Transcript
Page 1: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 1

“La Sindrome di Waardenburg”

DI

ROBERTA NEIROTTI

Luglio 2005

Page 2: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 2

INDICE

1° CAPITOLO

Storia della Sindrome di Waardenburg. p. 4

2° CAPITOLO

Descrizione della Sindrome. p. 8

3° CAPITOLO

Ripartizione geografica della Sindrome di Waardenburg nel

mondo. p.27

4° CAPITOLO

La SW nel mondo animale p.50

5° CAPITOLO

Studio di A. p. 60

Page 3: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 3

6° CAPITOLO

Conclusioni. p.68

BIBLIOGRAFIA p.69

Page 4: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 4

1. STORIA DELLA SINDROME DI WAARDENBURG.

1.1 Il primo caso descritto.

La prima descrizione della Sindrome di Klein-Waardenburg è stata

fatta dall’autore tedesco Karl May (1842-1912), famoso per le sue storie di

avventura su arabi del deserto o indiani americani del selvaggio ovest.

Nella storia “Il fantasma di Llano Estacado”, pubblicata nel 1888, May

descriveva cosi il suo personaggio “Fred il giocoliere”:

“ha uno sguardo vicino, in particolare i suoi occhi, che hanno colore

differente. E’ un “two-eyed” … ed era all’apparenza affascinante. La prima

cosa che uno noterebbe su di lui è la sua considerevole gobba, che ha

rovinato la sua figura al contrario ben strutturata. Il suo corpo era di altezza

normale, e di configurazione molto forte, torso molto lungo, cassa toracica

stretta e braccia lunghe, come sembrano essere tutti coloro che hanno la

gobba. I suoi occhi hanno forma rotonda e riempiono il viso vuoto e

abbronzato. Viso comunque terribile, contrassegnato da una lunga ferita

sulla parte sinistra. I suoi occhi erano sconvolgenti e di colore differente.

L’occhio sinistro era di un azzurro color del cielo, mentre l’occhio destro era

di un nero profondo. … Se questo uomo non avesse avuto la gobba, il suo

aspetto sarebbe stato gradevole e piacevolmente impressionante”.

Page 5: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 5

Dal 1875 al 1876 Karl May divenne il redattore di “Hutte und Schacht”.

Pubblicò nel n° 21 una ricerca su un gruppo di 760 scolari tedeschi

classificati secondo il colore degli occhi, della pelle e dei capelli. Fra loro,

224 sono risultati avere gli occhi blu, 287 avere occhi grigi, 225 occhi

marroni, 450 occhi neri, 3 con occhi rossi e uno solo è risultato avere un

occhio blu e l’altro marrone.

1.2 Petrus Johannes Waardenburg.

L’uomo a cui si deve la scoperta di questa sindrome è senz’altro Petrus

Johannes Waardenburg, il quale nasce a Nijeveen il 3 giugno 1886 e muore nel

1979.

Dopo aver completato gli studi in medicina presso l'università di Utrecht ed

aver conseguito la specializzazione in oftalmologia, ottenne il suo dottorato con

una dissertazione sulla base ereditaria delle caratteristiche fisiologiche e

patologiche dell'occhio. Le malattie genetiche dell'occhio erano il suo campo di

specifico interesse. Questo suo interesse venne ampliato, quando sua moglie diede

alla luce due gemelle monozigoti. Da qui Waardenburg estese le sue ricerche

includendo anche gli studi sui gemelli.

Nel 1932 ipotizzò che la sindrome (detta poi di Waardenburg) poteva

essere causata da un’alterazione cromosomica. Fatto che non è stato

Page 6: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 6

confermato fino a 27 anni più tardi da Jérome Jean Luis Marie Lejeune e dai

suoi colleghi.

Figura 1 P.J. Waardenburg

Durante l’occupazione tedesca dell’Olanda Waardenburg ha opposto

resistenza politica al regime Nazista di Germania. E’ stato descritto con una

personalità forte e come un uomo di grande coraggio e con un’alta moralità.

Nel mese di dicembre del 1947, alla riunione della Società di

Oftalmologia olandese ad Utrech, Waardenburg ha presentato il caso di un

sarto sordomuto di 72 anni che presentava distopia dei canti e parziale

atrofia.

Page 7: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 7

Compiuti i 50 anni diventa conferenziere nell’ambito della genetica

umana e nel 1952 ottiene la nomina a professore di genetica all’Istituto di

Medicina Preventiva a Leida. Aveva all’ora 66 anni. Nella sua vita ha

collaborato con il professor Adolfo Franceschetti e David Klein con i quali ha

pubblicato un monumentale lavoro in due volumi sulla genetica in

oftalmologia.

1.3 Ulteriori sviluppi.

Nel 1971 il prof. Arias ha definito il fenotipo caratterizzante la SW tipo

II. Gli individui, affetti da questa variante, presentano quasi tutte le

caratteristiche del tipo I ad eccezione della distopia dei canti. Le due varianti

della SW hanno in comune le caratteristiche di trasmissione che avviene

secondo le regole dell’autosomica dominante con variabilità interfamiliare e

intrafamiliare.

Lo stesso professore ha poi definito il calcolo dell’Indice di

Waandenburg, fondamentale per accertare la distopia dei canti.

Nel 1992 il Consorzio della Sindrome di Waardenburg ha proposto

criteri diagnostici per definire la SWI e solo nel 1995 sono stati definiti quelli

riguardanti la SWII.

Page 8: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 8

2. DESCRIZIONE DELLA SINDROME.

2.1 Caratteristiche generali della sindrome.

La Sindrome di Waardenburg (SW) è una sindrome autosomica

dominante rara, caratterizzata da:

• dispersioni pigmentarie (pelle, capelli, iride) (vedi figura 1);

• anomalie dell’udito (organo del Corti assente, aplasia canale

semicircolare laterale, ipoacusia neurosensoriale, disfunzione

vestibolare);

• distopia dei canti;

• frezza bianca (vedi figura 2) e prematuro ingrigimento dei capelli;

• ipoplasia della base del naso;

• naso corto/piccolo;

• ali del naso sottili;

• radice del naso prominente;

• eterocromia delle iridi (iride bicolore, colorazione blu zaffiro);

• labbro superiore a cappello di gendarme;

• sopraciglia folte;

Page 9: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 9

• cardiopatia congenita;

• megacolon/Hirschsprung;

• meningocele;

• scogliosi;

• strabismo;

• prognatismo (sporgenza in avanti della mandibola);

• ptosi (abbassamento di un viscere);

• sinofria (sopracciglia unite);

• ipertelorismo (aumento della distanza tra la commessura interna delle

due palpebre).

Figura 2 Esempio di disordini pigmentari in bambini di colore.

Page 10: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 10

Figura 3 Esempi di ciuffo bianco.

Le caratteristiche comunemente meno associate sono:

• disfunzione del tubo neurale;

• spalla di Sprengel (spostamento congenito della scapola);

• malformazioni nella struttura ossea (solo in SWIII);

• ritardo mentale;

• disordini psichici.

Page 11: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 11

Figura 4 Schema riassuntivo delle caratteristiche della sindrome.

