euro26 mag 4/12 (it)
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euro26 Mag 4/12 (it)TRANSCRIPT
La rivista con La carta eventi euro26 – edizione 4/2012
«La fondue è il piatto più sociale che ci sia. Di fronte a lei siamo tutti uguali.»Müslüm
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Fotog ra fa ques ta pag ina con kooaba
Shor tcut e guarda i l v ideo del brano
Süper vi tamin d i Müslüm.
La Svizzera deL futuro 3
La Svizzera di MüSLüM
Inter v i s ta : ArcI FrIede , fo to : JAnosch Abel
È il più colorito lavoratore straniero in Svizzera, una sagace parodia degli stereotipi correnti
e un simpatico simbolo di integrazione, la cui musica e comicità sono spesso un’arringa
a favore di una maggiore umanità. Nella nostra intervista, Müslüm getta uno sguardo sulla
Svizzera e, alla faccia dei pregiudizi, stupisce per la brillantezza delle sue analisi e di
tanto in tanto per la «svizzeritudine» delle sue opinioni.
Müslüm, perché sei venuto in Svizzera? Il saggio del villaggio mi aveva detto che in Svizzera le strade sono lastricate di soldi. Quando sono arrivato qui, ho invece capito che se gli Svizzeri hanno spesso il mal di schiena, non è dal troppo chinarsi a racco-gliere soldi, ma perché lavorano sodo. E co-sì, sin dal primo giorno sono stato bollato come «lavoratore straniero», anche se in verità ero venuto con l’intenzione di racco-gliere denaro da terra.
Si dice che nella cucina di un paese si ce-
lino molte informazioni su quella nazione
e i suoi abitanti. In che modo la fondue
caratterizza la Svizzera? La fondue è il piat-to più sociale che ci sia. Se tutti la mangias-sero, non dovremmo più temere il calenda-rio dei Maya. La fondue coinvolge tutti e, so-prattutto, la fondue non mente: si nota subi-to quello che infilza diversi pezzi di pane in un colpo solo per approfittarne al massimo. Alla lunga, l’odore di formaggio è insoppor-tabile e il calore emanato fa sudare tutti i commensali, anche quello che si è abbuffa-to: di fronte alla fondue, siamo tutti uguali.
Una metafora positiva. Peccato che il
mondo ci veda vieppiù con occhi diversi:
l’iniziativa contro i minareti, il segreto
bancario, le agevolazioni fiscali, la pro-
tezione lacunosa dei diritti d’autore in in-
ternet – ormai all’estero siamo nel mirino.
Come ripulire l’immagine della Svizzera?
Prima di ripulire la nostra immagine, dob-biamo pensare al nostro cuoricino e sve-gliarci dalla nostra passività di benestanti. Se noi – e con noi intendo proprio tutti, com-presa l’UDC – la smettessimo per una volta di pensare e ragionare secondo modelli preconfezionati e ci abbandonassimo a nuovi incontri, potremmo diventare di nuo-
vo una collettività forte. Siamo molto più dell’immagine semplicistica a cui ci riduco-no i media e i «potenti». In ognuno di noi c’è un piccolo Mandela!
A proposito di Mandela, una volta ha det-
to: «Giocare in piccolo non serve al mon-
do». Ma non è proprio quello che fa con-
tinuamente la Svizzera? In che cosa siamo
davvero «grandi»? La Svizzera è grande perché, nella maggior parte dei casi, quan-do fa qualcosa di grande gli altri non stanno guardando. Anche giocare a fare i grandi non serve al mondo, come hanno provato sulla propria pelle più di una volta i nostri amici americani.
Anche gli Stati Uniti però non sono più
così grandi come un tempo. La nuova su-
perpotenza si chiama Cina. Pensi che pre-
sto dovremo imparare tutti il cinese? As-solutamente no, l’unica cosa che dobbiamo imparare è restare autentici. Dobbiamo ri-conoscere la nostra unicità, senza orientar-ci a un ideale economico. Qui a Berna, per esempio, l’architettura del centro storico è rimasta quasi immutata nel corso degli an-ni ed è proprio quello il motivo per cui la capitale attirerà anche in futuro i turisti.
Purtroppo, con il franco così forte, l’inte-
resse storico e il paesaggio non bastano
più ad attirare i turisti. Che cosa si po-
trebbe fare per invertire la tendenza? Non credo che la valuta di un paese debba esse-re così determinante e non penso sia una buona idea attirare il turismo di massa: guardate che cosa è successo a Maiorca, per esempio. Dobbiamo avere pazienza, la nostra aria di montagna viaggia oltre i con-fini e seduce i nostri vicini con feromoni el-vetici. Nessuno può resistervi.
La stessa aria attira in Svizzera anche
numerosi migranti e molta gente ha pau-
ra degli stranieri. Perché non bisogna
avere paura dei nuovi Müslüm? È una classica domanda tranello, alla quale pos-so solo rispondere così: ogni persona ha in sé energie positive e negative. Dipende tut-to da come gestiamo i nostri pensieri più belli e più reconditi. Ci sono sempre ecce-zioni, l’importante è non farle diventare la regola. Quando sono venuto in Svizzera, non sapevo nemmeno che cosa volesse dire la parola «integrazione». Oggi mi vedono come un «integratore».
Sempre che il mondo non finisca davvero
il 21 dicembre, quali sono i tuoi propositi
per il 2013 e che cosa ti auguri per la Sviz-
zera? Mi auguro che, invece di accarezzare continuamente gli iPhone, si torni ad acca-rezzare la dolce metà o sé stessi. Dobbiamo ricominciare a investire, non nei fondi spe-culativi, ma nell’amore! A furia di sognare ci dimentichiamo di realizzare i nostri sogni.
euro26, rispettivamente la Carta Giovani
Svizzera SA, è aconfessionale e apolitica.
Le dichiarazioni di Müslüm rispecchiano
unicamente le sue opinioni.
iL tour di MüSLüM23.11.12, Galvanik, Zugo. 24.11.12, ZAK, Jona. 30.11.12, Bad Bonn, Düdingen. 08.12.12, Grabenhalle, San Gallo. 14.12.12, Selig, Coira. 23.12.12, Kultur casino, Berna. 19.01.13, Moods, Zurigo. 25.01.13, Schüür, Lucerna. 26.01.13, Kupfersch-
miede, Langnau i.E.
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editoriale
la Svizzera del futuro
Albert Einstein una volta ha dichiarato che se
fosse arrivata la fine del mondo avrebbe voluto trovarsi in
Svizzera, dove le cose capitano sempre un po' dopo.
Che il nostro sia un paese nel quale le novità impiegano tempo per prendere piede
lo confermano anche i giovani intervistati in questo numero sul tema del futuro
(pagina 25).
Questo avanzamento lento, dovuto anche agli intensi confronti politici tipici di una
democrazia diretta, conduce però spesso a risultati apprezzati: basti pensare al
fatto che da noi l’ingegneria genetica non è ancora autorizzata nell’agricoltura, e
recenti rapporti dell’ONU e di esperti puntano a tornare a un’agricoltura biologica.
(pagina 16)
Nei negoziati per un accordo di libero scambio con la Cina, invece, la Svizzera va di
corsa. La Repubblica Popolare è diventata la maggiore economia al mondo e ha
soppiantato il Giappone come principale partner commerciale asiatico della Con-
federazione (pagina 12).
Lenti o veloci, il futuro resta tutto da scoprire …
Buona lettura!
Il team di euro26
rivista euro26 nr. 4, inverno 2012
indice
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7 Calendario dell’Avvento di euro26
9 Previdenza e risparmi fiscali già a 20
anni?
