studio preliminare sulle sepolture neolitiche del territorio mantovano
TRANSCRIPT
R I V I S TA
D I S T U D I L I G U R I
ANNI LXXVII – LXXIX
GENNAIO – DICEMBRE 2011-2013
ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI LIGURIMUSEO BICKNELL – BORDIGHERA
Atti del Convegno
IL PIENO SVILUPPO DEL NEOLITICOIN ITALIA
Museo Archeologico del Finale – Finale Ligure Borgo8–10 giugno 2009
a cura diMaria Bernabò Brea – Roberto Maggi – Alessandra Manfredini
Bordighera 2014
Con il patrocinio diIstituto Italiano di Preistoria e ProtostoriaUniversità di Roma – La SapienzaDirezione regionale per i beni culturali e paesaggistici della LiguriaSoprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia e RomagnaSoprintendenza per i beni archeologici della LiguriaIstituto Internazionale di Studi LiguriCivico Museo del Finale
Con il contributo diComune di Finale Ligure, Cava Arene Candide s.r.l., Freddy S.p.A.
Comitato scientificoMaria BernaBò Brea, roBerto Maggi, alessandra Manfredini
Comitato organizzatoredaniele aroBBa, andrea de Pascale, angiolo del lucchese, roBerto Maggi
Organizzazione e gestione del sito web dedicatostefano rossi
Redazione dei pre-attistefano rossi, anna sMaldone
Segreteria del Convegnostefano rossi, anna sMaldone
con la collaborazione disiMona Mordeglia, Manuela saccone, carlo Vinotti
Segreteria di redazione degli AttiMaria BernaBò Brea, roBerto Maggi, chiara Panelli, stefano rossi
Studio grafico e impaginazioneOLTRE s.r.l., via Torino 1, Sestri Levante, Genova
Programma del Convegno
8 giugno 09.30 Saluti delle Autorità10.15 M.Bernabò Brea, R. Maggi, A. Manfredini - Introduzione11.00 D. Binder - VBQ-Chassey tra Provenza e Liguria12.00 pausa11.30 A. Beeching - Rapporti Francia-Italia attraverso le Alpi12.30 A. Pedrotti, E. Bannfy - Le culture dell’area nord-orientale nella prima metà
del V millennio a. C. La cultura di Lengyel e la cultura dei Vasi a Bocca Quadrata: rituali funerari a confronto
13.00 pranzo14.30 Tavola Rotonda: Ambiente, economia, uso del territorio – chairman: R. Maggi16.30 pausa17.00-19.30 Tavola Rotonda: Ambiente, economia, uso del territorio – chairman: R. Maggi21.00 apertura staordinaria e visita al Museo Archeologico del Finale
9 giugno
09.00 Tavola rotonda: Le produzioni quali indicatori di identità e di contatti – chairman A. Del Lucchese10.45 pausa11.15 Tavola rotonda: Le produzioni quali indicatori di identità e di contatti – chairman A. Del Lucchese13.00 pranzo14.00 Tavola Rotonda: Il mondo rituale e funerario – chairman M. Bernabò Brea16.45 pausa17.15-19.30 Tavola Rotonda: Antropologia – chairman L. Salvadei
Presentazione del volume, Il riparo di Pian del Ciliegio. Un sito Neolitico sull’altopiano delle Manie a cura di A. Del Lucchese
10 giugno09.00 Tavola Rotonda: Definizione degli aspetti culturali – chairman L. Sarti11.00 pausa11.30 Tavola rotonda: Quale società? - chairman A. Manfredini14.30-16.30 Escursione alla Caverna delle Arene Candide
INDICE
Maria BernaBò Brea, roBerto Maggi, alessandra Manfredini
Introduzione 17
i. Uno sgUardo da occidente
didier Binder, cedric lepère
From Impresso-Cardial to SMP and Chassey in Provence 21
ii. aMBiente, econoMia, Uso del territorio
MaUro creMaschi
L’uso del suolo nel Neolitico in ambito padano: lo stato dell’arte 33
daria giUseppina Banchieri, lanfredo castelletti, BarBara cerMesoni, elisa Martinelli, paolo oppizzi
Modalità di occupazione e sfruttamento del territorio nel corso del V millennio a.C. nella Lombardia occidentale e nel Canton Ticino 41
girolaMo fiorentino, cosiMo d’oronzo, Milena priMavera, MassiMo caldara, italo Maria MUntoni, francesca radina
Variazioni ambientali e dinamiche antropiche in Puglia (5 600 – 4 000 BC) 47
MaUro rottoli, elena regola
L’agricoltura in Italia settentrionale nel V millennio a.C.: nuovi dati dal sito di via Guidorossi a Parma 55
Marco Marchesini, ilaria goBBo, silvia Marvelli
La ricostruzione del paesaggio vegetale nel Neolitico medio in Emilia Romagna attraverso le indagini palinologiche 63
Marialetizia carra
I macroresti vegetali dal sito di Ponte Ghiara (PR). Considerazioni paleo-ecologiche e paleo-economiche 71
cynthianne spiteri, oliver edward craig, italo Maria MUntoni, francesca radina
The transition to agriculture in the Western Mediterranean. Evidence from pots 79
Jacopo de grossi Mazzorin
L’analisi archeozoologica di alcuni siti della cultura neolitica dei vasi a bocca quadrata del Parmense 87
BarBara voytek
Plus ça change, plus c’est la même chose. Change and Continuity in the Neolithic 95
Jacopo de grossi Mazzorin, alBerto c. potenza
Lo sfruttamento delle risorse animali nel sito neolitico di Serra Cicora (Nardò, Lecce) 101
leonardo salari, Maria cristina de angelis, antonio tagliacozzo
La fauna neolitica della Grotta dei Cocci (Narni, Umbria) 105
cecilia conati BarBaro
Forme di aggregazione sociale e uso del territorio nel Tavoliere di Puglia 111
arMando gravina
La Daunia nel V millennio: note di topografia 119
lorenza Bronzoni, paolo ferrari
Elementi per una riflessione sulle strutture infossate della fase VBQ in Emilia occidentale 127
daniele aroBBa, angiolo del lUcchese, piera Melli, rosanna caraMiello
Evidenze di scalvatura in rami di frassino del Neolitico medio a Genova 137
antonio cUrci, Maria cristina de angelis, adriana Moroni lanfredini, siMona padoanello, antonio tagliacozzo
Grotta Bella (Umbria). Dati per un’analisi economica e paleo ambientale 143
alessandra facciolo, antonio tagliacozzo, vincenzo tiné
Le fosse di combustione con resti di animali dai livelli del Neolitico medio (facies Serra d’Alto) di Grotta San Michele di Saracena (CS) 151
daniele aroBBa, rosanna caraMiello
Indagine archeobotanica sui livelli del Riparo di Rocca Due Teste presso Alpicella (Varazze, Savona) 157
iii. le prodUzioni qUali indicatori di identità e di contatti
italo Maria MUntoni
La ceramica Serra d’Alto in Italia meridionale. Circolazione di materie prime, di prodotti finiti, di tecnologie? 169
Marta coloMBo
La standardizzazione delle misure e delle decorazioni nelle forme vascolari della Cultura di Catignano 179
BiancaMaria arangUren, annaMaria de francesco, Marco Bocci, gino crisci, pasqUino pallecchi
Ceramiche di imitazione Serra d’Alto a Grotta della Spinosa, Massa Marittima (GR) 185
valentina cannavò, Maria BernaBò Brea, sara t. levi, paola Mazzieri
Dati archeologici e analisi archeometrica di vasetti tipo “San Martino” rinvenuti in Emilia 191
andrea de pascale
Le pintadere neolitiche nelle collezioni del Museo Archeologico del Finale 203
valentina cannavò, sara t. levi, siMone Mantini, Maria BernaBò Brea
Analisi esplorativa della statuina neolitica di Vicofertile 211
siMone occhi
Le asce in pietra levigata della collezione storica del Museo Archeologico Nazionale di Parma 215
patrizia gariBaldi, eUgenia isetti, irene Molinari, gUido rossi
Le asce in pietra levigata del Neolitico della Penisola italiana: collezioni e nuove ricerche 225
