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MoVimento 5 Stelle Napoli DOCUMENTO SULLA METROPOLITANA DI NAPOLI – LINEA 6 Stesura: Gruppo M5S Napoli – I Municipalità (Chiaia/Posillipo/San Ferdinando)

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Page 1: DOCUMENTO SULLA METROPOLITANA DI NAPOLI – LINEA 6files.meetup.com/206790/Relazione sulla Linea 6.2.pdf · Aprile 2009 Protocollo di intesa tra la Regione Campania e il Comune di

MoVimento 5 Stelle Napoli

DOCUMENTO SULLA METROPOLITANA DI NAPOLI – LINEA 6

Stesura: Gruppo M5S Napoli – I Municipalità (Chiaia/Posillipo/San Ferdinando)

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Relazione

1)Premessa:

La Linea 6 della metropolitana di Napoli, inizialmente concepita come linea tramviaria rapida (L.T.R.) di superficie ( il progetto è legato agli stanziamenti erogati in occasione dei mondiali di calcio del ’90), avrebbe dovuto collegare, trasversalmente, lungo la direttrice Est – Ovest, il versante occidentale della città con la sua parte orientale (piazzale Tecchio - quartiere Fuorigrotta - sino ai quartieri di Barra-Ponticelli), seguendo il tracciato della preesistente linea 1 del tram urbano.Senonchè, in seguito ad un contenzioso intercorso tra la società ‘Ansaldo s.p.a.’, appaltatrice dell’opera, l’A.N.M. (ex A.T.A.N., ‘azienda di trasporto comunale’) ed il Comune di Napoli, alla società privata veniva attribuita l’esclusiva per la costruzione della linea 6 della metropolitana, in forza di un progetto completamente diverso ( ‘avallato’ dal Comune partenopeo con la delibera di G.M. n. 3650 del 19/07/1999) rispetto a quello inizialmente approvato:

- la trasformazione della L.T.R. di superficie in metropolitana sotterranea;- la riduzione del tracciato ( con partenza in Piazzale Tecchio e destinazione in Piazza

Municipio);- Originariamente il tratto tra Mergellina e Piazza Vittoria era in superficie e non necessitava

della VIA. Con il nuovo progetto, la tratta è stata interrata.

Così il progetto relativo alla realizzazione della linea 6 della metropolitana di Napoli, modificato con le specifiche caratteristiche poco sopra sintetizzate, veniva definitivamente inserito nel “Sistema Integrato Regionale dei Trasporti” dalla Giunta Regionale della Campania con la delibera n. 1282 del 05/04/2002 e successivamente finanziato con fondi stanziati:

- dal Comune di Napoli;- dalla Regione Campania;- dal Governo centrale;- e dall'Unione Europea.

L'intervento infrastrutturale veniva suddiviso nei seguenti lotti:

(1) Lotto 1 realizzazione della tratta “Mostra – Mergellina”; (2) Lotto 2/a realizzazione della tratta “Mergellina (e) - S. Pasquale – Municipio”; (3) Lotto 2/b realizzazione della tratta “Deposito/Officina - Via Campegna - Galleria di

collegamento con la Mostra d’oltremare”, realizzazione delle rifiniture afferenti le stazioni di Arco Mirelli e di Chiaia ed, infine completamento flotta;

(1) Il progetto esecutivo del Lotto 1 veniva approvato dal Comune di Napoli con la deliberazione di G.C. n. 5078 del 20.12.2005 per l’importo complessivo di euro 140.985.987,41;

(2) Il progetto definitivo del Lotto 2/a e del Lotto 2/b veniva approvato dal Comune di Napoli con la deliberazione di G.C. n. 482 del 20.01.2006, ai sensi e per gli effetti dell’art. 4 del D. L.vo 20 agosto 2002 n. 190 e seguenti modificazioni per l’importo di euro 609.108.771,35 con prescrizioni, osservazioni e raccomandazioni;

Il fabbisogno finanziario complessivo occorrente per il completamento della Linea 6 Metropolitana è, quindi, stimato in euro 750.094.758,76 (costituito dalla somma algebrica degli importi stanziati per i n° 3 lotti menzionati).

