 13 anni, la ricordano ancora e le portano un fiore il giorno dei morti, las-sù sulle prime pendici del Monte Titano, nel cimitero monumentale di Montalbo. Sì, perché Ella morì nel territorio della Repubblica di S. Marino nel lontano 15 febbraio 1925.

Queste furono le vicendeche la coinvolsero e le furono fataliNel primo quarto del XX secolo la Re-pubblica di S. Marino era stata colpita da numerose epidemie, come quella colerica del 1911, l’epidemia di influen-za Spagnola del 1918 e quella di tifo ad-dominale del 1924-1925. Quest’ultima epidemia, la più grave delle tre, è quella che avrebbe coinvolto fino alle estreme conseguenze Marianna Anita Semprini.

Le cause dell’epidemia di tifo addomi-naleIn quel periodo le condizioni igienico-sa-nitarie del territorio Sanmarinese erano piuttosto precarie. Il sistema fognario era inesistente. Un unico collettore, scavato nella pietra viva era soggetto ad infiltra-zioni e scaricava i liquami in aperta cam-pagna a sud del Monte Titano. Le case erano prive di servizi igienici e si usavano latrine con pozzi neri anche nell’Ospeda-le e nel Ricovero. L’immondizia era rac-

Marianna Anita Semprini da Riccione

colta alla periferia del centro abitato ma non veniva distrutta, perciò i forti venti che battono sovente il territorio la di-sperdevano per la campagna. Inoltre va segnalata l’assenza a San Marino fino al 1935 di un Ufficio Sanitario o di un Orga-no di sorveglianza sanitaria.

L’epidemiaVerso la fine del novembre 1924 ii tifo addominale cominciò a serpeggiare tra la popolazione in forma endemica, ma già verso la fine di quell’anno assunse forma epidemica. Malgrado il morbo si diffondesse in forma sempre più allar-mante ed estesa nessuna comunicazione veniva fatta alla Reggenza dal medico condotto dott. Vendola, il quale, proprio nel momento più acuto dell’epidemia, il 28 dicembre, si dava malato. Solo da quel momento il dolt. Gino Angeli, ap-

pena nominato a capo della Commissione Sanitaria, denunciava l’esistenza dell’epide-mia. Col concorso e la collaborazione del Go-verno italiano si riuscì a far accettare al dott. Felice PuIlè la nomina di Direttore del Servi-zio Sanitario Sanmari-nese. li dott. Pullè fu coadiuvato dal dott. Antonio Zappata, Assistente dell’Ospedale Civile di Anco-na, dal farmacista Cesare Nicolini e dal capo infermiere dell’ospedale della Mi-sericordia, Vio Cornacchia. il dott. Pullè si avvalse anche della consulenza e della collaborazione del prof. Ottolenghi, di-rettore dell’istituto d’igiene dell’Univer-sità di Bologna, il quale aveva seguito l’epidemia di tifo addominale che aveva colpito Cesena e del dott. Brotzu desti-nato all’istituendo Ufficio d’igiene di San Marino. Da Riccione, al seguito del dott. Pullè, arrivarono anche due infermieri e due infermiere. Una di queste si chiama-va Marianna Anita Semprini. Da una rela-zione dei dott. PuIIè risultò che la Città e il Borgo ebbero il 10% della popolazione colpita dal morbo e che l’età maggior-mente colpita era stata quella tra i 6 e i 15 anni “ (...) a causa delle cattive condi-zioni delle latrine di alcune scuole (...)” egli scriveva. II dott. Puliè affrontò il pro-blema alla radice provvedendo soprat-tutto alla riqualificazione dell’acquedot-to e delle fognature oltre che alla diversa collocazione delle concimaie e delle di-scariche cittadine. Provvide a far costru-ire due latrine pubbliche e a indurre la popolazione a costruire nelle case latrine

FANTASIE DI...

Stampiamo da 3 generazioni!

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a chiusura idraulica. Ciò non lo distolse dal provvedere, anche in prima persona, dall’accorrere al capezzale dei malati in ogni angolo del territorio e nell’Ospe-dale cittadino, coadiuvato dal personale infermieristico. Finalmente, in virtù dei ri-medi adottati verso la fine di marzo 1925 l’epidemia si spense. Il bilancio fu di 350 casi accertati e di 20 persone decedute. Una di queste fu Marianna. Essa, che si era prodigata con dedizione e spirito di sacrificio all’assistenza delle persone colpite dal terribile morbo, malattia al-tamente contagiosa, in un momento di quiescenza dell’epidemia, era tornata a casa, ma, quando l’epidemia ebbe una recrudescenza, non si sottrasse al dovere di ritornare per prestare al sua preziosa opera, pur consapevole del rischio che avrebbe corso. Fu in quell’occasione che il morbo non la risparmiò e si ritrovò ad essere ricoverata tra quelle stesse per-sone che ella avrebbe voluto assistere, assistita a sua volta; ma la sua pur forte fibra non resistette al male ed ella spirò sotto gli occhi pieni di commiserazione e dolore del dott. Pullè e dei suoi colleghi e colleghe. Lasciava, all’età di 32 anni, un figlio tredicenne, Luigi e il marito Giusep-pe, anche lui di cognome Semprini, sen-za essere tuttavia parente e uno stuolo di fratelli che perdevano in lei un sicuro punto di riferimento e di sostegno.

Armando Semprini

Forse Marianna avrebbe meritato qual-cosa di più che non una medaglia (d’ar-gento) di 3ª classe, visto che mise a di-sposizione per il prossimo la propria vita fino al sacrificio di sé. Resta comunque il dovere, a distanza di quasi un secolo, di recuperare la sua memoria e di onorarla al cospetto della popolazione riccionese e sanmarinese insieme, nei modi che le due comunità riterranno più opportuno.

II 26 febbraio 1925 il Consiglio Grande e Generale della Repubblica deliberò quanto segue:

“La Reggenza informa che il 15 febbraio u.s. cessava di vivere nella succursale dell’Ospe-dale l’infermiera Semprini Marianna di anni 32 da Riccione.Fu assunta in servizio una pri-ma volta assieme agli altri infermieri proposti dal dott. Pullè; fu richiamata una seconda volta a distanza di pochi giorni per mancanza di personale adatto ed accorse con slancio a portare l’opera sua non solo competente, ma amorosa e instancabile a vantaggio dei malati e fu per questo zelo che contrasse la malattia che la condusse al sepolcro. Su proposta della stessa Reggenza il Consiglio per acclamazione approva il conferimento della medaglia al merito di 3ª classe alla memoria di Marianna Semprini, nonché la con-cessione gratuita di un Tombino nel Cimitero di Montalbo.

