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Fattori di rischio ed efficacia dei percorsi di potenziamento nella Scuola
dell’Infanzia e Primaria
Asti, 23 gennaio 2016
Dott. Lucia SagrettiLogopedista
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Obiettivi
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Legge 170Il maggior interesse è rivolto alla scuola
dell’infanzia ed alla scuola primaria, nelle quali è necessaria una maggiore e più diffusa
conoscenza degli indicatori di rischio e una impostazione del lavoro didattico orientata alla
prevenzione
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Età prescolare
• INDICATORI DI RISCHIO
• COSA osservare?
• QUANDO osservare?
• COSA fare?
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Indicatori di Rischio
• Difficoltà di comprensione del linguaggio verbale
• Difficoltà nell’ intellegibilità del linguaggio verbale
+
Familiarità per ritardo/disturbo di linguaggioPresenza di otiti ricorrenti nei primi due anni di vita
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COSA OSSERVARE?
Aspetti formali Contenuto Aspetti funzionaliFonetica Semantica Funzione pragmaticaFonologia Lessico (scopi comunicativi)Morfologia Funzione narrativa/Sintassi conversazionale
COMPRENSIONE
PRODUZIONE
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1) INDICATORI FONETICO-FONOLOGICI
PARAMETRI QUANTITATIVI:
• inventario consonantico limitato
• strutture sillabiche poco diversificate e complesse
• Scarsa intellegibilità
PARAMETRI QUALITATIVI:
• pattern di errore atipici (persistenza di errori di delezione e non lororiduzione a favore di errori di sostituzione)
• grande variabilità nell’uso dei fonemi ( un medesimo fonema target puòessere sostituito con fonemi diversi)
• minore velocità di risoluzione (osservati cambiamenti limitati nellosviluppo fonologico)
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Modello Cipriani e Chilosi (1993) di 6 bambini tra 19 e 39 m.FASE PRESINTATTICA 19-26 mesi l.m.e 1.2-1.6: enunciati “telegrafici”, parole singole in
successione es. pappa più; api mamma
FASE SINTATTICA PRIMITIVA 20-29 mesi l.m.e 1.6-2.8: aumento degli enunciati nucleari semplici spesso incompleti; iniziano a comparire morfemi liberi come articoli e preposizioni
es. bimba mangia pappa; mamma dice fai male
FASE COMPLETAM.FRASE NUCLEARE 24-33 mesi l.m.e 1.9-3.0: prevalgono frasi semplici nucleari complete di morfemi liberi e frasi ampliate con espansione del nucleo; sono presenti anche frasi complesse coordinate e subordinate e inserite implicite e compaiono inserite esplicite
es. papà giusta makka otta; mamma mangia la pizza con cotello ; il bambino prende il cucchiaio e mangia la minestra
2) INDICATORI MORFO-SINTATTICI
lunghezza media dell’enunciato
deficit di organizzazione morfosintattica: persistenza di forme primitive di combinatoria sintattica
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FASE CONSOLIDAMENTO E GENERALIZZAZIONE DI STRUTTURE COMBINATORIE COMPLESSE 27-38 mesi l.m.e 2.9-5.1: frasi complesse divengono complete da un punto di vista morfologico ; compaiono anche connettivi frasali temporali e causali (dopo, allora, invece, anche però,sennò..)usati in frasi coordinate e subordinate; sono prodotte, infine, anche frasi relative
es. Dammi quello sennò mi arrabioho visto peggy che correva
…NON SOTTOVALUTARE LE CAPACITA’ LINGUISTICHE!
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COSA OSSERVARE?
Aspetti formali Contenuto Aspetti funzionaliFonetica Semantica Funzione pragmaticaFonologia Lessico (scopi comunicativi)Morfologia Funzione narrativa/Sintassi conversazionale
1) COMPRENSIONE
2) PRODUZIONE
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INDICATORI LESSICALI
• Lessico come parametro linguistico utile per la definizione di ritardo di linguaggio ma soggetto ad una rapida evoluzione e recupero (Paul, Hernandez, Taylor, Johnson,1996; Mirak e Rescorla 1998)
• Il numero di parole diverse prodotte a 36 mesi è nei LT significativamente inferiore a coetanei con sviluppo tipico (Thal 2004)
• Ampiezza del lessico indicatore più diagnostico che prognostico
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COSA OSSERVARE?
Aspetti formali Contenuto Aspetti funzionaliFonetica Semantica Funzione pragmaticaFonologia Lessico (scopi comunicativi)Morfologia Funzione narrativa/Sintassi conversazionale
1) COMPRENSIONE
2) PRODUZIONE
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1. Intenzioni comunicative
2. Capacità presupposizionali
3. Capacità conversazionali
I bambini mettono in atto scambi comunicativi già nel primo anno di vita (protoconversazioni)
Intorno ai 2 anni emerge la capacità di mantenere l’argomento con un adulto
Intorno ai 3 anni si stabilizzano le regole di alternanza dei turni conversazionali, prima con i genitori, poi con i pari.
Qualora queste componenti non si sviluppino correttamente il bambino potrà andare incontro ad una serie di insuccessi comunicativi.
