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“Professione infermieristica e professioni sanitarie: consulenza ricerca, formazione. Informazione,
comunicazione professionale - utilizzo dell’informatica”
Gorizia‐Monfalcone, 8‐9 maggio 2007
V. Fascio 2007 2Benvenuti!
Benvenuti!
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Benvenuti!V. Fascio 2007 4
“La Consulenza Infermieristica”
Collegio Ipasvi di Gorizia - AIOL8-9 Maggio 2007
CPSE/Afd Dott. Valter FascioProf. a.c. Università Amedeo Avogadro
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PremessaL’analisi del contesto sanitario odierno impone una riflessione approfondita e sistematica su come il personale che eroga assistenza possa dedicarsi alla risposta ai bisogni manifestati dal paziente. Il contesto assistenziale deve essere analizzato attraverso i tre attori dell’assistenza:
• l’utente • il professionista• l’organizzazione
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L’utente che si trova a dover utilizzare il sistema sanitario èsempre più informato, legge, utilizza i mezzi informatici e ha dalla propria parte associazioni che lo supportano e dalle quali attinge ulteriori informazioni.
In genere queste associazioni operano anche all’interno dell’organizzazione sanitaria quali organismi privilegiati per la rilevazione e il miglioramento della qualità dei servizi erogati al cittadino, promuovono e favoriscono la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali aziendali e si offrono come strumento di collegamento fra la struttura erogante e l’utente.
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Il professionista che opera per la salute ha il compito di aggiornarsi sulle tematiche che riguardano la proprio attività (ECM) ed è al contempo chiamato a lavorare secondo evidenze provate e condivise dal mondo scientifico internazionale. Questo comporta conoscenza di base, studio continuo, confronto, poiché utilizzare conoscenza scientifica serve per dare risposte efficaci ai pazienti, diventa quindi fondamentale la continua analisi dei processi assistenziali e terapeutici anche perché la pratica quotidiana rivisitata in quest’ottica, porta all’acquisizione della consapevolezza che la troppa sicurezza o la mancanza di confronto su pratiche date “per scontate” induce all’inadeguatezza delle prestazioni o addirittura ingenera errori che non possono essere ritenuti accettabili.
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L’organizzazione intesa come ente ha l’obbligo preciso di coordinare gli altri due attori in funzione delle richieste dell’uno e delle risposte possibili proposte dal secondo con una attenzione particolare all’integrazione fra i ruoli.In un contesto come quello sopra descritto può nascere la proposta dell’attivazione della consulenza infermieristica.
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Utente, professionista, organizzazione...
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Dunque...a) Non si può parlare di consulenza infermieristica se i nostri processi di pianificazione dell’assistenza non identificano delle priorità, e non distinguono gli obiettivi infermieristici versus quelli del cliente, il case management e la responsabilità dell’assistenza.
b) Gli interventi devono essere differenziati a seconda che siano rivolti alle diagnosi infermieristiche o ai problemi collaborativi.
c) La valutazione dell’assistenza prestata è distinta da quella delle condizioni del cliente.
d) Serve un’analisi dell’assistenza multidisciplinare e del sistema di pianificazione a tre livelli diretto a migliorare l’utilizzazione clinica dei piani di assistenza senza un aumento della necessità di scrivere...
(Carlo Calamandrei Coord. S.I. ASO Careggi Firenze ‐ Laura Rasero Tutor e docente Università degli Studi di Firenze)
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La nostra premessa è questa:
solamente in un contesto reale come quello sopra descritto può nascere una proposta di attivazione della consulenza infermieristica.
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Obiettivo della relazione
L’obiettivo della relazione è quello di migliorare la consapevolezza professionale rispetto alla funzione di consulenza infermieristica e la capacità di identificarne alcune caratteristiche, prendendo anche in considerazione le attuali diverse “accezioni” nell’uso del termine e alcuni esempi e modalità d’implementazione operativa.
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Introduzione
Sul tema della “consulenza infermieristica”non c’è, purtroppo, ancora sufficiente chiarezza e scarsa è la bibliografia nazionale di riferimento.
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L’infermiere oggi ha l’obbligo giuridico e deontologico di contribuire alla preparazione del personale di supporto, colleghi e studenti in formazione. Ha il dovere, inoltre, di auto‐educarsi, in modo da essere costantemente in grado di “fornire risposte qualitativamente idonee alle richieste”.
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L’infermiere, infatti, per quanto preparato, non può essere esperto in tutti i settori, mentre chi opera in settori specialistici può mettere a disposizione le proprie competenzeprima all’utente e poi ai colleghi.
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L’infermiere NEOFITA sovente dimostra conoscenze teoriche non ancora verificate nella pratica, poca flessibilità, una difficoltà a distinguere l’essenziale dal secondario, la pressante necessità di regole e procedure, dimostra una difficoltà a cogliere l’insieme ed è auto‐centrato.
L’infermiere ESPERTO sa riconoscere le similitudini e le differenze, agisce mirando all’essenziale si muove nella complessità e la gestisce, sa decidere nelle situazioni di incertezza valutando i benefici e le possibili conseguenze, è etero‐centrato.
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Condizione necessaria per mettere a disposizione la propria esperienza acquisita sul campo e con la formazione è la creazione di un gruppo di infermieri capaci di attivare consulenze infermieristiche specialistiche sia direttamente presso le UU.OO (al letto del paziente), sia “on line” per mezzo dello strumento internet.
