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Evoluzione dei paradigmi industriali e riconfigurazione dell'ambiente

costruito in Italia: crisi, efficienza e olismo.

Ripresa, riconfigurazione o regressione? Angelo Luigi Camillo Ciribini, DICATAM, Università degli Studi di Brescia e ITC CNR

Organisational Boundaries and Interface Management: competere per Filiere e per Flussi? Il Cambiamento è un termine oggi divenuto, al pari della Crescita, paradigmatico e obbligato per il

Settore così come per il Paese. Nessuno potrebbe pensare di sottrarvisi e su di esso si giocano le fortune politiche degli schieramenti nelle prossime contese elettorali, così come nei confronti dello

stesso si riversano le attese degli Operatori. Tale termine ha assunto la cogenza che è ben nota a seguito di un lungo periodo di stasi e forse di declino del Paese, di cui il Settore delle Costruzioni è stato, anzitutto in termini occupazionali, uno

dei maggiori protagonisti in negativo, come lo è tuttora, in fatto di parco immobiliare, per l'Insostenibilità Ambientale.

La sensazione che, tuttavia, permea l'osservatore è che la rapidità e l'ansia con cui si stia cercando di rimettere mano ai meccanismi regolatori e incentivanti del Comparto sia troppo poco meditata, non tanto per la sua frettolosità intrinseca, quanto perché non è stata preceduta da una riflessione

profonda sulla storia post-unitaria e sulle ragioni strutturali delle disfunzionalità e delle diseconomie attuali.

L'impressione è che la classe dirigente del Paese non riesca a fare davvero i conti con l'improvvisazione e con la cortomiranza che hanno contraddistinto molte scelte strategiche degli ultimi lustri e che, dunque, questa riflessione meditata, descritta in maniera caricaturale come

"professorale" e "accademica", non sarà svolta, con le prevedibili conseguenze di opzioni basate in parte non banale su una sorta di nominalismo.

Il pericolo che è sotteso a questo fenomeno è, per il Settore delle Costruzioni, che la posta in palio, ovverossia la sua natura prospettica, vada malamente sprecata allorché a livello globale le Costruzioni registrano un forte incremento dei volumi di affari e di produzione, al di fuori del

Continente Europeo. Accanto a Politiche Industriali che i Governi Continentali potrebbero mettere in atto (o che, in

taluni casi, hanno già messo in atto), le dinamiche economico-finanzarie potrebbero risultare decisive per il Cambiamento allorché esse siano basate su livelli prestazionali contrattualizzabili e misurabili.

La cosiddetta Servitization (terziarizzazione del valore aggiunto legato al prodotto immobiliare) potrebbe, in effetti, decidere una evoluzione epocale della essenza stessa del Settore,

ma, a questo fine, urgerebbe, però, una maggiore consapevolezza, un maggiore discernimento dei principali Attori e una loro conoscenza degli accadimenti che avvengono oltre confine che non sia condizionata da pregiudizi positivi o negativi e da visioni deformate della realtà, in senso

ottimistico o pessimistico. Il quadro che la Crisi ci restituisce, al di là dei meccanismi selettivi, è, comunque, di una estrema

frammentazione della classe committente (a cui il Governo vorrebbe far fronte quantitativamente tramite una forte riduzione delle Stazioni Appaltanti), della classe professionale e della classe imprenditoriale e (in parte) manifatturiera, colla possibilità che la maturazione attesa non avvenga,

avendo a lato una classe accademica e scolastica ancorata a vecchi immaginari, a consolidati modelli didattici, scientifici e organizzativi.

Potrebbe, inoltre, esservi un fraintendimento per ciò che concerne l'Information Modelling, così come l'Energy Modelling (e le altre forme di Modellistica): la sottovalutazione delle potenzialità che il Dato Computabile ed Elaborabile propone, dovuta a una mentalità degli Operatori

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Professionali e Imprenditoriali ancora inadeguata alle categorie della Digitalizzazione e della

Gestione delle Catene di Fornitura nell'ottica della Lean Construction. Il Construction Supply Chain Management (CSCM), saldandosi con l'Information Modelling, con

l'Off Site Approach e con il Knowledge Management, pone, di fatto, inedite prospettive rafforzate dalla Gestione Computazionale e Parametrica dei Flussi Informativi attorno a cui consolidare il Project Centrism della Filiera: the traditional project management techniques have to be redesigned

and reconceived to achieve the desired service parameters and time limits under these circumstances.

L'impressione è, infatti, che, da un lato, si sottovalutino le magagne del Settore negli altri principali Paesi Comunitari, spesso non dissimili dalle Nostre, ma che, d'altro canto, non si colga appieno la portata dello sforzo culturale e sistemico di rinnovamento in atto in essi.

