seduta di giovedÌ 12 ottobre 196 7

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Atti Parlamentari 38459 — Camera dei Deputat i IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967 751 . SEDUTA DI GIOVEDÌ 12 OTTOBRE 196 7 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCC I IND I DEL VICEPRESIDENTE CINCIARI RODANO MARIA LIS A INDIC E Congedi Disegni di legge : (Approvazione in Commissione) (Presentazione) 38466 , (Rimessione all'Assemblea) (Ritiro di richiesta di rimessione all'As- semblea) -(Trasmissione dal Senato) PAG . B IGNARDI . . . 3846 6 PAG. BONEA . . . 3847 3 BRIGHENTI 38466, 3848 1 38461 CERAVOLO . . . 3847 0 GOEHRING . . . 3846 8 38481 GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per il 3848 1 commercio con l'estero ,38475, 38480 , 38482 HELFER, Relatore 38477, 3848 1 38482 SANTAGATI . . . 38474 38504 Disegno di legge (Seguito della discussione) : 38461 Norme per la elezione dei consigli re - Disegno di legge (Discussione e approva- zione) : Conversione sn legge del decreto-legg e 11 settembre 1967, n. 794, che modifica e proroga la legge 25 gennaio 1966 , n. 31, concernente l'istituzione d i albi nazionali degli 'esportatori d i prodotti ortofrutticoli ed ,agrumar i (4362) 3846 6 PRESIDENTE 38466 gionali delle regioni a statuto nor - male (4171) 38482 PRESIDENTE 38482 ALPINO 38485 CovELLI 38482 Proposte di legge : (Annunzio) 38461, 3848 2 (Approvazione in Commissione) 3848 1 (Ritiro) 38461

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Atti Parlamentari

— 38459 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

751.

SEDUTA DI GIOVEDÌ 12 OTTOBRE 196 7

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BUCCIARELLI DUCC I

IND I

DEL VICEPRESIDENTE CINCIARI RODANO MARIA LISA

INDICE

Congedi

Disegni di legge :(Approvazione in Commissione)(Presentazione) 38466 ,(Rimessione all'Assemblea) (Ritiro di richiesta di rimessione all'As-

semblea)-(Trasmissione dal Senato)

PAG .

B IGNARDI .

.

. 3846 6PAG.

BONEA .

.

. 3847 3BRIGHENTI 38466, 38481

38461 CERAVOLO .

.

. 38470GOEHRING .

.

. 3846 8

38481GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per il

3848 1commercio con l'estero ,38475, 38480 ,38482 HELFER,

Relatore 38477, 3848 138482 SANTAGATI .

.

. 38474

38504 Disegno di legge (Seguito della discussione) :38461 Norme per la elezione dei consigli re-

Disegno di legge (Discussione e approva-zione) :

Conversione sn legge del decreto-legg e11 settembre 1967, n. 794, che modificae proroga la legge 25 gennaio 1966 ,n. 31, concernente l'istituzione d ialbi nazionali degli 'esportatori diprodotti ortofrutticoli ed ,agrumari(4362) 3846 6

PRESIDENTE 38466

gionali delle regioni a statuto nor-male (4171) 38482

PRESIDENTE 38482ALPINO 38485CovELLI 38482

Proposte di legge :(Annunzio) 38461, 3848 2(Approvazione in Commissione) 3848 1(Ritiro) 38461

Atti Parlamentari

— 38460 —

Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

PAG .

Proposta

di

legge

di

inchiesta

parlamentare(Svolgimento) :

PRESIDENTE 38465SCAGLIA, Ministro senza portafoglio

. 38465TOGNI 38465

Interrogazioni e interpellanza (Annunzio) :

PRESIDENTE 38504GUERRINI RODOLFO 38504

Interrogazioni (Svolgimento) :

3846 2PRESIDENTE

CALASSO 3846 4GOMBI 3846 3SANNA 38463VALSECCHI, Sottosegretario di Stato per

le finanze 38462 . 38464

PAG.

Corte dei conti (Trasmissione di relazione) . 3846 1

Votazione segreta di disegni di legge :

Conversione in legge dea decreto-legge11 settembre 1967, n. 795, recante at-tuazione di una disciplina di mercatoper la concessione di aiuti alla pro-duzione di olio di vinaccioli prodott onella campagna di commercializza-zione 1966-67 (4363) ;

Conversione in legge del decreto-legge11 settembre 1967, n . 794, che modific ae proroga la legge 25 gennaio 1966,n . 31, concernente l'istituzione dialbi nazionali degli esportatori diprodotti ortofrutticoli ed ,agrumari(4362) 38482, 38485, 38502

Ordine del giorno della seduta di domani 38504

ERRATA CORRIGE 38506

Atti Parlamentari

— 38461 —

Camera dei Deputat i

IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

La seduta comincia alle 15,30 .

FRANZO, Segretario, legge il processo ver-bale della seduta di ieri .

(È approvato) .

Congedi .

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo ideputati Calvetti, De Zan, Galli, Imperiale ,Marzotto, Principe, Russo Carlo e Scelba .

(I congedi sono concessi) .

Annunzio di proposte di legge.

PRESIDENTE. Sono state presentate pro -poste di legge dai deputati :

COLLEONI ed altri : « Ammissione ai con -corsi delle ferrovie dello Stato del personal eesonerato dalle ferrovie secondarie gestite i nregime di concessione » (4438) ;

Fuso e CODIGNOLA : « Riconoscimentodella validità degli studi compiuti presso l a" Scuola superiore per interpreti e 'tradutto-ri " di Milano » (4439) ;

VICENTINI : « Modifiche alla legge 16 giu-gno 1927, n. 1766, in materia di usi civici »(4440) ;

CODIGNOLA ed altri : « Estensione fino al75° anno di età della permanenza nel ruolodei professori universitari per una partico-lare categoria di perseguitati politici o raz-ziali » (4441) ;

ABATE : « Criteri di riscatto dei ricoveristabili assegnati ai rimasti senza tetto in di -pendenza del terremoto verificatosi nel mag-gio 1947 » (4442) ;

BRANDI e VIZZINI : « Trattamento tributa-rio, agli effetti dell'imposta di ricchezza mo-bile, delle plusvalenze relative ai beni immo-bili appartenenti a taluni enti che operano ne lsettore dell'edilizia economica e popolare »(4446) .

Saranno stampate e distribuite . Le prim ecinque, avendo i proponenti rinunziato allosvolgimento, saranno trasmesse alle Com-missioni competenti, con riserva di stabilirn ela sede; dell'ultima, che importa onere finan-ziario, sarà fissata in seguito la data di svol-gimento .

Trasmissioni dal Senato.

PRESIDENTE. Il Senato ha trasmesso iseguenti disegni di legge :

« Integrazione del secondo comma dell'ar-ticolo 136 della legge 18 febbraio 1963, n . 173 ,concernente lo stato giuridico dei sottufficia-li e militari di truppa del Corpo degli agent idi custodia » (approvato da quella II Com-missione) (4443) ;

« Autorizzazione della spesa di lire tremiliardi, in dieci esercizi finanziari, per l acostruzione di caserme per la guardia di fi-nanza » (approvato da quella V Commissio-ne) (4444) ;

« Abolizione della tassa di concessione go-vernativa, dovuta per il rilascio, da parte de lMinistero del commercio con l'estero, dell'au-torizzazione ad effettuare l'importazione d imerci estere, l'esportazione di merci nazio-nali, la compensazione o gli affari di recipro-cità tra merci nazionali e merci estere e l atemporanea importazione od esportazione »(approvato da quella V Commissione) (4445) .

Saranno stampati, distribuiti e trasmess ialle Commissioni competenti, con 'riserva d istabilirne la sede .

Ritiro di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Il deputato Belci ha di-chiarato di ritirare, anche a nome dell'altr ofirmatario, la seguente proposta di legge :

BELLI e BOLOGNA : « Aumento della dota-zione del fondo di rotazione, istituito con leg-ge 18 ottobre 1955, n . 908, per iniziative eco-nomiche a Trieste e Gorizia » (1033) .

La proposta di legge sarà, pertanto, can-cellata dall'ordine del giorno .

Trasmissione dalla Corte dei conti .

PRESIDENTE. La Corte dei conti ha tra -smesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21

marzo 1958, n . 259, la determinazione e l arelativa relazione della Corte stessa sulla ge-stione finanziaria dell'Istituto italiano perl'Africa, per gli esercizi 1961-62, 1962-63 ,1963-64, 1964-65 e 2° semestre 1965 (doc. XIII ,n . 1) .

Il documento sarà stampato e distribuito .

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

Svolgimento di interrogazioni .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca :Interrogazioni .

La prima è quella dell'onorevole Manco ,al ministro delle finanze, « per conoscere s eritenga illecito ed antigiuridico il comporta-mento degli uffici e dei dirigenti preposti agl iuffici medesimi dell'intendenza di finanza d iTaranto relativamente alle rivendicazioni edalle richieste di tale signora Schiavone Iol evedova Coltellacci circa la restituzione dell apolizza n . 42590 per l ' importo di lire 42.200emessa il 21 gennaio 1943 il cui valore attual-mente deve considerarsi più che quintuplicato .Se non ritenga infatti che sia indiscutibile i ldiritto della predetta richiedente in rapportoad un obbligo di svincolo della polizza medesi-ma che aveva valore cauzionale in riferimentoalle garanzie dell'esattore dell'epoca e marit odella richiedente, signor Coltellacci Paride ,vincolo con scadenza decennale e perciò no nunilateralmente rinnovabile. Se, sulla base diquestioni così giuridicamente pacifiche, no nritenga pregiudizievole per gli interessi dell oStato ed in particolare dell'amministrazion edelle finanze un eventuale giudizio civile pro-muovibile da parte dell'interessata e che por-terebbe sicuramente al riconoscimento dei di -ritti della medesima. Se ritenga perciò stess oassumere urgenti provvedimenti ai fini di im-pedire il comportamento dilatorio abbondan-temente dimostrato dai dirigenti degli uffic ifinanziari di Taranto i quali non nascoser odirettamente agli interessati le ragioni dell eloro richieste » (6231) .

A richiesta dell'interrogante, a questa in-terrogazione sarà data risposta scritta .

Segue l'interrogazione degli onorevoliGombi e Accreman, ai ministri dell'internoe delle finanze, « per sapere se siano a cono-scenza che la questura di Cremona chiedeper il preavviso dei comizi che la comunica-zione sia fatta su carta bollata da lire 400 an-ziché su carta semplice e se ciò sia conformealla legge ed ai regolamenti vigenti . Nel casoche così non sia, come agl'interroganti sem-bra, i medesimi chiedono : 1) che venga so -spesa la indebita richiesta della carta bollata ;2) che vengano risarciti a richiesta coloro da iquali si è pretesa la carta bollata . Ciò è tantopiù doveroso in quanto gli uffici della que-stura non possono certo ignorare la legge »(6424) .

L 'onorevole sottosegretario di Stato per l efinanze ha facoltà di rispondere a questa in-terrogazione- ed anche alla seguente, non

iscritta all'ordine del giorno, che tratta lo stes-so argomento :

Luzzatto e Sanna, al ministro delle finan-ze, « per sapere se ritenga legittimo che il pre-avviso di pubblici comizi sia dato in carta d abollo anziché in carta semplice come talun equesture richiedono, e se non ritenga impar-tire le opportune disposizioni affinché tal epretesa venga a cessare » (6556) .

VALSECCHI, Sottosegretario di Stato perle finanze . Rispondo, per motivi di competen-za, in luogo del ministro dell'interno . Facciopresente, a titolo di premessa, che, in bas eall'articolo 18 del testo unico delle leggi dipubblica sicurezza, approvato con regio de-creto 18 giugno 1931, n . 773, i promotori diuna riunione in luogo pubblico od aperto a lpubblico devono darne avviso almeno tre gior-ni prima al questore, il quale, per ragioni d iordine pubblico, di moralità e di sanità pub-blica, può impedire che la riunione abbi aluogo e può, per le stesse ragioni, prescriver emodalità di tempo e di luogo alla riunionestessa .

Dispone a sua volta l'articolo 15 del regi odecreto 6 maggio 1940, n . 635, contenente i lregolamento per l'esecuzione del testo unic oanzidetto che ove, come nel caso, la legge pre-scriva per determinati atti l'obbligo dell'av-viso o della dichiarazione, questi devono es-sere presentati per iscritto in doppio esempla-re, di cui uno conforme alla legge sul bollo .

L'autorità competente rilascia l'esemplare.in bollo alla parte con l'annotazione del prov-vedimento e conserva l'altro negli atti d'uf-ficio .

Ciò posto ed in considerazione che in fa-vore della legittimità costituzionale dell'arti-colo 18 del regio decreto 18 giugno 1931,n. 773, per quanto concerne almeno la disci-plina delle riunioni in luogo pubblico, si èpiù volte pronunciata la Corte costituzionale(sentenze del 19 giugno 1956, n . 9; del 7 mar-zo 1960, n . 88; dell'11 luglio 1961, n . 54), s ideve ritenere che, nella fattispecie in esame ,conservi tuttora efficacia vincolante la normadell'articolo 15 del regolamento di pubblicasicurezza laddove viene prescritta la presenta-zione di un doppio esemplare del preavvisoin bollo, atteso che il provvedimento che sutale duplo dovrà essere annotato onde legit-timare la riunione stessa, in considerazion edella sua natura almeno in parte discrezional ee non vincolata, assume pur sempre, quale ch esia l'espressione adottata dall'autorità di poli -zia (visto, nulla osta, preso atto, e simili) i lcarattere di una autorizzazione amministrati-

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va, soggetta, per sua natura, all'imposta d ibollo ai sensi dell'articolo 41 lettera b) dell atariffa allegato A) annessa ,al decreto del Pre-sidente della Repubblica 25 giugno 1953 ,n . 492, e successive modificazioni .

Pertanto la richiesta della questura d iCremona deve ritenersi pienamente legittima,ove si tenga presente che assoggettato ad im-posta di bollo non è già il preavviso di riu-nione politica bensì il provvedimento auto-rizzativo emesso, in relazione ad esso, dal -l'autorità di pubblica sicurezza competente .

PRESIDENTE. L'onorevole Gombi ha fa-coltà di dichiarare se sia sodisfatto .

GOMBI . Signor Presidente, onorevoli col -leghi, ritenevo che il caso da me citato fosseun caso abnorme, che si trattasse, nella spe-cie, di una norma applicata male, sia pur eda funzionari solerti, quali sono quelli dellaquestura di Cremona . La risposta dataci dal -l'onorevole sottosegretario Valsecchi dimo-stra invece che non si tratta di un'eccezione ,ma di

una

interpretazione ministeriale inbase alla quale quello che nell'articolo 1 7della Costituzione viene chiamato preavviso,diventa invece una richiesta di autorizzazio-ne. Questa è l'interpretazione del Ministerodell'interno, a nome del quale ha parlat ol'onorevole sottosegretario Valsecchi . Tale in-terpretazione, in via di fatto, è contraddett adalla prassi seguita nelle altre province, ov etale criterio non viene assolutamente appli-cato; in linea di diritto – credo di essere ne lgiusto, ed in caso contrario mi correggeran-no gli altri colleghi più aggiornati di me i nquesta materia – l'interpretazione stessa è con-traria a ciò che hanno stabilito numerosesentenze, credo della Cassazione, nelle qual isi stabilisce che questo preavviso non debb aessere obbligatoriamente comunicato pe riscritto, ma possa essere dato anche verbal-mente o telefonicamente .

Tutto ciò dimostra che esiste un grandedisordine in questa materia, che viene inter-pretata a volte arbitrariamente ; ritengo quin-di necessario procedere ad un chiariment ointerpretativo valido per tutto il territorio na-zionale per quanto riguarda questi preavvisi .

La Costituzione parla del diritto del cit-tadino di manifestare liberamente il propri opensiero, manifestazione che deve essere as-solutamente libera; questo principio non ècerto rispettato nell'interpretazione del Mini-stero delle finanze e del Ministero dell'in-terno, che praticamente vorrebbero costringe -re i cittadini a pagare 400 lire ogniqualvolta

vogliano dare il preavviso per i comizi . Talerichiesta può divenire, per un partito com eil nostro, una tassa molto gravosa ; probabil-mente ci sono altri partiti per i quali tale ri-chiesta non sarebbe gravosa, dato che hann onotevoli mezzi economici . Dico questo per-ché vedo l'onorevole Bonea sorridere ; gli altripartiti si regolino pure come meglio creda -no, ma noi dobbiamo dire che anche il pro-filo economico della questione deve esser econsiderato con la massima attenzione .

Per tutte queste considerazioni, onorevol esottosegretario, non posso che dichiararmi in-sodisfato della sua risposta alla mia interro-gazione ; desidero inoltre aggiungere che, amio avviso, un regolamento non può assoluta-mente violare le norme della legge e soprat-tutto della Costituzione . Per meglio chiarirela questione sarà probabilmente necessario u naltro nostro intervento ; insieme con il collegaAccreman cercherò di studiare il modo mi-gliore per farlo . Noi chiederemo anche ch evengano puniti i responsabili, perché ritenia-mo che essi abbiano agito in maniera dolosa ,e doppiamente dolosa dato che si tratta di tu -tori dell'ordine, i quali hanno il dovere prim adi tutto di conoscere la legge, e poi di farl aapplicare. I funzionari di pubblica sicurezzadevono sapere queste cose ; se essi non sonoa conoscenza di come la norma in discussio-ne sia interpretata da colleghi di altre provin-ce ed anche da sentenze della magistratura ,non capisco perché i Ministeri interessati no nne traggano le dovute conseguenze .

Nel dichiarare la mia insodisfazione, pre-annuncio che, con molta probabilità, insiemecon l'onorevole Accreman presenterò un'in-terpellanza sull 'argomento, in modo da svol-gere un intervento più circostanziato e da pro-vocare una risposta più responsabile ed ade -guata .

PRESIDENTE. L'onorevole Sanno, cofir-matario dell'interrogazione Luzzatto, ha fa-coltà di dichiarare se sia sodisfatto .

SANNA. La questura non è abilitata, atermini di legge, a rilasciare alcuna autoriz-zazione allorché si tratta di preavvisi dei co-mizi (cioè dell'esercizio di un diritto di tuttii partiti politici e di tutte le organizzazioni de-mocratiche a indire delle pubbliche manife-stazioni) perché vi è libertà di parola e d iriunione .

Non si capisce quindi perché il Minister odelle finanze ritenga che l'esercizio di un tal ediritto possa essere soggetto a determinate re-strizioni, come la richiesta della carta bollata ;la questura rilascia, ripeto, non una autoriz-

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zazione, ma una dichiarazione con cui atte -sta di aver preso conoscenza dell'iniziativa as-sunta da un determinato gruppo politico oun'organizzazione democratica . Esprimiamola nostra meraviglia per il fatto che il ' Gover-no non tenga conto di questo aspetto .

La richiesta della carta da bollo è arbitra -ria, tant'è che alcune questure vogliono che i lpreavviso dei comizi sia fatto su carta bollatada lire 400, mentre altre non lo esigono . Sa-rebbe opportuno che i Ministeri interessat iintervenissero, una volta per sempre, per chia-rire la questione e far sì che il normale eser-cizio di un diritto dei cittadini non venga su-bordinato a una interpretazione della leggemolto discutibile e, che, per altro, può con-siderarsi vessatoria .

PRESIDENTE . .Segue l'interrogazione de -gli onorevoli Calasso, D'Ippolito, Monasterio ,Villani, Matarrese e Magno, al ministro dell efinanze, « perché nel contratto di coltivazio-ne, fatto firmare dai concessionari ai coltiva -tori di tabacco, sia cancellata la clausola ch eimpegna i contadini coltivatori a rispettar e" l 'accordo nazionale per . la coltivazione de ltabacco e la consegna del prodotto secco all ostato sciolto » stipulato in data 18 gennai o1952 in Roma, fra l'APTI (concessionari spe-ciali) e 1'UTI (unione tabacchicoltori italiani) .Tale provvedimento, a parere degli interro-ganti, si rende indispensabile, perché i colti-vatori in maggioranza non hanno mai aderit oall 'UTI e risultano invece iscritti ad altre as-sociazioni o a nessuna associazione . La can-cellazione si rende d'altra parte indispensa-bile ed urgente, perché si traduce in un incre-dibile privilegio per l ' UTI che, pur rimanen-do sconosciuta alla massa dei coltivatori di ta-bacco, ogni anno percepisce diecine di milio-ni di lire per contributi sindacali, versati da iconcessionari, anche per conto dei contadin iche tempestivamente hanno delegato altre or-ganizzazioni per rappresentarli presso i con -cessionari e presso gli uffici del monopolio .Gli interroganti infine chiedono al ministro s ecreda di dovere intervenire perché i concessio-nari speciali versino il contributo sindacalesoltanto per quei lavoratori che li autorizzan oa compiere trattenute a tale scopo ed alle or-ganizzazioni di appartenenza » (6433) .

L 'onorevole sottosegretario di Stato per l efinanze ha facoltà di rispondere .

VALSEGCHI, Sottosegretario di Stato perle finanze . I rapporti tra i titolari di concessio-ni speciali ed i coltivatori di tabacco sono di-sciplinati dal regio decreto-legge 30 novem -

bre 1933, n . 2435, convertito nella legge 20 di-cembre 1934, n . 2298, e successive modifica-zioni, che prevede all'articolo 1, nel testo mo-dificato dalla legge 22 maggio 1939, n . 765, lastipulazione tra le parti di contratti di duratauguale a quella delle licenze di coltivazione .

Trattasi di rapporti contrattuali di naturaprivatistica, nei confronti dei quali l 'ammini-strazione dei monopoli di Stato – fatta salv ala disciplina della perizia dei prodotti (sta-bilita dall 'articolo 1 della . legge 21 aprile 1961 ,n . 342) e la determinazione delle tariffe da ap-plicare – non può svolgere, nella sua compe-tenza, alcun particolare intervento .

PRESIDENTE. L'onorevole Calasso ha fa-coltà di dichiarare se sia sodisfatto .

CALASSO . Signor Presidente, più che in-sodisfazione debbo esprimere meraviglia pe rla risposta dell'onorevole sottosegretario, ilquale ha citato il regolamento che prevedel'obbligo dei coltivatori di sottostare alla di-sciplina, riguardante la licenza di coltivazion erilasciata dal concessionario, mentre il pro-blema posto con la mia interrogazione è u naltro. Esso riguarda, infatti, non già l'obbli-go di accettare impegni nei riguardi del con -cessionario, bensì l'obbligo di rispettare u naccordo ché l'associazione di categoria de iconcessionari ha con una organizzazione –vorrei dire una pseudoorganizzazione – d icoltivatori di tabacco qual è l'UTI . Nella li-cenza di coltivazione si cita appunto l'accor-do fra l'APTI e l'UTI e si dice che il colti-vatore, all'atto della firma, dichiara di cono-scere detto accordo, di accettarlo e di rispet-tarlo .

Ora nessuno può sostenere che il conces-sionario abbia fatto conoscere al coltivatoreil contenuto dell'accordo con l'UTI ; in altr itermini nella licenza di coltivazione si ri-chiama l'accordo, ma il coltivatore non h amai avuto conoscenza dell'accordo stesso . Ma,a parte questo, anche ammesso che il colti-vatore abbia avuto effettivamente conoscenz adell'accordo, può revocare esso l'autorizzazio-ne di versare i contributi sindacali all'UTI ?Il problema è questo . Il versamento dei con=tributi sindacali da parte dei concessionari ,per conto dei lavoratori, all'UTI, che per al-tro non ha mai prestato assistenza ai lavo-ratori, è un'operazione regolare? Il sottose-gretario onorevole Valsecchi non ha rispostoa questa domanda .

Vorrei aggiungere un'altra considerazio-ne : è vero che la Costituzione garantisce l alibertà, di organizzazione? Perché allora non

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è consentita ai coltivatori di tabacco? Perchéil contadino, se vuole coltivare tabacco, dev ericonoscere una organizzazione che non è l asua e la deve finanziare? La verità è che, ono-revole Valsecchi, si vuol mantenere un pri-vilegio, anzi una « camorra » : l'UTI si muo-ve nel giro della « bonomiana » . Per di piùnon si tiene conto che contro questa organiz-zazione – che esiste e non esiste – ne son osorte altre ed i lavoratori hanno dato man -dato a queste ultime di rappresentarli di fron-te al monopolio ed ai concessionari, chieden-do che i contributi siano versati a queste or-ganizzazioni, come, ad esempio, il consorziodei tabacchicoltori .

Insisto perciò perché dal contratto di col-tivazione sia cancellato l'obbligo di accettarel'accordo APTI-UTI e che ogni coltivatoresia libero di delegare la sua organizzazione ,scelta liberamente, a rappresentarlo di fronteal monopolio ed al concessionario ed anche ariscuotere il contributo sindacale .

I concessionari non solo hanno fattoorecchie da mercante, ma hanno detto a icoltivatori : noi diamo il contributo a chi vo-gliamo e, se voi non accettate l'accordo ch eabbiamo stipulato con l'UTI, non vi faccia-mo coltivare il tabacco .

Se questo sia previsto dalle disposizionidel regolamento del monopolio, non lo so ;comunque ciò è contrario alla Costituzione ,• in base alla quale in Italia il lavoratore èlibero di scegliersi l'organizzazione che vuo-le. Impedire ciò significa violare il princi-pio della libera organizzazione e la Costitu-zione stessa . .

PRESIDENTE . È così esaurito lo svolgi -mento delle interrogazioni ali' ordine de lgiorno .

Svolgimento di una proposta di legg edi inchiesta parlamentare.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recalo svolgimento della proposta di legge di ini-ziativa dei deputati Togni, Vizzini, Biagioni ,Martini 'Maria Eletta, Negrari, Lucchesi ,D'Amato e Gagliardi :

« Istituzione di una Commissione parla-mentare d'inchiesta sui fenomeni della crimi-nalità in Sardegna » (4435) .

L'onorevole Togni ha facoltà di svolgerla .

TOGNI . 'Signor 'Presidente, onorevoli col -leghi, la proposta di legge, che non sembraavere necessità di alcuna illustrazione parti -colare e che ho l'onore di raccomandarvi per

la presa in considerazione, intende assicurarela presenza e l'intervento immediato del Par-lamento nazionale in Sardegna, in un momen-to particolarmente travagliato della vita d iuna gente fra le più fiere e degne del nostropaese .

L'inchiesta, che la nostra iniziativa è ri-volta a realizzare, non deve in alcun modo es-sere considerata come una indagine punitiva ,bensì come la spontanea manifestazione disolidarietà degli organi depositari della so-vranità nazionale, che intendono apportare u ndiretto contributo alla soluzione di un proble-ma che non è della Sardegna, ma appartien eall'Italia intera .

Accostandoci con il doveroso amore fra-terno alla comprensione delle radici di tal eproblema, dobbiamo fare uso della nostra au-torità di rappresentanti del popolo investit idi una delle massime attribuzioni di compe-tenza costituzionale per togliere di mezzo ogn iostacolo che faccia schermo a quella veritàche la pubblica opinione ha il diritto di co-noscere e noi abbiamo il dovere di rivelare .

Non sembri vano il ripeterlo, ma sono si -curo di interpretare un sentimento a tutti co-mune quando ribadisco, anche a nome degl ialtri firmatari, che il popolo sardo, del cui san-gue generoso sono intrise le terre di tutte l enostre frontiere, ha a sua volta il diritto diricevere da noi – Parlamento nazionale – unasalvaguardia morale che costituisce il minimodei nostri doveri nei suoi confronti .

Chiedo l'urgenza . (Applausi al centro) .

'PRESIDENTE. Il 'Governo ha dichiarazio-ni da fare ?

' SCAGLIA, Ministro senza portafoglio . Ènoto che il 'Consiglio dei ministri ha giàespresso il proprio parere favorevole all'ini-ziativa tendente alla costituzione di una Com-missione parlamentare d'inchiesta sul bandi-tismo in Sardegna . Di conseguenza, non pos-so che confermare tale posizione favorevol edel Governo nei confronti della proposta di leg-ge nonché della procedura di urgenza .

PRESIDENTE. Pongo in votazione la pre-sa in considerazione della proposta dí leggeTogni ed altri .

(1; approvata) .

Pongo in votazione la richiesta d'urgenza .

(È approvata) .

'La proposta di legge sarà trasmessa all aCommissione competente, con riserva di sta-bilirne la sede .

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

Presentazione di disegni di legge.

SCAGLIA, Ministro senza portafoglio .Chiedo di parlare per la presentazione di di -segni di legge .

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

SCAGLIA, Ministro senza portafoglio . Mionoro presentare, a nome del ministro dell asanità, i disegni di legge :

« Modificazioni alla legge 6 dicembre 1964 ,n. 1331, sulla autorizzazione all'Istituto su-periore di sanità di valersi dell'opera d ipersone estranee all'amministrazione dell oStato » ;

« Modifica alla disciplina 'per l'introduzio-ne nello Stato delle salme provenienti dal -l'estero, prevista dall'articolo 339 del test ounico delle leggi sanitarie, modificato dall'ar-ticolo 30 del decreto del Presidente della Re -pubblica 10 giugno 1955, n . 854 » ;

« Ordinamento degli istituti zooprofifatti-ci sperimentali » ;

« Assegnazione straordinaria di fondi pe rla sistemazione dei debiti relativi ai ricoveridegli infermi poliomielitici, discinetici e lus-sati congeniti dell'anca » .

Presento altresì, a nome del President edel Consiglio dei ministri, il disegno di legge :

« Modifica della tabella A della legge 1 2maggio 1964, n . 303, relativa al personale ese-cutivo della Presidenza del Consiglio dei mi-nistri » .

PRESIDENTE. Do atto della presentazionedi questi disegni di legge, che saranno stam-pati, distribuiti e trasmessi alle Commission icompetenti, con riserva di stabilirne la sede .

Discussione del disegno di legge: Conver-sione in legge del decreto-legge 11 set-tembre 1967, n. 794, che modifica e pro-roga la legge 25 gennaio 1966, n. 31,concernente l'istituzione di albi nazio-nali degli esportatori di prodotti orto-frutticoli ed agrumari (4362) .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recala discussione del disegno di legge : Conversio-ne in legge del decreto-legge 11 settembre1967, n . 794, che modifica e proroga la legg e25 gennaio 1966, n . 31, concernente l'istitu-zione di albi nazionali degli esportatori d iprodotti ortofrutticoli ed agrumari .

Dichiaro aperta la discussione generale .

Il primo iscritto a parlare è l'onorevol eBignardi . Ne ha facoltà .

BIGNARDI . Signor Presidente, onorevol icolleghi, mi limiterò a svolgere una sola bre-be argomentazione . Parlando ieri in sede didiscussione sulla conversione in legge del de-creto-legge relativo alla corresponsione di undeterminato aiuto triennale alla produzionedi olio di vinaccioli, ho posto in via pregiu-diziale un problema, cioè se i nostri organ iamministrativi siano in grado di effettuare ,con la dovuta celerità e comunque nei termin idi tempo previsti dalle norme comunitarie ,tutti gli innumerevoli adempimenti che l enorme comunitarie comportano e, in via prin-cipale, la traduzione in provvedimenti intern idei regolamenti comunitari . Il decreto-leggedella cui conversione ci occupiamo oggi tocca ,per vero, un argomento che solo in via inci-dentale si riferisce a questi rapporti di carat-tere comunitario, ma ripropone lo stesso pro-blema; sono in grado i nostri organi ammini-strativi di tenere dietro, con la dovuta tempe-stività, agli adempimenti imposti da una vitadi relazioni commerciali e di traffici semprepiù impetuosi, sempre più densamente intrec-ciantisi, che esige una sempre maggiore ra-pidità decisionale ?

La risposta 'purtroppo è negativa . Noi sia-mo chiamati ad approvare oggi la conversio-ne in legge di un decreto-legge che tende aprorogare taluni termini posti da una legg eprecedente, in riferimento ad uno stato d ifatto che la stessa relazione ministeriale ch eaccompagna il provvedimento in discussion ericonosce apertamente .

Con una legge di un anno addietro fucreata una commissione cui venivano com-messi taluni adempimenti in ordine al rico-noscimento degli albi nazionali degli espor-tatori di prodotti ortofrutticoli .

Ora, in un anno questa commissione è statain grado di effettuare soltanto il 70 per centodel lavoro che le era stato affidato . E il rife-rimento ministeriale parla di esame, non d idecisione, per cui potrebbe semplicemente es-sere stata compiuta la parte istruttoria, vale adire che questo 70 per cento di lavoro fatt opotrebbe in realtà riferirsi solo all'istruttori adelle domande, non alla decisione sul me-rito delle domande stesse .tvL.

HELFER, Relatore . E dubbio. E 'poi c'èla decadenza dei termini .

BIGNARDI . Il relatore dice che è dubbio ,comunque il riferimento ministeriale rende

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legittime queste osservazioni . Quello che ècerto è che soltanto il 70 per cento del lavor oera stato fatto quando venne redatta la relazio-ne ministeriale. colpa dell'eccessivo numerodelle domande presentate ? Non credo, tant oche si pone oggi il problema di accertare even-tuali nuove domande ed allargare quindi ilnumero delle pratiche da esaminare .

La realtà è che torna il problema fonda -mentale : abbiamo una organizzazione am-ministrativa in grado di tener dietro tempe-stivamente a decisioni, ad adempimenti, a im-pegnative prese di posizione connesse non co nquestioni della tradizionale routine ammini-strativa, ma con questioni del commercio, de itraffici, dell'incremento economico, dei rap-porti economici internazionali ? La risposta ,purtroppo, almeno a stare al criterio che h areso 'necessario il decreto-legge che oggi siam ochiamati a convertire, è negativa .

