edizione 2

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z 1. Perché credere in qualcuno che non vediamo? 2. Un cioccolano aiuta a sopportare una dieta?.. Tra trasgressione e onestà 3. E se ci trovassimo noi a scaldare biberon? 4. La tecnologia ci sta assalendo! Dalla forchea dimagrante al forno che gioca 5. Fumare ?! No, grazie.. Preferisco vivere 6. Violenza sulle donne oggi è diventato un gioco 7. Miegli chi sacciu ca chi sapiri La mafia, un cancro morale! 8. La conoscenza amplia i nostri orizzon 9. Spegnila prima che spenga lei 10.Sfoo in questo modo 11.Il mondo che vorrei 12.Carnevale 2013 13.Canta che passa 14.Un capodanno nel mistero 15. Tupac risorge per una noe al Coachella Fesval 17. Interviste 18. 1° concorso “Antonino Sciascia” 20. A me mi piace l’itagliano 21. Ci sembrava di essere in America 23. il mio sogno: diventare il calciatore più forte del mondo 24. occupazione: cos’è rimasto? Supervisor : Mariella Pirovano Maria Pia Carmina Grafica & Sviluppo Web: Francesco Rotondo

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EDIZIONE N°2

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1. Perché credere in qualcuno che non vediamo?

2. Un cioccolatino aiuta a sopportare una dieta?.. Tra trasgressione e onestà

3. E se ci trovassimo noi a scaldare biberon?

4. La tecnologia ci sta assalendo! Dalla forchetta dimagrante al forno che gioca

5. Fumare ?! No, grazie.. Preferisco vivere

6. Violenza sulle donne oggi è diventato un gioco

7. Miegli chi sacciu ca chi sapiri La mafia, un cancro morale!

8. La conoscenza amplia i nostri orizzonti

9. Spegnila prima che ti spenga lei

10.Sfotto in questo modo

11.Il mondo che vorrei

12.Carnevale 2013

13.Canta che ti passa

14.Un capodanno nel mistero

15. Tupac risorge per una notte al Coachella Festival

17. Interviste

18. 1° concorso “Antonino Sciascia”

20. A me mi piace l’itagliano

21. Ci sembrava di essere in America

23. il mio sogno: diventare il calciatore più forte del mondo

24. occupazione: cos’è rimasto?

Supervisor : Mariella Pirovano

Maria Pia Carmina

Grafica & Sviluppo Web:

Francesco Rotondo

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Di Sara e Beatrice IIG L.S.

Perche’ credere in qualcuno che non vediamo?

"Chi è Dio? Esiste davvero?

Perché credere in qualcuno che non vediamo?"

Tutti noi, almeno una volta, ci siamo posti queste domande. Spesso per credere in

qualcosa, abbiamo bisogno che esso sia “reale”, che sia tangibile e che lo sentiamo

davvero vicino a noi. Per questo ci viene difficile credere nell’esistenza di un Dio che

non abbiamo mai visto, mai toccato e mai udito. Ma riflettendoci bene, il mondo in cui

viviamo è troppo perfetto per essere frutto solamente di una serie di eventi del tutto

casuali. Molti credono in Dio anche se non hanno fiducia nella Chiesa, poiché questa

ha commesso e commette numerosi errori, ma non bisogna dimenticare che la Chiesa

è costituita da uomini, che come tali possono sbagliare. Non a caso Gesù, tra i suoi

apostoli, coloro a cui avrebbe affidato la Chiesa, scelse Giuda che lo tradì, Pietro che lo

rinnegò e Tommaso che

non credette alla sua

risurrezione prima di

averlo visto e toccato.

Per quanto riguarda il

male, spesso siamo così

stupidi da attribuirne la

colpa a Dio senza capire

che i VERI artefici della

sofferenza e del dolore

la maggior parte delle

volte siamo noi! E le

catastrofi naturali?

Queste non riguar-

dano Dio, bensì la

natura che è stata

creata e che deve compiere il suo corso. Perciò prima di attribuire tutte le colpe a

Dio, di cui spesso mettiamo in dubbio la stessa esistenza, proviamo a interrogarci e

a capire i nostri sbagli.

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Consapevoli delle responsabilità e dei rischi che sarebbero ricaduti su di voi firmando a nome della scuola, vi è pesato prendere questa decisione?

Di Fazio: Io, credendo fermamente in questa protesta, ho dato tutto me stesso per essa. I sacrifici sono stati tanti, ma sono contento di averla portata a compi-mento.

Bufalino: Assolutamente no. Sapevo già dall’inizio che da rappresentante d’istituto avrei avuto ugualmente delle responsabilità, quindi la firma è semplicemente l’amplificazione di una responsabilità preesistente.

L’occupazione di quest’anno quali risultati ha, alla fine, riportato?

- Dopo due settimane di protesta, si è arenato al senato il D.d.L. 953. Per noi studen-ti di tutta Italia questa è stata una grande vittoria da considerare come punto di partenza per il futuro.

Intervistiamo adesso il nostro rappresentante alla consulta, nonché suo neo presiden-te , Angelo Cuva.

Cos’è stata per te l’occupazione?

L’occupazione per me è la forma di protesta più efficace e più adatta al momento che abbiamo vissuto in questo “autunno caldo”, che abbiamo affrontato gra-zie anche alla creazione della rete di lotta “Area 51” che ha permesso il coin-volgimento di varie scuole della nostra provincia e non solo. L’occupazione per un ragazzo significa protesta, ma anche sacrificio perché, ad esempio, dormire sui banchi la prima volta può essere una bella esperienza ma dopo una setti-mana o addirittura due diventa una questione di sacrificio. Inoltre l’occupazio-ne è anche sinonimo di divertimento però erroneamente questo è il significa-to che l’opinione pubblica ha nei confronti della stessa e noi del liceo in questi anni abbiamo dimostrato il contrario, infatti la mattina ci siamo concentrati prettamente sulle attività di studio, mentre il pomeriggio abbiamo creato varie attività ricreative volte alla socializzazione dei ragazzi. Sono soddisfatto della mia scuola e dei risultati ottenuti.

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Di Simone Testa II G L.S.

Un cioccolatino aiuta a sopportare una dieta?…

tra trasgressione e onestà

Vi è mai capitato di mettervi in tasca cinque euro di resto che non vi spettavano?

O di fregarvi la penna del compagno di banco? O di parlare male di qualcuno che non lo merita?

Probabilmente si! E probabilmente non vi siete sentiti disonesti per questo: per la maggior parte di noi, simili sciocchezze non rappresentano atti di disonestà e non mi-nacciano il nostro senso di integrità morale. Eppure non possiamo dire che azioni co-me queste siano “oneste”.

Qualcuno potrà difendersi dicendo che si tratta di piccole trasgressioni che non hanno nulla a che vedere con le questioni fondamentali dell’esistenza, sulle quali ci si sente in dovere di essere più rigorosi. Dove sta il limite tra trasgressione e onestà?

