spiritualità africana

104
Esclusa l'Africa settentrionale popolata da genti camito-semitiche (Berberi, Cusciti, Abissini) a cui più tardi si aggiunsero gli Arabi, l'Africa centrale e meridionale è abitata da popolazioni che si suddividono in due grandi gruppi: Sudanesi e Bantu, a loro volta suddivisi in Mandè, Susa, Songhai, Ascianti, Yoruba, Tebu, Sara, Asandè, Fulbe, Haussa, Niloti, Cafri, Basuto, Beciuana, Herero, Ovampo, Bateke, Bacongo, Barotse, Baluba, Bascuga, Matabele, Mongo, Boscimani, Ottentotti, Bambuti, Babinga. Presso tutti questi popoli esiste il concetto di Essere Supremo, concepito sotto aspetto diverso da tribù a tribù, e considerato onnipotente, fattore delle cose, animatore dell'universo; questi vari concetti si desumono dall'analisi dei diversi nomi del Dio, formati da radicali che esprimono i concetti sopra elencati. Così le popolazioni che abitano lungo la costa occidentale dell'Africa formano il nome di Dio dalla radice "-amba", "fare", "fabbricare", e ne fanno Nyambé, Anyammbé, Nzambi, Nzambe; le popolazioni del centro formano il medesimo nome dalla radice "-eza", "potere", e ne fanno: Leza, Lezi, Redza, Maweza. Altri formano il nome di Dio dalla radice "-ima", "vivere", sì che Dio sarebbe la Grande Anima 1

Upload: independent

Post on 25-Apr-2023

0 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Esclusa l'Africa settentrionale popolata da genti camito-semitiche

(Berberi, Cusciti, Abissini) a cui più tardi si aggiunsero gli Arabi,

l'Africa centrale e meridionale è abitata da popolazioni che si

suddividono in due grandi gruppi: Sudanesi e Bantu, a loro volta

suddivisi in Mandè, Susa, Songhai, Ascianti, Yoruba, Tebu, Sara,

Asandè, Fulbe, Haussa, Niloti, Cafri, Basuto, Beciuana, Herero,

Ovampo, Bateke, Bacongo, Barotse, Baluba, Bascuga, Matabele,

Mongo, Boscimani, Ottentotti, Bambuti, Babinga.

Presso tutti questi popoli esiste il concetto di Essere Supremo,

concepito sotto aspetto diverso da tribù a tribù, e considerato

onnipotente, fattore delle cose, animatore dell'universo; questi

vari concetti si desumono dall'analisi dei diversi nomi del Dio,

formati da radicali che esprimono i concetti sopra elencati. Così le

popolazioni che abitano lungo la costa occidentale dell'Africa

formano il nome di Dio dalla radice "-amba", "fare", "fabbricare",

e ne fanno Nyambé, Anyammbé, Nzambi, Nzambe; le popolazioni

del centro formano il medesimo nome dalla radice "-eza", "potere",

e ne fanno: Leza, Lezi, Redza, Maweza. Altri formano il nome di Dio

dalla radice "-ima", "vivere", sì che Dio sarebbe la Grande Anima

1

che informa l'universo: Molimo. Altri fanno derivare il nome divino

dalla luce, cielo o Sole: "-ngu", "Celeste": Mngu, Mulungu, Mpungu.

è interessante sapere che le lingue bantu dividono,

grammaticalmente, mediante accordi e prefissi, gli esseri in

categorie di viventi e non viventi, ragionevoli e irragionevoli: a Dio

viene attribuito l'accordo e il prefisso degli esseri viventi e

ragionanti. Comunque, in realtà, non viene molto pregato, perché la

distanza che intercorre tra Dio e l'uomo è immensa; per questo

motivo in realtà ci si rivolge agli spiriti o ad esseri intermedi che

possono essere anche ospitati negli oggetti, i feticci.

Agli spiriti della Natura e agli antenati si presta un culto,

specialmente mediante le offerte deposte sugli alberi o sul tetto

della capanna; in genere è il capo tribù colui che amministra le

cerimonie e la comunicazione con le potenze superiori, e il capo è

una persona nella quale è passata e trasmigrata l'influenza e la

forza santificatrice degli antenati.