San Marino, lì 24 aprile 1925

Luigi Semprini esercitò la professione della madre e col soprannome di “Gino l’infer-miere” fu conosciutissimo e molto apprezzato dai Riccionesi per la sua professionalità ed affabilità. Egli svolse anche attività di supporto sanitario alla squadra del Riccione Calcio. Egli ebbe due figli: Antonio, sposatosi e trasferitosi a Brescia nel 1965, medi-co pediatra, già aiuto ospedaliero presso l’Ospedale di Gardone Valtrompia, Pediatra di famiglia, membro del Gruppo di studio della Storia della Pediatria, insegna Storia della Pediatria presso la Clinica Pediatrica dell’Università di Brescia ed è Socio fonda-tore dell’Associazione Bibliofili Bresciani Bernardino Misinta. Gabriele, geometra, già responsabile del Verde pubblico del Comune di Riccione, poi della Geat, in pensione dal 2004, non ha bisogno di grandi presentazioni in quanto è conosciutissimo dai Riccionesi.

Riccione Calcio 1945. In piedi da sin.: Gino Semprini, Aldo Piccioni, Aldo Amati, Gino Fabbri, Lino Crudi 1°, x Mortari, Elder Barilari, x Crudi 2°, Leo Zanni, Pericle x, x Lenzi. Inginocchiati: Quinto Capelli, Andrea Carlo Corazza, Alceste Rossi, Edoardo Protti.

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ANIMALI IN CIttA’

È sempre più frequente incontrare nella nostra città specie di animali selvatici, ani-mali che abitualmente vivono nelle cam-pagne o nei boschi, animali conosciuti, ma, anche specie che non avremmo mai pensato di trovare vicino casa. Viene da chiedersi se l’ambiente urbano sia di-ventato, per questi animali, più ospitale dell’aperta campagna; in parte forse è vero, ma vale solo per alcune specie più opportuniste. La vera risposta è che il tes-suto urbano si espande e sta ricoprendo superfici sempre maggiori di territorio. Molti animali di conseguenza, si sono adattati a questo nuovo “habitat” che peraltro, li mette al riparo dalle doppiette e da eventuali predatori e offre tempera-ture invernali più miti e fonti inaspettate di cibo, alcuni, addirittura, trovano anche una “casa” pronta, grazie alla presenza nei parchi e nei giardini di nidi artificiali. Gli uccelli insettivori e i mammiferi come i Pipistrelli, sono molto utili in città, per-che contribuiscono in maniera importan-te nella lotta contro gli insetti molesti, le

I nuovi ospiti della Perla Verde

zanzare in particolare, ma non solo, anche contro alcuni parassiti delle piante; per tale motivo si creano le condizioni perché possano stabilirsi sul territorio urbaniz-zato. La biodiversità cittadina ogni anno si arricchisce di nuove specie di animali sia autoctone che (purtroppo) alloctone, cioè non originarie del nostro territorio, alcune migrate da latitudini più basse, a causa dei mutamenti climatici, come ad esempio i Gechi rinvenuti di recente nei sottofondi di alcune abitazioni, il più delle volte però, sono dovute a fughe o abbandoni. Di conseguenza non è raro imbattersi con Scoiattoli grigi, Tartarughe tropicali, Iguane, Furetti, Pappagalli ecc. ecc. animali oramai adattati al nostro cli-ma che riescono a sopravvivere e a nutrir-si nell’ambiente urbano. È anche relativa-mente facile incontrare molti animali che normalmente vivono nelle campagne, che si sono adattati alla vita cittadina come ad esempio: Merli, Storni, Gazze, Aironi ce-nerini, Cornacchie grigie, Tortore dal col-lare, Cinciallegre, Pettirossi, Civette, Gufi, Allocchi, Assioli, Ricci e varie specie di ret-tili come l’innocua Biscia d’acqua, Tarta-rughe terrestri e Lucertole, recentemente detto, anche dei Gechi, eccezionalmen-

te anche Caprioli e Istrici. Per le ragioni che ho in precedenza accennato, appa-re evidente che gli animali “urbanizzati” vanno incontro ad un futuro sicuramente più roseo rispetto a specie più esigenti, diffuse nelle aree rurali. La convivenza for-zata con l’uomo e l’ambiente urbanizzato comporta talvolta, anche qualche inevita-bile rischio, molti uccelli subiscono traumi a causa di impatti contro le vetrate, alcuni restano intossicati per l’ingestione di so-stanze tossico-nocive o investiti dalle au-tomobili. L’asfalto spesso è testimone di tante piccole tragedie. Con l’arrivo della primavera, inoltre, altri pericoli minaccia-no queste creature, vittime soprattutto, i nuovi nati, i nidiacei che cadono dai nidi o cuccioli inesperti che si avventurano per le vie cittadine, rischiano di diventare pasto per gatti o miseramente schiacciati dalle auto. Per fortuna sta aumentando la sensibilità dei cittadini, molti dei quali si mobilitano per recuperare e porre in salvo questi piccoli amici in difficoltà. Qualora ci si dovesse trovare nelle condizione di dover soccorrere alcuni di questi piccoli amici, è bene osservare alcuni semplici accorgimenti. Quando ci si avvicina ad un animale selvatico, occorre tener pre-sente che la presenza umana comporta all’animale un grosso trauma, in quanto, per natura, è abituato a tenersi a distanza dall’uomo. Di conseguenza, occorre valu-tare l’effettivo stato di difficoltà o rischio, in tal caso occorre intervenire in maniera rapida e decisa, evitando di stressarlo con grida o inseguimenti. Nel caso si trattasse di animali ritenuti pericolosi (come rapaci, mammiferi ecc.) è opportuno far interve-nire degli operatori qualificati, personale del C.R.A.S. o del Corpo Forestale dello Stato. Per i rapaci in particolare, ma an-che, per Gabbiani reali e gli Aironi, occor-re valutare la capacità di reazione e fare

moltissima attenzione, soprattutto agli ar-tigli dei rapaci e al becco degli aironi. È in-dispensabile l’utilizzo di un paio di guanti robusti o eventualmente di una coperta da gettargli addosso per procedere poi al recupero. Una volta recuperato l’animale selvatico, va riposto in una scatola di car-tone di dimensioni adeguate, provvista di alcuni fori di areazione, il buio e l’attenua-zione dei rumori, tranquillizza l’animale e riduce il rischio di decesso da stress. È opportuno altresì, qualora si recuperi-no dei volatili, sistemare sul fondo della scatola della carta assorbente o dei gior-nali, al fine di evitare che gli escrementi possano compromettere il piumaggio. È caldamente sconsigliato utilizzare gabbie o simili, in quanto, i volatili, potrebbero procurarsi delle serie ferite e danneggiar-si il piumaggio e ciò comprometterebbe il loro successivo rilascio in natura. Per i piccoli volatili, prima di trasportarli al C.R.A.S., è buona norma somministrare un po di acqua zuccherata.