Un cioccolatino aiuta a sopportare una dieta…

Il permesso di tenere un angolo in disordine aiuta un genitore a far si che il figlio tenga ordinato il resto. Allo stesso modo, una trasgressione o un comportamento integerri-mo, permette di mantenere sano uno schema di moralità e onestà.

In ognuno di noi, coesistono parti positive e parti negative, oneste e disoneste. In si-tuazioni di normalità sono le prime ad emergere in quanto sono quelle che ricevono più rinforzi dall’ambiente esterno, dai nostri genitori e dagli insegnanti.. ma ciò non significa che le altre, le negative, non facciano sentire la loro voce. Se pensiamo alla nostra età di adolescenti, età dell’ORO delle trasgressioni, viene da pensare che queste siano il nostro modo di dire NO al mondo adulto: no ad assomigliare ai nostri genitori, no a fare ciò che ci chiedono, no ad essere una loro appendice.

Ma trasgressione, se usata bene e limitatamente, aiuta a crescere, aumenta l’immagi-ne di SE'.. ovviamente se si tratta di una piccola trasgressione e comunque, non si na-sce perfetti… l’onestà non è un tratto del carattere, ma l’adeguamento volontario a delle regole sociali. Ecco, è la regola che divide il bene dal male, il possibile dall’impos-sibile. “Legge” infatti, significa limite del possibile e l’onesta può essere intesa come adesione a questo limite.

Trasgredire significa superare il limite e sporgersi nel campo dell’impossibile.

Dove c’è la legge il desiderio è ingabbiato.

La legge non è altro che la regolamentazione del desiderio. E' su ciò che si struttura la legislazione di un Paese alla base della vita sociale e del comune senso morale.

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Di Matteo Burgio, Adriana Messana IV C L.S.

Occupazione: cos’è rimasto.

In seguito alle due settimane di occupazione svoltasi quest’anno nel nostro liceo, anche se con molto ritardo dovuto a motivi tecnici, riportiamo i pareri dei nostri rappresen-tanti d’istituto.

Quali sono i motivi che vi hanno spinto ad occupare insieme con tutti gli alunni l’istitu-to?

Grazie all’informazione on-line, abbiamo individuato che il problema relativo alla scuola pubblica stava degenerando in seguito al D.d.L. 953 (ex Aprea) che pre-vedeva fondamentalmente la privatizzazione della scuola. Non potevamo re-stare fermi a guardare, così abbiamo deciso di creare una rete per coinvolgere più scuole possibili.

A proposito di questa rete, spiegateci un po’…

Questa rete nasce come un movimento apartitico sotto il nome di “Area 51”. Un movimento del tutto spontaneo, nato dall’ idea dei rappresentanti del liceo classico e scientifico “U. Foscolo”, che ha avuto come obiettivo di unificare sotto lo stesso simbolo gli studenti dell’interland canicattinese, anche se il ri-scontro è stato superiore alle aspettative: siamo infatti riusciti a coinvolgere scuole di tutta la Sicilia e addirittura di Puglia, Campania e Toscana.

Quali saranno le sorti future del movimento Area 51?

- Non sappiamo chi prenderà le redini del movimento quando noi non saremo più in questo liceo. Sappiamo per certo che Area 51 non diventerà mai un sindacato in quanto apartitico, non ci lasceremo sopraffare da nessuno e continueremo sempre per la nostra strada. AREA 51 non si ferma davanti a nessuno!

Cosa vuol dire davvero per te “occupazione”?

Di Fazio: L’occupazione per me è un tipo di protesta estrema che, fatta in modo corretto, senza ostacolare la volontà e il lavoro di chi non la condivide, può portare a ottimi risultati.

Bufalino: Per me occupazione vuol dire mettere in risalto il disagio di una situazio-ne scolastica critica e dimostrare di saper amministrare autonomamente la gestione dell’istituto. Da questo risulta che l’occupazione, se bene organizzata, può essere la forma di protesta più efficace e formativa che si possa attuare.

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z Di Giovanna Alongi, Miriana Greco 2 G L.S.

E se ci trovassimo noi a scaldare biberon?

Al giorno d’oggi sono

molte le giovani ragazze

che per poche precau-

zioni prese o per qual-

cosa andato storto re-

stano incinte senza il

supporto delle famiglie

o del proprio ragazzo.

Spesso noi ragazze pen-

siamo: e se capitasse a

noi? Mettiamoci nei

loro panni. Non capire-

mo mai senza aver pro-

vato sulla nostra pelle cosa si prova a tenere una piccola creatura in grembo a quell’

età con la spensieratezza di una bambina, che deve scaldare il biberon, cambiare i pan-

nolini, senza che sia passato tanto tempo da quando la sua mamma faceva tutto que-

sto per lei. Dati statistici recenti confermano che le gravidanze sono sempre più preco-

ci e diffuse. Forse anche perché si parla poco di tutto ciò e si fa poca educazione ses-

suale nelle scuole. Quindi è conseguenza di una inadeguata informazione nell'età ado-

lescenziale.

Ma fortunatamente in Italia hanno preso vita molte associazioni.

Anche a Canicattì il 3 Febbraio del 2000 nasce ufficialmente il C.A.V. (Centro aiuto alla

vita) impegnato da oltre 10 anni ad aiutare le ragazze in difficoltà a portare avanti la

gravidanza , che ha anche salvato più di 500 bambini dall’aborto.

Forse anche la scuola potrebbe offrire il suo contributo informando i giovani sulle

precauzione da prendere e sui servizi gratuiti che il nostro Paese ci offre al riguardo.

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Di Pietro Di Fazio IV D L.S.

Let it snow

Per iniziativa dei rappresentanti del Liceo Classico e Scientifico ‘Ugo Foscolo’, molti stu-denti dei rispettivi indirizzi hanno partecipato ad una gita sulla neve, evento che aveva già riscosso molto successo nell’anno scolastico precedente.

Siamo partiti domenica 24 Febbraio 2013, alle ore 6:00 del mattino. Destinazione il

monte Etna, località molto ambita per il turismo invernale. Dopo circa due ore di viag-

gio, intorno alle 8:30 siamo arrivati in quel luogo che, a causa della nebbia mattutina,

sembrava quasi incantato; le pareti del grande vulcano erano tutte innevate. A questo

punto è iniziata la vera avventura!

Tutti noi ragazzi, dopo aver indossato l’abbigliamento necessario, ci siamo subito

gettati in quel fantastico luogo. Sembrava di vivere in un film! Ci siamo divertiti dosi

come dei bambini per circa tre ore. Poi ci siamo recati al Centro Sicilia per un po’ di sa-

lutare shopping e di caldo riposo: Verso le 19 tutti in pullman per il ritorno a casa.