11 Semplice, veloce e ora anche in linea:
l’assicurazione mobilia domestica
12 Evviva! Arrivano i Cinesi!
14 Chi è il cane più ganzo del paese?
17 Shine bright like a diamond
18 Ancora più vantaggi con UBS KeyClub
20 Un giovane lupo di mare svizzero
22 Il futuro dell’auto
24 Simbolo dell’amore
25 7 volte la Svizzera
28 Fioccano le offertissime per gli sport in-
vernali
30 Alberghi di montagna a prezzi
imbattibili
31 Nuove offerte di sconto
32 Il nuovo iPad Mini
33 Locali, concerti e veglioni
di San Silvestro
38 Sette psicopatici
39 Traslocare in un attimo
40 Corsi di fuoripista e di valanghe
42 Tecnologie genetiche: l’eterno dilemma
Non ci fermeremo
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Sicurezza finanziaria in qualsiasi situazione
LA STORIA DI YVES
I l lu s t raz ione : Rodja Gall I
2009: YVES STIPULA UN’ASSICURAZIONE
Yves*, che allora ha 16 anni, stipula una rendita invalidità per giovani di CHF 24 000.– l’anno presso la Mobiliare. Il premio annuo è di CHF 863.60.
2010: L’ANNO DELL’INCIDENTE
Nel secondo anno di apprendistato, gli ca-pita un brutto infortunio con una sega: si ferisce così gravemente il braccio destro da non poter più muoverlo completamente. Per questo, non può continuare la forma-zione. La SUVA gli versa un’indennità gior-naliera di CHF 34.60, ovvero circa CHF 1000.– mensili fino alla fine prevista dell’ap-prendistato. In seguito, dal 2013, l’importo dovrebbe raggiungere i CHF 3000.– scarsi.
2011: NUOVO LAVORO E FELICITÀ RITROVATA
L’AI in questo caso non versa prestazioni, ma fa di tutto affinché Yves possa trovare un altro impiego (programma d’integrazio-ne). Infatti, ha l’occasione di incominciare un apprendistato di commercio, che gli per-mette di lavorare a tempo pieno malgrado l’handicap. Grazie all’assicurazione invali-dità della Mobiliare, Yves riceve – oltre alle prestazioni statali e professionali – una rendita mensile di CHF 2000.–, versata dopo il termine di attesa di 12 mesi e fino alla con-clusione dell’apprendistato. Yves ha la pos-sibilità di prolungare questa assicurazione fino a 65 anni senza esame dello stato di salute. Se non l’avesse stipulata, otterreb-be unicamente un’assicurazione con riser-va di copertura.
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ASSICURAZIONE INCAPACITÀ DI GUADAGNO
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• una garanzia finanziaria durante la formazione; • esenzione dal premio in caso di incapacità al guadagno o invalidità (termine
d’attesa di 12 mesi); • rendita nel periodo dell’incapacità al guadagno; • e, evidentemente, la fantastica Carta euro26 gratis.
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A vent’anni, tutte le possibilità sono aperte e il mondo è ai tuoi piedi. La scuola è final-mente dietro le spalle e puoi fare quello che vuoi. A questa età quasi nessuno pensa a una pensione anticipata o a eventuali nipo-tini. Eppure, non è mai troppo presto per pianificare il proprio capitale di vecchiaia.
VANTAGGI FIScALI coN IL TerZo PILASTro
Il pilastro 3a è quello vincolato, particolar-mente adatto alla previdenza vecchiaia per-ché consente di formare un capitale di vec-chiaia in modo pianificato. Di conseguenza, puoi beneficiare di un tasso d'interesse più vantaggioso rispetto a quello di altre forme di risparmio oppure ottenere un buon ren-
dimento investendo in fondi a rischio limi-tato. Chi stipula un pilastro 3a entro la fine dell’anno ne approfitta già a partire dal se-guente conteggio delle imposte. Quest’an-no, se hai un'attività lucrativa e sei affiliato a una cassa pensione, puoi versare e dedur-re fino a CHF 6682.–. Senza cassa pensione, la deduzione massima aumenta al 20 per cento del reddito AVS, fino ad al massimo CHF 33 408.–.
La previdenza è un tema complesso
che va affrontato con soluzioni adatte
a ogni singolo caso. Vale la pena rivol-
gersi a un consulente della Mobiliare.
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In che cosa spendi di più?
Nell’affitto. Lavorando molto, ho ben poco tempo per fare acquisti o uscire.
Risparmi? Se sì, per che cosa?
Risparmio per i miei studi. Attualmente non sto studiando, ma mi sono candidata a una scuola universitaria di lavoro sociale.
Hai investito denaro in borsa o in un ter-
zo pilastro?
Ho investito in azioni perché rendono di più del conto risparmio. È stato mio padre a consigliarmelo e ad aiutarmi.
In che cosa spendi di più?
Nel vitto. Dato che studio in un’altra città e non posso rincasare durante la pausa pran-zo, mangio fuori almeno cinque volte a set-timana.
Risparmi? Se sì, per che cosa?
Risparmio per i viaggi. Se alla fine del mese rimane qualche spicciolo, lo tengo da parte. Sono stato recentemente in Colombia e per pagare il viaggio ho lavorato un po’ di più prima della partenza.
Hai investito denaro in borsa o in un ter-
zo pilastro?
Al momento non posso. Guadagno troppo poco. Ma ho intenzione di farlo non appena possibile. Sono soprattutto i miei amici che possono già permetterselo a incoraggiarmi a farlo.
In che cosa spendi di più?
Di solito, più che altro per mangiare. Studio economia politica e mangio praticamente tutti i giorni in mensa. Dopo i corsi vado spesso a bere qualcosa con i miei amici.
Risparmi? Se sì, per che cosa?
Lo faccio solo quando voglio andare in va-canza, altrimenti non molto.
Hai investito denaro in borsa o in un ter-
zo pilastro?
Ho solo i pochi soldi che guadagno e un con-tributo dei miei genitori. Anche se volessi, non basterebbe per investire. Quando avrò un reddito più alto, ci penserò sicuramente.
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Evviva! arrivano i cinEsi!
Tes to : ElEna lynch, i l lu s t raz ion i : X ia ZhEng
La Repubblica Popolare Cinese è oltre 200 volte più grande della Svizzera. La sua crescita economica è
strabiliante. Presto il Celeste Impero sarà la maggiore economia di mercato mondiale –
secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Quali i vantaggi attuali e futuri
di questo sviluppo per la Svizzera.
Da quando, nel 2010, il commercio con il Giappone è calato, la Cina è divenuta il mag-giore partner commerciale della Svizzera in Asia. La Cina è inoltre uno dei nostri mag-giori fornitori e mercato di sbocco, dopo UE e USA. L’accesso reciproco ai rispettivi mercati è però tuttora penalizzato da dazi doganali e divieti di importazione. Adesso le due nazioni si stanno avvicinando – grazie ad un accordo di libero scambio.
Ma cos’è un accordo di libero scambio e quali i vantaggi per i contraenti? Uno studio della Segreteria di Stato dell’economia (SE-CO) afferma che gli scambi commerciali fra i partner di un accordo di libero scambio crescono due volte più in fretta rispetto a quelli con altri partner. Un accordo di libero scambio regolamenta l’abolizione degli ostacoli doganali e facilita sensibilmente le relazioni commerciali fra le parti coinvolte, alfine di incrementare il commercio estero.
La Svizzera è un Paese piccolo, di conse-guenza il mercato interno è limitato. Perciò fruttuosi scambi con l’estero sono essen-ziali. La crisi europea e il franco forte fanno da sfondo alla necessità per la Svizzera di aumentare i propri sbocchi commerciali sui mercati extraeuropei. La Svizzera sarebbe il primo Paese europeo a stipulare un ac-cordo di libero scambio con la Cina, se si arrivasse a sottoscriverne uno con il gigan-te economico asiatico.
Le aziende svizzere lo accoglierebbero fa-vorevolmente: «Ci aspettiamo dei vantaggi
per la nostra industria e per il settore finan-ziario», così si esprime su «swissinfo» Ge-rold Bühler, presidente di economiesuisse. I rappresentanti svizzeri della gioielleria e della chimica fiutano l’affare in termini di espansione commerciale e velocizzazione. «Perdiamo tempo prezioso in formalità», di-ce su «swissinfo» Alexandre Jetzer-Chung di Novartis. Anche l’industria orologiera ne approfitterebbe: in Cina gli orologi svizzeri sono ambitissimi; oggi come in passato so-no un inequivocabile simbolo di ricchezza. Nessuna meraviglia allora che i prodotti orologieri, insieme a quelli farmaceutici e agli strumenti medici, siano fra le top 5 del-le esportazioni elvetiche verso la Cina. L’at-tesa, per gli entusiasti dell’espansione, pare essere quasi terminata. Il Consigliere fede-rale Johann Schneider-Amman si dice «fi-ducioso che entro la fine dell’anno in corso arriveremo ad un accordo».
