etcetera 3 (as 2010/2011)

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etCetera Periodico di informazione a cura degli studen del liceo Scienfico e Classico Majorana liceomajoranadesio.forumfree.net Numero 3 - 2010 Novembre / Dicembre Gli studen del Majo alla fine del corteo del 3 Dicembre contro il ddl Gelmini. Occupazione al Majo! Alle pagine 2 e 3 trove- rete il resoconto delle giornate di protesta al nostro Liceo e l’analisi della tanto contestata ri- forma Gelmini. Mourinho Per il barone De Coubern l’importante è partecipare. Per qualcuno, l’obievo è la sal- vezza, l’Europa League o la Champions. Alcuni allenatori hanno come priorità il calcio- champagne per far diverre i fosi e il presidente. ( connua a pagina 5 ) Harry Potter Hogwarts ormai non è più meta dei nostri beniamini. Harry Poer, insieme agli amici di sempre Hermione Granger e Ronlad Weasley, si appresta ad intraprendere un viaggio alla ricerca degli Hor- crux... (connua a pagina 8)

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Terzo numero di etCetera, anno scolastico 2010/2011

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Page 1: etCetera 3 (As 2010/2011)

etCeteraPeriodico di informazione a cura degli studenti del liceo Scientifico e Classico Majoranaliceomajoranadesio.forumfree.net Numero 3 - 2010 Novembre / Dicembre

Gli studenti del Majo alla fine del corteo del 3 Dicembre contro il ddl Gelmini.

Occupazione alMajo!

Alle pagine 2 e 3 trove-rete il resoconto dellegiornate di protesta alnostro Liceo e l’analisidella tanto contestata ri-forma Gelmini.

Mourinho

Per il barone De Coubertinl’importante è partecipare. Perqualcuno, l’obiettivo è la sal-vezza, l’Europa League o laChampions. Alcuni allenatorihanno come priorità il calcio-champagne per far divertire itifosi e il presidente.(continua a pagina 5)

Harry Potter

Hogwarts ormai non è piùmeta dei nostri beniamini.Harry Potter, insieme agliamici di sempre HermioneGranger e Ronlad Weasley, siappresta ad intraprendere unviaggio alla ricerca degli Hor-crux...(continua a pagina 8)

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Il Majo dell’ occupazioneGiacomo Panzeri, 3°aI giorni di giovedì 2 e venerdì 3 Dicembre sono stati un

po' tumultuosi per gli studenti del liceo classico e scien-tifico Majorana di Desio. Sono stati difatti interessatidalla protesta contro la riforma della economia scuolapropinata come “epocale” dal Ministro Gelmini. Il tutto è partito la mattina di giovedì, quando, appenalegata la bicicletta, scopro che i rappresentanti deglistudenti (Braghetto Luca, Gasparotto Riccardo, MemajIrdi e Taccagni Achille) si sono organizzati per occupare.In poco tempo si riesce a convincere la gran parte deglistudenti a restare. Visto che l'aula magna non la puòprendere, la protesta si sposta in palestra, dove, dopoaver rocambolescamente procurato un impianto audio,Irdi Memaj, uno dei rappresentanti, illustra agli stu-denti in cosa consiste la riforma, leggendo e spiegandoun articolo del Corriere. Dopo l'arrivo del preside e laconcessione della preziosa aula magna, lì si spostanoalcuni studenti, e vengono proiettati dei video ( l'opi-nione del ministro Mariastella Gelmini e la dichiara-zione di voto del capogruppo PD alla Camera DarioFranceschini) dove vengono espressi i pareri riguardola riforma, cercando di rimanere bipartisan. L'occupa-zione prosegue anche al pomeriggio, dopo aver pran-zato a scuola, durante il quale vengono ridipinti alcunibagni della sede centrale, si organizzano sportelli di-dattici autogestiti dagli studenti e si svolgono attivitàmusicali. Alcuni studenti abili con le bombolette sprayscrivono anche due striscioni, uno con scritto “vendesiscuola pubblica” e un altro con “occupiamo il nostrofuturo”. Ma la protesta non si ferma qui. Difatti il giorno dopo, in seguito ad un attimo di esita-zione, si opta per un breve comizio fuori dalla scuolae, siccome non viene concessa nessuna aula, non vo-lendo evitare battibecchi con le forze dell' ordine, siprocede per un corteo per le vie di Desio al grido di“non vogliamo questa riforma”. La mobilitazione ina-spettata provoca diverse reazioni nei desiani, dagli au-tomobilisti scocciati per le vie invase, alla vecchietta albalcone che, sollevando il bastone, grida divertita “ye-eeeah!”. Toccando luoghi come le altre scuole presentinella nostra città confinante, la casa del popolo, l' eco-mostro del grattacielo incompleto e il comune, luogoassai simbolico, dopo la caduta del sindaco Mariani, si

torna al liceo, dove si congedano i manifestanti dopoaver raccolto i (modesti) complimenti della vicepre-side Paola Nobili. L'affluenza è stata alta in tutti e due i giorni, soprat-tutto il primo (500/550 persone ), anche se gli stu-denti presenti alla fine del corteo erano comunquemolti (200 ca), al contrario delle aspettative di tutti.Forse, anzi, sicuramente, quello che è stato fatto alMajorana, risiedente nella verde e ridente Brianzanon avrà molta eco sul piano nazionale, forse, nonsarà il motivo della bocciatura del ddl (ammesso enon concesso che il governo non cada prima...), tutta-via possiamo darci ben due meriti: (1) quello di averfatto il primo corteo studentesco a Desio dopo glianni '70, (2) quello di essere stati in grado di mobili-tare e svegliare un buon numero di studenti, vistoche la partecipazione alle assemblee e agli altri eventiè sempre stata scarsa. Perlomeno è stato fatto qual-cosa di veramente utile all'edificio scolastico: sonostati rimbiancati i bagni!

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Scuola V 2 Scuola

Assemblea in palestra durante l’occupa-zione

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Conoscere per saper deciderePerche’ siamo liberi se pensiamo con la nostra testa

Samuele Tagliabue, 5°FSia chiaro questo prima di tutto: per l’articolo 21 della Costi-tuzioneitaliana «Tutti hanno diritto di manifestare liberamenteil proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzodi diffusione». L’articolo che ammazza le dittature e i totalita-rismi (perché due cose temono i regimi dittatoriali e totalitari,l’amore disinteressato e l’individualismo), dovremmo averlopresente tutti. Se ognuno pensa con la propria testa, non puòcorrere il rischio di essere strumentalizzato o, è brutto dirlo,“usato”. È altresì vero che in casi come le sollevazioni di popolo,gli scioperi e le rivoluzioni, è molto difficile distinguere la veritàdalla menzogna, il bene dal male e proprio per questo è ne-cessario informarsi adeguatamente. Purtroppo però, in occa-sione dell’occupazione della scuola contro la riforma Gelmini,qualcuno, forse per comodità o per pigrizia, ha fatto a menodi pensare con la propria testa affidandosi a chi ha fatto la vocegrossa occupando così la palestra insieme con i propri amici, oalla propria paura entrando in classe temendo l’ira dei genitori.Bisogna sottolineare che c’è comunque stato chi ha agito con-sapevolmente, pro o contro questa iniziativa, dopo essersi li-beramente informato: queste persone sono da apprezzare.D’altra parte credo che molti di noi il 2 e il 3 dicembre si sianosentiti un po’ confusi da quello che stava succedendo ritrovan-dosi teatranti di uno spettacolo senza conoscerne il copione.L’apprezzabile volontà di Riki e degli altri rappresentanti di farsentire la propria voce a un mondo che non ascolta i giovani èpiù che legittima, anzi, meritevole soprattutto se si considerail significativo gesto di darsi da fare concretamente, di “spor-carsi le mani” con la vernice per migliorare la propria scuola.Sono però le modalità di questa due giorni di manifestazionela nota stonata rispetto al positivo impegno profuso. Si devericonoscere che chi convince è più forte di chi impone e chicerca il dialogo e il confronto otterrà di più di chi utilizza la forzae il caos solo per farsi sentire il più possibile. Noi, noi majoraninon abbiamo bisogno di “far sentire la nostra voce”, ma di “farascoltare la nostra voce” e ciò è decisivo. Comunque sia, anchese sarebbe stato meglio presentare il testo integrale (ma inquesto caso l’Etcetera sarebbe entrato nel Guinness dei primatiper lunghezza), vogliamo pubblicare a titolo puramente infor-mativo i punti che caratterizzano la riforma Gelmini delle uni-versità, al di là di qualunque giudizio di condivisibilità o meno,affinchè ciascuno possa usufruire pienamente del proprio di-ritto sancito dall’articolo 21 della Costituzione acquisendoun’opinione personale su ciò di cui si tratta e che, da vicino, loriguarda.I PUNTI PRINCIPALI DELLA RIFORMA GELMINI DELLE UNIVER-SITÀ 1. Nuovi limiti per il rettoreIl rettore non potrà restare in carica per più di due mandati. Ilche significa che potrà restare in carica per un massimo di ottoanni, o di sei anni nel caso in cui sia stato eletto con mandatounico non rinnovabile. Secondo i calcoli del Sole 24Ore, scrive il Corriere, se la riformafosse entrata in vigore già da questo autunno circa il 60 percento dei rettori in carica sarebbero stati colpiti dagli effetti diquesta nuova norma. La legge dispone inoltre che il rettore fac-cia parte del consiglio di amministrazione dell’università, a cui

