famia arciunesa

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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884 Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXIX- N° 5 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2010 www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010 N°5 2010 NOVEMBRE-DICEMBRE SIETE PRONTI? 26 DICEMBRE CAMMINATA CITTADINA DI SOLIDARIETÀ

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Giornalino di Riccione

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Page 1: Famia Arciunesa

Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea BarnabèAut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643884Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXIX- N° 5 - NOVEMBRE / DICEMBRE 2010

www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010

N°52010

NOVEMBRE-DICEM

BRE

SIETE PRONTI?26 DICEMBRE CAMMINATA CITTADINA DI SOLIDARIETÀ

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RIPARATORE AUTORIZZATO OPEL GMAssistenza: Via Emilia 11 - RiccioneVendita e esposizione:Via Emilia 24 - Tel/Fax 0541 643527e-mail: [email protected]

Installazione e assistenzaimpianti GPL e Metano LANDI RENZO

NUOVO CENTRO REVISIONI AUTO e MOTO

Torna Riccione Xmas conla camminata da Guinnesdi Babbo Natale

L’imponente fiume rosso di “Riccione Xmas” tornerà a invadere la “Perla” dal centro alla periferia. La camminata da Guinnes, che quest’anno si terrà il giorno di Santo Stefano, all’insegna dello slogan “Babbo Natale ama Riccione”, partirà alle 16 da piazzale Cecca-rini con l’obiettivo di superare il numero dei partecipanti della scorsa edizione che erano stati oltre oltre 4.000. Anche questa edizio-ne, come quella del 2009 servita a sostenere l’acquisto della Tac per il “Ceccarini”, avrà un obiettivo umanitario. Il ricavato di quest’anno servirà a sostenere la ristrutturazione della vecchia casa colonica di via Limentani, che il Comune ha concesso all’associazione Cen-tro21 (www.centro21rimini.org ) per ospitare persone, soprattutto ragazzi, con disabilità mentale. Si tratta di un intervento che mira a rendere autonomo chi vive questo proble-ma. Assoluto riserbo, sarà una sorpresa, sulla madrina della manifestazione e i personaggi famosi che parteciperanno. L’organizzazio-ne ha avviato la vendita del kit “Babbo Na-tale 2010” a 15 euro (5 per bimbi fino a 10 anni, fuori Riccione) nella Galleria Viscardi (di fronte alla sala giochi Happy Days) e dall’11 dicembre anche al Palazzo del Turismo. Un particolare: le persone che hanno acquistato l’abito nel 2009 potranno riutilizzarlo, ma per partecipare alla camminata dovranno acqui-stare almeno la pettorina/zainetto a 10 euro. Mentre i bimbi delle materne e delle elemen-tari riceveranno il minikit, in distribuzione gra-tuita, domenica 19 dicembre, durante la festa al Parco Oltremare. Lungo il percorso saranno proposte animazioni, danze, concertini e an-goli di ristoro che impegneranno cori, bande e associazioni. Quanto basta a a bucare anco-ra una volta il piccolo schermo, ridando vita a un incantevole sogno.

Nives Concolino

COME PARTECIPARE ALLA CAMMINATAVENDITA KIT BABBO NATALE 2010Galleria Viscardi, Riccione (fronte Sala Giochi Happy Days)e dall’11 di dicembre anche al Palazzo del Turismo.

CONSEGNA GRATUITA MINIKIT PER BAMBINI DELLE SCUOLE MATERNE ED ELEMENTARI DI RICCIONEFesta al Parco Oltremare di Riccione - Domenica 19 Dicembre 2010,dalle ore 15,00

DATA EVENTO CAMMINATA DOMENICA 26 DICEMBRE 2010PARTENZA DA PIAZZALE CECCARINI ORE 16,00

PREZZI 2010 Kit da Babbo Natale (cappello, giacca, pantaloni, cintura, barba, baffi)pettorina/zainetto euro 15,00Pettorina/Zainetto (per chi avesse già il vestito) euro 10,00Bambini (fuori Riccione) fino a 10 anni euro 5,00Non si potrà partecipare se sprovvisti di costume, o pettorina

SOLIDARIETÀ A FAVORE DI Comitato “Amici di Centro 21 Riccione”L’obiettivo è quello di sostenere l’Associazione Centro 21e la Città di Riccione nel progetto di ristrutturazionedella Casa di viale Limentani atta ad ospitare personecon disabilità mentale diventando così un riferimentoed un sostegno per tutte le famiglie del territorio. www.centro21rimini.org

info: Comitato RICCIONE XMAS - Tel. 339.7220499 - www.riccionexmas.it

Il 26 Dicembre 2010 non prendere impegni!

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Pesce sempre fresco e pulito su richiestaCrudità e Grigliate pronte da cuocere su ordinazioneAssortimento di pronto-cuoci - Vari sughi di pesce - Spiedini mistiLunedì chiuso - Aperto da martedì a sabato – Mattino e pomeriggio

PESCHERIA ...Sapori di Mare

RICCIONE- Via Emilia 60/d -Tel. 0541 64 28 57VONGOLE DALLA NOSTRA BARCA

“Non chiedete cosa può fare il vostro Paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro Paese”.

(John F. Kennedy)

Questo è lo spirito che sin dall’inizio ha animato i componenti del Comitato Riccio-ne Xmas. È con questo slancio di amore per la propria città che ci ripresentiamo anche quest’anno per un evento unico, speciale e coinvolgente per tutti! Un evento che lo scorso anno ha saputo unire ben 4005 cuori che all’unisono hanno palpitato per Riccione.4005, è il numero dal quale partiamo e che vogliamo superare insieme a voi perchèsiamo convinti che l’energia positiva sprigionata quel giorno possa migliorare tutti noi.La marea rossa di Babbi Natale, veri e propri “Angeli Rossi” che ha animato le vie della nostra Città ci fa dire che se Riccio-ne ama Babbo Natale sicuramente “Babbo Natale Ama Riccione”. Il 26 dicembre 2010 aspettiamo tutti i “Babbo Natale” che desi-derano dare un contributo per condividere, aiutare e sostenere il pensiero positivo lanciato l’anno scorso...

...SIETE PRONTI?

[email protected] - trovaci su FACEBOOK “Gruppo Riccione Xmas”

Il 26 Dicembre 2010 non prendere impegni!con il patrocinio

Comunedi Riccione

VUOI METTERTI IN GIOCO? Cerchiamo chi abbia voglia di prestare la propria opera o professionalità in questa giornata per renderla originale durante il percorso (gruppi musicali/goliardici, coristi, cantanti, deejay, comici, artisti vari). Fatevi avanti!

SPONSOR Cerchiamo chi voglia aiutare la causa e rendersi visibile su media locali e nazionali, contribuendo alla riuscita dell’evento.

Tutti insieme vicini... vicini...

sia grandi che piccini.

Una passeggiata di solidarietà

che inorgoglisce tutta la città!

Dai non puoi mancare

Te lo chiede...

BABBO NATALE!

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Lampadari Moderni Classici e di Murano

Illuminazione Tecnica e da Esterno

Materiale elettrico - Complementi d'Arredo

Articoli da Regalo - Oggettistica - Liste Nozze

PREVENTIVO CON PROGETTAZIONESTUDIO ILLUMINOTECNICOE SOPRALLUOGO GRATUITO

ASSISTENZA DALLA SCELTA ALL’INSTALLAZIONE

EDILIZIA SCOLASTICA

Aperto il cantiere della vecchia fornace, in viale Massaua, che ospiterà parte delle scuole medie di Riccione e, in un secondo tempo, il teatro. In barba alla scaramanzia, il Comune ha conse-gnato i lavori l’8 ottobre, di venerdì, com’era già successo per la piscina olimpionica. Il nuovo complesso si rifletterà in uno spec-chio d’acqua, assieme alla canna fumaria, alta 30 metri, da eri-gere davanti all’ingresso del teatro. Ad aggiudicarsi l’intervento è stata l’Ati (Associazione temporanea di imprese), formata da Unieco Società Cooperativa di Reggio Emilia (capogruppo), Co-operativa Muratori Verucchio -società cooperativa srl. e Pianeta Immobiliare srl. di Villa Verucchio, che ha presentato un nuovo progetto, modellato sul precedente dell’architetto Augusto Bac-chiani. La scuola. Distribuita su tre piani, conterà 18 aule, capaci di accogliere circa 450 alunni (metà di quelli ora iscritti alle medie inferiori), e una palestra ampia 420 metri quadri con il tetto a fal-de inclinate, aule speciali, laboratori, una biblioteca e uffici. Non è prevista l’aula magna. Per assemblee scolastiche e incontri si userà, infatti, il teatro. Eliminate le parti distrutte o rimaneggiate, della vecchia fornace sarà recuperato tutto il muro perimetrale che si affaccia sul rio Melo. Caratteristiche di alcune parti del rive-stimento saranno le lamelle in cotto, “brisoleil”, che producono l’effetto ottico delle veneziane.Il posteggio. L’intero complesso sarà dotato di un parcheggio per 270 auto, che i riccionesi chie-dono di lasciare libero, senza strisce blu. Da parte sua il sindaco Massimo Pironi, che ha presentato il progetto assieme all’asses-sore ai Lavori pubblici Loretta Villa, e ai dirigenti Ivo Castellani e Baldino Gaddi, ha promesso che i parcometri per ora non saran-no installati. Costi e finanziamenti. Per l’intervento, presentato dal sindaco Massimo Pironi, dal dirigente Ivo Castellani e da tutti i tecnici, serviranno 13.800.000 euro, dei quali 5.650.000 destinati alla scuola e 8.150.000 al teatro e all’annessa palazzina con uffici per scuola e teatro. I soldi arrivano dalla vendita delle “Manfroni” (9.757.000 euro), dall’alienazione delle “Pascoli” (1.743.000), da un finanziamento regionale (500.000 euro) e da uno europeo per il teatro (1.800.000 euro). Per la prima fase di lavori si useranno 7milioni di euro, compreso le opere di urbanizzazione, strada e parcheggi. Superfici e tecnici. I lavori della fornace interesseran-no una superficie coperta di circa 3.400 metri quadri e una super-

La vecchia fornacetra due anni accoglierà gli scolari

ficie utile di 6.300. A curarne il progetto architettonico, con gli architetti Alessandro Franco e Davide Clementi dello Studio Rcf & Partners, l’ingegnere Libero Rattini di Studio Arcione e sicurez-za, e l’architetto Giovanni Morri, è stato Pietro Carlo Pellegrini, docente dell’Università di Ferrara. Una “pillola” di storia. La for-nace è stata costruita nel 1908 dal milanese Piva, con un forno Hoffmann per la produzione a ciclo continuo di laterizi. L’attività che nel tempo ha dato lavoro a centinaia di riccionesi è cessata nel 1970. Negli anni successivi alcune parti del fabbricato sono state demolite e l’interno svuotato per lasciare spazio al deposito e alla vendita di materiale edilizio, sabbia e ghiaia. Solo nel 2001 il Comune ha acquistato l’intera area, sette ettari in tutto, con i fabbricati, dalla società Oltremare per cedere in cambio l’area dell’Ipab, destinata al parco.

Nives Concolino

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Spider System

è un prodotto

Il vetro appeso.

GRANDI EVENTI

SPAZIO CULTURA

Il 19 giugno Benedetto XVI sarà in visita pastorale a di San Marino e nel Montefeltro. Un avvenimento che va ben oltre i confini della piccola Repubblica, ma si estende a tutta la provincia di Rimini. Ovviamente la vista del Pontefice vedrà la partecipazione di tutta la diocesi, anche se ad accogliere il Santo Padre sarà un altro vescovo, monsignore Luigi Negri, che ha lavorato per lungo tempo alla visita del Papa. Una operazione diplomatica che nasce dagli ottimi rapporti del vescovo di San Marino e di alcuni suoi più stretti collabora-tori con il Vaticano. La comunicazione della visita pastorale, che durerà una giornata, risale a fine settembre. Dopo mon-signor Negri è stata informata la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e lo ha reso noto l’emittente radiofonica statale di S. Marino, che ha confermato la volontà del Pontefice di compiere il viaggio sul Titano. Sono trascorsi 28 anni dall’ul-tima visita di un Papa dalle nostre parti. Giovanni Paolo II

Il Papa sul Titano

Il teatro, da ricavare nell’ala a monte della vecchia fornace, al mo-mento è bloccato dal Patto di stabilità che, nonostante la dispo-nibilità di danaro e il progetto esecutivo, non consente al Comu-ne di fare altri investimenti. Davanti all’ingresso del teatro per 30 metri s’innalzerà una ciminiera che dominerà l’intero fabbricato. Questo, a sua volta, rispetto alla storica costruzione, sarà innalza-to di alcuni metri. Il suo pennacchio illuminato sarà costituito da una micropala eolica, simbolo dell’energia rinnovabile, che sarà sfruttata per alimentare, quasi per intero, il complesso, dotato di pannelli fotovoltaici. La lunga canna si specchierà in un invaso d’acqua che misurerà 20 metri per 40. Le opere di urbanizzazione della vecchia fornace comprendono piste ciclopedonali, il primo tratto della strada parallela a viale Massaua, che snellirà il traffico anche in viale Ceccarini, e il parcheggio con 250 posti auto. Si co-mincia con la rotatoria che in viale Vittorio Emanuele II si allaccerà alla nuova parallela di viale Massaua, al momento da tracciare per un totale 150 metri fino all’altezza dell’arboreto “Cicchetti”. I re-stanti 150/200 metri saranno tracciati in un secondo tempo (forse a inizio 2012) con la rotatoria tra la Flaminia e viale Berlinguer. Nell’area esterna della vecchia fornace, che sarà protetta dalla

In “freezer” il teatro. Al via strade, piste e rotatoria

era giunto a Rimini poi era salito sul Titano il 29 agosto del 1982. Di quella visita restano le splendide immagini della messa sul porto, le foto del Papa polacco in mezzo alla folla, lui ancora giovane, la riviera in festa.

strada con un terrapieno, tra campetti da gioco, orti didattici e un piccolo anfiteatro, sarà costruita una pista ciclopedonale con un ponte sulla nuova arteria stradale. Allaccerà l’Arboreto con il rio Melo e quindi con il polo scolastico e il parco centrale, attraverso un ponte di legno, da costruire in futuro.

ni.co.

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Il 28 settembre 2010 è stata inaugurata la prima aula informatica con software LINUX nella Scuola secondaria statale di primo gra-do “Geo Cenci” di Riccione, progetto avviato nell’ottobre del 2009 e fortemente sostenuto dai genitori in Consiglio d’Istituto della scuola media. L’aula che si trova nella sede di viale Alghe-ro, una delle quattro sedi della scuola, è stata realizzata grazie all’investimento di appena un decimo del contributo volontario versato dai genitori alla scuola per l’anno scolastico 2009/2010 e, soprattutto, grazie alla disponibilità e a tutto il lavoro fatto dai soci volontari dell’Associazione Culturale RiminiLug (senza

scopo di lucro), che hanno recuperato i vecchi computer riuti-lizzandoli con il sistema operativo UBUNTU LTSP (Linux Termi-nal Server Project). Oggi, quell’aula è uno strumento didattico non solo multimediale ma anche e, soprattutto, uno strumen-to in grado di usare programmi didattici assolutamente gratu-iti/opensource. L’associazione RiminiLug, ha lo scopo primario della promozione e della diffusione del sistema operativo GNU/Linux e del software libero ed ogni altro software che presenti le caratteristiche di gratuità e di promuovere l’interscambio di informazioni ed una crescita culturale continua nel settore grazie a riunioni frequenti.

Antonella Colangelo

MONDO SCUOLA

Quote sempre più rosa ai vertici delle scuole di Riccione. Dal primo settembre alle medie “Geo Cenci”, già “Pascoli-Cervi-Manfroni”, è in carica la preside Alberta Fabbri, classe 1952. Ha preso il posto di Car-melo Vita, trasferitosi a Palermo la scorsa estate. Riccionese doc, come suo padre Tonino Walter Fabbri, uno dei primi dipendenti dell’Azienda di soggiorno, e della mamma Albina Cecchini, é ben radicata nel ter-ritorio che intende far conoscere alla sua scolaresca, sempre più mul-tietnica. Sono 920 alunni iscritti (tra i quali centoquattro stranieri di oltre quindici nazionalità, compreso quattro sanmarinesi), distribuiti tra la sede di viale Reggio Emilia e gli altri tre plessi di San Lorenzo, viale

Ionio e viale Alghero per un totale di 38 classi (14 prime, 12 seconde e 12 terze. Laureata in Giurisprudenza e con un percorso di attività legale alle spalle, la dirigente dipinge, ama la bicicletta, la montagna e il mare che vive intensamente fino ottobre con le sue lunghe nuotate. Dopo una prima esperienza scolastica a Cerreto nel comune di Saludecio, la Fabbri per anni ha continuato a insegnare nelle elementari. Dal 1981 è stata in forze a Riccione, finché nel 2004 è diventata dirigente. Per un biennio è stata a Santarcangelo, per un anno all’Istituto comprensivo di Misano e negli ultimi tre anni nella direzione didattica del primo circolo di Rimini. Come dev’essere la sua scuola ideale? “Dinamica, non chiusa tra quattro mura e attenta all’handicap”.

Nives Concolino

Alberta Fabbri al timonedelle scuole medie

Il software Linux nella prima aula di informatica

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RICCIONE FUTURA

Porto delle nebbie. E non è solo una evo-cazione romantico-climatica. La nebbia è quella salita la scorsa estate, come fumose sono le dichiarazioni degli amministratori riccionesi, sindaco in primis. A lanciare il sasso è stato l’assesore Villa, un’esperta del ramo. Dove c’è il mattone, statene certi c’è anche lei. Una tradizione politi-ca. Il sindaco Pironi ha arrancato, dicen-do e smentendo, a seconda dei giorni. Del progetto del porto si è saputo poco o niente. Trenta, quaranta, forse sessan-ta posti barca per imbarcazioni non più lunghe di 14 metri. Bagnarole, altro che Porto Cervo. Da sacrificare in cambio di una, forse due zone di spiaggia - coi nu-meri questa giunta fa un po’ confusione - , il piazzale del porto, e poco altro. Più che un progetto un’idea strampalata, che ha subito scatenato la reazione sdegnata di tutte le categorie, decine di operatori turistici, un bel pezzo del mondo politico. Ma Pironi ha fatto spallucce, continuando a navigare a vista. Da segnalare invece la fulminea reazione del neo coordinatore del Pdl, Cosimo Iaia, che alla prima sua uscita da capoccia ha voluto sorprendere tutti per schierarsi con Pirioni. E l’ha fatto addirittura sulla fiducia. Senza neppure aver visto il progetto (non resta che fare ricorso a Federica Sciarelli), Iaia ha getta-to il cuore nel porto uscendosene con un “noi stiamo con il sindaco”. Probabilmen-te qualcuno non l’ha avvertito che non ha vinto Renata Tosi. Fa lo stesso, basta tenere la barra a dritta. Nel frattempo si è andati avanti così, incuranti delle pro-teste e dei veti che dall’alto ricadono sul progetto che non c’è. Oddio, progetti ce ne sarebbero, e circolano pure. Li hanno in tasca i soliti grandi gruppi imprendito-

Un porto d’acqua dolce

riali che all’ampliamento tengono tanto. Anche perchè l’affare vale doppio. Chi realizza i posti barca dovrebbe avere in premio altre aree per costruire non spec-chi d’acqua ma i soliti appartamenti. Ha visto giusto il consigliere Lele Montanari che già dalle prime battute ha profilato il rischio di una partita simile a quella sfortunata della piscina. La nebbia intan-to sale. Meglio così, si evita di vedere il peggio. Vero è che sono decenni che promettono di mettere mano al porto.

L’ex sindaco Imola arrivò a farsi fotogra-fare proprio lì per lanciare la sua campa-gna elettorale. Lui e i suoi scudieri. Sap-piamo come andò a finire. Sono rimasti solo i manifesti negli scantinati della sede del Pd. Si dirà: perchè allora non siste-marlo ‘sto benedetto porto? Lo si faccia, ma per davvero. Non qualche posticino che non cambia la portata della darsena riccionese e non garatisce il suo rilancio. Tutto per soddisfare gli appetiti dei soliti noti e dei politici compiacenti.

