ducato nr. 7 / 2006

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il Ducato Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino Quindicinale - 7 aprile 2006 - Anno 16 - Numero 7 Internet: “Ducato on line” - www.uniurb.it/giornalismo Distribuzione gratuita Spedizione in a.p. 45% art.2 comma 20/b legge 662/ 96 - Filiale di Urbino Il mercato immobiliare è in crisi da tempo. Non si investe più sul mattone. Le trattative durano anni e il valore degli apparta- menti a Urbino non cresce oltre il 3-4%, contro un trend nazio- nale dell'8%. La causa? Il "movi- mento fiacco di studenti". a pagina 7 Mercato in crisi giù le vendite Case Sempre più studenti scelgono il Cibus, il piatto unico della men- sa universitaria. Ma una dieta settimanale a base di Cibus è corretta dal punto di vista nutri- zionale? Lo abbiamo chiesto a Elena Piatti, docente di Biochi- mica della nutrizione. a pagina 13 La dieta del Cibus fa bene? Mensa Dopo aver fatto incetta di titoli regionali (sei in tutto, due indivi- duali e quattro a squadre), An- drea Benedetti si prepara alle sue prime gare nazionali, a set- tembre, con un sogno nel cas- setto: "Andare alle Olimpiadi, anche senza vincere niente" a pagina 15 Quel ragazzino che salta 6 metri Sport Aspettando la Pasqua con balli e canti in piazza I frati francescani della Parrocchia di San Domenico ballano e cantano in piazza della Repubblica. Nei periodi di Avvento e di Quaresima i religiosi usano questo tipo di animazione per incontrare i giovani di Urbino. a pagina 3 Negozianti: “Così chiuderemo tutti” “Nessuno ci ascolta e le organizzazioni sono troppo politicizzate per pensare a noi” Per contrastare la crisi presto nascerà una nuova associazione del commercio P otrebbe sembrare la soli- ta manfrina tra chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto, ma la differenza è più sottile. E’ quella che separa due ottimisti: uno dice che la situazio- ne dell’Italia in fondo è quella che è, e siccome lui è il più bravo, meglio di così non potrebbe esse- re; mentre l’altro dice che se ci vogliamo tutti bene, si dà uno scappellotto a chi è troppo ricco e una carezza a chi è troppo povero, le cose si aggiustano. Tutti e due hanno torto e probabilmente lo sanno. Tutti e due sanno di dover fare cose ben più drastiche e impegnative di quelle che adesso ammettono. Ma tutti e due pensa- no che gli italiani non vogliono sapere la verità ed è meglio comunque non dirgliela. Vedremo come finirà. In tutto questo, che ne sarà della nostra città? Qui abbiamo un pro- blema grosso come una casa, che finora abbiamo finto di dimenti- care per aspettare le elezioni: quello dell’Università. Se vince la sinistra probabilmente si riparlerà di statalizzazione; riesploderanno le polemiche dello scorso anno? E se vince la destra? E’ abbastanza chiaro che la destra farebbe pas- sare la statalizzazione solo se le fosse garantito di entrare nella stanza dei bottoni; e probabil- mente chi decide le sorti dell’Università non ha la possibili- tà di resistere a queste pressioni altri cinque anni. Altra questione di immediato interesse: il Comune. Se, per esempio, la promessa di abolire l’Ici sulla prima casa deve essere presa sul serio (il che è dubbio) significa una stangata mortale per i Comuni, che vedrebbero asciu- garsi una delle pochissime pote- stà impositive; per fare cassa gli resterebbero quasi solo le multe. Berlusconi gioca sul velluto; la maggior parte dei Comuni sono amministrati dalla sinistra e il Governo potrebbe farsi bello con i contribuenti senza dover fare sacrifici e anzi accrescendo il suo potere di pressione sugli enti loca- li, che già si lamentano. D’altra parte c’è chi dice che il Governo, tagliando loro i fondi, li ha costretti a fare economie e a evita- re sprechi, tanto che il fabbisogno di cassa nel settore è diminuito. Anche se – dicono altri – questo discorso virtuoso non considera che gli enti più grandi sono in grado di operare sul mercato come imprenditori e attori finan- ziari, mentre quelli piccoli debbo- no arrangiarsi. Il Ducato non ha mai fatto politica e non comincerà oggi. I nostri let- tori poi sono tutti maggiorenni e sanno ragionare con la loro testa. Perciò, in questa vigilia elettorale, ci limitiamo ad augurarci e ad augurare a tutti, oltre la Buona Pasqua (perché torneremo in edi- cola nella prima settimana di maggio) anche un governo capace di risolvere i problemi nel modo migliore; quelli nostri e quelli dell’Italia. L’EDITORIALE L’ottimismo elettorale non ci serve Nascerà dopo Pasqua la prima associazione degli esercenti ur- binati. Dopo lo strappo consu- matosi nelle ultime settimane con Confcommercio e Confe- sercenti, un folto gruppo di commerciantii vuole farsi senti- re dalla giunta Corbucci. "Bisogna organizzare nuovi event per attirare più gente in cit- tà". E'questa la prima richiesta avanzata dagli esercenti in un in- contro con l'amministrazione comunale, organizzato senza le associazioni di categoria I commercianti denunciano: “La Confcommercio e la Confe- sercenti sono troppo politiciz- zate, riescono solo a dividerci”. Ma Cecchini e Passeri minimiz- zano e rilanciano alla ricerca di un accordo: “Se restiamo insie- me possiamo fare meglio”. Secondo i commercianti "Una crisi così non si era mai vista in città e il 30% dei negozi è a ri- schio chiusura". I dati comuna- li dicono, però, che negli ultimi anni gli esercizi commerciali so- no cresciuti. a pagina 4 A due anni esatti dall’avvio del- l’iniziativaper tenere pulito il cuore della città, la raccotla dei rifiuti in via Raffaello e Braman- te non soddisfa ancora cittadini e commercianti. Orari non ri- spettati spiega la Megas, ma nessuno fa le multe. a pagina 5 Il ‘porta a porta’ divide la città Raccolta rifiuti

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A cura della redazione dell'istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino

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Page 1: Ducato nr. 7 / 2006

il DucatoP e r i o d i c o d e l l ’ I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

Quindicinale - 7 aprile 2006 - Anno 16 - Numero 7Internet: “Ducato on line” - www.uniurb.it/giornalismo

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Il mercato immobiliare è in crisida tempo. Non si investe più sulmattone. Le trattative duranoanni e il valore degli apparta-menti a Urbino non cresce oltreil 3-4%, contro un trend nazio-nale dell'8%. La causa? Il "movi-mento fiacco di studenti".

a pagina 7

Mercato in crisigiù le vendite

Case

Sempre più studenti scelgono ilCibus, il piatto unico della men-sa universitaria. Ma una dietasettimanale a base di Cibus ècorretta dal punto di vista nutri-zionale? Lo abbiamo chiesto aElena Piatti, docente di Biochi-mica della nutrizione.

a pagina 13

La dieta delCibus fa bene?

Mensa

Dopo aver fatto incetta di titoliregionali (sei in tutto, due indivi-duali e quattro a squadre), An-drea Benedetti si prepara allesue prime gare nazionali, a set-tembre, con un sogno nel cas-setto: "Andare alle Olimpiadi,anche senza vincere niente"

a pagina 15

Quel ragazzinoche salta 6 metri

Sport

Aspettando la Pasqua con balli e canti in piazza

I frati francescani della Parrocchia di San Domenico ballano e cantano in piazza della Repubblica. Nei periodi di Avvento e diQuaresima i religiosi usano questo tipo di animazione per incontrare i giovani di Urbino. a pagina 3

Negozianti: “Così chiuderemo tutti”“Nessuno ci ascolta e le organizzazioni sono troppo politicizzate per pensare a noi”

Per contrastare la crisi presto nascerà una nuova associazione del commercio

Potrebbe sembrare la soli-ta manfrina tra chi vede ilbicchiere mezzo pieno echi lo vede mezzo vuoto,ma la differenza è più

sottile. E’ quella che separa dueottimisti: uno dice che la situazio-ne dell’Italia in fondo è quella cheè, e siccome lui è il più bravo,meglio di così non potrebbe esse-re; mentre l’altro dice che se civogliamo tutti bene, si dà unoscappellotto a chi è troppo ricco euna carezza a chi è troppo povero,le cose si aggiustano. Tutti e duehanno torto e probabilmente losanno. Tutti e due sanno di doverfare cose ben più drastiche eimpegnative di quelle che adessoammettono. Ma tutti e due pensa-

no che gli italiani non voglionosapere la verità ed è megliocomunque non dirgliela. Vedremocome finirà. In tutto questo, che ne sarà dellanostra città? Qui abbiamo un pro-blema grosso come una casa, chefinora abbiamo finto di dimenti-care per aspettare le elezioni:quello dell’Università. Se vince lasinistra probabilmente si riparleràdi statalizzazione; riesploderannole polemiche dello scorso anno? Ese vince la destra? E’ abbastanzachiaro che la destra farebbe pas-

sare la statalizzazione solo se lefosse garantito di entrare nellastanza dei bottoni; e probabil-mente chi decide le sortidell’Università non ha la possibili-tà di resistere a queste pressionialtri cinque anni. Altra questione di immediatointeresse: il Comune. Se, peresempio, la promessa di abolirel’Ici sulla prima casa deve esserepresa sul serio (il che è dubbio)significa una stangata mortale peri Comuni, che vedrebbero asciu-garsi una delle pochissime pote-

stà impositive; per fare cassa gliresterebbero quasi solo le multe.Berlusconi gioca sul velluto; lamaggior parte dei Comuni sonoamministrati dalla sinistra e ilGoverno potrebbe farsi bello con icontribuenti senza dover faresacrifici e anzi accrescendo il suopotere di pressione sugli enti loca-li, che già si lamentano. D’altraparte c’è chi dice che il Governo,tagliando loro i fondi, li hacostretti a fare economie e a evita-re sprechi, tanto che il fabbisognodi cassa nel settore è diminuito.

Anche se – dicono altri – questodiscorso virtuoso non considerache gli enti più grandi sono ingrado di operare sul mercatocome imprenditori e attori finan-ziari, mentre quelli piccoli debbo-no arrangiarsi.Il Ducato non ha mai fatto politicae non comincerà oggi. I nostri let-tori poi sono tutti maggiorenni esanno ragionare con la loro testa.Perciò, in questa vigilia elettorale,ci limitiamo ad augurarci e adaugurare a tutti, oltre la BuonaPasqua (perché torneremo in edi-cola nella prima settimana dimaggio) anche un governo capacedi risolvere i problemi nel modomigliore; quelli nostri e quellidell’Italia.

L’EDITORIALE

L’ottimismo elettorale non ci serve

Nascerà dopo Pasqua la primaassociazione degli esercenti ur-binati. Dopo lo strappo consu-matosi nelle ultime settimanecon Confcommercio e Confe-sercenti, un folto gruppo dicommerciantii vuole farsi senti-re dalla giunta Corbucci.

"Bisogna organizzare nuovievent per attirare più gente in cit-tà". E'questa la prima richiestaavanzata dagli esercenti in un in-contro con l'amministrazionecomunale, organizzato senza leassociazioni di categoria

I commercianti denunciano:“La Confcommercio e la Confe-sercenti sono troppo politiciz-zate, riescono solo a dividerci”.Ma Cecchini e Passeri minimiz-zano e rilanciano alla ricerca diun accordo: “Se restiamo insie-me possiamo fare meglio”.

Secondo i commercianti "Unacrisi così non si era mai vista incittà e il 30% dei negozi è a ri-schio chiusura". I dati comuna-li dicono, però, che negli ultimianni gli esercizi commerciali so-no cresciuti.

a pagina 4

A due anni esatti dall’avvio del-l’iniziativaper tenere pulito ilcuore della città, la raccotla deirifiuti in via Raffaello e Braman-te non soddisfa ancora cittadinie commercianti. Orari non ri-spettati spiega la Megas, manessuno fa le multe.

a pagina 5

Il ‘porta a porta’divide la città

Raccolta rifiuti

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il Ducato

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Fra cresce e batticuloquando Pasqua era la festa del popolo

Nel Montefeltro si festeggiava con la “brusca” al pecorino, lardo e tante uova sode.

I ragazzi annerivano le croci delle grotte per far sporcare i fedeli

Quando la colombanon esisteva ancoraSpecialità delle valli marchigiane,la crescia brusca era il piatto con cui dire addio alla Quaresima

Con la colomba condivide il periodo, con ilpanettone la forma. La crescia pasquale,nasce in queste valli per l’abbondanza diallevamenti ovini. Originariamente infatti laricetta prevedeva un abbondante uso di peco-rino; oggi molte famiglie e molti pasticcieripreferiscono il parmigiano. Ecco gli ingredien-ti: farina, olio extravergine di oliva, formaggiograttugiato, uova, sale, pepe, lievito.Ma c’è chi sostituisce il sale con lo zuccheroe condisce l’impasto con canditi e uvetta.

IL PIATTO TIPICO

Sette giorni di ritiper la ResurrezioneDalle Palme alla festa dell’Angeloattraverso la lavanda dei piedi econcerti di musica sacra

I ramoscelli d’ulivo saranno benedetti in piaz-za delle Erbe domenica 9 aprile alle 10,30.In serata l’organo della Chiesa di SanFrancesco accompagnerà la voce del sopranoGiovanna Donini. Le celebrazioni della setti-mana santa proseguono mercoledì con labenedizione degli olii in Cattedrale alle17,30. Giovedì alle 21 sempre in Cattedralela lavanda dei piedi. Alle 21 del Venerdì perle strade del centro si snoderà la via Crucis.Sabato la veglia pasquale in Cattedrale.

