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L’Area della nuova Riserva MaB

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Francesco LombardiPresidente Consorzio Asso Mab Alto Molise

PRESENTAZIONE

Tutti i sogni possono diventare realtà, se solo abbiamo il coraggio di inseguirli.Walter Elias Disney

Questo è un momento epico per l’Alto Molise e per la nostra Regione: oggi stiamo infatti scrivendo inpositivo la storia del nostro territorio. Le opportunità che può offrire il riconoscimento UNESCO, sono di eccezionale importanza e, se coltein pieno, potrebbero modificare i destini dello sviluppo territoriale dell’Alto Molise, che oggi si affermasempre più come vanto e punta di diamante dell’intera Regione Molise. In questo periodo di profonda crisi economica ed istituzionale, il Consorzio AssoMaB ha dato un se-gnale di “potenza” straordinaria. Questa è dunque la dimostrazione che, quando si amministra beneun territorio con delle potenzialità uniche come quelle dell’Alto Molise, se si crede profondamente inun progetto e si lavora uniti con costanza e passione, si possono raggiungere anche i traguardi più am-biziosi e difficili, come il riconoscimento a livello mondiale del Programma Unesco MaB.Questa è solo una tappa del cammino che abbiamo intrapreso. Ora bisogna dimostrare di saper strut-turare una governance territoriale che consentirà all’Alto Molise e ai comuni consorziati di avere lagaranzia di uno sviluppo sostenibile e una grande spinta propulsiva per dare al nostro territorio unanuova linfa vitale, che permetterà alla Riserva MaB Alto Molise di diventare un modello di sviluppoterritoriale, da replicare anche in altre aree.

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IL RICONOSCIMENTO

L’ALTO MOLISE TRA I SITI NATURALISTICI DELL’UNESCOUn risultato di rilevanza mondiale, una grandissima occasione di sviluppo

AMBIENTE E TERRITORIO

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Nella 26a Sessione dell’International Co-ordinating Council(ICC) del Programma MAB UNESCO, tenutasi a Jönköping(Svezia) dal 10 al 13 Giugno 2014, è stata approvata la pro-

posta di ampliamento e di ridenominazione della Riserva MAB diCollemeluccio-Montedimezzo, in quanto la Riserva ampliata (Colle-meluccio-Montedimezzo Alto Molise) soddisfa i requisiti del Pro-gramma MaB ed entra a far parte a pieno titolo del NetworkMondiale delle Riserve della Biosfera (World Network of BiosphereReserves - WNBR). Un territorio di 25mila ettari, che abbraccia settecomuni, attraversato da due tratturi, ricco di tartufi bianchi, all’in-terno del quale ricade anche il sito archeo-logico di Pietrabbondante. Ma soprattuttoun’area dall’elevatissimo valore naturali-stico, tanto da entrare a far parte del net-work mondiale della biosfera. Adif fe renza della quasi totalità delle altrearee UNESCO italiane, grazie al processovolontario delle comunità locali, si è riu-sciti a costruire la prima Riserva della Bio-sfera italiana completamente autonomada enti parco sia regionali sia nazionali.L’area AssoMaB è stata inserita nell’elenco dei siti di pregioper la conservazione e valorizzazione della biodiversità edel paesaggio culturale; le riserve inserite nell’elenco sono631 in tutto il mondo, di cui dieci sono in Italia.La presenza di ben 7 Siti di Importanza Comunitaria (SIC -Direttiva Habitat) caratterizzati da 12 habitat, di cui 3 prio-ritari, di straordinari siti archeologici e di peculiarità silvo-pastorali, conferisce all’intero territorio un’ampia epoliedrica valenza nella conservazione e valorizzazionedella diversità biologica e del paesaggio culturale. Un tra-guardo che è stato raggiunto dopo anni di lavoro portatoavanti da un consorzio di enti pubblici denominato “Asso Mab”, for-mato dalla Regione Molise, dall’Ufficio territoriale per la biodiver-sità di Isernia, dall’Unimol e dai sette comuni interessati: Carovilli,Chiauci, Pescolanciano, Pietrabbondante, Roccasicura, San PietroAvellana e Vastogirardi.

CHE COS’È L’ASSO MAB

Asso MaB è l’acronimo di Area Svi-luppo Sostenibile delle Riserve Manand Biosphere dell’Alto Molise.

Fanno parte del Consorzio i comuni di Caro-villi, Chiauci, Pescolanciano, Pietrabbondante,Roccasicura, San Pietro Avellana e Vastogi-rardi. La proposta di ricandidatura con amplia-mento delle Riserve MaB si è attuata ancheattraverso la valorizzazione dell’area su cui in-siste il Consorzio grazie alla realizzazione di

una adeguata promozioneturistica, che ha previstola creazione di un portaletelematico con specifichesezioni dedicate ai co-muni ed una efficace cam-pagna di marketingat tuata attraverso la pro-duzione di materiale di-

vulgativo a mezzo stampa.

Foto a pag. 4: La Riserva Naturale orientata MaB diMontedimezzo nel comune di Vastogirardi. Sopra, dal-l’alto in basso: I loghi del Consorzio Assomab e dellaRiserva MaB “Alto Molise” e, sopra, il presidente dellaRegione Molise Paolo Di Laura Frattura, a sinistra l’as-sessore all’Ambiente Vittorino Facciolla e a destra ilpresidente AssoMab Francesco Lombardi durante laconferenza stampa.

5LA RISERVA MaB COLLEMELUCCIO-MONTEDIMEZZO ALTO MOLISE

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I DUE NUCLEI ORIGINARI

COLLEMELUCCIO E MONTEDIMEZZOIn origine era una delle otto Riserve della Biosfera MaB presenti in Italia e la prima ad essere stata istituita nel 1977

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In origine la Riserva della Biosfera MaB Collemeluccio-Montedi-mezzo era di 638 Ha; si trova nell'Alto Molise, la parte più internae montuosa della Regione caratterizzata da una natura inconta-

minata e da paesaggi di grande fascino, ove anche i costumi e le tra-dizioni locali sono ben conservati. Collemeluccio-Montedimezzo èuna delle otto Riserve della Biosfera MaB presenti in Italia e la primaad essere stata istituita (DD.MM. 23.12.1977) unitamente al ParcoNazionale del Circeo. A queste, nel corso degli anni se ne sono ag-giunte altre sei: Miramare (1979), Cilento e Vallo di Diano (1997),Somma-Vesuvio e Miglio d'Oro (1997), Valle del Ticino(2002), Isole di Toscana (2002) e Selva Pisana (2004).Complessivamente, a partire dal 1976, ne sono stateistituite 553 in 107 Paesi (aggiornamento 3 novembre2008) con lo scopo di realizzare le finalità del Pro-gramma MaB (Man and the Biosphere) dell'Organizza-zione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e lacultura (UNESCO). Si tratta di un programma internazionale di stu-dio delle reciproche relazioni tra l'uomo e l'ambiente per favorirel'utilizzazione razionale delle risorse della biosfera, conciliando laconservazione della biodiversità con lo sviluppo economico. Le ri-serve della biosfera sono designate dal Consiglio Internazionale diCoordinamento del programma MaB su proposta presentata da cia-scuno Stato sotto la cui giurisdizione sovrana permangono i territoriinteressati. L'insieme delle riserve costituisce la Rete mondiale delleRiserve della biosfera.