dovrà proporre un candidato per l’incarico di direttore gene-rale.2. La carriera dei professoriI professori dovranno andare in pensione prima. La riformaabbassa il tetto massimo da 72 a 70 anni per i professori or-dinari e a 68 anni per quelli associati. Cambierebbero anchei meccanismi di accesso alla docenza accademica: prima diottenere un incarico d’insegnamento sarà necessario otte-nere un’abilitazione scientifica nazionale, di durata quadrien-nale e attribuita ad hoc da una commissione. Il reclutamentonon passerebbe più quindi attraverso i concorsi locali, ma sa-rebbe determinato dalla valutazione espressa dalla commis-sione, che come recita il testo diventerà «titolo preferenzialeper l’attribuzione dei contratti».3. I ricercatoriLa proposta di legge prevede che i ricercatori entrino solocon contratti a tempo determinato (4-5 anni), seguiti da con-tratti triennali. Al termine di questi contratti dovranno supe-rare un esame di idoneità per avere la conferma a tempoindeterminato come professori associati. Nel caso in cui nondovessero ottenere questa idoneità, il loro rapporto conl’ateneo sarebbe chiuso per sempre. È il punto più criticatodella riforma, e quello su cui si sono concentrare le protestedegli ultimi mesi. I ricercatori accusano il governo di avereintrodotto una nuova e più grave forma di precariato e hannoprotestato con il blocco della didattica. Pur non avendo nes-sun obbligo d’insegnamento, i ricercatori svolgono il 40 percento delle attività didattiche nelle università.4. I controlli sui contiLa riforma vuole introdurre anche nuovi parametri per ren-dere più trasparente la gestione contabile degli atenei. Leuniversità che non saranno in regola con i conti verrannocommissariate e a chi dimostrerà di non essere in grado digestire le risorse saranno tagliati parte dei fondi, che ver-ranno distribuiti in base alla qualità della ricerca e della di-dattica.5. La gestione delle facoltàOgni ateneo potrà avere al massimo dodici facoltà. Le uni-versità potranno però federarsi con accordi inter-ateneo alfine di «razionalizzare la distribuzione delle sedi universitariee di ottimizzare l’utilizzazione delle strutture e delle risorse».Per le università più piccole – con un organico di professori,ricercatori di ruolo e ricercatori a tempo determinato infe-riore a 500 unità – sarà possibile darsi «un’organizzazione in-terna semplificata».6. Le misure per gli studentiLa riforma creerebbe un fondo speciale «finalizzato a pro-muovere l’eccellenza e il merito fra gli studenti individuati,per gli iscritti al primo anno, mediante prove nazionali stan-dard e per gli iscritti agli anni successivi, mediante criteri na-zionali standard di valutazione». Una rappresentanzastudentesca è prevista anche all’interno del consiglio d’am-ministrazione.

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Scuola V 3 Scuola

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Datemi un sogno in cui vivere,perché la realtà mi sta uccidendo

Luca Novati 4°D

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Attualità Q 4 Attualita

67 anni fa, proprio in questo mese, nasceva in una cit-tadina della Florida un mito folle e immortale. JimMorrison. Cantante del celebre gruppo musicale “TheDoors”, scrisse nella sua breve vita una grande quantitàdi poesie e riflessioni che influenzarono molte sue can-zoni. A 39 anni dalla sua morte la sua poetica ammaliae seduce milioni di persone, mostrandoci il lato piùumano di una personalità che tentò sempre di raggiun-gere la vera e pura bellezza artistica, spesso tirando ase critiche aspre e ingiuste. Ebbe una vita sregolata e senza limiti, una folle corsasul filo di un rasoio in bilico tra la vita e la morte all’in-segna dello sfrenato uso di droghe che lo porterannoalla morte nel 1971. La sua tomba si trova oggi nel ci-mitero parigino di Pere Les Chaise ed è meta di visiteda parte di migliaia di persone sulle tracce di un mito. Morrison non è da considerare un cattivo esempio peri suoi tempi, dietro alla maschera di sfrenato cantantein balia dell’alcol e della droga si celava una personaprofonda e alla ricerca di esperienze ai limiti della sen-sorialità. Proprio da una poesia di William Blake (cit.“la strada dell’eccesso conduce al palazzo della sag-gezza”) deriva il nome del gruppo, Doors, poiché Jimvoleva raggiungere le fantomatiche porte della perce-zione citate dall’autore: “Se le porte della percezionefossero purificate, tutte le cose apparirebbero agli uo-mini come sono veramente: infinite”. Inoltre Jim volevadimostrare che la libertà fosse l’essere ciò che si eradavvero, senza costruirsi una maschera per piacere agliocchi della gente. Proprio agli occhi della gente sem-brava un pazzo, mentre lui sosteneva soltanto di inte-ressarsi alla libertà. Nonostante in questa sua ricercaabbia abusato di stupefacenti, sia stato arrestato peratti osceni e resistenza alle autorità non è mai stato ab-bandonato dai suoi fan e dalla band. Come un ipnotiz-zatore catturava il pubblico con canzoni ritenute pietremiliari nella storia della musica. Light my fire, puro innoall’amore, When the music’s over, simbolo dei suoiideali, The End, malinconica versione rock del mito diEdipo, e altre opere d’arte. L’esistenza di Jim Morrison, contemporaneamente an-

gelica e demoniaca, ritenuta oscillante tra il dioni-siaco e il nichilismo, tra l’oscenità e la pura poesiaè sempre stata dominata da una passione e una de-vozione per la letteratura verso autori come Hemin-gway, Nietzsche, Blake, Baudelaire. Per capirequesta complessa personalità bisogna interpretarei suoi testi, facendoli propri e immedesimandosisebbene possano sembrare confusi e caotici. Nietzsche affermò che bisogna avere dentro di sé ilcaos per dare vita a una stella danzante. E per gliamanti di questa leggenda Jim è un’illuminante co-stellazione.

