“e’ il signore!” - soncinoparrocchie.it · “e’ il signore!” ... prima di attraversare...

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PASQUA N.2/2017 Possibile, Signore, che tu ami la notte? E’ nella notte che crei. Nella notte liberasti Israele. Era notte quando ad Abramo facesti contare le stelle del cielo. E così allorché parlasti a Samuele, quando la tua parola era rara. Anche l’ora del dono supremo che Cristo fece ai discepoli era avvolta di notte, tragicamente. E si fece notte quando tu, Gesù Nazareno, gridasti sulla croce. Ma fu ancora di notte - o notte beata- quando dal sepolcro, rotolata la pietra, brillò la luce del giorno nuovo che non conosce tramonto. Signore, che ami la notte: a me desta oscuro stupore la notte; ma amo gli uccelli notturni, perché nella notte sanno vedere, hanno occhi capaci di penetrare la tenebra fitta. Di questi occhi oggi ho grande bisogno. Tu, infatti, nella notte continui a creare, a parlare, a risorgere. Continui a essere la nube luminosa, la tenebra abbagliante. E la tua notte è sempre beata. Fa’, però, che la mia notte non sia oscura, tessuta tutta di nero; se sarai tu ad abitarla, mi darai anche occhi capaci di riconoscere nell’oscurità, la luce gioiosa del tuo volto di Padre. Lorenzo Chiarinelli, vescovo “E’ il Signore!” Messaggio del Vescovo per la Pasqua 2017 Carissimi fratelli e amici 80 anni fa don Primo Mazzolari pubblicava uno splendido testo dal titolo Il buon samaritano, dandoci provocazioni vere e sempre at- tuali. Nel messaggio per la Quaresima, con gli impegni concreti che ne scaturivano, abbiamo già fissato lo sguardo sulla compas- sione di quello straniero, quasi un “senza-Dio”, che però sorpassa le pigrizie e le scuse di quanti, come il sacerdote e il levita, “passarono oltre”, lasciando il malcapitato sulla strada, mezzo morto. Ma il Papa ci ricorda che il vero cristiano non “passa oltre”, non guarda dall’altra parte, non si rifugia nell’indifferenza davanti alle sofferenze dei fratelli. E’ chiaro, ma qualcosa ci impedisce di viverlo! Proviamo a rifletterci ancora. Rientrati dal bel pellegrinaggio dio- cesano sui Luoghi Santi, mentre si avvicinano i Giorni Santi della Passione del Signore, e pregustiamo già l’incontenibile gioia della Pasqua, il tema del “passaggio” bussa ancora al nostro cuore, per- ché se ne dilati il senso, e il desiderio. Un passaggio epocale Alle nostre generazioni è capitato di vivere in questo tempo, di rapidissimi e sconvolgenti mutamenti, in cui vediamo realtà che appaiono in crisi e vanno scomparendo, mentre fatichiamo a deci- frare il futuro, il nuovo, l’orizzonte. In mezzo al guado, non sappia- mo se tornare indietro (sarebbe impossibile) o passare all’altra riva, con tutte le sue incognite. Chi ci guiderà? Credo che i giovani, quando non sono precocemente influenzati dal pessimismo degli adulti, siano i più capaci di osare, di fermar- si ad ascoltare le voci e interpretare le lingue, senza paura di di- ventare cittadini del mondo. E credo che Gesù, il Vivente, possa parlarci anche attraverso di loro, profeti del Regno di Dio anche senza saperlo. Per questo, sviluppiamo in ogni parrocchia la pre- parazione del Sinodo dei Giovani, per non restare indietro nel cammino. Il passaggio dell’angelo Il libro dell’Esodo, che rileggiamo in questo tempo, narrando la prima Pa- squa, ci mostra il passaggio dell’angelo sterminatore che, nella notte della liberazione dalla schiavitù, “passa oltre” le case degli Ebrei, riservando morte e terrore a quelle dei nemici. Un linguaggio duro, che tuttavia espri- me la fedeltà di Dio al suo progetto di salvezza. Così, il popolo dei poveri può “passare il mare” camminando all’asciutto, prima di attraversare il de- serto e giungere alla terra promessa. ( continua pag. 5)

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Page 1: “E’ il Signore!” - soncinoparrocchie.it · “E’ il Signore!” ... prima di attraversare il de-serto e giungere alla terra promessa. (continua pag. 5) 2 La Squilla di Soncino

PASQUA N.2/2017

Possibile, Signore, che tu ami la notte?

E’ nella notte che crei.

Nella notte liberasti Israele.

Era notte quando ad Abramo

facesti contare le stelle del cielo.

E così allorché parlasti a Samuele,

quando la tua parola era rara.

Anche l’ora del dono supremo

che Cristo fece ai discepoli

era avvolta di notte, tragicamente.

E si fece notte quando tu, Gesù Nazareno,

gridasti sulla croce.

Ma fu ancora di notte

- o notte beata-

quando dal sepolcro, rotolata la pietra,

brillò la luce del giorno nuovo

che non conosce tramonto.

Signore, che ami la notte:

a me desta oscuro stupore la notte;

ma amo gli uccelli notturni,

perché nella notte sanno vedere,

hanno occhi capaci

di penetrare la tenebra fitta.

Di questi occhi oggi ho grande bisogno.

Tu, infatti, nella notte continui

a creare, a parlare, a risorgere.

Continui a essere la nube luminosa,

la tenebra abbagliante.

E la tua notte è sempre beata.

