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DoSSier MEdicinA difEnsivA
FocUSgAsTROEnTEROlOgiA
I L M E N S I L E D E L M o N D o F A R M A C E U T I C o
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w w w . a b o u t p h a r m a . c o mnovembre 2009 - n. 73Aprile 2011 - n. 87
AttUAlitàil PiAnO sTRATEgicO
TRiEnnAlE di AifA
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5
SPeciAle coNVegNo ABoUtPHArMA
AdEREnZA AllE TERAPiE
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
ABOUTPHARMA | EdiTORiAlE 1
EdiTORiAlE
Francesco Macchia
Con una determina del Direttore Gene-rale di Aifa è partita l’annunciata revisione del Prontuario Farmaceutico Nazionale che dovrebbe completarsi entro l’anno. Istituito già dalla Legge 833/78, il Pron-tuario subisce la prima storica e drastica revisione nel 1994 per opera della Com-missione Unica del Farmaco di Garattini che, abolito il prontuario precedente, lo reintroduce con un taglio drastico dei far-maci disponibili, eliminando circa 2 mld di euro di fatturato dovuti (incredibile a dirsi) a farmaci inattivi o senza alcuna prova di efficacia, e collegando il loro costo al Prezzo medio europeo (Pme). Nascono le classi A, B e C per la rimborsabilità e si adotta il criterio delle classi omogenee per la classificazione. Un passaggio coraggioso e fondamentale, reso possibile dal famige-rato “scandalo Poggiolini”, che per la prima volta ha connesso la rimborsabilità di una terapia al suo reale valore. Nel ‘96 arriva lo sconto del 50% per i farmaci ceduti al Ssn e, nel 1999, alla ricerca di una maggiore appropriatezza prescrittiva, sono intro-dotte per la prima volta le note limitative. Una revisione strutturale è del 2002 che porta, l’anno successivo, alla pubblicazione del nuovo Prontuario, il primo nel quale, seppur empiricamente, il rimborso è basato su criteri di costo-efficacia, viene abolito l’automatismo legato al Pme e introdotto il principio che, farmaci con efficacia e si-curezza comparabile hanno prezzi simili. Nella formulazione del 2005, la prima della neonata Aifa, l’urgenza di controllo della spesa farmaceutica porta ad introdurre principi che connettano una riduzione di prezzo ad aumenti non fisiologici del con-sumo di farmaci. Questa impostazione apre all’introduzione, l’anno successivo, di una riduzione selettiva del 20%, del prezzo per i prodotti che evidenzino un aumento sopra la media dei consumi.
Dal 2005, quella in atto è quindi la prima ristrutturazione organica di questo fonda-mentale strumento che, oltre ad essere importante dal punto di vista informativo, rappresenta in sé una sintesi della politica farmaceutica del Paese e un necessario strumento di governo.Per la revisione è stato istituito un board costituito da membri della Commissione Tecnico-Scientifica (Cts), del Comitato Prezzi e Rimborso (Cpr), interni Aifa ed esperti esterni per lavorare su criteri chiaramente esplicitati: costo-efficacia del farmaco, grado di innovazione, utilità so-ciale e terapeutica, severità e durata delle patologie, disponibilità di altre terapie, bi-sogni specifici di alcuni gruppi di pazienti, evidenze cliniche ed esperienze di pratica clinica. Tra una serie di criteri estrema-mente corretti ma anche, se vogliamo, scontati, rispunta il grado di innovazione, eterna pietra filosofale destinata a risanare le sorti di un sistema che fatica a premiare la capacità e l’impegno nella ricerca. Supe-rato il matematico rito degli algoritmi di calcolo sembra che, adesso più che mai, sia l’innovazione terapeutica l’unica premiabile che, può incentivare e sostenere la ricerca su ampia scala.Su questo tema antico ed eternamente attuale si gioca il valore del nuovo Pron-tuario, sperando che come per il celebre maghetto Potter, un nuovo approccio culturale in Aifa trovi la strada per attra-versare lo stretto corridoio di Hogwarts che conduce alla pietra dell’innovazione. E citando proprio il giovane maghetto “Questa non è magia: è logica” e potrebbe garantire lunga e rinnovata vita al sistema farmaceutico italiano.
Francesco MacchiaDirettore Editoriale
Estratto della pubblicazione
1 editoriale
AttUAlità6 Un nuovo piano per Aifa La programmazione strategica triennale 2011-2013
PoliticA SANitAriA9 Una popolazione cronicamente malata Il problema della cronicità in Ue e Italia
PoliticA Del FArMAco12 tra autorità centrale e autonomie locali Accesso ai farmaci ospedalieri: l’intesa Stato-Regioni
15 Biosimilari sotto la lente Mercato e assetto normativo europeo e italiano
SPeciAle coNVegNo ABoUtPHArMA18 Dialogo e visione olistica per l’“aderenza” di domani Le proposte dalla 1° Giornata Nazionale della Aderenza alle Terapie
iNterViStA Del MeSe22 Sanità Democratica Le 10 proposte del PD sulla Sanità raccontate da Paolo Fontanelli, responsabile Sanità del Partito e curatore del documento
i ProFili regioNAli24 campania
MoNitorAggio PArlAMeNtAre28 il Parlamento nel mese di Marzo
FocUS - gAStroeNterologiA31 Verso una terapia definitiva delle Mici Trattamenti attuali e prospettive di cura delle malattie infiammatorie
croniche intestinali
34 tra generici e ricerca il mercato di domani La cronicizzazione di alcune patologie gastroenterologiche potrebbe contribuire alla crescita futura del mercato
37 la diagnosi differenziale I disturbi funzionali gastrointestinali nelle cure primarie
39 conoscere per integrare Il punto di vista del medico specialista sulla gestione del paziente
l’APProFoNDiMeNto41 Vertici che cambiano I mutamenti nelle leadership delle aziende pharma e la figura del General Manager
MANAgeMeNt Dei SerVizi FArMAceUtici44 il modello della metanalisi a rete valutazioni comparative in assenza di studi di confronto diretto: prime esperienze in Sifo
teMPi Di PAgAMeNto46 Pagamenti della Pubblica Amministrazione Monitor dei tempi da un panel di imprese farmaceutiche
sOMMARiOAPRilE 2011 n. 87
ATTUALITÀE POLITICA
6
MANAGEMENTE BUSINESS41
FOCUS31
MESE
Estratto della pubblicazione
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Estratto della pubblicazione
48 AFFAri regolAtori
50 FlASH NeWS
54 iN & oUt
69 il BorSiNo Del lAVoro
70 JoB iN PHArMA
72 lettere AD ABoUtPHArMA
DoSSier - MeDiciNA DiFeNSiVA56 errare è umano
59 Sulla difensiva per evitare denunce
62 conti salati per Aziende e regioni
64 Una Sanità che non comunica e non ascolta
66 Quali terapie per la medicina difensiva?
RUBRICHE48
MESE
DOSSIER56Editore: AboutPharma S.r.l. Viale Restelli, 1/A – 20124 Milano CCIAA 1264804
Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità: Viale Restelli, 1/A – 20124 Milano Tel. 02 6949121 Fax 02 69491269 Email: [email protected] Sito internet: www.aboutpharma.com
Direttore Responsabile e General Manager: Leonardo Cardosi [email protected]
Direttore Editoriale: Francesco Macchia [email protected]
Editor Advisor: Claudio [email protected]
Editor Consultant: Michela [email protected] [email protected]
Direttore Commerciale: Riccardo Giani [email protected]
In redazione: Adiam [email protected]
Laura Barbieri [email protected]
Anita Giovara [email protected]
Maddalena Guiotto [email protected]
Francesca Melchionna [email protected]
Collaborano con AboutPharma: Nadia Peviani – Temas – [email protected] Sonia Selletti – Studio Legale Astolfi & Associati Licia Soncini – Nomos Centro Studi Parlamentari
Hanno collaborato in questo numero:Stefano Capponi - AifaNello Martini – Accademia Nazionale di MedicinaRoberta Di Vietri – Ims HealthBruno Sfogliarini - Ims HealthMaurizio Vecchi – Università degli studi di Milano, IRCCS Policlinico San DonatoAlberto Bozzani – SimgRenato Cannizzaro – Istituto Nazionale Tumori IRCCSLeonardo Frezza - Frezza & PartnersFabiola Del Santo - Laboratorio Sifo di FarmacoeconomiaValeria Fadda - Laboratorio Sifo di FarmacoeconomiaDario Maratea - Laboratorio Sifo di FarmacoeconomiaAndrea Messori - Laboratorio Sifo di FarmacoeconomiaMariangela Focacci – Farmindustria
Francesco D’Alessandro – Università Cattolica di MilanoMario Falconi – Ordine Provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatriMauro Martinelli – Università degli Studi di Milano-BicoccaTeresa Petrangolini – CittadinanzattivaMassimo Casacchia – Ospedale San Salvatore dell’AquilaMaurizio Malavolta – Università degli Studi dell’AquilaBoris Errani – GI Group – [email protected] Biassoni – Ims HealthValeria Radrizzani – Ims Health
Corrispondente dalla Francia: Nicolas Bohuon – Pharmaceutiques
Corrispondente dagli USA: Steve Sabato
Progetto grafico e impaginazione anteprimaadv – Lucca
Stampa: HH Italia S.r.l. - Bergamo
Autorizzazione: Tribunale di Milano n. 451 del 20/09/2002.