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Infine, la delibera di giunta n. 121 del 2009 autorizza l'estensione della linea ferroviaria nel quartiere di Bagnoli e l'attraversamento delle aree di proprietà della Bagnolifutura (i cui vertici passati sono indagati dalla Procura di Napoli per la mancata bonifica dei suoli) con ben 4 stazioni metropolitane: Campegna, Acciaieria, Città della Scienza (distrutta da un incendio la notte del 4 marzo 2013, a poche ore di distanza dal crollo alla Riviera) e Porta del Parco. Sempre in zona, il Piano Comunale dei Trasporti prevede la realizzazione di altre due tratte: la linea 7 e la linea 8 (quest'ultima con un costo preventivato di 250 milioni di euro).

NORMATIVA DI RIFERIMENTO:

Legge n. 211/1992 del 26 Febbraio 1992Delibera CIPE 258/1996 del 27 Novembre 1996Delibera CIPE 138/1998 del 19 Novembre 1998Delibera CIPE 15/2001 del 1 Febbraio 2001IGQ tra il Governo e la Regione Campania del 18 Dicembre 2001Delibera CIPE 2/2002 del 14 Febbraio 2002MIT - Decreto Dirigenziale n. 772/211/NA del 10 Giugno 20021° Accordo attuativo dell’IGQ tra Governo e la Regione Campania del 31 Ottobre 2002Delibera CIPE 111/2004 del 20 Dicembre 2004Delibera CIPE 75/2006 del 29 Marzo 2006Delibera CIPE 155/2006 del17 Novembre 2006Accordo Preliminare Infrastrutture-Regione Campania QSN 2007-2013 del 28 Febbraio 2007Delibera CIPE 91/2007 del 30 Agosto 2007Delibera CIPE 120/2007 (ricusata dalla Corte dei Conti) del 9 Novembre 2007Delibera Corte dei Conti n. 12/2008/P del 24 Luglio 20081° Atto aggiuntivo IGQ Governo e Regione Campania del 1 Agosto 20081° Documento Attuativo del 1° Atto Integrativo della Intesa Generale Quadro del 18 Dicembre 2001 del 7 Aprile 2009Protocollo di intesa tra la Regione Campania e il Comune di Napoli del 19 Ottobre 2009Delibera di Giunta Regione Campania n. 150 del 25 Febbraio 2010Delibera di Giunta Regione Campania n. 358 del 23 Marzo 2010Delibera di Giunta Regione Campania n. 458 del 25 Marzo 2010Relazione di bilancio 2010 Ansaldo STS del Marzo 2011

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2) Fatti:

La mattina del 4 Marzo 2013 si verificava il crollo dell'ala sinistra di Palazzo Guevara di Bovino, un edificio monumentale del XIX secolo progettato dall'architetto Moscarella alla Riviera di Chiaia. Erano da poco passate le 10 del mattino quando un boato scuoteva l'area della Torretta, un punto molto trafficato della città di Napoli, transito obbligato per gli automobilisti provenienti e diretti verso i quartieri flegrei e reso ancor più congestionato dai cantieri della metropolitana presenti ormai da circa 6 anni. Numerose anche le persone in strada a quell'ora, essendo un quartiere ad alta densità abitativa e con numerose attività commerciali. Si può quindi parlare di un vero e proprio miracolo se l'incidente non abbia provocato vittime. L'evacuazione immediata dell'edificio è stata resa possibile, in base a notizie di stampa, dall'allarme lanciato pochi minuti prima dagli ingegneri dell'Ansaldo, che avevano fatto allontanare gli abitanti a seguito di una improvvisa infiltrazione d'acqua nel sottosuolo.

Ad un primo allontanamento degli inquilini di Palazzo Guevara (civico 72), seguiva nei giorni successivi lo sfollamento progressivo degli abitati limitrofi. Si temeva infatti che i danni avessero coinvolto un'area più ampia e il Comune provvedeva così ad eseguire le ordinanze di sfratto per consentire i controlli del caso e le eventuali opere di messa in sicurezza. In tutto venivano sgomberate all'incirca 400 persone: la maggior parte avrebbe trovato posto in seconde case o da amici e parenti, altre 147 persone sarebbero state alloggiate a spese dell'Ansaldo in tre alberghi della città, ovvero l'hotel Terme di Agnano, l'hotel Serius e l'hotel San Paolo. L'incidente avveniva in un periodo critico per l'amministrazione de Magistris: il Comune infatti si trovava a dover gestire l'evento velico delle World Series - America's Cup sul lungomare di via Caracciolo, con conseguenze inevitabili sulla viabilità già messa a dura prova da una ZTL concepita in maniera scriteriata e dalla crisi del trasporto pubblico locale. Un ulteriore fattore di crisi veniva rappresentato dall'incendio doloso della Città della Scienza nella stessa notte del 4 marzo. Il caos così prodotto scatenava la rabbia di residenti e commercianti, scesi più volte in piazza contro la giunta comunale.