Fa’, però, che la mia notte

non sia oscura, tessuta tutta di nero;

se sarai tu ad abitarla,

mi darai anche occhi capaci

di riconoscere nell’oscurità,

la luce gioiosa

del tuo volto di Padre.

Lorenzo Chiarinelli, vescovo

“E’ il Signore!” Messaggio del Vescovo per la Pasqua 2017

Carissimi fratelli e amici

80 anni fa don Primo Mazzolari pubblicava uno splendido testo dal

titolo Il buon samaritano, dandoci provocazioni vere e sempre at-

tuali. Nel messaggio per la Quaresima, con gli impegni concreti

che ne scaturivano, abbiamo già fissato lo sguardo sulla compas-

sione di quello straniero, quasi un “senza-Dio”, che però sorpassa

le pigrizie e le scuse di quanti, come il sacerdote e il levita,

“passarono oltre”, lasciando il malcapitato sulla strada, mezzo

morto. Ma il Papa ci ricorda che il vero cristiano non “passa oltre”,

non guarda dall’altra parte, non si rifugia nell’indifferenza davanti

alle sofferenze dei fratelli. E’ chiaro, ma qualcosa ci impedisce di

viverlo!

Proviamo a rifletterci ancora. Rientrati dal bel pellegrinaggio dio-

cesano sui Luoghi Santi, mentre si avvicinano i Giorni Santi della

Passione del Signore, e pregustiamo già l’incontenibile gioia della

Pasqua, il tema del “passaggio” bussa ancora al nostro cuore, per-

ché se ne dilati il senso, e il desiderio.

Un passaggio epocale

Alle nostre generazioni è capitato di vivere in questo tempo, di

rapidissimi e sconvolgenti mutamenti, in cui vediamo realtà che

appaiono in crisi e vanno scomparendo, mentre fatichiamo a deci-

frare il futuro, il nuovo, l’orizzonte. In mezzo al guado, non sappia-

mo se tornare indietro (sarebbe impossibile) o passare all’altra

riva, con tutte le sue incognite. Chi ci guiderà?

Credo che i giovani, quando non sono precocemente influenzati

dal pessimismo degli adulti, siano i più capaci di osare, di fermar-

si ad ascoltare le voci e interpretare le lingue, senza paura di di-

ventare cittadini del mondo. E credo che Gesù, il Vivente, possa

parlarci anche attraverso di loro, profeti del Regno di Dio anche

senza saperlo. Per questo, sviluppiamo in ogni parrocchia la pre-

parazione del Sinodo dei Giovani, per non restare indietro nel

cammino.

Il passaggio dell’angelo

Il libro dell’Esodo, che rileggiamo in questo tempo, narrando la prima Pa-

squa, ci mostra il passaggio dell’angelo sterminatore che, nella notte della

liberazione dalla schiavitù, “passa oltre” le case degli Ebrei, riservando

morte e terrore a quelle dei nemici. Un linguaggio duro, che tuttavia espri-

me la fedeltà di Dio al suo progetto di salvezza. Così, il popolo dei poveri

può “passare il mare” camminando all’asciutto, prima di attraversare il de-

serto e giungere alla terra promessa. (continua pag. 5)

Page 2: “E’ il Signore!” - soncinoparrocchie.it · “E’ il Signore!” ... prima di attraversare il de-serto e giungere alla terra promessa. (continua pag. 5) 2 La Squilla di Soncino

La Squilla di Soncino 2

Durante le Stazioni svolte nelle serate dei venerdì di

Quaresima, è stata presa come guida l’Esortazione apo-

stolica di Papa Francesco emanata alla chiusura

dell’Anno della Fede il 24 novembre 2013 dal titolo E-

vangelii gaudium.

Ci si è soffermati sul capitolo che parlava della trasfor-

mazione missionaria della Chiesa, in particolare sulle

sollecitazioni di un “improrogabile rinnovamento eccle-

siale” e di conseguenza di una pastorale in conversione.

Si conoscono ormai sufficientemente bene la sensibilità

teologica e il conseguente stile pastorale di Francesco.

Alle parole, egli fa seguire conseguenze comportamen-

tali.

Termini come “gioia del Vangelo”; “periferie”, non solo

geografiche, ma esistenziali; “Chiesa in uscita”; “Chiesa

missionaria”,“odore delle pecore” fanno parte, ormai,

di un vocabolario che è, quasi, diventato linguaggio

anche giornalistico. Gli stessi teologi sono passati dal

classico “Ecclesia sancta sed semper reformanda” a

parlare di chiesa “in transizione”, “chiesa di passag-

gio”.

Ma ciò che era teorica verità lapalissiana, perché già i

Padri della Chiesa avevano coniato l’aforisma, ora è ri-

chiesta come esigenza di traduzione nella delicata fase

storica che stiamo vivendo. E da parte non solo della

Chiesa universale, ma ciò deve ricadere anche in quella

dimensione di chiesa che sono le nostre parrocchie. Co-

munità ridotte, sempre più “piccolo gregge”, alla ricer-

ca di relazioni di evangelizzazione, chiamate ad

“uscire”. (Un tentativo per sollecitare questo stile non

potrebbe essere il ripensamento in atto nella nostra dio-

cesi per ridefinire zone e comunità in unioni pastorali?)

Le parole di Papa Francesco, “pura armonia evangelica

quando vengono enunciate, rischiano di diventare stri-

dore quando devono essere praticate”.