Negli occhi di tutti si vedeva la stanchezza ma anche la gioia di una giornata diversa da

tutte le altre. Essendo uno degli organizzatori è stato per me motivo di soddisfazione

vedere i miei compagni divertirsi in questo modo e dimenticare , almeno per un po’, le

fatiche scolastiche.

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Di Luigi Farruggio, Marcello Maiorana II G L.S.

La tecnologia ci sta assalendo! Dalla forchetta dimagrante al

forno che gioca.

Si è svolto a Las Vegas dall’8 all’11 gennaio il CES 2013 (Consumer Electronics Show)

l’annuale fiera dell’elettronica .

Oltre ai numerosissimi smartphone,tablet,computer e

TV… presentati quest’anno, andiamo a scoprire i più

comuni oggetti indispensabili divenuti “curiosi gadget”.

Tra questi abbiamo…

LA FORCHETTA CHE CI AIUTA A PERDERE PESO: chiama-

ta Hapifork. Questo utensile “intelligente” è capace di

registrare i vostri tempi nel consumare il cibo e può, se

necessario, migliorarli. L’ obiettivo è quello di farci com-

prendere che: si mangia troppo in fretta e talvolta senza

rendersi conto di quanto si stia mangiando.

IL CELLULARE CHE SI RICARICA OGNI 15 ANNI: chiamato

SpareOne, in apparenza sembra un semplice cellulare, ma nasconde un qual-

cosa di sensazionale! Nasce come cellulare di emergenza per contattare soc-

corsi e numeri di emergenza. In breve tempo si pensa che tutte le strutture di

emergenza ne avranno uno poiché è dotato di una batteria quasi inesauribile:

può restare in stand-by per 15 anni.

IL SENSORE CHE FA PARLARE LE PIANTE: chiamato Flower Power, consiste in un

sensore bluetooth che ci avvisa (tramite un App da scaricare nel nostro

smartphone) quando le nostre piante hanno bisogno di acqua, fertilizzante,

sole e ombra. Un grande passo avanti nel mondo della botanica!

IL FORNO CHE GIOCA AD ANGRY BIRDS: chiamato RF4289 è un forno dotato di un

sistema operativo Android 4.1. Questo significa che potrete giocare ad

Angry Birds mentre il forno cuoce la torta o potrete scaricare ricettari.

Sarà messo in vendita quest’ estate al prezzo di 4500$. AFFRETTATEVI A

COMPRARLO!

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Di Gianluca Munna II G L.S.

Il mio sogno: diventare il calciatore più forte del mondo

il calcio: una parola, sei lettere ma infinite emozioni, lo sport più bello del mondo, il mio primo amore. Molti mi chiedono: “ma che ci trovi di bello a rincorrere quel pallone?”, io rispondo che non si può spiegare, per capirlo si deve provare a giocare. Il calcio: quello per cui vivo, in poche parole. Fin da piccolo amo giocare a calcio, ma la mia passione è stata ostacolata per molto tem-po dal mio carattere timido e riservato. Da piccolo, infatti, mi sono limitato solamente a giocare per strada con il mio gruppo di amici. Poi però la mia voglia di giocare e farmi conoscere dalla gente è aumentata, così decisi di iscrivermi alla scuola calcio. Mio padre acconsentì e comincia subito il mio primo allenamento. Non ero molto forte ma sapevo toccare il pallone discretamen-te. A fine allenamento mio padre ritardò la venuta al campo per venirmi a prendere e così io aspettai solo fuori in mezzo alla strada. Ecco allora che il mio carattere prese il sopravvento e decisi di non giocare più in una scuola calcio. Continuai però ad allenarmi per strada, affinando sempre più la mia tecnica, la capacità di palleggio e il mio tiro. Dopo due anni circa, all’età di nove anni, un nuovo desiderio nacque in me: diventare il calciatore più forte del mondo. Un desiderio assurdo e probabilmente irraggiungibile, ma cosa c’è di male nel sognare? Allora deci-si di iscrivermi ad una squadra di calcetto di una comunità salesiana. Subito conquistai la fiducia del mister, che vide in me un buon talento e mi assegnò la fascia di capitano. È vero, era una squadretta da quattro soldi, ma per me era già una grande emozione giocare ogni singola parti-ta. Dopo due anni cambiai squadra, capii che se avessi voluto diventare un “grande” del calcio, avrei dovuto giocare in squadre di livello superiore e di calcio a 11. Allora mi iscrissi nella squa-dra di Basilio Foti, un grande allenatore come anche un grande maestro di vita. Fin dai primi allenamenti il mister pose l’occhio su di me e subito feci bella figura. Ricordo benissimo ancora la prima partita con i miei nuovi compagni e ricordo benissimo le parole che il mister mi disse: “Mi raccomando, la squadra è sulle tue spalle, devi essere tu a fare la differenza, hai un gran talento e lo devi mettere a disposizione di questa squadra in questo momento”. Furono queste le parole che mi hanno fatto capire che il mio sogno non è del tutto un’ assurdità, non è irrag-giungibile ne solo un’ immaginazione come molti mi dicono, tutto potrebbe un giorno realizzar-si. Quindi entrai in campo più carico che mai con una categoria superiore a quella a cui sarei dovuto appartenere, con l’intendo di mostrare la mia superiorità agli avversari e agli spettatori. Ci riuscii con un gol strepitoso. Lo ricordo come se fosse stato ieri. Al secondo tempo rubai palla a centrocampo e mi diressi verso la porta avversaria, dribblai gli avversari come fossero birilli ed eccomi uno contro uno con il portiere. Mi venne incontro e con un colpo sotto, la palla scavalcò il portiere sopra la testa e si insaccò in rete. Che emozione, il mio primo gol a porte grandi. Il

cuore mi batteva a mille, mai avevo provato un’ emozione simile fino a quel giorno e i miei compagni tutti ad abbracciarmi. La partita si concluse quindi 1 a 0 con il mio gol. Con-tinuai così ad allenarmi duramente fino a giungere ad oggi. Ancora la gente mi chiede cosa mi piace del calcio e perché continuo a giocare. Io rispondo che del calcio non c’è niente che non mi piaccia e che non posso spiegare perché gioco altrimenti dovrei spiegare per-ché vivo! Intanto continuo ad inseguire il mio sogno, non costa niente: meglio vivere con il rimpianto di non averlo realizzato che con il rimpianto di non averci provato.

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Di Loredana Messina, Alessia Ferrante Bannera II G L.S.

Fumare?! No, grazie.. preferisco vivere!

