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Le sostanze perfluoroalchiliche
Sono composti organici formati
da una catena alchilica di
lunghezza variabile (da 4 a 14
atomi di C) totalmente fluoruratae da un gruppo funzionale ( un
acido carbossilico o solfonico).
Fra i numerosi composti fluorurati, due in particolare sisono dimostrati pericolosi per la salute:
PFOA (acido perfluoro ottanoico)
PFOS (acido perfluoro ottano sulfonico).
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Principali utilizzi:
trattamenti pelli e tessuti (Goretex)
rivestimenti carta e cartonedetergenti e cera per pavimenti
vernici, pesticidi e insetticidi
schiume antincendio
pellicole fotografiche, olii idraulici
fondi antiaderenti per cottura cibi(politetrafluoroetilene), brevettato
nel 1938 dalla Dupont col nome di
Teflon.
Non meraviglia quindi il fatto che siano ormai
diffusi in tutto il mondo e in tutti i comparti(acqua, aria, suolo) e rintracciabili perfino nei
tessuti degli orsi polari.
Presentano notevoli caratteristiche prestazionali
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Nel 1978 è stato comunicato per la prima volta la
presenza di PFOA nel sangue degli operai della 3M
(multinazionale statunitense che produce più di 55.000 prodotti).
(Danish EPA 2005-project n. 1013).
Soltanto nel 2002 la OECD (Organization for
Economic Cooperation and Development)
denunciava i pericoli legati all’utilizzo del PFOS,
sostanza persistente nell’ambiente e molto tossicaper i mammiferi.
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I più importanti studi sulla tossicità dei PFASnell’uomo sono stati effettuati a seguito dello
sversamento di queste sostanze nel fiume Ohio.
Una azienda della Dupont che produceva Teflon
vi riversava i suoi reflui idrici.
L’acqua del fiume era utilizzata a scopo potabile.
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A seguito di una class-action intentata dalla
popolazione interessata, la Dupont fu costretta a
finanziare una ricerca indipendente sugli effetti
sanitari dei PFAS.
Nacque così il C8 Health Project (C8HP) per lostudio dei composti fluorurati degli ottani.
L’indagine ha coinvolto 69.000 soggetti e ha potuto
verificare l’esistenza di numerosi effetti negativi
dell’ingestione dei PFAS con l’acqua potabile
dovuti alle proprietà cancerogene e all’azione di
interferenti endocrini che questi composti mostrano.
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Alterazioni patologiche che lo studio ha collegatocon l’ingestione dei PFAS:
Ipercolesterolemia
malattie tiroidee
colite ulcerosa
ipertensione in gravidanza
eclampsia
tumori del testicolo
tumori del rene
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Studi successivi hanno mostrato fra la popolazioneesposta anche aumenti della frequenza di:
• arterosclerosi
• ischemie cerebrali e cardiache
• infarto miocardico acuto• diabete
• infertilità maschile e femminile
• aborti spontanei e alterazioni dello sviluppo del feto
• tumori del rene, testicolo, prostata, vescica, ovaio,
mammella, fegato, pancreas, linfoma NH, leucemie,mieloma multiplo.
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D. Dixon et al. (2012) Histopathologic changes in
the uterus, cervix and vagina of immature CD-1
mice exposed to low doses of perfluorooctanoic
acid (PFOA) in a uterotrophic assay. ReproductiveToxicology 33, 506-12
I PFAS nelle acque italiane: distribuzione e rischi. Milano 22 Ottobre 2013
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Taft Stett inius Holliste r LLP
425 Walnut Street, Suite 18001C~ncinnati,OH 45202-3957 /Tel. 513.381.2838 /Fax: 513.381 0205 /ww w.taftlaw.com
Cincinnati Cleveland Columbus Dayton ndianap ol~s Norther n Kentucky / Phoenix / Beijing
March 6,2009
TSCA Confidential Business Information Center (7407M)
EPA East
-
Room 6428, Attn: Section 8(e) FYI
U.S.
Environmental Protection Agency
1200 Pennsylvania Avenue, NW
Washington, DC 20460-0001
Re: Submission To TSCA 8(e)/FYI Database Re: PFOAIPFOS
To TSCA 8(e)/FYI Database:
We are hereby providing the following information for inclusion in the TSCA 8(e) l
FYI databases with respect to PFOAIPFOS:
1. Costa,
G.,
et al., Thirty Years of Medical Surveillance in Perfluorooctanoic
Acid Product ion Workers, 51 J.O.E.M. 1-9 (March 2009); and
2.