Lo slancio economico favorisce una cerchia sociale sempre più ampia, così un numero in costante crescita di cinesi può permet-tersi di visitare Paesi lontani. Nel 2012, Svizzera Turismo potrebbe registrare un aumento di oltre il 30 percento di turisti ci-nesi. «Già nel 2013, in Svizzera potremmo avere più ospiti provenienti dalla Cina che da nazioni vicine come l’Italia», afferma Jürg Schmid, direttore di Svizzera Turismo, sul «Sonntagsblick».
In aggiunta, dal 2004 la Svizzera appartie-ne alle nazioni con un «Approved Destina-tion Status» (ADS). Grazie all’ADS, le comi-
tive di turisti cinesi possono visitare la Svizzera senza un visto d’uscita dalla Cina – dall’introduzione dell’ADS, i pernotta-menti di ospiti cinesi sono aumentati mas-sicciamente. Fra l’altro, questo statuto permette agli operatori turistici locali, co-si come a Svizzera Turismo, di pubblicizza-re senza restrizioni la Svizzera in Cina. Og-gi la Svizzera è considerata la destinazione numero uno nella zona alpina e una delle mete preferite in Europa, insieme a Italia e Francia. «La maggior parte dei turisti asia-tici combina la visita dei tre Paesi: l’Italia per lo stile, la Francia per la cultura e la Svizzera per la natura allo stato puro», conclude Schmid.
I cinesi generalmente restano per periodi molto brevi e per le loro comitive chiedono agli alberghi prezzi stracciati. Cosa li rende allora tanto desiderabili? Anche se media-mente restano da noi solo da uno a tre gior-ni, i cinesi appartengono ai turisti che du-rante il soggiorno spendono cifre conside-revoli di denaro. La visita turistica abbinata allo shopping è fra le attività predilette dai viaggiatori cinesi in Svizzera. «Gli operato-ri turistici cinesi sono tremendi nelle trat-tative per i prezzi dei pernottamenti. Così, fino ad oggi, gli alberghi hanno effettiva-mente tratto un profitto inferiore alla me-dia dalla massa di turisti cinesi. Ma merca-ti come la Cina si stanno lentamente stac-cando dal turismo di massa e portano in Svizzera sempre più viaggiatori individuali, che restano più a lungo», rivela Schmid al-la NZZ.
La Svizzera deL futuro 13
Allora Céline, obiettivo raggiunto?
Adesso parli il cinese? Sì, direi pro-
prio di sì. Prima della partenza ave-
vo seguito un corso di lingue di un
anno, ma all’inizio faticavo a comu-
nicare. Mi è successo, al ristorante,
di vedermi servire una zuppa invece
di ricevere un po’ di zucchero. Quan-
do però mi sono trovata con una
coinquilina che non parlava inglese,
non ho più avuto scappatoie (ride).
Come ti sono sembrati i cinesi e la loro vita quotidiana durante il tuo
soggiorno? Quando si tratta di questioni private e fatti personali, i cinesi
sono estremamente riservati. Si confidano quasi esclusivamente con per-
sone della cerchia familiare. Per i cinesi, la famiglia rappresenta il fulcro
della vita, un valore fondamentale. Di conseguenza, i figli coinvolgono i
genitori in quasi tutte le loro scelte importanti. I genitori, per esempio,
dicono la loro nella scelta del partner.
Potremmo dire che i cinesi sono piuttosto diffidenti nei confronti degli
stranieri? All’inizio i cinesi mostrano spesso diffidenza verso gli stranie-
ri, è vero. Ma in seguito, di solito, sono molto aperti e cooperativi. Per noi
«Wessies» hanno generalmente una grande ammirazione. Non di rado
mi hanno «spiata» per fotografarmi «di nascosto».
La crescita economica cinese pare inarrestabile. I cinesi sono più am-
biziosi di noi svizzeri? I cinesi sono indubbiamente un popolo molto
operoso. Le ore lavorative previste oscillano attorno alle 40 per settima-
na. Hanno a disposizione solo cinque giorni di ferie l’anno, in aggiunta
ad alcune festività. Per ottenere qualcosa, devono lavorare davvero molto
più duramente di quanto non faccia mediamente uno svizzero. L’asticel-
la è posta terribilmente in alto. Prendiamo gli esami d’ammissione alle
università cinesi. La frequenza degli insuccessi è così alta, che solo meno
del cinque percento è ammesso. In Cina, la concorrenza e in generale le
pressioni finalizzate al rendimento sono tremende.
Perché, secondo te, i cinesi sono disposti a pagare un prezzo così alto
per il successo? Forse dipende dall’enorme considerazione sociale attri-
buita in Cina a ricchezza e lusso, così da renderli estremamente deside-
rabili. Quando i turisti cinesi arrivano in Svizzera, come souvenir com-
prano subito un orologio svizzero per ogni membro della famiglia. E così
succede che anche al polso di persone del ceto medio si possa ammirare
un costoso, sfavillante orologio svizzero.
daL vaLLeSe a Shanghai
Inter v i s ta : ElEna lynch
Gli obiettivi di Céline Helner erano due: l’esperienza
professionale e lo studio del cinese. Dopo il Bachelor in
informatica, andò per undici mesi a Shanghai, in
Cina, per un periodo di pratica nel campo dell’IT. La 24enne
è originaria di Zeneggen – villaggio vallesano di
250 anime. Dal suo rientro dalla mecca dell’industria cinese
è a Losanna, dove attualmente segue i corsi di Master
in informatica.
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CHI È IL CANE PIÙ GANZO DEL PAESE?
euro26, ANiFiT e La Mobiliare cercano il cane più ganzo della Svizzera.
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ciatura Sei semplici mosse per un look
scintillante che ti renderà la regina
di ogni festa.
1 Fai la riga nel mezzo. Separa due ciocche davanti e fissale ai lati con una molletta, verranno riprese più tardi.
2 Cotona i capelli, così l’acconciatura terrà.
3 Prendi la spazzola, spruzzala con un po’ di NIVEA Diamond Gloss Hairspray e passala sui capelli per farli diventare scintillanti come diamanti.
4 Prendi un elastico e unisci i capelli in una coda bassa. Abbellisci con un nastro o un altro accessorio.
5 Prendi una ciocca lunga dalla parte inferiore della coda e portala in alto. Avvolgila su sé stessa finché non si formano piccoli nodi. Utilizzala per decorare la coda, fissandola con le forcine nel modo che preferisci per un risultato individuale.
6 Infine, riprendi le ciocche davanti e fissale con fantasia alla coda.
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Shine bright like a diamondNel suo ultimo singolo Diamonds, la regina dell’R’n’B Rihan-
na canta della luce magica dei diamanti, simbolo
nella sua canzone dell’amore. L’amore continuerà
a non essere disponibile in bomboletta spray, lo scintillìo
dei diamanti invece sì …
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20
Un giovane lUpo di mare svizzero
Tes to : MarTina Messerl i , fo to : ZVG, silVan PaGanini
Perché mai la Svizzera dovrebbe aver bisogno di una flotta di navi
d’alto mare? Come sono la vita e il lavoro in alto mare e come viene in mente
a un giovane svizzero di imbarcarsi come ufficiale? Intervista al futuro
Capitano Silvan Paganini.
Silvan, come ti è venuta l’idea di diven-
tare uomo di mare? La navigazione marit-tima mi ha affascinato sin da piccolo, quan-do mio papà mi leggeva la storia del Titanic. Concluso l’apprendistato di giardiniere pa-esaggista, ho fatto carriera militare e tra-scorso due anni come guardia svizzera, pri-ma che quell’idea cullata anni prima rifa-cesse superficie. In poche parole, ho rea-lizzato un sogno d’infanzia.