UFFICIO TERRITORIALE PER LA BIODIVERSITÀ (UTB)

ÈUfficio del Corpo Forestale dello Stato edha sede in Via Bellini, 8/10 di Isernia,nella locale Caserma Forestale. L’UTB

opera anche tramite il Posto Fisso di Montedi-mezzo ed eventuali visite guidate possono essereprenotate indifferentemente presso detti Uffici.I recapiti telefonici sono i seguenti:

UTB IserniaTel. 0865 3935 - Fax 0865 413491e-mail: [email protected]

Posto Fisso MontedimezzoTelefax 0865 940134

e-mail: [email protected]

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Foto a pag. 6: La Caserma della Forestale a Colleme-luccio. Nel tondo: Logo UTB Isernia. In basso: Vedutadell’antica dimora angioina affidata ai Monaci Certosinidi Napoli dal 1606 al 1799. Sotto: Autunno nella Riservadella Biosfera MaB di Collemeluccio (Pescolanciano).

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IL NUCLEO DI MONTEDIMEZZO

Il complesso forestale di Montedimezzo-Feudozzo-Pennataro,esteso circa 1170 ettari, di proprietà degli Angioini dal 1200 edutilizzato come residenza estiva, fu acquistato nel 1606 dai Mo-

naci Certosini di Napoli dopo che “un immane incendio distrussel'intera foresta e i cinque casali” che vi insistevano. I Monaci Certosinilo ricostituirono e lo conservarono fino al 1799 quando, in seguitoalle leggi eversive della feudalità e sui beni ecclesiastici, tornò a farparte del regio patrimonio della Casa Borbonica e, con Regio Decreton. 981 del 12 giugno 1825, fu dichiarato Reale Riserva di Caccia. Conl'Unità d'Italia fu incamerato dallo Stato che nel 1908 lo affidò in ge-stione all'ex Amministrazione Forestale e, come bene dello Stato di-chiarato inalienabile, fu trasferito all'Azienda Speciale del DemanioForestale di Stato, istituita con legge n. 277/1910, riordinata comeente autonomo e trasformata in A.S.F.D. (Azienda di Stato ForesteDemaniali) nel 1933. Questa è stata soppressa con D.P.R. n. 616/77 dacui la denominazione Gestione ex A.S.F.D., fino alla recente riorga-nizzazione e ridenominazione di Ufficio per la Biodiversità che operaattraverso 28 UTB periferici. Montedimezzo, già Foresta Demanialedello Stato, è stato dichiarato Riserva Naturale Orientata con D.M.11.09.1971 per 242 ettari. Con D.M. 21.03.1972 la riserva è stata am-pliata a 291 ettari in unico complesso con l'aggiunta di 49 ettari diproprietà dell'Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, oggi CRA-FSA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura -Unità di Ricerca per la gestione dei sistemi forestali dell'Appennino- S. Pietro Avellana - IS). Da oltre un secolo, dunque, Montedimezzoè gestito dal Corpo Forestale dello Stato, mentre le foreste di Penna-taro e di Feudozzo sono state trasferite rispettivamente alla RegioneMolise ed alla Regione Abruzzo (Foreste Demaniali Regionali). ConD.M. 23.12.1977 la Riserva Naturale Montedimezzo, per l’intera su-perficie, fu dichiarata Riserva della Biosfera nell'ambito del Pro-gramma MaB dell'Unesco. Tutto il territorio della Riserva è inoltreincluso nell'elenco dei siti di importanza comunitaria (SIC) e dellezone di protezione speciale (ZPS), contribuendo così alla realizza-zione della Rete Natura 2000.

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IL NUCLEO DI COLLEMELUCCIO

Collemeluccio, unico bosco di resinose del Feudo Vignali diproprietà del Duca d'Alessandro di Pescolanciano, gli fu por-tato in dote dalla nobildonna Desiderata Melucci, da cui si ri-

tiene derivi il nome, la quale lo avrebbe acquistato nel 1628dall'Università di Pietrabbondante. Il bosco rimase di proprietà deid'Alessandro fino al 1895, anno in cui fu espropriato dal Banco diNapoli ed acquistato da tre famiglie e suddiviso nel tempo, per unaserie di successioni ereditarie, in tante piccole quote. Oggi costituiscel'esempio di un lungo e non ancora terminato lavoro di riaccorpa-mento e di ricomposizione fondiaria dell'antico feudo più volte fram-mentato, ma caratterizzato da un elemento comune: la presenza diAbete bianco spontaneo in formazione boschiva pura e/o consociatacon Cerro. A partire dal 1968, l'ex Azienda di Stato per le Foreste De-

maniali si è impegnata in un'opera di ricomposizioneche, ad oggi, ha portato alla formazione di un con-

sistente nucleo di 363 ettari. Di recente, la Re-gione Molise, allo stesso fine, ha acquistato circa16 ettari di superfici private intercluse e si sperache l’azione di accorpamento, così ripresa, con-

tinui per raggiugere l'estensione dei circa 500 et-tari originari della selva di abeti di Collemeluccio.

Nel 1971, con D.M. 11.09.1971, Collemeluccio fu dichia-rato R.N.O. per 187 ettari. Con D.M. 13.07.1977 ulteriori 160 ettari, giàiscritti al numero 13 del Libro Nazionale Boschi da Seme di cui allalegge n. 269/73, furono dichiarati Riserva biogenetica e in seguito,con D.M. 23 dicembre 1977, inclusi nella Riserva naturale orientata,così ampliata a 347 ettari. Con stesso decreto anche la R.N.O. Colle-meluccio fu dichiarata Riserva MaB per 347 ettari. Nel 1984 si acqui-starono da privati altri 16 ettari classificati come Foresta DemanialeStatale, presi in consegna dall'Ufficio Amministrazione ex A.S.F.D.di Isernia il 4 novembre pari anno. Come Montedimezzo, anche Col-lemeluccio partecipa alla realizzazione della Rete Natura 2000, es-sendo il suo territorio incluso nell'elenco dei Siti di ImportanzaComunitaria e delle zone di protezione speciale.

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Foto a pag. 8, dall’alto in basso: Mensa di antico excampeggio della Riserva MaB di Montedimezzo; splen-dido esemplare di capriolo ospitato nei recinti della Ri-serva MaB di Montedimezzo; visita guidata allescolaresche all’interno della Riserva. Sopra: Fontanain legno e abetaia nella Riserva MaB di Collemeluccio.Nel tondo: Specie floristiche presenti nella Riserva.

