politiche di sviluppo montano e turistico nell’alta val seriana: produzioni locali sostenibili e...
TRANSCRIPT
Università degli Studi di Torino
Corso di Laurea in Scienze e Turismo Alpino
Relazione finale
“Politiche di sviluppo montano e turistico nell’alta Val
Seriana: produzioni locali sostenibili e valorizzazione delle
razze ovine”
Candidato:
Guazzi Luciano
Relatore:
Prof. Filippo Brun
Correlatore:
Prof. Luca Battaglini
Anno accademico 2011-1012
Ringrazio il professor il Prof. Filippo Brun per la pazienza e per i suoi preziosi consigli nella
redazione della relazione finale ed il Prof. Luca Battaglini per avermi supportato in questi anni di
studio e per avermi spinto a riprendere gli studi dopo tanti anni.
Dedico questo lavoro a mia madre Carla e mia sorella Giulia, che dopo tanti anni di speranze,
finalmente hanno visto il traguardo.
A mio padre Carlo, che avrebbe voluto essere presente in questo giorno e che dall’alto mi ha
sempre aiutato nel trovare la forza per andare avanti.
Un ringraziamento a Paolo Locatelli con il quale ho condiviso il progetto “Orobie una montagna
di Tesori” e i molti pensieri sulla sostenibilità dei progetti sulle Orobie.
A Luca, Dino e Enrico per essermi stati vicino e aver condiviso le mie scelte.
Infine lo dedico alla mia famiglia, che soprattutto in questo ultimo anno, ha dovuto sopportare la
mia assenza, sia fisica che mentale, in modo particolare a mia moglie Silvia, mia “consulente” nei
lavori e soprattutto nella vita.
Torino, 12 aprile 2013
"Un giorno senza sorriso
è un giorno perso"
Charlie Chaplin
1
Indice
___________________________________________
Introduzione .......................................................................................................... 3-5
Capitolo 1 Il territorio oggetto di studio: l’alta Val Seriana
1.1 Dati statistici e aspetti socio-economici
1.1.1 Dati statistici: ambientali e amministrativi .......................................... 6-9
1.1.2 Dati statistici: la popolazione ................................................................. 9
1.1.3 Aspetti socio-economici: occupazione per settori di attività ............... 10
1.1.4 Aspetti socio-economici: agricoltura ................................................... 10
1.1.5 Aspetti socio-economici: commercio e servizi ..................................... 10
1.1.6 Aspetti socio-economici: industria ...................................................... 11
1.1.7 Aspetti socio-economici: turismo offerta ............................................ 11
1.1.8 Aspetti socio-economici: turismo domanda ........................................ 12
1.2 Analisi SWOT: analisi insediativa geografica, economica, sociale, turistica,
sistema, territoriale ambientale, allevamento e produzioni locali
1.2.1 Premessa .......................................................................................... 12-13
1.2.2 L’alta Val Seriana ............................................................................ 13-14
1.2.3 Analisi insediativa geografica ......................................................... 14-15
1.2.4 Analisi degli aspetti economici ....................................................... 15-16
1.2.5 Analisi degli aspetti sociali .............................................................. 16-17
1.2.6 Analisi degli spetti turistici.............................................................. 17-18
1.2.7 Analisi del sistema, territoriale ambientale, agricolo e delle produzioni
locali .......................................................................................................... 18-20
1.2.8 Breve analisi dell’artigianato e delle produzioni tipiche locali ...... 20-21
Capitolo 2 Aspetti metodologici
2.1 Lo sviluppo sostenibile ...................................................................... 22-24
2.2 Lo sviluppo sostenibile in montagna .................................................. 25-26
2.3 Le produzioni locali, la tipicità nella sostenibilità ............................. 27-28
2.4 Il tema della valorizzazione dei prodotti locali .................................. 28-31
2.5 L’importanza delle razze locali e dei prodotti locali-tipici per la
sostenibilità ....................................................................................... 31-33
2
2.6 Il binomio prodotti locali - turismo sostenibile ...................................... 34
Capitolo 3 Il progetto Orobie una montagna di tesori
3.1 Premessa ............................................................................................ 35-36
3.2 Finalità e obiettivi del progetto .......................................................... 36-37
3.3 Scheda tecnica del progetto ................................................................ 37-40
3.4 Fasi del progetto ...................................................................................... 40
3.5 Fase A. Gruppo di animazione territoriale: allevatori-produttori,
animatori. ........................................................................................................ 41
3.6 Fase B. Mappature e creazione mappa di comunità .......................... 42-43
3.7 Fase C. Percorsi formativi e informativi ............................................ 43-45
3.8 Fase D. Area turismo e servizi, area valorizzazione dei prodotti locali,
area valorizzazione razza ovina Bergamasca, area marketing. ............... 45-48
Capitolo 4 Risultati e discussione ................................................................. 49-50
Conclusioni ...................................................................................................... 51-52
Bibliografia ...................................................................................................... 53-55
Sitografia ............................................................................................................... 55
Appendice A .................................................................................................... 56-57
3
Introduzione
____________________________________________
Il presente lavoro ha come obiettivo di proporre un modello virtuoso e sostenibile
di sviluppo del territorio montano, collocando in primo piano gli abitanti,
attraverso un progetto di valorizzazione in corso che verrà analizzato.
La realtà, oggi, sta cambiando velocemente e le Alpi stanno tornando ad essere
un territorio di fondamentale importanza per la sopravvivenza e il benessere, sia
delle popolazioni che abitano in pianura che degli abitanti delle valli. Ciò vale, in
particolare, dal punto di vista della ricchezza delle risorse primarie, come l’acqua,
e delle materie prime necessarie ai cicli produttivi, senza dimenticare la funzione
culturale che hanno da sempre avuto le comunità e gli abitanti delle valli, con la
loro varietà di lingue e culture.
In un’ottica di promozione, proprio questi elementi devono diventare il motivo di
attrattiva delle Alpi, come un unico e grande territorio “capace di far star meglio
le persone”.
Il percorso indicato nel progetto è quello della sostenibilità ambientale, sociale ed
economica nel rispetto della tutela e della valorizzazione delle risorse che lo
compongono, per permettere innanzitutto agli abitanti delle valli di poterci
vivere, sotto tutti i punti di vista, sia economicamente che come qualità della vita,
partendo dal potenziamento delle attività esistenti o dalla creazione di nuove, ma
sempre tenendo conto della storia, delle capacità e delle competenze personali.
L’obiettivo del progetto è l’aumento della capacità attrattiva dell’area dell’ alta
Val Seriana in modo sostenibile, promuovendo iniziative capaci di migliorare la
qualità dell’offerta e di innovare le attività e il ruolo dell’impresa agricola nel
contesto sociale ed economico.
Nasce così l’idea del progetto “Orobie una montagna di tesori”, un network
sociale, nel quale mettere in rete le proprie capacità, dove sarà possibile formarsi,
4
ma soprattutto dove poter individuare le motivazioni per vivere il proprio
territorio in un modo nuovo, da protagonisti.
Il coinvolgimento della popolazione è la base del principio di sostenibilità per
poter garantire l’efficacia delle azioni e la continuazione dei progetti nel tempo.
Su tutto il territorio Orobico è stata scelta l’ alta Val Seriana per via delle sue
potenzialità dal punto di vista ambientale, per il profondo legame con la storia e
la cultura e per la predisposizione degli abitanti a farsi coinvolgere nel progetto.
L’iniziativa vuole definire le “buone prassi” per la trasformazione del territorio e
la sua rivitalizzazione attraverso l’animazione territoriale, la valorizzazione dei
prodotti locali e della razza ovina Bergamasca, integrando le diverse attività
economiche e rafforzando la capacità di fare sistema.
Nella prima parte dell’elaborato viene inquadrato il contesto territoriale della Val
Seriana sotto i punti di vista ambientale, socio-economico, del commercio e del
turismo, facendo seguire diverse analisi SWOT che aiutano ad avere un quadro
della situazione in cui si trova la valle oggi.
Nella seconda parte è stata affrontata la tematica della sostenibilità, prima in
modo più generale e poi individuando gli elementi specifici che caratterizzano la
sostenibilità in montagna, in particolare nell’ambito della valorizzazione dei
prodotti locali e quindi degli allevamenti e delle razze tipiche. Questa trattazione
è molto importante per comprendere l’impostazione del progetto “Orobie una
montagna di tesori”, che viene presentato nella parte finale.
Tale progetto, in fase di realizzazione, vuole essere prima di tutto un modello
proposto per lo sviluppo territoriale in modo sostenibile, nel quale viene
evidenziato il coinvolgimento della popolazione fin dalle prime fasi di
progettazione, attraverso la mappatura delle risorse umane e del territorio.
Una delle problematiche più grandi nelle valli è quella di sentirsi appartenenti ad
una comunità che non ha “niente da offrire”: per questo motivo il progetto, nella
sua prima fase, vuole aiutare la popolazione ad acquisire consapevolezza della
ricchezza ambientale, culturale e sociale del proprio territorio, entrando in
contatto con chi svolge le attività produttive tipiche, essendo i principali gestori
5
dell’ambiente e del paesaggio.
Questo non è però sufficiente, è poi necessario acquisire le competenze per
trasformare tutto ciò in attività imprenditoriale, a disposizione dei turisti, ed è a
questo punto che vengono proposti due percorsi formativo-pratici.
Infine è stato scelto di coinvolgere, insieme agli artigiani di prodotti locali, gli
allevatori della razza ovina Bergamasca, in quanto rappresentanti di un elemento
tradizionale molto importante nella cultura del territorio, che fino ad oggi non è
mai stato preso in considerazione in una prospettiva di valorizzazione.
6
Capitolo 1
Il territorio oggetto di studio: l’alta Val Seriana
Sommario – Il territorio della Val Seriana è stato scelto come luogo di
sperimentazione del progetto in relazione alle potenzialità naturalistiche e rurali
che rappresenta ancora oggi. Nel presente capitolo, dopo un’analisi dei dati
statistici relativi al territorio della Val Seriana, si trova un’ approfondita analisi
Swot utile per poter comprendere al meglio i limiti e le potenzialità del territorio
in oggetto e per comprendere le scelte metodologiche applicate nel progetto
“Orobie una Montagna di Tesori”.
1.1 Dati statistici
1.1.1 Dati statistici: ambientali e amministrativi
L’alta Val Seriana, rispetto alla Provincia di Bergamo, si colloca nella fascia
altimetrica più elevata e si estende sul versante meridionale e centrale delle Alpi
Orobie. Una successione di vette chiude la Val Seriana ad est e a ovest: il Pizzo
della Presolana e il Monte Gleno, il Monte Torena, il Pizzo del Diavolo, il Pizzo
Coca, il Pizzo Redorta, il Pizzo del Diavolo di Tenda. Queste cime e crinali
separano la Valle Seriana dall’area Scalvina e dall’alta Valle Brembana.
La superficie complessiva è di 459,78 km2 (16,88% del territorio provinciale e
26,58% della fascia montana), registrando nel suo interno consistenti variazioni
altimetriche. Il fiume Serio è il principale corso d’acqua, con un bacino
idrografico di 1200 km
2.
Il territorio può essere suddiviso in tre ambiti territoriali: il primo è rappresentato
dall’alta valle, che si estende dal Comune di Villa d’Ogna fino a Valbondione. In
7
questa area, formata da otto comuni, sono presenti frammentazioni dei nuclei
urbani con presenza di piccoli comuni (così come definiti dalla L.R. 11/2004).
Il secondo ambito territoriale rappresenta l’altipiano della Comunità Montana e
comprende il territorio localizzato da Clusone fino a Castione della Presolana.
L’area è caratterizzata da comuni con maggiori dimensioni, rispetto all’area
precedente, e al suo interno è presente l’Unione dei Comuni della Presolana,
formata da sei comuni.
L’ultimo ambito territoriale è situato nella cosiddetta Valle del Riso e del Nossa e
comprende comuni di piccole dimensioni.
Fig. 1 – Mappa dell’alta Val Seriana
Fonte: Piano di Sviluppo Locale 2007-2013 – Comunità Montana Val
Seriana
8
Figura n.2 – Patrimonio naturale nell’alta Val Seriana
Fonte: Regione Lombardia 2008
La Comunità Montana della Valle Seriana è stata istituita nel 1973 ed è
costituita da 20 amministrazioni comunali: Ardesio, Castione della Presolana,
Cerete, Clusone, Fino del Monte, Gandellino, Gorno, Gromo, Oltressenda Alta,
Oneta, Onore, Parre, Piario, Ponte Nossa, Premolo, Rovetta, Songavazzo,
Valbondione, Valgoglio, Villa d’Ogna.