RONDONI E BALESTRUCCIUn Rondone per terra se non soccor-so è destinato a morte certa! Non è in grado di decollare dal suolo. Se si trova un Rondone fermo al suolo occorre per prima cosa capire se si tratta di un gio-vane o di un adulto. Per comprendere tali differenze occorre osservare la lun-ghezza delle ali e se queste incrocian-dosi sul dorso dell’animale superano di circa 3 centimetri la coda, si tratta di un Rondone in grado di volare. Se non presenta delle ferite sulle ali e appare vigile e reattivo dovrà essere rilasciato quanto prima. Per far ciò, occorre recar-si presso un’area aperta, possibilmente, poco distante dal luogo del ritrovamen-to e provare a fare un lancio dell’anima-le verso il cielo. I Rondoni adulti o gio-vani in grado di volare possono essere rilasciati con un semplice gesto sottra-endoli così allo stress del ricovero in un centro di recupero. È assolutamente da evitare tentare di fare prove di volo da luoghi rialzati, come balconi o finestre. Se il rondone non fosse in condizioni per intraprendere il volo, è necessario

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ANIMALI IN CITTA’

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consegnarlo al C.R.A.S. Centro di Recu-pero Animali Selvatici, nel frattempo, è possibile abbeverare e nutrire il volatile con acqua e carne trita in piccole dosi.

RICCI Se lungo la strada vedete girovagare un cucciolo di Riccio, sarebbe opportuno, non lasciarlo in quel luogo, rischierebbe di finire schiacciato da un’automobile, provvedete quindi al suo recupero. In che modo possiamo aiutarlo? Innanzi-tutto, mettetelo in un scatola di cartone abbastanza alta e lo ponete all’interno di una stanza non esposto alla luce, ve-

rificate il peso, se è un neonato (fino a 100 grammi circa) mettetegli accanto una bottiglia di acqua calda, al fine di scongiurare una ipotermia (anche in estate!). Contattate appena possibile il C.R.A.S. Centro di Recupero Anima-li Selvatici più vicino, nel frattempo, se notate la presenza di zecche potete mettere qualche goccia di olio di oliva sulla cute e rimuoverle successivamen-te con una pinzetta. Il riccio che ha un peso inferiore a 130 grammi viene ali-mentato con latte specifico (Esbilac®) utilizzando un mini biberon. Non è possibile utilizzare altri tipi di latte, in particolare non va usato latte vaccino, neppure diluito, non vanno usati nep-pure i surrogati di latte per altri animali o latte per bambini, poiché possono creare seri problemi intestinali.

PASSERI (UCCELLI GRANIVORI) In primavera avanzata può capitare di scorgere a terra un piccolo nidiaceo, a vol-te implume, potrebbe trattarsi di un pas-serotto caduto dal nido, cosa fare? Non lasciarlo a terra, verificare la presenza del-la madre nella zona, individuare ove pos-sibile un luogo in alto, sicuro, fuori dalla portata dei gatti dove poter posizionare il piccolo e osservare se viene raggiunto dalla madre. Se ciò non fosse possibile, contattare il C.R.A.S., nel frattempo, è possibile recuperare e idratare il piccolo con qualche goccia d’acqua zuccherata da far cadere sul becco, riporlo in una scatola di cartone forata. Per chi volesse cimentarsi nell’alimentazione in attesa del ricovero in un centro autorizzato, sono

reperibili pastoncini per granivori presso negozi per animali con le indicazioni delle dosi a seconda del peso. Gli uccelli gra-nivori si distinguono dagli insettivori dalle dimensioni del becco, i granivori hanno un becco più largo e robusto, a differenza degli insettivori, che lo hanno più sottile e allungato. Anche per i nidiacei insettivori sono reperibili alimenti idonei. In caso di dubbio consultare sempre il centro di re-cupero autorizzato.

RAPACI NOTTURNICome accennato, con i rapaci occorre fare molta attenzione e attuare tutte le precau-zioni necessarie. I nidiacei di rapaci nottur-

ni si possono nutrire, con carne fresca a pezzettini, vanno benissimo le “frattaglie” di pollame. Unica eccezione, riguarda l’Assiolo che è un insettivoro e va nutrito con piccoli insetti, possono andar bene le “camole” della farina o le larve di tarlo in modiche quantità.Tutti gli animali selvatici recuperati debbo-no essere consegnati ai centri di recupero autorizzati (C.R.A.S.), in quanto la normati-va di legge vigente ne vieta la detenzione ai privati cittadini, se non previa specifica autorizzazione concessa dalle autorità competenti.Numeri utili: 0541 52530 - C.R.A.S. 3388713214Polizia Provinciale 0541.634826

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Ci siamo, anche quest’anno voglio regalare il giorno dell’8 mar-zo tagliatelle e strozzapreti perchè le donne che mangiano la pasta sono più belle. Chi invece desidera la mimosa, le verdure le regaliamo il giorno dopo. Dopo quella data cominciano con le diete restrittive senza carboidrati, perchè forti dell’ultima die-ta stagionale scovata dall’amica più informata (sempre la solita chiamata con un nome diverso). Pensano così di togliere il grasso nei posti localizzati, poi con l’aerobica il gioco è fatto: comincia la “GLUTEOLISI”. Mi dispiace maschietti ma anche quest’anno sono poche quelle che riesco a salvare, quindi aspettatevi spiag-ge di donne con le stesse caratteristiche della stagione passata. Per avere un corpo sodo e tonico non occorre un miracolo, ma usare il peso, quello che fa paura alle donne, quello che secon-do loro le fa ingrassare e diventare uomini bruti e muscolosi. Continuano i luoghi comuni come: non voglio i muscoli, non mi piacciono i muscoli, infatti in spiaggia tutte ossa con pelle ca-dente. Ma ve le ricordate le pin up, meglio in carne che niente. Non penserete dopo avermi letto di poter invertire la rotta. I risultati si devono meritare con intelligenza, quindi per chi si sen-te ipotonico, dovrà ricominciare ad allenarsi e avere pazienza. L’allenamento funzionale darà i suoi frutti, lo sfogo di un’attività frenetica che al momento ci appaga e ci diverte, potrebbe non essere la soluzione. Il tessuto adiposo che nelle donne si accu-mula nelle cosce e nei tricipiti dietro le braccia, dipende da un eccesso di ormoni femminili. Se noi con l’allenamento e con l’ali-mentazione, senza ricorrere a farmaci e a diete miracolose non contrastiamo l’effetto, il problema non si risolverà.Sondaggio fatto su 21 donne e 21 uominiAlle domande le donne hanno risposto:Qual è il primo punto del tuo corpo che vuoi migliorare?(43% GLUTEI - 32% ADDOME - 15% COSCE – 5% SPALLE – 5% SENO) Secondo te l’uomo quali punti guarda in una donna?(59% GLUTEI - 26% SENO - 10% OCCHI – 5% ADDOME) Che attività fisica frequenti per migliorare quello che ti interessa?(67% AEROBICA - 17% PALESTRA - 11% NIENTE– 5% YOGA) Accetti di più i consigli dai maschi o dalle femmine?(55% UOMINI - 45% DONNE)