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RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELLA PISTA TRATTURALE

I TRATTURI CERNIERE DELLA RISERVAIl Celano-Foggia e il Castel di Sangro-Lucera attraversano entrambil’intero territorio della Riserva unendo i comuni consorziati

AMBIENTE E TERRITORIO

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Il progetto sta riportando il tratturo al suo originario aspetto, resti-tuendogli le sue peculiarità identificative, la veduta spaziale e so-prattutto assicurandone la fruibilità secondo i nuovi orientamenti

della collettività. Atteso che il tratturo oggi assolve poco o nulla aisuoi antichi usi quale via della transumanza e delle attività commer-ciali e militari, è anacronistico pensare ad una riattivazione della tran-sumanza se non per manifestazioni di tipo tradizionale e comunqueoccasionale. Le antiche vie armentizie dovranno assolvere invecesempre di più ad usi diversificati, ossia alla fruibilità per escursioni-smo pedonale, equestre ed in bicicletta, al turismo scolastico educa-tivo-storico-culturale, alla conservazione della biodiversità vegetalesu di esso naturalmente instauratasi e presente, recuperando anchei manufatti ad esso prospicienti. Pertanto in via preliminare si sonoeffettuati lavori sulle tratte che confinano con i due nuclei delle ri-serve MaB dell'Unesco, ossia le RR.NN.00. di Collemeluccio e Mon-tedimezzo: ricognizione e verifica dei confini con apposizione ditermini, ove mancanti e ove il confine non è puntualmente indivi-duabile, e aggiornamento della cartografia; ripulitura della superficietratturale dalle specie infestanti; modesti interventi di regimazionedelle acque di scorrimento superficiale; recupero di antiche sorgenti,fonti ed abbeveratoi esistenti lungo il tratturo; agevolazioni per laconcessione di pascolo; formazione ed apposizione di pannelli di-vulgativi, di segnaletica, e di staccionate in legno in prossimità ditratte fortemente antropizzate, di intersezioni con opere viarie e dialtre infrastrutture.

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Foto a pag. 10 : Gregge al pascolo sul Tratturo Celano-Foggia (da poco recuperato) a poca distanza dalla Ri-serva MaB di Montedimezzo. In questa pagina: Silavora sul tratturo Celano-Foggia per la pulitura degliarbusti. Al centro e a lato: Alcuni momenti della tra-smissione Rai Lineaverde interamente dedicata al trat-turo e alla Riserva Mab “Alto Mollise”.

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LE ANTICHE STRADE DELLA TRANSUMANZA

Tre sono i tratturi più importanti che attraversano la provinciadi Isernia: il Celano-Foggia, il Castel di Sangro-Lucera e il Pe-scasseroli-Candela. I primi due sono larghi 111 metri circa,

mentre il terzo è largo 60 metri circa. Lungo tali autostrade dell'anti-chità, percorse nei secoli da milioni di armenti, si incontrano rilevantibeni naturalistici, architettonici e monumentali che si stagliano in unpaesaggio di montagne, colline e valli intercalate da fiumi e laghi.L’Alto Molise, che può definirsi territorio cerniera dell’Appennino, èin assoluto l’area in cui si concentra la maggior parte dei grandi trat-turi della civiltà della transumanza. Il tratturo Celano-Foggia nel ter-ritorio altomolisano attraversa i paesi di San Pietro Avellana,Vastogirardi, Carovilli, Agnone, Pescolanciano, Pietrabbondante eCivitanova del Sannio. Il Castel di Sangro-Lucera attraversa il ter-ritorio di Rionero Sannitico, Forli del Sannio, Roccasicura, Carovilli,Pescolanciano, Chiauci e Civitanova del Sannio. Questi due tratturisono chiamati anche Tratturi delle Cinte per la presenza lungo il lorotracciato di importanti cinte fortificate di epoca sannita. Tra le piùimponenti sono quelle di Monte Miglio (San Pietro Avellana), MontePizzi (Vastogirardi), Monte Falascosa (Forli del Sannio), Monte Fer-rante (Carovilli), Santa Maria dei Vignali (Pescolanciano) e Sant’Ono-frio (Chiauci).

In questa pagina, sopra: Il tratturo Castel di Sangro-Lu-cera si intravede prima di entrare a Pescolanciano.Qui sotto: Pianta ricostruttiva delle cinte fortificate pre-senti nel tratto altomolisano dei tratturi Celano-Foggiae Castel di Sangro-Lucera. (da C. Di Cerbo)In basso: Veduta aerea della Riserva di Montedimezzocon a lato il tracciato del tratturo Celano-Foggia. Nellapagina a fianco: Due cartine d’epoca del tracciato trat-turale conservate nell’Archivio di Stato di Foggia, giàDogana della Mena delle pecore.

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UN EDIFICIO SACRO A 1000 METRI S.L.MIL SANTUARIO DELLE GENTI SANNITEL’area politico-cultuale è riconsiderata alla luce dei recenti rinvenimentidovuti alle campagne di scavo dirette dal prof. Adriano La Regina

STORIA E ARCHEOLOGIA

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Un sito fondamentale per comprendere la storia della più im-portante fra le genti italiche: i Sanniti. È l'area archeologicadi Pietrabbondante che, indagata per la prima volta nel 1840,

offre oggi conferme e sorprese per gli stessi archeologi impegnatinelle più recenti campagne di scavi. L'ultima, condotta ancora unavolta dal prof. Adriano La Regina, ha permesso di scoprire vasti am-bienti della sede del Meddix Touticus, il supremo magistrato dei San-niti Pentri; una sorta di domus publica la quale, secondo l'autorevoleparere dello stesso studioso, permette oggi di poter meglio compren-dere non solo la natura del sito, ma anche alcuni importanti elementidello stesso foro di Roma antica. E così l'area di Calcatello, confer-mandosi come sede della più alta assemblea federale sannita, si col-loca fra i più suggestivi ed interessanti luoghi antichi dell'Italiapreromana. Le interpretazioni di ordine storico fatte dal Mommsenprima e dal Lugli dopo, che per quasi un secolo hanno accompagnatogli scavi di Pietrabbondante, sono state rivisitate dopo i rinvenimentiavutisi nelle campagne di scavo degli scorsi anni Sessanta. Le inda-gini avviate a Pietrabbondante nel 1959 hanno condotto ad una di-versa interpretazione del complesso monumentale, portando allaluce il grande tempio retrostante il teatro (oggi, quest'ultimo, ricono-sciuto più come luogo deputato ad assemblee politiche che per lospettacolo) e rivelando dunque compiutamente la sistemazione ori-ginaria del santuario-comizio costruito sullo scorcio del II secolo eagli inizi del I a.C. per diretto intervento dello stato sannitico e deisuoi magistrati, i quali avevano sede a Bovianum, la capitale dei San-niti Pentri.

Foto a pagina 15: Veduta aerea dell’area archeologia inLocalità Calcatello nel Comune di Pietrabbondante; inevidenza, la sezione circolare del Teatro e il basamentodel tempio B. In questa pagina: Scalinata d’accesso alteatro con telamone e il teatro nella sua interezza.