Nel suo territorio vi è una forte presenza di aree naturali (cfr Tabella allegata
n.1) con un buon grado di continuità ed una elevata diversità del paesaggio al loro
interno. L’analisi della flora e della fauna rivela una consistente presenza di specie
faunistiche e floristiche di pregio, soggette ad interesse botanico e
conservazionistico. Pertanto è chiaro che sul territorio vi sia un buon livello di
tutela del patrimonio naturale, con un’elevata presenza di aree protette, di Siti di
Importanza Comunitaria (SIC) e di Zone di Protezione Speciale (ZPS). La tabella
seguente, redatta grazie al recupero di alcuni dati dal settore Pianificazione
territoriale della Provincia di Bergamo, mostra uno schema riassuntivo delle aree
poste a tutela ambientale presenti nella valle.
Villa d’Ogna 20 Valgoglio 19
Valbondione 18 Songavazzo 17
Rovetta 16 Premolo 15
Ponte Nossa 14 Piario 13 Parre 12 Onore 11 Oneta 10
Oltressenda alta 9 Gromo 8 Gorno 7
Gandellino 6 Fino del Monte 5
Clusone 4 Cerete 3
Castione della Presolana 2 Ardesio 1
9
La percentuale di queste aree protette è molto alta, se si considera la superficie
della Comunità Montana Val Seriana. Per quanto riguarda la presenza di parchi e
di aree di rilevanza naturale, si specifica che la maggiore estensione delle stesse
(circa l’80% del totale della CM) si trova nei comuni di Valbondione, Gandellino,
Valgoglio e Oltressenda Alta. I Siti di Importanza Comunitaria sono estesi
soprattutto nei comuni di Gromo, Rovetta, Fino del Monte, Parre e Premolo, dove
rappresentano più del 70% del totale del territorio della CM (riferimento allegato
A: tabella 1 Incidenza aree protette).
1.1.2 Dati statistici: la popolazione
Tra il 2001 e il 2011 la popolazione della Val Seriana Superiore è aumentata del
5,57 % .
La percentuale di aumento è perfettamente in linea rispetto al trend regionale. Nel
2001, infatti, il territorio della Valle Seriana Superiore era abitato da 37.684
residenti, con una media di 1.884,2 abitanti per ogni comune, nel 2011 era abitato
da 39785 soggetti, con una media di 1.989.25 abitanti per ogni comune (allegato
A tabella n. 2 Popolazione residente).
La densità abitativa è generalmente bassa (81,95 ab/kmq); se invece consideriamo
la densità abitativa rispetto alla sola superficie urbanizzata, si ottiene un valore
medio (2.552,64 ab/kmq urb) ampiamente al di sopra del valore medio della fascia
di montagna (1.515,40 ab/kmq urb) (Fonte: Comunità Montana 2011).
Figura n. 3: Superficie parchi e
riserve naturali
Fonte: Provincia di Bergamo
Fig. 4: Superficie SIC e ZTL
Fonte: Provincia di Bergamo
10
1.1.3 Aspetti socio-economici: occupazione per settori di attività
La struttura di base dell’economia locale evidenzia la presenza di imprese
operanti nel settore delle costruzioni (30%), seguite dalle imprese del commercio
(21%) e del settore agricolo (8%) (Fonte: Istat 2008).
1.1.4 Aspetti socio-economici: agricoltura
Il numero delle imprese agricole è limitato rispetto a quelle rientranti nel
comparto delle costruzioni e del commercio.
Questo dato però non deve far dimenticare che queste, attraverso le scelte di
conduzione aziendale, influiscono in modo determinante sulla condizione di una
quota considerevole del territorio: quasi il 32% dei 459,78 Km2 di superficie
comunitaria complessiva (Fonte: Istat 2008).
Tale quota assume ancora più importanza se si tiene conto che dal computo risulta
esclusa la superficie boscata e quella parte di superficie cosiddetta “improduttiva”,
per quanto attiene all’agricoltura. Si tratta, prevalentemente, di imprese di piccole
dimensioni che non hanno un forte impatto sulle dinamiche occupazionali del
territorio. Il valore della presenza di imprese del settore agricolo non si limita
dunque all’apporto economico diretto, ma alle effettive e potenziali ricadute
territoriali delle scelte di conduzione.
1.1.5 Aspetti socio-economici: commercio e servizi
Pur essendo un territorio montano e periferico, anche quello della Comunità
Montana della Val Seriana Superiore è caratterizzato da un intensa presenza di
centri di grande distribuzione, soprattutto nel settore alimentare. La diffusione di
questi grandi centri di vendita al dettaglio non è, tuttavia, omogenea su tutto il
territorio di riferimento, essendo concentrata nei comuni di Clusone, Parre e Villa
d’Ogna.
La maggioranza delle attività di servizio è costituita da ristoranti e alberghi.
11
1.1.6 Aspetti socio-economici: industria
Nel territorio della Valle Seriana Superiore non sono presenti concentrazioni
industriali di rilievo. Le principali attività industriali riguardano il settore
meccanico, quello della lavorazione dei metalli, tessile ed elettrico, che sono
abbastanza diffusi.
1.1.7 Aspetti socio-economici: turismo offerta
Le due principali risorse turistiche della Valle Seriana Superiore sono i
comprensori sciistici situati nei comuni di Castione della Presolana, Clusone,
Gromo e Valbondione e, per quanto riguarda il territorio nel suo complesso, il
paesaggio naturalistico delle Prealpi Orobie. I chilometri complessivi di piste da
sci ammontano a novanta. La ricettività alberghiera (escluse le numerose seconde
case) è di circa duemila posti letto. La maggior parte di essi si trova nelle località
montane di Castione della Presolana, Clusone, Ardesio, Gromo e Valbondione.
La presenza di alberghi è tuttavia concentrata nei comuni di Castione della
Presolana e di Clusone, in cui si trova quasi la metà delle strutture ricettive. Lo
sviluppo della ricettività alberghiera risulta condizionato dalla forte presenza di
“seconde case”. Sul territorio di riferimento sono inoltre presenti ventuno rifugi
montani: dieci sono privati, i restanti sono invece gestiti dal Club Alpino Italiano.
Complessivamente, la capacità di queste strutture è di seicentocinquanta posti
letto.
Si registra una diminuzione progressiva nel tempo del numero di strutture ricettive
tradizionali (alberghi), riequilibrata dall’aumento di strutture complementari
(B&B e agriturismi). I rifugi sono situati ad una quota compresa tra i 1237 metri
(Rifugio La Plana, nel comune di Oneta) e i 2295 metri (Rifugio Baroni al
Brunone, nel comune di Valbondione) (Fonte: Provincia di Bergamo
Osservatorio Turistico, 2009).
12
1.1.8 Aspetti socio-economici: turismo domanda
In via preliminare, è necessario specificare che l’analisi della domanda condotta
dall’ Osservatorio Turistico della Provincia di Bergamo non tiene conto dei turisti
che soggiornano nelle seconde case e di coloro che raggiungono la Valle Seriana
Superiore per escursioni di una giornata: questo implica una sottostima della
domanda reale e della conseguente pressione (soprattutto in termini di traffico
sulle vie di comunicazione) sul territorio. Rispetto ai totali provinciali, gli arrivi in
Valle Seriana Superiore sono inferiori rispetto alla capacità alberghiera.
La maggioranza dei turisti è di nazionalità italiana. Il numero di stranieri,
originariamente piuttosto basso, è comunque destinato a salire grazie alla crescita
di traffico nello scalo aereo di Orio al Serio (Fonte: Provincia di Bergamo, 2009;
Programma integrato di sviluppo locale Valle Seriana e di Scalve, 2006).
1.2 Analisi Swot: insediativo geografico, allevamenti, turismo,
ambiente, produzioni locali
1.2.1 Premessa
L’analisi SWOT, costruita sulla base
dell’osservazione delle principali
caratteristiche del territorio, fornisce
un’istantanea degli elementi che hanno
mosso le prime considerazioni riguardo alla
costruzione del progetto “Orobie una
Montagna di tesori”, presentato nel capitolo
3. Nell’analisi vengono metti in evidenza i
“punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce” che
caratterizzano il territorio della Val Seriana.
Figura n.5 Scheda analisi swot
Fonte: www.mrwebmaster.it
13
La griglia è costruita su quattro elementi, a sinistra quelli positivi e a
destra quelli negativi. I punti di forza-opportunità rappresentano gli
argomenti principali sui quali lavorare; le strategie permettono di
contrastare le debolezze, mentre le minacce, che potenzialmente mettono
in pericolo, possono essere contrastate dai punti di forza.
In particolare, l’analisi condotta, facendo riferimento alla struttura sociale
ed economica del sistema locale e ai caratteri del sistema territoriale e
ambientale, evidenzia come le problematiche da affrontare, per
promuovere lo sviluppo, siano molteplici: interessano un’ampia serie di
settori dell’economia e problematiche di natura sociale e organizzativa, e
pongono l’area in una posizione di scarsa competitività rispetto ai sistemi
di riferimento.
1.2.2 L’alta Val Seriana
Il territorio della bassa valle è stato caratterizzato da un forte processo di
industrializzazione che, avviato nella seconda metà del ventesimo secolo e
caratterizzato da attività nel settore del tessile, ha trainato per decenni l’intero
sistema economico locale. Il tessile, negli ultimi anni, è stato però investito da una
crisi che ha prodotto contraccolpi sull’intero territorio, soprattutto con riferimento
alla perdita di occupazione: una situazione che richiede oggi necessari processi di
intervento e riorganizzazione per offrire nuove opportunità agli abitanti.
L’alta valle è, invece, contraddistinta da attività nel settore del turismo, anche
grazie ad un ambiente naturale più conservato rispetto alla bassa valle e all’offerta
di attività, sia nella stagione invernale che in quella estiva. In questi anni ha
dunque risentito meno della crisi economica.
La differenziazione legata alla specializzazione settoriale nelle produzioni
economiche, ai modelli d’uso del territorio e alla qualità del paesaggio, è
compensata da un patrimonio culturale comune molto ricco e articolato, costituito
da edifici storici, musei, raccolte di opere d’arte e da una forte e rinomata
14
tradizione nell’artigianato e nell’arte. Un patrimonio che rappresenta oggi un
insieme di risorse importanti e diffuse, sulle quali è possibile pensare a
meccanismi capaci di produrre nuove opportunità e risorse per la valle nel suo
complesso (Regione Lombardia, 2010).
La montagna in provincia di Bergamo è ricca di tesori e valori e grazie ad essi è
possibile attuare un percorso di riconoscimento e valorizzazione utile anche per
uscire dalla perdurante crisi che ha colpito duramente le valli.
Esistono infatti degli aspetti positivi e che potrebbero costituire la base di un
rilancio dello sviluppo locale, come il territorio e il contesto ambientale ricco di
elementi di cultura, storia e tradizione; l’operosità, la serietà e la caparbietà delle
comunità locali; l’esistenza di esempi di partnership tra privati e tra pubblico e
privati; forte presenza del volontariato; predisposizione al risparmio.
Il territorio delle Orobie è dunque estremamente variegato e affascinante, ma allo
stesso tempo non bisogna dimenticare che è un territorio fragile. Oltre al problema
del dissesto idrogeologico, che con il tempo si è diffuso e si è aggravato a causa
dell’abbandono delle attività di manutenzione di boschi e torrenti, esistono delle
condizioni e delle criticità generali che caratterizzano il territorio montano
bergamasco. Un capitolo a parte meriterebbe l’eccessivo consumo di suolo,
verificatosi negli ultimi quarant’anni sulle nostre montagne, anche a seguito della
proliferazione incontrollata delle seconde case.
1.2.3 Analisi insediativa geografica
L’analisi insediativa geografica ha messo in evidenza che la valle, pur avendo
delle importanti potenzialità a livello ambientale e culturale, ha però insufficienti
infrastrutture per lo sviluppo delle attività produttive e turistiche.