“LA GLUTEOLISI”BLUE LINEP alestra in Riccione

Alle domande gli uomini hanno risposto:Qual è il primo punto che guardi in una donna?(43% GLUTEI - 26% SENO - 21% OCCHI – 5% MANI – 5% CAVIGLIA) Secondo te è ben mantenuto?(58% SUFFICIENTE - 27% SCARSO - 10% INSUFFICIENTE – 5% BUONO)Le donne accettano di più i consigli dai maschi o dalle femmine? (68% MASCHI - 32% FEMMINE) Che attività frequentano per migliorare quello che loro interessa? (33% AEROBICA- 5% PALESTRA - 5% MASSAGGI– 5% DIETE– 5% CHIRURGIA- 55 NIENTE) Conclusioni: ci siamo divertiti ad intervistare alcune persone, sostanzialmente le donne e i maschi preferiscono il gluteo. Le donne si fidano dei consigli dei maschi. I maschi però non sono soddisfatti del risultato. Qualcosa dobbiamo cambiare. Un’oc-casione è quella di cominciare con le tagliatelle e strozzapreti, evviva il peso, evviva la glicolisi.

se c’è poca glicolisi, sicuramente la “gluteolisi” è dietro la porta, se non mangiamo i carboidrati, mangeremo noi stessi

Glicolisi: degradazione dei carboidrati Gluteolisi: "degradazione del gluteo"

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LA ZIRUDELA

L’ORCHESTRA DI PURéT

Una masa ad tèmp indrì indrìtra’l dò Guère, tènt per putés capìus viviva tramèza gran turmènte divartis in era propria in tènt

ad quatrèin ancora ad mèncha dila s-cèta, un gnera un french!Alora i gièvne s’un po’ ad furbiziai fèva al ghènghe per fè amicizia.

L’ORCHESTRA DEI POVERETTI

Molto tempo lontano lontanotra le due Guerre, tanto per poterci capiresi viveva tra grandi tormentie divertirsi non erano proprio in tanti

di quattrini ancora di menoa dirlo sinceramente, non c’era una lira!Allora i giovani con un poco di furbiziacreavano le combriccole per fare amicizia.

Due uova sode e un fiasco di vinoerano già scampagnata da fidanzatinie se qualcuno si lamentavai più svegli lo prendevano per il culo.

C’era nell’aria il gusto del rivoluzionaree stare assieme era tutta una risataquando poi capitava uno sposalizioecco che tutti della musica avevano il vizio.

di Giuseppe Lo Magro

Dè ove dure e un fiasch ad vèinl’era già scampagnèda da filarèine se qualchidoun e fèva i duli piò birb il ciapèva per e cul.

L’era tl’èria e gòst dla sbarachèdaa stè insèn l’era tota una risèdaquand po’ e capitèva un spusalizieech che tòt dla musica i eva e vizie.

L’era ucasioun d’andè sèta la fnèstradla chèsa di spùs a “g-lej la mnèstra”.T’un lèmp i fèva “l’orchestra di purèt”cla sunèva snè quel ch’un era scrét.

I strumènt i amniva fura d’la cusèinaqualchidoun e fèva razia tla cantèina:cuèrc, sdace, baratle, pgnate sbusidemes-cle, bidoun, tirèine spranghède

da sbat, da strusì, per fè scaramazisé mi dò spuslèin i rumpiva e caz.S’is lamantèva e d’andè via i urlival’efèt l’era cuntrerie, e cias e crisiva.

E cantor ch’l’eva cèra e forta la vosal’intunèva la cantilena ma la sposa :“ Oh, balosa fresca, questa l’è la tu festasperand che lò l’indréza la su testa” .

Quel che invece sla vosa e sgagnulèvame mas-ce la su cantèda l’indirizèva:“ Oh, burdlac, dovra tòt e tu vigorti da tnì èlt de Paes urgoj e unor “.

Snè a che punt, e già e Sol s’alzèvach’la banda ad sgrazid las spargujèvaognoun strach e cuntènt vèrs e su vièle giva ch’l’era stè mej che a Carnivèl.

Era l’occasione di andare sotto la finestradella casa degli sposi a “gelar loro la minestra”.In un lampo era “ l’orchestra dei poveretti”che suonava solo quel che non era scritto.

Gli strumenti venivano fuori dalla cucinaqualcuno faceva razzia nella cantina :coperchi, setacci, barattoli, pentole bucatemestoli, bidoni, terrine riparate con la spranga

da sbattere, da strusciare, per fare rumorositàcosì ai due sposini rompevano “le scatole”.Se si lamentavano e d’andar via urlavanol’effetto era contrario, il chiasso cresceva.

Il cantore che aveva chiara e forte la voceintonava la cantilena per la sposa:“ Oh, femmina fresca, questa è la tua festasperando che “lui” raddrizzi la sua testa.“

Quello che invece con la voce guaivaal maschio la sua cantata indirizzava:“ Oh, ragazzo, adopera tutto il tuo vigoredevi tenere alto del Paese orgoglio e onore”.

Solo a quel punto, e già il Sole s’alzavache la banda di disgraziati si sparpagliavaognuno stanco e contento verso il suo vialee diceva che era stato meglio che a Carnevale.