Il CSCM dimostra, del resto, quanto la competizione sui Mercati Internazionali sia sempre meno "estemporanea": the systems discipline of supply chain management contrasts sharply with

traditional methods of planning, controlling and contracting for projects that, taking a hierarchical, decomposition approach, seek at best to optimize individual activities. Thus whereas current construction methods tend to support the fragmentation that plagues construction, supply-chain

management promises an engineering basis to design, plan, and manage construction projects in a collaborative manner.

Ciò che l'Accademia dovrebbe fare è saper, in primo luogo, comprendere e discernere con lucidità gli avvenimenti e la loro intrinseca portata: mai più, invece, dovrebbe essere, come a lungo è stata per molti versi, un Follower, anche quando ha prodotto per prima Conoscenza originale.

Certamente il Partenariato Pubblico Privato, nelle sue molteplici morfologie concessorie, appare centrale (e anche legislativamente distinto e distinguibile dall'Appalto), epperò occorre avere bene a

mente quante inefficienze (giuridiche, finanziarie e tecnologiche) esso abbia, in parecchi casi, generato: accanto ad alcuni esiti positivi.

1. Politiche Comunitarie e Settore delle Costruzioni

Per il Settore delle Costruzioni in Europa e, in particolare, per alcuni Paesi della UE 28 (per altri lo si potrebbe dire di meno o per nulla), quali l'Irlanda, l'Italia, la Spagna, gli ultimi anni hanno

rappresentato un passaggio talora drammatico in termini recessivi che ha determinato una contrazione drastica o molto significativa delle dimensioni del Mercato, specie delle Nuove

Costruzioni Edilizie e Infrastrutturali, che era stato preceduto, almeno nel Nostro Paese, paradossalmente dal maggior ciclo espansivo. I numeri del Settore non sono trascurabili (incidenza del 10% sul PIL, 20 milioni di lavoratori, 500

milioni di consumatori): sustainable buildings combine improved energy performance and reduced environmental impact throughout their life cycle. Their users enjoy better health and well-being

and productivity gains that translate into cost savings. Buildings have the potential to reach a 90 % reduction in their greenhouse gas emissions by 2050 (...) The great challenge faced by economies today is to integrate environmental sustainability with economic growth and welfare by decoupling

environmental degradation from economic growth and ‘doing more with less’. Al contempo, la Strategia Comunitaria per le Costruzioni si annuncia essere improntata, sotto

l'egida del Cambiamento Climatico, della Sostenibilità Ambientale e della Efficienza Energetica, alla cosiddetta Smart, Sustainable and inclusive Growth: nozioni, peraltro, piuttosto vaghe... Tale condotta è caratterizzata da cinque obiettivi:

a) stimulating favourable investment conditions; b) improving the human-capital basis;

c) improving resource efficiency; d) environmental performance and business opportunities; e) strengthening the EU internal market and fostering the global competitiveness of enterprises.

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In buona sostanza, il timore è, tuttavia, che, a fronte di istanze politiche di Riconfigurazione del

Mercato, improntata all'Industrialesimo e alla Produttività, le aspettative degli Operatori Economici siano, invero, tese al Ritorno alle logiche tradizionali: il che equivarrebbe a profittare delle categorie

consuete, abbandonando l'antica aspirazione ad assumere la Dignità Industriale per il Comparto ricercata oggi da alcuni Governi nelle loro Strategie Industriali. È questo, dunque, un momento storico e congiunturale di grande interesse per il Mercato poiché

quanto sta accadendo appare a molti come la premessa di una svolta per le Costruzioni, ma, in realtà, le potenzialità annunciate tramite le intenzioni dei Decisori Politici e le strumentazioni degli

Operatori Economici trovano spesso una tacita avversione nella prassi: il Building Information Modelling (BIM), in questo senso, è paradigmatico di una condizione che è tendenzialmente aporetica, a meno a che non si sia disposti a ripensare le funzioni tradizionali e ad accettare che la

commistione di questioni giuridiche, economico finanziarie e tecnologiche non sia più districabile. Uno degli aspetti maggiormente critici, che è intimamente connesso al BIM è, in effetti, proprio il

‘doing more with less’, ma ciò cela il fatto che l'Approccio Olistico al Ciclo di Vita e il Green Public Procurement nascondano una ambizione non commisurata alla natura del Comparto. In effetti, il BIM oscilla tra l'essere il portato di un avanzamento tecnologico in corso da un

ventennio e il dispositivo in grado di attivare modalità organizzative e apparati mentali straordinariamente eversivi.

La stessa Strategia del Governo Britannico si sta ora giocando sulla questione della Achievability: in altre parole, si tratta di comprendere se l'enjeu sia credibile (convertire un intero Sistema delle Costruzioni) o se, al netto delle Grandi Opere, sia solo una abile operazione di Marketing finalizzata

a introdurre barriere di ingresso sui Mercati Internazionali grazie a un gergo settario e a procedure iniziatiche.