La Procura di Napoli apriva un'inchiesta ed emetteva subito 22 avvisi di garanzia nei confronti dei tecnici di Ansaldo, delle ditte subappaltatrici e degli uffici fognari del Comune. I P.M. incaricati, dott. Giovanni Corona e dott.essa Fabrizia Pavani, disponevano il sequestro del cantiere della Metropolitana - Linea 6 di Arco Mirelli e davano inizio ai sondaggi e alle opere di messa in sicurezza.

A metà aprile cadeva il proverbiale fulmine a ciel sereno: l'Ansaldo comunicava al Comune che avrebbe garantito il contratto con gli albergatori fino al 30 dello stesso mese, provocando sconcerto tra gli sfollati, sentitisi, quindi, abbandonati. Il sindaco de Magistris si diceva contrariato dal mancato preavviso e dichiarava che si sarebbe fatto garante in prima persona del pagamento degli albergatori fino al rientro di tutti i residenti. Promessa che al momento il Comune sta mantenendo.

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a) I segnali premonitori

Un crollo annunciato secondo i più. Sappiamo che già 45 giorni prima dell'incidente si erano avute una serie di anomalie segnalate dagli abitanti ed ignorate dalle autorità. Il 21 gennaio una perdita d’acqua avviene tra le paratie 16 e 17 del cantiere del metrò della linea 6, in corrispondenza del civico n. 81 della Riviera di Chiaia, sotto il locale “Dog out”. Qualche giorno dopo il locale cede di quattro centimetri con allagamento. Così racconta Marco Postiglione, gestore del pub nell’intervista al Corriere del Mezzogiorno del 19 aprile 2013: “ La mattina del 25 gennaio mi chiamano i miei due dipendenti e mi dicono che il pavimento è sceso di alcuni centimetri e che il locale è allagato. Mi precipito nel vicino cantiere e protesto. Dico: ma che state facendo? Due, o tre tecnici, senza alcuna sorpresa, mi seguono nel negozio. Controllano quanto è successo e mi dicono che metteranno a posto tutto loro”. Postiglione avvisa anche i responsabili dell’ente proprietario dello stabile l’Opera Pia Purgatorio ad Arco, che chiamano i vigili del fuoco, la Protezione civile del Comune e la polizia municipale ed il locale viene chiuso. Intanto anche i condomini dei piani superiori informavano di avere avuto difficoltà nel chiudere le finestre e facevano intervenire sul posto l’Ing. Tecnico responsabile dell’Ansaldo il quale confermava che il cedimento era stato causato da un loro errore durante i lavori, ma che comunque rientrava nei parametri di sicurezza. Successivamente il Comune di Napoli ha inviato ai proprietari del civico 81 una diffida per la messa in sicurezza dello stabile “causa probabili infiltrazioni d’acqua del sottosuolo”. Insomma il danneggiato doveva, secondo il Comune, riparare pure il danno. Questa situazione evidenzia comunque che il Comune e l’Ansaldo sapevano benissimo cosa stesse succedendo ma non sono intervenuti per bloccare i lavori.

«A causare il crollo è una probabile infiltrazione d'acqua». È quanto dichiara il tenente Alfredo Marraffino della polizia municipale, responsabile dell'Unità operativa di Chiaia al Corriere del Mezzogiorno del 04-03-2012. Si sarebbe secondo Maraffino, determinato una infiltrazione proveniente da una falda acquifera naturale, presente in zona. È questa l'ipotesi al momento più accreditata, formulata anche dai vigili del fuoco. L'acqua avrebbe creato un vuoto sotto l'ala del palazzo provocandone il cedimento .

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b) La situazione complessiva

Area Interessata dagli sgomberi:

Riviera di Chiaia Dal civico 62 al civico 92

Vico Antonio Serra Dal civico 5 al civico 28 (tutto il vicolo)

Via Arco Mirelli Dal civico 1 al civico 7

Vico delle Fiorentine a Chiaia Dal civico 2 al civico 8

Inoltre il quadrilatero dello sgombero ha coinvolto 24 attività commerciali.

Il quadro delle notizie è tuttora estremamente frammentario. Vi sono stati incontri succedutisi nel tempo tra i residenti e il sindaco, che ha pur vagamente informato i residenti dell’evolversi della situazione. In allegato troverete il link della registrazione audio del terzo di questi incontri.