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Taekwondo Riccione - Song Moo Kwan. Centro Specializzato che si avvale della lunga esperienza e serietà del D.T. M° Geo Ottaviani C.N. 6° Dan, diplomato alla World Taekwondo Federation Seul Korea. Allievo del Grande Maestro Chung Kwang Soo 9° Dan. Ambasciatore per IâC™ Europa e D.T. FIST Taekwondo Academy coadiuvato dal M° Roberto Betti 5° Dan e degli aiutanti istruttori Gianluca Lotti 4° Dan e Linda Sacripanti 2° Dan.

orari dei corsi sempre aperTi

La Palestra di Taekwondo Riccione il 19-20 Febbra-io ha partecipato al “ Trofeo Nazionale Taekwondo San Bonifacio” CSEN, con 350 partecipanti tra gara di combattimento e poomsae (gara di forme), pro-venienti da tutta Italia, Sardegna compresa, con la partecipazione anche di una squadra Tedesca. Il ri-sultato è stato a dir poco ottimo: partecipando con 5 atleti (tutti sul podio!) ha conquistato 6 ori e 1 bronzo!Questo risultato riconferma la qualità della tecnica e del combattimento di adulti e bambini. Tanti anni di duro lavoro hanno portato esperienza e risultati. Grazie agli allenamenti del M° Betti Roberto e sot-to la visone tecnica del M° e Presidente della FIST Geo Ottaviani. Ora gli atleti di Riccione si stanno preparando per competizioni a livello Internaziona-le, quali: il “The Open Challenge Cup” in Belgio, che ha già dato grandi soddisfazioni in passato.

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Gara di forme (poomsae):Betti Roberto: 1° Master1 41-50Lotti GianLuca: 3° Master1 41-50Uguccioni Luna: 1° Senior m/f 18-35Betti Alice: 1° Cadetti2 13/14

Gara di combattimento:Uguccioni Luna: 1° Senior 18-35 f.Betti Alice: 1° Cadetti A 13-14 f.Migani Filippo: 1° Cadetti A 13-14 m.

Inizia da Riccione il tour di appunta-menti che vedranno impegnati i vari settori giovanili di Tae Kwon Do della provincia di Rimini. Il primo evento or-ganizzato dal TDK Riccione si è svolto nella palestra di San Lorenzo in via Ber-gamo che ha ospitato settanta bambini e ragazzi dai sei ai tredici anni prove-nienti dalle società di Riccione, Cattoli-

ca, Rimini, Santarcangelo, Morciano e la nuova arrivata di San Giovanni in M.. Grande entusiasmo da parte dei ragazzi, impegnati in due ore di attività e preparazione propedeutica al Tae Kwon Do, in un programma pensato, condiviso e realizzato con tanta passione e professionalità dai maestri presenti. Un prezioso e ben riuscito avviamento alla miglior pratica di questa disciplina, con particolare attenzione alle rispettive età e al livello di preparazione dei giovani allievi. Gli eventi, che avranno frequenza mensile, continueranno a Rimini, Morciano e si concluderanno a Cattolica nel mese di Maggio. L’idea è stata fortemente apprez-zata anche dai genitori dei giovani atleti, che hanno condiviso la mattinata insieme a maestri e istruttori.

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Da dodici anni cerchiamo di dare il nostro contributoDa circa 12 anni, a Riccione in Via Emilia 35 alla Punta de l’Est, esiste una oasi naturale, l’Erboristeria “L’Alchimista” (ora anche Parafarmacia per venire incontro alle esigenze del pubblico), nata unicamente dalla passione per le proprietà salutistiche del-le piante. Una passione coltivata dal titolare Lorenzo e condi-visa con altrettanto entusiasmo dalla moglie Valentina. Da noi si respira ancora l’atmosfera di una volta... con l’esperienza la competenza e la professionalità di oggi. Oltre a cercare di avere a disposizione prodotti non facilmente reperibili sul mercato, ed offrire una scelta adeguata ai nostri attenti ed informati clien-ti, dedichiamo molto tempo alla nostra attività, infatti il nostro obiettivo è e rimarrà, quello di interpretare correttamente le richieste che quotidianamente ci giungono. Ciò significa dedi-care il giusto tempo a capire, ascoltare e consigliare nel miglior modo in base soprattutto alla nostra esperienza ed a tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Non sempre è facile, ma negli anni la gratitudine ed il riconoscimento dei nostri “clienti/pazienti”, nonché di molti professionisti e medici, ci ha restituito profonde soddisfazioni, spronandoci a migliorare costantemente il nostro impegno e la professionalità, iscrivendoci a corsi, allargando le nostre consulenze con esami tricologici, visite iridologiche, test sulle intolleranze alimentari etc.. In un mondo convulso, presi dagli impegni e dalle mille responsabilità quotidiane, dove ri-mane sempre meno tempo per noi stessi,ritrovare un momento di calma ed una persona preparata (medico/farmacista) con cui condividere dei dubbi e delle domande (anche sui nostri figli), è sicuramente una cosa positiva che non troviamo ovunque. Co-loro che ci interpellano ,sono per noi risorse preziose per am-pliare le nostre esperienze,permettendoci così di adoperarci al massimo per ottenere i migliori risultati...”.La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente.”(Arthur Schopenhauer)

Ringraziamo tutti coloro che hanno riposto in noi la loro fiducia, consentendoci di crescere ed aumentare con orgoglio il (seppur piccolo) contributo al miglioramento generale della nostra qualità di vita.

Scola dr [email protected]

Con una punta di orgoglio in più Carlo Garattoni, titolare assieme alla moglie Liliana Rossi della bottega di alimentari di piazza XX Settembre (forse più cono-sciuta come piazza Bologna…), si vanta del quarantennio compiuto dall’apertura della propria attività, il 17 marzo del ’41. Anche perché, curiosamente, il giorno del festeggiamento coincide con quel-lo per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Una doppia celebrazione quindi, per lui che è rimasto uno dei coraggiosi ‘superstiti’ dalla poderosa avanzata dei mega super-mercati. Ma pare che comunque riesca più che bene a mantenere il suo trend commerciale, che marcia a ritmi caden-zati e soddisfacenti: “I nostri sono clienti affezionati che vengono da noi perché si fidano della scelta dei prodotti pro-posti – sostiene Carlo -. Il rapporto che si crea nelle piccole attività come la no-stra è molto familiare: quando ci si vede si fanno due chiacchiere, si scherza… si assaggiano le specialità del giorno.