Tabella 2.1 Analisi insediativa geografica
PUNTI di FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Vicinanza a Bergamo, capoluogo di
provincia
Accessibilità ridotta per l’alta valle
Modello insediativo di tipo urbano
15
Buona accessibilità fino almeno alla
media Valle
Presenza di un nuovo tratto di trasporto
pubblico su ferro che arriva fino al
centro principale della bassa valle
Buona presenza di risorse naturali:
boschi, acque, animali, paesaggi alpini
Densità della popolazione elevata
rispetto ad altre aree alpine
Presenza di un importante, ricco e
vario patrimonio culturale
Presenza di relazioni con il territorio
della provincia e con la città di
Bergamo
Buona presenza di servizi pubblici e
alla persona: scuole, anziani, ecc…
nella bassa valle
Mancanza di controllo sull’impatto
paesaggistico delle nuove costruzioni e
insediamenti
Presenza di aree industriali dismesse
Fenomeni di sprawl insediativo,
soprattutto nella bassa valle
Presenza di Comuni di dimensioni
molto piccole e con poche risorse
Presenza di divisioni tra alta e bassa
valle
OPPORTUNITA’ MINACCE
Sviluppo di occasioni per la
valorizzazione e il riuso delle aree
dismesse per attività di interesse
pubblico e sociale
Sviluppo dell’offerta dell’intero
sistema territoriale
Rafforzamento del sistema delle
relazioni tra i territori della valle
Ampi spazi per la valorizzazione delle
risorse ambientali e culturali
Insufficienza di pianificazione e
strategie capaci di superare le
differenze e divisioni tra le due parti
della valle
Presenza di aree esposte a rischi
naturali e antropici
Spopolamento e abbandono del
territorio dovuto alla mancanza di
opportunità di lavoro
Isolamento di alcune aree del territorio
Fonte: Regione Lombardia , 2010
1.2.4 Analisi degli aspetti economici
Questa analisi ha messo in evidenza come la storia industriale del passato e
l’attuale crisi economica abbiano messo in difficoltà il sistema. Le prospettive
sono basate sulla creazione di un sistema fondato sulla valorizzazione della
cultura e della tradizione locale.
Tabella 2.2 Analisi degli aspetti economici
PUNTI di FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Buona presenza di risorse produttive
Buona presenza di saperi e tradizioni
produttive locali in industria,
artigianato e agricoltura
Crisi nei settori industriali che hanno
trainato il sistema vallivo nel passato
(soprattutto settore tessile)
Perdita di imprese e posti di lavoro
16
Buona presenza di risorse culturali e
ambientali per lo sviluppo turistico
Presenza di iniziative per l’attrazione
del turismo
Presenza di numerosi brevetti
industriali
Sistema economico poco differenziato
Mancanza di nuove forze
imprenditoriali
Mancanza di spazi e risorse per la
ricerca e innovazione sulle risorse e i
saperi locali
Mancanza di formazione professionale
Bassa diversificazione nell’offerta
turistica
Aree del territorio poco servite
OPPORTUNITA’ MINACCE
Presenza di saperi e tradizioni nelle
produzioni che possono essere
utilizzate come volano per nuovi
percorsi di sviluppo
Realizzazione di strutture a supporto
dello sviluppo e di accompagnamento
all’imprenditorialità, soprattutto
giovanile
Sviluppo di un marchio di qualità per
tutti i settori produttivi (prodotti e
servizi) della valle
Spazi per lo sviluppo di attività nei
settori della green economy
Abbandono dell’industria in mancanza
di pianificazione strategica in questo
senso
Perdita di saperi produttivi tradizionali
in tutti i settori
Perdita di risorse produttive
Perdita di manodopera formata in
mancanza di interventi sul gap
formativo
Perdita di ricambio generazionale e
abbandono dei giovani
Fonte: Regione Lombardia , 2010
1.2.5 Analisi degli aspetti sociali
In generale le problematiche maggiori derivano da una mancanza di scambio
culturale e di esperienze con gli abitanti delle valli limitrofi. La formazione e la
capacità di costruzione di progetti sul territorio possono dare nuove prospettive.
Tabella 2.3 Analisi degli aspetti sociali
PUNTI di FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Popolazione in leggero aumento, in
linea con la provincia ma in
controtendenza rispetto alla media
regionale
Presenza di una chiara identità e
cultura nell’intero sistema vallivo,
seppure con differenze tra alta e bassa
valle
Presenza di strutture familiari stabili
Invecchiamento della popolazione,
anche se a tassi inferiori della media
provinciale e regionale
Diffuso deficit formativo
Presenza di disoccupazione crescente,
soprattutto nella bassa valle
Presenza di Comuni di dimensioni
molto piccole e con poche risorse
Presenza di aree con pochi servizi:
17
Presenza di associazioni culturali e di
volontariato
Presenza di iniziative condivise e
partecipazione della collettività
Presenza di iniziative culturali per la
popolazione
scuole, presidi sanitari, trasporto
pubblico
Forte pendolarismo con conseguenze
sul traffico e la congestione delle
infrastrutture
OPPORTUNITA’ MINACCE
Potenziare la formazione
Lavorare su legami e relazioni con altri
territori
Sviluppo di iniziative di inclusione
dedicate alle fasce deboli (anziani,
immigrati, nuove povertà)
Sviluppo di occasioni per la
valorizzazione e il riuso delle aree
dismesse per attività di interesse
pubblico e sociale
Presenza di una percentuale crescente
di popolazione straniera (servono
progetti di integrazione)
Abbandono del territorio da parte dei
giovani e ulteriore invecchiamento
della popolazione
Perdita di benessere
Perdita della tradizione culturale e dei
valori comunitari locali
Aumento di fenomeni riconducibili al
degrado sociale
Aumento della popolazione esposta a
disagi per la riduzione dei servizi
pubblici dovuta alla riduzione
demografica nei piccoli comuni
Allontanamento delle comunità dalle
problematiche di governo e gestione
della “cosa pubblica”
Perdita di ricambio generazionale e
abbandono dei giovani
Fonte: Regione Lombardia, 2010
1.2.6 Analisi degli aspetti turistici
Il forte legame degli abitanti con il territorio, la presenza di attività artigianali, le
bellezze naturali e la presenza di impianti di risalita rappresentano la potenzialità
di attrattiva, ma è necessario lavorare sullo sviluppo di infrastrutture e di una
cultura dell’accoglienza che porti alla destagionalizzazione del prodotto turistico.
Tabella 2.4 Analisi degli aspetti turistici
PUNTI di FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Dinamica demografica positiva della
forza lavoro
Elevata partecipazione della
popolazione al mercato del lavoro
Basso livello di scolarizzazione della
popolazione
Debolezza della cultura
dell’accoglienza e scarsa dotazione di
18
Diffusa presenza di imprese artigiane.
Buona presenza del volontariato
sociale
Presenza di luoghi di richiamo turistico
e di produzioni enogastronomiche
tipiche e DOP (Valcalepio; Olio dei
Laghi Lombardi, prodotti caseari)
idonee strutture
Scarsa presenza e vitalità
dell’imprenditoria turistica
Scarsa integrazione fra i settori
produttivi e
complementarietà fra le offerte
turistiche
Stagionalità di occupazione nel settore
turistico e mancanza di ricambio
generazionale nel settore agricolo
Insufficiente strutturazione dell’offerta
di servizi specie in ambito di turismo
OPPORTUNITA’ MINACCE
Diversificazione del sistema produttivo
locale attraverso lo sviluppo del
turismo ambientale
Potenzialità di sviluppo delle PMI che
adottino modelli di crescita e
collaborazioni a rete
Nascita di nuove imprese nel settore
del turismo ambientale sostenibile
Costruzione di una rete di
cooperazione fra gli operatori turistici
intorno a temi o occasioni di
promozione capaci di innovare il
sistema di offerta
Delocalizzazione delle imprese verso
aree meno vincolate logisticamente e
più dotate di servizi
Forte stagionalità dei flussi turistici
Scarso coordinamento fra le iniziative
di promozione e di valorizzazione del
sistema locale
Fonte: ns. elaborazione da PSL GAL4, 2010, http://www.gal4cm.it, op.cit.
1.2.7 Analisi del sistema territoriale ambientale, agricolo e delle produzioni
locali
Il territorio è dotato di grandi risorse ambientali, ma l’eccessiva pressione
antropica ha determinato modificazioni del paesaggio, che ha perso quindi la sua
naturalità. Le opportunità derivano da politiche legate alla valorizzazione e alla
tutela del territorio.
19
Tabella 2.5 Analisi del sistema territoriale ambientale, agricolo e delle
produzioni locali
PUNTI di FORZA PUNTI DI DEBOLEZZA
Presenza di risorse ambientali di elevata
qualità e di ampie porzioni del territorio
caratterizzate da un elevato grado di
integrità del paesaggio rurale
Disponibilità di risorse ambientali
(acqua, boschi, ecc.) di notevole rilievo
quali-quantitativo
Disponibilità di un sistema ben dotato
di reti per la percorribilità e la fruizione
che sostiene spontanei flussi turistici.
Presenza di sistemi ambientali già
interessati da comuni azioni di
promozione
Presenza di “immagini”consolidate con
forte capacità evocativa “laghi di
Endine e Sebino”
Presenza di risorse ambientali di buona
qualità, soprattutto nell’alta valle
Ricchezza di acque
Presenza di ecosistemi particolari
dell’area
Conservazione del paesaggio alpino
nell’alta valle
Presenza di iniziative, itinerari e piste
ciclabili per la fruizione sostenibile
dell’ambiente
Presenza di paesaggi, siti e ambienti
particolari determinati dalle interazioni
uomo-ambiente nel tempo (es. siti
minerari, attività agricole, attività
artigianali nella lavorazione di pietra e
metalli)
Problemi di accessibilità interna
all’area e verso i sistemi urbani di
riferimento in ordine all’accesso ai
servizi e alla provenienza dei flussi
turistici.
Scarsa valorizzazione del sistema della
percorribilità e della fruizione ludico
sportiva disponibile, all’interno di
offerte turistiche strutturate.
Presenza di attività incompatibili in
termini ambientali e paesaggistici.
Mancanza di forme di controllo della
fruizione spontanea dell’ambiente e
delle valenze ambientale dei luoghi.
Presenza di aree industriali dismesse
che possono interferire con le
dinamiche ambientali
Presenza di sprawl insediativo,
soprattutto nella bassa valle, con
riduzione della qualità del paesaggio e
dei suoli
Mancanza di controllo sull’impatto
paesaggistico delle nuove costruzioni
e insediamenti
Presenza di aree del territorio fragili ed
esposte a rischi naturali e antropici
Presenza di tratti di strade
congestionate e prevalenza di mobilità
privata su gomma
Impatto ambientale significativo di
alcune attività turistiche, soprattutto
invernali
Impatto ambientale significativo della
diffusione di nuove costruzioni per uso
turistico
OPPORTUNITA’ MINACCE
Prospettive di valorizzazione turistico-
ambientale del sistema rurale e
montano nella strategia europea delle
aree rurali di qualità.
Valorizzazione dell’area anche
attraverso l’effetto di traino che può
essere offerto dalle immagini e dai
nomi già affermati
Perdita di identità del sistema locale
all’interno di processi e logiche di
crescita periferica che interessano i
nuclei di maggior peso insediativi.
Inquinamento dei corpi idrici
superficiali, specie nei tratti basali del
reticolo idraulico superficiale.
Crisi delle tradizionali forme di
20
Elevate potenzialità offerte dalla
valorizzazione in chiave turistica delle
risorse ambientali e culturali presenti
sul territorio.
Sviluppo del sistema di piste ciclabili
della valle
Creazione di spazi per il rafforzamento
del settore agricolo a livello locale, con
una maggiore diffusione e
condivisione di buone pratiche di
governo e gestione del suolo
Sviluppo di iniziative di fruizione
capaci di sostituire i modelli di
fruizione turistica meno sostenibili
Creazione di opportunità per il
recupero e la fruizione sostenibile di
ambienti risultato dell’interazione tra
uomo e ambiente (es. siti minerari e
cave)
Sviluppo di forme di fruizione
economica sostenibile delle risorse
territoriali e del patrimonio culturale
Aumento delle superfici e del numero
delle aree protette
Recupero di aree degradate e dismesse
governo e manutenzione del territorio
rappresentate dalle attività agro-silvo-
pastorali con conseguenze negative
per la qualità e la sicurezza dei luoghi.
Abbandono della popolazione e
riduzione della manutenzione dei suoli
Erosione dei suoli
Mancanza di pianificazione negli usi
del territorio che favoriscono il
consumo di suolo e di qualità
ambientale
Riduzione delle aree di alto valore
naturalistico
Aumento dei rischi idrogeologici
Fonte: ns. elaborazione da PSL GAL4, 2010, http://www.gal4cm.it , op.cit.