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QUANDO osservare?SVILUPPO DEL LINGUAGGIO avviene in una sequenza tipica con:• grande variabilità iterindividuale nei tempi e nei modi• non una funzione unitaria,ma un’insieme di abilità che possono
risultare ritardate o deficitarie secondo diverse linee o dimensioni dello sviluppo
RITARDO DI LINGUAGGIO: SINTOMO piuttosto ASPECIFICO, evocatore di condizioni cliniche molto diverse tra di loro, ma anche compatibile con situazioni che evolvono verso uno stato di normalità
Alcuni riferimenti utili:- produzione linguistica inferiore alle 50 parole o nessuna combinazione di
parole (secondo il riferito dei genitori) nella fascia di età compresa tra 18 e 34 mesi (24 mesi);
- produzione di parole inferiore al 10° in un “questionario per genitori”nella fascia di età tra 18 e 32 mesi
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RITARDO O DISTURBO?
LATE TALKERS
I parlatori tardivi sviluppano il linguaggio a 24/36 mesi, età in cui la maggior parte dei bambini già utilizza il linguaggio per comunicare e per costruire conoscenze sul mondo.
(in assenza di deficit: uditivi, cognitivi, relazionali.
Percentuale: 13%-20%
• il 50% dei bambini definiti LT a 24 mesi, all’età di 36 mesi dimostra di aver risolto il ritardo di linguaggio: LATE BLOOMERS(Rescorla e Schwarz, 1990, Ellis Weismer et al. 1994)
• la percentuale di LT si riduce nettamente con l’età passando da un 15% all’età di 24 mesi al 3% circa all’età di 60 mesi (Whitehurst e Fischel, 1994; Rescorla, Lee 1999)
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Disturbi linguistici primari e secondari1) SECONDARI• Disturbi della voce: disfonie• Disritmie o disfluenze o balbuzie• Disturbi di articolazione o disartrie, dovuti a:
anomalie morfologiche bucco-laringo-faringee (palatoschisi. PCI ecc…)• Ipoacusie neurosensoriali gravi 1° infanzia • Deficit delle competenze comunicativo-relazionali (DGS)• Ritardo mentale• Gravi deprivazione socio-ambientali
2) PRIMARI O DSL in assenza di deficit cognitivi
sensorialimotoriaffettivi
e di importanti carenze socio-ambientali
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COSA FARE?Osservazione
Potenziamento
Progetti di prevenzione
Osservazione
Valutazione
Trattamento
Osservazione
Questionari
Progetti di prevenzione
Stimolazione linguistica che
faciliti lo sviluppo delle
abilità comunicative del
bambino
FAMIGLIA SCUOLA
CLINICIPEDIATRA
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PrimaondataInterventiacarattereuniversalemiratiagarantire
cheognibambinousufruiscadicondizionicomunicativeottimali
inambitofamiliareescolastico
SecondaondataInterventimiratiabambiniconritardinellosviluppo
erogatidagenitoriopersonalescolasticoformatidaspecialisti
finalizzatialrecuperodelritardotramiteesperienzemiratedibrevedurata
Modellodelle3ondateLawedal.,2012Terza
ondataInterventidirettia
popolazioniclinicheerogati
inambitospecialistico.
Interventidirettiabambinicon“bisogni” nell’ambitodellosviluppodellinguaggio
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Influenzarepositivamenteunsegmentodisviluppo interrottoodistortodaunacondizionepatologica chehaostacolatol’utilizzo
dell’informazionenaturalefornitadall’ambiente.
Produrremodifiche nellaconoscenza cheilbambinohasullinguaggio, nondiinsegnarealbambinoaprodurreunadeterminataformalinguisticaentrouno
specificocontesto.
Generalizzareapprendimento entrounavarietàdicontestilinguistici tipici.
MIGLIORARE LE COMPETENZE COMUNICATIVE
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E LA FAMIGLIA?I bambini esperiscono input linguistici altamente variabili in quantità e qualità (Hart e Risley, 1992). Madri a basso SES forniscono un input impoverito poiché utilizzano meno gesti, enunciati più brevi e meno variati nelle costruzioni sintattiche; fanno inoltre un uso più marcato di enunciati direttivi rispetto a enunciati interrogativi.
La presenza di un ritardo o di un deficit di sviluppo nel bambino (disturbo di linguaggio, ritardo evolutivo più globale, autismo) può compromettere la qualità della risposta del genitore.
Questo non significa che il ritardo o disturbo del linguaggio sia necessariamente sotteso da atipie nell’interazione tra il bambino e il genitore né, tantomeno, che queste ultime svolgano un ruolo eziopatogenetico ma...
…contesto socio-culturale in cui il bambino cresce costituisce un fattore di protezione o di ulteriore rischio che interagisce con le specifiche
caratteristiche del bambino (Caselli ed al, 2014)
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Cosa osservare a scuola?
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SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA
LINGUAGGIO
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Linguaggio Acquisizione
Abilità scolastiche
Apprendimento
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Perchéunapprendimentosiaefficienteènecessariochecisia:
• Unelevatogradodiprecisione;
• Unbassoimpegnoattentivo;
• Velocitàd'esecuzione;
• Mantenimentodiunostandarddirispostaelevato.