La gustosa tenacia delle “botteghe”E’ ovviamente importante, per mantene-re il cliente, offrire la massima qualità con prezzi giusti che più direttamente e con-fidenzialmente dei grandi centri garantia-mo con la nostra faccia, che si aggiunge alla serietà che abbiamo acquisito in tanti anni di mestiere.” Carlo però è anche co-nosciuto grazie ad una veste molto par-ticolare: quella del ‘re del baccalà’, un pesce che proprio nei piccoli alimentari come una volta viene proposto, perché richiede un’assidua e personale metodo-logia di lavorazione: “Da sempre il bac-calà è un prodotto che noi trattiamo con scrupolosa attenzione, e che per questo ci ha fatto apprezzare sul mercato, tant’è che vengono anche da Rimini e da Pesa-ro per acquistarlo: non è una cosa facile, perché ci vogliono giorni per lavorarlo e prepararlo per la vendita, ma il risultato è un cibo buonissimo che porta con sé i sapori della nostra tradizione.”

Maria Grazia Tosi

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Domenica 3 aprile lo Stadio del Nuoto ospita la prima prova Inter-regionale di tuffi, Categorie C3 e C2B. E’ una competizione riserva-ta ai bambini e alle bambine di 8/9 anni appartenenti a società del centro e nord Italia. In pratica, è la prima prova di un vero e proprio campionato italiano. Una gara che prevede una serie di cinque tuffi a testa, sia liberi che obbligatori, dal trampolino da un metro. Ric-cione ospitò questa manifestazio-

12/17 aprile. Riccione ancora capitale del nuotoDal 12 al 17 aprile il nuoto italiano ha deciso di darsi appuntamento, ancora una volta, nella vasca del-lo Stadio del Nuoto di Riccione per i Campionati italiani assoluti primaverili. Ospitare almeno una volta l’anno la massima competi-zione nazionale per i supermen e le superwoman dell’acqua è ormai diventata una piacevole abitudine per tutto lo staff della Polispor-tiva Comunale. Un impegno di gran soddisfazione perché ospi-tare un avvenimento di questa portata, con l’appoggio convinto della Federazione italiana nuoto, fa comprendere a tutti come la città di Riccione e la sua impian-

tistica sportiva siano al top in Italia.Per quel che riguarda l’aspetto agonisti-co della manifestazione, c’è grande at-tesa per Federica Pellegrini che, recen-temente emigrata in Francia alla ricerca del migliore ambiente per allenarsi, avrà proprio a Riccione i primi riscontri crono-metrici per valutare la bontà del lavoro svolto finora. Non mancheranno gli altri grandi del nuoto italiano a cominciare dai romagnoli Marco Orsi e Fabio Scoz-zoli, atleti ormai consacrati a livello in-ternazionale, per finire con i ragazzi e le ragazze della Pol. Com. Riccione che ce la metteranno tutta per ben figurare. Ri-cordiamo che in occasione dei Campio-nati italiani assoluti primaverili di nuo-to, l’impianto resta chiuso al pubblico.Federica Pellegrini in allenamento a Riccione

Domenica 3 aprile torna una classica del podismo roma-gnolo: la “Strariccione”, l’ormai storica corsa della Perla Verde giunta alla 33ª edizione, inserita nel calendario Mare Verde Monti e nel circuito ViviCittà (tutte le gare competitive partono alle 10.30 in tante città italiane ed europee). Organizzata dalla Riccione Podismo in colla-borazione con la Uisp e con la Polisportiva Comunale,

Domenica 3 aprile. Torna la Strariccionela competizione è aperta a tutti i tesserati Fidal, Uisp e d’altri enti sportivi ed è dedicata alla memoria di Walter Magi, presi-dente del Podismo Riccione prematuramente scomparso nel 2003. Tante le gare in programma, tutte in partenza dallo Stadio di via Forlimpopoli. La più importante è la competiti-va internazionale di 12 chilometri in circuito che partirà alle 10.30 e che prevede premi in denaro (rimborsi spese) per i migliori delle classifiche, sia femminile, sia maschile. Pre-mi anche alle società partecipanti. Oltre a questa, due non competitive. Una di 11 chilometri in linea per le strade di Riccione che arriva fino al quartiere Fontanelle dove ci sarà un traguardo volante e dove, con degli striscioni, verranno ricordati lo stesso Magi e Fernando Bernardi. L’altra non competitiva è di 2,5 chilometri. Corse competitive, invece, per i ragazzi (dai 400 metri fino ai 2 chilometri). Ritrovo alle 8 davanti allo Stadio di via Forlimpopoli (le non competitive partono alle 9.30). Termine ultimo per l’iscrizione fissato per le 9.20 della mattina stessa. Per ulteriori info, si può tele-fonare al 3356071353 (Antonio). L’anno scorso i parteci-panti furono quasi 1500. Alla fine della fatica, premio di par-tecipazione per tutti: un bel prodotto pasquale a sorpresa.

Domenica 3 aprile. Giovani tuffatori fanno splash!ne anche l’anno scorso, con un buon successo di pubblico e anche sportivo. Due “minituffatori” della Polisportiva Comunale, Simone Tasini e Federica Bartoli, (oggi passati di categoria), si piazzarono nelle prime posizioni ed ac-quisirono il diritto a disputare le finali nazionali che si tennero a Mantova il 4 luglio. Dove, tra l’altro, furono bravis-simi agguantando rispettivamente la 10° e l’11esima piazza a livello nazio-nale. Domenica 3 aprile Riccione po-trà tifare per i suoi nuovi campioncini. Simone Tasini dal trampolino.

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Una delle strutture più belle della Polisportiva Comunale da go-dere con la bella stagione è senz’altro il Calcetto Marano. Un’area sportiva con campi da calcio a 5 e tennis vicina alla spiaggia e at-trezzata di tutto punto. Uno spazio che è da tempo un riferimento per le persone che vogliono fare una partita fra amici (info e pre-notazioni al 333 2951719). Ma anche per realtà nazionali ed inter-nazionali che qui vengono a giocare i loro tornei. E’ il caso del’or-mai classico torneo Coppa dell’Amicizia, che si tiene ogni anno e coinvolge forze di polizia e di sicurezza provenienti da tutta Euro-pa per un totale di circa mille partecipanti. Quest’anno il torneo si tiene dal 23 al 27 maggio con un prologo ufficiale il 22 maggio.