Fumare una sigaretta dal principio fa sentire grandi,

(meglio se con una birra nell'altra mano). Tutto inizia

così per gioco, magari per non sentirsi inferiori agli

altri, poi diventa un'abitudine, un bisogno, fino a

trasformarsi in una vera e propria dipendenza, certo

meno grave della dipendenza dalla droga, ma co-

munque assai dannosa. E' una grossa assurdità senti-

re i fumatori dire che "tanto fanno del male a se

stessi, che la vita è la loro e possono farne quello

che vogliono"; in realtà si tratta di egoismo, in quan-

to rovinano la vita anche dei loro cari. Non è certo

piacevole per chi ti vuole bene vedere che ti danneg-

gi con le tue stesse mani, come se non succedessero

già abbastanza disgrazie che da un giorno all'altro ti

cambiano l'esistenza. Ora parleremo di cose molto interessanti, soprattutto per gli

adolescenti. Nei fumatori è stata riscontrata una diminuzione della fertilità, nell’uomo

l’impotenza è più frequente del 50% tra i fumatori rispetto a chi non fuma,le sigarette

riducono gli spermatozoi vitali, compromettendo la fertilità maschile. E' principalmen-

te per questi effetti che il fumo risulta nocivo alla sessualità. Ma non basta: si sa che le

molte sostanze contenute nel fumo possono provocare una diminuzione significativa

della capacità erettile. Senza contare i rischi alla circolazione sanguigna,alla pressione

del sangue, alla funzionalità cardiaca. Provoca anche disturbi del sonno, depressione,

ansia, mal di testa, difficoltà di concentrazione, insonnia e aumento dell’appetito. Mol-

ti fumatori pensano di smettere ma non essendo realmente convinti di questa loro

decisione non ce la fanno ad abbandonare questo “maledetto vizio”.Parlandone con

persone di diversa fasce di età abbiamo riscontrato situazioni similari fra di esse; la

maggior parte dei fumatori ha iniziato nella fase della prima adolescenza.

“Disturbo se fumo?”. “Le dispiace se muoio?”.

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Di Flavia Costanza II G L.S.

Violenza sulle donne oggi è diventato un gioco

Purtroppo la violenza sulle

donne oggi è diventata una

realtà molto diffusa. In

Italia solo nel 2012 oltre 100

donne sono state uccise. mol-

te altre perseguitate e altre

ancora stuprate. La conse-

guenza della violenza non è

necessariamente la morte

della vittima, ma certo lascerà

in lei un segno indelebile che

rimarrà nella memoria della donna per sempre. Nessun uomo riuscirà a farle dimenti-

care il dolore provato dalle mani sconosciute che si impadronivano del suo corpo. Per

sempre e dico PER SEMPRE la donna rimarrà segnata da un trauma psicologico che le

comporterà paura e che le impedirà di vivere libera e spensierata la vita che aveva tan-

to desiderato sin da piccola. Le ore più pericolose per una donna sono le ore notturne.

Una donna non è più libera di uscire da sola da casa per la paura che qualche uomo

possa aggredirla e farle del male. A volte vengono uccise dal proprio marito, dal pro-

prio fidanzato a causa della gelosia. A volte invece vengono seguite da uno stalker, che

può essere l’ex fidanzato, l’ex marito o anche una persona sconosciuta, che però sa

tutto di lei. Le donne prese sotto mira sono soprattutto le ragazze dai 17 ai 30 anni.

Spesso molte donne denunciano alle autorità le violenze subite, ma molto spesso esse

non fanno niente; alcune volte agiscono dopo il fatto compiuto; invece altre volte agi-

scono in tempo e arrestano i responsabili di questi atti che però dopo poco ore o giorni

vengono rilasciati per vari motivi (tra cui anche l’infermità mentale). Molte associazioni

aiutano queste donne, danno loro forza, coraggio, aiuto ma tutto questo non potrà

cancellare quello che esse hanno subito.

In un mondo così noi donne come possiamo andare avanti? Chi ci darà la sicurezza

che in un domani noi ragazze non proveremo quello che molte donne stanno pro-

vando oggi? 6

Di Denise Milazzo IV C L.S.

Ci sembrava di essere in America

L’HMUN PROJECT(HARVARD MODEL UNITED NATIONS) ha dato la possi-

bilità a noi,22 ragazzi,non solo di conoscere l’America ma soprattutto di

partecipare alle conferenze che si sono tenute presso l’Università di Har-

vard a Boston dal 31 Gennaio al 4 Febbraio 2013.Dopo circa un mese di

intensa preparazione e duro lavoro siamo riusciti ad affrontare le specifi-

che problematiche che ci sono state assegnate prima della partenza.

Ognuno di noi ha simulato il cosiddetto “delegato” che svolge il proprio

lavoro all’interno del Palazzo di Vetro A New York,rappresentando un

Paese diverso da quello di provenienza. Per esempio alcuni di noi hanno

rappresentato la Malaysia,altri il Gabon. È stata qui la parte più difficile

perché durante le conferenze si doveva far alleanza con rappresentanti

di altri Paesi diversi che fossero in pieno accordo con la nostra posizione.

La conferenza pertanto ci ha permesso non solo di mostrare le nostre

abilità con gli altri e la nostra preparazione,ma anche di socializzare e

conoscere le culture di circa 193 Paesi. Soltanto due scuole italiane si

trovavano lì insieme a noi.

Sono stati 4 giorni pesanti ma allo stesso tempo sono stati facilitati

dall’unione e dall’allegria che si sono create all’interno del gruppo. A vol-

te la sveglia mattutina faceva brutti scherzi ma al sol pensiero di andare

al famoso Starbucks coffee per fare colazione tutti insieme diventavamo

attivi per lo svolgimento della giornata. Il viaggio si è concluso con i 3

giorni a New York. Trascorsi all’insegna dell’apprendimento e del diverti-

mento,New York è stata una tappa fondamentale del nostro viaggio. Ab-

biamo visitato i musei più importanti,il memorial di John Lennon,

Ground Zero,il Ponte di Brooklyn,Rockfeller centre,Time Square,Wall

Street.. Ci ha fatto sognare ad occhi aperti quando al 102° piano l’ab-

biamo vista dall’osservatorio( Empire State Building) e ci ha trasmesso

profonde emozioni soprattutto dopo aver visto la Statua della Liber-

tà,simbolo principale di NY stessa. 2

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Page 8: edizione 2

z Di Valeria Palumbo, Chiara Grimaldi IV C L.S.

“miegliu chi sacciu ca chi sapiri”

“Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” lasciando perdere l’ambito

cattolico, è una massima molto significativa per vivere bene nel mondo. Ma purtroppo

non sempre questo accade.. Proprio qualche giorno fa’ in una classe del nostro liceo,

quando gli alunni erano nel campetto accanto la scuola durante l’ora di ed. fisica, qual-

cuno è entrato dentro la classe e rovistando nello zaino dei malcapitati ha preso i por-

tamonete e ha rubato dei soldi. Potremmo rimproverare i ragazzi derubati per avere

lasciato in buona fede i soldi nella classe? Ma avere fiducia nel prossimo è davvero così

rischioso? In questi momenti possiamo davvero capire il significato di tutti quei consigli

ricevuti dagli adulti che all’apparenza possono sembrare “soffocanti” e limitativi per la

nostra percezione del mondo. Forse noi non diamo tanta importanza alle loro parole

perché non accettiamo la loro visione della società.