Tra i caratteri principali alcuni assumono il ruolo di criteri di tipo

maggiore e altri di tipo minore nell’ambito della diagnosi della malattia.

I criteri di tipo maggiore sono: distopia dei canti con indice di

Waardenburg superiore a 1,95 mm, anomalie della pigmentazione, sordità

neurosensoriale, eterocromia delle iridi e storia famigliare evocatrice.

I criteri di tipo minore sono: anomalie della pigmentazione cutanea

con zone di depigmentazione, sinofria, radice del naso prominente,

ipoplasia, ali del naso sottili e incanutimento prematuro dei capelli.

Page 12: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 12

La SW rappresenta il 20-25% di tutte le sindromi autosomiche

dominanti ed è causa del 5% delle sordità congenite profonde.

La SW è stata suddivisa in quattro tipologie la cui descrizione viene

riportata nei paragrafi successivi.

2.2 Distopia dei canti e calcolo dell’Indice di

Waardenburg.

La distopia dei canti (cioè la distanza tra gli angoli interni delle

palpebre e la distanza tra i punti lacrimali inferiori) è la caratteristica più

evidente nella Sindrome di Waardenburg tipo I, essa si presenta nel 99%

dei casi.

Per calcolare l’Indice di Waardenburg e di conseguenza poter stabilire

se un soggetto è affetto da questa sindrome, il prof. Arias ha elaborato un

metodo di calcolo.

Page 13: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 13

Figura 5 Schema per il calcolo dell’indice di Waardenburg

1) misurare la distanza di a, b, c;

2) calcola la x = (a – o,2119c – 3.909)/c;

3) calcola la y = (a – 0,2479b -3.909)/b;

4) calcola l’Indice di W. = x + y +a/b.

Se l’indice trovato è uguale o maggiore di 1.95 mm il soggetto è

affetto da Sindrome di Waardenburg tipo I ed è affetto da distopia dei canti.

2.3 Eterocromia delle iridi.

Le anomalie che ricorrono sono di 3 tipi:

• l’eterocromia parziale o completa delle iridi (spesso un occhio ha

colorazione marrone e l’altro azzurra, verde e azzurro (vedi figura),

Page 14: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 14

rosso e azzurro, oppure iride di due colori come ad esempio:

marrone e azzurro nello stesso occhio);

• entrambi le iridi con colorazione azzurro zaffiro;

• alterazione della pigmentazione del Fundus: i pazienti con questa

alterazione possono avere manifestazioni albinoidi (con diminuzione

del pigmento retinico) o pigmentazione a chiazze localizzate nella

zona periferica del Fundus.

Figura 6 Bambino con eterocromia delle iridi

Page 15: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 15

2.4 Anomalie dell’udito.

Nel 50% dei casi trattati, la sordità neurosensoriale, unilaterale o

bilaterale, è dovuta a fenomeni degenerativi a carico dell’organo del Corti,

ad atrofie ganglio spirali e ad atrofie delle fibre nervose. Si possono

evidenziare anche alterazioni e disfunzioni dell’apparato vestibolare come ad

esempio: aplasia del canale semicircolare laterale.

Nel 70% dei soggetti con la SWII, l’ipoacusia è progressiva.

Figura 7 Apparato uditivo

Page 16: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 16

2.5 Dispersioni pigmentarie

Le anomalie della pigmentazione nella SW riguardano la pelle, i capelli

e gli occhi, ed includono le seguenti lesioni:

- macchie acromiche con confini nettamente definiti, irregolari e con

isole di iperpigmentazione, caratteristiche comuni al piebaldismo;

- macchie di iperpigmentazione su pelle normalmente pigmentata,

descritta come pelle chiazzata.

Figura 8 Esempio di disordine della pigmentazione nella pelle.

Page 17: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 17

Alcune caratteristiche legate ai disordini pigmentari della SW sono

comuni al Piebaldismo, forma parziale di albinismo. Il piebaldismo è un

disordine autosomico dominante caratterizzato dalla ipopigmentazione a

chiazze della pelle e dalla presenza di un ricciolo bianco nei capelli. Allo

stato attuale non è stato ancora definito se esso rappresenti un’entità

distinta dalla SW.

Figura 9 Esempio di albinismo.

2.6 Le cause.

La Sindrome di Waardenburg è una sindrome autosomica dominante.

Si manifesta in omozigosi (fenomeno per cui i caratteri degli individui

si trasmettono identici alla discendenza) o eterozigoti (fattori ereditari

diversi) e basta la mutazione di un solo gene in ogni cellula affinché una

persona sia influenzata dal disordine.

Page 18: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 18

Figura 10 Schema di ricorrenza nel caso autosomico dominante.

Ogni persona affetta ha solitamente un genitore con gene alterato

(secondo lo schema in figura 9).

Una piccola percentuale di casi è conseguenza di nuove mutazioni dei

geni. Questi casi accadono nelle persone che non hanno una storia di

disordini genetici nella loro famiglia.

I disordini autosomici dominanti tendono a manifestarsi in ogni

famiglia affetta.

In alcuni casi, le WSII o IV sembrano avere una origine da uno

schema autosomico recessivo, in questo caso sono due coppie di geni ad

essere alterate e a scatenare la sindrome (secondo lo schema riportato in

figura 10).

Page 19: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 19

Spesso i genitori di un bambino con disordini autosomici recessivi non

sono affetti ma portatori di una coppia di geni alterata.

Figura 11 Schema di ricorrenza nel caso autosomico recessivo.

2.7 Geni coinvolti.

Le mutazioni dei geni EDN3, EDNRB, MITF, PAX3, SNAI2 SOX10 sono i

principali responsabili della sindrome.

Page 20: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 20

Questi geni sono coinvolti nella formazione e sviluppo di molti tipi di

cellule, incluse quelle chiamate melanociti.

I melanociti producono la melanina (un pigmento che contribuisce al

colore della pelle, dei capelli e degli occhi) e giocano un ruolo essenziale

nella formazione e nella corretta funzione dell’orecchio interno.

Inoltre, in aggiunta allo sviluppo dei melanociti, i geni SOX10, EDN3 e

EDNRB sono importanti per lo sviluppo delle cellule nervose dell’intestino.

Il gene PAX3, situato nel cromosoma 2, è responsabile del controllo di

alcune funzioni nello sviluppo cranico-facciale e dell’orecchio interno.

2.8 Waardenburg tipo I

La Sindrome di Waardenburg I presenta un’associazione clinica che

comprende almeno 2 criteri maggiori o almeno un criterio maggiore e due

criteri minori.

Responsabile della SWI è il gene PAX3 che è stato localizzato sulla

banda del cromosoma 2q35 e può essere ereditato o può essere una nuova

mutazione.

Page 21: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 21

Figura 12 PAX3.

Sia i portatori di SWI che gli affetti hanno il 50% di probabilità di

essere a loro volta portatori della sindrome e di essere sordi.

Le caratteristiche principali sono:

• distopia dei canti maggiore di 1,95;

• ciuffo bianco;

• ipopigmentazione della pelle;

• sordità riscontrata nel 25 – 70% dei casi;

• occhi blu-zaffiro.

Page 22: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 22

Figura 13 Radice del naso allargata.