Ciò che appare forse decisivo è il fatto che, partendo dalla crisi della Finanza Pubblica, che ha progressivamente ridotto o limitato l'impiego di risorse proprie da parte delle Amministrazioni Pubbliche, il Partenariato Pubblico Privato, il Leasing in Costruendo, il Contratto di Disponibilità, il

Contratto di Rendimento Energetico abbiano introdotto prepotentemente, oltre a più sofisticate logiche finanziarie e giuridiche, il Ciclo di Vita del Manufatto e la Responsabilità di Risultato in

materia di prestazioni attese e di loro traduzione in termini di economicità sul medio e sul lungo periodo per gli Operatori Economici, sin lì poco adusi a ciò. Naturalmente, come dimostrano molti casi britannici, gli inconvenienti in materia tecnica delle

formule partenariali sono molteplici - dalle carceri alle scuole o agli ospedali, per non dire delle ferrovie - e dipendono forse anche dal fatto che i Concessionari (Special Purpose Vehicle) non

hanno ancora sempre interiorizzato il significato ultimo del processo ideativo in funzione del periodo di gestione concesso, ma solo una istanza generale di coordinamento e di integrazione disciplinare.

La prassi progettuale, almeno in Italia, anche ove si ricorra al BIM, costringe a far sì che in queste forme avanzate ci si affidi ancora a Progettisti sicuramente specializzati, ma ancora molto legati alla

concezione tradizionale del manufatto, a prescindere dalle logiche specifiche di un dispositivo gestionale. Per questa ragione, la possibilità che l'Innovazione (di Prodotto, di Progetto e di Processo) divenga

un fattore competitivo decisivo non può essere certo ascritta agli Attori del Settore, bensì a cause esterne che appaiono determinarne l'evoluzione, per così dire, epistemologica e che, grazie alla

Modellazione Energetica e Strutturale, nonché all'ICT, possano consentire di introdurre metriche contrattuali relative ai livelli prestazionali formalizzabili e misurabili: anzitutto, in termini di risparmi sulle bollette energetiche (meno immediato, ma altrettanto reale in materia di polizze

assicurative e di valori immobiliari, sarebbe il vantaggio arrecato dal Miglioramento Sismico e Architettonico).

Il Building Information Modelling fornisce un contributo significativo a questo processo poiché permette, tramite la Computabilità dei Dati e la Elaborazione delle Informazioni di supportare meglio un simile approccio.

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Le sorti del Settore delle Costruzioni si giocano, peraltro, nel Continente Europeo, tra Capitalismo

Green di territorio e Capitalismo Soft di rete (digitale, energetica, trasportistica), annullando, per certi aspetti, la distinzione tra Edifici e Infrastrutture, ma tale non sembra essere la consapevolezza

di un Mercato debole nelle grandi società consulenziali e tutto proiettato alle opere infrastrutturali da realizzare altrove per le maggiori realtà imprenditoriali. In buona sostanza, sembrano mancare in Italia attualmente le condizioni affinché una nuova

impostazione del Mercato possa trovare adeguati Driver for Change, tanto più che il processo modernizzatore sul piano politico intende cercare di sconfiggere le rappresentanze di mezzo

(provinciali e regionali), tentando un coordinamento diretto tra Enti Municipali e Amministrazione Statale che ai contemporanei risulta forse obbligato, ma la cui efficacia sarà tutta da dimostrare. A livello comunitario, la Strategia Construction 2020 appare, a partire dalla Communication on the

Strategy for the sustainable competitiveness of the construction sector and its enterprises del 2012, tutta imperniata, come accennato, sulla Competitività del Sistema Europeo e sul

Funzionamento del Mercato Europeo, posandosi, in particolare, su Building Renovation e Infrastructure Maintenance anche se l'impressione è che la valorizzazione e la enfasi riposta della Piccola e Media Professionalità e Imprenditorialità, palese anche nella Nuova Direttiva sul Public

Procurement, lasci irrisolto il tema dei processi aggregativi e della apertura effettiva del Mercato Comunitario.

L'efficienza delle Policy di Sostenibilità si giocano tra European Structural and Innovation Funds, Horizon 2020 e Green Public Procurement, mostrando alcune priorità, come quelle, legate all'Innovazione Sociale, finalizzate a comprendere le caratteristiche del prodotto immobiliare per la

popolazione che invecchia. Il che sta a dire come solo azioni coordinate sui diversi piani potranno, a livello governativo, sortire effetti sistemici.

L'Action Plan riserva, altresì, un ruolo non marginale alla unificazione e alla semplificazione delle procedure amministrative (anche questo un tema estradisciplinare, se non per i risvolti gestionali indiretti: ben dimostrati dagli osservatori internazionali comparati), così come alla materia delle

incentivazioni fiscali (tramite la cooperazione con ECOFIN).