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Il fine, primo e ultimo, resta quello di perseguire obiettivi di appropriatezzaassistenziale per specifici ambiti, patologie, prestazioni, in risposta ai bisogni specifici della persona, con quella piena responsabilitàprofessionale che ci è oggi assegnata, che non è disgiunta dall’effettiva autonomia.
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Definizioni
La definizione di “consulenza”, dal vocabolario Zingarelli, è la seguente:
“Prestazione professionale di un consulente”.
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La definizione di “prestazione”, sempre dal vocabolario Zingarelli, è la seguente:
“Opera od attività fornita da persone”.[Voce dotta, lat. Praestatione (m) ‘garanzia,
responsabilità, pagamento’]
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La definizione di “consulente”: “Professionista o persona di provata capacità tecnica a cui ci si rivolge per avere informazioni e consigli nella materia di sua competenza”.
[Voce dotta dal lat. Consulente(m),part. pres. consulere ‘Riflettere’]
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Si parla di provata capacità tecnica:si tratta, quindi, di un professionista espertooppure di uno specialista?
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1) Esperto: colui che possiede una specifica e approfondita preparazione su determinati argomenti, in determinati campi.
2) Specialista: colui che attende ad un ramo speciale di una attività, una professione.(Esempio: Medico specializzato in un particolare ramo …).
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Nella Legge n° 43/2006il “professionista specialista” è:
• Il possessore del master di I livello per le funzioni specialistiche rilasciato dall’Università ai sensi del Decreto MIUR n° 509/99 (art. 1)
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• Svolge attività che richiedono un elevato grado di esperienza e specializzazione, quali attivitàdidattiche, di staff, di studio, di ricerca” (art. 2)
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Una definizione di consulenza infermieristica è data dal:
Gruppo Tecnico di Consulenza Infermieristica della A.S.S. n° 2 Isontina:
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“Fornire informazioni e consigli su metodiche e tecniche infermieristiche nella materia di competenza, tramite un confronto di professionalità, il cui obiettivo è il cambiamento per un miglioramento dell’assistenza (completa e di qualità) al paziente”
A.S.S. n° 2 Isontina
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Caratteristiche e riferimenti normativi
Il ruolo dell’infermiere ècomprensivo di quattro funzioni…
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• Clinica: assistenza diretta. • Consulenza: per i colleghi delle
Strutture Operative della propria e di altre aziende.
• Educativa: è la chiave per una corretta presa in carico del paziente coinvolgendo l’equipe infermieristica e di supporto
• Ricerca: permette di mantenersi costantemente aggiornato ed esperto
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L’infermiere
Da un punto di vista deontologico e giuridico, l’infermiere ha l’obbligo di contribuire alla preparazione del personale di supporto, dei colleghi e di quello in formazione, e di auto‐educarsi, in modo da essere costantemente in grado di “fornire risposte adeguate alle richieste”.
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• Legge 26 febbraio 1999, n. 42 Disposizioni in materia di professioni sanitarie
Il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni sanitarie di cui allʹarticolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (…), è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali istitutivi dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post‐base nonché degli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le altre professioni del ruolo sanitario
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Profilo infermiere: Decreto n° 739/94
• Art. 4. L’infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.
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• Art. 5. La formazione infermieristica post‐base per la pratica specialistica èintesa a fornire agli infermieri di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle aree:
a) sanità pubblicab) pediatriac) salute mentale‐psichiatriad) geriatriae) area critica
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Codice Deontologico dell’infermiere 1999 3. Norme generali
• 3.1. Lʹinfermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sullʹesperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza.
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• Lʹinfermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiornate, così da garantire alla persona le cure e lʹassistenza più efficaci.
• Lʹinfermiere partecipa alla formazione professionale, promuove ed attiva la ricerca,cura la diffusione dei risultati, al fine di migliorare lʹassistenza infermieristica.
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3.2. Lʹinfermiere assume responsabilitàin base al livello di competenza raggiunto e ricorre, se necessario,allʹintervento o alla consulenza di esperti. Riconosce che lʹintegrazione è la migliore possibilità per far fronte ai problemi dellʹassistito; riconosce altresì lʹimportanza di prestare consulenza, ponendo le proprie conoscenze ed abilità a disposizione della comunità professionale.
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“L’infermiere deve improntare la sua professionalità alla ricerca del
miglioramento delle proprie conoscenze. Vivere questa “tensione” non solo verso gli altri ma anche verso se stesso”.
(Bassetti, 1987)V. Fascio 2007 38
L’infermiere può essere espertoin tutti i settori?
Chi opera in settori specialistici ha acquisito una specificità tale per poter dare prestazioni altamente qualificanti, mettendo a disposizione le proprie conoscenze prima all’utente che ne ha la necessitàe poi agli altri operatori.
(Tonelli & al., 2001).
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Per le molteplici funzioni che l’infermiere svolge, le caratteristiche professionali che lo contraddistinguono sono rappresentate dal:
• sapere• saper fare• saper essere e…• saper divenire
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L’utenza è molto varia:
• Cittadini• Colleghi• Studenti• Altri professionisti
L’Utenza
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L’infermiere si ritrova ad agire, perciò, all’interno di un’area molto vasta, con notevoli possibilità di interazione con le persone e di approfondimento delle proprie conoscenze.
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Ma allora... Consulenza o counseling?