1.2.8 Breve analisi sull’artigianato e produzioni tipiche locali
Le attività artigianali di produzioni tipiche locali rappresentano già attualmente un
fattore di successo e costituiscono una risorsa produttiva non solo da tutelare, in
quanto testimonianza di un settore che sopravvive con difficoltà su un mercato
nazionale fortemente concorrenziale, ma anche da valorizzare dal punto di vista
della qualità e dell'immagine del territorio stesso.
La valorizzazione di attività di artigianato tradizionale, quali ad esempio le
produzioni artistiche ed i prodotti tipici locali, avrebbe inoltre un effetto indotto
sul turismo e viceversa. Seppure costituiscano ancora un fattore di successo per
l’industria locale, tali attività appaiono attualmente fortemente penalizzate da un
livello di dotazione di servizi dell’area non adeguato alle esigenze del mercato.
21
Se i punti di forza del sistema sono rappresentati dalla capacità di risposta al
mercato in maniera rapida e flessibile, il punto di debolezza sta proprio nella
carenza di servizi che offrano alle aziende il necessario supporto per il
sostentamento del mercato imprenditoriale locale.
L’agricoltura, pur rappresentando un settore rilevante all’interno del sistema
economico locale, appare fortemente indebolita, legata ancora a tecniche colturali
tradizionali e poco innovative. Uno sviluppo indirizzato alla valorizzazione delle
produzioni agricole con tecnologie avanzate porterebbe non solo all’innalzamento
qualitativo delle produzioni, ma anche a delle positive ripercussioni dal punto di
vista reddituale ed occupazionale.
Il vantaggio competitivo di un’area è in genere determinato dalla dinamica delle
strutture produttive e dalla condizione dei fattori ambientali, che di fatto, ne
condizionano lo sviluppo.
22
Capitolo 2
Aspetti metodologici
Sommario – Sostenibilità, attraverso i suoi tre aspetti principali, economica,
ambientale e sociale, vuol dire garantire a noi e ai nostri figli un futuro. Nel
territorio alpino, per via del delicato equilibrio ambientale e sociale, questo
risulta ancora più importante ed urgente. In questo capitolo vengono illustrate
delle soluzioni operative per poter applicare la sostenibilità attraverso la
valorizzazione dei prodotti e delle razze locali. Infine un accenno al turismo
sostenibile.
2.1 Lo sviluppo sostenibile
È innanzitutto necessario chiarire il significato generale di sviluppo sostenibile e
poi di sviluppo sostenibile in chiave ambientale, sociale ed economica.
In generale per sviluppo sostenibile intendiamo la possibilità di crescere in
termini di sviluppo, senza esaurire le risorse primarie per poterle così garantire
alle generazioni future. Le risorse primarie sono quelle risorse che non hanno
bisogno di trasformazioni per essere utilizzate. Per poter realizzare questo è
necessario tenere conto dei limiti della dimensione ambientale gestendola
razionalmente (http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html).
La sostenibilità ambientale è data dalla capacità di preservare nel tempo le tre
funzioni dell’ambiente: la funzione di fornitore di risorse, la funzione di ricettore
di rifiuti e la funzione di fonte diretta di utilità, garantendo al contempo la tutela e
il rinnovamento delle risorse naturali e del patrimonio. Non è possibile ipotizzare
uno sviluppo sostenibile con l'attuale ritmo di consumo di ambiente. Lo sviluppo
sostenibile quindi ricerca un rapporto di armonia con la natura e l’ambiente
(http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html).
La sostenibilità economica nasce dall’esigenza di conciliare la crescita
23
economica e l’equa distribuzione delle risorse. La crescita economica da sola non
basta, in quanto ogni sviluppo è reale solamente quando migliora la qualità della
vita. Il sistema economico non deve essere messo davanti a quello ecologico,
poiché l’intero modello si basa sulla capacità da parte del pianeta di ripristinare in
un certo periodo le energie utilizzate.
Per sostenibilità economica si intende la capacità di produrre e mantenere nel
territorio il massimo del valore aggiunto, combinando efficacemente le risorse, al
fine di valorizzare la specificità dei prodotti e dei servizi territoriali
(http://www.sogesid.it/svilupposostenibile.html).
Per poter comprendere meglio il significato di sostenibilità economica è
importante fare riferimento alla visione di diversi economisti concentrati sulla
visualizzazione dell'economia e dell'ambiente come un unico sistema
interconnesso. L’equità intergenerazionale può essere incorporata in questo
approccio (Heal, 1979).
Il concetto di intergenerazionalità sta a indicare che le generazioni future hanno
gli stessi diritti di quelle attuali e che, all’interno della stessa generazione, persone
appartenenti a diverse realtà politiche, economiche, sociali e geografiche hanno
gli stessi diritti.
La sostenibilità sociale è la capacità di garantire condizioni di benessere (salute,
istruzione, sicurezza) a tutti gli abitanti, nel contesto del sistema territoriale in cui
opera. Una caratteristica importante è che queste condizioni siano equamente
distribuite per classi e per genere
(http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html).
In tale ottica, la sostenibilità è da intendersi non come uno stato o una visione
immutabile, ma piuttosto come un processo continuo, che richiama la necessità di
coniugare le tre dimensioni fondamentali e inscindibili dello sviluppo: ambientale,
economica e sociale.
24
Sviluppo sostenibile non vuol dire bloccare la crescita economica, ma significa
anche sviluppare attività produttive compatibili con gli usi futuri, preservando le
risorse.
È evidente, quindi, che uno sviluppo sostenibile fornisce delle indicazioni
concrete e innovative su come garantire il benessere, come ad esempio l’utilizzo
delle fonti rinnovabili.
Infine lo sviluppo sostenibile, perché sia tale, ingloba tutti gli aspetti della vita
umana, le politiche economiche, ecologiche, finanziarie, commerciali,
energetiche, industriali, educative ed altre ancora, intese a favorire un modello di
sviluppo economicamente, socialmente ed ecologicamente sostenibile. Qualsiasi
forma di consumo che produca degli indebitamenti a carico delle future
generazioni, compreso quello ecologico, costituisce un pregiudizio per la
sostenibilità.
Figura n. 2 - Le interconnessioni tra le dimensioni della sostenibilità dello sviluppo
Fonte: http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html
25
2.2 Lo sviluppo sostenibile in montagna
Se lo sviluppo sostenibile è prima di tutto intimamente legato alla presenza e
all’utilizzo delle risorse primarie, allora è facile comprendere come la montagna,
con la presenza di acqua, aria pulita, biodiversità, riserve energetiche, prodotti
agro-silvo-pastorali, spazi ricreativi rappresenti un ambito interessato dalla tutela
e preservazione delle stesse e quindi dalle politiche di sostenibilità.
Per approfondire meglio questa tematica partiamo da un’analisi di Scaramellini
(1996):
“Non fa riferimento soltanto a una prospettiva di crescita delle grandezze
economiche, ma considera anche le condizioni e le pratiche sociali tramite l
sia non solo inevitabile, ma pure auspicabile, la consistenza del
popolamento deve essere comunque adeguata al mantenimento di livelli e
tipologie di organizzazione territoriale efficienti ed equilibrate; ma non solo: al
contempo deve garantire ai propri com
anche extragricola e
intellettuale consoni alle condizioni di vita della società contemporanea”
Lo sviluppo sostenibile in ambito montano riguarda le modalità di organizzazione
e gestione del territorio e degli abitanti, attraverso lo sviluppo di politiche nei
settori agricolo, sociale ed economico, partendo dal coinvolgimento e dal
miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, perché è proprio da essa
che può derivare la preservazione delle risorse primarie, mediante modelli di
comportamento sostenibile.
La politica, troppe volte sviluppata in pianura, è interessata a vedere nelle valli
solo un luogo di sfruttamento, non affrontando il tema della tutela dell’ambiente
26
montano ma sviluppando invece, in tutti i settori a partire da quello agricolo,
quello turistico e quello sociale, delle politiche che hanno seguito la stessa logica
della pianura, ovvero perseguire il profitto senza preservare le risorse, anzi
utilizzandole e consumandole.
Un processo di sostenibilità prevede, sul principio della sussidiarietà, la possibilità
per gli abitanti delle valli alpine di riappropriarsi dei propri spazi per diventare
creatori delle proprie politiche di gestione del territorio, in un’ottica di scambio
per condividere, potenziare e crescere. Una politica di utilizzo sostenibile
permetterà di rendere utilizzabili, anche in futuro, le risorse e di ridurre il
deperimento di quelle attuali.
Gli abitanti rappresentano il punto di partenza: è per questo che è importante
sviluppare le condizioni per permettere di vivere e lavorare in montagna in
equilibrio, dove l’uomo stesso è un tassello del sistema in grado di migliorare,
convivere e conservare gli elementi che lo circondano. Il lavoro agricolo, in
particolar modo, ha un ruolo fondamentale e il suo obiettivo è svilupparsi in
una prospettiva di sostenibilità, utilizzando pratiche agronomiche e specie vegetali
e animali che permettano di produrre reddito e al contempo di gestire il territorio.
Tutto si trova in un delicato equilibrio e per questo è necessario ragionare in
logica di rete, di unione e di condivisione tra paesi della stessa valle, tra valli
vicine e tra valli di altre regioni e stati, per far si che le azioni non rimangano
isolate, ma siano uniche su tutto il territorio alpino, in una visione di sostenibilità.
Un accenno importante va ancora fatto in merito ai cambiamenti climatici: oggi il
territorio alpino sta mettendo in evidenza che a livello planetario ci sono dei
cambiamenti climatici importanti, con innalzamenti delle temperature medie
stagionali, interessando i processi di sviluppo sostenibile delle Alpi nella scelta
delle politiche di azione. Questo vuol dire che sta diventando necessario, a livello
di sostenibilità, razionalizzare ulteriormente le risorse e sviluppare modelli che
permettano di vivere in montagna tenendo conto di un utilizzo sempre minore
delle risorse come l’acqua.
27
2.3 Le produzioni locali, la tipicità nella sostenibilità
Le produzioni locali, in una prospettiva di cultura territoriale e tradizione,
possono rappresentare un ottimo esempio di sviluppo sostenibile.
Prima di tutto chiariamo il significato di prodotti locali e prodotti tipici, per fare
questo utilizziamo, tra le molte definizioni, quelle del Prof. Marescotti (2006):
“Prodotto locale indica i prodotti che provengono da una data località, area
geografica. In questo caso non viene fatto riferimento a particolari specificità ed
esclusività nelle caratteristiche del prodotto. Il riferimento in questo caso sé
limitato alla “provenienza” del prodotto da un luogo geografico, senza che ciò
sottintenda un collegamento tra tale luogo geografico e le particolari qualità e
specificità del prodotto stesso.”
“Tipico è un prodotto che rappresenta alcuni attributi di qualità unici che sono
espressione delle specificità di un particolare contesto territoriale.”
I prodotti tipici rappresentano quindi uno degli esempi di come si possa perseguire
contemporaneamente competitività e sostenibilità e allo stesso avviare i
consumatori a un percorso di crescita culturale. L’origine, il luogo di produzione e
le modalità di produzione divengono per loro un indicatore della “qualità” del
prodotto agroalimentare.
Questo perché le caratteristiche di qualità del prodotto non sono riproducibili in
altri luoghi, cioè al di fuori di quel particolare contesto economico, ambientale,
sociale e culturale, e sono pertanto uniche.
L’ambiente fisico e l’utilizzo di alcune risorse sono determinanti per l’attribuzione
al prodotto di terminate caratteristiche. Queste risorse si dividono tra materiali,
dotate di consistenza fisica, e immateriali, che non hanno cioè consistenza fisica.
Risorse pedoclimatiche, ovvero le caratteristiche fisiche dell’ambiente: sono tra
le più importanti in quanto determinano le caratteristiche di crescita e sviluppo di
28
piante e animali. Tra le più apprezzabili consideriamo gli andamenti stagionali
delle temperature, dell’umidità, dei venti, dell’insolazione, le peculiarità dei
terreni e dell’acqua.
Risorse genetiche del territorio: sono risorse immateriali. Le modalità di
coltivazione, la selezione di varietà vegetali e razze specifiche sono alcuni
esempi. Sono conoscenze tramandate oralmente attraverso la pratica, nel contesto
entro il quale sono nate. Queste possono costituire l’essenza stessa del prodotto
tipico, sia nel caso di prodotti non trasformati che trasformati, oppure entrare
come ingredienti o fattori di produzione.