E se non siete ancora stanchi di nuotare… il 28 e il 29 maggio, allo Stadio del Nuoto di Riccione , si tiene la 15ª edizione del trofeo Italo Nicoletti di nuoto. Partecipano atleti regolarmente tesserati per società italiane o estere. Si tratta di un classico del nuoto giovanile italiano che anche quest’anno porterà centinaia e centinaia di atleti a misurarsi nella vasca 50 metri dello Stadio. Da qualche anno a questa parte, poi, il trofeo è internazionale, data la presenza di numerose squadre provenienti dall’estero. Tanto è vero che i record assoluti del Nicoletti, in alcune specialità sono detenuti da personaggi di calibro internazionale assoluto come Miroslav Cavic, il nuotatore serbo che per un soffio non strappò la settima medaglia d’oro a Michael Phelps nei 200 farfalla (cosa che gli avrebbe impedito di conquistare il record di otto ori con otto record mondiali alle Olimpiadi) a Pechino 2008. E che fu suo avversario agguerrito anche ai mondiali di Roma 2009. Ricordiamo ai lettori che in occasione del trofeo Nicoletti, l’impianto resta chiuso al pubblico.

28/29 maggio. 15ª edizione Trofeo Italo Nicoletti

La Polisportiva Comunale Riccione sta preparando nuove op-portunità d’allenamento sia per il wellness in acqua e in pa-lestra. Le novità sono in preparazione e dovrebbero fare il loro esordio all’inizio del mese d’aprile. Con un unico ab-bonamento si potrà così partecipare sia alle attività in pisci-na (tapis roulant, cyclette, bici ellittica ed aquagym), sia a quelle “a secco”: pilates, fit-boxe, GaG, step, power pump. Per info: Reception Stadio del Nuoto. Tel. 0541 644410.

Tutti noi ormai siamo consapevoli di quanto sia importante con-tinuare ad avere una vita attiva, sia mental-mente, sia fisicamen-te, anche quando si superano di un po’ gli “anta”. Una buona occasione per tenersi in forma sono i corsi in acqua pensati dalla Polisportiva Comunale espressamente per la terza età. Nello Sta-dio del Nuoto, i corsi “Acqua d’Argento” si tengono la domenica e i lunedì dalle 9 alle 10 ed anche il martedì ed il giovedì dalle 14.10 alle 15.Per info: Reception Stadio del Nuoto.tel. 0541 644410.

Torna la bella stagione: è ora di Calcetto Marano

NOVITÀ semprepiù Welness!

E per la terza età?

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ARTI MARZIALI

Il Centro Karate Riccione in Nazionale

Riccione - Viale D’Annunzio, 133Tel. 0541 646006 - Bus Stop n. 41

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Una delegazione del CKR (Presidente Moreno Vil-la, Responsabile Tecnico Riccardo Salvatori e Con-sigliere Manuela Gaspe-roni) ha sostenuto con la presenza la nostra atleta Carlotta Villa convocata per la trasferta a Novi Sad (Serbia) con la Nazionale Italiana di Karate per par-tecipare al 38° Campiona-to Europeo delle categorie Cadetti, Juniores e Under 21. All’importantissimo evento, erano presenti 46 nazioni e tutte le più alte cariche Federali del WKF ( World Karate Federation) compreso il Presidente Spagnolo Espinòs. L’Italia

era rappresentata dal Presidente della Fijlkam sezione Karate, Professor Pellicone, che ha seguito con partecipazione e tre-pidazione le sorti dei nostri atleti. L’Italia ha portato a casa uno strepitoso risultato, con le medaglie ed i piazzamenti conquista-ti, si è laureata CAMPIONE D’EUROPA . I nostri ragazzi hanno tenuto alta la bandiera e l’inno di Mameli ha riempito più volte il gremito SPANS (Centro Eventi di ultima generazione) di Novi Sad. Tra gli azzurri, a festeggiare, c’era anche la nostra concitta-dina Carlotta Villa, del Libertas Centro Karate Riccione, che ha gareggiato nella categoria Kata a Squadre Femminili Juniores conquistando un ottimo 5° posto. Il Team Femminile (che era all’esordio internazionale), ha incontrato le padroni di casa della Serbia spinte dall’assordante tifo dei 5000 tifosi presenti. Le no-stre ragazze con determinazione e caparbietà, si sono imposte per 3 a 2. Nel secondo incontro, con un facile 5 a 0 hanno rego-lato la Croazia prima di incontrare in Finale di Pool la Spagna, squadra Campione d’Europa in carica. Il risultato (criticato dai tecnici) le ha viste soccombere per 4 a 1, portandole a lottare per il 3° posto con la Francia. Le performance delle due squadre sono state di altissimo livello e solo la sconfitta per una ban-

Carlotta Villa 5ª agli EUROPEI con la Nazionale Italianadierina ( 3 a 2) ha tolto il meritato podio. I Tecnici azzurri sono rimasti molto soddisfatti della prova delle ragazze e ci sono ot-time probabilità che Carlotta partecipi con la maglia Azzurra anche ai Giochi del Mediterraneo di settembre e ai Campionati Mondiali 2011 che si terranno in Malesia in Ottobre. “Cercherò di tenermi ben stretta questa maglia” ha detto l’ allieva dell’ ex tecnico azzurro Riccardo Salvatori, “ e ringrazio tutti coloro che mi stanno vicino e mi hanno aiutato a realizzare questo meravi-glioso sogno, soprattutto la Preside Zoffoli del Liceo Scientifico Volta di Riccione ed i miei insegnanti per la pazienza e l’appog-gio che mi stanno dando”. Carlotta ha iniziato a tirare i primi “maegeri” con il Centro Karate Riccione otto anni fa e con gli altri atleti agonisti (tutti a livello competitivo), rappresenta un esempio per i tanti bambini e adulti iscritti alla società affiliata alla POLISPORTIVA COMUNALE. E’ un orgoglio per Riccione avere atleti in Nazionale e per la Società di Karate della Perla Verde vedere gratificato il lavoro che il Responsabile Tecnico Riccardo Salvatori, coadiuvato dai Maestri Roberto Corbelli e Vito Mininni svolgono con competenza e passione quotidiana-mente. Per la stagione 2011/ 2012 la Società si sta adoperando per avere ulteriori spazi oltre alle attuali palestre dello Stadio Comunale di Via Forlimpopoli e di via Ionio così da soddisfare le numerose richieste che arrivano.