2. Economia della Conoscenza e Formule Contrattuali

È significativo come nel momento medesimo in cui Agenzia Torino 2006 consegni all'Archivio di Stato le proprie carte, Expo 2015 si appresti a giocare la sfida decisiva sulla scorta di vicende

travagliate, laddove ci si dovrebbe interrogare su quanta Economia della Conoscenza se ne possa trarre, su quale Legacy sia possibile operare, sulla scorta di quanto accaduto, ad esempio, nel Regno Unito, da T5 a London 2012, da Crossrail a HS2, pur con tutte le retoriche che accompagnano i casi

di successo e quelli di insuccesso. Ma la posta in gioco, simbolica, ben oltre Expo 2015 come evento catartico, caro al Governo Letta e

a quello Renzi, assai più che non ai Governi Berlusconi e Monti, è assai più estesa, più ampia, poiché le Politiche Energetiche e Sismiche per la Riqualificazione delle Città e dei Territori oggi si concretano in provvedimenti tradizionali, emergenziali, non sempre lungimiranti sulle ricadute nel

Ciclo di Vita (come forse per l'Edilizia Scolastica), ancorché finalizzati a raggiungere un consenso civico ed elettorale, ma domani si incentreranno sulla possibilità che le Utility e le

Finanziarie divengano Sviluppatori Urbani e che medie Imprese di Costruzioni sorgano quali motori di un Brand Made in Italy per l'Ambiente Costruito. Qualche avvisaglia la abbiamo già avuta con le varie Harley Dikkinson, Domotecnica, Ecodomus e

le loro logiche basate su sistemi tecnici, assicurativi e finanziari, sia pure tendenti alla parte impiantistica più che all'involucro.

D'altra parte, il Performance-Based Contracting cancella la possibilità che professionisti e imprenditori si affranchino dall'esito delle proprie scelte, impone una logica rialzista imperniata sugli investimenti e non quella ribassista incentrata sulla remunerazione.

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Più in particolare, si tratta di recuperare una dimensione territoriale capace di valorizzarne la

valenza culturale e sociale legata alla Gestione della Conoscenza, poiché come sarebbe altrimenti possibile per il Settore delle Costruzioni interagire con interlocutori e committenti lì indirizzati?

È, in effetti, sperabile che nel caso di Expo 2015 i meccanismi dell'urgenza possano determinare la abituale soluzione felice dell'ultima ora, ma ciò di cui stiamo ora accennando non lo consentirebbe poiché le dinamiche sistemiche e strutturali si definiscono in altro modo, perché il prodotto

immobiliare non si ridefinisce immediatamente. La scommessa che ha intrapreso questo Paese è titanica, poiché nasce da un pregresso

ultracentenario e pre-repubblicano e si snoda in un contesto di parcellizzazione poco incoraggiante. Sarà davvero possibile che classi professionali e imprenditoriali, di fronte a committenze ancora disperse, entro un quadro legislativo e amministrativo ostativo, all'interno di un sistema creditizio e

fiscale problematico, dal basso sappiano reinventarsi? O, invero, tutte le aspirazioni riformiste si risolveranno nell'ennesima regressione?

Da Torino a Milano, dalla Crescita alla Crisi, si gioca, infatti un lungo percorso che conduce dalla conclusione degli anni aurei del maggior ciclo edilizio espansivo (in cui alcuna revisione dei fattori competitivi era necessaria e alcuna ricerca innovativa avrebbe contribuito positivamente) a segnali

di timida, ma tendenziale, ripresa del Settore, in cui è tutto da vedere che gli operatori economici sopravvissuti alla congiuntura drammatica e gli attori istituzionali emersi da una involuzione della

classe politica e dirigente siano veramente intenzionati ad andare oltre un passato radicato, a elaborare Policy di medio periodo che riuniscano con coerenza riassetti delle forme di organizzazione statuale e forme di capitalismo di difficile decifrabilità.

La profonda crisi che ha colpito il Mercato delle Costruzioni e degli Immobili, specialmente in Paesi come il Nostro, resterà a lungo nella memoria collettiva, anche perché ha coinciso con la crisi

del Sistema, ma non è scontato che possa tradursi in un riassetto strutturale. All'interno di questo processo, forse evolutivo, la cifra principale appare ricondursi al coordinamento tra Politiche di Ricerca e Politiche di Rigenerazione.

Anche in Italia, in effetti, il Building Information Modelling (BIM) sembra acquisire una valenza metaforica di veicolo del cambiamento, in quanto evoca la natura potenzialmente industriale del

Settore, sempre mancata, oggi rinchiusa tra Informazione ed Energetica. D'altronde, anzitutto, la maggiore difficoltà che incontrano oggi gli operatori è quella di sapersi confrontare con una trasformazione del territorio industriale italiano a partire dalla fine del

capitalismo molecolare e diffuso postfordista, in cui, per le Costruzioni, l'Innovazione Sociale o la Coesione Territoriale vanno di pari passo col fatto che il BIM si coniuga con la competizione tra

catene di fornitura, in una dimensione del Servizio, allorché l'essenza identitaria degli attori è ancora tutta radicata nel passato del Prodotto in uno sguardo rivolto all'indietro di cui, tuttavia, si stenta a ricostruire le logiche che sono certo quelle di una rilettura lucida della cosiddetta

Industrializzazione Edilizia, ma anche della rinnovata attualità del pensiero olivettiano: anche come committente di Architettura e di Ingegneria.