Di Eleonora Sanfilippo V C L.S.

La mafia, un cancro morale!

La mafia impone la sua presenza in ogni istituzione, in ogni gestione pubblica per affermare i propri interessi… dobbiamo prendere consapevolezza di questo fenomeno al fine di combattere e ostacolare ogni prassi mafiosa. Ciò che forse ci fa restare in una situazione di sottomissione è la paura di reagire che condiziona le coscienze e suscita insicurezza verso ciò che il potere politico e amministrativo ci impone. La mafia evita ogni forma di clamore si rende discreta per mimetizzarsi così da non essere identifica-ta nell’immediato. Le intimidazioni non fanno altro che aumentare la convinzione di un assoluto potere. E in un clima di contraddizione continua è spontaneo citare una frase di Leonardo Sciascia “Pena antica e dolore nuovo, le pietre dei falansteri impa-state di sangue ma anche di sudore onesto. La mafia che distribuisce equamente lavo-ro e morte, soperchieria e protezione.” Il fenomeno è piuttosto complesso come l’in-treccio di interessi e alleanze che vi è dietro. La malavita abusa del suo potere e arriva sin dove non trova limiti. La speranza di una riconquista della legalità non va persa e questo è uno dei valori che molte associazioni ripropongono soprattutto alle nuove generazioni per costruire un futuro migliore. L’ONLUS è un’associazione contro tutte le mafie, ingiustizie e illegalità volta a una ribellione e a una difesa del più debole. Ognuno di noi da solo non può abbattere questo muro che è stato imposto ma tutto lo stato che siamo noi possiamo curare questa malattia che infesta il nostro territorio. Fronteggiare la mafia è un compito arduo sia per impartire l’educazione e certi valori sia per ricercare le radici su cui si basa la criminalità organizzata così da colpire i punti più deboli e vulnerabili. La nostra vita non deve inoltrarsi in un clima di accettazione ma è giusto imboccare la via più idonea per accendere gli animi e affermare l’idea del bene, la sfida contro il male!! 7

Di Salvatore Intorre, Gioele Pelonero, Calogero Zirafi III C L.S.

“A me mi piace l’itagliano!”

Pertuttavia, nonostante il òdierno scorretto huso degl’itagliano, kuesta linghua e an-

chora la piyù parl’ata nel territorio entro i confini dello Stibale. In fact, this l’inguagio à

huna certa raffinatecca que le conferisse huna notevole heleganza stilistika in poesia y

in prosa. Ma però, l’itagliano sta conoscento hun kalo di utilicco leghato a li so’ radici

nni li vari regioni de l’Italia… neh! Cmq sihuramente (da!) huesto hontenuto stilistiho è

alhuanto migliorabile.

Naturalmente questo era solo un gioco… sperando che ve ne siate accorti!

Volendo provare a delineare il perché della degenarazione della lingua italiana, presen-

teremo un excursus storico-culturale a partire dalle origini ai nostri giorni. Le sue radici

sono legate fortemente al volgare fiorentino del Medioevo, utilizzato da Dante, nella

sua “Comedìa”, in tutte le sue sfumature di significato (come si evince dalle frequenti

polisemie) e di stile. La Toscana, infatti, si trovava al centro dell’Italia sia geografica-

mente, che culturalmente. Geograficamente, in quanto era posizionata in modo tale da

essere inserita in più vie commerciali; culturalmente, in quanto, con la presenza di nu-

merosi generi letterari, era in corso una ricerca di quello che Dante chiamò il “volgare

illustre”, un idioma, cioè, che fosse una summa delle più belle parole dei quattordici

volgari italiani. Questa lingua fu individuata, successivamente, nelle stesse opere dello

scrittore fiorentino.

Bisogna, però, ricordare che i volgari derivano dalla lingua latina. Infatti, la maggior par-

te dei termini di uso quotidiano hanno origine latina o greca. Quindi, volendo fare una

riflessione, potremmo dire che lo scorretto uso dell’italiano è legato al non conoscere

adeguatamente queste lingue. D’altronde le lingue si evolvono ed è giusto che sia

così, ma la cosa sbagliata è che si introducano anche espressioni corrette . Questo

accade perché anche scrittori di fama usano frasi sgrammaticate. Da qui l’uso fre-

quente di forme errate come “ma però”, “ma bensì”, “a me mi”, che ripetono per

due volte la stessa cosa, può essere legato sia alla ignoranza delle regole grammati-

cali , ma anche alla diffusione di romanzi scritti in modo molto sgrammaticato.

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Page 9: edizione 2

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Di Valeria Palumbo IV C L.S.

La conoscenza amplia i nostri orizzonti

Il liceo classico e scientifico di Canicattì, come tante altre scuole italiane, ha aperto le porte, con l’Open Day di domenica 17 febbraio 2013, ai futuri uomini e donne delle società per presentare loro il suo piano di offerta formativa e quindi far conoscere par-te della nostra realtà. Dico che è una parte perché la realtà scolastica non forma solo culturalmente ma anche dal punto di vista umano, poiché si viene a contatto con per-sone nuove e un ambiente diverso rispetto a quello in cui un ragazzo di scuola media è abituato vivere. Inoltre è incoraggiante, in questo clima di fermento e disagio, per i futuri liceali lo slogan di quest’anno : “La conoscenza fa vedere gli orizzonti”. La cono-scenza rende possibile la realizzazione dei nostri sogni, visti spesso come mete irrag-giungibili, e la rende meno faticosa, poiché è in grado di fornirci gli strumenti per sa-pere come farli nostri. L’open day delle scuole è una grande opportunità che serve alla scuola per farsi conoscere nel territorio. Un grande augurio ai ragazzi che concluderan-no le scuole medie di fare la scelta migliore per la loro vita futura!

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Di Dario Vella, Gabriele Gallea IIG L.S.

Spegnila prima che ti spenga lei...