La scoperta del gene umano che causa la SWI è avvenuta dopo un

lungo studio che gli scienziati hanno svolto sul patrimonio genetico dei topi

di Splotch. La SW colpisce, infatti, anche gli animali, ma l’argomento sarà

sviluppato in apposito capitolo.

2.9 Waardenburg tipo II

La Sindrome di Waaardenburg II ha caratteristiche molto simili alla

SWI tranne che per l’assenza della distopia dei canti.

I geni responsabili della mutazione sono MITF e SNA12 che sono stati

localizzati sulla banda del cromosoma 3p14.1-p12.3.

Page 23: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 23

Anche in questo tipo di Waardenburg i portatori o gli affetti hanno il

50% di probabilità di trasmissione e di essere sordi.

Le caratteristiche principali sono:

• perdita della capacità uditiva in 55 – 88% dei casi;

• eterocromia delle iridi;

• nessuna distopia dei canti.

2.10 Waardenburg tipo III (Klein-Waardenburg)

La Klein-Waardenburg (chiamata così perchè descritta per la prima

volta da Klein), ha come caratteristica principale l’anomalia degli arti

superiori oltre alla perdita dell’udito.

Responsabile della SWIII è il gene PAX3 e generalmente si manifesta

in omozigosi ed è autosomico dominante.

Altre malformazioni si possono riscontrare a livello scheletrico e si può

inoltre notare rigidità delle giunture.

Le caratteristiche principali:

• anomalie muscolo-scheletriche.

Page 24: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 24

2.11 Waardenburg tipo IV (Shah-Waardenburg)

Molto simile alla SWII, questa variante della Sindrome di Waardenburg

è caratterizzata dall’insorgenza di problemi legati all’intestino (malattia di

Hirschsprung), dalla sordità e dall’ipopigmentazione.

I geni responsabili sono, oltre allo sviluppo dei melanociti, il SOX10,

EDN3 e il gene EDNRB, tutti legati allo sviluppo delle cellule nervose

dell’intestino. Affinché questa variante della sindrome sia trasmessa, è

necessario che il bambino erediti una coppia di geni mutata per ogni

genitore (autosomica recessiva).

La malattia di Hirschsprung colpisce 1 neonato su 5000.

Le caratteristiche principali:

• megacolon congenito.

2.11 L’Assistenza sanitaria

Nei casi a rischio o nei casi dubbi, risulta necessario effettuare esami

genetici per una completa valutazione della trasmissione nei figli dei geni

mutati.

Una volta accertata la malattia, il paziente dovrà essere seguito da un

audiologo e da un otorinolaringoiatra. Il primo dovrà seguire lo sviluppo

Page 25: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 25

dell’individuo in modo da gestirne i deficit uditivi impiegando e consigliando

gli ausili necessari.

Il secondo dovrà accertarne le anomalie strutturali dell’orecchio

interno, chiarendo le cause della perdita di udito se connesse ad altri

disturbi e discutere il possibile trattamento con un impianto cocleare.

In relazione alle altre manifestazioni della malattie, saranno richiesti gli

specialisti del caso come: ortopedico, chirurgo plastico (labbro leporino),

gastroenterologo (megacolon), neurochirurgo ecc.

2.11 Impianto cocleare

L’impianto cocleare merita in questo caso di essere citato in quanto sta

diventando un ausilio sempre più utilizzato per migliorare la qualità della

vita degli affetti da sordità.

In genere, gli affetti da SW con la sola sordità profonda, sono trattati

con impianto, come riferito dal Prof. Martini.

Page 26: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 26

Figura 14 Radiografia di un impianto cocleare in sede.

Sino a pochi anni or sono l’utilizzo dell’impianto cocleare era

sconsigliato ai portatori di pluri-handicap. Al contrario, studi effettuati su

casi impiantati di utenti con pluri-handicap, come recentemente riferito dal

Prof. Arslan, hanno dato esito molto positivo.

Page 27: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 27

3.LA RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DELLA

SINDROME NEL MONDO.

3.1 Metodo della ricerca.

La presente ricerca è stata effettuata su fonti aperte

(internet), visitando i siti ufficiali di istituti, ospedali ed

organizzazioni mediche che si occupano della sindrome o che in

generale si occupano di disturbi genetici, tra i quali rientra anche

la sindrome, oggetto del nostro studio. Lo scopo è di fornire

ulteriori elementi al fine di comprendere meglio la patologia della

sindrome di Waardenburg, la sua diffusione nel mondo, nonché

aspetti connessi con lo stato di avanzamento delle ricerche nello

specifico settore.

3.2 Alcuni dati sulla sindrome

Ricerche effettuate negli Stati Uniti riportano una frequenza

che si avvicina a 1 caso su 42.000 individui; la SWI e la SWII

Page 28: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 28

sono stimate essere diffuse in eguale misura. La SW è considerata

responsabile nel 5% dei casi di sordità congenita.

Non esistono dati sulla diffusione nell’intero pianeta, ma si

stima che i tassi della SW nel mondo siano simili a quelli

americani.

I tassi di mortalità sono paragonabili agli individui senza

alterazioni.

Le ricerche effettuate hanno dimostrato che non esiste una

maggiore diffusione etnico-razziale così come la distribuzione tra i

sessi appare uguale.

In relazione all’età è possibile diagnosticare la malattia già

nei neonati. È altrettanto possibile che nei casi meno gravi, la

malattia non venga diagnosticata sino a che un altro membro della

famiglia, con sintomatologia significativa, non viene sottoposto

alle indagini mediche necessarie. Solo dopo che è stata appurata

nel caso più grave, viene poi diagnosticata negli altri membri della

famiglia con forme meno severe.

Gli individui affetti dalla SWI e SWII hanno il 50% di

probabilità di avere una discendenza con la sindrome. Le

caratteristiche cliniche possono, però essere estremamente

variabili nell’ambito familiare, al momento non esistono strumenti

che posano predire se i figli saranno affetti dalla malattia e tanto

meno in che forma (la malattia si può presentare in forma più

Page 29: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 29

lieve o più grave rispetto al genitore affetto). Il rischio di

ricorrenza per i genitori inalterati è molto basso.

Il rischio di ricorrenza per i casi SWIII e SWIV dipende

dall’eziologia specifica molecolare dell’individuo affetto.

Per chiarire la casistica multirazziale della SW verranno di seguito

presentate alcune serie di studi. Una revisione computerizzata è stata

condotta per attribuire la distribuzione mondiale dei casi riportati affetti da

SW.

Sono stati evidenziati due gruppi: uno con origine nell’Europa

occidentale e l’altro con origini nell’Asia meridionale.

Lo studio computerizzato ha evidenziato sporadici casi in molti gruppi

etnici, inclusi quello giapponese, taiwanese e in alcuni gruppi etnici del

medio oriente.

La più alta incidenza riportata è tra i Keniani.

Page 30: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 30

Figura 15 Eterocromia delle iridi nella popolazione keniana con un occhio azzurro e l’altro con segmento azzurro e marrone.

Di seguito verranno riportati alcuni studi, ritenuti interessanti

tra quelli trovati in rete.

Come si può vedere dalla cartina riportante la loro

distribuzione, la SW è diffusa in tutto il mondo.