• Il Counseling, termine inglese non perfettamente traducibile in ʺconsulenzaʺ, indica uno scambio comunicativo tra un professionista, il counsellor, e un cliente che si trova in difficoltà e che porta implicitamente una domanda di cambiamento specifica.
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… il suo significato si pone in uno spazio intermedio tra due concetti correlati ma distinti: la consulenza e la relazione d’aiuto. Il counseling è, in effetti, una consulenza allʹinterno di una relazione d’aiuto.
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La consulenza è un intervento del quale sono messe in gioco le competenze specifiche di un professionista.
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Una relazione d’aiuto è invece un processo del quale un soggetto attraverso lʹofferta di tempo, attenzione e rispetto, talvolta col sostegno di specifiche metodologie, aiuta un altro che è in difficoltà a ritrovare risorse e modi per condurre produttivamente la sua esistenza.
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Il counseling è una metodologia trasversale a tutte le professioni che prevedono la relazione tra persone come caratteristica essenziale in termini decisionali ed applicativi allo svolgimento dellʹattività.
V. Fascio 2007 47
• L’attività dell’infermiere non può esimersi dal basarsi su quella che èla relazione d’aiuto.
• L’attività di consulenza è soprattutto insita nelle basi normative che regolano la nostra professione.
V. Fascio 2007 48
… quando l’infermiere fa (o può fare) consulenza
... e quando, invece, si può parlare di counseling?
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La figura del counselor è creata seguendo corsi specifici, ma è ragionevole auspicare che l’infermiere si renda conto di quanto questa attività sia, fondamentalmente, vicina alla propria e quanto possa essere interessante pensare a questa nuova ed accessibile frontiera.
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Un modello teoricodi consulenza
Occorre, inoltre, creare team di infermieri capaci di attivare consulenze infermieristiche specialistiche presso:
• A) Ospedale/UU.OO. (al letto del paziente)• B) Tra pari• C) On line (tramite Internet)
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Ritorniamo alla nostra premessa iniziale...
Un indagine eseguita da ANIN sull’applicazione di linee guida e metodologie organizzative, indica come premessa fondamentale i seguenti indirizzi:
• Avere ed applicare dei modelli assistenziali• Pianificare in maniera scientifica il lavoro quotidiano• Esprimere autonomia professionale • Evidenziare la capacità dei risultati• Assumersi le responsabilità dei risultati
(C. Spairani, 2003)
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Se il professionista infermiere fosse accreditato sulla performance professionale, l’attenzione non si limiterebbe agli aspetti esecutivi, ma anche:
• Scegliere le migliori opzioni• Scegliere i presidi adeguati al quadro clinico• Rispettare le norme di sicurezza per non provocare
danni• Compiere prestazioni successive ad una pianificazione
assistenziale• Comunicare con il paziente
(N. Boni, T. Lavalle & al. 2003)
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Come attuare la consulenza dipende anche dal quadro concettuale...
• Accreditare il professionista che ha concluso il curriculum formativo (Es. Master?) con una certificazione della formazione base e una certificazione del livello di competenzeraggiunto e potenziale
• A questo punto la metodologia, gli strumenti, il campo o oggetto della consulenza si possono delineare...
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Il passaggio da consulenze di carattere informale tra infermieri che “si conoscono” a una consulenza‐liaison infermieristica “ufficiale” e programmata in seno all’azienda è un’esigenza non solamente sentita da più parti, bensì un preciso dovere deontologico e giuridico.
(Calamandrei, 2002)
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Ma a questo punto è lecito chiedersi se la consulenza è una novità, e quale potrebbe essere una esemplificazione dell’applicazione della consulenza infermieristica...
La novità risiede nello strutturare in modo organizzato la prestazione infermieristica, nella progettualità e nello sviluppo organizzato della consulenza.
V. Fascio 2007 56
Consulenza al paziente in ospedale:
Il servizio deve essere sempre riconosciuto dalla Direzione Sanitaria, la quale accredita anche gli infermieri su base volontaria.
V. Fascio 2007 57
• Infermieri accreditati sono richiesti dai reparti o a domicilio direttamente al letto del paziente, quando ci sono problemi assistenziali complessi, situazioni difficili, che non riescono ad essere risolte: un consiglio, un approccio diverso è importante per migliorare o cambiare la situazione
V. Fascio 2007 58
Consulenza infermieristica intesa come:
• Prestazione tecnica • Addestramento sul campo del collega • Educazione del paziente e/o dei familiari • Valutazione • Supervisione ai colleghi
V. Fascio 2007 59
Esiste una relazione fra consulenza e formazione?
La competenza dell’infermiere consulente richiede formazione e aggiornamento continuo nello specifico della prestazione di consulenza
Quali effetti possono scaturire da una buona consulenza in ospedale?
• Maggiore sicurezza per il paziente/colleghi • Maggiore autonomia per il paziente e la famiglia
V. Fascio 2007 60
I dati sul numero di consulenze eseguite, i risultati ottenuti, vanno documentati e utilizzati ai fini:
‐ amministrativi‐ statistici ‐ di ricerca
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Risulta molto complicato e impersonale fare consulenza ospedaliera di questo tipo a livello informatico, ma perfino una semplice informazione la si può anche fornire così, e tutte le richieste si possono inviare con l’intranet aziendale.
V. Fascio 2007 62
“Quale infermiere è accreditabile come esperto nella materia?”
• Il possessore di certificato Master o Perfezionamento?
• Il professionista con 15‐20 anni di attività nel settore?