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Differenza tra ritardo e disturbo
Tra i bambini esiste una significativa variabilità individuale rispetto ai tempi di acquisizione di abilità
È per questo normale che l’apprendimento di processi come la lettura e la scrittura possa avvenire in tempi
diversi entro margini accettabili
Lettura e scrittura: Fine II° anno Scuola Primaria
Calcolo: Fine III° anno Scuola Primaria
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LETTURA
VELOCITA’: tempodilettura,misuratoprendendoin
considerazioneilnumerodisillabelette/
isecondiimpiegati
CORRETTEZZA:numerodierroridurantelalettura
-Indiversetipologiediprove
- funzionalmenteallacomprensionedeltesto
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SCUOLA PRIMARIA
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METODI DI INSEGNAMENTOFACILITANTI NONFACILITANTI
METODO FONO-SILLABICO si
presentano i fonemi poi si passa alle
sillabe (Metodo Emiliani)
METODO SILLABICO si
presentano direttamente le sillabe
METODO GLOBALE: Parte da materiale linguistico significativo (frase) e chiede al bambino di anticipare i significati.
METODO ALFABETICO le lettere
sono presentate con il loro nome
(emme + e + elle + a)
METODO FONETICO le lettere
sono presentate con il loro suono
senza l’appoggio della vocale
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OSSERVAZIONEINCLASSE:LETTURA
• Difficoltà a copiare dalla lavagna
• Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della
corrispondenza grafema/fonema
• Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga,
confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n)
• Difficoltà a capire e rielaborare il materiale letto
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SCRITTURAASPETTI ESECUTIVI:
Qualità grafica dei segni prodotti, Direzionalità dei segni, Orientamento spaziale delle lettere, Occupazione dello spazio sul foglio, Qualità del segno grafico
ASPETTI COSTRUTTIVI:
Informano sul livello di concettualizzazione della lingua scritta:
•Livello preconvenzionale
•Livello preconvenzionale con tentativi di analisi
•Livello convenzionale (sillabico- sillabico/alfabetico-alfabetico)
ASPETTI QUANTITATIVI: n° e tipologia di errori in prove diverse
ASPETTI FUNZIONALI: legati produzione del testo
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![Page 32: Fattori di rischio ed efficacia dei dell’Infanzia e Primaria · Fattori di rischio ed efficacia dei percorsi di potenziamento nella Scuola dell’Infanzia e Primaria Asti, 23 gennaio](https://reader030.vdocuments.mx/reader030/viewer/2022021809/5c6572f009d3f2916e8cc412/html5/thumbnails/32.jpg)
SCRITTURA:ELEMENTIDAOSSERVAREScuolaprimaria
• Difficoltà a copiare dalla lavagna
• Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina
• Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della corrispondenza fonema/grafema
• Scrittura speculare di grafemi
• Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura
(inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni)
• Difficoltà con i digrammi e trigrammi
• Difficoltà grafo-motorie
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TERAPIA: trovare il punto di rottura…
Trattamento neuropsicologico
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Criteri
![Page 35: Fattori di rischio ed efficacia dei dell’Infanzia e Primaria · Fattori di rischio ed efficacia dei percorsi di potenziamento nella Scuola dell’Infanzia e Primaria Asti, 23 gennaio](https://reader030.vdocuments.mx/reader030/viewer/2022021809/5c6572f009d3f2916e8cc412/html5/thumbnails/35.jpg)
IncrementomediodellavelocitàdiletturaStella,Faggella,Tressoldi,2001
Stimadell’evoluzionespontaneaannualedellavelocitàdilettura
DislessiciNon Parole 0.14
Parole 0,29Brano 0,30
NormolettoriNon Parole 0,28
Parole 0,52Brano 0,42
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Ripamonti,CividatieRusso,2010
Effettolessicalizzazione 1,2-1,6sill/sec
Normolettori Dislessici
II° annoscuolaprimaria I°-II° secondariadiI°grado
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Tachistoscopio(Anastasis)Ènecessariolavoraresullavelocitàdiesposizione(perimpedirel’usodellaviafonologica),pertantosiutilizzail
tachistoscopio.
TACHITOSCOPIO=èunostrumentocheconsentel’esposizionetemporizzatadeglistimoli.
IlTSCpermette:•didefinireiltempodipermanenzadellostimolo(scegliendo
quellonecessarioadimpedire l’utilizzodellaviafonologica)•dimodificareitempinecessarialladecodificadellaparola
(diminuendoli gradualmente)•diinserireparolediverse(creareillessicoortografico)
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Lettura:Terapia
• Frequenza(inutilescenderesottole2/3volteallasettimana)
• Ciclidi3mesiconcontrolliaccurati
• Retedisupporto(famiglia-scuola)
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Scrittura:Terapia
• Frequenza(2volteallasettimana)
• Ciclidi3mesiconcontrolliaccurati
• Retedisupporto(famiglia-scuola)
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GRAZIE
PER L’ATTENZIONE