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CENTRO DI SPIRITUALITÀ “SUL MONTEÈ tempo di Misericordia COME VIVERE DELLINTERCESSIONE RECIPROCA

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“Tutti portiamo in cuore una grande sete di preghiera. I santi hanno sperimentato e vissuto la preghiera come amorosa adesione al Signore e trasformazione della vita in crescente Carità. Anche a loro come a ciascuno di noi, è stato insegnato a pregare. Oggi, questo esercizio deve diventare un impegno conseguente alla nostra fede e al nostro ‘sacerdozio’ battesimale. Siano chiamati ad uno stile di preghiera e di vita all’altezza del dono ricevuto e delle sfide del nostro tempo. Per arrivare all’altezza contemplativa dei santi, occorre che ognuno di noi, ogni settimana si eserciti negli atteggiamenti di: offerta e adorazione, compassione e intercessione, ricordo e ascolto, lode e ringraziamento”. Questo prezioso libricino di preghiere guiderà il lettore orante, attraverso testi eucologici di profonda spiritualità e brevi brani meditativi (tratti dalla Sacra Scrittura, dal pensiero dei Papi, dalla riflessione di Santa Maria de Mattias, ecc.), alla riscoperta del valore incommensurabile del Sangue Preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo nella storia della salvezza e nella vita quotidiana di ciascuno, per sperimentare “con stupore che vivere tenendo accesa la passione d’amore e di redenzione, nonostante tutto è la più esaltante avventura che ci è data”.

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Page 1: E' tempo dimisericordia, collana STUPORE, a cura del Centro di Spiritualità "Sul monte"

Centro di Spiritualità “Sul Monte”

È tempo diMisericordia

CoMe viveredell’interCeSSione reCiproCa

Page 2: E' tempo dimisericordia, collana STUPORE, a cura del Centro di Spiritualità "Sul monte"

Il coraggio di mettersi in mezzo

Intercedere non vuol dire semplicemen-te “pregare per qualcuno”, come spesso pensiamo. Etimologicamente significa “fare un passo in mezzo”, fare un passo in mo-do da mettersi nel mezzo di una situazione.

“L’intercessione è il gesto di Gesù Cristo sulla croce, colui che è venuto per porsi nel mezzo di una situazione insanabile, di una inimicizia ormai giunta a putrefazione, nel mezzo di un conflitto senza soluzione umana. La persona che vuole intercedere deve essere accetta al Signore, in un cer-to qual senso deve sentirsi suo amico, co-me è detto di Abramo, a cui Dio non volle nascondere nulla di quanto stava per fare (cfr Gen 18,17). L’intercessore è qualcuno che sceglie di vivere secondo il progetto di Dio, che spera fermamente che esso si ve-rifichi anche negli altri. È una persona che ha cura realmente dei suoi fratelli e delle

CollanaStupore

Altri titoli disponibili:L’estasi della preghieraLa conversione del cuoreI diamanti dell’amoreIl profumo del donoLa gioia dell’incontro

Centro di Spiritualità “Sul Monte”Via Sabatucci 15 - Castelplanio (AN)www.sulmonte.org

Immagini: Fotoliapag.38: Crocifisso ligneo, scolpito da Pierdomenico Nofrischi da Jesi, 1639 Castelplanio (AN)

Realizzazione © Editrice VELAR 201424020 Gorle (BG)www.velar.itISBN 978-88-7135-927-4 Esclusiva per la distribuzione in libreria:Editrice ELLEDICI 10142 Torinowww.elledici.orgISBN 978-88-01-05626-6

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il canto dei Vespri. È possibile vivere l’atteg-giamento di intercessione anche dentro le no-stre giornate fatte di sacrificio, di impegni, di solidarietà, di lavoro e di preghiera. Anche nei tempi di doloroso silenzio e solitudine. Quando incontriamo una persona che soffre, che chiede consiglio, che vive nell’oscurità delle scelte, possiamo farci intercessori, fra-tello o sorella che cammina a fianco e tiene la sua mano sulla spalla dell’altro.

Mettiti in preghiera davanti al Crocifisso (in ginocchio o in piedi) e prega così:

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

sue sorelle e desidera che essi vivano se-condo la volontà di Dio. Perciò la presenza di molti intercessori è anche un mezzo per realizzare una comunità che corrisponda al piano di Dio e promuovere il lavoro di ri-conciliazione tra individui, popoli, culture e religioni e tra l’uomo e il suo Dio” (Carlo M. Martini, 3 gennaio 2008).