Tutto il materiale inviato non verrà restituito, e resterà di proprietà dell’Editore. Lettere ed articoli firmati impegnano solo la responsabilità degli Autori. Le proposte pubblicitarie impegnano la sola responsabilità degli inserzionisti.
MESE
Estratto della pubblicazione
nale (kpi: Pfn revisionato e aggiornato
online; Banca Dati del Farmaco svilup-
pata, attiva e fruibile);
sviluppare l’attività di supporto alle •
Regioni per garantire uniformità delle
politiche di contenimento della spesa,
con valutazione tempestiva delle de-
libere regionali (kpi: riduzione dei
disallineamenti di consumi e spesa
farmaceutica tra Ssr);
promuovere l’Italia come Paese di •
riferimento nelle procedure auto-
rizzative e sviluppare il ruolo inter-
nazionale di Aifa (kpi: incremento
procedure annue gestite dove l’Italia
è rapporteur o co-rapporteur);
adeguare e stabilizzare la dotazione •
organica ex L.14/2009 come da Piano
di Reclutamento e delibera CdA;
revisionare le politiche tariffarie di •
Aifa;
sviluppare Ict a supporto della ge- •
stione Aifa (kpi: nuovo Sistema In-
formativo Aifa sviluppato, attivo e
fruibile).
Per il perseguimento dell ’efficacia
nell’azione diretta ad assicurare appro-
priatezza, sicurezza e qualità dei far-
maci, vanno evidenziati:
in carico e risolti nei tempi standard
definiti);
allineare i tempi delle procedure regi- •
strative e delle ispezioni agli standard
fissati, con tendenziale eliminazione
del pending (kpi: indici di performance
≥ 90% di rispetto dei tempi delle
procedure autorizzative e del tempo
d’immissione sul mercato dei farmaci;
abbattimento del pending ≥ 50%);
sviluppare ed evolvere strumenti di •
reportistica Aifa sui dati di spesa e
consumo dei farmaci per area geogra-
fica (kpi: Cruscotto Informativo Spesa/
Consumi farmaceutici sviluppato, at-
tivo e fruibile);
incrementare il potenziale informativo •
del Prontuario Farmaceutico Nazio-
Il 17 dicembre 2010 è stato approvato
dal Consiglio di Amministrazione Aifa il
Piano Strategico Triennale 2011-2013.
Tale Piano non rappresenta solo un
adempimento propedeutico alla sti-
pula della Convenzione triennale con
il Ministero della Salute, in cui si defini-
scono obiettivi e programmi di attività
dell’Agenzia, ma si inserisce nel profondo
processo di riorganizzazione strutturale
avviato negli ultimi due anni.
Piano strategico triennale 2011-2013Il Piano individua indirizzi strategici e
operativi per il triennio e, dove possibile,
i “misuratori” degli outcome (KPI, key
performance indicator), comprese le po-
litiche gestionali (“prospettiva interna”)
ed economico-finanziarie per il mante-
nimento dell’equilibrio di bilancio.
Rinviando per una lettura completa del
Piano al sito dell’Agenzia, è utile citare
alcune linee strategiche, rivolte all’ef-
ficienza operativa e all’efficacia. Tra le
prime:
migliorare continuativamente la ge- •
stione delle carenze di medicinali (kpi:
100% casi di carenza medicinali presi
UN NUovo PIANo PER AIFAMigliorare la gestione delle carenze, incrementare il potenziale informativo del Pfn, allineare i tempi
delle procedure di registrazione agli standard e sviluppare il ruolo internazionale di Aifa. Questi alcuni degli indirizzi strategici e operativi di un Piano che si inserisce nel processo di riorganizzazione dell’Agenzia.
LA PRoGRAMMAzIoNE STRATEGICA TRIENNALE 2011-2013
ATTUAliTà
Stefano Capponi
ABOUTPHARMA | ATTUAliTà6Estratto della pubblicazione
avviato a metà 2008 dall’attuale Dire-
zione. L’approccio gestionale adottato
ha assunto come prioritaria la mission
istituzionale e la prospettiva “esterna”,
ossia degli stakeholder nei confronti
dell’azione dell’Agenzia, in primis ope-
ratori di settore/utenti e Ssn. obiettivo
fondamentale è stato migliorare non solo
gli output – servizi erogati e “quantità di
lavoro” – quanto gli outcome, ossia i ri-
sultati in termini di efficacia dell’azione
dell’Agenzia. La costruzione della “nuova
Aifa” si è sviluppata in 3 fasi ciascuna ca-
ratterizzata da una tipologia di attività ma-
nageriale orientata ad analisi/valutazione,
pianificazione, azione/rivalutazione.
Nella 1° fase di Due diligence (2° semestre
2008) si è realizzata un’approfondita fase
“diagnostica” interna ed esterna. L’esito
è consistito in una disamina dei punti di
forza e debolezza dell’organizzazione e
nell’individuazione dei principali indici di
performance a confronto con gli standard
internazionali. Quattro le aree di miglio-
ramento individuate: riduzione del tempo
medio per l’introduzione dei medicinali sul
mercato; rafforzamento delle attività di
farmacovigilanza; innalzamento della tem-
target più appropriati per massi-
mizzare l’efficacia dell’informazione
indipendente, focalizzando l’attività
sulle tematiche di maggiore impatto
e priorità per la salute pubblica (KPI:
Predisposizione dei Piani annuali di
comunicazione e conseguente realiz-
zazione delle iniziative in essi indivi-
duate);
l’individuazione ed esplicitazione dei •
criteri di assegnazione dei fondi propri
per incentivare e finanziare la ricerca
indipendente su tematiche coerenti
con le finalità e gli obiettivi del Ssn.
L’Agenzia, nell’ambito dello sviluppo
della trasparenza richiesto dalle norme,
intende sempre più coinvolgere gli sta-
keholder nel processo di pianificazione
e valutazione, e rendere disponibili e
fruibili gli obiettivi prioritari, i target e i
risultati via via raggiunti.
la nUova gestione di aifa
Questo Piano ha trovato le basi nelle
“fonti” di programmazione della Di-
rezione Aifa e nella mappa strategica
derivata dalle mission individuate nel
processo di riorganizzazione di Aifa
i progetti specifici su qualità dei far- •
maci, lotta alla contraffazione, massi-
mizzazione dell’efficacia dell’attività di
Fv sul territorio (kpi: conseguimento
della golden rule di n.ro segnalazioni
annue per abitante; modelli validati
per la valutazione della qualità dei
farmaci; incremento ≥ 50% controlli
e eventi formativi intersettoriali sul
tema della contraffazione);
la promozione della rete dei Centri •
Regionali di Farmacovigilanza (kpi: %
Regioni che soddisfano i requisiti mi-
nimi per il potenziamento dell’attività
di Fv sul territorio);
l’ individuazione degli strumenti e •
Figura 1: Mappa degli obiettivi strategici di mission di Aifa
Nella 1° fase di Due diligence (2° semestre
2008) si è realizzata un’approfondita fase
“diagnostica” interna ed esterna. L’esito
è consistito in una disamina dei punti di
forza e debolezza dell’organizzazione e
nell’individuazione dei principali indici di
performance a confronto con gli standard
internazionali. Quattro le aree di miglio-
ramento individuate: riduzione del tempo
medio per l’introduzione dei medicinali sul
mercato; rafforzamento delle attività di
intende sempre più coinvolgere gli sta-
keholder nel processo di pianificazione keholder nel processo di pianificazione keholder
e valutazione, e rendere disponibili e
fruibili gli obiettivi prioritari, i target e i
risultati via via raggiunti.
la nUova gestione di aifa
Questo Piano ha trovato le basi nelle
“fonti” di programmazione della Di-
rezione Aifa e nella mappa strategica
derivata dalle mission individuate nel
ABOUTPHARMA | ATTUAliTà 7
azioni e target dell’esercizio di riferimento.
