dono e vita no.4 - dicembre 2011

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Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue bblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIII - n.4 Dicembre 2011 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, LO/MI - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie www.donoevita.it. Numero 4 Dicembre 2011 Dieci anni insieme

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Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

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Page 1: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

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Numero 4Dicembre 2011

Dieci anniinsieme

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SOM

MA

RIO

Sommario

L’Editorialedi Alberto Argentoni pag.4

La pagina del direttoredi Beppe Castellano pag.5

Attualità trasfusionaleAvanti (adagio) con il cantiere trasfusionale pag.6

Italia/Europa un confronto sulla qualità pag.9

Il Fatto: sangue cordonaleBanche estere e pubblicità ingannevole pag.10

ConvegniTrapianti: “Tempo di donarsi” aPadova per 10 associazioni pag.12

Telethon 2012I nostri dieci anni insieme, quest’an-no si lotta contro la... Corea pag.14

Cooperazione internazionaleBolivia: l’Abds ha fatto mille!

da pag.16Campagne promozionaliIl cerotto di Fabrica, parte seconda e Leo Burnett vi porta su FB pag.17

Riso fa Buon Sangue 2011: bilancio entusiasmante, 2012si ricomincia da... tre pag.18

Pagine giovaniGiovani “Ombre rosse” all’assalto della... dirigenza pag.20

Torna “Tiziano Avis”, a maggio dueconcerti in Veneto pag.21

Musica nel Sangue 201257 scuole superiori iscritte pag.22

Il Bello del VenetoA guardia del Benàco: Lazise pag.23

Le sette sorelleCronache associative dalle nostreprovince avisine e dell’Abvs

Verona da pag.26

Venezia da pag.29

Vicenza da pag.32

Treviso da pag.34

Padova da pag.37

Rovigo pag.38

Belluno da pag.39

150 anni d’Unità d’ItaliaPiante tricolori: corbezzoli! pag.41

Altro VolontariatoA Paese (TV) il record nazionale di donatori di midollo pag.42Ecotappi contro l’autismo, “oltre illabirinto” e TES pag.43

Sport & AvisCastelgomberto (VI) capitale dellosport giovane e avisino pag.44Avis “suona” i giornalisti diTVPressing, in amicizia pag. 45

Lettere & OpinioniE se usassimo sacche “personalizza-te”? Il dubbio, la risposta pag.46

Dieci anniinsieme

Dono & Vita Anno XXXII - n° 4 - dicembre 2011

Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue

e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Editore - Segreteria - AmministrazioneAVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso

tel. 0422 405088 - fax 0422 [email protected]

REDAZIONEVia Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078320 4784837

E-mail: [email protected]

Presidente Avis Regionale VenetoAlberto Argentoni

Responsabile stampa associativa AVIS Regionale:Nereo MarchiIdea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - VeronaFotolito: Typongraph D. S. - S. Martino B. A. (Vr)Stampa: Mondadori Printing - VeronaDiffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

LA REDAZIONEDirettore Responsabile:

Beppe Castellano - [email protected]

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione:Michela Rossato - [email protected]

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vice Direttore: Roberto Rossini

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS

BELLUNO: Manuel Pierobon; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro;VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser,Giorgio Scotto, Dario Piccolo;VERONA: Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva.

Redazione giovaniManuela Fossa (VE), Lucia Del Sole (VE), GiuseppeMorrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo(VE), Umberto Panarotto (VR), Bruno Gardin(VR),

Collaboratori fissi e rubricheOttaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, FrancescoMagarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi,Giorgio Gobbo, Vilma Fabris.

Hanno collaborato a questo numero:Graziella Bazzoni, Alice Bandiera, Laura Tuveri,Boris Zuccon e Ufficio Stampa Avis nazionale,Marco Scarrazzati, Enrico Cibotto, Lidia Pastore,Roberto Fontanino, Silvia Peddes, Gianni Faccioli,Sara Martinelli, Gianni Bertagnin, Giorgio Segato,Dino Xaiz, Orietta Guerrasio, Gina Bortot, AndreaFilippi, Roberto Sartori, Piergiorgio Lorenzini, GinoFoffano, Walter Tonon.

Chiuso in fotolito il 28 novembre 2011Il prossimo numero uscirà a marzo 2012

IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASOENTRO IL 31 GENNAIO 2012.

Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA

Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)[email protected]

oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso

[email protected]

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

Seguiteci anche sul web e su FacebookFoto e altri articoli su donoevita.it

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Page 3: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

La crisi economica si sta ripercuotendo sul sistemasanitario e si teme interesserà anche i livelli essen-

ziali di assistenza (LEA). Abbiamo capito che le risor-se non sono illimitate e che si deve coniugare qualitàe sicurezza con sostenibilità. A rigor di numeri,quest’anno nel Veneto non sono stati fatti tagli alFondo Regionale per le Attività Trasfusionale(FRAT) e questo è molto positivo ma nei fatti il turnover del personale, l’eroga-zione delle risorse, le attivitàdi investimento si sono ral-lentate e talora fermate. Peruscire dalla crisi sono neces-sari dei cambiamenti e per-ciò si tratta di capire dove si deve agire e qual è il per-corso più efficace. Avis è convinta che il risparmionon vada fatto sul donatore, sul personale dei servizie nemmeno sull’organizzazione a rete del sistema.All’associazione spetta il compito di informare e dicomunicare in modo rigoroso e chiaro i cambiamentiin corso e quelli che avverranno. La chiusura di unasede di raccolta non più idonea e, quindi, non accre-ditabile deve essere spiegata ai donatori e la soluzionealternativa va ricercata con cura e condivisa con tutti.Altro esempio: la modifica dei pannelli degli esami diidoneità che verrà introdotta deve essere spiegata concura. Si modifica la periodicità di alcuni esami, siselezionano quelli più utili e si stabiliscono degliapprofondimenti per alcuni gruppi di donatori ma silascia sempre al medico la possibilità di effettuareulteriori esami, secondo “scienza e coscienza”. Èun’operazione di razionalizzazione che non togliesicurezza al donatore, non si dovrebbe parlare sempli-cisticamente solo di tagli! Creerebbe contrapposizio-ni inutili e disaffezioni insanabili.Si sta, anche, parlando di sviluppo: senza svilupponon c’è futuro! Dobbiamo però intenderci bene sulsuo significato. Non possiamo più pensare che siaidentificabile con la velocità o la quantità con cui cre-sce il numero di donazioni. Dobbiamo, invece,orientarci sul miglioramento della qualità del sistemae non possiamo pensare che da questo ragionamentorimangano fuori la riorganizzazione delle strutture

trasfusionali e della nostra realtà associativa. Ci spin-gono a questo non soltanto la riduzione delle risorsedisponibili ma anche la curva demografica dellanostra società e la trasformazione culturale e neglistili di vita dei cittadini. Eccoci allora a delle conclusioni semplicistiche mache vogliono solo aprire la discussione associativa econ le altre componenti del sistema. La crisi può esse-

re un momento di crescitasolo se accettiamo di analiz-zare seriamente il sistema,lasciando perdere difesa diprivilegi e auto referenzialità.I risparmi devono essere ben

orientati. L’atto volontario del dono del sangue haalla sua radice la relazione tra le persone. Dobbiamosaper garantire che all’interno del sistema trasfusiona-le ci sia il giusto clima di rispetto del donatore e dicondivisione dell’obiettivo principale: la salute del-l’ammalato. Il rapporto tra associazione e socio deve crescere eporre le basi per garantire vera partecipazione, traspa-renza, adeguata comunicazione e utilizzo efficacedelle risorse messe a disposizione. Lo sviluppo devevedere un progetto condiviso di nuovo sistema trasfusionale veneto, sostenibile ed efficiente.Dobbiamo pensare a migliorare il lavoro in rete giàdal livello dipartimentale, a razionalizzare l’organiz-zazione dei centri di validazione e di lavorazione delsangue, a garantire la sopravvivenza della medicinatrasfusionale. Come Associazione dobbiamo pensaredi coniugare l’indispensabile attività locale con deisistemi di qualità e di comunicazione che non posso-no che essere unitari, per la loro complessità e impat-to globale che hanno sul sistema. Ma, ancora, dobbiamo pensare a un modello nuovodi fare associazione, più vicino alle caratteristiche del-l’attuale società e ai suoi modelli di relazione tra per-sone. Si dice che la forza più potente di cambiamentonel mondo sia l’inerzia! In realtà senza una passioneforte, un investimento culturale diffuso e la disponi-bilità collettiva al ripensamento, non si cambia posi-tivamente nulla! Alberto Argentoni

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I veri valori del Volontariato comeesempio concreto di rinascita

Come gestireil cambiamentopur con la crisi

In veste di Presidente dell’Antitrust è stato forseuno dei suoi ultimi atti. Ora Antonio Catricalà è

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in pra-tica il Vice di “SuperMario” Monti. L’Agcm(Autorità Garante Concorrenza e Libero Mercato) il24 ottobre scorso ha contestato a sei banche privatedi cordone ombelicale la pubblicità ingannevole uti-lizzata su siti e depliant. Il ricorso alla conservazione“autologa” (per uso personale, non a disposizione dieventuali altri pazienti) di cellule staminali (in parti-colare da cordone ombelicale) era infatti presentatocon troppa enfasi e con informazioni non corrette. Imessaggi scorretti, secondo l’ingiunzione dell’Agcm,dovranno essere modificati entro Natale 2012.L’Antitrust ha fissato infatti il termine di 60 giorniper regolarizzare il tutto. Molti i messaggi “potenzial-mente ingannevoli”, in particolare la scarsa o nullachiarezza sugli effettivi tempi di conservazione dellecellule cordonali. Nei vari siti “commerciali” - da noicontrollati a novembre - vengono indicati fra i 20 e i25 gli anni di vitalità cellulare, invece dei 15-16 cheindicati dalle ricerche e dalle pubblicazioni scientifi-che. Al centro del provvedimento anche il fatto chele società (tutte legalmente estere, ma con propagginioperative e “di vendita” in Italia) che offrono a nonpoco prezzo tali servizi DEVONO chiarire ai poten-ziali “clienti” i limiti effettivi dell’impiego terapeuti-co. Dovranno poi informare che il rientro dei cam-pioni conservati nelle banche straniere non è auto-matico. Non basta, infatti, uno schiocco di dita, mal’eventuale trapianto con “rientro” delle staminalibancate all’estero va autorizzato dal Ministero dellaSalute. In rete (basta digitare “cordone ombelicale” suGoogle) si leggono spot fin troppo trionfalistici.Messaggi che, cosa più grave, a livello subliminale -almeno secondo chi meglio conosce l’argomento -instillano nei futuri genitori una specie di “senso dicolpa” di non fare abbastanza per la salute del nasci-turo. “Proteggi la salute di tuo figlio”, “Regala un’assi-curazione biologica a tuo figlio, siamo leader inEuropa”, “Un gesto prezioso per la futura Salute del tuobambino”... I genitori vengono così spinti verso unascelta costosa (alcune migliaia di euro) che, allo statodei fatti, non offre alcuna sicurezza. La futura salutedei figli, che eventualmente si ammalassero di malat-tie che prevedano il trapianto di cellule staminali, èinfatti molto più garantita dalle banche pubblicheitaliane. Che, tra l’altro, ai genitori non costano asso-lutamente nulla e offrono una sicurezza - grazie allerigidissime norme nazionali - decisamente altissimain qualità e... quantità. Nelle banche pubbliche,

infatti, sono bancati altre decine di migliaia di cordo-ni “eterologhi” uno dei quali potrebbe essere quello“giusto”. In Italia, quindi, la conservazione autologadel cordone ombelicale è proibita per legge. È per-messa solo in casi eccezionali. Ma approfittando dellabuona fede (e della scarsa cultura in merito) dimigliaia di coppie in attesa il divieto viene tranquil-lamente aggirato. E con lucrosissimi guadagni. Neabbiamo contate ben 27, in una lunga “incursione”su internet, di società specializzate nell’exportdall’Italia con sede a Londra, in Belgio, in Svizzera, aSan Marino, ecc. ecc. I provvedimenti del Garanteriguardano comunque solo le società Smart Bank,Cryosave Italia, Futura Stem Cells, Future Health,Sorgente e Crylogit Regener. Ma esplorando i sitidelle altre non è che la situazione sia più rosea o leinformazioni più corrette. Grazie a un battage pub-blicitario massiccio, in questi ultimi anni decine dimigliaia di italiani hanno deciso di criocorsevare “pri-vatamente” le staminali cordonali. Questo nella triste- ma remotissima - eventualità che possano servire inun immediato futuro (non più di 15 anni) per il tra-pianto e la cura di malattie del sangue del figlio.Nel provvedimento dell’Antitrust si legge anchecome “nessuna procedura è stata ancora definita per ilrientro in Italia dei campioni di cellule staminali cordo-nali dalle banche estere”. I dati del Centro nazionaletrapianti, poi, fanno pensare che si possa rasentareanche la truffa: “su 200 mila trapianti di cellule stami-nali del sangue realizzati tra 2000 e 2008 in ambitocomunitario, quelli autologhi, con identità tra donatoree ricevente, sono stati 130 mila e MAI è stato impiegatoil cordone ombelicale, ma solo staminali di midollodello stesso paziente”. E poi: “la probabilità di utilizza-re il cordone conservato all’estero è remota oscillando trail valore di 0,005% e 0,004%”. Fin qui le notizie.Approfondiamo l’argomento con ulteriori opinioni einterventi. Li trovate a pagina 10 e 11. Buon Natale. Beppe Castellano

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Antitrust e sangue cordonale

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Aosservare l’andamento donazioni-trasfusionisembrerebbe tutto fermo: crescita zero. In realtà

c’è un lavorìo sempre più impegnativo per arrivarefinalmente alla méta: garantire a ogni ammalato laterapia trasfusionale mirata, di sangue-emocompo-nenti-plasmaderivati, nel momento giusto, nellaquantità necessaria, nella massima sicurezza possibile.Con approcci progressivi, esasperanti per la lorolunga incubazione, sembra che finalmente le decisio-ni politiche e quindi le normative necessarie stianoarrivando sull’altra sponda, ponendo un punto fermo

nel lungo traghettamento dalla seconda metà del XXsecolo agli anni 2000. D’obbligo il dubitativo pre-cauzionale: “sembrerebbe la volta buona”. In realtà civogliono ancora tre anni, se si lavora di lena, per arri-vare a un sistema trasfusionale italiano in rete nazio-nale, con certificazione conforme alle norme euro-pee, sia per gli emocomponenti sia per i plasmaderi-vati. L’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010(è già passato un anno!) prevede la obbligatoria con-clusione della fase di messa a norma e di verifica ditutto il sistema italiano, sede per sede, con Valutatoriesterni formati a livello nazionale dal CentroNazionale Sangue, entro il 31 dicembre 2014.Saremo buoni ultimi ad arrivarci in Europa, con ilfiatone per aver preso l’ultimo treno in corsa, ma pos-siamo e dobbiamo farcela! Il Veneto, come al solitoimpaziente, è partito con qualche anno d’anticiporispetto alle altre regioni italiane e non ha intenzionedi fermarsi e nemmeno di rallentare prima di averraggiunto il traguardo.

A buon punto le procedure per la Certificazione a norma UE

Le procedure per ottenere la certificazione sono abuon punto e si dovrebbero concludere senza sor-

prese già entro la prima metà del 2012. La certifica-zione è la premessa indispensabile per ottenere ilPMF europeo, cioè la certificazione di qualità delplasma a uso industriale per consentire la distribuzio-ne dei plasmaderivati (i farmaci salvavita che si otten-gono dal plasma a livello industriale) in tutta Europa.In effetti stiamo costruendo un pezzettino di UnioneEuropea, superando lo steccato dei confini nazionali,il cui scopo è garantire a tutti gli abitanti dell’UE glielevati standard di qualità e sicurezza stabiliti nelParlamento europeo di Bruxelles. Per l’Italia, che inparte discreta vive grazie ai flussi turistici che portanoin Italia milioni di persone dagli altri Stati dell’UE, èstrategico garantire a tutti i turisti che per disavven-tura o scelta avessero bisogno di cure durante il lorosoggiorno nel nostro BelPaese, gli standard di qualitàe sicurezza trasfusionali concordati e condivisi,comuni per tutta l’UE.

In dirittura d’arrivo i decreti per plasma e plasmaderivati

Anche la lavorazione del plasma a livello indu-striale è alla vigilia di un sostanziale cambio di

passo; stanno finalmente per essere emanati diversidecreti, ormai pronti per giungere alla ConferenzaStato-Regioni dopo una lunga fase istruttoria e nonsenza robuste prese di posizione per ottenere la neces-saria attenzione. Verrà superato il monopolio di fattodella lavorazione del plasma italiano consentendo lapartecipazione alle gare per aggiudicarsi la lavorazio-ne del plasma anche ad altre aziende europee, cosìcome previsto obbligatoriamente all’interno dell’UE.Anche l’Accordo Interregionale Plasma, così come siè costruito dal 1999 ad oggi, verrà superato e si cree-ranno nuove e diverse aggregazioni interregionali.

Lavorare, senza mangiarsi le unghie

Questa lunga premessa serve a spiegare l’impegnonotevole e pieno di responsabilità che i dirigenti

Avis, a ogni livello e ognuno segue a pg. 8

Avanti (adagio)con il cantiere

trasfusionale

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Una due giorni intensa per 130 a Treviso con Avisnazionale e Fiods (Federazione internazionale

organizzazioni donatori sangue) presieduta quest’ultimadall’italiano Gianfranco Massaro). Venerdì 21 ottobrea Mogliano, presso Villa Braida, erano presenti numerosiprimari dei Centri trasfusionali del Veneto per la primaparte, quella più “internazionale”, del momento diriflessione e aggiornamento sul percorso di sicurezza eautosufficienza del sistema trasfusionale italiano. Ilpanorama europeo e mondiale è stato esposto dalladott.ssa Karin Magnussen responsabile del comitatomedico della Fiods. L’assetto del percorso di qualitàdel sangue italiano è stato invece descrittopuntualmente dal dott.Giuseppe Aprili, pastpresident della Simti (lasocietà scientifica deitrasfusionisti), che è intervenuto sostituendo l’attualepresidente Claudio Velati, purtroppo indisposto perl’appuntamento trevigiano. Il confronto a livelloeuropeo, per quanto riguarda la sicurezza di plasmaed emoderivati, è nonostante tutto particolarmenteinteressante per quanto riguarda l’Italia. Grazie allesinergie fra volontari e professionisti, infatti, oltre allaquasi completa autosufficienza di sangue e plasma, èpossibile assicurare un elevato standard di sicurezza equalità. Un coacervo di “buone pratiche” che è statorivendicato con un certo orgoglio dal dottor Aprili. Sitratta comunque di uno standard che andrà certificato,per ognuno dei Centri trasfusionali e di raccolta italiani,entro il 2014 a livello UE per poter rientrare nel PlasmaMaster File, essenziale per la libera circolazione degliemoderivati italiani fuori dal Paese. Nel panoramaitaliano, su questo percorso diaccreditamento e certificazione dei servizitrasfusionali, è in pole position il Venetoinsieme al Friuli. È quanto ha riferito nellasua sua puntuale e articolata relazione disabato 22 mattina – nel convegno ECMsvoltosi presso la sede della Provincia aTreviso – il responsabile del Centroregionale sangue del Veneto, il dottorAntonio Breda. Tutti i chiaroscuri delSistema trasfusionale del Paese sono stati

poi riferiti dal presidente nazionale Avis VincenzoSaturni. Il presidente nazionale ha sottolineato comesia urgente per tutte le regioni, ancora indietro nelprocesso di accreditamento dei Centri e certificazionedi qualità del plasma, recuperare sulle realtà regionalipiù avanzate per entrare in Europa in modo unitario.Il rischio concreto, per chi non sarà in regola con lenorme PMF, è quello di ritrovarsi con il plasmainutilizzabile perché non idoneo alla trasformazionein emoderivati. Gli onori di casa, nella sede dellaProvincia, sono stati fatti dall’assessore Paolo Speranzon,da sempre vicino all’Avis, che ha seguito tutti i lavori

del convegno. Moderatoriil presidente dell’AvisProvinciale, Gino Foffano,e quello regionale AlbertoArgentoni. Particolarmentesoddisfatti Foffano e

Argentoni: “La scelta di Avis nazionale e di Fiods disvolgere questo importante corso di approfondimento e lariunione del comitato medico mondiale Fiods a Treviso ein Veneto ci riempie di soddisfazione. Questo soprattuttoperché i dati confermano come, grazie ai nostri volontaried ai dirigenti Avis che sono ogni giorno impegnati sulterritorio, la situazione di qualità e quantità di sangueed emoderivati è garantita per ogni singolo ammalato. Iltutto nonostante le non poche difficoltà che comeassociazione all’interno del Sistema sanitario ci ritroviamoad affrontare sempre più ogni giorno”. Al convegno sonogiunti operatori sanitari e dirigenti associativi impegnatinei centri trasfusionali e dirigenti avisini da ogni partedel nord Italia. Il corso ECM è stato organizzato in collaborazione con l’Avis regionale Lombardia.