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Se poi Bovianum Vetus debba identificarsi con il sito di Calcatello o sitrovi ancora sepolta in un qualche luogo del territorio circostante oancora - qual è oggi la tesi prevalente - debba essere semplicementeindividuata in Civita di Bojano, è questione ancora controversa fra glistudiosi. Il mistero della capitale dei Sanniti Pentri, insomma, non èancora del tutto svelato. Dopo gli anni Settanta fu evidente, secondoAdriano La Regina, che gli edifici di carattere religioso non eranostati più usati in epoca romana e che il loro decadimento era già ini-ziato in epoca augustea. Gli scavi dimostrerebbero inoltre come l'areadi Pietrabbondante non fosse stata occupata da una città e che, inparticolare, non vi era mai stato un insediamento romano con costi-tuzione municipale o con rango di colonia. Tutto ciò ha fatto sì che latesi ottocentesca - di contro ancor oggi non abbandonata del tutto -che collocava in Calcatello la capitale dei Sanniti Pentri perdesse diforza fino ad essere ripudiata dalla archeologia ufficiale. La presenzaromana nel sito, sempre stando alla interpretazione degli scavi re-centi, si era risolta nella creazione di un grande fundus privato, ap-partenuto alla gens Socellia, con attività produttive agricole eartigianali. “Lo stato romano - ha scritto di recente A. La Regina - avevaevidentemente decretato la cessazione del culto pubblico, legato all'identitànazionale sannitica, ed aveva alienato i beni immobili confiscati al santua-rio”. Ricerche di carattere storico-topografico avevano nel frattemporiconosciuto che il territorio di Pietrabbondante era appartenuto aiSamnites Pentri, dunque forse il gruppo etnico dei Carricini, altri-menti definiti Caraceni sulla base di una tradizione antica, che Mom-msen ed altri collocavano sui monti intorno ad Agnone ePie trabbondante, o era stato assorbito dalla Touta dei Pentri dopo lasconfitta con Roma o aveva occupato i territori a nord del Sangro coni municipi di Cluviae (Casoli) e Iuvanum (Torricella Peligna e Monte-nerodomo). In definitiva, comunque, si è ormai chiarito che il com-plesso monumentale di Pietrabbondante era stato tra il IV e il I sec.a.C. il principale centro della religiosità pubblica per la nazione deiSamnites Pentri. Il complesso tempio-teatro (o Senato?), con cui il san-tuario aveva raggiunto la massima fioritura, si colloca nell'ultima fasedell'autonomia del Sannio, negli anni che precedono la guerra socialee che vedono dilagare le rivendicazioni italiche per il conseguimentodella cittadinanza romana.

In questa pagina: In alto, colonna e arco d’accesso; inbasso, fregio del teatro A. Nella pagina a lato, in alto:Altro arco di accesso alla cavea del teatro e vedutaaerea degli scavi della domus pubblica rinvenuta du-rante la campagna di scavi del 2002-2010.

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Esso costituisce il nucleo centrale dell'area monumentale sorto nellaposizione di un santuario più antico che precedentemente aveva oc-cupato l'area ove successivamente fu costruito l'emiciclo di quellache potremmo definire la Sala delle Assemblee della Touta dei Pentri.Del tempio originario, distrutto durante la guerra annibalica, restanoelementi architettonici smembrati, oggetti votivi e frammenti di armitolte a eserciti nemici e poste a ornamento di edifici sacri secondo laconsuetudine antica. Questa ricostruzione delle fasi edilizie del com-plesso politico-sacrale - che alla fine risultò essere un grandioso Co-mitium con tratti di originalità assoluta in tutta l'antichità - è stataconfermata e grandemente ampliata dalle nuove ricerche iniziate sulsito nel 2002 e tuttora in corso. Grazie ad esse, e alle fasi ancora suc-cessive che auspicabilmente verranno, potrà essere sempre megliocompreso il mistero dell'area sacra in cui l'etnìa sannita si riconoscevacome nazione. Un popolo che Silla tentò di cancellare persino dallamemoria storica e che invece a Calcatello di Pietrabbondante ancoraparla della sua voglia di libertà e di indipendenza che solo la mortee il tentativo di genocidio riuscirono a spegnere.

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ANTICHI SAPORIFORMAGGI E TARTUFIDagli incontaminati pascoli e boschi dell’Alto Molise le prelibatezzedella gastronomia locale

PRODOTTI TIPICI

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L’ORO DELL’ALTO MOLISE

In Alto Molise sono presenti in grande quan-tità il Tartufo Nero scorzone e il TartufoBianco. Il nero pregiato non è presente se

non in piccole quantità. Quasi l’intera regionecostituisce un territorio da cui proviene una ri-levante percentuale della produzione nazionaledi Tartufo Bianco. In un recente workshop or-ganizzato dall’Istituto Tagliacarne di Roma laproduzione molisana veniva infatti stimata al40%; sul sito del Ministero degli Esteri si af-ferma anche che il Molise è il primo produttoredi Tartufo Bianco in Europa. I dati esatti, tut-tavia, non sono noti per la mancanza di statisti-che minimamente attendibili (causa il mercatosommerso), ma è ormai innegabile che il Molisesia il principale bacino di produzione del pre-zioso (e costoso) Tartufo Bianco.

Terra di pascoli, l'Alto Molise, di erbe aromatiche e di rinomatiprodotti caseari, che rappresentano l'ottimo della produzioneartigianale dei numerosi caseifici del comprensorio. Fermo re-

stando l'eccellenza dell'intera produzione, garantita dalla bontà in-contaminata dei pascoli e dalla lavorazione secondo le tecnichetradizionali, fiordilatte, scamorze, caciocavalli, trecce e stracciatesono i latticini che meglio caratterizzano in particolare i comuni diVastogirardi (treccia, caciocavalli e stracciata) e Carovilli (cacioca-valli, scamorze e formaggi). L'Alto Molise, terra di bellissime edestese foreste, è anche ricco di pregiati prodotti del sottobosco, inparticolare di funghi e tartufi. Il tartufo nero (Tuber Aestivum Vitt.) èpresente in abbondante quantità, mentre il tartufo bianco (Tuber Ma-gnatum Pico), notevolmente più pregiato, è presente e viene raccoltonell'intero territorio di San Pietro Avellana, dove ha trovato l'habitatnei vari microclimi determinati dalla escursione altimetrica e dall'ab-bondanza di acqua (750 m. slm fiume Sangro - 1730 m. Monte Ca-praro). Il Comune di San Pietro Avellana, proprio per promuovere ilterritorio e l'economia legata al tartufo, organizza per la seconda do-menica di Agosto di ogni anno la Sagra del Tartufo Estivo ed il 1 e 2Novembre la Mostra-Mercato del Tartufo Bianco: queste manifestazionisono ormai note a livello nazionale e richiamano turisti ed estimatorida ogni parte d'Italia. Dal 9 marzo 1996 San Pietro Avellana è partedell'Associazione nazionale Città del Tartufo.

Foto a pag. 18, dall’alto in basso: Scamorze e cacioca-valli e tartufi prodotti nell’Alto Molise; in basso, formedi pecorino e Tartufo Bianco pregiato (Tuber MagnatumPico).

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CAROVILLITipicità, tratturi e tradizioni

I BORGHI DELLA RISERVA

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Carovilli è un paese dove atmosfere antiche e paesaggio coesi-stono in perfetta armonia. Le sue vie tra mura in pietra, portaliscolpiti e finestrelle, le sue piazze, i luoghi quali la Società ope-