Il Bilancio di previsione/Budget viene stretta-
mente integrato con la programmazione di
attività, in quanto costituito in buona parte
dalla valorizzazione economica dei Pro-
grammi e Progetti individuati.
In conclusione, questa nuova modalità di
pianificazione – ispirata ai principi delle me-
todologie balance scorecard e activity based
management – consente di:
sviluppare una gestione integrata (pro- •
grammazione, budgeting, valutazione del
personale, sistema qualità) e trasparente
nei confronti degli stakeholder, collegata
alla mission istituzionale e agli obiettivi
strategici;
integrare strettamente programmazione •
di attività ed economica (budget a matrice,
per progetti e programmi articolati tra-
sversalmente per centri di responsabilità
organizzativa), per con-
seguire livelli crescenti di
efficienza e efficacia;
•individuaretarget misu-
rabili che costituiscono il
tableau de board dell’Agen-
zia;
condividere gli obiettivi con il personale •
interno, inquadrando il ruolo di ciascuno
nella strategia complessiva dell’organiz-
zazione (trasparenza interna); essere so-
stanzialmente coerenti con gli strumenti
recentemente introdotti a livello nazio-
nale dalla CivIT in applicazione del D.lgs.
150/2009.
In questo contesto si è sviluppato il Piano
Strategico Triennale di Aifa 2011-2013.
Stefano capponiCoordinatore Area Coordinamento Affari
Amministrativi, Agenzia Italiana del Farmaco
Un sentito e sincero ringraziamento a:Davide gallegati
roberto Vendetti
per dare maggiore impulso e implementare
gli strumenti di governance già messi in atto
con la ridefinizione della mission di Aifa e la
costruzione della mappa strategica, a partire
dalle “fonti di programmazione” della Dire-
zione rappresentate da: Direttive e Conven-
zione triennale con
il Ministero della Sa-
lute, indirizzi strate-
gici della Direzione
anche a seguito
della due diligence,
quadro normativo ed evoluzioni regolatorie
nazionali e internazionali; vincoli e compa-
tibilità economiche e azioni per il manteni-
mento dell’equilibrio economico-finanziario;
programmi e progetti di potenziamento
strutturale, organizzativo e tecnico-informa-
tico già attivi o in fase di avvio.
La pianificazione e programmazione per
il triennio 2011-
2013 ha origine
proprio dalla mis-
sion dell’Agenzia,
ridefinita secondo
macroobiettivi di
prospettiva “esterna”
ed “interna”. Tra i primi, la tutela della sa-
lute attraverso i farmaci, l’unitarietà sul ter-
ritorio del sistema farmaceutico, l’equilibrio
economico nel rispetto del tetto di spesa
programmato e la promozione della ricerca
indipendente e degli investimenti in R&S.
Tra i secondi, l’informatizzazione e l’adegua-
mento organizzativo, strutturale e gestionale
di Aifa e l’ottimizzazione della gestione fi-
nanziaria.
Sono stati poi declinati gli obiettivi strategici
– aventi carattere continuativo e strutturale
– come illustrato alla Figura 1 per quanto
concerne la prospettiva esterna.
La mappa strategica viene anche usata nella
predisposizione del budget per declinare
internamente obiettivi operativi, progetti,
pestività e qualità delle attività ispettive e
revisione delle modalità di allocazione della
spesa farmaceutica nel rispetto dei tetti di
spesa.
Dal punto di vista organizzativo e gestionale,
l’analisi evidenziava come, a fianco di diverse
aree di eccellenza,
si riscontrasse un
generale sottodi-
mensionamento
rispetto alle realtà
europee e inter-
nazionali, con difficoltà a rispondere alla do-
manda e crescita dei tempi di attesa in alcuni
processi chiave, oltre all’assenza o copertura
parziale di alcuni sistemi di supporto (IT,
pianificazione e controllo, comunicazione e
trasparenza).
La 2° fase, che ha caratterizzato l’esercizio
2009, è stata dedicata alla pianificazione
strategica della “nuova Aifa”. La reinge-
gnerizzazione ha riguardato la ridefinizione
della mission maggiormente orientata agli
stakeholder, il forte potenziamento struttu-
rale, la revisione organizzativa per processi
e funzioni e l’attivazione degli strumenti tec-
nici-gestionali di supporto. Infine una pianifi-
cazione economico-finanziaria strettamente
connessa a quella di attività, per sostenere la
crescita in un quadro di risorse scarse (finan-
ziamenti pubblici stazionari o in calo).
Tra fine 2009 e inizio 2010 il cambiamento
è stato messo in pratica nella 3° fase del
processo. È partito il potenziamento strut-
turale e la riorganizzazione dei processi. Si è
operato affinché l’organizzazione sostanziale
si allineasse progressivamente a quella for-
male disegnata dal nuovo Regolamento e
con essa si orientasse la cultura manageriale
dei dirigenti.
Esaurita la prima fase di sperimentazione, il
D.lgs. n.150/2009 (la c.d. riforma Brunetta),
disciplinando in modo organico il ciclo della
performance nella PA, ha offerto l’occasione
il Piano individua key
performance indicator per ogni
outcome strategico
Una ristrutturazione
per Aifa partita nel 2008,
tesa a migliorare
outcome e output
ABOUTPHARMA | ATTUAliTà8
POliTicA sAniTARiA
tie con una prevalenza inferiore a 5 casi
ogni 10.000 abitanti (in Ue circa 30 milioni
di pazienti) e che, secondo oms, sono
circa 6.000, di cui l’80% con origine gene-
tica. A fronte di differenze e peculiarità, le
malattie rare presentano anch’esse diversi
punti in comune perché di fatto molto
spesso sono da trattare tutta la vita, sono
degenerative, disabilitanti e condizionanti
in termini psicologici e sociali.
criticità nella gestione della cronicità in Ue
oggi si assiste a una transizione epidemio-
logica in cui le malattie croniche e dege-
nerative sostituiscono, come importanza,
quelle acute ed infettive all’interno della
comunità e i cambiamenti epidemiolo-
gici si riflettono inevitabilmente sul mix di
consumi sanitari. Da un lato le percentuali
di guarigione crescono grazie ai progressi
pensare ad alcuni tipi di tumori ematologici
o anche all’Aids o ai disordini mentali ed
altre disabilità, come la degenerazione della
vista e l’artrosi. Alcune di queste condizioni
sono certamente da mettere in relazione
all’invecchiamento della popolazione, altre
sono strettamente collegate alle abitudini
e agli stili di vita ed altre ancora sono le-
gate a fattori di predisposizione genetica.
le malattie croniche
Il minimo comun denominatore è l’altera-
zione patologica non reversibile, che tende
a sviluppare un tasso di disabilità variabile e
che richiede un lungo periodo di controllo,
osservazione e cura, con un training speci-
fico del paziente e degli operatori sanitari
per il raggiungimento di una buona qualità
di vita.
All’interno della cronicità dobbiamo inse-
rire anche le patologie rare, ovvero malat-
Fino ad alcuni anni fa si pensava che le ma-
lattie croniche riguardassero solo persone
anziane benestanti. oggi sappiamo che
non è più così. Nei Paesi sviluppati ad alto
reddito pro capite, persone di qualsiasi età
e ceto sociale possono ammalarsi, con ri-
percussioni economiche e sociali di grande
portata: chi si ammala di patologia cronica
vede progressivamente ridursi lo stipen-
dio, per la diminuzione della capacità lavo-
rativa, e i risparmi, per le continue spese
mediche, e si vede costretto a chiedere
pre-pensionamenti a causa della disabilità.
Pensando alle malattie croniche, un tempo,
venivano in mente solo il diabete, le ma-
lattie cardiovascolari, le malattie allergiche,
l’asma e la Bpco, ma oggi la lista si è allun-
gata perchè i tassi di mortalità e soprat-
tutto di durata di alcune condizioni sono
migliorati moltissimo, grazie ai progressi
medici ottenuti negli ultimi trent’anni: basti
UNA PoPoLAzIoNE CRoNICAMENTE MALATA
Le malattie croniche sono la prima causa di morte e morbidità in Europa. I costi di queste patologie stanno crescendo a dismisura, mentre i sistemi sanitari sono ancora impreparati a far fronte alla cronicità.