Beppe Castellano

Italia/Europaun confrontosulla qualità

per la sua parte, stanno intensificando progressiva-mente. Ci si mangia le unghie per essere costretti aquesta difficile fase di trasformazione nel momentopeggiore della crisi economica e istituzionale. Ma laspensieratezza passata ci obbliga ora a serrare le fila eanche i denti, evitando di mordere qualcuno per l’in-sipienza con la quale abbiamo dissipato, come Italia,le opportunità che c’erano per fare questo percorso.Ma recriminare non serve e non ci aiuta. Giova di piùpensare ai nostri ammalati e ai nostri giovani e al lorofuturo nella libera Unione Europea, se vogliamo evi-tar loro le condizioni di vita, lavoro e salute dell’ap-parentemente inarrestabile modello cinese.

È tempo anche per il Veneto

Il Veneto va avanti piano, troppo piano, nell’attua-zione del 4° Piano Sangue e Plasma. Sapevamo di

aver guardato lontano quando l’abbiamo scritto, mai tempi della recessione economica non consentonoarretramenti, semmai accelerazioni. La costruzionedei DIMT, i Dipartimenti Trasfusionali provinciali,deve sostanziarsi nella messa in rete dei dati trasfusio-nali e nella concentrazione dell’attività produttivache ora si svolge parcellizzata in troppi luoghi dellanostra Regione. È la raccolta delle donazioni chedeve rimanere distribuita nel territorio per facilitare

l’accesso ai Donatori di Sangue, sia a gestione direttapubblica, che a gestione convenzionata della nostraAssociazione, l’Avis.

Gli Uffici di Chiamata

Compito ormai ineludibile della nostra associa-zione è la gestione del flusso dei donatori, attra-

verso gli Uffici di Chiamata Avis. Questi hannodiversi obiettivi: l’allineamento costante delle dona-zioni alle necessità degli ammalati, evitando unnumero eccessivo di donazioni in alcuni periodi ecarenze in altri, con emergenze evitabili se saremomeglio organizzati; il recupero di donatori ritardatariche vengono sollecitati; il richiamo per i controlli deidonatori temporaneamente sospesi per motivi sanita-ri, perché non si dimentichino di fare i controlli equindi riprendano quanto prima le donazioni; l’uti-lizzo ottimale delle sale di prelievo per evitare sprechidi personale (sempre più scarso per le difficoltà dibilancio delle aziende sanitarie), dimensionato per uncerto numero di prelievi e di donatori e che non èaccettabile finiscano la giornata con poche unità disangue raccolte. I donatori attraverso l’Ufficio diChiamata possono anche prenotare la propria dona-zione risparmiando il proprio tempo e con un servi-zio più puntuale e personalizzato. Laddove questo siè già fatto (emblematici la provincia di Rovigo el’Ulss 1 di Belluno!) le donazioni per 1000 abitantisono assai più numerose e i donatori più soddisfatti(vedi la tabella a pagina 7).

Alla fine e al principio ci sono le PERSONE: Ammalati e Donatori

Ma alla fine o al principio di tutto ci siamo noidonatori e donatrici, con il nostro meraviglio-

so gesto altruistico, solidale e disinteressato, maappassionato. Queste righe vogliono farvi capire legrandi sfide che tutto il Sistema trasfusionale italianoe nello specifico il Veneto, ha di fronte, ma semprepartendo dal nostro dono; senza di esso non ci sareb-bero queste sfide organizzative e sanitarie.Soprattutto senza il nostro dono non ci sarebbero leformidabili cure che oggi scienza e professione met-tono a disposizione dei medici per evitare sofferenzee lutti. È per gli ammalati, per i nostri ammalati, chetutti ci sproniamo per donare e per costruire ilmiglior Sistema trasfusionale; sia il Veneto che l’Italiaintera hanno tutti i mezzi, le competenze, le intelli-genze e la sensibilità necessarie per farlo. Non possia-mo accontentarci di meno e non lo faremo.Buona donazione a tutti/e e i migliori auguri per leFestività Natalizie a voi e alle vostre famiglie.

Bernardino Spaliviero

Anche i rappresentanti Fiods in uninteressante convegno a Treviso

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Page 6: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

Come detto nell’editoriale del direttore a pag. 5,affrontiamo il problema delle “banche private” di

cordone dando voce a due associazioni - rappresentateda due donne con esperienze familiari simili - che se neoccupano da vicino.

Aproposito di Cordone Ombelicale l’utilizzo delleC.S.E. (Cellule staminali ematopoietiche) ha

avuto negli ultimi anni un ampio impiego terapeuti-co finalizzato non solo alla cura di patologie tumoraliematologiche ma anche per curare alcune malattiegenetiche, come la talassemia, per alcuni difetti meta-bolici e immunodeficienze. Il midollo osseo, fino apochi anni fa unica fonte di C.S.E., vede oggi l’af-fiancamento di altre 2 importanti fonti di raccolta:da sangue periferico, previa stimolazione con fattoridi crescita, e da cordone ombelicale. Le C.S.E. con-tenute nel cordone ombelicale vengono raccolte subi-to dopo la nascita del bimbo e devono essere conser-vate in azoto liquido a temperature al di sotto di –150°C. Non tutti gli ospedali sono abilitati alla rac-colta e l’idoneità del cordone ad essere bancato è sta-bilita da rigorosi criteri di selezione che coinvolgonola madre, il padre e il bambino in un arco di tempoche abbraccia i mesi precedenti il parto fino a sei mesi

dopo la nascita. Larisposta positiva a tutti icriteri selettivi è condi-zione necessaria finaliz-zata a garantire le mag-giori probabilità di suc-cesso terapeutico a van-taggio dell’eventualefuturo paziente che usu-fruirà delle C.S.E. cor-donali. Solo il 10% circadelle madri disponibili adonare il proprio cordo-ne ombelicale vede sod-disfatta la richiesta diconservazione delle pro-prie cellule cordonali, ascopo solidaristico, nellebanche del Sistema

Sanitario Nazionale. La raccolta e la conservazione èassolutamente gratuita. Se l’Italia permette e tutelasolo le proprie banche pubbliche di cordone ombeli-cale, quelle che si trovano presso le strutture ospeda-liere autorizzate, non consentendo la presenza sul ter-ritorio nazionale delle banche private, una spiegazio-ne c’è e trova origine in motivazioni prettamentescientifiche. Criteri standardizzati di raccolta, selezio-ne, trasporto e conservazione del sangue cordonale. Ilmateriale per essere considerato idoneo ad essere con-servato ai fini trapiantologici deve soddisfare presta-biliti test, qualitativi e quantitativi, prima, durante edopo la nascita del bambino. Le banche private ana-lizzano e conservano il cordone dopo l’avvenuta spe-dizione attraverso corrieri o direttamente per posta,senza controlli specifici. Tutti possono conservare ilproprio cordone senza sottostare a criteri selettivianamnestici. Il cordone conservato per uso privato èconcettualmente inutilizzabile nonostante la perfettacompatibilità. La terapia trapiantologica di C.S.E.mira alla sostituzione di un sistema immunitarioammalato con uno sano. Se a un bambino ammalatoematologico, vengono infuse nuovamente le propriecellule staminali precedentemente conservate è comerestituirgli un sistema immunitario potenzialmentegià malato venendo meno al principio di cura legatoal trapianto. Se la malattia ematologica insorge in etàadulta invece, la quantità di C.S.E. prelevate dal cor-done ombelicale sarebbe comunque quantitativa-mente insufficiente per il trapianto, quindi inutilizza-bile. Ad oggi di tutti i trapianti effettuati con C.S.E.di cordone ombelicale nessuno proviene da bancheprivate. Quello che ancora una volta fa la differenza èl’informazione. Le banche private che allungano ipropri tentacoli in Italia lo fanno approfittando pro-prio della disinformazione e della buona fede dellemamme, mettendo in bella mostra l’esempio di testi-monials vip e facendo infimamente leva sulla sensibi-lità e sulla condizione psicologica delle madri che siapprestano a mettere al mondo una creatura, creandodei falsi sensi di colpa qualora, da brave madri, nondovessero pensare in ogni modo alla salute futura delnascituro. Alle madri arriva il messaggio: “Perché lodevi conservare nelle banche pubbliche privandotidella possibilità di usarlo solo per tuo figlio?” La chia-mano Assicurazione Biologica: basta pagare 2-3.000euro più una modesta quota annuale per stipulareuna polizza-salute per tuo figlio. Quale buona madrenon lo farebbe per suo figlio, per il suo futuro? Si puòrinunciare alle ferie del prossimo anno e a qualcheserata di pizza con gli amici, ma non a una simileopportunità! Niente di più falso e ingannevole!Attenzione! Ci vuole molta informazione in più pernon cadere nella trappola del gatto e della volpe.Graziella Bazzoni - Le.Viss. (Leucemia Vissuta) Onlus - VR

Tra i messaggi potenzialmente ingannevoli, c’èl’opzione offerta dalle banche private di conser-

vare per un ipotetico futuro uso autologo il sanguecordonale come “assicurazione biologica”, al fine dicurare i figli che si dovessero ammalare di una tra lenumerose patologie gravi, spingendo i genitori versouna scelta impegnativa dal punto di vista economico(2.500-3.000 euro per ogni unità, più un canoneannuale per la crioconservazione). Questa scelta èdimostrato essere non fondata e inutile. È, infatti, dasempre sconsigliata dalle Istituzioni, dalla Rete dellebanche pubbliche italiane, dai Centri di trapianti ita-liani e internazionali e dalle Associazioni di volonta-riato. Dai dati emerge che delle 60.000 raccolte auto-loghe inviate a banche private estere in questi anni,nessuna è mai rientrata in Italia per essere utilizzata,mentre delle 25.000 donazioni solidali conservatenelle banche pubbliche, oltre mille sono state utiliz-zate a favore di pazienti in attesa di trapianto.Altra informazione potenzialmente ingannevole ero-gata dalle banche private, riguarda la mancanza dichiarezza sui tempi di conservazione: le banche indi-cano 20-25 anni, mentre in letteratura scientificanon esistono certezze di vitalità cellulare dopo i 15-16 anni. L’istituzione di banche private in Italia è vie-tata per legge. Il Sistema sanitario nazionale garanti-sce già le tipologie di raccolta e di conservazione delsangue cordonale che sono utili ai malati e sono tutteammesse ed erogate gratuitamente, come Livelliessenziali di assistenza, nelle strutture accreditatedelle regioni. La Federazione Italiana Adoces (Associazioni donato-ri cellule staminali) si era rivolta all'Agenzia garantedella concorrenza già nel luglio 2010, per chiedereche venisse effettuato un controllo sui contenuti diportali e volantini delle banche private, con l'obietti-vo di tutelare i futuri genitori da false promesse e dastrategie capaci di creare confusione, inducendoli adun più facile consenso alla proposta di optare per laconservazione privata del sangue cordonale dei figli.Non solo, lo scorso 14 giugno, alla tavola rotondaorganizzata al Sanit di Roma “Il sangue cordonale inEuropa: risorsa o business?” era intervenuto il diri-gente dell'Antitrust Marco Venanzi, che ha seguitointeramente i lavori.E nel recente Rapporto Adoces 2011, il presidenteLicinio Contu ha ribadito: “Per convincere i genitoria consegnare loro il sangue del cordone dei figli peruna conservazione personale, a parte le ragioni one-ste, ma irrilevanti in merito alla validità della conser-vazione autologa del sangue cordonale per futuri tra-

pianti, le banche private si servono di strategie checonsistono nel cambiare o camuffare l’oggetto dellacontroversia, cosicché possa apparire interessante edaccettabile una proposta altrimenti insostenibile.Ricordiamo, ancora una volta, che l’oggetto del con-tendere tra pubblico e privato è la conservazione alungo termine del sangue del cordone di neonati saniper eventuali futuri usi terapeutici autologhi. Taleopzione è offerta dalle banche private estere e dalleloro agenzie di intermediazione ai genitori come“assicurazione biologica” per i figli. L'appello all'Antitrust e il Rapporto 2011 da pocodiffuso sono azioni che rientrano in un impegno plu-riennale di Adoces nel diffondere una corretta infor-mazione circa le reali possibilità di utilizzo del sanguecordonale e nel sostenere la donazione solidale, adoggi l'unica opzione rivelatasi efficace e utile. In que-sto percorso si annoverano anche le campagne infor-mative nazionali promosse dall'associazione nel 2009e nel 2010 e la recente audizione al ParlamentoEuropeo (15 marzo 2011) del Comitato italo–france-sce per il buon uso del sangue cordonale, promossoda Adoces, durante la quale è stato chiesto che l'uti-lizzo del sangue cordonale venga adeguatamenteregolamentato in Europa e per limitare, se nonimpedire, “la deriva mercantile” generata dal businessprivato del sangue del cordone. La Federazione italia-na Adoces esprime vivo apprezzamento per la deci-sione dell'Antitrust di contestare a sei banche privateper la conservazione del sangue cordonale, la pubbli-cità presente in siti internet e materiali divulgativi,perché ingannevole. Oral'auspicio di Adoces è chevengano stabilite regolecerte, con opportune san-zioni per coloro che nonrispettano le disposizioniche le leggi italiane preve-dono in relazione alle atti-vità di raccolta, trasporto,processazione, conservazio-ne e rilascio delle unità disangue cordonale”. Perinformazioni: Adoces-pro-gramma sangue cordonale -tel. 0422 405179, email:[email protected].

Alice Vendramin Bandiera

vicepresidente Adoces nazionale

(nella foto due attiviste Admor-Adoces

in un recente convegno, ndr)

Adoces: “promesse non fondate”IL

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Banche esteree pubblicità ingannevole

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Page 7: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

L’Italia è uno dei paesi europei con il maggiornumero di trapianti ogni anno, eppure nel 2010

sono morte 511 persone mentre erano ancora in atte-sa di un organo. Sono i dati emersi dal rapportoannuale mondiale sui trapianti presentato il 22 otto-

bre a Strasburgo inoccasione dellaGiornata europeadei trapianti. Inparticolare, 159persone attendeva-no un rene, 195erano in lista d’at-tesa per un fegato,98 avevano biso-gno di un cuore e59 erano in attesadi un trapianto di

polmoni. Il dottor Rafael Matesanz, direttoredell’Organizzazione spagnola per i trapianti (Ont) -uno dei maggiori esperti mondiali del settore che harealizzato il rapporto in collaborazione con ilConsiglio d’Europa - ha affermato come: “l’Italiapotrebbe fare molto meglio di quanto già fa finora.Questo se tutte le regioni fossero in grado di riorganiz-zare il sistema, come è già stato fatto in Toscana. Inoltre,le Regioni dovrebbero migliorare le procedure per ottene-re il consenso delle famiglie all’espianto”.Con la giornata europea della donazione e del tra-pianto di organi, il Consiglio d’Europa - che lavorasu queste tematiche dagli anni 50 - vuole da un latoincoraggiare il dibattito sul tema e dall’altro stimolaresoprattutto i ministeri della salute affinché sviluppi-no e promuovano delle procedure trasparenti ed eti-che che salvaguardino il bene e il rispetto sia deidonatori, sia di coloro che ricevono gli organi. Ma

L’aula “Morgagni”, presso il Policlinico di Padova,ha ospitato il 5 novembre un convegno molto

interessante dal punto di vista informativo, organiz-zato dalle dieci associazioni del dono del Veneto:oltre ad Avis e Fidas, Acti (Associazione cardio tra-piantati), Admo (donatori di midollo osseo),ADoCeS (donatori cellule staminali), Aido (donatoridi organi, tessuti e cellule), Ail (associazione contro leleucemie e i linfomi), Aned (associazione emodializ-zati), Avlt (associazione veneta lotta alla talassemia) eLagev (libera associazione genitori ed emofilici vene-ti). Il titolo “2011: Tempo di donarsi” ha volutorichiamare al gesto straordinario del dono di sé alprossimo che soffre e il luogo (il Policlinico) era lo

stesso in cui, il 14 novembre 1985, avvenne il primotrapianto di cuore in Italia. L’equipe dell’indimenti-cato professor Vincenzo Gallucci trapiantò, infatti, ilcuore di un giovane morto in un incidente al pado-vano Ilario Lazzari. In sala oltre un centinaio di per-sone, tra le quali moltissimi giovani studenti diIstituti superiori padovani. Dopo il saluto delle auto-rità e il benvenuto da parte dei responsabili delleassociazioni, sono state esposte le relazioni di chi ognigiorno opera nel campo del dono e di chi ha ricevuto.Il primo a intervenire è stato il prof. Gino Gerosa,professore ordinario di chirurgia cardiacadell’Università degli Studi di Padova, che è riuscito aspiegare con parole semplici e immagini, la difficileoperazione di sostituzione di un cuore, sia da trapian-to umano che con un cuore artificiale. Per i nonaddetti ai lavori, è stata una lezione di anatomia car-diaca che difficilmente potrà essere dimenticata, lun-gamente applaudita. È stata, poi, la volta del dott.Andrea Oliviero, presidente nazionale delle Acli(Associazioni cristiane lavoratori italiani) e portavocedel Terzo settore, che ha parlato di “Carta dei Valori”del volontariato, sottolineando l’importanza di taleesperienza dal punto di vista umano, morale, sociale,altruistico e personale, per il senso di gratificazioneche riesce a trasmettere a chi si dedica a questo generedi attività, evidenziando che solo chi vi partecipa puòvalutare appieno questa forma di altruismo gratuito.Il terzo settore è stato presentato in modo eccellente.

com’è la situazione in Veneto? Oltre ai donatori diorgani, per supportare gli interventi trapiantologici,servono anche centinaia di donatori di sangue edemocomponenti: “Se il sangue salva una vita, il tra-pianto la può moltiplicare, ma bisogna ricordare chenessun laboratorio è ancora in grado di produrre sanguee organi, che possono solo essere donati - dice BertillaTroietto, vice presidente regionale Aido (foto adestra) - la rete nazionale dei trapianti in Italia è unsistema assai efficiente. Funziona 24 ore su 24: coordinai prelievi e i trapianti. Nonostante siamo il terzo Paesein Europa per numero di donatori (22,9 per milione dipopolazione), in Italia si registra ancora un 30% dirifiuto alla donazione di organi. I dati parlano chiaro:sono più di 9 mila gli italiani in attesa di ricevere unfegato, un cuore, i polmoni, i reni. Solo uno su tre potràricevere un organo. Per gli altri o una lista d’attesa chenon lascia speranze o sarà la fine. Cosa bisogna fare

allora? La responsabilità sociale è lasvolta della donazione. Va supportatanon solo attraverso un sistema sanitarioche assicuri risultati ma anche attra-verso la diffusione di un’informazionecontinua e trasparente per chiariresoprattutto gli aspetti più controversicome, per esempio, le modalità diaccertamento della morte cerebrale, legaranzie del rispetto delle volontà delpotenziale donatore e dei familiari, latrasparenza delle liste d’attesa. APadova quest’anno (i dati si fermano al7 settembre) ci sono stati 23 donatorieffettivi pari a un 36,5 per milione dipopolazione: ancora troppo pochi. Nel Veneto 82 dona-tori effettivi con un timido 22,8 per milione di popola-zione”. Beppe Castellano

Emozionante l’intervento di Luigi Bergamin (fotosotto), settantenne di Arsego, trapiantato di cuore 17anni fa. “Ero morto - ha detto - non respiravo, avevo igiorni contati. Ma poi è arrivato un cuore nuovo, di ungiovane diciassettenne e sono rinato, sono diventatoun’altra persona, ho ricominciato a vivere, a raccontarea tutti la mia nuova vita. Dalla gioia ho telefonato atutti quelli che conoscevo. Ero diventato un altro uomo,allegro, vivace, come sono oggi, dopo 17 anni. Non saròmai abbastanza grato al donatore, anche se non l’hoconosciuto, e ai suoi familiari con i quali sono rimastoin contatto. Il cuore di un ragazzo mi ha ridato lavoglia di vivere”. Ne è seguita una tavola rotonda, con moderatriceFabiana Pesci giornalista de “Il Mattino” di Padova,cui sono intervenuti anche un medico legale e ladott.ssa Giustina De Silvestri direttore del Centro

trasfusionale di Padova che hanno risposto in manie-ra esaustiva alle domande dei giovani presenti. Inmerito alla donazione del sangue, significative leparole del coordinatore delle Associazioni del Dono,Francesco Joppi, vice presidente regionale Avis “Nonserve diventare vigile del fuoco per salvare una vita.Nemmeno essere un chirurgo, un agente speciale, uncarabiniere, un prete. Basta un atto di altruismo, comepotrebbe essere la donazione del sangue: per entrarenell’esercito dei donatori è sufficiente aver compiutodiciotto anni, pesare più di 50 chili e godere di unbuono stato di salute”. Il convegno ha avuto il patrocinio della RegioneVeneto, della Provincia e del Comune di Padova, delCentro Servizi per il volontariato della provincia diPadova, dell’Università degli Studi e dell’Ufficio sco-lastico territoriale di Padova. Ottaviano Cereser

“Tempo di donarsi”, il convegno a Padova di 10 Associazioni del Dono

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Italia a buon punto per i trapianti, ma mentre s’aspetta si muore ancora

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Page 8: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

Quest’anno Avis e TeleThon festeggiano unanniversario: 10 anni “di matrimonio”. Fu nel

2001, infatti, che le Avis per la prima volta entrarononella squadra di TeleThon per raccogliere fondi a favoredella ricerca genetica. Furono 195, allora, le sedi cheaderirono. A quell’epoca, in verità, tutto fu un po’ alla“garibaldina”. Le Avis non erano esperte di fund raising,tantomeno di quello organizzato e sostenuto dalla TV.Per Avis nazionale - il cui animatore del progetto fu il“nostro” consigliere nazionale Alberto Cicerone - lamacchina organizzativa del Comitato FondazioneTeleThon era una novità totale. Ostico fu poi l’incontro-scontro con la RAI al Teatro delle Vittorie, nel corsodella prima “maratona”... Eppure l’entusiasmo feceandare quella raccolta (tra l’altro la prima in euro)oltre le più rosee previsioni. 351mila euro furono ifondi raccolti dalle Avis sulle piazze e in ogni dove inItalia. Da allora sono cresciute le Avis aderenti - unamedia di 350 l’anno, nel 2010 sono state 359 - e stabilisono rimasti pure gli importi della raccolta che hacomplessivamente sfiorato i 4 milioni di euro.

