p.s.i. inv. 189. exomosìa

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COMUNICAZIONI DELL’ISTITUTO PAPIR0L0GIC0 «G. VITELLI» 6 Istituto Fapirologico «G. Vitelli» Firenze 2005

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COMUNICAZIONIDELL’ISTITUTO PAPIR0L0GIC0

«G. VITELLI»

6

Istituto Fapirologico «G. Vitelli»Firenze 2005

O Istituto Papirologico «G. Vitelli» - Firenze

ISBN 88 87829 31 4

P vietata la riproduzione anche a meno di fotocopiee anche solo di parti del presente testo

I

Papiri della Società Italiana

alla Scuola Normale Superiore di Pisa

Seminario 200312004

Eacuradi [

II’

Guido Bastianini, M. Serena Funghi, Gabriella Messeri

iII

JNDICF

p. IX

i e-di letterari e paralettn.ni

1. tallimachus, Vi toni Bnenkes (7) (10) p. 3Ssin si* i

CB (YAlesdo c;. Mastinulla, C. Bastianmi) p. 102. Frammento di lirica corale I?) (FP) p. 213.1 rammento drammatico (MT) p 264. Poesia o prosa (MCM) p. 445. Prosa (MCM) p. 476. Prosa (MCM) p. SO7. Note di commento a testi poetici (LP) p. 518. Tavola di di isiom (AC) p. 689. festo cristiano (SA) p. fl

IO. Fonnulario magico cristiano (i) (CI) p. 81

Te4i deteumeutar,

11. F.wmnia GC; p. 8912. Rapporto di un komograrnmateus allo stratego (AM) p. 9513. Denuncia di morte (CV) p. 9914. Antirrhnis (Cr) p. 10215. Ordine di pagamento jDE) p. 11016. Petizione per esonero da liturgie (CC) p. 11717. Coi rispondenza ufficiale (FB) p. 12418. Lettera privata (131) p. 12919. Ordine di fornitura di vino (19; p. 13* j20. I ettera ulficiale (GB/MSF/CM) p. 138

AI’rE?r,ic E

t’. Mese, i - R. Pintaudi. Ancora a propowtc’ ali r•.zaapci&rrwal p. 14n

l’utiLi p. I3

.

I \l\ p

‘IG[ F DFI c L RAT )R1

AC Anna Cannavò= Anna 1agnetto

CC Cristina CarusiCi Carlo PerngottiDF Donatella Erdas

Filippo [3attistoniFrancesca Maltomini

FP Filippom aria PontaniGB Guido BastianiniGC Gianiuca CasaGL Gaia LembiGM Gabriella MesseriGV Giulio VanniniIS Irene SalvoI () = levia Ozhekli’ Lucia l’rauscelloMCM Maria Chiara Martinelli\ISF = Maria Serena FunghiMT = Mario TelòSA = Silvia A7zarà

Pivst Vi AZIU\F

Nella storia della papirologia, Pisa e Firenze sono sempre state duecitta non solo geograficamente vicine: lo stesso Girolamo Vitelli siera formato alla Scuola Normale Superiore di Pisa (corso 1867-1871);alla medesima Scuola, Medea Norsa avea tenuto dai 1933 corsi di Papirologia e nel 1934-1935 il giovane Vittorio Bartoletti vi aveva conseguito il Perfezionamento in filologia classica; Evaristo Breccia, che findal 1903 dirigeva a più riprese gli scavi fiorentini in Egitto, daI 1931 fuprofessore (e poi anche Rettore) all’Università di Pisa: in quella Università, nel 1935 Breccia ebbe come assistente volontario Vittorio Bartoletti, che poi, sempre all’LTniversità di Pisa, avrebbe tenuto per unanno (1952/53) la prima cattedra di Papirologia istituita in Italia; e alla Scuola Normale di Pisa l3artoletti, come prima di lui la Norsa, ebbeun incarico di Papirologia, dal 1955/56 fino alla morte (1967). A quelle lezioni, Bartolettì usava presentare testi papiracei inediti della Società Italiana, che poi sarebbero stati pubblicati in sillogi dagli studentistessi: si veda in ASNS 25 (1997), pp. 176-189 e 35 (1966), pp. 1-25.

Pensando a questa illustre (e impegnativa) tradizione, non sembrera cosa nuova o strana l’uscita di questo fascicolo, che contiene appunto l’editie princeps di un piccolo lotto di Papiri della Società Italiana conservati all’Istituto “Vitelli” di Firenze; questi papiri (che si speradi accogliere presto in un volume della serie PSI) sono stati studiatidurante un seminario tenuto nell’anno accademico 2003/2004, appunto presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.