Nel nostro Paese rimangono da risolvere criticità non solo organizzative ma soprattutto gestionali.
IL PRoBLEMA DELLA CRoNICITà IN UE E ITALIA
ABOUTPHARMA | POliTicA sAniTARiA 9
e sulla trasparenza nelle procedure e nei
processi decisionali, specialmente rispetto
al conflitto per l’accesso immediato alle
tecnologie considerate efficaci e alla con-
duzione di valutazioni comparative.
criticità nella gestione della cronicità in italia
Anche in Italia il costo dell’assistenza per il
trattamento della cronicità rappresenta la
parte maggiore della spesa pubblica socio-
sanitaria (più del 70% del totale), con un’in-
cidenza più alta della media europea, ed è
principalmente assorbita dai pazienti con
oltre 65 anni, la cui percentuale è desti-
nata a crescere ancora, se pensiamo all’au-
mento dell’aspettativa di vita (tra il 1998 e
il 2003 si è registrata una crescita della po-
polazione over-65 del 9,7%). Ad incidere
maggiormente sulla spesa pubblica non è
solo l’età della popolazione, ma soprattutto
l’insorgenza di malattie croniche incurabili
o dall’esito incerto, che necessitano di assi-
stenza specialistica e prolungata nel tempo.
Come in Ue, anche nel nostro Paese
stiamo assistendo a un rapido e profondo
cambiamento del profilo di domanda dei
servizi sanitari, sempre più orientata verso
le esigenze di soggetti “fragili”, non auto-
sufficienti, con malattie croniche e patolo-
gie multiple. La struttura dell’offerta non si
è però modificata di pari passo, rimanendo
sostanzialmente quella ideata per gestire
emergenze e malattie acute.
Diventa perciò sempre necessario piani-
ficare programmi di assistenza indirizzati
al potenziamento della Sanità territoriale
decentrata, perché tipicamente “l’offerta
crea la domanda”. Il nostro modello di-
stributivo dei servizi sanitari, ancora in-
centrato sul ricovero ospedaliero, sta da
tempo creando una domanda distorta,
sottolineata dai molti ricoveri impropri
sempre più costosi oltre che poco efficaci.
pedimenti sono spesso causati da barriere
strutturali, organizzative e operative. Per
questo policy makers, enti sovranazionali,
come l’oecd, e terze parti (intese come
assicurazioni private) sono a caccia in Ue
di strategie costo-efficaci per implemen-
tare programmi di prevenzione primaria
e secondaria, diagnosi precoce, disease
management e sperimentazioni di modelli
di cure integrate socio-assistenziali, con
l’utilizzo di nuove figure professionali da
impiegare nella medicina del territorio e
nell’ADI (più che altro caregivers e infer-
mieri professionali come nurse practitioners,
liaison nurses e community nurses).
Una volta trovato il modello di intervento
e gestione più appropriato occorrerà mi-
surarne gli effetti in termini di effectiveness
e risparmi prodotti, attraverso valutazioni
basate sull’evidenza e indicatori chiave stan-
dard, internazionalmente accettati. Altret-
tanto importante, sarà analizzare quanto
gli incentivi economici specifici, sporadici o
discontinui possano impattare sulla qualità
percepita e reale della continuità di cura
all’interno dei diversi Sistemi sanitari, poi-
ché sappiamo che qualsiasi investimento
nelle malattie croniche inizia a produrre
risultati solo dopo 5-10 anni. Infine sarà
necessario un accordo sovranazionale
sull’accettabilità, o meglio sull’uniformità,
degli standard di valutazione, sui metodi
scientifici, dall’altro aumentano i casi di pa-
zienti che non guariscono completamente
ma “convivono” con la malattia: l’obiettivo
terapeutico è ormai allungare la sopravvi-
venza dei pazienti, con una buona qualità di
vita. Così la spesa pubblica e privata per le
malattie croniche cresce a dismisura di anno
in anno: quasi il 60% della spesa pubblica
europea è indirizzato alle malattie croniche
mentre solo il 40% è speso per le acute.
Ma ciò che emerge dal rapporto “Tackling
chronic disease in Europe” dello European
Observatory on Health System and Policies è
che molti Sistemi sanitari europei sono an-
cora troppo incentrati sulla risoluzione dei
bisogni acuti di cura e non sono in grado
di risolvere al meglio tutte le complessità
che la cronicità si porta dietro.
occorrerebbe una ridefinizione della stra-
tegia di distribuzione dei servizi socio-sani-
tari sul territorio per modulare al meglio
l’offerta, con un’organizzazione in grado
di coinvolgere orizzontalmente ospedali,
strutture territoriali, Mmg e specialisti,
assistenti sociali e il paziente stesso, in
particolare anziano, disabile e cronico. Il
coordinamento tra i diversi operatori sa-
nitari e socio-assistenziali è fondamentale
per la gestione, ma ad oggi questa capacità
di porre il paziente al centro del sistema,
senza una frammentazione dei suoi per-
corsi di cura, non è consolidata e gli im-
Secondo il IX Rapporto sulle politiche della cronicità “Malattie croniche e diritti: zona
ad accesso limitato” di Cittadinanzattiva, il 38,8% dei residenti in Italia è affetto da
almeno una patologia cronica, mentre il 20,3% ha comorbidità, con quote che su-
perano la metà della popolazione tra gli ultra 65enni. Non è però solo un problema
degli anziani: quasi 8 milioni di pazienti sono giovani tra 6 e 44 anni, di cui 2 milioni
hanno tra 6 e 24 anni. Tra i malati cronici ben 7,6 milioni soffrono di una patologia
cronica grave e 8,1 milioni risultano affetti contemporaneamente da tre o più malat-
tie croniche. Nelle patologie gravi e nella multicronicità, oltre il 60% delle persone
colpite ha più di 65 anni.
Box 1: AlcUNi NUMeri DellA croNicità iN itAliA
ABOUTPHARMA | POliTicA sAniTARiA10
rio di presidi, protesi e ausili; aggiorna-
mento e revisione del Piano Nazionale
di contenimento dei tempi di attesa,
fermo al 2008, per ampliare il numero
delle prestazioni per cui sono indivi-
duati i tempi massimi di attesa; revisione
delle tabelle indicative delle percentuali
dell’invalidità civile; aumento del tetto
della spesa farmaceutica complessiva
pubblica, soprattutto il tetto di quella
ospedaliera, riportandolo ai livelli degli
scorsi anni; istituzione di forme strut-
turate e permanenti di coinvolgimento
delle organizzazioni di tutela del diritto
alla salute nell’attività di definizione, im-
plementazione e monitoraggio della po-
litica farmaceutica nazionale e regionale.
Altrove, Regioni
virtuose, si ado-
perano per at-
tivare iniziative
sperimentali per
garantire ser-
vizi al di fuori
dell’ospedale, potenziando l’assistenza ter-
ritoriale e l’attività di prevenzione primaria.
In Lombardia, ad esempio, per i pazienti
cronici (al momento sono previsti iper-
tesi e diabetici), cinque Asl assumeranno
un case manager che gestirà i Creg (Chronic
related group, sulla falsariga dei Dgr ospe-
dalieri) e un pacchetto virtuale di risorse.
La sperimentazione durerà un anno con un
investimento iniziale di 25 mln di euro, ma
il risparmio previsto sarà del 25% del bi-
lancio. Ben vengano iniziative del genere,
l’importante, come suggerisce lo European
Observatory on Health System and Policies è
che i risultati siano riproducibili e misura-
bili, attraverso indicatori standard, condivisi
e ritenuti validi dall’intera comunità.
Michela BerraAboutPharma
per le carenze dell’assistenza territoriale.
Anche durante la degenza, i cittadini la-
mentano la mancata integrazione tra le
figure professionali, l’assenza del tutor di
riferimento e del supporto psicologico.
Dimessi dall’ospedale, si scontrano con la
mancata attivazione dei servizi territoriali.
Infine carenze e disparità nell’ac-
cesso ai medicinali sono tra i pro-
blemi più sentiti dalle associazioni.
In particolare la metà di queste segnala
disomogeneità nella distribuzione dei far-
maci tra Regioni e fra Asl della stessa Re-
gione; limitazione da parte di ospedali e
Asl per limiti di budget; non rimborsabilità
di alcuni farmaci di fascia C, a totale ca-
rico dei cittadini, nonostante, insieme ad
altri parafarmaci,
come alimenti
speciali e lacrime
artificiali, siano
indispensabili per
la loro salute.