roBerto Micheli
Ornamenti personali e gruppi neolitici: elementi di differenziazione culturale nell’ambito della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata 235
siMona scarcella
La produzione della ceramica stentinelliana a Perriere Sottano (CT). Rottura nelle decorazioni e continuità nell’utilizzo delle materie prime 243
Maria grazia BUlgarelli, laUra d’erMe
Poggio Olivastro (Canino, VT): la fase del pieno Neolitico 249
claUdio capelli, angiolo del lUcchese, elisaBetta starnini
La produzione ceramica neolitica: analisi archeometriche su materiali del Riparo di Pian del Ciliegio (Finale Ligure - SV) 255
alessia colaianni, alfredo geniola, doMenico loiacono, antonio Minafra, rosa ModUgno, rocco sanseverino, lUigi schiavUlli
Caratterizzazione cronologica mediante termoluminescenza di alcune ceramiche di tipo Serra d’Alto dal sito di Santa Barbara (Polignano a Mare – BA). Risultati preliminari 257
iv. il Mondo ritUale e fUnerario
renata grifoni creMonesi
Aspetti ideologici e funerari nella cultura di Ripoli e nell’Italia centro meridionale 265
alessandra Manfredini
Animali: non solo cibo 275
alfredo geniola, rocco sanseverino
Elementi funerari nell’area centro-meridionale del sito di Santa Barbara (Polignano a Mare - BA) 283
andrea ciaMpalini, Marco firpo, eUgenia isetti, ivano rellini, antonella traverso
Il culto del sacro nel complesso di Grotta Scaloria (FG) 289
donato coppola, antonio cUrci, francesco genchi
La frequentazione cultuale della Grotta di San Biagio (Ostuni – Brindisi) 295
Maria BernaBò Brea, Maria Maffi, paola Mazzieri, loretana salvadei, iaMes tiraBassi
Le necropoli VBQ in Emilia 303
Maria BernaBò Brea, paola Mazzieri
Osservazioni sulla sfera rituale del mondo VBQ in base ai dati forniti dagli insediamenti dell’Emilia occidentale 315
paola Mazzieri, roBerto Micheli
Tradizioni funerarie e ornamenti personali. Alcune osservazioni dalla sfera VBQ emiliana alla luce delle ultime scoperte 323
paola Mazzieri, siMone occhi
Le asce nei corredi sepolcrali dell’Emilia occidentale 331
daniela castagna, valentina gazzoni, gaBriele lUigi francesco BerrUti, Martina de March
Studio preliminare sulle sepolture neolitiche del territorio mantovano: i casi di Mantova, Bagnolo San Vito e San Giorgio 339
ida tiBeri, sara dell’anna
Usi funerari nel Salento del V millennio a.C. Le tombe di Carpignano Salentino (Lecce) 353
v. antropologia
paola iacUMin, antonietta di Matteo, lUciana Mantovani
Gli isotopi stabili nelle popolazioni del Neolitico Medio dell’Emilia occidentale 361
daMiano Marchi, vitale s. sparacello
Un approccio biomeccanico alla ricostruzione delle strategie di sussistenza delle popolazioni neolitiche della Liguria occidentale 365
gwenaëlle goUde, didier Binder, angiolo del lUcchese
Alimentation et modes de vie néolithiques en Ligurie 371
elsa pacciani, giUseppe d’aMore, sylvia di Marco, andrea Messina, lUca sineo
Il reperto cranico umano del Riparo della Rossa, Serra San Quirico (Ancona), nel contesto della variabilità morfometrica delle popolazioni neolitiche italiane ed europee 383
loretana salvadei
Antropologia dentaria delle popolazioni padane del Neolitico medio. Dati metrici e morfologici 389
loretana salvadei, alessandra spina
Antropologia dentaria delle popolazioni padane del Neolitico medio. Dati patologici 399
vi. definizione degli aspetti cUltUrali
angiolo del lUcchese
Nuovi dati sul pieno Neolitico nel Finalese dal Riparo di Pian del Ciliegio 405
gian piero Martino, giUliva odetti
Il Riparo di Rocca Due Teste all’Alpicella di Varazze (SV) nel contesto del Neolitico medio e superiore della Liguria 413
nicola dal santo, paola Mazzieri
Connotazione e sviluppo diacronico del VBQ in Emilia occidentale in base alle industrie ceramiche e litiche. Gli esempi dei siti di Ponte Ghiara, Benefizio e via Guidorossi 419
iaMes tiraBassi
La fase iniziale della Cultura VBQ documentata a Rivaltella – Ca’ Romensini (RE) 429
chiara panelli
Il sito neolitico di Vicofertile (Parma) 439
paola Mazzieri
Il Sito VBQ di stile “meandro-spiralico” di via Guidorossi a Parma 447
paola Mazzieri, Marco grignano
L’insediamento di VBQ I di Benefizio (Parma) 457
Maria Maffi, anna frasca
Nuovi dati relativi alla frequentazione dei Vasi a Bocca Quadrata in territorio piacentino 465
paola Mazzieri
Il sito VBQ di Pontetaro (PR) 477
MaUrizio liBelli
Il sito neolitico di Gaione “Parco del Cinghio” 485
lUcia sarti, nicoletta volante
Il pieno Neolitico in Toscana: variabilità delle produzioni ceramiche e litiche nel contesto dell’Italia centrale 497
alfredo geniola, rocco sanseverino
Considerazioni culturali sull’aspetto Chiantinelle nel territorio di Serracapriola (FG) 505
elettra ingravallo
Serra Cicora e le facies neolitiche meridionali: un’occasione per parlarne 511
vincenzo tiné, elena natali
Il Neolitico medio nella Calabria settentrionale. Nuovi dati da Grotta San Michele di Saracena e Grotta della Madonna di Praia e Mare (CS) 515
IndIce deI PrePrInt 521
Rivista di Studi Liguri, LXXVII – LXXIX (2011–2013)
Studio preliminare sulle sepolture neolitiche del territorio mantovano: i casi di Mantova, Bagnolo San Vito e San Giorgio
Daniela Castagna* - Valentina Gazzoni** - Gabriele Luigi Francesco Berruti*** - Martina De March****
1. Premessa
Nell’ultimo decennio l’avvio di lottizzazioni a carat-tere insediativo ed industriale in alcuni comuni del terri-torio mantovano è stato motivo di indagini archeologiche condotte in estensione: la quantità di dati recuperati sugli insediamenti e le necropoli ascrivibili al Neolitico è dav-vero notevole ed articolata. La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, nella persona della dott.ssa Elena M. Menotti, ha avviato un programma di stu-di, ma mancano al momento sintesi generali1. Per quanto riguarda le sepolture erano già note nel nostro territorio una tomba in Comune di Casalmoro2, ed altre due nel Comune di Porto Mantovano, frazione Bancole3.
Nel presente lavoro si espongono alcuni dati riguar-danti i comuni di Mantova, Bagnolo San Vito, posto lun-go il corso del fiume Mincio, a circa 13 km ad E dalla città, e San Giorgio, confinante con il capoluogo e posto a nord dello stesso, oltre la cintura dei laghi che lo circon-dano (fig. 1).
Determinante in questo lavoro il supporto fornito delle analisi antropologiche, eseguite dalla dott. Cristina Rave-doni su tre inumazioni di San Giorgio4 e dalla dott. Lore-tana Salvadei sul restante campione5.
2. Le sePoLture di BagnoLo san Vito
Già noto per il ritrovamento di una struttura abitati-va a pianta rettangolare datata al neolitico medio6, il sito di Bagnolo San Vito presenta un substrato costituito da depositi fluviali, in ambiente di piana alluvionale; nelle depressioni residue si è conservato l’orizzonte argillico di un suolo sepolto, costituito da limo argilloso, debol-mente sabbioso, di buona consistenza, con aggregazione poliedrica mediamente sviluppata, di colore 7,5YR 4/47.