Cosa attira gli adolescenti verso il vizio del fumo? Un’indagine recente indica che la maggior parte degli italiani inizia a fumare tra i 13 e i 16 anni. In genere si incomincia a fumare nell’adolescenza: si inizia con poche sigarette e poi si finisce per fumare sem-pre di più. Il pericolo più importante è quello della nicotina che influenza il cervello e il comportamento. La maggioranza degli adolescenti inizia per gioco o per sentirsi ac-cettati da un gruppo che li rifiuta o che li ritiene inferiori. Inizialmente è solo una prova che si trasforma, in seguito, in vizio stimolante a cui non possono fare a meno. Uno dei luoghi più frequenti per iniziare è all’aria aperta in compagnia di amici, lontano dai ge-nitori, come ad esempio scampagnate o gite. C’è anche chi fuma per liberarsi dallo stress e dalla noia di tutti i giorni come la scuola o i litigi con i genitori. Di solito si inizia con le cosiddette “Bionde”, chiamate così per il colore del tabacco, perché sono quelle che contengono meno nicotina. Ma non tutti gli adolescenti, per fortuna, fumano; alcuni perché l’odore li disgusta, perché hanno paura di essere scoperti o di rovinarsi la salute. Il fumo, come si sa già, causa moltissimi effetti negativi, ad esempio:

Aumenta le possibilità di malattie ai polmoni; Crea dipendenza; Effetti negativi sul cervello; A lungo andare causa tumori; Rovina i denti; Causa affaticamento precoce Rovina la pelle e brucia le papille gustative;

Si potrebbe continuare all’infinito ad elencare gli effetti negativi, ma la verità è che ai giovani non importa cosa le sigarette possano causare, perché fumando riescono a dimenticare tutte le preoccupazioni che li circondano. Smettere di fumare è una missione molto difficile, specialmente per chi fuma da tanto tempo: esistono molti modi per smettere di fumare, ma nessuno funziona se non c’è la cosa più importante, la volontà di smettere. Al giorno d’oggi esistono molte campagne anti-fumo e lo stato cerca di fermare il fumo tra i giovani mettendo nuove leggi sul di-vieto di fumo tra i minori e installando nuovi apparecchi nei distributori di sigarette

che impongono la tessera sanitaria per acquistare le sigarette, cosicchè solo i mag-giori di 16 anni possono acquistarle. Insomma, per concludere, “SPEGNI QUELLA SIGARETTA PRIMA CHE LEI SPENGA TE, GETTALA PRIMA CHE LEI GETTI TE, DIMENTICALA PRIMA CHE LEI DIMENTICHI TE, SPROFONDALA PRIMA CHE LEI SOTTERRI TE.....IN UN FUTURO CHE NON TI APPAR-TERRA' PIU', SOLO PERCHE' L' HAI VOLUTO TU!”.

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Di Denise Milazzo IV C L.S.

1° Concorso “Antonino Sciascia”.

Domenica 17 febbraio 2013 durante l’open day rivolto ai futuri liceali pro-

venienti dalle scuole medie si è svolta la premiazione di quegli alunni che

hanno partecipato al 1°concorso Antonino Sciascia “Inventa e Costruisci il

tuo futuro”. Lo scopo principale è stato quello di valorizzare la figura del

medico e dello scienziato al quale è dedicato il nostro liceo.

I partecipanti hanno realizzato un modello interattivo/

sperimentale,accompagnato da una breve relazione descrittiva il cui argo-

mento era attinente al programma di Scienze svolto nelle scuole seconda-

rie di primo grado. Ciascuno di loro ha prodotto un buon lavoro ma i pre-

mi (offerti da alcune importanti e generose ditte della città)sono andati ai

seguenti alunni:

1° premio:Giardina Gioacchino Savio 3a F Scuola Media

“G.Verga” (Canicattì).[Argomento:Circuito elettrico ed eruzioni vulca-

niche]

2° premio:Cimino Giovanni 3a F Scuola Media “G.Verga”(Canicattì)

[Telegrafo ]

3° premio: Farruggio Pietro 3a C Scuola Media “Gangitano”(Canicattì) [ Le

fasi della luna]

4° premio:Sophia Giglia 3aB Scuola Media “Luigi Russo” (Delia) [ La barca

Magnetica]

5° premio: Aprile Antonio,Cubani Nicolò,Di Falco Walter Pio,Frangiamone

Calogero,Polizzi Matteo 3a F Scuola Media “Gangitano” (Canicattì)

[Sistema Solare]

I lavori vincitori hanno riscosso molto interesse tra il pubblico dei ragazzi

partecipanti all’open day.

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Di James

Sfotto in questo modo

Ladies, James è tornato

Gentleman, il mio flow non è cambiato.

Pronti alla battaglia? Contro di me nessu-no si scaglia.

Cambio aspetto, qua ti aspetto,

godi col mio nuovo effetto.

Guardati allo specchio, hai più di un di-fetto!

Impara a parlare, compra una vocale,

tu senti ma non riesci ad ascoltare.

Chiudi la bocca, apri le orecchie,

sono stanco delle tue storie vecchie.

Guarda come ti pare, banale?

Mica male! Per uno come te che non sa rappare.

Immerso nel mio spino, bevo un po’ di vi-no,

ma vedi caro amico, osserva come scrivo.

E sfrutto questa dote di cui tu sei privo.

E non fare lo schivo, da lontano mi descri-vo,

sono James e di me puoi fare solo un divo.

Punto primo: mettiamo le cose in chiaro,

da te non mi paro, al massimo mi preparo,

quindi mettiti al riparo.

Secondo: con il mio testo ti affondo,

qui resto e con odio profondo ti molesto, moralmente,

ops dimenticavo nel tuo cervello non c’è niente.

Terzo: ti ricordo che un terzo del tuo pezzo

innalza il mio disprezzo.

Ricorda che l’amore per la musica non ha prezzo.

Quarto: sei pronto all’impatto?

Continuo a cantare e la canzone termina-re,

ora che la mia navicella d’ingegno è pron-ta a volare.

Quinto: non ho ali come un angelo dipinto

ma dai tuoi occhi escono lacrime d’amian-to,

per questo pezzo nessun rimpianto,

ma solo il tuo infantile pianto.

E ti sfotto in questo modo.

E ti sfotto mentre godo.

Yo!

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Di Gabriella Gambino II C L.S.

Interviste

(Intervista a un corsista E.C.D.L.)

Perché hai deciso di intraprendere questo pro-

getto?

Per approfondire le mie conoscenze tecnologi-

che e conoscere vari campi dell’informatica.

È la prima volta che ti dedichi a quest’attività?

No, alle scuole medie ho già aderito a questi

tipi di progetti, conseguendo vari tipi di atte-

stati.

Quali sono, secondo te, gli obiettivi di questo

progetto?

Aumentare le mie conoscenze personali, inte-

grare i miei rapporti sociali.

Questo progetto, pensi sia utile per aumentare

le tue competenze didattiche?

Sì, certamente.

Come pensi possa ritenersi utile per tuo futuro?

Potrebbe servire in un futuro per i corsi univer-

sitari e potrebbe fornirmi anche opportunità

ampie di lavoro.

I tuoi genitori ti spingono a confrontarti con

questi progetti extracurriculari?

Non sempre, molto spesso credono siano un

perdita di tempo e sottraggono tempo da

dedicare allo studio.

Da quali fonti sei venuto a conoscenza di

questo progetto?

Mi è stato suggerito da amici, perché la

nostra scuola spesso non li pubblicizza

chiaramente i suoi progetti.

Tutti i corsisti possiedono il materiale adegua-

to?

No, la scuola non possiede affatto materiale

didattico adeguato, tutti i corsisti non possie-

dono una macchina propria, per questo non

ci aspettiamo risultati eccezionali

(Intervista a un corsista English for life II)

Perché hai deciso di intraprendere questo pro-

getto?