Page 31: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 31

La ripartizione degli studi sulla SWriportati nella ricerca

Brasile

Colombia

USA

Sud Africa

CinaGiappone

Corea

Benin

Germania

Arabia S.

Turchia

La ripartizione degli studi sulla SWriportati nella ricerca

Brasile

Colombia

USA

Sud Africa

CinaGiappone

Corea

Benin

Germania

Arabia S.

Turchia

Figura 16 Cartina con la ripartizione degli studi sulla SW.

3.3 Studio epidemiologico in Colombia.

È stato condotto uno studio epidemiologico1 in Colombia,

coinvolgendo 26 istituti per sordi dell’intero Paese, i pazienti sono

stati selezionati dopo essere stati sottoposti agli esami clinici

necessari, oftalmologici, fonoaudiologici e genetici. Sono state

individuate 138 persone affette. 1N Gelvez, M. Rodríguez, MC Lattig, JC Prieto, ML. Tamayo. “Estudio epidemiológico del síndrome de Waardenburg en Colombia.”

Page 32: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 32

Sul totale delle persone sorde (1.752) incontrate negli istituti

delle principali città della Colombia, il 5,3% riportava le

manifestazioni fenotipiche della SW, il 13,6% aveva una causa

genetica, mentre per il 52,7% non era conosciuta l’eziologia e le

cause risultavano sconosciute (vedi tabella).

Figura 17 Le cause della sordità nello studio epidemiologico colombiano.

Per i 93 individui selezionati che avevano corrispondenze fenotipiche

con la SW, lo studio venne esteso anche alle famiglie per realizzare una

completa storia clinica. In questo modo entrarono nel progetto di studio

anche 45 familiari, finendo per portare il numero complessivo ai 138 citati in

precedenza. Questo fatto appare normale poiché come accade spesso che i

familiari siano ignari di essere affetti dalla sindrome, poiché portano segni

meno evidenti.

La successiva classificazione effettuata secondo l’Indice di W. Ha dato

le seguenti indicazioni: 27,9% dei pazienti corrispondenti alla SWI, il 60,2%

al tipo II, mentre per il restante 11,8% non è stata assegnata la tipologia

(vedi tabella).

Page 33: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 33

Figura 18 Ripartizione per tipologia degli affetti nello studio colombiano.

Sono state elaborate le caratteristiche fenotipiche la cui distribuzione

ha dato i seguenti risultati. Tra le più diffuse abbiamo: ipoacusia, radice

nasale ampia, sinofria ed eterocromia delle iridi (vedi tabella).

Figura 19 Caratteristiche fenotipiche più frequenti nello studio colombiano.

Nell’ambito delle caratteristiche oftalmologiche abbiamo i seguenti

risultati:

- eterocromia delle iridi 25,3%;

- iridi azzurro intenso 13,7%;

Page 34: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 34

- fondo dell’occhio albinoide 21,7%;

- occhi chiari 5,8%.

Le disfunzioni oftalmologiche associate solo in alcuni pazienti hanno

dato i seguenti risultati:

- mopia3,6%;

- ipermetropia 2,9%;

- astigmatismo 1,4%;

- ambliopia 0,7%.

I resoconti audiologici hanno portato al risultato che il 63,7% dei

pazienti era affetto da ipoacusia bilaterale profonda (i risultati complessivi

sono riportati in tabella).

Figura 20 Ripartizione dei risultati audiologici nello studio colombiano.

Lo studio effettuato in Colombia è molto interessante dapprima, poiché

non esistevano dati sulla diffusione della SW in America Latina ed anche

perché differiscono dai risultati sin qui noti della sua diffusione e

Page 35: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 35

classificazione nelle altre parti del mondo. Intanto la SW colpisce i 5,3%

della popolazione sorda del paese sudamericano. La sua ripartizione in base

al sesso ha dato il seguente responso: 46,2% degli affetti è di sesso

maschile, mentre il restante 53,8% è di sesso femminile.

Contrariamente a quanto accade nel mondo la tipologia più diffusa in

Colombia risulta essere la II. Gli autori in proposito formulano due ipotesi.

La prima riguarda la peculiare composizione della popolazione locale,

mentre la seconda implica la non esatta classificazione della tipologia della

sindrome in base all’Indice di W. che potrebbe non essere corretto per tutte

le popolazioni.

3.4 Casi giapponesi.

Una ricerca giapponese2 presenta il caso di una bambina di 3

anni che presentava l’iride blu nell'occhio destro e la sordità

bilaterale. La sorella di 6 mesi aveva l’ipopigmentazione dell'iride

in entrambi gli occhi e la sordità bilaterale. Sono state misurate le

distanze dei canti e quella interpupillare, che messe in rapporto

esprimono un valore inferiore a 0,65. Valore assolutamente

normale secondo i parametri giapponesi. Nelle due pazienti quindi 2 Hayasaka S, Noda S, Setogawa T, Kobayashi A, Kishida K, Sakai T. “Waardenburg syndrome

in Japanese patients. Case reports and literature review.” Ophthalmologica. 1992;205(1) pag. 46-51. Department of Ophthalmology, Shimane Medical University, Izumo, Japan.

Page 36: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 36

i valori rientravano nella norma, indicando l'assenza di distopia

dei canti. Gli autori, dopo attente ricerche, riferiscono di altri casi

di pazienti affetti da SW presentati nella letteratura scientifica

giapponese.

3.5 Sindrome di Waardenburg nei bambini

sordi del Sud Africa.

Sono stati identificati 89 bambini con la Sindrome di Waardenburg,

durante ricerche diagnostiche svolte su 3600 bambini che frequentavano 19

scuole speciali in Sud Africa.

E’ stato stimato che nella popolazione locale sono presenti migliaia di

individui con imperfezioni genetiche, ma solo in una parte di questa, affetta

da Sindrome di Waardenburg, è presente il deficit uditivo.

La sindrome è stata riscontrata in bambini sordi bianchi, neri e con

antenati misti, ma non negli alunni indiani. Ci sono discrepanze per quanto

attiene alla sua diffusione e caratterizzazione nei differenti gruppi tribali

presenti nello stato africano. In famiglie con figli sordi, un fratello

presentava i classici segni della sindrome, mentre l’altro aveva

apparentemente solo una sordità percettiva.

Page 37: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 37

Figura 21 Occhi azzurri blu zaffiro in bambina africana.

Su queste basi è possibile affermare che le espressioni fenotipiche del

gene di Waardenburg nel Sud Africa, in alcuni pazienti, possono essere

limitate al deficit uditivo.

Le osservazioni fatte in questo studio indicano che in questa zona,

l’unica manifestazione di geni imperfetti, può essere data dalle iridi con un

colore blu uniforme, inusuale e rimarcato con o senza sordità congenita.

3.6 Caso coreano.

Sono stati riscontrati tre casi di SW tipo 2 in una famiglia

coreana3, sottoposta ad esami oculistici completi e studi genetici.

Page 38: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 38

Quest’ultimi hanno rivelato che nessuna mutazione dei geni PAX3

o MITF era in atto.

3.7 La sindrome di Waardenburg tipo 2 in

una famiglia turca.

Una famiglia turca4 presentava due dei tre figli che mostravano i

sintomi clinici della SW tipo 2.