Il BIM appare oggi stretto tra due fattori: le aspettative che esso ha ingenerato nella classe politica in alcuni Paesi, sulla scorta della riduzione dei consumi energetici e degli sprechi ambientali, nonché le attese che potrebbe suscitare presso banche, assicurazioni e finanziatori per la valutazione

del merito di credito e simili. Stante la natura sistemica della metodologia che, grazie alla gestione del flusso informativo,

potrebbe finalmente conferire al Settore una dignità industriale, non potrebbero esservi particolari ostacoli, se non tecnologici, alla sua diffusione. In questo senso, appare avviarsi una sorta di competizione tra le strategie governative all'interno,

però, di un quadro condiviso. Epperò occorre domandarsi se l'istanza di recupero dell'efficenza del Comparto sia avverabile o se

essa rappresenti un wishful thinking.

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Nei fatti, del resto, si tratta di capire perché la Strategia Comunitaria denominata Construction 2020

ignori il BIM e come si rapporti alle Politiche Industriali nazionali titolate Construction 2025, Bâtiment 2.0, Reformkommission Bau von Großprojekten o Zukunft Bau.

In altre parole, occorre valutare in che modo la prospettata ripresa possa vanificare gli sforzi tesi alla riconfigurazione del Settore, anche nel Paese che più di altri non ha provveduto per tempo a far fronte alla questione della polverizzazione del tessuto professionale e imprenditoriale e alla sua

capacità di rinnovarsi e, in ultima analisi, di rendere l'Innovazione fattore competitivo. Per comprendere meglio come il punto di partenza non sia sempre dei migliori anche per i Paesi che

ci appaiono più coerenti, senza ricorrere a casi meno recenti come per il Parlamento Scozzese a Edimburgo, si può rimanere sulla Elbphilarmonie ad Amburgo, che è divenuta in Germania l'icona dei Baudesaster, assieme ai casi dell'Aeroporto di Berlino e alla Stazione di Stoccarda (ma anche

all'Aeroporto di Monaco e al collegamento tra Karlsruhe e Basilea) e che ha motivato l'istituzione della Reformkommission: il motto che si assume è Ein Projekt sollte vor Baubeginn bis ins Detail

geplant werden, um Kosten, Risiken und Chancen bereits frühzeitig bestimmen zu können. Ed ecco che sopravviene il riferimento al BIM nel contesto comunitario: Dabei können moderne IT-gestützte Planungsverfahren wie z. B. das Building Information Modelling (BIM) helfen, da hier

alle Planer im gleichen virtuellen Modell auf der Basis einheitlicher Daten und Voraussetzungen planen. Länder wie UK, USA und die skandinavischen Staaten sehen eine verpflichtende

Anwendung von BIM für den öffentlichen Hochbau vor (UK ab 2016). Come si può notare da alcune indagini, i temi emergenti per i Major Project in Germania sono legati al consenso delle comunità locali e alla gestione dei costi (il che risulta ironico se si pensa che il

BIM germanico è sempre stato incentrato sul 5D). La Elbphilarmonie, progettata da Herzog & De Meuron, comprenderà un grande auditorium con

circa 2.150 posti a sedere, una sala da 550 posti e una terza stanza e la cosiddetta Kaistudio, con 170 posti a sedere, oltre ad altre destinazioni d'uso, tra le quali un albergo da 220 camere. Il primo progetto degli architetti, su spinta di soggetti privati (Alexander Gérard e sua moglie) è

stato presentato al pubblico nel giugno 2003, ma la dialettica con le autorità locali è continuata successivamente.

Uno studio di fattibilità era stato esaminato nel Luglio 2005 sulla base del Progetto Preliminare, definendo il costo complessivo in € 186.000.000, di cui una parte derivante da contributo pubblico di € 77.000.000. I restanti costi avrebbero dovuto esser stati coperti dagli investitori privati e da

donazioni, attraverso una Fondazione apposita, che ha, tuttavia, raccolto solo € 69.000.000. Nel 2006 la procedura competitiva affidava il contratto al Consorzi Adamanta (formato da Hochtief

e Commerzbank), per un importo pari a € 241.300.000, ottenendo il permesso di costruire nel 2007, anno in cui, alla firma del contratto gli oneri per la Città era già valutati in € 114.300.000. Nel 2008, le notevoli richieste supplementari di Hochtief sono coincise con avvicendamenti nella

parte pubblica: tali richieste portavano una somma aggiuntiva totale di € 209.000.000. Il costo complessivo per il settore pubblico, così passava passato da € 190.900.000 a € 399.900.000.

Nell'Agosto 2011 i costi complessivi erano stimati da Hochtief a € 476.000.000. Dopo varie contestazioni con l'Ente Locale, nel 2013 l'importo veniva rinegoziato in € 575.000.000, pattuendo la data di completamento nell'Ottobre 2016.