Per poter migliorare il “mio” inglese, e poter

andare autonomamente all’estero.

È la prima volta che ti dedichi a quest’attività?

Si, non avevo mai frequentato tali progetti.

Quali sono, secondo te, gli obiettivi di questo

progetto?

Aumentare le conoscenze linguistiche e cultu-

rali.

Questo progetto, pensi sia utile per aumentare

le tue competenze didattiche?

Si, essendo l’Inglese la lingua più utilizzata cre-

do che sarà molto utile per il mio futuro

I tuoi genitori ti spingono a confrontarti con

questi progetti extracurriculari?

Si, certo.

Da quali fonti sei venuto a conoscenza di que-

sto progetto?

Tramite la mia insegnante di lingue, che mi ha

stimolato affinché frequentassi questi corsi

pomeridiani. 1

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Di Morena Monachino, Elisa La Verde II G L.S.

Il mondo che vorrei…

Il mondo che vorrei,

Farebbe più giustizia

Per tutti quelli che

La guerra l'hanno vista,

E coi loro occhi chiedono di più

Salvali anche tu.(Laura Pausini)

Nel mondo che noi vorremmo, quel milione e mezzo di bambini che furono uccisi dai

nazisti vorremo che fossero ancora vivi , ancora lì per le strade persi nella loro spensie-

ratezza. Il 27 gennaio giornata della memoria, ricordiamo tutti coloro che hanno dovu-

to passare i loro ultimi giorni nei lager, ricordiamo i bambini che non cresceranno più.

Per i nazisti era importante ucciderli perché essi rappresentavano le nuove generazio-

ni, il futuro; se non venivano sterminati erano utilizzati per esperimenti medici, parti-

colare attenzione era rivolta ai gemelli che subivano trattamenti “speciali”. Molti erano

costretti ai lavori forzati e i ragazzi invece venivano arruolati nell’esercito.

Nonostante sia passato più di mezzo secolo, al mondo esiste ancora lo sfruttamento

minorile. È ripugnante il fatto che bambine di soli 4 anni nei paesi dell’oriente, siano

costrette a prostituirsi perché vendute dai loro genitori. Ci rendiamo conto perché lo

sfruttamento è presente nei paesi sottosviluppati? Come possono pretendere che ci

sia un miglioramento se infangano la purezza dei bambini che sono il domani? Nono-

stante ci sia l’UNICEF che tutela i diritti dei bambini come: il diritto alla vita, la protezio-

ne dagli abusi, all’ascolto, esistono queste assurdità.

Ricordiamoci che nessuno ha diritto di calpestare i nostri sogni perché questi ci porta-

no ad essere ciò che siamo, quindi cari amici prendiamo le armi e combattiamo.

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ché molto interessanti.

Gli hanno sparato il 7 settembre

1996.

E’ morto dopo 7 giorni in ospedale.

E’ morto a 25 anni, 2+5=7.

Tupac ha recitato in 7 film.

Dei 12 colpi che hanno esploso

contro Tupac, 5 lo colpirono,

12-5=7.

Tupac è morto alle 4:03 cioè 4+3=7.

Nella canzone Hail Mary (Ave Maria) si sentono 52 rintocchi di campana, 5+2=7.

In Bomb First pezzo dell’album The Don Killuminati, vi sono 6 colpi di pistola al settimo

Tupac inizia a rappare.

Nel film Gang Related Tupac alloggia nella stanza numero 7

Nel video I wonder if heaven got a ghetto uscito prima della morte, una donna entra in

una stanza numero 7 e l’orologio indica le 4:03 la stessa ora della morte.

Vivo o morto che sia è stato un grande uomo, molti fan vivono con la speranza di rive-

derlo in carne ed ossa, altri si sono rassegnati alla morte del rapper. Ma una cosa è cer-

ta: rivedere quell' ologramma ha fatto emozionare migliaia di persone in tutto il mon-

do.

(foto) Statua in Germania, in memoria di Tupac Shakur

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Di Facciponte, Migliorini e Piraneo 2G L.S.

Carnevale 2013

“ A Carnevale ogni scherzo vale” , così recita il motto fiorentino, tutto quindi è permes-so nei giorni precedenti la Quaresima, infatti il termine Carnevale deriva da “carnem levare”, cioè abolire la carne, perché antica-mente indicava il banchetto d’addio alla carne che si teneva subito prima della Qua-resima.

In tempi antichi fra i divertimenti carnevale-schi era molto di moda il gioco del pallone. I giovani giravano per le città passandosi tra loro una palla fatta di stracci che andava a finire sempre nelle botteghe e nei negozi. Il gioco si faceva più divertente quando piove-va perché il pallone ricoperto di fango anda-va a sporcare le sete dei mercanti che alla fine dovettero ricorrere alla legge. Il carne-vale in Sicilia è sempre stato e sempre sarà il sinonimo del divertimento estremo nel travestimento. Anticamente i festeggiamen-ti duravano un mese, a partire dal giorno seguente l’ Epifania fino al mercoledì delle ceneri. Le prime notizie storiche del carne-vale siciliano risalgono al 1600 e riguardano la città di Palermo, col passare del tempo l’usanza si diffuse in tutta la Sicilia, diven-tando una vera e propria tradizione.

In Sicilia si poteva assistere a delle danze particolari come quella “Degli schiavi” o la così chiamata “Balla-Virticchi”.

Tra le maschere siciliane più caratteristiche ricordiamo quelle dei “Jardinara” dei “Varca” dei “Briganti” e del “Cavallaccio”. Durante questo periodo anche la cucina ha la sua importanza, tra i piatti tipici ricordiamo i “Maccheroni al ragù”, l’antico “Minestrone del giovedì grasso” e poi tra i dolci “Le teste di Turco” e la “Pignolata”.

Speriamo che anche voi abbiate passato un buon carnevale come noi!

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dalla posizione in cui si trovavano! Infatti trattandosi di qualcosa di solido e possente,

una luce potrebbe esser stata coperta dalla stessa sagoma”. Il mistero è stato ampliato

dalla scomparsa di una donna e dal ritrovamento, presso una campagna in contrada

Calici di strane forme geometriche, i cosiddetti “cerchi nel grano” scavate perfetta-

mente nel terreno. Queste figure sono molto somiglianti ai cerchi ritrovati precedente-

mente in provincia di Ancona e Modena. Si tratta allora veramente di alieni? E queste

figure sono un messaggio che ci hanno voluto lasciare, un avvertimento magari? Que-

sto non possiamo saperlo perché nonostante i vari “cerchi” sparsi sul nostro pianeta,

non siamo ancora riusciti a decifrarli. Ancora si tratta quindi di un mistero e le indagini

stanno continuando, e alcune pattuglie di polizia sono andate alla ricerca della donna

Di Caruano La Magra II G L.S.