Direttore Responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo Redattore: Giuseppe Lo Magro • Redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Comitato Xmas, Antonella Colangelo, Ottavio Coffano, Marina Giannini, Franco Piccioni, Fosco Rocchetta, Antonio Cianciosi, Edmo Vandi, Emanuela Cicchetti, GiòZuc., Valeria Angelini, Daniele Casalboni, Nella Sarti, Vilma Tosi, Fabio Severi, Giovanni Mattoni, Lorenzo Scola, Salvatore Tonti, Emanuele Michelangeli, Piero Serafini, Afra Porzio Fossa, Pierluigi Moressa • Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel./Fax 0541 643 884 • Impaginazione e Grafica: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano

REDAZIONE

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ARREDO URBANO

In piazza Unità si riparte da zero. La riqualificazione che prevede un nuovo arredo urbano con parcheggio inter-rato, sarà fatta, a partire dal 2011, ma con una nuova formula. Il sindaco Mas-simo Pironi ha trasformato in Project financing il Poc (Piano operativo comu-nale) che il predecessore Daniele Imola aveva fatto approvare nel suo ultimo consiglio. Come annunciato dal primo cittadino e dal dirigente dell’Urbani-stica e Pianificazione strategica, Gaddi Baldino, a questo punto si dimezzano le superfici previste in un primo mo-mento, cambia il progetto che terrà conto di una buona parte delle osser-vazioni fatte anche dalle categorie eco-nomiche, per la realizzazione dell’opera sarà indetta una gara, per cui non é più scontato che a realizzare la nuova piaz-za sia la Ge.cos., ossia la ditta riminese che l’anno scorso aveva già illustrato il progetto dello Studio Mariani in una te-sissima assemblea, contraria soprattut-to alla costruzione delle due “torri ge-melle”. L’intervento complessivo è ora diviso in due parti: una pubblica, l’altra privata. Partiamo dalla prima. Cancella-ta la piazzetta coperta (1.700 mq), pre-vista dal precedente progetto, e ridotti i parcheggi privati (da 4.000 a 1.100 mq.), si realizzerà l’arredo urbano con i posti auto interrati, da distribuire su un unico piano o su due livelli. Nel primo caso saranno 290, nel secondo 500, ma i lavori si dilungheranno di un anno. Co-munque sia, la parte in vendita non su-pererà il 20 per cento, il resto sarà a ro-tazione. In quanto all’arredo, che non si estenderà più su 6.000, ma 7.100 metri quadri, non prevede più giardini. Scelta fatta in ragione del mercato settimana-le che, come richiesto all’unisono da-gli ambulanti, il Comune promette di non spostare. Rampe e altre strutture, restringeranno, comunque, gli spazi disponibili, per cui qualche bancarel-la dovrà emigrare. Come annunciato

Piazza Unità: Pironi dimezza le superficiLa città reclama le strisce bianche

nell’ultima pubblica assemblea, Pironi intende allargare il mercato in viale La-zio, che di venerdì si trasformerà così in isola pedonale. Durante i lavori, in-vece, il mercato sarà trasferito nell’area della vecchia fornace, in viale Massaua. Resta la fortissima preoccupazione de-gli ambulanti che temono il ripetersi di quanto è successo a Pesaro, dove la mappa del mercato è stata scombusso-lata e i posti auto sono diventati tutti a pagamento con conseguenti e pesanti ripercussioni sulla clientela e sugli affa-ri. Un particolare. L’impresa che si ag-giudicherà l’intervento realizzerà pure Piano particolareggiato di iniziativa pubblica per gli edifici affacciati su Via-le Diaz. Altro capitolo é la parte privata. Comprenderà un unico palazzone, alto sei piani con 35 appartamenti. Il fabbri-cato, come garantisce il sindaco: “non interesserà più l’area pubblica, ossia la piazza, ma solo quella privata, dove

si trova la sede del Pd e la superficie retrostante”. L’impresa, che in que-sto caso, dovrebbe, invece, essere la Ge.cos., al Comune, cederà un salone di 150 metri quadri (contro i 330 pre-visti dal vecchio progetto), nonché un milione di euro per le opere di urbaniz-zazione da investire nella riqualificazio-ne del Paese. In particolare in viale Diaz e nella piazzetta Matteotti per la quale è stata ventilata l’ipotesi di una coper-tura per consentire lo svolgimento di piccoli eventi anche d’inverno. Tornan-do all’edificazione privata, dai 6.600 metri quadri di fabbricato ora si passa a 3.150, dei quali 2.450 destinati al re-sidenziale (contro i 1.200 precedenti). In sintesi, raddoppiano gli apparta-menti, ma si dimezzano gli spazi desti-nati ai negozi, ora estesi su 400 metri e prima su 900. Colpo di spugna sugli uffici (1.300 mq.) e sulla sede dell’Au-sl. (2.400 mq.). Per i servizi sanitari, sia quelli che ora si trovano in viale Cor-temaggiore, sia quelli di piazza Unità, si costruirà un edificio in viale Formia, al posto della palazzina, ora sede della direzione ospedaliera. Come confer-mato dal direttore sanitario Saverio Lo Vecchio, si prevede di edificare tutto su 1.500 metri e di ricavare anche un parcheggio interrato di 500 metri qua-dri. Resta da definire l’ubicazione dei servizi di salute mentale, attualmente dislocati a Spontricciolo e nei viali Ve-neto e Sardegna.

Nives Concolino

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- Riccione - Viale Virgilio 11 - Tel. 0541 692 756

di Carla Piccioni

• LE FIRME PRESENTI:Brandimarte, Venini, Raspini, Greggio, Fani,Del Conte, Belfiore, Ricci, De Vecchi,Messulam, Sovrani, Nason & Moretti,Rossi & Arcandi, Schiavon, Gianni Seguso,Raddi, Driade e tante altre.

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PALAS - AGENZIA EVENTI

I riminesi non metteranno le mani sul pa-lazzo dei congressi di Riccione. A scon-giurare il loro arrivo è stato un pool di albergatori riccionesi, che con diverse settimane d’anticipo rispetto la scaden-za del 30 novembre, fissata dalla Pala-Riccione, ha versato le quote per aderi-re al neoconsorzio, operativo dal primo gennaio 2011. Tra i primi figurano i tito-lari degli hotel Lungomare e Maestrale, Atlantic, Nautico, Des Bains, De la Vil-le, Corallo, Luna, Washington, Dory e Roma, intenzionati ad arruolare i restan-ti 27 colleghi che, come loro, fanno par-te di Riccione Congressi, ma anche altri titolari di alberghi, operatori turistici e categorie economiche. Scopo dell’ope-razione é quello di gestire i congressi, prendendo in affitto i cinque piani del Palas per 175mila euro all’anno contro i 200mila previsti all’inizio, e di acquistare

ll palazzo dei congressi sarà gestito dai riccionesi

L’hanno chiamata pomposamente Agenzia degli eventi. Il rischio è che sia però solo l’ennessimo carrozzone. Nella testa dei suoi progettisti dovrebbe oc-cuparsi di promozione e commercializ-zazione, a reperire risorse e intercettare sponsor. Il campo d’azione è il turismo, alle prese con bilanci sempre più ri-sicati. Bene. Fin qui tutto più o meno già visto. Come i nomi circolati nelle scorse settimane, al punto che molti di essi hanno già fatto parte di organismi analoghi. Come dire: cambiano i tempi, i russi prendono il posto dei tedeschi, cambiano persino le zone di spiaggia ma quando si tratta di arruolare nuove <teste> si ricorre alla solita compagnia di giro. Non una sala di comando ma un tavolo. Mai parola fu tanto abusata. Un pizzico di associazioni ( per tenerle buone), due o tre fiduciari del sindaco, qualche amico da accontentare. L’asse-sore al Turismo Simone Gobbi non l’ha digerita bene, ma alla fine è stato co-stretto dal sindaco Pironi a ingoiare fino all’ultimo boccone. Ma Gobbi non ha

E l’Agenzia va in carrozza

potuto muovere un dito. Ha strepitato, spaventato dall’idea di venire di fatto esautorato dai capi dell’Agenzia. E’ ser-vito a poco. Pironi gli ha tolto dai piedi la figura del responsabile unico, sosti-

per 6milioni di euro la City Eyes per far-ne un’esclusiva terrazza panoramica per ristorazione ed eventi. Qui si prevede l’unificazione delle due sale esistenti, da predisporre con nuovi arredi e tendaggi. Quanto basta a creare un clima ovattato per buffet, cene di gala e congressi. Il ri-storante, comunque, non sarà aperto al pubblico. Si lavora, insomma, per molti-plicare le presenze. D’altra parte come

ha ribadito più volte il presidente della Spa Lucio Berardi, si mira “a raddop-piare“ le attuali 130mila presenze an-nue, per superare le 260mila. Concluso l’affare, il Comune resterà proprietario solo degli spazi congressuali e del primo livello del parcheggio interrato, che ge-stirà con la Polizia municipale. Non solo. Il debito del Palas si ridurrà a 5milioni di euro, da ripagare con le rate dell’af-fitto degli albergatori. Come sottoline-ato, con tono sostenuto, da Ivan Neri direttore degli hotel Atlantic e Nautico e da Vincenzo Leardini del Lungomare e Il Maestrale, ora è “fondamentale la compartecipazione con Convention Bu-reau”, che criticano aspramente per l’at-teggiamento di disparità, finora tenuto nei confronti di Rimini e Riccione.

Nives Concolino

tuendola con cinque esperti, così alme-no li chiamano. Gobbi si è accontentato, anche perché dal Palazzo fanno sapere che sarebbe lui la causa del suo mal. Invitato dal sindaco a delineare le stra-tegie future e una via d’uscita alla crisi di risorse, il giovane assesore avrebbe fatto passare un’intera estate a scattare foto con miss e velone, turisti fedeli e comparse, senza mettere mano al pro-getto. Pironi, scocciato, ha fatto da solo. I cinque consiglieri non sarebbero gli unici. Accanto avrebbero un dirigente comunale, e un pugno di consulenti. La panchina, o sarebbe meglio dire la man-giatoia, si allunga. Sul carrozzone, avanti c’è posto. E pensare che in Provincia, al turismo, governa quel Fabio Galli che di Pironi resta il principale avversario. Lui ovviamente non dice nulla, per fair play istituzionale. Parlano invece gli operato-ri turistici, ormai abituati a veder colle-zionare baracconi e fallimenti. Storcono il naso ma alla fine si adegueranno. Sarà un successo? Viste le premesse non ci resta che piangere.

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LIBRI

Erede della tradizione dotta, intrisa di co-noscenze alchemiche e nutrita di saggezza popolare, Rodolfo Francesconi ci propone questo libro dedicato alla Cucina afrodi-siaca vegetariana. Non è una novità nella bibliografia dello scrittore riccionese, in quanto «Il sardone sussurrato” (1999), suo testo ormai celebre, dedicato alla “cuci-na afrodisiaca di pesce”, ha aperto già da tempo il percorso di riflessioni originali sul tema dei rimedi naturali e gustosi per favorire e talvolta risvegliare il desiderio erotico. Così, Francesconi ci ha abituato al compendio, che, nella sua visione, non è un semplice elenco di ricette, ma un percorso completo entro territori inusuali per la cul-tura, stimolanti e densi di curiosità per chi vi si accosta.

Pierluigi Moressa

In attesa del risultato

di R. Francesconi

Il libro del riccionese Andrea Speziali con minuzia racconta la storia e descrive i det-tagli di Villa Antolini. Un <gioiellino> messo in cantiere sulla Litoranea, ora viale Milano, nel 1923. In 166 pagine, corredate con oltre 230 immagini, riporta dettagli architettonici, interni ed esterni, che consentiranno al let-tore di visitare idealmente le stanze di quel di quel simbolo della Belle Epoque riccione-se. Al giovane studente di Belle Arti (classe 1988), va soprattutto il merito di aver scoper-to che a firmare il progetto del fabbricato, fu Mario Miko Vucetich, illustre architetto, non-ché scrittore, scenografo e scultore dalmata che operò dal Lazio al Veneto, passando per l’Emilia Romagna. Una scoperta che contribu-irà a traghettare il nome di Riccione al di là dei confini nazionali.

ni.co.

Andrea SpezialiUna stagione del

Liberty a Riccione

Al giorno d’oggi, da adulti figli del benessere, ci gingilliamo con auto, moto e orologi d’epoca... Il sottoscritto, molto più modestamente, colleziona libri... quelli che “parlano” di Riccione; dalla storia alla iconografia, dallo sport al turismo, dai racconti di fatti e personaggi al dialetto.Tempo fa, in una periodica fase di riordino, mi sono accorto con stupore che il loro numero superava abbondantemente le cento unità... così è nata istantaneamente l’idea di catalogarli. Per informare, soddisfare la curiosità, favorire la ricerca e meravigliarsi di quanto è già stato scritto di una città che, in fin dei conti, ha appena festeggiato l’88° Compleanno della sua Autonomia comunale.

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Se n’è andato di lunedì, Giorgio Piccioni. Dopo mesi di battaglie con una malattia che non perdona. E’ morto a testa alta, lottando come un leone fino all’ultimo respi-ro. Aveva 66 anni, il presidente della Riccione Terme. Lascia la moglie Hélène e le amate figlie Roberta e Silvia. E’ stato uno degli imprenditori più noti di Riccione, un pioniere. Nato il 23 marzo del 1944 a San Clemente, Piccioni, comincia a occuparsi di turismo accanto alla mamma Pina Sarti, titolare dell’omonimo hotel di fronte alle ter-me. Qui conosce Hélène con la quale si sposa nel 1955 a 21 anni. Come albergatore dal 1969 al 1979 riveste l’incarico di presidente dell’Associazione. Poi acquista le fon-ti dell’“aqua cioca“. E’ il debutto delle terme, seguito dall’Oasi, il centro benessere. Piccioni si lancia in progetti ambizioni, come quello dell’accesso monumentale delle terme in viale San Martino e il ponte su viale Giovanni da Verazzano. Piccioni riesce a costruire il PalaTerme e nel 2008 il parco tematico Perle d’acqua. Nel frattempo

ADDIO A PICCIONIil pioniere delle Terme

Amarcord. Ottobre 1990 – Festeggiamenti del 68° Compleanno di Riccione. Un sorridente Giorgio Piccioni, presidente di F.A. con la madrina Sidney Rome e il sindaco Terzo Pierani.

riveste l’incarico di consigliere degli assoindustriali. Alla fine degli anni Ottanta fonda l’Unionterme, poi confluita in Federtermem, della quale negli anni Novanta diventa consigliere. Tra il 1996 e il 2000 viene eletto pure consigliere del Consorzio delle Terme Emiliano Romagnole. Dinamico e poliedrico, negli anni. Novanta si candida al Senato nella lista dei repubblicani. Dall’agosto 1990 alla primavera 1992, diventa presidente di Famija Arciunesa. Coltiva, intanto la passione per il mare. Sei anni fa con un gruppo di amici fa restaurare il trabaccolo Arcioun, mentre nell’estate 2009 e 2010, porta a Riccione una tappa del torneo dei Dinghy. Quale sarà il futuro delle terme è da capire. Dopo la burrascosa vicenda giudiziaria con l’Ausl, Piccioni è sta-to assolto “perché il fatto non sussiste”, come il suo Ad Lino Gilioli, richiamato di recente a Riccione. Intanto il fratello Giuliano Piccioni diventa presidente pro tem-pore. Gli amici lo salutano per l’ultima volta il 19 ottobre, alle 8 del mattino. Una cerimonia funebre in forma privata. Mancherà a tanti, soprattutto il suo coraggio.

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E’ partito per il lungo viaggio senza ritorno con un sogno nel cuore. Quello di brevettare la sua ultima invenzione, un’automobilina elettrica che l’avrebbe riscattato da tante disavven-ture e ingiustizie. Giovanni Marconi, al quale si deve l’invenzione del risciò nostrano, sabato scorso è scomparso all’improvviso. Il suo corpo è stato trovato privo di vita per via di un infarto, martedì, nel suo appartamentino popolare di Belluno, dove viveva da tre anni. Nato a Coriano l’8 luglio del 1942 , si era laureato in Ingegneria meccanica, ma era stato pure istruttore di scuola guida. Per la sua attività nellaJomark, era stato nominato Cavaliere della Repubblica. Poliedrico e sempre superattivo, per anni ha pure insegnato Tecnica all’Istituto Professionale di Pesaro. La salute di Marconi, che lascia tre figlie, Mariarosaria, Barbara e Selena, era diventata cagionevole in seguito alle disavventure che gli avevano procurato tre ictus e un altro infarto. A farlo patire era stata una vicenda giudiziaria, durata undici anni, dalla quale nel 2004, era uscito a testa alta . La Corte d’appello di Bologna l’aveva, infatti,

È scomparso Marconiinventore del risciò nostrano

assolto con formula piena, dall’accusa di “bancarotta documentale” perché il fatto non sussisteva. Ma, intanto, anche se solo per due settimane, era finito anche in carcere. Giorni terribili. Così l’inventore dei risciò ha perso ogni cosa, azienda, amici e famiglia. L’incubo era cominciato con l’entrata nell’azienda di due noti banchieri, diventati soci della Jomark, fabbrica italiana di quadricicli, pubblicizzata anche in Rai. Da lì è stato un crescendo di ac-cuse che l’hanno portato all’esautorazione. Marconi, nel frattempo, aveva aperto l’Italiana parchi Spa che chiavi in mano realizzava parchi tematici, ma anche qui gli affari andavano male, tanto che l’imprenditore ha iniziato a vendere tutto quello che gli era rimasto, ma senza mai arrendersi. Intelligente e di spirito libero e giovanile, ha cercato di rifarsi una vita, sostenuto da una forte fede in Dio. Si era ridato alle invenzioni, come l’auto elettrica che stava omologando all’estero per venderla in Grecia, Egitto e Usa con il suo vecchio marchio Jomark, per venticinque anni portato dalla sua ditta di Saludecio. Il brevetto era atteso per fine ottobre. Ma se n’è andato prima. Giovanni ora riposa nel camposanto di Coriano.

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Si abbassa il “sipario” su uno degli sto-rici negozi di viale Virgilio, la strada che collega il viale Ceccarini con il Palacon-gressi. Aperto nel 1958, dopo mezzo secolo di attività, nello studio fotografico “Luzzi” c’è una parte della storia del tu-rismo di Riccione e di quei personaggi, immortalati dall’obiettivo di Luciano che si esibivano fino agli anni ‘70 al caffè concerto Metropol e al Vallechiara. Un locale, quest’ultimo, che ha avuto il privi-legio di ospitare la migliore clientela nel periodo più bello delle estati riccionesi dove si ballava sotto le stelle con le note di ‘Una rotonda sul mare’. Luzzi, assieme a tante foto in bianco e nero ha riposto in un cassetto la sua macchina fotografica e i suoi pennelli che negli ultimi anni ave-vano preso il posto del suo obiettivo. “La chiusura delle piccole attività è diventata una realtà da quando gli artigiani come me sono stati costretti ad abbassare le serrande, “divorati” dai negozi della grande distribuzione che sono entrati nel viale dello shopping e di conseguenza gli affitti dei negozi sono lievitati enorme-mente”. Luzzi, accennando ad un sorriso aggiunge: “mi viene in mente l’importo che ho pagato per il primo affitto del ne-gozio: 250 mila lire all’anno. Bando alle tristezze, in viale Virgilio, alla fine degli anni cinquanta in quell’area la mia era l’unica attività aperta. All’angolo di via-le Virgilio c’era il caffè concerto, l’Hotel Metropol, il Bedeschi e altre due pen-sioncine. Fino a mezzanotte in viale Cec-carini si vedevano le famiglie e i giovani incollati alle fessure della staccionata del caffè concerto Metropol nel tentativo di intravvedere gli artisti che si esibivano in quel locale all’aperto. Dall’una in poi arrivavano in viale Ceccarini i clienti dei

Luciano Luzzicala la serranda

locali notturni e i personaggi dello spet-tacolo che, come tradizione, si sedevano a mangiare un piatto di tortellini al Cana-sta e al Zanarini. Il mio studio fotografico, che seguivo con inventiva e creatività, coadiuvato da mia moglie Silvana, era conosciuto come ‘Il salotto Luzzi’. Lì era diventato un punto d’incontro di turisti e personaggi celebri, gli stessi che la sera avevo immortalato con il mio obiettivo. Anche il Ministro alla Difesa Ignazio La Russa è venuto a trovarmi. Aveva sposa-to in prime nozze Marika la figlia di Cot-tarelli, proprietario dell’Hotel Metropol. Il figlio Geronimo l’ho tenuto tante volte sulle ginocchia. Bando ai ricordi, ora avrò più tempo libero per godermi la mia Ric-cione, passeggiare sul nuovo lungomare e comporre testi per le commedie dia-lettali”.

Marina Giannini

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Liù Forno si è laureata in pittura all’Ac-cademia Albertina delle Belle Arti di Torino. Allieva di Menzio. E’ un’artista piemontese che ha scelto la Romagna e Riccione come terra del cuore, di vita e di lavoro. Liù Forno ha avuto un’idea genia-le e molto simpatica: un pino che resiste tutto l’anno; non semina aghi per tutta la casa ma cambia abito con le stagioni e le fantasie di chi lo possiede. Appeso alle pareti interagisce con chi lo guarda: non è un’opera statica. La sua superficie (pregiata tela tessuta a mano) ha tagli tra-sversali che donano movimento al dipinto e attraverso i quali possono filtrare piccoli palpiti delle lucine di Natale o incastra-re invitanti bustine colorate con dentro pensieri affettuosi e stimolanti per tutto l’anno. E’ quindi un’opera in continuo di-venire utilissima perché stimola la parteci-pazione attraverso il gioco visivo e la fan-tasia del possibile. Mentre girovagate per la casa vi regala un attimo di evasione con la simpatia che diffonde, dialoga e aspet-ta: vale a dire che innesca con l’opera una complicità importantissima per la nostra mente. Mi riferisco all’intelligenza emoti-va, indispensabile a tutti noi e utile per vi-vere in serenità. La creatività di Liù Forno investe molti campi, ma qui ci preme sot-tolineare come grazie a lei, all’amore per

Un abete irresistibile

il suo lavoro, alcuni stabilimenti balneari di Riccione si sono arricchiti di uno spa-zio prestigioso, quello di Galleria d’arte moderna all’aperto, una nuova ulteriore forma di ospitalità: si tratta di installazioni in cui il nome del titolare e il numero dei bagni si compongono in un gioco intenso di forme. Tutto ciò produce negli ospiti stagionali momenti di particolari, intense suggestioni e un senso di benefico, alle-gro dinamismo.