Le ricadute pastorali di tale visione fanno nascere inter-

rogativi, incertezze, discussioni, inevitabili tentativi di

ricerca o arroccamenti di tradizioni del “si è fatto sem-

pre così”. La lunga tradizione della nostra parrocchia,

che ha fatto fiorire, nel tempo, esemplarità di testimo-

nianza, strutture culturalmente e pastoralmente interes-

santi, può correre il pericolo di cullarsi sul passato. Pur

non richiudendosi in un conservatorismo pesante risen-

te, però, di riferimenti nostalgici “affettivi”: la parroc-

chia considerata centro e distributrice di servizi in gran

parte religiosi, lontananza quasi “imposta” dal tessuto

sociale, laicato che, data la ricchezza numerica di clero

che ha beneficiato, non è stato educato alla partecipa-

zione viva alla pastorale.

È ovvio che una eredità siffatta crea uno stato d’animo

più sensibile a ciò che c’era che a quello che non c’è

ancora, al passato che rassicura più che al futuro che

inquieta, e che inquieta se non altro proprio perché non

c’è ancora e va inventato.

Abbiamo già sperimentato un tempo di transizione par-

ticolare: è stato il dopo Concilio. Ma in questa situazione

c’erano indicazioni che accompagnavano la vita comuni-

taria e che interessavano tutti. Suggerimenti precisi in

merito a cambiamenti di mentalità nei settori della litur-

gia, degli organismi di partecipazione, della ricchezza

della Parola di Dio. Era una comunità intera che veniva

presa per mano nel cammino; anche se, purtroppo, ci si

è limitati al cambiamento di alcune strutture (soprattutto

nella riforma liturgica)

La transizione attuale, invece, non si accompagna a par-

ticolari riforme strutturali della Chiesa, a cambiamenti

imposti, ma alla disponibilità a prendere con serenità e

serietà le grandi sfide e provocazioni del tempo che ci

tocca vivere. E a trasformarle in “opportunità”.

Il Papa invita «a uno stato permanente di missione» e

sollecita il «generoso», «improrogabile» bisogno di

«rinnovamento», per «avanzare nel cammino di una con-

versione pastorale e missionaria, che non può lasciare

le cose come stanno» (n.25).

Come emanciparsi da tutto quanto può far velo

all’ampiezza creativa di tale respiro missionario, affin-

ché a tutti possa «giungere la consolazione e lo stimolo

dell’amore salvifico di Dio» (44) e «sia favorita la rispo-

sta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua ami-

cizia»?.

Possiamo chiederci: «che cosa possiamo fare?».

Ricette pronte all’uso non ci sono.

Sommessamente il suggerimento di alcune piste da in-

ventare praticamente.

- Avere, come diceva PaoloVI, una “sempre vigile capa-

cità di studiare i segni dei tempi”. L’oggi, non solo tem-

porale, ma per le situazioni, soprattutto del mondo gio-

vanile, della famiglia e del lavoro, è cambiato e vive una

cultura da conoscere.

- La parrocchia è chiamata ad essere una comunità di

fede accogliente. Gli aspetti “fraterni”, i legami amicali

sembrano essere il supporto indispensabile su cui

l’esperienza di Chiesa si innesta. Il mondo giovanile vi-

ve questi valori e li suggerisce agli adulti.

- Ritornare ad avere passione per il mondo, per la cultu-

ra, la scuola, la “politica”, ma con la ricchezza unica che

abbiamo: la Bibbia, la preghiera, la carità. Quanto è in-

dispensabile dare priorità a queste fonti “zampillanti” e

vere miniere da esplorare: qui sta la novità

“missionaria”.

- La posizione dei laici: aiutarli a passare da incombenze

marginali e dipendenti a responsabilità dirette. Ricono-

scere i “ministeri” laicali all’interno della chiesa e nel

mondo.

- Alleggerirsi dal gestire strutture che, in certi casi, im-

pediscono di avere tempo e libertà di azione.

Altre indicazioni potrebbero aggiungersi. Ma se è vero

che molte ‘cose da fare’ nascono da buone idee, è vero

anche il contrario: che molte idee buone nascono dalle

cose fatte.

Accogliamo le “sfide trasformandole in opportunità”.

don Mario

PASTORALE IN CONVERSIONE

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tempi c’è bisogno di recuperare la capacità di riflettere

sulla propria vita e proiettarla verso il futuro." Fermia-

moci sulla "nuvola" e il disordine dei ricordi che impedi-

sce il futuro. Il Papa postula il dialogo con lo Spirito San-

to che permetta di capire ad ognuno il suo ruolo nella Sto-

ria della Salvezza ... il mondo in cui viviamo invece ga-

rantisce ad ognuno il suo mucchio di ricordi personali con

cui stupire i vicini in un'angosciante solitudine relaziona-

le. Il Papa continua: "Avere un passato non è la stessa

cosa che avere una storia. (questa frase a Soncino do-

vrebbe farci rabbrividire ... conosciamo il passato del no-

stro paese? Qual è la nostra storia?) Nella nostra vita pos-

siamo avere tanti ricordi, ma quanti di essi costruiscono

davvero la nostra memoria? Quanti sono significativi

per il nostro cuore e aiutano a dare un senso alla nostra

esistenza? I volti dei giovani, nei “social”, compaiono in

tante fotografie che raccontano eventi più o meno reali,

ma non sappiamo quanto di

tutto questo sia “storia”,

esperienza che possa essere

narrata, dotata di un fine e

di un senso. I programmi in

TV sono pieni di cosiddetti

“reality show”, ma non

sono storie reali, sono solo

minuti che scorrono davanti

a una telecamera, in cui i

personaggi vivono alla

giornata, senza un progetto.