Tupac risorge per una notte al Coachella Festival

15 aprile 2012, al Coachella Festival i fan del compianto rapper vanno in delirio quando vedono Tupac Amaru Shakur sul palco, ma non è lui, è il frutto di un’ avanzata tecnolo-gia, è un ologramma

Quanti di noi si sono chiesti guardando guerre stellari, se saremo arrivati mai a vedere degli ologrammi proprio come nella fantascientifica saga cinematografica ideata da George Lucas, ciò è diventato realtà di fronte a migliaia di fan del rap che assistevano al concerto di artisti come, Eminem, Snoop Dogg, Dr Dre, vere e proprie colonne portanti del rap americano, quando hanno visto comparire il famoso rapper ormai defunto. A molti saranno passati i brividi per la schiena, e molti pensieri nella mente.

Ma torniamo indietro di 17 anni, era il 7 settembre 1996, Tupac dopo aver assistito ad un incontro di pugilato tra Mike Tyson e Bruce Seldon al MGM Club in Las Vegas, ebbe un violento diverbio con Orlando Anderson, un criminale affiliato alla gang losangelina dei Crips, che in passato aveva derubato una delle sue guardie del corpo. Dopo qual-che ora Tupac fu ucciso in un agguato. Tra i principali indiziati vi è lo stesso Orlando Anderson e secondo alcuni vi è anche dietro il rapper di New York, Notorius B.I.G pseu-donimo di Cristiopher George Latore Wallace III, a causa della faida che vi era tra i due

e della guerra musicale che vi era tra West Coast ed East Coast.

Alcuni investigatori pensano che dietro questa uccisione ci sia l’ordine segreto degli Illuminati, spesso criticati aspramente dal rapper e attivista Tupac. Vi sono altre teo-rie che vogliono che Tupac Amaru Shakur sia vivo, e abbia semplicemente inscenato la morte per proteggersi, cambiando identità e andando a vivere altrove, vi sono molte teorie chiamate: “le teorie del settimo giorno” che vi invitiamo a leggere poi

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Di Pierluigi Gaglio, Felice Pileo 2 G L.S.

“Canta che ti passa”

La musica è un importante

mezzo per sfogarsi, per rilas-

sarsi e, soprattutto per gli

adolescenti, è una ragione di

conforto.

Per noi giovani la musica è la co-

lonna sonora della nostra vita e

accompagna molti momenti della

giornata. La mattina, con le

cuffiette del nostro MP3 ci incamminiamo verso la scuola, mentre la nostra canzone

preferita ci trasmette messaggi e ci fa provare grandi emozioni, ci da la carica giusta

per affrontare la giornata e ci mette di buon umore .

Spesso usiamo la musica per allontanare i problemi e le difficoltà e ci rifugiamo in essa

per trovare un rifugio dove il mondo esterno non può penetrare. Essa è una medicina

che ci rilassa quando abbiamo crisi di ansia, e a volte ci aiuta a concentrarci nello stu-

dio.

Negli ultimi anni il rapporto tra i giovani e la musica è diventato sempre più stretto,

perchè le canzoni oggi riflettono in modo sempre più realistico la vita di tutti i giorni

con i suoi problemi le sue delusioni e speranze. Noi giovani ascoltando le canzoni tro-

viamo dei punti in comune tra l’argomento del testo e la nostra vita e ci sentiamo com-

presi, consolati del fatto che non siamo stati i soli a vivere un’esperienza spiacevole. La

musica è dunque un'amica silenziosa che ci aiuta e tiene per mano senza chiederci

nulla in cambio.

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Di Gianluca Munna 2G L.S.

Un capodanno nel mistero

Non siamo soli? Questa è la domanda su cui ci interroghiamo da molto tempo, ma oggi siamo tormentati ancor di più da questa domanda. È successo infatti questa notte che la città di Canicattì con i suoi cittadini è stata avvolta nel terrore e nel mistero. Verso le 23:00 del 31 dicembre dell'anno appena passato, si sono verificati a Canicattì strani fenomeni paranormali. Come ci raccontano alcuni testimoni in alto nel cielo sono state avvistate tre sfere bianche luminose che ruotavano attorno ad un asse fisso ma che non si muovevano dal punto in cui erano e che emanavano un rumore assordante. Poi,dopo esser state per alcuni minuti lì alte nel cielo, sono scomparse. Era il capodan-no e si sarebbe potuto trattare di fuochi pirotecnici ma questa ipotesi è da escludere in quanto il rumore che emanavano era penetrante e altissimo. E allora di cosa si tratta-va? È possibile che non siamo gli unici abitanti dell’universo? E se fosse così si tratte-rebbe sicuramente di un popolo più evoluto del nostro e che potrebbe disprezzare i nostri costumi. Ma non c’è niente di strano nel pensare ad un altro popolo, d’altronde anche il vangelo ci spinge a pensarlo. Infatti nella lettera ai Filippesi di San Paolo, egli ci presenta Gesù come il signore di tutte le potenze del cielo e della terra. Inoltre fin dall’antichità possiamo notare nei dipinti strani oggetti volanti identificabili con quelli ancora oggi avvistati. Ma se esistessero davvero sarebbero creature ostili o amichevo-li? E quali sono le loro intenzioni? Per quale motivo si fanno vedere e poi misteriosa-mente scompaiono? Non si tratta infatti dell’unico avvistamento di strani oggetti vo-lanti. Un uomo intervistato manifesta pubblicamente il suo terrore: “Stavo in casa con mia moglie e i miei due bambini, quando ad un tratto siamo stati sorpresi da un rumo-re improvviso. Era davvero insopportabile! Siamo subito usciti fuori da casa e abbiamo alzato lo sguardo al cielo: tre sfere luminose che ruotavano attorno ad un asse! I miei figli erano terrorizzati! La prima cosa che hanno ipotizzato è stata la presenza aliena. E anche io non ero molto tranquillo, non sapevo cosa sarebbe potuto accadere!”. Un altro testimone ha affermato di aver visto solo 2 sfere bianche. Allora è stato interpel-lato il centro ufologico che ha potuto studiare il fenomeno attraverso testimonianze in videoclip. I video erano stati effettuati tramite cellulari e sicuramente la risoluzione non era delle migliori! Ma gli studiosi si sarebbero solamente potuti basare su queste riprese. Da queste, si sono potuti accorgere che le luci erano solamente parte di quello che realmente era apparso nel cielo: “Vedete! Le luci non sono l’unica cosa apparsa nel cielo, sono solamente i vertici di qualcosa di immensamente grande! Un mezzo di trasporto di cui noi terrestri non conosciamo l’esistenza, nemmeno i dirigibili sono così grandi e inoltre ha una forma piramidale! Difficile costruire un tale mezzo di trasporto! Siamo sicuramente alla presenza di un UFO”. Con questo termine (unknown flighting object) si intende un oggetto volante non identificato. Gli ufolo-gi hanno spiegato inoltre il perché il secondo testimone abbia visto solo 2 sfere e non tre: “tutto dipende

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