raia ed Il Circolo, sono testimoni di storia importante per la comunità.Di antiche origini è il toponimo: l'interpretazione più valida riporta alconsole romano Spurio Carvilio, perché nel luogo in cui sorge l’abi-tato era stata dedotta una colonia di veterani, giuntivi a seguito delconsole, mentre altra rimanderebbe ai Sanniti Caraceni. Ad ognimodo, la sillaba Car, sormontata dalla corona marchesale e che ri-chiama entrambi gli etimi, campeggia nello stemma comunale. Re-mote tracce di storia, a partire dall'VIII secolo a.C.; resti di un edificioitalico, datato III-I sec. a.C., su Monte Ferrante, ove è ubicato un centrofortificato sannitico di notevole entità, con tracce di insediamento rap-presentate da ceramica del IV-III sec. a.C. e da armi in ferro (Fig. 1);la quattrocentesca Chiesa di S. Maria Assunta (Fig. 2), con i suoi pregiartistici ed architettonici, sono peculiarità della località, che gode diuna piacevole posizione paesaggistica. Il paese si estende infatti tra itratturi Celano-Foggia e Castel di Sangro-Lucera, collegati dal trattu-rello di S. Domenico, su cui sorge la Chiesa omonima, che presentaprecisi riferimenti alla tradizione della transumanza con il “tassariosu lapide” del 1793 (Fig. 8). A Castiglione (Fig. 6), invece, nucleo abi-tativo di Carovilli, si possono ammirare la Chiesa di S. Nicola di Baridel XVIII sec. e la Chiesa Ammond datata XIV sec. (Fig. 7). Alle sug-gestioni storiche si aggiungono quelle paesaggistiche della Vallata diFonte Curelli (Fig. 5), dei pascoli della Piana di S. Mauro, della Grottadel Vomero, della Sorgente Capo d'Acqua e del Tirino, della FonteBriccioso, del Bosco Selva di Castiglione e della Ficora, boschi che bensi offrono alla cospicua raccolta di tartufi. Non mancano inoltre labo-ratori artigianali per la lavorazione del Tartufo sia Bianco sia Nero(Fig. 9), così come diverse sono le attività artigianali legate alla indu-stria lattiero-casearia con produzione di scamorze, stracciate e cacio-cavalli (Fig. 9). Fra le molteplici manifestazioni che si svolgonodurante l’anno, connotativa della civiltà contadina è “La tresca” (Fig.10), i cui antichi gesti ed il cui valore, un tempo sacrale, legati allamietitura, si rinnovano ogni anno al sole di agosto. A ridosso delpaese corre sui binari la “Transiberiana d’italia” con la stazione postaa valle dell’abitato.

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I BORGHI DELLA RISERVA

CHIAUCIBorgo “autentico” dell’Alto Molise

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Posto sulla sinistra dell'alto corso del Trigno (Fig. 1), dove ilfiume formava, in località Foce, una cascata - ora inglobata nellago artificiale (Fig. 7) - con un salto di 60 metri (Fig. 2), l'abitato

di Chiauci, a 868 m slm, è circondato da boschi di querce, cerro, abetee pino ricchi di prodotti del sottobosco quali funghi e tartufi. Noto èil Bosco di Sant'Onofrio, sulla cui sommità del monte conserva unafortificazione sannitica (Fig. 3) del IV sec. a.C. e alle falde una cappel-lina settecentesca, che apre ad un’area attrezzata per trascorrere legiornate all'aperto (Fig. 9). I Normanni nel 1002 chiamavano il paeseClavicia (da clava, simbolo di forza), gli Angioini Castello Claviza epoi Chiavico o Clance nel XVII sec. Feudatari ne furono i Bucca, i delBosco, i Montagano fino al 1512, poi diversi altri, di cui gli ultimi iGambadoro. La parrocchiale, dedicata a S. Giorgio martire (Fig. 6), disemplici forme rinascimentali, domina il paese insieme al Palazzo deiGambadoro, costruzione risalente al XVI sec. e che si ammira nel suocentro. Tra le altre emergenze archittetoniche si segnala la chiesa diSan Sebastiano (Fig. 4) o del SS. Rosario, costruita fuori del centro sto-rico e al cui interno è stata sistemata una copia della Sacra Sindone,mentre la Croce Viaria (Fig. 5), un tempo lungo la strada che condu-ceva al paese, è stata collocata nel suo sagrato. I Chiaucesi sono moltodevoti a Sant’Onofrio, che viene festeggiato l'11 giugno. In questogiorno si arriva in processione nel Bosco omonimo, che per l’occa-sione si affolla di pellegrini provenienti anche dai paesi limitrofi.Chiauci ha una vera e propria vocazione per il tempo libero: oltre allefantane presenti sull’intero territorio - alcune attrezzate per la sosta eil ristoro (Fig. 8) - è stato realizzato un moderno Parco Avventura,nella stessa zona di Sant’Onofrio. Molteplici i piatti della tradizionegastronomica chiaucese, tra cui la polenta sia con salsiccia e peperonisia con il baccalà, protagonista di una apprezzata sagra che si svolgeogni anno nel mese di agosto (Fig. 10). A San Martino (11 novembre)per la tradizionale festa, inserita tra i beni immateriali dalla Rete ita-liana di Cultura popolare, le donne del paese preparano la “Ch’cocciapatan’ p’stiat”, ovvero zucca e patate pestate. Degna di rilievo è anchela tradizionale Festa di S. Antonio, con la preparazione del pane cheviene donato in segno augurale ad ogni famiglia.

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I BORGHI DELLA RISERVA

PESCOLANCIANOIl paese della “Sfilata dei Covoni”

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Nel periodo normanno, quando il paese era feudo di Berardode Calvellis, il toponimo compare nella forma Pesclum lanza-num (il significato del secondo termine non è noto, mentre

Pesclum è proprio di abitati sorti su rupi). Sotto gli Svevi Pescolan-ciano appartenne a una famiglia che aveva preso il nome dal feudo,e in seguito ai d'Evoli. Nel 1517 Andrea Carafa possedeva per succes-sione paterna, tra le altre terre, proprio Piesco lanciano (era ancoradegli eredi nel 1529). Nel 1552 Giovanni Tomaso Carafa, tutore di An-tonio Carafa conte di Ruvo, afferma “che li anni passati Fabritio Car-rafa conte di Ruvo, padre di Antonio vendé a Vincenzo di Ebuli ildetto Castello (Fig. 1) di Piesco lanciano per ducati 8500”. II feudo nel1576 fu acquistato per 10.850 ducati da Rita di Baldassarre, che nel-l'anno 1594 lo “refutò” insieme a “li Vignali”, altro feudo, al suo pri-mogenito Donato d'Alessandro. Ai discendenti di questi - che viottennero poi il titolo ducale - il castello rimase sino all'eversione dellafeudalità. Tale maniero, collocato su una rupe, caratterizza l'interopaese (Fig. 2). Costruzione di origine medievale - già esistente nel1223 - oggi ha l'aspetto di un severo palazzo dalla pianta irregolare,ingentilito sul lato ad occidente da un loggiato con una lunga teoriadi archi. All'interno è la cappella che conserva ancora uno splendidoaltare marmoreo (Fig. 3), opera tardo-settecentesca di artigiani napo-letani, e un dipinto su tela (sec. XVIII) della scuola di Francesco Soli-mena. Assai nota è la fabbrica di maioliche, terraglie e porcellane (Fig.4) che vi impiantò nel 1790 il duca Pasquale M. d'Alessandro. Sullacollina di fronte al paese sono i resti di una torre di vedetta, che do-mina il tratturo dalla vetta di S. Maria dei Vignali (Fig. 5), mentre lavegetazione nasconde resti di un borgo medievale inserito nell'anticafortificazione sannitica del IV sec. a.C. Molto suggestiva è la Sfilata deiCovoni (25 luglio) in onore di S. Anna, patrona del paese, che si ve-nera il giorno dopo in memoria del terremoto del 26 luglio 1805 (Fig.8). La sua statua (Fig. 7) è conservata nella chiesa di San Salvatore(Fig. 6), coeva al borgo. Nel territorio ricadono anche la Foresta MaBdi Collemeluccio, una stazione ferroviaria della linea Sulmona-Isernia(Fig. 9). la “Transiberiana d’italia”, ed il tratturo Castel di Sangro-Lu-cera (Fig. 10).

