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Page 1: Premio Mascagni, la Plastifur

••11BOLOGNAECONOMIAMARTEDÌ 6 MARZO 2012

I NUMERI

920 12mila

E’ il fatturato in euro del2011,destinato a crescere nel2012 per effetto dell’avviodella fusione con Ompa

presse

Sono le macchine aziendaliper 7 dipendenti. Le macchinediventano 24 aggiungendola dotazione di Ompa

di MARCO GIRELLA

DIETRO i tatuaggi coperti dal maglio-ne e gli orecchini a entrambi i lobi delleorecchie c’è l’imprenditore che non tiaspetti. Alessandro Furini, trentotto an-ni, titolare della Plastifur, è gentile, de-terminato e concreto. Il contrario esattodel giovane rampante, irruento e tra-sgressivo, disposto a sgomitare per aggiu-dicarsi nuove fette di mercato. La suaidea di sviluppo per l’azienda è fatta didialogo, condivisione e rispetto recipro-co tra concorrenti, che lui preferisce defi-nire colleghi. E’ un figlio d’arte senzaspocchia. Si è guadagnato quello che hacon fatica. Dentro Unindustria si sforzadi creare una rete di aziende dello stessoramo: stampaggio di materie plastiche.Perché il peccato originale, nel suo me-stiere, si nutre di due elementi potenzial-mente devastanti. Piccolissime dimen-sioni delle imprese e difficoltà a supera-re il passaggio generazionale dai padrifondatori agli eredi. Problema che lui hacercato di superare realizzando una fu-sione a freddo con un’altra impresa, laOmpa, che ha portato a un immediatoraddoppio del fatturato.

Furini, come si sta nei panni del fi-glio di un pioniere?

«Oggi i problemi sono diversi. Pensi chemio padre aprì la società nel 1970 in unaporcilaia».

Non aveva la sede adatta?«No, per il semplice fatto che aveva dovu-to improvvisare tutto».

Conosceva le materie plastiche?«Faceva il formaggio. Era andato ad unafiera e lì un’azienda gli aveva offerto tremacchine per produrre fiori di plastica.Lui le portò a casa. Quasi quasi non riu-sciva neanche ad accenderle».

E partì lo stesso.«Pieno di entusiasmo, forza e voglia dilavorare».

Oggi non bastano più.«I problemi si sono complicati. Crescereè diventato più difficile».

Eppure la Plastifur lo sta facendo.«Appena possibile ci estenderemo nel ca-pannone vicino. Grazie alla fusione conOmpa.»

Un concorrente che è diventato so-

cio.«E’ il frutto di un discorso iniziato den-tro Unindustria con Plubo.»

Sigla che sta per?«Plastic Union Bologna. Cinque aziendedel settore che si mettono insieme».

Ma non si sposano.«E’ un accordo di aggregazione tra im-prese che restano concorrenti».

Funziona?«Sì, perché abbiamo già firmato accordi

vantaggiosi per tutti. Per esempio, com-prando insieme, abbiamo ridotto il prez-zo d’acquisto delle materie plastiche.»

Già un passo avanti.«E accettiamo ordini che da soli non sa-remmo in grado di soddisfare. Basta gira-re agli altri la parte eccedente le nostrecapacità.»

Unaspeciedi cooperazione tra riva-li.

«L’importante è che funzioni. Da solo,ognuno di noi farebbe fatica anche a par-

tecipare alle fiere. Invece adesso possia-mo siglare accordi collettivi che ci per-mettano di ridurre il costo dell’energiaelettrica.»

Si dice che da questa crisi si esca so-loaumentando ledimensioniazien-dali. Voi avete fatto tre passi avan-ti.

«L’alternativa è rassegnarsi a un impove-rimento continuo.»

Quandoha detto a se stesso: ce l’hofatta, sono un imprenditore comepapà?

«Sono entrato in azienda presto. Quan-do avevo ventisei anni mio padre rimasevittima di un grave incidente stradale.Per mesi non potè seguire l’azienda.»

E lei si trovò solo al comando.«Imparai a nuotare per forza.»

Adesso ha di nuovo un socio.«Maurizio Costa. C’è un rapporto di sti-ma che si è rafforzato grazie a Plubo.»

Però l’associazione comprende so-lo cinque aziende su cinquanta chein provincia fanno parte del setto-re.

«Abbiamo preferito partire da uno zocco-lo duro. Tenga presente che molte dellecinquanta aziende sono guidate da im-prenditori anziani che avranno qualcheproblema di successione. Penso che an-che per loro la soluzione giusta per svi-lupparsi sia l’aggregazione.»

Per la videointervista e le fotodi Alessandro Furinie della sua azienda vai all’indirizzo:

VAI SUL NOSTRO PORTALE

www.ilrestodelcarlino.it/bologna

Prove di fusione nella plastica«Uniti possiamo uscire dalla crisi»

La via dei piccoli per fare massa: il caso Plastifur

TRA LE MACCHINEAlessandro Furini nellostabilimento dellaPlastifur (in alto)

PLASTIFUR è un’aziendadi Castelmaggiore che ope-ra nel campo dello stampag-gio delle materie plastiche.Nasce nel 1970 per volontàdi Nestore Furini, come dit-ta individuale che opera nelcampo dello stampaggioper conto terzi delle mate-rie plastiche ad iniezione.Nel luglio del 1991 avvienela trasformazione societariache porta la nuova ed attua-le denominazione Plastifur.E i cambiamenti prendonoforma anche nella costruzio-ne di un nuovo stabile di1000 mq. di area copertache diventerà l’attuale sede.È stato così possibile am-pliare il parco macchine emigliorare il flusso logisticodei materiali e dei processi.La crisi è stata superata sen-za problemi, basti pensareche il fatturato dal 2010 al2011 è aumentato ben del17,5%.Tutto ciò è stato possibileanche grazie alle giuste in-tuizioni di Alessandro Furi-ni; Plastifur, unendosi ad al-tre aziende concorrenti delsettore (attraverso l’espe-rienza PLUBO, PLasticUnion BOlogna) è riuscitaad ottenere più visibilità sulmercato ed un prezzo piùconveniente per l’approvvi-gionamento dei vari mate-riali. Una scelta particolar-mente strategica, considera-to che la piccola dimensio-ne delle aziende è ancoramolto frequente, ed è parti-colarmente complesso unir-si, data la stretta dipenden-za che spesso vi è già tra ilsingolo subfornitore e il suocommittente.L’esperienza maturata nelcorso di questi anni consen-te a Plastifur di operare indifferenti settori tra cui in-dustria meccanica, alimen-tare, cosmetica e nautica, au-tomotive, automazione, si-curezza, idraulica e pneuma-tica, industria edile, arreda-mento per esterni, elettroni-ca, impiantistica e applica-zioni medicali. L’azienda of-fre servizi di progettazione,sviluppo stampi, stampag-gio e assemblaggio del pro-dotto su misura dei clienti.

L’AZIENDA

Laporcilaiachediventò

un capannoneper stampare fiori

ALESSANDRO FURINI«Aggregando imprese che restanoconcorrenti, si possono accettareordini per produzioni maggiori»

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