La storia della navigazione marittima elve-tica affonda le sue radici fino al 1850, quan-do lo svizzero James Funk chiese al Consi-glio federale l’autorizzazione di far battere la bandiera rossocrociata alla sua Gugliel-mo Tell, costruita negli Stati Uniti. Oggi, la nostra flotta comprende 41 navi mercantili, per una capacità di carico totale di un mi-lione di tonnellate. I navigatori svizzeri, in-vece, sono solo una manciata. Uno di questi è il ventottenne Silvan Paganini (28).
tanti questioni, per esempio quelle legate all’ambiente.
Dove ti ha condotto la tua professione?
Non scorderò mai il Suriname, dove ci sia-mo addentrati nella foresta amazzonica e ho approfittato di due-tre ore trascorse a terra per esplorare la giungla, nel bel mez-zo del nulla. Anche New York è sempre uno scalo memorabile: come già quando non volavano ancora gli aerei, si accede alla ba-ia della Grande Mela passando sotto il Pon-te di Verrazzano e transitando davanti alla Statua della Libertà. La prima volta è emo-zionante anche il Canale di Panama. In ge-nerale, però, la navigazione marittima non è più come un tempo, quando le soste a ter-ra erano molto più lunghe. Nel nostro caso, gli ufficiali sono quasi sempre a bordo e le giornate di lavoro sono pesanti, per cui nel poco tempo libero preferiamo riposare.
Ci sembra di capire che il tuo lavoro sia
piuttosto impegnativo. Già, e infatti sono pochi gli Svizzeri che lo fanno. Siamo lonta-
Ma perché la Svizzera, paese senza sboc-
chi sul mare, ha bisogno di una flotta? Per ragioni storiche: in caso di crisi, la Svizzera avrebbe dovuto garantire l’approvvigiona-mento del paese. Rispetto alla Germania, però, che dispone di circa cinquecento navi, la flotta svizzera è molto modesta.
Considerato che i tempi sono cambiati, la
Svizzera ha comunque ancora bisogno di
una flotta in questo mondo economica-
mente sempre più globalizzato? La flotta mercantile svizzera è l’uno per mille di quella mondiale, ma per gli armatori è inte-ressante battere bandiera elvetica perché lo Stato garantisce per la nave. È comunque innegabile che dal 2008 la navigazione è en-trata in crisi, e al contempo altre flotte – quella cinese soprattutto – sono diventate sempre più grandi e potenti. Il fatto di pos-sedere una piccola flotta consente per lo meno alla Svizzera di partecipare agli in-contri dell’Organizzazione marittima inter-nazionale (IMO) e di esprimersi su impor-
www.euro26.ch 21
ni da casa, lavoriamo sette giorni la setti-mana, non abbiamo una sfera privata e il salario non è dei migliori. Si tratta di un af-fare globale in cui si è in concorrenza con paesi dalla grande tradizione marittima, su tutti i Cinesi. Un netturbino a Zurigo guada-gna più di un ufficiale di bordo svizzero.
Da qualche anno si è tornati a parlare di
pirati. Quanto è concreto questo pericolo?
È un pericolo che effettivamente esiste: sappiamo che se veniamo presi in ostaggio in Somalia, passano sei mesi prima di poter tornare a casa. È vero, esistono nuovi me-todi, come i locali di sicurezza in cui l’equi-paggio può rifugiarsi, ma non funzionano
sempre. Abbiamo anche sempre più spesso a bordo personale armato, il che però com-porta qualche problema dal punto di vista del diritto internazionale. Siamo in una zona grigia a livello giuridico.
Che cosa ti manca di più della Svizzera?
Mi manca molto parlare svizzero-tedesco. Anche la mentalità cambia progressiva-mente: a bordo non è possibile abbando-narsi a discussioni profonde, vuoi per la barriera linguistica, vuoi per l’estrazione sociale completamente diversa del tuo in-terlocutore. In più, c’è il cibo: ammetto che le patatine Zweifel, il cioccolato e l’Aromat ogni tanto mi mancano.
Fra un anno la tua formazione sarà con-
clusa. Che cosa pensi di fare? Non lo so ancora. Mi piacerebbe fare l’esame di Capi-tano, ma mi manca ancora qualche ora di navigazione. Con l’attuale situazione eco-nomica, molti armatori non assumono più Europei e bisogna accontentarsi di quello che passa il convento. Di sicuro, non lavo-rerò su una nave fino alla pensione. In me-dia, un ufficiale tedesco resta in mare sette anni. Le persone con la mia formazione so-no richieste anche sulla terra ferma e di so-lito lavorano in campo assicurativo o nella gestione di una società armatrice.
entrata gratuita al Museo dei trasporti
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La storia dei mezzi di trasporto
acquatici è vecchia quasi quanto quel-
la dell’umanità. Precorritrici
dell’industrializzazione, le navi hanno
portato la modernità in Svizzera
molto prima del treno.
Il più antico mezzo di trasporto presente al Museo è un cayuco del neolitico proveniente dal Lago di Bienne. Altri pezzi particolari della storia della navigazione elvetica sono il motore del battello a vapore «Pilatus» del Lago dei Quattro Cantoni e il propulsore die-sel di un battello del Reno del 1929. Nel Nau-tirama, i visitatori diventano protagonisti di questa storia e sono confrontati con le tur-
bolenti fasi iniziali della navigazione a vapo-re. L’esposizione è completata da modelli storici, natanti originali, motori e dalla rico-struzione di una chiusa.
MesoscaFoIl mesoscafo «Auguste Piccard», l’attrazio-ne dell’Expo ’64 di Losanna, è stato costru-ito da Jacques Piccard. Con 1100 immersio-ni e oltre 30 000 passeggeri, si tratta del più grande sottomarino utilizzato per scopi tu-ristici. Prima di andare in pensione nel 2005 al Museo dei Trasporti, l’«Auguste Piccard» è stato impiegato come sottomarino di ri-cerca nei mari del mondo.
Battello a Vapore rigiIl più vecchio battello a vapore ancora esi-stente in Svizzera è stato concepito dalla Ditchborn & Mare di Londra con coperta rasa e pale laterali. Tra il 1848 e il 1952 ha assicu-rato i collegamenti tra Lucerna e Flüelen e, dopo 105 anni di servizio, dal 1959 si gode il meritato riposo al Museo dei Trasporti.
il Museo dei trasporti di lucerna
Le conquiste tecniche agevolano la mobilità e cambiano il nostro modo di vivere. È stato il genio di inventori e scopritori a renderci così mobili. L’affascinante storia dei tra-sporti e delle loro ripercussioni sulla nostra società e sulla nostra cultura sono i temi di fondo del Museo svizzero dei Trasporti. Su una superficie di oltre 20 000 m2, sono espo-sti più di 3000 oggetti, testimoni temporali di una storia – è proprio il caso di dirlo – mo-vimentata e precursori di sfide future nel campo del traffico e della mobilità.
la naVigaZione sViZZera al Museo dei trasporti di lucerna
tutto eBBe iniZio in acQua
22
Fatti & ciFre
sul traffico automobilistico
63 000 Franchi per la durata di vita di un’auto
Un’auto in Svizzera costa in media 32 000 franchi e resta in circolazione 14,5 anni. Considerando tasse e carburante nell’arco di questo lasso di tempo, arriviamo a un im-porto di 63 000 franchi. Una cifra che tende-rà ad aumentare con le tasse ambientali e l’incremento del prezzo della benzina.
4,16 milioni di auto
Negli ultimi cinquant’anni, il traffico moto-rizzato è quintuplicato, mentre la popola-zione svizzera è aumentata «solo» di una volta e mezza. Il nostro è un paese piccolo e densamente popolato. C’è sempre meno posto.
ciò che è mio è anche tuoLa parola chiave è «consumo collaborativo», ossia la condivisione da parte di un gruppo di persone di una cassetta degli attrezzi, di un orto o, appunto, di un’auto. Lo sfruttamento dell’oggetto in que-stione viene ottimizzato, lo spreco di risorse e i costi per i singoli partecipanti si riducono.
il Futuro dell’autola condivisione dell’auto (car sharing)
Il potenziale economico del consumo comune è stato finalmente scoperto anche da offerenti professionali. Il sistema della condivi-sione dell’auto, per esempio, è stato introdotto per la prima volta nel 1987 da due aziende zurighesi, poi unitesi creando Mobility, che oggi dispone di ben 1340 postazioni in tutta la Svizzera. La possibi-lità del cosiddetto car sharing è oggi offerta in oltre 600 città in tutto il mondo e, secondo gli esperti, il vero e proprio boom è an-cora di là da venire.