Il culto che si presta ai morti ha luogo prima e anche dopo la

scarnitura del cadavere: i morti hanno una piccola abitazione

presso la casa dei vivi, dove si conserva una particella del defunto

- unghie, peli, capelli - impastata con argilla o fieno, chiusa in

statue, urne ecc., dove vengono deposte le offerte funerarie.

La danza è una forma importantissima dei riti africani, tanto che,

quando qualcuno si converte al cristianesimo, di lui si dice che "non

danza più"; dopo la danza, sono in uso le processioni nelle quali

l'oggetto sacro esce scortato dal capo, dagli anziani, da tutto il

popolo che procede in cadenza.

I Warundi, per esempio, realizzano una processione per la Sacra

Lancia, dove si pensi dimori lo spirito di Kiranga. Dopo il canto e lo

2

sfilamento innanzi alla Sacra Lancia, con offerta di un pugno di

paglia e domande di grazie, una donna che tiene sollevata in alto

una cesta imbevuta d'acqua la scuote e la spruzza sugli assistenti

che mormorano preghiere

(Nota di Lunaria: e pensare che le cattoliche non possono fare

manco questo, a messa! spruzzare il pubblico con acqua benedetta,

ah ah ah!)

I Pigmei colgono due noci primaticce di nkula e gettatele sopra un

fuoco acceso, vi danzano attorno, cantando e pregando la Divinità,

che continui a nutrirli. Le tribù di Zanzibar offrono in un piccolo

edificio di paglia le primizie delle messi; i pescatori di Gabon

offrono in oblazione allo spirito delle acque il primo pesce della

pesca giornaliera.

Nei sacrifici funerari è evidente l'idea dell'alimentazione: farina,

acqua, legumi, galli, capre, il cui sangue irriga la terra, sono deposti

innanzi alle tombe. Il sacrificio totemistico si può riconoscere

specialmente nella tradizione dei Fan (Congo) intorno al Coccodrillo

Sacro in cui si è incarnato lo spirito dell'antenato capostipite, che

viene cotto e mangiato ritualmente da tutti i componenti della

tribù.

Nota di Lunaria: per questa pratica, il banchetto eucaristico sacro

a base di un animale/cibo che incarna il Dio, e che viene mangiato

dai fedeli, ne parlano anche Robert Graves e Frazer; ovviamente il

cristianesimo è basato sullo stesso assunto, che non hanno

certamente inventato loro, ma che hanno scippato da certi riti

pagani; l'idea che il Dio si lasci mangiare per dare

salute/salvezza/benessere ai suoi fedeli è una costante di tante

religioni in special modo quelle più antiche; poi esiste anche l'idea

3

contraria, ovvero che sia l'essere umano a dover nutrire il Dio; ne

sono un esempio i sacrifici di sangue degli Aztechi:

"Per quanto riguarda i sacrifici, gli Aztechi erano convinti che

niente fosse più necessario che assicurare al Sole il nutrimento: il

sangue umano, che nutriva il Sole e permetteva il suo ritorno.

Il Sole esigeva sangue, gli stessi Dei lo avevano donato. Comunque

c'è da ricordare che all'epoca si riteneva un grande onore

sacrificarsi per gli Dei.

Il rituale del sacrifico consisteva nel distendere la vittima su un

altare di pietra: il sacerdote gli apriva il petto, estraeva il cuore e

lo offriva al Sole. Poi il cadavere veniva decapitato; le vittime

sacrificate a Xipe Totec e alle Dee della vegetazione venivano

scorticate, mentre alcuni sacerdoti si rivestivano della loro pelle.

Altre vittime impersonavano il Dio: vestite come la divinità, ornate

come il Dio che rappresentavano, divenivano l'immagine della

divinità e il rito sacrificale simboleggiava la morte del Dio e il

cannibalismo simboleggiava la comunione."