Concludo quindi molto brevemente, in or -dine al problema sollevato ieri (cioè adegua -mento, traduzione in disposizioni interne, i nleggi interne, dei provvedimenti internaziona-li, dei provvedimenti comunitari) chiedendo –lo dico in questo momento all'onorevole sotto -segretario Graziosi e vorrei rivolgere quest arichiesta al ministro dell'agricoltura – chevengano forniti alla competente Commission edella Camera elementi di diritto comparatoper vedere come negli altri paesi si risolvon oproblemi del genere : se con leggi delegate, si apure con delega limitata, circoscritta, 'precisa -mente motivata; se con provvedimenti di ca-rattere amministrativo; se con leggi che sian opijt tempestive di quelle italiane. Perché quiin Italia si cerca all'ultimo momento, alla vi-gilia dello scadere del termine, di risolvere i lproblema con un decreto-legge che si deve poiconvertire in legge, creando così una sorta d istato di necessità . E domando, sul puntospecifico dei problemi di natura economica d ifronte a cui ci troviamo oggi, se non sia possi-bile – nell'approvare, per una ragione evi -dente di forza maggiore e di necessità ch enon può non imporsi anche alla nostra consi-derazione di oppositori, la conversione in leg-ge del decreto che stiamo esaminando – adot-tare innovazioni che valgano ad accelerareprocedure burocratiche che spesso rappre-sentano una vera croce, una vera cami-cia di Nesso per l'operatore economico ,il quale dalla natura della sua attivitàe dallo spirito stesso che presiede allaattività imprenditoriale sarebbe invece spintoa muoversi con tanto maggiore agilità ed è co-stretto dalla stessa concorrenza internazional ee dalla stessa natura dei rapporti internazio -

nali ad una rapidità di decisioni che non sem-pre pare che trovi rispondenza e comprensio-ne nell 'organo amministrativo .

Questa e non altra, onorevole Presidente ,era la considerazione che ritenevo mio debitodi fare prendendo lo spunto da una conversio-ne che per altro, ripeto, riguardando in pra-tica uno stato di necessità, non potrà trovarc icontrari .

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l'ono-revole Brighenti . Ne ha facoltà .

BRIGHENTI . Signor ,Presidente, onorevol icolleghi, il mio gruppo è contrario al decreto -legge in discussione per i motivi che sono giàstati illustrati in Commissione e che voglioribadire anche qui per maggior chiarezza .

Noi approviamo la proroga dei termini re-lativi all'accoglimento delle domande d'iscri-zione nell'albo nazionale degli esportatori or-tofrutticoli 'e alla soppressione dei corrispon-denti albi provinciali . Si tratta, infatti, d iun'indubbia necessità obiettiva .

Per questo, però, bastava presentare u ndecreto che si limitasse a dichiarare che que itermini erano prorogati di sei mesi . Invecesi è emanato un decreto di 5 articoli, nel pri-mo dei quali si introducono innovaziòni cheriguardano il punto 6) dell'articolo 5 dell alegge 25 gennaio 1966, n . 31 : proprio quelpunto, cioè, che durante l'esame in Commis-sione aveva suscitato notevoli discussioni, tan-to che si dovette costituire un apposito comi-tato ristretto per trovare un'intesa . L'intesafu poi raggiunta, e portò alla cancellazion eproprio di quelle parole che oggi troviamo ri-pristinate in questo decreto-legge . Con la scusache vi sono ancora molte domande da esami-nare, si fa praticamente rientrare dalla fine-stra quel che era stato fatto uscire dalla porta .

Si sostiene che i ministeri hanno ritenut odi introdurre questa nuova formulazione per -ché quella precedente era eccessivamente ge-nerica . Ora, il punto 6) dell'articolo 5 dell alegge n . 31 del 1966 stabiliva che si dovessedare affidamento di capacità e di correttezzacommerciale per proficuamente operare su imercati nel proprio settore di attività . Con lanuova formulazione sparisce addirittura la pa-rola « correttezza », che poteva fornire vera-mente un elemento di valutazione idoneo a devitare ogni genere di abusi nell'attività d iesportazione dei prodotti ortofrutticoli . Si ag-giungono invece le parole « adeguata ed effi-ciente organizzazione commerciale e tecnica ,con relativa attrezzatura e sufficienti mezz ifinanziari », e si parla d'i « capacità profes-

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sionale » . Il nuovo testo è altrettanto generic oche il precedente : ribadisco ancora questo mi opunto di vista, onorevole sottosegretario, per -ché credo che sia confermato dalla formula-zione adottata in questo decreto-legge . Ma deb-bo anche aggiungere che a mio avviso questesottolineature possono fare il gioco di coloroi quali vogliono introdurre certe discrimina-zioni . Coloro, cioè, i quali desiderano agevo-lare una categoria piuttosto che un'altra, tro-vano in questa formulazione la possibilità difarlo . Se i grandi esportatori, ad esempio, vo-gliono eliminare i .piccoli e i medi, possonoconseguire il loro scopo grazie a questa formu-lazione che parla di adeguata ed efficiente or-ganizzazione, di sufficienti mezzi finanziari ,di capacità professionale, ecc .

Si possono infatti trovare molteplici pre-testi per sostenere che un commerciante no nabbia un'adeguata capacità tecnica e profes-sionale o non abbia sufficienti mezzi finan-ziari . Dunque, praticamente, con questo de-creto-legge si viene a sancire legislativament ela disparità tra la grande e la piccola impre-sa, tra i ricchi ed i poveri, negando altres ìad alcuni, con grave loro nocumento, la li-bertà di intraprendere una data attività . L'ono-revole sottosegretario potrà dirmi che un aazienda, che presenti la propria domanda eche se la veda respinta per questi motivi, pu òbenissimo presentare ricorso . Però l'onorevolesottosegretario sa bene – come del resto no itutti – che la decisione sul ricorso può fars iattendere anche per sei mesi o per un anno ,sicché un'impresa che abbia necessità di in-traprendere subito una attività commercialedi esportazione si vedrebbe frustrata quest aprospettiva .

Con questo decreto si viene a creare ancheun'altra situazione poco chiara . noto chesono state già giudicate molte domande : senon vado errato, 2 .700. Di queste, 400 son ostate scartate. ovvio che tutte queste do-mande sono state giudicate in base ai criter iche erano fissati dall'articolo 5, punto 6), del -la legge n . 31 . Ora questo decreto farebbe sìche altre domande siano esaminate in base ainuovi criteri da esso stabiliti . Si introduce intal modo un principio veramente grave, dat oche una parte delle domande sono state esa-minate con certi criteri di valutazione, men-tre, se questo decreto-legge verrà approvato ,altre domande verranno esaminate con criteridi valutazione diversi . 0 si andrà forse a rie-saminare tutte le domande che sono state gi àesaminate precedentemente ? Se così fosse, ciritroveremmo tra cinque o sei mesi nella ne-cessità di presentare un decreto di proroga ul -

teriore dei termini . E poi potrebbe succeder eche alcuni di coloro che sono stati già inserit inell'albo degli esportatori si trovassero, a se-guito di un riesame delle domande, cancellatidall'albo stesso . Ci troveremmo dunque difronte o a un'ingiusta discriminazione o aun'enorme confusione .

Può essere accaduto che la commission eche ha esaminato le precedenti domande siastata incerta perché al punto sesto dell'arti-colo 5 c'era quella tal formulazione generica .Se dunque queste domande verranno riesa-minate dopo che già erano state approvate ,si potrà determinare una decisione in sensoopposto : e ciò significherebbe addirittura i lfallimento di alcune aziende. Se invece que-ste domande già approvate non saranno rie-saminate, le prossime domande saranno valu-tate, sulla base di questo decreto-legge, secon-do un criterio diverso da quello seguìto per l eprecedenti .

Per questi motivi, dichiaro a nome de lmio gruppo che voteremo contro il decreto-legge se la Camera non approverà il nostroemendamento tendente a sopprimerne l'arti-colo 1 . (Applausi all'estrema sinistra) .

PRESIDENTE.

iscritto a parlare l'ono-revole Goehring. Ne ha facoltà .

GOEHRING. Premetto, signor Presidente ,onorevoli colleghi, che la mia competenza inmateria è estremamente debole e quindi quel -lo che dirò riguarda soprattutto alcuni aspett idella questione di cui stiamo trattando .

Fra l'altro, vedo che nella relazione èscritto che le commissioni provinciali avreb-bero dovuto esaminare le domande e trasmet-terle poi al centro per l'approvazione defini-tiva. Senonché lo stesso relatore afferma ch ein alcune province tali commissioni non son ostate neanche costituite e se ne domanda laragione, con una serenità che gli fa vera-mente onore. Ecco, onorevoli colleghi, u nesempio dell'autorità dello Stato . Eppurestranamente, anziché pensare a ricostituiretale autorità dello Stato, da parecchie setti -mane in quest'aula non si sente parlare ch edi regionalismo e di regioni .

BOZZI . E ancora se ne dovrà parlare .

GOEHRING . Io mi domando : perché ave-te sentito il bisogno di togliere alle provinc equesta facoltà di esaminare le condizioni diqueste aziende esportatrici?

BOZZI. L'onorevole La Malfa ha dettoche devono essere soppresse .

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GOEHRING . Avete voluto che si formass eun ruolo nazionale, e per ottenere questo ri-sultato si sono avute una infinità di discus-sioni . Si è parlato, per esempio, per ore, in -torno al diverso significato delle parole « at-titudine » e « capacità » ; e intanto dove era -no gli agrumi? E gli ortofrutticoli dove era -no? Si è deciso poi per la parola « capacità »che dovrebbe essere un termine più compren-sivo. Ma che cosa vuol dire « capacità »? Ame risulta, da indagini che ho esperito per-sonalmente, che alcuni importatori nordeuro-pei mandano in una regione italiana i lor orappresentanti, i quali prendono i prodotti, l iimballano e li spediscono. Questo significache alcuni nostri prodotti sono particolar-mente pregiati e ricercati sui mercati, e ch emolti dei nostri esportatori non godono l afiducia necessaria perché questa merce siaaccettata con tranquillità .

Si è creduto che al centro si potesse faremeglio di quanto non fanno le province .La stessa relazione riconosce la difficoltà d iistruire queste pratiche, di stabilire se esi-stano gli elementi di idoneità nelle aziende .Chiunque abbia esperienza di queste cose s ache al centro non si fa altro che riesaminarele pratiche istruite dalle province . Che cos apuò aggiungere di suo il centro? Una volt asi usava una sorta di sabbia per asciugar el'inchiostro . Oggi non si usa più, ma il si-gnificato di quello che il centro può far eequivale ali' atto di mettere la sabbia pe rasciugare l ' inchiostro . Il centro non può eser-citare alcun controllo, tanto è vero che dob-biamo oggi prorogare una legge perché molt eprovince non hanno neppure costituito l ecommissioni e centinaia di domande non son ostate neppure esaminate .

Inoltre - e questo è molto importante -vi sono due impugnative presso la Corte co-stituzionale avanzate da due regioni, quell asiciliana e quella sarda, le quali sostengon oche la legge non sarebbe costituzionale . Fran-camente vi è da domandarsi se ad un cert omomento non saremo costretti tutti quanti agirare con un trattato giuridico in tasca pe rsapere se quello che si fa dalla mattina all asera non colpisca per qualche verso la Co-stituzione . Per i prodotti ortofrutticoli si tirain ballo la Corte costituzionale! E quando laCorte si sarà pronunciata, magari fra unpaio di anni o più (perché la opprimiam odi ricorsi che esigono del tempo per avererisposta), che applicazione troverà la legg ein Sicilia e in Sardegna? In pratica è eviden-te che in Sicilia e in Sardegna non si rico-

nosce l'albo nazionale degli esportatori d iprodotti ortofrutticoli .

SANTAGATI . C'è l'albo regionale .

GOEHRING. C'è l'albo regionale il qualefunziona contro l'albo nazionale . E poi sidice che almeno larga parte del Parlamentoè favorevole alle regioni !

Giustamente il senatore Trabucchi un avolta, al Senato, si è chiesto come si possapretendere che uno spedizioniere, che ricev euna partita di prodotti ortoflorofrutticoli ,debba accettare che chi l'ha consegnata pe rla spedizione sia autorizzato, sia cioè iscritt oall'albo nazionale. una domanda giusta . Lostesso senatore Trabucchi si è chiesto se que-sta legge sia figlia di due padri : e davveroqui si stanno complicando tremendamente l ecose. Se c'era una disposizione che dovevaessere rimessa alla periferia, era proprio que-sta ! Da una parte si parla di necessità di de-centrare e dall'altra in ogni occasione si isti-tuiscono albi nazionali al posto di quelli pro-vinciali, togliendo così lavoro alle camere d icommercio, che costano enormemente al con-tribuente . Questo compito specifico, di carat-tere evidentemente locale, potrebbe esser eda esse assai meglio assolto, per la conoscen-za diretta che hanno delle persone . Forse no nci si fida ? Ma allora perché dovremmo fi-darci delle persone al centro ? Sono sempr euomini, anche se appartengono alla più altagerarchia dell'amministrazione statale .

Noi non ci opporremo a questa richiest adi proroga dell'applicazione della legge poichécreeremmo una confusione maggiore, ma c irendiamo conto che tra sei mesi saremo d inuovo qui a discutere per un altro rinvio .Non dubitiamo che così avverrà . Né la regio -ne sarda né la regione siciliana si adatteran-no ai vostri voleri, signori del Governo, né leprovince che finora non hanno nemmeno co-stituito le commissioni dimostreranno di es-sere maggiormente sensibili all'autorità de lGoverno, né voi avrete potuto accoglier etutte quelle pratiche che non avete ancoraesaminato, esaminarle e costituire questo alb oche dovrebbe continuamente essere rinnovato .

Fra l'altro, voi non tenete conto del gran-de fenomeno del ricambio . Nelle aziende suc-cede che dieci spariscono e dodici sorgono ,o la proporzione si inverte ; aziende di mag-giori dimensioni prendono il posto di altr eaziende troppo piccole, non più vitali . Que-sto ricambio deve essere seguito dalla buro-crazia coi suoi registri .

Ecco perché vi diciamo ancora una volt a1 che, non decentrando in questa materia che

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pure sarebbe la più adatta al decentramento ,non potrete e non saprete decentrare neppur equando vi saranno le regioni : avrete dei con-flitti ad ogni pie' sospinto .

E con questo spirito che noi voteremo l aconversione. Non vogliamo intralciare quest oespediente dell'ultima ora, ma vi avvertiam oche, non più noi forse, ma la nuova Camer asarà investita di un ulteriore provvediment odi rinvio. E si continuerà così . (Applausi) .

PRESIDENTE . R iscritto a parlare l'ono-revole Ceravolo . Ne ha facoltà .

CERAVOLO . Signor Presidente, onorevo-li colleghi, noi ci troviamo di fronte ad undecreto che presenta politicamente alcun iaspetti di estrema gravità . I colleghi dellaXII Commissione sanno che l'interpretazion edella legge, i cui termini di scadenza questodecreto intende prorogare, è stata oggetto d iattento e acceso dibattito in quella sede .

Siamo in presenza di un fatto grave poli-ticamente, cioè di un nuovo indirizzo del Go-verno, completamente antagonistico all'inten-zione della Commissione che aveva discipli-nato la materia con la legge 25 gennaio 1966 ,n . 31; è grave, naturalmente sul piano di me-todo, che il Governo, con l'uso del decreto -legge, venga a modificare l'intenzione dei le-gislatore .

Un fatto grave - mi consenta il collegaHelfer - è aver voluto introdurre nella relazio-ne un concetto di continuità tra la legge ap-provata dalla nostra Commissione e le mo-difiche apportate ad essa con il decreto-legge .Questa affermazione è tanto palesemente ine-satta che lo stesso onorevole Dosi, in sede d iCommissione, si è rifiutato di continuare asvolgere il compito che gli era stato in pre-cedenza affidato di essere relatore su questodisegno di legge ed ha anzi stigmatizzato i lcomportamento del Governo .

Debbo dare qui atto all 'onorevole Dosi d iaver agito con correttezza e serietà, poichécosì facendo egli ha voluto rispettare la volon-tà della Commissione protestando nei confron-ti del Governo. Per dimostrare che quanto iodico corrisponde alla realtà è sufficiente rileg-gere brevemente alcuni punti della relazion edel primitivo progetto approvato in Commis-sione : « Con l'istituzione dei ruoli provvisoriviene consentita l'iscrizione temporanea dell editte esportatrici, onde permettere un più ac-curato accertamento della loro idoneità sullascorta dell'attività effettivamente svolta, pri-ma di dar luogo all ' inserimento nel corrispon-dente albo » .

Bisogna ricordare, onorevole Helfer, cheproprio su' questo punto si svolse una acces adiscussione in Commissione, 'perché non s icreassero discriminazioni tra albo provvisori oe albo definitivo . Il che significa che non s idovevano creare discriminazioni tra grandiesportatori abituali, che ormai facevano part edelle camere di commercio, e coloro che occa-sionalmente (i piccoli e specialmente i medi )volessero entrare nell'agone del commerci oestero . Proprio su questo punto, per tre sedute ,la Commissione ebbe a dibattere accesamente .Ascoltammo il parere del relatore, il pare -re del ministro, il parere del sottosegre-tario . Diceva il relatore : « I ruoli provvisoricostituiscono un ponte di passaggio e un utilestrumento di collaudo per quanti voglion oprofessionalmente incaricarsi di collocare iprodotti sui mercati esteri » .

Io ebbi l'onore di chiedere in quella occa-sione precise delucidazioni su questo punto .Sostenni che l'istituendo albo avrebbe avut ola funzione di restringere e di cristallizzare i lnumero degli esportatori sulla base di unaqualificazione particolare . Chiesi quindi chemi si desse certezza che il provvediment onon avrebbe creato un ostacolo di tipo corpo-rativo a favore delle grandi imprese e a dann odelle piccole, delle medie e delle nuove impre-se, che volessero entrare nel campo del com-mercio . « Dobbiamo anche tener presente -aggiungevo - che nel campo dell 'esportazion ealcune ditte tendono ad una posizione di mo-nopolio » . L'onorevole Dosi rispose : « Desi-dero quindi dire che, se le preoccupazioni de lcollega Geravolo fossero fondate, esse sareb-bero condivise anche dal relatore » ; l'onorevo-le Dosi aggiunse anche : « La distinzione traalbi permanenti e albi provvisori non crea si-tuazione soggettive diverse » . « Se lo spiritodel provvedimento » continua il relatore « fos-se restrittivo, comprenderei le preoccupazion iesposte, ma ritengo che debba essere esclus otale carattere . Si tratta di ottenere elementi d igiudizio e di valutazione delle capacità di que-ste forze al fine di una corretta esportazion eitaliana. Il disegno di legge non vuole in alcu nmodo costituire posizioni di privilegio » . Laposizione del relatore appare quindi chiaris-sima .

Il ministro disse : « Non si vuole creare u nnumero chiuso, non si intende cristallizzare l aattività del commercio estero in un moment oin cui si deve espandere, si vogliono crearerestrizioni nei confronti di quelle aziende ch esiano sprovviste di elementi di serietà . Non visarà quindi il pericolo che la costituzione del-

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l'albo rappresenti uno sbarramento per alcun iesportatori » .

L'onorevole Mattarella, disse : « In ultimaanalisi vi è la tendenza a non restringere que-st'attività, ma ad accertare che coloro che ope-rano in questo settore siano in 'possesso deirequisiti necessari 'per lavorare con serietà » .

Questa era l'interpretazione che veniva datadella dizione « correttezza e capacità » dellaprima 'stesura del disegno di legge .

Dopo queste chiarificazioni, ebbi ancora a desprimere la mia perplessità circa il modo i ncui la legge era congegnata ; dissi infatti : « Ame pare comunque che il problema rimang aaperto, in quanto rischiamo di fissare unadiscriminazione grave attraverso la richiestache gli esportatori posseggano determinat estrutture e 'determinate capacità » . Tale miainterpretazione venne giudicata inesatta, i nquanto si disse che non si trattava di strut-ture, m 'a di correttezza e di capacità . In ri-sposta alle mie preoccupazioni l'onorevol eDosi disse : « Le 'preoccupazioni del collegaCeravolo su possibili discriminazioni avreb-bero fondamento in 'due ipotesi : » – cito ciòch'e 'disse l'onorevole Dosi in quella circostan-za per richiamare il collega Helfer ad unaesatta interpretazione della mens legis, cuiegli fa riferimento nella nuova relazione –« 'se per coloro che si iscrivono rispettiva-mente nell'albo definitivo ed in quello prov-visorio fossero 'previste condizioni e ,requisitidiversi e (seconda ipotesi) se i diritti e i do-veri delle due categorie fossero diversi . Nes-suna delle 'due ipotesi sussiste nel presentedisegno di legge, visto che negli articoli 5 e 6sono 'previsti esplicitamente gli stessi requi-siti . Allora perché il collega Ceravolo chiededi istituire due albi ? L'unica ragione si deveritrovare nel fatto che vi è una infinità d iesportatori ocoa.sionali (e con questa afferma-zione non si vuole certo esprimere un giudi-zio negativo) . Tale distinzione è anche neces-saria perché I'Iistituto per il commercio ester osia facilitato nella sua opera e sia in gradodi sapere quanti sono gli esportatori abitualie quanti quelli occasionali » . 2 evidente unosforzo per sottovalutare le nostre 'preoccupa-zioni, per dissipare ogni dubbio e sospetto .

Per ultimo l'onorevole sottosegretario Bat-tista arrivava a paragonare questo periodo -ponte, chiamiamolo così, tra l'iscrizione al -l'albo 'provvisorio e l'iscrizione all'albo defi-nitivo a quello che riguarda le altre categori edi 'professvonisti . Diceva : « Il ruolo provviso-rio si 'giustifica con il fatto che un soggetto ,anche presentando tutti i documenti per laiscrizione, può non essere in grado di dimo -

strare 'di avere tutti i 'requisiti richiesti ; enon parlo qui 'delle condizioni poste dall'arti-colo 5, che 'sono ,facilmente riscontrabili, m adei requisiti sostanziali di capacità e di cor-rettezza » . S'e voi badate bene ci si riferisce ,onorevole Helfer, a requisiti di correttezza edi capacità accertati a posteriori, non a priori .Vi è qui un elemento di sostanziale differenz atra la primitiva legge e la modifica che ogg iapporta il decreto. Correttezza e capacità chedevono essere giudicate in seguito all'espe-rienza; oggi invece 'si chiedono strutture, ca-pacità finanziarie, cioè elementi pregiudiziali ,che dovrebbero assicurare a priori la capacitàdi un operatore di esportare . Abbiamo quindiuna completa modificazione della volontà del -la Commissione che 'ha legiferato .

« D molto difficile » -- affermava sempre i lsottosegretario Battista – « che un giovaneesportatore possa offrire elementi di giudizioper l'a verifica di questi requisiti, in quantoda troppo poco tempo 'esercita la sua attivitàdi esportazione » . E ancora, molto più chiara-mente : « B impossibile attendere che egli [i lgiovane esportatore] possa fornire la dimostra-zione di essere in possesso di tali requisiti ;allora la conseguenza sarebbe che tale giovaneesportatore si vedrebbe negata l'iscrizione » .

Ancora, di fronte alla proposta di chi v iparla di abolire il punto 1) e di modificarlocon la creazione di un unico albo, l'onore-vole Dosi affermava : « B scritto nella legge ,onorevole Ceravolo, che le condizioni per fa rparte dell'albo provvisorio e di quello defini-tivo sono le stesse, sì o no ? » . Sì, rispondev al'onorevole Dosi; è scritto sempre nella leggeche i diritti e i doveri degli iscritti nell'alb oprovvisorio e degli iscritti nell'albo nazionalesono gli stessi . E l'onorevole Dosi così con-tinuava : « Fatte queste premesse, mi pareche si debba porre al sottosegretario una do -manda specifica, la cui risposta tranquillizz idefinitivamente il collega Ceravolo . Stabilitoche i diritti e i doveri sono gli stessi, e lecondizioni per far parte degli albi anche ,qual è il motivo per il quale volete distinguer el'albo nazionale dal ruolo provvisorio ? Io ,l'altro giorno, ho dato questa spiegazione, mavorrei una conferma dal sottosegretario : chesono motivi di utilità interna, non di discri-minazione, ad esigere la distinzione predetta ,non esistendo una categoria A e una catego-ria B, non l'inferno, il purgatorio, e il pa-radiso » .

E il sottosegretario, di fronte a questa pe -rentoria richiesta del relatore, rispondeva :

. . .il motivo pratico della differenza tra l edue categorie è questo : è bene che coloro che

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non hanno ancora operato, oppure lo hann ofatto per troppo breve tempo, siano iscritti i nun albo provvisorio, in modo da poter con-trollare le loro capacità prima dell'iscrizion enell'albo definitivo . Se desiderate un esempio ,vi posso dare quello dell'abilitazione provvi-soria ottenuta dai laureati che non hanno so-stenuto l'esame di Stato » .

C'è ancora bisogno di dimostrare quale eral'intenzione del legislatore ?

HELFER, Relatore . Ma nella legge, in ul-tima analisi, non è previsto un albo provvi-sorio .

CERAVOLO . D'accordo, però è previst auna condizione per essere iscritti nell'alb odefinitivo che è qualche cosa di completa -mente opposto rispetto a ciò che si affermav aal momento dell'approvazione della legge .

HELFER, Relatore . Di fronte al punto se -sto dell'articolo 5, i Commissari si son chiest iche cosa debba intendersi per capacità .

CERAVOLO . Onorevole Helfer, le devo da-re atto che, quando abbiamo costituito il co-mitato ristretto per giungere ad una intesa ,ella, a questo proposito, ha dato una interpre-tazione che corrisponde al decreto-legge ch eci accingiamo a convertire in legge . Però nonconvengo con lei se ella afferma che quest aera anche l'interpretazione della Commissio-ne, perché dal verbale risulta chiarament eche io posi il problema che cosa dovess eintendersi per correttezza e per capacità ; eaddirittura proponevo l 'abolizione di quelladizione . La collega onorevole Vittoria Tito-manlio, ad esempio, ebbe ad esprimere la su aperplessità dovuta alla necessità di evitare di-scriminazioni .

E l 'onorevole Dosi sostenne : « Si potrebb esostituire alla parola capacità la parola atti-tudine » .

Vedete dunque che c'era l'intenzione dinon definire capacità strutturali, né dimen-sionali . Il riferimento alla correttezza si com-prende, perché chi incorre in scorrettezze no ndeve essere ammesso all'esportazione, perchégetta ombra sul prestigio di tutti gli espor-tatori italiani . Pertanto sul piano della cor-rettezza eravamo tutti d ' accordo . Il dubbioriguardava la capacità, temendosi che attra-verso questa parola si potesse subito intro-durre un elemento oggettivo strutturale, d idimensione. E lo stesso relatore era dispost oa sostituire la parola capacità con la parola

attitudine, in quanto egli sosteneva che l'atti-tudine è un manus rispetto alla capacità . Doatto all'onorevole Helfer che egli sostenev ache per capacità si devono intendere anchegli elementi finanziari e strutturali dell 'azien-da. Ma l'opinione dell'onorevole Helfer ri-mase isolata ; quindi non può dirsi che la suafosse l'interpretazione della Commissione .

L'articolo 1 del decreto stabilisce : « Di-sporre di adeguata ed efficiente organizzazio-ne commerciale e tecnica, con relativa attrez-zatura e sufficienti mezzi finanziari » . Onore-vole Helfer, chi stabilisce la sufficienza de imezzi finanziari ? Qual è il parametro ? Perquesta strada si potrà riconoscere come ade -guata anche una sola ditta di esportazione .E noi sappiamo che si vuole ricomprenderenon una sola ditta, ma un gruppo privilegia-to, in quanto questa legge è espressione di po-chi gruppi privilegiati che vogliono chiuder ele porte a tante altre ditte piccole e medi eche vorrebbero portarsi sulla strada del -l'esportazione . E non venite a dirci che sulpiano del commercio estero noi abbiamo re-gistrato un calo perché ormai la cosiddett aconfezione all'italiana è scarsamente control-lata . La confezione all'italiana, onorevole Hel-fer, la stanno facendo solo coloro che posson oaffrontare il commercio estero, cioè le grandiditte. L'articolo 1 aggiunge : « e dare inoltr eaffidamento di capacità professionale per pro-ficuamente operare sui mercati » . Ciò signifi-ca che quello che doveva essere nelle intenzio-ni della Commissione il principale requisit ooggi viene messo invece come un elementoaddizionale, aggiuntivo .

Credo che non occorra fornire ulteriori ele-menti di giudizio" per comprendere che ci tro-viamo di fonte ad un atto di estrema gravitàpolitica, sia sul piano metodologico sia suquello di sostanza . Sul piano di sostanza c'euna virata grave del Governo a favore deigrandi esportatori, in quanto si introducon orequisiti oggettivi che funzioneranno come ele-menti discriminatori tra i piccoli e i grand iesportatori : si fa infatti riferimento ad ade-guate attrezzature ed a sufficienti mezzi finan-ziari e non più invece alla correttezza, capa-cità e serietà nell'esportazione .

Con questo spirito chi vi parla, insiem econ l'onorevole Brighenti, ha presentato u nemendamento soppressivo dell'articolo 1 deldecreto-legge . Naturalmente noi abbiamo al-tre riserve da esprimere sul modo nel qual esi è utilizzato il tempo a disposizione per at-tuare la legge, quindi sulla opportunità diuna proroga, e per la situazione in cui ci sia-mo venuti a trovare .

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Questo è lo spirito con il quale noi denun-ciamo questo decreto-legge, questa intenzion edel Governo, questo metodo e, se mi permette ,onorevole Helfer, anche la sua affermazione :che si tratti cioè semplicemente di esplicita-zione di ciò che la Commissione aveva volu-to stabilire approvando la legge n . 31 del 1966 .

Voteremo perciò contro la conversione i nlegge se il nostro emendamento verrà respinto .

PRESIDENTE. R iscritto a parlare l'ono-revole Bonea . Ne ha facoltà .

BONEA . Signor Presidente, onorevoli col -leghi, sottoscrivo in pieno le prese di posizio-ne ultraliberistiche dei colleghi Bhighenti eCeravolo, i quali hanno sostenuto, in sostan-za, quello che tutti i gruppi dovrebbero soste-nere : cioè che l'albo degli esportatori ortofru Lticoli è una istituzione semicorporativa o ' di-scriminatoria, come essi stessi hanno detto .È evidente infatti che la precisazione conte-nuta nell'articolo 1 del decreto-legge, cioèche l'esportatore debba disporre di adeguataed efficiente organizzazione commerciale etecnica, con relativa attrezzatura e sufficient imezzi finanziari, è un'indicazione pleonasti-ca. Come si può supporre che vi sia un indi-viduo che voglia fare l'esportatore di orto-f rutticoli e che non abbia i mezzi finanziari ele attrezzature adeguate ? Questa precisazion eè dannosa agli effetti della valutazione de ldecreto-legge, perché fa sorgere il dubbio ,come ha rilevato l'onorevole Brighenti, ch esi vogliano creare degli ostacoli, delle chiu-se, per effettuare una certa discriminazione o ,per lo meno, una certa scelta di nomi o d iaziende .

Ma non desidero parlare soltanto di que-sta bardatura tardamente corporativa, bens ìsoprattutto di due elementi, messi in riliev oanche da colleghi della maggioranza ed an-che dall'onorevole Ceravolo . In primo luogol'uso, o l 'abuso, del decreto-legge non si giu-stifica, in un regime democratico e parlamen-tare come -il nostro, perché potrebbe apparir ecome una sorta di coartazione della volontàdei deputati e dei gruppi parlamentari . Ed insecondo luogo la decretazione di urgenza s ipresenta spesso come la copertura di una cer-ta disattenzione, di una certa incuria, che im-provvisamente si tramuta in premurosa e ur-gente necessità di provvedere con un decretoche si sostituisce alla legge normale .

Ciò è stato sottolineato anche dal sottose-gretario onorevole Graziosi, sia pure in for-ma di litote . Intervenendo nella seduta del 10ottobre in seno alla Commissione industria,

egli reagiva alle accuse o, per meglio dire, a irilievi del relatore onorevole Dosi, afferman-do che « il ricorso al decreto-legge si è resonecessario non per assicurare una sanatoriaagli organi ministeriali che avrebbero fatt oscadere i termini previsti dalla legge n . 31 del1966 per motivi di leggerezza o di negligenza ,ma perché la mancata costituzione in nume -rose province del comitato ad hoc presso l ecamere di commercio per l'istruttoria delle do-mande di ammissione agli albi ed il conflittodi competenza, tuttora non risolto, tra regio-ni a statuto speciale e Stato sul medesimo ar-gomento non hanno consentito il rispetto de itempi previsti » .

In sostanza, il decreto oggi ci si presentacon l'urgenza dell'approvazione . Ma esso nonmodifica affatto la sostanza della situazione ,non modifica i fatti, tuttora al punto in cui s itrovavano quando la decisione di emanare i ldecreto non era quella di coprire negligenza oincuria, ma di aspettare che le commissioniprovinciali decidessero sulle domande inol-trate .