“Gesù – ha detto Papa Francesco – ha voluto avere sempre le piaghe”, che sono “la sua preghiera di intercessione al Padre... Se noi non riusciamo ad uscire da noi stessi verso il fratello bisognoso [...], verso quelle piaghe, non impareremo mai la libertà che ci porta nell’altra uscita da noi stessi, ver-so le piaghe di Gesù. Ci sono due uscite da noi stessi: una verso le piaghe di Gesù, l’al-tra verso le piaghe dei nostri fratelli e sorel-le. E questa è la strada che Gesù vuole nella nostra preghiera” (11 maggio 2013).

Il venerdì è il giorno privilegiato per la preghiera di intercessione, come prolunga-mento del grande Venerdì Santo. Può esse-re fatta comunitariamente, anche all’interno della Celebrazione Eucaristica o subito dopo

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1. Amate i vostri nemici

(Lc 6,27)

Quando si è sperimentata la violenza, la sopraffazione,

la frode viene spontaneo chiudere la porta di casa

e non fidarsi più di nessuno. Si è tentati di credere che l’uomo

è un potenziale nemico e il mondo troppo impastato

con il male. Pregare per i nemici,

gli aggressori, allora diventa il modo migliore per sconfiggere la paura e alimentare la fiducia

che si ha nelle persone.

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Aiutaci, Signore, ad avere fiducia nelle persone anche quando ci han-

no tradito e a credere che l’amore può di-sarmare la violenza rinnovando il mondo. Il perdono che possiamo offrire sia un farci carico di chi, pur conoscendoti, ti ha emarginato e ha fatto della violenza il suo sistema di vita.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuo-te sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiuta-re neanche la tunica. Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro... Amate inve-ce i vostri nemici, fate del bene e pre-state senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

(Lc 6,27-30.35-36)

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2. Signore,

io non sono degno... (Lc 7,6)

La fede è riconoscere che Gesù può tutto e ama ciascuno,

anche coloro che noi consideriamo estranei e lontani,

con infinita misericordia. Io non sono degno:

ecco il punto di partenza per una guarigione del cuore

che cambia la vita.

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di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa”. All’udi-re questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: “Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fe-de così grande!”. E gli inviati, quando tor-narono a casa, trovarono il servo guarito.

(Lc 7,1-10)

Liberaci Signore dalle nostre ri-strettezze mentali che ci portano a

guardare con diffidenza coloro che sen-tiamo estranei al nostro mondo. Donaci invece occhi penetranti, capaci di leggere in profondità il cuore di ogni persona.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. Il ser-vo di un centurione era ammalato e sta-va per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Ge-sù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo ser-vo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplica-vano con insistenza: “Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga”. Gesù si in-camminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurio-ne mandò alcuni amici a dirgli: “Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condi-zione di subalterno e ho dei soldati sotto

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3. Figlia, la tua fede

ti ha salvata (Lc 8,48)

Ancora oggi la fede è quella forza d’animo che fa rifiorire la

vita dove il peccato l’ha rovinata. Ogni persona che fa esperienza

del limite umano, come il tossicodipendente, l’alcolista,

il malato terminale, può riacquistare il senso della lotta

per la vita, dopo aver ricuperato il senso di Dio. Noi, costruttori

del Regno, non possiamo dimenticarci che Cristo continua

a passare tra i problemi dell’uomo proprio attraverso la nostra capacità di ridare speranza a chi l’ha perduta.

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to che una forza è uscita da me”. Allo-ra la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davan-ti a tutto il popolo per quale motivo l’a-veva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!”.

(Lc 8,41-48)

La forza liberante della tua resur-rezione, Signore, passi attraverso la

nostra disponibilità a far rifiorire la fede e la speranza dove la degradazione del peccato ha ferito la dignità umana.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Ed ecco, venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: si gettò ai piedi di Gesù e lo pregava di recarsi a casa sua, perché l’unica figlia che aveva, di circa dodici anni, stava per morire.

Mentre Gesù vi si recava, le folle gli si accalcavano attorno. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potu-to essere guarita da nessuno, gli si av-vicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorra-gia si arrestò. Gesù disse: “Chi mi ha toccato?”. Tutti negavano. Pietro allo-ra disse: “Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia”. Ma Gesù dis-se: “Qualcuno mi ha toccato. Ho senti-

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4. Pregate...

portate la pace (Lc 10,2-3)

Indifesi in mezzo a un mondo spesso ostile, con la sola forza

del Vangelo; un Dio vicino a cui rivolgersi e le mani all’opera per curare le ferite dell’umanità.