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10 milioni di posti liberi
Il grado di occupazione medio di un’auto è di 1,6 posti (2005). Partendo dal presuppo-sto che un’autovettura media può accoglie-re quattro persone, significa che ci sono 2,4 posti liberi. Moltiplicati per i 4,16 milioni di auto registrati in Svizzera, otteniamo quasi dieci milioni di posti non occupati.
12 000 ore in colonna
Nel 2009, gli automobilisti svizzeri hanno trascorso 12 000 ore in colonna, il più delle volte in prossimità dei principali agglome-rati del paese, dove la maggior parte degli utenti percorre tratte brevi. Tant’è vero che in Svizzera un’auto è in strada in media per al massimo un’ora al giorno.
20% di traffico in più entro il 2030
Il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni ha illustrato uno scenario secondo il quale entro il 2030 il traffico sulle strade aumen-terà del 20%, con conseguente incremento delle emissioni di gas a effetto serra, del ru-more e degli interventi edili sul paesaggio.
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Simbolo dell’amoreUn anello, non avendo inizio né fine, simboleggia l’eternità dell’amore reciproco.
Un gioiello dalla lunga storia e con un futuro brillante.
L’anello come simbolo dell’amore ha una storia molto lunga. Nell’antica Roma, lo scambio di anelli di ferro era parte inte-grante dell’unione matrimoniale, ma anche gli Egizi, i Fenici e gli Aztechi ci hanno la-sciato anelli, raffigurazioni e iscrizioni che fanno supporre che già nelle loro culture questi gioielli simboleggiavano l’amore. L’anello deve il suo valore simbolico alla sua forma: senza inizio né fine, è come l’e-ternità dell’amore reciproco.
Il passare dei secoli non ha attenuato que-sta forza, anzi. I numerosi modelli disponi-bili e la varietà di metalli da cui ricavare il gioiello consentono di soddisfare pratica-mente ogni preferenza.
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La Svizzera deL futuro 25
7 voLte
La SvizzeraTes to : Sabine von rüTTe , i l lu s t raz ione : corneliuS m. Heinzer
Sette giovani eSprimono iL Loro parere SuLLa Svizzera e Sbirciano neL futuro.
Il mondo è drasticamente in rivolta, in molti luoghi
imperversa una crisi economica e morale. La
gente è frustrata. La Svizzera pare essere ampiamente
risparmiata da questo inasprimento della situazione.
Tassi di disoccupazione e consumi, rispetto al resto del
mondo, restano stabilmente bassi, rispettivamente
alti, le pari opportunità hanno fatto progressi e la vera
miseria è una rarità. Ciò significa che va
tutto bene, così com’è? E il futuro dove porta?
Lucca21, disegnatore edile
Di certo non trascorrerò tutta la mia vita in Svizzera, devo andarmene per un po’. Ma penso che ci tornerò sempre. La Svizzera
offre molti vantaggi: un buon sistema sani-tario e scolastico, prestazioni sociali, stato di diritto, ordine, pulizia. Non ci dobbiamo preoccupare – questo semplifica le cose. E di certo non cambierà da un giorno all’al-tro. Prima che qui succeda qualcosa, tutto viene valutato e analizzato centinaia di vol-te. Credo che la Svizzera non voglia affatto cambiare troppo. Vorrei solo che qui la gente fosse un po’ più spontanea, un po’ più allegra e si godesse di più la vita.Non ho idea di come sarà la mia vita fra 20 anni. Non pianifico volentieri con molto an-ticipo. Spero di avere un posto di lavoro che mi piaccia. Magari gestirò un bar mio, o magari sarò un pilota. In ogni caso voglio avere una famiglia. E molto tempo per viag-giare.
« Vorrei solo che qui
la gente fosse un po’ più
spontanea, un po’
più allegra e si godesse
di più la vita. »
« Cosa mi auguro per la Svizzera:
che la ricchezza sia meglio distribuita – in
un Paese così ricco la povertà non
deve esistere. »
Saskia
26
SaSkia 22, studentessa di letteratura
e linguistica
Un giorno vorrei poter vivere di scrittura. Ma sono realista e se non dovesse funzio-nare passerei al piano b. Ho imparato che
ChriStian20, curatore d’arte
Adoro l’arte da sempre. Dopo la scuola dell’obbligo ho iniziato a studiare storia dell’arte. Quando mi venne offerto un po-sto di lavoro, per me da sogno, però ho preferito rimandare. Attualmente sono direttore artistico di una collezione d’ar-te. So che alla mia età è una scelta ri-
Pia19, venditrice
Guardo con fiducia al futuro. In un Paese economicamente e socialmente stabile come la Svizzera, il mio futuro dipende
« Sarebbe proprio bello se
più persone utilizzassero
i mezzi di trasporto pubblici
o scegliessero la bici al
posto dell’auto. »
« Un giorno vorrei
ricoprire una posizione
dirigenziale,
possibilmente come
indipendente. »
« In un Paese così
ricco la povertà non deve
esistere. »
i progetti per il futuro sono belli, certo, ma che comunque cambiano in continuazione. Fra 20 anni? Mi piacerebbe avere una ca-sa, con il giardino. E un cane. Avrei già pubblicato un paio di romanzi e racconti brevi e come attività accessoria sarei co-lumnist o sceneggiatrice. Non importa se in Svizzera o altrove. Guardo con gioia al futuro, ma mi fa anche paura – chissà se mai raggiungerò quello che adesso sto immaginando. Cosa mi auguro per la Sviz-zera: che la ricchezza sia meglio distribu-ita – in un Paese così ricco la povertà non deve esistere. Ognuno dovrebbe poter scegliere liberamente il proprio lavoro e vivere di quello. Più mezzi andrebbero de-stinati alla formazione, perché ogni uomo dovrebbe imparare a pensare. Più solida-rietà, meno egoismo. Più vita in comunità e meno ritiro nel privato. Ma per questo sono piuttosto pessimista, le cose non cambieranno tanto presto.
schiosa. Ma ritengo che più in là avrò sempre e comunque la possibilità di sce-gliere un’altra strada. Un giorno vorrei ri-coprire una posizione dirigenziale, possi-bilmente come indipendente. Non deve essere necessariamente in campo artisti-co. Magari sarò coinvolto nel lancio di una nuova rivista o fornirò consulenza a un ri-storante. Desidererei vivere in una città europea vitale e pulsante, felicemente in coppia e con amicizie arricchenti.La Svizzera ideale? Più aperta al mondo. Con città sempre più vicine ma contraddi-stinte dalle rispettive caratteristiche. Una scuola dell’obbligo dalla durata più lunga, così da offrire a tutti una buona cultura generale. E sussidi distribuiti più genero-samente.
solo dal mio impegno. Maggiore è il mio contributo, più avanti riuscirò ad andare nella vita e dunque più vicina sarò al mio «futuro da sogno». La buona formazione della quale ho potuto approfittare qui mi sarà sicuramente d’aiuto.La Svizzera fra 20 anni? Penso che sarà maggiormente integrata nell’Europa, for-se sarà addirittura riuscita ad entrare nell’UE. Speriamo che magari allora an-che la politica migratoria sia diventata più liberale. E mi piacerebbe che in Svizzera circolassero meno auto. Sarebbe proprio bello se più persone utilizzassero i mezzi di trasporto pubblici o scegliessero la bi-ci al posto dell’auto.Proprio non riesco a immaginare, nem-meno sforzandomi, fra 20 anni cosa sarò e dove. Mi piacerebbe essere diventata una mamma felice, magari vivere in cam-pagna e esercitare una professione inte-ressante e ricca di stimoli.
