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SALVO INTRAVAIA

Nella culla del patrimonioartistico, gli studenti universitarifuggono dalle facoltà dedicate alTurismo eai Beni culturali. Unparadosso tutto italianoconfermato dai dati diimmatricolazione del 2017, in fortecalo rispetto al passato. Di più: sesi prendono in considerazione gliultimi dieci anni, i nuovi ingressi sisono assottigliati di oltre unquarto. Patrizia Battilani, docentepresso l’università di Bologna emembro del comitato editorialedel Journal of Tourism Historyedito nel Regno Unito, ha le ideechiare: «Credo che il nostro paeseabbia un atteggiamento snob sulturismo, trattato come un settoredi serie B».Ma non solo: «La laureain Scienze del turismo non èsempre spendibile anche perchéle nostre aziende sono spesso aconduzione familiare o di piccoledimensioni. Tali da nongiustificare la presenza di figurealtamente specializzate e dove lastessa professionalità occupadiversi ruoli».Secondo i dati forniti daAlmalaurea, ad un anno dalpercorso triennale meno dellametà (il 46,5%)dei laureati lavora,con un guadagno medio che si

con un guadagno medio che siaggira attorno ai 918 euro netti almese. Nel 2015-2016i laureati inScienze del turismo sono stati1.576(-27%le immatricolazioni),mentre quelli in Beni culturali, icui immatricolati calano del 26%,sono stati 3.394. Ci sono poi tanticorsi di laurea (Economia, Lettereed altro) che prevedono corsi conindirizzi rivolti proprio allescienze del turismo o ai beniculturali. Ma conteggiare gliiscritti resta un’impresa.Il flop? Tutta colpa delladisattenzione della politica versoquesti due settori che all’esterovengono coccolati, dicono gliaddetti ai lavori. Per Ivano Dionigi,presidente di Almalaurea, si tratta«di uno dei paradossi del Paeseche manca di valorizzare il suocapitale primario: quelpatrimonio turistico-culturale chetutto il mondo ci riconosce e ciinvidia». Quasi metà (il 49,3 %)deilaureati triennali in Beni culturalilavora ad un anno dalla tesi, ma iloro guadagni sono piuttostorisicati: appena 731euro netti almese. Secondo Gaetano Manfredi,presidente della Conferenza deirettori (Crui) «da un lato, c’è stato

Salari irrisoriSecondo uno studio di Almalaurea,a un anno dal percorso triennaledi Scienze del Turismo, meno della

Università Crollo delle immatricolazioni

La grande fugadegli studenti

dai Beni culturali

Tutti i diritti riservati

PAESE : Italia PAGINE : 4SUPERFICIE : 55 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (597694)AUTORE : Salvo Intravaia

3 gennaio 2018 - N°2

il blocco delle assunzioni nelsettore pubblico che hascoraggiato gli studenti. Dall’altroi profili richiesti nei concorsi nonsempre corrispondono con quellidei laureati in Beni culturali. C’èun disequilibrio tra quelli creatidagli atenei e quelli richiesti dalmondo del lavoro, che contemplaanche competenze manageriali eorganizzative».Ma cosa ne pensano i ragazzi?«Purtroppo, il calo delleimmatricolazioni in questi corsinon sorprende —dice ElisaMarchetti, a capo dell’Unionedegli universitari —Lascarsaconsiderazione che si ha nelnostro paese di questi settoriporta infatti a generare neglistudenti uno scarso interessenegli studi di questo tipo. Consbocchi occupazionali per nullasicuri o senza le tutele minimegarantite».Uno che ci crede, nonostantetutto, è invece AndreaSommavilla, studente di Beniculturali a Trento. «Ho sceltoquesta facoltà per passione —spiega —Non credo ci sia un paesemigliore del nostro perintraprendere questi studi.Purtroppo, non credo che questosettore sia adeguatamentevalorizzato e nei concorsi nonsempre la nostra laurea èpresanella giusta considerazione. Comefa la Germania ad avere un Pillegato al settore del turismosuperiore al nostro?». E il piano Bresta sempre dietro l’angolo:«Credo, epenso di interpretare ilpensiero di tanti colleghi, che uneventuale impiego all’esterorappresenti soprattutto unaperdita per il nostro Paese».Ma qualcosa si muove. StefanoConsiglio, alla Federico II diNapoli, forma i cosiddettimanager culturali. «Il blocco delturn-over degli anni scorsi harappresentato un disincentivo per

rappresentato un disincentivo peri giovani. Una piccola inversionedi tendenza è arrivata dalleassunzioni al ministero dei Beniculturali dell’ultimo governo».«Anche se —conclude FabioMazzola, docente dell’universitàdi Palermo —in momenti di crisi igiovani si orientano su lauree piùtradizionali, negli ultimi due anniregistriamo una crescita diattenzione sia sul versante deiBeni culturali che su quello delleScienze del turismo. Un piccolosegnale di speranza».

di Scienze del Turismo, meno dellametà dei laureati lavora con unguadagno medio che siaggiraattorno ai918 euro netti al mese

Un paradossotuttoitaliano: nella culla

dei monumentie delle opere d’arte, igiovani non credono

che questi settoridiano un futuro

Retribuzione media netta mensile laureati triennaliin Beni culturaliin euro

Uomini

Donne

Totale

693

864

731

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Immatricolati

Condizione occupazionedei laureati triennaliin Beni culturalia un anno dalla laurea

Laureati nell’anno2015/2016

Studenti

:ALMALAUREA

Scienzedel turismo

Lavora

Non lavoramacerca

Non lavoraenon cerca

2006/2007 2016/2017

49,3%

33,3%

17,4%

Beni culturali

2.266

3.119

5.019

6.786

(-27%)differenza

(-26%)differenza

numero di laureati

16%Soltanto 16su 100 troveranno in un futuroprossimo un lavoro nel loro specifico

2,6%Oggi i beni culturali producono in Italiaun giro di affari che vale 40 miliardidi euro e il 2,6% del PIL

Scienzedel turismo

Beni culturali3.394

1.576

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