In seguito alla nomina di tecnici di parte ad opera di alcuni residenti, poi, si è tenuta una riunione a Palazzo san Giacomo in data 2 maggio 2013 nella quale si sono avute le seguenti informazioni:

i cedimenti subiti dai fabbricati si sono stabilizzati. E’ stato possibile visionare i grafici dei cedimenti di tutti i fabbricati interessati, che mostrano chiaramente che diversi punti degli stessi palazzi hanno avuto differenti cedimenti anche se nel contempo si veniva informati che i fabbricati non avrebbero avuto cedimenti differenziali;

nella seconda settimana sarebbero iniziati i sopralluoghi sui fabbricati oggetto di sgombero da parte di tecnici del Comune e dei VVFF e per i fabbricati più lontani dal crollo si è ipotizzato un rientro celere nelle abitazioni (in data 7 maggio hanno effettivamente avuto inizio per alcuni fabbricati, ma nulla si è saputo, né sono stati redatti verbali in contraddittorio con i residenti pur presenti);

circa l'incidente è stato comunicato che si è trattato di un foro al centro di un diaframma, che Ansaldo avrebbe rilasciato certificazione di messa in sicurezza della stazione e che entro pochi giorni avrebbe rilasciato anche un certificato di sicurezza relativo ai terreni

si è parlato di 2000 mc di acqua e 400 mc di terreno che sarebbero defluiti nella stazione della metro dal sottosuolo della riviera di Chiaia;

è anche stato comunicato che - per quanto riguarda la falda acquifera - il problema grosso sono le stazioni. A detta del Comune il tunnel non creerebbe invece alcun disturbo alla falda.

I residenti hanno inoltrato richiesta di accesso agli atti. Dopo alcuni giorni abbiamo ottenuto i documenti, allegati a questa relazione.

Circa l’appalto, da informazioni assunte, è emerso che:

Ansaldo ha subappaltato l'opera ad una ATI (Associazione Temporanea d'Imprese) che è la stessa a cui subappaltò negli anni '90 per la ex LTR. L'ATI è costituita da Paolo De Luca Costruzioni Generali S.r.l. (Mandataria), Costrade S.p.A., Consorzio Stabile Infrastrutture, MN. Metropolitana di Napoli S.p.A;

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sul cantiere di Arco Mirelli si rileva la presenza di altre ditte, difatti il crollo si è verificato mentre la Trevi SpA effettuava lavorazioni in sito e la stessa Trevi è all’opera per l’effettuazione dei lavori di impermeabilizzazione e consolidamento conseguenti il crollo, per cui è ipotizzabile una catena di sub-subappalti con l’ipotizzabile lievitazione dei costi e/o cattiva esecuzione delle opere. La Trevi risulta consorziata nella “Trevi Sfg Inc Spa per Napoli”, dove la Sfg – Inc Spa fa parte del gruppo Impregilo (tristemente noto qui in Campania per i coinvolgimenti giudiziari nell'emergenza rifiuti), e scorrendo la ragione sociale del consorzio si rileva: “IL CONSORZIO NON HA SCOPO DI LUCRO. OGGETTO DEL CONSORZIO E' LA REALIZZAZIONE DI UNA ORGANIZZAZIONE COMUNE TRA LE IMPRESE CONSORZIATE PER LA DISCIPLINA E LO SVOLGIMENTO, IN NOME PROPRIO E NELL'INTERESSE DELLE IMPRESE CONSORZIATE, DEL COMPLESSO DI ATTIVITA' NECESSARIE PER IL CONSEGUIMENTO E L'ESESECUZIONE DEI LAVORI SPECIALISTICI RIENTRANTI NELLA CATEGORIA OS 21 "CONSOLIDAMENTI DEI TERRENI ED OPERE DI FONDAZIONE" FINALIZZATI ALLA COSTRUZIONE DELLA LINEA "1" DELLA METROPOLITANA DI NAPOLI E DELLA LINEA L.T.R. IN NAPOLI. IL CONSORZIO POTRA' QUINDI PRESENTARE OFFERTE A COMMITTENTI PUBBLICI E PRIVATI E STIPULARE CONTRATTI DI APPALTO, E/O SUBAPPALTO E RELATIVI ATTI INTEGRATIVI E/O AGGIUNTIVI E/O COMPLEMENTARI, NONCHE' SVOLGERE OGNI ALTRA ATTIVITA' UTILE NECESSARIA ALLA REALIZZAZIONE DELL'OGGETTO.”