La Svizzera deL futuro 27
andrea21, studentessa di medicina
Come studentessa di medicina, i prossimi anni della mia vita sono già definiti in ogni dettaglio. Ancora quattro anni di studio, poi gli esami di laurea seguiti dal periodo di pratica come medico assistente, altri da quattro a dieci anni. A volte mi stressa che il mio futuro sia già così pianificato. Ma sono convinta che in questo modo rag-
Gina26, politologa
Dopo gli studi, ho seguito una formazione pratica a Pechino. È stata un’esperienza magnifica. In Cina si è costretti ad accet-
fabio21, gestore di un bar
Mi piace gestire un bar, amo molto il con-tatto con la gente. Questo il motivo che mi ha spinto la scorsa estate a ottenere la pa-tente di esercente. Speriamo che questa, un giorno o l’altro, mi permetta di trovarmi dietro il bancone di un bar tutto mio. Sa-
« Se mai avrò davvero
dei figli, credo
che la Svizzera sia
il Paese giusto
dove farli crescere. »
« Gli orari di apertura
dei negozi dovrebbero essere
prolungati. E dovrebbe
essere possibile votare con
un click del mouse. »« Essere un dottore e
lavorare nel mio studio
medico. Questo
pensiero mi motiva. »
giungerò quello che voglio: essere un dot-tore e lavorare nel mio studio medico. Questo pensiero mi motiva.Mi piacerebbe vivere in una Svizzera sana, aperta al mondo e solidale, dove i miei fi-gli siano felici di crescere, dove la parità dei diritti e dei sessi sia raggiunta in tutti gli ambiti, dove le pari opportunità nella formazione e un’economia di mercato ecologica siano una realtà. Un sistema sanitario efficiente è per me naturalmen-te anche molto importante, come pure una migliore priorità a formazione e cul-tura. Come realizzeremmo tutto ciò? Qui sono idealista, lo so: con una politica più sociale e giusta e in generale con più so-lidarietà.
tare che la Svizzera non è il centro del mondo per tutti. Si impara ad adattarsi.Anche la Svizzera in futuro dovrà farlo sempre di più. La mia generazione si con-fronterà con i mutamenti climatici, la scarsità di risorse e l’aumento della po-polazione. Credo alla capacità di innova-zione delle persone, ma ci troveremo sempre dalla parte dei vincitori? Penso che la Svizzera fra 20 anni sarà più o me-no la stessa, ma la tecnica si sarà evoluta. Fino a allora dovremo puntare di più sui grattacieli. Il numero di persone certo non diminuirà, dobbiamo trovare delle so-luzioni. Sarebbe anche bello avere più parchi. Gli orari di apertura dei negozi do-vrebbero essere prolungati. E dovrebbe essere possibile votare con un click del mouse. Nonostante le molte sfide, sono felice all’idea del futuro. Voglio visitare molti Paesi, conoscere persone interes-santi e spero di stare al passo con la tec-nica anche quando di anni ne avrò 50.
rebbe già realizzare uno dei miei sogni, ma chi lo sa, forse finirà per portarmi chissà dove. Comunque, prima o poi, vorrei met-tere in piedi qualcosa di mio. Magari anche all’estero. Non so ancora se metterò su fa-miglia. L’idea però non mi dispiace affatto. Se mai avrò davvero dei figli, credo che la Svizzera sia il Paese giusto dove farli cre-scere. Qui abbiamo tutto quello che serve per vivere – e anche di più. Solo la previ-denza per la vecchiaia mi dà da pensare. La popolazione invecchia sempre di più. Chi si occuperà di noi quando saremo vec-chi? A parte questo, penso che in Svizzera le cose non cambieranno poi tanto. Questa nazione non va certo pazza per i cambia-menti. Per vederlo, basta dare un’occhiata al passato.
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Nell’ultimo numero della rivista (3/2012),
abbiamo raccontato la storia, stupefacente ma
inventata, della giovane imprenditrice
Marlène. L’intento era quello di sottolineare che
le grandi idee a volte hanno bisogno di una
spintarella da terzi, dall’esterno, e che il
mondo può essere migliorato con idee com-
merciali sostenibili. Dopo il nostro appello,
sono arrivate molte proposte, ma l’Idea, quella
con la «i» maiuscola, non c’era.
Hai un’idea fattibile e sensata dal punto di
vista economico? Tutto può essere valido,
da un’applicazione o un prodotto utile a un
modello d’affari sostenibile. Inviaci la tua
idea, i tuoi schizzi, il tuo concetto in formato
PDF all’indirizzo [email protected]. Hai tempo
fino al 30 novembre 2012.
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un’idea in cui crediamo e che rispetti i nostri
criteri, ti aiutiamo a realizzarla. Diventerai
così il responsabile del tuo stesso progetto,
potrai lavorare in un ufficio fornito di tutto il
necessario nella nostra sede di Berna e
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Masters of hardcore
08.12.12, St. Jakobshalle, Basilea
Per chi ama spingersi fino ai propri limiti e chi invece desidera scoprirli per la prima volta, l’evento techno-hardcore di maggior richiamo al mondo torna in Svizzera! Il pro-gramma prevede Angerfist (NL) live, Noize Supressor (IT), I:GOR (Pol) e molti altri.
In palIo: 5x 2 bIglIettI Par tec ipaz ione : www.euro26.ch /facebook .
Pa rola ch iave : «Master s of Hardcore».
Termine d i inv io : 28.11 .12 . In formazion i e
prevendita : www.mastersof hardcore .ch
stars13.12.12, KIFF, Aarau
Successi come Take Me To The Riot, Your Ex
Lover Is Dead e The Night Starts Here degli Stars sembrano fatti apposta per infiam-mare una serata. Secondo il portale tede-sco Laut.de, nessuno può avere nulla da obiettare contro questo gruppo canadese,
perché la sua musica è proprio ciò di cui ognuno di noi ha bisogno: la caramella per la tosse, il miele nel tè, la calza di lana per un piede gelato. Attenzione: unico concerto in Svizzera!
In palIo: 2x 2 bIglIettI Partecipazione: www.euro26.ch/facebook . Paro-
la chiave: «STARS». Termine di invio: 29.11.12.
Informazioni e prevendita: www.kiff.ch
Un’oasi di cultura nel «Cantone
di transito»:
Il Kiff Il Canton Argovia non riesce a liberarsi dell’etichetta di deserto culturale tra Berna e Zurigo. Eppure, il KiFF dimostra che non è affatto così: insediatosi in un’ex fabbrica di mangimi nel quartiere Telli di Aarau, questo locale si è ormai fatto un nome sul-la scena concertistica e festaiola elvetica. L’equipaggiamento di punta di cui è dotato ha infatti già attirato pezzi da novanta come Element of Crime, Kettcar, Lambchop, Sohpie Hunger, Stress e Züri West.
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KraftKlub 14.12.12, Bierhübeli, Berna
In palIo: 2x 2 bIglIettI Par tec ipaz ione : www.euro26.ch /facebook .
Pa rola ch iave : «Kra f tk lub». Termine d i in-
v io : 30.11 .12 . In formazion i e prevendita :
www.bierhuebeli .ch
In uno dei loro brani più conosciuti, cantano di non voler andare a Berlino. E infatti, i Kraftklub vengono in Svizzera, per la gioia dei loro fan. Il gruppo di Chemnitz infiamma il suo pubblico con un’azzeccata miscela di indie-rock e rap.
VIVa VerdI(prIma mondIale)
13-15.12.12, Hallenstadion, Zurigo
Il duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi nel 2013 viene degnamen-te celebrato all’Hallenstadion con Viva Verdi, uno spettacolo magnifico che, tra effetti mozzafiato e interpreti di grido, mette in sce-na per il pubblico del ventunesimo secolo le immortali melodie del compositore italiano.
In palIo: 2x 2 bIglIettI per l’anteprIma del 12.12
Par tec ipaz ione : www.euro26.ch /facebook .