• Il professionista che può dimostrare la propria attività di “continuoslearning” nel settore?
V. Fascio 2007 63
e ancora...
• Il docente universitario nella disciplina e/o in corsi di formazione accreditati?
• Il coordinatore di U.O.S., U.O.C., Dipartimento?
• Il membro del direttivo di organi istituzionali professionali (Presidenti‐Vice presidenti)?
V. Fascio 2007 64
… Basta uno di questi titoli, un mix, oppure necessita il possesso di tutti quanti?
V. Fascio 2007 65
Oggi abbiamo una prima risposta...24/01/2006 19:07 24/01/2006 19:07 ‐‐ SANITAʹ: ROCCO (IPASVI), VIA LIBERA DDL SANITAʹ: ROCCO (IPASVI), VIA LIBERA DDL PROFESSIONI Eʹ TRAGUARDO PER LʹITALIAPROFESSIONI Eʹ TRAGUARDO PER LʹITALIA
Roma, 24 gen. (Adnkronos Salute) ‐ ʹʹLʹapprovazione alla Camera del ddl 3236 sul riordino delle professioni sanitarie non mediche è un vero e proprio traguardo per lʹItalia e per tutti i cittadiniʹʹ. Il commento di Gennario Rocco, vicepresidente della Federazione nazionale (Ipasvi) alla notizia del via libera alla Camera al ddl che interessa diverse categorie di professionisti. ʹʹGioiamo èdata la possibilità alle professioni sanitarie di vedersi riconosciuti i titoli accademici post‐laurea nelle varie discipline come requisiti obbligatori per occupare un ruolo di ʹespertoʹ, di specialista ‐ dice Rocco allʹADNKRONOS SALUTE ‐questo non cʹè mai stato nel nostro sistema, in particolare in riferimento agli infermieri: un infermiere di corsia, cioè quello che fornisce le prestazioni sanitarie al cittadino, non ha mai avuto la possibilità di vedersiriconosciute competenze e conoscenze avanzateʹʹ. ʹʹQuesta legge, invece ‐spiega ‐ istituendo la figura del ʹprofessionista specialistaʹ dà agli infermieri una motivazione in più per frequentare i master post‐laurea nella varie discipline di specializzazione (ad esempio chirurgia, terapia intensiva, sanitàpubblica, geriatria) e gli consente di vedere riconosciuto il proprio ruolo sul posto di lavoro. Per noi ‐ continua Rocco ‐ questo era lʹʹanelloʹ che mancava alla catena attivata per riconoscere ai professionisti sanitari, e agli infermieri, in particolare, un ruolo autonomo nellʹassistenza alle persone. Riteniamo che questo sia un vantaggio per i cittadini, perché significa incidere direttamente sulla qualità delle prestazioni tecnico‐assistenziali che vengono erogateʹʹ.
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La Legge 1 Febbraio 2006 ‐ n° 43, art. 6, recita così:
• 1) In conformità all’ordinamento degli studi dei corsi universitari, disciplinato ai sensi … (omissis) il personale laureato appartenente alle professioni sanitarie di cui all’articolo 1 comma 1, della presente legge, è articolato come segue:
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• …
• c) Professionisti specialisti, in possesso del Master di Primo livello per le funzioni specialistiche, rilasciato dall’Università ai sensi dell’articolo 3 comma 8 del regolamento di cui al Decreto del Ministro dell’Universitàe della ricerca scientifica e tecnologica 3 Novembre 1999, n° 509, e dell’articolo 3 comma 9, del regolamento di cui al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca 22 Ottobre 2004, n° 270…”
V. Fascio 2007 68
Chi potrebbe, oggi giorno, accreditare il professionista infermiere esperto?
Il fatto di ritenersi o essere ritenuto esperto non è necessariamente la stessa cosa dell’essere accreditato come tale (redazione della job‐description dell’esperto in…).
V. Fascio 2007 69
Gli infermieri esperti potrebbero essere accreditati come tali da parte di:
• Aziende sanitarie (personale interno, tramite selezione per titoli posseduti);
• Enti istituzionali (Collegi, Associazioni, Società Scientifiche) per gli iscritti;
• Ccnl, che oggi inquadra come CPSE solo chi è in Cat. DS (oggi con la L. n°43, professionista specializzato, ecc.)
V. Fascio 2007 70
Sono già in atto esperienze di consulenza infermieristica ospedaliera?
In alcune aziende essa è già stata inserita tra gli obbiettivi assegnati alle UU.OO., la procedura e la modulistica sono ufficializzate. Sono stati valutati i costi/benefici del Servizio.
V. Fascio 2007 71
Occorrerà implementare la procedura di gestione e realizzare il servizio di consulenza, criteri e modalità di svolgimento, in base a requisiti di qualità(ISO 9000) e attivare un Osservatorio di studio.