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E’ nata finalmente a Riccione il 28 settembre scorso Pubblica Assistenza Croce Blu Onlus. L’hanno tenuta a battesimo, l’As-sessore alle politiche sociali Varo, il Vicesindaco Francolini, il Direttore del Presidio Ospedaliero di Riccione dott. Romeo Giannei, il direttore di Volontarimini Maggioni, i tanti volontari tra i quali il coordinatore della sede riccionese Franco Piccioni insieme con Giorgio Mignani, Giorgio Attala, Franca Frisotti, Luisa Goldoni. E’ appena nata ma ha già fatto vedere che ha le idee chiare: sono infatti partiti il 18 ottobre i corsi per vo-lontari del soccorso con ben 80 partecipanti, ma l’attività di reclutamento e di formazione dei nuovi volontari proseguirà fino a giugno 2011. Partiranno infatti a breve i corsi per autista e i nuovi corsi per soccorritore, oltre ai corsi di primo soccorso per i cittadini: chi vuole partecipare non deve fare altro che chiamare Croce Blu allo 0541/333222 o visitare il sito dell’asso-ciazione (www.croceblu.info). Non servono requisiti particolari ma un po’ di voglia di partecipare e di aiutare chi ha bisogno. Ovviamente chi non vuole o ne se la sente di occuparsi di soc-corso sanitario, può dare una mano nella segreteria organizza-tiva dei servizi, nella raccolta fondi, nelle attività sociali: basta avere voglia di costruire qualcosa insieme e di sentirsi utili per qualcuno: il resto non conta. La nascita di Croce Blu Riccione è sorta per una necessità espressa dal territorio riccionese che da alcuni mesi richiede sempre più i servizi dell’Associazione e da un gruppo di cittadini di Riccione, coordinati da Franco Piccioni, che ha voluto ripercorrere anche in questa città la positiva esperienza di Croce Blu. Pubblica Assistenza Croce Blu è una associazione di volontariato ONLUS, no profit quindi, autonoma ed indipendente, nata nella provincia di Rimini sei anni fa. Attualmente conta circa 120 volontari attivi, ai quali si aggiungeranno i tanti volontari dell’area riccionese. Croce Blu è l’unica associazione di volontariato della Provincia di Rimini a fornire servizi di trasporto con ambulanza e primo soccorso. Accanto a questo tipo di servizio l’associazione eroga inoltre trasporti con mezzi per portatori di handicap ed infermi. Im-portante è inoltre l’attività di Protezione Civile e nell’ambito della formazione sanitaria per volontari e per i cittadini. Cro-ce Blu non utilizza personale dipendente e tutti i servizi sono forniti dai volontari. L’associazione dispone di un parco mezzi costituito attualmente da 4 ambulanze, un pulmino e un auto per il trasporto handicap e un auto medica per i servizi di taxi

Croce Blu al servizio dei cittadini

sanitario. La presenza di un parco macchine ben equipaggiato e un organico preparato e motivato ha fatto sì che Pubblica Assistenza Croce Blu, in pochi anni, si distinguesse sul territorio per serietà e competenza riscuotendo un ampio consenso tra le persone e tra le istituzioni e fornendo in media circa 2000 ser-vizi all’anno con 1000 persone assistite. Aspetto fondamentale della realtà di Croce Blu è la particolare attenzione alla traspa-renza amministrativa e di missione. Croce Blu rende pubblico ogni anno il proprio bilancio, i servizi erogati, i progetti in cui è impegnata. I fondi derivanti dalle donazioni non vengono utiliz-zati per la gestione dell’associazione ma solo per fornire mezzi e servizi ai cittadini. Ogni anno Croce Blu lavora ad un proget-to concreto e in quest’ottica si è impegnata ad acquistare una nuova ambulanza per la città di Riccione, che affiancherà quella già in dotazione alla sede, entro il settembre 2011: un progetto serio e ambizioso che caratterizzerà questo primo anno di vita. Ma il lavoro più importante sarà quello di entrare in sintonia con le persone di Riccione e con loro costruire qualcosa di concreto che sia opera della città, al servizio dei cittadini. Vor-remmo concludere con una frase che ci rappresenta al meglio: Abbiamo fatto della solidarietà il nostro punto di partenza, del-la partecipazione il nostro metodo, della responsabilità civica la nostra forza. Vi aspettiamo!

Coordinatore Croce Blu RiccionePresidente Franco Piccioni

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Nelle giornate del 3, 4 e 5 settembre si è svolta a Riccione la settima edizione del festival Parco Poesia. La manifestazione ideata e diretta dalla giovane poetessa riccionese Isabella Lear-dini, è organizzata in collaborazione con il Comune di Riccione e il Rotary Club Riccione Cattolica con il contributo di alcune importanti aziende romagnole. Da anni ormai Parco Poesia si è affermato come appuntamento di riferimento in Italia per le più giovani generazioni di aspiranti scrittori e si caratterizza proprio per la sua funzione di talent scout, riunendo nello stesso parco e sullo stesso palco più generazioni di autori. I più importanti poeti contemporanei italiani partecipano infatti accanto a gio-vani ventenni, che presentano il loro primo libro o manoscritti ancora inediti. Nel parco di Villa Lodi Fè per due giorni si svol-ge una vera e propria festa, un momento in cui la poesia vive anche nell’amicizia con l’entusiasmo che contraddistingue l’in-contro tra giovani e maestri. Ogni anno il festival propone un titolo ed un tema su cui si sviluppano diversi momenti di con-versazione. Quest’anno il titolo era “I folli, i poeti e i bambini. Quelli che sanno far versi” ed il tema era il rapporto tra poesia e follia. Durante le due serate agli ospiti è stato chiesto di leg-gere le proprie opere ma anche di presentare al pubblico un poeta non ancora trentenne e ogni maestro ha scelto un giova-ne su cui scommettere. Anche in questa edizione il festival ha riconfermato la sua attenzione al sociale con il progetto Poesia Offerta. Durante le giornate del festival nel parco campeggia un contenitore, simile ad una grande cassetta delle offerte, ma fatto per accogliere libri. A tutti gli autori e al pubblico viene chiesto di donare almeno un volume, magari con dedica, ed al termine del festival tutti i libri raccolti vengono affidati ad una struttura ospedaliera, nella convinzione che la poesia debba essere un gesto di amore per la vita, capace di andare proprio nei luoghi in cui questo amore è più necessario. Quest’anno, in sintonia con il tema la scelta ha favorito il reparto psichiatrico della clinica Il Sole di Misano Adriatico, e la Dottoressa Barbara Sangiorgi ha ritirato la piccola biblioteca che ha preso forma

Maestri e giovani talentisi incontrano al festival Parco Poesia

Nella foto una rappresentanza del coro di voci bianche di Riccione “LE ALLEGRE NOTE” che nell’11° anno di attività inizie-rà a portare sulla divisa, ricamato il logo di Famija Arciunesa. Il “Babbo “ Giuseppe posa con i ragazzi, con il maestro Fabio Pecci e con la referente organizzativa Ma-rina Tordi, inaugurando le divise che Fa-mija Arciunesa ha donato al coro. Nell’an-no dei record (mai avuti così tanti iscritti) e nell’anno in cui il coro si è aperto anche ai ragazzi provenienti da altre scuole non ne-cessariamente del 3° Circolo Didattico di Riccione, il “timbro” di ARCIUNES gunge graditissimo. In fondo le “ALLEGRE” sono una grande famiglia, che riunisce tra voci bianche e coro giovanile oltre 120 ragaz-zi e, appunto, le loro famiglie. Sodalizio azzeccatissimo quindi! A breve la foto di TUTTI i coristi con la nuova divisa! Intanto il coro si prepara per il debutto in Carmen nell’opera di Capodanno di Rimini, l’1 e 3 gennaio 2011.

Le Allegre Note sempre più “Arciunis!”

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grazie a poeti e lettori. Il progetto Poesia Offerta non potrebbe essere così efficace senza lo straordinario apporto del Rotaract club Riccione Cattolica, che per l’intera durata del festival ge-stisce un book shop e chi compra un libro fa del bene, perché una quota del ricavato viene devoluta per i progetti di bene-ficenza. Tra le novità di questa edizione anche la premiazione con cui il festival si è chiuso. Il Rotary Club Riccione Cattolica ha voluto dare un’ulteriore conferma della propria attenzione alla cultura e all’arte, ed ha scelto Parco Poesia per conferire un premio al talento locale. Così il festival, aperto dal saluto del presidente Riccardo Angelini, si è chiuso con l’intervento del dott. Giovanni Olivieri che ha consegnato il “Primo Premio Rotary Maria Ceccarini per il talento locale” a Luca Nicoletti, giovane riccionese, che nell’occasione ha voluto ricordare il cuore di Rosita Nicoletti, da sempre partecipe del Festival col suo inseparabile obiettivo.

Da sin.: la presentatrice Isabella Leardini, dott. Giovanni Olivieri del Rotary Club e il giovane poeta Luca Nicoletti.

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conveniente. Nella sua funzione di respon-sabile dell’ufficio Tributi ricordava spesso di avere gestito e poi visto morire tanti tributi: l’Imposta di Consumo (più comunemente chiamata Dazio), quella di Famiglia, sul Va-lore Locativo, sui Cani, sulle Aree Fabbrica-bili; tributi che evocano un sapore di antico e di un lontano passato. Aveva anche visto nascere e morite nuovi tributi come l’ICIAP e l’INVIM che fortunatamente per noi hanno avuto vita relativamente breve. Alla fine gli erano rimasti da gestire solo due tributi… ma molto tosti: la Tassa Raccolta Rifiuti e l’ ICI. Andava molto fiero e mostrava molta contentezza perché con l’ICI negli anni pas-sati il Comune di Riccione incassava ogni anno con i recuperi dall’evasione somme di importo uguale a quelle del Comune di Rimini tre volte piu’ grande.Era stato lui in collaborazione con il suo Assessore di quel tempo Daniele Imola a proporre il ricorso contro la Zona Unica Catastale; il ricorso fù accolto e cosi’ Riccione venne suddiviso in tre zone catastali anziché in una sola come invece era stato proposto dal Catasto (la zona unica voleva dire che un fabbricato di via Veneto aveva valori catastali circa come uno di via Ceccarini). Nell’anno 2000 il nuo-vo Sindaco Daniele Imola lo comprese nella compagine dei Dirigenti e gli affidò la dire-zione di una lunga lista di uffici e cioè Risor-se Economiche, Tributi, Servizi Demografici, Elettorale, Stato Civile, Protocollo, Centrali-no, Messi Comunali, Difensore Civico e URP (Ufficio Relazioni col Pubblico). Fù sotto la

Il 1” Maggio scorso è andato in pensione Pio Biagini che per piu’ di 40 anni era stato dipendente del Comune di Riccione; se ne è andato (in pensione!) in silenzio, senza al-cun clamore o proclama cosi’ come per tutti quegli anni aveva operato nel Comune; e dire che al suo lavoro era inerente anche un campo molto delicato quale è quello dei tributi. Abbiamo cercato di fare una chiacchierata con lui ma ci ha detto solo po-chissime cose. “Non ho parlato con nessun giornale e la stampa nulla ha pubblicato sul mio collocamento a riposo perchè ritengo che la pensione sia un momento della vita di una persona molto particolare e soprat-tutto estremamente “personale” e che dal punto di vista giornalistico poco importa alla gente“. Nonostante i suoi silenzi siamo ugualmente riusciti a ricostruire la sua lunga vita da dipendente comunale in quanto in passato per tanti motivi, non ultimo la dislo-cazione del suo ufficio (a piano terra e con la finestra su un continuo passaggio) abbia-mo avuto frequentissimi contatti e lunghe chiacchierate. Pio Biagini era stato assunto in ruolo il 1° Aprile 1970 in quanto primo classificato in un concorso pubblico di Capo Ufficio Personale ma lì aveva lavorato solo pochi mesi per poi essere trasferito alla Ra-gioneria. Settore dove è poi rimasto per 40 anni consecutivi senza interruzione e sem-pre nella Palazzina Rosa della Ragioneria. Al momento della sua assunzione il sindaco era Biagio Cenni ed assessori Dino Capelli, Novello Nanni, Marcello Casadei, Gastone Casadei, Tiziano Solfrini, Cleto Bagli e Ra-gioniere Capo il sempre giovane e dinamico ancora oggi, benché abbia 96 anni, Virgilio Tontini. Biagini curava il Servizio Entrate ed oltre ai tributi doveva anche perfezionare le istruttorie dei mutui che il Comune stipulava per poter eseguire opere pubbliche;ai tem-pi in cui i Sindaci erano prima Terzo Pierani poi Massimo Masini il Comune contraeva decine di mutui ogni anno (allora si poteva). Mutui che dovevano essere definiti con la firma di un rappresentante del Comune a Roma e cosi’ ricordava con piacere le decine e decine di trasferte a Roma in auto, (autista Giorgio Gabellini) con partenza da Riccione alle 4 di mattina e rientro in serata senza mai aver avuto un benché minimo incidente o in-

IL PERSONAGGIO

Pio Biagini “Cantoun”sua direzione che il Comune istitui’ l’URP e cambiò totalmente l‘ubicazione e la strut-tura degli uffici Anagrafe, Elettorale, Stato Civile. Andava fiero per aver vinto ricorsi in materia di ICI sia presso la Commissione Regionale che presso la Corte di Cassazio-ne con decisioni che avrebbero poi costitu-ito riferimenti a livello nazionale. Ripeteva spesso “ il mio datore di lavoro è il Comune di Riccione ed io faccio gli interessi del mio Comune che è quello che mi paga“. Ricor-do la sua profonda gioia quando circa tre anni fa veva fatto guadagnare al Comune una discreta somma in un investimento di Finanza Derivata (SWAPS). In quel periodo scoppiò lo scandalo, ancora aperto, su que-sti investimenti in quanto quasi tutti i Co-muni, Provincie e Regioni avevano investito in SWAPS ma quasi tutti avevano perso e rimesso cifre elevatissime; il Comune di Ric-cione invece finì sui giornali, specie finanzia-ri, perché invece ci aveva guadagnato. Ab-biamo cercato di strappargli qualche com-mento, indiscrezione o aneddoto sulla sua lunghissima vita da dipendente comunale: “Ho avuto 5 sindaci e decine di Assessori e su di loro di cose da dire ne avrei tantissime ma sarebbero considerazioni personali sen-za dare agli interessati possibilità di replica e quindi preferisco tacere; posso dirvi che con il Sindaco Massimo Pironi abbiamo con-sensualmente concordato la mia andata in pensione parecchi mesi prima della scaden-za per poter, ognuno di noi, programmare il proprio futuro. Io quello mio personale, lui quello della mia sostituzione all’nterno del Comune come si fa tra persone serie e abbiamo tenuto fede alla parola data. Cre-detemi, oggi è cosa rara. Pironi con me è stato un vero signore. Non posso dire al-trettanto di tutto il resto: mi avevano detto che andando in pensione tutti si sarebbe-ro dimenticati di me e di quello che avevo fatto anche in un recente passato. Ebbene, è stato molto peggio di quanto immagi-nassi, ma quello che piu’ mi dispiace è che di me si sono completamente dimenticate quasi tutte le persone che erano o ritene-vo veramente amiche… gia’ ma cosi’ va il mondo”. A quanto sopra aggiungiamo una nostra considerazione: Pio Biagini in 40 anni di lavoro a diretto contatto con la gente anche fuori dal lavoro ci conosce quasi tut-ti in modo profondo ivi compresa la nostra situazione economica; un patrimonio così ampio e profondo del nostro tessuto sociale dovrebbe essere ancora utilizzato. L’ufficio dove lavorava è ancora vuoto: passando di lì viene spontaneo dare una occhiata come facevamo sempre in passato; ci fermavamo per un saluto o per una breve chiacchierata. Con Pio, sempre in giacca e cravatta, culto-re della parlata mostrana e dei modi di dire, ci parlavamo rigorosamente in dialetto. Buon riposo, buona pensione Biagini della famiglia dei Cantoun.

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CURIO ITàsenzaetàdi Maria Grazia Tosi

RiccioneSIsui passi di Mosè

A pochi minuti dall’atterraggio ad Aqa-ba, la carovana di sgangherati fuoristra-da che attraversa un pittoresco tratto di deserto del Wadi Rum, da il via al viag-gio in Giordania che ha mobilitato circa 170 entusiasti ed avventurosi pellegrini, una trentina dei quali riccionesi. Inizio spericolato, cavalcando dune sabbio-se color biondo tiziano contornate da un’infinita distesa di promontori roc-ciosi e glabri: meta finale un tendone beduino, dove è celebrata la prima di una puntuale sequenza di Sante Mes-se presiedute dal Vescovo della Dioce-si di Rimini Sua Eccellenza Francesco Lambiasi, anima del viaggio. Accan-to a lui quattro sacerdoti, tra i quali il nostro Don Maurizio della parrocchia S.Martino, che individueranno e rigire-ranno a noi tutti quell’enfasi mistica che inevitabilmente un percorso sulle orme di Mosè non può che elargire a piene mani (spesso giunte). Finita la celebra-zione, davanti a noi il primo incantevole scorcio: minuscole luci incastonate in gioielli di rocce, che sembrano scol-pite dalle sapienti mani di un orafo di millenni antico, fanno il verso a quelle che punteggiano il cielo di ebano. La mattina seguente si presenta nebulosa e caldissima (non avendo ancora noi af-frontato quello che sarebbe stato poi il vero caldo) ed un battello ci porta a Taba, attraversando le acque egizie del Mar Rosso. Lo stravagante agglomera-to di mimetizzati e minuscoli bungalow in pietra a Santa Caterina, divengono breve rifugio per chi già all’una di notte si cimenterà nella mitica salita al Mon-te della Teofania: 4 ore di percorso e 2.285 metri l’altezza da raggiungere. Una salita impervia, accessibile solo ai più volonterosi. Un dubbio amletico sottovoce si dirama tra pellegrino e pellegrino: “a piedi o col cammello?” Scelta non facile per tanti, timorosi da una parte di sobbarcarsi un’ora e mezza di trasbordo su ondeggianti ed altezzo-si quadrupedi, e dall’altra di non riusci-re ad arrivare alla vetta sulle proprie gambe. Giunta la notte, ecco l’avviarsi di un percorso che si dimostra imme-diatamente avvincente e greve, lungo un sentiero sassoso calpestando il qua-le si viene catapultati indietro nella sto-ria. Una camminata nel buio quasi tota-le, dove la luce delle pile che ciascuno porta con sè schiarisce di poco quella emanata dalla luna piena. Il paesaggio è magico, costellato da minuscoli pre-sepi abbarbicati sui monti, e dove una lunga fila di variopinti ‘re magi’ proce-

de verso il posto santo. Gli ultimi ardui settecento gradoni di granito ci porta-no a pochi passi dal cielo, per assistere ad un’alba celestiale. Dopo una breve visita al Monastero di Santa Caterina, maestosa costruzione greco-ortodossa del 527 a.C. e sede della collezione di Icone più preziosa al mondo, si parte per Taba. E poi Petra, una delle sette meraviglie del mondo. L’architettura di una città costruita nella roccia assume sembianze irripetibili, per la conforma-zione e soprattutto colorazione nelle tante tonalità di rosa che la colorano. Rocce, rocce ed ancora rocce, che svet-tando l’una più alta dell’altra, e che sembrano abbracciarsi tanta poca è la distanza che le divide. Strettoie moz-zafiato che dopo aver percorso il ‘Siq, una gola di un chilometro e mezzo, improvvisamente si aprono ad effet-to sulla maestosità della Tesoreria Al Khaznech, il monumento più imponen-te, per continuare poi con uno spazio ad ampio respiro. Un respiro rovente, visti i quasi 50 gradi che mettono molti ‘esploratori dell’anima’in seria difficoltà. Dopo la liturgia tra le rocce della Picco-la Petra, con fedeli appollaiati sui erti massi rocciosi attorno ad un semplice altare confezionato in pochi minuti, si va ad Amman, la capitale: città caotica, affollata di strade dove sfrecciano auto accelerate e strombettanti. Un grande albergo, il Regency Palace, alloggerà i pellegrini per le ultime quattro notti; pellegrini che per la fatica e il clima già cominciano a ‘decimarsi’. Il mattino se-guente partenza per Madaba, cittadina nota per i suoi mosaici bizantini, e ri-

partenza in pullman (mezzo di trasporto basilare di tutto il pellegrinaggio, con tanto di guida locale a seguito). Un sus-seguirsi di suggestive vedute si delinea-no all’orizzonte, tra i quali la Terra San-ta, ed un territorio che spazia lontano, lungo tutta la valle e sino al Mar Morto e ancora più lontano, verso le colline di Gerusalemme e della Giudea. Dopo aver visitato il castello crociato di Kerak si ritorna esausti in hotel, per ripartire il mattino successivo verso Jerasch, la Pompei d’Oriente, i cui reperti archeo-logici regalano un pizzico di quella che fu la grandiosità edificante dei nostri avi romani. Il settimo giorno due appunta-menti che rapiscono in modi comple-tamente differenti. Il primo è Betania, commovente luogo del Battesimo di Gesù Cristo, lungo le placide acque del Giordano. Acque sicuramente più lai-che, invece, quelle del Mar Morto, dove pellegrini incantati ma provati vengono graziati da qualche ora più leggera e lu-dica: la concentrazione del 30% di sale li fa accomodare placidamente come fossero seduti su un divano. Il mattino successivo, dopo aver visitato un pez-zetto di Amman, si ritorna in patria, con un bagaglio palpitante di emozioni; si conclude così un viaggio interessante ed intenso, organizzato con competen-za dall’Agenzia Ariminum di Rimini, e reso speciale per la presenza coinvol-gente ed appassionata della nostra gui-da spirituale: quella del Vescovo Fran-cesco (così, con la modestia dei grandi, vuole essere apostrofato).

