Classi 3^A - 3^B PANCALIERIA.S. 2005/2006
…ovvero gli anni della guerra attraverso il racconto della gente
comune…
• Nel mese di dicembre siamo andati a trovare gli anziani delle case di riposo di Pancalieri, per porre loro alcune domande riguardanti il periodo della seconda guerra mondiale.
• Siamo stati accolti molto gentilmente ed entrare in sintonia si è rivelato semplice. Abbiamo iniziato a chiacchierare poi, divisi in gruppi, le nostre interviste sono iniziate.
L’ESPERIENZA DI LUIGI…… ….la paura
• Durante la seconda guerra mondiale il signor Luigi era arruolato nelle truppe dell’esercito italiano; allo sbarco degli Alleati fu inviato a Gela.
• “……quando gli americani sbarcarono a Gela, mi presero prigioniero con alcuni amici. Ci portarono in America, dove fummo rinchiusi in un campo di lavoro. Dopo tre anni mi ammalai di malaria e fui riportato in Italia dalla Croce Rossa. Il mio compagno Salvo, invece, non avendo speranza di tornare a casa, in preda alla nostalgia s’impiccò in una baracca”
…… di teresa
…. la grande menzogna
• Teresa, la moglie di Luigi, racconta i suoi ricordi legati alla discriminazione razziale.
• “..Venni a sapere da gente di Moncalieri che gli ebrei venivano rinchiusi in campi di concentramento, non in campi di lavoro; questa notizia era riservata, ma in seguito tutti seppero cosa avevano fatto i tedeschi.”
…… di angelo ….le false accuse
• Il signor Angelo durante la Seconda Guerra Mondiale viveva a Torino e rammenta che alcune delle famiglie ebree che vivevano in quelle zone erano benestanti.
• “… a volte gli ebrei venivano accusati dalla popolazione di rubare il lavoro e il pane. Penso che fossero perseguitati perché con le loro ricchezze “rovinavano” l’economia dello stato. Si credeva inoltre che fossero stati loro a voler la morte di Gesù; poi Hitler addossava agli ebrei le colpe per cui la Germania aveva perso potere.”
• Angelo aggiunge che a Torino e dintorni c’erano alcuni ghetti non molto grandi per gli ebrei.
• “..so che alla fine della guerra sono stati aperti e le persone ne sono uscite, ma poi non ne ho più avuto notizia”
…… di DON GIOVANNI ….la fame• “Durante la guerra si pativa la fame; ogni
famiglia possedeva una tessera con la quale era possibile acquistare due etti di pane al giorno, per persona. La farina spesso veniva impastata con segatura, fagioli e polveri non commestibili… I contadini che coltivavano il grano a fine raccolto potevano tenere per sé soltanto due quintali, il resto lo si consegnava allo Stato. Per ottenere la farina si sfregavano le spighe fra i mattoni, macinandole a casa, di nascosto. Lo si faceva per evitare di portare tutto il raccolto al mulino, che comportava la pesatura del prodotto ed il sequestro dell’eccesso.
…..di CANDIDA…
• CANDIDA ha 87 anni ed è ospite della Casa di Riposo da diverso tempo. Ella ci ha accolti con piacere, manifestando serenità e gioia. Il tono delle risposte alle nostre domande, però, è stato tanto serio da apparire severo, non senza un velo di tristezza….
…..la vita è un dono.
• La vita è un dono, che dobbiamo rendere significativo seguendo un obiettivo a cui teniamo molto. E’doveroso mettere sempre in primo piano la salute e la famiglia. La mia età mi permette di trasmettere, oggi, questo consiglio ai giovani: non sprecate l’esistenza, ma vivete onestamente, curando il benessere fisico e tenendovi ben lontani dalla droga e da tutte le dipendenze.
…. La ricetta del “vivere bene”….
Ho avuto pochi momenti veramente felici nella mia vita: lunghi anni vissuti in campagna, fra ristrettezze economiche , lavoro, fatica. Non ho conosciuto il divertimento, lo svago, la mia infanzia è stata brevissima. La ” ricetta del viver bene” consiste , secondo la mia esperienza, nell’accettazione della realtà. La realtà è un dato di fatto, è impossibile sperare di cambiarla nell’immediato.”Bisogna imparare a “fare buon viso a cattivo gioco” , ed è inutile soffrire per quanto non si ha e gli altri possiedono. Anche disperarsi non ha senso né scopo, perché la vita ci riserva continue brutte sorprese, ed è meglio reagire e lottare, per cercare di uscirne sempre vincitori o, almeno, per non lasciare che le situazioni ci distruggano.
Grazie per la preziosa testimonianza di vita!