Quest’anno le Avis, forse, saranno un po’ meno, comeha detto Francesco Joppi in un recente convegno. Loscorso anno, in verità, c’è stata anche una lieve flessionedella raccolta “diretta”: 305.232 euro quella “certificata”.“Ciò che con Avis non è mai completamente certificabile- ci dicono da TeleThon - è la “spinta” a donare deicittadini grazie alla fiducia e alla notorietà dei due“marchi” congiunti”. Molti sono infatti i donatori Avische, vedendo la propria Avis impegnata, magari nonversano direttamente tramite le sedi di base, ma nonmancano di farlo in modo anonimo, come sono abituaticon il dono del sangue. Quest’anno si riparte,comunque, e alla grande. Verrà “adottato” da Avis,infatti, il nono progetto dedicato ad una malattiagenetica del sangue. Si tratta di una una ricerca cheriguarda molto da vicino il Veneto, visto che è condottaall’Università di Verona. La riportiamo nella paginaaccanto. Anche quest’anno tutte le Avis avranno adisposizione un kit di prodotti solidali per la “raccoltaon the road”, durante la maratona televisiva previstaquest’anno per il 16, 17 e 18 dicembre. Novità del2012 è quella che, in primavera fra aprile e giugno, visaranno altre 10 maratone per Telethon. Ma si trattadi maratone “vere”, dove si corre e si cammina cheTelethon organizzerà in contemporanea - coinvolgendole rispettive Avis - in 10 grandi città d’Italia. Siprevedono centinaia di migliaia di partecipanti e,probabilmente, sarà coinvolto anche uno dei capoluoghidel Veneto. Un’altra grande occasione per portare frala popolazione il messaggio di solidarietà verso la ricercae, perché no, anche verso il dono del sangue. Saràcome sempre a disposizione di tutte le Avis aderentifino a giugno la segreteria della regionale Veneto cui èstato affidato anche quest’anno il coordinamento delprogetto di raccolta. Eccovi numeri e mail dedicati:[email protected] - 0422 320316 - fax0422 325042). Buon lavoro a tutti e... Superiamoci!

Beppe Castellano

I nostri dieci anni con TeleThonSegni particolari: globuli rossi a forma di foglia di

acanto. È il caso della coreoacantocitosi, unagrave malattia ereditaria che colpisce il sistema ner-voso: a chiarirne i meccanismi è Lucia De Franceschidel Dipartimento di Medicina dell'Università diVerona, diretto dal professor Antonio Lupo, grazie aun progetto finanziato da Telethon e dall'ateneo e“adottato” da Avis. Pubblicata sulle pagine di Blood,la ricerca identifica e svela nuovi meccanismi funzio-nali nei globuli rossi anomali di questi pazienti. Lacoreoacantocitosi è una malattia neurodegenerativaprogressiva che si manifesta con movimenti involon-tari (corea), disturbi cognitivi e del comportamento,difficoltà nel parlare e nel mangiare. La malattia simanifesta in media a 35 anni di età e l'aspettativa divita è ridotta. A differenza della corea di Huntington,per cui gli individui affetti hanno il 50 per cento dipossibilità di trasmettere la malattia ai propri figli, lacoreoacantocitosi si trasmette in modalità recessiva:ciascun figlio di una coppia di portatori sani ha il 25per cento di probabilità di essere malato.Elemento distintivo di questa patologia, inoltre, è laforma dei globuli rossi: negli individui affetti questecellule del sangue, se osservate al microscopio, anzi-ché apparire di forma circolare presentano contorniirregolari, appunto paragonabili alla forma dellefoglie d'acanto (acantociti). Per questa malattia nonsolo non esiste terapia, ma c'è ancora molto da capiresui meccanismi molecolari alla base della sua insor-genza. Grazie al lavoro dei ricercatori Telethon, però,si è chiarita la via da seguire per progettare una cura.Come spiega De Franceschi, «la presenza di globulirossi dalla forma irregolare si riscontra anche in altreneuropatie. In questo studio, però, abbiamo descritto

un meccanismo specifico con cui si formano gli acan-tociti nei pazienti affetti da coreoacantocitosi.Confrontando le proteine presenti nella membranadei globuli rossi di pazienti e di individui sani, abbia-mo dimostrato che, in caso di malattia, queste subi-scono delle modificazioni chimiche che ne alterano laconformazione. Questo comporta il crollo dell'im-palcatura che sostiene la membrana cellulare, da cuila forma frastagliata dei globuli rossi.A determinare queste alterazioni è una proteina, Lyn,che risulta troppo attiva nei pazienti». La compren-sione del meccanismo con cui si formano gli acanto-citi è una tappa essenziale in vista del futuro sviluppodi una terapia per questa grave malattia: «alcune delleproteine che compongono la membrana dei globulirossi sono presenti anche nel cervello» spiega ancoraDe Franceschi. Eccola qua sotto, prima a sinistra,con il suo team di ricercatrici. Nel riquadro piccolo,invece, un globulo rosso “acantiforme”.

Anche quest'anno la comunale di San Donà di Piave ha apertoin Veneto la serie delle manifestazioni Avis-Telethon. È stato

un bel pomeriggio di domenica, con la partecipazione di centi-naia di cittadini per degustare le castagne cotte dagli avisini eabbondantemente innaffiate con ottimo vino bianco e nero,offerto dalle cantine "Luigino Mollon" di San Donà, vin brulè etè preparati dagli alpini del basso Piave. È stato un momento diincontro dove si è parlato di Telethon e di Avis e, come ognianno, il ricavato della manifestazione sarà devoluto ai progetti diricerca. Ai presenti è stata data la possibilità di avere uno dei gad-get messi a disposizione dall'organizzazione Telethon. Il numerodelle presenze ha premiato l'Avis per il lavoro svolto, e l'impegnodi avisini e alpini è stato motivo per dare l'appuntamento all'an-no venturo. Grazie a tutti coloro che hanno collaborato.

Che il Veneto sia la regione più “prolifica”, sia come ade-sioni di Avis (circa il 20% delle Comunali), sia come

raccolta (con Verona come provincia più “produttiva” inItalia, seguita da Treviso) è un fatto. Riconosciuto pure daTeleThon. Qui accanto, invece, ci sono i rappresentanti didue Avis comunali, piccole ma attivissime: RobbioLomellina (Pavia) e San Felice a Cancello (Caserta). Un assenord-sud di solidarietà, inventiva e fantasia per raccoglierefondi che non ha uguali. Si accettano scommesse su chi, que-st’anno, supererà l’altra come somma raccolta. Fin dall’iniziohanno ambedue veleggiato ben oltre i 10mila euro. Auguri.

E quest’anno si lotta contro la... Corea

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A San Donà sono già scesi in campo dai primi d’ottobre

Robbio Lomellina e San Felice a Cancello, amici-sfidanti

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Page 9: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

L’Abds associazione a tutti gli effetti. E donazionidi sangue da volontari associati verso quota mille

unità. Si registrano questi due straordinari “frutti”, inSudamerica, nell’ambito del progetto “Dar Sangre esdar vida” che vede in prima linea Avis e Fidas Veneto.Dopo la costituzione dell’Associazione Bolivianadonatori di Sangue (Abds), il 4 marzo del 2009, èarrivato infatti lo scorso 2 agosto il riconoscimentodell’associazione a livello nazionale da parte delGoverno Autonomo dipartimentale di Cochabamba,che con il decreto n. 231 permette all’associazione disvolgere le proprie attività e di fare convenzioni conle strutture pubbliche (banchi di sangue) delegati dalMinistero per la materia. Si tratta di un passo inavanti fondamentale per i boliviani che hanno rece-pito il progetto, hanno preso coscienza delle propriepossibilità di cambiare le cose nel proprio Paese e sisono impegnati in prima persona. Basti pensare chea settembre del 2011 si sono contati già 24 gruppi divolontari e 738 sacche raccolte, arrivate a ottobre a852. Un incremento che i rappresentati dell’Abds,don Eugenio Coter e Padre Alfredo Rizzi (foto sopra),

nostri referenti laggiù per il progetto, hanno previstofarà arrivare le donazioni a quota mille entro fineanno. Un bellissimo regalo di Natale per i tanti biso-gnosi di quel Paese e un gesto concreto di speranzaper un futuro più uguale per tutti. Ma anche per noiveneti, dirigenti e donatori, che da alcuni anni ci stia-mo spendendo in molti modi per aiutare la Boliviaad avere un volontariato del sangue periodico e sicu-ro. L’Avis Veneto, sull’esperienza di progetti passati(Tanzania, Romania) e in corso (con la Croce Rossadi Lubiana-Slovenia e con gli emigrati veneti inArgentina per la nascita e la crescita di un’associazio-ne di volontari periodici e associati, l’Avas) e la FidasVeneto, supportano dal 2009, anche economicamen-te, la Pastorale della Salute dell’Arcidiocesi diCochabamba, in Bolivia. Come abbiamo già avutomodo di scrivere su queste pagine, si tratta di un pro-

getto di formazione alla donazione della popolazioneboliviana con finalità la costituzione di un’organizza-zione di volontariato. A patrocinare il progetto, oltreall’Arcidiocesi di Cochabamba, anche il Ministerodella Salute della Bolivia, la Regione Veneto,l’Istituto italiano per l’America latina e la Regioneecclesiastica del Triveneto. L’obiettivo era creare inBolivia 40-50 gruppi di volontari (uno per parroc-chia) per la donazione di sangue, motivarli, renderlicoscienti sull’importanza di contribuire alla diminu-zione dell’indice di mortalità per mancanza di san-gue, renderli cittadini attivi e partecipi alla vita socia-le e sanitaria di un territorio, ma anche intensificarela collaborazione con le istituzioni sanitarie pubbli-che. Le motivazioni erano legate, infatti, alla man-canza di sangue in questa area del mondo. Da sem-pre un problema molto serio perché, ancor oggi, ognigiorno molte persone non hanno il sangue necessarioper le cure e, qualche volta, per la vita. La sua scarsadisponibilità non consente una crescita del serviziosanitario del Paese e il prezzo economico richiesto aipazienti per la preparazione delle unità del sangue,spesso, non è per loro sopportabile. La crescita delladonazione volontaria ha anche l’obiettivo di ridurre,sino a zero, tale pagamento. In questi ultimi anni si èpoi assistito a una crescita della richiesta non soddi-sfatta per circa il 60% ed esiste la necessità di aumen-tare la raccolta di almeno 10 mila litri di sangue (20-25 mila sacche) e delle sue componenti plasmatiche.Risultava, infine, fondamentale organizzare gruppi divolontari periodici e controllati, superando, in pro-spettiva futura, il problema del sangue dato dai fami-liari e parenti o a pagamento, scientificamente menosicuro e più costoso per le donazioni scartate per pro-blemi sanitari. Si è subito iniziato a utilizzare gliambulatori medici presenti in Cochabamba, vicinialle chiese dei paesi, gestiti dalle strutture religioselocali, con il contributo espresso dai cappellani ospe-dalieri e dai medici dei centri, per fare proselitismo.Si è realizzato materiale di sensibilizzazione e promo-zione del volontariato gratuito (cartaceo, messaggiradiofonici, striscioni stradali...), promozione attra-verso la comunicazione sociale e religiosa, elaborazio-ne di materiale per la formazione del pubblico, con-ferenze sul tema della promozione e su corretti stili divita. È inoltre iniziata, dall’ottobre 2010, l’attività diraccolta, in accordo con le istituzioni locali che inquesti mesi ha portato ai due suoi primi straordinaririsultati. Informazioni sul sito internet www.avisve-neto.it e sul sito boliviano www.cochabamba.bo.

Francesco Magarotto

Quando si dona il sangue, la parte più dolorosa è“togliersi il cerotto”. Lo pensano i giovani pro-

tagonisti dell’ultima campagna ideata da Fabrica perl’Avis provinciale di Treviso. Presentata il 13 ottobrenella Sala Verde del Municipio di Treviso, ha l’obiet-tivo di indurre i giovani ad avvicinarsi al dono delsangue, un gesto che è anche uno stile di vita, per cuiè necessario agire a livello culturale. È il secondoanno che i creativi di Fabrica (del Gruppo Benetton)firmano la campagna di sensibilizzazione dell’Avisprovinciale, in collaborazione con il Comune diTreviso. L’assessore alla famiglia, Mauro Michielon,ha definito quella del sangue “la più alta forma didonazione, perché non si conosce il beneficiario” . Ilmanifesto dello scorso anno mostrava un ragazzo sor-ridente, Giovanni, con un grosso cerotto sul braccioche diceva che l’unico dolore del donare il sangue eratogliersi il cerotto. Quest’anno i creativi hanno fattosì che Giovanni invitasse al dono otto amici di diver-se nazionalità e il risultato è un simpatico e accatti-vante manifesto che raffigura nove volti di giovanicolti nella smorfia di fastidio che accompagna l’attodi staccarsi un cerotto. Una smorfia con cui i giovanidicono che è quello l’atto più doloroso della donazio-ne del sangue. Omar Vulpinari, Expanded MediaDirector di Fabrica, nel ribadire la volontà di conti-nuare a sostenere Avis provinciale, ha spiegato la scel-ta creativa: “Abbiamo voluto lavorare contro la pauralegata all’atto della donazione, in primo luogo quelladel dolore, e visto che il nostro target sono i giovani,abbiamo voluto che fossero altri giovani a portar loro ilmessaggio. I giovani, infatti, non vogliono sentirsicomandati e per creare consenso l’invito deve partire daloro pari”. Il presidente della provinciale, GinoFoffano, ha spiegato che la campagna è triennale (ilprossimo manifesto sarà presentato nel 2013), che

Fabrica l’ha realizzata gratuitamente e che parte informa di affissione, con la speranza di poter trasferir-la (come già lo scorso anno) anche sugli autobus.Finanze permettendo! Per Fabrica si tratta di un ulte-riore tassello nel mosaico delle collaborazioni conistituzioni nazionali e internazionali a favore di argo-menti di carattere sociale, con particolare attenzionealla sfera della salute e della prevenzione: la plurien-nale collaborazione con l’Organizzazione Mondialedella Sanità per cui ha realizzato campagne contro ilfumo, la tubercolosi, per la prevenzione degli inci-denti ai bambini e per la sensibilizzazione sul temadella disabilità, solo per citare le più recenti. Il primomanifesto per Avis è stato esposto anche a Roma eMosca, ed è stato richiesto all’Avis provinciale daigiovani donatori della Danimarca. Il nuovo manife-sto, come il primo, è a disposizione di tutte le Avische lo vogliano utilizzare e personalizzare.

Laura Tuveri e Michela Rossato

Bolivia: la “figlia” Abds ha fatto mille!

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Il cerotto di Fabrica... parte seconda

Leo Burnett porta Avis su Facebook con www.salvaglilavita.itLa campagna di comunicazione nazionale

“Tuttidovremmofarlo” entra in una nuova fase con illancio dell’iniziativa “Salvaglilavita” ideata da Leo Burnett.È on-line da poche settimane. Avis nazionale, quindi, siaffaccia al mondo dei social network attraverso un'iniziati-va volta a sensibilizzare i giovani alla donazione e adaumentare il suo bacino d'utenza. L’idea nasce dallavolontà di catturare l’attenzione dei giovani in uno spazioa loro familiare, uno spazio in cui mantengono i contatticon i loro amici, condividono le loro foto e vivono la lorovita online: Facebook. Si tratta di un’operazione interatti-va curata pro bono dall’agenzia Leo Burnett (www.salva-glilavita.it) che si appoggia a Facebook Connect, e fa vive-re agli utenti l’esperienza di un incidente attraverso gli

occhi del ferito. Un’esperienza che si conclude con il flash-back della vita di un loro amico. Alla fine del video, vieneposta loro una semplice domanda: “Vuoi aiutare il tuoamico?” Cliccando “sì” ecco la possibilità di creare il pro-prio video personalizzato e condividerlo con tutti gli amicidi Facebook. Terminato il percorso, gli utenti sarannoindirizzati al sito tuttidovremmofarlo.it, dove un video di20 secondi mostrerà loro quanto sia facile donare e dovepotranno raccogliere tutte le informazioni per diventaredonatori effettivi. Per aiutare Avis a diffondere l'iniziativasu Facebook, basta visitare www.salvaglilavita.it, creare ilproprio video, condividerlo e cambiare l'immagine delprofilo scegliendola tra una delle due immagini createapposta per l’operazione.