Maria Grazia Tosi

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AVVENTURE PER MARE

Le strabilianti avventure dei romanzi salgariani, fatte di mari e nature lontane e selvagge, sono state per il riccionese Paolo Cenci determinante pungolo. Il suo non è un normale amore per il mare, ma un approccio più temerario e totalizzante, un’esigen-za viscerale, una continua ricerca di nuove sfide. Sessantaseienne pacato, perspicace e un po’ burberamente schivo, dice di te-mere la gente più del mare, unico elemento che gli regala una dimensione di libertà e quiete: “Se non fosse così piacevole non si lascerebbe una vita comoda per un vivere spesso disagevole e rischioso. Ma quando si naviga ogni alba e ogni vento sono di-versi; il mare non è mai monotono… anche se bisogna imparare a leggerlo ”. Figlio di Carlo (Munbèl), iniziò lavorando a 14 anni nel cantiere di Magnani e successivamente quello di Mulazzani, dove si amplificò la passione per i Cutter: a 16-17 anni ottenne la patente nautica, e per questo veniva spesso chiamato anche fuori Riccione, per affiancare proprietari d’ imbarcazioni che ne erano privi. Sino ad acquistare con un socio la sua prima creatura: il “Mobydick”, scaraventato sulla costruzione di Papini durante il famoso fortunale del ‘64, mentre faceva il militare, in Marina naturalmente. Una parentesi estranea alla sua prima vocazione fu il pugilato, col quale raggiunse buoni successi: “Un’estate ave-vo conosciuto il campione Mario Lugli, che sapendo della mia predisposizione alla boxe mi portò alla Libertas di Rimini, dove incominciai ad allenarmi regolarmente di sera dopo il lavoro, per passare poi alla Polisportiva di Riccione, seguito dal bravo Elio Montebelli. Per diverso tempo fui l’eterno secondo, poi a 26 anni divenni Campione Italiano Dilettanti. Poco prima di passare nei professionisti, smisi. Ma il mare non l’abbandonai mai: in inverno con Dante Vannucci andavo a vongole, che dopo vendevamo alla fabbrica Amati, ma anche a ristoranti e pescherie… e quando arrivava la stagione di nuovo sull’acqua. Penso di essere stato un degno avversario di Severo Pronti, esperto uomo di mare.” Pa-olo annovera tantissimi Cutter, cambiando così sempre il posto d’attracco, tanto da stancarsi ed ‘emigrare’ per una o due estati verso le acque di Iesolo. “A Riccione ce n’erano 26, e la spiaggia non era sufficiente per la sosta e il carico dei bagnanti. Finalmen-te dal ’75 all’80 col “Corsaro nero” ottenni un posto bellissimo, all’Alba davanti alla zona 111 di Bugli.” E poi ancora operatività marina, dal salvataggio alla zona al mare in cooperativa coi ba-gnini delle spiaggie 3-4-5 al confine con Misano, alla navigazione invernale sulle navi della Ferruzzi e Raul Gardini che lo portavano sino al Sud America, Canada, Panama… Tra le svariate occupa-

Paolo Cenci: un ‘corsaro’ romagnolo

zioni riesce anche a sposarsi, con una francese conosciuta a Ric-cione con cui mette su famiglia, e per la quale si ferma qualche anno lavorando su pescherecci di Cattolica. Dopo 6-7 anni però il matrimonio ‘affonda’… e si risalpa: per qualsiasi barca che aves-se bisogno di un marinaio Paolo ero sempre pronto. E intanto si stava già concretizzando il suo ambizioso sogno di attraversare l’Atlantico.” Mi sono trasferito con una barca alle Canarie, e su una rivista francese ho visto un grande catamarano e l’ho com-prato accendendo un mutuo, mentre comunque continuavo in primavera e autunno a pescare le seppie qui da noi. Uno sba-glio fu quello di acquistarlo ‘in secco’ pensando poi di fargli dei lavori mano a mano lungo le tappe per l’Atlantico.” Partendo da una località vicino Marsiglia, nel corso della traversata cam-biò tre compagni di viaggio. Dopo svariate traversie dovute alla mancanza ed avaria delle strumentazioni necessarie per un’im-presa del genere, sull’onda degli Alisei e di una buona dose di coraggio ed incoscienza, approdò ad Antigua, nei Caraibi. “Ab-biamo affrontato momenti molto duri. Anche se avevamo ben pianificato tutto, dalla farmacia di bordo alle abbondanti scorte in cambusa, i 21 giorni senza toccare terra furono una bella pro-va.” Il catamarano rimase sull’arenile caraibico, e Cenci vi anda-va in inverno per portare in giro i turisti amanti del veleggiare. E non mancarono neanche attimi rischiosi: “Una notte, a seguito del brutto tempo nella fascia di mare che si trova tra Cuba e Haiti, approdai in una baia e venni aggredito dalla popolazione del posto con bastoni e maceti... me la sono vista molto brut-ta!” Nelle estati successive ha continuato a lavorare nel porto di Riccione come ormeggiatore, e dopo breve ha venduto il suo amato catamarano. Attualmente fa solo il pescatore, e dopo aver avuto dei mosconi a motore ora possiede una propria bar-ca: “Comunque ho sempre un piccolo catamarano che tengo in zona Marano… per non perdere l’allenamento.”

Maria Grazia Tosi

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Una mostra riccionese ha travalicato i confini della Romagna, per ambien-tarsi in una location magica: quella di Fiorenzuola di Focara, il più bell’an-golo del Monte San Bartolo, a pochi chilometri di mare da noi. Anche se in terra marchigiana, è stato ‘invaso’ da centinaia di nostri cittadini che si sono incuriositi per la mostra “Fluttuanti Tra-sparenze” di Fiorella Zoppi Brega. La ricostruzione di un oscuro e misterio-so mare in perpetuo movimento, per il quale piccole pile in dotazione ai visita-tori risultavano indispensabili, ha fatto da inedita cornice allo srotolarsi di scul-ture in vetro fusione che l’autrice ha re-alizzato grazie alla collaborazione della Vetreria Riccionese nella quale lavora. La famiglia Gasperini, infatti, ha dato la possibilità di esporre creazioni che Fio-rella ha realizzato grazie alle specifiche attrezzature per la fusione: “Una tecni-ca che ho appreso sette anni fa dalla si-gnora Nini, moglie di Silvio e madre di Alessandro, attuale titolare dell’azien-da. E’ stata lei che con pazienza e competenza mi ha insegnato un nuovo modo di creare con il vetro.” La mostra è stata allestita in una delle sale comu-nali del Comune di Fiorenzuola, collo-cata proprio al centro del piccolo ma frequentatissimo borgo. L’assessorato alla Cultura di Pesaro ne ha concesso il pieno utilizzo e, dopo aver constata-to il successo riscontrato nei 15 giorni di esposizione, ha volentieri prorogato l’evento al 22 agosto. L’effetto scenico, oltre alle numerose opere che si alline-avano su un lunghissimo ripiano fatto di tronchi che ricordavano un antico relitto, si arricchiva di meduse traspa-

Riccione ‘esporta’ una trasparente creativitàrenti che fluttuavano dall’alto, e giochi di luci nelle tonalità degli abissi illumi-navano la penombra che volutamente avvolgeva la sala, inondata da musiche trascinanti. Sala stretta e sottile, rad-doppiata nella sua lunghezza da un enorme specchio posto sul fondo, che proponeva e riproponeva all’infinito i colori e le sembianze del vetro; e se da un lato proiezioni dietro fondali traslu-cidi parevano far immergere i visitatori in un paesaggio marino popolatissimo di creature d’ogni specie, dall’altro le grandi porte-finestre si affacciavano su un panorama questa volta vero, dove il ceruleo mare di Fiorenzuola, la sua ricca vegetazione, il venticello imper-tinente completavano il fascino di un momento artistico difficilmente dimen-ticabile.

Maria Grazia Tosi

Marco Innocenti ci ha inviato que-sta emblematica fotografia con la quale ha partecipato alla campagna contro la violenza alle donne indetta da Amnesty International nel 2006. Scattata in una casa di Riccione, che trasudava angoscia ed abbandono, ha per titolo: “L’angoscia, la soli-tudine”. Il messaggio è che la sua visione possa creare momenti di ri-flessione e li tramuti in azioni di aiuto qualora, malauguratamente, ci si tro-vi ad essere testimoni di sopraffazio-ni e maltrattamenti verso le donne.

La “forza” di una fotografia

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Tre cittadine riccionesi, ma che non sono italiane. E’ interessante verificare, direttamente dalle loro testimonianze, se la nostra cosmopolita città lo sia in concreto, o se invece la proverbiale ospitalità che ci contraddistingue non venga elargita ‘a pagamento’, esclu-sivamente cioè nei confronti del turi-sta, fondamentale pilastro della nostra economia. Mimoza, albanese. Lavorava nel suo paese come ragioniera, il mari-to ingegnere, un figlio di 2 anni e due genitori; la guerra civile non garantiva tranquillità, e nel ’97 arriva qui con loro, dove già abitano sua sorella e suo co-gnato con le rispettive famiglie. “Pen-savamo di starci un anno, ma abbiamo

trovato casa e lavoro… e ne sono pas-sati già tredici; a me e mio marito pia-cerebbe anche ritornare là, ma non lo faremo probabilmente per nostro figlio. E’ cresciuto qui e si è perfettamente in-serito sia con gli amici che nella scuola. Frequenta il L. Scientifico e va a calcio come tanti ragazzini della sua età. E’ stato aiutato nell’apprendimento del-la lingua dalle sue maestre d’asilo e io stessa ho frequentato un corso organiz-zato dalla parrocchia dell’Alba. Facilita-ta dall’avere già qui tanti familiari, devo dire che comunque sono stata accolta bene dai riccionesi. Certo che dipende molto dal modo col quale ci si pone… non nego che all’inizio ho dovuto as-sumere un atteggiamento ’morbido’, sorvolando qualche piccolo commento col sorriso sulle labbra. Posso ringrazia-re tante donne del posto che mi han-no aiutata nella mia ricerca di lavoro e d’ambientazione.” Alla domanda se a Riccione cerca i contatti con gli altri al-banesi presenti risponde: “Direi di no, anche perché qui ho tutti i miei parenti, e il tempo libero lo dedico a loro; credo che la tendenza a fare gruppo sia legata al fatto di aver lasciato il resto dei propri cari nella nazione dalla quale si è parti-ti.” Una curiosità: Mimoza racconta che nel suo paese aveva già precedente-mente conosciuto una riccionese: Suor Licia, che lì prestava la propria opera solidale presso il Centro… “Alba”. Lud-mila, moldava, ingegnere. Vedova e

con una figlia adolescente che prati-cava la danza sportiva ad alto livello, si ritrovava ad affrontare spese trop-po esose. Si sposta da sola qui a Ric-cione, trovando un’occupazione esti-va. “Sono arrivata come ospite di una compaesana che lavorava come ba-dante. E’ importante avere un punto di riferimento quando si giunge in un luogo sconosciuto, anche due o tre parole bastano per instradarti. Quan-do poi mi sono sistemata ho saputo che una signora cercava una ragazza come aiuto parrucchiera; mia figlia aveva già iniziato là un percorso pro-fessionale che ha finito qui a Riccione, trovando quasi subito un buon po-

sto.” Il problema della lingua è stato risolto da Ludmila prima di sbarcare in Italia grazie ad un corso trimestrale, per rendere più facile il proprio inseri-mento sociale. Nei primi tempi qual-che pregiudizio l’ha dovuto affronta-re, sul lavoro e non: “Ma cercavo di fregarmene, e quando rientravo in casa di dimenticare. Mi sono pian pia-no rasserenata, e ora le persone che mi sono più vicine sono italiane: dice una mia amica che più che straniera sembro una ‘napoletana’; questo per dire che l’integrazione dipende an-che molto dal carattere.” Il desiderio di Ludmila è quello di ritornare nella propria terra? “No, no, io voglio stare qui a Riccione, guadagnare, compra-re una casa. Anche perché non ho più nulla che mi attira là: i miei genitori sono morti e qui ho mia figlia… ed ora anche mio marito, che ho sposato in Municipio un anno fa. Lei, invece, nonostante qua stia bene e abbia le-gato con le sue colleghe, non esclude di farlo; ora sta prendendo la paten-te, e da noi non è facile comprarsi una macchina…” Betty, nigeriana, laurea-

ta in Scienze. Qui è tutto un altro paio di maniche. L’accettazione infatti che in generale si rivolge agli stranieri… è rivolta agli stranieri ‘bianchi’. “Il colore della pelle è ancora un problema: il ric-cionese, e non solo, preferisce avere a che fare con uno straniero meno bravo ma con la pelle simile alla sua, piuttosto che uno bravissimo ma di pelle scura! Questo non vuol dire che nei vent’anni che ho abitato qui non mi sia inserita… ma è stato molto difficile. I pregiudizi legati all’aspetto hanno avuto il proprio peso inizialmente anche nei confronti dei miei due figli; per fortuna sono ra-gazzini molto bravi, sia a scuola che nel-lo sport, se no sarebbe stata molto più dura per loro.” Da tenere conto poi che Betty dal 2003 è riuscita ad acquisire an-che la nazionalità italiana, essendo nel nostro paese dall’80, quando raggiunse quello che sarebbe diventato poi suo marito, laureato in Italia, e che a Riccio-ne è restato per diverso tempo prima di ritornare in Nigeria per un interessante

lavoro. “E’ stato più facile per me tro-vare delle occupazioni, mentre lui qui era finito a lavare le pentole. Ora sono sola coi miei figli e mi piacerebbe riuni-re la famiglia, ma voglio restare ancora perché il livello delle scuole pubbliche in Nigeria non è dei migliori e quelle private sono inaccessibili. Adesso, co-munque, la discriminazione è un po’ meno prepotente: è un ricordo lonta-no lo spiacevole momento quando un albergatore che cercava personale mi disse - va bene… posso prenderti… ma nessuno deve vederti! - Accanto a tante persone liberali, che quando ti conoscono bene ti rispettano e ti di-ventano amiche, purtroppo c’è qual-cuno che ancora teme l’uomo nero!”

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Giovanni Morganti, Giuseppe Lo Magro, Massimo Pironi, Giovanni Olivieri e Ric-cardo Angelini invitano il pasticcere Glauco Bianchi a “darsi una mossa”.

Calici in alto del sindaco e del Consiglio di Amministrazione di Famija Arciu-nesa in un brindisi auspicante ad un arrivederci per l’ 89° compleanno.

...MILLECINQUECENTO A DESTRA!

DOMENICA 17 OTTOBRE 201088° COMPLEANNO DI RICCIONE COMUNE AUTONOMO 1922/2010

REPORTAGE

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IL GRANDE

DI RICCIONEVIALE ROMAGNA ANGOLO VIALE CASTROCARO

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I sorridenti volontari della Famija dopo la distribuzio-ne di torta e spumante.E’ stata una faticaccia... ma ne valeva la pena!

I vincitori della sottoscrizione a premi offerti dai Gioiellieri di Riccione.

DOMENICA 17 OTTOBRE 201088° COMPLEANNO DI RICCIONE COMUNE AUTONOMO 1922/2010

REPORTAGE

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Un articolo, apparso di recente sulla Voce di Romagna (Tullio De Prato-Un artefice dell’aeroporto civile di Aldo Viroli), mi ha indotto a riguardare, con rinnovato inte-resse, un libro che l’amico Massi-mo, prematuramente scomparso dieci anni fa, mi aveva donato, apponendovi una toccante dedi-ca in memoria di suo padre Tullio De Prato, pilota collaudatore, e riconosciuto “asso” dell’Aero-nautica militare italiana. Ricordo ancora con affetto, il momento in cui il “vecchio” compagno di classe, divenuto amico del cuore all’inizio degli anni ’50, seduto sul medesimo banco della scuo-la elementare, mi regalò con un certo orgoglio, durante le feste natalizie del 1985, un volume fresco di stampa, dall’originale titolo: “Tullio De Prato - Un pilota contadino… dal motore rotativo al jet…”, pubblicato dall’editore modenese Mucchi. Questo libro fu stampato quattro anni dopo la morte del padre, avvenuta nel dicembre 1981. Sfogliando le pagi-ne, si evidenzia la rigorosa cura dei testi e del ricco supporto iconografico, da par-te di Cesare Gori, un aviatore riminese che, grazie alla sua fervida passione per la ricerca storica sull’aeronautica, era en-trato in familiarità con il generale. Dopo la scomparsa del pilota-contadino, con il quale aveva conversato tante volte sui trascorsi aeronautici dell’ufficiale istriano, per desiderio soprattutto dei familiari, s’era assunto l’impegnativo compito di se-lezionare i più significativi fra i tanti scritti, documenti, memorie, foto, che ripercorre-vano l’itinerario umano e professionale di quell’autentico asso dell’aviazione italia-na. Infatti, l’istriano Tullio De Prato (Pola 1908-Coriano 1981), divenuto riccionese d’adozione, per aver vissuto diversi anni nella nostra città, alla fine degli anni ’60, ormai in pensione con il grado di gene-rale, s’era trasferito nella vicina Coriano. In questa località, dopo aver acquistato un terreno agricolo, aveva ristrutturato una casa colonica situata in una splendida po-sizione panoramica, per dedicarsi, come un novello Cincinnato, alla coltivazione dei campi, passione di certo riconducibile ad una tradizione di famiglia. De Prato è stato uno dei tanti esuli che, al termine del se-condo conflitto mondiale, furono costretti ad abbandonare, con tanta amarezza, la terra natale, ovvero l’Istria, che era stata assegnata alla ex Jugoslavia dal Trattato di pace di Parigi del 1947. Innumerevoli volte mi sono recato, nel corso degli anni, a far visita all’amico Massimo, ed in diverse

UN PO’ DI STORIA

Tullio De Prato “asso” dell’ aeronauticaFu tra gli artefici dell’aeroporto di Miramare

occasioni, mentre raccoglievamo i frutti che il podere copiosamente produceva, o invitato a pranzo, ho avuto modo di parlare con il generale, la cui apparen-te “severità”, propria del militare, era mitigata da un volto bonario, oltre che da una grande umanità e semplicità di vita. Quel libro, se mira ad illustrare la vita di un pilota che ha dedicato la pro-pria esistenza all’Aeronautica militare, ottenendo prestigiose onorificenze, assume una valenza che va ben oltre le vicende personali. Si può infatti seguire lo sviluppo tecnologico degli aeroplani, partendo dai piccoli e leggeri veivoli ad elica Hanriot, caccia della Grande guer-ra, sui quali il giovane De Prato aveva effettuato i primi voli da allievo pilota, al 1942 allorchè, al comando di un mo-derno jet, primo in Italia, sfiorò i mille chilometri all’ora, ed ancora ai momenti, talora drammatici, legati alla sua parte-cipazione diretta a combattimenti aerei nei cieli del Mediterraneo. La sua gran-de esperienza e professionalità, verrà utilizzata anche nel secondo dopoguer-ra, dato che gli verrà affidato il collaudo di diversi aerei destinati all’Aeronautica militare.Una foto, tratta dalla pubblica-zione, lo ritrae a colloquio con Benito Mussolini (alle cui spalle compare il figlio Romano), all’aeroporto di Miramare, in attesa di volare per Roma. A questo proposito, non è fuori luogo ricordare che per tanti anni, al termine della se-conda guerra mondiale, l’aeroporto di Miramare, dati i suoi scopi militari, è sta-to precluso ai voli civili, rappresentando un centro strategico nell’ambito della NATO, alleanza cui aderiva il nostro Pa-ese. Occorre altresì sottolineare come, intorno agli anni ’60 del Novecento, periodo caratterizzato dalla cosiddetta “guerra fredda” tra i due blocchi, l’am-

biente aeronautico riminese, che ben conosceva il suo prestigioso passato, e le conoscenze ed ami-cizie che De Prato aveva con le più alte cariche dell’Aeronautica, aveva incominciato ad esercitare delle pressioni su di lui, perché sostenesse presso le gerarchie militari a Roma la causa dell’ae-roporto civile. Numerose lettere ed altri documenti attestano il vivo interessamento del generale Tullio De Prato, affinché questa richiesta potesse avere un esito favorevole, pur nel rispetto delle esigenze militari, ancora a quei tempi prioritarie, data l’apparte-nenza dell’Italia al Patto atlantico ed al contesto internazionale.

L’ufficiale polesano può pertanto essere annoverato, a ragione, tra i principali ar-tefici dell’aeroporto civile di Miramare di Rimini, che rappresenta uno dei principali fattori della crescita e del decollo turistico della Riviera di Romagna. Il libro descrive infine, con esaustiva documentazione, una vicenda che pose in risalto l’onestà e la di-rittura morale del generale istriano. Ci si riferisce a quello che venne definito dalle cronache dell’epoca, come lo “scandalo dei danni di guerra”, che scoppiò intor-no agli anni ’70. Una fantomatica società, sostenendo di agire per conto di aziende produttrici di aerei, aveva rivendicato con documenti in gran parte falsi, compensi per pretesi danni di guerra, ampliando a dismisura l’entità di requisizioni da parte tedesca, nel periodo compreso tra l’armi-stizio e la liberazione. Il generale nono-stante soffrisse di problemi cardiaci, sen-za alcuna esitazione si recò a testimoniare contro quel tentativo di truffa perpetrato nei confronti del Paese. Da autentico ser-vitore dello Stato, non poteva ammette-re che l’erario potesse essere frodato di ben quaranta miliardi delle vecchie lire, da astuti e ben introdotti furfanti. Cesa-re Gori, il curatore del bel volume, che in quel tempo gli era stato vicino, ricorda che a De Prato, in quella penosa vicenda di italico malaffare, erano state rivolte rei-terate minacce ed avvertimenti. Si giunse persino ad offrirgli un incontro con una stella del cinema dell’epoca, allo scopo di imbonirlo ed indurlo a testimoniare in maniera condiscendente. La deposizione del pilota-contadino contribuì largamente a scoprire la truffa, e ad evitare che un’in-gente somma di denaro finisse indebita-mente dalle casse dello Stato, nelle mani di un manipolo di disonesti.