Joensen, U.N., et al., Do Perfluoroalkyl Compounds Impair Human
Semen Quality?, Environ. Health Persp. (doi: 10.1289lehp.0800517)
(online March 2, 2009).
, obert A. Bilott
RAB:mdm
Enclosure
E - -
DCN: 89090000193
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•IARC has classified PFOA as “possibly carcinogenic to humans” (Group 2B)
•A causa della loro elevata persistenza, della loro distribuzione globale, della
loro potenziale tossicità e capacità di bioaccumulo, alcuni composti
perfluoroalchilici sono stati inseriti nella lista degli inquinanti organici
persistenti (persistent organic pollutants o POPs).
•Negli USA è vietata produzione/uso del PFOA dal 2016
• In Norvegia dal giugno 2014 (poi slittata al 2018)
• La Germania ha comunicato all’UE di voler vietare produzione/uso a breve
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Una importante contaminazione da sostanze
perfluoroalchiliche (PFAS) nelle acque (superficiali
e profonde) è stata segnalata in Veneto da IRSA-
CNR in tre campagne (2011-’12-’13).
In seguito, ARPAV prosegue le indagini su tutta la
rete delle acque del Veneto per lo studio della
diffusione della contaminazione che aveva
interessato anche alcuni pozzi destinati a rifornire
gli acquedotti di numerosi comuni.
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+ +
L’estensione della
contaminazione è mostratanella cartina elaborata da
ARPAV.
Le vie di contaminazione sono
il rilascio in aria e lo
sversamento in acqua chedetermina una contaminazione
anche dell’acqua destinata al
consumo umano.
L’azienda che produce queste
sostanze è attiva dal 1964.
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Dott. ssa Marina Lecis CTU Tribunale di Padova sez. penale
SCARDOLA
57,4 ug/kg*
FIUME CASSACINA
UOVO
7,6 ug/
kg
INGRESSO PFASs - CATENA ALIMENTARE
PFASs
11 C.
Dosi tollerabili PFOS e PFOA U.S. EPA 2013* PFOS < 0,08 ug/kg & PFOA < 0,2 ug/kg
Monitoraggio della Regione Veneto 2014/15
PESCE - FIUME FRATTA
PFOS – 33,9 ug/kg*
Valore Limite PFOS < 0,03 ug/L
AnalisiARPAV
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Le analisi chimiche eseguite dai laboratori ARPAV riguardano le
seguenti sostanze:
Acido Perfluoro Ottanoico (PFOA)Acido Perfluoro Ottano Sulfonico (PFOS)
Altri PFAS (che include la somma delle rimanenti 10 sostanze PFAS).
Non essendo normata, non esiste in Italia una concentrazione massima
ammissibile in acqua potabile di questi composti.
La Regione Veneto si rivolge al Ministero della Salute, che con nota
2565 del 29 gennaio 2014 trasmette il parere di ISS
Sostanza Livello di performance (obiettivo)
PFOA ≤ 500 ng/l
PFOS ≤ 30 ng/l
Altri PFAS (somma delle rimanenti 10 sostanze ) ≤ 500 ng/l
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Gruppo di lavoro
Marina Mastrantonio ENEA
Raffaella Uccelli ENEA
Augusto Screpanti ENEA
Edoardo Bai ISDE
Vincenzo Cordiano ISDE
Paolo Crosignani ISDE
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Ambito territoriale dello studio•Area costituita dai comuni con superamenti dei valori di
PFAS (>500 ng/l):
24 comuni (PD, VR e VI)
Pop Tot. Cens. 2011 143.604
•Area costituita dai comuni con superamenti dei valori di
PFOS (>30 ng/l) :
19 comuni (PD, VR e VI)
Pop Tot. Cens. 2011 131.274
•Area costituita dai comuni con somma dei valori di PFAS=0:
69 comuni (Prov. PD, RO, TV, VE, VR e VI)Pop. Tot. Cens. 2011 643.618
Gazzetta del Veneto n! 107 del 10 novembre 2015.
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È stata confrontata la mortalità dei comuni consuperamenti della concentrazione di PFAS e quelli consuperamenti della concentrazione di PFOS con quella deicomuni dove le analisi dimostravano assenza diinquinamento (Somma PFAS=0).