Anno 2003: l’Istituto “Vitelli” compiva 75 anni dalla sua costituzione ufficiale (18 giugno 1928), e un decreto legislativo del Governodcl 4 giugno 2003, n’ 127, imponeva la sua soppressione come EnteNazionale di Ricerca, prevedendone l’accorpamento al Consiglio Nati onale delle Ricerche, oppure il possibile reinserimento all’internodell’Università degli Studi di Firenze (dove appunto era nato settantacinque anni prima).

Considerata la significatività della ricorrenza e il delicato momento istituzionale, Maria Serena Funghi, nella sua qualità di ricercatoredi Papirologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, mi propoe la sua idea di dare vita a questo seminario, idea che mi ha trovatou bi te on en zien te e diponibi le.

O -cminano è stato dunque organizzato da \Taria Serena Funghi.on la collaborazione del sottoscrit(o e di Gabriella Mes’eri, la cui profon

da conoscenza della oliezaone, maturata negli anni in cui e stata (00-

‘r atore dell ‘Istituto Papirologice “Vitelli”, è stata me.’a a frutto neielta dei papiri.

Presentaìione

Siamo grati all’incoraggiamento (e alla frequente partecipazione diretta) di Carmine Ampolo, Preside della Classe di I ettere della Normale, e aI sostegno venuto dal Direttore della Normale stessa, Salvatore Settìs. Al seminario hanno lavorato tanti gio\ani (studenti,perfezionandi e perfezionati) quasi tutti della Scuola Normale Superiore di Pisa, ed anche ricercatori come Maria Chiara Martinelli,

(i auguriamo che questa esperienza sia stata gratificante e truttuosa per tutti i partecipanti. Quanto a me, posso solo dire che, comeresponsabile scientifko (non più Presidente) dell’istituto “Vitelli”, sono stato felice di fornire questo materiale papiraceo, che ora sede laluce: sono grato a tutti gli amici e colleghi, sopra nominati, che hanno reso realizzabile e realizzata l’impresa; in particolare, sono grato a Maria Serena Funghi, ch di questo fasdcolo ha curato la preparazione per la stampa. E voglio ringraziare inoltre tutti coloro che rihanno soccorso con la loro competenza nella lettura e nell’interpretazione di questi testi: Giovan Battista D’Alessio, Nikolaos Conis, Franco Maltomini, Daniela Manetti, Giulio Massimilla, Enrico Medda, GlennMost, Rosario Pintaudi, Ringrazio anche la Egypt Fxploration Society,per l’autorizzazione alla pubblicazione della foto di POxy. XVIII 2173.

In questo difficile periodo di trasformazione, cui si trova sottoposto l’Istituto “Vitelli” di Firenze (che anche in questo frangente ha sempre potuto contare sull’appoggio e il sostegno fattivo della vicina nonsolo geograficamente Pi’a), mi sembra importante riaffermare il ruolo sostanziale proprio dell’Istituto “Vitelli”, quale che ne sarà la nuova forma istituzionale: ruolo di studio (di promozione e incoraggiamento allo studio) dei papiri; penso che ci sia tuttora bisogno dipapirologi e di studiosi che sappiano sfruttare questo tesoro ancorainesaurito.

A tutti rinno o la mia riconoscenza; e un grazie particolare, infine,all’amico Antonio Carlini, che nella prima seduta di questo seminarioha introdotto i lavori, nel ricordo della sua diretta e personale esperienza sotto la guida di Vittorio Bartoletti,

GLID0 B1si i NiN1

Firenze, 18 ottobre 2004

11. Exornosia

PSI mv. 289 Tav. IXcm 5,2 x 15,6 18518Oa

Il frammento costituisce la parte superiore destra di un foglio, bianco sul oerso. La scrittura è realizzata da mano esperta e rapida con uncalarno dalla punta piuttosto spessa, tanto che si potrebbe aver l’impressione che si tratti di un pennello demotico (ma sono assenti le caratteristiche sfilacciature), In ogni caso, un testo in greco, redatto conun pennello demotico, sarebbe un fatto piuttosto eccezionale oltre lafine del 111 sec. a.C.: cfr. W. Clarvsse, Egvptian Scribes Writiiig Greek, CE68 (1993), pp. 186-201. Sulla base dei rr, 3-4, 7 e 1, la cui ricostruzione è certa, si può stabilire che la parte conservata rappresenta circa unterzo dell’ampiezza originaria del documento; nulla si può dire invece su quanto sia andato perduto in basso.