Non fatevi fuorviare da

questa falsa immagine della

realtà! Siate protagonisti

della vostra storia, decidete

il vostro futuro! Il Papa ha fiducia nei giovani che siano

protagonisti della loro storia e del progetto che lo Spirito

può costruire con loro; io vedo nella nostra parrocchia

tanta sfiducia in qualunque progetto. Il timore a condivi-

dere idee e ispirazioni quasi che se il fuoco dello Spirito

Santo ci contagiasse ne resteremmo bruciati. Quasi che,

anche solo parlandone, sia impossibile capirsi come

nell'antica Babele. Allora ognuno aveva il suo punto di

vista, il suo modo di rapportarsi e la sua opinione, poiché

nessuno ebbe più fiducia che si potesse capirsi e costruire

insieme ognuno andò per la sua strada convinto di aver

ragione. Non c'era il fuoco dello Spirito. Se oggi avessi-

mo il coraggio di sperare e di confrontarci sulle idee e

ispirazioni a cui ci muove lo Spirito Santo e le buttassimo

tutte in questo fuoco (lo Spirito di unità, il fuoco che puri-

fica) allora potremmo davvero costruire una Storia nuova,

tutti insieme. Oggi i giovani fanno molta fatica a proporre

le loro ispirazioni, trovano un mondo adulto perso nella

sua Babele che vuole proteggere i piccoli dalle angosce e

dai dolori della vita magari impedendogli di vivere... co-

me dice il Papa: diventiamo protagonisti della nostra Sto-

ria: decidiamo il nostro futuro.

Don Fabrizio Ghisoni

Il messaggio di papa Francesco per la Giornata

Mondiale della Gioventù che si celebra la domenica delle

Palme è straordinario. Parla ai giovani con il linguaggio

dei giovani e sarebbe da leggere integralmente. Qui alcuni

spunti di riflessione. Il Papa usa il linguaggio dei giovani.

Arriva al cuore delle questioni esistenziali di chi è perso

nella Babele del mondo contemporaneo dove si parla di

post-verità. La schiettezza del Papa è dirompente per chi-

unque vive l'esperienza umana.

Ad un certo punto scrive: "Fare memoria del pas-

sato serve anche ad accogliere gli interventi inediti che

Dio vuole realizzare in noi e attraverso di noi. E ci aiuta

ad aprirci per essere scelti come suoi strumenti, collabo-

ratori dei suoi progetti salvifici. Anche voi giovani potete

fare grandi cose, assumervi delle grosse responsabilità,

se riconoscerete l’azione misericordiosa e onnipotente di

Dio nella vostra vita. Vorrei porvi alcune domande: in

che modo “salvate” nella

vostra memoria gli eventi,

le esperienze della vostra

vita? Come trattate i fatti

e le immagini impressi nei

vostri ricordi? Ad alcuni,

particolarmente feriti dal-

le circostanze della vita,

verrebbe voglia di

“resettare” il proprio pas-

sato, di avvalersi del dirit-

to all’oblio. Ma vorrei

ricordarvi che non c’è

santo senza passato, né

peccatore senza futuro.

La perla nasce da una

ferita dell’ostrica! Gesù, con il suo amore, può guarire i

nostri cuori, trasformando le nostre ferite in autentiche

perle. Come diceva san Paolo, il Signore può manifestare

la sua forza attraverso le nostre debolezze (cfr 2

Cor 12,9)." Sappiamo fare memoria? Il "reset" del dolore

che è tanto di moda oggi impedisce la resurrezione.

Quanti Golgota che non arrivano alla Pasqua. Quante cro-

ci che non hanno risurrezione semplicemente perché il

reset (riassetto) che vorrebbe far "dimenticare" la ferita

impedisce di riconoscerla, sarà allora automatico negare

la cura perché le ferire "non esistono: anche se sanguinas-

sero ancora non si possono vedere dopo il reset.

Il Papa continua: "I nostri ricordi però non devono

restare tutti ammassati, come nella memoria di un disco

rigido. E non è possibile archiviare tutto in una

“nuvola” virtuale. Bisogna imparare a far sì che i fatti

del passato diventino realtà dinamica, sulla quale riflette-

re e da cui trarre insegnamento e significato per il nostro

presente e futuro. Compito arduo, ma necessario, è quel-

lo di scoprire il filo rosso dell’amore di Dio che collega

tutta la nostra esistenza. Tanti dicono che voi giovani

siete smemorati e superficiali. Non sono affatto

d’accordo! Però occorre riconoscere che in questi nostri

La Squilla di Soncino 3

Il Papa i giovani e Babele

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La Squilla di Soncino 4

Triduo pasquale, centro spirituale dell’anno cristiano.

13 aprile Giovedì Santo

ore 20.30: messa

nella cena del Si-

gnore.

Accoglienza degli

oli santi; si ripete il

gesto di Gesù:

lavanda dei piedi ;

eucaristia.

Durante la messa verrà raccolta la

CARITA’ QUARESIMALE

Dopo la messa, l’Eucaristia verrà riposta in S. Coro-

na per l’adorazione personale.

Martedì 4 e 11 aprile

Dalle ore 9.00 alle 11.00

i sacerdoti attenderanno alle confessioni

nella sagrestia di san Giacomo

Sabato 15 aprile

Confessioni in Pieve dalle 15.00 alle 17.00

12 aprile Mercoledì Santo

Ore 15.30 messa alla Casa di Riposo

SETTIMANA SANTA

9 aprile - Domenica delle

Palme e della Passione

del Signore

.Ore 9.15: benedizione dei rami di

ulivo nel chiostro di S. Giacomo; -

processione alla Pieve; - lettura

della Passione ; - eucaristia.