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L’abbinamento risata e donazione si è rivelatasubito perfetta. A rivelarlo sono sia il rendiconto

che i dati numerici del tour “Riso fa Buon Sangue2011” andato in scena nelle principali località vene-te. A scommettere sulla riuscita di questa felice intui-zione è stato fin da subito Enrico Cibotto degli“Amici del Cabaret” di Lendinara, che dapprima haorganizzato un concorso di cabaret a livello naziona-le in quel di Rovigo, al quale hanno preso partecomici emergenti provenienti da tutto lo stivale, epoi un fortunato tour di 12 date che ha fatto tappa a

Este (foto della redazione sopra e in basso, ndr),Ceneselli, Villadose, Rovigo, Albarella, Lusia,Cittadella, Adria, Rosolina Mare, Belluno, Gaiba eLazise. Il marchio dell’Avis regionale è stato dappri-ma portato nel locale Tempi Moderni di Rovigo, cheha ospitato da novembre a marzo tutte le selezionidel concorso riservato ai comici (in totale sono state10 serate), per poi proseguire non solo a far ridere lagente, ma anche a raccogliere nuovi donatori Avis

nelle varie piazze. Questo grazie anche al cast degliartisti impegnati, che tra tour e selezioni ha visto sali-re sul palco 85 persone. Lo slogan, i video, le frasicelebri di “Riso fa Buon Sangue” sono stati visualiz-zati sulla pagina Facebook Rfbs da quasi 70.000utenti (visite effettuate dal 53% uomini e 47%donne in età compresa tra i 18 e i 50 anni). Hanno,invece, visitato il sito Rfbs circa 10.000 persone ealtre 65.000 mila si sono collegate sul canale Youtube Rfbs (visite effettuate dal 70% uomini e 30%donne, fascia età dai 18 ai 44 anni). Anche gli spot

realizzati dai comici si sono dimostrati abbastanzaefficaci (visualizzazioni utenti al canale You tube RfbsSpot Comico quasi 500). La media degli spettatoritra serate invernali e tour estivo è stata di 350 perso-ne con i picchi maggiori riscontrati a Este (circa3.000 persone) e Rosolina (circa 2.000 persone). Leiscrizioni di potenziali donatori Avis a Riso fa BuonSangue durante il tour sono state 210, mentre trami-te il sito 220. Quindi in teoria ci potrebbero esserecirca 430 nuovi donatori Avis in una sola annata, gra-zie alla sinergia creatasi tra cabaret e Avis veneto. “Perla stagione 2012 abbiamo in mente nuovi progetti -afferma entusiasta il direttore artistico, EnricoCibotto - Scenografia multimediale, ragazze per iscri-zioni telematiche su tablet, gestione e ampliamentostruttura internet Facebook, You Tube, Twitter,Geotargetin Veneto, applicazioni per cellulari, tablete android. Gestione e produzione nuovi filmati pro-fessionali per spot comici per Avis a professionistidello spettacolo e non, produzione format comicotelevisivo da promuovere tramite televisioni locali delVeneto e altro ancora”. Tutto questo in nome di unasana risata, che spesso può anche voler dire portare adavere nuovi donatori di sangue. Marco Scarazzatti

Bilancio del ‘Riso’: entusiasmante

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Il 14 ottobre scorso, a Lazise, si sono festeggiati i 20anni di attività dell’associazione “Donare Avis”. Si

tratta di un sodalizio fra 14 Comunali dellaGardesana (Affi, Balconi di Pescantina, Bardolino,Caprino, Cavaion, Costermano, Garda, Lazise,Pescantina, Piovezzano/Pastrengo, San Zeno diMontagna, Settimo di Pescantina, Torri del Benàco,Vigasio) nato per fare insieme iniziative comuni,soprattutto di promozione. E insieme editano l’omo-

nimo periodico che arriva a tutti i donatori. Alla sera-ta, che si è svolta all’interno della tre giorni delVolontariato (con altre 30 associazioni Onlus),hanno partecipato anche il presidente regionaleArgentoni e il vice Magarotto. Donare Avis, per l’oc-casione, ha voluto offrire a donatori e ai volontaridelle altre associazioni uno spettacolo di Riso fa BuonSangue. Un grande successo per i comici “legati”all’Avis, più di 300 spettatori e applausi a gogo.

Ha preso il via al “Tempi Moderni” di Rovigo laterza edizione di “Riso fa Buon Sangue” e l’ot-

tava edizione del premio “Peggio di cosi”. Il concor-so nazionale di cabaret, abbinato all’Avis regionaleVeneto e provinciale di Rovigo, organizzato dagli“Amici del cabaret” ha visto nelle prime due serateuna grande anteprima, con due ospiti sul palco, men-tre dalla terza serata in poi si svolgeranno le selezionivalide per l’accesso alla semifinale del 29 dicembre ealla finalissima, che con molta probabilità si svolgeràancora a Rosolina Mare, verso la fine del mese di ago-sto. Sul palco si sono esibiti il 24 novembre da “ZeligOff” e “Colorado Caffè”, l’artista torinese GiampieroPerone e Francesco Damiano. Gli accoppiamenti perle varie selezioni sono stati questi. Il 24 novembre: IFusibili da Caltanissetta, Michael Capozzi da Torino,Michele Giunta di Rovigo, Duo di Coppe di Tagliodi Po, Walter Pierino di Moncalieri. Ospite dellaserata Gigi Rock dalla trasmissione “Quelli che il cal-cio”. L’1 dicembre: Jack Giacopuzzi di Verona,Riccardo Tona di Modica, Oscar e Andre di Jesolo,Maurizio Bronzini di Piacenza, Mago Mergellino diNapoli. Ospite Max Pieriboni da Colorado Cafe. L’8dicembre Cacio & Peppe da Roma, I Provvisori daMilano, Beatrice Bello da Padova, Alessandro Lupo

da Milano, Tony Tornado daSalerno. Ospiti Max e Scossa. Il15 dicembre Paolo Brancati diPalermo, Luca Giardullo diRimini, Salvo Mangano diVarese, Raffaele Rosati diRimini, Marco Ferrari di Roma.Ospite Luca Klobas da ZeligOff. Il 22 dicembre SimoneMarzocchi di Cervia, RubenSpezzati di Brescia, AdelmoMonachese di Roma, GigiTravostino di Vercelli, RenatoFogagnolo di Rovigo. Ospiti Maurizio Linetti eGiulio Nerici. “Novità di quest’anno è la collaborazio-ne con la Dollywood Film che riprenderà tutte le serate- spiega Enrico Cibotto - I nostri comici emergentistanno facendo fortuna. Francesco Damiano sarà prota-gonista di sei puntate di Zelig Off, Paolo Franceschinista avendo un grande successo e presenterà la semifinalee finale, e il vincitore della seconda edizione, RubenMarosha, ha vinto il “Festival di San Marino”. Tutte le notizie sui siti www.risofabuonsangue.it,e www.sorrididoamniandrapeggio.org e anche su:www.doliwood.com.

E già si ricomincia... da tre

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Un gran successo pure per il 20° di Donare Avis

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Un bel forum di riflessione, quello dei giovanidell’Avis regionale di quest’anno. Ne abbiamo affi-

dato la cronaca a Lidia Pastore, “ossevatrice obiettiva”della Consulta giovani Avis nazionale con il contributodi una delle infaticabili organizzatrici e di un giovanelombardo. “Assalto alla dirigenza” è il titolo un po’ provocatorioscelto per il Forum regionale giovani Avis Veneto,svoltosi a Dossobuono di Villafranca (Vr) nelweekend del 12 e 13 novembre e che ancora unavolta ha dato ospitalità a ragazzi di altre regioni.L’argomento affrontato è forse visto da molti comescomodo, ma è senza dubbio necessario, soprattuttoin previsione di un cambio generazionale nelle cari-che avisine, che prima o poi dovrà attuarsi, in molticontesti già in occasione delle elezioni previste nel2013. La due giorni di formazione, sia teorica siapratica, è stata indirizzata in particolar modo ai piùgiovani in termini di esperienze e conoscenze avisine,ma è riuscita anche a far emergere constatazioni econsiderazioni utili a coloro che vivono nel mondoAvis da diversi anni, quindi con un bagaglio di espe-rienze e conoscenze considerevole. Il forum si è con-traddistinto per la partecipazione seria e consapevoledei giovani presenti, concentrati a raggiungere gliobiettivi prefissati. Come ogni evento, l’apertura deilavori è stata affidata al presidente regionale AlbertoArgentoni, ai dirigenti Avis del Veneto e alla respon-sabile del Gruppo Giovani, Manuela Fossa, seguita

dalle due toccanti testimonianze di GraziellaBazzoni, presidente di un’associazione veronese(Le.Viss., Leucemia vissuta) e di Valeria Favorito unaragazza guarita dalla leucemia grazie al trapianto dimidollo, oggi volontaria e giovane grintosa testimo-nial avisina. Entrambe (nella foto sotto con ManuelaFossa) hanno fatto riflettere e ricordare quello che è ilruolo fondamentale e responsabile di ciascun dona-tore. Il passo successivo è stato, invece, la presenta-zione da parte di Nereo Marchi e Luigi Piva della sto-ria dell’Avis, della realtà in cui opera e l’analisi delloStatuto, delle cariche associative, aspetti che è neces-sario conoscere per “assaltare la dirigenza”.Successivamente ci si è suddivisi in gruppi per meglioanalizzare singoli aspetti e ruoli (presidente, segreta-rio, tesoriere e responsabile gruppo giovani)nell’Associazione. I giovani si sono confrontati nar-rando esperienze delle proprie realtà e dando vita, intal modo, ad interessanti considerazioni e confronti,tesoro per la propria passata, presente e futura vitaassociativa. I lavori di gruppo, gestiti da preparatifacilitatori di Avis Verona, sono proseguiti fino almomento della cena, a cui è seguita una bella seratadi musica in compagnia. All’indomani mattina, dopouna definizione dei lavori suddivisi in gruppi, ci si èritrovati in plenaria e simulato un vero e proprioConsiglio direttivo. Discutendo per l’organizzazionedi una fantomatica festa sociale per i giovani, si è arri-vati alla conclusione che la messa in atto di un “assal-to” alla dirigenza deve avvenire rispettando chi è inse-rito già da tempo e stimolando contemporaneamen-te i nuovi arrivati, i giovani, quindi un assalto inpiena regola fra “vecchio e nuovo”. Un approcciomoderato potremmo dire, necessario per il pacificofuturo della mission di solidarietà dell’Avis. A mode-

rare la simulazione è intervenuto Oreste Ferrari, ilquale ha saputo porre stimolanti interrogativi, spin-gendo i giovani a esporre interessanti osservazioni espunti di riflessione. Gli interventi, le obiezioni e iconfronti sono stati espressi liberamente, portando avolte ad apparenti salti tematici, come avviene nelbrainstorming, ideale per stimolare la creatività,auspicata nei giovani nell’organizzazione della festa.Il tema interessava tutti da vicino, quindi il dibattitoè stato acceso e movimentato. Sono emerse buoneidee, alcune realizzabili altre meno, ma ciò che contaè stato lo spirito con il quale tutti si sono messi ingioco per dire la loro. Tale tecnica, probabilmente, èstata messa in atto in modo innato, ma ormai fattoproprio dai giovani avisini abituati a partecipare aigruppi di lavoro tipici dei forum o degli eventi for-mativi avisini. Sono emerse stimolanti tematiche,note e non, tra le quali la significatività di alcunimomenti celebrativi, più o meno condivisi, come lebenemerenze; l’importanza dei “simboli” per consoli-dare il senso di appartenenza all’associazione; la diffi-coltà nel riuscire a rintracciare una decisione condi-visa e quindi il ruolo cruciale di un ottimo presiden-te nel saper mediare tra i consiglieri e tra questi e igiovani, nell’esser concreto, nel motivare, nel saperdelegare e far squadra, nell’esser super partes…o supereroe? Fa riflettere, come a volte è già capitato,la propensione, anche all’interno del mondo del

volontariato, nel riuscire meglio a rintracciare lenegatività contrariamente alle positività e all’elogiosincero. Rincuora la constatazione dell’orgoglio chesi respira nella partecipazione attiva all’associazione,come la consapevolezza dell’importanza della forma-zione, che consente la crescita dell’associazione stessaattraverso momenti di confronto, di condivisione delbagaglio di conoscenze associative, pratiche e umaneindispensabili a tutti coloro che vivono l’Avis, daidirigenti ai volontari, dai senior ai giovani… al di làdell’età anagrafica! Tutta la platea è rimasta soddisfat-ta del buon esito del forum e speriamo che questo sial’inizio della nascita di nuovi figure giovani anche alivello dirigenziale. Lidia Pastore

Hanno collaborato Roberto Fontanino e Silvia Peddes

Si rinnova, con il prossimo tour “L’amore è unacosa semplice”, la collaborazione tra Tiziano Ferro

e Avis (nella foto con la vicepresidente nazionale RinaLatu). Già presente con punti informativi durante lapresentazione al suo Fan Club del nuovo album, il 19novembre al Teatro D’Annunzio di Latina, l’Avis saràaccanto a Ferro durante tutti i suoi concerti. Una col-laborazione ormai collaudata (sia con il tour“Nessuno è solo” del 2007 che “Alla mia età” del2009) che vedrà postazioni e volontari avisini sensi-bilizzare al dono del sangue negli stadi e nei palazzet-ti dove il cantante si esibirà. Un messaggio rivoltosoprattutto al mondo giovanile, attraverso unacomunicazione diretta e chiara, in un clima di alle-gria e di gioia. Come deve essere il dono. Un messag-gio di cui Tiziano Ferro, come già negli anni scorsi, sifarà portavoce in giro per l’Italia invitando pure inprima persona, dal palco, i suoi fan a diventare dona-tori, “per ridare la speranza a chi ne ha bisogno”.Tiziano più volte ha, infatti, dichiarato che i giovanisono molto sensibili ai valori della solidarietà, ma chespesso non sono abbastanza informati. Questa nuova

collaborazione darà proprio la possibilità di lanciaremessaggi positivi e di raggiungere le nuove generazio-ni attraverso il loro linguaggio, nel loro ambiente. InVeneto, le tappe del tour di Tiziano Ferro saranno il7 maggio 2012 al Palaverde di Villorba (Tv) e il 10maggio all’Arena di Verona. Michela Rossato

Giovani “ombrerosse” all’assalto

della dirigenza

Torna TizianoAvis, a maggio le tappe in Veneto

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A guardiadel BenàcoSono 57 gli Istituti Secondari della regione che

hanno aderito alla quarta edizione di “Musica nelsangue”, il progetto che tramite la musica si proponedi sensibilizzare i giovani sul tema della donazione e,sul lungo periodo, di promuovere la cultura dellasolidarietà e del coinvolgimento diretto. La scuola èsicuramente il luogo privilegiato per promuovere latrasmissione e la rielaborazionedelle conoscenze, delle profes-sionalità e delle capacità relazio-nali. Ma ha anche un ruolo fon-damentale nel contribuire a for-mare un orientamento di valorinei giovani, quale elemento significativo della loro

identità personale: ilvolontariato a scuola puòguidare nell’acquisizionedi stili di vita positiviimprontati alla partecipa-zione e alla legalità, edu-care all'ascolto e promuo-vere la capacità di accor-gersi dell'altro, superare lamancanza di disponibilitàad assumere ruoli diresponsabilità in primapersona. Ecco quindi che“Musica nel sangue schoolcontest” resta un progettoatteso e consolidato inVeneto. I 57 IstitutiSuperiori aderenti sonodistribuiti in tutte e settele province: 6 della pro-vincia di Venezia, 6 diBelluno, 6 di Treviso, 13di Padova, 4 di Rovigo, 11

di Verona e altre 11 di Vicenza. Dopo l’adesione, lagrande protagonista diventa la musica live: i ragazzidelle scuole aderenti al progetto, potranno esprimeretutta la loro creatività musicale sui palchi allestiti neiloro Istituti, di fronte a compagni, amici e professo-ri. E avranno l’occasione per partecipare nel contem-po a un positivo e costruttivo confronto sul tema

della donazione di sangue, gra-zie alla presenza dei volontaridelle diverse associazioni coin-volte nel progetto (Avis, Fidas eAbvs Veneto). Gli studentipotranno orientare il loro reper-

torio seguendo le tre categorie del contest: musicaoriginale, musica cover, musica originale sul temasolidarietà (brani il cui contenuto verta su benevolen-za, comprensione, ascolto, empatia…). Sarà una giu-ria popolare a scegliere i 2 brani che rappresenteran-no l’Istituto e che verranno caricati sul portalewww.musicanelsangue.it per essere votati dagli uten-ti della community (entro il 31 marzo 2012). Le 36canzoni selezionate dai fruitori del sito si sfiderannoin due semifinali, che si terranno in due Istituti dellaregione (entro il 30 aprile): 24 saranno i finalisti chesi contenderanno il titolo di vincitore (3 per ognicategoria) su un importante palco, di fronte a unaprestigiosa giuria di qualità (nel maggio 2012). Musica nel sangue è un progetto che non si rivolgesolo alle band scolastiche venete. Con Showcase,contest musicale aperto a tutte le band italiane chevogliono farsi conoscere, i singoli artisti o gruppihanno tempo fino al 15 aprile 2012 per caricare lapropria musica (brani o video) sul portalewww.musicanelsangue.it. La community del sito e lagiuria di qualità decreteranno il miglior gruppo, cheavrà la possibilità di suonare come headliner alla fina-le di “Musica nel sangue school contest”.

Musica, Avis, scuola: tris vincente

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Parte la quarta edizione,57 scuole superiori iscritte

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ETO Chi vuole scoprire le bellezze del lago di Garda

nella parte sud-orientale, deve per forza sostarea Lazise: importante centro turistico, agricolo e com-merciale a 22 chilometri da Verona. Le origini diLazise sono molto antiche, risalgono addiritturaall’età del bronzo. Nel 1957, infatti, fu scoperta unanecropoli dell’epoca in località Mondragon. Ci sono,inoltre, molte testimonianze romane e mantieneancora oggi l’aspetto medievale, ricca di torri e muramerlate. A Lazise vennero concessi privilegi e dirittidi pesca e pedaggio e nel 983, grazie a Ottone IIdiventò il primo comune libero di tutta la penisola.Una targa murata sul lungolago ricorda l’evento. Nel1014 Enrico II di Baviera cedette l’abitato in feudoad Antonio Bevilacqua, che fortificò la cittadina conmura e fossati e con la costruzione del castello. È sim-patico sapere che Bevilacqua era un feudatario asso-lutamente astemio, pur trovandosi in una zona doveil vino viene qualificato come uno dei migliori delveronese. Fu nel XIII secolo che Lazise passò sotto lasignorìa degli Scaligeri che fortificarono ulteriormen-te il castello e ne fecero un avamposto strategico emilitare. Nel 1405 Venezia insediò una Capitaneriadel lago, che ampliò la darsena (o dogana) difesa dauna torre e dotò la cittadina di una piccola flotta. Iveneziani dovettero subire parecchi attacchi, fu allo-ra che il Provveditore Zaccaria Loredan incendiò laflotta (i resti della quale si trovano ancora adagiati sulfondo del lago) durante la guerra della Lega diCambrai nel 1509. Nel 1517 Venezia tornò in pos-sesso della città e nonostante i numerosi passaggi dimano e le numerose invasioni dei piemontesi e degli

austriaci, Lazise riuscì a difendersi e fu sempre rico-struita. Oggi si notano le forme veneziane con vie,calli e campielli tipici della Serenissima, una piccolaVenezia all’interno delle mura di cinta, in cui si trovaanche il Mastio. All’epoca medievale risalgono lachiesetta romanica di San Nicolò con affreschi del1300, la Dogana Veneta del XIV secolo, da dove sicontrolla ancora oggi lo specchio del lago antistantee dove chi passava sulle acque doveva pagare il pedag-gio: ecco il perché della dogana. Passeggiando lungole mura si possono ammirare oltre alle torri, conser-vate in ottimo stato, le tre porte che ancor oggi sonogli ingressi principali del centro abitato. La portamaggiore o di San Zeno, uno dei santi protettori diLazise, ha un mosaico molto bello sulla sinistra, conl’immagine del santo stesso. Continuando il cammi-no si nota la Torre delle Ore, che nel medioevo eramunita di orologio e campane. Si incontra, quindi, ilcastello costruito sui resti di una villa romana e alcu-ni reperti del porto romano sono visibili nel giardinodel castello, ora di proprietà privata. Si arriva così allaporta sud, la Porta del Lion, con un bassorilievoall’interno, “Il Leone di San Marco”. L’ultima portaagibile è la porta nord, quella di San Martino e al suointerno un altro mosaico interessante, l’effigie di SanMartino con il castello di Lazise sullo sfondo e difronte un bassorilievo della Madonna. Ma la cittadi-na è nota anche per la sua economia. Pur non disde-gnando l’economia agricola, con i suoi oliveti, vigne-ti e frutteti che crescono sulle stupende colline more-niche, riparate dai freddi del nord dal Baldo, la mon-tagna dei veronesi, la vera ricchezza di Lazise è il turi-smo. La tutela paesaggistica riesce ad attirare decinedi migliaia di turisti, sia per il clima particolarmentebenefico sia per gli undici campeggi classificati dalle4 alle 5 stelle, dislocati lungo il lago. Basti un dato: iresidenti in periodo normale sono poco più di 5.000,in primavera e in estate le presenze arrivano a più di70mila. Merito, non ultimo, anche della gente cor-