L’identità locale ovvero il fatto che il prodotto tipico rappresenta l’identità e la
storia della comunità stessa: questo risulta estremamente rilevante per poter
attivare la prima fase dei processi di sviluppo nei sistemi locali. Il processo passa
attraverso la riscoperta per gli abitanti stessi, della propria storia e questo prima
di tutto per loro stessi, successivamente per le persone esterne al territorio
(Marescotti A., 2006).
2.4 Il tema della valorizzazione dei prodotti locali
L’obiettivo di questo paragrafo è quello di focalizzare l’importanza dei prodotti
locali nelle politiche di sostenibilità montana.
Nel linguaggio corrente, con il termine “valorizzazione” di un prodotto, si indica
una qualsiasi attività volta all’aumento del prezzo che quel prodotto ottiene sul
mercato.
In termini più generali, la valorizzazione indica un miglioramento della posizione
complessiva di un prodotto sul mercato, tale da acquisire l’aumento dei redditi
conseguiti dal produttore a seguito dell’aumento dei prezzi di vendita del
prodotto e/o del volume di vendite aziendali (Belletti G., 2006).
Nell’ambito del tema della valorizzazione dei prodotti locali è importante
29
analizzare il concetto di prezzo e di valore.
La definizione di prezzo si definisce come “valore di scambio delle merci, somma
di denaro necessaria per acquistare un bene” (Lo Zingarelli, Zanichelli, 2012).
Il prezzo è determinato dalle leggi della domanda e dell’offerta.
Il concetto di valore invece si definisce come l’ “importanza che ha qualunque
cosa, sia oggettivamente in se stessa, sia soggettivamente a giudizio del singolo”
( Lo Zingarelli, Zanichelli, 2012).
Il prezzo fa riferimento principalmente al mercato e non tiene conto di ulteriori
variabili come ad esempio quelle che caratterizzano i prodotti locali, rischiando
di essere limitativo e penalizzante, a vantaggio dei prodotti di massa.
I prodotti locali, infatti, assumono un’importanza notevole per i consumatori
nell’ottica di valore, in quanto hanno un elevato merito legato alla qualità sanitaria
e alla storia.
Definiamo ora il concetto di valorizzazione: “mettere in valore, far aumentare di
valore” (Lo Zingarelli, Zanichelli, 2012).
Se il valore è definito dall’importanza oggettiva e soggettiva “verso una cosa”,
allora il processo di valorizzazione ha come obiettivo quello di definire e
organizzare le attività che possono dare importanza al prodotto stesso.
Allora incomincia ad essere più chiaro il significato di valorizzazione che ha
certamente l’obiettivo di creare anche reddito, ma attraverso (Belletti G., 2006):
il legame del prodotto tipico con il territorio e soprattutto l’importanza
delle risorse specifiche del territorio nel processo produttivo del prodotto
tipico;
il carattere collettivo derivante dal coinvolgimento di una pluralità di
produttori, spesso tra loro eterogenei per quanto concerne obiettivi
perseguiti, capacità, dimensioni economiche, accesso ai mercati;
30
il legame con la comunità locale: la valenza del prodotto tipico spesso va
al di là delle imprese che lo commercializzano e interessa in generale la
società e la popolazione locale, attraverso una molteplicità di aspetti.
In questa visione, il processo di valorizzazione non è più solo legato a processi
tecnologici o di marketing.
La valorizzazione dei prodotti tipici è un’attività particolarmente complessa in
virtù di alcune delle caratteristiche di questi prodotti, prime fra tutte la dimensione
collettiva e il forte legame con il territorio. La difficoltà è nell’elevato numero di
soggetti che sono coinvolti nel processo, ma può anche diventare una risorsa
positiva, perché permette di avere molte competenze e tra le più diverse, con lo
scopo di differenziare anche le proposte di conoscenza, promozione e quindi di
animazione territoriale, andando a coprire ambiti di interesse che vanno dalla
cultura, all’identità, alla produzione agricola.
Gli elementi che sono messi in gioco nella valorizzazione a livello locale e di
conseguenza la tipologia di soggetti interessati, sono quelli già visti nel capitolo
precedente e possono essere suddivisi in quattro categorie.
Il capitale naturale è rappresentato ad esempio dalle razze, dalle varietà
autoctone, dal paesaggio, dalla qualità dell’aria e dell’acqua, dal microclima,
ecc…; il capitale culturale è rappresentato, ad esempio, dai monumenti e reperti
storici, dalle storie e dalle leggende della tradizione locale, dalle ricette del
territorio, dai prodotti dell’artigianato, dalla musica e dagli strumenti musicali,
dalle tecniche di produzione; il capitale sociale, identificato nei network sociali
della comunità a titolo d’esempio la famiglia, l’associazionismo, il vicinato.
Questo rappresenta in ogni progetto di sviluppo locale un presupposto essenziale
e, nel caso non sia presente o adeguatamente sviluppato, a prescindere dalla
tipologia di progetto, è necessario stimolarne iniziative di costruzione. E’ di
fondamentale importanza, perché dall’impostazione del capitale sociale deriva la
capacità di comunicazione interna ed esterna.
31
Infine il capitale umano, rappresentato dalle competenze dei singoli abitanti della
comunità (Brunori G., 2006).
Il termine “valorizzazione” per estensione, viene utilizzato anche per indicare
tutto l’insieme di obiettivi strumentali volti a perseguire l’obiettivo generale
dell’aumento del valore del bene e le attività che consentono il loro
raggiungimento.
2.5 L’importanza delle razze locali e dei prodotti locali-tipici per
la sostenibilità
Dalle cose dette prima, sia in merito alla sostenibilità che alle produzioni locali e
alla loro tipicità, emerge l’importanza dell’utilizzo di razze locali.
Queste, oggi, sono sempre meno presenti sui nostri territori perché, proprio per le
problematiche relative ad un’economia indirizzata sempre più alla produzione di
massa e meno alla produzione di qualità, molti allevatori si sono orientati, anche
in montagna, all’utilizzo di razze cosmopolite, altamente produttive e poco adatte
ad ambienti rustici come quelli montani.
Le razze autoctone, quindi, insieme alle vegetazioni pastorali alpine,
rappresentano, in sintonia con il concetto di prodotto locale, tipicità e
valorizzazione di cui si è trattato precedentemente, un importante patrimonio sotto
l’aspetto culturale e della tradizione. Inoltre è molto importante il loro ruolo nella
gestione del territorio, attraverso la capacità di sfruttare in modo ottimale anche le
risorse pascolive molto povere, che altrimenti rimarrebbero inutilizzate.
Anche l’utilizzo dei pascoli di alta quota per mezzo della transumanza nei mesi
estivi è un aspetto che nuovamente si lega al tema della tipicità e dei prodotti
locali, oltre alla gestione del territorio.
Le razze locali possono essere elementi di stimolo per la valorizzazione dei
prodotti locali e della sostenibilità, in quanto permettono di ottenere prodotti di
alta qualità, di mantenere la storia e la cultura locale, di gestire il paesaggio e
32
mantenere la biodiversità. A titolo d’esempio cito l’esperienza di valorizzazione
della razza ovina Sambucana (http://www.vallestura.net/sambucana).
Alcuni elementi di criticità minano però oggi il processo di valorizzazione,
soprattutto relativamente all’alimentazione degli animali e ai loro prodotti:
1) Oggi le latterie e i caseifici di montagna sono diminuiti di numero e aumentati
di dimensione. La lavorazione di tipo industriale comporta costanza, sia della
qualità che nella quantità di latte, e ciò ha spinto il settore zootecnico alla
stanzialità, alla destagionalizzazione dei parti e all’adozione di piani di
razionamento basati su alimenti conservati. Anche il latte prodotto ancora nelle
malghe, quando non viene trasformato in loco, viene conferito a caseifici che non
sempre lo trasformano separatamente da quello prodotto nelle stalle di fondo
valle, con il rischio di produrre formaggi o derivati che, pur avendo i marchi di
qualità come PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) e DOP (Denominazione
di Origine Protetta), non rispecchiano le caratteristiche intrinseche del territorio
(Bovolenta, 2010).
2) Il foraggio è un altro elemento importante per determinare le caratteristiche dei
formaggi: infatti sono le quantità e la qualità dei foraggi che incidono
sensibilmente sulle proprietà nutrizionali e organolettiche. L’utilizzo, soprattutto
nel periodo autunnale – invernale, di fieni provenienti dalla pianura e quindi di un
prodotto che a livello qualitativo non contiene tutte le caratteristiche tipiche delle
specie pascolive di montagna, pregiudica le caratteristiche del prodotto finale.
Molti studi mettono in evidenza gli effetti positivi sulla qualità delle produzioni se
si utilizza l’erba in modo diretto durante la stagione vegetativa, con differenze
significative sul colore, l’odore e l’aroma del formaggio (Bovolenta et al.,2005;
Martin et al., 2005).
Le vegetazioni pastorali alpine sono quindi un patrimonio di eccezionale valore
produttivo, perché sono in grado di sostenere, in funzione della qualità e diversità
dei foraggi offerti, produzioni casearie di territorio di particolare pregio,
nettamente differenti da quelle di pianura e fondovalle con foraggi conservati
33
(Martin et al. 2005).
Parlando dei prodotti in generale, è noto che le qualità chimico-fisiche e
tecnologiche del latte variano in rapporto alla specie, alla razza e al corredo
genetico individuale; inoltre è importante tenere conto della capacità di
adattamento all’ambiente montano.
Le razze locali, co-evolutesi nel tempo con il territorio e con le attività umane sul
territorio, sono in grado di utilizzare efficacemente le risorse foraggere della
montagna e sono meno dipendenti da alimenti concentrati introdotti dalla pianura
(AAVV, 2006; Battaglini, 2007; Weiβensteiner, 2010).
Per concludere, il territorio di produzione, il foraggio, gli animali, le pratiche di
allevamento e le tecniche di trasformazione possono fungere da elemento di
valorizzazione dei prodotti locali.
Figura 2.1 Schema riassuntivo processo produttivo di qualità dei prodotti
caseari di montagna
Fonte: Bovolenta, 2010
34
2.6 Il binomio prodotti locali-tipici e turismo sostenibile
Turismo sostenibile e prodotti locali sono un binomio che parla di valori, identità,
storia, cultura attraverso i ricordi, le scoperte, le emozioni. È questo il motivo che
spinge i turisti a sperimentare i territori attraverso i prodotti.
Allo stesso tempo, per le comunità locali, il turismo è fonte di ricchezza e lavoro
ma talvolta, il suo sviluppo produce risvolti dannosi per l'ambiente, il territorio e
le stesse comunità.
Nel percorso attraverso le produzioni locali e la valorizzazione delle razze,
inevitabilmente ci si confronta con il tema del turismo perché è fondamentale far
conoscere anche i luoghi delle produzioni se si vuole comprendere il significato
dei prodotti stessi. Riprendendo i temi affrontati precedentemente, è quindi facile
comprendere che il binomio prodotti-turismo può funzionare se il turismo è un
tappa di un processo più ampio e più lungo di valorizzazione, che parte da una
presa di coscienza da parte degli abitanti delle propria cultura e delle proprie
potenzialità.
L’organizzazione di sagre e fiere attorno al prodotto consente di attivare forme di
vendita diretta da parte dei produttori. Queste manifestazioni sono spesso volte ad
avviare attività promozionali legate al prodotto e al territorio, nonché al
rafforzamento dell’identità e della cultura locale, tramite il coinvolgimento della
popolazione locale nell’organizzazione e realizzazione di eventi.
Organizzare il turismo intorno ai prodotti e agli eventi vuol dire prima di tutto
strutturare i servizi che possano supportare la presenza dei turisti in modo
sostenibile, ovvero integrandosi con le risorse territoriali già esistenti e
potenziandole, nel rispetto del mantenimento delle risorse locali.
Canali distributivi particolarmente adatti alla commercializzazione dei prodotti
tipici nell’ambito turistico, sono costituiti dalle aziende agrituristiche, dai
ristoranti, dagli alberghi, bar, enoteche, negozi specializzati ed enogastronomie
presenti sul territorio di riferimento del prodotto.