Il foglio contiene una refutazione giurata (wttoda), rilasciata dauna persona il cui nome è perduto in lacuna.La menzione dei dinasti tolemaici (dai 9eoì ‘A&po fino agli E7n-pvcic) ai rr. 2-4 assicura che il documento è stato scritto durante ilregno di Tolomeo V Epifane (205-180 aC.). Inoltre, poiché al r. li vie

ne citato come verosimilmente già trascorso — un anno che è comeminimo il 20°, cioè il 186/85 aC. (ma potrebbe anche trattarsi di un anno più inoltrato del suo regno), si dovrà ritenere come terrninus postquem l’8 ottobre 185 (inizio del 21° anno), e come inevitabile terminusante qucin il maggio-giugno del 180, data della morte di Tolomeo V (nelsuo 29° anno di regno). Siamo dunque nel periodo immediatamentesuccessivo alla riconquista della Tebaide, che per circa ven t’anni (piùo meno continuati vamente nel tempo e nello spazio) si era sottratta alControllo della sovranità tolemaica, dal 206 al 186 aC. (cfr. . Will, Hkfoire poi itique dii nionde Jzeilénis[ique, Nancy 19822, pp. 40-44; PW. Pestma o, Ha ron noph ris and Chaonnoph ris, in Hu ndred—gated Thebes, ed. bvSP. Vleeming, Leiden 1999 [Papyrologica Lugduno-Batava, XXVII], pp11-26; A.-E. Vesse, Les «réz’olteq égyptiennes, Leuven 2004 [Studia Hellenistica, 41]. pp H-26) Ciò può avere una rilevanza, più o meno diretta, per comprendere il contesto in cui si ìnquadra il nostro documento.

\on sono noti testi paralleli. La procedura della exo,nosza, cioè ladichiaraiione giurata, rilasciata da chi è chiamato a testimoniare, di

90 Gianluca Casa

non essere a conoscenza dei fatti oggetto della controversia, Comunque attestata nella prassi giudiziaria alessandrina; cfr. FHal. i ‘er

so X l-20(= 228-233): v d1 pfli (scil. 6 K?rlOc) ituputvu iT16 i&iv itcpì iìv v oÀ.ci3iìt (sci!. 6 K(LEdJ.[rVOc) t(Zpt1JpCv. FEutou9(O tòvv6iiiov dpKov t(XpcpfjJu. ttrjtc rìévxt l.uhtc itcp*ivcu rtcpì v &v .Ìi—

fì1t Fi tupt1ipicn’. c6’ òF tij( 1upt1iptu t(ì I!V 4di tEVuI. tu 5ì trj.i &V (pl CUVFlfVUt. i(Xpt1JpEttLO. & cfV (prt 9T (UVClò’VcU. EO

iow 90) (metà III a.C.). Un regesto di coio. ut si ha in BGU \7I 1213,b ss. (metà [li a.C.). Cfr. E. Seidi, Der Eid im ptol€’miiisclu’;i Rccl,t, MtÌn—chen 1929, pp. 82, 85 s., 101. Di cxomosia si parla anche in P.Hib. 11198,195 (= C.Ord.Ptol. 16, 55, del 268? a.C.): malgrado il contesto praticamente irrecuperabile, è importante notare che quest’ordinanza concerneva casi di beni v (r. 191 s.); e nel nostro l’si mv. 289,in effetti, sembra che il giuramento di non essere a conoscenza dei fatti riguardi proprio Io status di alcuni immobili appartenenti a un deruco, Exakon (rr. 8-9), dei quali un creditore, macedone, cleruco di 30arure (rr. 6-7), sosteneva di aver effettuato la rttpuÒei (r.5): li ave

va cioè [ndìcati come «costituenti pegno» (6 dvtcov [vc15p(ov (?)Jrr. 7-8) del prestito concesso da lui a Exakon. Cfr. H.-A. Rupprecht, lìiI rodzcroiic a/la Papirologia, a cura di E. Migliardi Zingale, Thrino 1999,

p. 150.

j tic Oorjpio

9ci6V ‘A&p6v] w e6v Eepyct6v icxi eec6v toJ t5ptov Kcd9E6V Eitupav6w ] uvuux

7t(Xp(x& ]&tyWv(ov

Mujie66voc (tptaKovt)apo(1pov)t6ìv O$ltO) uq’ 1ye]LoVa t6 5vtov

lv ‘Ediovoct(6Vj 1ipcutvcou

10 Li Pi&VUt 3t](Xp(X&X9Vto

e]ivocr6it ttt&ucoi3 (tci.À);