This is the endBeautiful friendThis is the endMy only friend, the endOf our elaborate plans, the endOf everything that stands, the endNo safety or surprise, the endI'll never look into your eyes...again

Celebre fotografia dell’ american poet

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Il calcio comeMourinho lo vede

Samuele Tagliabue, 5°FPer il barone De Coubertin l’importante è partecipare. Perqualcuno, l’obiettivo è la salvezza, l’Europa League o la Cham-pions. Alcuni allenatori hanno come priorità il calcio-champa-gne per far divertire i tifosi e il presidente. Per Josè Mourinho,invece, l’importante è semplicemente vincere. Vincere senzamezze misure, senza gol al 94’, senza lasciare nulla, ma proprionulla alla casualità. Vincere perché Mourinho segue un me-todo di lavoro molto preciso e si affida ad esso integrando allaperfezione in uno schema ben definito i suoi calciatori, com-ponenti di una macchina che non dimentica di essere comunque fatta di uomini. A Setùbal se li ricordanobene quegli occhi imperturbabili, sereni e severi e non si stu-piscono affatto se qualche volta leggono o sentono dei com-plicati rapporti di Josè con la stampa. Sanno bene che non losi può ingabbiare dentro lo standard della solita frasetta dabuttar lì il sabato in conferenza stampa per riempire il giornaledi parole vuote. Mourinho, probabilmente, non ha sogni. La squadra ideale èsempre la sua, che si tratti di quel Leria che dalla polvere avevaportato in alto o del Real Madrid di Casillas e Cristiano Ronaldo. La squadra ideale - dice– è quella in cui in un determinato momento di gioco, in unadeterminata situazione, tutti i giocatori pensano in funzione della stessa cosa simultanea-mente. Quando si parla di squadra, il singolo non esiste, cosìcome quando si parla di condizione fisica, non esistono pre-parazione atletica, sapienza tattica e stato psicologico. GIORNALISTA: Scolari dice che il successo di un giocatore di-pende al 50% dalla preparazione fisica, al 25 dalla tecnica e alrestante 25 dalla psicologia.MOURINHO: Non sono d’accordo.GIORNALISTA: Lei come farebbe la ripartizione?MOURINHO: Una squadra, per avere successo, deve esserepreparata al cento per cento. Non riesco a distinguere ciò cheè fisico da ciò che è tattico e da ciò che è psicologico. Un giocatore è un tutto, possiede caratteri-stiche fisiche, tecniche e psicologiche che devo sviluppare nelloro insieme. Io non svolgo con i miei giocatori un lavoro fisico.Non sono per niente d’accordo quando dicono che il Porto oil Chelsea o l’Inter erano o sono ben preparate fisicamente. La mia squadra utilizza un metodo che segna una rottura contutti i concetti tradizionali dell’allenamento analitico. Io alleno

in base a un altro principio: “l’interazione fra tutte le com-ponenti”, in base al quale lavoro su tutto simultaneamente,compreso il fattore motivazionale. (Aprile 2009)Un’orchestra sinfonica, un’equipe di ricercatori, un esercitomilitare e una squadra di calcio funzionano, per Josè, nellostesso modo. I calciatori, esecutori del suo “progetto per vincere”, possono prevederenel momento in cui si trovano in campo l’evoluzione dellapartita senza concedere, appunto, al caso, la possibilità di sconvolgere i piani tattici dettati dal pro-prio allenatore.GIORNALISTA:Quali sono i motivi per cui il Porto ha vinto ilcampionato?MOURINHO:L’allenatore è bravo e ha preparato bene lasquadra, fin dal primo giorno di precampionato, per giocarein base a uno schema definito alla perfezione in tutte le posizioni.(maggio 2003) La pienezza di sé non manca di certo al suo carattere, masolo perché essere falsamente modesti non serve a nulla.Sarebbe anzi, una forma ancor più meschina di arroganza. E poi per quale motivo dovrebbe es-sere modesto un allenatore che ha vinto tra Portogallo, In-ghilterra e Italia, 17 titoli?

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Attualità Q 5 Attualita

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Tacchi a spillo e straccio alla manoGiulia Zaina, 4°a

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Attualità Q 6 Attualita

Oggigiorno il femminismo è di moda, soprattutto tragli uomini, in particolar modo se davanti ad una tele-camera. È eresia parlare in pubblico di sesso debole,regina della casa, mogliettina perfetta. Le donnehanno un orecchio molto sensibile per queste espres-sioni: dopo averle sentite, accettate e subite per secoli,negli ultimi decenni hanno finalmente detto basta esi sono opposte.È finito il periodo della diseguaglianza dei sessi. Legal-mente la donna è considerata come l’uomo: lo affermaanche l’articolo 3 della nostra Costituzione quando re-cita Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sonoeguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, dirazza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, dicondizioni personali e sociali… per non parlare delleriviste che è possibile sfogliare dal parrucchiere primadella messa in piega. Persino i cartoni animati lo con-fermano: la dolce e paziente Biancaneve che rassettae rigoverna la casa dei Sette Nani è archiviata. Oggi ladonna è Medea, combattiva e fiera, anche se, piutto-sto che in guerra, ha preferito buttarsi nella società.Ma cosa succede quando si spengono i riflettori, oquando si guarda la vita vera e quotidiana? Negli anni ’60 si manifestava perché le donne fosseroconsiderate come gli uomini dal punto di vista lavora-tivo, perché potessero essere viste non solo comemogli e madri, ma come persone, individui, e perchénon fossero più soggette a discriminazioni. Sarebbe assurdo e non veritiero dire che da allora al2010 non siano stati fatti progressi e migliorie. Tutta-via, arrivate ad un certo punto, soprattutto in Italia , ledonne hanno premuto il freno. Sembra che, “dopo im-portanti battaglie per il divorzio e l’aborto, il femmini-smo non esista più”, come dice l’ex ministro EmmaBonino, interpellata nel Luglio 2007 su questo temaper un articolo del quotidiano La Repubblica del gior-nalista Franceschini. Nello stesso articolo viene fattoun resoconto su come le donne italiane e la conside-razione della donna da parte degli italiani sono visteall’estero. Tra le altre affermazioni, risultano molto in-teressanti i dati riportati riguardo alla rappresenta-zione, o meglio, la sottorappresentazione, delle donneitaliane nelle “stanze dei bottoni” italiane.Il tutto risulta piuttosto deludente. Ma dove è finito il

vero femminismo, la critica, l’indignazione e anchela delusione per i traguardi che si erano prefissatele nostre nonne e le nostra madri e che, anche sein parte sono stati raggiunti, si stanno pian pianodimenticando?Siamo soddisfatte dei progressi, della posizione,della carriera e rifiutiamo il ruolo di musa, di angeloe di casalinga servizievole. Camminiamo con tacchia spillo e minigonne, fiere della nostra emancipa-zione, sentendoci Wonderwoman e vantandoci diessere addirittura molto meglio dei nostri compa-gni-rivali maschi. Ma non pretendiamo nulla di più.Non ci rendiamo conto che, come scrive Maria Gra-zia Meda nel suo articolo “La strategia delle Barbie”nel Maggio 2008, facciamo settimane di settantaore, quaranta in ufficio e trenta a casa, nel nomedella parità e dell’indipendenza per ottenere quelloche già dovrebbe essere nostro.Oggi la vera donna, la donna moderna, è emanci-pata e in carriera, ma al tempo stesso madre pre-murosa, casalinga affaccendata, cuoca eccellente,moglie responsabile, economista efficiente, par-tner eccitante, amica divertente, lavoratrice esi-gente; per non parlare dell’ora molto in vogaescort: quella che ultimamente sembra la carrierapiù promettente e soddisfacente per il futuro diogni ragazza. Prese come siamo da una vita di conquiste e di ri-valse non ci siamo accorte che abbiamo perso divista gli obiettivi fondamentali, che gli uominihanno di nuovo preso in mano la situazione. Nellavita quotidiana siamo viste con i loro occhi, nellapubblicità attiriamo la loro attenzione e nell’abbi-gliamento spesso cerchiamo la loro approvazione.Gli spot non fanno altro che rassicurarci, e soprat-tutto rassicurare loro, i maschi, che vedono dellebarbie belle, magre, seducenti, ma soprattutto sot-tomesse e ossessionate dalla brama di essere con-siderate ed esaltate. Dobbiamo renderci conto chevaliamo per quello che siamo, e non perché ce loripete una nota marca di cosmetici.