Fosco Rocchetta

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NATURA A RICCIONE

Esiste a Riccione un angolo di paradiso tuttora sconosciuto a molti riccionesi, si trova in un’area a confine con il territo-rio comunale di Misano Adriatico, tra la ferrovia e la statale, a nord con il cam-ping Riccione e a sud con il rio Alberello: quest’area si chiama laghetto Protti. Nel corso degli anni Riccione ha conosciuto il benessere legato al turismo e la con-seguente espansione edilizia, un urba-nizzazione sempre più crescente che ha provocato una drastica diminuzione del verde. Questa frenetica corsa alla ce-mentificazione ha miracolosamente ri-sparmiato un piccolo fazzoletto di terra e acqua permettendo cosi di far giungere a noi un area ricca di biodiversità, prati-camente quasi intatta, un ecosistema di zona lacustre di notevole interesse am-bientale. Il laghetto Protti si è formato alla fine degli anni sessanta a seguito

della dismissione di una cava di sabbia e viene perennemente alimentato da falde idriche sotterranee. L’intera zona è rimasta per molti anni in uno stato di abbandono e questo ha favorito la rina-turalizzazione di tutta l’area contigua al lago stesso che si presenta attorniato da una ricca vegetazione, in prevalenza a canneto, cannuccia di palude, canna del Reno, Canna domestica, in alcuni an-fratti è presente anche la Tifa o Stiancia (conosciuta per la caratteristica infiore-scenza cilindrica) un tempo si utilizzava-no i frutti di questa pianta per imbottire i materassi. Le spighe femminili vengono utilizzate ancora oggi per la composizio-ne di mazzi di fiori secchi.. L’intera area è ricca di fauna acquatica, al suo interno è possibile scorgere una coppia di cigni

Il laghettoProtti

reali selvatici che frequentano in ma-niera stanziale il laghetto eogni anno nidificano tra la fitta vegetazione la-custre, i canneti brulicano di gallinelle d’acqua, mentre le folaghe scorazzano da una sponda all’altra, dal fondo in volo radente, appare uno sgargiante martin pescatore, In cielo fa ogni tanto la sua comparsa un falco (Gheppio). Viene da domandarsi se davvero siamo a Riccione o in un’oasi del WWF, tanta è la sorpresa nel vedere un ecosiste-ma così ricco di biodiversità. I mam-miferi di cui è certa la presenza sono la Talpa, il Ratto e il Riccio. Il riccio é’ un mammifero appartenente all’Ordine degli Insettivori, é lungo una trentina di centimetri, di cui due o tre spettano alla coda; ha il capo largo ed il muso piccolo e appuntito, gli occhi sono pic-coli e scuri, le orecchie sono larghe, corte e arrotondate. Il tronco è tozzo, sostenuto da zampe brevi, con lunghe dita armate di robusti artigli. Le parti dorsali, dalla fronte alla coda, e i fian-chi sono ricoperti da aculei (che sono peli modificati) brevi (2-3 cm) e duri, di colore grigio con l’apice biancastro; le parti inferiori sono invece rivestite di peli brunastri. La femmina è più grande del maschio. Di indole poco socievole, ha abitudini crepuscolari e notturne, mentre durante il giorno si nasconde nella propria tana di paglia e foglie, si-tuata nelle cavità dei tronchi, sotto le rocce o nei cespugli. Procede sul terre-no lentamente, esplorando e fiutando qualsiasi oggetto che incontra: la vista è poco sviluppata, mentre ha un udito ed un olfatto finissimi, riuscendo addi-rittura a sentire gli insetti muoversi sot-to terra. Caratteristico è il suo modo di difendersi: al minimo rumore sospetto l’animale fa un salto sulle quattro zam-pe per colpire con gli aculei qualsiasi cosa si trovi vicino. Dopo di che si ap-pallottola stretto, nascondendo capo e zampe, trasformandosi in una sfera spi-

nosa difficilmente attaccabile; adotta la stessa tattica anche quando gli succede di cadere da un muro o di scivolare lungo un pendio: in tal modo evita di ferirsi. La sua dentatura è completa, formata da 44 denti aguzzi e taglienti, ed è particolar-mente adatta a triturare gli insetti. Oltre a questi si ciba di molluschi, lombrichi, ranocchie, lucertole, piccoli mammiferi, nidiacei e anche frutti; é un abile cac-ciatore di vipere, che afferra per il collo rompendo loro la colonna vertebrale.

Non risulta vero che il riccio sia immu-ne dal veleno delle vipere, è solo molto abile a difendersi dal loro morso veleno-so. Viene anche segnalata la presenza della Donnola. La donnola lunga circa 30 centimetri, ha un corpo sinuoso coperto da pelo raso, morbido, il dorso è di colo-re fulvo e il ventre biancastro. Le zampe sono corte, robuste e munite di unghie aguzze e taglienti. La coda, corta rispetto al corpo. Le orecchie sono larghe e arro-tondate. La donnola è un animale molto agile nei suoi movimenti ed è in grado anche di nuotare, si nutre di topi, talpe, uccelli, conigli, lucertole, orbettini, bisce d’acqua, rane e pesci. Tra i rettili, oltre alla biscia d’acqua, il Biacco, la lucertola è possibile imbattersi con un Ramarro.

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ORARI

NATURA A RICCIONE

Viale Veneto 27/a (zona San Lorenzo)Tel./Fax 0541 647 748 - Riccionewww.vagniniorafo.it

Ramarro. Il Ramarro (in dialetto ràgano, règan) è una bella lucertola di circa 40 centimetri di lunghezza, abbastanza co-mune nelle siepi e nei boschi. Nell’adul-to la parte superiore del corpo è verde, macchiata o punteggiata di nero, men-tre la parte inferiore è uniformemente

gialla. Durante il periodo degli amori, il maschio ha la gola blu. La livrea del Ra-marro si modifica con l’età, il giovane è bruno, ornato di una o due file di mac-chie bianco-giallastre. Queste macchie scompaiono con la crescita, ma possono anche persistere nelle femmine adulte. Il ramarro è diurno, infatti lo si vede quan-do si scalda al sole su una pietra o su un albero. dalla metà di novembre fino a metà febbraio va in letargo, ricomincia a nutrirsi a marzo. L’accoppiamento av-viene in modo brutale: il maschio morde la femmina sui fianchi, tenendola tanto stretta da arrivare al punto di ferirla. Le femmine adulte depongono 2 volte all’anno( da 6 a 21 uova per covata), le più giovani una sola volta. La femmina scava una buca lunga circa 20 centimetri, in cui depone le uova, durante il mese di maggio. Terminata la deposizione la femmina abbandona le uova. La schiusa avviene dopo 3 mesi. La fauna acquatica la fa da padrona, sono numerose infatti, le specie che frequentano il laghetto, il

maggior numero è rappresentato sicu-ramente dai germani reali, ma è facile vedere anche la Gallinella d’acqua, la folaga, il tuffetto, lo Svasso maggiore e lo Svasso piccolo, mentre è più diffi-cile riuscire a scorgere il Tarabusino e la Nitticora, sono state avvistate di passo, anche la Marzaiola e il Mestolone. Sono numerose anche le specie di uccelli che frequentano abitualmente quest’area, tra questi si segnala il merlo, la Gazza, la Tortora dal collare, l’Averla, la Cincialle-gra, l’Usignolo, la Capinera, il Torcicollo, la Cornacchia grigia, la Ballerina bianca, il Gabbiano comune e il Gabbiano reale, il Verzellino, il Verdone, il Lui piccolo e la Cannaiola, questi è un piccolo uccello migratore passeriforme di colore bruno sul dorso e bianco fulvo sull’addome, vive nei canneti molto fitti cibandosi di insetti. Nel periodo invernale è possibi-le vedere lo scricciolo e il pettirosso. È certa la presenza anche di alcuni rapaci notturni, come la Civetta,il Gufo comu-ne, il Barbagianni e l’allocco, nelle sere d’estate è possibile ascoltare l’assiolo, è un piccolo Gufo, alto appena venti cen-timetri è di colore grigio bruno striato, il piumaggio assomiglia moltissimo alla

corteccia degli alberi, tanto da renderlo invisibile tra i rami, sulla testa sono pre-senti due ciuffi auricolari, che abbassa quando è in allerta, si nutre in prevalen-za di insetti, in particolare di cavallette,

coleotteri e falene. Oggi tutta l’area del “Laghetto Protti” è sottoposta a vincoli ambientali in quanto riconosciuta come area di interesse naturalistico in ambito urbano. Per la sua posizione, vicinissima al centro abitato e turistico si presta a di-ventare una piccola “oasi naturalistica” in ambito urbano, ciò permetterebbe visite guidate didattiche/educative e turistiche per gli appassionati di “birdwatching”. A tal fine, si renderebbero indispensa-bili adeguati interventi di sistemazione dell’area che favoriscano l’incremento della biodiversità, la creazione di percor-si pedonali schermati accessibili a tutti senza barriere architettoniche e punti di avvistamento. Il recupero e la riqualifica-zione dell’area del lago Protti sarebbe sicuramente un ulteriore attrattore turi-stico e un ritorno positivo per tutta la zona sud di Riccione.

Antonio Cianciosi (Ambientalista)

Assiolo

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ATTIVITA’ DI F.A.

Proposta da F.A. a tutti i suoi lettori questa “colorata “ disputa tra chi, armeggiando con obiettivi e pixel cattura istanti e sug-gestioni, ha ottenuto un notevole succes-so in quanto a partecipazione, fantasia e qualità delle immagini. Non facile la scelta per la giuria esaminatrice che ha poi stila-to il seguente merito : 1° cl. Antonio Mor-ri con “ Il bosco della pioggia”; 2° cl. Luca Neri con “ Giochi di tende” e 3^ cl. Viera Vodrozkova con “Tulipani al Palazzo; scat-ti già pubblicati nel numero scorso di F.A. Qui vediamo il momento della premiazio-ne, nell’ottobre scorso al Blue bar di Via-le Ceccarini, con tanto di coppa al primo classificato e libri “ Arcioun” per tutti. Da sin: Il padre di Luca Neri, il presidente di F.A Giuseppe Lo Magro, Antonio Morri e Viera Vodrozkova.

2° Concorso “Mi scappa la foto”

Quelli della caldarrosta non demordono mai! Eccoli i caldarrostai di F.A. che ogni sabato e domenica di Ottobre nel gazebo posizionato in Viale Ceccarini, castrano, cuociono e propongono il delizioso frutto autunnale caldo e invitante a turisti e indige-ni che affollano il centro della Perla verde. L’appuntamento con la caldarrosta si ripete da tanti anni con immutato gradimento e il contributo offerto consente di realizzare i vari Progetti dono dell’Associazione, pri-mo tra tutti il sostegno della famiglie biso-gnose. Da sin. Giuseppe, Romano, Natale, Remo, Antonio, , Ernesto, Giancarlo. As-senti al click: Bruno, Giovanni, Salvatore.

Quelli dell’88° Compleanno

Quelli dellecaldarroste

Eccoli qua, in bella vista i collaboratori dell’88° Compleanno di Riccione, svol-tosi nell’ottobre 2010 nella splendida cornice della Laguna dei Delfini ad Ol-tremare grazie alla disponibilità della dirigenza e all’aiuto dei dipendenti. La fatica è stata tanta: convogliare e si-stemare per lo spettacolo e poi servire torta e spumante ai tremila partecipan-ti alla festa ha richiesto occhio, tatto e capacità. Doti affinate e consolidate con le esperienze acquisite nelle attivi-tà – spiccatamente da volontari- a fa-vore della Famija. Meritata ampiamen-te la gustosa pizza presso il Ristorante Ranch Saloon sul Lungomare di Riccio-ne (novembre u.s.), in realtà occasione per una serata in allegria a raccontare i più curiosi “aneddoti” di cui sono stati testimoni durante la manifestazione.

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GENTE DI CASA NOSTRA

Creativa, tenace e poliedrica, ma soprat-tutto appassionata dei cieli e dell’infinito. Maddalena Fano Medas, all’anagrafe Mad-dalena Schiavi, festeggia i suoi 50 anni di volo. La nota artista-pilota, nonché rappre-sentante dell’Aeroclub di Rimini, intanto, ha celebrato queste sue particolari “nozze d’oro” al quarto Raduno internazionale “Fly donna” di Caposile (Venezia) con un centinaio di ragazze alla guida di aerei, alianti, elicotteri, ultraleggeri e mongol-fiere. Tra loro anche delle paracadutiste, in forze nell’aviazione militare, esercito, aeronautica, marina e polizia. In primo pia-no Fiorenza De Bernardi, prima donna in Italia e quinta nel mondo, a essere diventa-ta pilota di linea. Quanto basta ad attirare il Tg di Canale 5 che lo scorso settembre ha intervistato la nota riccionese, diventa-ta il “mito di Fly donna”. “Mi hanno so-prannominato così – commenta la Medas -, ma non perché sia la migliore! Di pilote più brave ce ne sono almeno novantano-ve, compreso la De Bernardi. Vero mito é piuttosto Samantha Cristoforetti, prima donna astronauta d’Italia”. Maddalena che nel suo laboratorio, in viale Rimini, conti-

Mezzo secolo sulle ali d’acciao

Ezio era l’amico solare, sempre sorriden-te, di buon umore, pronto alla battuta, alla facezia (sempre nei limiti della corret-tezza e del buon gusto). Esprimeva la sua arguzia, il suo innato senso dell’osserva-zione attraverso poesie, versi, che hanno lasciato il segno in tutti noi. Famosa la sua critica ai giovani d’oggi: “I và a ciarchì al done a Cuba. Noun quand a sermie giov-ne se una dona la steva dlà de Port la era già trop da lèngh!” (Vanno a cercare le donne a Cuba. Noi, quand’eravamo gio-vani, se abitavano di là del porto erano già troppo lontane!). Naturalmente i suoi atteggiamenti cambiavano totalmen-te nell’ambito del suo lavoro di geniale e fantasioso geometra, vero perno del Settore Lavori Pubblici del Comune dove ancora oggi si seguono i suoi sistemi di lavoro e i suoi pratici procedimenti.Ab-biamo avuto, tantissimi di noi, l’onore di essere stati suoi amici, partecipi di straor-dinari momenti di socialità, caratterizzati sempre dal vivace gusto del “sapervive-re”. Lo ricorderemo con accorata e sin-cera nostalgia ogni volta che penseremo alle cose buone della vita.

Edmo Vandi

nua a creare vere e proprie opere d’arte, apprezzate anche all’estero, confessa che questo mezzo secolo di voli le ha regalato “Emozioni ed esperienze, più o meno me-ravigliose, comunque, determinanti sia per la vita spirituale che per quella artistica”. A proposito ricorda che per diversi anni ha fatto pure la trainatrice di alianti e che ha preso il brevetto. “Un’esperienza bellissima e unica, tanto più se si considera che “Le cose viste dall’alto hanno un “sapore” diver-so – osserva -. Tutto appare ordinato e geo-metricamente perfetto. Dal cielo lo sguardo può spaziare a 360 gradi, senza limite”. Ma, attenzione, riprende: “ Non mi sono mai sentita una Lindembergh. Nel mio piccolo, volando con le ali metalliche ho imparato a “vedere”, che non significa “guardare”, al di là delle apparenze”. La donna pilota ha quindi contaminato la donna artista? “Il volo ha influenzato molto la mia arte, quando non potrò più volare, userò le ali della fan-tasia”, risponde la Medas, a Caposile pre-miata con una targa che riproduce una sua foto, scattata a Fano negli anni Sessanta. Un emozionante amarcord!

Nives Concolino

CIAO EZIO

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FANTASIE DI...

Stampiamo da 3 generazioni!

MOSTRE

A Riccione, dal 2 al 10 Ottobre presso Villa Mussolini, si è tenuta una raffinata mostra di ricami e merletti, realizzati da signore di ogni fascia di età, che partecipano a corsi prope-deutici di ricamo, organizzati dalle insegnanti Cristina e Paola dell’Officina Tessile “Talea”, con Patrocinio del Comune di Riccione. L’inaugurazione, avvenuta sabato 2 Ottobre in un tiepido pomeriggio autunnale, alla presenza di un numeroso pubblico, del Sindaco Massimo Pironi e dell’Assessore alla Cultura Dott.ssa Iole Pelliccioni, sempre sensibili alle emer-genti proposte culturali provenienti da Riccionesi dotati di particolari talenti, è stata allietata da un concerto del Mirò Saxophone Quartet, diretto dal maestro Filippo Dionigi. Of-ficina Tessile “Talea”, nata nel 2007 per opera delle signore Paola Paglierani di Bellaria e Cristina Notore, moglie del no-stro concittadino Filippo Dionigi, non è solo una scuola, ma anche un centro di attività pertinenti allo studio di manufatti tessili, di tecniche relative al merletto a fuselli, al macramè, al chiacchierino, al ricamo della tradizione popolare, soprattutto dell’Emilia Romagna. Le sopraddette signore sono impegna-te non solo nel ricamo e nel merletto, ma si occupano anche di lavori che spaziano su vari fronti del tessile, come l’organiz-zazione di eventi. Hanno ideato e realizzato le prime quattro edizioni del Forum Internazionale del merletto e del ricamo, tenute a Bellaria e a Rimini. Il Forum, dal titolo “Italia invita”, è una fiera ed un evento culturale che raccoglie la tradizione, la tecnica, lo studio del patrimonio tessile di tutte le regioni italiane, con la ricerca e il recupero di perdute tecniche an-tiche. Cristina e Paola hanno il merito di aver recuperato la tecnica, caduta nell’oblio, del ricamo a treccia di Savignano, che veniva utilizzata per decorare, tra la fine dell’800 e l’ini-zio del 900, le rustiche coperte dei buoi. A questa tecnica si sono ispirate per dare nuove forme al ricamo, seguendo i disegni del romagnolo Gianfranco Zavalloni. Cristina Notore ha frequentato l’Istituto d’Arte di Pesaro, dove si è specia-lizzata nell’arte del tessuto, del ricamo e della stampa. Pa-ola Paglierani ha alle spalle un percorso formativo pratico; ha imparato le prime nozioni, fin da piccola, in famiglia dalla nonna, ricamatrice di professione. I loro destini si sono in-crociati alla Scuola di merletto a fuselli, diretta dalla signora Antonia Busi di Cesena, che ha creato una tradizione e un suo stile nella produzione di lavori con merletti a fuselli. Cristina

Pizzi, merletti e ricami

e Paola tengono a Riccione due corsi, uno di ricamo il mar-tedì pomeriggio dalle ore 14.30 alle 17, da Ottobre a Marzo, presso l’Istituto d’Arte “Fellini” di Riccione, l’altro di merletto a fuselli al Circolo della terza età “Nautilus” di dieci lezioni, tra il mese di Febbraio e Marzo, finanziato dall’Assessorato alle Politiche Sociali.Partecipano ai corsi signore di ogni età, dalle ventenni a quelle in età avanzata, di diversa estrazio-ne sociale: casalinghe, pensionate, professioniste.Guidate e indirizzate dalle loro maestre su una tecnica piuttosto che un’altra, realizzano manufatti, facili da lavare, da utilizzare nelle loro abitazioni. La mostra ha esposto lavori pregevoli, di alto livello: tovaglie, tende, paralumi, addobbi natalizi e altri manufatti di uso quotidiano, eseguiti con un’eleganza, un gusto, una perfezione che evidenzia il raggiungimento di notevoli abilità tecniche e artistiche.I manufatti esposti sono stati valorizzati da bellissime composizioni floreali, centro ta-vola e decorazioni, creati dalla signora Anna Maria Conti. La mostra, allestita per far conoscere all’ambiente cittadino una realtà culturale, per dare soddisfazione alle allieve, ha avuto un grande successo, suscitando interesse, meraviglia e stupo-re nei visitatori.

Emanuela Cicchetti

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FRUTTI DI MARE

DER CUNCINELLEN

I RASUNAMENT PER CAPI’ LA VITAa cura di Edmo Vandi

La visita di parìnt la fàsempra piasér.Dal volte quand j’arìva,piò spès quand i và!

Snè a stèntan ta t’incòrgcum t’stavie ben a quarènta.

La vita la è piò belase tsè ch’uj è qualchidounch’ut pensa.

Nu t’ingalusès se it dische tsì bèl e inteligènt.Nov volte sora disit ciapa per e cul.

Se te i sèldtè ènca un mòc d’amìgh,ma in è amigh tuj’è amigh di sèld.

Og un gnè piò al distènzetra la gènta.Adés basta fe l’amordò voltes’nà persouna che giàl’at dmanda ch’um tat cèm.