LO1 iCÌV &K] ‘qIiOì t&tO1,

v yieovrc uitò 3joppa e& (apa

I &7t0 v6tou

] &[to At[316

li. Fwmosia 91

(XltO (Xlt[T]l($

20

• I di Thoeris [ degli Dei AdelfiJ e degli Dei Evergeti [e degli DeiJFilopatori e [degli Dei Fpifanil, giuro di non [sapere — riguardo a quegli immobilil indicati [da J, macedone, intestatario di un kleros di 30 arure, [nonancora inquadrato nel reparto di] un ufficiale, come costituenti [pegno (?)dalle proprietà dii Exakon, del reparto di] Praxinikos,

— Iche siano stati] indicati [da lui (?) nel] entesimo anno [come pegno (?) per un debito dii6 talenti di bronzo, [ ]. Si tratta di: [una casa e un cortile] e terreni edificabili, Idei quali i confini sono:j a nord i [.] di Sara[..J, sud [.], aovest [..], a est una colombaia [ ] in rovina [....

1-4. Si possono prospettare varie alternative per la ricostruzionecomplessiva di questi rigi iniziali.

(i) i EiVU iEpciì (Zk’l ini.) I tfl( 90T1p10( [aì Or3v A&Xq3v wcrìKt vuuo’t [

(2) u òri\’u irpciì( (zeì si;ii.) ] tij 9o1p1oc [ioxtù eF(ov ‘Ar6h’] KCd

tA CO)tV1JU(1d I(31 6 EEiVCL K(LtC] tulc 9opw lw.xì (‘)ìv Aqxìvj KCLÌ KtÀ. iéI

Vlj.tUl [(4) K0tu toi ocivo 9coi K(Rj tfl 9OljpiO( [Kcd (-)e6v A(E.p(vJ KctÌ

Kt cntvupci [6 &ivaNella prima alternativa, avremmo all’inizio dcl testo il nome di co

lui che giura di non sapere, il quale sarebbe sacerdote (z’e1sin.) di Thoeris e dei sovrani tolemaici divinizzati, dagli Dei Adelfi fino agli DeiFpifani. Benché non ricorra nella documentazione una titolazione identica, si potrebbero tuttavia reperire confronti significativi. Il parallelopiù prossimo si avrebbe in PGiss. I 39, traduzione greca di un contratto di vendita in demotico (Tebe, regno dell’Epifane), do e figurano gli irprtc di Amon-Ra di Karnak: cfr. rr. 13-15, 6 tap tj6ìv ipwvtuu Apovpuc o[vfpo icu 3r6v \6r2upcv KÌ OciV E rpyctv icaì-ìcnv Nioito[t6pwv 6h6v I Eruouvwv. Si hanno altre occorrenze di‘.aerdoti di una divinita egiziana, che sono detti anche sacerdoti dei

rani di nizzati dtlla dinastia tolemaica (dagli Dei Adelfi in poi):sau’rdoti di Khnum a Flefantina (C)GN TI il, regno di Tolomeo VI FiIopatort’ ()GIS I ioh regno di Cleopatra lii e Tolomeo IX); sacerdoti

c;ianluca Casa

di Isidt’ a File (()GlS 1137. ultimi anni del regno di Folonu’o VIII Evergete 11); sacerdoti di I lathor a Pathyris (IGiss. I 37 e 108, regno dilò—lomeo \ III Fvergete 11); sacerdoti di Amon-Ra a Tebe (UP7 Il 200 e‘0l 1 U a.( ). Tutti questi testi s’inquadrano nell’ambito della Tebaidesuperiore ma (anche se nulla di certo si può dire riguardo alla prove’nienza effettiva di Pjeht. I f, col. I 17-19, 140/39 a.C.: cfr. ivì, introd. p.

seno attestati a Tebtvnis sacerdoti di Suchos e dei dinasti toleniai—ci (dagli Dei AddIi in poi) in P.Tèht. 111.2 928 (fine Il a.C). Ma questasoluzione lascerebbe privo il verbo i’$vat di qualunque riferimento a divinità sulle quali il giuramento avvenga: per quanto si tratti diun giuramento in negativo, si tratta pur sempre di un giuramento.