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Recensioni J 7 Recensioni

L’ enigma VivaldiLetizia Bigatti, 1°a

Una preziosa lettera andata perduta.

Una setta segreta.

Una città piena di misteri:

Venezia. Vivaldi, famoso musicista altrimenti detto

“il prete rosso”, apparteneva ad una setta segreta

che ricercava misteri e li teneva al sicuro poiché ri-

tenuti pericolosi per l’umanità.

La breve introduzione iniziale, in cui Vivaldi mo-

rente confida a due falsi preti la sua appartenenza

alla setta, si sposta poi nel 2003 quando, un gio-

vane violinista spagnolo giunge a Venezia.

Qui incontra una ragazza, Maria, di cui si innamora

che gli accenna l’esistenza del segreto di Vivaldi. Si

pensa, infatti, che Vivaldi avesse scoperto uno dei

tanti misteri ma che questo e la chiave per acce-

dervi fossero stati rubati.

Il nostro violinista e Maria troveranno una miste-

riosa partitura. Sarà forse il famoso enigma di Vi-

valdi??

Ma non sono i soli in questa impresa, poiché delle

forze malvagie sono disposte a tutto pur di avere

quel segreto così pericoloso da mettere in allarme

anche la Chiesa…

Avvincente romanzo, un misto di azione e di avven-

tura, “L’enigma Vivaldi” trascina il lettore nel mi-

stero, in un’aura di segreti che si cela dietro la

realtà e che solo alla fine lo scrittore rivela.

I protagonisti riescono, nonostante i numerosi

ostacoli ed imprevisti, a risolvere l’enigma che alla

fine è un segreto così pericoloso per l’umanità da

vedere anche la Chiesa come protagonista.

Nel romanzo viene sottolineato il legame che si in-

staura tra i due giovani e che darà loro la forza di

continuare: l’amore, grazie al quale, anche nella

vita di tutti i giorni, possiamo superare le difficoltà.

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Titolo Originale: El enigma VivaldiAutore: Pedro MendozaAnno: 2007Ed. Italiana: Mondadori (collana Omnibus stra-nieri)Traduzione: Marchetti P.

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Harry Potter e i doni della morte

Filippo Tagliabue, 4°FHogwarts ormai non è più meta dei nostri beniamini.Harry Potter, insieme agli amici di sempre HermioneGranger e Ronlad Weasley, si appresta ad intraprendereun viaggio alla ricerca degli Horcrux, misteriosi oggettiin cui l’oscuro signore del male Voldemort, arcinemicodi Harry, ha diviso in pezzi la sua anima per ottenereuna pseudo-immortalità. Per sconfiggere il mago mal-vagio occorrerà passare attraverso un viaggio in solitariodel terzetto, affrontando pericoli e scagnozzi vari. Macosa sono i Doni della morte che il preside Silente, uc-ciso a sorpresa per mano del professor Piton nel capi-tolo precedente, cita con tanta enfasi nel suotestamento? Eccovi servita la trama dell’ultimo film delmaghetto- fenomeno cinematografico degli anni zero.Non si riesce bene a capire il senso di dividere a metàla parte finale se non quello di aumentare gli incassi di-luendo la trama. Oltretutto, i fan dei libri, a dir poco fan-tastici e sempre almeno un gradino sopra ai film,avranno notato che l’ultimo libro della saga non è nep-pure il più massiccio, quindi la scelta non è in alcunmodo dettata da un’esigenza narrativa. La conseguenzaè che accadono poche cose e tutto appare molto melo-drammatico, pieno di enfasi per la lentezza del ritmo.Neanche a dirlo, l’atmosfera si fa via via sempre piùcupa tanto più ci avviciniamo allo scontro finale. Scon-tro che proprio come intuibile non si vede e occorreràattendere luglio per gustarselo. Si rimane in sospeso einsoddisfatti, come alla fine di “Ritorno al futuro parteII”, con quel finale senza conclusione che ti fa dire: “Ilregista è un sadico che tortura lo spettatore con la su-spense dell’attesa” o qualche commento meno edu-cato. Bisogna ammettere però che la curiosità di vederel’esito di tutta la faccenda con il prossimo e ultimo ca-pitolo viene suscitata con abilità. Gli attori e i doppiatorisono rimasti gli stessi, nel bene e nel male: i protagonistinon sono eccelsi ma se la cavano, altri personaggi comePiton o Bellatrix sono interpretati dagli ottimi Alan Rick-man o Helena Bonham Carter, moglie del visionario TimBurton. Vedremo molte morti durante la vicenda, più omeno significative soprattutto a seconda dei gusti diognuno. Gli effetti speciali si sprecano nella parte ini-ziale, dove in un crescendo di esplosioni si potrebbe

credere di vedere sparire l’Inghilterra intera in unavampata di fuoco e calore. Nota positiva per lastruttura del film che, in questo fedele al libro,segue lo schema del road movie, rinnovando gliambienti statici della scuola di magia. Detto questo,la pellicola offre ben poco. Se le precedenti non vihanno convinto, questa non farà eccezione; seavete atteso con i brividi ogni uscita, vi piacerà; sesiete dei puristi dei romanzi, vi rivolterete sui sedili.Sembra che la Rowling, l’autrice di Harry Potter, sidiverta a veder trasformare in scempio le sue ma-gnifiche creature, senza contare che questa voltaha collaborato personalmente alla sceneggiatura.Molti critici si augurano che questo film mediocresia solo l’antipasto per un finale coi fiocchi di unasaga che, ci piaccia o no, ha segnato una genera-zione e ha ritagliato a ragione un posticino nella sto-ria del cinema. Probabilmente non ci avete maifatto caso, ma da “Harry Potter e il prigioniero diAzkaban” il tempo è sempre nuvoloso. Questo set-timo capitolo ci offre miracolosamente una scenasoleggiata che però è completamente fuori luogoper il tono drammatico della sequenza. Vedere percredere.

Recensioni J 8 Recensioni

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La TerraLetizia Bigatti, 1°a &

Giulia Biffi, 1°aLa terra è il simbolo delle proprie origini. Dalla terra i fiori sbocciano e gli alberi cre-scono, gli uomini e gli animali nascono e muo-iono.La terra è la madre di tutti gli esseri viventi.È una forza indomabile, ma non priva di bel-lezza.Alla terra appartengono la caverna, , le monta-gne,le colline, i boschi gli alberi, i rami…

Nella vita di tutti i giorni noi entriamo a con-tatto con la terra senza rendercene conto: cam-miniamo per le vie della città, osserviamo glialberi ormai spogli e coperti di neve, annu-siamo un fiore…tutto questo appartiene allaterra. Durante il corso dei secoli l’uomo ha de-vastato la natura costruendo case e sradicandoalberi senza rendersi conto della gravità dellesue azioni.Ogni giorno infatti alla radio o allatelevisione veniamo a conoscenza di notizie didisastri ambientali: frane, alluvioni, valanghe…Essi sono causati da diversi tipi di alterazioni,come la desertificazione, il disboscamento oaltri interventi da parte dell’uomo. In alcune re-

m etCetera Majorana Desio n. 3 / etCetera Majorana Desio n.3 m

gioni del pianeta il clima arido, l’estensionedi terreni coltivabili si riduce poiché perdonofacilmente fertilità e si trasformano in de-serti. Le cause di questo fenomeno possonoessere naturali, come periodi di siccità, maanche provocate dall’intenso sfruttamentoagricolo e il pascolo eccessivo da parte del-l’uomo. Anche il disboscamento acceleraladegradazione agendo in due modi: l’assenzadella chioma degli alberi, che è normalmentefrena la velocità di caduta delle piogge, fa sìche le gocce arrivino con maggior violenza ri-muovendone delle parti, la mancanza di ra-dici, poi, impedisce che il suolo vengatrattenuto causando smottamenti e frane.