Oggi come oggi le commissioni provincial inon hanno ancora deciso . Tuttavia stiam ogià discutendo non già un disegno di leggema un decreto-legge, che, come tutti sappia-mo, è molto più ultimativo di quanto non si ainvece un disegno di legge, che, almeno inteoria, può anche essere respinto, perfino d acomponenti della maggioranza, quando nonimplichi la fiducia al Governo . Un decreto-legge, invece, non può assolutamente scio-gliere l'area della maggioranza dall'impegnodi sostenere il Governo che lo ha emanato .

Portare dunque in aula un decreto-legg eanziché un disegno di legge significa coarta-re la libera volontà dei deputati che sono im-pegnati più che mai a sostenere una line agovernativa . Questo è un abuso che è statosottolineato anche da rappresentanti dellamaggioranza, un abuso che ancor più vee-mentemente deve essere sottolineato e stig-matizzato da noi che apparteniamo all'oppo-sizione, non perché noi si speri che, attra-verso forme di capziosa e subdola infiltrazio-ne presso i gruppi della maggioranza, si pos-sa convincere alcuni deputati del centro-si-nistra a votare con noi e a respingere il de-creto-legge, ma appunto perché noi siamo te-nuti a difendere il Parlamento come istitut odemocratico più di quanto non facciano co-loro i quali devono sostenere il Governo, cheè, sì, nella democrazia e nel Parlamento, maha la funzione di esercitare il potere e quind itante volte usa tutti i mezzi idonei al man-tenimento di tale potere .

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É, quindi, un fatto di costume, ma anch euna copertura dell'incuria e della negligen-za che, se non sono addebitabili al Governo ,appartengono almeno alle commissioni pro-vinciali presso le camere di commercio ed ,in ultima analisi, all'organo tutorio di que-sti organi periferici, cioè al Ministero del-l ' industria, del commercio e dell'artigianato .C'è quindi un responsabile di questa incuri ae di questa negligenza : il ministro dell'indu-stria, del commercio e dell'artigianato, ilquale si è assunto una responsabilità che po-teva molto opportunamente delegare agli or-gani periferici, come diceva l'onorevoleGoehring .

Quale necessità, infatti, c'era di creare u nalbo nazionale degli esportatori di prodott iortofrutticoli ed agrumari? Assolutamentenessuna . Ma evidentemente si predica benee si razzola male, sia da parte dei regionali-sti sul piano della pubblicità, sia da partedegli accentratori sul piano del favoritism onell'esercizio del potere . Perché evidentemen-te di favoritismi si deve trattare se si è de-ciso di non decentralizzare questi albi deman-dando la possibilità di accertamento alle pro-vince, per farli invece oggetto di una atten-zione particolare del Ministero dell'industria .Ed è proprio per questo che tali albi no nsono stati ancora costituiti .

La cosa più strana, poi, è che nel disegn odi legge di conversione del decreto, presen-tato alla Presidenza il 13 settembre 1967, s ilegga che dal 3 settembre 1967 gli operatorieconomici che non abbiano ottenuto l'iscri-zione negli albi nazionali si vedono preclus ala possibilità di' esercitare il commercio co nl'estero dei prodotti ortofrutticoli e agruma-ri . Questo è veramente assurdo !

GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per i lcommercio con l'estero . Da qui la necessitàdella proroga !

BONEA. Ma il decreto di proroga è stat opresentato ben dieci giorni dopo la scadenz aufficiale . Il 3 settembre praticamente gli alb idovevano già contenere i nomi degli espor-tatori abilitati ad esercitare l'attività di espor-tazione . Voi presentate un disegno di leggeal Parlamento dieci giorni dopo il termin edi scadenza e dite che il decreto è urgente enecessario perché dieci giorni prima sonoscaduti i termini per esercitare l'attività d iesportatori di ortofrutticoli e di agrumi .

Ci troviamo di fronte a dei paradossi, adelle assurdità che non trovano giustificazio-ne. E mi meraviglio come i miei colleghi di

gruppo che hanno parlato prima di me ab-biano consentito ad accettare questo provve-dimento, dicendo che, in fondo, potrebber oanche dare la loro approvazione . Invece iosollecito i miei colleghi di gruppo a rigettar equesto decreto, sottolineando le incongruen-ze rilevabili in questa che potrebbe apparir euna « leggina » semplice, una « leggina » d alasciar passare. Il collega Goehring ha dettoche ne parleremo anche nel 1968 ; ne parle-ranno, se non ci sarò io, quelli che sarann opresenti nella quinta legislatura . Eppure sitratta di un argomento in discussione fin da l1965 .

Incongruenze formali, inaccettabili posi-zioni, se non discriminatorie certamente d ifavoritismo per la inclusione dei nomi di que-sta o di quella azienda negli albi degli espor-tatori, irriverenza nei confronti della libertàdei deputati e quindi mancanza di rispettoper il Parlamento che noi, sia pure immerita-tamente, rappresentiamo : sono questi i motiv iche mi portano ad esprimere personalmenteil mio dissenso . Ma mi auguro che, se le miemotivazioni sono state sufficienti, anche imiei colleghi di gruppo, anche il loro voto a ldisegno di legge di conversione sia negativo .

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l'ono-revole Santagati . Ne ha facoltà .

SANTAGATI. Signor Presidente, onorevo-li colleghi, in primo luogo desidero sottoli-neare che questo Governo, come del resto gl ialtri governi di centro-sinistra che lo hannopreceduto, continua imperturbabilmente a dabusare dei decreti-legge. Questo vuol dir enon soltanto sottrarre alle due Camere la com-petenza attribuita loro dalla Costituzione, masoprattutto mettere il Parlamento dinanzi a lfatto compiuto, non essendo tanto facile po-ter dire di no ai decreti-legge ; per cui ci sitrova dinanzi al dilemma : o mangiare quel -la determinata minestra o saltare la famosafinestra o, per esprimersi in termini più auli-ci, hic Rhodus, hic salta .

Ora purtroppo noi siamo in condizioni de lgenere, e vi dirò le situazioni giuridiche gi àanormali che questo decreto ha provocato, inquanto sino al 3 settembre 1967 la materiaera disciplinata dalla legge 25 gennaio 1966 ,n. 31 ; fino a quella data esisteva una seriedi norme che consentivano agli operatori eco-nomici che si occupavano di esportazione d iprodotti ortofrutticoli ed agrumari di chiede -re l'iscrizione all'albo nazionale, solo ch eavessero ottemperato a determinate prescri-zioni . Ad un certo momento la legge ha di-

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spiegato tutta la sua efficacia nei confrontidi coloro che hanno avuto la possibilità d iessere inclusi nell'albo nazionale . Sembrereb-be normale che una legge fosse uguale pertutti i cittadini . Invece adesso apprendiam odalla relazione Helfer qui presentata che èaccaduto un fatto davvero non comune : nonsolo talune commissioni provinciali previst edalla citata legge non sono state diligenti nel -l'espletare il loro compito di scelta, di .cri-tica, di vaglio e di indicazione alle compe-tenti autorità, ma addirittura - cito testual-mente le parole del relatore - « in alcune pro -vince la commissione per l'istruttoria dell edomande non è stata nemmeno costituita » ;e con candida innocenza il relatore aggiung etra parentesi : « e sarebbe molto interessanteconoscerne le cause » .

HELFER, Relatore . Le dovevo forse ricer-care io le cause ?

SANTAGATI . No, io non le sto facendoappunti di sorta, anzi sono consenziente co nla sua stupita parentesi ; solo che questa pa-rentesi mi consente di aprirne un'altra pi ùgrossa per chiedermi : in quale Stato vivia-mo ? Siamo nell'iperuranio di aristotelica oplatonica memoria ? Stiamo andando verso l aluna ? Siamo arrivati al di là di quelle ch esono le normali prospettive non dico di un oStato di diritto, ma di uno Stato che per l omeno si regga su certe stampelle paragiuri-diche, se non giuridiche ? Ma come ? Si f auna legge, si stabiliscono i criteri di funzio-namento di determinate commissioni, le qua -li debbono stabilire se certe categorie di cit-tadini abbiano o meno i requisiti per pote ressere iscritte in determinati albi : e adessoapprendiamo qui, all'ultimo minuto, in sededi conversione in legge di un decreto-legge ,che molte di queste commissioni, non si s abene perché, non sono state neppure costi-tuite I Quindi abbiamo cittadini fortunati ch ehanno potuto avvalersi delle commissioni esi-stenti ; cittadini sfortunati che, come Diogene,cercano ancora la loro commissione per po-ter vedere riconosciuto il loro eventualediritto .

Ma questo è niente, onorevole sottosegre-tario ! Vediamo ora quello che è successo co nil decreto-legge, perché non mi sembra ch ein quest'aula sia stato sfiorato questo aspett ogiuridico. Il decreto-legge entra in vigore im-mediatamente ed esplica subito tutti i suo ieffetti . Così, mentre noi stiamo qui discuten-do più o meno bonariamente, più o meno po -

lemicamente di modificare il decreto-legge ,già la sperequazione, l'ingiustizia, il doppi opeso e la doppia misura sono avvenuti pertutte quelle domande che sono state esamina -te dall'11 settembre - giorno dell'entrata i nvigore del decreto-legge - ad oggi, ed è piùdi un mese .

GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per ilcommercio con l'estero . A tutt'oggi non è sta-ta esaminata alcuna domanda .

SANTAGATI . Ecco, anche questa è un amagnifica prova di dinamismo del centro-si-nistra !

GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per ilcommercio con l'estero . Ma la colpa non èdel Governo, bensì delle province e delle ca-mere di commercio .

SANTAGATI. Certo, onorevole sottosegre-tario, perché evidentemente, in questo Statodisarticolato, le province stanno nella repub-blica dell'iperuranio, invece lo Stato e il Go-verno stanno a Roma. Onorevole sottosegre-tario, credo che al Governo competa dare u nimpulso, una indicazione . . .

GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per ilcommercio con l'estero . Infatti, li ho dati .

SANTAGATI . L'ha fatto questo, onorevol esottosegretario ? Sì ? E i risultati sono che pe run mese le province e le camere di commerci onon hanno fatto nulla ; figuriamoci se ell anon le avesse sollecitate, quanti altri mesiavremmo dovuto attendere ! Questo per dire ,onorevole sottosegretario, che siamo in unaallegra Repubblica, bisogna riconoscerlo . Sifa, cioè, un decreto-legge sotto lo stimolo del -l'urgenza, e il Governo poi si prende ott ogiorni - saranno gli otto giorni della serva -dato che il provvedimento è stato emesso 1 ' 1 1settembre .

BONEA. Il disegno di legge è stato pre-sentato alla Presidenza il 13 settembre : quin-di, si tratta di dieci giorni .

SANTAGATI . No, onorevole Bonea, sitratta di otto giorni . Io mi attengo al decretodel Presidente della Repubblica. Quando i lPresidente della Repubblica lo ha emanat o1'11 settembre, dal punto di vista formale i lGoverno ha fatto il suo dovere . Questo non

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per difendere il Governo o per regalargli du egiorni, ma per dire le cose come sono . Lalegge aveva già cessato i suoi effetti il 3 set-tembre ed il Governo ha provveduto soltanto1'11 settembre, con otto giorni di ritardo .Dopo di che noi pensavamo così, ingenua-mente (forse perché abituati a governi di al-tri tempi, molto più dinamici e molto pi ùrispettosi della volontà popolare dal punto d ivista concreto), che in questo mese qualchecosa fosse successo . Ed invece abbiamo ap-preso adesso . . .

BONEA . I Governi De Gasperi !

SANTAGATI. No, io parlo di governi an-cora più lontani .

HELFER . Remoti ?

SANTAGATI. Non remoti, onorevole Hel-fer; parlo di governi che appartengono all astoria della nostra patria dal 1922 fino . adanni successivi .

Dicevo che abbiamo appreso che invec enon è successo niente . E ciò questa volta po-trebbe anche essere un bene, perché io potre ifare una proposta in grado di salvare capr ae cavoli . Dovremmo cercare quindi di sanar ele opposte esigenze : da un lato del Parla-mento, che giustamente si è sentito ancorauna volta, con questi decreti-legge a gett ocontinuo, svuotato della sua autorità, del suoprestigio e costretto, come sempre, ad accet-tare ormai la minestra spiattellata ; e dall'altrolato, invece, del Governo che dice : mi trovavodi fronte a una scadenza e dovevo provvedere ,perché su duemila domande soltanto 1 .40 0sono state esaminate e grosso modo accettate ;sarebbe stato ingiusto privare 600 cittadin idella possibilità di essere ancora iscritti all'al-bo nazionale .

Allora io penso che si potrebbe aggiunger eall'articolo 1 del decreto-legge (Interruzionedel deputato Bonea), un solo sostantivo ch epenso ne riavvicini il testo all'originario test odella legge n . 31 del 1966 .

Se mi consente, signor Presidente, sugge-rirò in parole molto semplici un emenda-mento. Io suggerisco, alla luce di quello cheè emerso nel dibattito, che la Commissione eil Governo, che dal punto di vista procedu-rale sono sempre nelle condizioni di poterproporre emendamenti, propongano di ag-giungere, all'articolo 1 del decreto-legge, l àdove si dice « capacità » anche il sostantivo

« correttezza » . Cosicché il nuovo testo emen-dato dovrebbe essere del seguente tenore :« dare inoltre affidamento di capacità e dicorrettezza professionali » (l'aggettivo passe-rebbe dal singolare al plurale) . Se si facessequesto, penso che molti problemi potrebber orisolversi .

-

BONEA . Dovrebbe essere soppresso tuttol'articolo 1 del decreto-legge, che è inutile .

SANTAGATI. Sottolineo l'importanza del -la questione . In caso diverso, assumerei altr eposizioni .

HELFER, Relatore. È pronto un emenda-mento della Commissione in tal senso .

GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per ilcommercio con l'estero . Il Governo è d'ac-cordo .

SANTAGATI. Questa questione – ripeto –non è di poco conto, come è stato rilevat oanche da altri colleghi . vero, si potreb-be arrivare alla soppressione dell'intero ar-ticolo, ma sappiamo che spesso l'ottimo è ne-mico del meglio . Potremmo, anche dal pun-to di vista giuridico, ottenere che si arrivass ealla soppressione dell'intero articolo, ma dalpunto di vista politico sappiamo che la mag-gioranza è, in certo qual modo, sempre u npo' coartata in questa materia, anche se ta-lora si determinano inconvenienti non indif-ferenti . Sempre in materia di ortofrutticoli ,mi sembra, un Governo Fanfani ebbe una vol-ta a subire le conseguenze della mancata con -versione di un decreto-legge. Quindi è unamateria, direi, abbastanza infiammabile e ,sotto un certo profilo, anche pericolosa pe ril Governo. Abbiamo visto la sorte di altridecreti-legge, in altri campi, anche nel cors odi questa legislatura .

Quindi, senza andare oltre l'argomentospecifico, io sostengo che, dal momento cheil Governo non è disposto ad accettare la sop-pressione dell'intero articolo 1, ne potrebber oderivare due conseguenze : o il provvedimen-to viene approvato nel testo attuale, e allorasi consentirebbe la discriminazione tra colo-ro i quali fino al 3 settembre si sono trovat isotto l'imperio di una legge e coloro che dal-1'11 settembre sono stati e sono sotto l'impe-rio del nuovo decreto; o, invece, potrebbe av-venire che la Camera respingesse la cpnver-sione del decreto-legge, e allora ne verrebbero

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danneggiati quei numerosi cittadini - che m isembra si aggirino sulla cospicua percentual edi oltre il 30 per cento - che a tutt'oggi, no nper loro colpa, bensì per incuria degli organ ipreposti, non sono riusciti ad ottenere l'inse-rimento negli albi nazionali .

Ritengo quindi che con la modifica da m esuggerita si possa conseguire, da un lato, ilrisultato voluto da tutti i gruppi di opposi-zione, cioè quello di evitare che si possa ot-tenere l'iscrizione nell'albo senza un criteri origido; e d'altro lato il risultato che, con que-sta modifica, alla quale del resto il Govern oha dato ufficialmente la sua adesione, il de-creto-legge possa essere convertito . Mi sem-bra dunque che questa sia la soluzione piùaccettabile .

Non sembri che il sostantivo « correttez-za » sia di poco rilievo, perché attraverso i lsuo inserimento nel testo legislativo si pos-sono ottenere vari risultati : in primo luogo ,che i nuovi inclusi nell'albo non siano trop-po diversi dai vecchi inclusi ; in secondo luo-go, che sul piano della legislazione, vi si auna certa approssimazione tra norme statal ie norme regionali ; perché non dimentichiam o(e nella relazione se ne fa cenno) che due re-gioni autonome a statuto speciale - la Sicili ae la Sardegna - hanno impugnato di anti-costituzionalità la legge n . 31 del 1966, e nonper capriccio.

Se dovessi seguire una vocazione regiona-listica, che è lungi dalla mia educazione po-litica, estranea al gruppo politico cui appar-tengo, contraria a tutta la prova politica ch estiamo dando in questi giorni in quest'auladimostrando la nostra chiara opposizione alleregioni, vi potrei dire che a me potrebbe farcomodo che la legge del 1966, attraverso l eimpugnative della regione siciliana o della re-gione sarda cadesse, perché è evidente ch e- una volta che la legge venisse dichiarat aincostituzionale - ne beneficerebbero di piùle regioni a statuto speciale e in modo parti-colare la Sicilia, la_quale già da anni dispon edi un albo regionale, che ha su per giù l estesse caratteristiche di quello nazionale e ch eè assistito dai contributi della regione e so-prattutto dalla protezione del marchio, cos amolto importante . Infatti la regione sicilian aha adesso stabilito - con sua legge - qual isiano i marchi che vanno protetti, e attravers oquesta protezione garantisce all'estero la bont àdi un certo prodotto, soprattutto in camp oagrumario . Quindi, se dovessi seguire un in-teresse regionalistico, da siciliano, potrei dire :tanto di guadagnato se anche questa legge d iproroga è fatta male, perché tanto di più corre

il rischio di essere impugnata e quindi di -chiarata caducata .

Io invece non voglio questo . Desidero in-vece che, così, come gli esportatori sicilian iattraverso la legislazione della regione sicilia-na (che ha una competenza primaria in ma-teria di agricoltura) hanno a fruire di parti-colari norme di agevolazione e di protezione ,non vengano però esclusi da analoghi bene-fici tutti gli altri operatori economici del restodella penisola i quali, avendo i requisiti chehanno i produttori e gli operatori economic isiciliani, debbono ottenere, attraverso l'istitu-zione di un albo nazionale, quella protezione equella difesa cui il provvedimento in esam emira .

Per queste ragioni, quindi, una volta cheCommissione e Governo hanno aderito allamodifica suggerita dal mio gruppo, io mi di -chiaro favorevole alla conversione del decreto -legge . (Applausi a destra) .

PRESIDENTE . Non essendovi più iscrit-ti a parlare, dichiaro chiusa la discussion egenerale .

Ha facoltà di parlare il relatore onorevol eHelfer .

HELFER, Relatore . Signor Presidente ,onorevoli colleghi, cercherò di riassumere nelpiù breve tempo possibile le argomentazion ifondamentali che sono state qui avanzate afavore o contro la conversione in legge deldecreto-legge oggi al nostro esame .

L'onorevole Goehring si chiedeva se quest asia una legge oppure una « leggina » . Io di-rei che è una legge, e di notevole importanz a(parlo della legge 25 gennaio 1966, n . 31, icui termini vengono prorogati dal decreto dicui ci si propone la conversione) . Se si os-serva infatti l'articolo 14 di detta legge, s irileva che, se i termini in esso stabiliti nonvenissero prorogati, le ferrovie dello Stato ,almeno in teoria, potrebbero rifiutarsi di tra-sportare qualsiasi partita di ortofrutticoli spe-dita da produttori che non siano inclusi ne-gli albi .

Quindi la legge è di importanza enorme ,se si pensa alle molte decine di miliardi acui ascende il commercio con l'estero del no-stro mercato ortofrutticolo . Di qui, evidente -mente, la necessità - perché contra factumnon valet argumentum - di prorogare i ter-mini in parola, dal momento che le commis-sioni provinciali non sono riuscite, per un aragione o per l'altra - che io qui non discuto,

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ma non posso non deplorarne il ritardo - atrasmettere tempestivamente alla commissio-ne centrale le domande già istruite .

Confesso la mia sorpresa e meraviglia pe ril fatto che, alla scadenza dei termini da no iprevisti quando approvammo la legge, no nsolo le commissioni non fossero riuscite a desaminare tutto, ma, in qualche provincia ,non fossero nemmeno state costituite . Me nedomando la ragione. vero che la legge noncomportava in sé e per sé termini precisi ,termini che vengono invece fissati a corre-zione in questo decreto . Era però di un'ov-vietà elementare rendersi conto della neces-sità assoluta di espletare la procedura in tem-po per non bloccare determinati settori, pernon bloccare determinate zone . Senza conta -re, poi, che queste province, in cui si è verifi-cato il ritardo sono tra quelle più produt-trici, e perciò anche esportatrici, di ortofrut-ticoli .

Non posso dunque non esprimere a que-sto proposito un giudizio negativo sul com-portamento sia delle autorità di controllo si adei produttori .

L'onorevole Bignardi si chiedeva come fa -remo, tenuto conto di questo bell'esempio, acorrispondere ai numerosi adempimenti pre-visti dai regolamenti della CEE . Se, dal pun-to di vista formale, la legge n . 31 del 1966 ha ,in complesso, solo un'influenza accidental esul piano della realizzazione delle norme co-munitarie, dal punto di vista invece dell'effi-cacia dell'applicazione dei regolamentari me-desimi questa legge ha un'importanza sostan-ziale .

Abbiamo compiuto recentemente viaggi al -l'estero per controllare a che punto si sia ne -gli altri Stati membri nell'applicazione deidispositivi della CEE e nell'applicazione dell enorme relative . Possiamo dire che, se Atenepiange, Sparta non ride . Anche altrove cioè -tranne nel Benelux, dove esiste una struttur aparticolare cui si ispirò il professor Mansholtper la sua filosofia economica del mercato co-mune - la situazione non è giunta ad un gra-do elevato di maturazione . Tale è la situa-zione in Francia e in Germania, anche se que-sti paesi sono meno indietro di noi .

certo che la realizzazione del mercatocomune, anche in questi aspetti della mer-cantilizzazione dei prodotti, non è cosa ch esi possa improvvisare con un colpo di bac-chetta magica. Sarà, in particolare, sempr eutile informarsi sui sistemi che in quest ocampo vengono applicati all'estero . Io sonofavorevole a questo scambio di esperienze e

credo alla possibilità di travasarle, entro cert ilimiti, nella nostra situazione . Ritengo chequesto sia compito dei ministeri del commer-cio con l'estero e dell'agricoltura .

L'onorevole Brighenti ha ripetuto contr ol'articolo 1 del decreto-legge gli argomenti giàsollevati in Commissione ; e di rincalzo è ar-rivato l'onorevole Ceravolo, compiendo un arevisione, direi, analitica dei lavori dell aCommissione e del comitato ristretto del qua -le l'onorevole Brighenti, l'onorevole Ceravol oed io stesso facevamo parte. R stato ricono-sciuto dall'onorevole Ceravolo chè fin d'allor aio interpretai il termine « capacità » non comequalcosa di astratto ma, al contrario, nel su osignificato più concreto . Non poteva trattars idi una semplice capacità mentale, di un'atti-tudine, di una vocazione o di cose de] genere .Per capacità professionale e per idoneità s idoveva per forza intendere qualcosa di di -verso . Fin d'allora ebbi a sottolineare che ,quando le commissioni previste dalla leggesi fossero trovate dinnanzi ai dati precisi ealle domande, avrebbero necessariamente do-vuto chiedersi in qual modo applicare il cri-terio della capacità . Successivamente mi sonopremurato di conoscere in qual modo le com-missioni abbiano operato effettivamente ; miè stato detto, e dimostrato, che nell'esamedelle domande, sia in partenza dalle camer edi commercio, sia in arrivo alla commission ecentrale, le domande stesse venivano esami -nate sulla base delle tradizioni della ditta ,delle sue capacità finanziarie e delle attrez-zature tecniche in suo possesso, specialmentein rapporto alle nuove norme comunitarie .

CERAVOLO . Questo è già più grave .

HELFER, Relatore . Onorevole Ceravolo, i lrelatore deve riferire le cose come stanno ; seella prendesse visione dei giudizi definitivi ,constaterebbe che le domande venivano ac-cettate o respinte esclusivamente in base all acapacità o alla mancata capacità .

Onorevoli colleghi, vogliamo rimanere ne lvago ? Vogliamo forse illudere noi stessi ? Damolte parti è stato qui invocato, come ter-mine di paragone, il criterio seguito all'este-ro. In proposito faccio osservare agli onorevol icolleghi che, nel campo della commercializza-zione di questi delicati prodotti, all'estero s iè molto rigidi, sia nell'analisi delle capacit àfinanziarie e delle capacità tecniche, sia nellavalutazione della correttezza e moralità dell editte aspiranti esportatrici . Ammetto chel'avere omesso la menzione del criterio dellacorrettezza commerciale sia stata, da parte

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nostra, una distrazione che potremmo chia-mare « di mezza estate », dato il caldo che in-combeva allorché ci occupammo di questi pro-blemi . Noi tutti dobbiamo infatti convenireche dal principio della correttezza commercia-le non può assolutamente prescindersi, se s ivuole evitare che il nostro paese sia oggetto d iseveri commenti all'estero. Nel settore delleesportazioni ortofrutticole, infatti, noi non go-diamo certo ,di una fama eccellente . O, alme -no, non ne godevamo in passato . Può anchedarsi che tale fama sia immeritata, ma dob-biamo fare tutto il possibile per correggerla ,sia attraverso l'intervento legislativo sia co nl'intensificazione dei controlli dell'ICE .

Quando ho scritto nella relazione che i nfondo il criterio della capacità, così com'èformulato dal decreto, si presta maggiormenteproprio a scongiurare i pericoli di discrimi-nazione additati da qualche collega, non espri-mevo un concetto avventato .

Può essere vero che il parametro non si aimmune da imprecisione, ma in questo cam-po non si può giungere all'esattezza matema-tica. Per un albo di ingegneri, vi è almen oun elemento-base : la laurea, l'esame di Stato .Nel nostro caso, invece, la valutazione .dev eessere lasciata ai periti nel mestiere, che son oi componenti delle commissioni . Queste in-fatti sono composte, non per un criterio cor-porativo ma per un'esigenza obiettiva di giu-dizio, da persone , che hanno esercitato il me-stiere, lo conoscono bene e godono evidente -mente di una considerazione abbastanza altanell ' ambito locale o nazionale .

È stato detto che il decreto-legge introdur-rebbe una strozzatura per impedire che nuo-vi aspiranti entrino a far parte dell'albo na-zionale degli esportatori . Come si spiega al-lora che, delle 2.700 domande, 2 .300-2 .400(non si sa il numero esatto, perché i dati son ofluttuanti) siano state accolte? Vuoi dire chenel legislatore non c'era questa intenzion evessatoria, e che non c'è nemmeno in coloroche debbono applicare la legge .

D'altra parte desideriamo mettere benein chiaro che, se discrepanza vi dovesse es-sere tra i criteri fin qui adottati e quelli daseguirsi dopo l'approvazione dell'articolo 1del decreto, noi saremmo i primi a denun-ciare il fatto. Ma, proprio perché si puòobiettivamente escludere, ove si faccia astra-zione da tutte le disquisizioni dialettiche, que-sto pericolo di discriminazione di criteri, no iconcludiamo che l'uno vale l'altro . Anchein Commissione ci eravamo dichiarati dispo-sti, se proprio si fosse voluto, a mantener eil testo del vecchio punto 6) dell'articolo 5

della legge, purché rimanesse ben fermo ch eil significato della norma non poteva esser ealtro che quello di una valutazione concretadella capacità commerciale degli aspiranti .Infatti, a meno di essere elementi angelici ,la capacità che non si traduca in termini d iconcretezza è estremamente difficile a valu-tarsi, fosse pure da un esperto, da un tecni-co, da uno psicologo o da chicchessia .

L'onorevole Goehring è preoccupato di checosa accadrà quando questo decreto avr àesaurito la sua validità e ancora la Corte co-stituzionale non avrà emesso la sua decisio-ne sulla contestazione che le regioni sicilianae sarda hanno promosso in merito alla leggen. 31 . Io non sono in grado di fare una previ-sione; debbo tuttavia augurarmi che la Cort esi pronunzi al più presto, affinché non ci s itrovi domani nella necessità – alla luce de ldisposto dell'articolo 14 della legge predetta ,che esclude dall'esportazione gli operatori noniscritti sugli albi – di modificare la disciplinain vigore .

Si è anche paventata la possibilità – inbase al dettato dell'articolo 1 del decreto d icui ci si chiede la conversione – che venga-no escluse dagli albi le cooperative agricole .Rispondo che la preoccupazione non ha ra-gione d'essere, poiché l'articolo 2 della legg en. 31 esenta dall'iscrizione negli albi propri o« i produttori, singoli o associati, che occa-sionalmente esportano prodotti della propri aazienda » . Abbiamo sott'occhio esempi chia-rissimi di cooperative che, sorte con una certarobustezza di conferimenti, di mezzi e d istrutture, sono state ammesse nell'albo degl iesportatori già al primo loro anno di vita .D'altra parte, se fosse vera la tesi che l'inten-zione di coloro che hanno preparato il decre-to sia stata quella di favorire i grandi capita-listi e di operare una selezione che fosse taleda relegare ai margini una grande quantit àdi esportatori o aspiranti tali, dovremmoconcludere che è stata tradita la filosofia de lmercato comune (che ispirava, tra l'altro, idecreti-legge nn. 80, 81 e 82, già convertit iin legge) . Peché il mercato comune prevede ,nel campo degli scambi intracomunitari de iprodotti ortofrutticoli, operazioni facenti cap osoprattutto alle associazioni dei produttor iagricoli, alle quali è consentita la partecipa-zione anche di commercianti che siano con -temporaneamente produttori e comunque no nportatori di interessi contrastanti con quell idei produttori medesimi .

Sulla base delle considerazioni fatte, e d ialtre che non ritengo necessario svolgere ,esprimo parere favorevole alla conversione del

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decreto, avvertendo che la Commissione pro -pone un emendamento che accoglie le istanzedell'onorevole Santagati ed è inteso ad ag-giungere all'articolo 1 del decreto-legge, dop ole parole : « di capacità professionale », le pa-role : « e di correttezza commerciale » .

Mi auguro, però, che le circostanze chehanno imposto di ricorrere a questo sistem asiano in futuro più rare .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'ono-revole sottosegretario di Stato per il commer-cio con l'estero .

'GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per i lcommercio con l'estero . Dopo quanto è statodetto (dal relatore, èhe ha ampiamente lumeg-giato la situazione, io credo di poter essereabbastanza conciso. In primo luogo vorrei pre-cisare all'onorevole Ceravolo - e questo m ipare un dovere – che non è esatto che l'onore-vole Dosi si sia rifiutato di essere nominatorelatore ; egli, in quanto impossibilitato a ve-nire a Roma in questa settimana, è stato so-stituito dall'onorevole Helfer .

In sede di conversione del decreto-legg e11 settembre 1967, n . 794, che modifica e pro -roga la legge 25 gennaio 1967, n . 31, concer-nente l'istituzione di albi nazionali degl iesportatori di prodotti ortofrutticoli ed agru-mari sono state mosse molte critiche .

Alcune di tali critiche sono state mosse siain sede di Commissione industria sia qui inAssemblea. Alcune di esse riguardano la na-tura dello strumento adottato, mancando, agiudizio degli intervenuti, i presupposti pre-visti dall'articolo 77 della Costituzione, ed al-tre il merito, in quanto l'articolo 1 contraste-rebbe con lo stesso spirito. della legge, inquanto con la nuova formulazione si impedi-rebbe l'ingresso di forze nuove nel settore de-gli esportatori di prodotti ortofrutticoli . Ora ,nell'escludere che la modifica in question epossa impedire l'ingresso di forze nuove tragli esportatori di prodotti ortofrutticoli, no nsi può non riconoscere la indispensabilità ch el'affidamento di capacità e di correttezza com-merciale per proficuamente operare venga av-valorato dalla disponibilità, 'da parte dell'ope-ratore, di una adeguata ed efficiente organiz-zazione commerciale e tecnica con relative at-trezzature e sufficienti mezzi finanziari .

Ciò è confermato, onorevole Brighenti, dal -la considerazione, del resto ovvia, che ogn idizione che non circoscriva e precisi i requi-siti richiesti può determinare, concedendo un atroppo ampia discrezionalità, proprio quell adiscriminazione temuta da tutti e in nartico-

lare modo dall'onorevole .Ceravolo nel suoexcursus storico .

Inoltre la modifica proposta, correggendo echiarificando la norma di legge già in vigore ,risponde in definitiva alle esigenze dei mercat iesteri . A questo proposito vorrei dire all'ono-revole Bignardi che il decreto-legge non f ariferimento ad alcun regolamento comunitario .Egli ha anche accennato alla situazione degl ialtri Stati . Pur non essendo uno studioso d idiritto comparato, come l'onorevole Bignard iauspicherebbe, devo tuttavia dire che il prov-vedimento è stato ispirato dal desiderio d iovviare agli inconvenienti riscontrati nell oscambio commerciale con alcuni paesi esteri .

noto infine che, in relazione alla pi ùrecente evoluzione della tecnica mercantile ealle crescenti esigenze del commercio interna-zionale, tenuto conto della sempre più ag-guerrita concorrenza e della estrema deperi-bilità dei prodotti trattati, il buon esito del -l'esportazione è strettamente legato alla capa-cità organizzativa dell'operatore, non di-sgiunta dalla disponibilità di attrezzature d iconservazione e di lavorazione adeguate .