Hochtief si assume, infine, in consorzio con gli architetti (Herzog & De Meuron e Höhler + Partner), i rischi di risultato. In apparenza i costi aggiuntivi per la Città ammonterebbero a €

195.000.000, ma non vi è alcuna certezza in materia, stante il numero elevato di contratti collegati e a lungo occultati alla cittadinanza, tanto più che, al contempo, l'estensione dell'intervento si accresceva al 50% per favorire l'equilibrio dell'operazione da parte degli investitori privati.

Del resto, come dichiarava l'anno scorso il collega della TUM Josef Zimmermann, "Ein Fachmann wusste von Anfang an, dass die Elbphilharmonie für den veranschlagten Preis nicht zu bauen ist.

Man kann sich nur darüber wundern, dass immer wieder so getan wird, als ob das ginge. Trotzdem war es nicht falsch, die Oper in Sydney oder auch die Elbphilharmonie zu bauen. Solche Projekte sind von immenser volkswirtschaftlicher und kultureller Bedeutung" .

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Il caso ha prodotto ben due Commissioni di Inchiesta, nella contesa tra CDU e SPD, di cui la

seconda ha redatto un Rapporto di 725 pagine, individuando i responsabili in una serie di soggetti, tra cui Progettisti e Realizzatori, impegnati ad avanzare riserve i primi (con la garanzia che

l'eventuale ritardo sulla data al 2016 non potrà comportare più di 28.750.000 € di penale da parte della Bürgerschaft) e a ritardare la consegna degli elaborati i secondi (cui dovrebbero andare € 93.900.000, ben oltre il 10% consueto), pur impegnando per sei anni e più una media di 46 addetti.

Secondo alcune fonti di stampa il costo complessivo sarebbe di € 789.000.000, includendo i costi di finanziamento e di costruzione per la parte commerciale e le spese di pre-pianificazione

La vicenda ha generato persino un romanzo, intitolato "Ueberdog". I contratti sono consultabili qui: http://www.hamburg.de/kulturbehoerde/projekte/3724910/vertraege.html

La Relazione della Commissione di inchiesta sarà a breve consultabile qui: http://www.buergerschaft-hh.de/parldok/

Una recente analisi, dovuta a una indagine intitolata Großprojekte als unternehmerische und politische Herausforderung, ben restituisce le difficoltà che, in una società post-materialista, incontrano le Grandi Iniziative Infrastrutturali e Immobiliari da cui il BIM dovrebbe partire: zum

Gelingen von Großprojekten, aber auch zur Implementierung neuer Technologien, sind neue und faire Austausch- und Aushandlungsprozesse zu initiieren. - Ein

„Regieren von oben“ oder die alleinige „Ausübung ökonomischer Macht“, um gesellschaftliche und volkswirtschaftlich sinnvolle Vorhaben durchzusetzen, stellen in fortgeschrittenen demokratischen Gesellschaften keinen tragfähigen Weg dar.

In questo senso, se il BIM per gli Investitori e i Finanziatori di per se medesimo potrebbe costituire un dispositivo per la Mitigazione dei Rischi di insolvenza, il suo uso come agente di Legittimazione

Sociale e Politica potrebbe valere ancora maggiormente all'interno, ad esempio, dei Débat Public alla francese. È molto interessante, peraltro, notare come in Germania i movimenti di protesta contro le Grandi Opere („NIMBY“ (Not in my backyard“) oppure „BANANA“ („Build

absolutely nothing anywhere near anything”) abbiano ereditato il ruolo che fu a suo tempo dell'Antinuclearismo.

Certo è che tutta la partita del BIM, così come del PPP, si snoda lungo una grande difficoltà sostanziale delle Parti ad agire secondo una ottica di effettiva Collaborazione e Integrazione, sempre proclamata e auspicata, raramente praticata, come in un gioco degli specchi in cui vince chi appare

più coordinato, senza forse, tuttavia, esserlo.

3. Emergenza e Semplificazione

L'impressione che deriva dalle recenti misure legislative governative adottate in Italia sull'Edilizia Scolastica, sul Riassetto del Territorio, sull'Edilizia Residenziale, sul conflitto dei poteri

costituzionali tra Stato e Regioni, restituisce, dunque, anche con riferimento al ruolo che il BIM potrebbe avere nel Ciclo di Vita, un quadro piuttosto interrogante, basato su una miriade di Piccoli Interventi di breve periodo non sistemici né prospettici e su una visione un poco riduzionista dei

processi di acquisizione del consenso sociale per la realizzazione di Grandi Investimenti. La sensazione è che, da un lato, nel Nostro Paese non si abbia piena contezza delle difficoltà che

attraversano i Nostri Maggiori Partner sulle stesse tematiche, talché le Policy Europee dovranno rifletterne la centralità, mentre, sotto un altro profilo, le soluzioni prospettate siano abbastanza frettolose e riduzioniste, al contrario di quanto accade altrove, anche in termini di Legittimazione

delle Scelte Politiche attraverso la Comunicazione: di cui il BIM è un dispositivo. Insomma, è chiaro che la complessità delle ricadute delle scelte politiche ed economico finanziarie

sulle Collettività e sulle Comunità Locali richiederebbe una molto maggiore professionalità dei Decisori Pubblici e dei loro Organi Amministrativi in tema di processi partecipativi.