(Da "Gli Aztechi" di Jacques Soustelle)

4

Comunque, dal momento che nell'antico testamento si vieta di

"mangiare il sangue" possiamo ipotizzare che per un periodo anche

gli stessi ebrei "mangiavano" qualcosa al sangue (se non carne

umana, di sacrifici, almeno gli animali) consumando una sorta di

eucaristia. Che poi nella bibbia sia attestato - e chiaramente per

ben due volte - la pratica del sacrificio umano è noto sia per la

storia di Isacco (il cui sacrificio è sventato all'ultimo secondo) sia

per il sacrificio (totalmente compiuto) della sventurata figlia di

Iefte

5

e la risibile giustificazione cattolica della cosa:

tra l'altro è significativo che lo stesso "gesù figlio di dio" è

offerto in sacrificio al "dio padre"

6

tanto più che cattolici ed evangelici fanatici sono completamente

fissati col sacrificio dell'"agnello gesù" che ha versato il sangue

per tutti noi.... :P

ma in effetti il cristianesimo è una religione essenzialmente sado-

masochista: c'è la vittima che espia, versa il sangue, e c'è il

pubblico di fedeli che assiste alla mattanza dell'agnello gesù

offerto in sacrificio "a riscatto dei peccati" - come piace dire ai

geovisti -

7

Vedi anche la giustificazione che ne dà l'Aquino, ai sacrifici di

sangue dell'antico testamento:

8

C'è poi tutta questa paccottiglia cattolica splatter, che idolatra

tale cadavere decomposto sulla croce (a ragion veduta sia Lavey

che Mary Daly lo chiamano "La religione di tutto il pianeta e il suo

messaggio essenziale è la necrofilia [...]

il simbolo necrofilo di un corpo morto appeso a del legno secco")

9

o quest'altro abominio cattolico:

Dicono bene Elisabeth S. Fiorenza e Elizabeth Green quando

parlano di "Teologia del Sadismo"!

Certi commenti cattolici, poi, si commentano da sé:

Il nostro cattolico non si chiede perché era necessario tutto

10

"questo soffrire" agli occhi di dio padre, per salvare l'umanità...

perché la risposta da dare sarebbe:

perché il dio padre cristiano è essenzialmente un dio sadico, che,

esattamente come gli Dei Aztechi, andava placato versando il

sacrificio di sangue.

Il dio cattolico non è diverso da uno Xipe Totec, insomma :P

E l'altro ritornello cristiano, il culto dell'abbassamento di sé,

dell'umiltà, anzi, del

masochismo, l'idolatria della povertà, promulgato da "madre teresa

di calcutta", per esempio:

11

francamente, dopo una lettura del genere, diamo ragione al buon

Lavey, quando si scagliava contro l'abominevole ideale cristiano

della negazione di sé!

Ritornando al discorso degli Dei Africani, molte tribù venerano Dei

Zoomorfi:

Per i Boscimani il Creatore e organizzatore del mondo è Cagn, il Dio

Mantide

12

capace di trasformarsi in ogni specie animale, creatore del Sole,

Luna, Stelle, che ha separato l'uomo dal serpente, prima confusi.

I Juinda adorano il Dio Rospo, Aghoja.

In Costa d'Oro si adora Anansie, il Dio Ragno.

13

(Nota di Lunaria: anche in Polinesia; il Dio Ragno si chiama Areop

Enad)

14

nella cultura Teotihuacan si adorava la Dea Ragno!

15

16

Gli Ottentotti e i Namachesi venerano Tsui Goab, il loro grande

antenato e creatore di ogni cosa.

Varie anche le genesi: gli Zulù credono che gli uomini siano usciti

da un buco, i Basuto da una canna, gli Ovahereros da un albero

Nota di Lunaria: mito che si trova anche presso altri popoli; vedi

Pestalozza che ne parla in

17

"Esistono poi varianti, dove ad essere resi gravidi non sono più

grembi muliebri, ma alberi, che ben si accordano con le primitive

credenze turco-mongoliche sulla santità dell'albero

(particolarmente la betulla, il ginepro, il pino) (Nota di Lunaria: ne

parla anche Frazer nel "Ramo d'Oro" in merito agli sposalizi tra

esseri umani e alberi) Alberi meravigliosi si incontrano nei racconti

mitici dei Buriati: tronchi d'oro, foglie d'argento, rami da cui

pendono coppe d'argento o oro. Fra i Tungusi vige il costume di

appendere la placenta del neonato ad un albero, al pari del costume

affine di seppellirla ai piedi di un albero o piantare un albero lì.