diale, che parla volentieri con l’ospite e lo fa sentire acasa propria. L’affabilità degli abitanti è fondamenta-le per il turismo, vera risorsa per la valorizzare la bel-lezza del luogo. Di fronte a Lazise c’è il punto piùlargo del Benàco (Garda) e infinite sono le possibilitàdi passeggiate lungo il lago, di escursioni in barca,per godere di uno spettacolo unico del lago più gran-de d’Italia. La Dogana Veneta è il più grande edificioche, con San Nicolò, copre il lato sud del porto, inaltri tempi frequentatissimo. La Dogana ebbe parec-chi usi e destinazioni, non ultima la custodia dellaflotta del lago. È bene sapere che le galee furono tra-sportate da Venezia sul lago attraverso le montagnecon l’impiego di migliaia di uomini e animali, fino allago di Torbole per raggiungere Lazise. Ma il capo-luogo non è il solo che merita di essere visitato.Pacengo è la frazione più importante del comune escoperta forse come residenza dai romani, fu giàcomune durante la Repubblica di Venezia e solo nel1811 passò definitivamente sotto Lazise. Però la fra-zione più interessante è Colà (Scarmenà) che indicache il paese era sparso sulle solatie colline morenicheprospicienti il Garda, terreno prettamente agricolocon coltivazioni particolarmente pregiate. SempreColà è famosa per il suo parco termale del Garda conle sue acque costantemente a 37-39 gradi. Veniamoora alle manifestazioni di Lazise. La stagione si apre aluglio con la festa dell’ospite, a seguire “Il PremioLazise d’oro” per l’artigianato moda, ad agosto. A set-tembre la mostra dei pittori del Garda e altri momen-ti culturali con rassegne e concerti, il primo week enddi ottobre la Fiera internazionale dell’apicoltura e delmiele, per poi chiudere la serie con la Fiera di SanMartino, compatrono della città, l’11 e 12 novem-bre. A Colà, invece, a Carnevale c’è l’elezione del Redel Goto e il 5 e 6 agosto la sagra della Madonnadella Neve. La manifestazione più importante è quel-la che riunisce decine di paesi rivieraschi del Garda:la Bandiera del Lago, regata che vanta oltre 500 anni

di storia. Protagonista è la Lega delle Bisse del Garda,barche di chiara derivazione dalle bissone veneziane,a fondo piatto con voga alla veneta. Al gruppo remie-ro vincitore della regata, spetta il diritto di partecipa-re alla sfilata storica sul Canal Grande a Venezia.L’importanza di questa manifestazione coinvolge pra-ticamente tutto il Garda, da Salò a Peschiera. FuGabriele D’Annunzio uno dei più accesi sostenitoridella Lega delle Bisse e ancora oggi è possibile ammi-rare, presso il museo di Lazise, il bellissimo trofeo checommissionò allo scultore Colbertaldo. Quelle chefurono costruite come barche da parata per i nobiliveneziani, oggi offrono un vero e proprio momentoludico-remiero molto applaudito. Vorremmo raccon-tare tante altre cose di Lazise, ma è giusto che sia ilturista in visita a scoprirle da solo e trovare tantiangoli di questo centro delizioso e unico, come lo hadefinito Gianni Faccioli, presidente dell’Avis, inna-morato del suo paese e anfitrione per noi.Chiudiamo queste brevi note ricordando agli amiciavisini veneti che proprio qui, a Lazise, si svolgeràl’assemblea regionale veneta il 21 aprile 2012, ospitedi quel gioiello che è la Dogana Veneta (foto sotto),che un restauro recente ha reso uno dei più elegantied esclusivi luoghi per eventi della provincia diVerona. Ottaviano Cereser

Info su Lazise: 045/758114 – 045/7580573

Dai Romani alla Serenissima

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Ormai da dieci anni l’Avis veronese organizzaincontri formativi con i ragazzi dell’85°

reggimento della caserma Duca di Montorio-Verona.Ben oltre seicento erano i militari, freschi di giuramento,all’appuntamento di lunedì 24 ottobre. “Questi giovaniarrivano da tutta Italia - spiega Piergiorgio Lorenzini,presidente Avis provinciale, che era affiancatonell’occasione dal vicepresidente regionale FrancescoJoppi e dal consigliere regionale Carlo Foresti - nonsappiamo quanti di loro diventeranno donatori e se lofaranno a Verona, ma speriamo che aiutino a diffonderela cultura del volontariato e lo spirito di solidarietà”.Ogni anno l’Avis organizza quattro incontri per spiegarele modalità della donazione e come quei pochi minutipossono salvare molte vite. A questo era presente anche la dottoressa ClaudiaRoatta, che ha brillantemente spiegato l’utilità e lefinalità della donazione di sangue. “La nostra missione

è essere al servizio della cittadinanza - ricorda il colonnelloPierpaolo Giacomini - è nostro dovere metterci adisposizione di iniziative di solidarietà. I ragazzi devonoessere formati non solo militarmente, ma anche dal puntodi vista culturale per far crescere un forte senso civico”.

Sant’Anna d’Alfaedo, una sfida a calcio e... fornello

L’eccellenza in campo medico-sanitario, di cui noiveronesi andiamo orgogliosi, rende oggi possibile

un maggior numero di interventi, di routine, d’elezioneo per effettuare trapianti, richiedendo di conseguenzasempre più sacche di sangue. A Verona e provinciaservono circa 70.000 donazioni l’anno, praticamente200 ogni giorno, compresi quelli festivi. Una quantitàconsistente e continua, cui non è possibile rinunciarese si vuole avere la certezza che ogni ammalato einfortunato possa ricevere una adeguata assistenza almomento del bisogno. Per questo occorrono piùdonatori. L’invito viene rivolto in questo periododall’Avis veronese mediante una campagna disensibilizzazione, realizzata con lo studio grafico ElenaFattorelli, che ha per soggetto una coppia di innamoratiche si bacia davanti al balcone di Giulietta. “Poche storie!Abbiamo bisogno di autentici gesti d’amore”, questoil messaggio che si rifà alla mitica storia d’amore fraGiulietta e Romeo che appassiona gliinnamorati di tutto il mondoattirandoli nella nostra città. Storiao leggenda che sia, può paragonarsial grande gesto d’amore del dono delsangue proposto ai cittadini. Lapubblichiamo in terza di copertina. “Da donazione responsabile aresponsabilità associativa” era inveceil titolo del corso di formazioneorganizzato dall’Avis provinciale diVerona, in collaborazione e con ilsostegno del Centro servizi per ilvolontariato, effettuato tra ottobree novembre. L’iniziativa ha avuto

un lusinghiero successo: ben 80 sono state le presenzeal corso tra Verona e Legnago. L’obiettivo del percorsoformativo era di preparare nuovi soci alla dirigenzafutura, anche in relazione al rinnovo delle caricheavisine nel 2013, ma anche avvicinare allo spiritodell’associazione nuovi soci con incontri approfonditied esperti del settore. Molti dei giovani partecipantihanno poi dato vita (vedi servizio a pag. 20) alla duegiorni di formazione del Forum Giovani regionalesvoltosi a Dossobuono di Villafranca il 12 e 13novembre. Riteniamo che questi siano stati duemomenti ideali per favorire l’inserimento di nuoverisorse, in particolare giovani, che con freschezza edentusiasmo potranno proseguire attivamente nellanostra mission che è diffondere la cultura delladonazione, assicurando sempre il sangue a sufficienzanegli ospedali.

Piergiorgio Lorenzini, presidente Avis provinciale

In occasione della 48° Giornata del donatore, l’Avisdi Caprino Veronese ha consegnato il distintivo

d’oro con smeraldo per aver effettuato 100 donazioni

a Maurizio Marogna. Maurizio insegna scienze motorieall’Istituto professionale servizi alberghieri e dellaristorazione (Ipsar) Carnacina di Bardolino ed è unosportivo. Oltre 180 sono state le vittorie in garedilettantistiche in bicicletta, è stato 74 volte campionelombardo e italiano e vanta due titoli mondiali acronometro in Austria e Slovenia. Ha conseguitoinnumerevoli risultati anche in altre discipline, comevela e sci, sempre coniugando lo sport con la donazionedi sangue. Donare sangue non crea assolutamentealcun problema per il fisico e Maurizio è latestimonianza lampante che sport e donazione possono“andare a braccetto”. Possiamo affermare che mai,come in questo caso, è più valido lo slogan delle tre ”S”:sport, salute, solidarietà.

Aseguito dell’alluvione del novembre 2010 nell’estveronese, l’Avis provinciale aveva aperto una

sottoscrizione invitando le Avis comunali a partecipare.La somma raccolta è stata consegnata al presidedell’Istituto comprensivo di Monteforte d’Alpone perun intervento di risanamento nella struttura della scuola.I lavori sono stati eseguiti. Ecco la lettera inviataci daglialunni della scuola: “I primi giorni di novembre dello scorsoanno sono stati davvero tragici per noi abitanti diMonteforte d’Alpone. Purtroppo l’alluvione, con la suaviolenza, ha invaso gran parte del nostro paese, facendo

cadere nella disperazione molte persone. Quell’acquafangosa ha raggiunto anche il cortile della scuola, legradinate e ha danneggiato perfino le due porte dell’edificioscolastico, che già erano piuttosto vecchie e insicure. Perfortuna, però, voi rappresentanti dell’Avis, che siete abituatia donare la vita agli altri, ci avete offerto il contributo persostituire i due portoncini d’ingresso. Ora la facciata dellascuola è più bella e anche più sicura. Noi bambini di quintavi ringraziamo a nome dei 335 alunni della scuolaPrimaria “Bruno Anzolin”.

Sara Martinelli e gli alunni delle classi quinte A, B e C

Nel comune di Sant’Anna d’Alfaedo si è tenuta laterza edizione del torneo di calcio a sette "Piccola

Cina”, fra le tre frazioni Ronconi, Ceredo e Cescatto.Quattro le squadre che si sono date battaglia, arrivandoalla finale. Questo torneo (che trova la sponsorizzazionedell’Avis) si diversifica da tutti gli altri poiché, oltre avedere la partecipazione obbligatoria in campo di duedonne, punta sullo spirito di squadra, al di là dellecapacità sportive, per cui giocano molti che di calciosanno e praticano ben poco. La riuscita del torneo è stata garantita da ottime cuochepost-partita che hanno preparato pastasciutte, gnocchie torte e da un più che valido sostegno: l’Avis! Con lacertezza che queste iniziative servono a farci stareassieme e a promuovere la donazione, il prossimoappuntamento è già fissato per il 2012.

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Avis suona l’adunata, l’85° risponde

Un grazie alle Avis dalla scuola alluvionata di Monteforte

Poche storie... e tanta formazioneLE

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Quando valgono le tre “S”: Sport, Salute, Solidarietà

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Una bella tirata d’orecchie per l’Avis Mestre-Marghera, che in occasione della Festa del

donatore 2011 ha dovuto fare i conti con dei dati unpo’ al di sotto delleaspettative: nonostante unaumento, piccolo, delnumero di donatori attivi(4.822, +1% rispetto al2010), nei primi nove mesidell’anno le donazioni sono diminuite dell’1% (5.817),portando l’indice donazionale a un triste 1,21! “Evidentemente l’invito dell’anno scorso di andare adonare una volta in più e portare un amico è stato recepitosolo a metà - ha commentato il presidente RobertoCerruti - in periodi difficili come quello che stiamovivendo - ha aggiunto - si tende a diventare più cauti eda volte più egoisti, ma è in questi momenti che ci sono piùpersone che hanno bisogno di noi. È proprio quandoabbiamo di meno che dobbiamo donare di più".Un’esortazione a crescere è arrivata anche dal presidentedell’Avis regionale, Alberto Argentoni, che hainnanzitutto ricordato come la Comunale di Mestre-Marghera sia una delle realtà più significative dellaregione per storia e numeri, nonché una delle prime aportare il Centro raccolta all’interno dell’ospedale.“All’Angelo i consumi di sangue sono cresciuti del 7% -ha spiegato Argentoni - e la provincia di Venezia devetornare a inviare sacche alle altre regioni. Vi invito quindia crescere, sia come numero di volontari sia come numerodi donazioni: non vi chiedo di allineare l’indicedonazionale alla media regionale dell’1,8%, ma almenodi arrivare all’1,5. Puntate sui giovani, promuovendoanche degli stili di vita corretti”.Al di là delle criticità, vale la pena ricordare i protagonistidella giornata: gli oltre 600 donatori premiati, applauditi

insieme allo scoppiettante presentatore Gaetano RuoccoGuadagno e al coro gospel Joyful Gospel Group (infoto), che hanno divertito ed emozionato il pubblico

avisino del teatro Toniolo.Un ringraziamento a loro ea l l ’ A m m i n i s t r a z i o n ecomunale che, inserendo laGiornata del donatorenell’Autunno mestrino, ha

concesso gratuitamente il teatro. Vi aspettiamo quindinel 2012, con una Festa del donatore che, siamo sicuri,sarà sempre più una grande festa! Giorgia Chiaro

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Che un immigrato chieda di diventare donatore disangue è cosa apprezzabile, anche se è piuttosto

rara. Ma che lo chieda un’intera comunità di immigratiè sicuramente un fatto eccezionale, ma lo è ancora dipiù la motivazione “per potersi meglio integrare”.Protagonista è la comunità indiana dei Sikh, che ha sedea San Bonifacio, dove secondo le ultime statistichevivono quasi 500 indiani, arrivati negli ultimi 10 anni.Però i Sikh che la domenica si ritrovano per le funzionireligiose nel “Gurdwara”, la loro sede di via Ritonda(“Quattro strade”) sono molti di più, perché questa èil punto di riferimento per tutti gli indiani delcomprensorio a cavallo delle province di Verona eVicenza: si calcola siano tra 1.500 e 2.000. Sonoimpiegati in diversissime attività, nelle concerievicentine, ma anche nei settori dell’edilizia, dei trasporti,dell’agricoltura, dell’informatica e dell’industria ingenere. La non perfetta conoscenza della lingua italianaspesso li fa apparire come una comunità chiusa, anchese la loro disponibilità a integrarsi lo smentisce, comeappunto dimostra il loro straordinario gesto. “Tutto è

nato nel corso della recente Festa delle associazioni -racconta Olivo Zampieri, presidente dell’Avis di SanBonifacio - quando un gruppo di giovani indiani si èavvicinato al gazebo della nostra associazione, chiedendodi poter iscrivere all’Avis quanti più possibile lorocompatrioti, sicuramente attorno al centinaio”. L’inattesaproposta è stata naturalmente presa subito inconsiderazione, anche se è evidente che deve essereesaminata con attenzione, dato che il Paese diprovenienza dei Sikh è tra quelli dove ancora vi sonomalattie tropicali, come la malaria. Ma è sorprendentesoprattutto il motivo di questa offerta di sangue, cheassume un carattere fortemente simbolico: “Vogliamo

iscriverci all’Avis e donareil sangue non solo permotivi umanitari, ma perpoter meglio integrare lanostra comunità con ilPaese che ci ospita - haspiegato Harpreet Singh,il giovane peritomeccanico e studente diingegneria a Padova, anome della comunità sambonifacese. E spiega: “Qui noiabbiamo la nostra associazione, sorta due anni fa, che sichiama “Guru Nanak Mission Sewa Society” che contagià 600 iscritti, con un presidente, Singh Rajwant, 10consiglieri e un segretario, Gurvinder Singh. Sonosoprattutto i giovani - aggiunge - che premono per donareil proprio sangue e che desiderano questa integrazionecollettiva”. Così, per passare dalle intenzioni alla pratica,il 20 novembre al termine delle loro funzioni religiose,che si concludono poi con un pranzo comunitario, siè svolto un incontro tra le centinaia di Sikh presenti ei rappresentanti dell’Avis, il presidente Olivo Zampieri,accompagnato dal presidente provinciale PiergiorgioLorenzini, il direttore del Dimt di Verona, dott.Giuseppe Aprili, con Giorgio Gandini e Fausto Bressandell’ospedale Fracastoro, i quali hanno spiegato agliaspiranti donatori le modalità previste dalla legge perpoter donare il proprio sangue nella più rigorosasicurezza. Ne è seguita la raccolta dei nominativi deifuturi donatori (145 firme) e, nei giorni successivi,l’accesso al Centro del Fracastoro per i necessari esamipreventivi. “Questo evento - conclude Zampieri - ci lasciapiacevolmente sbalorditi, non solo per la generosità del gesto,ma soprattutto per il suo significato che può rappresentareanche per altre comunità di immigrati e per la loroeffettiva integrazione”.“Non ci sono problemi sanitari irrisolvibili - ha dichiaratoil direttore del Dimt di Verona, dott. Giuseppe Aprili- e penso che nell’arco di un anno e mezzo, assieme allaRegione, saranno risolti anche quelli del test della malaria”.Il medico si riferiva al fatto che, essendo l’India una zonadove la malaria è ancora diffusa, occorre garantire lasicurezza del sangue dei donatori indiani, che potrebbecontenere il parassita agente di questa malattia. Inattesa della messa a punto di questo test che dia lasicurezza per quanto riguarda i globuli rossi, si puòintanto utilizzare il plasma in quanto attraverso iprocessi di lavorazione e inattivazione virale tutti iprodotti plasmaderivati vengono resi ormai sicuri.

Gianni Bertagnin

Oltre 50 mila euro raccolti in 38 anni, in partedevoluti in beneficenza a persone e associazioni

locali in difficoltà, in parte utilizzati per progettiassociativi. Questi i notevoli risultati della “Giornatadella solidarietà”, ideata e organizzata annualmentedall’Avis di Burano. La manifestazione si è svoltadomenica 18 settembre in occasione della regata diBurano in piazza Galuppi. Allo stand gastronomico,aperto dalle 8 alle 15, erano 15 i cuochi impegnati nellapreparazione del pesce “rosto” e fritto: seppie, calamari,sarde e spiedoni di mazzancolle, la vera specialità delgruppo, accompagnati da 50 chili di polenta.

VENEZIAVERONA

Più uno (per cento) i donatori,meno uno le donazioni, perché?

Mestre: un anno, un po’ d’affanno

Burano: 38 anni di solidarietà a base di pesce e “polentona”

Un esercito di Sikh conquista l’Avis

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Nel suo 56° anno di vita, l’Avis di Venezia ha registratoun incremento della raccolta dell’1,58% rispetto

all’anno precedente e, in occasione della propria festa,

celebrata l’11 settembre, ha premiato ben 26 donatoricon oltre 100 donazioni. Risultati raggiunti anche grazieal lavoro capillare svolto dai volontari impegnati a 360°,in particolare tra gli studenti di tutte le fasce di età,dalle scuole elementari alle superiori. Diversi Istitutivantano tra i propri alunni numerosi donatori, inparticolare ragazze, che appena compiuti i 18 anni sirecano al centro raccolta per diventare donatrici. “Se silavora tra Associazioni che siano esse sportive, culturali obenefiche - commenta Orietta Guerrasio, presidentedell’Avis comunale di Venezia - i risultati poi si riscontrano,con un aumento di giovani che vengono a donare. Lavorareassieme in un momento di crisi come quello che sta passandoil nostro Paese, aiuta tutti a risollevarci e a dare uno scopomaggiore a tutto il nostro lavoro all'interno delleAssociazioni”. E a proposito di collaborazione fra lediverse associazioni, nelle foto: i ragazzi del GruppoScout della Giudecca con il loro responsabile regionaleAlberto Fantuzzo, premiato per le 75 donazioni.

Il presidente dell’Avis nazionale, Vincenzo Saturni, e dell’Avis regionale,Alberto Argentoni, hanno partecipato, il 22 ottobre, all’inaugurazione

del nuovo centro civico e prelievi dell’Avis di Olmo-Maerne. La presidentedell’Avis locale Gianna Moras ha ripercorso le tappe di questa realizzazionesostenuta con caparbietà dall’Avis e ha ringraziato tutti coloro che hannocontribuito all’opera. Un intervento caloroso è stato quello del sindacoGiovanni Brunello, che ha sottolineato la particolare attenzione che ilcomune dedica alle frazioni del capoluogo, consegnando con orgoglio lechiavi alla Moras. Hanno portato il loro saluto Giorgio Gobbo, consiglieredell’Avis nazionale e don Terenzio. Il nuovo centro sarà punto di aggregazioneper le varie attività sociali, in modo particolare Avis, Aido e Admo. O.C.