Sono stati presi in considerazione solo i dati relativi alle
acque destinate al consumo umano (escludendo le reti
extra SinAp, pozzi privati e acque sotterranee).
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Comuni superamento PFAS
Montagnana
Albaredo d’Adige
Arcole
Bevilacqua
Bonavigo
Boschi Sant’Anna
Cologna Veneta
Legnago
Minerbe
Pressana
Roveredo di GuàTerrazzo
Veronella
Zimella
Brendola
Grancona
Lonigo
Montorso Vicentino
Noventa Vicentina
Orgiano
Poiana Maggiore
San Germano dei Berici
SaregoSossano
Vicenza
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Le patologie di cui abbiamo verificato eventuali eccessi
di mortalità sono le seguenti:
•Infarto del Miocardio
•Malattie cerebrovascolari
•Malattia di Alzheimer
•Morbo di Parkinson
•Diabete
•Tumore fegato e dotti
•Tumore del rene
•Tumore vescica
•Tumore pancreas
•Leucemie
•Linfomi non Hodgkin
•Mieloma multiplo
•Tumore mammella
•Tumore dell’ovaio
•Tumore del testicolo
•Tumore prostata
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BANCADATI EPIDEMIOLOGICA ENEA
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Per ognuna delle patologie considerate
sono stati calcolati per il periodo 1980-
2011:
- i tassi standardizzati diretti (TSD) e i
relativi errori standard (E.S.)
- il rischio relativo (RR) e i corrispondenti
intervalli di confidenza (I.C.) al 95%.
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Risultati
Per alcune delle 16 patologie in studio si osserva un aumento
del rischio di morte nei comuni inquinati.
In particolare si rilevano aumenti della mortalità, statisticamente
significativi, per diabete e infarto miocardico acuto nella
popolazione maschile dei comuni in cui le misure di
concentrazione di PFAS superano i livelli di performance e perdiabete, malattie cerebrovascolari, infarto e Alzheimer, nella
popolazione femminile.
Gli aumenti di mortalità nell’area costituita dai comuni con
superamenti della concentrazione di PFOS, riguardano il diabete,
le malattie cerebrovascolari e l’infarto in entrambi i sessi etumore del rene e malattia di Alzheimer nelle sole donne.
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CONSIDERAZIONI
L’utilizzo dei dati di mortalità presenta sicuramente dei limiti,soprattutto per patologie a bassa letalità.
Si otterrebbero risultati ancora più significativi utilizzando i dati
di incidenza.
Nonostante i limiti intrinseci dell’approccio ecologico i risultatidello studio sono indicativi della esistenza di un rischio per la
popolazione esposta.
Osserviamo infatti aumenti della mortalità per diverse patologie
ricollegabili ad esposizione a PFAS, sia nella popolazionemaschile che in quella femminile.
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CONCLUSIONI
È necessario adottare interventi cautelativiriducendo al minimo l’esposizione dellapopolazione mediante provvedimenti sull’acqua
potabile e sulle emissioni in aria dell’azienda.
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Environmental Health Perspectives • VOLUME 123 | NUMBER 5 | May 2015 A 107
As scientists and other professionals from a variety of disciplines, weare concerned about the production and release into the environ-ment of an increasing number of poly- and perfluoroalkyl substances(PFASs) for the following reasons:
1. PFASs are man-made and found everywhere. PFASs are highlypersistent, as they contain perfluorinated chains that onlydegrade very slowly, if at all, under environmental conditions.It is documented that some polyfluorinated chemicals breakdown to form perfluorinated ones (D’Eon and Mabury 2007).
2. PFASs are found in the indoor and outdoor environments, wildlife, and human tissue and bodily fluids all over the globe.
They are emitted via industrial processes and military andfirefighting operations (Darwin 2011; Fire Fighting FoamCoalition 2014), and they migrate out of consumer productsinto air (Shoeib et al. 2011), household dust (Björklund et al.2009), food (Begley et al. 2008; Tittlemier et al. 2007; Trieret al. 2011), soil (Sepulvado et al. 2011; Strynar et al. 2012),ground and surface water, and make their way into drinking water (Eschauzier et al. 2012; Rahman et al. 2014).