L'onorevole Geravolo ha detto che si vor-rebbeTo favorire i grossi esportatori . A que-sto proposito, è opportuno che io ricordi allaCamera che la legge 1° agosto 1959, n . 703 ,prevede il contributo dello Stato nel paga -mento degli interessi sui prestiti e sui mutu iaccordati dalle (banche alle ditte esportatric iche intendano costruire, (ammodernare ed am-pliare impianti per la lavorazione e la conser-vazione (dei prodotti ortofrutticoli ed agru-mari .

Per quanto concerne i caratteri di neces-sità e di urgenza per l'emanazione del decretoin questione, essi vanno ricercati nella rico-nosciuta necessità di evitare che alla scadenzadel diciottesimo mese dall'entrata in vigor edella legge 25 gennaio 1966, rn . 31, numeroseditte esportatrici, (già iscritte agli albi provin-ciali e che nei termini prescritti avevano pre-sentato domanda di iscrizione all'albo nazio-nale, venissero escluse dall'espletamento del -la loro normale attività, e ciò in quanto leloro domande non hanno potuto essere esa-minate entro il termine del 3 settembre .

Sono già stati espressi i motivi per cui det-te domande non sono state ancora esaminate :la (mancata costituzione in numerose provinc edelle commissioni (presso le camere di com-mercio, industria e agricoltura e l'insorger edel conflitto fra la regione (siciliana e lo Stat oin materia ; conflitto che noi auspichiamo si aal più presto definito, perché altrimenti ver-rebbe danneggiato un numero rilevante di

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operatori (oltre 300 ditte), i quali, ove nonfosse intervenuta la proroga dei termini dicui ,al decreto in discussione, alla data de l3 settembre avrebbero dovuto cessare ogni at-tività esportativa .

Onorevoli colleghi, concludo le mie brevidichiarazioni citando ancora una cifra . Si èfatto cenno gal numero delle domande prese inesame . Oggi, contrariamente a quanto è av-venuto in Commissione, 'sono in grado di co-municare cifre esatte . Le domande accolte peri prodotti ortofrutticoli ed agrumari sono1 .981 ; le ,domande respinte sono 406 ; di que-ste ultime, 56 hanno già proposto ricorso allacommissione 'd'appello e 17 hanno rinunciatoa proporre ricorso . Sono in istruttoria, 'pronteper la commissione, altre 70 domande circa .Nel settore fiori e piante ornamentali le do-mande accolte sono 307 e . quelle respinte 13 .

Questo premesso, non ho che da conclu-dere rivolgendo appello alla Camera di con-vertire il decreto-legge in questione .

PRESIDENTE . Passiamo all'articolo uni-co del disegno di legge . Se ne dia lettura.

FRANZO, Segretario, legge :E convertito in legge il decreto-legge 11 set-

tembre 1967, n . 794, recante modifica e pro -roga della legge 25 gennaio 1966, n. 31, con-cernente l'istituzione di albi nazionali degl iesportatori di prodotti ortofrutticoli ed agru-mari .

PRESIDENTE. L'articolo 1 del decreto-legge è così formulato :

ART. 1 .

Il punto 6) dell'articolo 5 della legge 25

gennaio 1966, n . 31, è modificato come segue :« Disporre di ,adeguata ed efficiente orga-

nizzazione commerciale e tecnica, con relativaattrezzatura e sufficienti mezzi finanziari, edare inoltre affidamento di capacità professio-nale per 'proficuamente operare sui mercatiesteri nel proprio settore di attività » .

Gli onorevoli Brighenti, Geravolo, Bottaro ,Tempia Valenta, Bastianelli, Gelmini, Ama-sio, Olmini, Lenti e Cataldo hanno propostodi sopprimerlo .

L'onorevole Brighenti ha facoltà di svol-gere questo emendamento .

BRIGHENTI . Rinunziamo allo svolgi -mento .

PRESIDENTE . La Commissione proponedi aggiungere, all'articolo 1, dopo le parole :« capacità professionale », le altre : « e di cor-rettezza commerciale » .

Qual è il parere della Commissione sul -l 'emendamento Brighenti ?

HELFER, Relatore . La Commissione ècontraria .

PRESIDENTE. Il Governo ?

GRAZIOSI, Sottosegretario di Stato per ilcommercio con l'estero . Il 'Governo è favore-vole all'emendamento della Commissione econtrario all'emendamento Brighenti .

PRESIDENTE. Passiamo ai voti . Onore-vole Brighenti, mantiene il suo emendamento ,non accettato dalla Commissione né dal Go-verno ?

BRIGHENTI . Sì, signor Presidente .

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.(Non è approvato) .

Pongo in votazione l'emen'dam 'ento aggiun-tivo della Commissione .

(E approvato) .

Poiché il disegno di legge è composto d iun solo articolo, sarà tra poco votato a scruti-nio segreto .

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

CINCIARI RODANO MARIA LISA

Approvazioni in Commissione.

PRESIDENTE. Nelle riunioni di stamanedelle Commissioni, in sede legislativa, sonostati approvati i seguenti provvedimenti :

dalla VI Commissione (Finanze e Tesoro) :

Senatore BONAFINI ed altri : « Norma in-tegrativa dell'articolo 3 della legge 9 ottobre1964, n . 986, concernente l'abolizione del mo-nopolio statale delle banane » (approvato dal -la I Commissione permanente del Senato )(3591), con modificazioni;

Modificazioni al decreto legislativ o11 marzo 1948, n . 409, riguardante la siste-mazione delle opere permanenti di ricoverogià costruite dallo Stato a mezzo di enti locali »(3687), con modificazioni;

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Senatore ANGELILLI ed altri : «'Parifica-zione alle cartelle fondiare delle obbligazion iemesse dalla sezione speciale 'per il credit oalle medie e piccole industrie presso la Banc anazionale del lavoro » (Approvato dalla VCommissione permanente del Senato) (4312) ;

Senatore PERRINO : « Autorizzazione a ven-dere a trattativa privata all'Amministrazion eprovinciale di Brindisi ed al Consorzio de lporto e dell'area di sviluppo industriale d iBrindisi i compendi patrimoniali denominat i" Caserma Ederle " e " Caserma Mantho-nè " » (Approvato dalla V Commissione per-nente del Senato) (4311) ;

dalla VII Commissione (Difesa) :« Adeguamento delle norme sull'attribu-

zione dei gradi 'militari ai cancellieri dell aGiustizia militare » ( 4296) .

Annunzio di una proposta di legge.

PRESIDENTE. È [stata presentata la se-guente proposta di legge :

PIRASTU ed altri : « Istituzione di unaCommissione parlamentare di inchiesta su lfenomeno del banditismo (in Sardegna in rela-zione alle condizioni economico-sociali dell aIsola » (4447) .

Sarà stampata e distribuita . Ne sarà fissat ain seguito la data di svolgimento .

Rimessione all'Assemblea.

PRESIDENTE . Informo che nella riunio-ne di stamane della VII Commissione (Difesa )in sede legislativa il prescritto numero de icomponenti l'Assemblea ha chiesto, a norm adel penultimo comma dell'articolo 40 del Re-golamento, la rimessione all'Assemblea deldisegno di legge :

« Trattamento economico spettante ai sot-tufficiali, graduati e militari di truppa dell eforze armate impiegati in servizi collettiv id'ordine pubblico fuori sede » (4297) .

Il disegno di legge è assegnato, pertanto ,alla Commissione stessa in sede referente .

Votazione segreta di disegni di legge .

PRESIDENTE. L'ordine del giorno recala votazione a scrutinio segreto del disegn odi legge :

« Conversione in legge del decreto-legg e11 settembre 1967, n . 795, recante attuazione

di una disciplina di mercato per la conces-sione di aiuti alla produzione di olio di vi-naccioli prodotto nella campagna di commer-cializzazione 1966-67 » (4363) .

Sarà votato per scrutinio segreto anche i ldisegno di legge n . 4362, oggi esaminato .

Indìco la votazione .(Segue la votazione) .

Le urne rimarranno aperte e si proseguir ànello svolgimento dell'ordine del giorno .

Presentazione di disegni di legge.

PIERACCINI, Ministro del bilancio e del-la programmazione economica . Chiedo diparlare per la presentazione di disegni dilegge .

PRESIDENTE . Ne ha facoltà .

PIERACCINI, Ministro del bilancio e del-la programmazione economica . Mi onoropresentare, a nome del Ministro dell'inter-no, i disegni di legge :

« Norme per l'ammissione dei cittadini de-gli Stati membri della Comunità economic aeuropea (CEE) a 'svolgere le attività di inter -prete e di raccolta di informazioni commer-ciali per conto di privati, nonché a gestire iservizi di raccolta, trasporto e smaltimentodei rifiuti solidi urbani » ;

« Disposizioni straordinarie riguardanti i ltrattamento economico dei dipendenti dei co-muni e delle province » .

PRESIDENTE . Do atto della presentazio-ne di questi disegni di legge, che sarannostampati, distribuiti e trasmessi alla Commis-sione competente, con riserva di stabilirnela sede .

Seguito della discussione del disegno dilegge : Norme per la elezione dei consi-gli regionali delle regioni a statuto noimale (4171) .

PRESIDENTE . L'ordine del giorno recail seguito della discussione del disegno di leg-ge : Norme per la elezione dei consigli regio-nali delle regioni a statuto normale .

È iscritto a parlare l'onorevole Covelli .Ne ha facoltà .

COVELLI . Signor Presidente, onorevol icolleghi, il presente disegno di legge eletto-rale per le regioni a statuto ordinario ha il

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pregio stravagante di essere, in uno stess otempo, assurdo e decisivo . Assurdo, perch étale solamente può essere una legge eletto-rale votata prima che le regioni ordinariesiano state configurate e definite dalle oppor-tune leggi organizzative e finanziarie . Deci-sivo, perché il Parlamento si impegna co nesso, o meglio impegna il Governo, a fare•le elezioni regionali entro il 1969, e quind isi risolve in un vero e proprio, per quant oassurdo, atto costitutivo delle regioni a sta-tuto ordinario .

Per non associarci alla generale ipocrisia ,osserveremo che questo disegno di legge è i lcaratteristico frutto, il degno frutto dell aibrida e innaturale coalizione governativa .

In larghi settori della maggioranza, anziin larghi settori della democrazia cristiana edel partitó socialista, più o meno unificato ,fioriscono apertamente le perplessità e idubbi in fatto di regioni ordinarie . E questidubbi sono forse diventati certezza in senoal partito di maggioranza relativa, che natu-ralmente non ha il coraggio di dare al pro-blema l'unica soluzione seria e accettabile ,cioè la revisione costituzionale per l'aboli-zione delle regioni ordinarie .

La democrazia cristiana, a dispetto dell anorma transitoria della Costituzione che im-poneva l'attuazione delle regioni ordinari eentro il 1949, ha rinviato, con pretesti semprepiù futili, per quattro legislature, l'emana-zione delle opportune leggi di attuazione ,senza che l'opposizione di sinistra insistessetroppo per la cessazione degli indugi .

Tuttavia, esistono, obiettivamente esistono ,non nella base del paese, e non certo nel po-polo lavoratore, delle forti correnti di opinio-ne insistentemente favorevoli alle regioni or-dinarie . Sono quelle correnti democristiane osocialiste che sono ancora a bocca asciutta eche aspirano, ed anzi chiedono a gran voce ,posti, prebende, sinecure, concessioni, gover-ni, sottogoverni, consiglierati . Un -migliaio diben retribuiti posti di consigliere regionale ,un centinaio di assessorati, lautamènte paga-ti, decine di migliaia di impiegati ed addett idi vario genere, una ventina di uffici stampa ,e lavori pubblici, e appalti, e sovvenzioni, econcessioni per forse due o tremila miliardil'anno complessivamente, sono una mannabenedetta per le segreterie, per i quadri, pe ri militanti, per gli attivisti dei due partiti del -l'attuale maggioranza .

Attuate le regioni ordinarie, il povero Cri-sto italiano potrà proseguire il canto Et divi-serunt vestimenta mea !

Ecco perché nel famoso programma deidue partiti della maggioranza, nel program-ma del centro-sinistra, le regioni sono stat emesse al numero due, sebbene la coscienzadell'uno e dell'altro partito dicesse di no . Edecco perché i due partiti hanno presentato u ndisegno di legge elettorale con precisazioni edimpegni fissi . Tanto la democrazia cristianaquanto il partito socialista unificato devon onecessariamente presentarsi alle elezioni co nqualcosa di apparentemente concluso in fatt odi regioni per non deludere alcuni strati del -la maggioranza ovvero alcuni cospicui clien-ti e maneggioni dell'uno e dell'altro partit oche rimarrebbero frustrati nelle loro non le-gittime aspirazioni con conseguenze elettora-li notevoli .

Certo, anche per questo aspetto di comodo ,per questo aspetto strumentale, noi ci oppo-niamo a questa ibrida e cattiva legge . A par-te ogni altra considerazione, il disegno di leg-ge che è sottoposto al nostro esame non ha laminima serietà . L'impegno di tenere le ele-zioni regionali entro il 1969 non ha letteral-mente senso . Perché non si possono istituir ele regioni ordinarie, anche con la più cinicae tenace delle volontà, nei prossimi due anni ,senza imporre al paese un gravissimo e fors edistruttivo sconvolgimento . Noi abbiamo par -lato in quest'aula e fuori di quest'Assemblea ,in astratto e con approssimazione, dell'onereche deriverebbe dall'attuazione delle regioni .Si è parlato di millecinquecento miliardi che ,in pratica, come sempre accade in queste fac-cende, saranno molto di più : duemila e fors etremila miliardi . Gli acquisti, i costi e i bi-lanci delle regioni a statuto speciale sono lar-ghi di insegnamenti e di esperienze in questamateria .

Ma dove attingerà lo Stato due o tremil amiliardi ? Quali nuove, assurde ed esose tas-se indirette e dirette dovrà imporre al paese ,agli esausti contribuenti, alle forze produtti-ve ? Quali impossibili falcidie verranno impo-ste ai già magri bilanci, ai già insufficientiprogrammi ed ai già inadeguati investimenti ?

Dice un antico proverbio meridionale chenon si possono avere ad un tempo greco e ca-voli . Cioè, non si possono avere dallo stessoterreno le viti del vin greco e gli ortaggi. Così ,non potrete avere, nei prossimi due anni, si-gnori della maggioranza, l'Alfa-sud e le re-gioni, il piano di sviluppo e le regioni . Nonperché lo vieti qualche legge, o il voto di que-sto Parlamento, o la volontà delle masse po-polari . Ma perché 10 vietano la logica e l arealtà, perché il terreno che voi sfruttate fin oal midollo non può assolutamente darvi le

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une e le altre cose : così come un uomo chevive e lavora con un carico di ottanta chil isulle spalle non potrà in alcun modo viver ee lavorare gravato di un peso di centovent ichili .

In altri termini, il centro-sinistra non puòfare le regioni, nei prossimi due anni, e neè certamente, perfettamente consapevole . Dun-que, l'articolo della legge che impegna il Go-verno a fare le elezioni regionali nel 1969 èfalso e menzognero. Ora nessun Parlamentoche si rispetti dovrebbe votare una legge ma-nifestamente bugiarda .

Ma altre considerazioni, per noi infinita -mente più valide, militano contro le regioni :considerazioni attinenti alla unità del nostropaese. Quando noi diciamo che le regioni astatuto ordinario romperanno e frantumeran-no in modo definitivo l'unità del nostro pae-se, non vogliamo riferirci soltanto alla con-cezione unitaria e centralizzatrice della no-stra tradizione risorgimentale . (Si deve tut-tavia notare, per inciso, che l'unità e il cen-tralismo della vecchia Italia non sono stat iancora del tutto respinti sul piano pratic odai partiti della maggioranza, o, quantomeno, dal partito di maggioranza relativa . Imaggiori fattori della unità centrale del pae-se, i prefetti, i questori, l'arma dei carabi-nieri e la polizia, vengono rigorosamente etenacemente mantenuti a dispetto delle re-gioni a statuto speciale, e supponiamo cheverrebbero rigorosamente e tenacemente man-tenuti anche con le regioni a statuto ordi-nario) .

Quando noi diciamo che le regioni ridur -ranno in pezzi il paese, facciamo una previ-sione pratica, emettiamo un giudizio addirit-tura tecnico, libero, vogliamo dire, da ogn ipreconcetto politico, e sulla base delle espe-rienze acquisite, che sono appunto quelledella Sicilia, della Sardegna, della Valled'Aosta, del Trentino-Alto Adige, del Friuli -Venezia Giulia .

Noi dovremmo intanto constatare obietti-vamente che le regioni, abbiano o non ab-biano uno statuto speciale, esasperano le for-ze centrifughe di ogni singola regione in mod oassai preoccupante, e comunque non nel sen-so di un migliore e maggiore sviluppo dell aregione stessa . (Osserviamo intanto anche noi ,per inciso, che le regioni previste dall'ordi-namento costituzionale, non sono affatto dell eunità organiche e omogenee) . Ma le forzecentrifughe, le forze realmente autonome eparticolari d'ogni singola regione entrerannofatalmente in contrasto con le forze unitari ee centrali che rimangono presenti in ogni

regione. Queste forze unitarie e centrali no nsono solamente i prefetti, i questori, i rappre-sentanti speciali del Governo, ma anche, eforse soprattutto, i partiti politici di massa ,il comunista, il socialista, il democristiano ,che non sono nella regione « autonomi », m acentralizzati e unitari .

Sono queste considerazioni che non ci fan -no aver paura, da un punto di vista politic oe ideologico, di una regione Emilia-Romagn acomunista, o di una regione veneta democri-stiana, ma del contrasto che si creerà fatal-mente in queste regioni tra la maggioranz anazionale e la maggioranza regionale .

Noi abbiamo visto in Sicilia a che cosa hapotuto condurre questo esiziale contrasto d iforze. Che cosa non hanno fatto, la democrazi acristiana e il partito socialista, partendo daRoma, per imporre alla regione siciliana i lcentro-sinistra ? La conseguenza è stata un asola : il rapido deterioramento, la rapida de -cadenza politica e morale di tutta la region esiciliana .

Su questa crisi permanente, e per noi in -sanabile, della regione siciliana, dovrà appun-to riferire la Commissione parlamentare d'in-chiesta detta « antimafia », impropriamente ,perché avrebbe dovuto piuttosto intitolars iCommissione d'inchiesta sulla regione sici-liana .

Del resto, noi non crediamo che si possaesprimere oggi in coscienza un giudizio sull aopportunità e possibilità delle regioni ordi-narie, senza tener presente il caso della Sar-degna, che è sotto gli occhi di tutti . inutilenegare che in Sardegna si stia formando co nuna rapidità allucinante una specie- di « fron-te sardo » contro la polizia « continentale », ein generale contro tutte le forze continentali .Per questo contrasto, il Parlamento si accing ea votare una Commissione parlamentare d iinchiesta per il banditismo sardo, o meglioper la regione sarda .

Ora io vi domando, senza minimamente vo-ler fare dell'umorismo : quante Commission iparlamentari d'inchiesta dovrà esprimere i lParlamento tra alcuni anni, se le regioni, no -

, nostante tutto, venissero attuate ? Cinque, die -ci, venti ? da temersi che i deputati e i se-natori delle prossime legislature non avrann oaltro da fare che partecipare alle Commissionid'inchiesta

Desidero concludere il mio intervento, ri-chiamando, invocando l'attenzione di coloroche, speriamo in buona fede, si sono più sbrac-ciati nel sostenere l'inevitabile progresso eco-nomico e sociale che deriverebbe alla nazion econ l'istituzione delle regioni . Ebbene, osser-

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viamo per un istante, solo per un istante, l oaspetto economico e sociale delle previste re-gioni a statuto ordinario . Verrebbero, dunque ,istituite le regioni lombarda, piemontese e li-gure . Cioè, in queste avanzatissime regioni l eforze particolari, diremo così, riceverebbero i lfortissimo impulso dell'autonomia . Vi sietemai domandati quali nefaste conseguenze po-trà avere sul Mezzogiorno questo prevedibil eimpulso autonomo del « triangolo industria -le » ? Il meno che 'si 'possa dire e prevedere èche le regioni ordinarie accentuerebbero inmodo enorme la differenza tra nord e sud, lie-vitando egoismi e risentimenti le cui conse-guenze potrebbero portarci indietro di oltre u nsecolo, forse placando così, e finalmente, l aangoscia di chi non ha mai perdonato all'Ita-lia di essere diventata nazione : u'na, libera eindipendente .

Onorevoli colleghi, contro questa legge ,dentro e fuori del Parlamento, noi abbiam ocompiuto il nostro dovere, abbiamo combattu-to la nostra battaglia, senza iattanza, senzaassumere atteggiamenti spavaldi o barricadie-ri, ma con l'umiltà e la serietà che il motiv oimpone . Spetta ora .a voi compiere il vostro :e vi formuliamo l'augurio che possiate com-pierlo da uomini liberi, sgombri da ogni par-ticolare faziosità e soprattutto dopo tin onestoe sereno esame di coscienza, nella considera-zione di ciò che sono costate alle generazion iche ci hanno preceduto l 'unità, la libertà e laindipendenza del nostro paese . (Applausi adestra) .

Chiusura della votazione segreta .

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazio-ne ,a 'scrutinio segreto e invito gli onorevol isegretari a numerare i voti .

(I deputati segretari numerano i voti) .

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE .

iscritto a parlare l'ono-revole Alpino . Ne ha facoltà .

ALPINO . Signor Presidente, onorevol icolleghi, da parte della maggioranza si è accu-sato il nostro gruppo e altri 'gruppi di oppo-sizione perché con i loro interventi così amp ie appassionati sul 'disegno di legge in esamefanno perder tempo alla Camera . Ora noi li-berali riteniamo che questi interventi ampi eappassionati siano richiesti dall'enorme im-portanza della 'materica, dalla quale può esser eavviata tutta una serie 'di reazioni e di con-seguenze 'sulla vita e 'sul futuro del paese . E

anzi ci auguriamo che per la replica del Go-verno intervenga il ministro competente i nluogo del pur valoroso 'e valido sottosegreta-rio; ciò 'proprio 'per 'dimostrare quale impor-tanza il Governo attribuisca al problema .

Ma vorrei anche rilevare che la politic adel perdere tempo è implicita nella i'mposta-zi'one 'deIla maggioranza, che ha voluto pre-sentare questo disegno di legge inutile, fine ase stesso, che potrebbe essere smentito dagl iulteriori sviluppi, che 'dovrebbe essere l'ulti-mo fra tutti i disegni di legge in materia re-gionale, perché è certamente il corollario, di -rei il dato strumentale, rispetto a leggi ben piùimportanti e pregiudiziali, cioè quella orga-nica e quella finanziaria : la legge organica ,che 'deve dirci come saranno le regioni, qual icompiti e quale contenuto avranno ; la leggefinanziaria che 'deve assicurarne la funziona-lità e l'esistenza .

Fare precedere la discussione della leggeelettorale a quella d'elle due leggi fondamen-tali per l'e regioni (quella organica e quellafinanziaria) significa comportarsi come se siregolasse la nomina del consiglio di ammini-strazione di una società di cui si ignora se ecome sarà costituita, se e quale sarà l'oggett osociale, se e come raccoglierà il capital esociale .

Sappiamo bene perché tutto ciò avviene .La legge finanziaria è il grosso scoglio . L'ab-biamo già sperimentato al principio del 1963,sullo scorcio 'della passati, legislatura . Si sache le previsioni di spesa sono tutte fasulle ,ancorché affidate per il loro calcolo e per l aloro redazione a comitati cosiddetti tecnici, esi sa bene che sono 'previsioni di comodo fatt eper non allarmare la 'gente .

Si osa che 'per far funzionare sul serio l enuove regioni ci vorrà una grossa pressionefiscale addizionale 'e non si sa dove e comeandare a ritagliarla . Si sa poi che, di frontea questi inconvenienti, si tratta di una spesadel tutto superflua ed evitabile .

Però, onorevoli colleghi, non basta par-larne e poi rinviare il momento in cui af-frontarla. Del resto, di fronte alla realtà rap-presentata da questo scoglio della legge finan-ziaria, noi vediamo resipiscenze, vediamoquanto meno modifiche di posizione . ab-bastanza maturata la proposta avanzata pe ril partito repubblicano dall'onorevole LaMalfa, il quale ritiene che le regioni rappre-sentino oggi un'alternativa alle province esostiene che è troppo avere due ordinamenticoncorrenti, due burocrazie, due sistemi : ètroppo, e bisognerà naturalmente rinunciar ealle province .

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Vi sono state delle proteste da parte de iconsigli provinciali ; da ogni parte sono arri-vate proteste, che testimoniano che non s ivuole abolire la provincia . Ma almeno vi èuna logica nell'impostazione del partito re -pubblicano, il quale sostiene che non si pos-sono mantenere i due ordinamenti . Coloroche difendono la provincia dovrebbero alme-no preoccuparsi di evitare la concorrenza d iun nuovo organismo e cercare di potenziar ee di dare maggiore sostanza alla provinci astessa. Anche il partito socialista unificato ,per bocca dell'onorevole De Martino, in unrecente convegno ha posto questa alternativa .Sembra impossibile oggi, nelle condizion iparticolari della finanza pubblica, mantene-re entrambi gli ordinamenti .

Che fosse uno scoglio era già rilevato nel -la relazione che, a nome del mio gruppo, ave-vo presentato il 15 gennaio 1963 sulla leggefinanziaria regionale allora in esame . In que-sta relazione, dicevo : « n proprio la leggefinanziaria (disegno di legge n . 4281, con i lsussidio del disegno di legge 4280 per quant origuarda il carico di personale) a confermarecon ogni evidenza, se pure ve ne fosse an-cora bisogno, che l'iniziativa per l'estensionedell'istituto regionale è sostanzialmente ba-sata sulla contraddizione e sull'equivoco, s enon addirittura sull'ipocrisia, per la siste-matica dissociazione – o almeno sproporzione– tra le promesse e i conclamati obiettivi, d auna parte, e la realtà degli strumenti e de imezzi previsti nel progetto governativo dal-l'altra. -Ci proponiamo – dicevo – di dimo-strarvi che tale progetto non accresce con-cretamente la somma delle autonomie e anzicompromette quelle esistenti ; che esso con-sacra per le " regioni ordinarie " un forte di -vario, ben maggiore di quello adombrato daII aCostituzione nei confronti delle " regioni spe-ciali " e quindi delude gravemente l'attesa. del -le popolazioni, specie delle regioni e zon edepresse; che si creano organismi vuoti d ifunzionalità e di utilità, pur aprendo nel con -tempo la porta a nuove inflazioni di burocra-zia e di spese di consumo, con la conseguenzadi ulteriori inasprimenti della pressione fi-scale complessiva ; che l'auspicato decen-tramento si potrebbe attuare più razional-mente ed economicamente, nell'ambito deimezzi ragionevolmente conseguibili, col per-fezionamento e potenziamento delle province ,le quali potrebbero poi cooperare in propr iunioni o consorzi entro o fuori dei confiniregionali storici secondo Ie obiettive conve-nienze, senza bisogno di istituire nuovi or-gani e, tanto meno, nuove assemblee » .

Del resto, è stato ricordato proprio dal -l'oratore che mi ha preceduto che i confiniamministrativi storici delle regioni non cor-rispondono più minimamente alla realtà so-cio-economica del nostro paese : Le regioni ch el'onorevole Covelli ha citato (Lombardia ,Piemonte, Liguria) non sono affatto omoge-nee. Una zona omogenea è certamente il trian-golo industriale, e così via . A mano a manoche discendiamo per la penisola troviamo chei cosiddetti confini storici, dovuti a contin-genze lontane che non prevedevano certo gl isviluppi odierni, non corrispondono più allacreazione di una vita organica e costruttiva ,quale almeno – a parole – si propone l'isti-tuto regionale .

,Se di qualcosa si deve dubitare, onorevol icolleghi, è anzitutto della sincerità e validitàdello zelo per le autonomie che la maggio-ranza di centro-sinistra, spalleggiata dai co-munisti, va ostentando con la frettolosa legg ediretta ad estendere le regioni .

Questa sconvolgente azione si dichiaravolta a smantellare, una buona volta, un cen-tralismo gretto, arcaico e mortificatore, risa -lente agli interpreti dello .Statuto albertin oed ai primi sospettosi reggitori dello Stat ounitario, e ad attuare il decentramento giàvaticinato dai più illuminati tra quei reggi -tori, e malamente abbozzato con le autono-mie provinciali e comunali costituite dall'Ita-lia liberale .

1La realtà è che le autonomie dell'Italia li-berale, rispondenti ad effettive e sentite esi-genze delle popolazioni, spontaneamente ac-colte dal legislativo e rispettate dall 'esecutivo,come logica articolazione delle pubbliche fun-zioni, risultarono ancora più larghe ed effi-cienti sotto l'impero dello Statuto predetto ,quando province e comuni potevano disporredi un solido campo di imposizione e godere ,di fatto, di ampia facoltà di iniziativa . Si ve -da, ad esempio, il .fiorire di aziende municipa-lizzate, che sono tuttora, nonostante la ben de-teriorata gèstione, nerbo di attività basilar ein tante città . Parlavo della facoltà di inizia-tiva, saldamente presidiata dal costume, pri-ma che dalla legge, e dalla protezione giu-risdizionale contro abusi ed intromissioni de lGoverno o delle autorità tutorie periferiche .

Si può accusare del mutamento l'azion edel fascismo, che, in coerenza con i concla-mati obiettivi di potenza e con la 'conseguent enecessità di una condotta unitaria del paese ,impose profonde alterazioni e restrizioni a lpreesistente status degli enti locali . Ma il re-gime democratico, ripristinato nel 1945, aparte il ritorno alle libere elezioni per la

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scelta degli amministratori locali, ha in gran

legittime ambizioni

di carriera di dirigentiparte conservato le intromissioni recate dalle ad

esse stabilmente

legati .

Oggi, affiancateleggi fasciste, usandole come comodi espe-dienti per continuare di fatto una politicacentralista . senza dubbio un capitolo, que-sto, in cui l'opportunità di governo è passatadisinvoltamente sopra i dettami della dottri-na e della morale democratica .

Nelle campagne elettorali, specie in quell eamministrative, quasi tutti i partiti sono an-dati battendo il tasto delle autonomie locali ,riaffermando ogni volta di volerle tutelare ,potenziare ed ampliare. Il tema è fra i piùpopolari, specie sul piano finanziario, trat-tandosi di difendere diritti e mezzi dalle ap-propriazioni del centralismo, per sodisfar ein modo diretto e tangibile le esigenze locali .Ma nessuno ha denunciato che, dietro la reto-rica elettorale delle autonomie, la realtà h amarciato in senso inverso, trasferendo all oStato tradizionali funzioni locali e vieppiùnazionalizzando, con la scusa delle redistribu-zioni a sfondo solidaristico e sociale, le fontifiscali ; e nessuno è uscito dalla comoda ge-nericità delle proclamazioni per affrontare i lproblema funzionale e i presupposti concret idi vita delle stesse autonomie già esistenti .

Tali presupposti sono : 1) l'effettiva 'indi -pendenza finanziaria degli enti locali, chedovrebbero disporre di fonti meno sacrificatealla concorrenza della fiscalità statale ; 2) unsistema di controlli meno formalistico d iquello attuale, che è vessatorio con i piccol ie debole con i grossi comuni, inetto a costitui-re vere responsabilità per gli amministrator ied a fermare la finanza allegra delle maggior icittà, specie quando sono rette da maggioran-ze amiche del Governo .

Come già rilevato, le direttive di base re -stano quelle del centralismo fascista, che ave -va statizzato le burocrazie direttive degli enti ,e così, col potere gerarchico e 'disciplinare s uchi impersonava la responsabilità e la conti-nuità delle amministrazioni, aveva confiscat ole autonomie .

A chi giovano i ruoli nazionali dei segre-tari comunali ? Le amministrazioni comunal idi grandi città non ambiscono segretari gene-rali di svariata provenienza, che aspirano asedi ancora migliori ; mentre i piccoli comun isono turbati dall'arrivo di segretari spaesati ,privi di aderenza non solo ai problemi, ma all astessa mentalità locale .

Peggio se dagli enti amministrativi s ipassa egli enti economici, tipo le camere dicommercio, già dinamici motori di difesa epromozione di attività quando, in tempi libe-rali, erano realmente autonome e affidate alle

strettamente dagli uffici provinciali dell'indu-stria e del commercio e persa l'autonomia conle nomine dall'alto e col ruolo statale dei loromassimi funzionari, provenienti magari dazone eccentriche e non certo stimolati a corre-re le alee di una spiccata intraprendenza, ess esvelano una non infrequente tendenza allaquieta ordinaria amministrazione .

Ecco due temi di vero decentramento . Per-ché non decentrare i ruoli dei segretari comu-nali, restituendone la competenza ai comuni ?Perché non rifare delle camere di commerciodegli organismi autarchici così come erano i norigine ? 'Ma questo evidentemente la mag-gioranza non lo vuole, perché sarebbe stat omolto semplice farlo in tanti anni di accesapropaganda regionalistica . Si preferisce, evi-dentemente, fruire dei sussidi e degli espe-dienti che offre il centralismo .