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Grande successo per la prima “Festa delle associa-zioni”, voluta dal gruppo di associazioni

Concordia Eventi (di cui l’Avis è uno dei fondatori),che nel primo weekend di ottobre ha portato in piaz-za il volontariato di Concordia e centinaia di perso-ne. Concordia Eventi nasce proprio per questo! In unanno carico di valori e di ricorrenze importanti, i 150anni dall’unità d’Italia e l’anno europeo del volonta-riato e della cittadinanza attiva, le associazioni localihanno voluto dare origine a qualcosa di importante eche lasciasse il segno anche per gli anni a venire. Lospirito con cui l’evento è stato organizzato è riassun-to nelle parole del compianto parroco di Concordia,don Pierluigi Mascherin, cui la festa delle associazio-ni è stata dedicata: “I veri ponti di riconciliazione sicostruiscono partendo dal lato debole dei fiumi”. Esono proprio le associazioni di volontariato il latodebole, da cui cominciare a costruire ponti di coesio-ne sociale. Concordia Eventi si è fatta interprete diun bisogno dando dapprima vita al sito www.concor-diaeventi.it, in cui tutte le associazioni possono farsiconoscere e promuovere gli eventi che organizzano, epensando poi alla Festa delle associazioni. La festa ècominciata venerdì 30 settembre con la cena di bene-ficenza galleggiante sul fiume Lemene, il cui ricavatoè stato devoluto alla Goal Smile Onlus che si occupadi portare aiuti alle popolazioni del Kenia. Sabato 1°ottobre è stata la volta del convegno su sport e soli-darietà, aperto dall’esibizione degli allievi dell’asso-ciazione “Musica Maestro”. Domenica 2 ottobre, pertutta la giornata le associazioni hanno occupato l’in-

tero centro storico con i loro gazebo multicolore,mentre gli angoli più suggestivi del paese hanno ospi-tato le esibizioni sportive, musicali, cinofile e teatralie le mostre artistiche e di auto d’epoca americane.“Colpisce la vita e la vivacità che si respira aConcordia”, ha sottolineato il parroco don LivioCorazza nel suo saluto. E già tutti cominciano a pen-sare all’edizione del 2012! D.P.

Associazioni unite anche a ConcordiaVENEZIA

La lucciolata per la “Via di Natale” di Aviano è unappuntamento fisso del settembre concordiese, ma

l’Avis di Concordia sa arricchirlo continuamente permantenere viva la partecipazione di pubblico.L’edizione 2011 era tutta incentrata sulla raccolta deitappi di plastica: un metodo che dal 2005 ci ha con-sentito di devolvere alla Via diNatale oltre 5.400 euro. Per la luc-ciolata è stata presentata la nuovacasetta in legno per le attività dipulizia e di selezione dei tappi,offerta dalle ditte Giesse lavorazio-ne legno, ZGFimpianti elettrici elattoneria e Flaborea - serramentiin legno. La struttura è andata adarricchire il nuovo deposito presso

l’ecocentro di Concordia ottenuto grazie ad una con-venzione tra le Associazioni, il Comune e l’Asvo. Laraccolta di tappi di plastica ha preso piede tra i concor-diesi, ma nessuno poteva immaginare la profondità ditale coinvolgimento. Per sfida si è chiesto ai ragazzidell’Oratorio di cimentarsi nella raccolta dei tappi di

plastica e i risultati ci hannolasciati di stucco: oltre 9quintali consegnati in unasola settimana! L’esperienzadella lucciolata di Concordiadimostra che la generositàdelle persone non ha limiti seviene adeguatamente stimo-lata e convogliata.

Dario Piccolo

VENEZIA

Venezia cresce, “scortata” dagli scout

Duplice gemellaggio tra le Avis e i comuni diCamponogara e Velletri, siglato il primo

weekend di ottobre nella città laziale. L’iniziativa ènata da un’idea di Giancarlo Rizzi, fondatore e presi-dente dell’Avis camponogarese, per ricordareDomenico Menin, garibaldino nato a Camponogaral’8 ottobre 1843 e morto a 41 anni a Velletri. Unadelegazione di camponogaresi, con il sindaco Menin,dal presidente della Pro Loco Compagno e daGiorgio Scotto dell’Avis provinciale di Venezia, si èrecata a Velletri, dove è stata accolta dai rappresen-tanti di Comune, Avis, Carabinieri, Protezione civilee Associazione garibaldina. La colonna di parteci-panti si è raccolta in preghiera davanti alla tomba di

Domenico Menin, per poi siglare il gemellaggio pres-so la curia, dove le rispettive delegazioni si sonoscambiate doni e promesse di amicizia. Da oggi, inricordo di Domenico, l’8 ottobre i Comuni esporran-no la bandiera della città gemella.

Camponogara e Velletri gemellate in camicia rossa

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Una casetta sulla Via di Natale per “tappi solidali”

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Olmo-Maerne: il nuovo centro civico e di raccolta

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Anche quest’anno a Lupia-Poianella si è deciso diorganizzare la “Giornata del prelievo” per nuovi

aspiranti donatori, il 24 ottobre. A introdurla è stata,la settimana prima, una serata sulle cellule staminalie sul loro utilizzo, presentata dalla Fondazione Tes(Fondazione per la Biologia e la Medicina dellaRigenerazione), di cui Avis è partner. Un modo perinformare i nostri donatori, e non solo, sui nuovistudi e progressi della ricerca e per coinvolgere nuovidonatori. Durante la serata è stato anche spiegato ilperché della nascita del connubio Avis-Tes, (Avis ècofondatore della Fondazione) e divulgato lo slogan“Avis con Tes: volontariato e ricerca insieme per l’uomo”.Relatori il prof. Pierpaolo Parnigotto e ClaudioGrandi che, insieme al presidente regionale AlbertoArgentoni, hanno spiegato in maniera semplice echiara l’affascinante mondo della ricerca e i suoi pro-gressi. Ricerca alla quale l’Avis di Lupia-Poianella havoluto dare il proprio contributo economico, conse-gnando al prof. Parnigotto (presidente di Tes) unassegno da 300 euro. All’iniziativa ha collaborato labiblioteca di Bressanvido, che ha messo a disposizio-ne gli spazi, e sono intervenuti sia il sindacoLeopoldo Bortolan, sia l’assessore alla cultura e allosport Pierluigi Ponso. Volendo incidere in modoprofondo, abbiamo provveduto a realizzare un volan-tino per presentare questi due avvenimenti e realizza-re una capillare pubblicità, che è iniziata con l’espo-sizione dei manifesti alla raccolta di fondi per la scuo-la dell’infanzia di Bressanvido, presso lo stand allesti-

to dalla stessa scuola in collaborazione con l’Avis diLupia e Poianella. I manifesti hanno avuto una gros-sa visibilità, viste le migliaia di persone che sonoaccorse all’annuale festa della Transumanza. Sonostati distribuiti, inoltre, 2.500 volantini porta a portanei nostri paesi, con la spiegazione dell’organizzazio-ne della serata con Tes, e l’invito a presentarsi ladomenica mattina presso la palestra di Poianella perchi volesse avvicinarsi alla donazione del sangue. Purmolto ben organizzata, la giornata non ha registrato igrandi numeri del passato, lasciando un po’ delusi idirigenti. “Ma non intendiamo abbatterci - hannodichiarato - anzi, promettiamo una divulgazione ancorpiù capillare del valore della solidarietà e del dono delsangue per tutti gli ammalati, fine principale del nostroessere associazione”. Giorgio Segato

L’Avis dell’Altopiano di Asiago ha promosso treiniziative diverse, ma collegate tra loro, per pro-

muovere tra i giovani la donazione di sangue, i cor-retti stili di vita, il valore della salute e dello sport e

dello stare insieme positivo e sano. Il progetto, deno-minato “Estate… con Avis”, ha visto la collaborazionedegli Uffici delle Pro Loco di Canove, Treschè Concae Rotzo per il supporto e il sostegno dei momenti dicarattere sportivo e ludico. La prima iniziativa haavuto come destinatari i giovani tra i 18 e i 25 annied è stata la corsa podistica “La vaca Mora”, ospitatail 6 agosto nel territorio del Comune di Roana. Conil sostegno del Centro Servizi di Volontariato, l’Avis èinfatti riuscita a farsi promotrice della corsa attraver-so degli inviti personalizzati ai propri giovani associa-ti, formulando per loro una classifica a parte, conpremi dedicati. La partecipazione è stata buona e havisto l’interesse di numerosi atleti delle squadre spor-tive delle varie discipline presenti sul territorio, che sisono così avvicinati ad Avis e ne hanno portato “labandiera” sia durante la gara, sia nella serata finale.

Analogamente, Avis è stata accanto alla promozionedella marcia “Pedescalando in Rotzo” del 21 agosto2011, che ha visto la partecipazione di un buonnumero di giovani “targati” Avis dell’Altopiano. Laterza iniziativa è stata infine l’evento musicale, la seradel 21 agosto, con l’esibizione della Band di NickValente (noto chitarrista dell’Entourage professionaledi Zucchero) che ha allietato il pubblico in modostraordinario. Durante la serata, oltre alla lotteria eallo stand gastronomico, ci sono state: la distribuzio-ne di una gamma di cocktail analcolici e la presenta-zione da parte dell’Avis dell’intero progetto e delleiniziative promosse nelle scuole. “Estate… con Avis”,grazie alla banca dati associativa (Avis Altopiano rag-giunge tramite comunicazioni personalizzate tutti igiovani iscritti all’anagrafe dei Comuni dell’Altopianoal momento del compimento della maggiore età), haraggiunto circa 950 ragazzi dai 18 ai 25 anni. Le treiniziative hanno avuto il merito di coinvolgere molteassociazioni sportive, oltre ad artisti molto sensibili,

creando forme di preziosa collaborazione e reciprocapromozione. Raggiungere così numerosi giovani, por-tare un messaggio di stile di vita sano, libero da alcole coniugato alla pratica sportiva, offrire “luoghi espazi” di divertimento solidale, sono la giusta chiavedi lettura per avvicinarli e proporre alternative al disa-gio e alla devianza.

Nell’editoriale provinciale di “Dono&Vita” delnumero precedente abbiamo concluso che il

cammino era ripreso, se pur cigolando. Oggi notia-mo che il Sistema trasfusionale veneto va discreta-mente bene, che non ci sono criticità insuperabili,anche se tutto è migliorabile. L’estate è passata senzasegnare scarsità di sangue, i nostri ammalati sono fieridei donatori. Analizzando la nostra realtà vicentina,dobbiamo altresì inorgoglirci per l’impegno profusoda voi donatori, che non solo avete coperto il consu-mo nel nostro Dipartimento ma, come è ormai con-suetudine, concorrete a coprire le necessità di consu-mo del Dipartimento di Padova e di regioni carenticome Lazio e Sicilia. Di questo risultato vicentino,gran parte del merito va proprio laddove operano idonatori Avis, in particolare nell’Ulss 4 Schio-Thiene. In quell’Ulss sino ad agosto si è registrato unaumento del 7% di donazioni rispetto all’anno prece-dente, pur operando con una scarsità di personalerispetto gli altri Centri trasfusionali e ormai divenutacronica. Pure a Valdagno, nell’Ulss 5, le donazionisono aumentate del 2%, mentre a Bassano la crescitaè stata dell’1%. L’Ulss 6, invece, registra un calo di quasi il 4%. Uncalo che non si riesce ancora a capire, anche se c’èstato un cambio al vertice, (uscito il dott. Belloni,pensionato, e sostituito dalla dott.ssa Alghisi). Disolito i cambiamenti portano positività, bisogneràanalizzare la situazione e capire cosa è successo. Separliamo poi, del Dipartimento interaziendale di

Medicina trasfusionale di Vicenza, ci sono pochenovità: dopo le comunicazioni iniziali (di cui ho giàscritto), tutto tace. La sensazione è che ogni Centrotrasfusionale lavori per conto proprio, che non ci siasinergia comune, che ognuno curi il proprio “orticel-lo”. La condivisione dei problemi e la loro soluzionenon la si percepisce, si ha la sensazione che tutto sialasciato all’individualità dei singoli responsabili loca-li, non si percepiscono le linee guida che unDipartimento dovrebbe avere. Questo è quello chel’Avis provinciale di Vicenza denota. Dopo la primariunione della conferenza del Dipartimento del 7luglio scorso non ci sono state altre convocazioni. Cisembra un po’ pochino per poter dire che stiamogestendo al meglio il Dipartimento. L’Avis vicentinapensa che si vogliano creare macro aree senza con-frontarsi, che ci sia scollamento tra politici e tecnici,che vogliano fare e decidere senza confronti.Comunque vada, come associazione saremo semprevigili e presenti, pronti a farci sentire, anche a conte-stare se serve, perché il nostro operare non vengastrumentalizzato da chicchessia. Noi siamo persone sane che non hanno bisogno diniente, quello che noi vogliamo è la tutela degliammalati, con un servizio sempre migliore nei loroconfronti, lasciando fuori campanilismi, interessipersonali, orgogli e calcoli di profitto. Perchè parlaredi profitto su chi ha bisogno di cure e di attenzioneperché malato ci sembra fuori luogo per un paesecivile! Enrico Iseppi

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Gli alti e bassi del Dimt di Vicenza

Belle iniziative estive in Altopiano: il bilancio

Lupia-Poianella e l’attenzione alla Ricerca

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L’Avis trevigiana fa rotta verso acque più calme?Con un po’ di ironia ho voluto in due parole sin-

tetizzare l’andamento delle donazioni nell’anno incorso che velocemente stiamo chiudendo. Un’annatanon scevra da preoccupazioni e problematiche, cheangustiano e preoccupano non poco i nostri dirigenti.I dati della raccolta registrati nei primi mesi del 2011indicavano valori, rispetto allo stesso periodo dell’annoprecedente, assai disastrosi, con punte di calo anchedel 20% in qualche Unità di raccolta o del 14-16% dialcuni Centri trasfusionali. Un fenomeno così eclatan-te non è mai stato vissuto nella nostra provincia e perusare un termine sportivo, è stata veramente una falsapartenza! Tuttavia, grazie anche al tempestivo inter-vento dell’Avis provinciale, in sinergia con tutti i pre-sidenti delle 90 Avis comunali della Marca, nei mesisuccessivi siamo riusciti a recuperare parte del terrenoperduto. Oggi, al momento di scrivere questo articolo,potendo valutarci sui dati registrati fino a metà novem-bre, possiamo affermare che la nave dell’Avis trevigia-na fa decisamente rotta verso acque più tranquille esicure. Abbiamo fortemente recuperato il gap che ciallontanava dai numeri della raccolta 2010, portando-lo attualmente al -0,68%. La nostra speranza è comun-que di limare ulteriormente anche questo modestodeficit. Ad abbassare la nostra criticità, ha anche con-tribuito il significativo calo del 2% circa dei consumidel nostro Dipartimento. Non entro nel merito dellecause che hanno portato a questo, anche se sarebbemateria da approfondire e da valutare attentamente,ma mi indirizzo su un tema strategico che da semprealimenta l’azione primaria dell’Avis, che è l’autosuffi-cienza di sangue e dei suoi derivati. Non mi riferiscosolo all’autosufficienza locale, ma anche a quella delleprovince e delle regioni con le quali ci siamo impegna-ti, con la regia del Crat del Veneto, per contribuiredirettamente ai loro fabbisogni. Come responsabile diun’organizzazione provinciale, conoscendo l’enormelavoro svolto sul territorio da tutti i nostri volontari, famolto male sapere che presso uno dei nostri Centri tra-sfusionali i potenziali nuovi soci vengono visitati suappuntamento (due o tre al giorno), limitando forte-mente l’azione sociale che Avis propone. Ricordo chealcune volte, presso le Unità di raccolta organizzate didomenica dall’Avis, i nostri medici arrivano a visitare

anche oltre venti nuovi donatori in una sola mattina-ta, oltre al consueto standard di donatori presenti.Considerando che l’autosufficienza dovrebbe essere unobiettivo strategico per tutto il “sistema” sangue italia-no, va da sé che il suo raggiungimento si realizza conuna strategia comune di ampio respiro che preveda uncostante ricambio e incremento dei donatori periodicie associati, con particolare attenzione ai giovani, alledonne e ai nuovi cittadini. C’è bisogno, quindi, diun’azione più elastica e collaborativa da parte dellestrutture pubbliche, troppo spesso legate a obiettivilimitati al proprio “star bene” e non sempre impegna-te sul più ampio fronte delle esigenze sociali.La nostra scelta consapevole di diventare donatoriperiodici e associati non può e non deve essere umilia-ta da niente e da nessuno. Nonostante qualche amarez-za, resta il sacrale rispetto verso i nostri donatori e leloro donazioni, ai quali vanno i nostri ringraziamentiindistintamente, compresi coloro che non hannopotuto donare, ma che comunque continuano a soste-nerci. Grazie anche a tutti i dirigenti e volontari cheoperano all’interno dei Consigli direttivi, ai quali dicodi non preoccuparsi perché il loro silenzioso e anoni-mo lavoro porta sempre buoni frutti. Insieme dobbia-mo pensare anche al futuro, all’anno nuovo che sta perarrivare e che porterà con sé le nuove normative euro-pee e la delicata questione del Plasma Master File. Nonabbiamo certo tempo di annoiarci, dobbiamo mante-nere alto il nostro ritmo operativo e il nostro dibattitoassociativo per far crescere un’associazione sempre piùconsapevole e protagonista degli obiettivi che si prefig-ge di raggiungere come espressione di civica partecipa-zione e condivisione. Un sincero augurio di BuoneFeste. Gino Foffano, presidente Avis provinciale

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Si chiude un annonon certo scevro

di preoccupazioni

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Il dottor Giovanni Battista Gajo, ufficialmente damarzo 2012, ma praticamente da questo dicembre

(viste le lunghe ferie mai fatte), non sarà più prima-rio del Centro trasfusionale dell’Ulss 9 e direttore delDimt provinciale. Si è dimesso già dallo scorso set-tembre, con decisione irrevocabile. Pur con oltre 40anni di contributi previdenziali, avrebbe potutoposticipare di almeno due-tre anni tale passo. Nelquale - schietto come sempre, non lo nasconde - c’èanche una vena di amarezza: “La mia professione, lamia missione è sempre stata quella di fare il medico,colui cioé che - prima di tutto - non bada a spese e tempoper la salute dell’ammalato. E per chi, come noi, devegarantirla tramite il sangue è vitale anche la salute deldonatore. Oggi siamo arrivati a un punto in cui siamocostretti a compiti che, più che con la Medicina, hannoa che fare con la ragioneria e/o la gestione di azienda epersonale. E questo lottando contro incompetenzevarie... verso l’alto”. Personale che a Treviso è rimastoquello del 2005, pur con un’attività di raccolta e dimedicina trasfusionale più che raddoppiata. Gajo eraarrivato all’Ulss 9 proveniente dal primariato di SanDonà e (1974/1999), dalla grande scuola cosiddetta“sangue sano-sangue malato” del Professor Agostino

Traldi a Castelfranco. “Ho iniziato giovanissimo, colprofessor Traldi, a occuparmi di Ematologia dopo laspecializzazione. Ematologia, lì, voleva dire essere con-tinuamente a contatto con i malati - soprattutto emofi-lici, allora - e doverli curare con ciò che ci offrivano idonatori volontari, periodici e associati. Il donatoredoveva star bene, per aiutare ammalati tanto particola-ri. Con la quasi certezza, allora, delle infezioni che ciarrivavano dall’estero. Anche da trasfusionisti, tutti noi(arrivano dalla stessa “scuola” anche i primari deiCentri trasfusionali di dell’Ulss 8, dell’Ulss 7 edell’Ulss di Feltre, ndr) abbiamo sempre avuto davan-ti agli occhi e come fine di ogni azione il malato”. Unafilosofia vincente che Gajo ha applicato pie-namente a Treviso, fin dai primissimi mesi incui ha avuto l’incarico. “Quando è arrivato -racconta Gino Foffano - ero appena stato elet-to presidente provinciale. Il dottor Gajo ha tro-vato una situazione di stand by, in Centro tra-sfusionale, ma è stato in grado di mettere in attouna vera medicina trasfusionale degna di questonome, valorizzando anche Avis e donatori”.Finisce forse un’epoca? Al prezioso Gajo noidiciamo... a presto. B.C.