Pa rola ch iave : «Viva Verd i». Termine d i
inv io : 29.11 .12 . In formazion i
e prevendita : www.publicum.ch
We WIll rocK you
14.12.12 – 24.03.13,
Musical Theater, Basilea
In un futuro completamente globalizzato e privo di strumenti musicali, i «Bohemians», un manipolo di ribelli del rock, si oppongono alla Globalsoft, una grande azienda che ha in mano i destini del mondo, e alla sua direttrice, la Killer Queen. Dopo cinque anni, torna in Svizzera il musical basato sui ventuno mag-giori successi dei Queen, per la prima volta con le straordinarie animazioni video riela-borate.
In palIo: 2x 2 bIglIettI per l’anteprIma del 13.12
Par tec ipaz ione : www.euro26.ch /facebook .
Pa rola ch iave : «We wi l l rock you».
Termine d i inv io : 29.11 .12 . In formazion i
e prevendita : www.musical .ch
www.euro26.ch 35www.euro26.ch 35
Big Bang SilveSter-
party 31.12.12, St. Jakobshalle, Basilea
Il Big Bang, giunto ormai alla settima edizio-ne, è il più grande veglione di Capodanno del-la Svizzera. Quest’anno, il cartellone propone alcuni degli autori dei maggiori successi del 2012, tra cui Kool Savas (DE), Klangkarussell (DE), DJ Rocky Rock (USA) e gli svizzeri DJ Antoine, Remady feat. Manu-L e Mike Candys.
in palio: 5x 2 Biglietti Par tec ipaz ione : www.euro26.ch /facebook .
Pa rola ch iave : «Big Bang». Termine di in-
v io: 07.12 .12 . Informazion i e prevendita :
www.bigbangpar ty.ch
hardSoundz SilveSter-
party 31.12.12, St. Jakobshalle
(Halle 2 e kleine Halle), Basilea
La terza edizione dell’Hardsoundz è l’idea-le per chi vuole accogliere il 2013 scatenan-dosi. Il programma prevede Headhunterz (NL), Toneshifterz (AUS), esponenti dell’e-tichetta Hardcore Italia, come Mad Dog e Traxtorm Gangstaz Allied, e molti altri.
in palio: 5x 2 Biglietti Par tec ipaz ione : www.euro26.ch /facebook .
Pa rola ch iave : «Hardsoundz». Termine d i
inv io : 07.12 .12 . In formazion i e prevendita :
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pure 90’S / Foxy Friday
31.12.12, Escherwyss, Zurigo
Pure90s meets Foxy Friday: per la prima volta, Pure Events collabora con Foxy Friday. Accompagnato da un Urban-DJ, DJ Jean Luc Piccard garantirà il giusto mix di musica, tra anni Novanta e grandi successi degli anni 2000 e della black music.
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Pa rola ch iave : «Pure 90s / Foxy Fr iday».
Termine d i inv io : 14 .12 .12 . In formazion i
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raggaBund & the duBBy
conquerorS 21.12.12, Gare de Lion, Wil
Il ritorno dei Raggabund! Dopo diversi spettacoli (tra gli altri con i Seeed e con
Gentleman), il gruppo reggae di Monaco non è ormai più una sorpresa. Al vendutis-simo album di debutto Erste Welt ha fatto seguito Mehr Sound, un disco che propone una miscela di generi – dal dancehall-rag-ga al roots reggae, al latinbeat, fino all’hip hop – che i Raggabund interpretano con grande dimestichezza, tra versi arguti e poesia.
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Pa rola ch iave : «Raggabund». Termine d i
inv io : 12 .12 .12 . In formazion i e prevendita :
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Patent Ochsner 16.02.13, Fri-Son, Friborgo
La presenza scenica di Büne Huber, cantan-te del gruppo bernese Patent Ochsner, è or-mai ben nota. In più, il nuovo disco Johnny
– Rimini Flashdown II è una riuscita raccol-ta di perle musicali che sarà un piacere ascoltare soprattutto dal vivo.
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OliVer POcher
20.03.13, Berna, 21.03.13, Zurigo,
22.03.13, San Gallo
Al giorno d’oggi, sempre meno persone osano dire la verità. A giusta ragione, con-siderato che spesso dire la verità fa male … dal gran ridere. Lo dimostra Oliver Pocher con la sua tournée Die Wahrheit, und nichts
als die Wahrheit.
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Of Queen11.01.13, Zurigo, 24.02.13, Thun
Freddie Mercury, l’indimenticabile cantan-te dei Queen, avrebbe compiuto 65 anni nel 2011. A Spectacular Night Of Queen gli ren-de il giusto tributo con un viaggio musicale nella storia di uno dei più grandi gruppi rock di tutti i tempi. Proprio come cantava Farrokh Bulsara, The Show Must Go On!
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Queen» + data desiderata . Termine d i in-
v io : 14 .12 .12 . In formazion i e prevendita :
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annett lOuisan10.02.13, Kofmehl, Soletta
«È merito del mio pubblico se sono diven-tata grande, per cui per il mio pubblico pos-so anche tornare piccola», ha dichiarato la cantante tedesca Annett Louisan, in pro-cinto di lanciarsi in una tournée acustica accompagnata da due musicisti. Grandi momenti di musica in tutta intimità.
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Pa rola ch iave : «Annet t Louisan».
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Fritz KalKbrenner 31.12.12, Komplex457, Zurigo
rire di non voler essere paragonato a Paul: la sua musica è più raffinata, più profonda, più duratura. In breve, ha più sostanza. Ora, con Sick Travellin’ il viaggio verso l’indipen-denza artistica può dirsi compiuto: i ritmi a metà strada tra la techno e il pop, il suono organicamente caldo accompagnato dal sintetizzatore e il canto poetico di Fritz cre-ano un capolavoro che esplora i limiti atmo-sferici tra il salotto di casa e un club. Chi era già Paul?
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Pa rola ch iave : «Fr it z Ka lkbrenner».
Termine d i inv io : 14 .12 .12 . In formazion i
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L’inizio della carriera di Fritz Kalkbrenner non è stato facile. Nel 2009, il brano Sky and
Sand prodotto da Paul e Fritz Kalkbrenner per il film Berlin Calling divenne un grande successo. Ma mentre Paul – che nel film re-citava come protagonista – ha presto reso famosa in tutto il mondo la sua techno ma-linconica e ora riempie arene da migliaia di posti, il più giovane Fritz è sempre rimasto alla base della cultura dei locali notturni e si è legato all’etichetta berlinese Suol (Chopstick, Till von Sein), con la quale nel 2010 ha pubblicato il suo primo album Here
Today Gone Tomorrow. Se il disco non l’ha portato verso un grande successo commer-ciale, gli ha comunque permesso di compie-re un passo importante verso una sorta di emancipazione dal lavoro del famoso e ca-rismatico fratello. Anzi, Fritz ha voluto chia-
Fotog ra fa ques ta pag ina con kooaba
Shor tcut e guarda i l v ideo del s ingolo d i
Fr it z Ka lkbrenner Get A Li fe .
Con l’uscita del suo secondo disco, Sick Travellin’ (Suol Records),
Fritz Kalkbrenner non può più essere considerato solo il fratello minore del
musicista e attore tedesco Paul Kalkbrenner.
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Marty (Colin Farrell) è a corto di idee per la sceneggiatura del suo film Sette psicopatici. Billy (Sam Rockwell), suo migliore amico, at-tore disoccupato e all’occasione ladro di cani, vuole aiutarlo a ogni costo. L’ispirazione arriva quando Billy e il suo socio Hans (Christo-pher Walken) rubano il cane del famigerato criminale Charlie (Woody Harrelson), che decide di farla pagare a chiunque abbia una pur minima responsabilità nella scomparsa dell’amico a quattro zampe. Marty ha trovato una trama, ma ora deve mettere in salvo la sua pelle.
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Tecnologie geneTiche: l’eTerno dilemma
Tes to : Basil schÖni
L’uso che l’uomo fa del pianeta supera ogni giorno i limiti del consentito. E le conseguenze
ci sono. L’equilibrio ambientale, così come il nostro sistema economico, rischiano di vacillare sempre
di più. Basta pensare a riscaldamento globale, indebitamento della gestione pubblica e
una crescente insicurezza sociale. Anche se la maggior parte di queste cose, per il momento, non tocca
la Svizzera, anche noi dobbiamo assolutamente trovare delle soluzioni a lungo termine per
energia, ambiente e politica economica. Resta un dilemma, se per raggiungere gli obiettivi ci
vogliamo servire dell’ingegneria genetica.