A Riccione c’è anche un popolo specia-le, di cui non parlano le cronache. Non il popolo della notte, che affolla pub e di-scoteche, né quello dell’ora dell’aperiti-vo, che sciama dai bar di viale Ceccarini e del lungomare, per non dire del “paese”. E’ il popolo delle prime luci dell’alba, che si ritrova silenziosamente alla marina – a mareina – quando la sabbia è ancora fredda e il mare senza nemmeno un filo d’increspatura, né di risacca. Camminano su e giù dal Porto all’Abissinia dove l’ac-qua è bassa, con lo sguardo fisso davanti ai propri passi. Si muovono lentamente, come per non disturbare, attenti a non turbare la trasparenza e l’incanto della quiete mattutina. Si salutano appena, quando s’incontrano, e quasi sottovoce. Ogni tanto li vedi chinarsi, infilare una mano dentro il riflesso del sole radente sulla superficie, e poi riprendere il cammi-no. Sono pescatori di bivalvi. Dire racco-glitori sarebbe riduttivo, così come dire esattamente di cosa. Né credo che ci sia un appellativo riconosciuto per definirli. Certo, ci sarebbero precedenti letterari, e anche molto suggestivi: viene in mente quella bella novella di Moravia “il pesca-tore di arselle”, per esempio. Ma - a parte il fatto che lui frequentava un altro mare e che da noi “arselle” non si dice - tanto quello era primitivo e indurito dal sole e dal sale, e dalla povertà, quanto i nostri sono evoluti e progrediti nella scienza e conoscenza. Da necessità vitale – quand us’arcuiva al purace - a passatempo, e poi a passione. Un mondo. Un po’ come per i funghi. Un mondo con le sue sto-rie, qualche volta con le sue leggende. E con i suoi corsi e ricorsi. Si favoleggia di un’età dell’oro, in cui si prendevano i cannelli, quelli buoni, i “gentili”. Poi ven-nero i “tafani”, e poi scomparvero gli uni e gli altri. A quel tempo era davvero una passione per pochi: ci voleva un’abilità speciale per bloccare i molluschi con le dita della mano – c’era anche chi lo fa-ceva con quelle del piede! – prima che scomparissero sotto la sabbia. Più tardi qualcuno s’inventò uno strumento, sem-plice e geniale: “e fèr”. Un’asticella me-tallica. Di lì a poco dei cannelli si sarebbe persa la traccia, appunto. Venne il tempo delle vongole. Più facili da prendere. La passione dilagò. E si cominciò a favoleg-giare di un tempo imprecisato di quando c’erano le telline. Tajulèin s’i cuncinèl, un mito. E per uno di quei miracoli della na-tura per cui val la pena di vivere, ecco le telline. A milioni. E’ la storia di oggi. Il popolo dei pescatori di bivalvi non è una specie in via di estinzione. Anzi. Tabel-le di marea, condizioni dell’acqua, lune favorevoli e correnti sfavorevoli adesso sono nozioni diffuse. Una volta ho do-mandato: come fai a sapere quando c’è

la secca? Internet, c’è su internet. Io pen-savo che si deducesse dalla luna. Stagio-ni? Estate, primavera, ma anche autunno e perfino inverno. Si può cambiare abbi-gliamento, ma la passione non conosce pause. E come per ogni mondo, c’è un gergo, ci sono dei personaggi, curiosità e favole metropolitane. “L’in fa l’oc” dice mestamente quello che torna dalla batti-gia con la scarsella semivuota. Un tradi-zionalista, di sicuro. Già, perché c’è chi non si perde d’animo per così poco ed aguzza l’ingegno. E’ arrivato il momen-to di rivelare che George Lucas, l’artefi-ce della saga di Star Wars, non se le è mica inventati lui, i sabbipodi. Li ha visti all’opera a Riccione ed ha copiato l’idea. Basta andare al mare di buon ora, in una tranquilla mattinata estiva, ed osservare. C’è di sicuro qualcuno che, dove l’acqua è alta un palmo, invece di camminare sta fermo e sposta la sabbia con i piedi. Se le telline non fanno l’occhio poco male, lui, o lei, va a scovarle lo stesso. Ma c’è anche chi osa di più. E ci risiamo con “e fèr”. Chissà perché, qualsiasi marchinge-gno atto alla bisogna si chiama “e fèr”. Sarà una reminescenza medievale, quan-do qualsiasi arma era “un ferro”. Ma sta-volta non parliamo di un’asticella metalli-ca per i cannelli o di un innocente retino, stavolta abbiamo a che fare nientedime-no che con lo “smèinacùl” – quelli di Ol-tremare direbbero “smenacool” – e cioè proprio con quell’attrezzo, oggi vietato per legge, che usava il nostro vecchio e letterario pescatore di arselle. Secondo la più recente favola metropolitana, c’è qualcuno che pur di usarlo ha ingaggiato una lotta, con quelli della Capitaneria, a chi è più mattiniero. Si dice che alla fine abbia perso la lotta e guadagnato una multa. La passione talvolta costa dei sa-crifici. Forse, anzi certamente, spariranno

anche le telline. Chissà cosa riserverà il futuro ai nostri pescatori di bivalvi. Ma-gari, in mancanza di meglio, si favoleg-gerà di quella volta che al turista tedesco che chiedeva come si chiamassero, una distinta signora rispose con voce sicura: “der cuncinellen”.

GiòZuc.

foto di Gianni Zangheri

Page 45: Famia Arciunesa

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MACELLERIAROBERTO & SEVERIA

FONDAZIONE CETACEA

Da molti anni la Fondazione Cetacea e il CDA (Centro di Documentazione Ambienta-le) del Comune di Riccione partecipano ai bandi di con-corso indetti dalla Regione Emilia-Romagna nell’area ambientale. Nel 2010 è stato presentato un progetto dal ti-tolo “Il Mare che non ti aspet-ti: progetto di comunicazione integrata tra ambiente, turi-smo e cultura sulla ricchezza e la fragilità dell’ecosistema marino”, che ha avuto come partner la Famija Arciunesa e il Gruppo Sub della Polisportiva di Riccione. Gli obiettivi della proposta erano dettati dalla neces-sità di incrementare le attività di comunicazione, sensibilizzazio-ne e conoscenza dell’ambiente marino adriatico ma soprattutto di diffondere una mentalità di utilizzo del mare e della costa più sostenibile. Molto spesso le persone che abitano da sempre nel territorio riccionese o che vengono qui in vacanza si meravigliano della ricchezza di fauna e flora che scoprono esserci a pochi passi da loro, quando questa gli viene mostrata e decritta. La costa ed il mare dell’Emilia-Romagna continuano ancora ad essere quasi esclusivamente percepiti come luoghi dove potersi rilassare, di-vertire, usufruire di buoni servizi turistici e innovativi confort ma con un ambiente poco naturale perché fortemente antropizzato che non mostra quella spettacolarità che si può trovare in altri lidi. L’ecosistema marino adriatico è al contrario ricco di specie, a vol-te anche incredibili; è un ambiente che deve essere scoperto con pazienza, osservato nei dettagli per rivelare tutta la sua bellezza. Al contempo però, per il suo legame stretto con l’uomo e per la sua natura, risulta essere un tesoro estremamente delicato e fra-gile. Così diventa fondamentale capire questo mare, conoscerlo e meravigliarsi della sua varietà; rafforzare quel sentimento di protezione che può e deve essere suscitato, coltivato ed incre-mentato in tutte le persone che, per diversi motivi, vivono e usu-fruiscono di questo mare. Il bacino adriatico è abitato è frequen-tato da milioni di persone ma da pochi è veramente conosciuto e compreso nella sua complessità e fragilità. In estate ci si bagna nelle acque del mare ma non si sa quali e quante creature vivono

Conosciamo il nostro ecosistema marinosul suo fondale o nuotano tra i suoi flutti. Realizzare attività creative che coinvolgono il pubblico generico sul-le tematiche marine può invogliare a soffermarsi di più sull’aspetto di con-servazione delle risorse marine che si credono sempre, erroneamente, illimitate e puntare l’attenzione sul fatto che le buone pratiche sono ap-plicabili dovunque, che ogni luogo vissuto da cittadino o da ospite è il proprio luogo da rendere sostenibi-le. Dal maggio 2009, la Fondazione Cetacea ha aperto, con la concessio-ne di locali da parte del Comune di

Riccione, un centro, ADRIA, liberamente accessibile al pubblico che ha l’obiettivo di divulgare conoscenze sull’ecosistema marino adriatico. Nonostante i pochi mezzi a disposizione, tra turisti e cittadini, il centro registra circa 30.000 presenze annue e suscita notevole interesse perché i visitatori scoprono realtà naturali che nessuno pensava ci potessero essere nel nostro mare. L’esigenza di conoscere, la curiosità dell’osservazione diretta, la volontà di partecipare alle attività proposte sono sorte spontanee tra i visita-tori così come la richiesta di poter avere più iniziative. E’ la prima volta che nella realtà locale c’è la possibilità di realizzare un luogo di incontro facilmente accessibile a tutti dove poter comunicare in maniera immediata e comprensibile le informazioni per la tu-tela delle nostre risorse marine e non solo quelle ed educare alla responsabilità individuale nella conservazione ambientale. Attra-verso il progetto sono stati così realizzati, durante tutta l’estate, momenti di coinvolgimento pubblico come visite guidate e labo-ratori didattici su argomenti di conoscenza e salvaguardia dell’am-biente marino, uscite in mare per fare snorkeling per esplorare i fondali costieri riccionesi, serate teatrali per famiglie. Il risultato che si è cercato di ottenere con il lavoro effettuato era quello di aumentare la consapevolezza della priorità di tutela degli ecosi-stemi ambientali e del senso di responsabilità sia individuale che collettiva; forse è un obiettivo ancora da raggiungere in maniera definitiva ma un piccolo passo, speriamo con questo progetto, di averlo compiuto.

Valeria Angelini

Page 47: Famia Arciunesa

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FOTOGRAFIA

La scelta di una macchina fotografica digitalepubliredazionale

La vasta gamma di macchine fotografiche disponibili sul mercato con diverse ca-ratteristiche crea un pò l’ imbarazzo della scelta. Prima di tutto occorre chiarire che le macchine fotografiche digitali hanno un’obsolescenza molto precoce (“vecchio” si considera un modello di 6 mesi fa!). Per cui bisogna tenere conto dell’ effettivo bi-sogno di tutte le caratteristiche che ci ven-gono offerte. Per esempio , se pensiamo di utilizzare l’apparecchio 1-2 volte al mese sarebbe bene orientarci su un modello con batterie stilo (quelle che troviamo ovunque) perchè scegliendo un modello con batterie ricaricabili, quasi certamente, quando ne avremo bisogno, avrà le batterie scariche e non sarà utilizzabile. Viceversa se utilizzia-mo frequentemente l’apparecchio avere le batterie ricaricabili al litio sarà indispensabi-le , sia per una questione economica , che di durata (si possono fare fino a 400 foto con una ricarica). Preferite un modello che abbia almeno uno zoom ottico che molti-plichi x4, senza considerare lo zoom digi-tale che non dà risultati soddisfacenti , e se

possibile un grandangolo che abbia almeno l’equivalenza di un obiettivo 28 mm analo-gico. Una cosa importante da valutare è il ritardo che l’apparecchio ha dal momento che si spinge il pulsante a quando viene effettivamente scattata la foto. Normal-mente è un fenomeno che interessa più la fascia bassa di prezzo (Dai 50 agli 80 Euro) e orientandosi su un modello di ultima gene-razione in fascia media (circa 100-130 Euro) questo problema è molto ridotto , ma non scomparso . Per eliminare questo problema (non da poco , se volete fare una foto ad un bimbo che gioca sicuramente al momento dello scatto si sarà mosso) bisogna orientar-si verso un modello reflex, un’ apparecchio più voluminoso di una compatta ma che ha una qualità d’immagine nettamente supe-riore a qualsiasi compatta. Per un utilizzo familiare consiglio di prendere in conside-razione i modelli base (dai 350 ai 500 Euro). Hanno una buona risoluzione (almeno 10 Megapixel) e sono ampiamente sufficienti per la maggior parte delle situazioni. Inoltre hanno un vantaggio rispetto alle compatte,

un modello di 4-5 anni fa (tipo Nikon D70 o Canon EOS300) si utilizza ancora perfetta-mente con risultati superiori alle più evo-lute compatte. Ed è possibile cambiare gli obiettivi nel caso vogliate utilizzarle in am-bito sportivo od altri usi.I negativi, le diapositive e i filiminie le nostre “Scatole del Tempo”In ogni casa, nell’ armadio , nei bauli e nei cassetti delle vostre scrivanie ci sono sicu-ramente dei negativi fotografici, delle dia-positive o dei filmini super 8 che documen-tano il vostra vita e quella dei vostri cari . Per vedere un negativo o una diapositiva è possibile stamparla su carta , oppure si può digitalizzare per poi utilizzarle come un file delle macchine fotografiche digitali, il costo di queste operazioni non è alto ed è possibile archivare fino a 1000 diaposi-tive o negativi su un unico dvd da vedere in televisione o su un computer. Siamo a vostra disposizione per chiarimenti e pre-ventivi nel nostro negozio di Viale Dante 164 a Riccione.

Daniele Casalboni

a cura di Vilma Tosi

Per 4 persone fare una sfoglia con 2 uova e 200gr. circa di farina. Ricavarne dei quadra-ti di circa 8cm di lato (16 quadrati),cuocerli brevemente in acqua salata. Scolarli bene e stenderli su un canovaccio ad asciugare. Nel frattempo preparare la crema di gam-beri con: 350gr. di gamberi sgusciati1 cipollina1 spicchio d’aglio1 noce di burro+ 2 cucchiai d’olio d’oliva1 tazzina di vinao bianco1 cucchiaio di farina4 pomodori pelati200gr. di panna da cucinasale, pepe e peperoncino

Rosolare cipolla e aglio tritati in burro e olio, aggiungere i gamberi, cuocere qualche mi-nuto, poi bagnare con vino bianco, salare e pepare. Evaporato il vino aggiungere i pela-ti, cuocere 5 minuti poi aggiungere la panna

alla quale si sarà mescolato il cucchiaio di farina. Ancora qualche minuto di cottura poi passare il tutto nel mixer, tenendo a parte 8 gamberi interi; si avrà una crema densa. A questo punto ungere bene con burro la teglia del forno e mettere i primi 8 quadrati di pasta con al centro un cucchiaio di crema di gamberi. Sovrapporre al primo il secondo quadrato di pasta ma scambian-done la posizione, mettere cioè le punte del secondo quadrato sopra il lato del pri-mo quadrato. Si avrà una specie di stella a 8 punte. Mettere anche su secondo quadra-to un cucchiaio di crema di gamberi con al centro uno dei gamberi che si sarà tenuto a parte. Infornare a 200° per 5-10 minuti. Le punte della pasta dovrebbero arricciarsi e diventare croccanti.

Buon Appetito!

LA CUCINA DELLA NONNA

“Lasagnette croccanti con crema di gamberi”

Page 48: Famia Arciunesa

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Riccione - Viale D’Annunzio, 133Tel. 0541 646006 - Bus Stop n. 41

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ARTI MARZIALI

Nella trasferta di GRADO, i nostri ragazzi hanno impressiona-to i tecnici e gli addetti ai lavori. Terenzi Massimiliano, Serra Antonio,Martina Olivieri, Maestri Giulia, Massi Sara, Villa Va-nessa e Villa Carlotta rappresentano ormai una risorsa per la FIJLKAM (Federazione Italiana Karate). Le medaglie di bronzo di Villa Carlotta nei Cadetti Femminili e di Villa Vanessa nei Senior Femminili contro il Top Level Europeo, conferma il fan-tastico percorso che il Tecnico Salvatori Riccardo (6° DAN) ha intrapreso per portare la Società ai vertici del Karate EURO-PEO. Novembre e Dicembre saranno densi d’impegni. Dopo aver assaggiato la “forma” in Austria (Salisburgo in ottobre), i nostri ragazzi sono chiamati a un vero tour de force. Pisa per il Campionato italiano individuale Cadetti, Roma per il Cam-pionato italiano a squadre, Napoli e Lubiana per gli Open In-ternazionali. FORZA RAGAZZI, ci aspettano grandi risultati. Crescono bene anche gli esordienti A e B. Giulia Olivi, Emily Schiaratura e Caterina Faragona sono quasi pronte per parte-cipare a gare agonistiche e presto a loro si unirà Giulia Barto-relli (al momento ferma per infortunio). Intanto procede inten-samente e con ottimi risultati di presenze il CORSO PRINCIA-PIANTI 2010, mentre si conferma brillantemente il CORSO AVANZATO che evidenzia ragazzi con ottime capacità mo-torie e attitudini alla tecnica applicata. Il periodo natalizio ci impone di ringraziare TUTTI gli SPONSOR che permettono al CENTRO KARATE RICCIONE di essere riconosciuto e stimato in campo NAZIONALE ed INTERNAZIONALE, rappresentan-do degnamente il nome di RICCIONE.

Moreno Villa

Un Natale pieno d’impegni per il Centro Karate Riccione

Il Presidenteaugura a tutti gli atleti,

i fans, le famiglie,gli sponsor, un Sereno Natale.

Moreno Villa, Presidente Centro Karate Riccione.

Page 49: Famia Arciunesa

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[email protected]

C’ERA UNA VOLTA

Per puro caso, durante la visita nel vecchio Cimitero per commemorare il Giorno dei Defunti, ho notato l’epigrafe della Con-tessa Martinelli (cella C -a destra dell’en-trata cioè lato Cattolica). E la mia mente è tornata agli anni ‘30. Uscendo da scuola con la mia amica del cuore, avevamo l’in-teressata consuetudine di sostare sotto il balcone della villa Martinelli, ubicata in via Principe di Piemonte (già Roma ed ora Gramsci ), per salutare a gran voce la Contessa. Allora appariva la sua esile ed elegante figura e, dalle generose mani, con precisi lanci, partiva una multicolore pioggia di caramelle. Euforiche all’inve-rosimile ci arrabattavamo per coglierle al volo, timorose che l’eventuale urto a terra ne modificasse la bontà. Poi il ringrazia-mento...con la Contessa già ritirata nelle sue stanze.

Nella Sarti

Un piacevole, indimenticabile ricordo

Un figlio diversamente amabile, così come lei ama definirlo, è il protagoni-sta dell’opera autobiografica “Il mio Principe”, scritto dalla riccionese Gina Codovilli. Un libro ricco di sentimento, di lacrime e sorrisi; il percorso di una madre, e di una famiglia nel suo insie-me, che si snoda lungo i ventitre anni della vita di Andrea, ragazzo autistico. Il volume, pubblicato dalla Casa Editrice “Itaca”, ed impreziosito dalla prefazione del Vescovo di Rimini Monsignor Fran-cesco Lambiasi, nonché da quella del neuropsichiatra infantile Filippo Murato-ri dell’Università di Pisa, verrà presenta-

LIBRI E SENTIMENTO

“Il mio principe” di Gina Codovillito alla città Domenica 5 dicembre alle ore 16,30 presso la sala del Palazzo del Turismo. Quale data migliore per condivi-dere una toccante testimonianza di amore e fede?! Amore per la propria creatura, nei confronti della quale l’autrice racconta aver sperimentato tutto il possibile per ottenerne la guarigione; l’avvicinamento, poi, ad un più profondo senso religioso, risulta fondamen-tale nel rafforzare l’energia indispensabile per non cadere nella disperazione, trasfor-mando così una grave disavventura in un momento di crescita. Un diario d’emozioni che si è fatto attendere e, viste le premesse, non mancherà di colpire al cuore.

Qui dorme l’eterno sonno la Contessa

Giovanna Conati Soleri Martinellidi eletti natali - di benefico cuoreda la natia Verona portò l’amore

di paese a la sua Riccionecurandone il fiorire

di sua profonda pietàvolle tangibile segno nel tempio

- ne le innumerevoli opere di beneove fede e larghezza -gareggiarono in Dio

1 Dicembre 18479 Gennaio 1935

Page 50: Famia Arciunesa

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VIA CARPEGNA 12 / Tel. e Fax 0541 605 827RICCIONE

OTTAVIANIINFISSILAVORAZIONE FERRO E ALLUMINIO

Si fa un bel dire:”Quest’anno vado sul mar Rosso”, oppure “a Tenerife” o “ai Caraibi”…ma poi si ritorna puntualmen-te a Riccione. Perché? Perché in meno di tre ore da Milano sei già arrivato, il mare è amico, la spiaggia ben attrezzata, i ro-magnoli premurosi e alla buona ti fanno sentire a casa, il cibo è senza confronti, i bambini sono al sicuro, i locali da ballo e i divertimenti sono per tutti i gusti e tutte le tasche, l’entroterra è interessante per natura e storia,…e poi ci sono la notte rosa, il ferragosto, il mercato al venerdì, gli spiedini, la piada, ecc. Per chi in quel di Romagna c’è nato e a Riccione è tor-nato e cresciuto ogni estate, tutto que-sto non è una novità, come non lo sono i pregi e i difetti di questa cittadina turisti-ca nota in tutto il mondo. Negli anni ses-santa Riccione esplose come “La Perla Verde”confrontandosi senza riguardi con le località ben più qualificate della Versi-lia e del Veneto. Luci, mondanità, perso-naggi del cinema e dello spettacolo, le mitiche Giuliette spider che lentamente percorrevano viale Ceccarini, il Caffè Concerto Metropol, tappa obbligata di chi passeggiava la sera e oltre ai dancing all’aperto, ecco i primi locali “a go-go” ricavati in taverne e con musica stereo e lassù, per pochi fortunati e motorizzati, i locali come Villa Alta, Eden Rock e Para-diso con orchestre famose. E gli stranie-ri? Tanti, veramente tanti e soprattutto tante, venute dal Nord in cerca di caldo, spiaggia, mare e delle attenzioni dei gio-vani riccionesi disponibilissimi ad accon-tentarle. Poco più di venti anni fa il Cen-

tro di Riccione fu completamente stravolto, pedonalizzato e rifatto. Studi, progetti, scelte di soluzioni e di materiali idonei da parte di qualificati professioni-sti lautamente pagati e il risultato fu una pavimentazione presto sconnessa con gobbe dappertutto e mattoncini solleva-ti. I pini sono longevi e radicano quasi in superficie e bisognava prevedere che, nel tempo, le radici sarebbero ovviamen-te cresciute, ma gli architetti non si sono preoccupati di questo ed hanno scelto la strada affossata “a culla” con scolo cen-trale a canalina. Nella canalina senza gri-glia e profili si sono infilate le ruote di molte biciclette ed anche gli stessi mat-toncini hanno finito per scivolarvi sopra chiudendo, in vari tratti, la possibilità di scolo. Con l’inizio del 2010 in viale Cec-carini sono stati portati avanti lavori radi-

cali, in prossimità di ogni albero, con l’in-tento di livellare il piano stradale diventato nel tempo inaccettabile. Il ri-sultato è tutto sommato soddisfacente anche se l’intervento, in certi tratti, è sta-to fatto troppo frettolosamente e i mat-toncini qua e là sono ancora sconnessi e pericolosi. Lo spazio quadrato alla base di ogni albero è stato coperto da cortec-cia di pino. Subito queste isolette si sono riempite di carta, mozziconi, cucchiaini di gelato, aghi di pino, cannucce di bibite, pacchetti di sigarette, cartine varie, pla-stica e quant’altro diventando, ahimè, delle piccole discariche senza che si pos-sa provvedere ad una rapida e facile pu-lizia. Infatti il mezzo della Nettezza Urba-na evita i quadrati per non aspirare, oltre all’immondizia, anche la corteccia di pino. A Riccione, col passare del tempo

Ci scrive un “milanriccionese”Vi amo, vi critico, vi vorrei sempre più belli!