LA SETTIMANA DI PREGHIERA

Lunedì a spassoper le vie del centroPer chi non ama le gita fuori porta,numerosi itinerari per scoprire gli angoli segreti della città ducale

Scarpe ben allacciate e borracce piene perchi si vorrà dedicare al trekking di PasquettaL’appuntamento è alle 9,30 a Porta SanBartolo e un po’ di fatica è assicurata anchese non si lasceranno mai i vicoli ducali. Il giro della città si articolerà da Santa Chiaraa piazza San Francesco, passando per piazzaRinascimento, le scalette di San Giovanni ecorso Garibaldi. Per tirare il fiato si potràriparare al museo dell’incisione, che per l’oc-casione rimarrà aperto tutta la giornata.

LA PASSEGGIATA DI PASQUETTA

Le antiche tradizioni diPasqua rimangonosolo un ricordo deglianziani. Oggi, non cisono più. Persino tro-vare una foto è quasi

impossibile. Ma come si festeg-giava per Pasqua, quando ilritmo della vita non era così fre-netico e i bambini si accontenta-vano di un uovo sodo?Una delle tradizioni più note è lapreparazione della crescia opizza di Pasqua. Veniva fatta incasa con il lardo, anziché conl'olio, e con il formaggio pecori-no. Poi, nel dopoguerra, arrivòanche la crescia di Pasqua dolce."Allora le massaie facevano agara per chi met-teva più uova, echi poteva per-mettersi di più",ricorda l'artigia-no PippiB a l s a m i n i .Dentro le mura diUrbino, l'impastodelle cresce pote-va essere cottonei forni di bor-gata. La signoraMaria Bertozzi,che aveva unapasticceria incorso Garibaldi,ricorda i forni più importanti:"C'era il forno di Damasi, in vias. Andrea, detto il 'Botticin',oppure il forno di Donnini, detto'Bibin', in via Mazzini. 'Candido'Zanchi, in via dei Fornari. Unaltro forno al monte era diBedini, detto 'Schiuus'". Ma deiforni antichi, dice Balsamini, ne

rimane solo uno risalente al '500al Borgo Mercatale, nascosto nelvano di un camino.Per mangiare le cresce, si aspet-tava rigorosamente il giorno diPasqua: "Era una cosa un po' tri-bale - spiega il professor MicheleGianotti, consigliere dell'asso-ciazione Pro Urbino - in campa-gna si facevano 40 uova sode atesta più una pizza di Pasqua.Ognuno se li teneva in camerada letto, nei comodini. Poimagari andavano a male e quin-di facevano una gran puzza".I riti più importanti, dopo ladomenica delle palme, iniziava-no il giovedì santo con la visita aisepolcri. "Le parrocchie faceva-no a gara per allestire il migliorsepolcro e nel pomeriggio delgiovedì le famiglie andavano a

visitarli, semprein numero dispa-ri", ricordaGianotti. AFermignano, perseguire la proces-sione del venerdìdi Urbino, si anti-cipava la proces-sione del Cristomorto, una tradi-zione che risale alSettecento.Il venerdì si cele-bravano le tre oredi agonia nella

chiesa di san Francesco. Dopo lamessa, le campane venivanolegate perché i loro rintocchinon disturbassero il lutto citta-dino. E per annunciare le funzio-ni, i ragazzini suonavano unostrumento di legno, la 'batracco-la'. "Dopo la messa - ricorda ilprofessor Tonino Antonelli - imembri della confraternita di

sant'Andrea Avellino, incappuc-ciati di bianco, andavano nellegrotte del Duomo. Lì, nella cap-pella centrale, il crocifisso veni-va schiodato e deposto in unaspecie di catafalco basso. Duecanonici del duomo, membridella confraternita del Crocifissodella grotta, vestiti con un saionero, benedicevano la corona". Sabato a mezzogiorno si scio-glievano le campane. "Durante ilsuono - dice Gianotti - tutti cor-revano a bagnarsi perché si dice-va che l'acqua fosse benedetta". Ma la domenica e il lunedì eranoi giorni della festa: la domenicadi Pasqua iniziava con la cola-zione a base di uova sode e cre-scia a volontà "senza far cadere

briciole a terra, perché eranobenedette". Poi seguiva il pranzocon passatelli in brodo e costinedi agnello fritte. Per Pasquetta le famiglie divide-vano la giornata tra preghiera,giochi e cinema. Molti andavanoa pregare nelle grotte del Duomoper chiedere l'indulgenza, reci-tando in ginocchio una preghie-ra per ogni scalino. Il giro delperdono risale alla fine delQuattrocento, quando l'indul-genza fu concessa ai duchi diUrbino e la gente andava a pre-gare nella cappella del palazzoducale. Nel 1631, con l'arrivo dellegato pontificio, ci si spostò apregare nell'oratorio delCrocifisso delle grotte.

Per i ragazzi il giro del perdonoera anche una fonte di diverti-mento: "I giovincelli imbrattava-no le croci con il nero delle scar-pe - racconta Gianotti - e lagente che le toccava, dato che legrotte erano molto buie, uscivatutta nera". In campagna si passava la gior-nata giocando a "batticulo".Ciascuno aveva a disposizioneun solo uovo sodo e con questodoveva colpire quello dell’avver-sario. Vinceva chi rimaneva conil proprio uovo intatto dopo averrotto quello degli altri. Gli abi-tanti delle campagne, armati dicresce e fiaschi di vino, andava-no al cinema, che per l'occasio-ne offriva gli spettacoli gratis.

CONCITA MINUTOLA

Nei giornidi Passionesi udiva solo

il rumoredi batraccoleLe campaneerano legate

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PRIMO PIANO

Ma molte tradizioni restano relegate nel libro dei ricordi e nelle memorie

“Balli in piazza per portarvi in chiesa”È

martedì sera, le casse sparanoad alto volume le note di unacanzone per bambini nella

piazza centrale di Urbino. La folla diragazzi si apre. Chi si aspetta unconcerto rock sarà stupito: sotto ilportico c'è un gruppo di frati fran-cescani. Solo loro che suonano, ballano,cantano e usano gli amplificatoriper coinvolgere giovani e meno gio-vani nella loro animazione in piaz-za. Lo scopo è nobile: attirare iragazzi alla celebrazione dellamessa della sera nellaparrocchia universitariadi San Domenico. Neiperiodi di Avvento eQuaresima, da qualcheanno, dopo le sette disera piazza dellaRepubblica cambiavolto: sembra il sagratodi una chiesa. "Questeiniziative servono adaumentare le evangeliz-zazioni" spiega GianlucaCesaroni, che a Urbinorappresenta i frati mino-ri francescani. "Per que-sto ci facciamo aiutareda frati che vengono dafuori, Jesi, Loreto e avolte Assisi, per farconoscere ai giovani inostri incontri. Di solitone facciamo tre durantel’Avvento, quattro o cin-que nel periodo dellaQuaresima. Partiamodalla Bibbia per arrivare a toccare itemi più vari, in una cornice di festacome quella della musica e delcanto".

L'attività della parrocchia universi-taria di san Domenico è iniziatapochi anni fa: da allora i giovanivanno e vengono con affluenza eimpegno altalenanti. "Il nostro lavoro si basa soprattuttosul contatto personale - ci spiegafra' Gianluca - andiamo a trovare glistudenti ai collegi e anche a casa, sea loro fa piacere. Molti, in questianni, sono tornati alla fede dopoche un rapporto conflittuale con laChiesa li aveva allontanati. Un suc-cesso per noi che puntiamo tutto

sull'essenzialità e la povertà, tantoche non raccogliamo nemmenoofferte la domenica". L'idea che ifrati propongono è quella di unachiesa aperta a tutti, che possaaccogliere le persone in ognimomento. A Urbino i francescanipuntano sulla forza del gruppo: afare animazione sono una decina eognuno punta sulle sue capacità e ilsuo modo di essere creativo. Mentrefra' Roberto balla, fra' Luciano fa ilgiro della piazza con lo stile e laconversazione semplice che fa

parte del Dna francescano. "Noncerchiamo di fare adepti, nécostringiamo nessuno a venire inparrocchia, lasciamo tutti liberi"dice fra' Gianluca. "Certo ci sonoanche difficoltà, c'è chi non ti acco-glie o ti rifiuta, ma ci sono anchetante persone che vengono da noi aconfessarsi dopo anni. La domenicasera a messa ci sono sempre tra le70 e le 80 persone tutto l'anno". Urbino è l'unica città universitariadelle Marche dove i frati cercano diavvicinare gli studenti e parlare con

loro, stimolando la lorocuriosità anche con ilballo in piazza. Una“pastorale di strada”,come la definisconoloro, che segue soprat-tutto chi non è inqua-drato in un'associazionecattolica e si scontra conil continuo ricambiodegli studenti in città.Un percorso che conti-nua anche dopo laQuaresima. Finiti gli incontri delmartedì sera, ogni terzogiovedì del mese la chie-sa di san Francescorimarrà aperta tutta lanotte per l'adorazionedel Santissimo. E duran-te il mese di maggio, chela liturgia dedica aMaria, i frati hanno giàpronta la tabella di mar-cia. Reciteranno il rosa-

rio nelle case degli studenti e, il 24,andranno in pellegrinaggio adAssisi.

(a.m.)

Il dizionario del dialetto urbinate, compilatodal professor Michele Gianotti, definisce labatraccola come "uno strumento rudimentalecostituito da una tavola a forma di taglieresulle cui superfici sono incernierati gli estre-mi di due ferri ricurvi”. La batraccola era suo-nata nelle chiese e nei monasteri per richia-mare i fedeli alle funzioni religiose. A partiredal giovedì santo le campane erano legateperchè non suonassero durante i giorni dilutto prima della Pasqua.

SUONI ANTICHI: LA BATRACCOLA

Al centro:processionedel CristoMortoa FermignanoQui accantola batraccolaa sinistra la crescia

Fra’ Roberto (a destra) e un suo confratello animano con canti e balli piazza della Repubblica, nel momento delsuo maggiore affollamento. Qualcuno si lascia coinvolgere

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Commercianti in rivolta“Uniti contro la crisima nessuno ci ascolta”

Presto formeranno un movimento autonomo

Confcommercio e Confesercenti sotto accusa:il 30% delle attività rischia di chiudere.Ma dal Comune: “Ci sono sempre più negozi”

Discussioni, assem-blee pubbliche,dibattiti interni,ma la campagnaelettorale nonc'entra. Niente

destra contro sinistra. Ad esserearrabbiati questa volta sonotutti i commercianti e gli eser-centi di Urbino che stannovivendo settimane di pieno fer-mento. Questo stato di agitazio-ne porterà, dopo Pasqua, allanascita di unanuova associa-zione. Gli eser-centi di Urbinoper la prima voltasi riunirannosotto un'unicasigla indipen-d e n t e .Confesercenti eConfcommerciohanno già datoun plauso ufficia-le a questa inizia-tive e gli auspici"di una azionecomune che può essere ancorpiù fruttuosa". Ma, nonostantele parole al miele, lo strappo trabuona parte dei commerciantidella città e le associazioni dicategoria appare ormai un fatoassodato. Altrettanto indiscuti-bile è il crescente malcontentodegli esercenti nei confronti del-l'amministrazione comunale."Una mobilitazione così dai com-

mercianti di Urbino non si eramai vista, ma la protesta nasce dauna situazione di disagio che nonsi può più ignorare" spiega LuigiCecchini della Confcommercio,bersaglio, quanto la giuntaCorbucci, delle proteste deglioperatori del settore. "Questanuova associazione servirà adialogare direttamente conl'amministrazione" diceRiccardo Nucelli, gestore dellapizzeria il Buco."Confcommercio, Confesercentie CNA - gli fa eco il suo socioAndrea Sergenti - sono troppo

politicizzate perbadare ai nostriproblemi concre-ti: fin ora sonostati bravi solo adividerci".La rottura tra icommercianti ele associazioni dicategoria si èconsumata uffi-cialmente allafine di marzo,quando in un'au-la consiliare gre-mita, più di 50

esercenti hanno voluto incon-trare la giunta comunale esclu-dendo dalla riunione i rappre-sentanti di Confcommercio eConfesercenti. Più eventi, più manifestazioniper spingere la gente a venire aUrbino. Queste, in sintesi, lerichieste dei commercianti alSindaco. Come dire i grandi pro-getti per il futuro ci vanno bene,

ma la crisi è adesso e c'è bisognoche un po’ di soldi ricomincinoa girare, e alla svelta. Ma tra inegozianti, i baristi e gli alberga-tori c'è la consapevolezza che lacrisi del commercio è tutt'altroche un episodio congiunturale. "La mia famiglia gestisce questatabaccheria da 150 anni - rac-conta Claudio Boni - io lavorodietro questo bancone da un po'meno tempo, ma abbastanzaper dirle che una crisi così non siera mai vista. Se non si prendo-no dei seri provvedimenti entrodue anni almeno il 30% degliesercizi dovrà chiudere." Eppure i dati dell'assessoratoalle attività produttive, a unaprima lettura, sembrano dire ilcontrario. “Negli ultimi due anni- dice il dirigente MarioPellegrini - sono nati 15 nuovinegozi e due ristoranti, mentresono solo due le attività chiusenel centro storico che ancoradevono essere rilevate da nuovigestori. Il saldo, per quanto ciriguarda è chiaramente postivo”.Ma è lo stesso assessore compe-tente, Donato Demeli, a spiega-re che "si tratta di dati bugiardiche non fotografano affatto ildeclino commerciale che la cittàsta vivendo in questi anni.Infatti - continua l'assessore -nonostante col commercio nonsi facciano più gli affari di unavolta, l'unica cosa che scoraggiagli esercenti a vendere è che inquesto momento non ci sarebbenessuno disposto a investire peracquistare un negozio a

Urbino."E' il presidente dellaConfesercenti DomenicoPasseri a spiegare ancora conpiù chiarezza la situazione:"Dall'esterno, questo declinonon si percepi-sce. Per i clientinon cambianiente se chiudeun negozio ‘sto-rico’ e al suoposto ne apre unaltro. Ma lasostanza è bendiversa perché -continua Passeri- le nuove gestio-ni nascono quasitutte per iniziati-va di gruppettidi giovani ine-sperti che non hanno né l'e-sperienza né il capitale per reg-gere alle prime difficoltà. Perquesto purtroppo dobbiamotristemente notare che, anchese il turnover può sembrare unfatto positivo, in realtà i nuovinegozi spesso non superanol'anno di vita". Adesso il timore di tutti è chepresto gli effetti della crisi

cominceranno a manifestarsi inmaniera più evidente. Nonpotendo fare i conti in tasca atutti i commercianti di Urbino,ci limitiamo a constatare cheuna protesta di tale entità da

parte della cate-goria per la città èun fatto inedito. Alla riunionec h i a r i f i c a t r i c econvocata daConfcommercioe Confesercentilo scorso 3 Aprile,nella salaSerpieri, c'eranoquasi 70 esercen-ti con qualcosada suggerireall'amministra-zione Corbucci.

