Cosa abbiamo visto nelle lezioni precedenti (cap.6):
Esiste una forte correlazione tra ricchezza economica e democrazia.
I test empirici sembrano confermare la teoria della modernizzazione,
secondo cui lo sviluppo economico aumenta la probabilità che un paese
diventi democratico e resti democratico.
Sulla base della storia delle grandi monarchie europee (UK vs. Francia),
il meccanismo causale sotteso alla teoria della modernizzazione fa
riferimento ai cambiamenti nei rapporti di forza tra governanti e governati
derivati dallo sviluppo industriale, e alla conseguente concessione di
potere dai primi ai secondi.
La relazione tra economia e democrazia è tuttavia complessa
Dilemma degli aiuti allo sviluppo
Maledizione delle risorse («no taxation without representation»…ma
anche «no representation without taxation»)
Le determinanti
culturali della
democrazia
Clark, Golder & Golder, Principi di scienza politica, McGrawHill, 2011, cap.7
Andrea Cassani, Università degli Studi di Milano
http://unimi.academia.edu/AndreaCassani
ALCUNE DOMANDE «SCOMODE»
Esiste una relazione causale tra cultura e democrazia? Se sì, come
essa si configura?
La democrazia richiede una “cultura democratica”?
Ci sono culture incompatibili con la democrazia?
La cultura è un dato fisso o qualcosa che può cambiare nel tempo?
PRIMORDIALISTI vs. COSTRUTTIVISTI
Gli argomenti di matrice culturalista si dividono in due famiglie.
Argomenti primordialisti
La cultura si tramanda di generazione in generazione
La cultura è un attributo permanente e immutabile
La cultura precede l’interazione politica e influenza quest’ultima, non
viceversa
La democrazia non è per tutti: le istituzioni democratiche possono
risultare incompatibili con alcune culture
Argomenti costruttivisti
La cultura risulta da un processo relazionale attraverso cui i membri
di una società attribuiscono significato a ciò che li circonda
La cultura si costruisce nel tempo ed è quindi mutevole
Possono esserci culture più favorevoli alla democrazia di altre, ma
una cultura democratica può essere sviluppata nel tempo
ARGOMENTI CULTURALISTI CLASSICI
Eschilo (472 AC): Democrazia nella Grecia classica vs. autoritarismo
in Asia.
Montesquieu (1721, 1752): Il miglior governo è quello che si adatta a
orientamenti culturali di un popolo, e il dispotismo si adatta bene ai
paesi orientali.
J.S. Mill (1861): «nessuno crede che ogni popolo sia capace di far
funzionare qualsiasi tipo di istituzione»; i legislatori dovrebbero tenere
conto delle «abitudini e degli orientamenti preesistenti»; ma è anche
vero che «le persone imparano a fare cose per loro nuove»
Nel momento in cui furono formulate, queste teorie aderivano molto
bene alla realtà. Ma, oltre a descrivere la realtà, occorre spiegarla.
Quale aspetto della cultura conta e può fare la differenza?
Come si configura la relazione tra cultura e democrazia?
Le teorie culturaliste della democratizzazione tendono a soffrire di una certa
vaghezza relativamente ai meccanismi causali, soprattutto alla luce del
relazione tra sviluppo e democrazia.
Max Weber (1930): L’Etica Protestante e lo Spirito del Capitalismo
L’enfasi del Protestantesimo sulla responsabilità individuale ha
incoraggiato lo sviluppo economico, che a sua volta ha favorito la
democratizzazione.
Teoria della modernizzazione culturale: Lo sviluppo economico
produce alcuni cambiamenti culturali, come l’emergere di una cultura
civica, che a loro volta favoriscono l’adozione della democrazia e il suo
mantenimento.
THE CIVIC CULTURE (Almond and Verba, 1963)
La cultura fornisce «la base psicologica della democratizzazione», ma è
fondamentale anche per la sopravvivenza della democrazia.
Per cultura politica si intende ciò che i cittadini di uno stato pensano e
sentono rispetto alla politica.