Bisogna perciò prendersi cura della terra e lo-dare la sua bellezza.

“Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostramadre Terra, la quale ne sustenta et go-verna, et produce diversi fructi con coloritiflori et herba.”

San Francesco di Assisi

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Semplicemente (non proprio), CzernyDavide F. Redaelli, 1°G

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Si sta avvicinando l’anniversario dei duecentoventi annidalla nascita di un grande insegnante, compositore, pia-nista austriaco. Carl Czerny cominciò a studiare pianoforte all’età di ap-pena tre anni, sotto l’attento giudizio di suo padre, oboi-sta, organista, pianista, insegnante considerevolmentericercato, nonché primo maestro del nostro Carl. Czernyiniziò a esibirsi a casa sua e proprio in uno di questi mo-menti, nel 1801, Ludwig van Beethoven, piacevolmentecolpito per come il giovane pianista di dieci anni suonavala sua (di Beethoven, naturalmente) Sonata “Patetica”,prese Czerny come suo studente. Allievo di grandi pianisti (Hummel, Salieri, Clementi eBeethoven), divenne a sua volta un rinomato insegnantee eccelso ideatore di studi (fu uno tra i primi a usare laparola «studio» come titolo di un pezzo), raccolti inopere come “La Scuola della Velocità” e “L’Arte di Ren-dere Agili le Dita”. Tra i suoi allievi, il più conosciuto èsenz’altro Franz Liszt il quale –nota per i pianisti chestanno leggendo– fu costretto da Czerny nei primi tempiad abbandonare il suo repertorio e a suonare solo scaleed esercizi per rafforzare le dita. A Czerny stesso era suc-cessa una cosa simile: «Durante le prime lezioni, Bee-thoven mi ha occupato esclusivamente negli intervalli intutte le tonalità, mi ha mostrato la posizione correttadelle mani e delle dita, ancora sconosciute al più degliesecutori e soprattutto l’uso del pollice, regola di cui hoappreso solo più tardi l’utilità». Tornando a noi (se mai ci fossimo abbandonati a qual-cosa di importanza apparentemente minore), a Czernyfurono da Liszt dedicati gli Studi Trascendentali, poichéproprio l’austriaco protagonista di questo breve articolofu tra i primi “pionieri” della forma-studio. A testimonianza della straordinarietà dell’insegnamentopassato di Czerny e di come possa essere tutt’ora impre-scindibile dover studiare o saper quantomeno suonare(cosa, credetemi, assai complicata) uno studio di CarlCzerny per comprendere a fondo l’essenza del piano-forte, riporto dei brevi punti tratti dalle Regole per gliesercizi del Pianista, scritte dal grande musicista D. M. B.Ferruccio Busoni in una lettera inviata a sua moglie risa-lente al 20 luglio 1898: «6. […] cerca di affrontare glistudi di scuola dal punto di vista del virtuoso. Vedrai consorpresa quanto è difficile suonare uno Czerny, […]; 7.

Bach è la base del pianoforte, Liszt la cima. Questidue insieme ti renderanno possibile Beethoven». Perdonatemi (o siate contenti) per la scarsa lun-ghezza di questo articolo, e pensate che do-vremmo essere quantomeno un poco fieri del fattoche Czerny, che lasciò la sua Vienna solo tre volteprima di morirvi nel 1857, nel 1846 fece ciò per ve-nire a fare visita proprio alla nostra (col significatodi “dell’Italia” e non con vena federalistica o devo-luzionistica, vi prego di non fraintendermi) Lombar-dia.

Carl Czerny. Semplicemente (non proprio), Czerny.

Il musicista austriaco Carl Czerny

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Giochi matematiciDavide F. Redaelli, 1°G

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SOLUZIONI DEI GIOCHI DELLO SCORSO NUMERO

SOL. QUESITO 5:Dopo 15 assalti non ci sono più soldatini blu (ne vieneferito uno ad ogni assalto). Dunque, dopo questi primi15 assalti, rimangono 80 soldatini rossi, mentre il nu-mero di soldatini verdi, tenendo anche conto dei succes-sivi rinforzi, è uguale a 126.Andando avanti, i verdi non riceveranno più alcun rin-forzo, dato che il numero di soldatini blu è uguale a zero.I 126 soldatini verdi saranno messi fuori gioco – 2 perogni assalto – in 63 assalti. Il numero totale di assalti saràquindi 15 + 63 = 78. I 63 ultimi assalti diminuiscono di 63unità il numero di soldatini rossi rimasti dopo il quindi-cesimo assalto, lasciandone 17.In conclusione, l’esercito “verde-blu” sarà annientatodopo 78 assalti e resteranno 17 soldatini dell’esercitorosso, che uscirà vincitore dallo scontro.

SOL. QUESITO 6:A non può essere un cavaliere, dato che non può esserevero che un cavaliere sia di rango inferiore a qualcuno. Supponiamo che A sia un furfante. Allora la sua afferma-zione è falsa e quindi egli non è di rango inferiore a B,quindi anche B deve essere un furfante. Così se A è unfurfante, anche B lo è; ma questo è impossibile, perchéB contraddice A, e due affermazioni contraddittorie nonpossono essere entrambe false. Poiché l’ipotesi che A siaun furfante porta a una contraddizione, A non è un fur-fante, ma è un normale.Per quanto riguarda B, se fosse un cavaliere, allora A (es-sendo un normale) sarebbe effettivamente di rango in-feriore a B, e quindi l’affermazione di A sarebbe vera,quindi l’affermazione di B sarebbe falsa e si avrebbe lacontraddizione di un cavaliere che fa un’affermazionefalsa. Così B non è un cavaliere.Supponiamo che B sia un furfante. Allora l’affermazionedi A sarebbe falsa e l’affermazione di B sarebbe vera, esi avrebbe un furfante che fa un’affermazione vera.Quindi B non è neppure un furfante ed è di conseguenzaun normale.In conclusione, A e B sono entrambi normali e inoltre l’af-fermazione di A è falsa e quella di B è vera.

SOL. QUESITO 7:Indicando con x la lunghezza della candela piùcorta, quella della candela più lunga sarà x + 3.Supponiamo poi che la candela più corta bruci acm all’ora e quella più lunga b cm all’ora.Poiché alle 21.30 hanno la stessa lunghezza, deveessere:

x – 2,5a = x + 3 – 4bSappiamo inoltre che la candela più corta bruciacompletamente in 4 ore e quella più lunga in 6 ore,cioè:

x = 4a x + 3 = 6bSostituendo nell’equazione precedente, otte-niamo:

la cui soluzione è x = 24.Le due candele erano quindi lunghe rispettiva-mente 24 cm e 27 cm.

SOL. QUESITO 8:Poiché è arrivato a casa 10 minuti prima del solito,vuol dire che la moglie ha ridotto di 10 minuti iltempo consueto del viaggio di andata e ritorno allastazione, cioè di 5 minuti il tempo di andata allastazione. La moglie ha perciò incontrato il marito5 minuti prima della solita ora delle cinque, cioèalle 16:55.Il marito ha dunque camminato per 55 minutiprima di essere incontrato.(La velocità di guida della moglie, la velocità dicammino dell’uomo e la distanza tra la casa e lastazione sono dati che non servono per la solu-zione del problema).