Altre ditte subappaltatrici del cantiere di Arco Mirelli, di cui l'esecutrice delle opere civili è la “Arco Mirelli scarl”, risultano essere:

1.1.1. Imecal Srl1.1.2. Nuova Segnaletica Srl1.1.3. Edil Soccavo sas1.1.4. Concrete srl1.1.5. Edil Tecna srl1.1.6. Siti srl

Ancora da informazioni assunte a mezzo stampa è emerso che:

il rientro dei residenti non è connesso in alcun modo con i sequestri effettuati dalla Procura della Repubblica (nonostante quanto affermato dal sindaco de Magistris agli sfollati, come si evince dalle registrazioni audio al minuto 06:25 della prima traccia, smentito anche a mezzo stampa dal consulente della Procura, Nicola Augenti), che vietano solo la modifica non autorizzata dello stato dei luoghi e solo limitatamente a due fabbricati (civico 66 e civico 72), nonché alla metropolitana stessa;

le operazioni di sgombero sono state effettuate a cura del comune di Napoli che pertanto ne è unico responsabile;

il Comune resta pertanto l’unico arbitro del rientro in casa dei residenti sgomberati;

i lavori di messa in sicurezza dei fabbricati sono in una fase di stallo e questo impedisce che la Procura effettui le indagini sul sottosuolo, non essendovi le necessarie condizioni di sicurezza per la presenza incombente di fabbricati visibilmente pericolanti;

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c) La stazione di Chiaia

Un esempio di come operano l'Ansaldo e le ditte subappaltatrici viene dato da queste immagini tratte dal cantiere in costruzione a piazzetta Santa Maria degli Angeli, nel cuore della città antica.

Ritrovamenti archeologici in data 11 novembre 2009

Il cantiere un paio d'anni dopo: i reperti sono stati cancellati

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Lo scavo (di circa 43 metri di profondità) è stato eseguito in un'area delicatissima dal punto di vista geologico e strutturale, con la presenza di numerosi edifici storici e monumentali (come la chiesa di

Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone, costruita tra il 1587 e il 1610, e il Ponte di Chiaia, eretto nel 1636, tuttora arteria stradale di collegamento coi Quartieri Spagnoli). La stazione è stata

progettata dall'architetto Uberto Siola, (in questo video su youtube, l'architetto Siola ne illustra le caratteristiche).

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Uno dei negozi costretto a chiudere a causa dei lavori del metrò (foto scattata ai piedi del Ponte di Chiaia)

Il rendering della futura stazione

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3) Tabella dei finanziamenti (fonte: Camera dei Deputati – Anno 2011)

(fonte: Allegato Infrastrutture al DEF 2012, pag. 57 – GU n. 103 del 04/05/2013, delibera n. 136/2012)

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4) Conclusioni

Purtroppo siamo di fronte all’ennesimo episodio di malaffare, con gravissime conseguenze sia per l’ambiente sia per i cittadini. Le opere civili della linea 6 della metropolitana sono quasi concluse o almeno appaiono in uno stato molto avanzato dei lavori. Il crollo annunciato del 4 marzo scorso, rimasto miracolosamente senza vittime, dilaniando un edificio storico della Riviera di Chiaia, ha, di fatto, stravolto la vita di centinaia di cittadini-residenti, oggetto di uno sgombero selvaggio e costretti all’incertezza più assoluta circa il possibile ripristino della normalità urbana e con essa della propria vita.

La progettazione della linea 6 della metropolitana di Napoli, per molti versi, è una validissima cartina di tornasole sulle ‘normali’ modalità di realizzazione delle opere pubbliche in Italia: - incurante pressappochismo circa lo sconquasso del territorio;- corruzione e sperpero di danaro pubblico attraverso le continue e ripetute rimodulazioni del progetto inziale;- l’assenza assordante e odiosa delle Istituzioni circa il controllo e la tutela dell’incolumità degli inermi cittadini.Invero, il tracciato del tunnel sotterraneo, già completato, ha presuntivamente prodotto lo sconvolgimento della falda acquifera presente nel sottosuolo partenopeo. Il terribile sospetto è avvalorato dalla impossibilità di visionare gli studi di impatto ambientale, misteriosamente spariti in data 10 marzo 2009, come dimostra questa denuncia sporta dalla dirigente del servizio VIA del settore Tutela dell'ambiente della Regione Campania.Ci si chiede quale VIA abbia potuto visionare la Regione durante la riunione del 16 novembre 2009, prodromica all’adozione del successivo decreto dirigenziale del 18 marzo 2010, avente ad oggetto proprio il documento trafugato?I dubbi circa la reale ‘consapevolezza’ delle Istituzioni locali sul potenziale impatto ambientale dell’opera diventano realtà se si pone mente al fatto che i cantieri della tratta “Mergellina – Municipio” risultavano già pienamente operativi dal 21 gennaio 2007, ovvero ben tre anni prima.