Tre tipi di cultura politica, di cui solo una compatibile con la democrazia:
Provinciale = tipica dei sistemi politici tradizionali basati su clan o
tribù (es. Africa pre-coloniale)
Subordinata = predisposta allo sviluppo di istituzioni politiche
autoritarie e centralizzate (es. Europa Orientale pre-1989)
Partecipativa = o «civica», l’unica compatibile con la democrazia
In cosa consiste la cultura partecipativa (o civica)?
Consapevolezza di poter influenzare le decisioni politiche
Condivisione di orientamenti positivi verso il sistema politico
Elevati livelli di fiducia interpersonale
Preferenza per un cambiamento graduale della società
Sulla base di uno studio condotto attraverso i sondaggi sulle opinioni
dei cittadini di 5 paesi (Germania, Italia, Messico, USA, UK), Almond e
Verba concludono che USA e UK, ovvero i paesi del campione
analizzato con le democrazie più stabili, sono caratterizzati da culture
politiche che più si avvicinano all’ideale di cultura civica.
Studi con conclusioni simili: Inglehart (1990), che aggiunge al concetto
di cultura civica anche la soddisfazione personale, l’abitudine alla
discussione politica e la diffusione di valori post-materialisti.
Studi che sostengono una direzione causale opposta: Muller e Seligson
(1994) affermano che la democrazia favorisca la fiducia interpersonale.
LA TECNICA DEL SONDAGGIO
Intervistare i cittadini di un paese è forse l’unica strategia efficace per
verificare la correttezza degli argomenti culturalisti.
Per ciascun paese, si selezionano alcuni individui (più sono meglio è!)
casualmente e si sottopone loro una lista di domande dalle cui risposte
si può ricostruire la «cultura civica» di quel paese.
Alcune domande di esempio:
La democrazia può avere dei problemi, ma è migliore di ogni altra forma di governo.
Quanto è d’accordo con tale affermazione? Molto d’accordo, d’accordo, contrario,
molto contrario.
Ritiene che il modo in cui la nostra società è organizzata dovrebbe essere
radicalmente cambiato da un’azione rivoluzionaria, che la nostro società dovrebbe
essere gradualmente migliorata tramite riforme, o che la nostra società deve essere
valorosamente difesa da tutte le forze sovversive?
Possibili difetti:
Per testare gli argomenti culturalisti della democratizzazione, i sondaggi
andrebbero condotti anche nei paesi autoritari, ma quanto potrebbero
essere attendibili le risposte fornite dai cittadini di questi paesi?
Dissimulazione delle preferenze per evitare ritorsioni
Adattamento delle preferenze (sindrome de «la volpe e l’uva»)
Più semplicemente, gli individui possono comprendere la stessa
domanda in maniera diversa, a seconda del loro tasso di istruzione, del
contesto in cui si vive, del passato, etc.
Un’alternativa ai sondaggi sono gli esperimenti.
Es: Nella misura in cui la democrazia si basa sul compromesso, si
possono creare dei «giochi» che simulano situazioni di vita reale per
osservare le reazioni dei partecipanti e desumere da esse la diffusione in
una società di determinati valori (es. disponibilità al compromesso in
vista di un guadagno comune).
Alcune fonti di dati survey
World Values Survey
http://www.worldvaluessurvey.org/wvs.jsp
Eurobarometer
https://www.gesis.org/eurobarometer-data-service/home/
Afrobarometer
http://www.afrobarometer.org/
Arab barometer
http://www.arabbarometer.org/
Asian barometer
http://www.asianbarometer.org/
Latin America Public Opinion Project
https://www.vanderbilt.edu/lapop/core-surveys.php
RELIGIONE E DEMOCRAZIA
Ci sono religioni incompatibili con la democrazia?
Cattolicesimo = presenza di una sola verità incontrovertibile, gerarchia
interna, distinzione clero-laici; supporto Chiesa Cattolica a Mussolini,
Franco, regimi militari sudamericani.
Confucianesimo = rispetto per l’autorità, enfasi sul comunitarismo (vs.
diritti individuali) e sul consenso (vs. competizione); Dichiarazione di
Bangkok 1993.
Islam = giustificazione della violenza, sovrapposizione tra sfera
religiosa e politica (teocrazia), ruolo della donna nella società.