Il paziente cro-
nico, specie in alcune Regioni, paga il conto
dei Piani di rientro e dei tagli al budget in
molte Asl e si ritrova con un’assistenza
molto frammentata. I costi sostenuti priva-
tamente crescono in media di quasi 2.500
euro all’anno per l’acquisto di farmaci ne-
cessari e non rimborsati, di altri 1.600 per
l’acquisto di protesi e ausili, circa 850 per
visite ed esami per controllare la malattia.
E ancora: 1.800 euro per l’assistenza psi-
cologica e 9.400 per la badante.
che fare? Cittadinanzattiva per cercare di risolvere
queste criticità ha richiesto urgente-
mente al Governo l’approvazione della
revisione dei Lea con particolare riguardo
all’elenco delle malattie croniche e in-
validanti, di quello delle malattie rare e
alla revisione del Nomenclatore tariffa-
Al di là delle barriere strutturali e del
cambiamento di prospettiva, necessario
al Ssn e ai sistemi regionali per adeguarsi
alle esigenze di una popolazione sempre
più “malata cronica”, ci sono da risolvere
le criticità non solo organizzative ma so-
prattutto gestionali, come evidenziato dal
rapporto 2010 sulle politiche della croni-
cità “Malattie croniche e diritti: zona ad
accesso limitato” di Cittadinanzattiva, re-
alizzato con il contributo di 48 fra le 80
organizzazioni di malati cronici e rari.
ottenere una diagnosi corretta, specie
per le malattie rare, è una vera impresa.
Il 92% delle associazioni partecipanti
all’indagine segnala difficoltà nel giungere
a una diagnosi precisa e tempestiva per:
scarsa formazione di medici e pediatri,
scarsa diffusione dei centri specializzati,
mancata definizione di percorsi diagno-
stico-terapeutici per singola patologia,
lunghi tempi di attesa per esami e visite
specialistiche. Conseguenza immediata
delle diagnosi ritardate è l’insorgenza e
il peggioramento delle complicanze oltre
che l’aumento dei costi sociali e privati.
L’assistenza territoriale funziona poco
e male e aumentano i ricoveri inap-
propriati: oltre la metà delle associa-
zioni sottolinea che i pazienti sono
costretti a farsi ricoverare in ospedale
artrosi/artrite (17,8 %); •
ipertensione (15,8%); •
malattie allergiche (10,2%); •
osteoporosi (7,3 %); •
bronchite cronica e asma bronchiale (6,2%); •
diabete (4,8 %). •
Box 2: le MAlAttie croNicHe Più DiFFUSe
in italia il costo dell’assistenza
per il trattamento della cronicità
rappresenta più del 70% della
spesa pubblica sociosanitaria
Fonte: Rapporto “Malattie croniche e diritti: zona ad accesso limitato” di Cittadinanzattiva
ABOUTPHARMA | POliTicA sAniTARiA 11Estratto della pubblicazione
POliTicA dEl fARMAcO
è cambiata in quanto: in 2 Regioni i Ptor
– Ptt non sono presenti (Lombardia e
Friuli venezia Giulia); in 3 Regioni non
hanno potere vincolante (Liguria, To-
scana, Abruzzo); in 13 Regioni risultano
vincolanti ai fini dell’impiego dei farmaci in
ospedale; in 3 Regioni, oltre ad esprimere
carattere vincolante, applicano anche il
principio del delisting rispetto ai farmaci
approvati da Aifa (veneto, Toscana ed
Emilia Romagna).
Le difformità dei Ptor – Ptt sopra ripor-
tate, si accompagnano in molte Regioni
a un cattivo funzionamento delle attività
delle Commissioni Terapeutiche Regio-
nali (Ctr), con un numero estremamente
ridotto di riunioni-anno delle Ctr e con
un’esasperante pesantezza burocratica
nell’adozione dei provvedimenti. Que-
sto ha comportato un ritardo rilevante
nell’inclusione nei Ptor – Ptt dei farmaci
approvati da Aifa, creando una difformità
di accesso alle cure per i pazienti a se-
conda della Regione di residenza.
tico Nazionale (Ptn) viene a cambiare la
ragione storica dei Ptor e dei Prontuari
Terapeutici Territoriali (Ptt), rimanendo
peraltro inalterate le funzioni e le inizia-
tive delle Regioni in termini di razionaliz-
zazione delle prescrizioni, l’appropriatezza
d’uso dei farmaci e informazione indipen-
dente.
Ptor-Ptt: sitUazione attUale
Dopo l’adozione del Ptn del 1994 la si-
tuazione dei Ptor e dei Ptt nelle Regioni
Storicamente l’origine dei Prontuari Tera-
peutici ospedalieri Regionali (Ptor) coin-
cide con un periodo tristemente noto
della farmaceutica, quando erano rim-
borsati in fascia A farmaci ad alto costo
e di assoluta non comprovata efficacia. I
Ptor hanno avuto il merito di operare il
delisting di tali farmaci e di promuovere
iniziative qualificate di razionalizzazione
delle prescrizioni, di appropriatezza d’uso
e di informazione indipendente a medici
e farmacisti.
Il 1994 ha segnato un cambiamento radi-
cale nella politica italiana sui farmaci: per
effetto del D.L. n. 79 - 94, il Ssn ha posto
un tetto massimo di 5 mld di euro e la
nuova Cuf di Frati e Garattini nominata
dalla Garavaglia, ha proceduto alla riclas-
sificazione dei farmaci di fascia A, con il
merito storico di mantenere e rimborsare
solo i medicinali di documentata efficacia
terapeutica sulla base dell’Evidence Based
Medicine (Ebm).
A seguito del nuovo Prontuario Terapeu-
TRA AUToRITà CENTRALE E AUToNoMIE LoCALI
Con l’intesa Stato-Regioni si è raggiunto un accordo tra Aifa e le Regioni sui Ptor e sull’innovatività terapeutica dei farmaci. Rimangono però ancora alcune criticità che vanno risolte, sia sul piano tecnico-scientifico
che metodologico delle procedure di valutazione.
ACCESSo AI FARMACI oSPEDALIERI: L’INTESA STATo-REGIoNI
Nello Martini
ABOUTPHARMA | POliTicA dEl fARMAcO12Estratto della pubblicazione
mente introdotto con la Legge 222/07; il
comma 1 dell’art. 5 stabilisce che: “il 20%
delle risorse incrementali annualmente
stabilite per la farmaceutica, costituisce
un fondo aggiuntivo per la spesa dei far-
maci innovativi. Il possesso, da parte di
un farmaco, del requisito dell’innovatività
è riconosciuto da Aifa, sentito il parere
formulato dalla Commissione tecnico-
scientifica istituita presso la stessa Agen-
zia, e ha validità per 36 mesi, fatta salva
la possibilità di Aifa di rivalutare l’inno-
vatività sulla base dei nuovi elementi
tecnico-scientifici resi disponibili”.
Sulla base di questo articolo, Aifa nell’am-
mettere alla rimborsabilità un nuovo
farmaco ne definisce il requisito d’inno-
vatività sulla base del parere vincolante
della Cts: tale requisito consente al far-
maco di essere finanziato con un fondo
a parte (20% delle risorse incrementali,
non si applicano le riduzioni prezzo del
10%, non si applica il pay back in caso
di superamento del tetto di spesa per la
farmaceutica territoriale, il requisito vale
per 3 anni e successivamente il farmaco
presenta un obiettivo largamente condiviso,
per mantenere l’unitarietà del sistema e un
accesso uniforme ai farmaci da parte dei citta-
dini su tutto il territorio nazionale (Lea). Tut-
tavia l’intesa Stato–Regioni presenta alcune
criticità sul piano tecnico scientifico e meto-
dologico delle procedure di valutazione.
In particolare, il requisito dell’innovazione
terapeutica “importante” o “potenziale”
non ricomprende il grading “moderato”
e “modesto” che rappresenta un livello
d’innovatività superiore alla condizione
di “potenzialità”. Inoltre il grade d’innova-
zione terapeutica “potenziale” dovrebbe
essere definito in modo specifico secondo
criteri pre-definiti. Per ultimo, va evitato il
rischio che la procedura di arbitrato, pen-
sata come norma di garanzia, possa gene-
rare un contenzioso permanente tra Aifa
e Regioni, con il rischio di un regionalismo
selvaggio e “politicizzato”.
il concetto di farmaco innovativo
Il concetto di farmaco innovativo ai fini
della rimborsabilità è stato normativa-
l’intesa stato-regioni sU Ptor e farmaci innovativi
Il 19 novembre 2010 è stata raggiunta
un’intesa Stato-Regioni in base a cui:
Le Regioni e le Province autonome 1.
di Trento e Bolzano assicurano che
da parte degli ospedali siano imme-
diatamente resi disponibili agli assistiti,
anche senza il formale inserimento
dei prodotti nei Prontuari Terapeu-
tici ospedalieri Regionali, i medicinali
che, a giudizio della Commissione
tecnico-scientifica di Aifa, possiedono
il requisito dell’innovatività terapeu-
tica “importante”, ovvero innovatività
terapeutica “potenziale” individuata
secondo i criteri predefiniti dalla me-
desima Commissione.