Il bambino di 5 anni, il più giovane dei tre figli di questa coppia non

consanguinea, è stato sottoposto ad una valutazione oftalmologia a causa di

una costante isotropia (corpo con caratteristiche fisiche uguali in tutte le

direzioni) nell’occhio sinistro.

Al bambino è stata riscontrata sordità all’età di 16 mesi; il primo vero

audiogramma è stato però fatto all’età di 3 anni, dove veniva riscontrata

una profonda sordità neurosensoriale che non è peggiorata con il passare

3 Choi JH, Moon SK, Lee KH, Lew HM, Chang YH. “Tre casi di tipo di sindrome di Waardenburg 2 in una famiglia coreana.” J Ophthalmol. 2004 Dec;18(2) pag.185-9. Dipartimento di Oftalmologia, Università di Ajou, Scuola di Medicina, Suwon, Corea.

4 ANDREA MÜLLNER-EIDENBÖCK, ELISABETH MOSER “Waardenburg syndrome type 2 in a

Turkish family: implications for the importance of the pattern of fundus pigmentation.” Ophthalmol 2001;85:1384 (November). Department of Ophthalmology, University Hospital of Vienna, Austria.

Page 39: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 39

degli anni. La correzione dell’acutezza visiva era per l’occhio destro 20/20 e

per l’occhio sinistro 20/400.

I suo occhi mostravano iridi molto scure e uno strabismo convergente

nell’occhio sinistro (fig. in alto).

Figura 22 1° figlio descritto.

La pigmentazione del fundus era molto evidente e di tipo anormale in

entrambi gli occhi.

Aree di ipopigmentazione erano presenti nella parte posteriore e nella

zona nasale, altre parti presentavano una pigmentazione chiazzata, mentre

punti di iperpigmentazione erano presenti nella parte destra.

Page 40: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 40

Nell’occhio sinistro queste aree di iperpigmentazione erano molto più

estese nella regione peripapillare nasale e in tutta la parte periferica del

fundus (fig. in centro).

L’audiometria mostrava sordità neurosensoriale bilaterale profonda

(fig. in basso).

Sia i genitori che il secondo figlio, che aveva gli occhi con iridi di colore

differente, riportavano una sordità congenita.

Il secondo figlio, di sette anni, mostrava una completa eterocromia

delle iridi. L’iride destra era di colore marrone scuro, mentre l’iride sinistra si

presentava di un blu brillante (fig. in alto).

La correzione ottimale per l’acutezza visiva veniva raggiunta con i

20/20 dell’occhio destro e 20/200 per l’occhio sinistro.

Una grave pigmentazione del fundus è stata trovata nell’occhio sinistro

(blu), con estese zone albinoidi nella zona nasale e nella parte posteriore,

mentre la regione temporale mostrava un’area omogenea di densa

pigmentazione. Nell’occhio destro (marrone), i disturbi della pigmentazione

erano meno estesi con iperpigmentazione dell’anello peripapillare e

pigmentazione chiazzata specialmente nella regione nasale (fig. in centro).

Page 41: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 41

Figura 23 2° figlio descritto.

Gli esami audiologici convenzionali mostravano, anche in questo caso,

sordità neurosensoriale bilaterale con moderato danneggiamento

nell’orecchio destro e sordità grave in quello sinistro (fig. in basso).

Valutazioni oftalmologiche e audiologiche fatte sul padre, sul maggiore

dei fratelli e su un altro figlio avuto nell’ambito di un precedente

matrimonio, erano all’interno dei limiti normali. La madre mostrava

pigmentazione a chiazze solo nella parte periferica del fundus. Non sono

state trovate altre anomalie associate all’interno degli altri membri della

Page 42: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 42

famiglia (come capelli e pelle con ipopigmentazione, sopraciglia grandi,

radici nasali allargate, ipoplasia o prematura tendenza al colore grigio nei

capelli).

Per calcolare l’indice di Waardenburg, un indice biometrico per la

distopia dei canti, in questo caso è stato usato l’indice utilizzato dal prof.

Arias, basata sulla distanza dei canti interni, interpupillare e dei canti

esterni.

L’indice di Waardenburg per questa famiglia è stato di 1.45, che

indicava che nessuno degli individui aveva una distopia dei canti.

L’assenza di distopia dei canti è indicativa di SW tipo 2.

I campioni del DNA testati per valutare le mutazioni dei geni PAX3 E

MITF non mostravano nessuna mutazione.

Il caso riportato ci offre spunti interessanti per le ricerche cliniche di

questa particolare tipologia della sindrome.

Il 10% dei pazienti che soddisfano i criteri diagnostici della WS tipo 2

hanno una mutazione del gene MITF e in molti casi le basi genetiche sono

ancora sconosciute.

Page 43: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 43

3.8 Caso con ritardo mentale.

In una ricerca5 si riferisce di due famiglie turche con i

bambini che hanno avuto l'anoftalmia bilaterale, le labbra

superiori ed inferiori con anomalie, il ritardo mentale ed i genitori

consanguinei. Sono stati accertati due casi nella prima famiglia ed

un solo caso nella seconda come sindrome di Waardenburg, in

questo caso autosomica recessiva.

3.9 Caso tedesco.

I Prof. Piechowiak H., Wasmer C., Gobel F.6 riportano il caso

di una giovane donna con le caratteristiche tipiche della sindrome

di Klein-Waardenburg (il danneggiamento dell’udito, l'albinismo

parziale e la distopia dei canti) messe in evidenza a seguito del

ricovero in ospedale. Sono divenute oggetto della ricerca anche la

madre e la sorella della paziente in quanto anch’esse affette dalla

5 Suyugul Z, Seven M, Hacihanefioglu S, Kartal A, Suyugul N, Cenani A. “Anophthalmia-Waardenburg syndrome: a report of three cases.” J. Med Genet. 1996 Apr 24;62(4) pag. 391-7. Genetic and Teratology Research Center, Cerrahpasa Medical Faculty, University of Istanbul, Turkey. 6 Piechowiak H, Wasmer C, Gobel FD. “Klein-Waardenburg syndrome. Report of 3 cases in a family with a review of the literature.” Laryngol Rhinol Otol (Stuttgart). 1985 Apr;64(4) pag.194-7.

Page 44: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 44

sindrome, pertanto parentela stretta. Gli aspetti otologici della

malattia vengono descritti nell’articolo pubblicato.

Inoltre, viene discussa la possibile associazione di questo

disordine geneticamente determinato con altre malattie, come la

malattia di Hirschsprung o l'immunodeficienza.

3.10 Caso arabo.

La ricerca pubblicata dall'Ospedale Specialistico dell’Occhio di

Riyadh (Arabia Saudita)7 riportava le valutazioni effettuate su una

bimba di 4 mesi che aveva le cataratte congenite e presentava,

inoltre, l’eterocromia delle iridi, l’ipopigmentazione del fundus, il

ricciolo bianco e la perdita di udito neurosensoriale. Le scoperte

risultavano conformi al tipo II della sindrome di Waardenburg.

L'iridectomia bilaterale periferica eseguita successivamente ha

fornito il tessuto per le valutazioni. Gli esami microscopici hanno

rivelato melanociti nelle iridi. Un difetto nella sintesi delle cellule

di cresta e la melanina neurale può essere responsabile

dell'eterocromia delle iridi.