DI PRIMIO, Relatore . Perché queste cosenon sono state fatte dai governi a maggioran-za centrista ?

ALPINO . stato molto male che non sian ostate fatte . Adesso, però, vi si offre l'occasio-ne di fare cose utili quasi senza spesa, invec edi fare cose dannose con moltissima spesa . Adogni modo, non è questo certo un argoment oper invalidare quanto io ora sostengo, vist oche adesso c'è la possibilità di farlo .

Del resto, oggi si va distruggendo anch equel poco 'di decentramento che si era fatto po-co tempo fa. Ad esempio, di recente abbiam oletto gli elenchi dei comuni per i quali lacompetenza sui piani edilizi particolareggiat iviene richiamata direttamente al Ministero de ilavori pubblici, sottraendola anche agli organ iregionali del Ministero stesso, considerand oquesti organi come scarsamente qualificati perquesti adempimenti .

Lo strumento principale di dipendenza re -sta pur sempre la graduale anemizzazione del -le fonti proprie di finanziamento degli ent ilocali . Non si può parlare di autonomia quan-do province e comuni dipendono dall'aiuto –compartecipazioni fiscali, contributi integrati -vi, mutui e leggi speciali – dello Stato per so-stenere i loro vacillanti bilanci, onde poi de-vono logicamente assoggettarsi a minuti equasi discrezionali controlli di merito .

La situazione è andata peggiorando gra-vemente proprio in questi anni . Dai dati chepossediamo sappiamo che il disavanzo finan-ziario annuo degli enti locali è salito a 1 .09 0miliardi, sappiamo che l'indebitamento sal e

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a circa 6 mila miliardi all'inizio del 1967 esappiamo che si incrementa oggi a un ritmodi almeno 700-800 miliardi annui .

Le cose stanno volgendo al tragico soprat-tutto per la finanza comunale, che ha vist ovieppiù declinare l'adeguatezza delle sue fon -ti tributarie, nonostante le successive rifor-me : dal testo unico del 1931 si è arrivati allalegge n . 703 del 1952 che avrebbe dovuto ri-sanare la situazione, dando una base di rilan-cio all'azione comunale .

Il guaio è che, a parte la natura margi-nale e disorganica di tutti i tributi minori ,quelli basilari sono doppioni di similari tri-buti statali (complementare, imposta genera -le sull'entrata) . Lo si riconosce ormai da ann ie anni, ma vedremo come usciremo da talesituazione. Per ora non si è fatto ancora nien-te, e resta solo un'ipotesi fatta nella riform atributaria. I tributi di competenza comunalerimangono quindi sacrificati per l 'ovvia esi-genza di non tartassare mortalmente la basecontributiva con la progressività delle aliquo-te e delle tariffe .

D'altra parte, il pur lodevole e auspicat ocontemperamento di questi doppioni, per con-tenerne la gravosa incidenza complessiva chestimola le evasioni, porterebbe sicuramente a duna stasi dei gettiti attuali, con la necessit àdi dare ai comuni altre fonti, non più con -correnti, ma esclusive, atte a produrre frutt isostanziosi e costanti . Ma di ciò, cioè di u ntaglio delle sue fonti, lo Stato non ha finor ainteso discutere e preferisce ridurre i com-piti dei comuni assorbendo, come per il ser-vizio dei pompieri nel ventennio, tutta unaserie di servizi : il che è proprio l'oppost odello sviluppo delle autonomie . In questosenso è viziato anche l 'ulteriore palliativo co-stituito dalla legge n . 1014 del 1960, che harecato nuovi interventi di soccorso dello Sta-to e insieme il trasferimento ad esso di altr ioneri e servizi di competenza locale .

Sotto questo profilo sono persino pateti-che le riunioni dei principali assessori allefinanze quando denunciano l'errore di ela-borare modifiche e aggiunte legislative chesi spacciano per riforme, ma non risolvono iproblemi di fondo . Ci si contraddice anzitut-to quando, da un lato, si proclama il supe-ramento dei vecchi e limitati compiti di co-muni e province, oggi chiamati ad interve-nire, oltre i confini delle leggi vigenti, a so-stegno della vita sociale ed economica pe rgli infiniti bisogni della comunità (dalla casa ,alla scuola, alla salute, allo sviluppo dell'oc-cupazione, alla promozione di attività ricrea-

Uve e culturali) e, d'altro lato, si lancian opressanti appelli per l'estensione delle regio-ni che dovrebbero rafforzare e coordinare l aazione degli enti minori, alleviarne i controll ie attuare un'efficiente congiunzione tra tal ienti ,e lo Stato . Con tutte queste belle parole s iannuncia, grazie alle regioni, un clima nuov oche vivificherà la vita locale, mostrando ch enon ci si rende conto di quanto tutto ciò co-sterebbe e di chi dovrebbe sopportarne i lcarico .

Quale il rimedio ? Si pensa ad un rimedi onella riforma tributaria ? Ma questa riforma ,che abbiamo cominciato a discutere sulla ba-se della legge delega, non potrà fare miraco-li, se non « scuoiando » letteralmente i contri-buenti . Poi c'è l'articolo 16, da tutti orma iben conosciuto, che blocca l'incremento de igettiti all'incremento del reddito nazionale .Quindi, la riforma tributaria come potrebb efare il miracolo di provvedere al bilancio sta-tale, a quelli delle aziende autonome, degl ienti previdenziali e degli enti locali ? Il bi-lancio statale è forse in grado di cedere font icontributive, quando esso stesso è sui 2 .000miliardi di disavanzo ed è alla disperataricerca di maggiori mezzi contributivi ?

Quanto agli enti locali, abbiamo parlatodi un disavanzo di 1.090 miliardi complessi-vi di fronte a un gettito di tutti i tributi d i1 .200 miliardi . Bisognerebbe dunque raddop-piare il gettito, ma come si farà a otteneretale raddoppio, quando con l'imposta sui red-diti patrimoniali, l'imposta monofase sui con-sumi e l ' imposta sul plusvalore si teme di nonrealizzare lo stesso gettito attuale e quandogià si teme di gravare eccessivamente, in mo-do da disincentivare la domanda privata d icostruzioni con la tassazione sul settore edi-lizio ?

E allora quale base impositiva resterebbealle regioni ? Siamo oggi a 4 .000 miliard icirca di disavanzo del settore pubblico .

-È chiaro che non si può pagare l'accentra-

mento e nel contempo anche il decentramento .Quest'ultimo è svuotato e reso impossibil enella sostanza proprio sul piano finanziari ocon la graduale erosione del campo imponi -bile per gli enti esistenti . « Non è facile pen-sare - ha scritto tempo fa l'ex ragioniere ge-nerale dello Stato, Cambi - come su un terren ocosì sconvolto, privo di ogni salda organici-tà e sorretto malamente con ripari empirici ,si potrebbero costruire altri edifici senza oscu-ri effetti di finanza e addirittura di statica ,appesantendo in misura notevole il pericolo -so sovraccarico dei traballanti edifici esisten-ti » . Eppure è proprio questo che si bada a

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realizzare . Anziché correre a salvare comunie province con una riforma risolutiva che l itragga dalle spire dei crescenti, massicci disa-vanzi e dei paurosi indebitamenti e che percontro ne rialzi e ne integri la provvida e col-laudata missione, si creano le regioni ordina -rie, ben più povere di compiti e di funzionali-tà, anzi vera caricatura delle regioni special iper l'impossibilità di dare loro una vera basefinanziaria, e tuttavia incidenti nella trava-gliata area impositiva degli enti attuali, co-m'era già contemplato nel disegno di legg en . 4281, presentato nella scorsa legislatura ,nel quale si prevedeva in via diretta la supe-raddizionale ICAP o in via indiretta, secondola modifica della Commissione, l'impostasulle concessioni, retrocessa dallo Stato, matale comunque da incidere pur sempre sullapossibilità di cessione di materia imponibileagli enti suddetti .

Ecco perché lo slancio autonomistico de lGoverno e della maggioranza, che non accre-scono, ma invece diminuiscono e insidiano l asomma delle autonomie locali operanti, ap-pare volto puramente a sodisfare una con -dizione politica esterna e, pertanto, risultacontraddittorio e menzognero .

La via per accrescere in modo pratico evalido, e anche con prudenziale gradualità ,la somma delle autonomie nel quadro de imezzi possibili e senza rischiare l'esaspera-zione fiscale, oppure la sterile inazione de itroppi enti, è suggerita non solo da noi, maanche da autorevoli esponenti della maggio-ranza. Cito il senatore Giraudo, democristia-no, il quale – allora membro di questa Ca -mera – in un suo discorso parlamentare del20 luglio 1956, raccolto poi in un opuscol ocortesemente inviatomi – La provincia, tapp asicura – ebbe a dire cose quanto mai signi-ficative. Espresso il consenso a quanti pon-gono l'ente regione più come un traguard od'arrivo che come un traguardo di partenza ,egli ricordava l'esigenza ancor più importan-te e impegnativa del rinnovamento e del po-tenziamento delle province . « Converrebbepreoccuparsi » – egli aggiungeva – « prim adella provincia, se la regione deve essere in-terpretata, come penso debba essere- interpre-tata, quale mezzo di propulsione e di coor-dinamento dell'attività delle province . . . Laregione è stata, fin dai tempi di Cavour, u nobiettivo costante della riforma amministra-tiva, per ragioni attinenti più alle insufficien-ze della provincia che alla necessità di crear ela regione » .

Del resto, tale saggia diagnosi, che il sena-tore Giraudo corroborava con argomentazioni

e proposte informate alla più pacata obietti-vità, non era una novità . Era stato il ministroAndreotti – già allora ministro – a riportar equalche mese prima, con favorevole eviden-za, nel corpo di un suo articolo, una rela-zione della deputazione provinciale di Mila -no, risalente addirittura al 1898, nella qual esi legge : « Le province devono diventare i lpiù potente nucleo della nostra vita ammini-strativa, completando l'opera che è stata ap-pena cominciata con la legge del 1865 . Lamaggiore quantità di funzioni e servizi chesono di natura ed interesse locale, e che' de-vono essere sottratti allo Stato e all'autorit àgovernativa, noi intendiamo che passino all eprovince, le quali, con la numerosa loro rap-presentanza deliberativa, con la deputazion eelettiva, con gli uffici esecutivi e le altre ma-gistrature consulenti, presentano già un per-fetto organismo per il funzionamento di u ncompleto governo locale » .

Concludendo l'articolo, l'onorevole An-dreotti aggiungeva : « Il problema riman eaperto e forse nuoce alla sua soluzione l'in-terrogativo ancora pendente della creazion edelle regioni non speciali . Anche sotto un pro-filo strettamente tributario mi auguro di cuo-re che gli uomini politici evitino passi fals idel genere » . E con la sua nota spregiudica-tezza egli chiudeva l'articolo con una espres-sione significativa : « E se non si può dir eche le regioni non si faranno, almeno non s ifacciano » .

« Al fondo della istanza regionalista – scri-vevo a mia volta commentando il discorsodell'allora deputato Giraudo – sta proprio ladelusione del tuttora ristretto funzionament odella provincia, le cui organiche carenze ne lcompito di realizzare l'autogoverno della pe-riferia ed un più adeguato rapporto tra so-cietà civile e società politica sono state lamen-tate in tutta la nostra breve vita unitaria . Lasortita regionale del sindaco di Ormea, ch enel 1956 inviò una circolare ai parlamentar idella sua provincia per reclamare addirittur al'istituzione della regione cuneese, intendev asolo promuovere, con le illusioni connesse aduna nuova denominazione, una più vasta ecompleta interpretazione della funzione dell aprovincia, con compiti, responsabilità e stru-menti di una vera ed organica comunità ter-ritoriale . I compiti delle province sono ogg itroppo scarsi e scarni di fronte alle necessit àdi interventi, di coordinamenti, di coopera-zione ed assistenza agli organismi minori, co-minciando dai comuni, tant'è che le provin-ce, superando disinvoltamente le attribuzion iufficiali e giocando con le spese facoltative,

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vengono assumendo di continuo nuovi com-piti ed iniziative sul piano civile ed econo-mico. E poiché tuttavia esse non sono pre-senti con validità ed adeguatezza nelle zon epiù bisognose di aiuto, si è andati sulla viaopposta a quella delle regioni e cioè al frazio-namento, con decreto presidenziale 10 giugno1955, n . 987, che ha istituito i consigli di vall eo comunità montane ormai largamente dif-fusi nella cerchia alpina » .

Insomma, si ruota tra due soluzioni estre-me per integrare o superare l'insufficienz adella provincia : con la regione, che è tropp ovasta e vaga e non realizzerebbe certo l'in-tegrazione del singolo nella collettività, e co nil consiglio di valle, che ha il torto di sce-verare una zona ristretta e più povera dell ealtre e di mettere insieme la complessità deibisogni e la scarsità dei mezzi . Ora, se an-che la Costituzione articola il decentramentoin troppi organi, è chiaro che la soluzion erazionale non consiste in una pluralità di entitra cui costosamente disperdere e duplicar ele funzioni, ma in una specializzazione e sem-plificazione delle medesime, con rigorosaeconomia di uffici, atti e spese. In pratica s iporrebbe la scelta tra la provincia rimoder-nata e potenziata e la regione che riassum aanche le province e le loro funzioni . A no ipare ovvio, anche a salvaguardia dalle esor-bitanze e degenerazioni- politiche verso cu ile regioni già sono pericolosamente scivola -te, che la preferenza debba andare alla pro-vincia .

« Su tale piano – scrivevo nella già citat amia relazione del 1963 – ottimi sono i sug-gerimenti formulati, sia pure in un gradua-lismo non escludente le regioni, dal senatoreGirando . Si rifacciano almeno prima le pro -vince, trasformandole in organismi forti, au-tosufficienti per l'azione esecutiva che ad ess esi richiede, capaci di integrare l'opera de icomuni non solo nel settore della viabilit àminore, ma anche in quelli degli acquedotti ,delle fognature, dell'edilizia scolastica, dell aarginatura dei torrenti, delle canalizzazioni ascopo irriguo, dell'igiene e sanità, dell'istru-zione professionale, delle comunicazioni, d ialtri servizi ed opere che costituiscono ad u ntempo le condizioni dirette per una vita pub-blica locale sana e civile e le condizioni in -dirette per la massima valorizzazione econo-mica delle singole zone » .

Perché, aggiungo, non si potrebbero at-tribuire alle province le competenze norma-tive in tema di circoscrizioni comunali, d ipolizia, di fiere e mercati, di beneficenza, diurbanistica, di turismo, di cave, di caccia e

pesca, di agricoltura e di artigianato, che l aCostituzione conferisce alle regioni? Non po-trebbero le province esercitare funzioni d iquesto genere, che in gran parte sono anchedi minore portata e di minore complessità d iquelle che già esercitano ?

In questa organica e prudente soluzione ,che ovviamente va sorretta da un sostanzio-so passaggio di materia fiscale dallo Statoalla provincia, assicurando a questa una fi-nanza meno subordinata e precaria, con un asana base di imposizione, non c'è posto, e so-prattutto non restano i mezzi, per la regione .Volendola istituire si avrebbero fra i cit-tadini e lo Stato ben quattro enti intermed i(comuni, consigli di valle, province, regioni) ,si disperderebbe la già precaria base finan-ziaria impositiva, si ridurrebbero le prospet-tive di vita degli enti esistenti e si creerebb ela regione come una finzione di comunità ter-ritoriale operante : un semplice vestito che ,come ben mostra l'esame della legge finan-ziaria sinora conosciuta, nasconde un'ossatu-ra gracile e tarata. Questa logica elementareche discende dalla estrema difficoltà di redi-gere una legge finanziaria non può essereignorata : così, ripeto, abbiamo visto le pro -poste, che ad un certo momento l'onorevol eLa Malfa ha fatto e ha espresso sulla Vocerepubblicana contro il doppione costituito d aprovince e regioni . La sua conclusione è statamolto semplice : non potendosi mantenereentrambi gli enti, la conclusione logica perl'onorevole La Malfa sarebbe quella di abo-lire la provincia .

Ma ecco che sono piovute sulla maggio-ranza, sulla democrazia cristiana, sul parti-to socialista proteste da parte di tutti i con -sigli provinciali d'Italia . Io ho visto una cir-colare contenente una mozione del consigli oprovinciale di Torino inviata affannosamen-te a tutti i parlamentari dal presidente avvo-cato Oberto, che cercava in tutti i modi didimostrare che, per carità, la provincia è in-sopprimibile . Facciamo pure le regioni m aconserviamo la provincia, che è preziosa, ch eserve a tante cose .

GOEHRING . Facciamo la inter-regione .

ALPINO. Io mi sono permesso di rispon-dere : caro presidente, ma per essere coerentedeve almeno pensare di opporsi alla regione ,che è quella che vuole uccidere la provincia .Almeno è coerente l'onorevole La Malfa i lquale dice : tutte e due no, quindi sopprimia-mo la provincia, così possiamo fare la re-gione .

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Sono state espresse – lo scrivevo propri oallora in un articolo – proteste per questaproposta di La Malfa sulla soppressione del -la provincia dopo l'attuazione delle regioni ,e sono rivendicati tutti i bei fondamenti, tut-te queste tradizioni della provincia . Però laprotesta è debole perché non ha il coraggio ,causa il complesso di conformismo rispett oagli andazzi politici della maggioranza, di ar-rivare alla conclusione logica, cioè ad unascelta fra i troppi enti intermedi che si do-vrebbero fare . La tesi del partito repubblica-no italiano, ripeto, ha una sua coerenza. Sa-rebbe arduo e rischioso aggravare una finan-za pubblica, già stremata e dissestata, afflit-ta attualmente in piano globale da un disavan-zo di 4.000 miliardi e di ben 1 .090 miliar-di in piano locale, il cui dato più allarman-te – ripeto – è proprio quello del precipitaredei bilanci locali, con il costo di due ordina-menti, il regionale e il provinciale, che si f a -ranno la concorrenza nella caccia di compit ie funzioni e manterranno due burocrazie . Oc -corre, dunque, concentrare compiti e mezz inelle regioni, secondo quella certa tesi .

Ora, noi ripetiamo : non c'è nulla nella va-sta gamma di finalità superprovinciali esco-gitate che non possa essere eseguito dalle pro-vince debitamente ammodernate e potenziate .Così restano e si esasperano di continuo, gi àallo stato attuale, due opposte esigenze : unintervento massiccio della finanza statale perrisanare il passato e un altrettanto massicci opassaggio di materia fiscale a comuni e pro -vince per dare una base adeguata ai bilanc iventuri, e ciò quando lo Stato, - lungi dal po-terne cedere, è in ansiosa ricerca di nuovefonti e spreme senza pietà quelle esistenti percolmare le falle del suo stesso bilancio .

Pensare di aggiungere in questo ginepraioil peso delle costose e inutilissime regioni èdavvero una follia .

Oltre all'onorevole La Malfa, anche l'ono-revole De Martino, nel convegno del partit osocialista che si è svolto recentemente, ha po-sto il dilemma tra regioni e province, ritenen-do fondatamente che non si possa sostenere i lpeso dei due ordinamenti .

DI PRIMIO, Relatore . L'onorevole D eMartino non poteva essere a quel convegnoperché si trovava a Parigi .

ALPINO . Io ho letto i resoconti sui giorna-li ; se ella ha migliori notizie e può rettifica-re inesattezze, gliene sarà grato . In ogni mo-do la sostanza è, in via approssimativa, una

associazione, se non sbaglio, alla tesi delloonorevole La Malfa. R vero o non è vero ?

DI PRIMIO, Relatore. Sì, ma dirò in chelimiti .

ALPINO. Questa mi pare la cosa impor -tante .

Ora vorrei qui citare quanto veniva dicen-do la Voce repubblicana proprio a seguito d iscritti che io avevo pubblicato, appunto pe rconfermare questo . Scriveva il giornale di do -vermi dare atto che in un certo mio recent earticolo accettavo l'impostazione fondamenta-le del dilemma tra le due istituzioni : « Sa-rebbe arduo e rischioso – così mi citava ilgiornale repubblicano – aggravare questa fi-nanza pubblica con il costo di due ordinamen-ti, il regionale e il provinciale, che si faran-no concorrenza nella caccia di compiti e fun-zioni, manterranno due burocrazie . Occorredunque, per evitare doppioni ed economizzar ecosti, concentrare compiti e mezzi in un sol oistituto » .

« L'onorevole Alpino – scriveva La Voce

Repubblicana – per conto suo sceglie la pro-vincia, sostenendo che bisogna attribuire adessa le stesse competenze normative della re-gione e che occorre rinunziare definitivamen-te a questa. R un discorso interessante, per -ché si svolge con conclusioni opposte, per òsullo stesso piano di quello che abbiamo p osto noi » .

Ora io mi domando : dal momento che noimarciamo velocemente – almeno nelle inten-zioni della maggioranza – verso la costituzio-ne addizionale delle regioni, non sarebbe me-glio che prima si risolvesse questo dilemma ?

L'onorevole La Malfa, parlando mi par eil 25 settembre scorso a Cesena, ha detto :« Alla soglia delle elezioni, in vista della nuo-va legislatura, questa necessità di arrivare aduna rinnovata visione globale dei problem idella nostra vita istituzionale ed economico-so-ciale si fa più impellente . R evidente che in -novazioni istituzionali, come quella dell acreazione dell'ordinamento regionale, se no nsono inquadrate in un piano concreto di sem-plificazione e razionalizzazione delle istituzio-ni pubbliche, di reale diminuzione dei cost idelle attività pubbliche, rischiano di aumen-tare i disordini e gli sperperi e non di dimi-nuirli » . Dobbiamo pensare – ed io Io chied oai colleghi della maggioranza – che gli obiet-tivi dell'onorevole La Malfa, che in effetti so -no delle condizioni sospensive, siano realizzat io stiano per realizzarsi ? Siamo o no verso

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questa riduzione dei costi dell'attività pub-blica, che qui viene posta come condizionefondamentale ? Si sa bene che non è così .(Se non sbagliamo, anche per lo Stato si st adiscutendo 'un nuovo massiccio rincaro dell aspesa di consumo, cioè del costo della bu-rocrazia) .

Il relatore certamente mi risponderà -almeno io credo - portandomi dei dati .Io sono sicuro però che anch'egli è convintoche questa riduzione dei costi pubblici è u npo' una chimera, e lo sarà chissà per quant otempo ancora . Così si consuma certamente uninganno, deludendo non solo i contribuent iche pagheranno il costo di una vuota, rischio -sa manovra politica, attraverso l'istituzionedelle regioni, ma anche quelle popolazioni cheda una lunga e facile propaganda erano stat eindotte ad attendersi dall'istituto regionale i ltoccasana di tanti mali antichi e recenti . In -fatti, onorevoli colleghi, la gente delle re-gioni che ancora non ci sono si aspetta delleregioni come quelle che ci sono ; non se leaspetta tanto diverse . E 'del resto questo eragià rilevato in una relazione al bilancio- del-l ' interno del 1956-57 dal senatore Lepore, i lquale si esprimeva a favore dell'estension edell'istituto regionale e rilevava che l'Itali anon poteva continuare ad avere due divers estrutture amministrative, cioè le zone erett ea regione a statuto speciale e le altre . Ma i lsenatore Giraudo, che ho già citato abbon-dantemente, chiedeva se tale contrasto potràritenersi sanato quando realizzate le restant iregioni avremo in Italia regioni speciali e re-gioni ordinarie con una differenza non liev enei controlli più ancora nella competenzalegislativa, io direi nei mezzi di azione . '1 1divario risulta più vistoso e clamoroso pro-prio sul piano finanziario, come ho tante vol-te illustrato .

E sempre :il senatore Giraudo, democri-stiano, 'dopo aver denunciato nper le re-gioni speciali la contraddizione tra le istan-ze di una sempre maggiore indipendenza dal -lo Stato e quella di' una sempre maggior edipendenza per il finanziamento 'e gli aiut ida parte dello Stato medes i mo, aggiungeva :

Ciò suscita comprensibilmente il risenti -mento di quelle popolazioni pure bisognos eche, nulla avendo avuto finora in fatto di au-tonomia e ben poco in fatto di aiuti finanziari ,sono portate a domandarsi se la democrazi aanziché eliminare i privilegi non vada pe rcaso riordinandoli e catalogandoli soltanto i nmaniera diversa » . Di fatto le regioni a sta-tuto speciale, per le quali, aI pari delle altre,

la Costituzione prevede l'attribuzione non solodi quote di tributi erariali e di contributi, m aanche di imposte proprie, si sono messe a ca-rico dello Stato . Dal 1957 al 1961 mentre leentrate effettive delle quattro regioni special ierano salite da 92 a 121 miliardi, il gettit odei tributi regionali era sceso da 2,4 a 1,2 mi-liardi, dovuti al Trentino-Alto Adige e all aValle d'Aosta perché la Sicilia e la Sardegn anon avevano affatto istituito tributi .

Nel 1965 (rilevo dalle tabelle della Rela-zione sulla situazione economica generale de lpaese) troviamo nelle entrate delle regioni 2miliardi di tributi regionali contro 200 miliar-di che vengono dallo Stato .

Nell'ultima Relazione, che porta i dati del1966, troviamo 2,5 miliardi di tributi regio-nali contro 250 miliardi di proventi derivantidallo Stato : cioè i primi sono pari all'unoper cento .

Le regioni speciali, rilevava un competente- il professor Michele La Torre - assorbonola quasi totalità delle imposte dirette e anch eindirette riscosse in loco . Sono divenute mec-canismi per pompare denaro dal centro, epersino i loro consiglieri e funzionari sono in-dennizzati o retribuiti con denari versati dal -lo Stato .

Alle regioni speciali si è retrocesso in ge-nere fino al 90 per cento dei tributi erariali ,con l'aggiunta, per la Sicilia, del contributodi solidarietà . È quanto dire che, mentre icittadini regionali pagano i tributi statal iquasi totalmente a favore proprio, gli altr icontribuenti italiani pagano le spese comuni ,quelle per opere e servizi attuati dallo Statonelle regioni e i contributi di solidarietà all emedesime . Solidarietà a senso unico, dunque ,che ha permesso a qualche regione - anzi, a duna specialmente - di tenere grossissime gia-cenze in banca, di far una politica di super -incentivi ad attività più o meno antieconomi-che in aggiunta agli incentivi nazionali, e d idare generosi aiuti a iniziative non necessa-rie, che neppure le regioni ricche si permette-rebbero .

Voi sapete, onorevoli colle ghi . quanti nuo-vi enti siano stati creati in Sicilia . Mi pare chel'onorevole Greggi ne citasse ben 92 in un'in-terrogazione . Essi sono carichi di personale ,di compiti dispendiosi, e sottratti a qualsias icontrollo centrale . Ciò dà anche idea del gros -so spreco dei fondi doverosamente dati ad un aregione depressa, che si è perpetrato avendoneattribuito utilizzo e gestione a nuovi organi euffici, costituenti doppioni di quelli statali ecerto meno rigorosi 'e 'soprattutto meno impar-ziali dei medesimi .

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Intanto, ad onta di quelle generose eroga-zioni, si continua a riversare sul Parlament oproposte di leggi speciali intese ad accollareulteriormente alla collettività nazionale spes ecui doveva provvedere proprio la finanza lo -cale, appositamente rimpolpata e potenziatacon l'ordinamento regionale . Abbiamo visto ,durante la campagna elettorale in Sicilia ,quante opere sano rimaste a mezza strada ( eparliamo anche di autostrade) perché lo Stat oha stanziato le proprie quote, ma la regione ,che pure ha delle formidabili giacenze press ola Cassa centrale di risparmio ed il Banco d iSicilia, non ha destinato le sue quote .

BONEA . Via via che fanno le elezioni, l efiniscono .

ALPINO. ovvio che un siffatto e sedu-cente panorama abbiano in mente, dinanzi al -l'estensione dell'ordinamento regionale, legenti delle altre regioni depresse del sud odel centro, o delle zone montane, o comunqu edelle zone depresse delle regioni del nord .

Il confronto è di troppa evidenza : grazieai tributi erariali ritenuti e ai vistosi contri-buti che continuano a fluire dalla Cassa pe ril mezzogiorno, dai bilanci dei ministeri, da iprogrammi nazionali e speciali, la Sicilia èarrivata ad abbondare di mezzi .

Ma come rifiutare un uguale trattamento ,poco oltre le brevi acque dello 'stretto, a re-gioni anche 'più povere, come la Calabria, l aLucania e il Molise ?

Veniamo al nord. Io conosco il Piemonte ,che è considerato una regione prospera . Eb-bene, in questa regione prospera intere vallatealpine sono tormentate dalla depressione :reddito minimo, esistenza grama e carenza d iessenziali opere pubbliche; donde un accen-tuato spopolamento. ,Ma poco oltre lo spartiac-que della mia valle Strona, di quella dell'Or-ta, e così via, appena Oltre lo spartiacque de lGran Pàradiso, la regione Valle d'Aosta puòsvolgere con buoni mezzi vasti programmi d iopere di 'sviluppo economico e turistico sov-venzionando perfino l'abbellimento tdtelle case :i balconi di legno, la sostituzione con balconicaratteristici ; mentre gli • abitanti 'poveri, eanche i ricchi, quelli che conosciamo ricchi ,tutti quanti fruiscono di 'generi (benzina, zuc-chero, caffè, liquori) sgravati dalle imposte d ifabbricazione 'e doganali .

DI PRIMIO, Relatore . Però le regioni astatuto ordinario non lo possono fare.

ALPINO . Se mi consente, sto facendo unragionamento per assurdo dimostrando chebisognerebbe dare a tutte le regioni lo stesso

ordinamento . Il che è impossibile . E alloraella capisce qual è la conclusione : per ragion idi giustizia bisognerebbe non farne nessuna .Ad ogni modo, !se mi vuole seguire nel ragio-namento che sto facendo, credo che forse ri-sponderò anche alla sua obiezione .

Ora, non c'è bisogno di sottolineare la na-tura medioevale di siffatti privilegi fiscali lacui assurdità risalta proprio dal confronto con

i le adiacenti e ben più misere zone montane ,nelle quali anche i poveri pagano in pieno leimposte sui ;magri consumi . Eppure si sonosvolte campagne 'per ,aggiornare i quantitativ idei generi agevolati e tale regime sta – ancheora – 'per essere potenziato con l'istituzionedella zona franca che 'metterà la Valle addi-rittura fuori dalla linea doganale, secondo leaffrettate promesse che aveva recato un mini-stro delle finanze democristiano parecchi ann ifa (lo dico per il relatore, il quale scinderàla responsabilità dei socialisti da quella de igoverni passati), il quale, alla vigilia di ele-zioni che 'poi risultarono un fallimento pro-prio per la maggioranza, era andato a pro-mettere queste cose : « Si estenderà l'esenzio-ne ,ai diritti per i servizi amministrativi, all eimposte di fabbricazione e di consumo, alle so-vrimposte di confine, al diritto erariale sugl ialcool » . E in quella occasione fu 'perfino an-nunciata (cosa che vorrete ritenere molto de-magogica ed elettoralistica) la produzione d idue tipi tdi sigarette a basso prezzo per l'esclu-sivo consumo degli taostani, poveri e ricchi .

Ora, che cosa 'si è fatto ? Intanto ricordia-mo tutti che di recente, a furor di maggioran-za, si è approvata una moltiplicazione de iquantitativi di questi generi agevolati, a mag-gior gloria dei consumi anche degli abbient idella Valle; quanto alla zona franca credo cheormai 'sia una realtà immanente : fa parte de -gli accordi di centro-sinistra .

Di non diverso colore medioevale, comeprivilegio rispetto ta basilari leggi fiscali e al -l'elementare uguaglianza dei cittadini dell ostesso paese, è da giudicare l'esenzione da l1948 in Sicilia, successivamente in Sardegn ae nel Trentino-Alto Adige, da quella nomina-tività obbligatoria che è da gran tempo regolaassoluta ,per i titoli azionari in Italia, con unamotivazione che .diremmo quasi di ordinepubblico, cioè la repressione dell 'evasione fi-scale .

Purtroppo, il regime democratico, alte-rando una tradizione che 'era unitaria, e al -meno nelle intenzioni imparziale, sul pian odella raccolta dei fondi per passare alla dif-ferenziazione perequatrice media erogazione ,ha aperto la porta a siffatti 'disordini finan-

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ziarí . Qui l'eccezione 'alla nominatività è stataintesa, con 'la seduzione di una tacita fran-chigia da tributi personali, a stabilire vantagg iper attrarre investimenti e iniziative dal rest odel paese, donde poi la pioggia di voti e mo-zioni specie dalle camere di commercio meri-dionali - tutti le ricordate - per ottenere (i ncerto senso logicamente) l'estensione dell'ano-nimato azionario ad altre regioni depresse eall'intero (Mezzogiorno .

Mi sono dilungato in questa pur sempr esommaria dísamina della posizione delle re-gioni a statuto speciale per ribadire ancora un avolta quanto si attendono, con piena logica elegittimità, sul piano pratico e morale, le altr eregioni . Parecchie sperano anche largament enei contributi di solidarietà e tutte quante, co-munque, contano su un grosso rilascio di tri-buti erariali paragonabile a quello goduto dalleregioni a statuto speciale e contano sulla con -cessione di generi agevolati a cui accennavaadesso l'onorevole relatore : insomma, cose pa-ragonabili - ripeto - a quelle godute dalle re-gioni speciali onde (poter svolgere iniziativee programmi di analoga entità .

specialmente alla Sicilia, ai vantaggi daessa goduti sul terreno immediato e concretodella spesa pubblica, che avevano guardato imovimenti regionalistici, tipo MARP di Tori -no. Perché mai, chiedevano gli autonomist ipiemontesi, bisogna mandare a Roma tantodenaro ottenuto 'da una pressione fiscale esosa ,intollerabile, se poi ne torna così poco e se pe rle vitali necessità delle pur numerose zone de-presse della regione bisogna attendere anni e danni ?