L’ulivo benedetto non è un amuleto o

un portafortuna, ma è un segno di

pace, di festa. Lo si può portare ai

fratelli ammalati, a quelli che sono impediti a causa dell’età o di

altre necessità, quale segno di amicizia, di solidarietà, di spe-

ranza.

Nelle chiese di S. Pietro apostolo e di s. Bernardo a Melot-

ta la celebrazione delle Palme sarà sabato 8 aprile alle ore

18.00.

Messa crismale - Cremona Cattedrale– ore 9.30 Sulla soglia del Triduo, al mattino del Giovedì

santo, si colloca la Messa Crismale nella quale il

vescovo, circondato dal suo presbiterio, benedice

gli Oli santi del Crisma, dei Catecumeni, degli

Infermi. I sacerdoti, che partecipano alle funzioni

di edificare, santificare, guidare il popolo di Dio

tipiche del ministero episcopale, trovano in que-

sta celebrazione una manifestazione emblematica

della loro comunione con il vescovo. Egli stesso

domanderà loro, davanti ai fedeli, di rinnovare le

promesse fatte al momento dell’ordinazione pre-

sbiterale. Al termine di questa solenne azione, gli

Oli sacri saranno recati in tutte le parrocchie del-

la Diocesi per la celebra-

zione dei sacramenti. La

Messa Crismale, benché

collocata fuori dal Triduo

Pasquale, ben si collega

al tema del ministero sa-

cerdotale, sotteso alla

celebrazione vespertina.

14 aprile Venerdì Santo E' giorno di astinenza dalle carni e digiuno.

O r e 8 . 0 0 :

ufficio delle

letture e lodi

nel coro di S.

Giacomo.

Ore 15.00: Via

Crucis.

Al centro della liturgia del Venerdì santo sta la proclamazione

della passione del Signore secondo l’evangelista Giovanni. Pro-

fondo e suggestivo silenzio caratterizzano il ritrovarsi, il vivere

il mistero della morte di Gesù e della sua sepoltura.

Possiamo accostarci con “piena fiducia al trono della grazia”,la

croce, per contemplare il volto del Crocifisso. Sottratto lo Sposo

allo sguardo della Chiesa sposa, l’altare viene spogliato. Rima-

ne il Crocifisso sulla croce per il gesto di venerazione.

Ore 20.30: solenne azione liturgica per la

morte del Signore.

Segue la processione con la reliquia della Santa

Spina.

Percorrerà Piazza Garibaldi, Via Martiri Soncinesi,

Via Orefici, Piazza S. Martino, Via Dante, Via S.

Pietro martire, Via Matteotti.

L’invito agli abitanti di porre un pur piccolo segno

di fiduciosa partecipazione.

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La Squilla di Soncino 5

16 aprile PASQUA DI RISURREZIONE

Domenica di Pasqua: inno alla vita liberata.

La resurrezione del Signore Gesù E’ "la grande domenica",

cuore dell'anno liturgico. .

Ore 7.30 – 9.30 – 11.00 – 18.00: sante messe in Pieve. Ore 17.15: vespri solenni.

In S. Pietro messa ore 10.00. A Isengo messa ore 9.00.

17 aprile: lunedì di Pasqua

sante messe: ore 9.30 e 18.00 in S. Giacomo;

9.00 Isengo;

15 aprile - SABATO SANTO

La Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore,

meditando la sua passione e morte.

1 genitori, con squisito gesto di educazione alla

fede, vadano con i loro figli in S. Giacomo

davanti al Compianto del Cristo morto o in

Pieve, davanti al Crocifisso, per una sosta di

preghiera .

Ore 8.00: ufficio delle letture e lodi nel coro di

S. Giacorno.

Ore 15.00 - 19.00 confessioni in Pieve

Nella notte tra il sabato e la domenica si ce-

lebra la grande Veglia pasquale, esemplari-

tà di ogni celebrazione liturgica.

La Veglia inizierà con l’accensione del cero

alla fiamma del fuoco nuovo (chiostro di S.

Giacomo).

Da esso, cioè da Cristo, riceviamo la luce

che ci illumina per ascoltare le pagine della

storia della salvezza, profonda catechesi bi-

blica sulle “meraviglie” che il Signore ha

compiuto per il suo popolo.

Risuonerà l’annuncio «Cristo Signore è ri-

sorto, alleluia!».

Accogliamo il dono dei risorti: la

rigenerazione battesimale.

La celebrazione dell’eucaristia ci rende

partecipi della Pasqua eterna.

Ore 22.00

VEGLIA PASQUALE

“Signore Gesù Cristo, nell’ora della tua morte

il sole si oscurò.

Proprio in quest’ora della storia viviamo

nell’oscurità di Dio. Per la smisurata sofferenza

e la cattiveria degli uomini il volto di Dio, il

tuo volto, appare oscurato, irriconoscibile.

Ma proprio sulla croce ti sei fatto riconoscere.

Proprio da lì hai trionfato. Aiutaci a ricono-

scere in quest’ora di oscurità e di turbamento

il tuo volto. Aiutaci a credere in te e a seguirti

proprio nell’ora dell’oscurità e del bisogno.”