Itinerante verso il Regno un popolo di battezzati cammina verso la meta

senza mai stancarsi di chiedere a Dio di realizzare

in pienezza il suo progetto di salvezza.

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sulle sue piazze e dite: “Anche la pol-vere della vostra città, che si è attac-cata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il re-gno di Dio è vicino”.

(Lc 10,3-11)

Non farci dimenticare, Signore, che come battezzati siamo chiamati a

portare dovunque ci troviamo l’annuncio di salvezza del Vangelo. La consapevo-lezza che sei vicino e conduci la storia ci spinga a superare ogni difficoltà con otti-mismo fiducioso e fattivo.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fer-matevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ri-tornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha di-ritto alla sua ricompensa. Non passa-te da una casa all’altra. Quando en-trerete in una città e vi accoglieran-no, mangiate quello che vi sarà offer-to, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite

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5. Chiedete e vi sarà dato

(Lc 11,9)

Siamo tentati di credere ad un Dio lontano ed egoista,

pronto a punire chiunque sbaglia. Gesù invece ce ne rivela il vero

Volto: un Padre premuroso e attento che vuole i figli

pienamente realizzati. La sua volontà è ciò che ci rende liberi davvero.

Lo Spirito che non dobbiamo mai stancarci di chiedere,

ci guiderà con sicurezza verso la maturazione della nostra fede.

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Signore, ci capita spesso di prega-re con la stessa disposizione con

cui compriamo merce al supermercato: chiediamo solo quello che ci piace o ci serve per soddisfare un bisogno imme-diato. Donaci Tu lo Spirito di Gesù per-ché ci renda capaci di chiedere, come ad un Padre premuroso, ciò che costruisce davvero.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Per-ché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli da-rà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!

(Lc 11,9-13)

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6. Ho pregato per te

(Lc 22,32)

Un mondo alla ricerca del potere può dimenticare i valori

del Vangelo. La fede apparentemente baldanzosa

rischia di naufragare in subdoli compromessi pur di partecipare

ad un successo facile. Farsi carico di questa debolezza

e sostenerla con una testimonianza visibile, diventa compito primario

del cristiano autentico.

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Page 15: E' tempo dimisericordia, collana STUPORE, a cura del Centro di Spiritualità "Sul monte"

Donaci, Signore, di non scandaliz-zarci delle cadute dei deboli né di

avere paura di avvicinarci a chi vive ai margini della vita cristiana. Dacci la forza di sostenere la fede e il passo vacillante di chi, sulla strada della croce, sta risa-lendo la china verso di Te.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

“Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. E Pietro gli disse: “Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte”. Gli rispose: “Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi”.

(Lc 22,31-34)

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7.Io prego per loro

(Gv 17,9)

In Cristo tutta l’umanità è raccolta dall’amore di Dio. Attraverso un fattivo impegno

per la riconciliazione, i cristiani sono chiamati a continuare nella storia

l’opera redentiva ed unificante del loro Maestro.

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Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai da-to, perché sono tuoi. Tutte le cose mie so-no tue, e le tue sono mie, e io sono glorifi-cato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo no-me, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi...”.

(Gv 17,1-11)

Non lasciare, o Signore, che il poco amore raffreddi l’impegno a supe-

rare le divisioni. Donaci la forza di acco-gliere l’altro come tuo figlio e nostro fra-tello che Tu ami e vuoi salvo.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Alzàti gli occhi al cielo, Gesù disse: “Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, per-ché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e co-lui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’ope-ra che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella glo-ria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Ho manifestato il tuo nome agli uomi-ni che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, per-ché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

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8.Padre, perdona loro

(Lc 23,34)

Una croce piombata addosso per caso e il pianto impotente di donne dietro ai figli morenti. Una massa eterogenea chiede miracoli che non arriveranno;

la fede salva chi è irrimediabilmente perduto.

Chi, dietro a Gesù, si fa carico di questa umanità varia e contraddittoria, l’assume

e la fa morire in sé per presentarla rinnovata

davanti al Padre.

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nivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.

Quando giunsero sul luogo chia-mato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a si-nistra. Gesù diceva: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fan-no”. Poi dividendo le sue vesti, le tira-rono a sorte.

(Lc 23,26-34)

Donaci, Signore, di vincere l’indiffe-renza che spesso abbiamo nei con-

fronti di un’umanità sbandata. Aiutaci ad accogliere e portare sulle spalle le con-traddizioni degli altri.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

È scritto�

Mentre lo conducevano via, ferma-rono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addos-so la croce, da portare dietro a Gesù.