È probabile che senza la speranza o l'illu-sione ispirate dall'esempio delle regioni astatuto speciale e dalla pubblicità attorno a cas iclamorosi di privilegio, di abusi e di prodig adissipazione, movimenti di quel genere no nsarebbero mai sorti e il regionalismo nonavrebbe fatto alcuna presa sul vasto pubblico ,restando un tema giuridico-politico limitato apochi ambienti .

BONEA. Come del resto è ancora .

ALPINO. chiaro che tutte quelle speran-ze ed illusioni restavano deluse non appena s iesaminava il solo documento che avevamo ,cioè il disegno di legge n . 4281 sulla finanzaregionale, presentato nella passata legislatura .La relazione ministeriale, dopo aver rilevatocon distaccata indifferenza che le regioni a sta-tuto speciale non hanno praticamente istituitotributi propri e che hanno preferito basare i lloro bilancio quasi interamente sulla devolu-

zione di tributi erariali, lasciava capire propo-siti assai diversi per le regioni ordinarie . At-traverso una lunga e vaga dissertazione pe rdare veste di ragionamento ad una preordi-nata ed obbligata conclusione, la relazion escartava man mano, per il finanziamento dell eregioni ordinarie, la soluzione della attribu-zione di imposte non esistenti nel sistema tri-butario e quella della cessione di tributi giàin atto, operando un mutamento della titolari-tà -dei medesimi a favore delle regioni, con-cludendo invece per l'incidenza nel settore pe-culiare della finanza locale . Cioè riservare all atassazione propria delle regioni una parte ,niente di meno, dell'area di imposizione degl ienti locali già esistente .

E così, con l'istituzione della super-addi-zionale e di due tributi teorici quali quell isulle aree pubbliche e sulle migliorie specifi-che di pertinenza delle regioni, l'estensore del-la relazione si vantava tutto sodisf atto di averpotuto adempiere al disposto dell'articolo 119della Costituzione che attribuisce anche alle re-gioni ordinarie tributi propri .

La Commissione, poi, riguardo al disegn odi legge n. 4281, riluttante a fare incideresubito la nuova meschina autonomia finan-ziaria in quella già boccheggiante degli ent iesistenti, aveva sostituito la super-addizionaleICAP con l'imposta sulle concessioni, ch epure assumendo veste regionale veniva retro -cessa dallo Stato .

comunque chiaro, ed era chiaro anch eallora, che se le regioni vorranno impostar ee finanziarie autonomamente veri e propr iprogrammi, ci vorrà ben altro in fatto di tri-buti regionali .

Non v'è bisogno di molto per suffragar ela nostra conclusione, secondo cui si crea un avera caricatura delle regioni a statuto spe-ciale, senza contenuto e senza prospettive, i nbase alla legge finanziaria, di una costruttivaazione locale addizionale .

A differenza di quanto sancito nella Costi-tuzione, nel disegno di legge non era previ -sto alcun trasferimento di beni dallo Stat oalle regioni a statuto ordinario, cosicché que-st'ultime non potevano contare su beni e ser-vizi che furono assicurate a quelle a statut ospeciale .

A questo punto, proprio per non esserefraintesi, e proprio per rispondere ad un aobiezione già avanzata dal relatore, è oppor-tuno ribadire che la nostra critica non mir aa risolvere il grave problema parificando l enuove regioni a quelle esistenti ; il nostro,semmai, è il classico ragionamento per as-surdo volto a stabilire l'errore di partenza .

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È chiaro che il regime delle regioni a sta-tuto speciale non potrebbe attuarsi nell'inter opaese, non essendo concepibile che tutte l eregioni ritengano gran parte dei tributi era-riali e per giunta ottengano contributi da lcentro . Di dove, in tal caso, si trarrebbero imezzi ? Bisogna prima abolire lo Stato. Ciòpotrebbe durare finché si dessero benefici apoche regioni, lasciando a tutte le altre i lcompito di sorreggere il bilancio statale, e d iintegrare, addirittura, il bilancio delle prime .Altrimenti , resterebbe automaticamente sman-tellato e fermato lo Stato in Italia .

Il senso della nostra critica è quello d isottolineare il gravissimo errore compiut ocon l'impegno di attuare le regioni a statutospeciale, assunto in ore dolorose per la pa-tria e per fronteggiare contingenti, ma peri-colose, istanze separatiste, impegno che po isi deve più o meno ipocritamente eludere, acausa di impossibilità finanziarie, allorché s ipassa ad estendere l'ordinamento regional eall'intero paese. Queste ovvie conclusioni ,tuttavia, mentre pongono ormai- l'attualità d iuna revisione degli eccessivi vantaggi erogat ialle regioni a statuto speciale a carico dell oStato, e di una redistribuzione dei medesim ivantaggi con le altre regioni in pari condi-zioni, non tolgono che la soluzione per le re-gioni ordinarie costituisca, nei termini ch econosciamo e che non possono essere smen-titi dalla maggioranza, una patente ingiusti -zia, per molte popolazione una cocente de-lusione .

Si tratta di una misera cosa, ripeto, un acaricatura di regione, cui la legge finanzia -ria assegnerà fatalmente mezzi e risorse risi -bili, incapaci di finanziare compiti che no nsiano meramente vegetativi, lasciando quasiinerte la vasta gamma di competenze che l aCostituzione prevede anche per le regioni or-dinarie .

La delusione è stata anche fisicamente mi-surabile . Già all'inizio del dibattito essa ve-niva indicata tra i circa . 220 miliardi com-plessivamente previsti per le nuove regionidal disegno di legge n . 4281, e i circa 1 .30 0oppure 1 .700 miliardi (a seconda che si as-sumesse per base la popolazione oppure i lreddito) risultanti dal confronto con la spes aattuale delle regioni speciali .

Vi è del resto un termine di paragon eassai attuale, cioè l'ultima regione a statut ospeciale attuata, quella del Friuli-Venezi aGiulia, varata da poco tempo, cui non sol osi sono attribuite cospicue quote di tributierariali (dalle imposte di ricchezza mobile ,sulle società, terreni e fabbricati, all'imposta

generale sull'entrata e alle più important iimposte di consumo) ma sono state passateanche le foreste, le cave e le miniere .

L'impotenza amministrativa delle region iordinarie non sembra preoccupare l'attualemaggioranza cui evidentemente preme sol odi realizzare, adempiendo ad una ben cal -colata condizione dei socialisti, la parte po-litica dell'istituzione, quella che del resto pu òassai presto entrare in funzione, cioè le as-semblee, i nuovi 'centri di potere e di influenzapolitica, utilizzabili a presidio della maggio-ranza medesima o contro maggioranze diver-se ipotizzabili nel futuro . Il decentramentoamministrativo, •e la conclamata più dirett aed efficiente cura della vita locale, quasi nonc'entrano. L'esigenza liberalissima del 'verodecentramento tocca ben poco (lo rilevav oquando ero ancora consigliere comunale aTorino, intervenendo su una delle consuetemozioni della sinistra che sollecitava l'isti-tuzione delle regioni, che metteva con lespalle al muro la maggioranza) -queste forze :non la democrazia cristiana, che non ha pi ùragione di rinfrescare la vecchia rivendica-zione frazionistica guelfa contro lo Stato uni-tario dei liberali, avendone acquisito il con-trollo, né i socialisti e i comunisti, che re -stano fedeli al principio dell'indivisibilità de lpotere e considerano quindi le regioni so-prattutto come uno strumento da indirizza -re, con proiezione politica, sulla via verso i lpotere .

Ho già detto che, se vorranno svolgere un asostanziale attività nell'ambito delle compe-tenze costituzionali e di iniziativa, le region iordinarie, a differenza di quelle speciali, do-vranno avanzare decisamente e ben oltre ilimiti previsti dal disegno di legge n . 428i ,sulla via dei tributi regionali . Tale proce-dimento potrà essere praticato senza grav idifficoltà dalle regioni più prospere, ma no ncerto da quelle depresse, per. le quali più stri-dente apparirà la discriminazione rispetto adaltre – Sicilia e Sardegna – che sono nellestesse condizioni e che sono state tanto gene-rosamente beneficate dai loro statuti speciali .A questa patente contraddizione gli estensor idel disegno di legge n . 4281. non avevano fatt oaltro che opporre la redistribuzione delle quo-te di tributi erariali assegnate alle regioni ne lloro complesso e l'utilizzo di una frazioneprevalente dell'incremento delle quote erarial imedesime e dei contributi speciali ammess idall'articolo 119 della Costituzione .

Ciò vuoi dire semplicemente che la ripa-razione dell'ingiustizia perpetrata a danno d italune regioni speciali sarà fatta a carico del-

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le altre regioni ordinarie cosiddette ricche ,per le quali il nuovo istituto resta una lustr ae una presa in giro . Non solo esse dovrann opagare in proprio con i tributi regionali quan-to vorranno fare per le loro zone depresse,ma dovranno pure versare, come e più d iprima, al centro e subire ulteriori dirotta-menti di mezzi verso l'esterno, concorrend oa pagare in un modo o nell'altro il costo dell enuove e inutili burocrazie e dei nuovi e inu-tili apparati pubblici nelle citate regioni or-dinarie povere . A parte il fatto che così nep-pure si risolva adeguatamente il problema d itali regioni, è chiaro che con siffatta redi-stribuzione si incide ancora una volta nelladistinzione classica tra la finanza statale, cuispetta di ripartire perequatamente e secondonecessità fra le zone dell'intero paese i mezz ireperiti nazionalmente, e la finanza locale ,cui spetta di provvedere ai bisogni specific idelle rispettive zone con mezzi reperiti local-mente, traendo dalle necessarie limitazioniuno stimolo all'efficienza, alla bontà ammini-strativa, alla selezione dell'iniziativa .

Ma tale principio non si salvaguarda più ,questo ,sistema nega il principio e gli stimolistessi dell'autonomia quando, in sostanza, i nuna regione si possono decidere iniziative espese il cui peso graverà sullo stanziament onazionale ed anzi concorre subito, aumentan-do la dimostrazione del bisogno, a costituir etitoli di priorità nel riparto di quello stanzia -mento. Su quella concorrenza e sulla po-sizione delle regioni ricche e povere è opportu-no citare quanto, con obiettivo realismo, scri-veva tempo fa, nel 1960, su La Nazione unautorevole membro del Governo in carica, i lministro Preti : « lecito presumere ch el'estensione dell'ordinamento regionale a tuttala nazione nei modi e nei termini previsti dal -la Costituzione, la quale è molto larga di po-teri anche nei confronti delle regioni non astatuto speciale, provocherebbe un complessodi gravi inconvenienti . Ogni regione si riter-rebbe in credito nei confronti dello Stato etenderebbe a sottrarre denaro alle casse cen-trali per impiegarlo per i propri fini partico-lari . Le regioni povere seguirebbero la strad adella Sicilia pretendendo di essere risarcite ,a titolo di solidarietà nazionale ; le regioni ric-che – continuava l'onorevole Preti – a comin-ciare dalla Lombardia, dal Piemonte e dall aLiguria farebbero immediatamente presenti ibisogni per le loro piccole aree depresse, n ésarebbe facile allo Stato resistere alle pres-sioni delle regioni ricche, le quali puntereb-bero sullo slogan che chi dà iI maggior con-tributo alle casse dello Stato e all'economia

regionale ha pur diritto di trattenere una di-screta fetta per sé di quanto produce » . Mipiace ancora trarre dall'articolo del ministr oPreti taluni altri passi che confermano inpieno i giudizi di fondo da noi espressi : « Tut-ti hanno potuto constatare – scriveva il mini-stro – come le quattro regioni autonome finoracostituite (Sicilia, Sardegna, Valle d'Aosta ,Trentino-Alto Adige) abbiano avanzato ne iconfronti dello Stato solo rivendicazioni tal-volta decisamente eccessive. Questo non siè verificato solamente nel caso delle isole doveil tenore di vita è basso rispetto alla medi anazionale, ma anche nelle altre due region iove il tenore di vita è elevato rispetto alla me -dia nazionale . La legislazione regionale dellaSicilia e della Sardegna in materia di societ àanonime, che si estrinseca tra l'altro nella abo-lizione della nominatività dei titoli azionari ,la pretesa della Valle d'Aosta di essere con-siderata una grande « zona franca » che do-vrebbe essere separata dal resto d'Italia co nuna cintura doganale, la pretesa-della regionesiciliana di sostituirsi pressoché interament eallo Stato nel controllo degli uffici tributar inon sono che episodi particolari nel quadro d iuna politica sistematica di rivendicazioni e d iopposizione delle regioni nei confronti del po-tere centrale » .

E dopo aver parlato della gara che si apri-rà anche fra le regioni ordinarie, l'onorevol ePreti soggiungeva : « Finiremmo certament eper vedere alcune centinaia 'di miliardi spes idalle regioni con scarso beneficio economico .E infatti non sono certo produttive, fra l'al-tro, né le spese di personale necessarie pe rmantenere la nuova burocrazia né le spese pe ril funzionamento delle assemblee delle region iné le numerose spese di puro prestigio ch eun Ministero suole evitare, ma che un gover-no regionale deve necessariamente fare, pre-muto com'è dalle sollecitazioni locali » .

R dunque un miracolismo senza fondamen-to quello che vorrebbe farci credere che s ifaranno le regioni senza soldi o con pochis-simi soldi. Anche uomini di governo di oggie di ieri (ho citato l'onorevole Preti, poss ocitare l'onorevole Scdlba, ex Presidente delConsiglio) sono dell'opinione che in pratic al'attività e la spesa delle nuove regioni travol-geranno ben presto i fragili limiti posti dall alegge finanziaria . Tali limiti, che si sbandie-rano oggi per rassicurare i contribuenti e l aopinione pubblica, sono un evidente ulterioreinganno di questa macchinosa iniziativa .

Le regioni – si dice – non dovrebbero co-stare quasi niente dato che almeno per u nperiodo iniziale funzionerebbero col personale

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comandato dallo Stato e dagli enti locali, co nle entrate erariali retrocesse dallo Stato i ncompleta ed esatta corrispondenza delle fun-zioni trasferite . Insomma, poco più di unapartita di giro intesa a un diverso utilizzo d iintroiti fiscali già esistenti .

Un così perfetto e semplicistico concetto diequivalenza ha tutta l'aria del miracolo e s iinquadra perfettamente nei sistemi propagan-distici dell'attuale maggioranza di centro-si-nistra e del Governo, per cui sono vere le cosee nel contempo è vero il loro contrario . Ci s isforza oggi di dimostrare che le regioni son ouna cosa importantissima, ,atta a risolveretutti i problemi, che senza di esse non si pu òandare avanti e che tuttavia non costerann oquasi niente .

Allo spauracchio del grosso costo delle re-gioni maliziosamente agitato dagli oppositoriil Governo ha genialmente contrapposto la te-si della partita di giro. « A parte la modest aspesa per permettere agli organi regionali d isvolgere il proprio lavoro - scriveva un gior-nale governativo, La Gazzetta del popolo -non sarà necessario ulteriormente pesare sul -le casse pubbliche e nemmeno predisporr enuove imposte » . L'onorevole La Malfa ha ad -dirittura scomodato l'ombra di Giolitti, il qua -le avrebbe dichiarato a Dronero che il decen-tramento può farsi senza turbare le finanz edello Stato, quando nel passare agli enti lo -cali servizi che non hanno carattere naziona-le si accordino ai medesimi le somme che oralo Stato spende per i servizi stessi . Non cipare corroborante la citazione, in quanto l ostatista liberale parla di passaggio di serviz iagli enti locali senza pensare, evidentemente ,a costituirne di nuovi .

Ora, ci si può raccontare, sulle orme dell arelazione Tupini, che il costo nuovo, per l espese generali delle regioni, si limiterà a 57miliardi e che quello dei servizi trasferiti dal -lo Stato sarà coperto dai 163 miliardi retroces-si dallo Stato medesimo . Ma per credere aqueste cose bisognerebbe che le condizionidella pubblica amministrazione fossero quel -le dei tempi di Giolitti e che ignorassimo l etendenze della burocrazia attuale e le espe-rienze rovinose fatte con le regioni speciali ,nelle quali si sono create imponenti, dispen-diose burocrazie aggiuntive, con trattamentimaggiorati, mentre sono rimasti tutti i local iorgani statali più o meno svuotati di compiti .Né l'opinione pubblica si sarà rassicurata co nle conclusioni della commissione Carbone ,che, aggiornando con maggiore realismo quel -le della commissione Tupini, ha valutato i lcosto delle istituende regioni ordinarie per

un quinquennio a una media annua di 573miliardi, da 377 nel primo anno a 580 nell'ul-timo. La massima parte della spesa sarebb esostitutiva, cioè inerente ai compiti che l oStato trasferirebbe e al personale relativo ,quindi allevierebbe di altrettanto la spesa sta -tale, mentre la spesa aggiuntiva - cioè, pe rgli organi ed i compiti nuovi - andrebbe daun minimo di 105 a un massimo di 193 miliar-di annui . Diciamo subito che nessuno crede aun vero sollievo del bilancio statale attraversola spesa trasferita alle regioni (già la commis-sione Carbone ha conteggiato un attrito del30 per cento) e tanto meno ad una durevol eriduzione dei quadri burocratici per il perso-nale passato alle regioni . Ma i più fieri dubb ivertono, lo ripeto ancora una volta, sui limi -ti della spesa ,aggiuntiva, basata sull'iIlusio-ne che le regioni ordinarie, causa le minori at-tribuzioni conferite dalla Costituzione, si adat-tino ad essere enti di secondo, anzi, di terzoordine in paragone alle esistenti regioni a sta-tuto speciale. Queste hanno potuto costituir-si ampie e ben pagate burocrazie, svolgereuna politica di super-incentivi, in aggiunta aquelli nazionali, per la propria economia eanche largheggiare in spese di prestigio .

Del resto, quando pur le regioni ordinari erealizzassero un !miracoloso esempio di « iso-la di Utopia » o « città del Sole » ideate da vec-chi filosofi e osi valessero unicamente di per -sonale comand!ato, chi ci garantisce che su-bito o in seguito non saranno reintegrati difatto i vuoti creati nei quadri dello Stato edegli enti locali ? Noi non sappiamo quant ielementi saranno trasferiti dallo Stato, macerto possiamo essere tranquilli che essi sa-ranno prontamente sostituiti nei quadri sta -tali . E su questo piano sostanziale che vien eingannato il contribuente italiana, cui in-teressa soltanto il nuovo onere, non import ase pagato con tributi statali oppure regionali .Il sospetto di quella eventualità è una certez-za, perché le disposizioni deì disegni di leg-ge in materia spalancavano le porte, consen-tendo di passare da 2 .100 comandati iniziali aben 9 .350 dipendenti regionali, conseguente -mente all'utilizzo di un limite dello 0,2 pe rmille sulla popolazione della regione .

Scriveva il già citato professor La Torr ea proposito della previsione di 57 miliardi perla spesa generale e della promessa di limi -tarsi al personale comandato : « Promessa eprevisione poco attendibili davvero, sia per -ché il divieto di muove assunzioni fu dispostofin dal 1948 ('disposizione transitoria VIII del -la Costituzione) e le regioni speciali non n ehanno tenuto conto, !sia +perché ove +mille, tre-

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mila, diecimila impiegati passassero dall oStato e dai comuni alle regioni, è ardito sup-porre che gli enti impoveriti di personale no nne assumeranno altro » .

Anche per il dottor Carbone non è giusti-ficata la speranza di una gestione del perso-nale parsimoniosa, quando nelle regioni spe-ciali l'esperienza del 1954-1958 ha denotato u naumento della spesa per il personale almenotriplo rispetto a quello verificatosi per lo Sta-to. Altrettanto pessimista, poi, era già fin daallora, sulla scorta dell'esperienza siciliana ,l'onorevole Scelba, che già calcolava per l aSicilia una spesa di 30 miliardi per il solopersonale . « Ma non è solo questo - egli scri-veva - l'onere della spesa . Il migliore trat-tamento riservato al personale della region eha determinato un movimento per la pere-quazione delle retribuzioni del personale de icomuni, delle province e delle istituzioni pub-bliche » . Di quei comuni e province che, comevoi sapete, sono tutti in disavanzo in Sicili ameno tre o quattro, non ricordo bene . « Credodi non essere lontano dal vero - diceva l'ono-revole Scelba - affermando che la somma d i50 miliardi annui è l'ammontare del costo pe rsoli oneri di personale » .

Passando alla Sardegna egli si . limitava aricordare che le retribuzioni dei dipendent ierano mediamente superiori del 60 per cent oa quelle dei pari grado statali .

« La creazione delle quattro regioni spe-ciali nen solo non ha ridotto di una sola unitàil personale statale, ma ha contribuito ad ac-crescere il fenomeno inquietante della dilata-zione dei ruoli della pubblica amministrazio -ne in tutte le sue forme, dirette o indirette ,confessate o dissimulate, e ha fatto sì - dicesempre l'onorevole Scelba - che i gradi pi ùelevati siano cresciuti in una misura senz aprecedenti » .

Sull'intero argomento ancora il professorLa Torre criticava profeticamente anzitutto l afinzione di creare le regioni con le mani e ipiedi legati, come se ciò potesse poi esseremantenuto . Dice infatti il professor La Torre :« Il personale passerà alle regioni dallo Stat oo dagli enti locali, e vorremmo sapere comesi potrà impedire all 'ente alleggerito di no-minare un altro impiegato in cambio di quel -lo che se ne va. Se poi le regioni violassero lefamose percentuali, nessuno potrà criticar ené condannare gli autori della violazione, tan-to più che lo Stato e le regioni speciali hann osempre dato e danno il cattivo esempio . Sonoquarant'anni e più che il Parlamento emanaleggi per ridurre il numero dei gabinettisti ,dei segretari particolari ; ma, io credo, non

c'è ministro che rispetti queste leggi, né esi-ste una corte che applichi una sanzione . Ènoto a tutti che da un secolo o poco meno èstata dettata in Italia - dice sempre La Torre- una quantità impressionante di " grida "fresche per stabilire massimi di imposte, mas-simi di aliquote, massimi di unità impiega-tizie, massimi di spese, eccetera e tutte que-ste grida sono state sistematicamente violatee i massimi aumentati . Per fare economia eper non aumentare le spese pubbliche c'è u nsolo sistema : quello di non creare nuovi enti ,nuove funzioni e nuovi uffici, ed anzi soppri-mere quelli che non sono strettamente neces-sari . Cioè proprio il contrario di quello cheoggi si fa o si vuol fare » . Altro che partitadi giro dunque ! Nient'altro, io direi, che fi-scalità aggiuntiva .

Viene capovolta tutta la previsione che erastata formulata dagli ingenui regionalisti delMARP e di altri movimenti analoghi, i qual ipensavano con l ' istituzione delle regioni di fa rbeneficiare le loro zone di una ritenuta di tri-buti statali . Al contrario Troppo ingenua laillusione su questo punto, non meno amarala delusione. E gli esempi sono verament edrammatici, io direi, quando noi consideriamoquanto è avvenuto nelle regioni speciali oquanto meno in talune di esse : i casi di sper-pero, di confusione, di privilegio e di corru-zione. La regione siciliana, come tutti sanno ,gode non solo della ritenuta dei tributi era-riali, ma anche dei fondi di solidarietà, e que-sti fondi vanno ad alimentare un fondo desti -nato allo sviluppo, su cui poco tempo fa eran oaccreditati ben 215 miliardi : accreditati sullacarta. A fronte di tale disponibilità che cosahanno fatto le amministrazioni regionali suc-cedutesi nel tempo ? Per quanto possa appa-rire inverosimile e assurdo, il fatto è chesolo in data 27 febbraio 1965 è stata approvatauna legge per l'impiego del fondo e che a tut-t'oggi non una lira risulta spesa o impegnata ,non essendosi provveduto ai vari adempiment ie alle convenzioni richieste dalla legge stessa .

Ed è importante, a questo punto, segnalareun altro incredibile fatto, e cioè che il fond oin gran parte non c'è più : non è stato speso ,ma non c'è più . Del fondo sarebbero disponi-bili solo 80-90 miliardi, in quanto il resto, peruna cifra che non è di pubblica ragione - scri-veva questa ,mia fonte - e che costituisce og-getto di controversie fra lo Stato e la regione ,sarebbe stato impiegato dalla regione a titol odi anticipazione per le occorrenze o, se si pre-ferisce, per le finanze dissestate dei comuni .

Ma ho qui un altro documento, il discors oprogrammatico tenuto l'altro ieri, mi pare, dal

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presidente della regione siciliana Carollo all aassemblea, in cui si precisa che i fondi ch esono stati anticipati ai comuni ammontan oesattamente a 82 miliardi, fondi – si aggiung e– non più 'percettibili . Inutile farsi illusioni –dice Carollo – bisognerà sistemarli in qualch emodo perché non c'è niente da fare . Questo èuno dei tanti casi .

Ma lo stesso onorevole Carollo, in prece-denza, come presidente del centro per lo stu-dio delle attività economiche, sociali e cultu-rali in Sicilia e come assessore aveva rilasciat ouna intervista in cui faceva dichiarazioni gra-vssime. Io ho qui il testo dell'intervista, abba-stanza recente, nella quale egli dice che l aclasse dirigente siciliana non è ancora adegua-ta alle responsabilità che ad essa competono eche bisogna prendere atto del fatto che un apolitica di sviluppo economico non è stata ma iseriamente attuata nell'isola (io voglio imma-ginare tra l'altro che non si ritenga la Sicili apiù immatura di altre regioni che dovrebber obeneficiare di un pari ordinamento) . Dice an-cora l'onorevole Carollo : « Tale malinconicaconstatazione non deve però far ritenere defi-nitivamente impossibile •il raggiungimento ditali obiettivi » . L'onorevole Carollo ha sog-gunto poi che la politica improduttiva fin quisvolta dalla classe dirigente regionale trova u nesempio nel bilancio della regione, dove su130 miliardi circa 100 sono destinati ad ini-ziative improduttive . Carollo ha posto l'ac-cento su questo aspetto della situazione sici-liana, dicendo che a suo avviso essa costituisc eespressione della carenza di idee sull'effettivosviluppo dell'economia .

Facendo i conti dei miliardi del bilanci odella regione, Carollo ha emunerato le seguent icifre : il 23 per cento del bilancio, cioè 30 mi-liardi, è destinato al personale regionale . Aquesti 30 miliardi vanno aggiunti 5 miliard idi integrazioni regionali a favore dell'ERASil quale, come voi ben sapete, ha un costo bu-rocratico – perché non trasferisce ettari, non f aniente – di 10 miliardi all ' anno. Vi sono poi3 miliardi per gli insegnanti delle scuole re-gionali, un miliardo e mezzo alle scuole sussi-diarie per stipendi ed emolumenti . Si pervienecosì ad un 30 per cento, senza contare i fuor iruolo . Ma vi sono ancora altre spese improdut-tive : 20 miliardi per assegni di vario gener ea categorie, e così via . Altri 35 miliardi vannoconteggiati per le cosiddette opere sociali ne lsettore dei lavori pubblici . A questi 35 miliard ivanno aggiunti 13 miliardi spesi per la muni-cipalizzazione degli autofilotrasporti urban idelle città isolane ; 10 miliardi per l'assistenzagenerica delle famiglie ; 9 miliardi per assegni

familiari una tantum ai coltivatori diretti (no nso se vi siano compresi anche quegli assegni d icui abbiamo. visto le fotocopie diramati contanta larghezza nel corso delle ultime elezion iregionali) .

Ora, noi abbiamo per abitudine di citarein questi casi proprio gli oratori, gli espo-nenti, i dirigenti, i ministri della maggioran-za. Anche qui vorrei ricordare una interro-gazione di un deputato democristiano, l'ono-revole Greggi, il quale chiedeva al Presiden-te del Consiglio « se corrispondano a verit àle cifre gravissime riportate dalla stamp acirca la costituzione presso le regioni a sta-tuto speciale di ben 96 nuovi enti regionali ,dei quali 72 nella sola Sicilia » . Voleva cono-scere, l'onorevole Greggi, l'elenco di quest inuovi enti con la data di costituzione, il per-sonale da essi assunto, la cifra complessiv adella spesa e l'ammontare complessivo de ideficit che questi enti avevano già accumu-lato . E quanto ai dipendenti noi abbiamo del -le cifre che però sono già certamente supe-rate. Infatti, le ultime cifre che dava il Mi-nistero dell'interno erano le seguenti : 6.570dipendenti per la Sicilia ; 1 .360 per la Sar-degna; 940 per il Trentino-Alto Adige ; 322per la Valle d'Aosta (si noti bene 322 su 90 .000abitanti) ; 476 per il Friuli (mi pare che i lFriuli abbia già superato da parecchio quot a800) . Non parliamo poi del trattamento de lpersonale; nel discorso programmatico del -1' onorevole Carollo dell' altro ieri leggiam oche « il personale regionale non deve esser eun sottoprodotto, bisogna specializzarlo, biso-gna ampliarne le cognizioni e le capacità, inquanto le conoscenze sono soprattutto di or-dine giuridico » . Altro che sottoprodotto ; èun sopraprodotto ; basta considerare, infatti ,l'imponente media della retribuzione che se-gna una maggiorazione di almeno il 60 pe rcento rispetto al personale statale . Si ha cos ìlo strano paradosso di subordinati regional iche guadagnano di più del loro dirigente sta-tale con il quale si trovano nello stesso uf-ficio .

E vorrei qui ricordare che avevo pre-sentato una interrogazione all'onorevole Pre-sidente del Consiglio per chiedere se rispon-desse al vero la notizia comparsa su un gior-nale siciliano – un giornale quotidiano diCatania – secondo cui ci sarebbero funzionaridelle amministrazioni regionali, i quali per-cepiscono un guadagno di tre milioni men -sili . A questa interrogazione non è mai stat adata risposta. Della cosa hanno parlato igiornali e si è detto che il presidente dell aregione, l'allora onorevole Coniglio, aveva

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sostenuto che in fondo era una domanda in -discreta e che la regione avrebbe conside-rato un attentato alla sua autonomia l'esser einterpellata. Per la verità si tratta di fond iche sono forniti dal « Pantalone nazionale » ,in via diretta o indiretta, in gran copia . Ilfatto che non abbiamo avuto risposta ci f apensare che la cosa risponda a verità . Dob-biamo così ricordare che questo ordinamen-to, costituito soprattutto per ragioni sociali ,è un ordinamento nettamente antisociale . Seil paese fa un grosso sforzo per queste re-gioni a statuto speciale, con questo regim eparticolare, con i fondi di solidarietà, co nil trasferimento dei tributi, lo fa per affron-tare problemi di sviluppo economico e d iriequilibrio sociale, per far star meglio i po-veri e non già per far star meglio quelli chesono privilegiati, che hanno un posto e un ostipendio fisso, anche se poi questo posto equesto stipendio sono di natura parassitaria .

Ecco perché +mi pare che dell'ordinament ofinora +abbiano beneficiato ristrette minoran-ze, che sono un po' aumentate, ma sono sem-pre ristrettissime minoranze rispetto alla mas-sa della popolazione siciliana .

Si 'poteva pensare che qualcosa di meglio ,di 'più rigoroso venisse con la nuova regione ,la regione Friuli-Venezia Giulia, concepita ,attuata, avviata in tempi più maturi, 'più ri-flessivi, dopo tante valanghe di critiche sull eregioni speciali . Si sarebbe sperato che que-sta regione avrebbe proceduto su binari piùregolari, più contenuti, direi, più confacent iad una certa moralità di (politica economica eamministrativa . Invece, diciamolo +pure, an-che questa regione ha corso sugli stessi bi-nari . Abbiamo visto le spese eccezionali pe rle +sedi . Io 'potrei qui citare una interrogazionedegli onorevoli Franchi e Abelli, i quali vo-levano 'sapere se sia a conoscenza del Go-verno che non sono stati rispettati né lo spirit oné la lettera dell'articolo 67 dello statuto Friu-li-Venezia. Giulia relativo alle assunzioni, l equali dovevano essere fatte entro gli enti lo -cali e statali e, viceversa, sono state fatte to-talmente - per circa 800 unità - fuori di quest iruoli 'pubblici, tutte quante senza concorso ,tutte quante prescindendo dal titolo di studioe in più con un forte regalo di coefficienti, i lche vuoi dire con retribuzioni, non pari, mi anotevolmente superiori a quelle dei corrispón-denti ruoli ,statali che dovevano pur semprecostituire, 'secondo la legge, una 'pietra di pa-ragone .

Ora, anche se non lo diciamo noi quant opossono costare le regioni, lo dicono gli ol-tranzisti della battaglia regionale che ci sono

nell'ambito della maggioranza e che si espri-mono cercando di stimolare e anche di ricat-tare la maggioranza per una pronta attua-zione. E nei loro propositi, questi oltranzistici assicurano che nella spesa si andrà anch eben oltre .

Si è 'svolto a Torino di recente, nel mesescorso, un ennesimo convegno sull'attuazionedelle regioni . Di questo convegno sono stat i'protagonisti il sindaco professor Grosso e isottosegretari Donat-Cattin e Vittorino Colom-bo, esponenti di quella sinistra democristianache, ansiosa di imbastire dialoghi con i comu-nisti, sollecita e propugna tutte le cose atte afavorire l'incontro .