Benedetto XVI

“E’ il Signore!” (continua da pag. 1)

Quella notte le famiglie erano riunite, a gruppi, per mangiare la Pa-

squa: anche nel buio del presente, la Chiesa raduna le famiglie, o quan-

to resta di esse, per un banchetto di speranza, aperto a tutti. Il nuovo

Agnello, col suo sangue, ricostruisce le case e le relazioni, mai abba-

stanza antisismiche, se non le stabiliamo sulla roccia della Sua Parola.

La potenza della Liturgia cristiana sgorga dalla Pasqua e offre a tutti,

anche quest’anno, un nuovo inizio.

Il passaggio del Signore

La vita con la sua complessità, e la grazia con la sua fantasia, chiamano

alla fede, che riconosce il Risorto, e grida con gioia: “E’ il Signore!”.

Mi auguro che questa continua riscoperta corra di bocca in bocca, rin-

cuorando ogni sforzo di comunione, vero segno del passaggio del Si-

gnore nelle nostre vite. Imparando a non trascurare nessun frammento

del corpo di Cristo, la Chiesa sparsa in paesi e parrocchie, nascosta nei

letti di dolore e nei grembi gravidi di vita.

Questo è l’augurio di chi è stato inviato ad essere testimone del Risor-

to, indegno ma necessario segno dell’Unico Pastore: veder crescere

l’unità del gregge, l’armonia nella famiglia, la testimonianza della cari-

tà. Da questo riconosceranno Colui in cui crediamo, da quanta cura

avremo gli uni per gli altri. Gli impegni della Quaresima potranno di-

ventare i frutti della Pasqua, e i nuovi progetti per la quotidianità.

Maria, la Madre che non passa invano, che non abbandona

nessuno dei suoi figli, che raccoglie nel suo abbraccio ogni volto che Le

rammenti il Figlio, ci precede nel cammino. Come sicuro segno di spe-

ranza.

Buona Pasqua a tutte le nostre famiglie e comunità.

+ Antonio, vescovo

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La Squilla di Soncino 6

Una nutrita rappresentanza delle Parrocchie che

fan capo a Soncino è riuscita a partecipare di perso-

na alla Messa presieduta dal Papa lo scorso 25 mar-

zo. Il messaggio che il Santo Padre ha lanciato a tutti

durante l’omelia è di grande portata e ricchissimo di

spunti per la nostra conversione. “Ci fa bene ricor-

dare che siamo membri del Popolo di Dio!” – escla-

ma Papa Francesco, con una voce piena ritrovata,

nonostante la stanchezza dovuta alla giornata fitta di

impegni – “Un popolo chiamato ad ospitare le diffe-

renze!”.

Il pensiero potrebbe andare, nell’immediato,

ai migranti del nostro tempo. Ma non credo che la

riflessione riguardi la stretta attualità di

un’emergenza che d’emergenza ormai ha solo la

scomodità. Le differenze sono dentro la chiesa, den-

tro le parrocchie, dentro gli oratori; a volte anche

dentro le medesime persone. Riconoscere la diffe-

renza è il presupposto di ogni conoscenza. Interes-

sarsi alla differenza è il presupposto di ogni scoper-

ta. Accogliere la differenza è il presupposto di ogni

progresso. I primi ad essere differenti siamo noi

stessi: da quando siamo cristiani, da quando erava-

mo ragazzini, da quando abbiamo finito la scuola…

Direi che proprio nel fatto di poter essere differenti,

di poter cambiare, sta la speranza di una salvezza

possibile, per noi stessi e per il nostro mondo. Cre-

do che i problemi nascano quando si dica

“differente”, ma si intenda “divergente”, ossia

“diverso”. A quel punto ciò che poteva essere inte-

ressante e arricchente diventa pericoloso, perché

allontana da un sentiero già tracciato. Ma il cristiano

è il primo che si è convertito, facendo il differente. E

il Papa conclude: “Lì è presente il suo Signore!”.

Stralci dell’omelia del Papa a Monza

“Il nuovo Tempio di Dio, il nuovo incontro di Dio

con il suo popolo avrà luogo in posti che normal-

mente non ci aspettiamo”

“Dio stesso è Colui che prende l’iniziativa e sce-

glie di inserirsi, come ha

fatto con Maria, nelle no-

stre case, nelle nostre lot-

te quotidiane, colme di

ansie e insieme di deside-

ri. Ed è proprio all’interno

delle nostre città, delle

nostre scuole e università,

delle piazze e degli ospe-

dali che si compie

l’annuncio più bello che

possiamo ascoltare:

«Rallegrati, il Signore è

con te!»”.

“Paradossalmente

quando tutto si accelera

per costruire – in teoria –

una società migliore, alla

fine non si ha tempo per

niente e per nessuno. Per-

“ACCOGLIERE LE DIFFERENZE” Le Parrocchie di Soncino alla Messa di Papa Francesco nel Parco di Monza - 25 marzo 2017

diamo il tempo per la fa-

miglia, il tempo per la

comunità, perdiamo il

tempo per l’amicizia, per

la solidarietà e per la me-

moria”.

“È possibile la speran-

za cristiana in questa si-

tuazione, qui e ora?”.

“Di fronte allo smarri-

mento di Maria, davanti ai

nostri smarrimenti, tre

sono le chiavi che

l’Angelo ci offre per aiu-

tarci ad accettare la mis-

sione che ci viene affida-

ta.

Evocare la Memoria (La

memoria ci aiuta a non

rimanere prigionieri di

discorsi che seminano

fratture e divisioni come

unico modo di risolvere i

conflitti. (...)