Dopo Pasqua hanno in progettodi costituirsi come associazione,per avere più forza, per parlarecon una voce sola. L'orecchio della giunta dovràforse fare qualche sforzo in piùper ascoltare questi cittadini cheper riunirsi hanno persinodovuto pagare al Comune 30euro di affitto per i locali con-cessi.

“Associazionidi categoria

troppo politicizzateper badareai nostri

interessi”

Passeri:“Le attività crescono

di numero,ma crolla

il loro valore di mercato”

PAOLO RUSSO

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CITTA

Rifiuti fuori tempo massimoDopo due anni di raccolta porta a porta troppi cittadini non rispettano le regole

I negozianti del centro: “I netturbini dovrebbero passare più spesso e i vigili non fanno abbastanza multe”

Meglio in stradache in cucina.Già perché seieri erano bruttii cassonetti inpiazza delle

Erbe, il gioiello del centro diUrbino, oggi non sono certo bellii sacchetti appoggiati ai muri divia Raffaello, vicino alle vetrine dibar, profumerie e macellerie. Maa Urbino, come succede un po'ovunque in Italia, meglio sporca-re una strada, di tutti, che teneredue sacchi di spazzatura in casaper qualche ora in più. Tra una lamentela e l'altra, i nego-zianti di via Raffaello propongonoanche soluzioni. "Dovrebbero passare più spesso"

si lamentano alla rosticceria ilGirarrosto di piazza delle Erbe."Certe volte mi sono anche trova-ta a portare il sacco dall'altraparte della strada da sola" dice lasignora Cecilia che possiede illocale. Davanti all'erboristeria "laMandragola" si trovano spessopiccole montagne di rifiuti aridosso della vetrina. "Se non si rispettano gli orarisarebbe meglio rimettere i casso-netti in piazza delle Erbe, magaricon una soluzione esteticamentepiù piacevole". "Li senti che mentre passeggianosi stupiscono di questo stato dellestrade. Loro non lo sanno che isacchetti non dovrebbero essere lìa quell'ora". Parla dei turisti laproprietaria del negozio di abbi-gliamento sportivo Gemeas.Chissà se i visitatori pensano chesia normale a Urbino tenere l'im-mondizia in strada? "Io i miei sca-toloni li piego, li metto in macchi-na e li porto via da sola. Nonsaprei dove metterli mentreaspetto che passi la Megas".Insomma è tutto un problema diorari. Dalle 2 alle 4 del pomeriggioper i residenti e dalle 5 alle 6 per icommercianti. Ma lo sanno dav-vero tutti? Alcuni studenti pare dino. "Si svegliano tardi, magarifanno feste la sera prima e, primadi andare a lezione, portano instrada i sacchi che, se va bene,

restano lì sotto gli occhi e il nasodi tutti. Altre volte ci pensano icani e i gatti e spargere in giroquello che c'è dentro". L’ agenziaimmobiliare Cangini ha ancheappeso cartelli sul portone delpalazzo per evitare che invecedella strada si riempisse l'andro-ne. Alcuni pensano che la multi-servizi urbinate dovrebbe spiega-re meglio le regole. Per il resto che"i ragazzi della Megas sono bra-

vissimi" lo dicono tutti.Negli uffici del Sasso SandroPicchi, il dirigente dell'area IgieneAmbientale, ha raccontato alDucato perché questa storia stadiventando un problema, seppursotto controllo. "Con l'ordinanzacomunale di due anni fa voleva-mo togliere i cassonetti dalla viepiù importanti del centro, comeavviene in tutte le città d’arte",spiega Picchi. "Ma quando trovia-

mo la roba per strada in oraridiversi da quelli consentiti, nonpossiamo lasciarla lì" e la conse-guenza è una sola. I netturbiniche dovrebbero solo svuotare icestini e spazzare le strade sonocostretti a raccogliere i sacchi del-l'immondizia, perdendo tempo efacendo spendere di più a tutti,perché lavorano in orari di straor-dinario. Insomma è un problemadi "coscienza comune" fa notare

Picchi , rivolgendosi a tutti i citta-dini e non solo agli studenti. C’è poi chi ricorda che ci sonoanche le sanzioni: fino a 154euro. Ma pare che per un po’ dispazzatura non si debba arrivarea tanto, visto che ci è bastato fareuna passeggiata martedì mattina,intorno alle 11, per vedere sacchisacchetti e sacchettini davanti adiversi portoni, anche vicino allacasa di Raffaello.

Elezio ni

Come si vota

Una sola croce sul simbolodel partito scelto. Questo èl’unico modo consentitoper votare: ogni altrosegno, compresa l’indica-zione del nome del candi-dato, comporterà l’annulla-mento del voto. Si vota per il rinnovo deidue rami del parlamento.Due le schede: fucsia perla Camera, gialla per ilSenato.

Quando e dove

Le urne saranno apertedomenica 9, dalle 8 alle22 e lunedì 10, dalle 7 alle15. Bisogna presentarsi alseggio con documento d’i-dentità e tessera elettora-le, che potrà essere ritira-

ta, da chi l’ha smarrita onon l’ha ricevuta, all’ufficioelettorale durante tutto losvolgimento delle consulta-zioni.Nel Comune di Urbino sonostati allestiti 19 seggi piùuno mobile all’ospedale.Otto sono nel comprenso-rio cittadino, i restanti sonodislocati nelle frazioni (daSchieti a Cavallino, daPallino a Trasanni, daGadana a Torre, daCanavaccio a Mazzaferro,da Montesoffio a Pieve diCagna). Solo otto seggisono privi di barriere archi-tettoniche. In due seggialla scuola elementare divia Piansevero ci saranno irilevatori degli exit poll.A Fermignano sono apertiotto seggi, sei nella scuolaelementare della città, uno

a Calpino e uno a Pagino.Tutti quanti sono accessibi-li ai disabili.

Quanti votano

A Urbino sono chiamati alrinnovo della Camera12.115 votanti (5.801uomini e 6.314 donne). Peril Senato potranno votarein 11.139 (5.333 maschi e5.856 femmine). Alle scor-se elezioni politiche, votòl’84,99% degli aventi dirit-to.Sono 6.119 i votanti per laCamera a Fermignano(3.002 maschi e 3.117femmine). Al Senato posso-no votare 5.550 fermigna-nesi (2.712 uomini e2.838 donne). Il 13 maggio2001 votò l’86,75% degliaventi diritto.

Servizi per chi vota

Gli abitanti di Scotanetopossono raggiungere il seg-gio a Torre con una navettadel Comune di Urbino.Anche anziani e disabilipossono chiedere un tra-sporto gratuito contattandol’ufficio elettorale. Lo stes-so servizio è attivo aFermignano, dalle 9 alle12 e dalle 14 alle 19 didomenica e dalle 9 alle 12di lunedì.Chi deve essere accompa-gnato al seggio può ottene-re il certificato medico aldistretto sanitario. A Urbinodalle 10 alle 12 e dalle 15alle 17 di domenica e dalle8,30 alle 9,30 di lunedi, aFermignano dalle 8,30 alle10,30 di domenica 9.

LORENZO LUZI

Qui a fianco:sacchi dell’immondiziaabbandonatiin via RaffaelloSopra la mappacon l’aerea del servizioporta a portadella Megas

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fisiatriche che rispetta i tempid'attesa è passata dal 19% al63%, quello delle visite neuro-logiche è cresciuto di 20 puntifino al 47% e l'ecodoppler èsalito dal 62 all'81%. Per le Tacaddominali e celebrali, infine,tutte le visite si svolgono neitempi previsti.Difficile in questo momentoanalizzare i dati perché l'Asurdi Urbino attende la nominadel nuovo direttore di zona efino a quel momento i tecnicipreferiscono non commenta-re. Complessivamente la situa-zione nelll'azienda ospedalie-ra di Urbino è definita buona,anche se si può sempre faremeglio. Lo stesso migliora-mento che aveva chiesto atutte le Asl italiane il ministerodella Salute. Non più di unmese fa, Francesco Storaceaveva annunciato di volerridurre drasticamente i tempiper ottenere una visita e avevainvitato le aziende ospedalieread avviare il monitoraggio suuna cinquantina di prestazionientro luglio. Nel giro di quat-tro settimane ècaduto il ministroe del provvedi-mento non siparla più. "Almomento il pianonazionale per itempi d'attesarisulta piuttostoconfuso - spiegaRita Paolinid e l l ' A g e n z i aregionale sanita-ria delle Marche -i tempi, infatti,sembra debbanoessere indicati daciascuna regione"con il rischio dicreare forti dis-uguaglianze fra,ad esempio, unmarchigiano e uncalabrese. L'amministrazioneregionale ha quindi scelto dimigliorare la qualità del servi-zio sanitario lavorando sullepriorità: "Bisogna - concludela Paolini - separare più chia-ramente le visite urgenti daquelle meno".

Visite in lista d’attesaPer un appuntamento con un oculista servono 35 giorni

Negli ultimi due anni a Urbino tempi allungati per sei prestazioni su dodici

Quandoscommettereè una malattia

Gioco d’azzardo

MONICA NARDINI

“Basterebbe, almeno un volta,non perdere il dominio disé" scriveva nel 1866 FëdorDostoevskij, uno dei piùcelebri azzardo-dipendentidella storia, nel romanzo "Il

giocatore". Una frase più attuale che mai,visto che circa 900 mila italiani sono intrap-polati oggi nella morsa del gioco d'azzardopatologico. Una disturbo mentale che alterala capacità di controllo dell'impulso a scom-mettere e può quindi distruggere sogni, affet-ti, risparmi di molte persone e dei loro fami-liari. Urbinati compresi."Molte persone si rivolgono a me in veste pri-vata - conferma lo psicologo Loreto RobertoReale, responsabile del Servizio pubblico perle tossicodipendenze della città - per chieder-mi di intervenire su un loro familiare oamico". Urbinati di tutte le età, soprattutto35-40enni, attratti come calamite da varietipologie di gioco, tra cui il lotto, le scommes-se online e le macchinette che regalano vin-cite in denaro, diffuse nei locali del centro. Ildottor Reale li indirizza a colleghi o a struttu-re private perché nella provincia non esisto-no strutture pubbliche specializzate nellaterapia contro la dipendenza dall'azzardo.Giuseppe Lavenia, responsabile del settoreNuove dipendenze del centro studi "Nostos"di Senigallia, conferma di aver ricevuto diver-se telefonate da giocatori urbinati o dai lorofamiliari."Un anno fa ci ha contattato un uni-versitario che spendeva, ogni due giorni, finoa 450 euro nei centri scommesse. Si eraaccorto di aver superato il limite ed è riuscitoad affrontare il suo problema". Un'eccezione,visto che la maggior parte dei giocatori pato-logici non ammette la dipendenza, anzi: laminimizza o la nega. Molti si illudono dipotersi controllare, definiscono la loro attivi-tà un "vizio", non sospettano di essersi intos-sicati con un veleno il cui antidoto potràessere scoperto solo grazie all'aiuto di unopsicoterapeuta. Tra di loro vi sono anche numerosi scommet-titori in borsa. Il dottor Lavenia, che è anchecultore della materia di Psicologia delledipendenze nell'ateneo di Urbino, e MorenoMarcucci, docente del medesimo corso,hanno infatti condotto uno studio su coloroche effettuano via Internet compravendite dititoli per conto proprio o di terzi (il cosiddet-to "trading on-line", considerata una formadi gioco d'azzardo). Nel 2005 sono stati inter-vistati nella provincia 60 operatori del settorefinanziario, soprattutto soggetti che investo-no in borsa per lavoro e bancari che speri-mentano il trading per curiosità o per tentarela sorte: il 15% è risultato dipendente.