V. Fascio 2007 72
Esperienze in atto (2000‐2007):
•• Modena Modena (prima del 2000)•• GoriziaGorizia Az. n°2 Isontina (dal 2000 in diverse UU.OO.)•• Genova Genova Az. Osp. Villa Scassi (Lesioni cutanee)•• Rimini Rimini AUSSL Ospedale (Chirurgia)•• FirenzeFirenze Az. Osp. Careggi (Lesioni cutenee)•• Bologna Bologna (Az. Osp. S. Orsola Malpighi)•• BiellaBiella, ASL 12 (Cure palliative ‐ enterostomisti)•• Reggio EmiliaReggio Emilia ArciOspedale Santa Maria Nuova
(S.I. con scheda di consulenza) http://www.asmn.re.it
http://www.asmn.re.it/Ricerca/SearchResult.asp?txtFreeText=consulenza&txtFromDate=&txtToDate=&cboDocType=%2A
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http://www.forumpa.it/forumpa2005/sanita/cdrom/home/progetto/74.html
REGIONE: EMILIA ROMAGNA - TIPOLOGIA: GOVERNO CLINICO: UTILIZZO DELL'ICT PER LA GESTIONE DEL PAZIENTE E DEI DATI CLINICI
Premio FORUM P.A. SANITA' dedicato quest'anno all'impiegodell'Information & Communication Technology (ICT) per l'efficienza della sanità e nello specifico a supporto dellagestione manageriale
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Titolo del Progetto: La consulenza infermieristica in wound‐careSoggetto proponente: Azienda Ospedaliera Denominazione per esteso: Arcispedale S. Maria Nuova Azienda Ospedaliera di Reggio EmiliaReferente: Arduini Cinzia Morena
Obiettivi e risultati conseguiti:uniformare la gestione del paziente affetto da lesioni difficiliattraverso la consulenza infermieristica di un esperto wound care ‐ fornire allʹutenza un servizio di consulenza e trattamento infermieristico nei casi di lesione difficile ‐ fornire un intervento di educazione sanitaria rivolto ad utenti e familiari nella gestione delle esigenze quotidiane ‐ ottimizzare le risorse umane e i costi ‐garantire una maggiore sicurezza per il paziente ed una maggioreautonomia per i familiari ‐ fornire unʹassistenza infermieristica più qualificata ed efficace.
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CONVEGNO PERSONA E ORGANIZZAZIONE:
esperienze di un rapporto possibile
Reggio Emilia ‐ 4 e 5 marzo 2005 Relazione:
“L’infermiere esperto: la consulenza per il paziente diabetico”
Relatrice: Mariapaola Lince (Responsabile Infermieristica Dipartimentale – Dipartimento Medico 1
http://www.asmn.re.it/ConvegnoInferm/lince.pdf
Il progetto partecipa con un poster al Concorso Health Promating Hospitals Italiano e al Concorso Health Promating Hospitals Europeo di Dublino.
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Un progetto di consulenza per il paziente diabeticoA.O. Reggio Emilia (di Mariapaola Lince)
Dall’analisi del contesto sociale e dalle sollecitazioni dei comitati dei cittadini e dall’Associazione Diabetici, l’Azienda Ospedaliera S. Maria Nuova di Reggio Emilia ha riscontrato la necessità di un intervento educativo durante la degenza ordinaria al paziente diabetico trattato con insulina per la prima volta.
L’analisi delle criticità ha riscontrato che durante l’anno sono stati ricoverati 3000 casi uniformemente distribuiti in tutte le U.O.: su questi era frequente la richiesta di intervento di consulenza medica diabetologica, ma si è evidenziato che ’assistenza correlata diventava insufficiente per quanto riguarda l’impatto dietologico alla malattia, la gestione del controllo della glicemia al dito (stick), la somministrazione della terapia insulinica e la relativa gestione del materiale.
Per tutti questi eventi ci si affidava alla buona volontà dei singoli infermieri e alla loro conoscenza del problema diabete. Di conseguenza i centri territoriali riscontravano che il paziente dimesso “vagava” senza avere ben chiaro quello che dovesse fare per affrontare la propria malattia, non sapeva come gestirla dal punto di vista pratico!
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Si è così strutturata la “consulenza infermieristica per il paziente diabetico” che consiste in un’ora (circa) dedicata al singolo paziente, da svolgersi nell’ambulatorio diabetologico o al letto del malato.
La richiesta viene attivata dal reparto di degenza attraverso una richiesta preordinata che tutti gli operatori dell’Azienda possono trovare in Intranet.
Nel corso della consulenza si informa il paziente e/o un suo familiare sull’utilizzo della siringa o della penna, si insegna ad eseguire correttamente il controllo della glicemia (utilizzo della striscia e del glicemometro) e a compilare il diario glicemico. Si informa come riconoscere i sintomi della ipo o iperglicemia, si fissa un incontro con la dietista e dopo una prima verifica di apprendimento si consegna un kit con il materiale necessario ad arrivare alla prima visita del centro territoriale.
Al termine della consulenza viene consegnata al diabetico una lettera di dimissione infermieristica ove sono riportate informazioni sulla consulenza e l’appuntamento al centro territoriale di competenza.
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Tesi di Mangani [email protected]
LA CONSULENZA INFERMIERISTICA TRA L’INFERMIERE ESPERTO IN WOUND CARE E L’INFERMIERE STOMATERAPISTA: PROPOSTA DI GESTIONE E AGGIORNAMENTO IN TEMA DI COMPLICANZE CUTANEE PERISTOMALI
Abstract:
Partendo dall’assunto del Nuovo Codice Deontologico dell’Infermiere, che prevede il dovere di ricorrere, se necessario, alla consulenza infermieristica e all’obbligo di integrazione professionale per far fronte ai problemi delle persone prese in carico, con questo lavoro, si ipotizza che l’intervento sinergico di figure infermieristiche con formazione complementare in Wound Care e Stomaterapiapossa essere la soluzione migliore per affrontare questo problema. Nel lavoro vengono inizialmente evidenziate la professionalità, la competenza e la responsabilità delle due figure professionali in tema di lesioni cutanee e stomie, partendo dall’analisi delle leggi che regolano l’agire professionale e dalla descrizione dei percorsi formativi di base e complementari. In seguito poi si parla di ECM, di E BN, di Ricerca, e di VQAI.