Il 'professor Grosso, candidato alla presi-denzadella futura regione piemontese, ha at-taccato i ritardi e l'e insufficienze dei disegnidi legge regionali, lamentando in essi il pre-valere di una 'mentalità burocratica e accen-tratrice. La regione - egli ha aggiunto, bat-tendo la solfa 'sull'ottimismo - va vista noncome una moltiplicazione di uffici, ma com eelemento 'strutturale e completo dello Stato ecome +ente intermedio tra il potere centrale ei comuni e le (province » . Non ci dice 'però se ,per non fare una moltiplicazione di uffici, s idebbano 'sopprimere le province . E +prosegue :« Queste » (le province) « infatti mantengonosignificato e funzioni, e la regione potrà avva-lersi », (proprio 'per mantenersi leggera) « peri compiti esecutivi, dei loro organi tecnici ,senza 'dover creare doppioni di uffici . Ondeuna regione con una burocrazia snella ren-derà inutili le discussioni sul suo costo » .

Sennonché proprio questa visuale mini-mizzatrice del professor Grosso, rassicurant eper chi lo doveva ascoltare e soprattutto peri contribuenti, è 'stata battuta « in breccia »dagli altri interventi . R chiaro che il conve-gno ha voluto pungolare Governo e maggio-ranza circa il dibattito in corso alla Camerasulla legge per le elezioni dei consigli regio-nali : dibattito che noi consideriamo senza co-strutto, perché anticipato rispetto alle leggiorganiche e finanziarie, tuttora nel limbo .Quindi, ,far 'oggi la legge 'per le elezioni rin-viando a chissà quando, e 'senza neppure dir econ quali criteri si farà, quella finanziaria ,significa evidentemente firmare una cambialescoperta e lasciare ai posteri il cómpito di tro-vare il modo (di risolvere il problema .

Ora, su questa materia, si è avuto qualchealtro intervento di oratori che chiedevano :Perché vi dobbiamo rasisicurare che spendere-mo poco ? Niente affatto : noi non dobbiam oaffatto spendere poco, ma dobbiamo spender emolto .

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Ecco infatti l'intervento dell'onorevole sot-tosegretario Vittorino Colombo, il quale, ne lconvegno, rilevava che, « accordando alle re-gioni solo i 220 miliardi di spesa sostitutiva ,a 'parte quella aggiuntiva, si avrebbe una so-luzione largamente insodisfacente, senza de-centramento » . Di rincalzo il suo collega ono-revole 'sottosegretario Donat-Cattin, dichiara -va che « trasferendo 'solo il 3 per cento dell aspesa 'statale, la cosa sarebbe ridicola e priv adi significato democratico » . « Le conclusion idella commissione Carbone - egli aggiungeva ,riferendosi a quella commissione che ha ele-vato la previsione di spesa - sono la sommadella 'resistenza della burocrazia statale conla resistenza del 'potere politico centralizzato .Se la regione non assorbirà almeno il 20 perconto delle spese statali » (pari e circa 1 .400miliardi; in realtà oggi siamo a circa 10 mil amiliardi di spesa 'statale e quindi si avreb-bero 2 mila miliardi assorbiti dalle regioni )« invece di dar luogo allo Stato regionalisticoprevisto dalla Costituzione il nuovo istitutoservirà da copertura alla continuazione delloStato centralis'ta » .

In pieno accordo, i due sottosegretari han-no poi chiesto che intanto si anticipi una leg-ge-ponte finanziaria per evitare le lungagginie consentire l'elezione dei consigli regionali ;poi si vedrà per la legge finanziaria vera epropria. Insomma, buttiamoci nel pozzo ; cos ìpoi saremo costretti comunque a cercare i lmodo di uscirne .

Si deve esser grati - noi lo diciamo - agl iautori di questa realistica chiarificazione cheha almeno il pregio dell'onestà politica . Con-tro le fumose e illusorie minimizzazioni do-vute ai capi della maggioranza, occorre che icittadini sappiano la verità, cioè il vero prez-zo di un ordinamento che - se l'elettorato no nimporrà una salutare resipiscenza - estende-rà a tutto il paese un regime di spreco, di abu-so amministrativo e finanziario e di confu-sione politica che è già stato sperimentato lar-gamente nelle regioni preesistenti .

Ora tutto ciò non fa che confortare ulterior-mente l'opposizione manifestata costantemen-te dai gruppi liberali, per essenziali ragion ipolitiche, giuridiche, amministrative ed eco-nomiche, all'istituto regionale in genere e al -la sua indiscriminata attuazione . Ne verreb-bero incrementate solo le degenerazioni dell apolitica amministrativa, la corruzione ' dell ospirito pubblico, come aveva diagnosticat oEinaudi con parole severe : « Se gli enti ter-ritoriali minori vivono di proventi ricevutio rinunciati dallo Stato o vivono - come acca-de - addirittura di sussidi, manca l'orgoglio

del vivere ' del proprio sacrificio e nasce l apsicologia del vivere a spese altrui, dell'emu-lazione nel chiedere sempre e non essere maicontenti, del mettere innanzi sempre nuov equerele per i torti del passato » .

probabilmente con la visuale di un si-. mile scoraggiante avvenire che un uomo poli-tico tanto legato alla genesi e alla dottrin adella democrazia cristiana, come l'onorevol eGuido Gonella, conveniva sostanzialmente conl'e nostre tesi formulando sul noto settimana -le Il Centro, la cui pubblicazione è cessata ,un estremo auspicio di prudenza e di respon-sabilità : « Si può anche confidare che l'ann osuggerisca opportuni ripensamenti sulla po-litica regionalistica - egli scriveva - essend oevidente che se da una parte è utile lo sbloc-camento del centralismo statale, d'altra par -te è pure ovvio che non vi è decentrament oche non si possa attuare a favore degli organ iperiferici dell'amministrazione statale oppu-re a favore dei comuni e delle province, ch esono enti democratici elettivi e rappresentati -vi nei quali si articola l 'autogoverno locale .Ancora molti si chiedono – concludeva l'ono-revole Gonella – quale utilità possa avere i nquesto momento l'istituzione delle regioni ,cioè l'istituzione di un terzo diaframma fra i lcittadino e lo Stato » .

V'è ben altro da fare, onorevoli colleghi ,nell'interesse dello Stato e delle popolazioni .Occorre affrontare una buona volta e seria -mente (lo ripetiamo senza stancarci, soprat-tutto sulla scorta degli ulteriori elementi trat-ti dalle affannose discussioni che si stanno te-nendo nella Commissione interni e nelle Com-missioni finanziarie) la crisi della finanza lo -cale, finora disinvoltamente ignorata quand osi parla di regioni e di legge finanziaria perle regioni ; e ripristinare un campo adeguatoe sicuro (e sicuro non è quello previsto nellalegge delega per la riforma tributaria, me losi lasci dire, e lo dimostreremo più ampiamen-te) di finanziamento e di imposizione per leprovince e per i comuni, limitando le inva-denza e le supremazie della fiscalità statale .Solo su questa base si potranno promuovere ,senza risibili contraddizioni tra premesse epossibilità e senza mortificanti sottomission ialla finanza centrale, il perfezionamento e losviluppo effettivo e sincero delle autonomielocali .

Ciò dovrà avvenire accrescendo la raziona-lità ed economicità degli enti e l'a responsa-bilità dei loro organi rappresentativi, nonch émediante effettivi e sostanziosi decentrament idi funzioni statali e mediante la creazione d iorganismi quali i consorzi ed altre forme ela-

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stiche ed anche transitorie fra le province ,strumenti ben più validi e moderni degli attua-li istituti regionali, che non sono validi n émoderni nei loro arcaici confini . Potenziamen-to – ripeto – di istituti !da applicare in mod ouniforme nell'intero paese ed a cui si do-vranno gradualmente ricondurre, sia per ov-viare alle 'dispendiose esperienze negative edesempi offerti, sia per perequare assai meglioi mezzi volti al riscatto di tutte le aree depres-se, senza distinzione di latitudine, anche leregioni speciali .

E ovvio che il riassorbimento di queste ul-time potrebbe impostarsi non come un subi-taneo sconvolgimento delle strutture in atto ,bensì nella forma di una sollecitazione dei pro -grammi previsti a ragionevole scadenza e di ungraduale reintegro di funzioni statali dimo-stratesi sempre valide, mentre gli organi e icompiti regionali risultati efficienti e fruttuosisarebbero assunti negli strumenti generali deldecentramento .

Si tratterebbe, in definitiva, di ristabilirela basilare eguaglianza giuridica fra tutti icittadini italiani e di accrescere, per tutti in -distintamente, le facoltà e i diritti . Ciò attra-verso un decentramento ordinato e non di-spendioso, senza creazione di nuovi organi edi nuove burocrazie, basato essenzialmentesulle province e sui comuni, cioè sugli enti ter-ritoriali sempre rimasti in evidenza ai nostr ipadri nel lungo processo di consolidament odello Stato unitario, di cui si è celebrato di re-cente, nel 1961, anche se non con buona co-scienza di tutti, il significativo centenario. (Ap-plausi — Congratulazioni) .

PRESIDENTE . Il seguito della discussioneè rinviato ad altra seduta .

Risultato della votazione segreta .

PRESIDENTE. Comunico il risultato dell avotazione a scrutinio segreto dei disegni d ilegge :

« Conversione in legge del decreto-legge11 settembre 1967, n . 795, recante attuazione d iuna disciplina di mercato per la concession edi aiuti alla produzione di olio di vinacciol iprodotto nella campagna di commercializza-zione 1966-67 » (4363) :

Presenti 304Votanti 238Astenuti 66Maggioranza 120

Voti favorevoli .

215Voti contrari . .

23(La Camera approva) .

« Conversione in legge con modificazion idel decreto-legge 11 settembre 1967, n . 794 ,che modifica e proroga la legge 25 gennai o1966, n . 31, concernente l'istituzione di albinazionali degli esportatori di prodotti orto-frutticoli ed agrumari » (4362) :

Presenti e votanti

. 304

Maggioranza . .

. . 153

Voti favorevoli

. 219

Voti contrari .

.

8 5

(La Camera approva) .

Hanno preso parte alla votazione :

BorsariBosisi oBovaBozziBrandiBreganzeBressan iBrighent iBuffoneBusettoButtèBuzziCacciatoreCaiat iCaiazzaCalasseCalviCanestrariCantalupoCappugiCapraraCapuaCariota FerraraCassandroCassian iCastell iCastellucciCattaneo Petrin i

GianninaCavallariCavallaro FrancescoCavallaro NicolaCéngarl eCeravoloCeruti Carl oCinciari Rodano Ma -

ria LisaCocco MariaCodacci Pisanell iCodignolaColleon iCollesell iColombo RenatoCosta Msa>,sssucco

AbateAbell iAbenanteAchill iAlbaAlbertin iAlboniAlessandrin iAlessi Catalano Mari aAlpinoAmadei GiuseppeAmatucc iAmendola Pietr oAntoniozziAriost oAvolioBalconi MarcellaBaldin iBallardin iBarbaBarbacci aBarberiBarbiBaroniBartoleBass iBastianell iBelc iBelottiBerlingúer MarioBerloff aBerrettaBertinell iBiaggi NulloBiagioniBianchi Fortunat oBimaBisanti sBolognaBonaitiBoneaBontade MargheritaBorgh iBorra

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

Cottone Gambelli Fenili Mattarella SalizzoniCovelli Gasco Maulini SalviCrocco Gàspari Mazza Sammartin oCruciani Gennai Tonietti Erisia Melloni Santagat iCuttitta Gerbino Messe SantiDal ,Canton Maria Pia Giachini Messinetti SartórD'Alessio Giolittl Miceli SassoD'Amato Girardin Micheli ScarpaD'Ambrosio Gitti Migliori Sciont iD'Amore Gombi Miotti Carli Amalia Scricciol oD'Antonio Gonella Guido Mitterdorfer Sedat iD'Arezzo Gorreri Mussa Ivaldi Vercelli SemeraroDàrida Graziosi Nannini SforzaDe Capua Greggi Napoli SgarlataDe Florio Greppi Negrari Silvestr iDegan Guadalupi Nicoletto SimonacciDel Castillo Guariento Nucci Sinesi oDelfino Guerrini Giorgio Orlandi Solian oDella Briotta Guerrini Rodolfo Pagliarani Sorg iDelle Fave Guidi Palazzolo SpagnoliDe Lorenzo Gullotti

- Palleschi SporaDe Maria Hélfer Pasqualicchio StellaDe Meo Ingrao Patrini Storch iDe Pascàlis lozzelli Pella TambroniDe Stasio Isgrò Pellicani TanassiDiaz Laura Jacazzi Pennacchini TàntaloDi Benedetto Jacometti Piccinelli TavernaDi Giannantonio La Bella Piccoli Tedesch iDi Nardo Laforgia Pieraccini Tempia Valent aD'Ippolito Laj610 Pintus TenagliaDi Primio La Malfa Pirastu Terranova CorradoDi Vagno La Penna Pitzalis Terranova RaffaeleDi Vittorio Berti Bal - La Spada Poerio Titomanlio Vittori a

dina Lattanzio Pucci Ernesto TodrosDossetti Lenoci Quaranta TogniErmini Leopardi Dittaiuti Quintieri TorosFabbri Francesco Levi Arian Giorgina Racchetti Tozzi Condiv iFada Lezzi Radi Truzz iFailla Li Causi Raia Usvard iFanfani Lizzero Rampa ValoggianiFerrari Aggradi Lombardi Riccardo Raucci VergaFerrari Virgilio Lombardi Ruggero Reale Giuseppe VeronesiFerraris Longoni Reggiani Vicentin iFerri Mauro Loreti Riccio VillaFiumanò Lucchesi Righetti VillaniFoderaro Lucifredi Rinaldi VincelliFolchi Lusóli Ripamonti Viviani LucianaForlani Luzzatto Romanato Zaccagnin iFortini Magno Rosati Zanibell iFortuna Magri Rumór ZappaFracassi Malfatti Francesco Russo Spena ZinconeFranceschini Mannironi Russo Vincenzo ZugnoFranco Raffaele Marotta Michel eFranzo Marras Si sono astenuti sul disegno di legge

Fulci Martini Maria Eletta n. 4363 :

Fusaro Martoni Abenante Amandola PietroGagliardi Martuscelli Alboni AvolioGalluzzi Vittorio Matarrese Alessi Catalano Maria Balconi Marcella

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SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

di legge : « Estensione delle provvidenze d icui alla legge 3 gennaio 1963, n . 4, ai fabbri-cati rurali 'danneggiati o distrutti dai terre-moti verificatisi negli anni 1960 e 1961 nell eprovince di Terni, Perugia ,e Rieti e nel se-condo semestre !del 1961 nella provincia d iFirenze » (2952), con modificazioni e con i ltitolo : « Estensione delle provvidenze di cu ialla legge 3 gennaio 1963, n . 4, ai fabbricatirurali danneggiati o distrutti d'ai terremot iverificatisi negli anni 1960 e 1961 nelle pro -vince di Terni, Perugia e Rieti e nel secondosemestre del 1961 nella 'provincia di Firenz ee provvidenze per i comuni terremotati dell aregione, marchigiana », e con l'assorbiment odelle proposte di legge : Puccl EMILIO :

« Estensione dei benefici !previsti dalla legge3 gennaio 1963, n . 4, per i fabbricati ' urbanidistrutti o danneggiati dai terremoti verifica -tisi nelle province di Firenze, Terni, Perugiae Rieti negli anni 1960 e 1961, ai fabbricati ru-rali colpiti dalle medesime calamità » (1242) ;e MAllONI ed altri : « Interpretazione e modi-ficazioni della legge 3 gennaio 1963, n . 4, re-cante 'provvidenze straordinarie a favore d izone alluvionate o terremotate negli ann i1960 ,e 1961 » (1577), le quali, 'pertanto, sa -ranno cancellate dall'ordine del giorno .

Ritiro di una richiest adi rimessione all'Assemblea .

PRESIDENTE . Comunico che il Governoha dichiarato di ritirare la richiesta di rimes-sione all'Assemblea del disegno di legge :« Riordinamento di alcuni servizi centrali del-l'amministrazione finanziaria e norme inte-grative alla legge 19 luglio 1962, nn . 959 » (testounificato approvato dalla V Commissione delSenato) (4042) .

Il provvedimento resta, !pertanto, assegna-to alla I Commissione (Affari costituzionali) ,in sede legislativa .

Annunzio di interrogazion ie di una interpellanza .

Calvetti Pedini FRANZO, Segretario, legge le interroga-De Zan Principe zioni e la interpellanza pervenute alla Presi-Galli Russo Carlo denza .Imperiale ScelbaMarzotto GUERRINI RODOLFO . Chiedo di parlare .

Levi Arian Giorgin aLi Caus iLizzeroLusol iLuzzatt oMagnoMalfatti FrancescoMarra sMatarres eMaulin iMeltoniMessinett iMicel iNicolettoPagliaran iPasqualicchioPirastuPoerioRaiaRaucc iScarpaSciontiSforzaSoli an oSpagnol iTedesch iTempia ValentaTerranova Raffael eTodrosVillaniViviani Lucian a

(concesso nelle sedute

Ferrari Riccard oMarchian iOrigliaPalaPrearoRomitaSabatin iSavio Emanuel aSecretoUrsoValiante

Baldin iBastianell iBorsariDrighent iBusett oCacciatoreCalass eCapraraCeravoloCinciari Rodano Ma-

ria LisaCosta MassuccoD'Alessi oDe FlorioDiaz LauraDi Benedett oD 'IppolitoDi Vittorio Berti Bal-

dinaFaillaFiumanòFranco Raffael eGambelli FeniliGiachiniGombiGuerrini RodolfoGuidiIngraoJacazziLa BellaLajólo

Sono in congedoprecedenti) :AlesiAmodíoAzzaroBemporadBottariBuzzettiCarigliaCattaniCurti AurelioDall'Armellin aDe Leonardi sDe Marzi

(concesso nella seduta odierna) :

Approvazione in Commissione.

PRESIDENTE . La IX Commissione (lavoripubblici) nella riunione pomeridiana, in sed elegislativa, ha approvato il seguente disegno

PRESIDENTE. Ne ha facoltà .

GUERRINI RODOLFO . Vorrei pregarel'onorevole Presidente di rendersi interpret e

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IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

presso il ministro degli interni del mio desi-derio affinché venga data sollecita risposta all ainterrogazione 'n . 6441, da ime presentata i l28 settembre, tendente a far sì che possano te-nersi le elezioni amministrative nel comun edi Siena il 3 dicembre prossimo . Si tratta diuna questione urgente perché, se non si deci-derà entro il 19 ottobre, scadranno i termin iprevisti dalla legge per indire le elezioni .

PRESIDENTE. La Presidenza interesser àil ministro competente .

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine delgiorno della seduta di venerdì 13 ottobre 1967 ,alle 10 :

1. — Interrogazioni .

2. — Svolgimento della proposta di legge :

PIRASTU ed altri : Istituzione di unaCommissione parlamentare di inchiesta su lfenomeno del banditismo in Sardegna in re-lazione alle condizioni economico-sociali del -l'Isola (4447) .

3. — Seguito della discussione del disegnodi legge :

'Norme per la elezione dei Consigli re-gionali delle Regioni a statuto normale (4171) ;

— Relatore: Di Primio .

5. — Seguito della discussione del disegnodi legge :

Norme sui referendum previsti dall aCostituzione e sulla iniziativa legislativa de lpopolo (1663) ;

— Relatori : Martuscelli, per la maggio-ranza; Rozzi, di minoranza .

6. — Discussione della proposta di legg ecostituzionale :

AllARO ed altri : Modifica del terminestabilito per la durata in carica dell'Assem-blea regionale siciliana e dei Consigli regio-nali della Sardegna, della Valle d 'Aosta, delTrentino-Alto Adige, del Friuli-Venezia Giu-lia (2493) ;

- Relatore : iGullotti .

6. — Discussione della proposta di legge :

'CASSANDRO ed altri : Riconoscimento del-la Consulta nazionale quale legislatura dellaRepubblica (2287) ;

Relatore : Dell'Andro .

7 . — Discussione del disegno di legge :

Adesione alla Convenzione per il ricono-scimento e l'esecuzione delle sentenze arbi-trali straniere, adottata a New York il 10 giu-gno 1958 e sua esecuzione (Approvato dal Se -nato) (3036) ;

— Relatore: Russo Carlo .

8. — Seguito della discussione delle propo-ste di legge:

FODERARO ed altri : ''Modifiche all'artico-lo 33 del testo unico delle norme sulla disci-plina della circolazione stradale, approvatocon decreto del Presidente della Repubblica15 giugno 1959, n . 393, relativamente ai limit idi peso per i veicoli da trasporto (1772) ;

BIMA : Modifiche agli articoli 32 e 33 de lCodice della strada (1840) ;

- Relatori : Cavallaro Francesco e Sam-martino .

9. — Discussione del disegno di legge :

Ordinamento delle professioni di avvo-cato e di procuratore (707) ;

— Relatore : Fortuna .

10 . — Discussione delle proposte di legge :

NATOLI ed altri : Disciplina dell'attivit àurbanistica (296) ;

GUARRA ed altri : Nuovo ordinamento del -l'attività urbanistica (1665) ;

— Relatore : Degan .

11 . — Discussione delle proposte di legge :

'CRUCIANI ed altri : Concessione dell apensione ai combattenti che abbiano rag-giunto il sessantesimo anno di età (Urgen-za) (28) ;

VILLA ed altri : Concessione agli ex com-battenti che abbiano maturato il 60° anno dietà di una pensione per la vecchiaia (Ur-genza) (47) ;

DURAND DE LA PENNE ed altri : Assegn oannuale agli ex combattenti della guerra 1915 -1918 (Urgenza) (161) ;

LENOCI e BORSARI : Concessione di unapensione agli ex combattenti che abbiano ma -turato il 60° anno di età (Urgenza) (226) ;

LuPis ed altri : Concessione della pen-sione ai combattenti della guerra 1915-18 (Ur-genza) (360) ;

BERLINGUER MARIO ed altri : Concessio -ne di una pensione agli ex combattenti ed a iloro superstiti (Urgenza) (370) ;

COVELLI : Concessione di una pensionevitalizia agli ex combattenti (Urgenza) (588) ;

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BOLDRINI ed altri : Concessione di pen-sione in favore degli ex combattenti (Urgen-za) (717) ;

— Relatore : Zugno .

12 . — Seguito della discussione del dise-gno di legge:

Modifiche alla legge 10 febbraio 1953 ,n. 62, sulla costituzione e il funzionamentodegli organi regionali (1062) ;

— Relatori: Di Primio, per la maggio-ranza; Almirante, Accreman, Luzzatto, di mi-noranza .

13 . — Discussione dei disegni di legge :

Norme per il comando del personale del -lo Stato e degli enti locali per la prima co-stituzione degli uffici regionali (1063) ;

— Relatori: Piccoli, per la maggioranza;Almirante, di minoranza;

Princìpi e passaggio di funzioni alle re-gioni in materia di circoscrizioni comunal i(1064) ;

— Relatori: Baroni, per la maggioranza;Almirante, di minoranza .

14 . — Discussione della proposta di legge :

Bozze ed altri : Controllo parlamentaresulle nomine governative in cariche di azien-de, istituti ed enti pubblici (1445) ;

— Relatore : Ferrari Virgilio .

15 . — Discussione del disegno di legge :

Deroga temporanea alla tabella 1 an-nessa alla legge 12 novembre 1955, n. 1137,

sostituita dall'allegato A alla legge 16 novem-bre 1962, n . 1622, concernente il riordinamen-to dei ruoli degli ufficiali in servizio perma-nente effettivo dell'Esercito (Approvato dal -la IV Commissione permanente del Senato )(3594) ;

— Relatore : De Meo .

La seduta termina alle 20,5.

ERRATA CORRIG E

Nel resoconto stenografico della seduta an-timeridiana di martedì 25 luglio 1967, pa-gina 37094, prima colonna, sotto il titolo :« Annunzio di presentazione di proposte d ilegge di iniziativa regionale », la proposta d ilegge n . 4290 : « Revisione degli articoli 3 e46 della legge costituzionale 26 febbraio 1948 ,

n. 3, concernente lo statuto speciale per la Sar-degna » deve essere considerata come propo-sta .di legge costituzionale e non ordinaria,come erroneamente stampato.

IL CAPO DEL SERVIZIO DEI RESOCONT I

Dott . MANLIO Rossi

L'ESTENSORE DEL PROCESSO VERBAL E

Dott . VITTORIO FALZONE

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INTERROGAZIONI E INTERPELLANZAANNUNZIATE

Interrogazioni a risposta scritta .

MONASTERIO, D'IPPOLITO, ALBONI ,PEZZINO E GRIMALDI . — Ai Ministri del-l'interno, della sanità e del tesoro . — Per sa-pere se siano informati dell'accorata protestache si diffonde fra i ciechi civili per l'incre-dibile lentezza con la quale vengono evase l epratiche di concessione della pensione vita-lizia .

Risulta agli interroganti che la predett alamentata lentezza debba in primo luogo at-tribuirsi alla grave paralisi che travaglia gl iUffici regionali dell 'ONCC, la cui attività, par-ticolarmente complessa e vasta nelle regionimeridionali, grava in molti casi sulle solespalle del segretario regionale, per di pi ùcieco, cui la Presidenza nazionale presta sal-tuariamente l'aiuto di personale, non sempreidoneo, inviato in missione per periodi no nsuperiore ai due-tre mesi .

E per conoscere se non intendano porr efine prontamente all'assurda intollerabile si-tuazione sopra denunciata, assicurando agl iUffici regionali dell'ONCC il personale quan-titativamente e qualitativamente necessario ,perché l'attesa e la speranza di migliaia emigliaia di ciechi civili non continuino a dessere frustrate ancora per anni .

(24313 )

MONASTERIO. — Al 'Ministro della ma-rina mercantile . — Per conoscere i motivi peri quali la Commissione consultiva di Brindis iper la pesca marittima, prevista dall'articol o7 della legge 14 luglio 1965, n . 963, e fin da lt° aprile 1967 formalmente (decreto n . 25, pro-tocollo 5783) nominata dalla Capitaneria d iPorto, non è ancora entrata in funzione ;

e per sapere se non reputi di dover in-tervenire affinché la predetta Commission evenga prontamente chiamata ad assolvere icompiti ad essa conferiti dalla legge ed, i nprimo luogo, ad offrire il contributo delle co-noscenze ed esperienze dei suoi component iper affrontare il problema dell'inquinament odelle acque del porto e di larga parte del li-torale antistante che si ripropone non di rad oalle categorie interessate ed alla pubblica opi-nione con il verificarsi di gravi manifestazio-ni di avvelenamento di pesci e di altre speci edi fauna marina.

(24314 )

CARADONNA . — Al Presidente del Con-siglio dei ministri e al Ministro degli affariesteri . — Per conoscere se risponde a verità la

notizia diffusasi in questi giorni, che il regnodel Nepal chiuderebbe la propria ambasciataa Roma per motivi di austerità del bilanciodello stato nepalese .

L'interrogante ha motivo invece di ritener eche la decisione del regno del Nepal non si adeterminata da ragioni di bilancio, ma, piùche altro, perché sin dal 1960 – anno in cuila Repubblica italiana si accreditò presso i lregno del Nepal, tramite l'ambasciata resi -dente a Nuova Delhi (India) – l'Italia, nono -stante reiterate promesse, non ha ritenutosino ad oggi di aprire una propria ambasciataa Kathmandu .

L'interrogante fa presente come oggi, il re-gno del Nepal, paese non allineato, passasvolgere un ruolo assai importante per la pre-servazione e la perpetuazione della pace edell'armonia fra i due stati vicini : India eCina . Inoltre, questo paese, dalle sue enorm ipossibilità di flora e fauna, ha necessità d itecnici, specialmente -italiani, e offre valid epromesse di un futuro intenso sviluppo di rap-porti economici e commerciali . In particolarmodo oggigiorno nel Nepal, per le imprese ita-liane, vi è possibilità di impiego per costru-zioni edili, strade, ponti, irrigazioni, teleco-municazioni, industrie . Il mercato nepalianoha poi bisogno di importare dall'Italia lana ,cotone, confezioni, macchine agricole, auto -carri, prodotti farmaceutici, apparecchi sani -tari, fertilizzanti chimici, velluto, cemento ,materiale elettrico .

Vi è insomma una vasta prospettiva di ot-timi rapporti di affari, molto più che recen-temente il dipartimento industriale del Ne-pal offre a ditte straniere crediti per il 60 percento dei capitali impiegati . -

L' interrogante chiede pertanto :1) perché nel corso dei sette anni di at-

tesa non si sia ritenuto dar luogo alla promes-sa apertura dell'ambasciata italiana nel regn odel Nepal, precisamente nella sua capitaleKathmandu ;

2) quali passi intenda compiere il Mi-nistro degli affari esteri, presso lo stato de lNepal, onde evitare la chiusura dell'ambascia-ta di questo paese a Roma .

3) cosa intende fare il governo italian oper accelerare l'apertura dell'ambasciata ita-liana nel Nepal e per dare assicurazione diciò al regno unito del Nepal .

(24315 )

PIGNI . — Ai Ministri del lavoro e pre-videnza sociale e di grazia e giustizia. — Perconoscere i provvedimenti adottati nei con -fronti dei responsabili della morte del gio-

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vane Alberto Scattolin, di 16 anni, operai oapprendista, deceduto nella mattinata del 2 6settembre scorso a causa di un incidente oc -corsogli sul posto di lavoro, la Cartiera Aqui -la di Fagnano Olona, mentre era addetto a duna macchina alla quale di solito lavoravan odue operai specializzati .

Per sapere inoltre se non si intenda pro-cedere ad una severa inchiesta al fine di ga-rantire la sicurezza sul lavoro presso le fab-briche della catena Mayer (di cui la cartier aAquila fa parte) dove, in questi ultimi tempi ,si sono verificati molti altri incidenti, alcu-ni dei quali mortali .

Per conoscere infine l'esito dell'inchiest aaperta nel 1966 al fine di accertare le caus eche provocarono la morte di due operai (un odei quali apprendista) presso la fabbricaVita-Mayer .

(24316 )

VIZZINI, ROSSI PAOLO, DELLA BRIOT-TA, RICCIO, BARTOLE, ISGRO, GREPPI ,FERRI, CANTALUPO, ALPINO, SCARPA ,AMENDOLA PIETRO, CASTELLI EDGAR-DO, ROMANATO, GULLO, FERRARI, FOA ,MATTEOTTI, BIMA, MAROTTA MICHELE ,DE MARTINO FRANCESCO, ARIOSTO ,GUERRINI GIORGIO, TANASSI E MUSSAIVALDI VERCELLI . — Al Ministro dell'agri-coltura e delle foreste . — Per sapere – dopoi passati ed i recentissimi eccidi, denunciat idalla stampa, perpetrati ai danni della pre-ziosa fauna del parco del Gran Paradiso (640camosci distrutti nel 1962 ad esempio), ch eriveste un primario interesse scientifico e tu-ristico sul piano nazionale e internazionale – :

1) perché l'autorità tutoria del parco ,sorretta dallo Stato, dalla provincia di Torin oe dalla regione d'Aosta continua a praticarela aperta e illegale violazione dei confini sta-biliti rigorosamente dalla legge costitutiva (1 7aprile 1925 e regio decreto-legge 13 agosto1923, n . 1867), perpetrata dalla arbitraria in-troflessione degli stessi in Val Piantonetto ein Valsavaranche, dove avvengono letteral imassacri, che Mussolini concesse illegalmen-te ai cacciatori, ma che nessuna legge ha ma isancito ;

2) perché il Ministro dell'agricoltura ,valendosi delle facoltà concessegli dalla leggeistitutiva, non allarga quéi confini del parc oche sono caotici e a mezza costa, fino al fond ovalle naturali, secondo progetti precisi insi-stentemente proposti, per rendere meno co-stosa aleatoria e pericolosa quella sorveglian-za contro i bracconieri che tanto costa all oStato italiano .

(24317)

FRANZO . — Al Ministro per gli interventistraordinari nel Mezzogiorno e per le zonedepresse del centro-nord. — Per conoscerei motivi in base ai quali il Comitato intermi-nisteriale ha escluso i comuni di Dorzano ,Salussola e Cavaglià (Vercelli) dalle zone de -presse e quindi dai benefici della legge 22luglio 1966, n . 614, modificando, peraltro, i lpiano elaborato dal Comitato regionale pie-montese per la programmazione .

All'uopo l'interrogante fa presente quantosegue :

1) i tre comuni si trovano ai margin idella zona industriale biellese della qualeperò, non risentono i benefici economici d isviluppo ;

2) i tre comuni sono situati in zona col-linare non irrigata, o scarsamente irrigata ,con colture molto frazionate per la partico-lare qualità del terreno e del profilo altime-trico ;

3) i tre comuni hanno una popolazionein grave diminuzione e un indice di invec-chiamento in forte aumento .

L'agricoltura della zona offre perciò red-diti molto bassi per il miglioramento de iquali è necessario favorire in ogni modo l'in-sediamento industriale, al di fuori del set-tore tipico della zona – il tessile – che, peral-tro, in questi tempi è caratterizzato, comenoto, da una grave crisi .