Protestantesimo = legittimazione della disuguaglianza economica e
etica individualista.
La relazione tra religione e democrazia è probabilmente una delle
questioni più controverse degli ultimi 30 anni nel dibattito su cultura e
democratizzazione.
Volendo, si può trovare una ragione per sostenere l’incompatibilità di
ciascuna delle principali religioni con la democrazia.
La maggior parte delle religioni presenta alcuni elementi di compatibilità
e altri di incompatibilità con la democrazia.
Alcuni modi alternativi per inquadrare il problema:
Laicità: non è una religione in particolare a essere incompatibile con
la democrazia, bensì il peso che la religione ha in una società (sfera
privata vs. sfera pubblica).
Interpretazione: non sono le dottrine in quanto tali che contano, ma
l’interpretazione che i leader religiosi ne danno per portare avanti
determinati interessi.
UN TEST EMPIRICO
Hp.1 Paesi a maggioranza cattolica hanno minori probabilità di
diventare e rimanere democratici.
Hp.2 Paesi a maggioranza islamica hanno minori probabilità di
diventare e rimanere democratici.
Hp.3 Paesi a maggioranza protestante hanno maggiori probabilità di
diventare e rimanere democratici.
Altri fattori «culturali»: società molto frammentate dal punto di vista
culturale, religioso (non importa quale religione ma quante religioni) o
etnico sviluppano sfiducia reciproca e hanno difficoltà a giungere a un
compromesso e accettare la vittoria degli avversari.
!! E non dimentichiamo i fattori economici (ricchezza, crescita, risorse
naturali).
Ricordate! minore l’errore standard, maggiore la fiducia nei
risultati: se il coefficiente è maggiore del doppio dell’errore
standard, siamo sicuri al 95% del nostro coefficiente
Probabilità di una transizione
autocrazia-democrazia
Risultati: l’emergere della democrazia
Al crescere della ricchezza di un paese, aumenta la probabilità di una
transizione verso la democrazia
Maggiori tassi di crescita economica rendono le transizioni verso la
democrazia meno probabili
I paesi la cui popolazione è prevalentemente cattolica hanno più
probabilità di diventare democrazie
Una maggioranza protestante o musulmana non ha alcun effetto sulla
probabilità che un paese diventi democratico
Le diversità etniche, religiose e culturali non sembrano ostacolare o
aiutare la nascita della democrazia
Quando si tiene conto anche dei fattori economici, l’ «effetto» negativo
dell’islam svanisce!
Ricordate! minore l’errore standard, maggiore la fiducia nei
risultati: se il coefficiente è maggiore del doppio dell’errore
standard, siamo sicuri al 95% del nostro coefficiente
Probabilità di sopravvivenza
di una democrazia
Risultati: la sopravvivenza della democrazia
l’aumento della ricchezza favorisce la sopravvivenza della democrazia
un'elevata crescita economica aiuta la sopravvivenza della democrazia
una maggioranza musulmana è ininfluente per la sopravvivenza
democratica
una maggioranza protestante favorisce la sopravvivenza democratica
una maggioranza cattolica sfavorisce la sopravvivenza democratica
le diversità etniche e culturali (ma non quelle religiose) sembrano
sfavorire la sopravvivenza democratica
Anche in questo caso, quando si tiene conto anche dei fattori
economici, l’«effetto» negativo dell’islam svanisce!
Conclusioni
La relazione tra cultura e democrazia è stata nel tempo oggetto di molto
dibattito, ma resta debole sia dal punto di vista teorico che empirico.
Argomenti culturalisti = primordialisti vs costruttivisti
Una cultura civica (o partecipante) è spesso vista come l’unica
compatibile con la democrazia, ma «misurarla» è problematico (cf. i
difetti della tecnica del sondaggio).
Discorso simile per la relazione tra religione e democrazia:
Tutte le principali religioni presentano elementi di compatibilità e
incompatibilità con la democrazia;
Al di là del «messaggio» di ciascuna religione, contano anche il peso
che la religione ha nella società e l’interpretazione dei testi sacri;
L’evidenza empirica dimostra che i fattori economici hanno maggior
influenza rispetto ai fattori culturali.