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La consulenza infermieristica ospedaliera, dunque, non è:
• Non è un casotto di "esperti" che passano il tempo ad andare/venire dai reparti; gli spostamenti sono registrati è la pratica codificata
• Non presuppone che l'infermiere debba dividere il paziente in mille pezzi e affidarne uno a ogni “esperto”; anzi, continua ad occuparsi dell'assistenza infermieristica “globalmente” in modo olistico
• Non è la panacea che risolve oggettive carenze organizzative o strutturali o di organico di un reparto, ma una risorsa aggiuntiva da prevedere nei casi difficili
• Non sostituisce la formazione generale che l’infermiere deve possedere e mantenere aggiornata; il consulente deve però essere continuamente aggiornato per lo specifico settore
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La consulenza infermieristica ospedaliera è:
• E’ una pratica irrinunciabile per migliorare la qualità dell'assistenza
• E’ un valore aggiunto che non snatura la “mission” della nostra professione
• E’ da intendersi “specialistica” non come la “specializzazione” per i medici ma nel senso più ampio del termine, in virtù della caratteristica della professione per dare una “specificità” unica
• È uno strumento che nel quotidiano dell’infermiere permette di risolvere perfino alcuni problemi just in time mai affrontati
• È uno strumento di crescita professionale collettiva grazie allo scambio di informazioni e il confronto di esperienze lavorative
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Modello di richiesta
Regione PiemonteAzienda Sanitaria ……… Struttura Operativa ………….
Consulenza infermieristica psichiatrica e di liaison
URGENTE NON URGENTE
Richiesta
• Data: ……………. Ora: ……………..
• Dal reparto: ………………………… Al: SPDC CSM
• Cognome e Nome del paziente: ………………….………………………
• Data di Nascita: ……………………..
• Diagnosi infermieristica o Quesito specifico: …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
• Procedure già eseguite: ………………………………………………………………………………………………………………………………
Firma……………………………………………..
• Recapito telefonico:…………………………• Ricevuta alle ore: ……………...… Data …………….
V. Fascio 2007 82
Pagina retro della richiesta
• Appuntamento alle ore: …………. Data ………………….
• Firma …………………………….
• Parere del consulente infermieristico psichiatrico:
• Consiglio:…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….…………………………………………………………………………….………………………………………………………………………
• Da rivedere in data: ………………. Da non rivedere
• Firma…………………………….……..
• Recapito telefonico: ………………Data: .…………Ora: ………….
V. Fascio 2007 83
Esempio di tematiche di consulenza infermieristica di psichiatria che la letteratura cita. Riguardano le seguenti attività assistenziali (Royal College of Psychiatrists):
• Organizzazione del collegamento con i servizi della rete territoriale
• Educazione e informazione assistenziale per lo specifico
• Gestione dei segni in atto di delirio o allucinazione o confusione
• Gestione del comportamento difficile (oppositivo, passivo, chiuso in se stesso)
• Gestione dei segni di agitazione psicomotoria• Gestione del paziente in presenza di tratti antisociali• Gestione del paziente contenuto fisicamente
V. Fascio 2007 84
E il tramite informatico?
• Intranet può essere utile per inviare o ricevere i moduli di richiesta per la consulenza infermieristica ordinaria o per trasmissione di protocolli, linee guida, o per semplici precisazioni
• L'utilizzo di internet deve essere considerato invece uno strumento raccomandabile per “l'aggiornamento continuo” al divenire del sapere e deve essere una risorsa messa a disposizione dell'azienda per il personale infermieristico (e non protetta da password!)
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V. Fascio 2007 85
Ci basta questo quando parliamo di consulenza e di internetinternet?
• Probabilmente no, per “creare una community”di infermieri indipendentemente dall’ospedale, in grado di fare consulenze infermieristiche specialistiche on line, tramite internet (In Italia l’Associazione infermierionline).www. infermierionline.net
V. Fascio 2007 86
Consulenza tra paritra pari in internet...
• Internet è sinonimo di “condivisione di esperienze/conoscenze individuali” con tutti e in tutto il mondo!
• Internet è l’ambiente, possiamo spiegarlo, aiutare l’infermiere ad usarlo, internet comunque resta… Sul web, se approcciatocon giudizio si trovano informazioni più attuali rispetto alla carta stampata...
• La consulenza on line è FAQs; è confronto su problemi tecnici; è informazione; è formazione…
V. Fascio 2007 87 V. Fascio 2007 88
Alcuni strumenti di comunicazione e consulenza utilizzando lo strumento del web:
•• Chat roomChat room•• ForumForum•• NewsletterNewsletter•• NewsgroupNewsgroup•• La mailing listLa mailing list•• TeledidatticaTeledidattica•• WebWeb‐‐communitycommunity
Esempio: Infermierionline.net; Nursesarea.it; Infermieri.com; Inferweb.com; Nurse3000.it
V. Fascio 2007 89
Documentarsi con internet:
• Banche dati:Primarie: singole ricerche o articoli es. Medlinehttp://medline.cos.com/Secondarie: revisioni sistematiche es. Cochranehttp://www.cochrane.it/
• Riviste o elenchi giornali es. BMJ http://www.bmjjournals.com/• Siti Web o Portali professionali es. Collegi http://www.ipasvi.torino.it/• Evidenze scientifiche es. Clearinghouse http://www.guideline.gov/• Formarsi con internet: FAD es. Ecce‐InFad• File sharing: software per turni di servizio, ecc.• Open source: il “Progetto aperto” applicato al nursing • Collaborazione/cooperazione: gestire siti, scrivere articoli, ecc.• Apprendere l’uso di programmi: powerpoint, ecc.