La Regione o la Provincia autonoma 2.
che, sulla base di approfondite valu-
tazioni tecniche, ritenga che un medi-
cinale innovativo, non abbia i requisiti
per essere erogato agli assistiti dal Ssn
alle condizioni stabilite da Aifa, comu-
nica le proprie valutazioni alla stessa
Agenzia e, per conoscenza, al Mini-
stero della Salute (Direzioni generali
dei farmaci e dispositivi medici e dei
livelli essenziali di assistenza e dei prin-
cipi etici di sistema).
Fermo restando il disposto di cui al 3.
punto 1, le procedure amministrative
per l’inserimento nei Ptor dei farmaci
aventi i richiamati requisiti di innova-
tività devono essere concluse entro
sessanta giorni dalla data di entrata in
vigore del provvedimento di Aifa.
considerazioni sUl testo dell’intesa L’accordo Stato-Regioni sull’innovatività te-
rapeutica dei farmaci, con il relativo elenco
ricognitivo dei medicinali con innovazione te-
rapeutica “importante” o “potenziale”, rap-
Tra la lista dell’accordo Stato-Regioni del 19/11/2010 e l’integrazione di Aifa del
23/12/2010, sono state introdotte variazioni rilevanti:
le incretine ± associate a metformina appaiono nel primo e nel secondo elenco. •
Tuttavia va sottolineato che nella determina Aifa (luglio 2010) di attribuzione del
tetto e di abolizione del registro le incretine vengono trasferite nel fondo del 60%
a partire da febbraio 2011;
il saxagliptin che non appariva nel primo elenco viene invece inserito nel secondo •
elenco;
aliskiren inserito nel primo elenco viene tolto nel secondo; •
la ivabradina (riclassificata nel fondo del 60%) non appare nel primo elenco mentre •
viene inserita nel secondo;
i nuovi entrati nel secondo elenco (classe A, innovatività potenziale) sono: lira- •
glutide, prasugrel (che era inserito con la determina Aifa nel fondo del 60%),
bazedoxifene, lacosamide, tafluprost.
i 2 eleNcHi Dei FArMAci coN iNNoVAzioNe terAPeUticA “iMPortANte” o “PoteNziAle”
ABOUTPHARMA | POliTicA dEl fARMAcO 13Estratto della pubblicazione
l’impatto di tali decisioni, ritengono di
non poter essere escluse dal processo di
Hta e non risulta sufficiente la procedura
di arbitrato prevista dall’intesa Stato–Re-
gioni, a valle della decisione di Aifa. Infatti
5 Regioni (Lombardia, veneto, Emilia Ro-
magna, Toscana e Piemonte) hanno già
formalmente istituito un proprio centro
indipendente di Hta.
Si potrebbe quindi applicare all’Hta la
procedura di mutuo riconoscimento ap-
plicata da Emea per la registrazione dei
farmaci.
In analogia al Mrp verrebbe individuata
da Aifa una Regione capofila (scelta di
volta in volta) che predispone un dossier
iniziale di Hta (su template predisposto
dalla Cts di Aifa) e lo sottopone alle altre
Regioni (T°-0) per arrivare a una valuta-
zione conclusiva di Hta (T°- 90) mutual-
mente condivisa con la Cts di Aifa.
L’espressione della valutazione conclu-
siva di Hta dovrebbe essere rilasciata
precedentemente e non susseguente-
mente alla procedura di attribuzione del
grado d’innovatività del nuovo farmaco e
del prezzo e della rimborsabilità da parte
di Aifa.
In caso di “referral” su “standing issues”
non risolti al T°- 90, Aifa esercita la fun-
zione di arbitrato per il tramite della Cts.
Nello MartiniDirettore Ricerche e Sviluppo,
Accademia Nazionale di Medicina
bilità da parte di Aifa di nuovi farmaci
di altissimo costo e impatto assistenziale
(“Aifa decide e le Regioni pagano”). È
questo il nodo che deve essere sciolto.
Il rapporto problematico tra autorità
centrale (Emea) e autonomie locali (Stati
Membri Ue) si era proposto in Europa nel
2005, con l’istituzione di Emea: l’Agenzia
europea decideva la commercializzazione
dei farmaci con procedura centralizzata e
gli Stati subivano l’incremento del mer-
cato e della spesa farmaceutica.
Per superare tale contrasto fu introdotta
la procedura autorizzativa di cosiddetto
“Mutuo Riconoscimento – Mrp”, coordi-
nata da Emea che prevede la nomina di
un Paese capofila (Rms: Reference Mem-
ber State) che predispone un dossier di
valutazione che viene sottoposto (T°- 0)
agli altri Paesi (Cms: Concerned Member
State). Inizia così una fase di consulta-
zione-modifica-integrazione del dossier
tra Rms e Cms, che porta all’adozione di
un dossier finale di Aic mutualmente ri-
conosciuto dagli Stati Membri e adottato
da Emea (T°- 90). Fu una soluzione di
grande valore storico che ebbe il vantag-
gio di integrare Emea con le competenti
autorità nazionali.
La stessa procedura può essere applicata
all’Health Technology Assessment (Hta),
con cui si stabilisce il grado d’innovatività
dei nuovi farmaci. oggi Aifa rivendica un
ruolo centrale per la definizione dell’Hta
di un nuovo farmaco mentre le Regioni,
che devono economicamente sostenere
viene collocato nel fondo del 60% dei
farmaci non innovativi e inserito nel
budget annuale attribuito da Aifa a ogni
singola azienda farmaceutica).
In ragione di tale mandato normativo
la Cts nella seduta del 10/7/2007 ha
approvato il documento “Criteri per
l’attribuzione del grado di innovazione
terapeutica dei nuovi farmaci” con al-
legato uno specifico algoritmo, e tale
documento è stato ratificato dal CdA
di Aifa.
Il documento sull’innovatività terapeu-
tica dei farmaci ha rappresentato un
risultato (sicuramente aggiornabile e
migliorabile) di un lungo lavoro tec-
nico-scientifico, in particolare tramite
un confronto con il Chmp di Emea
(oggi Ema) e si è avvalso del contri-
buto di esperti clinici e metodologi
anche delle aziende farmaceutiche.
Tale algoritmo ha avuto un formale ri-
conoscimento internazionale (si veda
Box Per approfondire).
ProPosta: intesa di mUtUo riconoscimento sU hta In realtà l’intesa Stato-Regioni su Ptor
e farmaci innovativi non risolve la que-
stione di fondo, ovvero il rapporto e
la condivisione tra la decisione centrale
di Aifa su prezzi e rimborso e l’autono-
mia delle Regioni che sono chiamate a
ripianare completamente e in solido lo
sfondamento della spesa ospedaliera
derivante dall’ammissione alla rimborsa-
Per APProFoNDire
•MotolaD,DePontiF,RossiP,MartiniN,MontanaroN.TherapeuticinnovationintheEuropeanUnion:analysisofthedrugsapprovedbytheEMEAbetween1995and2003.BrJClinPharmacol2004;59:4075–8;
•MotolaD,DePontiF,PoluzziE,MartiniN,RossiP,SilvaniMC,VaccheriA,MontanaroN.AnupdateonthefirstdecadeoftheEuropeancentralizedprocedure:howmanyinnovativedrugs?BrJClinPharmacol2006;62:610–6;
•AronsonJK.Editors’view.Drugdevelopment:morescience,moreeducation.BrJClinPharmacol2005;59:377–8.
ABOUTPHARMA | POliTicA dEl fARMAcO14Estratto della pubblicazione
pubblicato linee guida per:
eritropoietine ricombinanti; •
somatropine; •
insuline umane; •
filgrastim (fattore umano ricombinante •
metionilato stimolante le colonie granu-
locitarie).
Ema ha inoltre reso disponibile alla consulta-
zione pubblica la proposta di linee guida sugli
anticorpi monoclonali, che dovrà essere finaliz-
zata entro fine maggio 2011.