GUIDO MAURINO

Un dolore, un pic-colo disturbo, ilconsulto colproprio medicodi famiglia escatta la richie-

sta di una visita specialistica odi un esame. Si va a prenotaree si attende. Ma quanto? La convezione stato-regionidel 2002 fissa in 30 giorni iltempo d'attesa per una visita ein 60 giorni quello per unesame strumentale. Limiti chenon sempre vengono rispetta-ti, anche nell'Asur 2 di cuiUrbino fa parte. Per una visitaoculistica la media è di 35giorni, per una cardiologica ouna ortopedica si scende a unmese. Sono questi gli ultimidati raccolti dall'azienda sani-taria di Urbino per conto delministero della salute e chefanno riferimento all'ottobredel 2005. Altri dati, poi, sonoraccolti ogni tre mesi dallaRegione. L'assessorato allaSanità monitora 16 diverseprestazioni per verificare sesono fornite nei tempi fissatidalla convenzione stato-regio-ne. Anche qui le note dolentiriguardano soprattutto l'oculi-stica dove solo il 30% deipazienti viene visitato entroun mese. Nel confronto fral'ultima rilevazione del gen-naio 2006 e quella dell'ottobredel 2004, salta all'occhio unnumero: due anni fa i pazientivisitati in tempo erano il 62%,vale a dire 637 contro i 340attuali. Peggioramenti ancheper quel che riguarda le visitecardiologiche (dal 67% al 56%dei pazienti per i quali sonostati rispettati i tempi d'atte-sa), quelle oncologiche (dal100% al 93%), la gastroscopia(dal 94% all'81%); e in modopiù lieve l'ecografia addomi-nale (dal 100% al 98%) e le visi-te urologiche (dal 48% al 47%). Se l'Asur 2 deve registrare unpasso indietro per sei presta-zioni su dodici, d'altra parteper quattro tipi di accerta-mento la situazione è miglio-rata: la percentuale di visite

il Ducato

6

La media dei giorni d’attesaper una visita medica

Ecografia addome

Ecocolor doppler

Eso-fago-duodeno-scopia

Radiografia celebrale

Visita ortopedica

Asur Pesaro

34

14

24

52

52

Asur Urbino

Radiografia della colonna

Tac dell’addome

Tac del capo

Visita cardiologica

Visita oculistica

28

32

28

/

/

27 2

2827

30 14

35 30

30 20

Sopra, la tabella sui giorni medi di attesaper ottenere una visita medica. I dati si

riferiscono all’ultima rilevazione fatta per ilministero della Salute nell’ottobre 2005

CITTÀ

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Mattone in crisiCara casanon ti compro piùI prezzi sono ormai stabili, ma acquistare un immobile non è più un investimentoanche perché ci sono sempre meno studenti

È finito da anni il boom degli affari

C’è un dato sututti chespiega las i t u a z i o n edella com-p r a v e n d i t a

immobiliare meglio di ognialtro. Oltre ai prezzi, allemetrature e alla posizionedegli appartamenti, sicura-mente si deve parlare delladurata delle trattative. Questa è solo una piccola sto-ria, ma è lampante per descri-vere in un flash il mercato. Unagente ha fatto vedere unappartamento alla Piantata adalmeno 100 coppie in un anno,ma le chiavi penzolano ancorain negozio.La tendenza, stando a quantodicono le agenzie immobiliari,è di un rallentamento del mer-cato. Le cause sono varie, matutti puntano il dito sul fattoche non ci sono più tanti stu-denti come anni fa e di conse-guenza ci sono meno investi-menti.“Prima c’era chi compraval’appartamento per il figlio, cimetteva in affitto altri ragazziper coprire la spesa e guada-gnare - spiega Cioppi dell’a-genzia Keep Casa - oggi il mer-cato è fermo. Questo ancheperché i proprietari a voltefanno richieste pretenziose. Cisono monolocali da capogiro.Oggi mediamente per conclu-dere un affare ci vogliono quat-tro mesi e si parla sempre diappartamenti piccoli, circa 70metri quadri, perché sopra i 90metri quadri è difficile trovareacquirenti”.Quanto costano gli apparta-menti? È tutto diversificato inbase alle zone: in centro daiduemila euro al metro quadrofino a tremila se è ristrutturato.In zona ospedale sui duemilaeuro. Ma anche a 1.700, come aGadana. La grande stagione è stataquella degli anni ’90. I prezzicrescevano, poi dal 2000 c’èstato un rallentamento, che ècoinciso - dicono in coro alleagenzie - con la diminuzionedel numero degli studenti. Ecosì, se il trend nazionale vedeil valore degli immobili cresce-re dell’8%, a Urbino non si vaoltre il 3-4%.Prezzi dunque più bassi rispet-

to a quelli di Pesaro o Cattolicadove un appartamento vicinoal mare arriva anche a 4.000euro al mq, mentre in periferiaa Pesaro si va dai 1.800 ai 2.500euro al metro quadro. Ma diinvestimenti se ne parla sem-pre meno. “Ci sono menorichieste - spiegano all’agenziaimmobiliare Il Duca - La com-pravendita era dovuta soprat-tutto agli investimenti, ma orac’è meno gente che entra inagenzia. È un trend che durada inizio stagione”. Non dipende solo dal “movi-mento fiacco di studenti”come spiega il consulenteimmobiliare Roberto Ederadella Multigest. “Adesso nonc’è più la corsa ad acquistareimmobili a tutti i costi comeuna volta quando si investiva

agenti - non sono tanti e laconcorrenza è aumentata. Ilboom di costruzioni è statonegli anni ’80, ma ancora oggicresce il numero delle agenzie:sono più di 20. Si lavora molto con gli affitti ec’è chi è stanco della compra-vendita. “È tutto fermo, non sivende più niente e c’è tantaconcorrenza”, spiega Serafinidell’agenzia Feltresca. “Io hotrent’anni di esperienza, hoseguito tutte le vicende del-l’immobiliare urbinate. Diecianni fa c’era un mercato parte-cipato e un ottimo giro di inve-stimenti. Compravano, vende-vano e arrivavano anche asborsare 7-8 milioni di lire almetro quadro. Ma ora i tempisono cambiati, io sono stancoe tra poco mi ritiro”.

per affittare agli studenti. Ilproblema è anche per le primeabitazioni. Le giovani coppiecercano di acquistare, ma c’èun alto tasso di lavoratori pre-cari e le banche non concedo-no facilmente finanziamenti achi non ha un reddito fisso eun lavoro fisso. Capita di farvedere case, trovare il clienteinteressato, ma poi non se nefa nulla perché non riesce adavere il mutuo anche se i tassidi questi periodi sono moltoconvenienti. E comunque letrattative si sono notevolmenteallungate. La gente ci pendasu, punta sempre all’affare ecerca di trovare i soldi. Quindise prima in due mesi si conclu-deva ora ce ne vogliono sei”.Un altro problema è il fatto chegli immobili - come dicono gli

LUIGI BENELLI

Prestito d’onore per studiareAteneo e Banca delle Marche firmano la “Magna Charta”

Continuare a studiare a Urbinoanche senza i soldi di mamma epapà adesso è possibile.

La Banca delle Marche, infatti, ha strettoun accordo con l’università della cittàducale, per finanziare le spese degli stu-denti, dall’iscrizione al materiale didat-tico, passando per vitto e alloggio.Si chiama “Magna Charta” ed è unprestito d’onore a condizioni age-volate. Non serve una garanziaparticolare per ottenere i soldi eneanche la firma dei genitori.Basta andare in una qualsiasi filia-le della banca, chiedere il finanzia-mento e firmare la polizza assicu-rativa “Futuro Difeso”, come unicagaranzia dell'estinzione del presti-to.Il patto fra l’istituto e l’ateneo èstato siglato la settimana scorsa egià sono fioccate le telefonate inbanca per saperne di più.“Abbiamo ricevuto diverse richie-ste di chiarimenti - spiega la vice-titolare della filiale di via Veneto,Silvia Maria Rosa Marrè - e ciaspettiamo che questo prodotto dia unvalore aggiunto sia alla banca che all’u-niversità. Inoltre, ci auguriamo che siaun valido sostegno per gli studenti”.Ma vediamo nel dettaglio di cosa si trat-ta. Anzitutto, possono chiedere il presti-

to i ragazzi iscritti al biennio di laureaspecialistica, compresi quelli che inizie-ranno il corso fra 6 mesi, gli studenti deimaster e quelli dei dottorati di ricerca. Ilfinanziamento varia da sei a dodicimilaeuro con un rimborso semestrale in cin-que anni. I tassi sono agevolati: il mini-

mo aziendale per il tasso a creditoe il 2,35% per il tasso a debito, chescende addirittura al 2,10% per glistudenti che inizieranno i corsi fra6 mesi. In sostanza si tratta di unvero e proprio conto corrente, contanto di carta bancomat gratuita epossibilità di consultare i movi-menti su Internet. Gli interessisono liquidati una sola volta l’an-no, al contrario dei normali conticorrenti, che prevedono una liqui-dazione trimestrale. Ma ci sonoanche dei requisiti minimi: per chiè iscritto alla laurea specialistica, sideve conseguire almeno il 50% deicrediti formativi, per il master e ildottorato, invece, basta la regolarefrequenza e l’ammissione all’even-tuale secondo anno.

Un finanziamento che si basa sul model-lo di quelli americani. “Con MagnaCharta - conclude Silvia Maria RosaMarrè - il sistema bancario italianodimostra di essere al passo con gli altripaesi industrializzati”. (l.b.s.)

Tassi agevolatiper specialistichemaster e dottorati

Il finanziamento va da sei a dodicimila euro, con un interesse

del 2,35 per cento

Nella foto in alto,un’agenziaimmobiliarenel centrostorico di Urbino

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ECONOMIA

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il Ducato

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Raffaello e la vacanza dei gentiluominiDa giugno il ritratto di Andrea Navagero e Agostino Beazzano a Palazzo Ducale

Una gita in cam-pagna, un grup-po di amici econoscenti chediscutono di artee letteratura.

Siamo nel 1516, nel cuore delRinascimento. Nella comitivadi personaggi illustri ce n'è unopiù famoso degli altri. ÈRaffaello Sanzio, il giovane pit-tore urbinate. I suoi compagnidi viaggio sono lo scrittoreBaldassarre Castiglione e gliumanisti Andrea Navagero eAgostino Beazzano.La scampagnata alla VillaAdriana di Tivoli, raccontata daPietro Bembo in una lettera alcardinale Bibbiena, potrebbeessere la fonte di ispirazionedel doppio ritratto dei dueumanisti, che il pittore urbina-te dipinse proprio quell'anno eche, dal 25 giugno al 24 settem-bre, farà tappa nella sala deltrono del Palazzo Ducale diUrbino. Qualche mese di "sog-giorno" per un quadro che nonè mai stato esposto in città. Cinquecento anni dopoRaffaello, o meglio il suo dipin-to, è dunque protagonista di unlungo viaggio. Dalla GalleriaDoria Pamphilj di Roma, che loospita in modo permanente, ilquadro si sposterà infatti nellacittà ducale. Raffaello torna aUrbino, dove è nato e cresciutoe dove ha ricevuto la prima for-mazione artistica grazie allabottega del padre GiovanniSanti, anche lui pittore. Il ritratto di Navagero eBeazzano in realtà è abituato aben altri spostamenti: nella sualunga storia è stato trasportatoda Roma a Venezia, dove vive-vano gli intellettuali che l'ave-vano commissionato, passan-do poi per Padova e tornandoinfine nella capitale, dove glistorici ne segnalano di nuovola presenza nel 1603. Un'opera straordinaria, comel'ha definito la SoprintendenteLorenza Mochi Onori, cheinaugura un percorso dedicatoa Raffaello. Il pittore tornanella sua città natale dopo unlungo dibattito, che si è riacce-so quando il critico d'arteVittorio Sgarbi ha propostouna mostra di tutti i suoi qua-dri sotto i torricini. Una mostracomplessiva definita impossi-bile dalla Soprintendenza e dalComune, sia per la difficoltà difar arrivare tutti i quadri incittà, sia per gli altissimi costidi un'operazione simile. "L'arrivo di una sola opera -spiega Lorenza Mochi Onori -riflette un cambiamento che siavverte nell'arte. Le mostreenormi e costosissime nonincontrano più il favore delgrande pubblico, spesso fra-stornato dalla grande quantitàdi quadri. Perché i musei li pre-stino e rischino di farli viaggia-re l'esposizione deve avere unagrande e riconosciuta rilevanzascientifica". Niente di più adatto, dunque,del doppio ritratto di Navageroe Beazzano per avviare un per-

corso che onori il più impor-tante figlio della città. Un pro-getto che si propone di portarea Urbino altre opere diRaffaello e i più importantiesperti della materia."Vogliamo dare vita a un pen-satoio permanente sulla suapittura, che rappresenta unpunto di riferimento artisticoimpor tantiss i-mo" ha com-mentato l'asses-sore alla culturaLella Mazzoli.L'arrivo delritratto proseguesulla scia di unpercorso già ini-ziato, perché siricollega ideal-mente all'espo-sizione dellaFornarina, cherisale al 2001.Un dipinto dellostesso tipo chesimboleggia temi molto diver-si: la Fornarina, donna amatada Raffaello, rappresenta l'a-more carnale, mentre nelritratto doppio emerge un rap-porto di amicizia e affetto traintellettuali. Sullo stesso filoideale tra le opere si colloca ilritratto di Castiglione, espostoal Louvre, che laSoprintendenza vorrebbe por-tare a Urbino. Opera della maturità artisticadi Raffaello, il ritratto di AndreaNavagero e Agostino Beazzanoè un quadro molto speciale.Non solo perché i protagonistisono due, come accade nel

doppio ritratto del Louvre cheraffigura il pittore con il suomaestro di scherma."Dipingere un quadro di queltipo è come costruire bene unedificio: deve essere bello einnovativo" spiega Andrea DeMarchi, curatore della GalleriaDoria Pamphilj. "Raffaello èriuscito a incastrare bene i due

personaggi, consemplicità egenialità, inmodo che vivanola stessa atmo-sfera, creandoun rapporto traloro e con chi liguarda". Unrisultato artisti-co raggiunto,pare, in pochis-simo tempo: ilpittore urbinateera molto richie-sto e dovevadestreggiarsi tra

le richieste che gli arrivavanoda tutta Italia. Un pittore varioe versatile, sempre pronto arappresentare la verità."Raffaello - dice ancora DeMarchi - era un pittore con unagrande capacità di lettura del-l'ambiente circostante, ingrado di capire e elaboraretutto ciò che gli accadevaintorno. E poi andava d'accor-do quasi con tutti. Insomma unartista lontano dal classico cli-chè e dall'idea del pittoreromantico. Forse per questonon l'abbiamo mai visto prota-gonista di un film o di una fic-tion tv".