In questo contesto sono state rinvenute dieci sepolture (tab. I) ad inumazione e due sepolture di animali, disposte a piccoli nuclei o isolate. Un primo nucleo è costituito da due inumazioni disposte parallelamente a circa 6 m di distanza, orientate E-W: la prima di esse (T.1), pertinente ad un maschio (?) di 40-50 anni, ha restituito un corredo composto da un bicchiere a b.q., con piccola ansa a nastro, decorato da fasci di linee incise che formano triangoli (fig. 5, 1), deposto tra il mento ed il polso sinistro, e da un vaso carenato decorato a graffito in stile geometrico (triango-li?) con prese forate verticalmente poste alla carena (fig. 5,2), collocato sotto all’omero destro8. In base al corredo la sepoltura può essere ascritta alla fase iniziale del Neoli-tico medio. La seconda (T.2), disturbata da eventi succes-sivi conteneva solo poche ossa sconnesse. Una sepoltura isolata, posta a grande distanza (T.3, M 40+), è orientata NNE-SSW, con cranio a N: la disposizione degli arti in-feriori aveva fatto ipotizzare un rimaneggiamento dello scheletro, ma le successive analisi condotte da L. Salva-dei hanno invece dimostrato che lo spostamento di tibie e peroni verso il cranio, di entità considerevole, è legato a processi tafonomici.
Un altro nucleo è composto da due sepolture (TT.4 e 5) poste a circa 7 m l’una dall’altra, con un lieve disassa-mento (T.4 risulta E-W, mentre T.5 è orientata WSW-E-NE): entrambe presentano una più rara deposizione in decubito laterale destro, con cranio a W: la prima (T.4, maschio di 30-40 anni), ha come corredo due punte fo-liate collocate dietro il bacino ed un’altra dietro la parte alta del costato (fig. 6,1-3). L’altra (T.5) contiene un in-dividuo di 12 anni circa: il corredo, posto a ridosso della tibia e costituito da una lama, un grattatoio doppio (fig. 6, 4-6) potrebbe essere stato contenuto in un sacchetto in
*SAP Società Archeologica srl, Mantova, [email protected]; **Via Ariosto, 26, 46100 Mantova; ***Università degli Studi di Ferrara, Di-partimento di Biologia ed Evoluzione, Corso Ercole I d’Este 32, 44100 Ferrara; ****Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Biologia ed Evoluzione, Corso Ercole I d’Este 32, 44100 Ferrara.
Fig. 1– Cartina di distribuzione dei siti nel territorio mantovano.
danieLa Castagna, VaLentina gazzoni, gaBrieLe Luigi FranCesCo Berruti, martina de marCh
340
materiale deperibile, data la vicinanza e parziale sovrap-posizione degli elementi.
In un altro lotto di circa 12.500 mq (2006) sono stati rinvenuti due piccoli nuclei di tombe, distanziati di cir-ca settanta metri: il primo è costituito da tre sepolture (T.6-8), con scheletri deposti in posizione fetale, con orientamento E-W, cranio a E e testa rivolta a Sud. La sepoltura 6 (fig. 2, 3-4), relativa ad un maschio di 40-50 anni presenta un corredo notevole, dato da un’ascia in pietra verde deposta di piatto tra le mani, con il tagliente rivolto verso l’inumato (fig. 7,1); in prossimità dei gomiti uno scalpellino a due taglienti in pietra verde interamente levigato, a sezione centrale piano-convessa (fig. 7, 2); tra gomiti e ginocchia un’ascia più piccola in pietra verde, deposta di piatto, con il tagliente rivolto all’inumato (fig. 7,3); sotto il cranio un frammento prossimale di lama. L’inumazione vicina (T.7, femmina di 40-50 anni), è pa-rallela alla precedente, ad una distanza di circa 2 m, pri-va di corredo. La terza sepoltura (T.8, maschio adulto) si trova a circa 15 metri ad est: restano solo poche ossa, in posizione comunque compatibile con una usuale deposi-zione rannicchiata orientata E-W.
Il secondo gruppo (TT. 9-11) è costituito da una se-poltura femminile, una maschile e dalla deposizione di un cane; le tombe sono disposte secondo l’usuale orien-tamento E-W, il cane si trova a circa 4 m di distanza in direzione E. La sepoltura 9 (fig. 2, 1-2) contiene una fem-mina di 30-35 anni: nello spazio tra gomiti e ginocchia è deposta una olletta a b.q. (fig. 5, 3) in ceramica ad impa-sto fine, con collo distinto, due piccole anse a nastro tra spalla e collo, corpo leggermente biconico, decorata su collo e spalla da un motivo graffito a linee oblique. La vicina T.10 contiene un maschio di 20-25 anni, deposto sul fianco sinistro, con braccia flesse e mani all’altezza del cranio; nelle mani un prodotto laminare e una punta a dorso e peduncolo (fig. 6, 8-9). Pertinente al gruppo an-che la sepoltura di cane in connessione anatomica, privo di importanti elementi scheletrici, quali le due emiman-dibole (tranne un frammento di processo condiloideo), i denti e gran parte delle ossa delle zampe. Lo studio tasso-nomico e tafonomico condotto in laboratorio ha permes-so di definire lo scheletro come appartenente ad un unico individuo; le superfici ossee, mal conservate e in parte ri-coperte da concrezioni, non hanno permesso di osservare eventuali modificazioni di origine antropica, quali tracce o strie prodotte dall’utilizzo di strumenti litici9.
3. Le sePoLture di san giorgio
Il Comune di San Giorgio confina a NE con la città di Mantova. Recenti bonifiche archeologiche hanno in-teressato lotti molto ampi e distanziati tra loro: le aree a carattere abitativo sembrano alternarsi ad altre, prive di
tracce insediative, che devono avere mantenuto un ca-rattere o agricolo o boschivo. Il substrato è costituito da depositi fluviali, con prevalenza di barre sabbiose, o di sabbie fini miste a limo; nei bassi geomorfologici si sono conservate tracce di un antico suolo, dato da limo argil-loso, debolmente sabbioso, di colore bruno rossiccio. In questo contesto sono state scavate 19 sepolture (tab.II), alle quali si potrebbe aggiungere una sepoltura bisoma, già nota dai mezzi di informazione, rinvenuta nell’area industriale di Valdaro10.
Un gruppo di tre inumazioni (TT.13-15), poste sopra al riempimento di una più antica canalizzazione, si mo-stra organizzato con le tombe parallele, poste a circa 1,70 m una dall’altra, orientate NE-SW, con cranio a E; gli inumati, tutti maschi di 15, 20-34 e 35-40 anni, sono de-posti rannicchiati sul fianco sinistro. L’inumato della pri-ma di esse (T.13, 15 anni) aveva probabilmente le mani congiunte, forse a trattenere un “sacchetto” in materiale deperibile (pelle?), che racchiudeva due punte foliate, una peduncolata semplice, l’altra bifacciale (fig. 6, 10-11). Le altre tombe sono prive di corredo, fatto questo forse imputabile alle cattive condizioni del rinvenimento.
Una sepoltura singola (T.16) mostra l’inumato (fem-mina, 30-40 anni) deposto entro un taglio di forma ovoidale, orientato E-W (1,50 x 0,90 m); lo scheletro è rannicchiato e deposto sul fianco sinistro, con testa a E. Nello spazio tra braccia e gambe flesse è stato deposto un piccolo vaso in ceramica d’impasto, del quale resta solo parte del fondo11.
Un’altra sepoltura isolata (T.7), è ubicata sopra la col-matura di un pozzetto; lo scheletro, relativo a un maschio (?) di 9 anni, è orientato NNE-SSW, deposto in posizione fetale, rannicchiato sul fianco sinistro. Il cranio è posto a N, con il viso rivolto ad E; non sono stati rinvenuti ele-menti di corredo.
In un lotto di circa 6.000 mq sono venute alla luce quattro sepolture neolitiche, delle quali tre potrebbero es-sere considerate un nucleo piuttosto distanziato (TT.18, 19 e 20), mentre la quarta sepoltura risulta isolata.