V. Fascio 2007 90
La webliografia italiana sulla consulenza:•• 1) Da 1) Da InfermieriOnlineInfermieriOnline ‐‐ aprile 2004 (aprile 2004 (chatchat di di G.G. Bon): Bon):
http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=2277&idd=http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=2277&idd=26822682
2) Da 2) Da InfermierionlineInfermierionline ‐‐ settembre 2004 (articolo di settembre 2004 (articolo di F.F. Raineri):Raineri):
http://www.infermierionline.net/documenti/consulenza_inferhttp://www.infermierionline.net/documenti/consulenza_infermieristica.htmmieristica.htm
•• 3) Da 3) Da NursesAreaNursesArea ‐‐ marzo 2004 (marzo 2004 (topictopic nel forum):nel forum):http://www.nursesarea.it/forum/http://www.nursesarea.it/forum/viewtopic.phpviewtopic.php?t=6332?t=6332
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V. Fascio 2007 91
La bibliografia italiana sulla consulenza:
Attraverso la revisione della letteratura a stampa italianAttraverso la revisione della letteratura a stampa italiana: tre a: tre articoli.articoli.
•• TonelliTonelli E. & al., E. & al., ““La consulenza infermieristica: lLa consulenza infermieristica: l’’esperienza a esperienza a disposizione delldisposizione dell’’utenteutente””, Management infermieristico, 2/2001, , Management infermieristico, 2/2001, pppp.20.20‐‐2727
•• Brandi A. & al., Brandi A. & al., ““Consulenza infermieristica in Consulenza infermieristica in woundwound carecare””, , Management infermieristico, 4/00, pp. 4Management infermieristico, 4/00, pp. 4‐‐88
•• Lince MP. Lince MP. ““La consulenza infermieristica nella medicina interna: La consulenza infermieristica nella medicina interna: un aiuto preziosoun aiuto prezioso””, Bollettino FADOI Internista News, 12/04, Bollettino FADOI Internista News, 12/04, , pppp.6.6‐‐77
V. Fascio 2007 92
La bibliografia internazionale sulla consulenza infermieristica...
• Attraverso le banche dati con chiave di ricerca: “psychiatric nursing consultation” o “psychiatric consultation liaison/nurse” o “psychiatric clinical nurse specialist”:
ArticoliArticoli• Chase P, Gage J, Stanley KM, Bonadonna JR. “The psychiatric consultation/liaison nurse
role in case management”, Nurs Case Manag. 2000 Mar‐Apr;5(2):73‐7.• Effinger J. Help wanted. “A quality needs assessment creates a position for a psychiatric
clinical nurse specialist”, J Psychosoc Nurs Ment Health Serv. 1995 Oct;33(10):24‐30.• Marcus J. “Nursing consultation: a clinical speciality”, J Psychiatr Nurs Ment Health Serv.
1976 Nov; 14(11):29‐31.• Minarik PA. “The psychiatric liaison nurse’s role with families in acute care”, Nurs Clin
North Am. 1984 Mar;19(1):161‐72.• Scherer ZA, Scherer EA, Labate RC. “Psychiatric nursing consultation and liaison: how
do nurses understand this activity?”, Rev Lat Am Enfermagem. 2002 Jan‐Feb;10(1):7‐14.• Sharrock J, Happel B. “The role of a psychiatric consultation liaison nurse in a general
hospital: a case study approach”, Aust J Adv Nurs. 2002 Sep‐Nov;20(1):39‐44.• Sharrock J, Happel B. “An overview of the role and functions of a psychiatric
consultation liaison nurse: an Australian perspective”, J Psychiatr Ment Health Nurs. 2001 Oct;8(5):411‐7.
• Sharrock J, Happel B. “The role of the psychiatric consultation‐liaison nurse in the improved care of patients experiencing mental health problems receiving care within a general hospital environment”, Contemp Nurse. 2001 Dec;11(2‐3):260‐70.
V. Fascio 2007 93
Gli Infermieri e la consulenza...
… Alcuni dati, elaborati nell’ambito di una Tesi di Laurea in Infermieristica:
V. Fascio 2007 94
…il 66,6% degli Infermieri intervistati dichiara che la
funzione di consulenza è parte integrante del profilo
professionale dell’infermiere, rispetto al 33,3% che risponde
negativamente…
V. Fascio 2007 95
La consulenza infermieristica èassente, in ogni ambito
specialistico, per il 92,5% degli intervistati.
V. Fascio 2007 96
• L’80% degli infermieri intervistati, si sentirebbe preparato ad affrontare un
intervento di consulenza come “esperto clinico” nell’ambito di
competenza.
(Dati da Tesi di V. Fascio, A.A. 2004/2005 ‐Università G. D’Annunzio, di Chieti).
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V. Fascio 2007 97
Cosa succede negli altri Paesi?
Nei Paesi anglosassoni, la consulenza infermieristica è regolarmente diffusa.