7 Mullaney PB, Parsons MA, Weatherhead RG, Karcioglu ZA. “Clinical and morphological features of Waardenburg syndrome type II”. Eye. 1998;12 ( Pt 3a) pag.353-7.

Page 45: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 45

3.11 Una famiglia con un tipo insolito della

sindrome di Waardenburg.

Una famiglia con un tipo insolito della sindrome di

Waardenburg 1 (WSI) viene descritta in una ricerca americana8

che presenta anche il labbro aderito e la malattia di Hirschsprung.

Quest’ultima non è collegata al gene PAX 3, che ha causato i

disordini del DNA presenti in questa famiglia. In questa famiglia

l'anticipazione dei tratti della WSI si possono far risalire alla

nonna.

Al momento non è stato ancora trovato il collegamento tra le

mutazioni del gene PAX 3 (la principale implicazione della WSI), la

malattia di Hirschsprung ed il labbro aderito.

8 Pierpont JW, St Jacques D, Seaver LH, Erickson RP. “A family with unusual Waardenburg syndrome type I (WSI), cleft lip (palate), and Hirschsprung disease is not linked to PAX 3”. Clin Genet. 1995 Mar;47(3) pag. 139-43. Ricercatori presso lo Steele Memorial Children's Research Center, Department of Pediatrics, Tucson, Arizona, USA.

Page 46: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 46

3.12 Una nuova sindrome.

Nel 1983 Sommer ha descritto9 una nuova sindrome trovata

in una madre e la sua figlioletta. Successivamente chiamata la

sindrome craniofacciale con sordità neurosensoriale.

La sindrome è stata descritta con un profilo facciale piatto,

ipertelorismo e piccole fessure nelle palpebre con un’inclinazione

di tipo antimongoloide, un ponte nasale depresso con narici a

punta di bottone ed una bocca piccola contratta. La famiglia ha

avuto un altro bambino, un figlio, due anni dopo la nascita del

caso indicato, che presentava le manifestazioni descritte per la

madre e la sorella. In conseguenza della descrizione di ben tre

membri della stessa famiglia ed in due generazioni ed un fenotipo

che presenta anomalie dei canti mediofacciali e distopia simile alla

sindrome di Waardenburg.

In tal senso sono state indirizzate le ricerche per verificare le

mutazioni nel gene PAX3, riscontrando una mutazione nel dominio

del PAX3.

9 Sommer A, Bartholomew DW. “Craniofacial-deafness-hand syndrome revisited.” Human and Molecular Genetics, Department of Pediatrics, The Ohio State University and Children's Hospital, Columbus, Ohio, USA. [email protected]

Page 47: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 47

3.13 Caso cinese.

Una ricerca10 cinese effettuata dai ricercatori Li D, Ma Q, Chen

Y, Zeng L. dei Laboratori nazionali Oftalmici del Ministero della Sanità

Pubblica riferisce di un paziente con la sindrome di Waardenburg.

Il quale soffre di sordità congenita e presenta una radice nasale

larga nella parte alta, la sinofria, l’ipopigmentazione e

l’eterocromia delle iridi e del fundus.

Nel caso specifico è assente la distopia dei canti. Dall’analisi

della sua storia familiare è emersa la presenza di cugino di

secondo grado affetto da albinismo oculocutaneo.

3.14 Un caso osservato nel Benin.

Una ricerca11 effettuata da un’equipe12 riporta il caso clinico

di un piccolo paziente di 3 anni e mezzo. Il bambino con sordità

congenita, albinismo, ipocromia delle iridi e retina bilaterale, ma

senza il distopia dei canti, è stato classificato come tipo II. Il

paziente ha avuto una seconda affezione ereditaria evidentemente 10 “Waardenburg Syndrome” Yan Ke Xue Bao. 1991 Dec;7(4) pag.196-8, 171. 11 “A case of Waardenburg-Klein syndrome observed at the Cotonou NUHC” J Fr Ophtalmol. 1997;20(5):387-90. 12 Bassabi SK, Medji AP, Doutetien C, Oussa G, Hounkpe YY, Vodouhe SJ, Babagbeto M, Latoundji S. della Clinique Ophtalmologique, Centre National Hospitalier et Universitaire, Cotonou, Republique du Benin.

Page 48: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 48

fortuita: l’emoglobinopatia. Ma questo sembra essere, al

momento, classificato come un fatto fortuito.

3.15 Casi brasiliani.

Il Prof. da SILVA EO. dell’Istituto Materno-Infantil (IMIP) di

Recife (Brasile) riporta due casi13 di grandi gruppi familiari con

SWI con legami parentali. Il numero totale di individui affetti è

73.

Le principali manifestazioni sono: la distopia dei canti (l’unica

anomalia costante in tutti i casi), la radice prominente nasale, il

cerchio o la punta quadrata del naso, le ali del naso sottili, le

sopracciglia cespugliose, la sordità neurosensoriale, l'eterocromia

delle iridi o ipoisocromia, l’ipopigmentazione del fundus oculare, il

ricciolo bianco, il prematuro ingrigimento e le lesioni della pelle

ipopigmentate.

13 da SILVA EO. “Waardenburg I syndrome: a clinical and genetic study of two large Brazilian kindreds” Med Genet. 1991 Jul 1;40(1) pag. 65-74

Page 49: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 49

3.16 Caso di tre bambini affetti nati da

genitori sani.

I Prof. KAPUR S. e KARAM S.14 del Department of

Pediatrics/Human Development – Genetics Clinic of Michigan State

University riportano il primo caso di una famiglia con tre bambini

affetti dalla sindrome di Waardenburg ed i genitori normali, senza

casi riportati nella storia delle famiglie d’origine.

14 KAPUR S. – KARAM S. “Germ-line mosaicism in Waardenburg syndrome”. CLIN GENET. 1991; 39(3) pag. 194-8.

Page 50: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 50

4. LA SINDROME DI WAARDENBURG NEL MONDO

ANIMALE.

4.1 La SW nei topi.

Le mutazioni genetiche dei topi con anomalie nei colori della

pelliccia sono state utili per identificare i geni mutati nella SW,

sebbene i fenotipi descritti per i topi non comprendevano appieno

quelli descritti successivamente per le diverse tipologie della SW.

Figura 24 Topo con il mantello champagne.

Page 51: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 51

Figura 25 Esempio di topo con il mantello chiazzato di bianco.

In particolare è stato dimostrato un collegamento tra il

cromosoma umano 2q37 e le mutazioni genetiche che avvengono

nel topo di Splotch, caratterizzato da macchie bianche e sordità.

Questo fatto suggerisce che i topi così caratterizzati

rappresentano l’omologo in campo animale della SW tipo I.

Page 52: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 52

Figura 26 Topo albino dagli occhi rossi.

Figura 27 Topo con il mantello a 3 colori.

Page 53: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 53

4.2 La SW nei furetti.

La sordità nei furetti è solitamente dovuta ad un difetto

genetico causato dalla SW, che provoca un incompleto sviluppo

dell’orecchio interno. La sordità è geneticamente collegata a

macchie bianche sul viso, sul corpo e sulla coda.