Nonostante numerose denunce, perizie e studi, non solo di residenti ma anche di noti studiosi sia dell’ingegneria, sia della geologia tecnica, i lavori sono proseguiti senza le necessarie precauzioni, con un apparato di controllo pubblico evidentemente inefficiente, vista la commistione controllore/controllato di chi eseguiva l’opera. E’ in questo terribile scenario che si rinnovano e prendono forza le solide critiche provenienti dal dott. Riccardo Caniparoli, noto esperto in materia, il quale ritiene che la creazione della galleria della Linea 6 di Napoli , comportando l’innalzamento della falda acquifera avrebbe generato l’impaludamento delle zone circostanti, l’abbassamento del sottosuolo e prodotto la presenza di voragini ed allagamenti. Insomma un vero e proprio disastro idrogeologico, di cui sarebbe prova l'impoverimento della flora nella Villa Comunale.

L’opera appare ben inserita anche nel contesto delle opere pubbliche italiane, è difatti probabilmente inutile in quanto viene a sostituire una linea tranviaria in superficie perfettamente efficiente, smantellando la stessa con congruo anticipo rispetto all’esecuzione dei lavori di costruzione della metropolitana, è stata affidata senza gara ad un soggetto che ha ben visto di far partire la solita catena di sub, sub-sub e probabilmente sub-sub-subappalti, e conseguentemente è forte il rischio di presenze malavitose nelle ditte operanti nella movimentazione terra e nelle forniture del calcestruzzo.

L’opera appare, infine, ben inserita anche nel sistema dello sperpero e del finanziamento dei soliti

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noti. Vengono progettate opere faraoniche, a partire dalle stazioni-museo o, peggio, stazioni-centri commerciali, continuando con la scelta di un tracciato interamente in acqua e dal numero delle stazioni stesse. Si è in presenza di un qualcosa che necessariamente doveva costare tanto, pensato da oltre un ventennio e portato avanti con protervia al solo palese scopo di indirizzare flussi di denaro pubblico verso direzioni prestabilite.

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5) Allegati

La Relazione Geotecnica fatta dall'Ansaldo nel 1999 Istanza di accesso agli atti al Comune di Napoli e gli atti consegnati:

◦ Report tecnico del 09/04/13 su Palazzo Guevara (civico 72) ◦ Dichiarazione del Comune di lavori completati in data 29/04/13 e trasmessi alla

Procura Risposta della Regione alla richiesta di visione della VIA da parte del dott. Caniparoli Denuncia di smarrimento della VIA in data 10/03/09 Registrazione audio dell'incontro tra il sindaco de Magistris e gli sfollati in data

28/04/13 (copiare tutto il link):◦ Traccia Uno: https://www.dropbox.com/s/m0kc3eeorwr89wz/Incontro De Magistris - Sfollati 1(1).mp3

◦ Traccia Due: https://www.dropbox.com/s/tuhwa24o8v7jux4/Incontro De Magistris - Sfollati 2.mp3

Libro “La Metrocricca” di Polichetti Da Repubblica Napoli dell'8 maggio 2013: “La Procura contro il Comune: il sindaco

mente” Ordinanza sindacale all'Ansaldo di avvio opere di messa in sicurezza in data 9

maggio 2013 Tabella delle interrogazioni parlamentari sulla linea 6 già svolte (ci risultano

senza esito) nelle passate legislature:◦ Interrogazione del deputato Cola (anno 2000) ◦ Interrogazione del deputato Siniscalchi (anno 2001):

▪ Parte Uno ▪ Parte Due

◦ Scheda dei solleciti dell'interrogazione dei deputati Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci e Maurizio Turco (anno 2010)

Delibera della Corte dei Conti che blocca il trasferimento di 141 milioni di euro per la costruzione dell'Officina Linea 6 nell'ex Arsenale di Napoli (anno 2008)

Prolungamento della Linea 6 a Bagnoli

*Altri documenti e informazioni sono reperibili sul Meetup di Napoli

Napoli, 19/05/2013

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