V. Fascio 2007 98
Negli Stati Uniti, la figura di Nurse Consultant (Infermiere Consulente), nasce fra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ’80.
V. Fascio 2007 99
In Inghilterra, la Consulenza Infermieristica viene introdotta negli anni ʹ90 da Wright e Pearsons.
V. Fascio 2007 100
Oggi si contano moltissime figure che attuano l’infermieristica avanzata, anche se non sempre sono ben distinte nei ruoli e spesso si intersecano, creando confusione.
V. Fascio 2007 101
Possiamo elencare alcuni fra i titoli più frequentemente riscontrabili:
• Consultant nurse• Clinical nurse specialist• Nurse specialist• Advanced Practicioner nurse• Nurse practicioner• ecc..
V. Fascio 2007 102
Esistono figure infermieristiche “specializzate” in vari settori, ad esempio:
• Tissue Viability Nurse• Rehabilitation Nurse• Wound, Ostomy & Continence Nurse (WOCN)
• Parkinson Disease Nurse Specialist (PDNS)
• …
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V. Fascio 2007 103
Tutte queste figure ricoprono incarichi di alta responsabilità ed autonomia.
Principalmente, essi rivestono:
• Ruolo di aiuto• Funzione di insegnamento‐coaching• Funzione diagnostica e di monitoraggio
del paziente• Gestione efficace di situazioni soggette
a rapidi cambiamenti
V. Fascio 2007 104
In Italia non esiste una figura assimilabile a quella del ConsultantNurse, o Infermiere di Pratica Avanzata; non è riconosciuta, infatti, dal nostro ordinamento.
V. Fascio 2007 105
… attualmente, come abbiamo citato, è necessario far riferimento alla recentissima Legge 43, del 1 Febbraio 2006, all’Art. 6, comma 1.
V. Fascio 2007 106
Conclusioni
La consulenza è un argomento con il quale gli infermieri italiani devono e dovranno ‐sempre più ‐ confrontarsi.
V. Fascio 2007 107
La consulenza rappresenta il nuovo “sentire comune”… che è la capacità di condividere il proprio sapere con gli altri.
E’ l’unione dello sforzo per descrivere l’esistente trainandoci dietro i più restii ‐ fare squadra ‐ ma sempre con uno sguardo rivolto al futuro e a quello che si attende e si vuole costruire.
V. Fascio 2007 108
La consulenza rappresenta il nuovo “ruolo”… di professionisti in grado di fornire un concreto supporto alla “prassi infermieristica” quotidiana.
Occorre creare quella conoscenza sistematica che è uno degli elementi indispensabili per il riconoscimento di una professione, e perché questa si affermi nel sistema sociale e culturale.
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V. Fascio 2007 109
La funzione di consulenza infermieristicapermette agli infermieri di affrontare adeguatamente anche le situazioni diincertezza, senza per questo sentirsi soli nel risolvere alcuni problemi contingenti.
V. Fascio 2007 110
La consulenza può contribuire ad avvicinare sia gli infermieri che lavorano in un ospedale sia quelli che frequentano la rete: acculturare nell’uso professionale del tramite informatico e di internet‐intranet.Tutto ciò nella prospettiva di indicare un orizzonte e alimentare un sogno...
V. Fascio 2007 111
Concludo affermando che, probabilmente, piùche individuare ho fatto intravedere anche soltanto sullo sfondo, dove la consulenza infermieristica, così definita, e l’uso di internet “professionalmente utile” potrebbe condurre…
V. Fascio 2007 112
Ritengo che pur tenendo conto dei vincoli, aprire un semplice spiraglio da una“finestra” abbia l’importante funzione di immettere e far circolare nuovo ossigeno...
V. Fascio 2007 113
... e soprattutto solamente spalancando una “finestra” si potrà godere appieno del “panorama”.
Ne abbiamo bisogno!
E se è così, allora non mi resta che domandarvi...V. Fascio 2007 114
L’obiettivo della relazione è raggiunto?
L’obiettivo della relazione è quello di migliorare la consapevolezza professionale rispetto alla funzione di consulenza infermieristica e la capacità di identificarne alcune caratteristiche, prendendo anche in considerazione le attuali diverse “accezioni” nell’uso del termine e alcuni esempi e modalità d’implementazione operativa.
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V. Fascio 2007 115
Bibliografia italiana essenziale
• Sito di Infermierionline (Chat 29.4.2004 di Giuliano Bon):http://www.freeforumzone.it/viewmessaggi.aspx?f=2277&idd=2682
• Sito di NursesArea (Forum, topic 29.3.2004):http://www.nursesarea.it/forum/viewtopic.php?t=6332
• Tonelli E. & al., “La consulenza infermieristica: l’esperienza a disposizione dell’utente”, Management infermieristico, 2/2001, pp.20-27
• Brandi A. & al., “Consulenza infermieristica in wound care”, Management infermieristico, 4/00, pp. 4-8
• Casati M. “La documentazione infermieristica”, McGraw-Hill, Milano, 1999.
• Reilly C.H. “Il ruolo consultivo dell’infermiere specializzato in gerontologia negli ospedali”, vol. 12 n°1, Ed. Piccin, Padova, 1990.
• Lince MP. “La consulenza infermieristica nella medicina interna: un aiuto prezioso”, Bollettino FADOI Internista News, 12/04, pp.6-7
V. Fascio 2007 116
“Viandante la via non c’è, la via si fa andando”
Antonio Machado
Grazie!
Valter Fascio