La tomba 18 (femmina, 25-30 anni) è fortemente disturbata: il cranio, in giacitura secondaria, si trovava nella metà W del taglio, mentre la mandibola in quel-la E; il rinvenimento di tre vaghi biconici, realizzati in Spondylus, a nostro avviso fossile, dato il peso degli stessi (fig. 5, 6) nei pressi della mandibola sembra con-fermare la posizione originaria del cranio ad E. A circa 10 m in direzione S si trova T.19, in una fossa orientata E-W; al suo interno è deposto un maschio (30-40 anni), in discreto stato di connessione anatomica (dal bacino ai piedi); è certa la deposizione rannicchiata sul fianco si-nistro, con testa volta a S. Il corredo è costituito da una punta foliata bifacciale, poggiata su una costola, e da una seconda punta foliata vicino alla testa del femore destro (fig. 6, 12-13). Sembrano afferibili al riempimento del-
sePoLture neL mantoVano 341
la fossa un piccolo frammento di ceramica (orlo VBQ) ed una scheggia in selce rinvenuta tra i due femori. La terza sepoltura del gruppo è T. 20, ubicata a circa 12 m in direzione E, con orientamento simile: è relativa ad un individuo di 4 anni (sesso non determinabile), deposto in posizione fetale sul fianco sinistro, braccia flesse con mani davanti al volto. Al di sotto del cranio, all’altezza della mandibola, sono stati rinvenuti quindici elementi di microdentalium (diam. max. 3 mm, fig. 8, 7) ancora parzialmente infilati uno nell’altro, che rendono probabi-le il sesso femminile dell’individuo.
Una sepoltura isolata (T.21, femmina? 3 anni) si trova a circa 60 m dal nucleo precedente, in direzione sud; la fossa ovale è orientata E-W, lo scheletro mostra il cranio a W, rivolto a sud, e sembra essere stato deposto sul fian-co destro. Non risultano elementi di corredo.
Nell’area di Valdaro (scavi 2009) sono emerse altre dieci sepolture, per lo più organizzate in nuclei. Un primo gruppo è formato da tre inumazioni, orientate E-W con cranio a E: due sepolture sono parallele, a circa 3 m di distanza (T. 22 e 23), mentre la terza dista circa 3 m in di-rezione E. Le due parallele, sono relative ad un maschio di 30-35 anni, privo di corredo, e ad un individuo di 15 anni (sesso non determinabile), di cui restano solo cranio e pochi altri frammenti ossei (braccia?). Al di sotto della parte superstite del cranio è stata rinvenuta una piccola ascia in giadeite (fig. 7, 4) completamente levigata. La
terza tomba del gruppo (T.24) contiene una femmina di 30-35 anni, priva di corredo.
Un altro insieme è dato da quattro tombe, di cui due parallele, poste a circa 5,50 m di distanza (TT. 30 e 31), contenenti una femmina ed un maschio in età avanza-ta (50+): la femmina (T.30) è sepolta senza corredo, il maschio (T.31) è accompagnato da due romboidi, uno deposto fra il volto e le mani (fig. 6, 20), il secondo col-locato accanto al bacino (fig. 6, 21). A 2 m in direzione W si trova la sepoltura 28 (maschio, 25-30 anni), privo di corredo, mentre a circa 6 m in direzione NE è sepolta una femmina (T. 25, 40-50 anni) anche questa senza corredo.
A distanza maggiore (22 m) si trova una sepoltura iso-lata (T.29, fig. 4, 1-2), che appare particolare per gli og-getti deposti: si tratta di un maschio adulto (40-50) che trattiene con le braccia contro al busto un elemento su osso dalla forma allungata e piatta (lungh. 43, largh. 3, spess. 0,3 cm), arrotondato ad una estremità e lacunoso all’altra, probabilmente ricavato da una costola di grande animale (trofeo di caccia?). Un romboide è collocato dietro la sca-pola destra, una lama a dorso e troncatura presso l’omero destro, mentre un grattatoio frontale lungo è stato rinvenu-to all’esterno dell’ulna sinistra (fig. 6, 17-19).
Un ultimo gruppo è dato due inumazioni parallele, ubicate a 2 m di distanza una dall’altra, relative ad una femmina (T. 26) e ad un maschio (T. 27): il maschio (50+ anni) ha come elementi di corredo una punta foliata bi-
Fig. 2 – 1, 2) Bagnolo San Vito, sepoltura 9; 3-4) Bagnolo San Vito, sepoltura 6 e particolare dell’ascia nella mano destra; 5) sepoltura 16; 6) San Gior-gio, sepoltura 26, con perle biconiche in steatite rinvenute attorno al cranio.
danieLa Castagna, VaLentina gazzoni, gaBrieLe Luigi FranCesCo Berruti, martina de marCh
342
Fig. 3 – 1) San Giorgio, le sepolture 26 e 27; 2) la sepoltura 27, particolare del corredo; 3) la sepoltura 13; 4-5) la sepoltura 31.
1
2 3
4 5
sePoLture neL mantoVano 343
facciale collocata a metà della colonna vertebrale, una se-conda punta foliata fra le mani (fig. 6, 16-15) ed un’ascia in pietra verde (fig. 7, 5) collocata dietro alla nuca; una scheggia in selce non ritoccata (lungh 3 cm) è stata infine rinvenuta sul cranio. L’individuo femmina (20-25 anni) ha come ornamento cinque elementi in steatite (figg. 2,6 e 5, 8 e10) di forma biconica con foro passante orizzontale (lungh. 1 cm) collocati attorno al cranio: per la loro posi-zione, più che ad una collana, i vaghi sembrano pertinenti
ad un copricapo. Una lama corticata in biancone grigio era deposta fra le mani.
4. Le sePoLture di mantoVa
Scavi condotti nel 2009, nell’area artigianale di Valdaro pertinente al Co-mune di Mantova, hanno permesso di recuperare sette inumazioni (tab.3), tra le quali alcune sepolture isolate, carat-terizzate da anomalie nella posizione dello scheletro: la prima (T.32, fig. 4, 5), relativa ad un maschio di 30-35 anni, ri-sulta orientata E-W con cranio ad E, con una posizione degli arti superiori, quello destro disteso dietro il busto e quello si-nistro leggermente flesso con mano sul bacino, non riscontrata nel panorama mantovano; privo di corredo.
La seconda è T.33 (fig. 4, 4), sempre orientata E-W e pertinente ad individuo adulto (femmina?): lo scheletro risulta supino, con volto girato a N, braccio si-nistro ripiegato su petto-spalla e braccio destro disteso lungo il fianco, con mano al bacino; gli arti inferiori sono divari-cati e fortemente contratti verso il ba-cino. A lato dell’avambraccio destro è stato deposto un vasetto miniaturistico decorato a graffito (fig. 5,4), con serie di tratti obliqui che si dipartono da una linea orizzontale posta sul collo. Un’ul-tima sepoltura (T.38, fig. 4, 6), relativa ad un maschio di circa 30 anni, presenta lo scheletro prono, con cranio rivolto in basso, arti superiori ripiegati e contratti al di sotto delle spalle, arti inferiori fles-si, il destro lateralmente con ginocchio all’altezza del bacino, il sinistro con fe-more disteso e tibia e perone ripiegati verso il bacino. La sepoltura si trova a grande distanza dalle altre (almeno 90 m) ed insiste sul lato di una grande fos-sa arrotondata, priva di materiali. Non
vi sono elementi di corredo, ma dal riempimento della fossa provengono due frammenti ceramici, compatibili per materiale e tecnica con i manufatti dell’insediamento.
Un nucleo di due sepolture disposte parallele a 11 m di distanza riguarda un maschio di 30-40 anni (T.35) ed una femmina di 20-25 (T.34): in questa è stato rinvenuto all’altezza dei polsi un frammento di fondo piano, forse pertinente a forma chiusa, in ceramica d’impasto (non di-segnabile, diam. circa 8,5 cm).
Fig. 4 – 1-2) San Giorgio, la sepoltura 29 e l’oggetto in osso deposto tra le braccia dell’inumato. Mantova: 3) la tomba 36, con cane deposto ai piedi dell’inumato; 4-6) le sepolture isolate 33 (F? adulta), 32 (M? 30-35) e 38 (M, 30 circa).
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344
Un altro nucleo piuttosto ravvicinato (distanza circa 6,5 m) vede una prima tomba (T.36, sesso non determinato, fig. 4, 3) con inumato in posizione rannicchiata; al di sopra delle mani sono stati rinvenuti un romboide ed una punta a dorso totale, mentre una lama sorpassata è stata trovata so-pra all’avambraccio sinistro (fig. 6, 22-24). La sepoltura è resa unica dalla compresenza di un animale, probabilmente un canide, di piccole dimensioni, con corpo parzialmente appoggiato sopra i piedi dell’inumato. La seconda sepol-tura (T. 37), appartiene ad un individuo di 13-14 anni (ma-schio?), che come corredo presenta un vasetto miniaturisti-co, del quale resta solo parte del fondo (fig. 5,5).
