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Per poter sopravviverenonostante i continui insultiesogeni ed endogeni che necompromettono l’equilibriol’organismo deve difendersied adattarsi; pertanto l’opti-mum fisiologico si realizzain uno conservazione dellavita che è parte integrantedell’esistenza quotidiana.

Il programma di difesaintelligente tale da realizzarela reazione “fight or flight”(combattimento o fuga) è unprogramma volto a realizza-re quanto di più primitivotramite l’intervento di rea-zioni indotte dal sistema ner-voso autonomo.

Il sistema nervoso simpa-tico e parasimpatico sono iprimi attori della reazionesummenzionata; in breveecco cosa avviene in unareazione “combattimento ofuga”:

•Il battito cardiacoaumenta con maggiore con-seguente disponibilità di ossi-geno alle cellule ed altrettan-to velocemente porti via lesostanze di scarto;

•Il respiro diventa piùbreve ma più rapido inmodo da aumentare la riser-va di ossigeno;

•Il flusso sanguignodiretto al sistema digestivoviene notevolmente ridotto;

•Si riduce il flusso san-guigno agli arti;

•Vengono maggiormen-te attivati i meccanismi dicoagulazione del sangue;

•Aumenta il flusso san-guigno verso il cervello ed imuscoli maggiori;

•I muscoli si contraggo-no per il movimento;

•Le pupille si dilatano;•Il fegato aumenta la

secrezione di zuccheri egrassi nel sangue;

•L’ipofisi viene attivata;•Si realizza un aumento

di adrenalina e glucagone;•Il corpo mette in atto il

meccanismo della traspira-zione .

Bene, tali reazioni risul-tano appropriate quando laminaccia per l’organismo èfisica ed immediata; la primarisposta d’interazioneambientale è di tipo vegetati-vo; l’amigdala,quale partedel sistema limbico,è lastruttura crocevia dello statoemozionale (FASE DIALLARME).

Nonostante i precedentiin letteratura va riconosciutoad H.Selye il grande meritodi aver richiamato l’attenzio-ne sull’importanza dell’ipofi-si e delle surrenali ai finidella difesa e dell’adatta-mento aspecifici dell’organi-smo, ricercando e scrivendodal 1935 in poi intorno allaquel che si definisce“stress”evidenziando chel’organismo reagisce inegual modo anche quando èesposto a stimoli diversi met-tendo in atto una rispostaaspecifica indipendente dal-l’evento stressante

Selye segnalò che essaera caratterizzata da unaipertrofia corticosurrenalicacon contemporanea atrofiatimica e delle ghiandole lin-fatiche e, come descritto nelsuo articolo su Nature del1936, con comparsa di ulce-re gastriche nell’animale daesperimento.

Ci si trovava di fronte aduna risposta biologica fonda-mentale indipendente daltipo di “stressor”.

Si apriva lo scenario alconcetto di “omeostasi” o“condizione di costanza del-l’ambiente interno”; ”lostressor giocava pertanto ilruolo di perturbatore del-l’equilibrio omeostatico”

Il termine stress in effettigià negli anni venti era stato“coniato” da Cannon chediede una espressione biolo-gica, esprimente “sforzo”, adun termine proprio alla inge-gneria

Se lo stress è di brevedurata, tutto si risolve nellarazione di allarme; se vice-versa lo stress dura a lungodalla reazione di allarme sipassa ad una FASE DI RESI-STENZA in cui i maggioriattori sono i vari assi neuro-endocrini ed in cui si realiz-za una reazione di adatta-mento o GAS (general adap-tation sindrome) che corri-sponde al periodo durante ilquale l’organismo si adatta asopportare l’azione dei varifattori alterativi.

Gli stress, qualunqueessi siano e tanto più sonointensi e/o di una certa dura-ta, impegnano quasi tutto ilsistema endocrino; tuttavia,impegnano in maniera piùcaratteristica: a) l’asse ipota-mo-ipofisi-surrene; b) il siste-ma adrenergico; c) l’asseipotalamo-ipofisi-prolattina;

d) l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi e) la produzione diendorfine (che giocano unruolo importante nella auto-gratificazione da stress).

Nel corso di stress croni-ci è più facile che intervengauno “shift” delle funzionipreipofisarie con ridottaincrezione di altri ormoni inparticolre della gonadotropi-na e, in fase di crescita,anche del GH e talvolta delTSH.

Con l’insorgere dellostress si altera il ritmo e laproduzione di LHRH e pari-menti si riduce la rispostaipofisaria all’LHRH indottadall’aumento della prolatti-na.

Nello stress di lungadurata viene impegnatoanche il metabolismo extra-endocrino delle iodotironi-ne,alterandolo in modo taleche sia relativamente mag-giore la quota di r-T3 piutto-sto che T3.