3. In animal studies, some long-chain PFASs have been foundto cause liver toxicity, disruption of lipid metabolism andthe immune and endocrine systems, adverse neurobehavioraleffects, neonatal toxicity and death, and tumors in mul-tiple organ systems (Lau et al. 2007; Post et al. 2012). In thegrowing body of epidemiological evidence, some of theseeff ects are supported by significant or suggestive associationsbetween specific long-chain PFASs and adverse outcomes,including associations with testicular and kidney cancers
(Barry et al. 2013; Benbrahim-Tallaa et al. 2014), livermalfunction (Gallo et al. 2012), hypothyroidism (Lopez-Espinosa et al. 2012), high cholesterol (Fitz-Simon et al.2013; Nelson et al. 2009), ulcerative colitis (Steenland et al.2013), lower birth weight and size (Fei et al. 2007), obesity(Halldorsson et al. 2012), decreased immune response to vac-cines (Grandjean et al. 2012), and reduced hormone levelsand delayed puberty (Lopez-Espinosa et al. 2011).
4. Due to their high persistence, global distribution, bio-accumulation potential, and toxicity, some PFASs have beenlisted under the Stockholm Convention (United NationsEnvironment Programme 2009) as persistent organicpollutants (POPs).
5. As documented in the Helsingør Statement (Scheringeret al. 2014),a. Although some of the long-chain PFASs are being regu-
lated or phased out, the most common replacements are
short-chain PFASs with similar structures, or compounds with fluorinated segments joined by ether linkages.
b. While some shorter-chain fluorinated alternatives seem tobe less bioaccumulative, they are still as environmentallypersistent as long-chain substances or have persistent deg-radation products. Tus, a switch to short-chain and otherfluorinated alternatives may not reduce the amounts ofPFASs in the environment. In addition, because some ofthe shorter-chain PFASs are less eff ective, larger quantitiesmay be needed to provide the same performance.
c. While many fluorinated alternatives are being marketed,little information is publicly available on their chemicalstructures, properties, uses, and toxicological profiles.
d. Increasing use of fluorinated alternatives will lead to increas-ing levels of stable perfluorinated degradation products in theenvironment, and possibly also in biota and humans. This would increase the risks of adverse eff ects on human healthand the environment.
6. Initial eff orts to estimate overall emissions of PFASs into theenvironment have been limited due to uncertainties related toproduct formulations, quantities of production, productionlocations, efficiency of emission controls, and long-term trendsin production history (Wang et al. 2014).
7. Te technical capacity to destroy PFASs is currently insufficient
in many parts of the world.Global action through the Montreal Protocol (United Nations
Environment Programme 2012) successfully reduced the use of thehighly persistent ozone-depleting chloro fluorocarbons (CFCs), thusallowing for the recovery of the ozone layer. However, many of theorganofluorine replacements for CFCs are still of concern due to theirhigh global warming potential. It is essential to learn from such pasteff orts and take measures at the international level to reduce the useof PFASs in products and prevent their replacement with fluorinatedalternatives in order to avoid long-term harm to human health and theenvironment.
For these reasons, we call on the international community tocooperate in limiting the production and use of PFASs and in devel-oping safer nonfluorinated alternatives. We therefore urge scientists,governments, chemical and product manufacturers, purchasingorganizations, retailers, and consumers to take the following actions:
Scientists:1. Assemble, in collaboration with industry and governments, a
global inventory of all PFASs in use or in the environment,including precursors and degradation products, and theirfunctionality, properties, and toxicology.
2. Develop analytical methods for the identification and quanti-fication of additional families of PFASs, including fluorinatedalternatives.
3. Continue monitoring for legacy PFASs in diff erent matrices andfor environmental reservoirs of PFASs.
4. Continue investigating the mechanisms of toxicity and exposure(e.g., sources, fate, transport, and bioaccumulation of PFASs),and improve methods for testing the safety of alternatives.
5. Bring research results to the attention of policy makers, industry,the media, and the public.
Governments:
1. Enact legislation to require only essential uses of PFASs, andenforce labeling to indicate uses.
2. Require manufacturers of PFASs toa. conduct more extensive toxicological testing,b. make chemical structures public,c. provide validated analytical methods for detection of
PFASs, andd. assume extended producer responsibility and implement safe
disposal of products and stockpiles containing PFASs.3. Work with industry to develop public registries of products con-
taining PFASs.4. Make public annual statistical data on production, imports, and
exports of PFASs.
y ( )http://dx.doi.org/10.1289/ehp.1509934