Lo seguiva una grande moltitudi-ne di popolo e di donne, che si bat-tevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piange-te su voi stesse e sui vostri figli. Ec-co, verranno giorni nei quali si di-rà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non han-no allattato». Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete su di noi!», e alle colline: «Copriteci!». Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?”. Insieme con lui ve-

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9. Gli colpì il fianco

(Gv 19,34)

L’apertura del Costato di Cristo è la porta della redenzione.

La ferita sanguinante è il sigillo della vita donata con la sua morte

in croce. La Chiesa, sposa di Cristo,

è chiamata a farsi madre di ogni vivente con il dono

della sua stessa vita, la vita di ogni credente

in Cristo.

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È scritto�

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanes-sero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sa-bato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero por-tati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’al-tro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, veden-do che era già morto, non gli spez-zarono le gambe, ma uno dei solda-ti con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che di-ce il vero, perché anche voi credia-te. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà

spezzato alcun osso. E un altro pas-so della Scrittura dice ancora: Volge-ranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

(Gv 19,31-37)

O Signore, Sposo adorabile della Chiesa, dono d’amore del Padre a

tutta l’umanità ferita, donaci di entrare nell’intimo della tua offerta d’amore e spingi anche me a farmi carico di chi non sente di appartenere a Te e grida il biso-gno di vita e di salvezza.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

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10. Ci ha liberati

dal potere delle tenebre (coL 1,13)

Fede, speranza, carità, ecco i cardini su cui poggia una comunità in cammino.

Ma perché la crescita corra veloce verso la speranza promessa,

è necessaria una continua ricerca della volontà di Dio. I credenti impegnati

in un incessante canto di lode al Signore che li ha salvati,

sono esortati a crescere in un impegno di vita sempre più fruttuoso.

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Page 23: E' tempo dimisericordia, collana STUPORE, a cura del Centro di Spiritualità "Sul monte"

È scritto�

Perciò anche noi, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio. Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gio-ia il Padre che vi ha resi capaci di parte-cipare alla sorte dei santi nella luce.

È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre

e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,

per mezzo del quale abbiamo la re-denzione,

il perdono dei peccati...

È piaciuto a Dioche abiti in lui tutta la pienezzae che per mezzo di lui e in vista di luisiano riconciliate tutte le cose,avendo pacificato con il sangue della

sua crocesia le cose che stanno sulla terra,sia quelle che stanno nei cieli.

(coL 1,9-14.19-20)

Non si spenga mai, Signore, nella nostra consapevolezza di credenti, la

spinta vitale e creatrice della redenzione, perché guidati da essa lungo i sentieri del futuro, sappiamo ricercare mezzi nuovi e fruttuosi per costruire un mondo migliore.

Signore Gesù Crocifisso qui davanti a te mi ricordo di...

(puoi nominare la persona o la situazione per cui preghi) e mi impegno a... (prendi un impegno concreto per porre la tua mano sulla spalla dell’altro)

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Page 24: E' tempo dimisericordia, collana STUPORE, a cura del Centro di Spiritualità "Sul monte"

«Signore, opera tu stesso, tu solo in lui, secondo la tua severità e la tua bontà». Intercedere significa:

concedere al fratello lo stesso diritto che è stato concesso a

noi, cioè di porsi davanti a Cristo ed essere partecipe della sua

misericordia”(D. Bonhoeffer)

“Una comunità cristiana vive dell’intercessione reciproca

dei membri o perisce...Intercedere non significa altro

che presentare il fratello a Dio, vederlo nella luce della croce di Gesù come povero

uomo e peccatore bisognoso di grazia. Con ciò viene a cadere tutto quello che me lo rende

antipatico; lo vedo in tutta la sua miseria e pena; nel suo travaglio

e peccato che mi si mostrano così grandi e così opprimenti come se fossero i miei; ed allora non

posso fare a meno di supplicare:

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Page 25: E' tempo dimisericordia, collana STUPORE, a cura del Centro di Spiritualità "Sul monte"

ISBN 978-88-01-05626-6

9 7 8 8 8 0 1 0 5 6 2 6 6€ 2,50CollanaStupore

“Gesù mostra le sue piaghe, sulle mani e sul costato: queste ferite rappresentano il prezzo della nostra salvezza e la sua preghiera di intercessione al Padre”

(Papa Francesco)

“Non faccio altro che starmeneai piedi di Gesù Crocifisso,come il povero del Vangelo.Senza perdere la pace del cuore,resto ferma con le mani e le braccia aperteguardando il Signore e gridando:Anime, anime, anime al Paradiso”

(Santa Maria De Mattias)