L'interrogante chiede perciò di sapere senon si intenda esaminare la possibilità di unarevisiorte della decisione presa, includendo icomuni di Dorzano, Salussola e Cavaglià ne lpiano delle aree depresse ed accogliendo cos ìle giuste richieste delle popolazioni dell azona e dello stesso Comitato regionale pie-montese per la programmazione .

(24318 )

TANTALO. — Ai Ministri dell'agricolturae foreste e del tesoro . — ,Per conoscere qual iprovvedimenti essi intendono urgentementeadottare perché 1'AIIMA accrediti alle Sed iprovinciali dell'Ispettorato dell'alimentazion ei fondi necessari per il pagamento dell'integra-zione di grano duro dovuta ai coltivatori .

In particolare, l'interrogante sollecita taleintervento in favore dei coltivatori diretti edegli assegnatari delle province di Potenza eMatera, le cui condizioni economiche notoria -mente e gravemente disagiate impongono laadozione di provvedimenti urgenti .

(24319 )

BIGNARDI . — Ai Ministri della sanità edell'industria, commercio e artigianato . —Per sapere, in relazione alle notizie di fonte

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USA circa impegnativi studi sull'eliminazion edei gas di scarico delle automobili, gas ch econcorrono in via primaria !a determinare gra-vi inquinamenti atmosferici nelle città, qual iiniziative – anche in collaborazione con l ' in-dustria privata – siano previste in Italia pe rtendere a una soluzione dei preoccupanti pro-blemi igienico-sanitari creati dagli inquina -menti atmosferici da scarichi dei motori auto-mobilistici .

(24320 )

CACCIATORE . — Al Ministro dell'agri-coltura e delle foreste. — Per conoscere qual isono i motivi che si oppongono alla defini-zione delle pratiche !di contributo a suo temp opresentate in base al primo piano verde . Se èpoi vero che agli ispettori provinciali del -l'agricoltura siano state date istruzioni di ri-tenere decadute tutte le domande relative a lprimo piano e non ancora definite e se si avero che gli interessati dovrebbero 'ripetere l edomande (già presentate daanni), con dichia-razione dei volersi avvalere del secondo pianoverde .

L'interrogante rileva che tutto ciò, se ve-ro, significherebbe definire una atroce beff aquanto fu promesso ai coltivatori diretti i nbase al primo piano verde e quanto oggi s ipromette in base al secondo piano .

(24321)

SINESIO. — Al Ministro della pubblic aistruzione . — Per conoscere quali provvedi -menti ritiene di adottare per rendere esecu-tiva l'Ordinanza ministeriale del 10 settembre1963, concernente le modalità di funzionamen-to del doposcuola nella Scuola media statale ,dal momento che tale importante ed utilis-sima istituzione ha visto scarsissima applica-zione, e ciò a causa di una lunga serie di in-convenienti, il principale dei quali è costi-tuito dagli irrisori compensi stabiliti a favoredei professori che dovrebbero dedicarsi a det-ta iniziativa .

La nuova Scuola media, infatti, per attua -re in pieno il suo programma, deve richie-dere un più frequente contatto tra docenti ediscenti e le ore del doposcuola dovrebberoservire ad approfondire le ricerche in pro-gramma, a servirsi dei sussidi didattici ed aconsultare le opere presenti in biblioteca . Unarevisione, quindi, all'ordinanza stessa, all oscopo di renderla pienamente funzionale, s ìrende più che mai necessaria .

(24322 )

SINESIO. — Al Ministro delle finanze . —Per conoscere se non ritiene opportuno, allaluce degli scarsi risultati che offre la lotta al

contrabbando, esercitata, come è noto, co nl'ausilio di una imponente organizzazione d iuomini e di mezzi che pesa enormemente su lbilancio dello Stato, di studiare l'opportunitàdi ridimensionare il costo delle sigarette este-re, allo scopo di estinguere, gradualmente, i lfenomeno del contrabbando dei tabacchi .

(24323 )

SINESIO . — Ai Ministri dell'interno e deilavori pubblici . — Per sapere se si trovano a lcorrente della situazione, veramente dramma-tica, in cui versa il complesso monumentaledi Sant'Agostino di Palermo .

In seguito alla interruzione dei lavori d irestauro per mancanza di fondi, sono rima-sti in sospeso il ripristino del muro perime-trale orientale dell'edificio (che rivela strut-ture intatte del Trecento) ed il consolida-mento del tempio che ostenta lesioni gravis-sime minaccianti la stabilità dello stesso, ol-tre alla vita dei frati e di coloro che frequen-tano la chiesa di Sant'Agostino .

(24324 )

SINESIO . — Ai Ministri dell'industria ,commercio e artigianato e delle partecipazionistatali . — Per conoscere se non intendonopromuovere lo sfruttamento del sottosuolo aCianciana (Agrigento) dove esistono parec-chie miniere di zolfo improduttive, il cui mi-nerale è di una qualità nettamente superiorea quelle attualmente in commercio, giaci -menti di metano, di salgemma e di sali potas-sici .

La valorizzazione industriale di questazona, potrebbe arrestare in parte il triste fe -nomeno dell'emigrazione, eliminando la di-soccupazione e ridando fiducia alle popola -Zioni di questa zona arretrata della Sicilia .

(24325 )

SINESIO. — Al Ministro della pubblicaistruzione . — Per conoscere se non ritiene d ivenire incontro a quegli insegnanti elemen-tari che, pur non essendo risultati vincitor idei concorsi ai quali hanno partecipato, han -no conseguito la idoneità con 7/10, il che si-gnifica che le commissioni hanno riscontrat ola loro piena maturità . Poiché con la leggen . 426 dell'estate del 1966 è stato possibil esistemare in ruolo quegli insegnanti che al -l'atto della promulgazione della stessa risul-tavano in possesso di una sola approvazione(corrispondente alla votazione di 6/10) e concinque anni di servizio, l'interrogante chiedeche venga bandito un concorso speciale pertale disagiata categoria di insegnanti, al qua-

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le dovrebbero partecipare coloro che si tro-vano in possesso di almeno due idoneità con -seguite con 7/10 ed in servizio da almeno ottoanni.

(24326 )

SINESIO . — Al Ministro delle finanze . —Per sapere se si trova a conoscenza dello sta-to di disagio esistente nella classe dei sottuf-ficiali della Guardia di finanza, a causa dellarecrudescenza dei trasferimenti-lampo che d aun certo tempo a questa parte pare che sianostati ripristinati in alcuni comandi di legione .

Tali sistemi, specialmente se rivolti a sot-tufficiali che da cinque-sei anni si trovano i nuna determinata località, dove magari, a prez-zo di duri sacrifici hanno potuto proceder eall'acquisto di una casa a riscatto ed indiriz-zare i loro figlioli nelle locali scuole, otten-gono risultati negativi perché, tra questi sidiffonde un certo senso di sfiducia ed un con -seguente abbattimento morale, in quanto siviene, così, 'ad aggravare la loro situazioneeconomica e a far sorgere il problema, assa idifficile da risolversi, del come potranno ca-varsela col misero stipendio che percepiscono ,specie se il trasferimento riguarda un mili-tare che viene spostato da un piccolo centr oad una città dove il prezzo di affitto di un aabitazione raggiunge cifre iperboliche .

L'interrogante, chiede, pertanto, che ven-gano riveduti gli ultimi trasferimenti, dando ,magari ai militari un ragionevole preavviso .

(24327 )

SINESIO . — Al Presidente del Consigliodei ministri ed ai Ministri della difesa e de llavoro e della previdenza sociale . — Per cono-scere quali provvedimenti intendano adottar eper risolvere il problema del reimpiego press ol'Amministrazione dello Stato dei sottufficial idi carriera che sono stati costretti ad abban-donare il servizio attivo per effetto del de-creto legislativo del Capo provvisorio delloStato 13 maggio 1947, n . 500, che ha dispost oil collocamento a riposo dei sottufficiali d icarriera 'per riduzione dei quadri dell'esercito ,della marina e dell'aeronautica imposta da lTrattato di pace.

L'articolo 4 del citato decreto stabilisce .I sottufficiali che cessano dal servizio d'au-

torità in applicazione del presente decreto ,possono essere d'ufficio ammessi nell'impieg ocivile di gruppo C anche presso le altre Am-ministrazioni dello Stato, d'intesa con le me-desime, semprecché il reimpiego avvengacontemporaneamente al congedamento » .

I sottufficiali che in applicazione del pre-sente decreto cessano dal servizio a domand ae quelli che cessano dal servizio d'autorità ,ma che non sono contemporaneamente reim-piegati come civili, possono concorrere all'im-piego civile nelle pubbliche amministrazion ia prescindere dai limiti di età .

Successivamente è entrata in vigore la leg-ge 5 marzo 1961 n . 90 che stabilisce la ces-sazione delle disposizioni di assunzioni fuor iconcorso .

Prima dell'emanazione di detta legge iministeri competenti non si sono preoccupat idi accogliere le domande di assunzione di tuttii sottufficiali congedati, accontentando alcun ie lasciando disoccupati altri, in special mod oi sottufficiali che hanno prestato servizio ne iruoli della marina .

Non si è data quindi applicazione al de-creto legislativo del Capo 'provvisorio del -lo Stato 13 maggio 1947, n . 500, e con lalegge 5 marzo 1961, n . 90 si è preclusa a isottufficiali congedati la possibilità di esser eassunti di ufficio presso le Amministrazion idello Stato secondo quanto stabilisce l'arti-colo 4 del citato decreto .

Ora moltissimi di questi sottufficiali nonpossiedono né il titolo di licenza media né u nqualsiasi documento professionale attestant el'esplicazione di un'arte o mestiere, espressa -mente richiesti dai bandi di concorso, anch eper quelli di operai dello Stato .

Infatti all'atto dell'arruolamento, per mol-te categorie, non venivano richiesti detti ti-toli specifici . Nè gli interessati logicamentevi hanno provveduto nel corso del loro ser-vizio alle dipendenze delle varie Armi delladifesa .

L'interrogante chiede che venga resa giu-stizia a questi sottufficiali, che dopo avere ser-vito con onore e dedizione la patria, in paceed in guerra, sono rimasti privi di qualsias ioccupazione e che dal 1947 — anno del lor ocongedo d'autorità — sono stati costretti a ri-piegare in umili e mortificanti mestieri pu rdi poter continuare a mantenere le propriefamiglie .

(24328 )

SINESIO . — Al Ministro della pubblicaistruzione . — Per conoscere le ragioni per cuinon è stata mantenuta la promessa di istituir ea Licata (Agrigento) una sezione del liceoscientifico aggregata al locale liceo classico ,dopo che circa sessanta alunni provenientidalla scuola media avevano manifestato il de-siderio di iscriversi in detto tipo di scuola,

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cosa questa a conoscenza delle autorità sco-lastiche.

La mancata istituzione dello « scientifico » ,a Licata, ha deluso le aspettative di un largostrato della popolazione e le vive proteste d iquesti giorni, ne rappresentano la prova evi -dente .

L'interrogante chiede, pertanto, che veng ariesaminata la questione nel senso più bene-volo, perché è veramente inconcepibile ch euna città martoriata come Licata venga ulte-riormente beffata anche per quello che ri-guarda l'istruzione dei giovani .

(24329 )

ABENANTE . — Al Ministro del lavoro edella previdenza sociale . — Per conoscere co-me l ' INAIL intende ovviare ai gravi incon-venienti esistenti alla sede di Castellammaredi Stabia (Napoli), sede che deve servire pe raltri 20 comuni viciniori e che si caratterizz aper il suo stato di abbandono, la mancanz adi locali adatti alla erogazione delle presta-zioni e al buon svolgimento del servizio daparte degli impiegati .

In considerazione del fatto che la suddettasede è in affitto, l'interrogante chiede di co -noscere se non sia il caso che l'INAIL co-struisca una sede propria . (24330)

ABENANTE E CAPRARA . — Ai Ministr idell'interno, del lavoro e previdenza sociale edei trasporti e aviazione civile . — Per co-noscere quali urgenti provvedimenti intendo -no adottare ì Ministri interrogati per norma-lizzare la situazione all'ATAN di Napoli ove ,per mancanza di personale, i lavoratori sonocostretti a sottoporsi ad insostenibili presta-zioni, causa di infortuni e malattie tali dacostituire un permanente attentato alla lor osalute tanto che solo nel 1966 sono state sus-sidiate dalla Cassa soccorso ben 153 .743 gior-nate ad agenti particolarmente colpiti da ma-lattie all'apparato respiratorio o addominale ,reumatiche, del sistema nervoso eccetera, conuna impressionante e permanente progres-sione .

In particolare gli interroganti chiedono d iconoscere le cause che hanno determinato a l1° aprile 1967 la contrazione dell'organico pre-visto dal Ministero di ben 1 .100 unità in un acittà caratterizzata da decine di migliaia d idisoccupati disponibili e abili al lavoro ri-chiesto dall'ATAN . Gli interroganti chiedon oaltresì di conoscere i motivi che non hann odeterminato drastici interventi verso l'aziendaper normalizzare la situazione da parte d iquella autorità tutorie che hanno sempre tro -

vato il tempo per annullare conquiste sinda-cali dei tranvieri napoletani .

Infine gli interroganti chiedono di cono-scere i tempi entro i quali la situazione sar ànormalizzata per evitare altresì ulteriori di-sagi ai cittadini-utenti dato che nel corso de l1966, nonostante che i tranvieri siano stat icostretti ad 'effettuare migliaia di ore di stra-ordinario, sono stati annullati ben 275.000viaggi pari all'U per cento dei viaggi preven-tivati .

(24331 )

ISGRÒ. — Al Ministro dell'agricoltura edelle foreste. — Per sapere se non intendaintervenire con urgenza presso gli enti am-massatori della Sardegna per rendere possi-bile l'ammasso della maggior quantità di gra-no tenendo presente la buona annata agrariain particolare nella zona della Marmilla .

(24332 )

FERIOLI . — Al Ministro dei lavori pub-blici . — Per sapere se gli risulta che inprovincia di Piacenza hanno presentato do -manda, per ottenere il finanziamento pe rl'acquisto o la costruzione di un appartamen-to, 468 persone e che 115 sono entrati in gra-duatoria senza peraltro che, a due anni di di -stanza, le loro pratiche siano state finanziate .

L'interrogante chiede altresì se risult ivero quanto pubblicato dalla stampa locale ecioè che inutilmente le banche hanno chiest oalla Gescal di Roma dì accreditare le sommeoccorrenti per dare avvio ai prestiti .

Atteso che le pratiche sono state avviatea norma 'di legge, l'interrogante chiede di sa -pere come 'possa spiegarsi una situazione delgenere e - in ogni caso - quali urgenti prov-vedimenti il Ministro intenda assumere pe rovviare alla grave situazione .

(24333 )

ZUGNO E PEDINI . — Al Ministro dei la-vori pubblici . — Per conoscere quali urgentiprovvedimenti intenda adottare per ripristi-nare il libero transito dei veicoli leggeri e pe-santi sul ponte in ferro che attraversa il fiu-me Metta sulla statale n . 45-bis (Gardesana oc-cidentale) nei pressi del comune di Maner-bio (Brescia) .

Il ponte, che interessa tutto il traffico trale province di Piacenza, Cremona e Bresci agravemente danneggiate dalla impossibilit àdi usare tale importante via di comunicazio-ne, per disposizione dell'ANAS è stato chiusoal traffico - in un primo tempo - per tutti iveicoli leggeri e pesanti e - successivament e- anche per i mezzi leggeri .

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Rilevano infine gli interroganti la necessi-tà che le competenti autorità provvedano intutta urgenza, con opportuni interventi tem-poranei, a ripristinare il normale traffico leg-gero e pesante sul ponte su indicato, nonché arealizzare nel più breve tempo possibile u nnuovo manufatto data la precarietà di quelloattuale ormai in stato di avanzata usura .

(24334)

GENNAI TONIETTI ERISIA. — Ai Mini-stri della sanità e del lavoro e previdenza so-ciale . — Per conoscere se non ritengano op-portuno confermare che dalla decurtazionedel 29 per cento, disposta dal decreto ministe-riale 5 novembre 1966 sui compensi sanitar ifissi ed addizionali, siano esclusi i medici ch enon fruiscano degli aumenti degli stipendi eprecisamente gli universitari nonché gli ospi-talieri avventizi od appartenenti a division isottonumerate .

Si fa osservare che la detta decurtazion eviene invece operata dagli enti mutualistic iindiscriminatamente nei confronti di tutti i sa-nitari, nonostante la circolare del 17 dicem-bre 1966 del Ministero della sanità, che preve-deva appunto l ' esclusione delle suddette cate-gorie di sanitari .

Inoltre si chiede se, nell'intento di elimi-nare una così grave illegittimità, non si rav-visi l'opportunità di accogliere, con l'urgenz ache la situazione impone, la proposta a suotempo avanzata dalla FIARO, di fare versare ,cioè, i compensi fissi integralmente agli ospe-dali, i quali soltanto hanno la possibilità d iescludere con immediatezza, dalla ritenuta de l29 per cento, i sanitari che non ne siano sog-getti .

(24335)

ABENANTE. — Ai Ministri del lavoro eprevidenza sociale e dei lavori pubblici . —Per conoscere i motivi che hanno determina-to un rallentamento nei lavori di costruzion edella sede INAM a Castellammare di Stabi a(Napoli) e per sapere quali interventi saran -no effettuati dai Ministri interessati per su-perare tali ostacoli ed assicurare agli assi-stiti nuovi, idonei locali .

(24336 )

MAGNO. — Al Ministro dell'industria ,commercio e artigianato . — Per sapere se èa conoscenza del fatto che la ditta Settimi oCinicola, che estrae bentonite nel territori odi Casalnuovo Monterotaro (Foggia) non hamai provveduto al riassestamento del terre -no dopo aver effettuato l'estrazione del ma-teriale, arrecando così gravi danni a nume -

rosi contadini, ed ha sempre ignorato qual-siasi disposizione di polizia mineraria .

L'interrogante chiede di sapere qual iprovvedimenti si intendano adottare affinchéla suddetta ditta si veda obbligata a osserva -re le leggi che regolano l'attività mineraria ea rispettare i diritti della collettività . (24337 )

AMADEI GIUSEPPE. — Al Ministro del-l'interno . — Per conoscere se non ritenga op-portuno, necessario ed urgente porre termi-ne alla gestione commissariale del Comun edi Finale Emilia (Modena), indicendo rego-lari elezioni in occasione del prossimo turn oelettorale del 3 dicembre p . v . ripristinand ocosì le funzioni di una democratica ammi-nistrazione .

(24338 )

ABELLI . — Al Ministro del lavoro e dell aprevidenza sociale . — Per conoscere se ri-sponda a verità che il Ministero ha autoriz-zato la sede dell'INPS di Udine ad erogaregli assegni familiari per la moglie e cinquefigli al Dr . Alfredo Berzanti con decorrenz adal 1° giugno 1964 dopo che la citata sede e dil Comitato speciale per gli assegni familiar idella sede centrale avevano respinto la do -manda all'uopo presentata in quanto il cas odel richiedente non rientrava fra quelli pre-visti dall'articolo 72 del testo unico sugli as-segni familiari .

Il Dr. Alfredo Berzanti, già direttore del-l'Istituto di medio credito del Friuli, er astato posto in aspettativa senza assegni in data1° giugno 1964 perché eletto prima Consiglie-re regionale del Friuli-Venezia Giulia e suc-cessivamente Presidente della Regione stes-sa, cosa che aveva, ovviamente, comportatola sospensione del pagamento degli assegn ifamiliari .

L'interrogante chiede inoltre di conoscerese risponda a verità che la sede di Udine del -l'INPS ha versato al Dr . Berzanti la cospicuasomma di lire 1 .270.000 di arretrati oltre gl iassegni correnti e di sapere quali siano l evalide ragioni di tale trattamento .

(24339 )

MANCO. — Al Ministro di grazia e giusti -zia . — Per conoscere se sia al corrente ch epresso le carceri giudiziarie di Brindisi tro-vasi detenuta tale Marangio Donata, in espia-zione di pena detentiva per mesi 14 in esecu-zione di una sentenza definitiva e che la pre-detta Marangio è affetta da gravissimo ed in -guaribile tumore .

Se sia al corrente che nonostante le dia -gnosi che hanno accertato il male effettuateda medici privati e delle carceri e che lasciano

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IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

prevedere forse pochissimi giorni di esisten-za ancora della 'Marangio, non si è ancor aprovveduto al trasporto della detenuta medesi-ma presso un ospedale o comunque press oun luogo ove pur non possibile la cura delmale, sia più umano alleggerire l'ammalat adal tormento di atrocissimi dolori .

Quali iniziative si intenda assumere peril rispetto più volte e quasi sempre conclama -to nelle sedi politiche e tecniche della uman adignità e del diritto quanto meno alla salute .

(24340)

PIGCINELLI, BARBI, BASSI, D'AREZZO ,BOLOGNA. — Ai Ministri del lavoro e pre-videnza sociale e delle finanze . —Per saperese siano a conoscenza delle vive preoccupa-zioni dei lavoratori e degli armatori del settor edella pesca mediterranea a seguito dell'appro-vazione della legge 27 luglio 1967, n . 658, con-cernente il riordinamento della previdenzamarinara, per l'aumento degli oneri contribu-tivi da essa previsti .

Per conoscere quindi se non ritengano op-portuno, provvedere' con ogni urgenza ad as-sumere i provvedimenti necessari a contener eentro limiti più tollerabili l'aggravio di onericontributivi a carico dei pescatori e studiareeventualmente, la possibilità di concedere age-volazioni, specie fiscali, al settore .

(24341 )

BOVA . — Ai Ministri di grazia e giustiziadel lavoro e previdenza ,sociale. — Per cono-scere se non ritengano di dover intervenire

presso la cassa di previdenza per gli avvocatie procuratori perché risolva favorevolment ele richieste inoltrate- da più tempo, soprattutt odai giovani professionisti, di investire part edel patrimonio della cassa in concessioni d imutui edilizi da concedere a 'professionist iiscritti per. l'acquisto o la costruzione di un acasa di civile abitazione o dello studio profes-sionale, anziché investire parte del patrimoni oin acquisti immobiliari, che avvengono pe rla stragrande maggioranza a Roma, oppure i ndepositi bancari su cui sovrasta la minacci adell'incameramento da parte del Minister odel lavoro .

L'interrogante ritiene che tale operazionenon solo verrebbe incontro agli avvocati sprov-visti di abitazione ma sarebbe un atto di sag-gia amministrazione che frutterebbe alla Cas-sa un adeguato margine di interesse . (24342)

BOVA . — Al Ministro per gli intervent istraordinari nel Mezzogiorno e per le zone de -presse del centro-nord e al Ministro perl'agricoltura e foreste . — Per conoscere qua-li provvedimenti intendono adottare a favoredel comune di Casignana (Reggio Calabria )notoriamente il più depresso centro della Ca-labria ed in particolare per la valorizzazioneagricola del vastissimo territorio lambito da lfiume Bonamico, disponendo necessarie e dindilazionabili opere irrigue, al fine di riscat-tare un sì vasto territorio denominato Forestadi Gallistro, condannata alla miseria ed al -l'arretratezza a causa della siccità .

(24343)

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Interrogazioni a risposta orale .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro delle finanze, per sapere se è a cono-scenza che l'Ufficio distrettuale delle impostedi Roma ha notificato accertamenti di ric-chezza mobile ai commercianti ed esercent idi zone della città (via Tuscolana ed altre )che dal 1964 ad oggi hanno subìto, a caus adi lavori stradali di grande interesse pub-blico, una notevolissima contrazione negli af-fari, per cui in molti casi si sono verificat egestioni in passivo .

« Gli uffici finanziari, purtroppo, non han-no tenuto conto di dette situazioni, né è stat opossibile ai contribuenti ottenere un ragione-vole concordato, con la conseguenza che que-sti ultimi sono stati costretti adire le Com-missioni ;

se non ritenga opportuno, data l'urgen-za e la gravità del caso, impartire disposi-zioni ai competenti uffici perché, prima delladiscussione davanti alle Commissioni, i con-tribuenti vengano invitati per cercare di arri-vare ad un componimento sulla base almenodei redditi concordati per il 1961 .

(6557)

« SIMONACCI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lMinistro dell'agricoltura e delle foreste, pe rconoscere – in riferimento all'applicazione deldecreto-legge 16 settembre 1967, n . 801, at-traverso il quale si autorizza 1'AIMA ad acqui-stare 100 .000 quintali di formaggio « grana »– se tali acquisti verranno fatti in modo daconsiderare le giacenze in onere nei due com-prensori « parmigiano-reggiano » e « grana -padano » e se vi è l'intenzione di tendere avalorizzare i formaggi con standard qualita-tivi più qualificati, e in primo luogo il « par-migiano-reggiano » con prezzi differenziati eremunerativi (lire 1 .050 al chilogrammo pe r« parmigiano-reggiano ») .

(6558)

« OGNIBENE, LUSOLI, BIGI, CHIARO -MONTE, BORSARI » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei 'ministri ed i Mi-nistri dell'interno e del turismo e spettacolo ,per conoscere se e con quali provvediment iil Governo - sempre consapevole della neces-sità 'di serie misure preventive - intenda fron-teggiare il fenomeno della manifesta impo-tenza 'delle commissioni di censura cinemato-grafica, e della beffa pressoché quotidian acui sono pertanto esposti la legge, la dignitàdello Stato e dei suoi organi, la moralità ed

il buon costume nelle loro accezioni più ele-mentari .

« Nella specie gli interroganti segnalan ocome l'essere divenute, comunque, oggetto d idispute presso le commissioni di censura, co-stituisca, ormai, per le pellicole cinematogra-fiche, titolo di 'pregio e saporoso apporto pub-blicitario ; mentre la stampa quotidiana nonavverte come sia contraddittorio e sconcertan-te l'accompagnare all'encomiabile ed attesotessuto delle informazioni e degli scritti for-mativi la pubblicità degli spettacoli cinemato-grafici quando si attui con la presentazionedelle immagini più eccitanti, e la trasforma-zione della prescritta avvertenza che il filmè vietato ai minori in irridente mezzo di le-nocinio .

(6559)

« MIGLIORI, CANESTRARI, LONGONI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare i lMinistro del lavoro e della previdenza socia -le, per conoscere - premesso che gli ispettor idel lavoro assolvono compiti particolarmentedelicati con funzioni che si svolgono spessofuori degli uffici e senza limiti d'orario ; pre-messo altresì che la convenzione OIL n . 8 1del 1952 prevede a favore del personale d iispezione un trattamento particolare in rap-porto alle mansioni di responsabilità e one-rosità del servizio ; premesso infine che l'as-sociazione nazionale degli ispettori del lavo-ro interpretando il particolare stato di disa-gio della categoria è stata costretta più volt ea proclamare l'agitazione - quali sono i prov-vedimenti che si intendono adottare e se s iintendono adottare in favore di detto perso-nale che indubbiamente espleta mansioni ch eesorbitano da quelle normalmente affidate a idipendenti esecutivi di altri ruoli .

(6560)

« CASSANDRO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare iMinistri dell'interno e dell 'agricoltura e fo-reste, per sapere se sono a conoscenza dell amanifestazione di protesta che sono stati co-stretti ad inscenare oltre mille contadini d iIsola Capo Rizzuto in provincia di Catanzaromercoledì 11 ottobre contro il conte Gaetan iD'Aragona, sindaco di quel centro agricolo ,per la mancata concessione in coltivazione d icirca 300 ettari di terra del fondo Fratte d iproprietà di quel comune .

« La terra che i contadini chiedono in con -cessione è della buona terra sulla quale nongravano vincoli di carattere idrogeologico eforestale .

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IV LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 1967

« Ma mentre la concessione del fondo Frat-te viene negata ai contadini che ne hanno di -ritto, alcuni amici del sindaco, da un annocirca, hanno proceduto ad arbitrarie occupa-zioni nello stesso fondo Fratte senza che i lconte Gaetani, nella sua qualità di sindaco ,abbia promosso le azioni legali necessarie con-tro tali abusivi occupatori .

« Gli interroganti chiedono un interventoimmediato ai Ministri interessati che valga afar concedere le terre del fondo Fratte ai con-tadini che ne hanno diritto perché le terr estesse possano essere messe in coltura già nel -la corrente annata agraria e perché si aiuti an-che per questa via a porre freno alla emigra-zione dando buona terra ed occupazione acontadini che ne fanno richiesta .

(6561)

« POERIO, MICELI, MESSINETTI » .

« Il sottoscritto chiede di interrogare il Mi-nistro per gli interventi straordinari nel Mez-zogiorno e per le zone depresse del centro -nord, per conoscere i motivi per cui non son ostati ancora appaltati i lavori della stradaArchi-Villa Santa Maria da tempo compres anei programmi della Cassa per il mezzo-giorno .

« L'interrogante fa presente che recente-mente si sono diffuse notizie allarmanti ch ehanno messo in agitazione le popolazioni deicomuni interessati che legano le loro speranzedi ripresa e di rinascita anche alla realizza-zione di tale strada .

(6562)

« DELFINO » .

« I sottoscritti chiedono di interrogare i lPresidente del Consiglio dei ministri e i Mi-nistri del lavoro e previdenza sociale e dell asanità, per sapere quali provvedimenti inten-dono adottare, nel campo delle rispettive re-sponsabilità, per normalizzare la gravissim asituazione che si è determinata nell'assistenz aospedaliera nella città di Milano e in pro-vincia, in conseguenza dello sciopero di diecigiorni messo in atto dai medici aiuti ed assi -stenti ad incominciare dal 10 ottobre .

« L'agitazione in atto, che sarà aggravat anelle prossime settimane se le richieste dell acategoria non saranno prese in seria consi-derazione, è conseguente alle gravi inadern-pienze delle Amministrazioni ospedaliere edelle mutue che si riassumono :

nel mancato pagamento integrale deglistipendi che gli ospedali sono tenuti a corri-spondere ai propri sanitari ;

nel ritardo frapposto dagli enti mutuali-stici al pagamento dei compensi sanitari pre-visti dalle convenzioni . Malgrado i precis iimpegni sottoscritti a suo tempo tra le Am-ministrazioni ospedaliere e l'organizzazionesindacale dei medici ospedalieri, il pagamen-to delle spettanze arretrate a partire dal1° gennaio 1966 non è mai avvenuto e attual-mente gli aiuti e assistenti ospedalieri conti-nuano a percepire dal 30 al 50 per cento delleloro competenze mensili, nello stesso momen-to in cui gli arretrati raggiungono un impor-to che supera largamente i due miliardi .

« Gli interroganti, preoccupati dell'im-menso disagio che l'agitazione dei mediciospedalieri causa alle popolazioni ed in par-ticolare ai lavoratori mutuati ed ai loro fami-liari, privati di colpo del loro diritto all'assi-stenza ospedaliera, non possono negare cheil carattere serio dello sciopero in atto sca-turisce, da una parte, dall'inammissibile com-portamento delle Amministrazioni ospedalie-re e degli enti mutualistici, dall'altra dall'in-concepibile assenza del governo di fronte a idrammatici problemi posti dalla crisi dell eMutue e dell'intero assetto sanitario del paese .

« Ciò posto gli interroganti chiedono d iconoscere le urgenti misure che saranno adot-tate per scongiurare il prolungarsi dell'agita-zione dei medici ospedalieri milanesi, il cuistato di disagio economico e morale non puòessere più a lungo ignorato e calpestato e leiniziative a lungo termine destinate ad affron-tare e risolvere il maturo problema di rifor-ma dell'assetto mutualistico con la creazion edel Servizio sanitario nazionale previsto dalcapitolo VII del Programma di sviluppo eco-nomico quinquennale, approvato dai due ra-mi del Parlamento .(6563) « ALBONI, OLMINI, ROSSINOVICH ,

LAJOLO, SACCHI, RE GIUSEP -PINA, LEONARDI, MELLONI, Ros-SANDA BANFI ROSSANA, SCARPA ,BALCONI MARCELLA, DI MAUROADO GUIDO » .

Interpellanza .

« Il sottoscritto chiede di interpellare i lPresidente del Consiglio dei ministri e il Mi-nistro delle partecipazioni statali per cono-scere quali criteri vorranno seguire il Go-verno e l'IRI nella scelta dell'area per l'ubi-cazione delle nuove iniziative industriali pre-viste per il prossimo quinquennio dal pian od'intervento nel meridione d'Italia ; per sa-

Atti Parlamentari

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Camera dei Deputati

IV LEGISLATURA - DISCUSSIONI - SEDUTA DEL 12 OTTOBRE 196 7

pere se il Governo e l'IRI, finalmente, dop otanti anni di vane promesse, non intendan odare l'avvio ad una concreta e valida politic adi sviluppo economico in favore della Sicilia .

« Particolarmente per conoscere, perquanto si attiene alla scelta dell'area per l aubicazione delle due iniziative IRI, Avio-Sud ed Elettronica-Sud, se non intendano in-dirizzare la scelta di una delle due predett einiziative in area del trapanese che, pur pos-sedendo le necessarie condizioni ambientali ,in ispecie per la sua posizione geografica, re -sta la cenerentola delle province meridionali .

« Attesa l'assoluta mancanza di valide ini-ziative imprenditoriali, l'insediamento invo-cato, oltre che a lenire lo stato di estremamiseria in cui versano queste popolazioni eche fa registrare gli indici più alti di emi-grazione, di disoccupazione e di sottoccupa-zione, potrà, servire di spinta e di incorag-giamento ad altre iniziative in questa zon ache economicamente è fra le più depresse .(1219)

« MONTANTI » .

STABILIMENTI TIPOGRAFICI CARLO COLOMBO