Secondo l’articolo 104 della nostra Costitu-zione Federale, anche l’agricoltura deve impegnarsi per «una produzione sostenibi-le e orientata verso il mercato». L’Ufficio Federale dell’agricoltura (UFAG) menziona pure i tre fattori, ecologico, economico e sociale, che dal 2005 vanno applicati per la valutazione della sostenibilità, determinata da indicatori ben definiti.
Anche se il rapporto agricolo 2009 dell’U-FAG osserva uno sviluppo generalmente positivo dell’agricoltura – per esempio nei settori della formazione e della competiti-vità – molto resta da fare. Stando alla «Strategia sul clima per l’agricoltura», menzionata nel rapporto agricolo 2011, en-tro il 2050 le emissioni di gas a effetto ser-ra dell’agricoltura vanno ridotte di almeno un terzo. Contrasta però con l’idea di uno sviluppo costante e duraturo, che in Svizze-ra, nel 2010, sia la produzione sia il reddito delle aziende agricole non siano progrediti, bensì addirittura leggermente diminuiti.
ciale – e non rileva rischi significativi per uomo o natura. Nondimeno, il programma di ricerca non è certo al riparo da critiche. Il SAG (Schweizerische Arbeitsgruppe Gen-technologie) contesta i dati del documento, che avrebbe minimizzato i problemi e dato risalto solo ai progressi, oltretutto abbelli-ti. D’altro canto, il PNR 59 giudica per ora modesto il beneficio delle tecnologie gene-tiche: allo stato attuale, molte opzioni non sarebbero ancora tecnologicamente prati-cabili, in futuro però la situazione potrebbe migliorare.
lo sceTTicismo rimane
Malgrado le prospettive assai promettenti, l’ingegneria genetica in Svizzera ha vita du-ra. Nel 2005, i cittadini in votazione popola-re approvarono, con una percentuale di sì del 55,7%, una moratoria intesa a vietare per cinque anni l’impiego nell’agricoltura di organismi geneticamente modificati. Il Consiglio Federale diede allora mandato per il PNR 59. Nel 2010, una netta maggio-ranza ha prolungato la moratoria fino alla
sosTenibiliTà grazie all’ingegneria geneTica?
Secondo il programma nazionale di ricerca sull’utilità e i rischi della disseminazione di piante transgeniche, PNR 59, le cui conclu-sioni sono state presentate lo scorso ago-sto, l’ingegneria genetica promette degli approcci risolutivi. In un futuro prossimo, le piante geneticamente modificate dispor-rebbero di una migliore capacità di assor-bimento di azoto e fosforo grazie alla quale, pur riducendo la quantità di fertilizzante, sarebbe possibile ottenere il medesimo rendimento. Anche un’accresciuta resi-stenza a malattie e temperature sembra essere possibile, significativo vantaggio se pensiamo ai sempre più marcati sbalzi cli-matici. Attraverso modifiche mirate, si ar-riverebbe anche ad una riduzione nell’im-piego di pesticidi.
Il PNR 59 lascia intravvedere dei migliora-menti in campo ecologico, più resa delle coltivazioni e maggiore garanzia di rendi-mento, ma anche in campo economico e so-
La Svizzera deL futuro 43
iL BuSiNeSS deLL’iNGeGNeria GeNetiCa
Le sementi geneticamente modificate sono un prodotto artificiale, vale a dire un’invenzione tutelata da brevetto. Perciò i contadini che optano per semi geneticamente modificati, non devono solo pagare la quantità di sementi necessaria bensì acquistare anche una licen-za valida per una durata di tempo definita. In altre parole, al conta-dino che si ritrova con delle eccedenze di sementi dell’anno prece-dente, a seconda delle circostanze, può essere proibito di farne uso, poiché la sua licenza è scaduta. Risultato: la dipendenza del conta-dino dall’industria agroalimentare. Ma c’è di peggio: la diffusione di organismi geneticamente modificati è difficile da contenere. I cam-pi dei contadini votati alla produzione bio o senza OGM potrebbero esserne contaminati. A dipendenza della legislazione vigente nello stato, il contadino deve allora fornire delle prove che dimostrino la contaminazione spontanea e lo scagionino dall’accusa di avere egli stesso impiegato degli OGM, rispettivamente delle sementi brevet-tate. Inquietante è anche la concentrazione di potere favorita da un’agricoltura a produzione geneticamente modificata. A livello mondiale, i brevetti sono nelle mani di poche multinazionali: il 90% appartiene all’industria americana Monsanto, poche altre industrie agrochimiche fra cui Syngenta, Dupont e Bayer detengono il resto.
fine del 2013 e due mesi fa il Consiglio na-zionale ha deciso con 112 voti contro 62 di prorogarla fino al 2017. Il Consiglio degli Stati deve ancora pronunciarsi.
Ma qual è il motivo di tutta questa diffiden-za verso l’ingegneria genetica? I fronti e gli argomenti – a volte piuttosto ideologici – di-pendono dalla valutazione dei rischi. Men-tre i fautori mettono in guardia contro l’in-debolimento della Svizzera in campo scien-tifico ed economico, gli oppositori conside-rano le tecnologie genetiche un rischio per uomo, animali e ambiente.
Per il comitato di iniziativa contrario, con la disseminazione in campo aperto esistereb-be il pericolo di trasmissione dei geni mo-dificati a piante selvatiche. Inoltre l’innocu-ità per uomo e animali non sarebbe com-provata da studi a lungo termine, di fatto inesistenti. Mentre sull’ultimo argomento ci si potrebbe allora chiedere se, per esem-pio, visti i presupposti anche per l’introdu-zione della comunicazione mobile non sa-rebbe stata necessaria l’approvazione poli-
tica, il PNR 59 conferma altro. Il «potenzia-le invasivo» e la «disseminazione genetica» sono due di cinque fattori di rischio da va-lutare in caso di coltivazione all’aperto. La convivenza di piante tradizionali e piante geneticamente modificate, a certe condi-zioni, sarebbe però possibile.
Che la moratoria, come sostenuto dai set-tori chimico, farmaceutico e biotecnologico, sia «un segnale sbagliato alla ricerca in Svizzera» è discutibile. Il divieto riguarda unicamente l’impiego di tecnologie geneti-che nell’agricoltura, per cui la ricerca è possibile illimitatamente anche durante la moratoria.
SCeLte foNdate iNveCe di SCeLte di foNdo
I rischi sembrano troppo grandi, i vantaggi per adesso molto limitati – in Svizzera l’in-gegneria genetica non scatena entusiasmi. Quale dunque il compito della scienza? La scarsa accettazione non deve fungere da freno, bensì molto più da stimolo per una
ricerca critica e consapevole in campo ge-netico. Sta alla scienza comprendere lo scetticismo popolare e gettare le basi di una discussione che coinvolga il popolo e la politica. Dopotutto sono proprio loro a prendere le decisioni. Nel rapporto finale del PNR 59 viene citata Anne Glover, Chief Scientific Advisor della Commissione euro-pea, che afferma quanto segue:
«Sono consapevole della difficoltà di fonda-re sempre le decisioni politiche su una base scientifica. Riconosco l’esistenza di svaria-ti fattori esercitanti un influsso sulla politi-ca, come per esempio i fattori etici, sociali ed economici. Ma quando non mettiamo a frutto le conoscenze scientifiche, è dovere dei politici spiegare perché tali conoscenze non vengano tenute in considerazione. Pen-so che, ammessa l’esistenza di una spiega-zione improntata alla trasparenza, ciò mi basterebbe.»
La proroga della moratoria sugli OGM verrà probabilmente trattata dal Consiglio degli Stati nella primavera 2013.
AZB
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Michel Gross, Marvin Meyer, Anita Walser Redazione Elena Lynch, Meral Kureyshi, Martina Messerli, Sabine von Rütte, Susanna Schwa-
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