ALICE MONNI

Enrico Ricci e l’arte, una passione

Iniziò tutto per gioco per sfuggire da unaltro gioco, quello del pallone. EnricoRicci aveva 6 anni quando prese per la

prima volta in mano un pennello e iniziò a“scarabocchiare” su tela. Mentre tutti isuoi coetanei già sognavano il campo dacalcio, lui di correre dietro a un pallonenon voleva saperne. Preferiva guardare lariproduzione del quadro di un famoso pit-tore impressionista francese che suamadre aveva appeso in salotto. E sognaredi poter dipingere anche lui un giornocosì. Erano i primi anni ‘30. Oggi che di anni ne ha 80, Enrico Riccicontinua a fare e disfare quadri, a incide-re, a dare forma alle sue emozioni, con lastessa passione e la stessa grinta di settan-t'anni fa. Questo arzillo signore, nato ecresciuto a Urbino, ha realizzato unnumero imprecisato di opere, vinto dueimportanti premi (il premio Marche nel1964 e il premio Torchio d'oro nel 1965),ha esposto le sue opere alla biennaleinternazionale d'arte di Venezia e alladecima quadriennale d'arte di Roma. Haconosciuto e condiviso la passione perl'arte con un grande poeta come MarioLuzi, che per lui ha scritto la presentazio-ne di una sua mostra e una poesia per uncatalogo. Ricci ha realizzato il libro inci-dendo la copertina, Luzi ha pensato al

resto, con una prefazione e un ineditodedicato al suo amico.Non è da tutti poter dire di aver lavoratogomito a gomito con uno dei più grandipoeti contemporanei. Eppure ogni volta che Enrico prende inmano il pennello è come se fosse la primavolta. “Sono capace di dipin-gere una tela - racconta sorri-dendo - e poi di cancellarlaperchè non sono soddisfatto!Cosa vuole farci? Fa parte diquelli che fanno questogenere di lavoro. Vogliamocercare la perfezione, equando qualcosa sfugge,allora dobbiamo ricomincia-re da capo!”.Allievo prima, insegnante poidella scuola del libro diUrbino, “con i ragazzi avevoun rapporto da padre a figlio- racconta - e non è una frasefatta, è proprio così!”. Ma di questa città,la sua città, Ricci non ha voluto dipingerenulla: “Non ho mai scelto Urbino comesoggetto dei miei quadri e non lo faròmai!” afferma sicuro. “Ormai cosa vuolepiù dipingere di Urbino? I torricini? Nograzie, li hanno già dipinti tutti, e spessopure male!”. Quello con Urbino per Ricci è un rapportod'amore sofferto: lui è profondamentelegato alla sua città “qui sono nato e cre-

sciuto, qui ho i ricordi più belli della miavita”. Forse proprio per questo sente pro-fondamente che “Urbino purtroppo non èpiù la grande capitale culturale di unavolta”. E racconta un piccolo aneddoto: “Ioe un mio amico ogni tanto scappiamo daqua - dice a bassa voce - andiamo a

Rimini, anche solo perbere un caffè. ”.Schietto e sincero, pro-prio come un vero artista,ma non chiamatelo così,rischiereste di farlo senti-re a disagio: “No, per cari-tà, io non sono un artista,non sono nemmeno unpittore. Io sono unappassionato, tutto qui”. Ricci passa giornate inte-re nel suo laboratorio inperiferia, un piccoloangolo di paradiso che siè costruito in anni e anni

di lavoro, lontano da occhi indiscreti, dairumori, dalla televisione: “Mia moglieormai si è abituata e non si lamenta più:esco di casa alle 9 e rientro quando è oradi cena”. Poi tira fuori una scatola: “Vedequesti? - dice mostrando dei piccoli pae-saggi su tela - sono paesaggi che ho dedi-cato alle mie figlie. Ne ho fatto una serie diqueste dimensioni, almeno entrano den-tro casa. Però li tengo nascosti. Quandoglieli darò dovrà essere una vera sorpresa”.

LUCA MORICONI

LorenzaMochi Onori:“Porteremo altri quadridel nostro

artista più illustre”

L’incisore,nato a Urbino,

non ha maiusato la città ducale comesoggetto deisuoi quadri

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CULTURA

ei gentiluomini

che compie ottant’anni

Sette nuove operein casa Sanzio

Il deposito di un anonimo

L’A c c a d e m i aRaffaello si èarricchita di settenuovi dipinti. Sitratta di un depo-sito fatto l'estate

scorsa da uno dei soci, che hapreferito rimanere anonimo. Iquadri sono ora esposti all'ulti-mo piano della casa natale delpittore. Prima, al loro posto,c'erano alcuni ritratti di cardi-nali a affiancare quello dell'u-nico papa urbinate, ClementeXI. "In effetti sembrava piutto-sto la stanza diun vescovado",scherza MarcelloLani, accademi-co e responsabi-le della casa diRaffaello."Si tratta didipinti impor-tanti - spiegaLani - perché dipittori locali". Cisono infatti tretavole diG i o v a n n iPeruzzini, unartista del Seicento diCasteldurante e una dell'urbi-nate Alessandro Vitali, natonella prima metà delCinquecento: sua una copia delTrasporto del Cristo al sepolcrodel Barocci.Le altre opere sono sempre diartisti attivi tra cinque, sei esettecento: il Loth, il de Backere Francesco Trevisani.Questo importante deposito vaquindi a affiancarsi alle dona-zioni che nel corso degli annihanno permesso all'Accademiadi crescere. Dipinti, sculture,ceramiche, mobili: tutto è frut-to della generosità e delle ini-ziative di privati e istituzioni.Fin dalla creazione del museo,nel 1873, nella casa sono stateraccolte opere donate da acca-demici, artisti, Re e capi diStato. E poi, dai primi anni delNovecento, si sono aggiuntidepositi di enti statali e di pri-vati come la Pinacoteca diBrera, la Galleria Nazionaledelle Marche, e la collezione di

maioliche rinascimentali dona-ta dagli eredi dello scrittorePaolo Volponi.Il patrimonio dell'Accademianon si esaurisce nelle operevisibili nella casa di Raffaello.L'istituzione possiede ancheuna biblioteca e una ricca col-lezione di incisioni. Proprio igiorni scorsi, in occasione dellasettimana raffaellesca, nellacasa del pittore è stata espostauna piccola parte di questa col-lezione: 44 incisioni settecen-tesche che riproducono dipinti

di Raffaello. Orasono in corso deicontatti per cer-care di portare ilprima possibilequesta mostranegli Istituti ita-liani di cultura diNew York eChicago.Anche il patri-monio librario ele incisioni sisono costante-mente arricchitenel corso del

tempo, grazie a nuovi acquisti ea donazioni di artisti e privaticittadini. "Ma un tempo eranopiù generosi con l'accademia"dice l'accademico LucianoCeccarelli.Parlando con lui si scopronostorie curiose: come quella del-l'antiquaria francese innamo-rata di Raffaello che, da quindi-ci anni a questa parte, ognianno viene a Urbino, piazza ilsuo camper vicino al monu-mento e regala un oggetto anti-co all'Accademia. "Spesso sitratta proprio di incisioni -spiega Ceccarelli - complete dicornice e vetro". Molte altreopere sono originali donatidagli stessi artisti che entrano afar parte dell'Accademia. Dallasua nascita l'istituzione haavuto tra i suoi membri impor-tanti personaggi storici. Tra ipiù famosi: Garibaldi, i red'Italia, Rossini, Manzoni ePascoli. Oggi, tra i soci, spicca-no i nomi di Tonino Guerra eSergio Zavoli.

SALVATORE LUSSU

Lani:“Si trattadi dipinti

importantiperché

di artisti locali”

Nella fotoa fianco,il Raffaelloche saràin mostraa UrbinoIn alto, unodei nuovidipintiespostinella casadel pittoreSotto,Enrico Ricci,incisore

La tela arriva per la prima volta in città

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il Ducato

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Tre giorni di rock a Castel Cavallino

A giugno la seconda edizione di “MusicalBivio”per dare voce ai gruppi emergenti.

E’ possibile iscriversi alla manifestazione sino al 25 aprile

Una festa musica-le per celebrarel'inizio dell'esta-te, una tre giorniper dare voce aigiovani gruppi. È

questo l’obiettivo del festival"MusicalBivio", organizzatodall'associazione culturaleRatafià, che si terrà dal 1 al 3giugno a Castel Cavallino. Sinoal 25 aprile rimarranno apertele iscrizioni per i musicisti inte-ressati ad aderire all'iniziativa."MusicalBivio non è una gara -spiega Laura Mattiucci, unadegli organizzatori" - perchépiuttosto che premiare due otre persone, abbiamo decisoche tutti gli artisti avranno unacopia della loro esibizione, chesarà registrata con sistemi adalta definizione".I partecipanti avranno anche

uno spazio sul sito dell'associa-zione, all’indirizzo www.asso-ciazioneratafia.it, dove potran-no mettere on line i loro brani(con la tecnologia streaming),discutere di musica e pubblica-re le date dei loro concerti.L'anno scorso i partecipantierano stati 19, ma per questaedizione gli organizzatori son-prevedono l'esibizione di unatrentina di gruppi. Per candi-darsi è sufficiente inviare unaregistrazione di trenta minutiaccompagnata da un curricu-lum della band. Si potrannomandare brani originali ocover, di musica leggera, pop,rock e ska. A giudicare chi potràprendere parte al MusicalBiviosaranno due musicisti dell'as-sociazione."Quest'anno siamo alla secon-da edizione. Pensavamo che icd di presentazione sarebberoarrivati all'ultimo minuto,

invece stiamo già ricevendonumerose domande di parteci-pazione da tutta Italia - aggiun-ge Mattiucci - e il livello quali-tativo è molto più alto, così pre-vediamo di superare i cinque-cento spettatori del 2005".Il bando di partecipazione sipuò trovare negli informagio-vani, nei circoli culturali e nellesalette di prove.Per andare incontro alle esi-genze del pubblico è statoorganizzato un campeggio gra-tuito. L'iniziativa è stata finan-ziata dal Comune, dallaProvincia e da privati.L'organizzazione è gestita da13 membri del circolo Ratafià.L'associazione, che non ha finidi lucro, ha l'obiettivo di dif-fondere la cultura attraverso lapromozione di eventi. L'annoscorso ha proposto le serateconcertistiche di"Musicalpincio" nel bar delteatro Sanzio, ha collaboratocon la Provincia per l'incontro"Patto per la gioventù" e loscambio internazionale"Euromed". In inverno ha pre-sentato le serate musicali"Prove aperte", durante le qualisono state esposti i quadri e lefotografie di cinque giovaniartisti."Il festival vuole essere untrampolino di lancio per i gio-vani artisti", concludeMattiucci. "I "Bdpc" hannocominciato con noi e non sisono mai fermati, l'estate scor-sa i "Per presa visione" sonostati premiati al festival Fanotedi Fano per il miglior testo. Maavevamo anche un'altra cosa inmente. Avremmo potuto orga-nizzare la manifestazione incentro, ma a noi interessavadare una voce alla periferia".

PIER LUIGI CARA

Dal MontefeltroCinque gruppi marchigiani

e una possibilità, quella disuonare a Roma sul palco

del concerto del primo maggio.A provarci saranno i Mazca, gliOloferne, i Radio Babylon, iLeucò e i Per presa visione, vin-citori della prima fase della sele-zione regionale organizzata dal-l’associazione “Territorio musi-cale”. “Siamo contentissimi –commenta Valentina Indio sas-sofonista dei Per presa visione,l’unico gruppo urbinate in cin-quina – questo per noi è già ungrande risultato. Suonare sulpalco di San Giovanni, invece,mi sembra un miraggio”. Sì, per-ché la strada per arrivare alprimo maggio è ancora lunga. Icinque gruppi si sfideranno dal

vivo allo Sciabà di Urbania il 13Aprile. Da questa seconda faseusciranno i tre nomi delle bandche a fine mese andranno aRoma per la selezione nazionale.“Anche se dovessimo fermarciqui sarebbe comunque una sod-disfazione – continua Valentina– ma ce la giocheremo fino infondo: tutti ci dicono che dalvivo la nostra band ha una mar-cia in più, spero che a Urbania lodimostreremo”. Insieme aValentina nel gruppo ci sonoAndrea Papi (batteria), CiroSaltarelli (basso), Marco Natale(chitarra elettrica), AndreaBalduini (chitarra acustica eflauto) e Manuel Lorenzetti(voce). Il primo posto in questa elimina-toria se lo sono aggiudicato iMazca di Senigallia. “Facciamo

LAURA VENUTI

cartellone

aprile

MOSTRE

LUIGI CARBONIUrbino, Palazzo ducale,dal 7 aprile al 1 maggio.Orari: dal lunedì al vener-dì dalle 16 alle 20, sabato edomenica anche dalle 10alle 13.La mostra è dedicata alleopere di Luigi Carboni,docente di pittura pressol’Accademia di Belle Arti diUrbino, che cura anche l'or-ganizzazione dell’esposizio-ne. I lavori appartengono atre diversi cicli espressividell'autore, denominati giar-dini, mappe, costellazioni.

VISITE GUIDATE DEGLIORATORI DI URBINOA partire dal 17 aprile ognisabato e domenica, dalleore 10.30 in poi Le visite permettono l’ac-cesso agli oratori, le piccolechiese delle confraternite diUrbino, rimaste per annichiuse al pubblico. Da segnalare l'Oratorio diSan Giovanni, del 1416,interamente affrescato conun ciclo di dipinti sulla vitadi San Giovanni e sulla cro-cifissione dai fratelliSalimbeni, l'Oratorio di SanGiuseppe, con un presepe

cinquecentesco. Da ricordare anche l'orato-rio di Santa Croce con unportale in stile gotico edipinti di Ottaviano Nelli, diGiovanni Santi (padre diRaffaello) e dei Picchi.