Ele Avis della Marca, grazie anche a Gajo, vannooltre la donazione del sangue. Sempre ormai

attente ai passi in avanti che la ricerca e le nuovefrontiere della medicina compiono a favore dei mala-ti. Come quelli di Tes, la fondazione di cui Avis èpartner e che si occupa della rigenerazione dei tessu-ti umani dalle cellule staminali, prima presentata nelcorso di un incontro con tutti i presidenti e segretaridelle Avis comunali, e poi visitata (lo scorso anno) dauna delegazione degli stessi. Il 27 ottobre Tes è stataprotagonista di una serata pubblica organizzatadall’Avis di Ponte di Piave e Salgareda alle scuolemedie di Salgareda, con titolo “La Medicina rigene-rativa e il sangue periferico” e relatore il presidentedella Fondazione, prof. Pierpaolo Parnigotto, oltre alpresidente provinciale, Gino Foffano. Il 14 novem-bre, invece, è stata la volta dell’Avis di Mareno diPiave che ha raccolto un altro grande successo invi-tando la cittadinanza alla serata su “Le cellule stami-nali”, introdotta dal dott. Alessandro Dal Canton,primario del Centro trasfusionale dell’Ulss 7, che hapresentato gli ottimi risultati dell’utilizzo in ortope-dia del gel piastrinico di cellule staminali. Si è parla-to poi del prelievo dal cordone ombelicale con il prof.Parnigotto, che con i suoi collaboratori ha elencato le

attività di Tes e illustrato all’intera platea la nuovafrontiera rigenerativa sulle valvole cardiache. Unaserata d’attualità che ha incantato oltre 250 persone.Sia le Avis di Ponte di Piave e Salgareda che diMareno di Piave hanno anche effettuato una dona-zione alla Fondazione Tes, a sostegno delle sue ricer-che (Mareno anche grazie al sostegno di sponsorcome Banca Prealpi con cui collabora da anni), cosìcome altre Avis comunali della provincia di Trevisonel corso di quest’anno.

Da dicembre Treviso è senza primario

Mareno di Piave: successo della ricerca, anche di pubblico

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Gli esami dei donatori sul web ottimizzati da settembre

PADOVATREVISO

Festa del volontariato, tanti aspirantiSi sono presentati sul palco “vestiti” da componen-

ti del sangue e virus, imprimendo subito al con-certo una chiara impronta avisina. I Los Massadoreshanno fatto il “botto”, il 1° ottobre a CastelfrancoVeneto, unendo alla musica e al loro tipico buonu-more, l’invito al dono del sangue. “Si può donareanche se non si è in vena” hanno esordito i sette can-tanti riesini, dando il via a una travolgente serata cheha fatto cantare e ridere oltre settemila persone(anche intere famiglie) accorse in piazza Giorgione.Con gag e canzoni, battute semi serie e il propriorepertorio, rigorosamente in dialetto, in due ore sonoriusciti a coinvolgere e a raccogliere il convinto con-senso dei fan. Già dal lunedì mattina, infatti, all’Avisdi Castelfranco (che ha organizzato l’evento, con

stand gastronomico gestito dagli Alpini) si contavanoi primi candidati donatori, presentatisi proprio sul-l’onda dell’entusiasmo per quanto ha saputo trasmet-tere il seguitissimo gruppo-fenomeno dellaCastellana. I Los Massadores, nati per promuoverecon concerti la raccolta fondi in aiuto alla popolazio-ne di Vallà di Riese, (loro paese natìo), colpita dallatromba d’aria del 2009, si stanno affermando per laloro originalità e capacità esecutiva con brani dialet-tali e non, che affrontano in tono ironico quelli chesono i problemi reali della gente e il tema della soli-darietà. E per meglio calarsi nel tema del dono, il 1° ottobre si sono vestiti da globulo rosso (Matteo),globulo bianco (Bosa), capo dei globuli bianchi(Dimitri), virus (Luca e Dario), sintomo (Andrea) eVecchio saggio (Mauro), dando la parola a inizioconcerto a un divertito presidente dell’Avis diCastelfranco, Diego Peloso (nella foto accanto, al cen-tro. E tranquilli... aveva il microfono, ma per fortunanon cantava, ndr). A lui il compito di introdurre l’in-tera serata dedicata gratuitamente dai LosMassadores al gesto generoso di chi dona volontaria-mente il sangue al prossimo. E in tanti hanno recepi-to subito il senso dell’iniziativa. “Siamo rimasti sba-lorditi dal numero di fan che hanno seguito la serata edal fatto che appena due giorni dopo il concerto alcunepersone si erano già fatte avanti per diventare donatori- dichiara Peloso - i Los Massadore hanno trovato ilgiusto canale di comunicazione con la gente del nostroterritorio, che sa essere davvero generosa. Non possiamoche ringraziare questi sette giovani che, generosamente,hanno donato il loro concerto all’Avis e alla cittadinan-za”. All’Avis di Castelfranco, ogni anno, sono circa

duecento i nuovi dona-tori che arrivano. “Unbuon numero, ma chepotrebbe sicuramentecrescere su una popola-zione di oltre 33 milapersone - continuaPeloso che annuncia ilprossimo ingresso inAvis degli stessi prota-gonisti della serata - iLos Massadores sonoseriamente intenzionatia diventare loro stessi,entro il 2012, donatoridi sangue e a diventare inostri nuovi testimo-nial”. Michela Rossato

La Festa provinciale del volontariato, promossa dalCentro Servizi Volontariato e dal Comune di

Padova, ha visto la partecipazione di oltre 300 asso-ciazioni della provincia, che hanno presentato le pro-prie attività. Grazie a questa bella iniziativa, i cittadi-ni hanno potuto essere correttamente informati suvolontariato e impegno civile, nuovi stili di vita, disa-bilità, ambiente, recupero e risparmio energetico,sport, cittadinanza attiva e pace. Particolare interesse

hanno suscitato i gazebo allestiti dall’Avis, che hannocalamitato l’attenzione dei passanti. I volontari avisi-ni hanno distribuito per tutto il giorno pieghevoli egadget informativi. Tanti gli inviti a compilare ilmodulo di adesione come “aspirante donatore”.Molte persone hanno restituito il modulo, chiedendodi essere ricontattati per programmare la donazione.Cosa che avverrà puntualmente da parte delleComunali di riferimento.

Pane, Avis e Fantasia: riparte l’iniziativa dell’Ascom

Massadores: la musica riempie la piazza

La “dottrina” della donazione si diffonde parten-do anche dai fornai con lo slogan “Il sangue va

via come il pane, ma non lo puoi comprare”.Anche per il 2011, infatti, l’Avis provinciale pado-vana promuove, in collaborazione con l’Ascom diPadova, la campagna di sensibilizzazione natalizia,che prevede la distribuzione dei “sacchetti per ilpane” su tutto il territorio provinciale. Il messaggiostampato nei sacchetti richiama il logo dell’associa-zione e alcune informazioni essenziali sulla dona-zione di sangue. Grazie alle associazioni di catego-ria che faranno da tramite, saranno quindi distri-buiti nei panifici oltre 400.000 sacchetti firmatiAvis, come già nel 2010.

Dopo aver verificato il successo - grazie allemigliaia di donatori e donatrici che hanno

richiesto di ricevere i referti medici attraverso il web -la procedura online, a partire dal mese di settembre, èstata ottimizzata e adeguata. Ora è similare a quella inutilizzo alle Aziende Sanitarie. Ora non sarà più

richiesta al donatore l’email per potersi accreditare,ma sarà distribuito, all’atto della donazione - ovvia-mente per coloro che aderiranno - un codice alfanu-merico complesso, che consentirà di accedere all’areariservata del sito e potersi scaricare l’esame, in modoassai semplice.

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BELLUNO

Il 60° compleanno si chiude con un dono

Casparetha, il 4 febbraio 2012

Auguri a tutti voi

Un dono al pronto Soccorso dell’ospedale diBelluno. Questo per “chiudere” in bellezza un

60° anniversario ricco di iniziative e di partecipazio-ne, di incontri aperti alla cittadinanza e con i sinda-ci, proprio nell’Anno europeo del Volontariato. Iltutto culminato con la due giorni del 3 e 4 settem-bre scorso. Il Consiglio dell’Abvs provinciale ha deci-so in conclusione di questo 2011 di regalare al servi-zio di pronto soccorso dell’Ospedale di Belluno un“ventilatore polmonare” che verrà installato su unadelle autoambulanze in servizio presso il reparto. Il dono non è una novità per l’Abvs che già nel 2003e nel 2005, assieme all’Avis regionale e alla RegioneVeneto, diede in comodato gratuito ad alcune asso-ciazioni (As Rugby, Alpini di Sappada, Croce Verdedi Alleghe, Arabba e Val Biois…) e al servizio pub-blico sette defibrillatori.

“Si chiude il nostro importante anniversario, ma conti-nua il lavoro dell’Associazione sul territorio con l’auspi-cio che la sensibilità non subisca “ribassi” - spiega lapresidente dell’Abvs provinciale, Gina Bortot - e chela nostra gente continui a rispondere con lo stesso entu-siasmo alla chiamata per la donazione di sangue”.

Arriva l’inverno e con esso la settima edizionedella Casparetha, dal 3 al 5 febbraio 2012, con

la tradizionale camminata tra la neve e altre iniziativecollaterali. Tanta strada abbiamo fatto insieme e tantaancora dobbiamo fare, tanti ricordi, emozioni e lavo-ro la caratterizzano, sempre ripagati da una serataall’insegna dell’allegria, della gioia dello stare insie-me. Nata per far divertire grandi e piccini, la manife-stazione ha visto anno dopo anno una crescenteaffluenza di pubblico e partecipanti. Il percorso sisnoda nella bellissima Valle di Gares tra alberi, neve earmonia sui 5 chilometri e 300 metri che dalla piaz-za Papa Luciani arriva al Campeggio Lastei. Ci tro-viamo nelle Dolomiti più vere, quelle Bellunesi,patrimonio dell’Unesco e più precisamente a Canaled’Agordo, paese natìo di Papa Luciani. La manifesta-zione si aprirà il 3 febbraio, alle ore 20.30, con lacommedia “Migrazione” che si terrà presso la casadella Gioventù di Caviola. In scena ci sarà la compa-gnia culturale “Cantalaora” che presenterà una rilet-tura, in chiave emotiva, delle più significative espe-

rienze migratorie fel-trine e bellunesi,attraverso canti emusiche della nostratradizione popolare,memorie visive etestimonianze origi-nali. Seguirà, il 4 feb-braio, la manifesta-zione sportiva amatoriale vera e propria, che vedràsfidarsi gente di tutte le età, con le racchette da neveai piedi o con lo scialpinismo (nella foto un allegroarrivo lo scorso anno). Per avere tutte le informazio-ni, il programma e le news basta consultare il sitointernet www.casparetha.it. Per finire ci sarà la possi-bilità, il giorno seguente, di fare una camminata tran-quilla e rilassante fino ad arrivare all’AgriturismoMalga Stia che verrà aperto in via eccezionale proprioper celebrare la settima edizione della Casparetha edove si potrà pranzare con i piatti tipici bellunesi. Viaspettiamo numerosi! Dino Xaiz

Il presidente provinciale dell’Abvs, e isindaci del bellunese, in occasione

delle festività natalizie, augurano aidonatori di sangue della provincia diBelluno tanta serenità.

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PADOVA-ROVIGO

In occasione della Festa Sociale dell’Avis comunale diBoara Pisani sono stati premiati i ragazzi che lo scor-

so anno hanno partecipato al Concorso AvisSupporter. I premiati, studenti delle Scuole medie,sono Nicolò Tomasi, Giada Lucchiero, Luca Gabban,Melissa Baroni ed Elena Fontolan. Durante la cerimo-nia, hanno ricevuto il plauso dei partecipanti e il presi-dente di Boara Pisani Gastone Pellegrini, ha consegna-

to una pergamena a ognuno di loro per il gesto impor-tante compiuto dai ragazzi, riuscendo nell’intento diportare a donare i loro familiari. Un’iniziativa, quella diAvis Supporter, che è ripartita puntualmente con la suaseconda edizione in occasione della riapertura dellescuole. In tutta la provincia sono numerose le adesioniche stanno arrivando. C’è tempo fino a maggio, tutti iparticolari sul sito provinciale.

Il Consiglio direttivo dell’Avis provinciale ha deliberatola suddivisione dei contributi “pro alluvionati” confluiti

nel conto corrente di Avis. Il conto era stato aperto adicembre del 2010, in seguito all’alluvione che avevaduramente colpito alcune realtà del territorio provinciale.Il criterio adottato prende, come riferimento, l’elencoallegato all’ordinanza del Commissario delegato (Regione

Veneto) che attribuisce una graduatoria, sulla stima deidanni provocati dall’alluvione stessa. Sono stati raccolti9mila euro e la ripartizione è stato effettuata, con lacollaborazione delle Avis comunali di riferimento:Casalserugo 1.800 euro, Montagnananese 1.500,Veggiano 1.500, Bovolenta 1.200, Ponte San Nicolò1.500 ed Estense altri 1.500 euro.

Stop al fumo. Dopo la prevenzione del carcinomaprostatico e la corretta alimentazione, parte nel

Polesine la campagna contro la sigaretta predispostainsieme da Ulss 18 e19, Avis e Fidas. Il progetto sirivolge ai donatori di sangue della provincia di Rovigo

e si affianca a un'opera diformazione per il personaledei Centri trasfusionali suitanti rischi derivanti dalfumo, un'azione diraccolta dati per conoscerela percentuale di fumatoritra i donatori stessi e per farcapire loro i seri danni cheil fumo reca alla salute, alrendimento nell'attività

fisica e alle tasche. A tutti i donatori viene dato ancheun indicatore cartaceo che quantifica la spesa annua intabacchi in relazione al numero di sigarette fumate.Ancora, la campagna offre ai donatori la possibilità dipartecipare a gruppi di sostegno con nove incontrinell'arco di due mesi e di essere seguiti e monitorati dacentri anti-fumo. I più recidivi potranno essere seguiti anche singolarmenteda professionisti. In campo anche esperti di pneumologia,per spiegare in tutti i modi possibili a chi fuma chequello che ogni giorno inala in sè stesso è un vero eproprio veleno. Al progetto che vede insieme Ulss eassociazioni dei donatori si affianca un'iniziativa dell'Ulss18 nelle scuole, con la distribuzione agli studenti dipiccole agende ricche di informazioni sui danni e sulladipendenza dal fumo.

Avis Supporter: Boara premia, tutto riparte

Distribuiti i fondi Avis nei Comuni alluvionati nel 2010

Polesine: anche l’Avis scende in guerra contro il fumo

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BELLUNO

Se n’è parlato in tutte le salse, durante l’anno 2011.Del Risorgimento, delle tre Guerre

Risorgimentali (1848, 1859, 1866), della poderosaSpedizione dei Mille che fu la vera mossa vincenteper arrivare a riunire in un solo Regno buona partedegli staterelli allocati nella penisola. Ecco, poi, laproclamazione del Regno d’Italia Unita, avvenuta il17 marzo 1861; ecco i promotori, gli ispiratori, i pro-tagonisti principali del nostro Risorgimento:Mazzini, il filosofo di un’Italia libera, repubblicana eindipendente; del 1° Ministro Camillo Benso contedi Cavour, il fine tessitore della politica del RegnoSardo-piemontese nel contesto dei Paesi d’Europa;del primo Re d’Italia Vittorio Emanuele II di Savoia,che sostenne sul campo il tentativo per riunirel’Italia; il grande, vero e insostituibile protagonistaGiuseppe Garibaldi, anch’esso repubblicano, ma checomprese che solo con il sostegno dei Savoia si pote-va compiere il progetto Italia. Fu la Spedizione deiMille (in verità 1.088 più la signora Crispi) che scos-se l’Italia dal torpore, che portò alla mobilitazione didecine di migliaia di Volontari, che consentì la riu-nione di milioni d’italiani con il Regno d’Italia. Enon si trattò d’un moto venuto dal basso, popolare,come molti pensano: venne reso possibile con l’impe-gno di rappresentanti della popolazione più bene-stante, che riuscì a superare le diffidenza delle classisociali più modeste, finanziando anche l’impresa.Ecco le professioni dei Garibaldini: 203 nobili o pos-sidenti; 253 professionisti, impiegati e artisti; 204erano militari, 120 di professione… incerta e solo283 operai, artigiani e braccianti. Ed ecco la 3ªGuerra d’Indipendenza del 1866, dove per terra e permare, il Regio Esercito e la Regia Marina subironopesanti sconfitte sul campo, ma che grazie alla vitto-ria dei tedeschi sugli austriaci a Sadowa, consentì aFriuli e Veneto d’entrare a far parte del novello Stato,il cui simbolo era il Tricolore, di cui il verde esprime-va la speranza, il bianco la purezza e il rosso la forzae coraggio. Poi ecco la lotta al brigantaggio nelMeridione d’Italia, la presa di Roma attraverso labreccia di Porta Pia nel 1970. Con l’inizio del 20°secolo, il Regio Esercito si preparò a nuove avventu-re in campo internazionale. Nel 1911-12, decine direggimenti italiani attraversarono il braccio di mareche separa l’Italia dalla costa africana per sbarcare inLibia alla conquista della 4ª sponda d’Italia.Un’avventura che recherà più controversie, dolore eoppressione dei benefici ottenuti. Nel 1915 l’Italiaentrò in guerra a fianco di Francia, Gran Bretagna eRussia contro gli imperi Asburgico e Germanico.

1.261 giorni di guerra, 5.900.000 italiani che si alter-narono nelle trincee nei quattro anni di guerra,660mila morti e circa un milione di feriti, sofferenzeimmense, danni enormi. Fu considerata da molti la4ª Guerra d’Indipendenza, tenuto presente che ilTrentino, Trieste, l’Istria e parte della Dalmazia entra-rono a far parte dell’Italia. Quello che avvenne neidecenni successivi è cosa nota. Migliaia sono state lecerimonie a ricordo degli eventi occorsi in questi 150di esistenza dell’Italia Unita organizzati in quasi ognilocalità della penisola, attraverso la stampa, la TV ealtro. Ce n’era bisogno, ha detto nei giorni scorsi ilnostro Presidente Giorgio Napolitano, per dare unoscossone agli italiani. Ed egli non si è certo tiratoindietro col Suo esempio; e di questo gliene dobbia-mo essere veramente grati. Una proposta ci sentirem-

mo di avanzare, quale contributo alla causa dell’ita-lianità. Come molti sanno, molte nazioni di questomondo sono rappresentate da una pianta. Per gliStati Uniti e la Germania c’è la quercia, per laDanimarca il faggio, per la Gran Bretagna la rosa, perl’Albania l’ulivo, per l’Olanda il bel tulipano, per ilLibano il cedro; tanti altri Paesi hanno, a loro volta,altre piante o arbusti o fiori. E l’Italia? L’Italia non èufficialmente rappresentata da niente, finora.Vorremmo proporre che venisse eletto a simbolo delnostro antico Paese un arbusto che si chiama“Corbezzolo”. È una pianta sempreverde, che in pri-mavera produce un fiore a campanula di un bel colo-re bianco e che, contemporaneamente, mostra anco-ra il fiore dell’anno prima: una bella bacca d’un colo-re rosso vivo, che resterà visibile sulla pianta fino allafioritura dell’anno successivo. Sembra una piantafatta proprio per il nostro caso: bianca, rossa e verde!Una sorta di arbusto imbandierato, voluto dallanatura. Chissà se qualche politico se ne vorrà interes-sare, fra lo studio di una legge e l’altra; crediamo chefarebbe piacere a molti. In ogni caso: Viva l’Italia:sempre, dovunque e comunque! Roberto Rossini

Una pianta simbolo dell’Italia? Corbezzolo!

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L’Abvs di Trichiana ha ospitato per la terza volta la24ª edizione del Torneo di calcio dei donatori

interassociativo Fidas-Abvs. Pur non essendo iniziatasotto i migliori auspici a causa dell’insistente pioggiacaduta durante la notte, la manifestazione si è svoltaregolarmente, questa estate, grazie agli sforzi degliorganizzatori e allo spirito sportivo dei duecento atle-ti partecipanti, in rappresentanza delle associazioni didonatori feltrine e bellunesi. L’accoglienza delle squa-dre, la preparazione dei campi e l’organizzazionegenerale è stata curata dai consiglieri, familiari e col-laboratori della sezione Abvs di Trichiana (foto sotto).La formula del torneo di calcio si è dimostrata anco-ra valida, anche se in leggera flessione, e fa ben spera-re la partecipazione dei giovani, anche minorenni, suiquali si dovrà puntare perché potenziali donatori.Venendo ai risultati agonistici, gli onori della vittoriasono andati alla squadra del Limana-Belluno (fotoaccanto al titolo) che ha battuto in finale per 2 a 0 ilSedico. La finalina per il terzo e quarto posto è stata,invece, affare feltrino: sul gradino più basso del podiosi è piazzato il Fonzaso A, che ha battuto con il risul-tato di 5-2 il Quero. Al termine della manifestazionesono stati assegnati anche diversi premi individuali achi si è maggiormente distinto nel corso del torneo.Il giocatore più giovane a essere sceso in campo èstato Denny Paganin (classe 1996), del Limana-Belluno, mentre il più anziano, premiato anche lui, èstato Rocco Raffaelli (classe 1957) del ZermenNemeggio. Il trofeo di miglior portiere se lo è porta-to a casa Fabio Sponga (Sedico), mentre quello per ilcapocannoniere Andrea Vercesi (Quero), capace direalizzare 7 gol. Infine, la coppa simpatia, che è stataassegnata all’Alano.