35
Capitolo 3
Il progetto Orobie una Montagna di tesori
Sommario – Il progetto “Orobie una Montagna di tesori” vuole rappresentare
un modello di sviluppo sostenibile. La ricerca e la valorizzazione delle risorse
locali, umane prima di tutto, attraverso la creazione di un gruppo di lavoro
specifico, rappresentano il primo obiettivo del progetto. Per mezzo della
formazione verrà sviluppato un percorso di valorizzazione delle produzioni locali
e della razza ovina Bergamasca.
3.1 Premessa
L’ alta Val Seriana dispone di un patrimonio
di grande interesse e di grande ricchezza dal
punto di vista storico e culturale,
paesaggistico e ambientale, sociale ed
imprenditoriale. La vocazione turistica della
parte alta della valle e la crisi industriale nella
bassa – media valle sono i principali elementi
che interessano l'insieme dell'area (analisi del
territorio cap. 1).
Il presente progetto punta sulla valorizzazione integrata delle risorse per la
riqualificazione del territorio, con l’obiettivo di definire ed esplicitare i processi di
caratterizzazione identitaria, di innovazione e di integrazione delle attività
economiche. Tutti questi processi avranno un effetto sulla qualità sia della vita
delle persone che del paesaggio.
Figura 4.1 Logo del sistema di
promozione
36
Dal progetto nascerà un gruppo di lavoro impegnato nella ricerca, nel sostegno e
nella diffusione di buone pratiche di imprenditorialità sostenibile sulle Alpi.
L’obiettivo è consolidare ed allargare la rete di imprenditori, liberi professionisti,
cooperative, singoli cittadini e gruppi in genere che hanno a cuore la montagna e
che con il loro lavoro permetteranno di portare avanti un’economia rispettosa
della comunità, della cultura e del territorio locali.
Si propone di dare vita ad un nuovo modello di sviluppo montano sostenibile,
ed, in particolare, avviare quello che si può definire un proget to comunitario
di svi luppo locale .
Le linee guida che caratterizzano il progetto sono la montanità e la sostenibilità.
La montanità indica la presenza dell’uomo con la sua storia, la cultura, il lavoro
nel territorio e quindi la sua presenza come elemento caratterizzante il territorio,
concetto che va integrato tra le tematiche della sostenibilità (a cura di IREALP,
2008).
La sostenibilità, che caratterizza questo modello di sviluppo locale, ha come
obiettivo prioritario il miglioramento della qualità di vita di chi vive in montagna
e deve poter contare su delle solide basi dal punto di vista economico.
Per valorizzare il contesto territoriale verranno individuati dapprima gli elementi
fondamentali che ne costituiscono e ne caratterizzano l’essenza, partendo dalla
cultura e dai saperi locali, dalle competenze del presente e quelle del passato,
passando poi per le peculiarità del paesaggio e delle produzioni locali.
3.2 Finalità e obiettivi del progetto
La finalità è di aumentare la capacità attrattiva, promuovendo iniziative capaci di
migliorare la qualità dell’offerta; innovare le attività e il ruolo dell’impresa
agricola nel contesto sociale ed economico, attraverso la valorizzazione dei
prodotti locali e delle razze locali.
L’obiettivo generale del progetto è quello di aiutare le comunità locali nel
definire e realizzare in modo condiviso e partecipato un progetto comunitario di
37
sviluppo locale sostenibile, inteso in tutte le sue espressioni (vedi capitolo 2), non
per ultimo come elemento di competitività sul mercato. In particolare si punta a
concretizzare un progetto di sviluppo sostenibile locale, partendo dal
coinvolgimento della popolazione e con l’obiettivo di valorizzare le produzioni
locali e la razza ovina Bergamasca.
Questa strategia porterà a:
- definire le "buone prassi" per la trasformazione del territorio e la sua
rivitalizzazione attraverso l’animazione territoriale, la valorizzazione dei prodotti
locali e della razza ovina Bergamasca;
- integrare le diverse attività economiche e rafforzare la capacità di fare sistema;
- avviare un processo di coinvolgimento e partecipazione di tutte le
componenti sociali che vivono sul territorio per concertare le modalità di
intervento e la gestione delle iniziative di animazione;
- porsi nei confronti degli enti pubblici, di privati cittadini e di imprenditori, come
“fornitori di competenze”.
3.3. Scheda tecnica del progetto
Il progetto è tuttora in fase di sperimentazione.
Ad oggi si è svolta la fase A e iniziato il lavoro sulla fase B.
Il progetto è coordinato dal sottoscritto utilizzando le risorse personali a
disposizione.
Attualmente sono tre i partner coinvolti nella realizzazione del progetto: Nueva
Idea S.r.l. (www.nuevaidea.it) per quanto riguarda la parte di animazione
territoriale e coordinamento del gruppo, Social Tour S.r.l. (www.socialtour.eu)
per quanto riguarda gli aspetti legati alla promozione territoriale e Noi Alpi
(associazione di promozione sociale – www.noialpi.eu ) per quanto riguarda la
parte di educazione ambientale.
Partners istituzionali: non appena verrà definito il progetto operativo da parte del
38
gruppo animazione territoriale si prevede il coinvolgimento di alcuni partners
istituzionali come la rete dei comuni della comunità montana, la Comunità
Montana alta Valle Seriana, Promo Serio (consorzio territoriale di promozione) e
Provincia di Bergamo. Ulteriori partner che si prevede di coinvolgere sono:
Università degli Studi di Torino Corso di Laurea in Scienze e Cultura delle Alpi,
Ecomuseo della Pastorizia di Ponte Bernardo, Pracatinat - Centro di
Educazione Ambientale.
Risorse economiche.
In questa prima fase il progetto non ha dotazioni economiche.
Il progetto prevede di sostenersi attraverso la richiesta di finanziamento per la
realizzazione della formazione animatori territoriali e del corso propedeutico per
accompagnatori naturalistici; la promozione e la comunicazione attraverso la
gestione di attività di accoglienza; inoltre, per la parte riguardante la
valorizzazione della razza e dei prodotti, si prevede un inserimento all’interno dei
progetti presentati dalla comunità montana nell’ambito dei finanziamenti FESR.
E’ prevista una quota di auto finanziamento ai comuni che aderiranno al progetto.
Localizzazione progetto e logistica.
Il progetto si svolge nel territorio dell’alta Val Seriana utilizzando come località di
riferimento i comuni di Gromo e Ardesio.
A livello logistico gli incontri si stanno svolgendo presso abitazioni private,
successivamente verranno richiesti dei locali alle amministrazioni comunali
aderenti al progetto.
Componenti gruppo.
Il gruppo di animazione territoriale attualmente è composto da 12 persone, ragazzi
tra i 20 e i 28 anni e alcune persone più anziane. All’interno si incominciano ad
individuare le capacità personali con l’obiettivo di definire meglio i ruoli. Non
sono ancora stati coinvolti ufficialmente gli allevatori di pecore Bergamasche e i
produttori locali.
Durata del progetto.
La durata del progetto, intesa come fase di affiancamento, formazione e
39
consulenza, è prevista tra i 2 e i 3 anni, in relazione ai risultati ottenuti nelle
prime fasi.
Monitoraggio del progetto.
La valutazione del progetto viene sviluppata in quattro fasi: “ex ante” con
attenzione al raccordo dell’iniziativa con il contesto organizzativo di provenienza
dei partecipanti; “in itinere” con riferimento alle risorse impiegate e
l’organizzazione del progetto attivata;”finale” il grado di raggiungimento degli
obiettivi prefissati e delle criticità riscontrate; “ex post” alla fine del progetto
valutando i percorsi lavorativi professionali e personali, il grado di applicazione
concreta delle abilità acquisite, il coinvolgimento e lo sviluppo del network
territoriale e gli eventuali effetti non attesi.
Indicatori di successo.
Gli indicatori di successo saranno individuati identificando le prassi e le
procedure, che saranno riproducibili e trasferibili in contesti analoghi o contesti
diversi.
Limiti e criticità.
I limiti e le criticità del territorio sono già stati analizzati nel paragrafo dell’analisi
SWOT. In generale, però, si possono evidenziare:
Conflittualità interne. Sovente i conflitti sono alimentati da divisioni politiche
all’interno del paese o del territorio e questo contribuisce a disperdere le energie.
L’isolamento nella progettazione e nella gestione delle iniziative: non
condividere le proprie iniziative con chi abita nei territori limitrofi.
Il pensare di essere gli unici a possedere risorse culturali e ambientali e che
queste siano le migliori di tutte le altre: questo provoca una chiusura verso
l’esterno e un’incapacità di fare rete.
Perseguire prima di tutto i propri interessi personali anziché condividere le
proprie capacità e risorse per unirle al sistema.
Non essere sufficientemente convinti del valore delle risorse del territorio:
davanti alle prime difficoltà si perde l’entusiasmo necessario per procedere.
Rendere il progetto dipendente da finanziamenti pubblici senza mettere in atto
40
altre forme di supporto e di sostenibilità economica basata sulla gestione di eventi
e iniziative (es. attività di turismo scolastico, vendita prodotti, ecc…).
3.4 Fasi del progetto
Il processo verrà sviluppato attraverso quattro fasi. Le prime due fasi (A e B),
ovvero creazione di un gruppo di animazione territoriale (allevatori-produttori,
animatori) e mappature, creazione mappa di comunità, sono quelle più importanti
e hanno come obiettivo la creazione di un gruppo di lavoro motivato e la
conoscenza del territorio. Le fasi successive (C e D), percorsi formativi e
informativi e animazione territoriale (area turismo, valorizzazione prodotti e
pecora Bergamasca, marketing), hanno come obiettivo quello di fornire
competenze e promuovere pacchetti turistici ed eventi.
Figura 3.2 Schema logico del progetto
Fonte: ns. elaborazione
41
3.5 Fase A. Gruppo di animazione territoriale: animatori,
allevatori-produttori
Il gruppo animatori territoriali è stato creato partendo da una presentazione
pubblica sul turismo montano e successivamente attraverso il coinvolgimento
delle persone interessate. In questa prima fase, con una riunione iniziale (kick
off meeting), sono stati definiti gli obbiettivi del progetto enunciati nella
premessa. Questo incontro è stato importante per l’individuazione degli elementi
di base del progetto e delle attività di pianificazione; inoltre ha permesso di
coinvolgere i membri del gruppo di lavoro, offrendo l'opportunità di discutere di
ciascun ruolo focalizzando gli obiettivi.
Sempre in questo incontro sono stati menzionati i rischi e le problematiche in
gioco, in particolare quelli che possono influenzare la pianificazione dei progetti.
Fase di creazione di una struttura organizzativo-gestionale permanente.
Il gruppo di lavoro ha calendarizzato i tavoli operativi periodici per la creazione
delle linee programmatiche e di indirizzo e le modalità di comunicazione interna.
Negli incontri successivi sono stati poi definiti gli interessi, le criticità, le risorse e
i bisogni comuni.
Obiettivo del gruppo animazione.
Il primo compito del gruppo è stato quello di realizzare, attraverso l’utilizzo di
criteri di sostenibilità ed accessibilità, una mappatura delle risorse storico-
culturali-naturalistiche, delle risorse interne al gruppo e delle risorse legate alle
produzioni del territorio.
L’obiettivo è stato quello di prendere coscienza e condividere le risorse, per poter
pianificare un’azione comune di valorizzazione e promozione di sistema.
Questa fase è inoltre servita al gruppo per entrare in relazione con i produttori e
gli allevatori locali, nell’ottica di valorizzazione delle produzioni e della razza
ovina Bergamasca.
42
3.6 Fase B. Mappature e creazione mappa di comunità
La mappatura è un fase molto importante non solo per l’individuazione delle
peculiarità del territorio, ma soprattutto per il rafforzamento e lo scambio di
conoscenze tra i partecipanti del gruppo animazione e del gruppo allevatori-
produttori. La mappatura è stata realizzata dai partecipati al tavolo animazione che
si sono suddivisi in tre gruppi di lavoro.
Mappatura materiale.
L’obiettivo è individuare gli elementi di attrattiva turistica e le infrastrutture che
compongono il territorio. In questa mappatura sono state individuate: attrazioni
naturali, artificiali (storico culturali), prodotti tipici, eventi, attori istituzionali e
non, personalità storiche, elementi di folklore, strutture religiose, persone
portatrici di sapere e infrastrutture.
Mappatura risorse umane gruppo animazione.
Questa mappatura interna ha permesso di conoscere meglio le capacità e la
formazione di ogni componente del tavolo, al fine di creare un piccolo network
del gruppo per lo scambio di conoscenze.