Nel 2010 il giro d’affari dei biosimilari nei prin-
cipali 8 mercati mondiali è stimato da Ims in
158,5 mln di euro (+75% vs 2009). Si tratta
di un segmento ancora molto piccolo come
valore (solo lo 0,2% del biologico), ma in gran-
dissimo sviluppo.
In Italia gli 8 biosimilari disponibili nell’ambito
di eritropoietine, somatropina e filgrastim, nel
I biosimilari rappresentano un segmento di
grande potenzialità nel comparto dei biologici
e biotecnologici, seppur ancora di piccole di-
mensioni.
Il mercato del biologico, secondo le classifica-
zioni internazionali di Ims Health, comprende
tutte le macromolecole complesse, che pre-
sentino una qualche forma di struttura polime-
rica, e che rispettino le seguenti condizioni:
completa identificabilità, sia come denomi- •
nazione che come composizione;
chiara definizione del principio attivo all’in- •
terno di un farmaco;
inserimento in un programma di studi clinici •
sull’uomo secondo i dettami di un’autorità
regolatoria nazionale o continentale.
Come spesso accade, l’eccezione conferma
la regola: i vaccini sono considerati biologici
anche se, in molti casi, non verificano tutte le
condizioni di classificazione.
All’interno del biologico, si può limitare il
campo al biotech sulla base della tecnologia
di produzione, che deve essere di trasforma-
zione genetica o comunemente detta del Dna
ricombinante.
il mercato del biologico e del biotech
Il mercato mondiale del biologico è stimato da
Ims nel 2010 in 140 mld di dollari (quasi +9%
vs 2009). Negli 8 principali mercati (Usa, Ca-
nada, Giappone, Francia, Germania, Uk, Italia e
Spagna) ha sviluppato un giro d’affari di 114,4
mld, con una crescita annua dell’8,4%, men-
tre il biotech ha generato 84,9 mld, con una
dinamica lievemente inferiore (+7,8%), per il
forte impulso derivato dall’influenza A-H1N1
alla domanda di vaccini.
In Italia il comparto biologico è stimato in 4,1
mld di euro nel 2010 (+3,7% sul 2009), men-
tre il biotech in 2,9 mld (+4,2%).
il mercato dei biosimilari
Nell’ambito del biologico si sviluppa il seg-
mento dei biosimilari, cioè di quei farmaci
che, alla scadenza del brevetto di un biolo-
gico, sono realizzati con un processo pro-
duttivo che ripercorra le stesse fasi di quello
del riferimento in scadenza. Essendo otte-
nuto con un procedimento solo “simile” a
quello del biologico di riferimento, il biosi-
milare non può essere ritenuto equivalente
a tutti gli effetti, come per i generici nel caso
di molecole di sintesi chimica.
Per essere classificati come tali, i biosimilari
devono aver soddisfatto le linee guida di un
processo di sviluppo emesso da un’autorità
regolatoria, specifiche per ogni molecola o
famiglia di molecole biologiche. European
Medicines Agency (Ema) ha elaborato e
POliTicA dEl fARMAcO
BIoSIMILARI SoTTo LA LENTEIl futuro dei biosimilari sembra essere favorevole, anche se oggi le quote sono molto basse.
Il quadro normativo è però complesso, a partire dalla definizione stessa del concetto di scadenza brevettuale di un biotech. Tra originator e biosimilare vige il principio della non sostituibilità, che ha portato a valutazioni caso
per caso e a una regolamentazione subnazionale polverizzata.
MERCATo E ASSETTo NoRMATIvo EURoPEo E ITALIANo
Bruno Sfogliarini
ABOUTPHARMA | POliTicA dEl fARMAcO 15
2010 hanno generato vendite per 12,4 mln, il
triplo rispetto al 2009. Ciò che forse più conta
è la loro capacità di penetrazione all’interno
delle molecole di riferimento: i biosimilari più
recenti, EPo e GRH, dopo i mesi iniziali di
ingresso sul mercato hanno saputo strappare
quote di vendite rilevanti ai prodotti originali di
riferimento (si veda Figura 1).
Il futuro dei biosimilari sul mercato italiano
appare estremamente favorevole, data l’evi-
dente sensibilità al fattore costo dei payor
locali rispetto a molecole ancora relativa-
mente innovative. La prossima tappa dello
sviluppo del segmento sarà il lancio di si-
milari nell’ambito degli anticorpi monoclo-
nali, una delle voci di spesa più rilevanti del
biologico per molte Asl e Regioni, dove le
possibilità di risparmio saranno significative.
il Panorama regolatorio
La situazione normativa per i biosimilari è
piuttosto complessa. La prima difficoltà è la
definizione del concetto di scadenza brevet-
tuale di un biotech, alla luce della tanto discussa
“Riforma obama”.
La produzione di un biosimilare, che avviene
alla scadenza del brevetto di un biologico,
segue linee guida internazionali. Le autorità
non hanno reputato opportuno applicare le
stesse regole dei generici a questa categoria,
trattandosi di medicinali prodotti da cellule,
soggetti alla variabilità prevista per i biologici.
Per arrivare all’Aic di un biosimilare, Ema ha
sviluppato un approccio regolatorio innova-
tivo, esplicitato nelle linee guida della direttiva
2001/83CE modificata dalla successiva Di-
rettiva 2004/27/CE: “Quando un medicinale
biologico simile a un medicinale biologico di riferi-
mento non soddisfa le condizioni della definizione
del medicinale generico, a causa in particolare di
differenze attinenti alle materie prime o di diffe-
renze nei processi di fabbricazione del medicinale
biologico e del medicinale biologico di riferimento,
devono essere forniti i risultati delle appropriate
prove precliniche o delle sperimentazioni cliniche
relative a dette condizioni. Il tipo e la quantità dei
dati supplementari da fornire devono soddisfare
i criteri pertinenti (…) e le relative linee direttrici
dettagliate (…)”.
Per il biosimilare non è possibile permettere
una registrazione presentando un dossier come
per i generici, quindi il processo di registrazione
Ema per un biosimilare è in linea con la regi-
strazione di un farmaco nuovo.
Possiamo quindi affermare che non è possibile
ritenere un biosimilare e l’originatore automa-
ticamente sostituibili, ma si deve prevedere
uno swicth monitorato.
In Italia, la sostituibilità fra due medicinali è
ammessa solo tra prodotti nelle “liste di tra-
sparenza” relative ai generici e loro originator.
Nessuna norma, ad oggi, sancisce il divieto espli-
cito di sostituzione, ma di fatto non lo consente.
Il medico decide se prescrivere un biotech, sia
esso originatore o biosimilare, e nessuno è in
grado di sostituire il prodotto scelto, perché
i biosimilari non sono inseriti nelle liste di tra-
sparenza. viene sempre più messo in luce che
biosimilari e originator sono simili, ma non iden-
tici; la decisione di trattare il paziente con l’uno
o con l’altro va presa sulla base del parere di
un sanitario qualificato. La proposta di legge di
Cursi e Tomassini in merito alle modifiche all’art.
7 del Dl 18/09/2001 (n°347), convertito, con
modifiche, dalla L.16/10/2001 n°405, recanti di-
sposizioni in materia di spesa sanitaria e nuove
disposizioni in materia di biosimilari, prevede:
la non equivalenza automatica tra biosimilare •
e originator: la sostituibilità automatica prevista
dalla legge italiana per i medicinali non può
essere applicata ai biologici e biosimilari;
il ruolo del prescrittore, rilevante nel pro- •
cesso decisionale: la sostituibilità è subordi-
nata al consenso del medico curante, che
assume un ruolo centrale nella scelta della
terapia;
la necessità che venga sempre assicurata la •
continuità terapeutica;
la non applicabilità del concetto di equiva- •
lenza nei bandi di gara delle strutture pub-
bliche per i biosimilari.
Roberta Di Vietri
Figura 1: quota vendite dei biosimilari nella molecola di riferimento (dati in valore a prezzi ex-mnf)
Fonte: Ims Health
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Filgrastim Somatropina
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Epoietina α+z
ABOUTPHARMA | POliTicA dEl fARMAcO16Estratto della pubblicazione
scrittore ritiene di dover usare un medicinale
diverso da quello acquistato durante la pro-
cedura pubblica d’acquisto, deve presentare
alla direzione sanitaria dell’azienda dove opera
una specifica relazione con le motivazioni (de-
libera n°562 del 07/06/2010). In Campania,
tutti i biotech, compresi biosimilari, approvati
da Ema con procedura centralizzata, hanno
pari accesso rispetto ai prodotti sul mercato
(decreto commissariale n°15 del 30/11/2009
e n°44 del 14/07/2010).