INCONTRI

LE MODELLE, ANTICHEDONNE E CONTEMPORA-NEE, ELEONORA DUSE EPIERA DEGLI ESPOSTIUrbino, Teatro SanzioSabato 8 aprile, ore 17.30 Quarto e ultimo degliappuntamenti pomeridianidella rassegna sui percorsi

di genalogia femminile.Saranno in scena anche legiovani lettrici Elisa DellaMartire e FrancescaGabucci.

TREKKING

URBINO SEGRETA, LAGIORNATA DEL TREK-KING URBANOLunedì 17 aprile, ore 9.30,Urbino, Porta San BartoloPer l’occasione sarà apertoil museo dell’incisione. Siparte da porta San Bartolo,si continua per Via SantaChiara, Via Saffi, Piazza

In festa con i folletti

Due giorni di concerti e grigliate, poesie ebevande magiche. E' la "Festa dei folletti", l'ap-puntamento che animerà il bosco delle Cesanesabato 22 e domenica 23 aprile. In programma pranzi e cene all'aperto, letture dipoesia, un piccolo mercatino dell'artigianato esoprattutto musica. Sabato pomeriggio tocca ai Blue Velvet, mentredomenica dalla Francia arrivano gli Chevreuil perpresentare "Capoeira", il loro ultimo album.

APPUNTAMENTI

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SPETTACOLI

Nella fotogrande iBdpc,duranteMusicalBivio delmaggio2005Nella fotopiccola ilflautistadei PerPresaVisione

Cinema impegnatotra storia e fiction

Il regista Martinelli incontra gli studenti

La sceneggiatura è lacosa più vicina allacreazione, come dice-va Federico Fellini.Renzo Martinelli, regi-sta di film impegnati

come "Vajont" e "Piazza delleCinque Lune" la pensa allo stes-so modo. Lo ha spiegato agli stu-denti di Urbino, che ha incontra-to per parlare del suo lavoro diregista e sceneggiatore. "Per fareun film di impegno civile è fon-damentale sotto-mettersi alla veri-tà: se i documentiportano da unaparte lì bisognaandare, restituireallo spettatore lospirito di queltempo e il sensodi quell’avveni-mento. L'abilitàsta nel trovare l'e-quilibrio tra ledue cose" has p i e g a t oMartinelli. Il suoconsiglio è quello di usare moltaprudenza nel fare cinema in unpaese pieno di misteri non risol-ti, di fatti eclatanti sui quali nes-suno può dire: siamo arrivati allaverità. "Se volete fare un filmsulla storia recente vi muovetesu un terreno minato".Martinelli parla per esperienzapersonale: all'attivo ha film chehanno fatto discutere come"Vajont" e "Piazza delle CinqueLune", sul rapimento Moro.Dietro i suoi lavori c'è una pre-parazione di un anno e più,dedicata all'esame dei docu-menti. "La gestione del materia-le che avete raccolto deve esseremaniacale. Questo ci ha permes-so di essere assolti nelle duecause che abbiamo affrontatodopo le querele per Piazza delleCinque Lune". Martinelli, che ifilm se li produce da sé, scrivesceneggiature strutturate perchéconsentono di pianificare tutto."Per me il rapporto privilegiatocon gli attori è molto importan-te. Dal soggetto alla sceneggiatu-ra cambia molto, dal dialogo congli attori le scene escono modifi-cate". Un rapporto con attori del

calibro di Harvey Keitel, prota-gonista del suo ultimo film "IlMercante di pietre" in uscitanelle sale a ottobre. Dopo i temi scottanti della storiaitaliana, nel suo nuovo film ilregista affronta il problema delterrorismo islamico.Protagonista della pellicola è uncristiano convertito alla religio-ne musulmana: proprietario diun negozio a Torino e ufficial-mente trafficante di pietre pre-

ziose, il mercantedel titolo è inrealtà membro diuna cellula dor-miente di AlQaeda. Il suocompito è quellodi scegliere unadonna da sedurree usare comestrumento incon-sapevole di unattentato. Nellasua ultima mis-sione il protago-nista sceglie una

coppia perfetta: lui è un giorna-lista che ha perso le gambe nel-l'attentato all'ambasciata statu-nitense a Nairobi, lei una donnamolto fragile. Per la prima volta,però, le sue certezze crollerannodi fronte all'amore per le sue vit-time. Al momento Martinelli sta lavo-rando a un altro film storico,dedicato alla morte di Mussolinie all'oro di Dongo. "Da due annisono alla fase di documentazio-ne. Ho scritto il soggetto e stoverificando tutti documenti. Perora tutto contrasta con la versio-ne ufficiale sulla vicenda". Unaltro film impegnato in un pano-rama italiano dove le commedietrionfano la botteghino. "Fareuna commedia è molto più sem-plice, non si pestano i calli a nes-suno. Il problema del nostrocinema è che manca la bottega,l'idea tipica del Rinascimentoche ha prodotto tanta arte, per-ché forniva gli strumenti percominciare a dipingere.Dovrebbe esistere anche unabottega per la scrittura, che nelda noi è impossibile trovare".

(a.m.)

“Fare un filmsulla storia

recenteè come

muoversi su un terreno

minato”

rock da camera - spiega MarcoBernacchia, bassista del gruppolaureato all’Accademia diUrbino - cioè chitarra elettrica,basso e batteria mixate consuoni campionati e basi realizza-te con lo xilofono e il clarinetto”.Ad eccezione di due canzoni,che hanno una parte cantata, iloro brani sono esclusivamentestrumentali. Un repertorio cheper ben tre volte li ha portati alleselezioni finali di Arezzo Wave,uno dei maggiori festival rockdella scena italiana.Sarà anche per i buoni risultatiche hanno già ottenuto, che iMazca il primo maggio lo vedo-no un po’ più vicino dei lororivali urbinati. “Suonare a SanGiovanni? Perchè no? Noi faccia-mo qualcosa di originale e dimolto sentito”. Basterà?

Rinascimento, Via delle Mura, ViaBramante, Via Raffaello, Scalette diSan Giovanni, Corso Garibaldi,PiazzaSan Francesco.

MUSICA

LUCIO DALLA INAUGURA LAMOSTRA DI LUIGI CARBONIUrbino, Teatro SanzioVenerdì 7 aprile, ore 21Il celebre cantante inaugura la mostradi Carboni con uno speciale concerto,rileggendo Mozart e la favola diPierino e il lupo. Dalla sarà acccom-pagnato da un'orchestra di ventitreelementi diretta e coadiuvato dallapresenza dell'attore Marco Alemanno.Il botteghino sarà aperto venerdì 7

aprile dalle ore 16 alle 18 e poi dalleore 20 fino all'inizio dello spettacolo.

CINEMA

IL CAIMANOUrbino, CinemaDucale (Sala 1)da venerdì 7 a dome-nica 10Ore 20/22

Il discusso film di Nanni Moretti che siispira alle vicende del presidente delConsiglio Silvio Berlusconi. È la storiadi Bruno, produttore di film trash deidecenni passati (Cata-ratte, Macistecontro Freud, Stivaloni porconi) che siritrova a leggere un copione dal titoloIl caimano, la storia di Berlusconi .

BASIC ISTINCT 2 Urbino, CinemaDucale (Sala 2)da venerdì 7 a dome-nica 10, spettacoli alle20.30 e alle 22.30

Quattrodici anni dopo, la scrittrice dibest-seller interpretata da SharonStone torna in scena in un thrillerdalle forti tinte sessuali.

LA PANTERA ROSA Urbino, Cinema Ducale (Sala 1) Domenica 9 aprileore16/18. Da lunedì 10aprile a mercoledi 13

in programmazione alle 20 e alle 22L'allenatore della nazionale francese

di calcio ha appena portato alla vitto-ria la propria squadra ma quando isuoi giocatori lo circondano per por-tarlo in trionfo qualcuno lo uccide. Ilcaso viene assegnato all'ispettoreClouseau.

FACTOTUM Urbino, Nuova Luce da venerdì 7 a merco-ledì 12. Feriali ore 21festivi ore 18/21Matt Dillon borderline aLos Angeles, interpreta

Henry, scrittore di talento, che noncambia solo lavoro ma anche donna,fedele sempre e solo alla bottiglia ead una dolorosa ironia che fa sorride-re.

al palco di San Giovanni

La manifestazione è organizzata da Ratafià

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Diplomi di laureaper postain sole 2 settimane

Non più tre anni per avere la pergamena

ANNALISA SERPILLI

Diplomi di laurea acasa dopo soledue settimanadalla discussionedella tesi. E' l'o-biettivo che si è

posta l'Università di Urbino gra-zie a una riforma che da gennaioha interessato tutte le fasi cheportano alla compilazione dellepergamene di laurea.Il passaggio alla nuova procedu-ra ha impegnato l'amministra-zione per tutto il 2005 ed è entra-ta in funzione solo da pochi me-si. “Abbiamo ultimato - spiega Si-mona Pigrucci dirigente dell'uf-ficio front office dell'Università eresponsabile del progetto - il pe-riodo di transizione, che ha com-portato una nuova redifinizionedei certificati di laurea e unamaggiore informatizzazione delprocedimento che abbrevia itempi di consegna”.Nell'ultimo anno e mezzo l'Uni-versità ha accumulato un pre-gresso di 5000 diplomi di laureanon consegnati. Ciò significa chestudenti laureati nel 2003 devo-no ancora ricevere la loro perga-mena. “Mi aspetto - sottolineaancora Simona Pigrucci - di tor-nare alla normalità entro un an-no e mezzo. Il top sarebbe arriva-re alla consegna del certificato dilaurea il giorno stesso della dis-cussione della tesi”.Qual è l'iter di un certificato dilaurea in pergamena?Dopo la discussione, la prima fa-se è la verbalizzazione della tesi edei voti degli esami del neo dot-tore. Questi dati sono trattati dal-l'Ufficio gradi accademici, che èpreposto al controllo e alla ge-stione delle pergamene. Questoufficio si collega direttamente alsistema informatico della segre-

teria studenti, grazie al quale fauna revisione dei dati anagrafici.A ogni comune di provenienzadello studente si richiede l'e-stratto dei dati, per registrarlisenza errori. In questa fase, infat-ti, possono nascere problemi diregistrazione nei casi di nomicomposti, secondo nome, maiu-scole e minuscole. Uno sbaglio diquesto tipo può invalidare il cer-tificato di laurea. Una voltaestratti, i dati vengono spedititramite mail o su cd-rom allastamperia che provvede a crearematerialmente le pergamene.Da quasi quattro mesi con una

cadenza di tre settimane sonospediti i nominativi dei nuovidottori. Finora sono stati inviati idati di quattro mila persone e so-no ritornate al front office 1700pergamene pronte per essere ri-lette. L'ufficio gradi accademicicon la collaborazione dell'ufficioprotocollo procede all'invio. Lapergamena e l'etichetta dell'U-niversità sono inserite nel tubo epoi spedite agli ex studenti. Ognicertificato ha un suo doppio cheè archiviato nel fascicolo dellostudente e messo agli atti. Cosa rende il tutto più snello edefficiente? Innanzitutto il pas-

saggio da una gestione cartacea auna informatizzata. Fino alloscorso anno si doveva estrarreuna "minuta di laurea", cioè uncertificato in cui era scritto tuttoil testo della pergamena. Il mar-gine di errore era altissimo, sen-za parlare della scomodità dispedire ogni volta una granquantità di scartoffie dall'Uni-versità alla stamperia.Un'altra fase eliminata con gran-de risparmio di tempo è la firmadel preside di facoltà e del retto-re. Ogni pergamena infatti, unavolta rientrata in segreteria dopola stampa, doveva percorrere gli

uffici di rettore e preside per es-sere firmata. Ora, grazie alle nuo-ve tecnologie, la stamperia cu-stodisce le firme elettroniche chesono impresse sulle pergamenedirettamente con il resto del te-sto. Un lavoro di équipe quindi,tra il front office, la segreteria stu-denti e l'ufficio gradi accademi-ci, in cui una sola persona è pre-posta unicamente al compitodell'estrazione dei dati anagrafi-ci. Allo studente spetta solo com-pletare gli esami del corso di lau-rea, preparare la tesi e pagare unatassa pergamena di 50 euro pri-ma della discussione.

Per fare l’avvocato non basta conoscere i codici, ma èutile imparare a parlare in pubblico superando paure eansie. Per farlo ci si aspetterebbe un semplice corso diretorica, e invece i responsabili del Laboratorio dicomunicazione della facoltà di Giurisprudenza,si affidano allo psicodramma. Ha un nomesfortunato poiché evoca, a torto, squilibri einfermità mentali che nulla hanno a chevedere con il metodo messo a punto neglianni ’30, in America, da Jacob Lèvy Moreno.Lo psico-dramma è una forma di psicoterapiache consente, attraverso l’azione scenica, ditirar fuori contenuti interiori che altrimenti reste-rebbero sepolti. “Non aiuta a diventare bravi avvocati, maa acquisire coscienza di sé stessi – afferma AndreaCocchi, lo psicoterapeuta che il prossimo giovedì 13,dalle 11 alle 13, sul palco del teatro La Vela affronteràcon gli studenti il percorso terapeutico. Lo psicodramma

si svolge in tre fasi: durante il riscaldamento i parteci-panti fanno dei giochi sulla spontaneità, tagliati sul con-testo del tribunale. E’ importante che si demolisca la

paura del giudizio altrui. Poi il gruppo sceglie unadelle immagini evocate durante i giochi e un pro-

tagonista per dare vita alla rappresentazionescenica. Infine, una volta conclusa la pièce, ipartecipanti espongono al protagonista leimpressioni su quello che hanno visto.“Nulla a che vedere con la psicoanalisi –

continua Cocchi – lo psicodramma serve acambiare attraverso l’azione scenica”.