IL BASTONE E LA CAROTA

Page 51: Famia Arciunesa

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IL BASTONE E LA CAROTA

sono avvenuti, ovviamente, dei cambia-menti. Il Piazzale Roma diventò Piazzale Togliatti e di nuovo Piazzale Roma, poi ebbe un enorme palco per eventi, quindi una radicale sistemazione con una bella fontana, Il Bosco della Pioggia. Anche Piazzale Roma ha avuto i suoi guai. La fontana è originale e sta bene, come pure i vari angoli, ma perché scegliere la soluzione meno indicata del “mosaico”? Nella realtà in cui si trovano (non sono lassù dietro l’altare o ben poggiati a terra come nei pavimenti romani, ma su super-fici curve) i tassellini si staccano continua-mente rovinando i vestiti e dando un senso di disfacimento e incuria sia alla fontana che alle particolari panchine po-ste ai quattro angoli. E così quest’anno si è dovuto mettere mano anche qui e a onore del vero, il lavoro agli angoli è sta-to fatto molto bene. Il Caffè Concerto Metropol non c’è più e nemmeno gli sto-rici dancing Savioli, Florida e Vallechiara e non ci sono più neanche le simpatiche “Arene estive” e i carrettini con i brusco-lini (sementi di zucca e ceci salati e ab-brustoliti) e i lupini. Anche il Grand Hotel, uno dei simboli di Riccione, è morto e di-spiace veramente a chi lo ha conosciuto sfavillante e meta ambita di “gente bene” di tutto il mondo. Nei saloni, tali da rivaleggiare con quelli del Grand Ho-tel di Rimini per ricchezza e bellezza, si ascoltava bella musica suonata da una piccola orchestra, fuori un curatissimo parco e davanti vari campi da tennis. Oggi, intonaci cadenti, silenzio spettrale, sterpaglie e davanti un parcheggio. Il Delfinarium, vero centro d’attrazione tu-ristica e di studio scientifico dove tutti sono stati almeno una volta, non è più affacciato sul mare, ma si trova a far par-te di un grosso complesso sorto sulla col-lina alle spalle di Riccione che compren-de l’Aquafan, fantastico parco di divertimento prettamente acquatico, e Oltremare, vero laboratorio didattico-scientifico di eccezionale levatura. Oggi Riccione è proiettata in un rinnovamento ambizioso. I progetti, che si sono succe-duti riguardavano un collegamento rapi-do con Rimini (metropolitana di costa), un porto ricavato risalendo il Rio Melo, un pontile lungo centinaia di metri lan-ciato sul mare, un’isola artificiale che ser-va anche come attracco per i natanti, una teleferica che dalla zona alta di Riccione scende verso il mare, ecc.. Nell’attesa di decisioni Riccione non è comunque rima-sta a guardare. Sono stati sistemati bel-lissimi parchi, tra cui il Parco della Resi-stenza, realizzate strutture sportive quanto mai qualificanti tra le quali la Pi-scina Olimpionica, la viabilità vede tante “rotonde” stradali, certamente fra le più belle della riviera e nuove piste ciclabili, sono stati eseguiti importanti lavori all’Ospedale Ceccarini e trasformato in giardino pubblico, dedicato a Papa Gio-vanni Paolo II, quel verde poco utilizzato

a ridosso della ferrovia in viale dei Mille. Riguardo a quest’ultimo può lasciare qualche perplessità la scelta “all’inglese” e qualche timore che il prato diventi un bivacco. I pedoni aspettano fiduciosi da anni il prolungamento del sottopasso di viale Ceccarini sotto viale dei Mille per evitare il pericoloso attraversamento di quest’ultimo, e il sottopasso (e perché non un ponte ad arco?) che superi via Mi-lano così da collegare viale Ceccarini al mare, in tutta sicurezza. Una particolare attenzione meritano il lungomare e il Pa-lazzo dei Congressi. Il nuovo Lungomare della Libertà ad uso esclusivamente pe-

donale e con box interrati è stata un’otti-ma idea e una bella realizzazione. Se pri-ma, di sera, il lungomare era piuttosto buio, poco frequentato e un po’ inquie-tante, ora è la meta preferita di moltissi-ma gente che trova luce e piacere nel passeggiare in questa nuova parte di Ric-cione. Riguardo al nuovo Palazzo dei Congressi l’architettura è interessante, la posizione un po’ defilata non soffoca il centro anche se lasciano perplessi le dimensioni e la sua stessa esistenza. Un Palazzo dei Congressi non è una roton-da stradale, una fontana o un monu-mento, ma è una soluzione idonea a ri-chieste precise, è una proposta della

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città al mondo imprenditoriale, com-merciale, artistico e turistico: occorreva valutare a priori le reali possibilità di uti-lizzo e muoversi di conseguenza. Un im-pianto come il Palazzo deve funzionare a tempo pieno e non solo con alcune sale cinematografiche semivuote. E così il colosso di Rodi è rimasto a lungo vuo-to, spento, con le scale mobili in conti-nuo e inutile movimento e un deficit di oltre 45 milioni di euro. Finalmente quest’anno una volontà politica diversa ha portato a cambiamenti significativi e gli spazi a terra hanno cominciato a “vi-vere” offrendo proposte interessanti.

Rimane però una domanda: in un im-pianto di tale dimensione, non era pos-sibile prevedere una bella sala come “teatro-cinema”? Oggi una scuola di danza, una compagnia teatrale, un com-plesso musicale, ecc., sono costretti ad andare a Cattolica per trovare uno spa-zio idoneo a un saggio di danza, una re-cita o un concerto. Dall’estate scorsa Riccione ha un nuovo Sindaco, una nuo-va Giunta e un nuovo Consiglio Comu-nale e dei risultati apprezzabili sul loro lavoro si sono già visti: a tutti la mia fidu-cia e l’augurio di ben operare per la no-stra Perla Verde.

Fabio Severi

1950. La mitica “Goletta” del Dancing Savioli.

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Antonietta Righetti è pittrice e grafi-ca. Nel 1999 ha intrapreso la sua per-sonale ricerca artistica. Un approccio all’arte dove l’opera creata non è qualcosa da esporre, ma qualcosa da vivere e comunicare, dove il fare creativo è darsi spazio e tempo per guardare nel profondo di se stessi, è un modo per conoscersi, ritrovarsi, realizzarsi. Da alcuni anni trasmette la sua esperienza ad adulti e bambini nei corsi e negli incontri artistici che conduce, il suo lavoro mette al cen-tro la riscoperta e lo sviluppo delle risorse creative insite in ogni essere umano. Vive a Rimini insieme al ma-rito e ai figli, ma sogna di andare a vivere con la famiglia in campagna, nel verde, con l’orto, una capretta e... naturalmente tanti alberi!

Una lunga, tenera amicizia, mi consente di presentare un’autrice come Lia. Nel suo libro, alle ricette si accompagnano i ricordi di una vita familiare, con le sue tradizioni, gli insegnamenti, le rinunce, i successi. Solo una forte personalità ed una grande tenacia le hanno consenti-to di realizzare ancora una volta una delle sue aspirazioni. Quella di riusci-re a tramandare le ricette che l’hanno portata al successo della sua vita im-prenditoriale. Sostenuta da suo marito e circondata da figli e nipoti, gratificata dal consenso dei numerosissimi clienti, affronta ora il giudizio dei lettori. Ed ecco che per me, che l’ho vista fanciulla e che ne ho via via apprezzato le doti, è una gioia ed un onore introdurre que-sto suo libro.

Afra Porzio Fossa

LIBRI IN ROSA

“... l’amor che muove il sole...”Innanzitutto va sottolineato l’omaggio sincero, profondo, incisivo che Madda-lena esprime armoniosamente nei con-fronti dell’uomo, eletto ad argomento vitale dell’esistenza, linfa essenziale della vita. L’uomo visto, nel bene e nel male, sempre con affetto, ammirata attenzione. Credo che raramente ci sia dato leggere tante coloriture, tanti aspetti, tanti risvolti del rapporto che un essere sensibile, attento alle più sofferte sfumature, può annotare più o meno quotidianamente. Il confronto donnauomo, la miriade di sentimenti che da esso scaturisce, viene affronta-to e coraggiosamente posto in luce nei versi e nelle lucide interpretazioni di Maddalena.

Edmo Vandi

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La curcuma, è un prodotto con effetti a così elevata e diver-sificata efficacia, che si imporrà in tempi brevi su tantissimi altri prodotti naturali e di sintesi. Fa parte della famiglia dello zenzero, le radici ed il rizoma contengono caroteni, tiamina, flavonoidi, niacina, Vitamina C, ferro, zinco, calcio, magne-sio e selenio. I caroteni possono o meno trasformarsi in Vi-tamina A, e quindi ingerire un pochino della polvere ottenu-ta triturando le radici ci conferirà quasi sempre il beneficio di una pelle più bella e più sana. La tiamina è la Vitamina B1 e protegge il nostro sistema nervoso. Ne avremo un effetto benefico per i disturbi di conduzione, come i formicolìi ed il prurito. Il prurito è infatti un disturbo di conduzione nervo-sa. I flavonoidi sono quasi tutti delle provitamine. Questo termine indica i precursori delle Vitamine. I flavonoidi della curcuma si trasformano quasi tutti in Vitamine del gruppo B oppure in Vitamina A, con i benefici che ho appena accen-nato. La niacina è la Vitamina B3. Essa accresce, assieme alla Vitamina B6, la produzione di melatonina, che assicura al nostro organismo un perfetto equilibrio sonno-veglia. La Vitamina C è una Vitamina antiossidante. Come tale, poichè protegge dai radicali liberi ci difende dai dolori articolari in

Curcuma (Curcuma longa). È possibile farne a meno?modo eccellente. Lo zinco, il calcio, il magnesio, ed il sele-nio hanno un’azione sinergica con le Vitamine. In parole po-verissime, ne potenziano l’effetto, e ne amplificano il raggio d’azione. Se voi soffrite in modo cronico di un’artrite oppure di un’artrosi, ed ogni cura ha fallito, la curcumina contenuta nella curcuma potrebbe costituire un valido ausilio. Se siete tormentati dai dolori della cervicale ad ogni vostro risveglio mattutino, oppure siete inchiodati da un dolore alla spalla, oppure ancora vi è capitato il cosiddetto colpo della strega, e tanto altro, (e non potete usare sempre e solo cortisone), allora la curcumina potrebbe alleviare le vostre sofferenze. La curcuma è stata utilizzata per millenni come rimedio per i problemi epatici per la sua azione coleretica (aumento della secrezione di bile), stimola la contrazione della colecisti e ha la proprietà di aumentare la produzione di bile ed acidi biliari Una dieta con supplemento di curcuma può ridurre del 75% la formazione di calcoli di colesterolo. La curcuma,inoltre, modula la risposta biologica attivando il sistema immunitario ed aumentando il numero degli anticorpi circolanti. Il presti-gioso National Cancer Institute (USA) annovera la curcuma come sostanza preventiva nel cancro intestinale essendo in grado di neutralizzare le sostanze tossiche presenti nei cibi. Ulcera gastrica e duodenale o peptica derivata dall’as-sunzione di farmaci e/o anti-infiammatori: spesso causate da un batterio, l’Helocobacter pylori (presente nel 90% delle ulcere duodenali e nelle gastrite), vengono contra-state preventivamente nella fase di formazione ulcero-sa, introducendo un significativo incremento del muco. Ma soprattutto nella artrite reumatoide e problematiche si-milari abbiamo riscontrato nella pratica quotidiana che gli effetti positivi sono incisivi, e in un arco di tempo che lascia-no piacevolmente esterrefatti.

Scola dr Lorenzo

Vi capita spesso di pensare così? Se decido di guidare la moto, devo avere il patentino. Se voglio guidare l’automobile, devo avere la patente. Se voglio andare a caccia, mi serve il permesso. Se voglio andare a pesca o a raccogliere i funghi mi serve la licenza. Se voglio montare un’impal-catura devo fare un corso. Se voglio invece allenarmi non ho bisogno di niente, anzi devo trovare dove spen-dere meno e un centro fitness con at-trezzature all’avanguardia. Assistiamo a richieste di questo tipo: “Istruttore mi fa una scheda nuova? “Senti, ne ho una chilometri zero, ora scaldati sulla ciclette e poi te la spiego. Questo è quello che possono dare quando si parla di prezzi, sconti e promozioni. Il rapporto tra istruttore e clientela di solito è: un istruttore ogni quindi-ci/venti clienti. Con un rapporto così

PERSONAL TRAINER PRIMA IL MOVIMENTO POI L’ALLENAMENTO, PRIMA TI INSEGNO A MUOVERTI POI TI ALLENO

non si ha il tempo di impostare nes-sun progetto e nessuna relazione, al massimo una stampa della scheda magica che fa crescere tutto tranne che la consapevolezza di quello che stai facendo. Farsi aiutare da un per-sonal trainer non è possibile solo per i vips. A conti fatti il personal conviene. Conviene perché ha il tempo di inse-gnarti per arrivare agli obiettivi prece-

dentemente stabiliti. Allenarsi con il personal non vuol dire essere diversi o impediti. Lo possiamo paragonare al maestro di tennis o a quello di sci: se tiri la pallina solo contro un muro non riesci a giocare a tennis perché ti man-ca la giusta tecnica. Se ti butti con gli sci a valle, arrivi in fondo per gravità e non perché adoperi la tecnica dello spazzaneve. Se ti alleni da solo (spiz-zicando su internet o per sentito dire) potresti non allenarti bene, anche se stai sollevando dei pesi. Una partico-lare attenzione va alle categorie che hanno bisogno di lavorare con proto-colli sicuri (postura, obesità, diabete, ipertensione ecc.). Noi ci vediamo nel 2011, per ora a tutti i miei lettori, Buone Feste.

Giovanni MattoniPersonal trainer

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Tutti i pregi della tavola nel rispetto della tradizione romagnola

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Taekwondo Riccione - Song Moo Kwan. Centro Specializzato che si avvale della lunga esperienza e serietà del D.T. M° Geo Ottaviani C.N. 6° Dan, diplomato alla World Taekwondo Federation Seul Korea. Allievo del Grande Maestro Chung Kwang Soo 9° Dan. Ambasciatore per IâC™ Europa e D.T. FIST Taekwondo Academy coadiuvato dal M° Roberto Betti 5° Dan e degli aiutanti istruttori Gianluca Lotti 4° Dan e Linda Sacripanti 2° Dan.

ORARI DEI CORSI SEMPRE APERTI

LA STRUTTURA SPORTIVA PIÙ ORGANIZZATA DELLA CITTÀIl Taekwondo di Riccione presso la palestra Sparta informa che sono aperti i corsi di allenamento da fine settembre, adulti e bambini, e co-glie l’occasione di ringraziare tutti gli atleti della cospicua partecipazio-ne per la stagione appena trascor-sa. È stato un anno molto positivo come iscrizioni e come medagliere

in numerose competizioni. Gli atleti di Riccione (bambini e adulti) hanno mostrato carattere e molto compe-titività nelle gare svolte in tutta Ita-lia e anche all’estero, sottolineando che nella nostra palestra si insegna l’arte marziale completa in tutte le sue qualità, tecnica (anche agonisti-ca), combattimento, difese persona-

li, tecniche speciali per esibizioni e manifestazioni..La serietà e la fidu-cia a Riccione come Taekwondo è ormai consolidata da quasi 35 anni dalla presenza del M° Geo Ottaviani CN 6°(ora presidente della FIST- as-sociazione italiana taekwondo e DT della palestra di Riccione) ora la-sciata all’insegnamento al M° Betti Roberto CN 5° DAN, all’istruttore Lotti GianLuca CN 4° DAN e Uguc-cioni Luna CN 3° DAN, tecnici qua-lificati diplomati e riconosciuti nel Taekwondo come CN dalla WTF , e come insegnanti di difese personali dalla Hosinsul – Korea. Si ricorda a tutti i bambini che si iscrivono entro il mese di novembre verrà dato un omaggio (da chiedere direttamente al maestro), e anche per gli adulti la possibilità di fare 2 prove gratu-ite per conoscere e valutare il Ta-ekwondo alla Sparta a Riccione.

Vi aspetto numerosi!www.taekwondoriccione.com

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SPORT VARI

Un grande “in bocca al lupo” a questi due ragazzi affinché possano raggiunge-re altri traguardi.

Ripartito a settembre l’anno 2010-2011 della The Fight Club Riccione, dal lunedì al venerdì tutte le sere, da quest’anno anche nel pomeriggio di martedì, giove-dì, sabato, al centro sportivo Nicoletti, via Forlimpopoli 3. Dopo un’annata che ha regalato enormi soddisfazioni veden-do i nostri fighter di thai boxe e pugilato impegnati in competizioni italiane ed estere, culminate nel grande galà “La grande Sfida sui 4 Angoli” del primo maggio. Il segreto lo dicono i nostri stes-si ragazzi e ragazze “siamo una grande famiglia” e questo rende forte il nostro gruppo, in una realtà in cui sono in gra-do di convivere atleti professionisti, di-lettanti, ed amatori e immancabilmente ragazze. Di conseguenza il risultato può arrivare e così è stato, Giuseppe De Do-menico campione italiano thai boxe k1 style serie c 80 kg, titolo già difeso 2 vol-te , 2° classificato alla Word Cup Kom-bat Leage e Serghey Vintovich anche lui titolo italiano serie c kg 70 e vincitore con un altro fighter locale il serie N Boris

THE FIGHT CLUB RICCIONEUn 2010-2011 sempre sugli scudi!

Due arbitri riccionesi

si fanno onoreVILLA TARCISIO nato a Riccione il 14/08/1980 ha il diploma di Ragioniere e si è laureato Dottore in Legge presso l’Università degli studi di Bologna. Duran-te la stagione estiva aiuta il padre Gior-gio nella conduzione di uno stabilimen-to balneare a Riccione Alba. Dopo aver arbitrato per due anni nel Campionato Nazionale Dilettanti (Serie D) ha deciso di passare dal fischietto alla bandierina e da quest’anno fungerà da assistente (così vengono ora chiamati attualmente i guardalinee) nel Campionato lega Pro (ex serie C).

RAPUANO ANTONIO nato a Rimini il 10/04/1985 studia presso l’Università di Rimini e si sta laureando in Economia e Commercio. Lavora come Vigile Urbano. Ha iniziato questa attività nel 2001 e si subito messo in luce per le sue ottimi capacità. Dopo alcuni anni di direzione di gare in regione ha diretto per due anni gare di Eccellenza e di Promozione in altre Regioni d’Italia ed alla fine della passata stagione ha meritato il passaggio nella categoria superiore ossia il Campio-nato Nazionale Dilettanti (serie D).

Muccioli della World Cup Kombat Lea-ge, l’apice è stato la conquista con Ser-ghey Vasilev del titolo europeo profes-sionisti thay boxe k1 Kombat Leage kg +91. I risultati raggiunti vogliono essere solo un stimolo per poter fare sempre meglio e obiettivo per altri atleti come il thai boxer 75 kg Aiman Abu El Magd, il promettente pugile 64 kg Gian Maria Castaldo, Jowed El Byari già campione mondiale Kombat Leage e in naziona-le marocchina di pugilato, prossimo a passare al professionismo, nonché de-gli altri tanti fighter (tra cui Elia Filippini già campione italiano 2009 pro di muay thai). Con lunedì riprende quell’”enne-sima sfida” che i nostri istruttori Misuri Alessandro, Simoncioni Stefano, Mercu-ri Cristiano, Valli Christian, Michelangeli Emanuele, Muratori Marco, Campanella Giorgio e il presidente Napoletano An-tonio con tanta passione e professiona-lità intendono infondere a tutti i atleti, forza ragazzi il THE FIGHT CLUB RIC-CIONE vi aspetta.

Appena un mese dall’inizio, il nostro Campione Italiano Cl “C” medio massi-mo “De Domenico Giuseppe”, per gli amici DIDO, è stato chiamato a parte-cipare in una serata di Sport da Ring disciplina Thai Boxe, al Palazzetto Flami-nio di Rimini, confrontandosi con un avversario di buon livello (Mirco Giannini di Imola), difatti il match del grande Dido è stato il penultimo della serata e si è concluso in parità tra i tanti applausi del pubblico presente. Già con la prima uscita stagionale, Dido ha nuovamente suscitato ulteriore entusiasmo nello Staff Tecnico e Direttivo e negli amici frequentatori del “Fight Club Riccione”. A seguito di quest’ultimo incontro, già sono giunte altre richieste di partecipazioni, quindi lo Staff ringrazia Dido in modo particolare, per il suo costante impegno e voglia di crescere sempre di più, dando un’enorme prestigio alla Società e alla Città di Riccione.

Emanuele Michelangeli

GRANDE “DIDO”

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sportnews! sportnews!Da lunedì 11 ottobre ha riaperto la palestra Life Style Gym al primo piano dello Stadio del Nuoto di Riccione. La novità della stagione 2010/2011 è nella doppia modalità di fruizione. Quella più interessante, permette di usufruire del servizio di un personal trainer. In pratica, un istruttore qualificato (laureato Isef e con esperienza nel campo sportivo agonistico), assisterà personalmente il cliente che abbia esigenze particolari. Il servizio si rivolge sia a chi ha poco tempo da dedicare alla palestra ma vuole comunque restare in forma fisica; sia a chi vuole dimagrire o tonificare; sia a chi abbia degli obiettivi nel campo della prestazione sportiva. In sostanza, chi ha bisogno di una preparazione mirata può trovare la formula giusta per lui grazie all’utilizzo del personal trainer. Niente schede “pre-cotte” o scaricate da internet. Ci si basa sul rapporto umano e sull’esperienza e la conoscenza per arrivare ai risultati desiderati. Gli orari in cui si può accedere alla palestra e si può godere del servizio di personal trainer vanno dalle 11 alle 15 e dalle 18 alle 21 (lunedì, martedì, giovedì e venerdì). Il mercoledì dalle 11 alle 14 ed il sabato dalle 15 alle 18. Un abbonamento trimestrale con personal trainer costa 159 euro (mensile 59 euro) e, naturalmente, si può accedere alla struttura tutti i giorni. L’ingresso singolo, sempre con personal trainer, costa 10 euro. La seconda modalità di fruizione è quella “libera”. Ovvero, dalle 9 alle 11 di mattina e dalle 15 alle 18 del pomeriggio tutti possono accedere alla palestra liberamente, senza nessun supporto da parte del nostro personale. In questo caso si può entrare in palestra utilizzando una formula ad ingressi: 60 ingressi (330 euro), 30 ingressi (165 euro), 15 ingressi 88 euro). Entrata singola 6,50 euro.