5. Le sePoLture di ronCoFerraro
In via del tutto preliminare anticipiamo che durante lavori di realizzazione di un metanodotto (2009) sono state rinvenute altre sepolture neolitiche, oggetto di pros-simi studi: nel campione di 14 tombe spicca una sepoltu-ra (T.40), con scheletro in posizione rannicchiata in decu-bito sinistro, dotato di corredo eccezionale: sono deposte armi (due asce, di dimensioni e tipologia diverse, due punte di freccia, una litica e l’altra in corno), strumenti (uno scalpello in giadeite, una lama in selce), ceramiche (una scodellina a b.q. decorata a festone e punti impres-si); l’elemento più particolare è rappresentato da un pro-
Fig. 5 – Le ceramiche dei corredi: Bagnolo San Vito, sep. 1 (1-2), sep. 9 (3); Mantova, sep. 33 (4) e 37 (5) (scala 1:2); 6-8) gli ornamenti dalle tombe femminili 18, 20 e 26 di San Giorgio; 9-10) le tracce di usura rinvenute su strumenti delle Sep. 29 e 31 e sui vaghi in steatite della sep. 26.
sePoLture neL mantoVano 345
babile copricapo realizzato con vaghi discoidali in steatite bionda e scura e con microvaghi in ste-atite alternati a microdentalium. Si segnala inoltre che la sepoltura ha conservato tracce di materiale organico relativo alle immanica-ture delle armature12. Un’altra se-poltura (T.39) ha restituito come corredo un’ascia in pietra verde ed una punta a dorso (fig. 9, 25), deposti tra le mani.
6. i materiaLi
Così come per le sepolture, anche i corredi risentono in parte delle condizioni di rinvenimento, che possono avere causato una parziale perdita di dati: al mo-mento sembra spiccare per gli individui di età avanzata l’alta percentuale di maschi dotati di corredo (5 su 7), spesso anche di un certo rilievo, ed invece la co-stante mancanza di oggetti nelle tombe di femmine anziane (3 su 3). Nella fascia d’età più bassa (20-40 anni) su dieci individui maschi solo tre hanno corredo; al contrario le femmine hanno un’alta percentuale di deposizio-ne con oggetti, siano essi corredi (ceramiche) o ornamenti (6 su 7).
Negli individui adolescenti (12-15 anni), per i quali la deter-minazione del sesso è risultata a volte difficoltosa, spiccano un maschio con due punte foliate, tre individui indeterminati con grat-tatoio, lama e punta foliata (T.5), ascia in giadeite (T.23) e vasetto miniaturistico (T.37); da segnala-re una collana in microdentalium per un individuo di quattro anni.
Gli elementi litici deposti a corredo (tab.4) sono relativamente numerosi (12 sepol-ture su 38), appannaggio del sesso maschile, distribuite in modo relativamente uniforme nelle fasce d’età tra l’a-dolescenza e la maturità, con presenza costante o quasi presso i soggetti di 10-15 anni (2 su 2) e di oltre i 40 anni (5 su 7).
La selce rappresenta l’unica materia prima impiegata
nella scheggiatura e la sua provenienza può essere ri-condotta, secondo un’indagine macroscopica, alla for-mazione del Biancone, nella sua variante grigia e gial-lo-arancione.
Gli elementi litici più antichi, collocabili nella fase arcaica del VBQ. I, sono costituiti dai geometrici (rom-boidi), tutti con piquant-trièdre, di tradizione delle facies
Fig. 6 – Elementi litici posti a corredo delle sepolture. Bagnolo San Vito: 1-3) sepoltura 4; 4-6) sepoltura 5; 7) sepoltura 6, reperto 4; 8-9) sepoltura 10. San Giorgio: 10-11) sepoltura 13; 12-13) sepoltura 19; 14) sepoltura 26; 15-16) sepoltura 27; 17-19) sepoltura 29; 20-21) sepoltura 31. Man-tova: 22-23) sepoltura 36; 25) sepoltura 39. (disegni V. Gazzoni, scala 1:2).
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del Neolitico antico padano. Essi sono da considerarsi elementi di corredo piuttosto ricorrenti e caratteristi-ci delle sepolture nel mantovano: già noti nella tomba di Casalmoro, dove ben quattro di essi erano deposti in coppia a fianco del busto, furono interpretati dagli autori come armature di frecce13. I romboidi provengono dal-le sepolture TT.29, 31 e 36 (San Giorgio e Mantova): la presenza di un ritocco laterale complementare, con tra-sformazione del margine che supporta l’ipotesi di un im-manicamento, e le modalità di rinvenimento, tra le mani o dietro le spalle dell’inumato, sono elementi tali da giu-stificare l’interpretazione di frecce deposte tra le braccia o nella faretra14.
In associazione ai romboidi si trovano lame a dorso (T.10) o grattatoi frontali lunghi (T.29); un grattatoio frontale lungo, di tipo già presente nelle Culture di Vhò e Fiorano, è in associazione a Bagnolo ad una cuspide su lama (T.5), pertanto collocabili nella fase VBQ 1.
Le cuspidi bifacciali foliate, inquadrabili nella fase VBQ II (TT. 4, 13, 19) sono documentate anche da tipi piuttosto allungati, molto rari negli abitati, e forse legati proprio alla tradizione funeraria; le due cuspidi invece della T. 27 sembrano essere gli elementi più recenti15.
Le asce sono presenti in due sepolture (T. 6, 27) di in-dividui di sesso maschile in età avanzata; in particolare il corredo della T.6, dato da due asce ed uno scalpello in pie-tra levigata, è raro all’interno del panorama mantovano e più in generale della pianura padana: un confronto è pos-sibile sia con il territorio veronese, San Pietro in Cariano (inumato rannicchiato avente per corredo un’ascia ed uno scalpello in onfacitite) e Fumane (tomba a cista, con inu-mato rannicchiato, corredo dato da due asce, deposte una sopra la fronte e l’altra nella mano sinistra in prossimità del cranio)16, sia con il territorio Parmense, con la necro-poli di Collecchio17. La tomba di San Giorgio relativa ad un adolescente (T.23) ha invece restituito un bell’esem-plare di ascia tipo Collecchio in giadeite, completamente levigata e priva di tracce di usura: il dato sembra confer-mare il pregio, la valenza particolare e forse la destinazio-ne esclusivamente funeraria per questi manufatti.
Strumenti ottenuti dalla lavorazione di metafioliti HP delle Alpi occidentali sono già noti in area padana e fre-quentemente diffusi in sepolture VBQ. In particolare, se-condo gli studi condotti da D’Amico, i litotipi più diffusi nei siti del mantovano e del bresciano sono le eclogiti (53,2%) e le giade (19,1%)18. La tipologia vede asce pic-
Fig. 7 – 1-3) Bagnolo San Vito, asce e scalpello da T 6 (M, 40-50); 4) San Giorgio, T. 27 (M, 50); 5) T. 23 (13-14).
sePoLture neL mantoVano 347
cole e piatte di forma sub triangolare tipo Collecchio19 o esemplari di lunghezza e spessore maggiori (tipo Begu-de), anche in associazione tra loro.
Le ceramiche ricorrono in tombe femminili e più ra-ramente maschili. Le femmine (TT. 9, 16, 33 e 34) sono individui compresi tra i 20 ed i 40 anni, ed i vasi sono prevalentemente deposti nello spazio tra gomiti e ginoc-chia; ad esse si aggiungono un individuo maschio di età avanzata (T. 1) con due recipienti ed un adolescente (M? 13-14). Le ceramiche rinvenute risultano miniaturistiche o tendenti al miniaturistico, secondo una scelta che lascia in-tuire una produzione ad esclusivo uso funerario e che trova un confronto preliminare più nel territorio ligure e trenti-no che nella piena pianura padana. I tre esemplari meglio conservati sono decorati con semplici motivi geometrici eseguiti a graffito (fig. 5, 3-4) o ad incisione (fig. 5,1) e sono inquadrabili nella fase antica del neolitico medio.