Figura 28 Furetto sottoposto ad esame audiologico.

Solitamente questo fenomeno colpisce i furetti tipo “blaze” e

“panda”; è stato stimato che il 75% di questi animali è sordo. La

SW è inoltre presente nei furetti albini (caratterizzati dal pelo

bianco e occhi scuri o rossi). È stato messo in evidenza in alcuni

studi che i furetti sordi siano più inclini a mordere, questo è

Page 54: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 54

probabilmente dovuto ad una sorta di meccanismo di autodifesa.

Figura 29 Daisy – furetto con occhi scuri ma il mantello chiaro.

Figura 30 Flower – furetto con le strisce di Waardenburg e difficoltà uditive.

Figura 31 Zeuss – furetto con le strisce di Waardenburg e completamente sordo.

Page 55: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 55

4.3 La SW nei cani e nei gatti.

La SW nelle tipologie I e II colpisce anche altri animali tra i

quali i cani e i gatti.

Figura 32 Dalmata con gli occhi azzurri e disturbi nella pigmentazione del pelo.

Nei cani questa malattia è stata riscontrata solo in alcune

razze, nello specifico si tratta dei collie, dei terrier, degli alani e

dei dalmati. I cani affetti sono caratterizzati dal pelo bianco, dagli

occhi azzurri o diversamente colorati e sordità.

Page 56: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 56

Figura 33 Cane albino.

Figura 34 Alano con eterocromia delle iridi ed un pelo perlopiù ipopigmentato.

I gatti affetti dalla sindrome si presentano con il pelo bianco,

gli occhi differentemente colorati ed una sordità che può essere

Page 57: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 57

pronunciata oppure lieve. La sordità è molto più comune nei gatti

bianchi che in quelli colorati diversamente. Il 17-20% dei gatti

bianchi con occhi non colorati di blu è sordo; il 40% con uno dei

due occhi blu è sordo, mentre il 65-85% dei gatti bianchi con

occhi blu è sordo.

Figura 35 Gatto dal pelo bianco con eteronomia delle iridi.

Le ricerche effettuate su questi animali hanno messo in

evidenza che non sono state riscontrate le due forme di SW III e

IV, mentre i geni che causano l’insorgere dei difetti sono gli stessi

riscontrati negli uomini.

Il piebaldismo o albinismo parziale colpisce i topi, i gatti, i

cani, le mucche, i cavalli ed i furetti. Come nel caso degli uomini

gli animali affetti da questa forma di malattia sono fotosensibile

ed hanno solitamente una vista debole.

Page 58: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 58

4.4 Piccola curiosità.

Le tigri bianche sono tali per una mutazione genetica, non causata da

mani umane ma congenita, che provoca la variazione del colore nel manto e

negli occhi: la tigre quindi nasce con la pelliccia bianca striata di nero, e gli

occhi di un colore azzurro intenso. Le più colpite geneticamente sono le tigri

del Bengala. Vivevano su tutto il territorio indiano e in alcuni Stati

circostanti come la Birmania, il Nepal e il Bhutan: solo nel Bengala 40 anni

fa si contavano 40 mila esemplari. In queste zone così ampie, le mutazioni

erano più frequenti e le tigri albine vivevano assieme ai loro simili “colorati”

in assoluta libertà.

Figura 36 Tigre del Bengala con la classica colorazione del mantello e gli occhi azzurri.

Page 59: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 59

Figura 37 Cucciolo di tigre albina.

Page 60: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 60

5. STUDIO DI A.

5.1 Descrizione.

A. è un ragazzo di quattordici anni, nato in Albania da genitori udenti.

Ha un gemello sordo ed un altro fratello minore udente.

E’ affetto da Sindrome di Waardemburg con ipoacusia neurosensoriale

bilaterale gravissima, grave compromissione delle capacità intellettive,

compromissione grave del linguaggio, turbe relazionali.

Esteriormente presenta:

• Ipopigmentazione della pelle su tutto il corpo;

• ciuffo bianco e precoce ingrigimento;

• occhi blu-zaffiro;

• parziale albinismo;

• parte finale del naso allargata;

• sopraciglia folte;

• labbra spesse;

• leggera scogliosi.

Page 61: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 61

Figura 38 Primo piano di A.

Profilo del soggetto:

A. presenta delle notevoli difficoltà a relazionarsi con il prossimo,

preferisce stare da solo e in alcune occasioni (soprattutto in passato)

presenta degli atteggiamenti aggressivi ( graffia, tira i capelli, colpisce…).

Manifesta un comportamento conflittuale con gli operatori di sesso

femminile, anche se in quest’ultimo anno A. ha dimostrato di accettare le

nuove figure femminili che gli sono state affiancate innalzando così il suo

livello di tolleranza verso queste figure fino ad ora respinte e provocate.

Page 62: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 62

5.2 A. e la Scuola.

Scuole frequentate:

• asilo nido fino al 1996;

• prima elementare fino al 1999;

• seconda elementare 1999 – 2000;

• terza elementare 2000 – 2001;

• quarta elementare 2001 -2002;

• quinta elementare fino al 2004.

Attualmente A. frequenta la prima media.

Rapporto nei confronti della scuola

Il rapporto nei confronti della scuola è buono, rispetta i tempi e le

regole. A. segue un programma modificato rispetto a quello svolto in classe

e l’obiettivo principale è quello di rendere il più autonoma possibile la sua

comunicazione attraverso lavori che privilegino l’utilizzo della lingua dei

segni.

Rapporto nei confronti degli insegnanti

A. ricerca l’aiuto degli insegnati.

Page 63: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 63

Rapporto con il gruppo dei pari

A. presenta notevoli difficoltà a relazionarsi con gli altri ragazzi. Gioca

raramente con i suoi compagni e, quando lo fa, la durata del gioco risulta

minima.

Autonomia scolastica

A. prepara e riordina il materiale richiesto dall’attività scolastica su

richiesta dell’insegnante, ma, non sempre lo fa su richiesta delle insegnanti

e educatori. Non partecipa alle attività che richiedono il raggiungimento di

un obiettivo.

Autonomia di base

A. si veste e si sveste da solo al momento dell’arrivo a scuola, al

momento dell’uscita e al momento delle attività sportive ma non sa

allacciarsi le scarpe. Non sempre va al bagno di sua iniziativa, ma quando lo

fa, ne fa un uso adeguato ed è in grado di pulirsi. Mangia da solo, ma

spesso fa un uso autolesivo delle posate ed è necessario controllarlo. Mangia

quasi tutto ed ha una particolare predisposizione per i vegetali.

La comunicazione

A. utilizza come forma comunicativa la Lingua dei segni. Ha un

vocabolario molto ridotto e quasi sempre utilizza una modalità imitativa

nell’esposizione.

Comprende i messaggi in Lis, ripete alcuni fonemi e li scrive sotto dettatura.

Page 64: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 64

Servizio educativo

A. nelle ore pomeridiane è inserito in un gruppo di bambini sordi.

Durante queste ore, gli educatori insieme all’equipe hanno deciso di

strutturare alcune attività che, hanno come obiettivo, il potenziamento delle

capacità manuali, di analisi, di comunicazione e di relazione del soggetto. I

laboratori organizzati riguardano musica, attività motoria, educazione

all’immagine e alla manualità.