Wellness, ha riaperto la palestra Life Style Gym allo Stadio del Nuoto

Il 22 e 23 dicembre, lo Stadio del Nuoto ospiterà nuovamente i grandi del nuoto nazionale. Sono infatti in programma i Campionati italiani assoluti invernali in vasca da 25 metri. La Federazione italiana nuoto conferma dunque il rapporto di grande fiducia con la Polisportiva Comunale Riccione alla quale continua ad affidare i propri appuntamenti di prestigio. Per i riccionesi e per tutti gli ap-passionati della Romagna e delle Marche c’è ancora una volta la possibilità di vedere all’opera i grandi beniamini di questo sport. Da Federica Pellegrini alla neosposa Alessia Filippi; dagli emiliano-romagnoli Marco Orsi e Fabio Scozzoli, ormai al top internazionale, agli altri grandi: Cristian Galenda, Marco Belotti, Fi-lippo Magnani, Federico Colbertaldo, Mirco di Tora, Damiano Lestingi, Alesan-do Terrin e Luca Marin. In gara, naturalmente, anche gli atleti della Polisportiva Comunale Riccione, pronti a difendere i colori di casa.Nella foto: Federica Pellegrini in allenamento allo Stadio del Nuoto

Il 22 e 23 dicembre

Campionati italianiassoluti invernali di nuoto

Il Comitato Riccione Xmas organizza anche quest’anno la cammi-nata solidale “BABBO NATALE AMA RICCIONE” nel giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre. La Polisportiva Comunale Riccione non ha nessuna intenzione di mancare all’evento. E sarà presente con tutte le sue società e sezioni. Non solo, come l’anno scorso garantirà il proprio supporto sia per la logistica della manifestazio-ne, sia per la sicurezza. L’appuntamento per tutti gli sportivi è per le ore 16 di domenica 26 dicembre in piazzale Ceccarini.Nella foto: un momento della camminata 2009

Ci siamo anche noi!Torna la camminata benefica dei Babbi Natale

la Palestra Life Style Gym

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sportnews! sportnews!Sabato 4 e domenica 5 dicembre si tiene allo Stadio del Nuoto la settima edizione della Coppa Città di Riccione di Nuoto Master. I Master, lo ricordiamo, sono quegli atleti che, compiuti i 25 anni e fino ai... 100, vogliono continuare a gareggiare senza dover far parte delle categorie agonistiche. In quel week-end si prevede ne arrivino a Riccione circa 1300 (con tanto di accompagnamento di tecnici, dirigenti, tifosi e fa-miliari), per un fine settimana che dovrebbe rendere felici albergatori e commercianti. Quest’anno c’è anche stata l’iscrizione di una quindicina di nuotatori stranieri, a testi-monianza del fatto che il Città di Riccione è ormai un piccolo classico nel suo genere. Del resto, è senz’altro l’appuntamento più completo di tutti quelli che fanno parte del circuito Super Master, vero e proprio campionato italiano a tappe che vede impegnati i master di tutta Italia e prevede anche premi particolari. Ad esempio: al nuotatore più anziano e alla migliore prestazione tecnica di tutta la manifestazione. L’organizzazione dell’evento è della Polisportiva Comunale Riccione in collaborazione con la Federa-zione italiana nuoto. Nella foto: Una gara della Coppa Città di Riccione 2009

4 e 5 dicembreNuoto Master: Coppa Città di Riccione

“Amico sport” e “Sport a scuola”Con l’inizio dell’anno scolastico sono partiti due progetti di educazione mo-torie nelle scuole riccionesi. Si tratta di “Amico Sport” (nelle scuole dell’in-fanzia) e di “Sport a Scuola” (nelle primarie). Entrambe queste iniziative sono finanziate dal Comune di Ric-cione e gestite da alcune associazioni sportive coordinate, per il secondo anno consecutivo, dalla Polisportiva Comunale Riccione la quale utilizza 12 insegnanti altamente qualificati, tutti laureati in Scienze Motorie. Que-ste due iniziative prevedono incontri quindicinali con gli alunni per tutto l’anno scolastico. Fra gli obiettivi: va-lorizzare il gioco motorio, sviluppare abilità specifiche nei bimbi, promuo-vere un’azione educativa.

Dopo le festività nata-lizie, riprendono i corsi di tutte le società e le sezioni della Polisporti-va Comunale Riccione. A partire dalle attività in piscina per bambini, ragazzi ed adulti, com-presi i corsi di aqua-wellness, ginnastica evolutiva, nonchè dalle attività delle varie sezio-ni (subacquea, tuffi, pal-lanuoto, nuoto e nuoto master). Si prosegue con il pattinaggio artistico, l’atletica leggera, la ginnastica, l’Atr, il basket, la pallavolo, il podismo, l’hockey in line, il calcetto, il karate, il pu-gilato la thai-boxe. Tutti sport di competenza delle diverse società aderenti alla Polisportiva Comunale Riccione. Per avere informazioni pió dettagliate su orari, costi ed effettivo inizio di corsi e lezioni, si può telefonare alla segreteria della Poli-sportiva Comunale Riccione allo 0541643559; alla reception dello Stadio del Nuo-to allo 0541644410; oppure si puï scrivere alla casella di posta elettronica [email protected], infine consultare il sito www.polcomriccione.com.

E a gennaio si ricomincia!

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La cronaca dell’attività agonistica ed organizzativa del no-stro circolo va da gennaio ad ottobre. Si è iniziato con il campionato invernale, riservato agli allievi della nostra scuola. Di seguito la classifica dei primi tre classificati in ogni categoria: racchetta gialla femm.,” palla mid” 1° N. Conte – 2° J. Ciancio – 3° E. Ciancio; pre-agonistica femm., 1° A. Gabellini – 2° I. Marzi – 3° C.Capelli; racchetta gialla masch., “palla mid” 1° L. Brezza – 2° G. Avanzolini – 3° M. Piccinini; racchetta gialla femm. “palla normale” 1° N. Ca-pelli – 2° G. Speranza – 3° G. Sartini; pre-agonistica masch. 1° S.Villa – 2° ex equo M. Nicolini – L. Tentoni – 3° F. Di Santi. Come sempre numerosi gli eventi organizzati dal nostro club, dai tornei alle manifestazioni: i primi riguar-dano il torneo naz. sing. masch. “open”, in aprile seguono naz. femm. “Masi”, dove si è distinta la nostra socia F.A. Spano con 6 risultati positivi e finalista; naz. masch. “Masi” dove M. Vannoni ha ottenuto 2 “positivi”. Naz. giovanile masch. e femm. U10 - U12 – U14, con la partecipazione di oltre 200 mini atleti. Veterani over 45/55. Champion day: ospite Stefano Galvani vincitore dell’Open di primavera, già n. 99 del mondo. Femm. reg. trofeo “Memorial Anna Olivieri”. 24h di tennis con 158 partecipanti e la vittoria della squadra “Federer” contro il team “Nadal” per 775 a

I premiati del campionato invernale, attorniati da genitori e tecnici.

a cura di Piero Serafini

Cronaca dell’attività agonistica

759, per un totale di 1534 game. Doppio giallo “Racchette di legno, come una volta”. L’anno si chiuderà, come tra-dizione, con i “49mi campionati sociali”, preceduti, i pri-mi di ottobre, dall’apertura della Scuola invernale, come sempre diretta dal maestro nazionale Fabrizio Serafini con il collaudato staff tecnico: Eddie agon. masch., Federica agon. femm. e U10, Ermete, Emanuela ed il sottoscritto. Un plauso ed un caloroso grazie, in primis, ai dirigenti del C.D.A. sempre impegnato nell’accrescere il prestigio del Tennis Club Riccione guidato da Franca Grossi Mancini, in consiglio dal 1998: un anno consigliere, 2 come vice e dal 2001 al vertice delle cariche. Per la cronaca, al termine del mandato in corso,con 15 anni al “servizio” del club, avrà superato ogni record. Sandro Vanucci vice presidente è il terzo “anziano” in consiglio. Mauro Ciapparelli altro vete-rano da record, già consigliere, vice presidente e attual-mente segretario-tesoriere, che, con una eventuale carica a presidente diventerebbe l’unico dirigente ad occupare tutte le cariche del C.D.A.. Seguono 4 giovani e validi con-siglieri con numerosi incarichi ciascuno: Pierluigi Bissa – Massimiliano Marchi - Stefano Marconi e Stefano Franco.Un sincero apprezzamento ai genitori che con passione e dedizione seguono i loro figli sia agonisti che non.

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IL MIO TENNIS

Sono nato nel 1928 a Riccione. Figlio del manutentore dei campi da tennis dell’Azienda di Soggiorno, oggi de-nominati “Villa Mussolini”, già a nove anni ero raccattapalle e, come tale, ho avuto l’occasione di “servire” il Duce durante il suo soggiorno a Riccione e numerosi campioni, italiani e stranieri, che partecipavano al tradizionale tor-neo estivo. Quest’ultima esperienza mi ha aiutato ad apprendere, prima teoricamente poi praticamente que-sto sport. Nel giugno del ’45, pochi mesi dopo la fine del secondo con-flitto mondiale, ero studente 17enne aspirante geometra, quando venni contattato da un nobile di Manto-va che mi propose di sostituire un suo compagno di gioco. Al termine dell’ora, giocata su un campo sistema-to alla buona (fino a pochi mesi prima era adibito ad officina all’aperto per la riparazione dei mezzi bellici) questo si-gnore mi volle pagare per quello che per me era stato un gran divertimento e mi stimolò a fare il “palleggiatore”. E’ così che il Marchese Capilupi de-cise il mio futuro. I successivi “clienti” furono alcuni ufficiali canadesi facenti parte della multietnica ottava Armata alleata, ospitati presso il Grand Hotel di Riccione dove aveva sede il coman-do di zona. Erano tempi grami ed il pensiero di poter guadagnare, diver-tendomi, mi convinse a dare l’addio ad un, ancora lontano, diploma di ge-ometra che avevo cercato frequentan-do un corso serale. Continuai a calcare i campi di terra rossa partecipando an-che a vari tornei per ottenere una clas-sifica federale, che mi permise poi di frequentare la Scuola Nazionale Mae-stri, dove ottenni il sospirato diploma. All’inizio degli anni ’50, dopo aver fon-dato la prima scuola estiva a Riccione ed in Romagna, cominciai ad emigra-re: per tre anni a Forlì presso il Circolo Tennis Marconi, ed otto anni a Parma presso il Circolo Universitario locale e, contemporaneamente, a Piacenza nei due Club della città: “Vittorino da Feltre” e “Nino Bixio”, dove diedi vita ad altrettante Scuole e tra questi giovani, il traguardo più prestigioso l’ha raggiunto il piacentino Giordano Maioli, conquistando il Titolo Italiano Assoluto Individuale sul mitico Nicola Pietrangeli, oltre a quello del Doppio. Questo ragazzo, inoltre, ha fatto parte della Nazionale di Coppa Davis ed in seguito ne fu anche commissario tecni-co. Nel 1962, con la nascita del Centro

Una vita sui campi rossi

Piero Serafini col figlio Fabrizio suo suces-sore alla direzione della Scuola.

Sportivo Comunale di Riccione, che comprendeva l’impianto dell’attuale Tennis Club, fui contattato dal Rag. Adriano Pietanesi che, assieme ad al-cuni appassionati del nostro sport, mi propose di creare una Scuola. Natural-mente accettai e le mie migrazioni eb-bero termine. Nello stesso anno fon-dai la Scuola che ho diretto per oltre 30 anni, quando cedetti le redini a mio figlio Fabrizio, tutt’ora D.T. Negli anni ’60 ho diretto il Centro Federale Esti-vo per 5 anni fino a che la gestione nel 1970 fu passata al nostro Club, sempre sotto l’egida della Federtennis. Nella mia carriera, non ancora al tramonto, ho “curato” varie decine di migliaia di giovani e non, italiani e stranieri. Fra questi, 6 oggi sono Maestri: M. Tonti, M. Righetti, M. Giulianelli, P. Sapigni, S. Tonini, F. Serafini. Oltre i succitati maestri si possono contare oltre 20 Allenatori-Istruttori. Tra gli allievi più prestigiosi del circondario che hanno raggiunto la categoria Nazionale “B” da citare i riccionesi M. Bartolini, A. Guidolin, A. Leurini, S.Tonini: i riminesi f.lli Briolini, S. Pagliarani, e il cattolichi-no M.Tonti. Da segnalare, a seguito di questo gruppo, oltre 100 appartenen-ti alla categ. “C.” Successi individuali ed a squadre dei nostri agonisti, oltre 160, tra cui citiamo i più importanti. In campo maschile: nel ‘64 E. Barila-ri conquista il 2° posto ai Campionati Naz. Giov. a Milano e S.Corazza rag-giunge il 5°. In campo femminile: nel ‘66 L. Amati, dopo aver superato le

fasi Provinciale e Regionale, nel Cam-pionato Italiano Giovanile a Milano, si aggiudica il 3° posto; si noti che a que-ste manifestazioni partecipavano 3000 giovani di tutta Italia. E. Amati ha vinto il Torneo Internazionale “dell’Avveni-re” di doppio a Milano in coppia con Winkelmann -compagno occasionale-. Si tenga presente che questa manife-stazione è considerata un Campiona-to Europeo Giovanile; basti pensare che il singolare è stato vinto nella sua storia da futuri n° 1 del mondo qua-li: LENDL, WILANDER, BORG ed al-tri campioni. Lo stesso Emilio Amati è stato Campione Universitario nel South Carolina (USA) dove è stato giudicato il migliore tennista tra i 200.000 parteci-panti. Armando Gabrielli, nel frattem-po, a Bari conquistava il titolo Italiano Studentesco di doppio, anche lui con un partner improvvisato per poi andare a conquistare negli USA il titolo studen-tesco dell’Iowa. I riconoscimenti: dal Coni e Federtennis a livello Nazionale, Regionale e Provinciale, 4 volte dal Co-mune di Riccione ed altrettante dal T.C. Riccione, il cui C.D.A., presieduto dalla Dott. Franca Grossi Mancini, nel 2001 ha deciso di intitolare a mio nome la Scuola del Circolo, alla presenza del Sin-daco D. Imola, dell’Assessore allo Sport A. Casadei e della dirigente dell’Ufficio Sport del Comune Dott.ssa G. Cianini e nel 2006 la prestigiosa Targa della Fa-mija Arciunesa, accompagnata dal titolo di Socio Onorario. Ho fatto parte dello Staff Tecnico Provinciale della Feder-tennis con l’incarico di Selezionatore e Capitano della squadra della provincia di Forlì, portando il Team alla fase Na-zionale dopo aver dominato quella Re-gionale senza perdere un incontro. Inol-tre ho ricoperto la carica di Fiduciario Provinciale dell’Associazione Maestri. Nel 2010 mi è stata conferita dal Pre-sidente della Repubblica l’onoreficen-za di Cavaliere dell’Ordine “Al merito della Repubblica Italiana”. Oggi con lo spirito e la passione rimasti immutati nel tempo, rimango sempre a disposizione dello Staff Tecnico e Organizzativo del T.C. Riccione, finchè “Testa, Gambe e Braccio” ( sinistro ) saranno OK! Ed infi-ne, ma soprattutto, la mia infinita grati-tudine va a mia moglie Tina, che mi ha sempre supportato, e sopportando le mie numerose assenze per lavoro, con i mie figli Barbara e Fabrizio mi ha dato la forza di andare avanti in questa “infi-nita” carriera!

Piero Serafini

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UNA VITA DA ROMANZO

Ebo Bezzi... il “Conte” Baffiti“E va a fnì ch’im ha psì tl’aqua de baté-sme” (Va a finire che mi hanno piscia-to nell’acqua del battesimo). Così deve aver pensato il giovanissimo Ebo Bezzi all’età di quattordici anni. Rimasto cru-delmente orfano alla nascita (1915), col babbo che moriva in trincea nel conflit-to mondiale della Grande guerra, vede-va spirare anche la mamma alle soglie dell’adolescenza. Non gli rimaneva che rimboccarsi le maniche e affrontare di petto una vita tutta in salita. Così va a Milano e il suo coraggio lo premia. Tro-va addirittura due lavori : aiuto meccani-co all’Alfa Romeo di giorno e “strillone” di sera al teatro Odeon. E’ un ragazzo intraprendente, non vuole fossilizzarsi, cerca il nuovo, la vita deve essere an-che avventura. A diciotto anni è autista di autotreni per conto della Pirelli e a ventidue le sue aspirazioni lo portano in Africa Orientale, al seguito del sogno coloniale del regime fascista. Con tanto di licenza di commercio per il recupero dei metalli residuati bellici e vendita di pezzi di ricambio, fa la spola tra il porto di Massaua e Addis Abeba. E’ in buo-na compagnia. Tanti riccionesi hanno preso al volo l’occasione di poter lavo-rare e magari tornare a casa con un bel gruzzoletto. Tra gli altri Attilio Cecchini “Cèch”, Vinicio Sorci, Nicola Casali “Co-lino” ed è da questa combriccola che ci è stato tramandato un episodio curio-so e gustoso per la sua paradossalità. Dovendo cambiare una gomma ad un automezzo “Cech” stava sistemando il cricco quando “Colino”, nell’intento di rendersi utile, se ne uscì con la seguente frase : “ Sposta una spana vèrs Rémne” (Sposta una spanna verso Rimini). Tut-ti scoppiarono in una fragorosa risata.

L’indicazione poteva infatti “funziona-re” se fossero stati a Riccione non certo in un luogo che distava migliaia di chi-lometri dai luoghi natii. Luoghi che Ebo rivide nel 1939, col suo ritorno a casa nell’intento di godersela un pò. Ma la pace ebbe breve durata. L’Italia entrò in guerra e per il nostro giovane, chiamato alle armi, fu un periodo travagliatissimo. Grazie alle sue risorse fisiche e mentali supera difficoltà e peripezie di ogni tipo compreso un periodo di clandestinità. Dopo il “ 25 aprile ‘45” incomincia a dar sfogo alla sua inventiva, al suo estro cre-ativo, al suo eclettismo non comune. Dal suo “cilindro” escono una serie di locali pubblici che faranno storia, che diven-teranno luoghi mitici del divertimento. Con “incoscienza” pionieristica ad Ebo sono sufficienti i soldi per comperare le cambiali, una penna per firmarle e ...voi-là l’attrazione è fatta! Dancing “Giar-dino delle Magnolie”, Dancing “Para-diso” (che divenne “Vallechiara” dopo l’intervento del parroco), Dancing “De-sperados” sono le prime “creature”. Poi torna a Milano e lavora nel ristorante “Riccione” dei fratelli Metalli. Va in Sve-zia a fare il cuoco attratto da chissà quali miraggi. Se ne torna nella Perla verde a sfornare nuove idee: Bar Trento, Bar Canasta, Bar Tre Moschettieri, Ristoran-te pizzeria “Del Gallo” (poi venduto a Dolfo Ciotti), Dancing Park, Ristorante “Il passatore“ (a Gradara), Ristorante “Il covo dei pirati” e infine il Camping “Adria”. Attività vulcaniche sempre ac-compagnate dal motto: “Buon cibo, belle donne, motori rombanti”. Il tutto vissuto con una signorilità ineguaglia-bile tant’è che si “meritò “... per accla-mazione popolare il titolo di “Conte”

Al mare, fisico statuario e incedere sportivo.

Cuoco in Svezia.

1960- Ebo “pirata” nel suo covo. Al ristorante del Gallo.

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durante una delle sue cene “oceaniche” allietate da musicisti d’eccezione compreso il cantastorie-fisarmonicista Morelli di Sant’Arcangelo che arrivava in Guzzi abbinata all’elegantissi-mo sidecar di legno. Il Conte “Baffiti” della famiglia dei Bezzi ci ha lasciato vent’anni fa ma la sua fama è nel ricordo di chi lo conobbe ed ebbe la fortuna di dividerne i momenti felici.

G.L.M.

UNA VITA DA ROMANZO

Ebo e Walter Barilari sul Lungomare di Riccione. L’auto sulla quale sono a bordo è un “ibrido” originalissimo: telaio di una”Topolino” Fiat, motore bicilindrico”Benelli” a catena, carrozzeria “Ebo”.

La stessa fu usata, spesso e volentieri, per pubblicizzare le sera-te danzanti al Dancing “Florida” gestito dai fratelli Barilari. Ora è parcheggiata al Museo del Motociclo “vestita” con la carrozzeria di una Jeep. Anni ‘80 – Sul molo del porto canale con l’amico Luciano Meconi.

Ebo nei panni del Passatore.

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Dall’album di Vandi Eugenio

Anni ‘60 - Tra le tante “star” del caratteristico e frequentatissimo ristorante l’impeccabile Corrado Mantoni (sopra) e il simpatico Gino Bramieri (sotto)

1957 - Con gli amici dopo una battuta di caccia.

1968 – La famiglia Vandi : babbo Eugenio, mamma Dolores Conti, Ferdinando e Patrizia.

1964 – Inaugurazione del Ranch Saloon sul Lungomare della Repubblica.

Il cow-boy Eugenio,con tanto di “Colt”, difende i giovani “pionieri”.

COME ERAVAMO

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