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NUOVI GIOCHI

QUESITO 9:

Si racconta che la bussola del Vascello Fantasma nonindichi quasi mai il nord. A mezzanotte di un certogiorno la bussola indica il nord e inizia a muoversi se-guendo questo algoritmo:ogni 5 minuti l’ago si spostaimprovvisamente in avanti di 90 gradi e poi tornaistantaneamente indietro di un numero di gradiuguale a sei volte il numero dei minuti passati fino aquel momento, iniziando a contare dalla mezzanotte.

Per quanti minuti nel corso di una settimana la bus-sola indica esattamente il nord?

QUESITO 10:

Questa mattina sono stato svegliato dai rintocchi dellamia pendola e ho notato che la retta tracciata tra le 4e le 10 divideva l’angolo formato dalle due lancette indue angoli uguali; rassicurato da questa osservazione,ho deciso allora di restare a letto fino a mezzogiorno,cominciando a leggere un libro giallo che si prospet-tava molto interessante.

Quanto tempo ho avuto a disposizione per tentare discoprire l’assassino?

QUESITO 11:

Consideriamo le seguenti premesse su tre uomini d’af-fari, Albert, Bernard e Charles, che pranzano insiemetutti i giorni lavorativi:

1) Se Albert ordina un Martini, altrettanto fa Ber-nard

2) O Bernard o Charles ordinano un Martini, manon lo ordinano mai entrambi nello stesso pranzo

3) O Albert o Charles o entrambi ordinano sempreun Martini

4) Se Charles ordina un Martini, altrettanto fa Al-bert

Se voi pranzate con i tre uomini di affari, chi di loroordinerà un Martini?

QUESITO 12:

Un leone si trova in un pozzo profondo 50 palmi.

Durante il giorno risale il pozzo di 1/7 di palmo, madurante la notte ridiscende di 1/9 di palmo.

Dopo quanti giorni il leone riuscirà a raggiungere lacima del pozzo?

(Dal capitolo XII del Liber Abaci di Leonardo Pisano,

detto Fibonacci, 1202)

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Il tronchetto natalizio!Arianna Colciago, 4°a

Eccoci qui cari majorani!! Come potete felicementenotare (perchè siete contenti..vero???) siamo tor-nati anche in questo numero con la vostra rubricaculinaria preferita in assoluto del mondo forever =)Manca MOOOLTO poco alle tante attese vacanze na-talizie (io personalmente faccio il conto alla rovesciapiù o meno dal 13 settembre) e non potevamo nonlasciarvi con una ricetta tipicamente natalizia.Sicuramente la metà di voi avrà pensato al panet-tone, pandoro o al massimo al cotechino con le len-ticchie..sbagliato!!! In effetti la mia prima idea èstata quella del panettone, ma è decisamentetroppo lungo da preparare e probabilmente vi sare-ste addormentati alla seconda levitazione (per chi èinteressato ce n'è anche una terza) e ho ripiegato sultronchetto natalizio, farcito con la nutella per i piùgolosi (gnamm).Non vi anticipo nient'altro, leggete e scoprirete!!!!;)Ingredienti:Pan di spagna: 100 g di farina, 125 g di zucchero, 4tuorli, 4 albumi montati a neve, 1 lievito, sale q.b., 2cucchiai amaretto di saronno.Ripieno: 300 g di mascarpone, ½ busta di zuccherovanigliato, 2 tuorli, 2 cucchiai amaretto di saronno,nutella.Preparazione:Preparare il pan di spagna seguendo le seguentiistruzioni ALLA LETTERA, o sarete puniti severa-mente: battere bene i tuorli: si sono comportatimale. Aggiungere il sale, lo zucchero (non chiede-temi perchè sale e zucchero insieme..boh) e l'ama-retto di saronno e mescolare il tutto, evitandodisastrose fuoriuscite. Unirvi la farina, amalgamarebene e unire poi gli albumi montati a neve; siamoanche sotto Natale, quindi la neve ci stà benissimo.Da ultimo, visto che anche lui come i tuorli si è com-portato male, aggiungere il lievito. Versare sul piattodel forno ricoperto di carta forno (evviva capitanovvio) infornare a 180° per 15 minuti.Nel frattempo, preparare il ripieno, o se preferite po-

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tete guardare il pan di spagna che cuoce,ma poi rima-nete indietro con la preparazione e sono affari vostri :battere i tuorli, che a quanto pare continuano a non ca-pire di comportarsi bene. Aggiungere lo zucchero vani-gliato (e per chi se lo stesse chiedendo non c'entraniente con la vaniglia), l'amaretto di saronno e il mascar-pone; tra l'altro, io mi sono sempre chiesta perchè sichiami mascarpone..voi no??? Dopo aver amalgamato,aggiungervi nutella fino ad ottenere un composto colornocciola: se invece di nocciola, vi viene color gianduiottoal latte, mi spiace dovete rifare tutto.Ricoprire con esso il pan di spagna, avendo cura di farrimanere una parte del ripieno da spalmare sul tron-chetto (o se preferite da mangiare a sbaffo). Avvolgereil pan di spagna, aggiungere ancora nutella alla cremausata per il ripieno (ehhhhh golosoni), fino ad ottenereuna colorazione più scura,color gianduiotto fondente, espalmare la crema ottenuta sul tronchetto. Decorarecon zuccherini colorati.

Buon Appetito!!!!

Solo ♥ per il tronchetto natalizio

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Pesci rossi, istruzioni per l’usoSilvia Tagliabue 1°F &

Giulia Molinari 1°FProvate a immedesimarvi nei vostri animali domestici,poveracci... Essi subiscono maltrattamenti, anche invo-lontari, da parte dei propri padroni, in particolare se siparla di pesci rossi. Abbiamo intervistato alcune per-sone per poter stilare una classifica delle cinque disav-venture più mirabolanti dei nostri defunti animaletti(pace all’anima loro).Al quinto posto della nostra classifica troviamo l’orribiletrapasso di un povero pesce di cui ignoriamo il nome.Durante la quotidiana sostituzione dell’acqua, in un mo-mento di confusione il proprietario del pesce ha inav-vertitamente riempito l’acquario con acqua calda,consegnando in questo modo il pesce al tristo mieti-tore.Il quarto posto è occupato dal decesso di un altro pesce.Anche in questo caso ignoriamo i dati anagrafici delsuddetto. Il defunto veniva abitualmente nutrito con iltipico mangime che rimane a galla. Queste cibarie fu-rono sostituite senza alcun preavviso con granelli che,dato il loro elevato peso specifico, tendono a poggiarsisul fondo dell’acquario. Ciò disorientò il malcapitato atal punto che, non trovando più i suoi amati Corn Flakesgalleggianti, smise di mangiare, morendo di stenti.Condoglianze anche per il pesce che troviamo al terzoposto, che non ha potuto opporsi in nessun modoquando la sua padroncina ha deciso che, in fondo, la-vare con l’amuchina l’acquario non era poi un’idea cosìcattiva.Morte alquanto inusuale per il secondo classificato, cheè stato brutalmente stritolato dalle manine di una per-fida bambina di 6 anni, probabilmente rimasta colpitadal leggiadro stile natatorio dell’innocuo pesciolinorosso. Meritatissimo il primo posto conquistato dal pesce sui-cida Torquato (non c’è da stupirsi che si sia tolto lavita...)! Il misfatto è avvenuto in un contesto piuttostoinsolito e divertente: l’acquario di Torquato era posto,per chissà quale ignota ragione, vicino al lavello in cui,proprio in quel momento, la nonna del padrone stavascolando la pasta. Il pesce, in un raptus di esibizionismosi lancia fuori dall’acquario compiendo varie evoluzionisino a finire disgraziatamente proprio nel vorticosogetto di acqua bollente presente nel lavandino. -Nono-

stante la giuria abbia dato votazioni non inferiori al9.5 per il tuffo del buon Torquato, ciò non è servitoa salvargli la vita. Pensate che dopo tutto ciò non èstato nemmeno mangiato... che spreco!-Da questa classifica si evince che i pesci sono ani-mali naturalmente predisposti a morire in modoviolento e soprattutto prematuro. Vi sconsigliamodunque di acquistarne uno come animale di com-pagnia (“compagnia”...) se volete evitare di averesulla coscienza un essere innocente.