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Ciò ci riporta al fatto che non è certo che il Processo di Modernizzazione del Paese e

dell'Amministrazione Pubblica nel Settore delle Costruzioni possa avvenire in tempi ristretti e con misure solo finalizzate a unificare la materia autorizzativa per l'Edilizia Privata e a ricondurre a

poche Strutture di Committenza gli Appalti Principali e a creare una Unità Centrale per le procedure relative alle forme contrattuali partenariali e relazionali di tipo concessorio. In effetti, la richiesta di una maggiore professionalità della Committenza, intesa sia come Stazione

Appaltante sia come Amministrazione Concedente, che in teoria sarebbe perfettamente in linea con il BIM, ci dovrebbe rammentare come, in realtà, si andrebbe a riprodurre l'esperienza oggi maturata

presso alcune Amministrazioni Regionali. Essa, tuttavia, ci ricorda come, al di là di eventuali atti illeciti commessi, non sempre la dotazione di organico sia stata qualitativamente adeguata (anzi: quando così è stato, talvolta non si sono

capitalizzate sufficientemente le competenze individuali) e come, soprattutto, ad esempio, il settore ospedaliero (e, in prospettiva, altri, quali quello scolastico), abbia dimostrato come l'esercizio delle

procedure competitive da parte delle Committenze Delegate (ad esempio, le Agenzie Regionali) di natura concessoria mal si sia coniugato con il ruolo, pur esistente, delle singole Aziende Ospedaliere.

Non si dimentichi che, esattamente in specularità alle vicende pregresse (in cui il Regionalismo aveva moltiplicato, riproducendoli, i vizi del Centralismo) ora si potrebbe ripetere, a parti opposte,

la stessa vicenda. Certo è che, proprio per esperienze diverse maturate a livello sperimentale dall'Università degli Studi di Brescia sul BIM nelle operazioni ospedaliere di Finanza di Progetto, la formula contrattuale

favorisce non solo una integrazione tra gli Attori, ma anche una maggiore consapevolezza delle logiche del Ciclo di Vita presenti negli analoghi interventi in Svezia o negli Stati Uniti, senza tenere

conto che in Italia poche esperienze sono disponibili sulla conclusione di questo tipo di contratti, per cui, in ogni caso, ad esempio nel Settore Sanitario, come in quello Scolastico, in Gran Bretagna le risultanze sono discordanti, per non dire spesso assai critiche, sia sotto il profilo economico-

finanziario sia sotto quello funzionale. Non per nulla nel Regno Unito, il National Audit Office ha intitolato un recente suo Rapporto come

Savings from operational PFI contracts: la miglior definizione di BIM, parimenti, si concreta nella Delivery of Operational Buildings and Infrastructures. Il Governo Britannico, nelle sue intenzioni di riforma della Private Finance Initiative (PFI), terreno

elettivo del BIM, le cui prime esperienze risalgono al 1992 (dal 2007 sono stati avviati Interventi per £ 68bn con un future spending per i contribuenti di £115 bn), ha individuato alcune priorità,

tutte legate al BIM nei suoi impieghi avanzati: a) effective management of contracts, for example, through reducing wasteful energy consumption and through the public sector sharing in savings on insurance

b) making efficient use of space, for example, from subletting or mothballing surplus building space c) reviewing soft service requirements, so that the public sector does not buy more than it needs

when specifying facilities management such as window cleaning and frequency of decoration. Ma la complessità della materia non consente facili scorciatoie e oggettivamente l'Alta Sorveglianza richiederebbe competenze manageriali assai mirate.

La PFI, per Will Hughes alla University of Reading, presenta, comunque, alcune criticità: While there is a strong need to innovate, the procurement of complex and large-scale infrastructure

is often organized in a way that creates obstacles to innovation. Contract clauses and payment regimes may have the unintended consequence of incentiv izing and rewarding non-innovative behaviour, often because of very real concerns about risk and price, especially in the public Sector.

It was something of an irony that, even though the public sector can borrow far more cheaply than the private sector, PFI enjoyed a surge of popularity in the UK from 1992 until recently, when there

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was so little private finance available that public sector finance was issued to the financing banks,

so that it could be used to fund these projects.

Indeed, it seems as though the extra layer of a Special Purpose Vehicle or a Joint Venture between the client and the supply chain created more distance between those who provided infrastructure

and those who used it. In many situations, the procurer needs to be closer to suppliers, rather than more remote from them.