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I BORGHI DELLA RISERVA

PIETRABBONDANTELa “Capitale” dell’Antico Sannio

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Pietrabbondante sorge nelle vicinanze del tratturo Celano-Foggiae si presenta arroccata a pietre locali dette morge. Sede, per ta-luni storici, dell'antica Bovianum Vetus sannitica, il suo nome fa

riferimento, in maniera inequivocabile, proprio alla notevole presenzadi rocce, detriti e pietre disseminati in tutto il territorio. Ulteriore con-ferma è lo stemma comunale, ove campeggiano tre rilievi: la morgiasu cui si ergono i ruderi del castello (Fig. 1), nella parte più imperviadel paese; la morgia dei Corvi (Fig. 6) e Monte Saraceno (o Saraceno),sulla cui cima sono fortificazioni di età preromana (Fig. 2). La sua na-scita si ascrive tra il IX e X sec., in epoca longobarda, quando Pietrab-bondante fu capoluogo di una delle 34 Contee del Ducato diBenevento, la Contea dei Borrello, potentissima famiglia feudale dellavasta Terra Burrellensis. Molto interessante risulta l'intero centro sto-rico, a struttura medioevale ma con tipologie abitative che hanno pre-visto l'impiego di materiali provenienti dal vicino sito archeologico.Interesse artistico riveste la chiesa di Santa Maria Assunta (Figg. 3-4)che, costruita nel 1666, cela nel muro posteriore del corpo di fabbricaframmenti di lapidi osche e si apre con un bel portale di fattura ba-rocca. Alla seconda metà del XVII sec. risale anche la costruzione delPalazzo baronale, che si confonde oggi con gli altri edifici del centrostorico. In rudere è la Torre Marchesani (Fig. 5 ), dal nome della fami-glia nobiliare che la fece costruire, incastonata tra le rocce nella parteposteriore del Palazzo, un tempo di notevole altezza. La parte termi-nale dello stesso edificio presentava infatti tre torri di abbellimentodemolite nel 1800 perché pericolanti. Lungo la strada che conduce aCastelverrino è ubicata la chiesa dedicata a San Vincenzo Ferreri, pa-trono del paese, festeggiato il 4 e il 5 agosto. Tuttavia è la storia antica,a partire dal IV sec. a.C., con il Teatro-Tempio italico ad aver lasciatonel territorio di Pietrabbondante tracce poderose (Figg. 9-10). Nellagraziosa piazza Vittorio Emanuele (Fig. 7) è anche una statua bronzeadi circa due metri, che raffigura un guerriero sannita, a testimonianzadella storia gloriosa della nazione dei Samnites Pentri (Fig. 8).

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ROCCASICURABorgo panoramico dell’Alto Molise

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Roccasicura è un piccolo paese dell'Alto Molise sviluppatosi suuno sperone roccioso immerso in un contesto paesaggistico diparticolare bellezza, che offre agli appassionati amanti della

natura la possibilità di apprezzare in tutte le stagioni il fascino sel-vaggio dell'Alto Molise, la sua ricca storia e le sue tradizioni. Gli ampispazi consentono emozionanti passeggiate a piedi, in bicicletta o a ca-vallo percorrendo l’antico itinerario della transumanza (tratturo), dicui sono ancora visibili i ricoveri in pietra utilizzati dai pastori, o inumerosi sentieri circondati da boschi di querce e di faggi (Figg. 1-2).I reperti archeologici più antichi sono una statuetta votiva di Ercole(Fig. 3) risalente al IV secolo a.C. e rinvenuta lungo il tratturo Casteldi Sangro-Lucera, ed una lapide funeraria romana del II secolo d.C.(Fig. 4). Il primo nome conosciuto del paese, Rocca Siconis, è senzadubbio legato a Sicone I, principe di Benevento. Il castello fu edificatointorno all'anno Mille, durante la dominazione longobarda. Verso lafine del X secolo e nel successivo periodo di dominazione normanna,fu una delle roccaforti della potente famiglia Borrello, per passare poiai Carafa (Fig. 5). Della struttura non rimane molto, ma sono ben vi-sibili, oltre alla Torre dell'orologio (Fig. 6), anche il percorso che costi-tuiva il “Giro di ronda” ed una magnifica terrazza panoramica chemerita di essere raggiunta, sfidando i numerosi gradini, per compia-cersi del sottostante panorama mozzafiato (Fig. 7). Da visitare lachiesa parrocchiale dedicata a S. Leonardo di Limoges, al cui internosono custoditi un crocifisso del '400, considerato tra i più belli del Mo-lise, le 12 stazioni della Via Crucis, realizzate in ceramica con tecnicaRaku, e nove vetrate artistiche, di grande pregio, che descrivono lastoria del paese (Fig. 8). Caratteristica è la piazzetta Umberto I con ilsuo palazzetto fortificato. Il Santuario della Madonna di Vallisbona,(Fig. 9), a poca distanza dall’abitato, è invece un chiaro esempio dicome la civiltà pastorale molisana abbia nel tempo assorbito edespresso forme di fede popolare che rientrano nel più vasto fenomenodella transumanza. Tra le bellezze naturali si segnala il torrente Van-dra, piccolo gioiello naturale. Nei tratti di maggior dislivello glienormi massi calcarei, che nel tempo si sono incastrati costituendodegli sbarramenti naturali al corso del torrente, hanno formato grandipozze d’acqua limpida, habitat specifico della lontra (Fig. 10).

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I BORGHI DELLA RISERVA

SAN PIETRO AVELLANACittà del Tartufo

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San Pietro Avellana, costruito ai margini del tratturo Celano-Fog-gia, si presenta con edifici la cui architettura è moderna, inquanto il paese ha subito la distruzione totale per eventi bellici

nel novembre 1943. La denominazione origina da un antico cenobiobenedettino, sorto intorno all'anno Mille. L'aggiunta di Avellana è le-gata invece alla città sannita di Volana, probabilmente situata sullasommità di Monte Miglio, città distrutta nel 259 a. C. dal console ro-mano Spurio Carvilio. La presenza sannitica è testimoniata dalle for-tificazioni (Fig. 3) articolate in tre ordini di mura ancor oggi visibilialle falde di Monte Miglio (Fig. 2). Ulteriori tracce storiche ed artisti-che sono evidenti nel complesso parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo(Fig. 7) e nell'annessa chiesetta di Sant'Amico (Fig. 8), restaurata e ri-portata agli originari colori pesco chiaro ed avorio, chiesetta che con-serva strutture ed elementi architettonici del XIII sec. Testimonianzedi antichi insediamenti si rintracciano nella Taverna della Valle inprossimità del fiume Sangro, posta al limite sinistro del tratturo Ce-lano-Foggia in località Taverna, e nella settecentesca Fontana Grande(Fig. 7), integrata nell'antico complesso cenobitico benedettino. Il pae-saggio è ineguale, reso ancor più gradevole dall'armoniosa configu-razione di montagne ricoperte di boschi lussureggianti e ricchi divariegata flora, di tartufo [specie il Tuber Magnatum Pico o BiancoPregiato (Fig. 5), ma anche il più comune Tartufo Nero], dall'aria sa-lubre e da un clima gradevole. Di interesse naturalistico è il SIC Isoladi Fonte della Luna, dal nome di un'isoletta di circa 3 ettari formatasiin epoca remota nel fiume Sangro (Fig. 1). In località Montagna, alleradici di Monte Capraro, il territorio è impreziosito da un Osservato-rio astronomico (Fig. 9) intitolato all’astronomo Leopoldo Del Re. Me-ritevole è anche l’eremo di S. Amico (Fig. 4), che si raggiungeseguendo una stradina contornata di faggi all’interno dell’omonimobosco a poca distanza dal paese. Il territorio comunale si raggiungecon stazione di fermata (Fig. 10) anche dalla linea ferroviaria Sul-mona-Isernia, la spettacolare “Transiberiana d’Italia”. È presente anche un’altra stazione ferroviaria sulla linea A dria tico-Sangritana. Da visitare a ridosso del complesso parrocchiale il Museodella Civiltà Contadina (Fig. 6), che accoglie una ricca collezione disuppellettili ed attrezzi della civiltà contadina.