Gli ornamenti sono al momento attestati solo nelle sepolture a nord della città e comprendono una collana composta da microdentalium deposta al collo di un in-dividuo di quattro anni (T.20), un’altra data da tre vaghi biconici in Spondylus fossile (T.18) per una donna di 25-30 anni. Una sepoltura femminile (T.26) ha invece resti-tuito cinque vaghi biconici in steatite deposti attorno al cranio, probabile indizio di un copricapo o benda ornata con questi elementi; essi trovano un preciso confronto in Emilia, nei siti di Gaione, Cascina Catena, Pontetaro e nella raccolta Chierici dei Musei di Reggio20. Una ulte-
riore conferma dell’esistenza di copricapi ornati da vaghi viene dalla eccezionale sepoltura rinvenuta a Roncofer-raro (supra), in corso di scavo.
Osso: il rinvenimento di oggetti in osso è raro; sono documentati due casi, ed entrambi riguardano individui di possibile lignaggio. Un manufatto particolare e di in-certa interpretazione proviene dalla T.29 (fig. 4,1-2), per-tinente ad un maschio di età avanzata: l’oggetto, ricavato da un osso lungo tipo costola, era deposto parallelo al busto, stretto tra le braccia. L’altro caso è dato dalla se-poltura di Roncoferraro (supra), con una punta di freccia in corno deposta ai piedi dell’inumato.
7. L’anaLisi FunzionaLe: materiaLi e metodi
Sono state oggetto di uno studio funzionale i manufatti in litica scheggiata, le asce in pietra verde e gli elementi di parure in pietra levigata. Lo studio dei manufatti in litica scheggiata è stato condotto integrando l’approccio a bas-so ingrandimento (Low Power Approach)21, con l’analisi ad alto ingrandimento (High Power Approach)22. L’analisi dei manufatti in pietra levigata è stata eseguita seguendo la metodologia descritta da Adams23, che definisce due diver-si piani di studio funzionale degli strumenti in pietra levi-gata: topografia e microtopografia. Per la differenziazione funzionale tra le usure che caratterizzano le asce si è fatto riferimento al lavoro di Lunardi24.
Scavo Orient. cranio Età, sesso corredo posizione1 Alfa 7 T.7 E-W E M 40-50 Bicchiere a b.Q.
Vaso carenato con prese forate verticalmente
Mento-maniOmero destro
2 Alfa 7 T. 16 ? ? -3 Alfa7 T. 14 NNE-SSW NNE M 40+ -4 Tei 2003 T 5 E-W W M 30-40 Punta foliata
Punta foliataPunta foliata
BacinoBacinoDietro costato
5 Tei 2003 T 6 WSW-ENE WSW 12 circa LamaGrattatoio doppioPunta foliata
TibiaTibiaTibia
6 Edildiesse T.1 E-W E M 40-50 Ascia/accettaScalpelloAscia/accettaLama
Fra le maniProssimità gomitiGomiti-ginocchiaSotto il cranio
7 Edildiesse T. 2 E-W E F 40-50 -8 Edildiesse T. 3 E-W E M adulto -9 Edildiesse T. 4 E-W E F 30-35 Olletta VbQ Gomiti-ginocchia10 Edildiesse T. 8 E-W E M 20-25 Lama
Punta a dorso e peduncoloPresso maniMano destra
11 Edildiesse T. 5 Cane12 Edildiesse T. 6 E Animale
Tab. I – Elenco delle sepolture da Bagnolo San Vito.
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Scavo Orient. cranio Età, sesso Corredo posizione32 TCF T.1 E-W E M? 30-35 no33 TCF T.2 E-W E, volto a nord F? adulta Vasetto miniaturistico Avambraccio dx34 TCF T.3 E-W E F, 20-25 Ceramica: fondo piano polsi35 TCF T.4 E-W E M, 30-40 no
36TCF T.5Sepoltura con cane E-W E ?
LamaPunta a dorsoRomboide
ManiManiAvambraccio sn
37 TCF T.6 E-W E 13-14, M? Vasetto miniaturistico cranio38 TCF T.7 E-W E M, 30 circa No. prono
Tab. III - Elenco delle sepolture da Mantova.
Tab. II – Elenco delle sepolture da San Giorgio..
Scavo Orient. cranio Età, sesso corredo posizione
13 Piscina 05 T. 1 NE-SW NE 15, MPunta foliataPunta foliata
ManiMani
14 Piscina 05 T. 2 NE-SW NE 20-34, M -15 Piscina 05 T. 3 NE-SW NE 35-40, M -16 Alberotto T.1 E-W E 30-40 F Olletta Gomiti17 La Leale NNE-SSW N 9, M ? -18 Raffaello 06 T. 1 E-W E? F 25-30 3 vaghi spondylus Mandibola?
19 Raffaello 06 T. 2 E-W E M 30-40Punta foliataPunta foliata
CostatoC/o femore
20 Raffaello 06 T. 6 E-W E 4 Collana: 15 microdentalium Mandibola21 Raffaello 06 T. 3 E-W W F? 3 -22 Bretella 09 T. 14 E-W E M , 35-40 no23 Bretella 09 T. 15 E-W E 13-14 Ascia/accetta Sotto cranio24 Bretella 09 T. 27 E-W E F, 30-35 no25 Bretella 09 T. 30 E-W E F? 40-50 no
26 Bretella 09 T. 31 NE-SW E F, 20-255 vaghi biconici steatiteLama
Attorno al cranioFra le mani
27 Bretella 09 T. 32 NE-SW E M 50+
Punta foliataAscia/accettaPunta foliata
Metà colonnaDietro nucaFra le mani
28 Bretella 09 T. 39 E-W E M, 25-30 no
29 Bretella 09 T. 77 E-W E M, 40-50
Osso lavoratoRomboideLama a dorso e troncaturaGrattatoio
Parallelo bustoDietro scapolaC/o omero dx
c/o ulna sn30 Bretella 09 T. 115 E-W E F 50+ no
31 Bretella 09 T. 116 E-W E M, 50+RomboideRomboide
c/o volto-manic/o bacino
I risultati dello studio condotto sugli strumenti in sel-ce sono riassunti nella tabella 4.
Lo studio dei vaghi in steatite rinvenuti nella sepol-tura T.26 evidenzia sia le tracce dovute alla perforazio-ne sia un’area interessata da un processo di livellamen-to, in prossimità del foro stesso, dovuto ad abrasive wear25, legato probabilmente alla frizione del cordino (fig. 5,10): il dato acquisito è rilevante e permette di
ipotizzare che tali oggetti non siano stati creati come corredo funebre, ma abbiano avuto invece un utilizzo nella vita quotidiana.
L’analisi delle asce in pietra verde evidenzia come sulle asce di ridotte dimensioni, caratterizzate da un’ac-curata lavorazione, non siano presenti tracce d’usura: il dato ben si lega agli studi26 che individuano in questo tipo d’asce un probabile valore simbolico. Il differente signi-
sePoLture neL mantoVano 349
Tomba
Tipologia (Laplace 1964; Bagolini 1970)
Dimensioni (mm) Materia prima Descrizione Tracce d’uso
4/1 F7; F1Bb 47x15x4 Biancone patinato Punta foliata a peduncolo, con ritocco bifacciale; supporto laminare, a sezione trapezoidale convessa e profilo rettilineo
4/2 F7; F1Ba 55x16x4 Biancone grigio Punta foliata a peduncolo e spalle orizzontali. Faccia piana, profilo dei bordi convesso con punta rettilinea; supporto laminare a sezione trapezoidale convessa e profilo rettilineo
4/3 F7; F1Ba 36x20x6 Biancone grigio Punta foliata bifacciale a peduncolo e spalle orizzontali. Sezione dello strumento convessa
5/1 (54)x13x6 Biancone gial-lo-arancio
Lama sotto-cresta sorpassata, con tallone fratturato. Sulla faccia dor-sale tracce di precedenti stacchi ortogonali. La sezione del supporto trapezoidale irregolare, con bordi subparalleli e profilo torso
5/2 G2.G2 57x12x5 Biancone gial-lo-arancio
Grattatoio doppio del tipo frontale lungo a ritocco laterale. Sup-porto: lama semi-corticata a sezione trapezoidale, bordi paralleli e profilo convesso
5/3 F7; F1Bb 32x8x3 Selce patinata Punta foliata bifacciale a peduncolo e spalle convergenti al basso. Il peduncolo, presenta la base fratturata. Supporto laminare originale a sezione triangolare bombata e profilo rettilineo
6 (58)x20x5 Selce patinata Frammento prossimale di lama di fianco semi-corticata. Supporto standardizzato con stacchi unidirezionali sulla faccia dorsale, sago-ma trapezoidale, profilo sinuoso a bordi paralleli irregolari.
