economia del debito pubblico
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Danni da guerra per l'Italia, altro che ripresaTRANSCRIPT
Economia del Debito Pubblico
Prof. Scrocchia Italo Maria
Relatore: dott. di Brisco Giuseppe
Università degli Studi di Foggia
Dipartimento di Economia
Marketing Management A.A. 2012/2013
Come si crea il debito
Italia
80% del debito pubblico
è costituito da titoli di Stato.
La crisi dal privato al pubblico
Alla fine del 2008 l’intero sistema finanziario era al collasso.
Bail-out plans. (Piani di salvataggio)
Cash for Trash. (soldi in cambio di spazzatura)
Shadow Banking system. (tappare le falle del sistema bancario ombra)
Anni 30’ Keynes: la trappola della liquidità
Puoi portare un cavallo al fiume ma non puoi obbligarlo a bere.
I costi dei piani di salvataggio
Luglio 2011 Una survey del Government Accountability office statunitense
Evidenzia che la FED
Tra il 2007 e 2011 ha impiegato 16.000 miliardi di $
per il salvataggio di:
• Citigroup
• Morgan Stanley
• Merril Lynch
• Deutsche Bank
• UBS
• Credit Suisse
I costi dei piani di salvataggio
Il singolo contributo ricevuto da Citigroup (2.500 M.d. di $) coprirebbe
l’intero debito pubblico Italiano che nel secondo trimestre 2013 è
arrivato a 2.076 miliardi, oltre 40 m.d. in più rispetto al trimestre
precedente.
Il Debito pubblico pari al 133,3% del prodotto interno lordo,
confermandosi il secondo più pesante d'Europa e continuando ad
aumentare a ritmi ben superiori rispetto alla media Ue dell'Eurozona.
86,8% del Pil.
Lo segnala Eurostat fonte il Sole 24 Ore -23 ottobre 2013
A quale prezzo?
Con i diversi piani di salvataggio, e alcuni fallimenti come quello della
Lehman Brothers, i principali governi occidentali si sono dovuti
indebitare a livelli insostenibili per salvare il sistema finanziario
responsabile della crisi.
Si stima che in Europa siano stati versati 2300 miliardi di euro .
La BCE ha continuato i suoi interventi (2011/2012) fornendo liquidità
praticamente illimitata all’1% per tre anni.
Nel 2011 sono stati versati 489 miliardi di cui 116 all'Italia.
Nel 2012 sono stati versati altri 529 miliardi di cui 100 all'Italia.
si ricade nuovamente nella trappola della liquidità Keynesiana
I costi dei piani di salvataggio
Una gigantesca massa di soldi è passata dal
pubblico alla finanza.
Un assegno in bianco.
La realtà supera la fantasia
La finanza specula contro gli stati perché questi si sono indebitati per
salvarla come la famosa metafora della rana e dello scorpione.
To big to fail
A giugno 2011 il valore nozionale dei derivati non regolamentati aveva
raggiunto 708 trilioni di $
+18% rispetto al 2010
+35 trilioni di $ rispetto al 2008 (valore storico 673 trilioni di $)
94% del Debito
USA lo
detengono 4
banche
Squilibri su scala europea
In concreto, all’interno dell’UE esistono squilibri strutturali tra i diversi
paesi membri. Solitamente si parla di paesi «forti» e «paesi deboli» i
cosiddetti :
PI(I)GS
Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna, sempre più spesso la seconda (I)
indica l'Italia.
Squilibri su scala mondiale
Gli Usa si indebitano per comprare prodotti cinesi e i cinesi acquistano
titoli di Stato statunitensi, in pratica consentendo a questi ultimi di
«comprare a credito» e mantenendo così alto il livello di vendita e
produzione
Il debito pubblico in Italia
Il debito pubblico in Europa
Il debito pubblico in Europa
Pressione fiscale in Europa
Entrate Area Euro
Spese Area Euro
Spese al netto d’interesse
Il Debito pubblico mondiale
Il ruolo nefasto degli interessi
composti il caso 2012
Saldi in Bilancio 2012
Dai saldi in Bilancio 2012 si traggono due elementi:
1) Se non si hanno soldi per pagare gli interessi, questi si trasformano
in debito, in un processo di crescita continuo. Il classico
meccanismo dell’interesse composto in base al quale si pagano
interessi su interessi. Meccanismo noto come anatocismo
bancario. Esattamente come la storia del nostro debito formato per
il 90% da interesse. Segue grafico.
2) Quando ci si indebita, ci si mette in una situazione d’incertezza.
Riepilogo finanziario 1980-2012
Riepilogo finanziario 1980-2012
I nostri creditori
Debito Italiano accumulato: Giugno 2013
2075 Miliardi di euro Pari al 132% del PIL.
Considerando il debito totale (Soli titoli di stato 1740 M.d.)
• Soggetti esteri 35,1% + (40%)
• Banche Italiane 32,5% + (23,8%)
• Fondi e assicurazioni italiane 18% + (20,7%)
• Famiglie 9,6% + (9,9%)
• Banca d’Italia 4,8% + (5,6%)
Il sistema finanziario mondiale
La conta dei danni
Il debito è come una zecca. Affonda il suo arpione nelle casse
pubbliche e sottrae denaro. Un meccanismo di redistribuzione alla
rovescia: prende a tutti per dare ai pochi che già hanno. L'Italia è
sempre più diseguale.
Nel 2011 ha sottratto : 78 M.D , nel 2012 87.
Nel 2014, in virtù dello spread, potrebbero salire a 96.
L'Italia in povertà
Le famiglie italiane possono essere divise in tre fasce.
1) il 10% delle famiglie detiene il 46% della ricchezza privata.
2) Il 40% delle famiglie, controlla il 44% della ricchezza.