Nella seconda alternativa, avremmo il riferimento alle dix inità sucui avviene il giuramento; chi giura, sarebbe un sacerdote (ve’! iind difhoeris. Si deve notare tuttavia che il verbo del sgiurare» sarebbe costruito non con l’accusatix o, ma con una preposizione reggente il geniti\ o, verosimilmente aed: la costruzione è grammaticalmente accettabile (cfr. E. Montanari. IG, sv. iV4tt I .h), ma nei papiri è attestatasolo nel periodo romano, da una lettera privata, BGU I 248, 12 (1 d.(’.),e da un appunto per redigere un giuramento, OMM mv. 1, 3 (11/111d.C,); cfr. G. Messeri - R. Pintaudi, OsI raca Greci da Nar,nuthis, CE 77(2002), p. 21 5; a meno che non si voglia far derivare la costruzione dalla presenza del ‘negative’ è6tv41a1 al posto del ‘positixo’ 6tLva. Sinoti che le ‘divinità’ invocate sarebbero esclusivamente i sovrani di—vinizzati (per questa possibilità, cfr. PSI V 515). Inoltre, non sembrafacile spiegare la testimonianza di un sacerdote di Thoeris (egiziano)in una vertenza tra due cleruchi greci.

La terza alternativa, rimanendo inalterata la costruzione con Ktxtd,associerebbe alle divinità dinastiche almeno una divinità ‘celeste’ (inquesto caso. Thoeris); in 58 1 .5680, 3-6 sono invocati Iside, Serapide etutti gli altri dei’> (cfr. Seidl, Der Eid, cit., p. 13 s.): ma Thoeris nonsembra potersi porre allo stesso livello di Iside o Serapide. Inoltre, ilnome di colui che giura, confinato all’inizio del r. 1, sarebbe privo diearticolari elementi d, individuazione.

Nella quarta alternativa, la serie delle divinità su cui si giura (chenceuperebbe tutti i righi iniziali lino a è(5Lv1%uxi) potrebbe aprirsi colnome di un’altra divinità prima di Thoeris; il soggetto di iviu isarebbe indicato dopo, all’inizio del r. 5: ma lo spazio consentirc’bbesolo un onomastico ancora più orto che nell’alternativa precedente.

Forse, l’alternativa che presenta minori difficoltà e la terza; ma noni esclude che la soluzione giusta possa essere trovata in tutt’altra direzione

11. Eronioia

L eoìjptm : e la dea ippopotamo, T3-wrt (»la Grande»); cfr. LA\ E, colI. 494-497. Sulla diffusione del nome della dea nei documentigreci e sui suoi santuari, dr. G. Ronchi, Levicon theonyrnon rerumque sararurn e! dk’inarum ad Aegyptum ‘ i; ntzurn, Miino 197S, III, pp. 494-497; J. Quaegebeu r W. Clarysse - B. Van Maele, Athéna, NitIr and Thoérj n Grt’ek daL tinicnts, ZPE 60 (1985), pp. 21 7-231. In particolare, peril culto di Thoeris ad Ossirinco, vedi G. Rosati, introd. a PSI Congr.\VIT 13, p. 45; R. Pintaudi, Tvche 5(1990), p. 103; cfr. P.1eid.lnst. 4310;PMich. XVII1 788.2; P.Oxv. LXVII 4584.1°.

4-9. vuicu [iì1 EiòFvfo] le gravi lacune, le incertezze di lettura e la mancanza di paralleli impediscono la sicurezza della ricostruzione. I)opo il verbo roivtnt, ci aspettiamo comunque una proposizione col erbo all’infinito, nella quale il testimone esprima la suaignoranza dei fatti.

5. xpu6cJ8ri-yLuvun’ forse, ItEpì £y7(rfoV irapz&}&iyilrtvwv «riguardo agli immobili che sono stati indicati», cioè sottoposti a zupn&tu da parte del creditore, che ‘indicava’ l’oggetto da pignorare trai beni del debitore (ma ctr. la nota ai rr. 1—3); il termine iy-fatcL per indicare heni immobili» (edifici e terreni) è di uso normale in epoca tolemaica: cfr. per es. PSI XIII 13 1(1, 28 (134 a.C.).

6. im KtÀ. : doveva qui essere indicato il nome del creditore, uncleruco macedone non ancora inquadrato in un reggimento (r. 7).