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Natale: cosa farete di bello?Novati Luca 4°D

Sono ormai passati 4 mesi dall’inizio dell’anno

scolastico. Sono volati via e sbiadiscono pian

piano nella memoria come i ricordi dell’estate

e delle vacanze. Pensate un po’! in quattro mesi

abbiamo visto verifiche, interrogazioni, scio-

peri, occupazioni, una scuola chiusa per neve…

Quasi non ce ne siamo accorti, eppure è già ar-

rivato Natale. Ora ci attendono una quindicina

di giorni di vacanza, utili per riposarci un po’, ti-

rare il fiato e sfogarci. Ci attendono giorni di

festa, giorni di abbuffate.

Cosa faranno i majorani di queste vacanze?

Qualcuno dice ancora “Natale con i tuoi, Capo-

danno con chi vuoi”. Vero, dato che in funzione

dei dati raccolti da un sondaggio fatto ad alcuni

ignari majorani risulta che quasi tutti passe-

ranno il Natale in famiglia, mentre il capodanno

all’insegna del divertimento in compagnia degli

amici. Contro ogni aspettativa, che vista la sta-

gione avrebbe suggerito la montagna in netto

vantaggio rispetto al mare, il numero di stu-

denti che si recherà in località marittime non è

molto inferiore al numero di quelli che infor-

cheranno sci e snowboard. Alto anche il nu-

mero di studenti che resteranno

a casa, trovando sicuramente qualcosa di inte-

ressante da fare nei dintorni. Pochi fortunati

compiranno un viaggio all’estero e infine un

consistente numero ammette di non aver orga-

nizzato ancora nulla e di essere da tempo in

preda al panico!

Insomma, le vacanze natalizie, a dispetto dei

programmi più o meno dettagliati e allet-

tanti, si prospettano anche quest’anno ric-

che di divertimento e Relax per tutti i

majorani che necessitano di una pausa.

A voi che siete disperati per una materia in-

sufficiente, a chi di insufficienze ne ha molte,

agli intellettuali, ai musicisti, ai teatranti, ai

rappresentanti, ai rappresentati, ai profes-

sori, al personale, a tutti voi… auguro buone

feste e un felice rientro!

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TechnolabDaniele Viganò, 3°E

Gli alieni esistono!

Si è scoperto che possono esistere forme di vita in luo-ghi in cui le condizioni ambientali sono estreme. Questolo hanno dedotto alcuni ricercatori della Nasa duranteun loro esperimento proprio per avere la prova certache possono esserci forme di vita che non hanno glistessi elementi che abbiamo noi alla base della vita.

Gli scienziati hanno coltivato in laboratorio alcuni bat-teri provenienti dal lago Mono in California, un lago al-tamente alcalino nella cui acqua sono presenti alte dosidi arsenico e Sali che, depositandosi, formano concre-zioni di travertino, e hanno scoperto che alcuni batteri,per sopravvivere all’arsenico, utilizzano proprio que-st’ultimo sostituendolo al posto del fosfato. Questo ri-sultato è stato ottenuto nutrendo i batteri con dosicrescenti di arsenico fino a far diventare questi batteridipendenti da questo veleno. La sorpresa è stata grandeperché è la prima forma di vita conosciuta a non averecome elemento base del DNA il fosfato.

Queste caratteristiche posso giocare un ruolo impor-tante in ambienti estremi ed infatti ritenere che organi-smi come questo piccolo batterio possano vivere neiluoghi più impervi dell’Universo non è una possibilitàremota.

Il pongo intelligente.

Può essere considerato uno degli ultimi fenomeni dellarete, ma questo materiale sta coinvolgendo molti crea-tivi di tutto il mondo. Questa specie di pongo coloratosi chiama Sugru ed è stato scoperto da una studentessadi design, Jane Ni Dhulchaointigh, che, esasperata dalsuo tappo per la doccia difettoso, lo sistemò col nuovocurioso materiale su cui stava lavorando. Il tappo erapraticamente aggiustato, l’acqua non passava più.

Quando è stato messo sul mercato online la scorsaestate, è stato letteralmente spazzato via dalla rete in

poche ore. Questo materiale ha riunito in una co-munità tutti coloro che lo usano per i più svariatiutilizzi, infatti le sue caratteristiche lo rendonoadatto ad una vasta gamma di applicazioni.

Grazie al Sugru si può infatti non solo aggiustare in-collando le varie parti ma anche rendere imper-meabile, o più resistente qualsiasi cosa.

Per finire voglio ricordare a tutti che ci sarà un Ma-jorano nello spazio per 6 mesi, il grande Paolo No-bili, infatti, parte dal Kazakistan con la sonda Soyuzil 15 dicembre.

Sugru, il pongo intelligente

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Strafalcioni da ultima oraNovati Luca 4°D

I professori insegnano…

-Per favore ragazzi, un attimo di concentra-

mento!

(e c’è chi dice che la scuola sia un lager!)

-Professoressa, oggi la vedo raggiosa !

Non si dice raggiosa, si dice radiante !

(insegnerà matematica?)

-Ragazzi adesso fate una bella pausa e rifucila-

tevi.

-In questa classe c'è troppo lassativismo.

(sarà una classe di (CENSORED))

-Non voglio sentire voci sottovoce.

-Tu del penultimo banco e il tuo didietro fate

silenzio!

... e gli alunni apprendono...

-Fammi un esempio di verbo attivo.

Io mangio la mela.

Volgilo al passivo.

Io non mangio la mela.

Perché sarebbe passivo?

Perché sono passivo, sto fermo e non mangio

la mela. (la sua logica non fa una piega!)

-Quattuor milia hominum occidit ... (Uccise

quattromila uomini ...) Quatto quatto uccise

mille uomini...

-Caesar, ventis secundis, in Lydiae litora per-

venit ... (Cesare, con i venti favorevoli,

giunse alle spiagge di Lidia ...) Cesare, in

venti secondi, si infilò nel letto di Lidia ...

Adoriamo supplici il nostro guru LUCA GIURATO

(Uno piacere ha il grande piacere ospite di avere

ospite...)

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Aforismi Novati Luca 4°D

L'aforisma in genere non è solo una definizione,

anzi il più delle volte costituisce un vero e pro-

prio lampo di genialità linguistica, una vera

opera d'arte della dialettica più sofisticata reto-

rica, ma non solo. L'aforisma è quasi sempre

alla base della creatività di nuove idee, di nuovi

concetti, è una forma che rivisita, analizza e cri-

tica la nostra realtà, dandoci quasi sempre

prova di humor e brillantezza d'intelletto.