Il margine si-nistro mostra un andamento d e n t i c o l a t o dovuto all’u-so.
10/1 73x17x4 Biancone grigio Prodotto laminare standardizzato, con sezione trapezoidale, bordi convergenti e profilo convesso.
10/2 PD7 (LD6) 54x23x4 Biancone grigio Punta a dorso e peduncolo su supporto laminare con sezione tra-pezoidale e profilo torso. Peduncolo ottenuto sull’estremità distale della lama, punta ottenuta da ritocco inverso prossimale. Per l’asim-metria la punta perde funzionalità come arma da getto e assume un più probabile valore rituale.
13/1 F7; F1Cb 72x20x6 Biancone gial-lo-beige
Punta foliata peduncolata semplice, a faccia piana; peduncolo a lati convergenti e base a punta. I bordi dello strumento sono convessi e la punta è rettilinea..
13/2 F7; F1Cb (F1Bd) 58x20x7 Biancone grigio Punta foliata bifacciale peduncolata semplice. Profilo dei bordi con-vesso, punta con bordi rettilinei, peduncolo a lati convergenti e base convessa. Supporto laminare a sezione triangolare bombata.
19/1 F7; F1Bd (F1Cb) 64x16x7 Biancone gial-lo-arancio
Punta foliata bifacciale con peduncolo a lati convergenti e spalle concave. Bordi a profilo convesso, punta a bordi rettilinei. Sezione bombata.
19/2 F7; F1Bd (F1Cb) 54x17x5 Biancone gial-lo-arancio
Punta foliata a faccia piana con peduncolo a lati convergenti e spalle concave.. Supporto laminare a sezione convessa.
No
26 31x15x5 Biancone grigio Lama di fianco corticata da messa in forma/gestione di un probabile arnione.
No
27/1 F5; F2Ba 35x19x3 Biancone grigio Punta foliata bifacciale a base semplice ad andamento rettilineo. Supporto: lama con stacchi unidirezionali sulla faccia dorsale, se-zione trapezoidale e profilo convesso
Frattura non d i a g n o s t i c a sulla punta (07)
27/2 F6; F2Aa 39x22x7 Biancone gial-lo-arancio
Punta foliata bifacciale ad alette determinate dall’andamento conca-vo della base. Supporto originario: lama di produzione.
No
29/1 Gm8 pt prox 31x18x4 Biancone grigio Romboide con piquant-trièdre prossimale, incompleto, con ritocco erto complementare sul margine sinistro della faccia ventrale e ritoc-co erto marginale parziale in posizione prossimale. Supporto: lama di produzione a sezione trapezoidale e profilo sinuoso.
Lavorazione t r a s v e r s a l e materiale te-nero (10)
29/2 DT3 pt prox.MbK 20x17x5 Biancone grigio Lama a dorso e troncatura obliqua ad angolo acuto con piquant-trièd-re prossimale, ottenuta su microbulino a dorso.
No
29/3 G2 70x31x9 Biancone grigio Grattatoio frontale lungo a ritocco laterale parziale sul fianco sini-stro. Supporto: lama di ravvivamento da fase di gestione del nucleo.
Lavorazione pelle (20)
31/1 Gm8 pt prox 48x25x4 Biancone grigio Romboide con piquant-trièdre prossimale e ritocco erto comple-mentare sul fianco destro della faccia dorsale. Supporto: prodotto laminare a sezione triangolare e profilo convesso.
No
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ficato/uso di questi manufatti viene ribadito dall’analisi sulle asce della sepoltura di Roncoferraro, nella quale un esemplare di piccole dimensioni, tipo Collecchio, risulta priva di tracce d’uso, mentre il secondo, di dimensioni maggiori e lavorato con meno accuratezza, presenta delle estese tracce d’usura.
8. Considerazioni ConCLusiVe
I dati presentati riguardano una quarantina di sepoltu-re (36 umane e due animali), tutte ad inumazione; i dati salienti ricavabili dal campione sono:
- le sepolture sono orientate usualmente Est-Ovest, con cranio ad est, con lievi variazioni su questo asse de-posizionale, dovute probabilmente al diverso corso del sole nelle diverse stagioni; si distaccano tuttavia da que-sta marcata consuetudine due inumati di Bagnolo (T.4, M 30-40 e T.5, ? 12 circa) in decubito destro con cranio a W, forniti di corredo; alcune sepolture isolate, a Bagnolo (T.3, M 40+), con cranio a N, e a San Giorgio (T.17, M ? cranio a N; T.21, F?, 3, cranio a W) in decubito sinistro, tutte e tre prive di corredo.
-posizione dello scheletro: normalmente gli inumati sono deposti rannicchiati in decubito laterale sinistro, con arti superiori ripiegati e mani all’altezza del volto, arti inferiori più o meno flessi e piedi in asse con il bu-sto. Fanno eccezione T.4 e 5, in decubito destro, T.32, con braccia quasi distese, T.33, in posizione supina con arti inferiori divaricati e contratti al bacino e T.38, in po-sizione prona. Le ultime tre, probabilmente non a caso, risultano essere sepolture isolate.
- le sepolture tendono ad essere raggruppate in piccoli nuclei (30 casi su 36), normalmente non superiori ai tre individui (un solo caso di quattro inumazioni); i nuclei mantengono il rispetto delle inumazioni limitrofe e l’o-mogeneità dell’orientamento, che indiziano la presenza
di elementi di riconoscimento (segnacoli) per le aree ci-miteriali e/o per le singole sepolture.
Le sepolture che risultano isolate possono, in alcuni casi, risentire delle modalità di rinvenimento, dovute ai li-miti delle aree di scavo ed anche alla difficile individuazio-ne di tagli e riempimenti, spesso molto simili al substrato sterile circostante; quelle senza dubbio interpretabili come isolate (indagata area circostante per almeno 30 m) sono sei, relative a maschi (TT. 3, 29, 32, 38) e femmine (TT. 21, 33), con un’alta incidenza di anomalie nell’orientamento (TT.3, 21), nella posizione dell’inumato (TT.32, 33, 38) o nella composizione del corredo (T.29, lungo manufatto in osso): sembra dunque delinearsi una precisa scelta legata ad una complessità di fattori anche di segno opposto (età, prestigio, esclusione dalla comunità?) sulle quali è neces-sario riflettere ulteriormente.
- collocazione spaziale: in genere le sepolture non sembrano essere vicine alle evidenze strutturali (poz-zetti, buche di palo, etc.) che normalmente indiziano un abitato; in casi di relativa prossimità si può ipotizzare che le tracce abitative appartengano a fasi occupazionali antecedenti o posteriori, ma solo un accurato studio dei singoli siti potrà confermare l’ipotesi avanzata.
- le sepolture dotate di corredo/ornamenti sono 22; nei gruppi non è insolito che tutti gli individui presentino elementi di accompagnamento: a Bagnolo i nuclei delle tombe TT.4 e 5, 9 e 10, a San Giorgio le sepolture TT.18, 19 e 20, mentre in altri casi un solo individuo del gruppo è stato fornito di corredo (Bagnolo TT.6, 7 e 8, San Gior-gio TT.13, 14 e 15), talora di rilievo, come nella T.6 (due asce ed uno scalpello in pietra verde).