MnlKro6voc : cfr. C.A. La’da, Foreign Ethizics in Hellenistic Fgypt(Pros.PtoI X), Leuven 2002 (Studia Hellenistica, 38), pp. 166-201; pernessuno dei nomi ivi elencati sussistono elementi che inducano adun’identificazione col nostro tpuxicovwpnupo nìv oijjn ip’ 1L(cilovudel 135-180 a.C.

:pioKovt npo(upou) ?upo pap. Il cieruco era dunque intestata riodi un appezzamento di 30 arure.

7. uiv oì1w ip iycjjidva cfr. P.M. Mever, P,Hamh. I 26, nota alr. 11, p. 115; E. Van’t Dack, Les Iriatonlarou,es du Corpus P. RaineriXVIII, Griechische Texte XIII, JJP 23 (1993), pp. 163-167.

7-8. Forse, (ø( vrwv [vcilpcov iv t}v 1huavoc “in quanto costituenti pegno (per il debito) dalle propnetà di Exakon. Quest’ultimo sarebbe il debitore, sulle cui proprietà il creditore avrebbe effettuat la xp3 i

. Ed’ivu : nell ‘ambito del Il sec. a.C.. il nome ‘ atte’-tato in ar d,icumenti defl’ \rsinoite’-, de)l’FieraL ieopolites e dell ‘Hermopoiites di-. 1V. Schafer. RKoln 222, nota al r. 2, p. 196 s; I \‘an’t Dack,P1c!L’mait a 5eh’t ta, I os anii i Q33 (Studia Flellunistica, 29), 113-121

Gianluca Casa

Quanto al nome in sé, è attestata sia una declinazione con tema Ewccov(come nel nostro testo), sia con terna Exovr-, sia anche ELKo)vt- (inepoca romana, è quest’ultima la sola che compare). Per l’epoca tolemaica, le attestazioni più antiche del nome si trovano nell’archivio diZenone (P.Cair.Zen. [11 59527, 5, -wvo; III 59442, 6, -ovtt), le più recenti in PDion. 14, 16 (11(1 a.C., -uvto) e RDion, 15, 14 (109 aQ., [ -In P.Kòln V 222, 2, dalla foto (Taf. XLII) leggerei ‘Ew[vJo piuttostoche EKofvrjo.

9. Nella prima parte del rigo doveva verosimilmente trovarsi l’etnico di Exakon e l’aggettivo indicante l’estensione del suo kleros.

to)v] flpxtvou quest’ufficiale non sembra altrimenti noto. Nella Pros.PtoL, il nome registra una sola attestazione (VI 15607), da Thera (TG XIII 3 327, 293).

10. Forse, pi’ riÒva’. taiita 1u1n.p(L&1x9évtx ‘di non sapere che queibeni sono stati indicati» (r&vai sarebbe costruito col participio predicativo dell’oggetto tcLiim).

1142. Ricostruzione incertissima: si potrebbe tentare nt (XltoUrJiKoctct tri. [k rvip€ icìJ yaÀio (ta4vtwv) «da lui nel ventesimo anno come pegno su (un debito di) 6 talenti di bronzo». Lo spazio delle lacune consentirebbe integrazioni anche un po’ più lunghe.Ma, pur ammettendo come valida la linea ricostruttiva qui proposta,si potrebbe sempre pensare che il r. 11 contenesse nella sua interezzal’indicazione dell’anno (per es., th &utpiot caì rJKoct3l tEt ), e ilr. 12 suonasse semplicemente Sit wtoi3 ritì] XXOO (taÀvtov)

13. : della prima lettera rimane una minima traccia in basso nel rigo, leggermente concava verso l’alto, assai prossima al seguente r. Qualunque tentativo di ricostruzione sembra azzardato. Lasequenza rj.ioi potrebbe rappresentare il soggetto (to) di una proposizione in genitivo assoluto e, per pura ipotesi, si potrebbe tentarequalcosa come x xyvoouvto] io «poiché io (lo) ignoro» (verrebbecosì ribadito il supposto tì1 c{vat precedente).

14. Sarebbero qui indicati gli immobili oggetto della tupd&tu(dei quali nei righi seguenti si danno i confini): probabilmente, oicj

aiiÀ vini itXoi ttot. La menzione unitaria di queste tre realtàimmobiliari conta un centinaio di attestazioni nella documentazionepapirologica; i paralltli più prossimi nel tempo sono UPZ 110, 15 e li12-13 (160 a.( .). Sul significato di stto toito, Jr, P.W, Pestrnan,PTor.Anien, 9, nota f, p. 83; G, Husson, (ikia, Paris 1983. pp. 29-299.

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