La sovrapproduzione dicortisolo realizza un aumen-to dei seguenti parametri:

•Riassorbimento del sodio•Escrezione di potassio•Ritenzione idrica•Catabolismo proteico•Immunosoppressione•GlicemiaGli effetti devastanti

della ipercortisolemia posso-no portare alla cosiddetta“lisi sinaptica” in modo asso-lutamente silente ma pari-menti deostruente.

La FASE di ESAURIMEN-TO equivale al fallimentodella “reazione di adttamen-to funzionale” in tal senso lareazione non è più modula-bile si sfocia dalla fisiopato-logia alla patofisiologia conproduzione di alterazionipermanenti a livello neurop-sicofisicorelazionale.

Quanto sopra evidenzia-to in effetti avviene in un“equilibrio dinamico e flui-do” che è l’essenza stessadella materia vivente, evi-denza certa per cui il concet-to di “omeostasi” risulta rele-gato ad un solo livello idealedi equilibrio che contrastacon il “cambiamento multi-forme essenza della vita stes-sa” (costanza attraverso ilc a m b i a m e n t o - s e c o n d oun’espressione vagamentezen).

L’ALLOSTASI è il termi-ne che assomma i cambia-menti che l’organismo pre-senta;nell’allostasi è il cer-vello che coordina i cambia-menti corporei ivi comprese

modifiche comportamentali.LO STRESSOR è tutto ciò

che fa perdere l’equilibrioallostatico, mentre la rispo-sta allo stress è il tentativodel corpo di ripristinare l’al-lostasi tramite regolazionineuroendocrine che modu-lano l’espressione di quelloche si definisce CARICOALLOSTATICO.

Non solo i topi ma anchegli esseri umani reagisconoattivando la stessa rispostafondamentale, sia che essi sitrovino di fronte ad un virussia che debbano fronteggiareuna minaccia, un’emozioneintensa o un altro stimoloambientale, registrato dainostri sensi ed elaborato dalnostro cervello.

L’oscillazione della ma-teria vivente con i ritmi bio-logici degli organismi viven-ti rendono conto di comel’equilibrio non è legato aduno o più assi neuroendocri-ni ma ad un sistema di feed-sideword o collegamentolaterale delle molteplici ope-razioni che l’organismoadotta per mantenere il

CARICO ALLOSTATICO. Il punto cruciale per

capire la nascita di moltepli-ci patologie stress correlate èconsiderare superata l’ideadi Selye secondo cui l’orga-nismo si ammala perché leriserve ormonali sono esauri-te; in effetti l’organismo con-tinua ad adottare strenua-mente meccanismi di difesacon un meccanismo per cuisi va incontro ad un ADAT-TAMENTO DISFUNZIONA-LE DOVE NON ESISTE PIUL’ADEGUATEZZA DELLARISPOSTA;SI SUPERA ILRANGE DELLA FUNZIONA-LITA PERTANTO LA MULTI-FORME PATOLOGIASTRESS CORRELATA APPA-LESA LE CONSEGUENZE DIUNO STATO DISFUNZIO-NALE CON TUTTI I SINTO-MI FRUTTO DI UNA CATE-NA ADATTATIVA (la rispo-sta allo stress diventa piùnociva dello stressor inizialedi qualsiasi natura esso sia).

La naturopatia valutal’uomo nel suo contestoambientale con tutto ciò checomporta in termini di rispo-sta psico-neuro-endocrina-immunitaria.

La risposta a qualsiasievento è globale pertantosenza che ci si possa trovaredi fronte a patologie d’orga-no l’uomo inizia a percepireil malessere anche con sinto-mi vaghi ed aspecifici.

Le tecniche naturopati-che sicuramente efficacidevono essere strumenti perpercorrere la strada verso unriequilibrio globale.

Stress è vita significa chela tensione verso un equili-brio dinamico è espressionedi “vitalità” che sostenuta da“gratificazione” rappresentail lievito della crescita del-l’uomo; tendere e non atten-dere significa che l’alternan-za dei biortimi (es.tono sim-patico e parasimpatco; tonoserotoninergico e produzio-ne di melatonina; fame esazietà; produzione di insuli-na e glucagone; Th1 e Th2etc……..) realizza sempredue fasi in cui la prima èsempre“inf iammatoria”;insomma nulla è positivo sein natura non esiste un mec-canismo esattamente oppo-sto con cui sia in equilibrio.

Il NATUROPATA espri-me l’arte di saper far affiora-re quanto possa essere stato“nascosto” “soppresso” maiponendosi come detentoredi un mezzo ma esso stessomezzo affinchè il paziente siriappropri di se stesso inarmonia col creato.

*Alfio TrovatoDirigente medico.Esperto in PNEI e BioterapieDocente S.I.S.N.

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ADATTAMENTO e RISPOSTA ALLOSTATICAPNEI: risposta integrata di Alfio Trovato*

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