Secondo il professor Gianluca Sposìto, responsa-bile del laboratorio: “La dimensione della comunicazioneè sempre più importante anche in professioni come que-sta”. Ma paure e ansie, specie in tempi di precarietà,non disturbano i sonni dei soli studenti di legge: psico-dramma per tutti, allora, se aiuta a vivere meglio”. (p.c.)

GIURISPRUDENZA

Ansia da aula? Psicodramma per futuri giuristiUn laboratorio di comunicazione per vincere la paura di parlare in tribunale

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UNIVERSITÀ

Cibus, che dieta è?Sempre più studenti lo preferiscono al pasto completo

Il biochimico della nutrizione: “Servono più legumi e cereali nel menù”

LEONARDO ZELLINO

Il cibus nell'antica Romarichiamava serate pas-sate a far tardi nel tricli-nio, mangiando fino al-l'alba sdraiati comoda-mente su lettighe, dove il

rutto era libero, anzi invocatodal padrone di casa, e il vomitoera l'escamotage per arrivareall'ultima portata. Nell'Urbinodi oggi, il Cibus è un pasto ve-loce da due euro, consumatosu una scomoda seggiola nellamensa studentesca, dove agliuniversitari, per fortuna, non èpermesso ruttare.Il Cibus è il piatto unico, che sipuò mangiare in alternativa alpasto completo e prevede unbis di contorni, un frutto e, ascelta, crescia, piadina, pasta ocarne. Da quando nel 2001 èstato inventato, “per andare in-contro alle richieste degli uni-versitari che chiedevano unpasto veloce e leggero” spiega-no all'Ersu, è diventato semprepiù il menù preferito dagli stu-denti. Ne vengono serviti cen-tomila ogni anno, oltre undicimila ogni mese, più di 350 algiorno. Numeri che cresconocostantemente dal 2001 finoad oggi. In pas-sato gli studentiquando il servi-zio era stato so-s p e s o h a n n osollevato fortiproteste, roba darivolta del panedi manzonianamemoria. Tuttipazzi per il Ci-b u s, q u i n d i ?Sembra propriodi sì. “A volte siborbotta perchéla frutta non èbuona, ma è difficile trovarlafresca in certi periodi dell'an-no. E comunque si lamentanopiù di qua”, spiega Flavia, cas-siera alla mensa del Tridente,mentre indica i ragazzi in filaper il pasto completo. Alessia,20 anni, iscritta a Filosofia nonha dubbi: “Vorrei ci fosse piùverdura cotta, ma tutto som-

mato il Cibus è buono e legge-ro”. Sulla leggerezza degli in-gredienti non è dello stesso av-viso Martino, 26 anni, laurean-do in Lettere, un vero fanaticodel piatto unico: “Negli ultimitre mesi ho praticamente sem-pre mangiato il Cibus, a pranzo

e a cena, perchécosta meno, perrisparmiare. So-no ingrassato dicinque chili”. Ilpunto è proprioquesto. Mangia-re abitualmentequesto menù,che si differen-zia poco da setti-mana a settima-na, farà bene alfisico e alla men-te dei futuri dot-tori? Le risposte

siamo andate a cercarle all'ul-timo piano della sede centraledell'Università, in via Saffi 2,dove c'è l'istituto di Chimicabiologica. “L'adeguatezza del-la dieta del Cibus dipendecompletamente dalle sceltedello studente”, chiarisce Ele-na Piatti, docente di Biochimi-ca della nutrizione. “Quando

scegliamo cosa mangiare dob-biamo fare attenzione agli ali-menti proteici, che ci danno gliaminoacidi essenziali che ilnostro corpo non è in grado diprodurre da solo. Se prendia-mo carne, verdure come con-torno, pane e frutta, abbiamoun'introduzione di principinutritivi adeguata. Ci sonoproteine, carboidrati, sali mi-nerali, vitamine e lipidi. Se cifacciamo un piatto unico concrescia o pasta e patate sba-gliamo completamente”. Co-me dire, quindi, che se lo stu-dente mette su un po’ di pancianon è colpa del Cibus, ma discorretti abbinamenti nel me-nù. E allora quali sono i consi-gli da dare agli studenti? “Ai ra-gazzi dico di non mangiare piùdi due volte a settimana la cre-scia - continua la dottoressaPiatti - perché con i suoi grassianimali è difficilmente digeri-bile. Aggiungo, e stavolta mi ri-volgo a chi decide il menù set-timanale, che serve inserirepiù legumi, non come contor-no, ma in associazione con i ce-reali per avere un piatto che dasolo assicura un buon equili-brio nutrizionale”.

Si chiama Iso 9001, non è una sostanza chi-mica, ma un certificato che garantisce laqualità dei servizi offerti dalle imprese. Sesi pensa che l’università “produce” culturae che gli atenei competono sul mercato dell’i-struzione proprio come delle aziende, non

dovrebbe meravigliare che, ad esempio, la facoltà dieconomia di Urbino abbia un certificato Iso 9001 pertutti i suoi corsi di laurea. I clienti dell’università pos-sono dormire sonnitranquilli: parola dimanager. Ma adattare un corso dilaurea a criteri di effi-cienza è cosa compli-cata. E’ per questo chele facoltà si affidano asocietà di consulenzaesterne specializzatenella messa a punto dimanuali di qualità cheseguono il cliente-stu-dente “dalla culla allatomba”, come nellamigliore tradizione delwelfare di roosveltiana memoria. Da quando si iscri-ve a quando si laurea, uno studente deve avere benchiara la gamma di servizi offerti: dagli orari di rice-vimento dei prof, ai servizi di portineria, passandoper calendari e supporti didattici. “Ogni anno, poi,una società di certificazione accreditata a livellonazionale controlla la conformità effettiva dei serviziofferti con gli standard fissati” afferma il preside dellafacoltà, Giancarlo Ferrero. Insomma, ogni singolocorso di laurea certificato deve superare un vero eproprio esame, altrimenti rischia di restare indietro. Ma che ricadute ha questo sistema sulle iscrizioni dinuove matricole? “In effetti – continua Ferrero – glistudenti non conoscono ancora il sistema di certifi-cazione di qualità dei corsi di laurea e non scelgonoprincipalmente in base a quello, ma la gente comin-cia a capire di che si tratta”. In ogni caso a economia il calo delle iscrizioni èstato arginato; la tendenza si è arrestata, nonostan-te la nascita di facoltà di economia nelle regioni diprovenienza dei fuori sede. “Aver adottato Iso 9001ha prodotto un forte impatto organizzativo interno– afferma il professor Tonino Pencarelli – dato chefunziona un po’ come una chiamata alle armi sullaqualità: c’è pure una cassetta dei reclami, dove glistudenti indicano in forma anonima lamentele edisservizi”. Se influisse sulla scelta degli studenti, anche la qua-lità della ricerca di economia potrebbe produrreeffetti virtuosi. A giudicare, infatti, dalla graduatoriadel CIVR (Comitato di Indirizzo per la Valutazionedella Ricerca) la facoltà urbinate supera di granlunga la media nazionale per numero di citazioni suriviste internazionali.

Economiafacoltà

col marchio doc

Tutti i corsi di laurea sono certificati

PAOLA CAVADI

Ferrero: “Gli studenti

pagano come clienti,devono avere

servizi garantiti”

L’esperta: “Studenti,

è essenzialemangiarealimenti ricchi di

proteine”

Studentiin filaalla mensadelTridente. Nel box a fiancoJacob LèvyMoreno

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il Ducato

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Amicizia nata sul campo a 5Il Futsal femminile lotta per il secondo posto provinciale nel campionato Uisp

“Il nostro punto forte? Lo spirito di squadra, siamo un gruppo di ragazze unite dalla passione per il pallone”

In piedi da sinistra:SilviaTornatora,Jolanda Luna,MartinaCarlotti,DanielaOrologi, LauraDell’AquilaIn ginocchio da sinistra:ElisabettaLazzari,Michela Atzori,AlessandraGiannetta,GiovannaBellucci, EricaDi Berardino

Alcune di loro sisono conosciuteper caso, otto annifa. Altre si sonounite dopo. Masono tutte d'accor-

do: "Il punto forte della Futsalfemminile è il gruppo". A gio-care nella squadra sono dieciragazze unite da un'unica pas-sione, quella per il calcio a 5.Una passione che non passanonostante gli impegni di stu-dio e lavoro. "La squadra - ricorda JolandaLuna, 31 anni, il capitano - ènata otto anni fa, per caso. Leprime di noi si sono conosciutetramite amici comuni, all'iniziosi parlava di fare un torneo dicalcetto, poi ci siamo ritrovati afare il campionato provincialeUisp (il corrispettivo amatoria-le della Figc, ndr). Con risultati,all'inizio, disastrosi". Iniziare agiocare a calcetto intorno ai 20anni, facendo sul serio, èun'impresa che farebbe trema-re le vene ai polsi a molti. Loroinvece non si sono arrese."All'inizio era dura, ma comun-que divertente", raccontaGiovanna Bellucci, 28 anni, trale fondatrici: "Adesso il diverti-mento c'è comunque, ma daqualche anno otteniamo anchebuoni risultati". Nel 2004, la Futsal si è piazzataal quarto posto, lo scorso annoè arrivata terza. "Adesso - spie-ga Martina Carlotti, 25 anni,unico portiere - siamo terze,ma lottiamo per il secondoposto". Quello che manca alla

Futsal non è la passione, né lavoglia di impegnarsi. Sono isoldi: "In pratica - continuaMartina - siamo costrette adautofinanziarci. Lo scorso annoabbiamo faticato per averequalche centinaio di euro dalComune; quest'anno siamoriusciti ad avere uno sponsor,almeno per fornirci le divise". In tutto, la Futsal può contaresu mille euro di sponsor, quan-do solo l'affitto dei campi costa2500 euro. E allora le ragazze siingegnano: "Spesso - sorrideamaramente Martina - i pallonice li facciamo regalare dai

nostri fidanzati, l'acqua lacompriamo in quantità indu-striali dove costa di meno, masono tutti soldi che mettiamodi tasca nostra". E poi ci sono le difficoltà diconciliare la squadra con glialtri impegni. Fra le file dellaFutsal, si contano alcune stu-dentesse, una maestra elemen-tare, una fisioterapista, un'a-gente assicurativa e una disoc-cupata. "Per fortuna - spiega ilcapitano - ci si allena di sera,dopo le nove. Altrimenti sareb-be difficile mettere d'accordogli orari di tutti".

Problemi di fondi, problemi diorari, certo, ma anche grandisoddisfazioni. La Futsal havinto molte partite con risultatilarghissimi, ha vinto il derbycon l'altra squadra femminiledi Urbino (tutta composta dastudentesse), ma la partita chericordano con più emozione èun pareggio, uno zero a zerodello scorso anno, con ilPiobbico: "Loro hanno unasquadra fortissima - spiegaancora Martina - sono arrivateseconde nelle finali nazionaliUisp. Lo scorso anno siamoriuscite ad inchiodarle sul

pareggio, è stata una sensazio-ne splendida, una soddisfazio-ne enorme". Alessandra Giannetta, 24 anni,è della provincia di Foggia, si èlaureata a Urbino e dallo scorsoanno gioca nella Futsal. Oralavora qui, ma probabilmentedovrà trasferirsi fuori: "Questaè stata la mia prima squadra, laprima partita della mia vita l'hogiocata con loro. Lasciarla midispiacerebbe moltissimo, per-ché non è solo una squadra: èsoprattutto uno splendidogruppo di amiche".

(a.sg.)

Tanto impegnoe agonismoper un teamche da 8 annisi paga da sologare e divise

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Centinaia di persone sono accorsedomenica scorsa alla piscina FratelliCervi per assistere alla gara di

nuoto, memorial Marco Loschi. In acqua350 partecipanti, bambini e ragazzi affettidalla sindrome di Down. Una partecipa-zione che sottolinea il ruolodelle sport nell'integrazione enella coesione sociale e l'im-portanza di tante società spor-tive poco visibili. La parolad'ordine è sport per tutti, bam-bini, disabili e anziani."E' un movimento poco cono-sciuto perché non dà risultatieclatanti, ma ha risvolti socia-li", spiega Attilio Fini, membrodel comitato esecutivo provin-ciale dell'Unione italiana sportper tutti (uisp). Lo sport pertutti si differenzia dalla ricercadella prestazione di eccellenza,"perché è un'attività di socia-lizzazione e integrazione, chepuò essere praticata da chiun-que a prescindere dalle proprieattitudini".A Urbino sono 2.500 gli iscritti,una delle associazioni piùnumerose è il "Nuoto sport pertutti", un gruppo di 100 perso-ne di tutte le età che si dedicano a questaattività come momento di socializzazio-ne e svago.

Tra le realtà più vitali c'è la cooperativaFrancesca che gestisce la piscina Cervi esi occupa in particolar modo di ragazzicon handicap fisici e in maggior parte psi-chici. Al centro della sua attività ci sonotante iniziative che conciliano lo sportcon le esigenze di tutti i partecipanti. Per

il 25 maggio è in programma "L'isola chec'è" una manifestazione dedicata almovimento, alla quiete e al senso in cuiprivilegiare tutte le capacità espressive,non solo quelle motorie. Il 21 settembrenello stadio Montefeltro si terranno le"Special Olimpics", un meeting di atletica

leggera per ragazzi disabili. Lo sport per tutti comprendeanche attività di prevenzionedella salute, come la ginnasticaposturale per over 50, e inizia-tive di solidarietà come lamaratona nazionale"Vivicittà", dedicata a un temasociale. Lo scorso 19 marzo inpiazza delle Repubblica si sonoradunate 180 persone per dire"no al razzismo" e correre tra lemura della loro città. La Uisp gestisce attraversodelle società affiliate ilPalagadana e il Palaferro, dovegli iscritti (circa mille) possonogiocare a calcetto o praticarel’atletica leggera.Per far conoscere le tante atti-vità a portata di tutti, per lafesta del patrono la Uisp e ilComune stanno organizzandouna dimostrazione in piazza

delle Erbe e una gara podistica notturnatra i vicoli del centro.