Calcio Avis-Fidas: la 24ª edizione

al Limana-Belluno

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Page 22: Dono e Vita no.4 - Dicembre 2011

Record nazionale di donatori di midollo osseo, il10 novembre, a Paese. Su 250 volontari di que-

sto Comune trevigiano, iscrittisi in questi anni alRegistro Nazionale dei donatori di midollo osseo,molti sono quelli ricontattati per approfondire lacompatibilità e dieci sono giunti alla donazione.Questo importante risultato rappresenta il più altoindice di compatibilità: uno ogni venticinque iscrit-ti rispetto alla media di uno su cento. Per festeggiarequesto traguardo l’Admor (Associazione donatorimidollo osseo e ricerca), in collaborazione conl’Amministrazione comunale di Paese e con il patro-cinio dell’Azienda Ulss 9 di Treviso, ha voluto incon-trare presso la Sala consiliare tutti i soci: chi ha dona-to, chi ha ricevuto, le associazioni di volontariatolocali e regionali, fra i quali il vice presidentedell’Avis regionale, Francesco Joppi che ha portato ilsaluto dei donatori di sangue e il presidente diAdoces (Associazione donatori cellule staminali)Veneto, Gianni Cacciatori, che ha sottolineato l’im-pegno del volontariato e di Admor Verona a sostegnodel Centro di Trapianto e dell’Ematologia veronesi.Giovanni Grillo, presidente del Coordinamento pro-vinciale Volontarinsieme ha, infine, elogiato il ruolosociale del volontariato “efficiente”. Importante èstato poi contributo alla serata dei professionisti sani-tari: Fabio Benedetti, referente del Centro Trapiantimidollo osseo di Verona, che ha seguito i donatorinelle fasi di prelievo, ha ricordato che tuttora il 30%dei pazienti candidati al trapianto non trovano unadonazione compatibile. I medici Giovanni BattistaGajo ed Elisabetta Durante, del Centro trasfusionaledi Treviso, dove i donatori sono stati tipizzati, hannoparlato dell’esperienza operativa delle varie fasi diricerca per la compatibilità e per i controlli post-donazione. Il presidente di Admor, Alice VendraminBandiera, a nome del Consiglio direttivo, ha volutoricordare che solo la sinergia di tre fattori, generosità,qualità del lavoro dei professionisti sanitari e impe-gno del volontariato, può permettere questi record eche comunque è importante ricordare che a dicembre2010 erano 2500 i pazienti che, nonostante i diciot-to milioni di donatori mondiali, non ne avevano unocompatibile. Il momento più sentito è stato quando

i dieci donatori hanno testimoniato la propria espe-rienza ed emozione, ognuno con il proprio modo divivere questo importante gesto, volontario, anonimoe gratuito, ma che fa la differenza per il mondo e perle loro vite. Anche la stampa locale, regionale e nazio-nale, le radio e le tv hanno ripreso la notizia cometestimoniano ampi articoli su Gazzettino e Tribunadi Treviso, Corriere.it, Sanità-Il Sole 24 Ore e moltialtri media. La Fondazione è nata nel 2009 a Treviso dalla

volontà di un gruppo di genitori di ragazzi auti-stici. Obiettivo è garantire ai ragazzi una continuitàaffettiva e di vita, inserita in un contesto sereno edignitoso, ampliando le loro abilità e autonomia,garantendo a tutti i migliori servizi possibili e lemigliori terapie. Nel contesto si inserisce il progetto“Villaggio Monica Migotto” che sarà una comunitàresidenziale, terapeutica e lavorativa costituita da sog-getti autistici, i loro genitori, operatori (medici, psi-cologi…) e volontari. In linea con il concetto diCohousing, il “Villaggio Monica Migotto” si inte-grerà alle attività nel territorio circostante, garanten-

do un percorso del “Dopo di noi” che dia dignità,protezione e, dove possibile, integrazione sociale aldisabile. Gli operatori e i volontari in team con le famiglielavoreranno per sviluppare le aree di indipendenzadei soggetti e di integrazione lavorativa. È il primo inassoluto in Europa per la sua doppia peculiarità dicoinvolgimento delle famiglie e di due comunità. È dedicato a Monica Migotto, una socia fondatricedella Fondazione, scomparsa il 17 febbraio del 2011a soli 42 anni. Il Villaggio diventerà anche un centroformativo continuo on the job per gli operatori che sialterneranno.

L’Admor di Treviso è stata costituita vent’anni fadal gruppo fondatore di Paese con lo scopo di

promuovere la donazione solidale del midollo osseoper incrementare il numero degli iscritti presso ilRegistro Nazionale dei Donatori di Midollo osseo,istituito presso l’Ospedale Galliera di Genova. Comenoto, questo Registro ha lo scopo di procurare ai sog-getti in attesa di trapianto di cellule staminali emo-poietiche, privi di un donatore consanguineo, unvolontario adulto, non familiare, con caratteristichegenetiche tali da consentire il trattamento terapeuti-co con buone probabilità di successo. Tantissimi,ovviamente, i donatori di midollo provenientidall’Avis.

Sangue midollare: a Paese (1 su 25)è record del dono

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Ecotappi in sughero contro l’autismo

Che cos’è la Fondazione “Oltre il labirinto”

Il 5xmille dell’Avis provinciale Treviso per la Fondazione TES

Nel ventennale Admorche nacque proprio qui

Avis collabora alla raccolta di tappi di sughero afavore di “Etico” che unisce solidarietà e atten-

zione per l’ambiente. Si tratta di un progetto ideatoda Amorim Cork, multinazionale portoghese che hauna filiale operativa anche a Conegliano e che produ-ce svariati prodotti in sughero, fra cui i tappi. Poichénon tutti sanno che anche il sughero può essere rici-clato, l’azienda si propone di farlo sapere al grandepubblico, promuovendo, nel contempo, la raccoltadei tappi che altrimenti finirebbero nel cassonettodell’immondizie. Amorim Cork ha scelto laFondazione “Oltre il Labirinto onlus per l’autismo”come partner: la Fondazione divulga l’iniziativa e rac-coglie i tappi in cambio di una donazione annua.Avis provinciale ha accettato l’invito della fondazionetrevigiana a collaborare nella raccolta. Un appositobox per lo stoccaggio dei tappi si trova già nella sededell’Avis provinciale, in via ospedale a Treviso, ma

ogni Avis comunale può farne richiesta.L’iniziativa è aperta a tutte le Avis delVeneto, che possono contattare la segre-teria della Fondazione “Oltre il labirinto”al 345 5397720.

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In nome della trasparenza delle proprie entrate,l’Avis provinciale di Treviso rende noto che ha rice-

vuto a settembre il “5x1000 del 2009” (redditi riferi-ti all’anno 2008) pari a 21mila 728 euro e 34 cente-simi. Le persone che hanno scelto di devolvere allaprovinciale il loro contributo sono state 1.034.Questi fondi sono impiegati per l’opera di sensibiliz-zazione al dono del sangue, ma soprattutto per laricerca. L’Avis provinciale ha condiviso, infatti, il progettodell’Avis regionale sul fronte della ricerca scientificae, in tale quadro, ha deciso di destinare gran parte del

5 per mille a sostegno di una borsa di studio di dura-ta triennale per una ricerca sulle cellule staminaliricavate dai Buffy-coat residui dei donatori. Si svilup-perà presso il Centro Trasfusionale di Treviso, nel-l’ambito del progetto di ricerca della Fondazione Tes(di cui Avis è partner). “Ringraziamo tutti coloro chehanno scelto di aiutare la nostra Avis donando il 5 permille - dichiarano il presidente dell’Avis provinciale,Gino Foffano e l’amministratrice Wanda Pradal - chepermetterà a Treviso di far fare passi in avanti allaricerca sulle cellule staminali che sono senza dubbio ilfuturo della medicina”.

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Le squadre “Tv Pressing” dei giornalisti e “Avisprovinciale Treviso” sono scese in campo sabato

15 ottobre nello stadio della Pievigina Calcio, agliordini dell’arbitro Raffaele Bertoncello e delle segna-linee Elena Cappelletto e Graziana Fuser. Già dall’en-trata, balza agli occhi la notevole differenza di “peso”delle rispettive panchine, che poi si rivelerà l’armavincente del team avisino. Dopo il rituale scambio digagliardetti il calcio d’inizio viene dato dal presiden-te-capitano della squadra Avis, Gino Foffano. Leprime fasi di gioco denotano subito il maggior affia-tamento della formazione di capitan TizianoGraziottin, mentre nella formazione di mister AldoPiva si fatica a ingranare la marcia e a contenere lapressante azione dei giornalisti. Non si segnalanoazioni di particolare rilievo da parte di questi ultimi,anzi è la formazione avisina a tentare il primo tiro inporta, che però non porta frutti. La partita si svilup-pa su un piano di sostanziale parità fino al 22° quan-do, splendidamente imbeccato da un compagno,Federico Cipolla fa piangere l’Avis, depositando lapalla in fondo al sacco. Mister Piva provvede allora aritoccare la formazione di partenza nel tentativo dicoprire il buco creatosi a centrocampo, prontamenteoccupato dalla formazione in casacca rosa. Superatoil primo momento di empasse, la squadra avisinacomincia a trovare i giusti ritmi e si presenta un paiodi volte dalle parti del portiere dei giornalisti sprecan-do le conclusioni a rete, una delle quali clamorosa.Ma è solo il prologo al gol che prontamente arriva al28’ quando Ferruccio Contessotto, Avis di Miane,vince un rimpallo a centrocampo e s’invola verso laporta avversaria e dopo aver dribblato il diretto avver-sario, scocca un tiro non potente, ma preciso cheristabilisce la parità. La formazione di Graziottincomincia a temere i continui cambi operati da Piva eperde continuità nella creazione del gioco, ma sirimane in pareggio fino all’intervallo.Al rientro, il team Avis in maglia bianca sembra piùconvinto dei propri mezzi e forte dei nuovi innesti

operati dall’allenatore, si presenta più spesso nellametà campo avversaria. Non a caso è proprio l’ultimoentrato Simone Martin, Avis di Carbonera, a gonfia-re al 12° nuovamente la rete dopo aver superato invelocità il diretto avversario. Sulle ali dell’entusiasmoe senza dare il tempo agli avversari di assorbire ilcolpo, è nuovamente l’Avis a colpire al 18° quandoMatteo Carrer, dell’Avis di S.Biagio, finalizza in reteuna bella discesa sulla fascia. Il mister Piva continuaa rimescolare le carte per tenere il ritmo alto, mentrela corta panchina dei giornalisti non permette loro ditirare il fiato. Le parti si sono ora invertite ed è l’Avisa comandare la partita: al 28° va ancora in gol con un“gollasso” di Fabio Da Prà dell’Avis di Coneglianoche da oltre 20 metri scocca un tiro che colpisce lafaccia inferiore della traversa e si insacca alle spalle delportiere, vanamente proteso in volo.È il colpo del knock out, ma non la fine. Passano treminuti ed è ancora lo scatenato Martin a infierire suun avversario ormai sfiancato, prendendo palla sullafascia sinistra, accentrandosi dopo aver scartato ildifensore avversario, mettendo a sedere il portiere deigiornalisti con un gioco di gambe degno diMaradona, prima di mettere la pietra tombale all’in-contro siglando la quinta marcatura. Il tempo cherimane è solo per dare la passerella a tutta la panchi-na e per il pubblico sugli spalti. Risultato finale:TvPressing-Avis 1 a 5. Foffano gongola e mister Pivasi salva dal rischio di esonero. Contenti, comunque,anche i giornalisti, che l’Avis se la sentono nel cuoree la portano come logo sulla maglia da anni.Soddisfatto lo speaker d’eccezione, il simpatico asses-sore di Pieve di Soligo, Nicola Stefani, per tutta lapartita davvero concentrato a propagandare la dona-zione di sangue e le attività dell’Avis assieme al vicepresidente dell’Avis regionale, Francesco Joppi. Poiterzo tempo, tutti in compagnia, presso le strutturedel circolo di Villanova di Sernaglia della Battaglia,con cena a base di churrasco.

Cronaca di Walter Tonon, immagine di Ottaviano Cereser

Stampa vs Avis, tanti gol in amiciziaA Castelgomberto la palma di capitalevicentina dello sport giovane e... avisino

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Anche la stagione sportiva 2011/2012 si svolgerà aCastelgomberto, per almeno tre discipline sporti-

ve, nel segno dell’Avis. Nel corso degli ultimi tre anni,infatti, prima il pattinaggio, poi il basket ed infine lapallavolo hanno beneficiato della sponsorizzazione daparte della locale associazione di donatori del sangue,efficacemente capeggiata, a seguito del rinnovo deldirettivo nel 2009, dal presidente John Vantin, coadiu-vato da una squadra di validi collaboratori. Il Parca(Pattinaggio Artistico Castelgomberto) e il Basket Asdhanno così potuto realizzare i borsoni per gli atleti, sucui campeggia ben in evidenza il logo Avis, mentre ilTeam Volley ha realizzato una muta di divise per le par-tite. Quest’anno saranno indossate da almeno duesquadre categorie “under” (dai 12 ai 14 anni) sulle tre

che compongono la società. In tutti e tre i casi, vale lapena sottolinearlo, si tratta di materiale sportivo utiliz-zato da ragazzi e ragazze in età scolare, dalla prima ele-mentare fino alla terza media. Del resto la vocazionedell’Avis è di seminare fra i più giovani, che possanodiventare donatori del futuro, ma anche che veicolinoil dono del sangue già nell’immediato, portandoloall’attenzione dei propri familiari. Messaggi di solida-rietà che si esprimono anche nell’annuale concorso“Avis Scuola”. L’iniziativa rivolta agli alunni di terzamedia dei paesi di Castelgomberto e Brogliano, èormai diventata appuntamento fisso nella programma-zione didattica nei mesi da febbraio a giugno, e si chiu-derà con le premiazioni finali nel 2012, quando ci saràanche una felice “coincidenza”. L’Avis diCastelgomberto festeggerà infatti i 40 anni della fonda-zione, così come la locale società sportiva di pallavolo,oggi denominata Team Volley. Per entrambe le realtà associative non si tratterà solo disfogliare idealmente il libro dei ricordi, ma anche difare il punto e guardare oltre: l’Avis per il bene degliammalati, la pallavolo per quello non meno importan-te dei giovani. E siccome lo sport ai nostri livelli si puòancora considerare con la “S” maiuscola, non sarannocerto da meno pattinaggio e basket, che pure hannoalle spalle una storia meno lunga del volley, ma sonooramai anch’essi radicati nella realtà sociale del paese.Nell’appassionarci assistendo alle sfide dei giovani atle-ti, potremmo anche pensare di vincerla noi una sfida:quella di continuare a essere oppure diventare

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Caro direttore, sono un vostro affezionato lettore e viringrazio per il prezioso servizio informativo che svolgete.Vengo subito al punto con la mia domanda: perché le sacchedei donatori devono avere tutte la stessa grandezza? Capiscoche la cosa sia più comoda, ma perché si deve pretendere chei donatori siano tutti uguali? Lo chiedo perché personalmenteil passaggio da 430 a 450, sembrerà di poco conto, ma si èfatto sentire. Io sono ben contento di passare la giornata delladonazione in tranquillità, senza strafare, ma con quellasensazione di debolezza che mi lascia solamente quando mirisveglio il mattino successivo. Sarei però ben più contentodi andare a donare anche una o due volte di più all’anno,ma per quantitativi inferiori.Una dottoressa mi spiegavache l’aumento della capacità delle sacche ha reso impossibilela donazione da parte di alcuni donatori (soprattuttodonne), me lo conferma? In tal caso capisco ancor meno lalogica di questa scelta. Non pretendo che ogni donatoreabbia la sua sacca personalizzata, ma creare alcune misurestandard invece dell’unica sacca da 450 mi sembra unmodo per aumentare il numero di donatori potenziali… eper venire incontro alle capacità di tutti. Grazie perl’attenzione e buon lavoro! Alberto Tortella

Caro Alberto, grazie a te per l’interesse con cui cisegui e per l’ottima domanda. Può interessaretantissimi lettori, così come ha solleticato anche lacuriosità del sottoscritto. Affido l’articolatarisposta al responsabile del comitato medico diAvis Nazionale, il nostro Bernardino Spaliviero.

La misura prevista di 450ml ±10% (da 405 a 495 ml) èstata stabilita per garantire il massimo di resa, di sicurezzae di economicità, standardizzando le procedure e leproduzioni, senza mettere in pericolo la sicurezza deldonatore che deve pesare più di 50 kg ed esserenormoteso. Le sacche predisposte per raccogliere il sanguedonato contengono una soluzione atta a facilitare labuona conservazione dei globuli rossi in attesa dellatrasfusione nell’ammalato e per prevenire il formarsi ditrombi (coaguli) nel contesto del sangue donato, chesarebbero pericolosi se trasfusi nell’ammalato. Per motividi sicurezza il kit per la raccolta del sangue è sigillato inassoluta sterilità all’origine, nello stabilimento che liproduce; solo il sangue del donatore può entrare nellasacca, attraverso l’ago del prelievo che è già inserito esigillato nel kit. Ne consegue che la sacca contiene lasoluzione di cui parlavo all’inizio già all’origine, nella

quantità prevista per 450ml ±10% di sangue donato: daquesta misura non ci si può spostare.Si è discusso più volte se introdurre kit per quantitàinferiori di sangue donato, ma le proposte-richieste sonosempre state rigettate per motivi soprattutto di sicurezzae di economia. Uno dei fattori per dare la maggiorsicurezza nelle trasfusioni è trasfondere l’ammalatocoinvolgendo il minor numero di donatori possibile.La seconda ragione è economica: ogni trasfusione costa;salva la vita, ma costa e anche parecchio. Per contenerei costi bisogna ridurre il numero delle donazioni e quindidegli accertamenti sulle donazioni (gli esami che vengonoobbligatoriamente fatti su ogni donazione). Per fare unbanale esempio se l’ammalato avesse bisogno di 1.800grammi di sangue intero potrei trasfonderlo con 4 saccheda 450ml; ma se le sacche contengono 350ml, dovreitrasfonderne 5, con aumento del 25% dei costi dellaterapia trasfusionale e dei relativi rischi trasfusionali perl’ammalato. Semmai in ambito internazionale qualcunopropone di aumentare il volume della donazione disangue intero, portandola oltre i 500ml; ma questaproposta non trova consensi in ambito italiano e ancormeno nell’ambito del Volontariato del Sangue e di Avis.Sappiamo che la misura fissa di 450ml ha determinatoe determina talora degli inconvenienti ai donatori/ici dibasso peso e pressione arteriosa nei valori inferiori dellanorma, ma per la maggior parte essi comparirebberocomunque anche per volumi di sangue prelevato inferiori;in questi casi si può però rallentare la velocità delladonazione e soprattutto si deve vigilare nel post-donazione, rimanendo qualche minuto distesi sul lettinodella donazione, con un ristoro dopo la donazioneadeguato per volumi di bevande zuccherate non alcoliche(anche 500ml), meglio se con caffè/thè. Poi si deveevitare di rimanere fermi in piedi, e ancor di più al caldoo sotto il sole. La giornata di riposo post-donazione èprevista proprio per evitare questi possibili disagi; c’è chine potrebbe fare a meno, ma chi ne ha bisogno la utilizziin modo appropriato, sarebbe a dire che non deve affattostupire se qualche donatore/ice ne sente proprio il bisognoe quel giorno se ne rimane a casa al fresco a riposare.

Bernardino Spaliviero

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Continuate a scriverci, in tempo reale potrete trovare lettere e risposte si www.donoevita.it

E se usassimo sacchepiù “personalizzate”?

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