Mappatura risorse agricole produttive: produzioni locali e razze ovine
Bergamasche.
Questa mappatura ha consentito di mettere in risalto le aziende agricole del
territorio individuando i proprietari e le produzioni.
Creazione mappa di comunità.
Dopo aver effettuato la mappatura delle risorse ambientali-culturali, umane,
agricole-prodotti, il progetto prevede la costruzione di una mappa di comunità
locale che vada ad integrare il lavoro già realizzato dalla rete degli ecomusei
lombardi a Bergamo (Fonte: www.ecomuseodelleorobie.it).
Nell’ambito del progetto, la mappa di comunità verrà effettivamente implementata
con i saperi aggiunti a seguito del lavoro di mappatura effettuato in particolare
43
con quelli riguardanti i prodotti tipici del territorio e le vie della transumanza
legate al tema della pecora Bergamasca.
La mappa di comunità è una rappresentazione cartografica nella quale sono stati
rappresentati i saperi ed i patrimoni della cultura del luogo, il paesaggio, le sue
trasformazioni, le realtà in cui vivono e si riconoscono gli abitanti stessi. E' una
forma di conservazione delle memorie storiche da trasmettere alle nuove
generazioni, affinché non perdano le loro radici territoriali e culturali. (Fonte:
www.mappadicomunità.it)
La funzione più importante è quella di aggregare maggiormente i partecipanti al
progetto, facendo prendere loro coscienza delle ricchezze del territorio e del loro
valore, e quindi facendoli sentire “orgogliosi” della propria terra.
Alla stesura della mappa di comunità collaboreranno anche il gruppo produttori-
allevatori. La mappa verrà inoltre utilizzata nell’ambito della promozione del
sistema locale.
3.7 Fase C. Percorsi formativi e informativi
Basandosi sugli obiettivi individuati dal gruppo animazione, verranno strutturati
due tipi di interventi formativi: un corso per animatori territoriali e un corso
propedeutico per accompagnatori naturalistici.
L’obiettivo generale dei percorsi formativi e informativi è quello di creare dei
gruppi stabili di animatori nei diversi comuni, sviluppando competenze e abilità
personali, partendo dalle esigenze del territorio. La formazione sarà anche un
ambito privilegiato per la promozione delle buone prassi, per la trasformazione ed
il miglioramento territoriale in chiave sostenibile.
Nello specifico questo avverrà attraverso due momenti formativi distinti: il
corso di formazione per animatori territoriali e il corso propedeutico per
accompagnatori naturalistici.
44
Il corso di formazione per animatori territoriali, rivolto ai ragazzi tra i 16 –
26 anni, ha come finalità principale quella di creare un gruppo di lavoro di
giovani animatori del territorio per la promozione e l’organizzazione di iniziative
di animazione ludiche, culturali e turistiche sul proprio territorio di appartenenza.
La metodologia è quella di una serie di attività progettuali, teoriche e pratiche con
lo scopo di educare alla cittadinanza attiva, facendo sentire i ragazzi in prima
persona responsabili del proprio paese e dei suoi abitanti.
L’obiettivo del progetto è quello di fornire gli strumenti necessari per diventare
animatori territoriali, acquisendo la capacità di entrare in relazione con l’ambiente
che li circonda, di studiarlo, di capirlo e quindi di decidere il tipo di animazione
da realizzare.
Sono previsti tre momenti formativi.
Incontri formativi sulla progettazione: attraverso l’acquisizione di competenze
pratiche nell’ambito della progettazione di un’attività, nell’organizzazione di un
evento, nell’invenzione di tecniche e metodi per la valorizzazione del proprio
territorio. Nel concreto ai ragazzi verrà chiesto di lavorare sulla progettazione di
attività di conoscenza del proprio paese legato ai prodotti tipici e gli aspetti
storico–culturali.
Percorsi artistici e creativi: attraverso la sperimentazione pratica di attività
artistiche e creative sulla base dei desideri dei ragazzi. Dalla fotografia, al teatro,
dalla giocoleria al video, dalla pittura al giornalismo. Le capacità acquisite
verranno utilizzate nella creazione di progetti sui propri territori.
Creazione di un evento comune: attraverso la realizzazione di un grande evento
a conclusione del percorso di formazione, i ragazzi avranno l’opportunità di
presentarsi in modo concreto a tutta la comunità.
Il corso propedeutico per accompagnatori naturalistici ha come finalità quella
di fornire una competenza specifica nell’ambito ambientale che unitamente al
corso per animatori territoriali permetterà ai partecipanti di essere in grado di
45
realizzare, oltre agli accompagnamenti, anche attività integrative di animazione
ludico – didattica, utilizzabili nell’ambito del percorso legato alle produzioni
tipiche e alle vie della pastorizia della pecora Bergamasca.
Nello specifico è guida ambientale - escursionistica chi, per attività professionale,
illustra a persone singole e gruppi di persone gli aspetti ambientali e naturalistici
del territorio, conducendoli in visita ad ambienti montani, collinari, di pianura ed
acquatici, anche antropizzati, compresi parchi ed aree protette, nonché ambienti o
strutture espositive di carattere naturalistico ed ecologico, con esclusione di
percorsi di particolare difficoltà.
3.8 Fase D. Area turismo e servizi, area valorizzazione dei
prodotti locali, area valorizzazione razza ovina Bergamasca, area
marketing
Questa fase verrà sviluppata dal gruppo animatori territoriali a seguito del lavoro
svolto nelle prime fasi del progetto. Il gruppo avrà il compito di ideare eventi,
pacchetti turistici e attività di comunicazione.
I temi di promozione saranno incentrati su quattro aree.
L’area turismo servizi.
L’obiettivo è quello di organizzare l’accoglienza di gruppi con i criteri di
accessibilità, attraverso il coinvolgimento delle strutture ricettive e di ristorazione
del territorio (valorizzazione prodotti e produzioni), creando iniziative di
animazione che contengano le tematiche sulla valorizzazione dei prodotti e legati
alla conoscenza della pecora Bergamasca (alpeggi e vie della pastorizia).
L’accoglienza riguarderà gli escursionisti (singoli e famiglie); persone
diversamente abili; campi estivi e invernali (anche sportivi) per bambini, ragazzi e
giovani; attività di turismo scolastico (scuole dell’infanzia, primaria, secondarie di
primo e secondo grado e universitari).
46
L’area valorizzazione prodotti.
In merito alle motivazioni dell’importanza della valorizzazione delle produzioni
locali nell’ambito della valorizzazione del territorio rinvio al capitolo 1.
Il gruppo animazione insieme al gruppo produttori-allevatori collegherà le
iniziative di animazione alla conoscenza dei prodotti, dei luoghi e delle persone
che li producono supportando e coinvolgendo i produttori stessi. Verranno inoltre
individuate delle azioni più specifiche, come ad esempio corsi di cucina della
tradizione, serate enogastronomiche con i produttori, pacchetti turistici legati alle
vie dei sapori della valle.
L’area valorizzazione razza ovina Bergamasca.
Un’area dedicata alla pecora Bergamasca, in quanto elemento molto forte legato
alla storia e cultura dell’alta Val Seriana. L’allevamento ovino nelle valli alpine
bergamasche risale, secondo gli storici, ai Celti, quando scacciati dai romani dalla
Pianura Padana, si spinsero verso le Alpi e vi trovarono rifugio, dedicandosi alla
pastorizia, la sola che potesse consentire lo sfruttamento dei fertili pascoli
naturali.
La storia della transumanza, lungi dal collocarsi “fuori dal tempo”, si sta
evolvendo ancor oggi sotto i nostri occhi, dimostrando la vitalità di una pratica
pastorale troppo frettolosamente liquidata come un residuo arcaico. Proprio questa
vitalità, legata certamente ad aspetti economici, ma anche ad un forte senso di
identificazione nel gruppo professionale e nelle sue tradizioni, ha consentito il
mantenimento di significativi elementi culturali risultando confermata la presenza
di una “culla” imperniata intorno ai centri di Clusone e Parre.
Al di là dell’interesse per i risvolti storici e culturali, di per sé estremamente
importanti, un sistema di allevamento come quello transumante della pecora
Bergamasca risponde alle esigenze di un’agricoltura “sostenibile” dal punto di
vista ecologico e può pertanto trovare spazio in quegli ambiti territoriali (aree
vulnerabili, parchi, zone periurbane) con presenza di attività agricole di prevalente
47
contenuto di manutenzione e protezione territoriale piuttosto che produttivo. Il
rinnovato interesse per i pascoli alpini e l’esigenza di un loro utilizzo integrato tra
attività zootecniche, di protezione ambientale e turistiche, concorre anch’esso a
rilanciare il ruolo dell’allevamento ovino (Corti M., 1998).
Il progetto di valorizzazione della razza ovina Bergamasca ha una doppia
valenza: da una parte integrarsi nel progetto più ampio di animazione territoriale e
dall’altra, per la prima volta, fare il punto sull’allevamento ovino nell’alta valle,
avviando un processo di sviluppo economico-sociale legato ad un’antica
professione, in particolare attraverso la sua rivalutazione.
In una prima fase agli allevatori verrà chiesto di effettuare una mappatura che
possa rispondere alle esigenze organizzative del gruppo animazione e che possa
fornire informazioni sul funzionamento dei sistemi pastorali attuati nell’areale di
della razza (risorse foraggere, strutturazione allevamenti, produzioni), i percorsi
della transumanza, le problematiche che riscontrano gli allevatori nella
quotidianità.
Questo progetto permetterà pertanto di sviluppare un percorso di monitoraggio e
sperimentazione rivolto agli allevatori delle valli, secondo le seguenti fasi:
iniziative di animazione rivolte alla valorizzazione delle vie della transumanza e
degli alpeggi; creazione dell’Ecomuseo della Pecora Bergamasca con il
coinvolgimento degli abitanti del territorio, degli allevatori, delle strutture di
accoglienza turistica e il collegamento con le aziende tessili della valle.
L’area marketing e promozione del territorio attraverso l’animazione, i
prodotti locali e la razza ovina Bergamasca.
A seguito della creazione del gruppo, delle mappature e delle attività formative, i
partecipanti saranno in grado di animare il territorio per mezzo della creazione di
eventi correlati ai percorsi effettuati.
La creazione di un logo di sistema e il collegamento a enti sovra comunali, come
ad esempio Promoserio (Consorzio turistico della Val Seriana), permetterà
l’ingresso del progetto in rete e di instaurare collaborazioni con altri partner
48
istituzionali e non.
Le iniziative che verranno realizzate riguardano: gli accompagnamenti lungo le
vie della transumanza, la pubblicazione della mappa di comunità del territorio le
vie dei sapori e della transumanza, la realizzazione di un “Portale delle
conoscenze del territorio” nel quale accompagnare e illustrare virtualmente le
esperienze proposte.
Essendo il progetto basato sulle proposte e gli impegni del gruppo animazione, le
iniziative dovranno essere successivamente sviluppate in relazione alle decisioni
che prenderà il gruppo stesso.
49
Capitolo 4
Risultati e discussione
Attualmente, insieme alla mappatura, si stanno condividendo gli obiettivi
principali del progetto e parallelamente individuando le principali attività legate al
turismo in particolare quello scolastico e delle famiglie.
Un elemento particolarmente importante per il gruppo, sarà quello della
presentazione ad altri soggetti informali sul territorio e questo avverrà non appena
saranno più chiari gli obiettivi principali.
In questa prima fase inoltre si sta lavorando ad un coinvolgimento degli enti
istituzionali del territorio, degli allevatori e dei produttori.
Per quanto riguarda la fase C, è in fase di progettazione la realizzazione dei
percorsi di formazione relativi agli animatori territoriali e agli accompagnatori
naturalistici, mentre la fase D sarà presa in considerazione nell’ambito del corso
di formazione come attività pratica.
Da una prima analisi del lavoro avviato in questi mesi, l’obiettivo principale,
ovvero quello di iniziare ad aggregare persone sul territorio, è stato raggiunto.
Essendo questa prima fase molto importante per poter creare il gruppo e
soprattutto per individuare le motivazioni comuni, si sta dedicando molto tempo
agli incontri di confronto e costruzione degli obiettivi.
I produttori e gli allevatori ad oggi stanno rispondendo con interesse e curiosità,
anche se il gruppo informale non è ancora stato creato.
Una grossa difficoltà è data dalla chiusura dei gruppi locali istituzionali che
tendono a isolare progetti o idee che provengano da gruppi diversi dai loro.