(d.d.a.)

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SPORT

Un lungo saltoverso le Olimpiadi

Andrea Benedetti, campione regionale

ALESSIO SGHERZA

Un ragazzo che arri-verà lontano,magari con unsalto. AndreaBenedetti, 13 anni,è una promessa

dell'atletica. Sei volte campioneregionale (con due titoli indivi-duali - salto in lungo e triath-lon - e quattro a squadre),primatista regionale dicategoria (ha saltato 5metri e 87, battendoun record del 1982),Andrea non si fascoraggiare dai treallenamenti a setti-mana, dodici mesiall'anno, compresal'estate: "D'inverno -spiega - le gare sonopoche. D'estate, a volte,gareggio anche ogni domenica". Vacanze poche, tempo liberoancor meno: oltre alla scuola("Ha tutti ottimo", rassicura lamamma Daniela Luminati),Andrea suona la chitarra, tantobene che il suo insegnanteavrebbe voluto che si iscrivesseal conservatorio. Ma Andrea,dopo gli esami di giugno, andràallo scientifico: "Mi piace studia-re, ma voglio anche momenti disvago". Di rinunciare all'atleticanon se ne parla. "Ho pensato dismettere qualche anno fa, masolo perché eravamo pochi, a mequesto sport piace moltissimo.Ho iniziato nel 2000, a 8 anni,perché un mio amico me ne haparlato. Ho provato e mi è pia-ciuto, anche perché ero già velo-ce. Alla prima gara, sui 50 metri,

ho vinto subito". E quando sivince si hanno più stimoli,soprattutto se si è testardi eambiziosi, come la mamma lodescrive: "Andrea - spiega -quando si pone un obiettivo, lopersegue fino in fondo, non sidiscute".

Che Andrea punti in alto èchiaro da ciò che dice e

dagli atleti a cui si ispi-ra: "Mi piace molto

Justin Gatlin (cam-pione olimpico emondiale sui 100metri, ndr) e CarlLewis, il mio idolo.

Ma non mi faccioillusioni. Io mi

accontenterei - sorrideAndrea - di arrivare alle

Olimpiadi, anche senza vin-cere". Ma bisogna andare pergradi. Da quest'anno Andreapartecipa alle gare della catego-ria cadetti, con ragazzi di 13 e 14anni. A livello regionale, Andreaè primo (a pari merito con unaltro ragazzo, più grande di unanno) e a settembre per la primavolta parteciperà alle nazionali.Ma quando parla delle sue garedimostra una modestia che amolti manca: "Filippo Marra,Marco Montagna, MicheleZanchi, Alessandro Brandi,Giovanni Ugolini. I miei compa-gni di squadra. I titoli regionali liho vinti anche grazie a loro".Andrea e i suoi compagni (l'ossa-tura della squadra marchigianaal meeting di Napoli di metàmarzo) sono il presente, per leOlimpiadi c'è ancora tempo.

Mancano i fondi per pagare atleti e trasferte

Al Cus serve il 5 per milleDESY D’ADDARIO

La cassa del Cus è aglisgoccioli. Negli ultimi3 anni le attività ago-nistiche sono stateridotte e il sostegnodell'università è radi-

calmente diminuito. A preoc-cupare il direttivo è in partico-lar modo la sorte della squadradi atletica, fiore all'occhiellodel Cus. “Dal '92 - afferma ilpresidente Ido Zazzeroni - nonriceviamo contributi statali, leattività sono state ridotteall'osso e siamo costretti a pro-grammare i corsi in relazione aisoldi che abbiamo”. I fondisono diminuiti costantemente,anche a causa dei problemifinanziari dall'ateneo urbinate.“Dagli anni '60 fino agli '90 -racconta il presidente - l'uni-versità ci aveva messo a dispo-sizione una sede, prima nelpalazzo degli studenti e poi invia dei Fornari, ora siamo inaffitto e paghiamo 522 euro almese più le spese”.Il Cus riceve dall'università 13mila euro e 7.200 euro dal Conie dal Centro universitario spor-tivo italiano l'anno, fondi chenon riescono a garantire la pro-secuzione di tutte le attivitàagonistiche. “E' una briciolache ci consente appena lasopravvivenza” commentaZazzeroni. L'università nonrientra nella legge 394/77 cheprevede un contributo delministero dell'Istruzione per gliatenei pubblici. La statalizza-zione rappresenterebbe unasoluzione ai problemi del Cus,ma in attesa di cambiamenti intal senso, la destinazione del 5per mille rappresenta una boc-cata d'ossigeno.Tre campioni d'Italia, 4 convo-cazioni in nazionale, 170 titoliregionali e 163 atleti convocatinella rappresentativa regionaleè il bilancio di 20 anni di attivi-tà del Cus Urbino, che non siarrende ai problemi economici.Il vice presidente del Cus OrfeoDe Angelis segue da 50 anni leattività dell'associazione e inparticolar modo l'atletica.“Abbiamo dei giovani talentiche non potremo seguire infuturo - spiega De Angelis -perché non abbiamo i fondi perpagare le trasferte e per farliallenare in strutture adeguate.A 17 anni i ragazzi più promet-tenti lasciano il Cus per societàche possono retribuirli”. “Pergli allenamenti - afferma

Zazzeroni - dobbiamo ringra-ziare il preside di ScienzeMotorie Vilberto Stocchi eGuido Re che da novembre amarzo ci mettono a disposizio-ne il pistino di atletica altri-menti non potremmo allenare iragazzi al coperto”. La squadradi atletica è composta di 25 gio-vani dai 12 ai 16 anni, tra i piùpromettenti c'è AndreaBenedetti, a 13 anni è il deten-tore della miglior misura disalto in lungo nazionale con 5m e 57 cm. “È un grande talen-to e non vorremmo perderlo,ma non riusciamo a pagarglineanche le trasferte per le gare”commenta il vice presidente.“Per problemi di bilancio -spiega il presidente - abbiamochiuso la squadra femminile dipallacanestro tre anni fa e quel-la di pallavolo due anni, ilbasket maschile sopravvivegrazie alla convenzione con

Sportivi di cuore, non solo nel fisico Ginnastica, nuoto e calcetto per disabili, giovani e anziani

Sopra, la squadra di “Nuoto Sport per tutti”

In alto, Andrea Benedetti

l'associazione sportiva dilet-tantistica Basket Ducale”. Lasquadra è in serie C2 ed è com-posta da studenti universitari,ma la preparazione costa caraal Cus. “Per gli allenamenti -sottolinea Zazzeroni - paghia-mo 20 euro l'ora e 150 euro apartita per l'affitto del palaz-zetto dello sport”.Nonostante le difficoltà econo-miche il Cus organizza ancheattività promozionali con con-venzioni nelle palestre e scontiper i tesserati negli esercizicommerciali. “Gli universitari -precisa De Angelis - chevogliono fare atletica possonoandare allo stadio senza pagareniente, mentre per i corsi orga-nizzati nelle palestre delComune i ragazzi pagano gliistruttori 10 euro l'ora”. “Senzafondi, però, non si può andarelontano - commenta Zazzeroni- ora speriamo nel 5 per mille”.

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il Ducato

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MASS MEDIA

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: GIOVANNI BOGLIOLO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo".Vice: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: PAOLA DE CRESCENTINI, SAURO BRANDONI; perla Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICOMASCILLI MIGLIORINI. SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore: GIOVANNI MANTOVANI Coordinatori: VITTORIO ROIDI, GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI

IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 www.uniurb.it/giornalismo; e-mail: [email protected] Direttore responsabile: GIOVANNI MANTOVANI Stampa: Arti Grafiche STIBU - Urbania (PU) - 0722319431 RegistrazioneTribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

Due giornalistiseduti davanti auna tazza di tèche si chiedonose i krumiri sianodi destra o di

sinistra. I protagonisti sono ildirettore del quotidiano LiberoVittorio Feltri e il conduttoredella trasmissione politica diLa7 L'Infedele Gad Lerner,entrambi giornalisti prestati auno spot. I krumiri in questio-ne sono i biscotti prodotti dauna nota azienda italiana. È uno degli episodi di campa-gne pubblicitarie andate inonda sulle reti televisive in cuia fare da testimonial sono statii giornalisti. In Italia però è vie-tata qualsiasi forma di commi-stione tra informazione e pub-blicità. La Carta dei doveri delgiornalista, sottoscritta nel1993, prescrive che i giornalistinon utilizzino "il nome, la voce,l'immagine per iniziative pub-blicitarie incompatibili con latutela dell'autonomia profes-sionale". L'unica eccezione è loscopo dello spot: sono consen-tite infatti "prestazioni per ini-ziative pubblicitarie volte a finisociali, umanitari, culturali,religiosi, artistici, sindacali ocomunque prive di caratterespeculativo". Proprio questo il punto dellaquestione. Di solito chi prestala propria immagine ne trae unguadagno economico. Feltri eLerner hanno sostenuto checosì non è stato perché hannodevoluto l'intero compenso inbeneficenza. "L'istruttoriadisciplinare nei confronti diFeltri non è stata avviata - spie-ga il presidente del consiglioregionale dell'Ordine dei gior-nalisti della Lombardia FrancoAbruzzo - perché lui ha docu-mentato di aver destinato ilprofitto a scopi benefici”. Non tutti i casi però si risolvo-no in questo modo, a dimostra-zione che in materia sono gliOrdini regionali di appartenen-za dei giornalisti a decidere.Quello del Lazio, per esempio,ha sospeso per due mesi MarcoMazzocchi, conduttore dellatrasmissione televisiva LaDomenica sportiva. Mazzocchiaveva usato la sua voce persponsorizzare una marca dicondizionatori d'aria in unospot radiofonico su un'emit-

tente privata. "Non è bastata lasua giustificazione di averdevoluto l'introito in benefi-cenza - chiarisce il presidentedel consiglio regionaledell'Ordine dei giornalisti delLazio Bruno Tucci - perché loscopo della pubblicità eracomunque commerciale e nonumanitario". Le sanzioni previ-ste vanno da due a dodici mesima si può essere anche radiatisubito dall'Albo se il fatto èritenuto particolarmente grave."È quello che è accaduto inpassato a Antonella Clerici,Tiberio Timperi e MicheleMirabella quando ancora eser-citavano la professione giorna-listica", sottolinea Tucci. Ma è sempre lo stesso Ordinedel Lazio che nel caso di GiulioAndreotti e della sua pubblicitàa un operatore di telefoniamobile non ha comminatoalcuna sanzione. Andreotti si èscusato di non conoscere lenorme sull'incompatibilità trainformazione e pubblicità e haprovato di aver destinato i pro-venti in beneficenza, quindi ilfascicolo è stato chiuso. Se in Italia è dunque l'Ordine aoccuparsi del problema, all'e-stero la situazione è completa-mente diversa. Negli altri paesinon esiste un Ordine professio-nale e i giornalisti sono sogget-ti solo ai codici di deontologiainterni alle singole testate. "InFrancia fare pubblicità non èvietato ai giornalisti a patto chequesto reddito non superi lametà di quello guadagnato conla professione - commenta ilcorrispondente estero di LeMonde Jean Jacques Bozzonnét- ma di solito non accade perun problema di credibilità".Anche nel Regno Unito, sottoli-nea il corrispondente esterodell'Economist David Lane,questi casi sarebbero visticome un conflitto di interessi:"Non credo che ci siano statiepisodi di questo tipo, i giorna-listi partecipano invece a cam-pagne sociali senza alcun com-penso". In Germania invecenon è vietato fare pubblicitàdietro compenso ma non sonoepisodi frequenti. "C'è stato uncaso di un giornalista sportivodella tv pubblica che ha pubbli-cizzato una marca di birra -racconta la corrispondenteestera del Die Zeit BirgitSchoenau - ma non se n’è dis-cusso perché tutto è avvenutoalla luce del sole".

Giornalisti ma non per spotSi può partecipare solo a campagne pubblicitarie per scopi sociali o umanitari

Molti gli episodi accaduti in Italia, all’estero il fenomeno è meno frequente per evitare la perdita di credibilità

Fare pubblicità commercialipuò costare sanzionio addirittura la radiazioneSTEFANIA LA MALFA

Obbligati a pubblicizzare lo sponsorComplesso il discorso sugli sponsor degli eventi sportivi che interferiscono con l'in-formazione. Siamo ormai tutti abituati a vedere i giornalisti che dopo le partite dicalcio, per esempio, intervistano allenatori e giocatori davanti a una parete copertadi inserzioni pubblicitarie. I giornalisti sportivi della Rai sono obbligati a realizzare leinterviste davanti a quella scenografia. "È un accordo che la Rai ha stipulato qual-che anno fa con la Lega calcio - spiega il segretario dell'Usigrai, l'Unione sindacaledei giornalisti Rai, Roberto Natale - di cui siamo venuti a conoscenza solo successi-vamente". In questo caso la Rai ha violato un accordo firmato con l'Usigrai in baseal quale è tenuta a informare preventivamente il sindacato ogni volta che i contratticommerciali dell'azienda abbiano ricadute sull'attività informativa. "Sono stati proprio i giornalisti a segnalarci il problema - continua Natale - e abbia-mo presentato una protesta sindacale. L'azienda ha risposto che la pubblicità aglisponsor durante le interviste è una condizione imprescindibile per gli accordi presicon la Lega calcio". La questione dunque si è chiusa in questo modo e secondo ilsegretario dell'Usigrai purtroppo al momento non ci sono spiragli per riaprirla.

L’INFORMAZIONE SPORTIVA IN TELEVISIONE

Calciatori e allenatori alla fine delle partite rispondono alle domande dei giornalisti davantialle pubblicità degli sponsor. Una prassi voluta dalla Lega calcio e contestata dai sindacati