La posizione dei corredi rivela delle consuetudini: le ceramiche sono normalmente deposte nello spazio tra go-miti e ginocchia; le cuspidi vicino alle mani, unite davan-ti al viso (TT.10, 13, 27, 31, 36), più raramente al bacino (TT. 4, 31), presso gli arti inferiori (TT.5, 19), o dietro la schiena (TT. 4, 29), posizione questa che rispecchia l’uso
31/2 Gm8 pt prox 40x22x6 Biancone grigio Romboide con piquant-trièdre prossimale e ritocco erto profondo parziale sul fianco destro della faccia dorsale. Supporto: prodotto laminare a sezione triangolare e profilo sinuoso.
Lavorazione longitudinale materiale duro (10) osso?
36/1 46x13x5 Biancone grigio Lama sorpassata a sezione trapezoidale, con bordi paralleli e profilo convesso.
No
36/2 PD4 pt prox 56x16x3 Biancone grigio Punta a dorso totale con piquant-trièdre prossimale. Il supporto è laminare a sezione triangolare e profilo convesso, incompleto in po-sizione distale.
No
36/3 Gm8 pt prox 47x21x7 Biancone grigio Romboide con piquant-trièdre prossimale e ritocco erto complemen-tare sul fianco destro della faccia dorsale. Il supporto è una tablette.
No
39 PD2 pt prox 88x16x4 Biancone gial-lo-arancio
Punta a dorso parziale convesso e piquant-trièdre prossimale. Sup-porto: prodotto laminare a sezione trapezoidale e profilo convesso.
Lavorazione logitudinale materiale te-nero (18);Immanicatura (11-03)
Tab. IV - Tabella degli elementi litici.
sePoLture neL mantoVano 351
di faretre; le asce tipo Begude si trovano tra le mani (T.6) o dietro la nuca (T.27), quelle tipo Collecchio sotto il cranio (T.23) o nello spazio tra gomiti e ginocchia (T.6). L’analisi funzionale dei materiali ha evidenziato inoltre che sono stati deposti come corredo sia oggetti nuovi che strumenti precedentemente utilizzati, talora compresenti (ad es. i due romboidi di T.31). Tra gli oggetti in pietra levigata risulta priva di tracce d’usura la piccola ascia in giadeite della sepoltura T.15, notevole per la qualità del supporto. Da sottolineare ancora i segni d’usura (cor-dicella?) sui vaghi biconici della T.26, che confermano l’utilizzo dell’ornamento nella vita quotidiana.
- Le sepolture di cani, al momento alquanto rare nel
panorama dell’Italia Settentrionale27, sono documentate da almeno due casi (un terzo resta incerto): a Bagnolo San Vito un cane è stato inumato insieme a due individui adulti (TT. 9, 10 e 11), un altro animale, non determi-nabile (canide?), è seppellito in posizione isolata (T.12); un’altra sepoltura di Mantova contiene un individuo (T.36, non ancora determinati sesso ed età, con corredo di due cuspidi) ed un cane di taglia medio piccola, deposto ai suoi piedi. Esse testimoniano in modo certo lo stretto rapporto tra questi animali ed i gruppi umani stanziati sul territorio, rispecchiando l’importanza dei cani in una so-cietà che per la propria sopravvivenza dipendeva ancora in buona parte da attività quali la caccia e l’allevamento.
note
1 Si ringrazia sentitamente la Dott. E. M. Menotti, direttore del Mu-seo Archeologico Nazionale di Mantova, per avere incoraggiato il presente lavoro, concedendo l’utilizzo dei dati e dei materiali di pro-prietà della Soprintendenza.
2 Biagi 1979, pp. 17-24. La sepoltura a inumazione risulta deposta in fossa ovoidale, orientata E-W, con cranio a Est, rivolto verso nord, probabilmente in decubito destro. Si conservano solo la parte su-periore del busto, parte degli arti superiori ed il cranio. Il corredo è “costituito da quattro romboidi lunghi, ottenuti con la tecnica del microbulino, posti a due a due lungo le braccia, due con la faccia dorsale ricolta verso l’alto, due messi di taglio. E’ molto probabile che questo stia ad indicare che gli strumenti, al momento della loro deposizione, armavano delle frecce di qualità non ordinaria, provvi-ste come dovevano essere di punte così eccezionali”.
3 All’interno di un sito ascrivibile alla fase iniziale della Cultura VBQ, testimoniata da pozzetti utilizzati come fosse di scarico, sono stati rinvenuti in una fossa due crani; “gli individui, considerabili ad una prima analisi antropologica come adolescenti, sono stati depo-sti molto probabilmente in posizione fetale e giacevano sul fianco sinistro”. La datazione al radiocarbonio del frammento di un cranio indica la data di 5.700 da oggi (starnini 1999, pp. 119-121).
4 ARCO Cooperativa di ricerche archeobiologiche, Laboratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como.
5 Laboratorio di Antropologia del Museo Pigorini, Roma.6 Pessina 2001, pp. 13-41.7 Dott. M. Redaelli.8 Il reperto, in ceramica a granulometria fine, di colore grigio nera-
stro ed estremamente friabile, risulta frammentato in piccole parti e necessiterebbe di un accurato restauro conservativo; i tre frammenti recuperati sono pertinenti ad una carena a spigolo piuttosto marcato, con almeno due prese forate e diametro presunto tra 15-18 cm.
9 M. De March.10 La sepoltura, nota come “Amanti di Valdaro” è stata rinvenuta nel
2007 e affidata per la sua complessità ad un gruppo di studiosi; le ricerche, tuttora in corso, hanno al momento stabilito che si tratta di un maschio e una femmina di giovane età (Dott. Cristina Ra-vedoni- ARCO - Cooperativa di Ricerche Archeobiologiche e La-boratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como). Le misure 14 C ricavate dall’analisi di materiale osseo (radio dx) forniscono una datazione 4557±51 BP (data calibrata ± 1s: 3370-3315 BC; ±
2s: 3500-3095 BC). I corredi rinvenuti constano di una cuspide in selce posta all’altezza del collo dell’individuo di sn, e di una lama a ritocco foliato posta sul femore dell’individuo di dx; quest’ultimo aveva inoltre due strumenti (una lama parzialmente bruciata e una punta ricavata da un elemento di falcetto) probabilmente conservati in un sacchetto, dato che sono stati rinvenuti sovrapposti tra bacino e femori. Questi elementi, in corso di studio da parte di James Ti-rabassi, sembrano indicare un orizzonte VB Q, che male si accorda con le datazioni ottenute.
11 Materiale non rinvenuto nel corso del presente studio.12 La sepoltura, tuttora in corso di scavo vede impegnati diversi
specialisti, tra cui la Dott. Salvadei per le analisi antropologiche, il Dott. Mauro Rottoli per lo studio dei materiali organici, la ditta Opus Restauri di Parma per il calco ed il recupero dei materiali.
13 Biagi, Perini 1979, pp.19-24.14 Per la presenza di romboidi e lame a dorso e troncatura in contesti
inquadrabili nella fase più antica VBQ cfr. daL santo, mazzieri 2010, pp.151-153.
15 Cfr. tomba 5 di Collecchio, in BernaBo’ Brea et al. 2010, p. 78.16 Pedrotti 1996, pp. 154-157, fig. 113, 2 e 6.17 BernaBo’ Brea et al. in questo volume.18 d’amiCo 2005.19 mazzieri, oCChi in questo volume.20 Su gentile segnalazione del Dott. R. Micheli, che ringrazio per la
collaborazione.21 SemenoV 1964, p. 211.22 KeeLey 1980.23 adams 2002, pp. 57-68.24 Lunardi 2009. Le analisi microscopiche a basso ingrandimento
sono state effettuate con l’ausilio di uno stereo microscopio Se-ben Incognita 3 (10-80x) e di un microscopio digitale Dinolight Am413T (5-230x); mentre lo studio ad alto ingrandimento è stato realizzato con un microscopio metallografico AmScope ME300T-M (40-640x) dotato di telecamera AmScope MD600.
25 adams 1996; 2002.26 Lunardi 2009, pp. 117-153.27 Tombe di cani sono note dai siti di Pontetaro e Parma Guidorossi
(BernaBo’ Brea, mazzieri 2009); una sepoltura di maschio adulto con resti di cane è nota da Chiozza (griFoni Cremonesi 2006, pp. 87-107).
danieLa Castagna, VaLentina gazzoni, gaBrieLe Luigi FranCesCo Berruti, martina de marCh
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