Questo atteggiamento proviene da una cultura radicata di campanilismo anche
all’interno delle stesse comunità ed è la causa dell’isolamento delle comunità
50
stesse, sia in ambito territoriale che regionale.
Proprio su questa problematica si stanno infatti incentrando le prime azioni,
cercando di unire, al di là del gruppo politico di appartenenza, abitanti dello stesso
territorio in un’ottica di condivisione.
I produttori e gli allevatori locali hanno mostrato interesse ad appoggiare il
progetto.
L’interesse è forte soprattutto per quanto riguarda l’idea di condividere le proprie
esperienze e i propri risultati in una prospettiva di confronto e conoscenza.
Proprio su questi presupposti, infatti, si stanno concentrando le prime azioni del
progetto, ovvero sull’unire tutti gli abitanti del territorio a prescindere dagli
interessi personali e dai gruppi di appartenenza.
51
Conclusioni
Il progetto, pur essendo ancora nello svolgimento delle sue prime fasi, ha
confermato che lo sviluppo di un territorio attraverso l’animazione territoriale, i
prodotti tipici e delle razze locali non può essere il punto di partenza, ma deve
essere visto come una tappa di un percorso di crescita che deve nascere dalla
popolazione.
L’obiettivo del progetto di aumentare la capacità attrattiva, promuovendo
iniziative capaci di migliorare la qualità dell’offerta, di innovare le attività e il
ruolo dell’impresa agricola nel contesto sociale ed economico, attraverso la
valorizzazione dei prodotti locali e delle razze locali, può essere raggiunto solo a
seguito di un profondo lavoro di presa di coscienza degli abitanti sul valore del
territorio e sulla necessità di azioni multisettoriali.
Il punto di partenza ha messo in risalto fin da subito il profondo senso di
sconforto, che hanno soprattutto i giovani, nel sentirsi parte di comunità che non
“hanno nulla”. Solo nel momento in cui si prende coscienza delle proprie
capacità personali e delle potenzialità che offre il proprio territorio in maniera
unica, le cose assumono un valore differente e soprattutto si ha la forza e la voglia
di trasmettere questo significato al turista che viene ospitato nel territorio o che
acquista il prodotto. Questo è il primo importante risultato che si sta
raggiungendo.
Inoltre la multisettorialità è fondamentale per poter garantire la qualità delle
proposte turistiche, legate alla valorizzazione dei prodotti.
La promozione turistica del territorio attraverso la sola visibilità dei prodotti
locali o della storia dei luoghi, non può essere fine a se stessa, ma deve essere
garantita, in termini di qualità e sostenibilità, l’esistenza di tutta la filiera. Il
ragionare in modo multisettoriale, e non solamente limitandosi a creare cataloghi
di promozione del territorio, vuol dire lavorare in sinergia con chi si occupa di
52
agricoltura, di aspetti sociali, di ambiente, di servizi. Questo è il secondo grande
obiettivo che si sta cercando di raggiungere nel progetto.
Ora, si sente forte l’esigenza del “saper fare” e quindi di come poter gestire le
risorse e i progetti. La fase che completa il modello proposto accompagnerà il
gruppo nella realizzazione e gestione dei progetti acquisendo capacità, sicurezza e
professionalità.
Raggiunti questi obiettivi, si può sviluppare la progettazione legata al turismo:
ovvero della capacità di accogliere turisti i quali devono sentire forte il senso di
accoglienza, che non deriva solo dalle infrastrutture, ma dalla percezione che si
ha osservando il paesaggio, parlando con le persone del posto, facendo esperienze
che permettano di gustare la storia e la cultura, attraverso i suoi elementi e quindi
anche le sue attività.
Ora è più semplice capire che il turismo, come i percorsi proposti, non può e non
potrà mai essere un punto di partenza, ma deve rappresentare una tappa, un
elemento complementare di un percorso più complesso e più ampio, che a monte
vede la valorizzazione degli uomini, del loro lavoro, dell’ambiente, attraverso
percorsi di studio e formazione, che abbiano come base la sostenibilità
ambientale, sociale ed economica.
Il modello proposto può rappresentare un esempio di sviluppo sostenibile del
territorio nell’ambito del turismo montano, perché in grado di rispondere alle
esigenze di chi ama questo tipo di esperienza, aprendo anche nuove prospettive a
chi non le ha mai vissute.
53
Bibliografia
AA.VV. 2010, Pascoli e Formaggi d’Alpe: “I terroir delle Alpi per la
caratterizzazione e la difesa delle produzioni casearie d’alpeggio. ProAlpe. ATTI
CONVEGNO “ricerca FISR” .
AA.VV. 2003, Valorizzazione degli alimenti e sistemi di garanzia, Arsia.
Regione Toscana Firenze.
AA.VV. 2006, Guida per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici.
Arsia. Regione Toscana.
Battaglini L., Corti M., Martini 2007, L’ Allevamento ovino e caprino nelle Alpi
tra valenze culturali e sostenibilità economica. Quaderno SoZoAlp n.4.
Battaglini L. (a cura di) 2007, L’allevamento ovino e caprino nelle Alpi. Tra
valenze eco culturali e sostenibilita economica. Quaderni SoZooAlp n. 4, Trento.
Batzing W. 1996, Le Alpi. Una regione unica - Guerini Scientifica, Milano.
Belletti G. 2006, “La valorizzazione dei prodotti tipici: principi, obiettivi e
problematiche”. Guida per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici.
Arsia. Regione Toscana.
Bovolenta S. 2005, Quality of cheese from milk of Simmental cows on mountain
pasture or indoor lowland. Scienza e Tecnica Lattiero Casearia (Associazione
Italiana Tecnici del Latte, Parma, Italia), 56: 345-358.
Brunori G. 2006, “La mobilitazione delle risorse locali”. Guida per la
valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici. Arsia. Regione Toscana.
Comunità Montana della Valle Seriana 2008, Rapporto socio-demografico ed
economico della Valle Seriana Inferiore. Comunità Montana della Valle Seriana,
Albino.
Comunità Montana Valle Seriana Superiore 2007-2013, Piano di sviluppo.
Comunità montana Val Seriana Superiore 2006, - Asse IV Reg. CE 1698/2005
Bando per la qualificazione dei territori –PL 2007-2013 – Eureca.
54
Corti M. 1998, La pecora Bergamasca. Storia e presente di una razza ovina.
Endrighi E. 1999, La valorizzazione delle produzioni tipiche locali. Dal concetto
di valore alle indicazioni operative, Rivista di Economia Agraria, LIV, 1: 3-26.
Heal G.M. 1979, Economic Theory and Exhaustible Resources. Cambridge
Economy Handbooks.
IREALP 2008 , Montagna Territorio di valore: ridefinire il concetto di montanità.
Marescotti A. 2006. “Le dimensioni della tipicità dei prodotti agroalimentari”.
Guida per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici. Arsia. Regione
Toscana.
Mariani M. 1930, La pecora bergamasca. Italia Agricola, 325-329.
Martin B., Priolo A., Valvo M.A., Micol D., Coulon J.B. 2005, Effects of grass
feeding on milk, cheese and meat sensory properties. Options Mediterraneennes,
Series A, No. 67.
Massaruto A. 2008, Politiche per lo sviluppo sostenibile della montagna, Franco
Angeli Editore, Milano.
Saraceno E. (a cura di) 1993, Il problema della montagna, Franco Angeli Editore,
Milano.
Scaramellini G. 1996, Montagne mediterranee e montagne continentali. Problemi
e prospettive di sviluppo sostenibile nelle comunità e nei territori montani,
Guerini Scientifica, Milano.
Weiβensteiner J. 2010, Il ruolo della Federazione Europea delle Razze Bovine
dell’ArcoAlpino (FERBA). In: Bovolenta S. (a cura di), Benessere animale e
sistemi zootecnici alpini. Quaderni SoZooAlp n.6, (SoZooAlp, Trento)
Provincia di Bergamo 2009, Osservatorio Turistico – Analisi Statistica Orobie
Bergamasche.
55
Provincia di Bergamo 2006, Programma integrato di sviluppo locale Valle Seriana
e di Scalve.
Regione Lombardia 2010, Swot analysis Valle Seriana.
Sitografia
Consultazione marzo 2012
Sostenibilità:
http://www.sogesid.it/sviluppo_sostenibile.html
I prodotti tipici nell’Unione Europea e nel mondo:
http://europa.eu.int/comm/agriculture/foodqual/index_it.htm
Sito della Commissione Unione Europea su Agricoltura e alimenti:
http://europa.eu.int/comm/agriculture/foodqual/quali1_it.htm
Sito della Commissione Unione Europea dedicato ai prodotti DOP e IGP.
http://www.origin-food.org
Sito del progetto di ricerca DOLPHINS finanziato dall’Unione Europea sui
prodotti tipici.
http://www.origin-gi.com/index.php
Sito dell’Institut National des Appellations d’Origine del Governo di Francia.
I prodotti tipici in Italia
http://www.politicheagricole.it
Sito del Ministero italiano delle Politiche Agricole e Forestali:
http://www.naturalmenteitaliano.it
Sito del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dedicato ai prodotti tipici
italiani: http://www.ismea.it
http://www.inea.it
Sito dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria: http://www.qualivita.it
http://www.prodottitipici.com
http://www.slowfood.it
Sito dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione del settore Agricolo-
forestale (ARSIA), della Toscana: http://www.arsia.toscana.it
www.serianambiente.org
www.regione.lombardia.it
http://www.alpinetgheep.org
56
Appendice A – Analisi dati territorio
Tabella n.1 Incidenza aree protette.
comune Sup totale
(Km2)
Area protetta Area
Provinciale
(Km2)
% incidenza
Ardesio 53,76 Parco Regionale 37,17 69,14%
Castione della Presolana 42,56 Parco Regionale 17 39,94%
Cerete 13,94 no no 0,00%
Clusone 25,96 SIC 0,21 0,81%
Fino del Monte 4,36 Parco Regionale 1,18 27,06%
Gandellino 25,42 Parco Regionale 20,47 80,53%
Gorno 9,87 Parco Regionale 1,88 19,05%
Gromo 20,05 SIC 0,22 1,10%
Oltressenda alta 17,26 Parco Regionale 14,18 82,16%
Oneta 18,26 Parco Regionale 1,96 10,73%
Onore 11,59 SIC 0,18 1,55%
Parre 22,48 Parco Regionale 12,5 55,60%
Piario 1,48 no no 0,00%
Ponte Nossa 5,57 no no 0,00%
Premolo 18,31 Parco Regionale 13,83 75,53%
Rovetta 23,96 Parco Regionale 12,64 52,75%
Songavazzo 12,7 no no 0,00%
Valbondione 95,3 Parco Regionale 88,97 92,17%
Valgoglio 31,77 Parco Regionale 27,57 86,78%
Villa d’Ogna 5,18 SIC 0,47 9,07%
TOTALE 459,78 250 703,97 %
Fonte – Regione Lombardia 2008
57
Tabella n.2 Popolazione residente.
NR. COMUNI MEMBRI
POPOLAZIONE AI CENSIMENTI POPOLAZIONE
RESIDENTE
1981 1991 2001 AL 31.12.2011
3 ARDESIO 3.641 3.670 3.702 3.630
6 CASTIONE DELLE PRESOLANA 3.085 3.161 3.291 3.463
9 CERETE 1.152 1.174 1.378 1.648
10 CLUSONE 7.990 7.974 8.259 8.810
12 FINO DEL MONTE 833 977 1.116 1.143
14 GANDELLINO 1.132 1.044 1.100 1.049
17 GORNO 2.011 1.849 1.778 1.667
18 GROMO 1.256 1.252 1.225 1.248
21 OLTRESSENDA ALTA 176 185 194 179
22 ONETA 745 716 714 656
23 ONORE 740 694 717 861
24 PARRE 2.348 2.457 2.706 2.828
26 PIARIO 788 812 918 1.117
27 PONTE NOSSA 2.260 2.140 2.046 1.922
29 PREMOLO 1.022 1.007 1.029 1.175
31 ROVETTA 2.536 2.806 3.370 3.990
33 SONGAVAZZO 543 539 616 705
34 VALBONDIONE 1.507 1.316 1.168 1.095
35 VALGOGLIO 582 616 613 612
38 VILLA D'OGNA 1.649 1.682 1.744 1.987
COMUNITA' MONTANA 35.996 36.071 37.684 39.785
Fonte: Comunità montana Val Seriana, 2013