L’appartenenza al Popolo di Dio (...)

Ci fa bene ricordare che siamo membri del Popolo di Dio!

(...)

E’ un popolo chiamato a ospitare le differenze, a integrarle

con rispetto e creatività e a celebrare la novità che provie-

ne dagli altri; è un popolo che non ha paura di abbracciare

i confini, le frontiere; è un popolo che non ha paura di dare

accoglienza a chi ne ha bisogno perché sa che lì è presente

il suo Signore.

La possibilità dell’impossibile (...)

Dio continua a percorrere i nostri quartieri e le nostre stra-

de, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori capaci di ascol-

tare il suo invito e di farlo diventare carne qui ed ora. (...)

Il Signore accresca in noi questa fede e questa speranza.

don Massimo

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La Squilla di Soncino 7

Statistica parrocchiale

Rinati dall’acqua e dallo Spirito

6 . Livietti Giorgia

7 . Bray Joel

Entrati nella vita eterna

13. Mangonari Alcea di anni 85

14. Capetti Margherita di anni 76

15. Fabemoli Giovanni di anni 69

16. Duranti Adele di anni 92

17. Timolina Maria di anni 91

18. Facchera Caterina di anni 87

19. Magarini Luigi di anni 78

20. Rancati Maria di anni 75

21. Piloni Teresa di anni 92

22. Galli Elide di anni 81

23. Digiuni Corneglia di anni 89(S. P

24. Vezzoli Laurina di anni 101

25. Fontanini Maria di anni 90

26. Franguelli Arnaldo di anni 85

Pellegrinaggio Adolescenti a Roma

Come di consueto la nostra parrocchia partecipa al pellegri-

naggio diocesano organizzato dalla Federazione Oratori.

È una proposta per i ragazzi di 14 e 15 anni. Andremo a Ro-

ma nei giorni 17/18/19 aprile 2017.

Il tema sarà “Lascia la tua orma” e sarà ancora una volta

l’occasione per sperimentare una formula di coinvolgimento

dei giovanissimi tra tappe, visite culturali, momenti di spiri-

tualità e naturalmente l’incontro con Papa Francesco.

Per informazioni rivolgersi in Oratorio

ITINERARI DI INIZIAZIONE ALLA VITA CRISTIANA

Due nuovi gruppi si sono aggiunti a quelle già operanti in parrocchia.

Si chiamano Betania e Cana, nomi che richiamano località del Vange-

lo visitati da Gesù. A Betania, Gesù era “uno” di famiglia legato di a-

micizia a Lazzaro, Marta e Maria. A Cana, Gesù ha compiuto il suo pri-

mo “segno” sollecitato dalla madre in occasione di una festa di matri-

monio dove era venuto a mancare il vino.

L’augurio che questi bambini, accompagnati dalla generosità e

dall’entusiasmo di mamme e catechiste, possano dare ospitalità a

Gesù e ricevere da lui un nuovo “sapore” di vita.

Anche per i genitori si tengono regolari incontri: una maggior parte-

cipazione è richiesta sia per il necessario approfondimento della fede

personale, sia, soprattutto, per l’esemplarità da dare ai loro figli.

Il ritmo degli altri gruppi di I. C. prosegue con regolarità. In parti-

colare il gruppo Tabor: impegnato a maggiori incontri per approfon-

dire i doni di Dio. In particolare uno che hanno già vissuto: la celebra-

zione dell’amore del Padre che perdona: il sacramento della Riconci-

liazione. Tra poco la Cresima e la partecipazione piena all’eucarestia

con la comunione sacramentale.

La mistagogia (gli anni che seguono la ricezione dei sacramenti)

raccoglie i preadolescenti. Naturali defezioni si riscontrano, sia per la

tradizione che “fatti i sacramenti” tutto è finito, sia per le problemati-

che inerenti l’età.

Per gli adolescenti c’è un incontro con i coetanei della zona pasto-

rale.

Sono terminati i lavori di restauro

conservativo degli affreschi nella chiesa di S. Giacomo anche nelle

navate laterali. Prima di passare al progetto di lavori nelle cappelle di sinistra,

meno impegnativo di quanto fin ora realizzato, attendiamo parere

della Soprintendenza. Un grazie di cuore a tutti gli offe-renti e anche al contributo della

Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona. Si sta studiando l’inaugurazione

di un lavoro che rimarrà nella storia.

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La Squilla di Soncino 8

La squilla di Soncino .Periodico delle Parrocchie S. Maria Assunta e S. Giacomo, S. Pietro apostolo, S. Bartolomeo in Soncino,

Casaletto di sopra e Melotta

Piazza della Pieve, 1 -Registrato presso il tribunale di Crema n. 106/98 del 20.05.98.

Direttore responsabile: Vincenzo Rini - Stampato presso Grafica Riccardi - Soncino

MESE DI MAGGIO

Ricchezza di avvenimenti ritmano il cammino del-

la comunità in questo mese.

Innanzitutto la devozione popolare alla Madre di

Dio. Ricuperare la recita del santo Rosario perso-

nalmente, in famiglia e nei quartieri infonde sere-

nità e approfondimento degli eventi della storia

della salvezza. La sosta di preghiera dona sereni-

tà nella trama della vita non sempre facile.

In questo mese richiamiamo memorie delle no-

stre sante concittadine: la traslazione delle reli-

quie della Beata Stefana Quinzani da Colorno; la

canonizzazione di Santa Paola Elisabetta Cerioli.