5.3 Tabella di confronto.

Come citato in precedenza, A. ha un fratello gemello anch’egli affetto

da SW.

Le diagnosi funzionali dei soggetti non hanno definito chiaramente

l’appartenenza ad una specifica tipologia della SW. In tabella sono riportate

le caratteristiche della sindrome nei due soggetti.

A AA

disturbi della pigmentazione della

pelle

disturbi della pigmentazione della

pelle

occhi blu-zaffiro eterocromia delle iridi (occhio

azzurro e occhio ½ azzurro e ½

marrone

parziale albinismo parziale albinismo

Page 65: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 65

labbro a cappello di gendarme (più

evidente)

labbro a capello di gendarme

sopraciglia folte sopraciglia folte

ipoplasia della base del naso ipoplasia della base del naso

ali del naso allargate ali del naso allargate

leggera scogliosi (accertata) leggera scogliosi (da accertare)

ipoacusia neurosensoriale bilatera

gravissima

ipoacusia neurosensoriale bilaterale

gravissima

compromissione grave delle capacità

intellettive, compromissione grave del

linguaggio, turbe relazionali

compromissione delle capacità

intellettive, compromissione grave

del linguaggio, turbe relazionali

Page 66: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 66

Figura 39 A.

Figura 40 AA.

Page 67: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 67

Dall’analisi dei criteri principali e secondari osservati è possibile

assegnare i casi sopra descritti alla Sindrome di Waardenburg tipo II.

Tale affermazione è possibile in relazione al fatto che, visivamente, la

base del naso degli affetti, non è allargata e in teoria non c’è distopia dei

canti.

Per maggior sicurezza sarebbe auspicabile calcolare l’Indice di

Waardenburg.

Page 68: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 68

6. CONCLUSIONI.

La SW come abbiamo visto è una malattia rara. Spesso le persone che

ne sono affette non sanno di esserlo sino a quando un proprio

consanguineo, con segni più evidenti, non viene sottoposto ad indagini, che

decretano la presenza della sindrome.

Le ricerche presentate dimostrano come la materia presenti molti

aspetti da chiarire. Pertanto è necessario che le ricerche continuino, per

capire il più possibile circa le sue cause e gli strumenti che la scienza e la

tecnologia saranno in grado di mettere a disposizione delle persone colpite

dalla sindrome.

Per contro, l’aver trovato in rete molte ricerche effettuate, nelle parti

più disparate del globo, dimostrano una vivacità di interessi sull’argomento

compatibilmente con la rarità della sua insorgenza. Da segnalare anche la

presenza di siti realizzati da persone affette che cercano di dare maggiori

informazioni nonché realizzare gruppi di supporto per i pazienti ed i loro

familiari.

È sicuramente necessario per le persone, come nel caso di

un’assistente alla comunicazione, che si occupano di aiutare le persone

affette da malattie rare, comprendere ed approfondire gli aspetti medici dei

casi affidati, per poterle aiutare a crescere in autonomia in relazione ai suoi

limiti ed alle sue potenzialità.

Page 69: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 69

BIBLIOGRAFIA:

- AA.VV. “Waardenburg Syndrome” Yan Ke Xue Bao. 1991 Dec;7(4) pag.196-8, 171.

- ANDREA MÜLLNER-EIDENBÖCK, ELISABETH MOSER “Waardenburg syndrome type 2 in a Turkish family: implications for the importance of the pattern of fundus pigmentation.” Ophthalmol 2001;85:1384 (November). Department of Ophthalmology, University Hospital of Vienna, Austria.

- Bassabi SK, Medji AP, Doutetien C, Oussa G, Hounkpe YY, Vodouhe SJ, Babagbeto M, Latoundji S. “A case of Waardenburg-Klein syndrome observed at the Cotonou NUHC” J Fr Ophtalmol. 1997;20(5):387-90. Clinique Ophtalmologique, Centre National Hospitalier et Universitaire, Cotonou, Republique du Benin.

- Choi JH, Moon SK, Lee KH, Lew HM, Chang YH. “Tre casi di tipo di sindrome di Waardenburg 2 in una famiglia coreana.” J Ophthalmol. 2004 Dec;18(2) pag.185-9. Dipartimento di Oftalmologia, Università di Ajou, Scuola di Medicina, Suwon, Corea.

- da SILVA EO. “Waardenburg I syndrome: a clinical and genetic study of two large Brazilian kindreds” Med Genet. 1991 Jul 1;40(1) pag. 65-74

- Hayasaka S, Noda S, Setogawa T, Kobayashi A, Kishida K, Sakai T. “Waardenburg syndrome in Japanese patients. Case reports and literature review.” Ophthalmologica. 1992;205(1) pag. 46-51. Department of Ophthalmology, Shimane Medical University, Izumo, Japan.

Page 70: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 70

- J. Med Genet. 1996 Apr 24;62(4) pag. 391-7. Genetic and Teratology Research Center, Cerrahpasa Medical Faculty, University of Istanbul, Turkey.

- KAPUR S. – KARAM S. “Germ-line mosaicism in Waardenburg syndrome”. CLIN GENET. 1991; 39(3) pag. 194-8.

- Mullaney PB, Parsons MA, Weatherhead RG, Karcioglu ZA. “Clinical and morphological features of Waardenburg syndrome type II”. Eye. 1998;12 ( Pt 3a) pag.353-7.

- N Gelvez, M. Rodríguez, MC Lattig, JC Prieto, ML. Tamayo. “Estudio epidemiológico del síndrome de Waardenburg en Colombia.”

- Piechowiak H, Wasmer C, Gobel FD. “Klein-Waardenburg syndrome. Report of 3 cases in a family with a review of the literature.” Laryngol Rhinol Otol (Stuttgart). 1985 Apr;64(4) pag.194-7.

- Pierpont JW, St Jacques D, Seaver LH, Erickson RP. “A family with unusual Waardenburg syndrome type I (WSI), cleft lip (palate), and Hirschsprung disease is not linked to PAX 3”. Clin Genet. 1995 Mar;47(3) pag. 139-43. Ricercatori presso lo Steele Memorial Children's Research Center, Department of Pediatrics, Tucson, Arizona, USA.

- Sommer A, Bartholomew DW. “Craniofacial-deafness-hand syndrome revisited.” Human and Molecular Genetics, Department of Pediatrics, The Ohio State University and Children's Hospital, Columbus, Ohio, USA. [email protected]

- Suyugul Z, Seven M, Hacihanefioglu S, Kartal A, Suyugul N, Cenani A. “Anophthalmia-Waardenburg syndrome: a report of three cases.”

- www.bdid.com; - www.cypnesskeep.com; - www.emedicine.com; - www.encolombia.com; - www.ghr.nlm.nih.gov;

Page 71: La Sindrome Di Waardenburg

Roberta Neirotti – Istituto dei Sordi di Torino 71

- www.ginnie.com; - www.gpnotebook.co.uk; - www.mondofuretto.com; - www.ncbi.nlm.nih.gov; - www.renatekumpf.de; - www.salud.es; - www.whonamedit.com; - www.wolfysluv.jacksnet.com;


Top Related