Il Molise definisce linee guida per l’uso dei bio-
similari. Le parole chiave sono: aderenza alle
linee guida, quindi priorità d’uso del biosimilare
per i pazienti drug naive, minor prezzo d’acqui-
sto e garanzia per il paziente del trattamento
con il biologico in caso di inefficacia terapeutica,
ovvero non sufficiente risposta terapeutica, e
di manifesta intolleranza al biosimilare (decreto
n°81 del 23/11/2010).
La Puglia ammette nel Pht regionale tutti i far-
maci a molecola scaduta e anche i biosimilari
(luglio 2010 rinnovo Accordo Regionale – Fe-
derfarma sulla distribuzione dei farmaci inclusi
nel Pht).
i PUnti da affrontare
I biosimilari rappresentano e, soprattutto,
rappresenteranno per Ministero e Regioni
un’opportunità per coniugare il risparmio
economico con un più ampio accesso all’inno-
vazione in patologie severe. I due punti critici
principali che le istituzioni dovranno affrontare
per trasformare quest’opportunità in realtà nel
prossimo futuro sono:
da parte di Aifa, una riduzione dei tempi di •
accesso al mercato dei nuovi biosimilari, in
particolare degli anticorpi monoclonali;
da parte delle Regioni, la definizione di re- •
gole ottimali per coniugare le esigenze dei
medici prescrittori con i vincoli di bilancio.
roberta Di VietriBruno Sfogliarini
Ims Health
valutazioni caso per caso nella gestione delle
gare ospedaliere, e quindi una regolamenta-
zione subnazionale differenziata.
Come visto, i biotech non possono ritenersi
automaticamente intercambiabili tra di loro,
mentre è possibile effettuare valutazioni caso
per caso dell’equivalenza ai fini clinici dei diversi
prodotti (Tar dell’Emilia Romagna sentenza n°
1/2009 e Determina n°15035 del 23/10/2010
nell’ambito dell’aggiornamento del Ptr).
Il Tar della lombardia affronta il tema del
rapporto tra originator e biosimilari, per cui la
valutazione di equivalenza terapeutica è fatta
a monte da Ema, concludendo che tra origi-
nator e biosimilare la concorrenza in un lotto
unico deve essere la regola, e la garanzia di un
lotto separato per l’originator può basarsi solo
su motivazioni tecniche specifiche (ordinanza
cautelare n°653 del 01/07/2010, confermata
dal Consiglio di Stato con ordinanza 4.125 del
31 agosto del 2010).
La toscana e la campania vanno verso
una direzione concorde sul riconoscimento
dell’equivalenza terapeutica nei processi d’ac-
quisto della PA. Nella delibera regionale To-
scana è stabilito che nelle procedure pubbliche
d’acquisto dei biologici debbano essere indicati
solo: composizione; via di somministrazione;
indicazioni terapeutiche; eventuali dosaggi.
Non è ammessa sostituzione, salvo diversa
disposizione del medico prescrittore. Se il pre-
il Problema della sostitUibilità
Aifa, in linea con Ema, raccomanda cautela
nell’effettuare la sostituzione ed esclude la
possibilità di sostituzione automatica. Solo
il medico è in grado di valutare se ricorrere
all’uso di un biosimilare, sulla base della singola
situazione clinica e delle informazioni sul far-
maco. Per i pazienti di nuova diagnosi (drug
naive) non vi sono motivi per consigliare cau-
tela nell’adottare i biosimilari. La non inclusione
di tali farmaci nelle liste di trasparenza va ri-
cercata nella difficoltà di stabilire la “bioequi-
valenza” mediante i metodi usati per i farmaci
di sintesi. Per i biosimilari si parla di compa-
rabilità: il prodotto non è identico a quello di
riferimento, ma il suo profilo di efficacia e si-
curezza è comparabile. La comparabilità non
sottintende “equivalenza terapeutica”, quindi il
principio di sostituibilità non è “appropriato”.
Inoltre per tale tipologia di farmaco, dopo l’im-
missione in commercio, le linee guida preve-
dono l’attivazione di un programma specifico
di farmacovigilanza. Quest’ultimo punto porta
ad un certo “scetticismo” per l’inserimento
nelle liste di trasparenza.
delibere regionali ad hoc
La disciplina regionale varia notevolmente, so-
prattutto in merito alla gestione di gare delle
strutture pubbliche; il principio della non sosti-
tuibilità ha portato alla necessità di effettuare
Figura 2: Il percorso regolatorio dei biosimilari a livello europeo
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Revisione delle linee guida EMEA sull’esercizio di
comparabilità
EMEA pubblica il “concept paper” sui biosimilari
EMEA pubblica la bozza delle linee guida sulla qualità e sulle tematiche cliniche e
non cliniche inerenti ai biosimilari
EMEA pubblica le linee guida per specifici prodotti:
• HGH • Insulina • Epo • G-CSF
Workshop EMEA sui farmaci biosimilari
2010
EMA pubblica la bozza delle linee guida sui prodotti Biosimilari che contengono anticorpi monoclonali (la fine di tale progetto è prevista
per il 31/05/2011)
Pharma Review - 2001
Direttiva 2003/63/CE “Annex1”: Riconoscimento del concetto di Biosimilare
Riapertura e modifica della
Direttiva 2003/83/CE
La Direttiva emendata entra
in vigore
Primi Farmaci Biosimilare. Aprile e
maggio 2006
Legenda:
Percorso Legale
Percorso Regolatorio
ABOUTPHARMA | POliTicA dEl fARMAcO 17Estratto della pubblicazione
dedicata alla ricerca delle
possibili soluzioni.
aderenza, comPliance e Persistenza
La mattinata è stata
aperta dall’intervento di
Pierluigi russo, Dirigente
Coordinamento Attività
di Supporto alle Regioni
di Aifa, che ha introdotto
l’argomento definendo
il concetto di aderenza alle terapie come
“stima dello scostamento tra il comporta-
mento di un individuo rispetto a delle rac-
comandazioni associate ad uno specifico
percorso di cura”. In particolare, Russo ha
distinto il tema dell’aderenza, quale parte-
cipazione attiva del paziente alla terapia
indicata dal medico, dalla compliance, che
indica la mera passiva accettazione delle
indicazioni ricevute. L’aderenza, secondo
Russo, rientra a pieno titolo nel più ampio
campo dell’appropriatezza, tema attual-
La non ottimale aderenza
alla terapia costituisce un
duplice problema per il Si-
stema Sanitario Nazionale:
da una parte determina una
sub-efficacia terapeutica
che rischia di rovesciare il
rapporto rischio-beneficio,
dall’altra rappresenta un
elemento di spesa inappro-
priata e quindi di potenziale
risparmio.
Il tema è stato approfon-
dito nella “1° Giornata Nazionale della
Aderenza alle Terapie” organizzata da
AboutPharma il 1° marzo 2011 presso il
Centro Congressi della Facoltà di Scienze
della Comunicazione Università “La Sa-
pienza” di Roma. Il valore dell’incontro,
realizzato con il contributo non condizio-
nato di Takeda Italia Farmaceutici, è stato
confermato dal patrocinio di Sifo (Società
Italiana di Farmacia ospedialiera) e di Fiaso
(Federazione Italiana delle Aziende Sanita-
rie e ospedaliere).
ogni anno la Giornata si focalizzerà su un
ambito terapeutico differente. In questa
prima edizione si è scelto come focus l’area
cardiovascolare, da sempre un settore cri-
tico per il tema.
Sotto la moderazione del giornalista Franco
Di Mare, si sono confrontati esperti di out-
come research, clinici specialisti e referenti
istituzionali in una giornata divisa in una
prima parte di presentazione della tema-
tica e di specifici casi studio riferiti al settore
ed in una seconda con una tavola rotonda
sPEciAlE cOnvEgnO ABOUTPHARMA
DIALoGo E vISIoNE oLISTICA PER L’“ADERENzA” DI DoMANI
Esperti di outcome research, clinici specialisti e referenti istituzionali si sono confrontati sul tema alla ricerca di linee di azione concrete per ottimizzare la compliance, in una giornata organizzata da AboutPharma.
LE PRoPoSTE DALLA 1° GIoRNATA NAzIoNALE DELLA ADERENzA ALLE TERAPIE
ABOUTPHARMA | sPEciAlE cOnvEgnO ABOUTPHARMA18Estratto della pubblicazione
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Untitled-1 1 18/02/2011 11.27.39
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