Per la Commissione di Riforma delle Grandi Opere germanica, non a caso il BIM una parola

chiave, unitamente al Project Management finalizzata alla eliminazione delle interfacce tra Progettazione, Costruzione, Gestione: die Anwendung moderner, modellorientierter Planungsmethoden (Stichwort BIM) voranzutreiben und dafür eine nationale Strategie zu deren

Einführung zu entwickeln mit dem Ziel, für Großprojekte der öffentlichen Hand ab einem bestimmten Zeitpunkt diese Methoden etappenweise verbindlich einzuführen.

Ciò che andrebbe affrontato attraverso il BIM è la opportunità di introdurre Filiere e Catene di

Fornitura appropriate: ciò che si definisce come Lean & Smart Client, come il MoJ britannico. Ma accentrare le risorse senza una Strategia di relazione tra l'Amministrazione Centrale e gli Enti Territoriali, che non si basi solo sulla dialettica tra Apparato dello Stato ed Enti Locali,

depotenziando costituzionalmente Province e Regioni, potrebbe rivelarsi una decisione controversa sul medio periodo, specie se, come dimostra l'esperienza tedesca, non si propizia un

innalzamento delle competenze degli Organismi di Regia, come la ReGe Hamburg Projekt-Realisierungsgesellschaft mbH, anche sotto il profilo di ulteriori e diverse specializzazioni. Come detto all'inizio, i quadri contrattuali innovativi (inclusi il Contratto di Disponibilità e la

Locazione Finanziaria) rappresentano l'orizzonte destinale, ma, in molti Paesi Comunitari, la loro applicazione si rivela di non semplice attuazione, poiché la Domanda abbisogna di molte

competenze in-house e l'Offerta di un potenziale finanziario capace di gestire il differimento degli introiti. Certo, come indica il caso anseatico, l'anello debole della catena è stato costituito da una sorta di

Società Veicolo locale e dalla sua opacità comunicativa nei confronti della cittadinanza, sempre più competente ed esigente, oltre a tutto all'interno di una annosa contesa tra CDU e SPD, nel corso dei

successivi mandati, ma la crescita culturale e operativa di questi modelli contrattuali, annoverati in Germania nel PPP (ÖPP), non passa necessariamente solo attraverso processi di accentramento immediato, proprio perché ad Amburgo i processi decisionali e la struttura contrattuale hanno

probabilmente generato una perdita involontaria di controllo generale su Tempi, Costi e Qualità (Oggetto dell'Intervento e Complessità del Progetto). Come a dire che la soluzione non passa solo

attraverso il contrasto delle patologie giudiziarie e che la eccessiva complessità dei modelli contrattuali e organizzativi potrebbe condurre non solamente a esiti negativi indesiderati, ma anche a una sostanziale impossibilità ad attribuirne le responsabilità.

Lo stesso dicasi per il Major Programme Management di High Speed 2, non privo, peraltro, di alcuni contrasti.

In fondo, i due poli tematici dipendono da Impostazione della Comunicazione Pubblica e da Logiche Finanziarie e Giuridiche che permeano le dinamiche progettuali. L'essenza del Performance-Based Contracting risiede, infatti, in premesse concettuali che

implicano, partendo dal BIM, un differente approccio da parte dell'Accademia. Esso, in effetti, richiede un Tailor-Made Procurement Approach, al fine di enabling Risk and

Reward Structures to be aligned so that Contracts and Payment Mechanisms are aligned precisely with what a Client seeks to achieve. In fondo la produzione industriale personalizzata e localizzata in Service (anche con il 3D Printing)

è analoga alla sartorializzazione degli schemi contrattuali, cuciti su misura a partire da premesse comuni.

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L'evoluzione dell'Industria delle Costruzioni in Industria dell'Ambiente Costruito passa attraverso

l'acquisizione faticosa della cultura del Servizio nella ridefinizione dei Profili di Rischio e di Remunerazione: in ciò risiede la vera dematerializzazione nell'Era dell'Economia Digitale.

Tanto che lo stesso Hughes affermava per l'Energy Performance Contracting (EPC): Ultimately, by placing a third party provider between the end user and the supply chain, this form of contracting is a novel means of funding construction, but the contractual relations between the

provider and its supply chain may remain unaffected. In this sense, it is similar in effect to PFI, which did little to change contractual patterns below the level of the Special Purpose Vehicles set

up to deliver services. Should a Green Deal Provider not meet the expected quality, the customer can contact the Green Deal Ombudsman (penalties are not clear at the time of writing). If customers fail to make the

repayments as specified in their Green Deal Plan, the electricity company will use its normal debt collection process. The question at this stage is that what happens if the customer’s energy

consumption behaviour does not allow the expected savings to being achieved? Or what if a new occupier has very different usage behaviour in terms of energy? In other words, what will happen if the customer does not cooperate to receive the expected outcome?

Sarà, perciò, la Ripresa anche una vera e propria Riconfigurazione? E il BIM sarà un Game-

Changer, eversivo, o un Dispositivo Superfluo, ma insidioso?