La storia non può isolarsi in una sterile gloria del

passato, ma ci è maestra per l’oggi.

Lunedì 1 maggio - Pellegrinaggio

Storico, tradizionale pellegrinaggio della parrocchia al

santuario di S. Maria del fonte presso Caravaggio. Chi usu-

fruisce del pullman, iscrizioni presso la buona stampa. Con

l’oratorio si potrà raggiungere il santuario anche in bici-

cletta.

La messa della comunità è alle ore 17.00.

Domenica 7 MAGGIO Anniversario della traslazione delle reliquie della Beata

Stefana Quinzani.

Durante la giornata (dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle

15.00 alle 18.30)è possibile visitare la stanza nella quale

la beata è morta.

Dopo la messa delle ore 18.00, celebrata in S. Giacomo,

processione alla casa e preghiera della comunità nel

luogo benedetto.

54° Giornata di preghiera per le vocazioni.

Martedì 16 maggio Anniversario della canonizzazione di S. Paola Elisabetta

Cerioli.

Domenica 14 maggio - IV di Pasqua

S. messa ore 18.00

Sacramenti di iniziazione cristiana

Il numeroso gruppo di fanciulli/e che hanno fre-

quentato il cammino di iniziazione celebrano una

tappa fondamentale: la ricezione dei Sacramenti

della Cresima e la partecipazione piena

all’Eucarestia con la comunione al corpo e sangue

di Gesù Cristo.

Lode e ringraziamento al Signore che è largo di

doni per i suoi figli. Ricchezza per la comunità.

La recita del santo rosario si tiene tutti i

giorni in S. Maria delle Grazie e in

S. Pietro martire alle ore 20.30.

Per vie, quartieri e cascine ci si ritrova nelle serate di lunedì, mercoledì e

venerdì alle ore 20.30 secondo il seguente ca-

lendario:

3 - Cooperativa Via Melotta

5 - Via Scanzi

8 – Via Brolo - Nobilini

10 – Via degli Orfani

12 – Cimitero

15 – Via Burattinai Soncinesi

17 - Via Colombaroli

19 - Via de Gasperi

22 – Fontane Sante

24 - Via Bindina– Fornaci Danesi

26 – Dossi Marconi

29 - Rocul Via Melotta In caso di maltempo, sarà sospeso l’incontro.

*** Per

tutto il

mese di

maggio

la mes-

sa

festiva

del sa-

bato,

oltre a

S. Pietro

alle ore

18.00,

sarà ce-

lebrata

in S.

Maria

delle

Grazie

alle ore

20.30.

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«Da un inizio a un nuovo inizio» lettera pastorale

sull’Iniziazione cristiana

Diffusa l'8 dicembre, è stata annunciata dal Vescovo nella

Messa pontificale della solennità dell'Immacolata Conce-zione in Cattedrale

La lettera pastorale è corposa e ricca di spunti: merita una lettura

attenta e meditata. Non la si può riassumere in poche righe. Racco-

gliamo alcuni snodi di riflessione che si intrecciano lungo tutto il

testo.

Dopo aver richiamato come in diocesi, per merito del predecessore

vescovo Dante, l’argomento sia stato focalizzato e continuamente

richiamato, il Vescovo Antonio sottolinea la necessità di reimpara-

re a iniziare, con atteggiamento di cura e di accompagnamento, di

paziente introduzione nel grande mistero della salvezza. In questo

cammino il primo posto spetta senz’altro alla Grazia, della quale

non si è tanto custodi, ma “facilitatori”(EG n 47).

E’ posta la richiesta franca e decisa «a condividere tutti il medesi-

mo progetto, per evitare alle famiglie e ai ragazzi le sofferenze dei

cambiamenti imposti dalla soggettività dei parroci e catechisti”.

E’ da salvaguardare la centralità di ogni persona, ragazzi e adulti,

con i suoi tempi e le sue risorse per non cadere in automatismi di

legge o fiscali.

Il vescovo sottolinea che c’è ancora un lavoro da fare in primo luo-

go con le comunità: prima di evangelizzare gli altri, sono le stesse

comunità cristiane a doversi lasciare interpellare ancora dal Vange-

lo. Tale consapevolezza si fa progetto: con coraggio si chiede che

“ogni parrocchia, specie alla luce di riorganizzazione che attuere-

mo nei prossimi mesi e anni, si dia un corrispondente progetto edu-

cativo, col contributo di tutti (catechisti, famiglie, animatori di ora-

torio, altre agenzie educative …)”.

Nella stessa logica si inserisce l’attenzione privilegiata per il tempo

della mistagogia e della prima pastorale giovanile. Questa visione

progettuale trova poi attuazione nello stile di accompagnamento e

nella centralità della famiglia.

Il vescovo Antonio ribadisce che «la pastorale familiare deve inner-

vare tutta la pastorale ordinaria» e che «tutte le parrocchie garanti-

scano un accompagnamento non occasionale né superficiale nei

confronti delle famiglie» che devono respirare un clima di libertà,

di rispetto, di cordialità, insieme ad una propo-

sta franca e limpida che aiuti gli adulti a porsi

delle domande, a trovare delle luci, a prosegui-

re il cammino con gusto.

Sarà un valore da approfondire la celebrazione

unitaria dei sacramenti dell’iniziazione. Si pro-

pone una veglia di preghiera serale interparroc-

chiale presieduta dal Vescovo, che conferisce il

Sacramento della Confermazione e il giorno

seguente la celebrazione eucaristica domenica-

le in ogni parrocchia, presieduta dal parroco.