Oghuz Khaghan, sovrano turco, vede una bellissima vergine che

emerge dalla cavità di un albero e poco prima gliene era apparsa

un'altra, fra gli splendori di un raggio azzurro disceso dal cielo. Si

unisce con entrambe e procrea tre figli. Anche altri condottieri

turchi come Kyptschak nascono in forme miracolose, per esempio

18

nelle cavità degli alberi ("Kyptschak" significa "albero cavo"

nell'antico idioma dei Turchi). Miti analoghi per gli sciamani, nati

da "Donne Celesti" che pongono il piccolo all'interno degli alberi: al

posto del latte materno il neonato succhia linfa di betulla, o

ancora, la leggenda di due gemelli cresciuti dai pini; secondo la

credenza cinese ogni donna è rappresentata da un albero che

porterà tanti fiori quanti saranno i figli. Esistono anche matrimoni

fra alberi sacri: in India, il mango e il tamarindo vengono "sposati"

con nozze di solennità suntuosa."

Vi sono anche miti sull'origine della morte: Unkulunkulu, il Dio

supremo dei Cafri, mandò agli uomini per mezzo di un camaleonte

questo messaggio: "non morirete", poi per mezzo di una lucertola

"morirete!"; arrivò prima la lucertola e perciò gli uomini muoiono. Il

medesimo mito c'è tra gli Ottentotti, tra il maiale e la lepre

Nota di Lunaria: integro con quest'altro mito che ho trovato in

questo libro:

19

Leggenda Africana:

Come gli uomini conobbero la morte

Da tempo la Luna voleva mandare agli uomini un messaggio, ma non

trovava nessuno a cui affidare questo incarico.

Un giorno si presentò la lepre che disse: "Eccomi, Luna, sono qui

per obbedirti. Ho sentito che devi far arrivare agli uomini una

notizia importante e, visto che sono veloce, sono pronta a svolgere

la missione."

Apprezzando la sua disponibilità, la Luna ordinò alla lepre:

"Va', corri dagli uomini più in fretta che puoi e riferisci loro che,

come io muoio e poi resuscito, anche a loro sarà possibile

20

resuscitare."

La lepre, però, volendo metterci qualcosa di suo, ingannò gli uomini

dicendo loro che, così come la Luna moriva e scompariva dal cielo,

anche loro sarebbero scomparsi. Fu così che nacque la morte,

perché la lepre, ingannando gli uomini, non rivelò la resurrezione: la

Luna attraversa le fasi di di crescita, di pienezza, di decrescita ed

oscurità... fino alla prossima rinascita, nel ciclo eterno di luce-buio,

morte-rinascita, crescita-decrescita.

21

Galleria di immagini

22

23

Stregona Zulù che legge il futuro invocando Unkulunkulu, gettando

sassolini bianchi e neri

24

25

la bambolina ashanti della fecondità da cui sarebbe derivato

l'Ankh

(e poi la croce cristiana)

26

è anche una divinità lunare adorata dagli Akka (Africa

Occidentale)

27

28

Olokum, Dio del mare, qui raffigurato in un bronzo del XVI-XVII

secolo, del Benin.

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

Mawu Lissa, Il Dio metà maschio e metà femmina

40

Yewa, Dea vergine guerriera

41

con la Sacra Zucca in mano

42

Abuk, Dea dei bambini

43

Aida Wedo, l'arcobaleno

Asase Yaa, la Suprema Creatrice nel Ghana

44

45

46

47

Gamboa, Dea della giungla

48

49

Gleti e Ngame, Dee della Luna

50

Hara Ke, Dea acqua dolce

51

Ko, la Dea della caccia

52

53

54

Dea dell'oceano

55

Mujaji, Dea della pioggia

56

Obba, Dea dei fiumi e matrimoni

57

58

Oduda, Dea del sesso, adorata nel Benin, e da Dahomey e Yoruba

59

Oshun, la Venere Africana. Veste sempre di giallo!

60

61

62

63

64

65

66

suo marito Shango, Dio del fulmine

67

68

Il Dio guerriero

69

70

71

72

73

Obaluaye, il Dio della malattia. Anche Sakpata (o Shapanan) è il Dio

della peste e del vaiolo, e delle malattie (come l'AIDS). Le persone

invasate tremano e sudano, come se avessero la febbre; a volte, ci

74

si dipinge il volto con macchie bianche che simboleggiano le pustole

del vaiolo. Nelle cerimonie funebri, infatti, ci si dipinge il volto di

bianco, simbolo di morte.

75

76

77

78

79

80

81

82

83

84

85

86

87

88

89

90

91

92

93

94

95

96

97

98

99

100

101

102

Tratto da:

103

104