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I BORGHI DELLA RISERVA

VASTOGIRARDIIl paese del “Volo dell’Angelo”

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Importanti vestigia storiche, notevoli risorse paesaggistiche e na-turali fanno di Vastogirardi uno dei paesi dell'Alto Molise conmaggiori attrattive per il visitatore. Solo nella prima metà del

XVIII sec. la località assunse l'attuale nome: la sua denominazionepassò nel corso dei secoli da Castrum Girardi a Rocca Girardo, GuastiBelardi e Guardia Gilardo del XVI sec., conservando tuttavia semprelo stesso significato di “rocca, difesa” per la prima parte del nome,mentre l'aggiunta di Girardo è riferita ad un antico proprietario delluogo. L'urbanistica del paese si presenta così “ad avvolgimento” conil vertice rappresentato dal castello (Fig. 1) e con il paese che manmano si snoda fra angoli in pietra, vie, portali, chiavi di volta scolpitecon date e figurazioni. Di riguardo la fioritura di chiese e di luoghisacri, dalla quattrocentesca chiesa di San Nicola (Fig. 2), racchiusa nelborgo medievale e più volte restaurata, alle chiese di San Rocco del1702, di Santa Maria delle Grazie (Fig. 3), di inizio XVIII sec., e dellaCongregazione dei Morti. Tra i palazzi vanno menzionati il PalazzoSelvaggi, edificato nel 1714 da Fernando Fuga, allievo del Vanvitelli,e il Palazzo Marracino. La natura è particolarmente rigogliosa per bo-schi, rilievi montuosi (Monte Pizzi) (Fig. 9), riserve (Foresta MaB diMontedimezzo) (Fig. 6) e sorgenti. Nel Bosco della Contrada San Ni-cola troneggia infatti con la sua magnifica chioma e dall'alto dei suoiventicinque metri e dei suoi oltre 300 anni di vita re Fajone (il Fag-gione), antico esemplare di faggio, ancora intatto e rigoglioso (Fig. 7).Eccellenti anche i prodotti del sottobosco, che vedono nel tartufobianco e nero le massime espressioni. Interessante è anche l’industrialattiero-casearia con rinomati caseifici presenti nel territorio comu-nale, che producono in particolare genuini caciocavalli. Molto attesaè la Festa del patrono anche per il Volo dell'Angelo (1-2 luglio). Pro-tagonista è una bambina vestita da angelo (Fig. 5) che, sospesa aduna carrucola, percorre lo spazio fra la chiesa della Madonna delleGrazie e l'edificio di fronte. In contrada Sant'Angelo, il territorio siarricchisce per la presenza dei resti di un Tempietto e di un edificiodi epoca sannita (Fig. 4). Il comune è raggiunto, con stazione di fer-mata nelle frazioni Cerreto (Fig. 10) e Villa san Michele (Fig. 8), dallalinea ferroviaria Sulmona-Isernia, la spettacolare “Transiberiana d’Ita-lia”.

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RICETTIVITÀ

DOVE MANGIAREAgriturismi, Ristoranti e Taverne

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CAROVILLI

AGRITURISMO LA GRANDE QUERCIAContrada Fontecurelli, 30 - Tel. 0865 838712 – 338 9505642AZIENDA AGRITURISTICA COLLE PANETTAContrada Colle Panetta – Tel. 0865 838095RISTORANTE PIZZERIA LA BACCA RARAVia Fonte Curelli, 37 – Tel. 339 3348900RISTORANTE DA ADRIANOVia Napoli, 14 – Tel. 0865 838688DIMORA RURALE MASSERIA MONTE PIZZIVia Vaglie, 40 – Tel. 333 3519849 – 338 [email protected] - www.masseriamontepizzi.itRISTORANTE OSTERIA DEI TRATTURIVia V. Veneto, 14 - Tel. 333 2784957RISTORANTE PIZZERIA IL VECCHIO MULINOVia Vittorio Veneto, 11 Tel. 0865 831210 – 338 1819724 – 334 5858156RISTORANTE PIZZERIA IL GROTTINOLargo S. Stefano, 18 – Tel. 331 2171157 [email protected] PIZZERIA KIMBA CLANCorso Centrale – Tel. 0865 838536

CHIAUCI

RISTORANTE PIZZERIA LA VOLPEVia G. Diamante, 12 – Tel. 0865 830139

PESCOLANCIANO

ALBERGO RISTORANTE CONAPiazza Garibaldi, 199 – Tel. 0865 832241PIZZERIA CEFEOContrada Campaglioni – Tel. 338 5693613 – 339 2498701RISTORANTE PIZZERIA L’INFERNO DI DIANTEVia S.S. 651, 1 – 86097 Pescolanciano (IS) – Tel. 0865 832510

PIETRABBONDANTE

RISTORANTE PIZZERIA LA TAVERNA DEI SANNITIContrada S. Andrea – 86085 Pietrabbondante (IS)Tel. 0865 769007 – [email protected]

ROCCASICURA

AGRITURISMO IL TRATTUROLocalità Friscalete – Tel/Fax 0865 837151 – 334 1396353RISTORANTE PIZZERIA IL POZZOPiazza S. Antonio, 20 – Tel. 0865 831210 338 1819724 – 334 5858156

SAN PIETRO AVELLANA

AGRITURISMO CAPO DI VANDRALocalità Capo di Vandra – 86088 San Pietro Avellana (IS)Tel/Fax 0865 940280 – 339 [email protected] - www.capodivandra.comRISTORANTE IL PERTICONEVia Masserie di Cristo, 35 – Tel. 0865 940139

VASTOGIRARDI

AGRITURISMO SAN MAUROLocalità San Mauro – Tel/Fax 0865 836147 – 338 [email protected] - [email protected] www-agriturismosanmauro.itAZIENDA AGRITURISTICA IL VECCHIO GRANAIOVia Trigno, 1 – Tel/Fax 0865 836225 – 338 [email protected] PIZZERIA LA TAVERNAVia M. Antonioni, 18 (Contrada Defenza) – Tel. 0865 [email protected] - [email protected]

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RICETTIVITÀ

DOVE DORMIREAlberghi, Bed & breakfast e Dimore rurali

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CAROVILLI

B&B LA DIMORA DEL SERGENTEVia V. Veneto, 14 – Largo del Carmelo, 9 – 86083 Carovilli (IS)Tel/Fax 0865 838157 – 333 [email protected] - www.dimoradelsergente.itDIMORA RURALE MASSERIA MONTE PIZZIVia Vaglie, 40 - Tel. 333 3519849 – 338 5684991 [email protected] - www.masseriamontepizzi.itAZIENDA AGRITURISTICA “COLLE PANETTA”Contrada Colle Panetta - Tel. 0865 838095AGRITURISMO LA GRANDE QUERCIAContrada Fontecurelli, 30 - Tel. 0865 838095ALBERGO LA LOCANDA DEL PARCOContrada Ciffuni – Tel. 0865 832146 – 339 [email protected] - www.locandadelparco.net