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GABELLINI LORENZO di soli 11 anni è un bambino che si sta imponendo nel mon-do delle moto e sembra possa ricalcare le gesta di campioni del passato e del pre-sente. Non mi piace fare dei paragoni ma i risultati ottenuti l’anno scorso fanno ben sperare per un futuro pieno di soddisfa-zioni.Questo piccolo campione corre nelle MINI GP, che sono moto più grandi delle minimoto e più piccole delle moto da GP, ed ha ottenuto risultati sorprendenti: ha vinto il Trofeo IRP HONDA imponendosi in 4 gare su 5 ed arrivando 2° nell’altra gara. E’ vice-campione italiano MINI GP 50 sempre su una HONDA 100cc 4 tempi, e Campione Europeo, avendo vinto tut-te le tre gare svoltesi in Germania su tre diversi circuiti. Ha disputato una gara di Campionato Mondiale MINI GP HONDA

Un piccolo campione che cresce!

con una moto da 100cc 4 tempi arrivando 4° in volata a soli 94/millesimi dal vincito-re nonostante fosse partito dall’ultima fila della griglia di partenza. Per gli ottimi ri-sultati ottenuti è diventato pilota ufficiale HONDA del Team Gresini “SAN CARLO”, il medesimo di Marco Simoncelli, e l’anno prossimo disputerà il Campionato Italiano ed il Campionato Europeo che si svolgerà su tre prove in tre diversi circuiti il Italia o in Francia, cavalcando una moto MINI GP HONDA da 70cc 2 tempi o 125cc 4 tem-pi. Inoltre farà il campionato EXTREME HONDA con una moto da 100cc 4 tempi. A questo piccolo campione vada un calo-roso “in bocca al lupo” nella speranza di annoverarlo, in un prossimo futuro, tra i campioni che la terra Romagnola sforna con “piacevole” quantità.

Salvatore Tonti

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Dall’album di Gianluigi DondiCOME ERAVAMOl’amico Gianluigi, vive in quel di

Bologna da “pensionato”, dopo

una vita che lo ha impegnato in

molteplici e soddisfacentissime

attività professionali. Però la gio-

ventù trascorsa a Riccione è nel

suo cuore e per dimostrarcelo ci

ha inviato alcune foto di spensie-

rati momenti calcistici. Non tutte

le immagini sono suffragate dai

nomi dei protagonisti per cui ci

rimettiamo alla memoria dei no-

stri lettori per colmare tali lacune.

Riccione – 1951Andrea Corazza, in volo plastico, para una punizione.Fu in seguito ingaggiato dal Modena calcio disputando la serie A.

Riccione – 1951Dino Dondi, fratello di Gianluigi, impegnato in una difficoltosa deviazione.

Riccione 1951/52Un disegno satirico che raffigura l’ uscita di campo di una “scassata” squadra dell’ “Edera”. Da sin: Gil, Ferruccio, Giancarlo, Franco, Carlo.

Riccione – 1954 (11 maggio) S. Lorenzo contro S. Mauro Pascoli 3 a 2. Torneo vinto grazie alla parata sul rigore decisivo. Anche qua chiediamo aiuto per i nomi dei protagonisti.

Riccione – 1951Finalissima Campionato C.S.I.- San Lorenzino Riccione contro Sanges Rimini. Risultato? Protagonisti?

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1954

2005

1962

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Lam scapa la pésa!Mi scappa la pipì!

LA PAGINA DEL DIALETTOA CURA DI GIUSEPPE LO MAGRO

Psì (pisì)= O/urinare, pisciare. Pés/pésa= Piscio/a, o/urina

Tnì e pés= Tenere la pipì.Quando i bambini giocanoe non vogliono perdere un secondo.Avé e fièd de pés= Avere l’alito della pipì.Avere il latte in bocca.Giovane immaturo, inesperto.Pisota= Femminuccia.Psida= Pisciata.Pésalèt= Piscialletto.Il bambino che la fa nel sonno. Maschietto. Giovane immaturo, inesperto.Gioco di carte per bambini dove si scartano le coppie ugualie gli assi tranne quello di bastoni che è detto “l’uomo nero”. Chi rimane in ultimo con tale carta viene canzonato mediante la frase“Stasera pisci nel letto“.

Psida ad tèra= fazzoletto di terra.A pés tla mi tèra= Piscio nella mia terra. Sono il padrone.La ha spusè oun che pésa tla su tèra= Ha sposato uno che p. sulla sua terra.Buon matrimonio.Quan la pésa la fa brèina= Quando p. fa la brina.Si dice della ragazza vergine.Psiga= VescicaPsiga sfonda= Vescica sfondata.Chi non sa tenere un segreto. ChiacchieronePsadur= Pisciatoio, vespasiano. In senso lato anche donnaccia di infimo ordine.Psarèla= Pisciarella. Bisogno continuo di p.Anche rubinetto che sgocciola o recipiente che perde.Im ha psì tl’aqua de batésme=Mi hanno pisciato nell’acqua del battesimo. Sono sfortunato.Am so psì mados de rid / da la paura=Mi sono pisciato addosso dal ridere / dalla paura.

Al fac psì sangue= Gli faccio pisciare sangue. Gliene faccio passare di tutti i colori. Gliela faccio pagare cara. Psì fura dl’urinèl= Pisciare fuori dell’orinale. Fare una sciocchezza, farla grossa.Psì pr’aria= Pisciare per aria. Sciocchezza fatta che ti si rivolge contro.T’at tn’incurgiarè te psì= Te ne accorgerai nel pisciare. Is’incurgiarà te psì sl’è una cavala= Se ne accorgeranno nel pisciare se è una cavalla.Rendersi conto di una cosa quando è ormai troppo tardi.Se tvò stè bèn pésa spès com e chèn= Se vuoi stare bene piscia spesso come il cane.As pésarem giò mal gambe tla vciaia= Ci pisceremo nelle gambe nella vecchiaia.Adés ui si schèlda la pésa= Adesso gli si scalda la piscia. Chi è in procinto di adirarsi.L’ha psì te lèt e l’ha dét ch’l’ha sudì= Ha pisciato nel letto e ha detto che ha sudato.Il mentitore più spudorato

IL FATTO CURIOSOUn signore con problemi alle vie urinarie necessitava del “suo” tempoper espletare il bisogno.Trovandosi una mattina al vespasiano intento nella impegnativa operazione si avvide di uno scolaro, con tanto di grembiule e cartella sulle spalle, in attesa del suo turno, al chè gli disse:“Ciò burdèl... tvò perd la scola?” - “ Ehi bambino... vuoi perdere la scuola?“.

I RASUNAMENT PER CAPI’ LA VITAa cura di Edmo Vandi

Una volta ui era di genitùrs’un sac ad fiùl.Adès ui è di fiùls’un sac ad genitùr.

A em tlà vita dè aspirazioun: dvantè vèc e arvanzè giovne.

Quand te risturènt lia la magnae lò e sta da veda,l’è perchè lò l’ha già magnès’la su mej.

Teinte in mènt chee furmai gratis ui èsnè tlà trapla di surs.

Chi vò ès dimpartòtun gnè invèl.

Che gènta balorda ui è te mènd, it cèma per cumdè e campanèle pò in t’irva gnènca.

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