-Cultura è quella cosa che i più ricevono, moltitrasmettono e pochi hanno. [Karl Kraus]

-Non hai veramente capito qualcosa fino aquando non sei in grado di spiegarlo a tuanonna. [Albert Einstein]

- La potenza intellettuale di un uomo si misuradalla dose di umorismo che è capace di utiliz-zare. [Giorgio De Chirico]

- Non discutere mai con un idiota: ti trascina alsuo livello e ti batte con l'esperienza. [Anonimo]

- I mascalzoni sono preferibili agli imbecilli, per-ché i primi almeno ogni tanto si concedono unapausa. [anonimo]

- Il Padre eterno, per compensare l'uomo delleenormi carenze fisiche nei confronti degli ani-mali, lo ha dotato della ragione ma ha pur-troppo omesso di fornirlo della combinazioneesatta per servirsene. [Alessandro Morandotti]

- Un muto disprezzo è la miglior risposta alle ca-lunnie [Anonimo]

- Se nei singoli la demenza è rara, è una re-gola dei gruppi, delle compagnie, dei par-titi, delle epoche.[Friedrich Nietzsche]

- Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sanemmeno insegnare, dirige. Chi non sanemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sanemmeno fare il politico, lo elegge.[Anonimo]-L'ottimista pensa che questo sia il miglioredei mondi possibili; il pessimista sa che e'vero. (Robert Oppenheimer).-Ci sono persone che sanno tutto e pur-troppo è tutto quello che sanno. [OscarWilde].

Giorgio de Chirico e FriedrichNietzsche

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Litterarum pars 19 Bibliwn zwnh

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Sparkland (parte III)Davide F. Redaelli, 1°G

Un bagliore bianco dall’aspetto sinistro ci investì.Chiusi gli occhi per non venire accecato, sentii unvento gelido strisciare con un movimento rotatoriosui miei vestiti, e anche un calcio sullo stinco destroche mi diede Frank, che per lo spavento si era messoad agitare convulsamente le gambe, come se stessemalmenando, perdonatemi l’immagine, un ragazzosdraiato per terra. Dopo circa una decina di secondi, quando riaprii gliocchi, notai stupefatto che davanti a me c’era un di-rupo. Allargai di scatto le braccia per evitare che Johne Frank cadessero e poi, insieme, ci girammo indietro. Il bar, i bicchieri delle cioccolate e del tè, i tavolini instile “pub scozzese”, tutto quello che conoscevamo eche ci aspettavamo che ci si palesasse non c’era più,sostituito da una vasta porzione di terreno rocciosopianeggiante, difficile a descriversi, di colore simile algrigio mescolato al verdognolo chiaro, su cui all’oriz-zonte si stagliava colpito dai raggi di …due soli!! unostrano edificio, che assomigliava all’incrocio di un ca-stello con una di quelle costruzioni futuristiche che sivedono oggigiorno in alcune città in qualità di sediperlopiù di mostre d’arte. Di altezza approssimativadi 388,72839173 m, era composto da un corpo cen-trale cilindrico terminante con una struttura conicacollegato a numerose altre costruzioni di forma co-nica, che creavano una struttura complessiva similea molte Torri Petronas, con le dovute differenze,tant’è che Il Castello (suppongo sia questo il nomedella costruzione, poiché vidi, stranamente in mezzoalla desolazione più assoluta, un cartello indicante ladirezione dell’edificio con incisa questa scritta) erafatto di basalto.Ancora spaesati, ma altrettanto, e forse anche mag-giormente, affascinati, ci avviammo con passo spe-dito verso Il Castello (complimenti per la fantasiaall’arguto inventore del nome), per avere quanto-meno indicazioni circa dove ci trovassimo.Il caldo torrido, che l’elevatissima umidità di cui l’ariaera permeata rendeva ancor più opprimente, ci stavasfinendo, ma continuammo ugualmente a cammi-nare, poiché, d’altronde, non avremmo potuto faregranché d’altro.

Incredibilmente, dopo circa sei ore di cammino, arri-vammo ai piedi del castello. Bussammo timidamenteall’enorme portone ornato con bassorilievi… Aspet-tammo… Aspettammo… Aspettammo… Il portone siaprì! Tuttavia dal corridoio che ci era apparso illumi-nato solo dalle luce delle due stelle che vegliavano suquel mondo misterioso in cui eravamo stati catapul-tati non provenne alcun cenno, né una voce, né unrumore, niente di niente. Avevamo paura ma, semprespinti da quella curiosità talvolta eccessiva che hal’uomo verso l’ignoto e il proibito, entrammo. Il por-tone si chiuse dietro di noi.Non vedevamo che la fioca luce che illuminava il di-splay dell’orologio di John e continuavamo a cammi-nare diritto. «Ahhaahhhhhhh!!!». L’atmosfera venne squarciata da un urlo raccapric-ciane, forse una risata, o un qualcosa che mi imma-ginai perché ero ossessionato da quell’ambientespettrale in cui ci trovavamo. Frank e io ci urtammo.Urlammo, e il grido si risentì: «Ahhaahhhhhhh!!!». Inpreda al più totale e incontrollabile panico, conti-nuammo (presumibilmente) a correre dritto davantia noi, fino a quando ci imbattemmo in un muro. An-dammo a destra e dopo poco scorgemmo una luceche si intravedeva da una fessura di una porta dilegno. Con le poche forze che ancora ci rimanevano,la sfondammo. Davanti a noi apparve… un altro cor-ridoio…, ma perlomeno questa volta era abbastanzailluminato.Sulle pareti era inciso qualcosa, probabilmente delleindicazioni da seguire per non morire all’interno delcastello. Dovevamo tuttavia risalire al punto in cuiesse iniziavano, poiché quelle della porzione di pa-rete che cominciammo a leggere parevano far partedi un unico, lunghissimo discorso inciso latitudinal-mente sui muri.«Ahhaahhhhhhh!!!».Ci voltammo di scatto e vedemmo una sagoma pic-cola e misteriosa che si dileguava, che ci parve ancorpiù spaventosa per l’ombra spettrale causata dalletorce che illuminavano il corridoio.

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Saturo il vespro di un’ultima lunaEdoardo Ponti, 5°a

Saturo il vespro di un’ultima luna,

Ci riarde, quasi una funebre pira:

Perché lei già conturbati raduna

Dei flutti l’ira.

Tutto ha rovina diversa, e sicura,

Caduchi flutti: né paghe son quante

Brame soavi ci incute natura,

Ma a breve infrante.

Salpai con altri famelici e tristi

Oltre l’ignoto; io son dei migranti,

Le cui bestemmie e rosari odi misti

In tali canti.

Ahimè, quand'anche mi salvi: a che prezzo?

L’età più degna obliar della vita

Se mi arrecava allo stringer ribrezzo

Cruente dita.

Possa magari alle zagare, al mirto

Tornare un dì! All’ospitale famiglia,

Alle cicale echeggianti dall’irto

Cardo, in Sicilia!

Luna, perpetua sii a me testimone:

Memori i figli fa’, al tuo casto raggio,

Del male antico: e che l’indole espone

L’umano al viaggio.

Page 21: etCetera 3 (As 2010/2011)

Immense gra-zie siano reseai membri delpersonale ATAche perdonoinvestono illoro tempo nelciclostilare ilnostro giornale!

mREDAZIONEmCaporedattrice: Marta Tagliabue, 4°ERedattori: Edoardo Ponti, 5°a; GiuliaZaina, 4°a; Achille Taccagni,4°a; AriannaColciago, 4°a; Alice Girotto, 3°a; LetiziaBigatti, 1°a; Samuele Tagliabue 5°F;Luca Novati, 4°D; Filippo Tagliabue 4°F;Daniele Viganò, 3° E; Giulia Chinellato,3°E; Alberto Colombo, 3°E; Davide F.Redaelli, 1°G.Fumettisti: Filippo Tagliabue 4°F; Da-niele Viganò, 3° E; Alessandro Orsenigo,3°E.Redazione grafica: Giovanni Zullo, 3° C;Giacomo Panzeri, 3°a.

Le copie del giornalino sono poche non perchè siamo molto taccagni, ma perchè è stato messo anche online, sul sitowww.liceomajoranadesio.it, sotto la sezione “studenti”. Se non sei stato abbastanza veloce da prenderne una copia leggiloonline, la definizione è maggiore! Commenta gli articoli sul forum (liceomajoranadesio.forumfree.it) e invia i tuoi elaborati a [email protected]!