PESCOLANCIANO

ALBERGO RISTORANTE CONAPiazza Garibaldi, 199 – Tel. 0865 832241B&B SUL TRATTUROVia Garibaldi, 3 – Tel. 0865 832303 – 346 7465748www.sultratturo.it

PIETRABBONDANTE

B&B PANORAMAStrada Interpoderale OrtovecchioContrada Andolfi, 9 – Tel. 347 6072517 – 338 3435355www.bbpanorama.com

ROCCASICURA

AGRITURISMO IL TRATTUROLocalità Friscatele - Tel. 0865 837151 – 334 1396353B&B DA CLARAVia Vigneti, 18 – Tel. 0865 837322 331 3084099 – 366 [email protected]&B IL TORCHIOVia S. Antonio - Tel. 0865 837168 – 333 1038769

SAN PIETRO AVELLANA

AGRITURISMO CAPO DI VANDRALocalità Capo di Mandra Tel/Fax 0865 940280 339 1101959 – [email protected]&B IL TRATTUROCorso San Rocco 4 - Prima traversa - Tel. 366 [email protected]

VASTOGIRARDI

B&B FONTEVECCHIAVia Rossellini, 1 – Tel. 335 6928437 – 338 [email protected] - www.fontevecchia.euB&B IL RIFUGIO DEI BRIGANTIVia San Felice, frazione Cerreto Tel. 0865 838139 – 334 [email protected] - www.ilrifugiodeibriganti.comB&B LA DIMORA DEL DUCAContrada Civitella

La Riserva MaB Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise”Ideazione e realizzazione editoriale Volturnia Edizioni - Cerro al Volturno (IS)

www.volturniaedizioni.com - [email protected] Testi: Ida Di Ianni, Tobia Paolone, Armando Cardillo, Mario Petta, Nicola Mastronardi

Foto: T. Paolone, Ufficio U.T.B. Isernia, M. Giordano, INASA Roma, C. Lombardi, A. Colamussi

Volturnia Edizioni Copyright © 2014

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INFO & CONTATTI

Come Contattare i Comuni e il Consorzio AssoMab

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CONSORZIO ASSOMABALTO MOLISEC/o Comune di San Pietro AvellanaTel. 0865 940131 [email protected] - [email protected]@riservamabaltomolise.it

[email protected] ComunaleTel. 0865 838400 - Fax 0865 838405Poste Italiane S.p.A Via Roma - Tel. 0865 838299 Unicredit Banca S.p.AVia V. Veneto, 12 - Tel. 0865 838450BCC Sangro TeatinaPiazza Municipio - Tel. 0865 838801Farmacia OnoratoP. Municipio, 36 - Tel. 0865 838333 Studio Medico P. Municipio, 24 Tel. 0865 838618Poliambulatorio Guardia MedicaVia Fonte Ritana, 1 - Tel. 0865 838266Carabinieri 11C. Fontecianella, 1 - Tel. 0865 838407Corpo Forestale dello Stato Via V. Emanuele, 3 - Tel. 0865 838439Istituto Comprensivo Via C. Ospedale, 16 - Tel. 0865 838415

[email protected] Comunale Via Municipio, 1 - Tel. 0865 830100 Fax 0865 833776 Pro Loco - Tel. 0865 830100Associazione culturale l’Incontro Tel. 333 7618364Polisportiva Chiauci - Tel. 347 3341187Centro Parrocchiale S. Giorgio martire - Tel. 338 3328268Farmacia Dott.ssa Corvino - Tel. 0865 830345Guardia Medica Sessano del Molise Tel. 0865 930230Poste Italiane S.p.A.Via B. Croce, 1 - Tel. 0865 830131

PESCOLANCIANOwww.comune.pescolanciano.is.itcomune@comune.pescolanciano.is.itSede Comunale Via Roma, 65 - Tel./Fax 0865 832103Poste Italiane S.p.A.Via Roma - Tel. 0865 832112 - 832118CarabinieriVia Garibaldi, 1 - Tel. 0865 832603Scuola Elementare e MediaVia A. Mario, 1 - Tel. 0865 832207FarmaciaVia Garibaldi, 12 - Tel. 0865 832224Guardia MedicaSessano del Molise - Tel. 0865 93032

PIETRABBONDANTEwww.comune.pietrabbondante.is.itmunicipio@pietrabbondante.comSede ComunaleVia Municipio, 2 - Tel. 0865 76130Carabinieri 112Via Trignina, 1 - Tel. 0865 769001Scuola Media StataleCorso Sannitico - Tel. 0865 76314ArcheoclubCorso Sannitico, 2 - Tel. 0865 76130Pro Loco Via Municipio, 2 - Tel. 0865 76130Museo e Area ArcheologicaC.da Macere - Tel. 0865 76129Poste Italiane S.p.A.C.so Sannitico, 112 - Tel. 0865 76145Farmacia Via Mercato - Tel. 0865 769004Guardia MedicaCorso Sannitico, 2 - Tel. 0865 76449

ROCCASICURAwww.comune.roccasicura.is.itcoroccasicura@virgilio.itSede ComunalePiazza Marconi - Tel. 0865 837131Poste Italiane S.p.A.Piazza Umberto I - Tel. 0865 837149FarmaciaPiazza S. Antonio - Tel. 0865 837283Guardia MedicaPiazza S. Antonio - Tel. 0865 837213

SAN PIETRO AVELLANAwww.comune.sanpietroavellana.itsanpietroavellana@tin.itSede Comunale - Tel. 0865 940131Carabinieri 112 - Tel. 0865 940623Corpo Forestale - 1515Tel. 0865 940121Pro Loco - Tel. 0865 940257Foreste Demaniali - Tel. 0865 940147Vivaio Forestale - Tel. 0865 940328Poste Italiane S.p.A - Tel. 0865 940142Farmacia Tel. 0865 940460Guardia Medica - Tel. 0865 940338Osservatorio AstronomicoLocalità Montagna - Tel. 335 7802583Museo della Civiltà e del Costumed’epoca - Tel. 0865 940266C.R.A. Centro ricerche in agricolturaTel. 0865 940105Associazione Turistica “Sanpietroturismo”www.sanpietroturismo.it - Tel. 333 1728694

VASTOGIRARDIwww.comune.vastogirardi.is.itinfo@comunevastogirardi.is.itSede del ComuneVia Trigno, 1 - Tel. 0865 836131Pro Loco - Vedi MuncipioPolisportiva - Vedi MuncipioCorpo Forestale dello Stato Montedimezzo - Tel. 0865 940134 C. Culturale La Congrega - Via Roma, 1Poste Italiane S.p.A.Piazza V. Emanuele - Tel. 0865 836149Villa S. Michele - Tel. 0865 838150Farmacia P. V. Emanuele, 6 - Tel. 0865 836250Guardia MedicaVia 18 Settembre, 1 - Tel. 0865 836268C.R.I. DelegazioneP. V. Emanuele, 1 - Tel. 0865 836213Casa-famiglia - Centro di RiabilitazionePsico-sociale - Tel. 0865 836313

39LA RISERVA MaB COLLEMELUCCIO-MONTEDIMEZZO ALTO MOLISE

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