3) Il 50% delle famiglie appena il 9,4%.
• Mediamente il 10% della ricchezza è 22 volte più alta di quella
appartenente al 50% più povero.
• La quota di reddito nazionale intascato dal 20% più ricco
corrisponde al 37,4%, mentre quello detenuto dal 20% più povero si
ferma all’8%
Il 10% ricco 49.300 – il 10% povero meno di 4877
L'Italia in povertà
• Nel 2012, le famiglie gravemente incapaci di provvedere a se stesse
erano 1 mil. e 725 mila = 4 mil. e 814 mila persone. Pari all’8% della
popolazione. (ISTAT, la povertà in Italia, 2013).
• Consumi inferiori a 500 euro (povertà assoluta e relativa), nel 2012
in questa categoria ricadevano 3 mil. e 232 mila famiglie = 9 mil. E
563 mila persone, pari al 15,8% della popolazione. Nel 2008 erano il
12,8%.
• L’Eurostat parla di grave deprivazione materiale:
Nel 2010 pari a 4 milioni. Nel 2012 pari a 8 milioni e mezzo. In termini
percentuali l’incidenza è passata dal 6,9 al 14,3% della popolazione
L'Italia in povertà
Nel 2011 le persone a rischio povertà sfioravano i 12 mil. pari al 19,6%
della popolazione. Se aggiungiamo quelle già cadute nella fossa,
possiamo dire che in Italia il numero dei poveri o a rischio di diveltarlo
ruota attorno ai 20 milioni, oltre il 30% della popolazione.
Nel 2010 la percentuale era al 25%.
Fonte: elaborazione dati Istat- Rapporto annuale 2013
L'Italia in povertà
L'Italia in povertà
Pil Italiano e componenti
La disoccupazione in Italia
(persone che cercano lavoro attivamente )
Nel 2012 il Pil è diminuito del 2,4%. Per gli economisti è recessione:
per le famiglie è disoccupazione. In soli due anni 2011-12, la
disoccupazione è cresciuta di oltre quattro punti passando dal 8,4% al
12,8%. In totale fanno 3 milioni di persone.
(persone che non cercano lavoro attivamente )
Poi ci sono altre 3 milioni di persone che le statistiche non prendono in
considerazione perché troppo scoraggiate per cercare lavoro. La
somma è pari a 6 mil. Il 24% della forza lavoro.
Fonte Istat : occupati e disoccupati, inattivi. Aprile 2013.
La disoccupazione in Italia
La disoccupazione colpisce in maniera particolare i giovani fra i 15 e 24
anni. All’aprile del 2013 i giovani disoccupati erano 700 mila, pari al
42% della forza lavoro.
Neet giovani stanchi e sfiduciati.
Nel 2012 i giovani fra i 15 e i 29 anni nullafacenti erano 2 milioni e 250
mila, pari al 24% del totale
I licenziati per Regione
Evasione e corruzione
Secondo la Corte dei conti il sistema delle mazzette costa 50-60
miliardi l’anno, un cancro che si insinua nei bilanci facendo lievitare il
prezzo di forniture e appalti.
L’Ocse colloca L'Italia al terzo posto per evasione dietro solo al
Messico e la Turchia. Secondo il centro studi Krls Network of Business
Ethics, per conto dell’associazione contribuenti italiani, stima che le
imposte sottratte all’erario italiano siano nell’ordine di 181 miliardi di
euro. Il 24% dell’intero gettito.
Austerità e fiscal Compact
Le politiche di austerità hanno contribuito all’acuire della crisi quindi
considerate tra le maggiori cause della stessa. Le austerità perseguono
a favore del Debito pubblico.
Dal 2000 al 2012, sono state varate venti manovre correttive, che fra
maggiori entrate e minori spese hanno estorto agli italiani 575 miliardi
di euro da destinare agli interessi.
I settori più colpiti: La scuola (Ministro Gelmini) – 8 miliardi – 87000
cattedre e una riduzione del personale di 114 mila unità. Poi ci sono
non meno importanti le amministrazioni locali, i trasferimenti statali.
L’unica certezza è che il gettito complessivo nel 2012 ha
raggiunto il 44% del Pil.
Fiscal Compact
Sottoscritto il 2 marzo del 2012 – Entra in vigore 1°gennaio 2013.
Tale accordo definisce le regole di gestione dei bilanci pubblici
attraverso alcune regole:
1) Obbligo del perseguimento del pareggio di bilancio
2) L’impegno di non superamento della soglia di deficit strutturale
dello 0,5% del Pil.
3) Significativa riduzione del Debito al ritmo di 1/20 (5%) per 20 anni
fino al raggiungimento del 60% del Debito/PIL come previsto nel
trattato di Maastricht.
4) L’obbligo di mantener il deficit pubblico sempre al disotto del 3%
rapporto deficit/Pil.
Alcuni calcoli sul fiscal compact
Ipotesi di calcolo : ogni anno dovremo dedicare risorse al debito.
• prima di tutto per gli interessi, 90 miliardi l’anno
• poi per la restituzione del capitale pari a 1/20 eccedente il 60% del
Pil, considerato che il nostro debito ammonta a 2000 m.d. (120% del
Pil) per rispettare il patto dovremmo recuperare ogni anno 1/20 di
1000 che fa 50 miliardi.
Sommando le due voci fa un totale di 140 m.d. l’anno
Esempio : Gettito 2012 750 m.d. –spese primarie 720 m.d. = Avanzo di
30 M.d., per il fiscal compact servono 140 che -30 fa 110 miliardi.
Domanda: Come fare?
Paul Krugman: dissoluzione dello Stato sociale
Conclusioni
Davvero l’unica cosa che si può fare è stringere la cinghia, obbedire al
diktat della finanza internazionale, e pagare, pagare, pagare?